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ChiaraBlue
from TRAKS MAGAZINE #31
by Fabio Alcini
Di Chiara Orsetti
“Dinosauri” è il nuovo singolo della cantautrice reatina, “folgorata” da Carmen Consoli e con molta voglia di suonare dal vivo Parliamo degli artisti che hanno influenzato il tuo percorso e che ti hanno ispirata al punto da voler intraprendere questa strada? Sicuramente tanti artisti. Nella ricerca del sound giusto per il progetto sicuramente a un certo punto ho capito che avrei dovuto farlo somigliare il più possibile a me stessa. Seguendo questa idea ho messo insieme tutto quello che in qualche modo riusciva a smuovere la mia anima. L’ho messo insieme e mi sono resa conto che mondi diversi, anche molto distanti, possono stare bene insieme. Sicura
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mente i grandi cantautori italiani sono stati le mie influenze più importanti: sono cresciuta con una mamma che ascoltava moltissima musica italiana, e sono diventata grande con le loro parole. Ricordo in particolare il momento in cui ho visto la prima esibizione di Carmen Consoli a Sanremo. Lì ho capito che esisteva una dimensione di cantautrice, di donna che si approcciava alla musica che mi ispirava. Trovo che sia la cantante più rivoluzionaria di sempre: per le sonorità, per la capacità di utilizzare le parole, per la sperimentazione e per la capacità di mettersi in gioco, sempre. In un’intervista, Carmen ha dichiarato di non aver mai avuto paura di cambiare generi e influenze, che l’evoluzione e l’essere sempre capace di seguire ciò che ti appassiona in un momento determinato alla lunga ti premia. Puoi essere te stessa, ma in tutte le sue versioni. Si rischia di rimanere intrappolati altrimenti. Mi sento vicina a lei per la voglia di sperimentare, di cambiare, di seguire ciò che in quel momento mi ispira e mi appassiona. Ultimamente, per esempio, mi sono legata molto alla musica folk latina: mi piace tutto ciò che riguarda la bossanova, il flamenco, la musica messicana, il bolero cubano, e non posso non citare Silvia Perez Cruz, che si è esibita sul palco dell’Ariston insieme a Tosca. Posso definirla la mia cantante preferita in assoluto, il suo modo di approcciarsi alla musica è pazzesco. Anche lei è una sperimentatrice, una grande donna in evoluzione. Spero vi capiti di ascoltarla. Anche tu hai una gran voglia di sperimentare: si intuisce dal tuo singolo Dinosauri, pubblicato da poco. C’è un bel mix di suoni e di idee, e si parla anche di persone in evoluzione. Fa un po’ ridere, ma quando mi chiedono “Che genere fai?” io lo definisco “un fritto misto”, perché davvero è l’unione di tante cose tutte insieme che hanno in comune soltanto l’essere le mie passioni, l’essere qualcosa che a me… sposta. Dentro Dinosauri ci sono molti elementi diversi tra loro: c’è il violino che segue melodie fla-
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menche, la chitarra segue un’idea di Bossanova, delle percussioni che strizzano l’occhio all’Africa… mettiamo dentro tante cose senza dimenticare le nostre radici, il nostro essere italiani. La melodia della nostra musica popolare. Avremo modo di vederti suonare dal vivo? Cosa bolle in pentola? Assolutamente si! È tanto che siamo chiusi in studio a sperimentare e abbiamo un grandissimo desiderio di live, non vediamo l’ora di condividere. Ho proprio voglia di guardare negli occhi le persone, non solo di immaginare che ci ascoltano attraverso un telefonino o alla radio. Voglio stabilire un contatto con le persone, fare in modo che la musica fluisca diretta alle loro orecchie. Condividere è la parola chiave della nostra società, inteso come stare insieme. Fare gruppo e spalleggiarsi è l’unica strada percorribile per tutti gli artisti e soprattutto per noi donne che, storicamente, siamo sempre state un po’ conflittuali tra noi. Negli ultimi anni ci sono realtà meravigliose, anche di scrittura, dove le donne si mettono insieme e fanno cose straordinarie. Mi viene in mente la Murgia con I suoi podcast, le scrittrici come Antonella Lattanzi, hanno fatto cose stupende… Penso sia la strada da percorrere. Io vorrei percorrerla. Il primo appuntamento sarà a Milano il 17 marzo, per la rassegna Because the Night. Cosa puoi raccontarci? La serata fa parte di una rassegna di Marian Trapassi, dedicata al
cantautorato femminile, e ci esibiremo con altre cantautrici. Ho assistito a una delle serate e devo dire che è stata un’esperienza stupenda, un grande momento di musica, di condivisione di “sorellanza”. Cominceremo a far sentire il nostro progetto dove porteremo Dinosauri e alcuni brani inediti che faranno parte dell’album. Che cosa ha rappresentato per te essere arrivata in finale al Premio Bianca D’Aponte? Per me ha segnato l’inizio del viaggio. Speravo moltissimo di arrivare in semifinale, soprattutto quest’anno in cui c’era Tosca come madrina. Sono molto legata al suo percorso, mi piace molto come artista, e per me era importante poter esserci con lei. Quando Gaetano mi ha comunicato di essere tra le 10 finaliste è stato un sogno che si è realizzato. Quando sono arrivata là il sogno si è triplicato. Credo sia impossibile comprendere la bellezza del Bianca D’Aponte finché tu non sei lì. Prima di tutto perché è l’unico premio dedicato alle donne in Italia, ma è un premio completamente diverso da tutti gli altri perché è davvero un atto d’amore. La capacità di trasformare una cosa così brutta, come la perdita di una figlia, in una possibilità per le altre cantautrici per me è una cosa davvero eccezionale. Sono grata a Gaetano, a Giovanna e a Gennaro e tutte le cantautrici che hanno partecipato al premio con me. Abbiamo una chat su Whatsapp da ottobre e non abbiamo intenzione di chiuderla per nessuna ragione! Possiamo continuare a fare cose insieme: con due di loro stiamo vivendo l’esperienza sanremese. Consiglio a tutte le cantautrici di passare dal Bianca D’Aponte. Quale canzone di Sanremo avresti voluto scrivere? Anche una che non è arrivata in vetta alla classifica… La canzone che avrei voluto scrivere… be’, Amore di Plastica di Carmen Consoli. Credo sia la donna più rivoluzionaria, è capace di mescolare dolcezza ed eleganza con parole così forti e violente con una dirompenza ammirevole. Non credo ci sia nessuno equiparabile. (Chiara Orsetti)