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Il Paesaggio veneto e le grandi infrastrutture

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Verona

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I principali poli logistici italiani. Fonte: King Sturge

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Logistica in veneto allo stato attuale. Fonte: Regione Veneto

A fronte di istallazioni logistiche di grande peso ed efficienza presenti nel cuore economico dell’Europa del Nord, in Italia il settore della logistica è ancora abbastanza frazionato, con numerosi operatori regionali, e società specializzate la cui evoluzione dovrà necessariamente fare i conti con un tessuto economico peculiare per distribuzione territoriale e dimensione aziendale.

La diffusione della logistica è, dunque, un dato strutturale della situazione urbana italiana di cui è necessario tener conto per ogni politica di localizzazione e sviluppo dei sistemi logistici regionali.

Il Veneto, rispetto ai corridoi europei, è in posizione strategica. Ma non basta la posizione geografica favorevole per attrarre operatori logistici. La capacità di attrarre flussi e attività commerciali con alto valore aggiunto deriva dalla consistenza e dalla funzionalità del polo logistico, che deve essere caratterizzato da un lato da un intenso traffico tra imprese manifatturiere e terziarie, e dall’altro dalla presenza di adeguate infrastrutture e servizi. Il mercato cresce se c’è una qualificata domanda di servizi logistici e un’offerta in grado di stimolare una migliore organizzazione logistica delle imprese. Nel Nord-Est le imprese (tradizionalmente di media e piccola dimensione) consideravano gli investimenti necessari per i servizi logistici troppo onerosi rispetto ai risultati, ma la situazione si sta evolvendo soprattutto dal punto di vista culturale prima ancora che organizzativo e cresce la percentuale di piccole e medie imprese interessate ai problemi della logistica, come si evince dai risultati ottenuti da indagini effettuate negli ultimi anni. Per quanto riguarda la domanda e l’offerta di servizi logistici, il sistema italiano si trova in una posizione arretrata rispetto ai sistemi più evoluti anche a per problemi legati al sistema infrastrutturale, a lacune dell’offerta formativa del settore, alla scarsa liberalizzazione di alcuni comparti del settore stesso. Bisogna quindi riqualificare sia la domanda che l’offerta.184

Il nodo della logistica nei documenti regionali

Il Veneto, costituito da piccole e medie imprese spesso terziste di complessi industriali di maggiori dimensioni, necessita di un sistema logistico efficiente. Razionalizzare il trasporto delle

Area portuale, Venezia (RdV)

merci e la loro logistica comporta la concentrazione di traffici, l’utilizzo della ferrovia e dell’intermodalità, la dissociazione di orari nell’utilizzo delle infrastrutture rispetto ai passeggeri. Oggi la domanda si rivolge in massa al trasporto stradale, più flessibile e congeniale allo spostamento frequente di piccoli lotti, generando grandi fenomeni di congestione e di disservizio su tutta le rete ordinaria. Da una avveduta organizzazione della logistica il Veneto può trarre non solo benefici per il proprio sistema produttivo, ma anche un miglioramento generale della efficienza territoriale e occasioni di sviluppo economico attraverso l’avvio di servizi per la mobilità. Tutto questo può divenire fonte di nuova occupazione. Consapevole dell’importanza strategica insita in tali processi evolutivi, la Regione si individua come strumento essenziale di una logica intermodale del trasporto delle merci la rete della logistica è costituita da strutture a carattere puntuale, ubicate con differente livello di importanza e di ruolo sul territorio, aventi la funzione di assicurare l’osmosi tra i diversi modi del trasporto o tra i diversi livelli nell’ambito dello stesso modo. Il Quadrante Europa a Verona, I’Interporto a Padova, il Porto a Venezia, sono le principali infrastrutture logistiche venete. In esse si intrecciano, al più alto livello, le reti stradali, autostradali e ferroviarie. A VENEZIA e a VERONA gli aeroporti Marco Polo e Catullo in costante espansione e sempre più connessi alle diverse reti, conferiscono una ulteriore modalità a queste piattaforme logistiche. A PADOVA la connessione col Porto di VENEZIA e con quello di CHIOGGIA, doteranno la piattaforma padovana di un’ulteriore modalità. Sull’asta idroviaria VE — PD, si potranno innestare, attraverso idonei siti logistici, un processo di integrazione metropolitana fra le due piattaforme. La nuova autostrada Romea, connettendosi al “passante di Mestre” metropolitano e/o immettendosi direttamente nella struttura portuale veneziana e nella rete autostradale fornirà ulteriore forza ai nuovi siti della logistica previsti. Per i porti di VENEZIA, CHIOGGIA e PORTO LEVANTE, vanno ricercate idonee forme di coordinamento tecnico, gestionale e infrastrutturale, nella cornice funzionale del sistema portuale Alto Adriatico e del Corridoio Adriatico. BELLUNO, in relazione al collegamento previsto tra la

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A27 e la A23, potrà assumere un ruolo logistico significativo per le direttrici Nord Alpine.

