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IL BIRRIFICIO BIRRADAMARE IN CHIUSURA?

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Esattamente un anno fa, in questa rubrica di BNM appariva un articolo titolato “La ritirata dell’industria dal settore craft”, in cui raccontavamo di come le acquisizioni delle multinazionali birrarie effettuate in Italia nel 2016 e 2017 non sembravano avere avuto lieto fine. ABInBev ha infatti dismesso nel 2022 il sito produttivo “storico” di Birra del Borgo a Collerosso (RI), dedicato alle fermentazioni alternative e alle maturazioni in botte, poi acquistato da uno degli storici birrai del marchio laziale. Duvel-Mortgaat ha messo in vendita l’impianto originario dell’emiliano Birrificio del Ducato (come per Collerosso dedicato alle birre “acide”) e il birrificio lombardo Hibu è stato riacquistato integralmente dai soci fondatori originari.

Da tali “ristrutturazioni” societarie sembrava immune il laziale Birradamare, acquisito nel 2017 da Molson Coors: fondato nel 2004 a Ostia Lido come brewpub a marchio Birrificio Ostiense Artigianale (BOA) il birrificio cresce e sposta nel 2010 la produzione a Fiumicino. A differenza di altri birrifici artigianali, Birradamare sceglie una immagine più scanzonata (‘na Biretta è il marchio di punta) e ha come obiettivo la distribuzione attraverso Horeca e GDO. L’acquisizione sembrava tesa a spingere l’azienda verso incrementi produttivi e maggiore capillarità distributiva ma nei giorni scorsi il blog Cronache di Birra ha annunciato che la multinazionale avrebbe licenziato improvvisamente tutti i dipendenti dell’azienda laziale, presumibilmente con l’intenzione di chiudere definitivamente il birrificio e dismettere il marchio. Decisione inaspettata nei modi e nei tempi, anche in considerazione di recenti investimenti per implementazioni tecnologiche effettuati nel complesso produttivo di Fiumicino.

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