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Matteo Muntoni
from TRAKS MAGAZINE #31
by Fabio Alcini
“Radio Luxembourg” è il nuovo disco del musicista, sospeso tra ispirazioni “lennoniane”, spirito rock e una curiosità nei confronti di Beck
Il tuo percorso artistico è molto vario e articolato. Quali sono le tappe fondamentali che “ti spiegano” meglio? Be’ diciamo che ho studiato dalla classica al jazz alla musica elettronica e non mi sono risparmiato in nulla! ho tenuto sempre, pur spaziando tra generi, un approccio vicino alla musica che mi ha
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forgiato soprattuto da adolescente, ovvero il rock nelle sue varie sfaccettature. “Radio Luxembourg”: già il titolo merita un approfondimento. Ci vuoi spiegare anche che cosa ti ha ispirato nell’avventura di questa radio pre-bellica?

Il tutto è partito quando dopo aver visto il film Nowhere boy dedicato alla vita pre Beatles di John Lennon, dove era chiaro quanto fosse importante per tutti i musicisti europei e non solo inglesi l’ascolto della musica oltre oceano e di come tutti questi se ne nutris-
sero golosamente per formare poi i propri gusti e scelte musicali: il fatto che poi si trattasse di una radio libera che trasmettesse da una nave pirata dalle coste del Belgio ha fatto il resto. A seguito di questo, poi, ho conosciuto molte persone, sopratutto musicisti italiani, che mi hanno raccontato quanto fosse stata importante per loro. Tutta questa storia mi ha davvero colpito e non potevo che omaggiarla scrivendo musica! Nel disco si avvertono numerose influenze e anche un discreto sprezzo dei limiti di genere. Però ci avverto un certo spirito “rock” sottostante che forse è uno dei principali fil rouge del lavoro. Mi sbaglio?Era questa la tua in
tenzione iniziale? Come ho detto prima, ho scritto musica molto diversa che arriva da mondi anche in contrasto tra loro, ma ho mantenuto proprio questo filo conduttore, forse anche un po’ in maniera inconsapevole. Il tutto è avvenuto in maniera naturale, non organizzata: pensavo solo a scrivere musica che mi sarebbe piaciuto ascoltare. E mi sono messo alla prova sopratutto dal punto di vista organizzativo, dato che ho seguito tutto il progetto completamente, dalla stesura dei pezzi, alla registrazione, sino alla pubblicazione. Un nome “possibile” e uno “impossibile” con cui desidereresti collaborare Domanda difficilissima a cui rispondere! Sono troppi, la lista sarebbe infinita! Al momento vi dico che mi piacerebbe, tra le cose impossibili, vedere come lavora Beck in studio! Quali saranno i tuoi prossimi passi? Sto organizzando un po’ di concerti per promuovere il disco e spero di suonare il più possibile!
