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Il turismo
Lo sport
Lo sport moderno si manifesta sempre più come un vasto fenomeno di massa che coinvolge, a vario titolo, milioni di cittadini grazie al progressivo sviluppo spontaneo della domanda di partecipazione e dell’offerta di nuovi spazi e nuove opportunità per la pratica sportiva. Altro fattore importante è costituito dal livello qualitativo della vita, che in Italia come negli altri Paesi europei è progressivamente cresciuto. La domanda di sport si è così dilatata ed è aumentata la richiesta di strutture dove praticare l’attività fisica, che spesso si indirizza verso sistemi sportivi meno strutturati. Crescono tanto l’aspetto agonistico che quello amatoriale, ma in ogni caso lo sport tende a coinvolgere sempre più la sfera sociale, in quanto si fonda su valori sociali, educativi e culturali essenziali quale fattore di inserimento, partecipazione, tolleranza, accettazione delle differenze e rispetto delle regole. Anche l’Europa assume a pieno titolo la tematica dello sport nei diritti fondamentali dell’Unione. La Regione si pone come soggetto deputato a offrire direttive e indirizzi nonché il quadro normativo e programmatico per perseguire un’armonica strategia finalizzata all’ulteriore sviluppo della pratica motoria e sportiva della collettività veneta. Gli indirizzi riguardano: - infrastrutture sportive, con il riequilibrio della loro distribuzione, l’adeguamento ed il miglioramento del sistema di spazi ed impianti; - promozione e nella diffusione della pratica motorio-sportiva; - attenzione alla domanda e nell’organizzazione dell’offerta in termini coerenti con i caratteri del territorio regionale, ance sulla base del monitoraggio del fenomeno sportivo e della programmazione degli interventi.
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La partecipazione sportiva
Il termine sport – così come viene adottato in ambito europeo –comprende oltre alle discipline sportive tradizionali ogni, altra attività fisico-motoria svolta nel tempo libero. I dati di tendenza evidenziano che tre cittadini veneti su quattro svolgono qualche attività sportiva. Il Nord-est è la ripartizione geografica con la quota più alta di sportivi e di persone che svolgono con continuità o saltuariamente attività sportiva (38%) inoltre, non solo è più diffusa la pratica sportiva, ma si praticano anche più sport e più assiduamente, con prevalenza all’aperto. Nel Veneto i praticanti abituali raggiun-
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gono il 39,0% (il 26,7% in modo continuativo, il 12,3% in modo saltuario), superando notevolmente la media nazionale.
Lo sport all’aria aperta
Emerge negli ultimi anni un crescente interesse per gli sport all’aria aperta, associando la pratica sportiva ad una rinnovata attenzione per il patrimonio ambientale e culturale. Aumenta l’attenzione verso la distribuzione del tempo totale di vacanza in più tranches e stagioni, la moltiplicazione delle opzioni d’impiego del tempo libero, la diversificazione delle esigenze con la ricerca di occasioni di svago, di apprendimento e di coinvolgimento. Il turismo sportivo infine è significativo anche per la capacità di promuovere il territorio, che acquista visibilità nazionale e internazionale, valorizzando così quel grande patrimonio di storia, cultura e natura della nostra regione.
L’impiantistica sportiva
Lo sport, non può prescindere, peraltro, da impianti che consentano risposte qualitativamente e quantitativamente adeguate alla vasta gamma di utenti, dai più giovani alla popolazione anziana. La consistenza del patrimonio di impianti sportivi nel Veneto è cresciuta nel tempo e registra oggi la presenza di oltre 12.000 spazi, entro una offerta sportiva italiana che si muove su una dimensione di circa 149.000 strutture (ISTAT 2003). Dopo anni di interventi rivolti soprattutto allo sport amatoriale, è stata rilevata l’esigenza di disporre anche di strutture che diano una risposta allo sport di alto livello, allo sport che oltre a fare spettacolo muova gli appassionati, crei indotto, interagisca con il turismo, il territorio, e soddisfi pienamente la specificità di una disciplina oltre ad una gestione ottimale del patrimonio disponibile, al suo recupero e continuo aggiornamento nel tempo, va perseguita una crescita mirata alla qualità ed alle aree territoriali carenti. Si vanno definendo reti, inoltre, (ciclabili, navigabili, percorsi equestri) che debbono tendere sempre più a connettersi in percorsi lunghi, con capisaldi nella rete di centri storici minori o nella dotazione di impianti specialistici (dal golf alle palestre, ai complessi natatori e polifunzionali) nelle risorse paesaggistiche e sportive più estese quali i sistemi costieri, la collina, la montagna. Natura e cultura trovano, nella pratica sportiva un terreno di incontro estremamente selettivo ed esperto, in grado di suggerire azioni sul paesaggio decisamente integrante dagli insediamenti al paesaggio e alle pratiche rurali.
Gli impianti sportivi di eccellenza
Si è inteso intervenire a favore degli impianti sportivi di eccellenza, in grado di qualificare il territorio regionale, rispondendo ad una vocazione sportiva della zona con strutture uniche, capaci di richiamare nel Veneto le più grandi manifestazioni di livello mondiale, internazionale e nazionale, di costruire una grande attrazione per gli appassionati di specifiche discipline sportive, di rappresentare un volano per promuovere ed elevare ulteriormente l’offerta turistica.
