Dimensione Pulito n.2 - marzo 2022

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www.dimensionepulito.it MENSILE DI PULIZIE INDUSTRIALI, SANIFICAZIONE E IGIENE AMBIENTALE topaz 90 Padiglione 2.113 PIANIFICA CONNETTI RISPARMIA Speciale IGIENE ALIMENTARE APPALTI Il Pnrr introduce nuove norme antimafia SANIFICAZIONE Disinfezione aerea: i “no touch systems” APPROFONDIMENTO Utilizzo pratico del vapore: pulire e sanificare ANNO 31 n. 2 marzo 2022 ISSN: 2612-4068

OMNIA LABOR: quando pulizia e design sono al servizio della ristorazione

Piatti gustosi, ben presentati e cucina di alto livello sono le chiavi del successo della ristorazione moderna; ma nel mondo della cucina c’è molto di più. Vera protagonista di un locale aperto al pubblico è l’igiene, un biglietto da visita determinante per il successo del ristoratore, oltre che garanzia di qualità per tutti i clienti che decidono di prenotare la loro esperienza culinaria e renderla indimenticabile. Al centro di tutte le pratiche di pulizia c’è la cucina, cuore nevralgico della ristorazione e luogo dal quale tutto ha inizio. Uno spazio di sperimentazione e creazione in cui ingredienti, passione e attenzione al dettaglio si uniscono a ritmi frenetici e dove il personale addetto è in continuo movimento. Un luogo dove l’ordine non è sempre facile da garantire. Ecco che la domanda sorge spontanea: come è possibile far coesistere i ritmi della cucina di un ristorante con i dettami del protocollo HACCP?

La risposta arriva da Industrie Celtex, azienda specializzata nella produzione di carta tissue e sistemi di dispensazione per il settore Away from Home, che grazie all’esperienza del suo presidente Andrea Bernacchi si presenta al mondo della ristorazione con un innovativo sistema di dispensazione pensato per cuochi e chef: Omnia Labor. A raccontarcelo è Magda Lucchesini, Responsabile Vendite dell’azienda toscana. “Omnia Labor è il frutto di una lunga ricerca compiuta intorno al mondo della ristorazione, dove le problematiche principali sono igiene e ordine e dove gli elevati ritmi durante il servizio conducono lo chef a spostare la carta da una parte all’altra

della cucina, esponendola a pericolose contaminazioni. Omnia Labor è la soluzione ideale a questo tipo di problematica. Un sistema per carta cucina in formato foglio a foglio pensato per elevare il livello di igiene nella ristorazione professionale. Il dispenser ospita fino a 300 fogli di carta in pura cellulosa in maxi formato 25x30 cm, delle stesse dimensioni di una normale bobina, erogati già aperti e pronti all’uso da una bocca in plastica con trattamento antimicrobico, che mantiene ogni foglio perfettamente protetto da contaminazioni con alimenti. Il meccanismo, azionabile con una sola mano, permette allo chef di continuare a svolgere in sicurezza le proprie mansioni, avendo sempre a portata di mano la giusta quantità di carta. Omnia Labor può essere appeso

al muro, oppure, grazie al pratico piedistallo in acciaio inox dotato di comodo manico, trasportato da un ripiano all’altro della cucina.

“Consapevoli di quanto sia importante garantire un livello di igiene impeccabile e conforme al protocollo HACCP abbiamo creato un dispenser che si trasformasse nell’unico alleato di chef, cuochi e pizzaioli. Un sistema in grado di rispondere efficacemente ai piccoli bisogni di igiene della ristorazione di tutti i giorni. Omnia Labor, conclude Magda Lucchesini, è la valida alternativa al classico carenato da cucina, in quanto evita i ricorrenti inceppamenti della carta, garantendo una continuità di servizio sempre efficace e all’insegna della riduzione dei consumi”. Con Omnia Labor il tradizionale rotolo ingombrante cede il posto alla carta in formato piegato”.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA www.industrieceltex.com

IL TUO ALLEATO IN CUCINA

Una cucina pulita e ordinata è sinonimo di professionalità. Omnia Labor è il sistema che eroga fogli in 100% pura cellulosa, già aperti e pronti all’uso. Un dispenser che assicura rapidità di erogazione, massima igiene e flessibilità all’insegna della riduzione dei consumi.

Il tradizionale rotolo cede il posto alla carta piegata.

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IN COPERTINA

Adiatek è un’azienda italiana che produce lavasciuga pavimenti industriali, con operatore a terra e a bordo, che si distinguono per il design e la tecnica applicata. Produce modelli diversi per dimensioni, tipologia di spazzole (circolari, cilindriche o orbitali) sistema di lavoro (lavante o lavante/spazzante) e alimentazione (elettrica o batteria). Le larghezze di lavoro vanno da 35 a 130 cm.

Hanno collaborato: Michael A. Berry, Paolo Bersighelli, Vincenzo Cama, Fabio Chiavieri, Cristina Cardinali, Simone Ciapparelli, Elena Consonni, Chiara Dassi, Graziano Dassi, Francesca De Vecchi, Marcello Falvo, Luca Ilorini, Mauro Martini, Silvia Monguzzi, Marco Monti, Maurizio Pedrini, Fabrizio Pirovano, Michele Ruzza, Loredana Vitulano

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MARZO
Periodico mensile edito da
02/2022 |
SOMMARIO
ANNO 31 N.2
2022
Testata Associata Distribuzione 1. Rivenditori 2. Imprese di servizi 3. Aziende alimentari 4. Sanità e RSA 5. Enti pubblici 6. Pubblici esercizi 7. Hotellerie 8. Lavanderie professionali 9. Disinfestazione e servizi ambientali 10. Grande distribuzione Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 LA GUIDA DA PORTARE SEMPRE CON SÉ PER CONOSCERE TUTTI TRUCCHI DEL MESTIERE LA DISTRIBUZIONE NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO GUIDE dell’Installatore Professionale 7 YOUR INFORMATION PARTNER QUINE COLLABORA CON: www.quine.it Organo ufficiale AiCARR LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DELL’HVAC&R LA RIVISTA PER PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R Organo Ufficiale AiCARR NORMATIVA TAVOLA ROTONDA Conto Termico TEE. che punto siamo? IMPIANTI NEGLI NZEB: EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING FILTRAZIONE QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE #42 COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 Omologazione DCOCI0168 #251 Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! Quando la differenza TREND bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK soluzione per tutti IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA STORIA ITER PROGETTUALE Passo obbligato grande opportunità A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE Innovazione e cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano infrastrutture Eucentre per ricostruire sicurezza Ancora trattative consultazioni? Newsletter Programma Corsi di Aggiornamento Professionale QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi proroghe SCIA, operativo il modello unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it –------a d u o---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI #4maggio 2016 IN QUESTO NUMERO Generative design, come www.meccanica-automazione.com TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA www.terminidellameccanica.com IL TRADUTTORE MULTILINGUE DELLA MECCATRONICA URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL) SARAGOZZA (ES) MILANO (I) Quine srl Via G. Spadolini, 7 20141 Milano - Italia Tel. +39 02 864105 Fax. +39 02 70057190 YOUR INFORMATION PARTNER QUINE COLLABORA CON: www.quine.it DELL’HVAC&R 42 TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO #251 MARCO BOSELLI Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! sempre viva Dove va la filiera? Un anno logistica MATERIA www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL ALTERNATIVI IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA MEDAGLIE D’ORO UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE INGEGNERI E ARCHITETTI – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE PartiteIVAdalprossimoanno eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? Newsletter QUOTA RINNOVABILI EDIFICI obblighi e proroghe SCIA,modellooperativo unico Tutti rinvii SPECIALE MILLEPROROGHE Top infrastrutturemegadel 2016 LA RIVISTA PER PROGETTARE LA SMART INDUSTRY Organo ufficiale Confapi INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI www.rivistainnovare.it MENSILE PER LA SUBFORNITURA E LA PRODUZIONE INDUSTRIALE –----------–-----d---www.ammonitore.com MENSILE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL MECCATRONICO www.MTEDocs.it INFORMAZIONE TECNICHE PER L’AUTORIPARAZIONE MECCANICA&AUTOMAZIONE PERIODICO BUSINESS TO BUSINESS NEL MONDO DELL’INDUSTRIA MECCANICA E DELLE MACCHINE UTENSILI STORIA DI COPERTINA per settore Lamiera IN QUESTO da quarant’anni professionale Sempre più al centro www.meccanica-automazione.com IL PORTALE CHE TI GUIDA VERSO LA SMART INDUSTRY TUTTI VOLTI E LE AZIENDE DELLA MECCATRONICA www.terminidellameccanica.com URBAN & PARTNER MILANO (I) WRODAW (PL) GALLARATE (I) PIACENZA (I) TIRANA (AL) (ES) NORMATIVA 12 Appalti: le nuove norme antimafia a cura di Simone Ciapparelli FACILITY MANAGEMENT 14 Dal sud la lezione di imprenditorialità di un’azienda Maurizio Pedrini CASE HISTORY 20 L’impegno di Trenitalia: viaggiare in massima sicurezza Maurizio Pedrini PROFESSIONE 28 Una gestione competente nel cleaning Michael A. Berry 14 28 20 SPECIALE Igiene Alimentare ➥
retro

“La pulizia negli ospedali e nelle RSA ai tempi della Pandemia da Covid, esigenze, nuovi protocolli di sicurezza, tecnologie ed esperienze a confronto”

LIVE WEBINAR Gli Incontri di Coordinati e moderati
Per informazioni: redazione.cleaning@quine.it Si utilizzerà Bigmarker, è possibile partecipare alla sezione tramite qualsiasi dispositivo. Prenota il tuo posto all’evento del 14 aprile SAVE THE DATE 15 NOVEMBRE 13 DICEMBRE 25 OTTOBRE 7 GIUGNO 14 APRILE 10 MARZO
“La sanificazione delle condotte aerauliche in tempo di Pandemia: nuovi scenari dell’innovazione tecnologica” “I nuovi CAM per i servizi ospedalieri e di pulizia alla prova del nove del mercato: opportunità e problematiche da sciogliere” “Le nuove frontiere della sanificazione ambientale nelle camere degli hotel: vantaggi competitivi della misurazione di correttezza ed efficacia delle operazioni di cleaning”. “L’intelligenza artificiale applicata al Cleaning, tra innovazione robotica e digitalizzazione dei sistemi gestionali e di controllo on demand” “Le imprese di pulizia di fronte alla sfida del Multiservizio, del Facility Management e della digitalizzazione 4.0”
da Maurizio Pedrini, giornalista di settore e direttore tecnico della rivista Dimensione Pulito

SOMMARIO

SANIFICAZIONE

34 La disinfezione aerea Vincenzo Cama APPROFONDIMENTO 40 Si fa presto a dire vapore Graziano Dassi

TENDENZE 42 Profumi e pulizia a vapore Luca Ilorini

DISINFEZIONE

PROFESSIONALE 46 La forza del vapore Fabio Chiavieri

SI PARLA DI

Adiatek 17 www.adiatek.com

Angelini XXXIV www.amuchina.it Arco XLVI www.arcochimica.it Bayer LVI es.bayer.it