Un’ ipotesi di organizzazione della logistica del Veneto

Il sistema della logistica esposto nel Piano regionale dei Trasporti del 2004 può essere ulteriormente articolato e precisato sulla base di queste considerazioni: - L’assetto insediativo del Veneto policentrico e metropolitano rappresenta un fatto strutturale destinato a consolidarsi e a crescere ulteriormente entro nel medio lungo periodo. Alla permanenza di un sistema storico, a “distretti produttivi”, la cui esigenza è soprattutto quella di governare la sequenza “acquisizione, produzione, distribuzione” delle merci e dei prodotti, si è affiancato un sistema industriale partecipe della net-economy (e-commerce unitamente a globalizzazione/ delocalizzazione) nel quale la logistica appare sempre più il principale fattore di vantaggio competitivo. Il grande sviluppo del commercio internazionale e della delocalizzazione produttiva, d’altra parte, non avrebbe potuto raggiungere i livelli attuali senza una effettiva capacità dei sistemi di trasporto e di logistica di assecondare tale fenomeno. - In questo quadro il sistema logistico regionale dovrà articolarsi per perseguire due distinti obiettivi, anche se tra loro interrelati negli effetti. - UN SERVIZIO ALLE IMPRESE PRODUTTIVE DEL VENETO che presentano fattori di evoluzione e di complessità sia nel loro aspetto produttivo che territoriale. - LA CREAZIONE DI UNA NUOVA INDUSTRIA DI SERVIZI IN RELAZIONE ALLE MERCI IN TRANSITO PER LA REGIONE. Tutto ciò richiede la disponibilità di nuovi spazi caratterizzati dalla prossimità ai mercati di consumo e da una grande efficacia della rete di distribuzione locale. D’altra parte il rafforzamento del posizionamento competitivo del Veneto in quanto luogo di transito e di smistamento internazionale delle merci presuppone uno sviluppo di “know-how” logistico finalizzato non più alle esigenze degli operatori locali, ma alle aspettative di un sistema clientelare internazionale. I progetti di trasporto combinato autostrada viaggiante, i servizi di “transhipment”, di “short sea shipping” (cabotaggio – autostrade del mare), i sistemi integrati per il traffico container, ecc… presuppongono lo sviluppo di nuovi terminals, di nuove tecnologie del trasporto intermodale a cui sono chiamati gli operatori logistici nell’immediato futuro. Sulla base di quanto esposto è possibile precisare un’ipotesi di modello di organizzazione della rete logistica veneta basata sulla realizzazione del sistema infrastrutturale definito dal PRT e sulla individuazione di poli logistici di differente livello, collocati in aree strategiche rispetto al ruolo che devono svolgere in relazione al sistema insediativo-produttivo veneto e alle funzioni di un marketing territoriale. - Hub principali o interporti di 1° livello sono le piattaforme logistiche di Verona–Quadrante Europa e di Padova-Venezia. Verona svilupperà sempre più la dimensione di un Hub di tipo monocentrico aggregando all’area interportuale le aree per l’innovazione e la ricerca scientifica e tecnologica all’interno di un’unica grande piattaforma logistica di oltre 6 milioni di mq. Il porto di Venezia e l’interporto di Padova sempre più interconnessi svilupperanno un Hub relativo al traffico container, ai servizi di transhipment, e alle nuove funzioni connesse con la logistica portuale. Oltre che terminal del corridoio Adriatico, Venezia è il solo porto italiano inserito nel sistema idroviario padano-veneto. Sulla asta idroviario VE-PD si innesterà attraverso idonei siti logistici, un processo di integrazione metropolitana tra le due piattaforme principali. Queste potranno appoggiarsi oltre che al porto di Venezia anche ai porti di Chioggia e di Porto Levante con i quali andranno ricercate idonee forme di coordinamento tecnico, gestionale e infrastrutturale, nella cornice funzionale del sistema portuale Alto Adriatico e del Corridoio Adriatico. Gli aeroporti Marco Polo a Venezia e Valerio Catullo e Verona in costante espansione e sempre più interconnessi alle reti dei trasporti, conferiranno ulteriore impulso allo sviluppo dei due principali interporti. In questa prospettiva di integrazione del sistema portuale veneto va inserita la grande novità strategica costituita dal “rigassificatore” che è terminal per grandi navi e richiude strutture e servizi tipicamente portuali. - I poli logistici di Rovigo e di Portogruaro costituiscono i terminal intermodali primari da completare e potenziare come nodi intermodali strategici. La collocazione geografica e le modalità di trasporto presenti nei due interporto collocano il primo come elemento in grado di rappresentare la modalità fluvio-marittima per i vicini interporti di Padova - Venezia e Bologna; il secondo come elemento di testa del “passante ferroviario” nord (Vicenza-Treviso-Portogruaro) e collettore dei transiti stradali e ferroviari verso nord-est (Udine-Tarvisio; Trieste-Lubiana). - II sistema dei terminal intermodali da sviluppare diffusi sul territorio riguarda gli scali merci già presenti in ambito regionale da potenziare e riattivare in relazione alla creazione in regione di un modello così detto “Hub and spoke” in via di espansione in tutta Europa. Si tratta di un modello riferito ai nodi intermodali principali, collegati con un esercizio di treni shuttle, a composizione bloccata, e terminali locali minori di interscambio ferro-gomma per l’ultimo miglio.

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