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Il comparto della nautica da diporto
Negli ultimi anni la nautica da diporto in tutta Italia ha mostrato segnali positivi particolarmente significativi, per il valore della produzione di natanti (dai 2,4 mld di Euro del 2004 ai quasi 3 mld di Euro del 2006 con la maggior parte destinata all’esportazione). Se si considera anche il settore degli accessori, della componentistica e quello dei motori, i valori assumono una dimensione ancor maggiore; questo a significare come il settore cantieristico e il suo indotto siano un segmento produttivo trainante, anche in termini occupazionali. A questo va aggiunto il fatto che la nautica, per sua natura, si pone come un settore che ha forti ricadute positive su quella che si può definire “l’industria dell’accoglienza”, con impatti diretti e trasversali su quello del turismo. Entro questo scenario, in Italia si assiste ad un aumento nella richiesta di posti barca, ma ad un’offerta non adeguata. In termini comparativi, rispetto ad altri paesi: - in Italia ogni porto serve circa 73 km di costa, mentre in Francia questi si riducono a 7 km, 6,5 nella media europea; - appena il 14% del parco nautico italiano dispone di un posto barca, contro il 65% del Regno Unito e il 26% della Francia; - in Italia le imbarcazioni servite da un ormeggio sono 7, mentre in Francia il numero scende a 4 e nel Regno Unito a 2. Emerge chiaro il ritardo dello sviluppo delle infrastrutture per la diportistica in Italia, tanto meno giustificata se si pensa che la portualità turistica costituisce un “volano” per tutta una serie di settori connessi che vanno dalla nautica in senso stretto (ad esempio la produzione e
commercializzazione di scafi, piuttosto che la cantieristica per la manutenzione delle imbarcazioni, il rimessaggio, fino all’abbigliamento, la minuteria, ecc.) alla ricettività (ospitalità e ristorazione), alle attività culturali legate al turismo (musei, siti archeologici e artistici, aree naturalistiche, ecc), fino all’attività immobiliare. Un vero deficit da colmare, quindi, quello della mancanza di posti barca e di strutture adeguate alla richiesta e alle potenzialità di sviluppo del settore nautico.
La situazione nel Veneto
Le imbarcazioni registrate come presenti sul territorio della Regione Veneto sono circa 56.000. Se integriamo i dati certi a disposizione di Capitanerie, di Uffici della Motorizzazione, ecc., con una stima del parco barche non immatricolate e fuori dal controllo di censimento dei vari enti, si può ritenere che il numero effettivo di imbarcazioni sia prossimo alle 70.000 unità.
Linee di sviluppo
Per la complessità delle interazioni fra il settore nautico, il territorio, le risorse paesaggistiche e ambientali si presenta la necessità di redigere un “progetto strategico della diportistica”, che tenga conto dei seguenti obiettivi e linee di azione: - miglioramento delle strutture esistenti, puntando anche sul potenziamento dei servizi; - individuazione delle nuove dotazioni da offrire ai diportisti per una migliore fruizione dell’ambiente in cui si svolge la pratica della diportistica stessa; - scelte localizzative e di intervento mirate alla creazione di un sistema turistico di ampio respiro, incentrato anche sulla vocazione turistica delle singole aree. Tutto ciò entro un progetto di sviluppo che privilegi la sostenibilità ambientale, il soddisfacimento della domanda in eccedenza con interventi mirati e corretti dal punto di vista localizzativo, la tutela e corretta fruizione delle risorse ambientali e territoriali, lo sviluppo della diportistica come occasione di recupero di parti di territorio degradate, il miglioramento delle condizioni di chi vive particolari realtà, il potenziamento del settore turistico, specie nelle zone che già incentrano la loro economia su questo settore.
Razionalizzazione, potenziamento delle strutture esistenti e inserimento di nuove strutture
Il numero delle strutture per la diportistica e la loro distribuzione sul territorio regionale, portano ad una serie di considerazioni che si possono così riassumere: - le marine esistenti si sono formate seguendo l’andamento della richiesta locale e hanno continuato il loro sviluppo sempre su questa base, caratterizzandosi da zona a zona. In generale però, non soddisfano la domanda né in termini quantitativi né, tanto meno, in termini qualitativi; - la distribuzione delle strutture nel territorio registra una maggior concentrazione nell’area della laguna di Venezia e Chioggia e una certa omogeneità di distribuzione tra il litorale nord e l’area del delta del Po; - nel Lago di Garda, ove sono presenti realtà diffuse di approdi e strutture, sempre di modesta dimensione. Si dovrà operare con efficacia sul potenziamento delle strutture esistenti, con interventi mirati che si possono riassumere in: - dotazione garantita dei servizi standard interni alle strutture (colonnine, mezzi di alaggio e varo, officina, ristorazione, reception, ecc.); - dotazione infrastrutturale esterna (accesso, parcheggi…); In relazione alla questione dei fattori “moltiplicatori” prima richiamati, sarà interessante potenziare il sistema diportistico in zone che già presentano una vocazione turistica, cercando di “fare sistema” tra i due settori, anche con strutture e infrastrutture condivise.
La localizzazione e la realizzazione di nuove strutture
L’approccio per la collocazione di nuove strutture per la diportistica dovrà tener conto di diversi fattori che giustifichino la nuova realizzazione in relazione: - al fabbisogno di posti barca dell’area in cui la struttura viene collocata; - alla morfologia del territorio e alle sue caratteristiche fisiche (fondale, correnti, esposizione ai venti, ecc.); - alla compatibilità ambientale; - alle opportunità dettate dalle infrastrutture esistenti (collegamenti con i centri abitati, servizi presenti nell’area, raggiungibilità, ecc.). Secondo i parametri sopra esposti i territori che appaiono più vocati per localizzare nuove strutture per la diportistica sono: il litorale nord e l’area della laguna di Venezia e Chioggia. Per quanto attiene all’area del delta del Po e del lago di Garda, si ritiene opportuno prevedere il potenziamento e miglioramento qualitativo delle strutture esistenti. Il “progetto strategico” di ciascuno, potrà individuare i siti potenziali, selezionarli e definire i profili quantitativi e qualitativi, entro procedure di valutazione economica e ambientale efficaci e rigorose.