Biemmedue 48 www.biemmedue.com

FOCUS ON VAPORE 48 Oggi sul mercato a cura di Fabio Chiavieri

Proprietà fisiche a cura di Cristina Cardinali MARKETING 52 L’arte di parlare in pubblico La vera storia Fabrizio Pirovano e Marco Monti

FORMAZIONE 56 Linea Guida: “L’azienda nell’azienda” Mauro Martini

Cimel 48 www.cimel.com

Copyr LX www.copyr.eu Falpi XII www.falpi.com

Ghibli&Wirbel 48 www.ghibliwirbel.com

Igeax XLI www.igeax.com

Industrie Celtex XLVI www. industrieceltex.com

Kairosafe XLVI www.kairosafe.it Kemika XLVI www.kemikaspa.com Lavorwash 48 www.lavor.com

Newpharm XLII www.newpharm.it

Orma XLVI www.ormatorino.com

Paperdi XLVI www.paperdi.it

Polti 46, 47 www.polti.it Polychim XXIII www.polychim.it

Rubino Chem XXIX www.rubinochem.it

Spray Team XLVIII www.sprayteam.it

Steam Italy 48 www.steamitaly.it Synclean XLVI www.syncleanservice.com Tecnovap 48 www.tecnovap.it Zep Italia 18 www.zep.it

INDICE INSERZIONISTI

DIMENSIONE PULITO

Adiatek I Copertina Arco II Copertina Expo Sanità 55 Fimap 22 - 27

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Angelini XXXV Bayer LVII Copyr LXI

Falpi XIII Hygenia IV Igeax II Copertina

Industrie Celtex 4, 5 Kemika 3 Paperdi 8 Polti 45 Synclean 6, 7 Zep Italia 19

Interclean Amsterdam XI Kairosafe XXVII Newpharm XLIII

Orma LV Polychim XXIII Rubino Chem I Copertina

Spray Team XLIX STI III

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APPALTI: le nuove norme ANTIMAFIA

Introdotti nuovi meccanismi di controllo, volti ad evitare di penalizzare ingiustamente le aziende coinvolte e i loro dipendenti e a velocizzare le indagini in modo da non bloccare i lavori

ormai legge il “Decreto Recovery”, che porta in dote diverse misure utili alla messa in pratica del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr), il documento che prevede come investire i fondi che l’Europa ha messo a disposizione del nostro Paese per far fronte alla crisi legata alla pandemia. Tra i diversi provvedimenti presenti, il Decreto dedica ampio spazio alle

nuove norma antimafia in tema di appalti, che si prefiggono lo scopo di combattere le infiltrazioni mafiose nella gestione delle risorse del Pnrr, cercando contemporaneamente di snellire una burocrazia che rischierebbe di rallentare o bloccare i lavori, comportando così la perdita dei finanziamenti. Per raggiungere questi obiettivi, il “Decreto Recovery” mette in campo un approccio maggiormente garantista nella lotta alla mafia in ambito econo-

mico consentendo, perlomeno in linea teorica, di salvaguardare sia l’ordine pubblico, la libera concorrenza e il buon andamento dell’azione amministrativa, sia lo sviluppo economico delle imprese, applicando l’eventuale interdizione solo al termine di un articolato procedimento amministrativo, partecipato dai soggetti interessati, ovvero qualora il percorso di risanamento aziendale non produca risultati positivamente valutabili. In questo modo, i

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casi di estromissione delle imprese dal mercato per effetto dell’applicazione di provvedimenti interdittivi dovrebbero ridursi, senza tuttavia compromettere la sicurezza dello stesso.

Un nuovo bilanciamento quindi, quello che si vuole mettere in atto con il nuovo Decreto, tra l’esigenza di contrastare la criminalità organizzata e la tutela del principio di libertà di iniziativa economica privata, che viene fortemente compromesso dai gravi sacrifici imposti da dette misure.

Si tratta insomma di un tentativo di trovare un equilibrio più efficiente tra la necessità di controllare preventivamente le aziende coinvolte negli appalti pubblici, interrompendo da subito i rapporti con quelle su cui esistono sospetti di contiguità con la mafia, e quella di non sanzionare ingiustamente imprese che in realtà non hanno colpe, con tutte le conseguenze potenziali sui dipendenti e sul progresso degli appalti in generale.

COME SI ARTICOLA IL CONTRADDITTORIO?

Se un’azienda coinvolta in un appalto pubblico, in base alle verifiche effettuate dal prefetto, è sospettata di infiltrazione criminale, può difendersi chiedendo di essere ascoltata e presentando una serie di documenti. Al termine del contraddittorio il prefetto decide se rilasciare la liberatoria, e cioè certificare che l’azienda è libera da infiltrazione, passare direttamente all’interdittiva nei casi di sospetti più conclamati oppure attivare il nuovo strumento della collaborazione preventiva. Quest’ultimo viene adottato quando si pensa che il contatto dell’imprenditore con un’impresa mafiosa sia stato solo occasionale o addirittura inconsapevole. Ad esempio, nel caso in cui ci siano lavoratori con parenti mafiosi, oppure il caso di un piccolo imprenditore vittima del racket che però non ha denunciato gli estorsori. Con la collaborazione preventiva non ci sono interdizioni, e l’azienda può continuare a lavorare con la pubblica amministrazione senza perdere licenze o concessioni. In pratica, si tratta di un provvedimento di sorveglianza, in cui vengono monitorati movimenti di

PROVVEDIMENTI INTERDITTIVI IN CRESCITA

I numeri comunicati dalla Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia giustificano la necessità di adottare nuove norme: sono stati 2.130, in crescita del 38% rispetto al 2019, i provvedimenti interdittivi nei confronti delle aziende registrati nel 2020, mentre per quanto riguarda l’anno appena trascorso, attendendo i dati relativi agli ultimi due mesi dell’anno, i provvedimenti ammontano a 1789 al 31 di ottobre. Le regioni nelle quali è stato preso il maggior numero di provvedimenti sono Campania (529), Calabria (454) ed Emilia-Romagna (235), che ha superato nel 2020 la Sicilia (217).

La maggior parte delle interdittive registrate sono state giustificate, ma alcune sono scaurite da sospetti non verificati rivelatisi in seguito infondati. Spesso, le procedure si sono dimostrate eccessivamente lunghe, e a volte sono state applicate anche in casi nei quali poteva essere sufficiente ripulire l’azienda dalle eventuali infiltrazioni criminali, senza bloccare i lavori e di conseguenza far perdere il posto di lavoro ai dipendenti.

denaro e contratti, che può durare da sei a 12 mesi. In quel periodo l’azienda deve seguire le misure decise dal prefetto per arrivare all’eliminazione di qualsiasi sospetto di contatti con imprese riconducibili a organizzazioni criminali.

Nonostante l’introduzione di significative novità a beneficio delle imprese esposte al rischio di contiguità con il fenomeno mafioso, il Decreto tradisce un limite: quello di non ripensare il sistema delle interdittive nel suo complesso, ma limitarsi ad intervenire su aspetti specifici dello stesso, mantenendo inalterata la relativa disciplina e con essa i conseguenti dubbi di legittimità costituzionale e di compatibilità comunitaria posti dalla medesima.

Inoltre, va segnalato che l’efficacia delle nuove misure introdotte potrebbe, in sede operativa, essere depotenziata nelle ipotesi in cui, ad esempio, il contraddittorio fra le imprese e l’amministrazione prefettizia non sia effettivo, cioè nel caso in cui quest’ultima ravvisi di frequente la sussistenza di ragioni di celerità che le consentano di omettere l’osservanza delle misure e degli adempimenti procedurali previsti dalla novella. È perciò evidente, alla luce di queste considerazioni, che le innovazioni apportate alle misure introdotte dal “decreto Recovery” saranno subordinate all’effettivo e rigoroso utilizzo che le autorità amministrative ne faranno in sede applicativa. ■

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Dal sud la LEZIONE di imprenditorialità di un’AZIENDA

EPM Servizi ha affrontato con successo la sfida del multiservizio. “Nel campo del Facility Management”, afferma Carmine Esposito, giovane Responsabile delle Risorse Umane, “offriamo a tutto tondo servizi di manutenzione, cura e riqualificazione di ogni genere di impianto ed edificio”

Con un raggio d’azione a trecentosessanta gradi, che spazia dai servizi di pulizia alla disinfezione e sanificazione, al facility management, E.P.M. Servizi, dinamica azienda campana, si pone decisamente all’avanguardia nel settore, offrendo una gamma completa di attività altamente qualificate e supportate da un elevato valore tecnologico, per soddisfare le variegate esigenze della clientela. Abbiamo incontrato il Responsabile delle Risorse Umane Carmine Esposito per narrare il presente della società, che ha affrontato al meglio la difficile sfida della pandemia, guardando alle sfide che l’attendono nell’immediato futuro.

Tracciamo anzitutto il “biglietto da visita” di EPM: qual è attualmente l’identikit della vostra azienda?

“EPM Servizi è un’impresa a carattere familiare, attiva nel settore della gestione e valorizzazione dei patrimoni immobiliari e urbani, da circa

14 DIMENSIONE PULITO | 02/2022 F F ACILIT y MANA g EMENT

quarant’anni. Oggi è una realtà leader nel settore del facility ed energy management, è stata tra le prime trenta imprese ad entrare in Elite, il programma internazionale di Borsa Italiana per agevolare le aziende nella realizzazione dei loro progetti di crescita e nell’accesso ai capitali. L’azienda è certificata Emas (Eco-Management and Audit Scheme), il sistema comunitario di ecogestione e audit a cui possono aderire volontariamente le imprese e le organizzazioni, sia pubbliche che private, con sedi Ue o extra Ue, impegnate a monitorare e migliorare la propria efficienza ambientale. EPM ha il suo quartier generale a Napoli e, in questi due anni di emergenza sanitaria ha visto i suoi dipendenti in prima linea negli ospedali italiani nella lotta contro il Covid 19, occupandosi, tra le tante e diversificate attività, di sanificazione, pulizia, servizi sociosanitari, raccolta rifiuti, lavaggio industriale”.

Quali sono attualmente i settori di attività che vi caratterizzano maggiormente e vi vedono impegnati?

