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Osservazioni sulle formulazioni
Quando si utilizza un prodotto bisogna tenere conto che ogni formulazione presenta delle specificità e quindi necessita, per essere correttamente distribuita, di essere abbinata allo strumento più adatto
a cura di Chiara Dassi
Nei trattamenti classici della disinfestazione spesso viene indicato il principio attivo come sinonimo del PMC o del Biocida a cui si fa riferimento. Sarebbe come dire che una trattrice agricola da 200 CV è uguale a una macchina sportiva di egual potenza. Credo che nessuno si sognerebbe di arare un campo con una spider e neppure partecipare a una corsa di velocità su pista con un trattore. Eppure in alcuni casi le caratteristiche salienti di una formulazione non sono prese nella giusta considerazione. Vero è che nella pratica operativa il disinfestatore non utilizza un p.a. ma una formulazione adatta a quel determinato parassita in quel determinato contesto. I requisiti legislativi sono che tale prodotto sia registrato per l’uso che se ne intende fare, che sia efficace dal punto di vista tecnico e, per quanto riguarda la sicurezza, che siano rispettate le avvertenze riportate in etichetta.
TUTTO È SEMPLICE PER CHI NON LO DEVE FARE
Le implicazioni di sicurezza ambientale, monitoraggio e ispezione sempre più sofisticate dei servizi di disinfestazione tendono a indirizzare le nostre strategie di lotta ad interventi mirati. Ma anche in questo caso uno dei colli di bottiglia è rappresentato dalle difficoltà tecnico-organizzative, dando come prerequisito una competenza dei tecnici ai massimi livelli e termini contrattuali adeguati ai costi.
Le principali tipologie di formulazioni sono: ■ Le emulsioni acquose, che essendo in base acqua non devono vedersela con le caratteristiche tossicologiche dei solventi. Le possiamo dividere in due sottosistemi: le micro-emulsioni, caratterizzate da particelle dal diametro di 0,1-0,01 micrometri (µm), dimensioni che garantiscono massima velocità di penetrazione nelle cellule; le macro-emulsioni, le cui particelle di p.a. presentano dimensioni variabili tra 0,5 e 3 µm. Questi maggiori diametri diminuiscono la velocità di penetrazione nelle cellule degli insetti, ma anche nell’epidermide degli esseri viventi non target. ■ I concentrati emulsionabili, che veicolano il o i p.a. con emulsionanti e co-formulanti e si possono diluire in acqua o in solventi. La scelta di utilizzare l’acqua o i solventi influisce in modo determinante sulla tensione di vapore delle micro-gocce erogate da irroratrici, atomizzatori, nebulizzatori e termonebbiogeni. In agricoltura è invalso l’uso di utilizzare queste sospensioni con adesivanti e/o prodotti anti deriva. ■ I micro-incapsulati, formulazioni costituite da un liquido in cui sono disperse microscopiche sfere la cui superficie esterna (una sorta di buccia) è costituita da un polimero e all’interno si trova il p.a. La caratteristica principale è costituita da un lento rilascio. Si prestano bene con tutte le attrezzature distributive dall’alto volume al volume molto basso [Very Low Volume (VLV)] per arrivare con certi accorgimenti anche all’ultra basso volume (ULV). ■ Le sospensioni concentrate, note anche come flowable, sono formulazioni costituite da una sostanza solida (p.a.) finemente micronizzata sospesa in acqua con l’aggiunta di sostanze che ne impediscono l’aggregazione.
Essi si prestano assai bene ad es. per i trattamenti sulle superfici porose. ■ I liquidi pronti all’uso non necessitano di essere ulteriormente diluiti. Il solvente in cui è sciolto il p.a. può essere oleoso (quindi apolare) oppure acquoso. In genere la concentrazione di p.a. è piuttosto bassa.
Per le altre formulazioni ci si limita ad una elencazione sommaria, perché occupano un segmento di mercato di nicchia: polveri secche, polveri bagnabili, compresse, granulari, aerosol, ed esche alimentari. Le polveri secche sono un mix di sostanze minerali in cui sono mescolati in modo omogeneo il o i p.a. Hanno il pregio di avere una lunga residualità e di essere apolari. La distribuzione può avvenire con piccoli soffiatori, ma anche con attrezzature motorizzate. Le polveri bagnabili sono prodotti pulverulenti da sciogliersi/disperdersi in acqua per cui operativamente possono considerarsi dei liquidi. Le compresse sono formulazioni solide utilizzate nella lotta alle larve di zanzara che si distinguono in due categorie: quelle a lenta cessione e quelle effervescenti a rilascio rapido. I granulari sono una formulazione adatta alla lotta larvicida sia delle zanzare sia delle mosche. L’inerte a cui viene combinato il p.a. può essere minerale o organico. Gli aerosol, invece, rappresentano la grande categoria delle bombolette spray caratterizzate sia dal propellente sia dai p.a. nonché dall’ugello di erogazione o dal tipo di nebulizzazione (micronizzata, con cannula di erogazione o a schiuma, a impulso o a svuotamento totale). Anche la distanza di erogazione li caratterizza, infatti ve ne sono alcune particolarmente adatte alla lotta alle vespe. Infine, i gel e le esche alimentari sono costituiti da un p.a. mescolato ad una base alimentare e svolgono la loro funzione insetticida o rodenticida solo se il parassita se ne nutre.
CERCANDO DI TIRARE LE SOMME
A parte qualche formulato che non richiede attrezzature di erogazione come gli spray, i candelotti fumogeni e le esche rodenticide (che devono essere collocate in contenitori di sicurezza) tutte le altre formulazioni necessitano di irroratici, o atomizzatori, o nebulizzatori o impolveratori o mezzi in grado di facilitare il posizionamento dei gel o delle capsule o dei granuli. Inoltre, ogni formulazione ha una sua specificità che presupporrebbe anche di essere abbinata al più idoneo macchinario distributivo. Vedi ad es. la scarsa propensione delle sospensioni concentrate con le iper-aerosolizzazioni. Quanto detto ha una veridicità generale, il rovescio della medaglia è costituito dalla necessità di standardizzare i protocolli operativi, semplificandoli per renderli il più possibile a prova di errore. Trovare il giusto equilibrio fra queste variabili rappresenta uno dei patrimoni aziendali che potremmo mettere fra i “valori invisibili” ma tangibilmente importati.