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Le funzioni rare: la ricerca

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Verona

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opportunità sociale e sanitaria richiedono tale mantenimento di funzioni. Ad integrazione e supporto alla rete ospedaliera regionale, come sopra definita, rientrano i Sevizi garantiti dai Distretti Socio Sanitari nonché tutti i Centri sanitari polifunzionali costituiti dalla riconversione degli ospedali non più parte delle rete. Essi sono caratterizzati dalla presenza di attività distrettuali, ambulatoriali e residenziali e, in tal senso svolgono una attività di supporto alla rete ospedaliera, fermo restando che essi ne sono totalmente esclusi.

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Sistema gestione emergenze/urgenze tramite elisoccorso

Con delibera di Giunta n° 1209 del 17.05.2002 la Regione Veneto ha approvato un aggiornamento del progetto di completamento e potenziamento qualitativo della rete di emergenza regionale, individuando e classificando le piazzole di emergenza per l’elisoccorso, realizzate e da realizzare, presso le strutture sanitarie del Veneto. Con tale atto la Regione Veneto provvedeva ad effettuare una ricognizione dello stato di fatto e ad individuare le piazzole da realizzare per il completamento del sistema. Ad oggi il programma è quasi completamente attuato. La rete, per gli interventi primari, (incidenti stradali, sportivi,..) è costituita dai quattro principali servizi di elisoccorso della Regione (Verona, Padova, Treviso e Pieve di Cadore). L’obiettivo è di dotare di piazzola di elisoccorso tutti gli Ospedali di Rete, gli Ospedali capoluogo di Provincia e, ove non impedito da vincoli di conformazione e posizionamento, gli Ospedali integrativi della rete.

Il modello architettonico per le RSA

Gli standard edilizi Le R.S.A. sono nate in Italia con l’art.20 L. 67/88, che ha avviato un programma di realizzazione di strutture extraospedaliere finalizzate a fornire accoglimento, prestazioni sanitarie, assistenziali e di recupero. La Regione Veneto, con DGR n° 2034/1994 ha approvato gli standard per le RSA, calando la normativa nazionale nella propria realtà territoriale che presenta due peculiarità: - la diversificata preesistenza strutturale e di soggetti gestori nel settore assistenziale; - la presenza di volumi architettonici da riconvertire, quali gli ospedali dismessi. Il modello veneto è stato successivamente sviluppato (a partire dalla DGRV 751/00, fino alla DGRV 84/2007 e 457/2007) individuando una tipologia del servizio basata su diversi livelli di intensità assistenziale correlati allo stato di salute dell’ospite e organizzata in nuclei specifici ricavati presso presidi territoriali esistenti o nuove strutture. L’esperienza veneta ha evidenziato che il nuovo modello di assistenza ha bisogno di strutture “flessibili” in grado di “assorbire” l’evoluzione dello stato di salute dell’ospite e dell’intensità assistenziale, superando la logica alberghiera delle stanze con bagno e introducendo a livello progettuale elementi di flessibilità strutturale ed impiantistica. Nel modello futuro i nuovi obiettivi che la Regione si è fissata (DDGR 464/06 e successive e 84/2007) prevedono modelli più articolati e flessibili, che coinvolgono le risorse della domiciliarità, della residenzialità e dei servizi sanitari. Si vanno definendo i Centri di Servizi, veri e propri Centri Polifunzionali di assistenza socio-sanitaria. In altri termini il modello veneto di residenzialità assistenziale extraospedaliera che si va delineando va verso la creazione di Centri di Servizio fortemente legati alla realtà e peculiarità del territorio in cui sorgono; essi affiancano da un lato il servizio sanitario e dall’altro l’assistenza domiciliare facendo convergere le diverse risorse in percorsi assistenziali in grado di focalizzarsi sulle esigenze della persona e sulla continua evoluzione della domanda.

Il modello architettonico ospedaliero I principi dell’ospedale moderno sono la centralità della persona, e quindi il comfort ambientale dello spazio ospedaliero ottenuto anche introducendo elementi architettonici “estranei” all’edilizia ospedaliera tradizionale quali la “hospital street” che distribuisce le principali funzioni interne: la grande hall (che funge da ampio filtro verso le aree di diagnosi e cura e degenza per esterni e visitatori, gli spazi commerciali e di accoglienza quali bar - ristorante, edicola - libreria, fioreria, minimarket, farmacia per esterni, centro congressi – auditorium, con sistemi di videoconferenza e collegamento / registrazione con le sale operatorie ecc. L’ospedale inoltre deve essere luogo di sviluppo della cultura sanitaria, della ricerca e dell’aggiornamento professionale e deve di conseguenza garantire gli spazi, le attrezzature e le modalità necessarie a questa importante funzione. La realizzazione degli spazi esterni mira a minimizzare l’impatto percettivo della nuova struttura , nel rispetto del territorio che lo ospita; si realizzano pertanto dei parchi a verde vivibili con dei giochi d’acqua, aree per il relax e passeggiate tra alberi, creando una connessione con le aree circostanti.

Le scelte ingegneristiche La concezione del nuovo ospedale garantisce la flessibilità adottando una maglia strutturale modulare, blocchi di risalita verticali ben concentrati e identificati, sviluppo della attività sanitarie per aree funzionali.

Sismica. In particolare, le strutture ospedaliere dotate di pronto soccorso sono dichiarate opere infrastrutturali di interesse strategico per la Protezione Civile, e per questo devono rimanere in esercizio anche a seguito di eventi calamitosi imprevedibili come il sisma. Per gli edifici ospedalieri di nuova costruzione la progettazione delle strutture sono state elaborate con criteri antisismici in modo tale da garantire la funzionalità di queste anche a fronte di eventi tellurici con tempi di ritorno paragonabili alla loro vita utile.

Tecnologia e risparmio energetico negli ospedali e nelle RSA Il problema del ricorso ad “energie alternative” o assimilabili è stato affrontato nel territorio regionale attraverso il ricorso alla COGENERAZIONE (produzione combinata di energia elettrica e termica). Gli impianti di cogenerazione , grazie al risparmio energetico e ai benefici ambientali, sono assimilati alle fonti rinnovabili. Nella nostra Regione il primo impianto di cogenerazione è stato realizzato nel 1994 presso l’ospedale di BASSANO; ad oggi sistemi cogenerativi di varie tipologie sono stati introdotti in più della metà dei presidi ospedalieri. Risparmio Energetico. Un esempio di tecnologia ormai diffusa in tutti gli ospedali della nostra Regione è quella che prevede l’utilizzo di RECUPERATORI di calore negli impianti di trattamento dell’aria per il riscaldamento e raffrescamento dei locali. Una tematica che si sta affrontando oggi è la gestione ottimale della RETE IDRICA sia dal punto di vista del risparmio quantitativo (es attraverso il recupero dell’acqua piovana per utilizzi come l’irrigazione o gli sciacquoni dei WC) che energetico. Si tratta di realizzare reti autonome a seconda delle diverse necessità di utilizzo evitando sprechi di energia. Si stanno inoltre definendo sempre più SISTEMI INFORMATICI per il controllo degli impianti sia ai fini del risparmio energetico sia per consentire una maggiore flessibilità di tutto il sistema di produzione e utilizzo dell’energia (es. Ospedale di Vicenza).

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