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Tra luoghi, birre e fantasia QUARTA TAPPA: ROMA
Nelle puntate precedenti:
Metà giugno. Fabio e Roberto sono amici d’infanzia. Durante un corso di degustazione di birre che Fabio tiene a Milano al quale partecipa Roberto, conosce Elisa, la ragazza di quest’ultimo. Elisa, insieme all’amica Claudia, è intenzionata ad aprire un locale a forte connotazione birraria. Il padre di Elisa avrebbe altri piani per lei, affidarle l’attività di famiglia, ma la ragazza preferisce cambiare vita e alimentare la sua passione per la birra artigianale. Un cambio ra- dicale che travolge anche il rapporto con Roberto. Le due ragazze intraprendono un lungo viaggio alla scoperta dei luoghi birrari partendo dalla Puglia, seguite a distanza da Roberto e Fabio, che decide di far da guida all’amico. Ad accompagnare telefonicamente l’avventura di Roberto, c’è Simona, figura che a distanza darà delle dritte sugli spostamenti dei due. Dopo Taranto, Lecce e Napoli l’azione si sposta sulla ricca scena birraria romana.
Il primo boccale di Mönchsambacher Export mi si presenta davanti baldanzosa e prorompente nei suoi cinquanta centilitri. Finalmente seduti al bancone di quello che probabilmente è considerato il più iconico pub d’Italia in merito alla birra artigianale, quello che sicuramente come recita lo slogan sul suo sito “dal 2001 rivoluzionerà il panorama delle birre artigianali in Italia”. Siamo al “Ma Che Siete Venuti a Fà?” e gli ultimi giorni di giugno si affacciano dal caratteristico ingresso portandoci dentro i colori, gli odori e il vociare che Trastevere regala in questo affascinante periodo dell’anno. Sono le quattro del pomeriggio, il caldo scuote la sete. La mattinata è trascorsa tra il viaggio da Napoli e una puntata velocissima al Cerevisia Vetus di Ceccano, provincia di Frosinone, e dai ragazzi di East Side Brewing e Birrificio Pontino a Latina. Il primo è un brewpub (ma anche birrificio) nato nel 2013 per mano dei suoi fondatori, i fratelli Marco e Paolo Stirpe, Trentino Domenico Iorfida e Diego Fiacco. Il secondo è un vero e proprio birrificio in quel di Latina. Nato nel 2013, East Side prende vita grazie alla passione di Luciano e Alessio, ai quali si aggiungeranno in breve tempo Tommaso, Fabio e Cristiano. Da loro assaggiamo per rifocillarci la Sunny Side, probabilmente la loro birra più iconica, una American IPA che non mostra timidezza nel presentarsi al nostro palato assetato.
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Sempre a Latina, facciamo in tempo a fare una puntatina al Birrificio Pontino, situato in Via Monti Lepini. Qui ci accolgono Egidio e Matteo che, insieme a Stefano e Gianni fondano il birrificio nel 2010. Alla loro tap room, apertaci per l’occasione, abbiamo modo di scambiare quattro chiacchiere con Egidio e di assaggiare la loro storica American Pale Ale, la Runner Ale, e la Purple Ale, una robusta double IPA che colpisce Roberto per l’etichetta raffigurante il suo idolo Jimi Hendrix.
Birra e parole
Al Macchè, come viene chiamato confidenzialmente il Ma Che Siete Venuti a Fa?, la situazione è piuttosto rilassata, vuoi perché l’orario rende il locale particolarmente vivibile, lontano dalla mole di appassionati che si riversano a sera lungo il bancone, vuoi perché non notiamo la presenza di Claudia ed Elisa. Mentre ordiniamo due Seta Special, la blanche del Birrificio Rurale prodotta con scorza di bergamotto in sostituzione della tradizionale scorza d’arancia, vediamo entrare Manuele Colonna, lo storico publican del locale. Manuele, in realtà non è solo il fondatore del Macchè, ma è quello che probabilmente viene considerato il publican più rappresentativo del movimento birrario nazionale. Senza dubbio quello con la visione più pionieristica. Tra un sorso e l’altro iniziamo a scambiare qualche parola. Mi colpisce la sua pacatezza e la sua capacità di infondere la sua passione senza quasi nemmeno parlare di birra. Lo stesso Roberto, già mio allievo al corso di degustazione al quale partecipò con Elisa, di norma poco interessato alle parole ma molto di più dal bere, si introduce nella conversazione con grande spirito partecipativo. Stiamo talmente bene che di chiedere ad Manuele se le due ragazze fossero passate da lì, non ci passa nemmeno per la testa. Almeno per quanto mi riguarda. Beviamo l’ultima birra, la Mango Split, Imperial IPA del birrificio Ritual Lab di Formello e ci spostiamo per mettere qualcosa nello stomaco proprio nel locale di fronte, quello che fino a qualche anno fa era il Bir&Fud, uno dei primi riferimenti per la scena romana del connubio cibo e birra artigianale di qualità, oggi sostituito dal locale Elementare.
