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Gestione mosche in un’azienda di produzione compost
Gestione delle MOSCHE in un’AZIENDA di produzione compost
Analisi di un caso concreto di applicazione delle linee guida dell’Integrated Pest management e dei benefici scaturiti dall’utilizzo di questa metodologia
Michele Ruzza, Consultant and Pest Management Advisor
La segnalazione di disagio per l’eccessiva presenza di mosche è giunta all’azienda di compost in esame durante la primavera del 2021, da parte di residenti in abitazioni limitrofe alla struttura industriale. Il primo passo è stato recarsi presso l’azienda al fine di valutare qual era il suo sistema di controllo delle mosche e che azioni venivano messe in atto. Dall’analisi dei dati dell’anno 2019 e 2020 si è potuto rilevare come, al fine di limitare la presenza di infestanti, l’azienda aveva affidato il servizio ad una impresa di pest control che eseguiva, per il contenimento delle mosche, trattamenti adulticidi spaziali quindicinali nel periodo primaverile e autunnale diventando settimanale nel periodo estivo (da giugno a settembre) con interventi calendarizzati, a prescindere da eventuali condizioni metereologiche avverse nelle ore successive al trattamento. Dall’analisi è poi emerso che non erano state contemplate altre metodologie di controllo per le mosche, sia in area interna che in area esterna. In accordo con il Responsabile dello stabilimento si è valutato di studiare una nuova metodologia di controllo, sviluppata sull’IPM e sulla base del processo produttivo del compost andando ad analizzare i vari processi produttivi. Lo studio dell’azienda ha quindi portato a valutare alcune aree come sensibili quali: Zona A: costituita da n°2 capannoni nei quali i rifiuti venivano conferiti e lasciati in maturazione per almeno 4 settimane con lo spostamento della massa ogni 7 giorni. Il capannone, a lato della massa
di rifiuti, evidenziava un’area con presenza di liquami oltre ad una corsia atta al passaggio dei macchinari di lavorazione e due aperture principali, una per il carico e la seconda per lo scarico con apertura settimanale. Zona B: costituita da n°4 capannoni con unico ingresso (utilizzato sia per carico che per scarico) con la funzione di riposo della massa prelevata dai capannoni della zona A. In tali capannoni variava la tempistica di riposo della massa da un minimo di quattro settimane a qualche mese. Zona C: si è ritenuto di considerare l’area esterna dell’azienda come area potenzialmente sensibile e quindi di adottare anche in tale areale un programma di controllo.
SCELTA DEI TRATTAMENTI
Una volta provveduto a identificare le diverse zone sensibili, il primo step operativo è stato quello di valutare quali potevano essere i prodotti e le attrezzature più performanti per il servizio e sulla base di quelli poi andare a studiare le metodiche di applicazione degli stessi. Per quanto concerne i trattamenti larvicidi si è valutato di eseguire trattamenti periodici con due prodotti, il primo a base di S-Methoprene e l’altro a base di Diflubenzuron, al fine di evitare possibili fenomeni di resistenza. Si sono poi valutati i controlli degli adulti da sviluppare con due metodiche. Il primo metodo di controllo è stato l’utilizzo di pannelli cromotropici attivati con spennellature con prodotto a base di Clothianidin e Tricosene (Pesguard® CT 2.6) e con trappole a cattura massale attivate con componente proteico. Il secondo metodo è stato quello di realizzare trattamenti adulticidi spaziali con un prodotto a base di Pralletrina e Cipermetrina (Cymina Super) che garantiva buona azione abbattente e residualità prolungata, ma con la sola frase di rischio H410. Stabiliti quindi i prodotti da utilizzare si è costruito il piano operativo che ha previsto, per quanto riguarda la stagione 2021: Trattamenti larvicidi: nei capannoni nella Zona A trattamento ogni due settimane, nei capannoni della Zona B trattamento mensile. Inizio servizio il 19 aprile e conclusione il 13 settembre fatto salvo temperature favorevoli alla recrudescenza del problema; Trattamenti adulticidi “fisici”: si è valu-
tato il posizionamento di 20 pannelli per capannone per quanto riguarda la Zona A e 5 pannelli per capannone Zona B, per un totale complessivo di 60 pannelli (10 x 30 cm) con cambio quindicinale. In area esterna si sono invece valutate due linee difensive con le trappole a cattura massale, posizionandone 2 per ogni ingresso dei capannoni (per un totale di 8 trappole) e 10 trappole in area perimetrale, tutte con cambio mensile. Trattamenti adulticidi spaziali: la valutazione è partita con trattamenti a partire dal 3 giugno con cadenza ogni venti giorni da concludersi il 16 settembre, fermo restando un monitoraggio continuo delle condizioni meteo e della presenza di infestazione per poter variare la cadenza. Si è valutato inoltre di eseguire gli interventi alle prime luci dell’alba e non ad un orario prestabilito. Da un controllo della presenza di mosche si è evidenziato come durante tutto il periodo d’intervento le trappole a cattura massale in prossimità delle porte avevano una quantità media di mosche all’incirca doppie rispetto alle trappole presenti nel perimetro esterno, e durante i trattamenti adulticidi non era presente una elevata quantità di mosche nelle pareti degli edifici. Tale fatto ha trovato conferma anche nelle interviste eseguite al personale,
che ha identificato una diminuzione della percezione della presenza di mosche nelle aree esterne dell’azienda di compost. Dato ancora più importante, non sono pervenute proteste da parte dei residenti delle strutture abitative limitrofe. Si può quindi identificare come, per il controllo delle mosche, l’applicazione di un controllo/protocollo coordinato tra interventi larvicidi, interventi fisici e interventi adulticidi possa garantire una effettiva diminuzione della pressione dell’infestante, in un’ottica di IPM. Naturalmente i principi dell’IPM valgono anche nella protezione igienico-sanitaria dell’ambiente, sottolineando anche la necessità di attivare una stretta collaborazione fra Direzione e Funzione addetta alla disinfestazione.
(*) Consulente Integrated Pest Management