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from TRAKS MAGAZINE #31
by Fabio Alcini
“Capovalle” è il titolo del nuovo disco della band ma è anche il luogo (“dell’anima”) in cui le canzoni nuove hanno preso forma
Per spiegare questo disco mi pare di capire si debba partire dalla geografia. Ci spiegate cos’è “Capovalle”? Ciao a tutti! Allora: Capovalle è una piccola contrada in montagna nel paese di Roncobello, in provincia di Bergamo, mio paese
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natale (Tia, cantante e autore della band). Sono tornato a viverci dopo il rientro da Bologna, una volta terminata l’università, e lì un po’ in solitudine e in mezzo alle montagne ho scritto i dieci pezzi dell’album. A Capovalle abbiamo poi arrangiato i brani, suonando
per interi weekend e buttando giù idee per ore e ore. Alcuni brani sono nati a notte fonda, perché non essendo un posto molto abitato, avevamo la libertà di suonare a tutte le ore (ride nda). Per cui ci sembrava il titolo giusto per questo album nato lì, a Capovalle... Inoltre va aggiunto che queste canzoni sono nate in un periodo di fermo della band e risentono molto del carattere intimo e personale tipico di una composizione che risponde a una necessità di scrittura di indagine su di sé. Per cui, al di là del mero dato geografico, che indubbiamente c’è, Capovalle rappresenta metaforicamente un luogo dell’anima da cui poter guardarsi dentro e indagare sulla nostra persona, che è il carattere del disco. Dodici anni e qualche disco alle spalle: come avete affrontato il lavoro su questo disco? Come dicevo, il lavoro su questo album è stato molto particolare. Una volta selezionati i dieci brani su cui lavorare dal materiale a disposizione (cioè quattro anni di composizione), abbiamo cercato di trovare i giusti arrangiamenti che potessero incastrarsi alla perfezione con l’animo delicato delle dieci canzoni. Per questo abbiamo deciso di isolarci in montagna per trovare l’animo del disco. Poi, una volta fatte le prime registrazioni demo, siamo andati in studio a registrare a Ospedaletto Lodigiano alla Tanzan, iniziando i lavori a ottobre 2018 e terminando con il mastering al PriStudio di Bologna nell’Aprile 2019. E adesso finalmente l’album vede la “luce”. Vorrei sapere come nasce “Pura forma” Pura forma è nata in un modo piuttosto fortuito. Ero a cena con mia moglie in un locale della zona di Roncobello e al tavolino di fianco a noi sedeva una coppia di persone che conosco; e so con quale verve sottolineano la loro relazione d’amore sui social network. Tuttavia, passarono l’intera serata ognuno con gli occhi fissi sullo schermo del proprio smartphone. Io non amo molto i social né tanto meno i telefonini, per cui tornato a casa quella sera ho cominciato a riflettere su quanto in realtà
il mondo dei social nasconda molto la sostanza delle cose. Non è una scoperta mirabolante, ok; però volevo in un certo senso cantare questa cosa, cioè: più della forma è importante la sostanza. E da qui la canzone Pura forma. Che cosa vi piace oggi della musica italiana? Personalmente sono molto affezionato a vecchi autori o nomi della musica italiana, dal cantautorato (De André, Dalla, Fossati...) al rock (Litfiba, Timoria, Ritmo Tribale, ecc.); di nuovo italiano conosco poco. Per cui non saprei dirti. Ecco potrei citarti Max Gaz
zè, lui mi piace molto. Quali sono i progetti futuri della band? Be’ vista l’imminenteuscita, promuovere il disco il più possibile con i live: il prossimo 28 febbraio saremo a Lodi al KM298 per la serata di presentazione ufficiale. Poi in futuro vedremo. Magari qualche altro weekend a Capovalle per trovare nuove idee.