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Il monitoraggio del piano

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Verona

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Paesaggio collinare (AG)

tore Primario, su base catastale, comprendente i dati di dettaglio sulle colture, definiti per particella, raccolta dall’Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura. Nella identificazione cartografica delle diverse categorie di spazio rurale si è proceduto come segue: 1 - intersezione dei fogli catastali con le classi GSE-Land/CCS, relative al territorio coltivato (21000, 22000, 24000 o relative sottoclassi) 2 - dissolvenza delle classi scelte per foglio catastale (territorio coltivato) 3 - join delle classi scelte (territorio coltivato) con la tabella dei fogli catastali 4 - calcolo del rapporto fra classi scelte (territorio coltivato) e superficie totale del foglio 5 - graduazione dei valori percentuali della superficie coltivata secondo la scala: 0-0.125, 0.125-0.25, 0.25-0.375, 0.375-0.5, 0.5-0.625, 0.625-0.75, 0.75-0.875, 0.875-1.00 6 - sovrapposizione di alcuni layer del GSE-Land o CCS secondo la legenda allegata (pascoli, foreste, zone umide, acque, ecc.): 13100, 13200, 14100, 14200, 23000, 31000, 32000, 33000, 41000, 42000, 51000, 52000 (verificare) 7 - individuazione e perimetrazione manuale delle categorie di aree agricole per superare l’automatismo derivante dall’uso, non interpretato, dei sistemi informativi geografici. Sia la definizione delle categorie di aree, sia la loro delimitazione deriva da un processo di avvicinamento graduale, per esperimenti successivi, e dal costruttivo apporto del Settore Primario della Regione del Veneto, che ha contribuito alla definizione sia della parte teorica che della applicazione del metodo.

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La metodologia adottata ha portato all’individuazione di cinque categorie di spazi rurali, che hanno trovato applicazione nel Piano, definite come segue: - “Aree di agricoltura periurbana”, sono quelle aree nelle quali l’attività agricola viene svolta a ridosso dei centri abitati e che svolgono un ruolo di “cuscinetto” tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio storico e le aree aperte residuali. - “Aree agropolitane”, sono caratterizzate da un’attività agricole specializzata nei diversi ordinamenti produttivi, in presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte della residenza, del produttivo e delle infrastrutture. Sono prevalentemente presenti nell’area centrale. Nelle aree agro-politane lo sviluppo urbanistico deve avvenire attraverso modelli che garantiscano l’esercizio non conflittuale delle attività agricole, valorizzando il ruolo produttivo dell’agricoltura che assicura la tutela degli elementi caratteristici del territorio rurale. - “Aree ad elevata utilizzazione agricola”, sono quelle nelle quali l’attività agricola è consolidata e il territorio è strutturato e caratterizzato dalla presenza di contesti figurativi di particolare valore dal punto di vista paesaggistico. Di queste aree vanno conservate l’estensione e la continuità fisico-spaziale del sistema agrario e rurale. - “Aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa”, sono quelle in cui l’attività agricola svolge un ruolo indispensabile di manutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e della diversità degli ecosistemi naturali e rurali. È presente soprattutto nelle aree collinari e montane, nonché in alcune parti ecologicamente complesse dell’alta pianura. - “Prati stabili”, quali risorse per il paesaggio e la biodiversità. Va mantenuto il loro valore naturalistico e va limitata la perdita di superficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico.

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1 Si tratta di un sofisticato strumento di analisi elaborato dal Settore Primario sulla base della cartografia catastale comprendente i dati di dettaglio sulle colture, definiti per particella, raccolti dell’Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura.

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