“La società ha consolidato il proprio core business nelle filiere

CHI È CARMINE ESPOSITO

Laureato in Economia Aziendale all’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, Carmine Esposito ha completato la formazione universitaria frequentando il corso “Fare selezione, competenze e tecniche per la selezione delle risorse umane” presso SDA Bocconi School of Management e il Master Executive “Famiglia e sviluppo sostenibile”, presso la Pontificia Università Lateranense Tributarista dell’Associazione Nazionale Tributaristi LAPET. Attualmente partecipa anche al Progetto Elite, tenuto da Borsa Italiana – London Stock Exchange Group, un corso su importanti temi legati al mercato delle pmi, quali l’internazionalizzazione e la crescita per aggregazione. Dopo un’esperienza di tre anni come Presidente della Società U.S. Casoria Calcio, che lo impegna nell’organizzazione, nella gestione e nella pianificazione degli eventi istituzionali e sportivi, nel 2007 Carmine Esposito comincia il suo percorso professionale all’interno di Mondial Pulimento Srl, fornendo supporto all’Area Risorse Umane e all’I.T. Qui rimane fino al 2009, anno in cui passa alla EPM Servizi come Responsabile delle Risorse Umane, carica che lo pone a confronto anche con importanti attività di project management nel settore delle energie rinnovabili. Amministratore Unico di S.E.A. Srl dal 2007, Carmine Esposito è anche Presidente di C.S.I. Consorzio Servizi Integrati.

dell’energy e facility management. Attualmente ha un organico di oltre 1000 unità lavorative. Per il settore energy management svolge servizi di efficienza energetica come ESCo (Energy Service Company)”.

La vostra attività, inizialmente concentrata sul settore dei servizi ambientali, si è poi orientata verso altri comparti, arrivando ad offrire prestazioni nell’ambito del facility management e nelle energie rinnovabili, principalmente per l’energia idroelettrica e le biomasse liquide. Con quali risultati? “Nel campo del facility EPM offre a tutto tondo servizi di manutenzione, cura e riqualificazione di ogni genere di impianto ed edificio. Grazie all’impegno, agli elevati standard qualitativi delle proprie professionalità nonché alla ricerca continua di innovazioni tecnologiche e di processo. Con l’avvento dei primi accordi internazionali sulla sostenibilità ambientale dei primi anni duemila Epm decise di investire nel settore delle energie rinnovabili. Altresì, l’azienda ha

conseguito prestigiosi riconoscimenti in campo nazionale e internazionale. Tra gli ultimi la nomina per due anni consecutivi, ultima edizione del 2021, come azienda ‘Champions’ selezionata da l’Economia de Il Corriere della Sera e ItalyPost”.

Allargando il vostro campo d’azione al settore energetico, avete avviato la produzione di una vostra filiera idroelettrica,

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Carmine Esposito

finalizzata al risparmio: un tema oggi di stretta, drammatica attualità. Oggi vi proponete al mercato quale Energy Saving Company: ci può parlare di questa realtà, altamente innovativa? Quali risultati e aspettative? Quali criticità emerse?

“Dal 2008 EPM ha introdotto anche la fornitura di servizi energetici. Il modello di business ha dato degli ottimi risultati in un’ottica di integrazione dei servizi, infatti ha permesso alla società di puntare ad archi temporali contrattuali più lunghi, quindi alla realizzazione degli investimenti programmati, alla garanzia dei risultati attesi e alla ricerca di maggiore qualità. Ciò concorre anche ad una maggiore fidelizzazione del cliente”.

In base alla vostra importante esperienza, cosa significa oggi, affrontando le grandi sfide della sostenibilità e della digitalizzazione, porsi attraverso il facility management, quale unico interlocutore verso il cliente per una vasta gamma di servizi?

“La digitalizzazione e la sostenibilità sono due driver importanti per la transizione ecologica. Lo sviluppo digitale non coerente con la tutela dell’ambiente non concorre alla transizione ecologica. Bensì alla distruzione. Se vogliamo che la vita continui ad essere possibile su questo pianeta le nuove tecnologie devono essere considerate tali solo se sono rispettose dell’ambiente. Altrimenti non ci sarà sviluppo. Infine l’integrazione dei servizi consente di perseguire una riduzione della frammentazione contrattuale, una maggiore efficienza e quindi anche un maggiore controllo, spesso agevolato da dispositivi informatici di ultima generazione”.

Quale valore hanno per EPM la formazione e l’aggiornamento costanti dei propri operatori? “EPM da sempre ha fatto della formazione una bandiera, costituendo

un’area interna dedicata che, oltre a rivolgersi ai dipendenti, realizza corsi offerti sul mercato. L’azienda si avvale inoltre dell’apporto di alcune tra le più qualificate società di formazione. Molto articolata è l’offerta in campo sanitario. Dopo l’inizio della pandemia Epm ha introdotto un corso specifico per formare il personale a rischio di contatto con malati Covid, che spazia dall’attenzione a preservare e tutelare qualsiasi tipo di superficie o tessuto con attrezzature e prodotti innovativi

anche a base di nano tecnologie, fino alle regole da osservare per garantire corrette procedure di vestizione e svestizione delle tute, dei camici e degli altri dpi. L’offerta prevede anche percorsi formativi per l’utilizzo di software per la gestione di edifici e per l’ottimizzazione dei processi.

ZeroVirus è un programma articolato che parte dall’analisi dei rischi e dalla definizione del piano di attività, che include tanto le prestazioni commissionate a EPM quanto l’introduzione di policies e buone prassi da realizzare nelle sedi lavorative per tutelare la salute. Tra queste anche la ‘Clean desk policy’, procedura per assicurare la disponibilità di scrivanie sempre libere e pulite adottata da grandi multinazionali nel mondo per migliorare la produttività e permettere al contempo di sanificare completamente le postazioni di lavoro.”

Quali sono le principali difficoltà che avete dovuto affrontare nel periodo della pandemia? Avete ampliato la gamma dei servizi offerti, soprattutto nella sanificazione e disinfezione delle superfici e più in generale delle pulizie?

“I principali problemi sono tutti riconducibili all’acquisizione delle materie prime e di altri materiali, quali i dpi. Inoltre siamo del tutto inconsapevoli se l’aumento della domanda registrato si comporterà allo stesso modo anche per il futuro, pertanto allo stato attuale, aziende come le nostre sono incapaci di dimensionare puntualmente la propria struttura alla reale domanda di servizi.”

Guardando al futuro, quali sono le grandi sfide che la vostra società sta affrontando nel dopo pandemia?

“Siamo convinti che lo sviluppo sostenibile e la digitalizzazione saranno le leve del successo in tutti i settori dell’economia, soprattutto nel nostro. L’innovazione è il risultato di un’adeguata attività di ricerca e sviluppo.” ■

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Scegli TOPAZ per accedere all’INDUSTRIA 4.0

La lavasciuga uomo a bordo TOPAZ di Adiatek soddisfa sempre di più il mercato. Da oggi Topaz, se dotata di TELEMATICS, è certificata per accedere nell’industria 4.0.

È infatti possibile inviare dal proprio pc i programmi di lavoro predefiniti alla macchina, come ad esempio il programma ECO. Questo permette l’interconnessione e l’acquirente potrà beneficiare del credito d’imposta. Il credito d’imposta “Industria 4.0”, è un’agevolazione fiscale importante per le aziende che decidono di investire nella modernizzazione e interconnessione dei propri beni strumentali. In particolare, possono accedere a questo beneficio le imprese residenti nel territorio nazionale. Rientrano nell’agevolazione gli investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022. Nel caso in cui l’ordine sia già stato accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2022 e sono stati pagati acconti pari ad almeno il 20% del costo di acquisto, il termine è esteso fino al 30 giugno 2023.

CARATTERISTICHE

Macchina robusta e dal design ricercato, si unisce all’innovazione tecnologica. La motoruota in AC riduce la manutenzione, garantisce una

Telematics: Controlla lo stato delle macchine Adiatek ovunque

maggiore autonomia e migliora le prestazioni sulle rampe. La macchina nasce già con il 3S (Solution Saving System) di serie, il sistema per il risparmio dell’acqua, ma è disponibile anche con l’optional del 3SD (Solution Saving System Dispenser) per controllare non solo l’acqua ma anche il detergente utilizzato.

TOPAZ non è solo design e tecnologia, ma anche ergonomia. Il modello permette infatti una regolazione oltre che del sedile e del cruscotto, anche della pedana poggia piedi, grazie a un sistema brevettato da Adiatek.

Grandi serbatoi da 180l per la soluzione e da 190l per quello di recupero, con una pista di lavoro da 900mm per la versione tradizionale lavante e di 850mm per la versione lavante e spazzante.

Per soddisfare le esigenze di sanificazione, oltre che di pulizia, è possibile installare un generatore di ozono.

TOPAZ È ANCHE

SPAZZANTE LAVANTE

Questo modello di lavasciuga è particolarmente indicato per la pulizia di ambienti dove è necessario raccogliere sporco solido e/o materiale di piccole dimensioni, oltre alla normale pulizia.

La possiamo trovare inserita nei cicli di lavoro di pulizia in ambienti legati alla logistica, ma anche aeroporti, stazioni e parcheggi coperti.

TOPAZ 85s è dotata di una spazzola laterale che aiuta la raccolta dello sporco vicino a profili come muri, scaffali o pallet.

02/2022 | DIMENSIONE PULITO 17 M MACCHINE
TOPAZ 90
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA TOPAZ 85S
www.adiatek.com

ICS – DISTRIBUTION, la nuova gamma detergenti ZEP per la distribuzione

La nuova linea Zep di detergenti professionali

ICS – Integrated Cleaning Systems - entra nel mercato della distribuzione in un momento in cui l’igiene gioca un ruolo fondamentale nella vita quotidiana e il periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo ne mette in luce l’importanza. Il fatto di avere un laboratorio di ricerca all’interno consente all’azienda di distinguersi nel mercato, di trasformarsi e di evolvere velocemente per rispondere alle richieste degli operatori e ai problemi che nascono ogni giorno dalla dinamica del mercato.

LA SOSTENIBILITÀ È LA VERA EVOLUZIONE

Zep è un’impresa che fa dell’innovazione uno dei driver più importanti, avendo sempre presente l’obiettivo di adeguarsi senza dimenticare quella che è la vision

aziendale, strettamente legata ad un futuro pulito e sostenibile per tutti. Il concetto che la sostenibilità non deriva solo e unicamente dal prodotto e dal suo ciclo di vita ma anche da come il consumatore viene educato all’uso consapevole di esso ne è il fulcro. La sinergia fra la ricerca e gli esperti di settore permette non solo di formulare in modo innovativo, scegliendo materie prime a basso impatto ambientale e con un alto profilo di sicurezza, ma anche di guidare i clienti nell’uso mirato dei prodotti. Infatti, con un consumo sostenibile, possiamo rendere l’economia più equa e umana. Dobbiamo puntare a fare di più e meglio ma con meno. La sostenibilità non è un’opzione, è una normale evoluzione del concetto stesso di cambiamento che ognuno di noi deve mettere in atto perché è importante capire che impatto avranno in futuro le scelte che siamo chiamati a fare oggi.

OBIETTIVI IN COMUNE: SVILUPPO E SODDISFAZIONE

CLIENTE

È questa un’altra fase del progetto di partnership che Zep instaura con i propri clienti, tesa a supportare il distributore e i suoi clienti nel raggiungimento dei loro stessi obiettivi. Con la gamma ICS Distribution Zep ha voluto concentrarsi su quello che sa fare meglio, ossia ottimizzare

e rendere più semplice il lavoro degli utilizzatori finali. Il catalogo ICS si compone infatti dei più efficaci formulati dedicati a cucina e HACCP, ambienti, bagno, camera e igiene delle mani, realizzati anche sulle indicazioni degli stessi operatori di settore. Oggetto della massima attenzione sono stati anche i confezionamenti e le concentrazioni di alcuni prodotti di grande consumo, calibrati per il risparmio economico nella gestione d’impresa e sull’attenzione all’ambiente.

