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Treviso e la rete di città
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seguibile attraverso la crescita qualitativa e dimensionale delle sue funzioni superiori in senso assoluto - L’Università a Vicenza, uno dei pochi esempi riusciti di decentramento universitario dalla matrice storica padovana, ha sposato la didattica alla ricerca e ha consolidato specializzazioni che sono perfettamente integrate con il tessuto produttivo del territorio. L’espansione non deve snaturare questa capacità di equilibrare le diverse funzioni, individuando soprattutto nella meccatronica la polarità di eccellenza con valenza internazionale; - l’Ospedale ha storicamente una qualità che, per alcune categorie di prestazioni attrae pazienti anche da fuori regione; su queste eccellenze vanno costruiti percorsi di consolidamento con strutture di ricerca specifiche, che non costituiscano assolutamente sovrapposizioni o replicazioni di ciò che si sta facendo a Padova, Verona e Venezia; - le imprese di rango internazionale per le quali Vicenza è la città veneta a più forte proiezione internazionale; per contro la bassissima reciprocità nella presenza internazionale in città si sta superando in virtù di attività, iniziative, eventi che, rappresentando la comunicazione aziendale al massimo livello di eccellenza delle attività industriali, legittima l’insediamento di strutture di ricerca e di eccellenza nei servizi; - la Fiera di Vicenza è un brand internazionale particolarmente per le manifestazioni orafe, che fanno da volano ad altre manifestazioni. La chanche di eccellenza va coltivata al meglio, attraendo istituzioni economiche che siano complementari alle manifestazioni, coniugando centri per il design, le tecnologie, lo studio delle leghe ma, anche, la modalità di accoglienza dei visitatori e degli operatori favoriti dalla ricucitura urbana del “quartiere fieristico” e della zona industriale al centro Città; - il patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico dal Palladio al Tiepolo con le sempre più frequenti “puntate” nel contemporaneo; il riconoscimento UNESCO e le recenti iniziative per il 500° del Palladio, hanno confermato quanto sia forte questo potenziale turistico – culturale. Ma il richiamo va fatto, infine a tante altre funzioni superiori quali: la Biblioteca Bertoliana, la multiutility AIM, ITIS Rossi, il nuovo Teatro Civico, lo spazio culturale previsto nella Basilica Palladiana, il polo Teatro Olimpico, il Nuovo Chiericati, il CUOA, le grandi strutture commerciali.
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La dimensione e la complessità funzionale del sistema qui sinteticamente descritto, costituiscono un mix capace di far ulteriormente crescere l’attrattività autonoma di Vicenza e di costituire il nodo centrale di una più ampia rete vicentina e metropolitana.
L’accessibilità e la mobilità
Abbiamo affermato che è strategico, per concepire come unitaria la trama territoriale della città metropolitana veneta che ogni nodo che la costituisce sia accessibile in modo efficace dagli altri. Dopo quindici anni di polemiche
Piazza dei Signori, Vicenza (DL)
sia il tracciato sia le caratteristiche della TAV non sono state definite. Eppure la quadruplicazione dei binari sulla tratta Padova – Mestre ha dato una limpida dimostrazione del ruolo di una mobilità ad alta frequenza di collegamento tra poli urbani : sono aumentate le utenze sia sui treni veloci di tratta medio – lunga sia sul SFMR. Vicenza deve disporre in tempi brevi della connessione SFMR coerente con il disegno di sviluppo metropolitano regionale. Una mobilità efficiente e ad alta frequenza, infatti, agevola quella logica di specializzazione complementare dei sevizi che rappresenta una delle logiche fondamentali che presiedono alla costruzione della città metropolitana veneta. La soluzione della mobilità di raggio breve rappresenta un grande passo avanti per approcciare il tema TAV. E’ infatti un’azione compensativa che favorisce anche la progettazione della fermata. In capo alla logistica delle merci, invece, si sta imponendo all’attenzione del mondo produttivo il problema di un nodo collegato alla TAV nel Veneto centrale, baricentrico anche rispetto alle aree produttive dell’Alto Vicentino e dell’intero territorio. Montebello va ripreso in considerazione, ma anche una zona est della provincia, un’area tra Thiene e Schio e lungo l’asse Vicenza – Bassano.
Programmare la piattaforma di densificazione
Vicenza è fortemente interessata dal problema della dispersione insediativa, che ha un triplice effetto negativo: spreco di risorse territoriali, congestione della mobilità e frammentazione paesaggistica. Per Vicenza va prevista una politica a largo spettro che
prevede, anche, una piattaforma di densificazione. Gli elementi caratterizzanti di questa visione sono: - la rigorosa definizione dei limiti della città per contrastare la lievitazione spontanea delle cento città infinite della dispersione insediativa; - la progettazione di quartieri di servizi direzionali pubblici e privati in prossimità dei nodi di comunicazione (stazione FF.SS); - la previsione di quartieri residenziali di forma compatta e forte contestualizzazione ambientale (sul modello del Villaggio del Sole); - la previsione di architetture dense, (anche verticali), sulle direttrici delle grandi infrastrutture di collegamento, in ambiti di scarsa qualità della zona industriale Ovest e tra questa e il casello autostradale; - il blocco a ulteriori insediamenti commerciali della grande distribuzione, conferendo priorità al potenziamento del commercio in area urbana e di centro storico, anche con programmi innovativi.
