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AAAA
from TRAKS MAGAZINE #38
by Fabio Alcini
rispose “Penso di no”. Dopo qualche settimana 1 disse a 0 “Penso che dovremmo fare un disco”. 0 rispose “Penso di sì”. Da li siamo partiti. Ogni volta che ci siamo incontrati le cose sono venute in una serie di improvvisazioni e comunque in maniera estemporanea, per tutto il 2019. Il disco è la cristallizzazione di varie sedute di “canalizzazione”, “improvvisazione” e “riorganizzazione del materiale”.
Quali sono le ispirazioni e le premesse sulle quali poggia il vostro nuovo lavoro?
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Ci ispiriamo al sottile filo conduttore che collega la mitologia antica dei canti arcaici all’era odierna, digitale, che viviamo. È stata voluta creare mediaticamente una cesura per separare la Magia dalla scienza, l’arte dall’Arte, quando questa separazione rimane illusoria, è solo uno stato mentale. Noi pratichiamo Arte, nel senso arcaico della parola, come fusione informe di varie discipline, mirata alla ricerca di un fine. Il fine di questa opera era la ricerca della bellezza e del sacro atemporale in un mondo comunque morente, apocalittico, in decomposizione.
Ho visto una cura particolare per il packaging del disco (i testi stampati su papiro!). Vorrei sapere da dove nasce questa attenzione ai dettagli “esteriori” e se voi siete feticisti del disco, del vinile eccetera...
La musica è solo una parte della nostra opera. I testi sono altresì importanti. Altrettanta cura mettiamo nel design grafico, nei dettagli, e il packaging è il coronamento di tutto questo sforzo. In un’era in cui vorrebbero che anche le persone si “digitalizzassero”, assumessero sempre più un’incorporeità in questa vita troppo densa, affollata, ci sembra importante, e anche e soprattutto bello, vestire la nostra opera col piacere puro e l’energia della Materia. La materia, merce morta nel materialismo, è invece cristallizzazione dell’energia universale secondo l’esoterismo (e la fisica quantistica). Il metallo (simbolo dell’era che si sta chiudendo, la rivoluzione tecnologica) è passato nell’acido, simboleggiando come la Generazione si basi sempre sulla Distruzione. Questo concetto è “incorporato” per sempre nella materia della copertina disco e ne arricchisce il significato, e ogni volta al momento di metterlo sul piatto, rimane li a ricordartelo. Questo e altri dettagli grafico-artistici, il loop che rimane al finale del vinile, rendono la fruizione dell’opera materiale un’esperienza decisamente diversa dall’mp3.
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
Considerando “punto di riferimento” non necessariamente “fonte di ispirazione” facciamo riferimento a tutta la musica che già si possa considerare “storia”. Fare un elenco di nomi sarebbe riduttivo, siamo stati consumatori compulsivi di vinili per anni, e sebbene non ci ispiriamo a nessuno in particolare, ci sono dei dischi dove passa la magia, che indipendentemente dal genere li potrai ascoltare per sempre, e altri che stufano. Ci ispiriamo ai primi.
Quali saranno i vostri passi successivi?
Non siamo programmatori, rispondiamo a necessità più viscerali e dettatte da impulsi subitanei. Il programma che il mondo sembra prospettarci è di stare tranquilli e goderci l’apocalisse. Se la situazione continua a permetterci di produrre musica, be’, per il nostro genere sarà sicuramente un periodo fertile!
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