IDENTIFICARSI COME PUNTO DI RIFERIMENTO

Scegliere il giusto prodotto è importante per definire la propria identità e lo stile dell’approccio con i clienti, siano essi strutture ricettive o clienti finali dei loro servizi. Ovunque la soddisfazione dell’ospite sia l’obiettivo d’impresa, Zep offre le soluzioni più efficaci per rendere più sicura l’esperienza di soggiorno dal punto di vista dell’igiene e la cura degli ambienti. La linea detergenza professionale Zep ICS è infatti pensata per sostenere concretamente i distributori nella loro proposta agli utenti finali anche molto esigenti.

ICS Distribution zep.cleaning Zep Italia www.zep.it

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
Seguici su ZEP ITALIA S.r.l. Via Nettunense, Km 25,000 • 04011 Aprilia (LT) - Italia Tel. +39 06 926691 • Fax +39 06 92747061 www.zep.it • commerciale@zepeurope.com zep.cleaning

L’impegno di Trenitalia: VIAGGIARE in massima SICUREZZA

Trenitalia è stata la prima impresa ferroviaria al mondo a ottenere la Biosafety Trust Certification, che riconosce le best practices adottate in materia di controllo delle infezioni a bordo, secondo lo schema certificativo ideato da RINA. A colloquio con il dottor Marco Caposciutti, Responsabile della Direzione Tecnica della Società del Gruppo FS italiane

Il periodo più difficile della pandemia è forse alle spalle; anche Trenitalia del Gruppo FS italiane, lo ha affrontato con grande determinazione, agendo in stretta sinergia con le imprese di pulizia operanti al servizio del prestigioso marchio, con l’obiettivo di implementare le procedure di sicurezza. I servizi di pulizia e sanificazione sui treni in gestione, sono stati notevolmente rafforzati, offrendo inoltre una completa gamma di prodotti e dispositivi di protezione individuale ai viaggiatori. Abbiamo chiesto di parlarcene, in questa intervista, al dottor Marco Caposciutti, Responsabile della Direzione Tecnica di Trenitalia.

Esaminiamo brevemente le molteplici iniziative intraprese da Trenitalia per garantire la massima sicurezza igienica ai propri viaggiatori sull’intera flotta durante la pandemia. Come vi siete mossi per garantire, attraverso ulteriori interventi mirati di pulizia e sanificazione, e raggiungere al meglio questo obiettivo?

“In primo luogo sono stati incrementati e potenziati gli interventi di sanificazione e igienizzazione dei treni e di tutti gli spazi utilizzati dai viaggiatori con perossido di idrogeno o acido ipocloroso. Tutte le carrozze sono dotate di dispenser con gel igienizzante e, con l’obiettivo di migliorare il ricambio dell’aria, oltre a

filtri più performanti è stata implementata una modifica ai treni per mantenere le porte di entrata e uscita sempre aperte durante le soste in stazione”.

Quali procedure e protocolli sono stati implementati con le diverse ditte di pulizie

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che operano al vostro fianco gestendo l’appalto dei servizi di pulizia? Con quali risultati?

“Grazie agli accordi e alla definizione di protocolli con le imprese dei servizi di pulizie sono stati programmati interventi di pulizia e sanificazione con nuove tecnologie. Gli investimenti complessivi per pulizie e sanificazioni sono aumentati con l’obiettivo di elevare il livello di qualità e prestazioni attese. Non solo sui treni ma anche negli impianti di manutenzione, nei locali utilizzati dal personale di Trenitalia, negli spazi aperti al pubblico e negli uffici”.

In particolare, a bordo delle Frecce è stato distribuito il safety kit gratuito. Qual è stata la filosofia che ha ispirato questa scelta e che riscontro avete ottenuto da parte dell’utenza?

“La sicurezza sanitaria è stata sempre messa al primo posto e il safety kit aveva l’obiettivo di garantire ai passeggeri un viaggio sicuro. I ritorni da parte dell’utenza sono stati particolarmente incoraggianti e positivi, a conferma della grande importanza attribuita alla pulizia e sicurezza delle carrozze, specialmente in questo periodo, così difficile e delicato, che vede il tema della massima igiene al centro di qualsiasi strategia di prevenzione del virus SARS Cov2”.

Che suggerimenti ha dato il Gruppo FS ai passeggeri per contribuire concretamente al raggiungimento dell’obiettivo della massima sicurezza e salubrità igienica? Con quali riscontri? È stata realizzata una formazione specifica del personale ferroviario per affrontare nel miglior modo possibile questa impegnativo percorso?

“Le indicazioni concrete sono molteplici e tutte illustrate attraverso i vari canali di informazione: dalle indicazioni su porte di entrata e uscita al fine di limitare gli incroci tra le persone, al distanziamento a bordo dei treni secondo le percentuali di capienza massima stabilite dalle norme, all’in-

stallazione di distributori di gel igienizzante, all’obbligo di indossare la mascherina e non ultimo l’obbligo del green pass rafforzato”.

Trenitalia è stata la prima impresa ferroviaria al mondo a ottenere la Biosafety Trust Certification, volta a riconoscere concretamente le best practices adottate in materia di prevenzione e controllo delle infezioni durante la permanenza a bordo, secondo lo schema certificativo ideato dal RINA. Ci può presentare le caratteristiche che rendono particolarmente importante e attendibile questa certificazione?

gie, molti impianti e uffici distribuiti su tutto il territorio nazionale dove opera Trenitalia. La certificazione ha comportato sia una verifica dei processi sia la verifica di come sono attuati in concreto”.

Quali requisiti selettivi e di qualità avete dovuto sostenere per approdare a questo prestigioso traguardo?

“Direi soprattutto la coerenza tra quanto stabilito dai protocolli e quanto realizzato in pratica su tutto il territorio nazionale e su tutte le tipologie di collegamenti, Alta Velocità, Intercity e Regionali”.

Sempre riferendoci alla sicurezza e prevenzione delle infezioni, che non riguarda solo la prevenzione del SARS CoV2, quali procedure sono state potenziate per migliorare l’efficienza, l’igiene e la sanificazione dei treni? Possiamo analizzarle dettagliatamente?

“Quanto espresso sinora ha sicuramente valenza per la SARS CoV2 ma anche per altre tipologie di infezioni; a questo si aggiunge l’attenzione sempre alta per la prevenzione dalla legionella con le attività di trattamento periodico per clorazione dell’impiantistica dei bagni dei treni e degli impianti. Inoltre sono state intensificate le pulizie periodiche dei filtri dell’aria degli impianti di climatizzazione con vantaggi non solo per la SARS CoV2, ma anche per la qualità dell’aria in generale”.

“La certificazione è attendibile in quanto ottenuta a seguito di un accurato processo di valutazione da parte di RINA, un ente esterno specializzato in certificazioni di processi delle procedure/protocolli definiti e soprattutto della loro attuazione. Ad esempio sono stati eseguiti da parte dell’ente certificatore numerosi controlli sul livello di pulizia e sanificazione, sulle procedure adottate, sui prodotti utilizzati e sulle attrezzature. Questi controlli sono stati eseguiti su molti treni di tutte le tipolo-

Quali investimenti, in termini di prodotti chimici, tecnologie e risorse del personale ha comportato l’adozione di queste nuove strategie, in tempi di riduzione degli introiti da viaggi?

“In generale, sono stati investiti ingenti risorse in attrezzature o nuovi prodotti, come i nebulizzatori per acido ipocloroso. Questo ha comportato uno squilibrio, ma è stato necessario perché la sicurezza viene al primo posto e riteniamo che sia un investimento nella fiducia dei clienti per il futuro”. ■

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Fimap incrementa il fatturato e raddoppia la superficie: apre un nuovo Centro Logistico

Fimap ha da poco aperto un nuovo CENTRO LOGISTICO che sorge su una superficie di 11 mila metri quadrati, proprio accanto alla sede principale a Santa Maria di Zevio, in provincia di Verona. All’esterno le grandi vetrate creano continuità con lo stabilimento primario, mentre all’interno il forte spirito innovativo dell’azienda ha dato vita ad un centro automatizzato e connesso, che realizza il modello dell’industria 4.0 per aumentare i livelli di efficienza e produttività.

CENTRO LOGISTICO realizza le necessità della nuova fase di crescita che Fimap sta attraversando, in cui maggiori volumi produttivi, digitalizzazione e il concept dei prodotti più recenti hanno reso indispensabile realizzare una struttura adeguata.

Parte del merito di tale crescita si deve a una visione sulla pulizia che include la tecnica e la gestione oltre al prodotto.

Per Fimap la risposta alle esigenze di pulizia non è mai stata solo di macchine, ma di soluzioni, che nel tempo sono diventate più specifiche e strutturate, grazie al continuo aggiornamento tecnologico.

UNA NUOVA VISIONE SULLA PULIZIA

Il mercato ha sempre bene accolto questa evoluzione, riconoscendo all’offerta Fimap la capacità di fornire un approccio più consapevole e metodico al pulito.

Fimap ha continuamente affiancato allo sviluppo dei prodotti quello di tecnologie e software, per arrivare a fornire la giusta soluzione, renderla efficace in applicazioni specifiche e mantenerla efficiente nel tempo, arrivando infine ad elaborare un procedimento sistematico, il METODO FIMAP. Si tratta di un processo che inizia prima

ancora dell’acquisto, già dallo studio del progetto di pulizia, con software dedicati per individuare i modelli di macchina corretti e pianificare il programma di pulizia, per monitorare lo svolgimento del servizio, le prestazioni e seguire la manutenzione, assicurando così una soddisfazione del cliente e dei suoi obiettivi praticamente scientifica, grazie alla digitalizzazione di tutte le fasi. Il nuovo centro chiude il cerchio, portando anche la logistica al livello 4.0.

È lo strumento che aiuta la rete di partner Fimap a potenziare le attività di vendita, assistenza e post vendita, con un servizio reattivo, in grado di lavorare d’anticipo e pronto ad intervenire tempestivamente quando necessario.

Diventando un fornitore capace di risolvere in maniera efficace non solo un problema di pulizia, ma di gestire un intero progetto, Fimap è salita all’attenzione di clienti sempre più importanti, alla ricerca di soluzioni a problematiche complesse e articolate.

Il conseguente incremento dei volumi ha fatto registrare ritmi di crescita con aumenti di fatturato a doppia cifra e da qui l’esigenza di espandersi.

Il CENTRO LOGISTICO si inserisce nel meccanismo del METODO permettendo di soddisfare le necessità di un nuovo salto evolutivo che coinvolge sia i prodotti che i servizi.