Pork n’ Roll
L’aria si adagia sul fresco calare della sera, l’estate capitolina bussa alle porte e io e Roberto vaghiamo in una Piazza San Pietro sempre vivace e affollata di turisti. “Ma non sarebbe il caso di farmi sapere dove hai intenzione di passare la serata?” mi chiede Roberto, visibilmente già provato dal non avere più notizie di Simona. Dopo l’episodio di Napoli, nel quale un energumeno si contrappose tra lui e Simona, Roberto aveva quasi allentato la consueta ansia e smania di ricerca che aveva accompagnato il nostro viaggio finora. Tant’è che anche tutte le supposizioni del caso, su quanto accaduto e su chi potesse mai essere quell’uomo, o da chi fosse guidato, erano scemate velocemente lungo il viaggio di ritorno. “Ho già un itinerario che rispetteremo, stai tranquillo”. Rispondo e aggiungo ironicamente “Se poi preferisci visitare per l’ennesima volta Colosseo, Pantheon e compagnia bella mangiamo e beviamo al fast food”. Prendiamo un taxi e ci immergiamo letteralmente nel traffico della Capitale. Il tempo sembra infinito ma ci ritroviamo a breve in zona Tiburtina, dove finalmente ci facciamo lasciare. La piccola folla all’esterno del locale ci anima nello spirito, siamo al Pork’n’Roll. Il locale è costituito da un lungo bancone sovrastato dallo spillatore e circondato da sgabelloni in legno e da tavoli sempre in legno con sedie in paglia. Ci fiondiamo subito sul menù food, dominato dalla carne di maiale come il nome del locale ovviamente suggerisce. Anche qui delle due ragazze nes- suna traccia. Ordiniamo un tagliere di salumi e due Follower, la West Coast IPA di Vento Forte, altro birrificio appartenente alla rigogliosa scena birraria romana. Chiacchierando con il publican Valentino Roccia, scopriamo che il locale, ma anche la bottega adiacente, sono le attività di famiglia dei fratelli Roccia (Valentino, Gerardo e Antonio). Qui loro utilizzano le carni provenienti dai maiali allevati nell’azienda di famiglia, in provincia di Foggia. Valentino ci mette a nostro agio e ci consiglia di assaggiare inoltre le costolette grigliate laccate al whisky torbato e i medaglioni al pulled pork. Cerco di dare sempre un’occhiata al cellulare per vedere se arriva una chiamata da parte di Simona, ma tutto tace. Inizio a preoccuparmi su come procedere nei nostri spostamenti e Roberto pare notare il mio nervosismo. “Mi sa che la tua amica sta impegnata e non ti cerca oggi”, esordisce sorseggiando la seconda birra che ci viene servita, la Cal, double IPA sempre del birrificio Vento Forte.
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A stomaco pieno siamo in attesa del taxi appena chiamato. Roberto fuma una sigaretta e smanetta sui social, io fisso lo schermo del cellulare per qualche secondo. Guardo l’orario, sono le ventuno e quaranta. Chiamare Simona? Preoccuparsi? Decido di continuare a goderci la serata come da programma. “Ma tu sei sicuro che oggi Elisa e Claudia stanno a Roma?” Roberto sembra aver capito qualcosa e continua. “Insomma, Fabio, che tu abbia un informatore mi sembra abbastanza chiaro. E questa cosa mi sta anche bene. Che sia la stessa Elisa a dirti dove si sposta? Non lo voglio sapere. Ma mi sa che a ‘sto giro qualcosa è andato storto”. Cerco di tranquillizzarlo ma inizia ad innervosirsi manifestando molti dubbi sulle mie motivazioni. Lo trattengo a stento dal voler andar via da solo, arriva il taxi.
Finale con giallo
La chiusura della nostra prima serata romana è programmata al Luppolo Station. Ritorniamo quindi in zona Trastevere, in modo da non dover riprendere il taxi per andare a dormire al nostro bed & breakfast. Roberto è ancora nervoso, per tutto il tragitto è rimasto in silenzio fissando la città dal finestrino.
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Il locale è in pieno fermento al momento del nostro ingresso, sono le ventidue passate da qualche minuto. Gli ambienti sono caldi e accoglienti, pareti in pietra e numerosi richiami ferroviari ad esaltare il nome del locale. Mentre ci avviciniamo al banco riconosco Diego Vitucci, publican del locale con il quale inizio una piacevole chiacchierata. Mi spiega che, nel 2012, lui e Gabriele Lizio Bruno aprirono Luppolo 12 nel quartiere San Lorenzo. Roberto intanto mi fa cenno di andare a comprare le sigarette al distributore e si allontana. Diego continua dicendomi che nel 2015 l’idea di un nuovo locale si concretizza appunto nel Luppolo Station, locale votato oltre che alla birra di qualità, anche al cibo. Mi invita al banco e ci facciamo insieme due Jungle Fever, Black IPA di un altro birrificio romano, Jungle Juice. Riesco a dare un paio di sorsi, prima che Roberto rientri al locale facendosi velocemente largo tra la piccola folla all’ingresso. Il suo viso appare molto preoccupato. Mi guarda e si avvicina. Lo seguo con lo sguardo mentre Diego, che dà le spalle all’ingresso, non si accorge di nulla e continua a parlarmi. “Scusatemi. Fabio dovresti uscire un attimo fuori a vedere una cosa”. Diego chiede se è tutto a posto. Lo tranquillizzo, mi scuso e gli dico che a breve saremmo rientrati, di aspettarci giusto qualche minuto. “Cosa è successo Roberto? Hai visto Elisa e Claudia?” “Vieni al distributore” mi risponde. “La faccia è proprio la sua o mi sbaglio?” Roberto non si sbaglia. “Omicidio in Zona Eur”, recita la locandina di un quotidiano locale attaccata al lato del distributore dell’edicola tabacchi. L’uomo che la sera prima bloccò Roberto davanti ad Elisa, sembrava quasi guardarci dritti negli occhi dalla foto nella locandina. ★
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