La qualità ambientale
Tutto ciò va letto anche come strategia di difesa delle risorse idrogeologiche e paesaggistiche di estremo pregio di cui dispone la città con il suo territorio, suscettibili di questo programma di valorizzazione. Si pensi ad un Parco delle Risorgive tra Villaverla e Sandrigo, a cui sta lavorando la costituenda IPA “Nord Est Vicenza” che rappresenterà il nucleo di eccellenza di un programma di area vasta. I corsi d’acqua che hanno la loro origine nella “fascia delle risorgive” sono, inoltre, di interesse urbano e potranno consolidarsi come gli assi di penetrazione della campagna in città, attraverso la dotazione di alberature e di piste ciclabili lungo gli argini. In questo modo il Parco delle Risorgive va pensato come esteso fino al sistema collinare dei Berici. Nel programma deve rientrare sia un’opportunità praticabile, quella di addolcire la frattura della città con Monte Berico attraverso i lavori ferroviari che dovranno interessare il nodo vicentino, mentre porzioni consistenti del parco dovranno trasformarsi in boschi di pianura. Pertanto la sequenza è: Parco nella zona delle risorgive, porzioni di manto vegetale a nord della città, parchi lungo i fiumi nell’attraversamento urbano e connessione con i Berici in modo da attivare un articolato corridoio ecologico per le biodiversità, che proseguirà lungo il Bacchiglione a sud di Vicenza e fino a Padova e oltre. Si tratta di un grande progetto in linea perfetta con una delle strutture concettuali forti del nuovo PTRC.
Uso del suolo
Il PTRC definisce azioni volte a gestire il processo di urbanizzazione attraverso specifiche misure per gli spazi aperti e per la “matrice agricola” del territorio e del sistema insediativo. Si prevedono misure di salvaguardia dei varchi liberi da edificazione nelle aree aperte periurbane. Tutelare il paesaggio vicentino, raccontato magistralmente negli scritti di Piovene, ma anche ben difeso da strumenti urbanistici comunali virtuosi ad esso dedicati, oltre che un dovere culturale oggi rappresenta una necessità assoluta. Nel caso specifico della frammentazione insediativa l’obiettivo del PTRC dovrebbe essere quello di limitare l’artificializzazione e l’impermeabilizzazione dei suoli. Il riordino insediativo e più in generale l’obiettivo di incentivare la residenza e il commercio al dettaglio nelle zone centrali della città, rappresenta per Vicenza una occasione per riprogettare le sue “aree centrali dismesse”. Si pensi, ad esempio, che la delocalizzazione in aree esterne alle mura di diverse funzioni pubbliche renderà disponibili, nel prossimo futuro, edifici che potrebbero essere l’occasione per Vicenza di sperimentazioni innovative per la progettazione di residenze per i giovani. In definitiva l’assunzione di un programma di densificazione va compiutamente correlato con la progettazione dei grandi spazi vuoti, per la valorizzazione della sostenibilità ambientale della città edificata.
Ambiente e agricoltura
Il PTRC prevede di potenziare il contributo delle attività agricole alla biodiversità. Vicenza da un punto di vista dei suoli agricoli è considerata un’area a rischio medio – alto di inquinamento del suolo (in particolare nitrati). La tutela del paesaggio agricolo dovrà essere perseguita attraverso: - il disinquinamento delle aree a rischio; - il consolidamento di coltivazioni autoctone a basso impatto; - la riqualificazione del sistema idrico attraverso azioni che tutelino la risorsa acqua e, al tempo stesso, permettano di utilizzarla in modo sostenibile. L’individuazione e la tutela, attraverso politiche mirate, dei corridoi ecologici e, in connessione al sistema insediativo, riguardano gli ambiti di agricoltura periurbana e le aree “urbano rurali”, di cui valorizzare le caratteristiche di multifunzionalità. Per l’area vicentina i corridoi ecologici individuati corrispondono essenzialmente agli ambiti di tutela dei PAI ed a piccole aree tampone localizzate nelle direttrici dei Berici, ma non basta. Vanno individuate, negli strumenti urbanistici provinciali e comunali, anche altre aree di agricoltura periurbana quali strumento di tutela dei “varchi” e nuove aree tampone. Si dovranno, inoltre, sviluppare politiche integranti che consolidino le eccellenze testè elencate ma allo stesso tempo, ne crei di nuove con l’obiettivo di coniugare, anche attraverso i “parchi agroalimentari”, le produzioni agricole di pregio (individuare zone di produzione DOC, DOP, IGP che nel piano non ci sono) con il turismo culturale ed enogastronomico.