UN’INTERA GAMMA DI PRODOTTI CONFIGURABILI

L’offerta Fimap ha visto negli ultimi anni l’ingresso di una linea di prodotti configurabili, ovvero che si possono letteralmente costruire con dotazioni esclusive secondo esigenze specifiche, la gamma di lavasciuga pavimenti PERFORMANCE

La personalizzazione è uno dei principali punti di forza della proposta Fimap, che permette di ottenere prodotti unici quanto le problematiche devono risolvere. Dal punto di vista produttivo

VANTAGGI PER LA RETE

• Evasione ordini in 24 ore

• Nessun costo per un proprio stock

• Miglioramento qualità del servizio di assistenza

• Risposta rapida anche in casi di emergenza Aumento degli interventi di assistenza

• Tracciabilità ordini fino alla spedizione

world
IL

PER

rappresenta una complessità che implica la movimentazione di materiale che va ben oltre i bisogni di un magazzino tradizionale, sia come quantità che come varietà.

UN PROGETTO SU MISURA

Il nuovo CENTRO LOGISTICO è quindi il frutto di un progetto su misura, realizzato per ottimizzare la gestione delle attività di magazzino legate alla produzione e distribuzione, e per soddisfare sia l’incremento dei volumi che quello delle personalizzazioni.

La nuova struttura è una piattaforma automatizzata composta di scaffalature intensive e una serie di magazzini verticali. La movimentazione del materiale è affidata a carrelli di ultima generazione che assicurano operazioni di prelievo e stoccaggio veloci e

precisi al millimetro anche a grandi altezze. Tutto viene coordinato in modo automatico da un software WMS avanzato che si occupa di coordinare le procedure dialogando con i sistemi gestionali esistenti per migliorare tutte le attività legate allo stock e al reperimento delle componenti necessarie sia alla produzione che alla fornitura di ricambi.

EFFICIENZA DIGITALE

Il software ottimizza i processi di intralogistica, velocizzando le operazioni di raccolta e approvvigionamento, semplificando i flussi di lavoro, riducendo le tempistiche di preparazione degli ordini ed evitando errori.

Ne consegue un notevole aumento della produttività e una drastica diminuzione di costi e tempi operativi.

• Evasione più rapida delle richieste • Gestione delle informazioni più stabile, veloce e senza errori
HEADQUARTER • Verona, Italy
• Ritorno più alto sull’investimento • Servizio sempre affidabile senza fermi macchina • Aumento efficienza del parco macchine
Riduzione dei costi world
VANTAGGI
IL CLIENTE

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LA DIGITALIZZAZIONE VELOCIZZA IL PROCESSO DELL’ORDINE

Il progetto è strettamente connesso con altri investimenti già sostenuti dall’azienda, tra cui il recente potenziamento del CANALE E-COMMERCE B2B MY FIMAP, con cui la rete di partner Fimap acquista direttamente online, ora aggiornato con nuove funzionalità proprio in relazione al nuovo centro.

Dall’input esterno quindi, l’inserimento dell’ordine, fino alla sua evasione, la tecnologia digitale regola le attività, garantendo trasparenza di informazione, tracciabilità e velocità.

La velocità di risposta è di fatto un altro nodo che il nuovo centro si propone di sciogliere, offrendo alla propria rete un notevole vantaggio strategico. Con un’evasione degli ordini in 24 ore, i partner Fimap possono garantire ai propri clienti un servizio di assistenza veloce ed efficace, in grado di evitare i temuti fermi macchina che compromettono la produttività degli interventi, assicurando un più alto ritorno sull’investimento.

Inoltre, poter contare sulla pronta risposta del nuovo magazzino Fimap consente una gestione semplificata con un investimento inferiore, in quanto il partner Fimap non deve più affrontare i costi di un proprio stock, può richiedere solo ciò che gli serve quando gli serve, senza sostenere ulteriori spese. Un’evasione rapida è essenziale anche se si considera che la rete di partner è consistente sia dal punto di vista numerico che da quello che geografico. Fimap esporta i propri prodotti in oltre 80 Paesi nel mondo perciò, una volta che le macchine sono pronte, si deve considerare una distribuzione che opera su catene logistiche lunghe e

MY_FIMAP E-COMMERCE

articolate, in cui tempestività e controllo sono fattori decisivi. L’integrazione della digitalizzazione permette di ottenere un maggiore controllo sui processi, di rendere più efficienti le operazioni e di anticipare eventuali complessità. Consente al partner Fimap di tracciare in tempo reale lo stato di avanzamento dei propri ordini, a partire dall’inserimento nel portale My Fimap e via via fino alla sua spedizione. Anche quest’ultima fase viene ora gestita da Fimap, favorendo una maggiore efficienza nella pianificazione e quindi nella consegna. I vantaggi della tracciabilità passano anche attraverso i dati che Fimap stessa può raccogliere. La connessione tra software, dispositivi e macchinari restituisce dati che offrono l’opportunità di realizzare previsioni più precise delle necessità del mercato, prevenire le difficoltà di gestione, ottimizzare i tempi di approvvigionamento, preparazione e consegna, e ridurre i costi operativi.

La rete Fimap può ora avvalersi di una risposta praticamente immediata alle proprie esigenze, data dalla drastica riduzione dell’intervallo di tempo che corre tra la richiesta e la sua evasione e aumentare di conseguenza la qualità dei servizi che fornisce ai propri clienti.

UN PROGETTO A PROVA DI INNOVAZIONE

24/7/365 TRACCIAMENTO ORDINI SPEDIZIONI IN 24 ORE TRASPARENZA DI INFORMAZIONE, TRACCIABILITÀ E VELOCITÀ 4.0 WMS world

+80 Paesi l’orizzonte dell’export di Fimap

IL CORAGGIO DI NON FERMARSI

Le difficoltà di reperimento dei materiali degli ultimi due anni hanno provocato conseguenze negative diffuse su tutti i mercati. Quando la prima ondata pandemica ha incrinato flussi commerciali che si consideravano più che solidi, molte aziende si sono fermate, sopraffatte dall’incertezza che si andava prospettando. Fimap, come già accaduto in passato, ha scelto invece di non fermarsi.

Se la crisi del 2008 è stata il momento per concentrarsi sul miglioramento dei prodotti, sull’ingegnerizzazione, ottimizzando la varietà e la complessità delle componenti, in favore di una produzione più snella e una manutenzione semplificata, la pandemia di Covid-19 è stata l’occasione per lavorare su ben due fronti. Il primo riguarda ovviamente la gamma di prodotti. All’alba dell’emergenza sanitaria, Fimap, in qualità di produttore, si è sentita chiamata in causa e si è impegnata per offrire al mercato soluzioni adatte a rispondere alle esigenze del momento. La pulizia degli ambienti è passata in breve da mera routine ad un’attività essenziale per

la salvaguardia della salute. Fimap ha così arricchito la propria esperienza con nuove competenze relative alla sanificazione degli ambienti e sviluppato in tempi record un’intera linea di macchine professionali adatte allo scopo. Lo sforzo compiuto per rendere disponibile rapidamente la nuova gamma per la sanificazione ha permesso a Fimap di sostenere le aziende del settore, mantenere sempre attiva la produzione e inalterato il fatturato.

Mentre l’attività produttiva compiva questo improvviso cambio di rotta, proseguiva in parallelo il secondo grande progetto, la realizzazione del nuovo CENTRO LOGISTICO.

La scelta di non arrestare la costruzione nonostante le complicazioni insorte con la pandemia, ha assicurato il completamento del progetto che altrimenti sarebbe stato in grave ritardo, a causa delle difficoltà che hanno interessato sia l’approvvigionamento dei materiali che i trasporti.

Un ritardo che avrebbe compromesso la possibilità di essere pronti a cogliere nuove opportunità in fase di ripresa.

L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA

Con un investimento di 10 milioni di euro, il CENTRO LOGISTICO realizzato da Fimap stabilisce un nuovo modello organizzativo che si integra con la sede principale, in cui l’uso intelligente delle nuove tecnologie promette tutti i vantaggi che una gestione digitalizzata può offrire.

Costituisce la base necessaria a sostenere la nuova fase di crescita con cui Fimap punta a diventare sempre più un riferimento per clienti strutturati alle prese con progetti di pulizia complessi, sia sul suolo nazionale che internazionale.

È solo l’inizio di futuri investimenti orientati a perfezionare la proposta commerciale, combinando prodotti, servizi, tecnologia e strategie ambientali, per offrire soluzioni personalizzate capaci di garantire un miglioramento continuo dell’efficienza e delle prestazioni. È un progetto che offre anche al territorio nuove opportunità, creando nuovi posti di lavoro anche per figure professionali specializzate.

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PRINCIPI DI LOGISTICA SOSTENIBILE

Sostenere processi più efficienti è uno degli obiettivi della nuova struttura e uno dei passi necessari per evolvere verso una logistica sostenibile, che adotta misure per limitare l’impatto ambientale causato dall’energia utilizzata e dalle emissioni prodotte.

Il 70% del fabbisogno energetico dello stabilimento è prodotto da pannelli fotovoltaici

Le tecnologie che seguono il modello 4.0 favoriscono l’automazione dei processi di magazzino, ottimizzano i cicli operativi legati al primo miglio, e aiutano a controllare e quindi a ridurre, i fattori inquinanti, grazie alla razionalizzazione degli ingombri e dei trasporti.

Con il nuovo CENTRO LOGISTICO Fimap si occupa anche della gestione delle spedizioni per la rete e questo consente di efficientare i piani di carico, permettendo di trasportare il massimo quantitativo con il minimo dei veicoli, quindi diminuire sia le prese che il numero dei trasporti, con una conseguente riduzione della CO2 prodotta.

La struttura è sì automatizzata ma è stata progettata con una copertura di pannelli fotovoltaici che la rende quasi autosufficiente, arrivando a soddisfare il 70% del fabbisogno energetico dello stabilimento.

Riduzione CO2 grazie all’ottimizzazione del numero di spedizioni

CARBON FOOTPRINT SYSTEMATIC APPROACH
ISO 14067:2018 www.fimap.com
PERFORMANCE LINE: LA PRIMA GAMMA DI LAVASCIUGA PAVIMENTI ORIENTATA A ZERO EMISSIONI world

Una GESTIONE competente nel CLEANING

L’industria della pulizia professionale è alla perenne ricerca di riconoscimento, ma raramente si discute di cosa significhi effettivamente essere professionisti e raramente vengono fornite le indicazioni per una gestione competente delle pulizie

Per il raggiungimento di un servizio di pulizia efficace, “Professionalità” e “Gestione Competente” sono due concetti essenziali. Una professione è un impiego che richiede conoscenze specialistiche, scientifiche, preparazione accademica, addestramento formale o esperienza

disciplinata. La professionalità è caratterizzata dalla conformità a standard tecnici ed etici e dall’esercizio della professione. Storicamente, la professionalità era legata ad attività qualificate che influenzano la vita, la morte e la salvezza; le prime professioni riconosciute furono medicina, legge, forze armate e clero.

Coloro che svolgono attività e servizi essenziali per la difesa e il benessere degli altri esseri umani hanno un posto speciale nella società: gli addetti alle pulizie professionali fanno parte di questo gruppo. Nelle loro mani è riposta la salute, la sicurezza e il benessere delle persone che abitano un dato ambiente. Essi sono responsabili della

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salubre qualità ambientale nei luoghi in cui le persone trascorrono la stragrande maggioranza del tempo: case, uffici, scuole e strutture sanitarie solo per citarne alcuni. Chi esegue i processi di pulizia è a tutti gli effetti gestore e custode degli ambienti costruiti.

L’esercito americano insegna agli ufficiali che la professionalità può essere trovata in quattro parole: “essere”, “sapere”, “fare” e “avere”. Questi concetti si applicano anche alla professionalità nel settore delle pulizie.

L’”essere” della professionalità ha a che fare con l’impegno per una causa utile. Affinché la pulizia sia professionale ed efficace, deve esserci un impegno nei riguardi dello scopo e dei vantaggi della pulizia, in primo luogo la protezione della salute umana.

La componente “sapere” della professionalità enfatizza la conoscenza. Essa deve essere basata sulla scienza e sui fatti. Affinché la pulizia sia efficace, è necessario conoscere come avviene un processo di pulizia efficace.

La componente “fare” della professionalità richiede azione. Senza azione, non c’è mai un risultato.

La componente “avere” della professionalità ha a che fare con l’aspettativa di un risultato di successo. I professionisti delle pulizie riconoscono e comprendono il valore di ciò che fanno.

La professionalità nel campo dei servizi di pulizia può essere così riassunta:

■ L’impegno per creare una condizione sana: chi pulisce professionalmente tutela la salute e i materiali di pregio, e migliora la qualità della vita.

■ La capacità basata sulla conoscenza per fornire servizi e processi di pulizia specializzati: i professionisti delle pulizie comprendono i principi scientifici e gestionali su cui si basa il loro importante e prezioso lavoro.

■ L’erogazione di attività di pulizia efficaci ed essenziali per la salute: i professionisti delle pulizie devono sentirsi orgogliosi di svolgere questo importante lavoro.

L’AUTORE

Il dr. Michael A. Berry servì come ufficiale dell’esercito in Vietnam, nel 1967-1968. Dopo essere tornato alla vita civile, è entrato a far parte della US Environmental Protection Agency nel 1972. Per 24 anni è stato vice direttore del National Center for Environmental Assessment presso il Research Triangle Park, NC. Tra il 1986 e il 1991 Berry ha diretto il programma di ricerca sull’aria indoor dell’USEPA. Il Dr. Berry è riconosciuto a livello internazionale come esperto in materia di qualità ambientale interna. Dopo essersi ritirato dall’EPA nel 1998, ha tenuto diversi corsi di scienze ambientali e di gestione presso l’Università della Carolina del Nord. Ora in pensione, mantiene un interesse professionale per la gestione ambientale e la salute pubblica.

Ogni professione è identificata da un linguaggio, un insieme di definizioni, concetti e organizzazione univoci. Affinché la pulizia sia veramente un settore professionale, basato sulla scienza, riconosciuto dal governo, dalle organizzazioni sanitarie e da altre componenti critiche, il linguaggio della scienza e della gestione della pulizia deve essere pubblicato e parlato.

Definire il Pulito e la Pulizia

Chi eroga un servizio di pulizia professionale deve fin dall’inizio definire correttamente “pulito” e “pulizia”. Se l’attività o il servizio fornito non soddisfano entrambe le seguenti definizioni, non è pulizia.

Pulito è una condizione priva di sostanze indesiderate. La pulizia è il processo per raggiungere questa condizione. Più specificamente, la pulizia è

02/2022 | DIMENSIONE PULITO 29

ROFESSIONE

il processo sistematico di rimozione di materiale indesiderato in modo che le attività umane possano svolgersi in un ambiente sano.

Il

processo

sistematico di pulizia

Di seguito vengono descritte le caratteristiche di un processo di pulizia sistematico:

1. Comprendere l’ambiente, il sotto compartimento o l’oggetto da liberare dal materiale indesiderato.

2. Identificazione della materia indesiderata.

3. Separazione della materia indesiderata da un oggetto o ambiente.

4. Contenimento della materia indesiderata in modo che possa essere efficacemente rimossa.

5. Trasportare la materia indesiderata in un luogo adatto.

6. Corretto smaltimento della materia indesiderata.

Una pulizia efficace si verifica quando il processo di pulizia sistematico rimuove nella massima misura la materia indesiderata sotto forma di solidi, liquidi, gas o organismi viventi. Le sostanze

(materia) indesiderate hanno spesso il potenziale di causare effetti negativi. Una pulizia efficace crea condizioni salutari riducendo esposizioni e rischi. Una pulizia efficace è la forma più elementare di gestione ambientale.

Scienze della pulizia e gestione competente

La scienza è essenziale per la pulizia professionale. La pulizia può essere dimostrata come efficace solo nella misura in cui sappiamo come funziona il processo per rimuovere la materia indesiderata. Come un processo di pulizia sia efficace nell’applicazione della chimica e della fisica per la rimozione di materia indesiderata è compreso attraverso la scienza della pulizia. Il cleaning professionale richiede una gestione competente del processo di pulizia sistematico. La maggior parte dei principi di gestione insegnati nelle business school e utilizzati in tutto il mondo degli affari sono stati sviluppati, valutati e pubblicati da scienziati. Una corretta gestione consiste in un processo continuo e coordinato volto a prendere buone decisioni e apportare cambiamenti o miglioramenti. La

gestione è il processo di pianificazione, definizione di obiettivi, organizzazione, comunicazione e motivazione, raccolta di informazioni e valutazione delle prestazioni. Laddove la gestione è un processo, la leadership è la forza trainante del processo. I leader sono spesso, ma non necessariamente, individui carismatici, capaci di fornire visione e direzione al processo di gestione. Un programma di pulizia progettato e implementato professionalmente è quello che ottiene un risultato di pulizia efficace su base coerente o sostenuta attraverso l’applicazione di principi di gestione basati sulla qualità. Le componenti della gestione della qualità includono l’identificazione del processo, il miglioramento continuo, la gestione di fatto, la risoluzione strutturata dei problemi, la comunicazione efficace, la valorizzazione delle risorse umane, la misurazione delle prestazioni, gli strumenti e la tecnologia della qualità. L’applicazione di questi principi è indice di una gestione competente. Esempi di competenza nella gestione delle pulizie includono:

■ Una struttura di gestione definita contenente un obiettivo di pulizia completo e una copertura della pulizia pianificata, programmata e sistematica.

■ Una politica e una strategia di comunicazione.

■ Formazione mirata per il personale addetto.

■ Misurazioni dell’efficacia della pulizia.

■ L’uso di attrezzature e tecnologie testate e valutate per efficacia e sicurezza.

Struttura di gestione delle pulizie

La pulizia professionale si deve basare su un processo di pulizia e su una struttura di gestione ben definiti. L’efficacia di un sistema di pulizia risiede nella sua copertura completa, coordinata, programmata e sistematica della pulizia dell’edificio o dell’area da pulire. Ci sono molte differenze nell’efficacia

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della pulizia come risultato della progettazione della gestione e dell’implementazione del processo. Un sistema di pulizia efficace è progettato per mettere l’operatore in condizione di avere pieno successo su una base coerente. I sistemi efficaci studiati finora si evolvono attorno a un processo sistematico e programmato progettato per fornire una copertura completa e coordinata della rimozione di sporco dall’edificio. Nella pulizia istituzionale, questo tende a essere realizzato al meglio con un team coordinato in cui a ciascun membro viene assegnato uno speciale obiettivo di pulizia.

Comunicazione

La pulizia professionale enfatizza la comunicazione efficace tra coloro che effettuano le pulizie, i supervisori e i clienti.

Un programma di pulizia efficace richiede il possesso del necessario know how a tutti i livelli, dalla direzione ai supervisori fino all’addetto alle pulizie a livello operativo. Le conoscenze di pulizia professionale devono essere adeguatamente comunicate.

Le attività richiedono sempre più un’attenzione particolare alle barriere linguistiche e alla traduzione, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la formazione delle governanti. Uno dei compiti professionali più importanti è quello di comunicare i vantaggi della pulizia. I seguenti vantaggi devono essere continuamente sottolineati, in particolare per i clienti e per coloro che sono coinvolti nelle operazioni. La pulizia:

■ Consente l’igiene, interrompe la catena di trasmissione degli agenti infettivi e previene le malattie.

■ Garantisce spazi di vita e di lavoro sani.

■ Protegge i materiali e le attrezzature di valore e mantiene il valore della proprietà.

■ Incoraggia la topofilia, ovvero l’amore per il luogo.

■ Accentua l’estetica, promuove la dignità umana, invia messaggi di cura e infonde un senso di appartenenza.

■ Proietta un’immagine professionale e migliora la produttività umana.

■ Rappresenta una forma di assicurazione che previene le crisi e riduce

IL PROCESSO DI PULIZIA È

EFFICACE NELL’APPLICAZIONE DELLA CHIMICA E DELLA FISICA PER LA RIMOZIONE DI MATERIA INDESIDERATA

l’intera gamma di costi relativi a proprietà e immobili.

■ Gestisce i rifiuti e contribuisce alla protezione dell’ambiente e alla sostenibilità.

Formazione completa

Le persone incaricate di svolgere i processi di pulizia devono essere regolarmente formate, adeguatamente attrezzate, adeguatamente retribuite e apprezzate per il servizio vitale che svolgono. La forza lavoro delle pulizie cresce professionalmente se si identifica con un’attività di valore.

La formazione ad alto livello professionale crea un livello più elevato di autostima e prestazioni, aspetto importante anche perché gli operatori di questo settore troppo spesso mancano di un senso di autostima positiva per quanto riguarda il loro lavoro. L’avvi-

cendamento di personale è elevato in questo settore, in parte a causa della percezione negativa di questo lavoro. Questo aspetto rappresenta un fallimento gestionale: requisiti elevati per l’ingresso, equo compenso, formazione e un settore incentrato sulla scienza e il valore sono in grado di ridurre l’avvicendamento.

Poiché la tecnologia è in continua evoluzione, le informazioni nell’ambito tecnico e scientifico dell’educazione alla pulizia devono essere mantenute aggiornate. La formazione deve essere orientata alla professionalità, basata sulla scienza e incentrata sulla sicurezza. La formazione dovrebbe inoltre riguardare operazioni specifiche in una struttura, fornendo una chiara spiegazione di cosa sia la pulizia.

La sicurezza deve essere parte integrante del programma di formazione ed

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enfatizzata in tutto. La documentazione sulla sicurezza deve essere di facile lettura e comprensione, anche da parte di lavoratori che parlano un’altra lingua. Le informazioni sulla sicurezza per apparecchiature e forniture devono essere facilmente identificabili e accessibili.

Misure di efficacia della pulizia

Non si può gestire ciò che non si misura. Ogni processo di gestione efficace ha un obiettivo misurabile. L’efficacia della pulizia è misurata in termini di quantità di materiale indesiderato rimosso con la minor quantità di diseconomia. Ad esempio: polveri, funghi, batteri e aerosol (PM10) sono tutte sostanze misurabili. Il campionamento ambientale di polvere, funghi, batteri e aerosol (PM10) sono misure utili, se non essenziali, dell’efficacia della pulizia. Misure convenienti possono indicare l’efficacia nella rimozione della polvere dall’involucro dell’edificio, mentre una misura dell’efficacia della pulizia e dell’igiene nei bagni è la conta dei batteri aerobici riscontrata dopo la pulizia. Il campionamento e la misurazione rispondono alla domanda “Cosa succede quando pulisci?”

Le misurazioni della qualità dell’aria interna possono associare la pulizia all’effettiva qualità dell’aria contenuta in un ambiente. Studi precedenti hanno dimostrato chiaramente che programmi di pulizia efficaci hanno un’influenza positiva su questa misurazione. Gli studi hanno dimostrato che una pulizia efficace, se implementata in modo coerente, è conveniente e può portare a miglioramenti ambientali misurati dalla riduzione di particelle, composti organici volatili (VOC) e inquinanti biologici.

Il benchmarking e l’audit di conformità possono essere utilizzati periodicamente per verificare che il processo di gestione sia sulla buona strada e sia adeguatamente seguito e implementato. Se un sistema di gestione ad alte prestazioni viene implementato con successo, si può ragionevolmente presumere che il

livello di qualità ambientale desiderato venga raggiunto e mantenuto.

Test delle tecnologie di pulizia

La tecnologia di pulizia deve essere testata e valutata per la sicurezza e l’efficacia. Ad esempio, un aspirapolvere ben progettato e testato riduce lo sforzo e le lesioni alla schiena. Gli aspirapolvere testati tendono ad avere emissioni di particelle molto inferiori nelle zone di respirazione degli addetti alle pulizie rispetto alle macchine non testate. Un altro esempio: è possibile dimostrare che i secchi per mocio a due camere riducono la contaminazione incrociata dei biopatogeni separando l’acqua pulita dall’acqua di risciacquo. Questa semplice gestione dell’acqua garantisce livelli di igiene significativamente più elevati. Devono esistere dati sull’efficacia e sui test per tutti i prodotti chimici per la pulizia utilizzati. Molti prodotti chimici per la

pulizia in uso oggi non sono testati per l’efficacia e spesso non sono necessari per una pulizia efficace. Un sistema di pulizia efficiente utilizza la minor quantità di sostanze chimiche necessarie per una corretta pulizia; di conseguenza, c’è meno rischio di una significativa fuoriuscita o pericolo chimico.

Troppo spesso vengono fatte affermazioni infondate in merito alle caratteristiche dei prodotti per la pulizia ecologici. In assenza di test di prodotti o sistemi, queste affermazioni non possono essere convalidate e, senza test e documentazione scientifica, i prodotti e le tecnologie per la pulizia non possono essere valutati in termini di efficacia di pulizia o idoneità ambientale. I prodotti per la pulizia non testati di qualsiasi tipo dovrebbero quindi essere evitati dagli operatori professionisti.

Conclusioni

Professionalità e gestione competente sono i due pilastri di qualsiasi orga-

32 DIMENSIONE PULITO | 02/2022 P P

nizzazione di successo che, se perseguiti con vigore e senza compromessi dall’industria delle pulizie, permetteranno di ottenere un livello più elevato di riconoscimento e rispetto. L’obiettivo per il quale l’industria delle pulizie sia riconosciuta dal governo, dalle organizzazioni sanitarie e da altre componenti critiche come una professione fondamentale per la tutela e il

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La DISINFEZIONE aerea

Quando si parla di disinfezione aerea ci si riferisce ad apparecchiature che in assenza di persone vengono lasciate in una stanza per “sanificarla”. Dall’OMS questi sistemi vengono chiamati “No touch systems”

Isistemi che si propongono per la disinfezione aerea sono quelli dell’irraggiamento UV-C (raggi ultravioletti), della produzione di aerosol di Ozono o di Cloro generati “in situ” e aerosol di soluzioni di Perossido di Idrogeno (Acqua Ossigenata) in forma di aerosol o in forma di gas.

Per quanto riguarda la mera disinfezione dell’aria, questa, alla luce degli studi proposti nelle prime parti dell’articolo (Dimensione Pulito n.9 2021 e Dimensione Pulito n.1 2022), e nel caso non si sia tenuto conto dei ricambi d’aria indicati dall’OMS e dall’ISS, dovrebbe essere effettuata entro le 3-6

ore dopo o meglio immediatamente dopo che le persone hanno lasciato la stanza. “Quando le droplets con il virus sono ancora in maggioranza in sospensione nell’aria e poterle così colpire”. Dopo, come dimostrato dai vari studi su riportati, il pulviscolo con il virus ricade sulle superfici e si deposita. Solo le

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“droplets” molto piccole si disperdono nell’aria diluendosi. Quindi, la disinfezione aerea, se fatta postuma, con il sistema “No touch”, dovrebbe in effetti interessare principalmente le superfici sulle quali si è posato il virus. Un’irrorazione se non è tale da interessare anche le superfici, risulta poco utile. L’OMS raccomanda comunque sempre una disinfezione manuale delle superfici sulle quali non è certo che possa arrivare direttamente il Biocida prodotto dall’apparato “No touch”.

La disinfezione aerea può risultare anche inutile se la gestione degli ambienti in presenza è stata effettuata secondo le raccomandazioni dell’ISS e dell’OMS sui ricambi d’aria e se dopo l’uso, un ricambio completo dell’aria è stato possibile.

USO DEI RAGGI ULTRAVIOLETTI A ONDE CORTE UV-C

Si tratta di lampade UV che emettono radiazioni a 100-280 µm (alta frequenza) la cui efficacia per la disinfezione dell’aria e delle superfici è stata ampiamente dimostrata. Tuttavia, l’uso corretto del dispositivo e la conoscenza dei limiti del suo impiego ne hanno controllato la diffusione. Per questo mi sembra interessante richiamare una pubblicazione dell’autorevole American Chemical Society (ACS) del 6 Agosto 2020 dal titolo “Critical Review on Ultraviolet Disinfection System against Covid19. Outbreak: Applicability, Validation and Safety Considerations”, che riporta tra l’altro un centinaio di referenze sull’impiego dei raggi UV. Tale documento esamina le problematiche che questo sistema comporta.

In breve sintesi ne richiamiamo i punti più salienti. L’applicazione è limitata alla disinfezione dell’aria. Le lampade UV poste in una stanza sono in grado di disinfettare l’aria e non tutte le superfici. Le superfici, se irradiate correttamente, possono essere disinfettate, ma di fatto solo quelle che non sono in ombra e alla distanza compatibile con la potenza della lampada. Sono in ombra le maniglie delle porte, i braccioli o il retro delle sedie, il pavimento sotto le sedie e sotto i tavoli, i bordi dei tavoli o di altri oggetti e tutto quello che può essere stato toccato da un portatore di virus o dalle “droplets” che si sono depositate e che può essere oscurato o non raggiunto dal fascio diretto degli UV. Anche le superfici porose possono essere considerate in ombra, così come i tessuti di poltrone e divani, carte, legno sulle quali sono ricadute le piccole “droplets” con il virus. È proprio l’argomento delle “droplets” del respiro, della tosse o dello starnuto, il vero problema, come precedentemente messo in evidenza.

La sopravvivenza del virus sulle superfici è il vero aspetto della disinfezione ambientale. Non è certo possibile disinfettare il fiato, la tosse o lo starnuto del portatore dopo breve tempo dalla loro emissione. Questo vale per la disinfezione aerea in generale, anche fatta

con altri sistemi, oltre agli UV, che non possono essere utilizzati in presenza. Che questi sistemi non possono essere usati in presenza è messo in evidenza dall’ISS e dall’OMS, nonché da vari articoli come quello citato per gli UV. L’ISS in un documento del 20 Maggio 2021 (Rapporto Covid19 n° 25/2020 a pag. 24) fa presente che i raggi UV ad alta frequenza (lunghezza d’onda UV-C inferiori a 240 µm) producono Ozono e devono essere usati in assenza e i locali devono essere areati dopo l’utilizzo degli UV. Per la disinfezione aerea la pubblicazione dell’American Chemical Society mette in evidenza che anche la polvere nell’aria può essere “oscurante” per il virus dai raggi UV e propone l’uso di filtri HEPA per una depolverizzazione preventiva. La principale osservazione dell’uso di apparati UV fatta dall’ACS è che questi devono essere certificati da enti riconosciuti. “La lunghezza d’onda, la potenza erogata e le condizioni di distanza degli oggetti o la dimensione degli ambienti, devono essere dichiarati compatibili con l’installazione dell’apparato.” L’articolo dell’ACS indica alcuni possibili enti o istituzioni adatti alla certificazione dell’apparecchiatura.

La “Fake” è far credere che sia sufficiente accendere una lampada UV in una stanza per “sanificarla” completamente. Ritengo che i fabbricanti seri forniscano i dati corretti e le limitazioni che tale sistema ha.

LA DISINFEZIONE AEREA CON OZONO E CON GLI ALTRI OSSIDANTI

L’Ozono è la forma allotropica (modificata) dell’ossigeno come molecola. L’Ossigeno come molecola (O2) è quello presente nell’aria che respiriamo. È una molecola molto stabile formata da due

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S ANIFICAZIONE

atomi di Ossigeno legati insieme (O=O). L’Ozono invece è una molecola instabile formata da tre atomi di Ossigeno legati a triangolo.

Appena prodotta, questa molecola tende a rompersi per formare una molecola di Ossigeno (O2) e un atomo di Ossigeno come radicale libero (0·) estremamente reattivo, ma che a sua volta se non trova sostanze con cui reagire, reagisce con un altro radicale libero per formare O2 (aria). In seguito viene riportato uno studio sul decadimento dell’ozono molto importante per la determinazione della concentrazione attiva realmente necessaria.

La molecola di Ozono si produce sottoponendo l’Ossigeno che c’è nell’aria o l’Ossigeno in bombola a delle scariche elettriche, riproducendo quello che avviene in natura con i fulmini che producono l’Ozono che ritroviamo negli strati alti dell’atmosfera. Il radicale libero di Ossigeno (0·) è capace di ossidare (bruciare) le sostanze organiche, tra cui batteri e virus o comunque a danneggiarne la struttura. Altre sostanze sono in grado di produrre Ossigeno come radicale libero. Per la disinfezione ambientale sono utilizzati in particolare il Perossido di Idrogeno (H2O2 Acqua Ossigenata) e i Clorossidanti come l’Ipoclorito di Sodio ed il Dicloroisocianurato Sodico (BIOSPOT) che entrambi in acqua producono Acido Ipocloroso con formula HClO, che è la molecola reattiva. Questi prodotti, come l’Ozono, sono dei potenti ossidanti capaci di liberare Ossigeno come radicale libero e di bruciare (ossidare) le sostanze organiche, con il conseguente effetto Biocida. Come l’Ozono anche questi sono stati proposti per la disinfezione aerea. Per correttezza c’è da precisare che nel caso dei Clorossidanti anche il cloro presente nella molecola dell’Acido Ipocloroso è reattivo e forma con le sostanze organiche altri composti complessi, oltre che con i metalli che possono subire fenomeni di corrosione. Per questo, la produzione di Ipoclorito “in situ” e comunque l’aerosol di Ipo-

clorito viene ben poco utilizzato. Inoltre lasciano dei residui mentre l’Ozono e il Perossido non lasciano residui. Data la sua instabilità, l’Ozono non può essere conservato neanche in soluzione acquosa ed è prodotto per l’utilizzo sempre “in situ” al momento dell’uso. Mentre l’Acqua Ossigenata e i Clorossidanti, benché siano anch’essi poco stabili e si decompongono per la liberazione di Ossigeno come radicale libero, si possono conservare in soluzione. Così è per l’Acqua Ossigenata e l’Ipoclorito di Sodio o in forma solida per il Dicloroisocianurato. La liberazione dell’Ossigeno come radicale libero in tutti i composti ossidanti avviene (completamente) quando si diluiscono nell’acqua e incontrano sostanze organiche o sostanze con effetto riducente (desossidanti).

2019 “Etichettatura prodotti disinfettanti”. La stessa “nota” del documento del Ministero, con trascrizione anche del testo, viene richiamata anche dal Rapporto ISS Covid19 n° 56/2020 versione 23 Luglio 2020. In questo Rapporto viene altresì confermato che il trattamento ad Ozono (che viene prodotto “in situ” n.d.r.) e la sua immissione in commercio è consentita, così come la produzione di Ipoclorito di Sodio quando anch’esso è prodotto “in situ”, solo come “sanitizzante”. La “nota” in questione recita: “Tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione disinfettante sono classificabili come prodotti biocidi e sono posti in commercio solo dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione del Ministero della Salute o della Commissione Europea. Anche i prodotti che riportano l’indicazione del termine sanitizzante/sanificante si considerano rientranti nella definizione dei prodotti biocidi e pertanto sono sottoposti al relativo regime autorizzativo”. Mi viene una riflessione: anche se il politichese è una lingua molto difficile da capire, non vi sembra, cari lettori, che l’ISS sia in forte contraddizione?

Le condizioni d’uso A parte l’aspetto burocratico sul quale si può sorvolare, come del resto fanno le istituzioni, vediamo le condizioni di utilizzo dell’Ozono e come evitare che diventi una “Fake” nell’uso pratico di questo sistema se non si opera con “coscienza e conoscenza”.

LA DISINFEZIONE CON OZONO

Questo tema è trattato in due documenti dell’ISS. In entrambi i documenti si definisce il trattamento con Ozono come un trattamento ad azione “sanificante” e non deve vantare azione disinfettante (vedi pag. 18 del Rapporto ISS Covid19 n° 25/2020 aggiornato il 20 Maggio 2021).

Nello stesso documento si richiama una “nota” presente in un documento del Ministero della Salute del 22 Feb.

L’Ozono è un gas ed è ben noto che è un disinfettante battericida e virucida ad alta efficacia. Tuttavia, anche l’Ozono per essere efficace deve essere usato ad una certa concentrazione e con un certo tempo di contatto.

Questo è considerato dal coefficiente CT che è il prodotto della concentrazione di un Biocida nella soluzione (ppm) o nell’aria mg/m3 per il tempo di contatto in minuti.

Di fatto, è ben più difficile da produrre alla giusta concentrazione d’uso di una semplice diluzione come gli altri Biocidi.

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Il mercato offre macchine che producono Ozono gas da qualche grammo/ ora fino a 50-60 grammi ora. Vi sono molte pubblicazioni sull’effetto dell’Ozono sui microrganismi che riguardano la disinfezione dell’aria, molto rari per le superfici con i sistemi “No touch”. Né l’ISS, né l’OMS forniscono indicazioni sulle concentrazioni di Ozono e sui tempi di contatto che è necessario tenere per raggiungere l’effetto virucida del Covid-Sars2. Viene solo indicato che l’Umidità Relativa (RH) influenza notevolmente la capacità dell’Ozono di neutralizzare la carica virale. Nella letteratura scientifica si trovano studi sull’abbattimento con l’Ozono di vari virus. I dati dimostrano eguale o simile capacità disinfettante dell’ozono su vari virus con e senza “Envelope” come è il Corona. Quindi si possono estendere questi dati anche al Corona virus. Si trovano articoli sull’abbattimento con l’Ozono di cariche virali nell’aria. Pochi dati si riscontrano per uso del sistema ad Ozono di disinfezione delle superfici contaminate dal virus. Il problema è che l’utilizzo di macchine che producono Ozono non è possibile in presenza delle persone. Non si può utilizzare un attrezzo da passare sulle superfici che si devono disinfettare. Gli ozonatori possono essere installati in una stanza, accesi e dopo il tempo programmato per l’azione, è necessario deozonare completamente la stanza. Operazione questa che si effettua con dei “deozonatori” o con il ricambio completo dell’aria, aprendo le finestre. La letteratura riporta i dati di efficacia dell’Ozono mediante il coefficiente CT o TC che è il prodotto della concentrazione effettiva dell’Ozono nell’aria (C) in mg/m3, moltiplicato per il tempo di presenza di tale concentrazione nell’aria (T) espresso in minuti. Se si hanno 100 mg/m3 in azione per un’ora, il CT o TC è di 6000 (60 min x 100 mg/m3).

Ci sono diverse variabili di cui è necessario tenere conto per capacità di una certa macchina a produrre le concentrazioni effettive di ozono nell’aria ed in particolare l’effetto dell’umidità relativa (RH) della stanza durante il tempo di azione. Un RH del 40% rispetto ad un RH del 95%, come si vede nella tabella D, richiede un CT di 6 volte maggiore.

Tabella E. Efficienza dell’Ozono contro i virus in diverse condizioni ambientali. Disinfezione aerea

Herpes simplex virus 40 56 60 3360 97,89% 95 50 10 500 > 99.9%

Rhinovirus 40 56 60 3360 99% 95 50 10 500 > 99.9% Poliovirus 40 56 60 3360 >99% 95 50 10 500 > 99.9%

Vaccinia virus 95 50 10 500 > 99.9% Influenza virus 95 50 10 500 > 99.9% Murine coronavirus 95 50 10 500 > 99.9%

Tuttavia, RH alti del 95% disattivano più velocemente i radicali liberi prodotti dall’Ozono e la relativa capacità disinfettante rispetto a quello che si ha al 40% di RH.

Come si vede nell’esempio di seguito riportato, non è così semplice tarare la macchina per arrivare ai CT indicati nella letteratura per ottenere l’effetto virucida.

Un documento pubblicato alla 10th International Conference on Stored Product Protection 2010 (Mc Clurkin et Al. Half lifetime of Ozone as a function of air condition and mouvement) mostra uno studio molto accurato sulla disattivazione dell’Ozono nell’aria a varie temperature, umidità e movimento dell’aria.

Il tempo di dimezzamento (HLT - Half lifetime) è molto sensibile ai su indicati fattori. Per esempio, a 24°C con il 45% di RH si ha un HLT di 705 min. (12 ore). Con l’RH all’85% l’HLT è di 451 min. (7.30 ore), questo con l’aria perfettamente ferma. L’aria in movimento determina una diminuzione dell’HLT. Ipotizzando che la macchina che immette l’Ozono nella stanza lavori con una ventilazione di bassa potenza (100 m3/h), l’HLT diminuirebbe di ben 7 volte. Questo significherebbe che in queste condizioni le 12 ore diventerebbero 1,7 ore.

Fra le varie pubblicazioni che dimostrano l’efficacia del sistema di disinfezione con Ozono di una stanza per ottenere l’effetto virucida, riportiamo la

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VIRUS RH % O3 MG/M3 TEMPO MIN TC MG/M3 MIN
RIDUZIONE VIRALE

S ANIFICAZIONE

Tabella E presente nell’articolo di Angeles B. et Al. su Environmental Sci. Pollut. Res. Inst. del 2 Genn. 2021 che fornisce i valori di CT a varie situazioni di RH per la disattivazione di vari tipi di virus. È interessante fornire un esempio di come si può programmare una macchina per produrre i CT riportati nella letteratura. L’esempio riguarda una macchina che produce 10g/ora di Ozono. Supponiamo di utilizzare questa macchina in una stanza di 5x6x2,5H metri. Il volume è di 75 m3 Dopo un’ora la concentrazione totale prodotta di Ozono è di: 10 g :75 = 0,133 g/m3 = 133 mg/m3

Questi sono i mg presenti nella stanza di 75m3. Se si ferma la macchina e si lascia agire l’Ozono per esempio ancora per un’ora, il CT diventa 133x60 = 7.980 e a questo c’è da aggiungere il CT che si è generato durante la fase di produzione. Ogni minuto dei 60 dell’ora hanno lavorato concentrazioni progressive con CT diversi. Il primo minuto hanno lavorato 133/60 = 2,2 mg/m3, il secondo minuto 4,4 mg/m3 e poi così via. Si può calcolare che la somma dei CT in un’ora è di circa 3.700 mg/m3 min. Il CT che si otterrebbe con una macchina che ha prodotto 10 g in un’ora, con la stanza chiusa per un’al-

tra ora sarebbe 7.980 + 3.700 = 11.680 mg/m3 min. Tuttavia, in questo tempo l’Ozono si degrada ad una velocità che dipende dall’umidità relativa della stanza, dalla temperatura e specialmente dal movimento dell’aria. Da queste considerazioni si può concludere con una certa approssimazione che quella macchina che produce 10 g/ora in una stanza da 75 m3 con umidità relativa del 45%, temperatura di 24°C e una movimentazione dell’aria di 100 m3/ora, produce un CT di circa 11.680:2 = 5.840 mg/m3 min. Questo dato è da confrontare con i dati della letteratura per la disattivazione aerea (vedi Tabella E).

Per la disattivazione del virus secco sulle superfici si può fare riferimento ad uno studio riportato su “Engineering Review Tanaka 2009”, che dimostra inattivazione di vari virus essiccati su piastrine di vetro dentro un contenitore di 160 litri con un flusso di Ozono a 23-29°C di 40 mg/m3 e RH di 64-65% che lambiscono i campioni per 150 minuti. Il CT è 6.000 mg/m3 min.

Nel calcolo del CT come sopra riportato è da tenere conto oltre che della concentrazione e del tempo di “lavoro”, a regime, anche del fatto che gli ozonatori impiegano un certo tempo a produrre la concentrazione di “lavoro” in una stanza e che nel frattempo si ha un decadimento dell’Ozono in funzione dell’umidità relativa. Come si vede il calcolo dell’effettivo CT prodotto da una macchina è complesso. Il produttore deve fornire il dato del CT e non solo quello della produzione oraria. Il dato del CT deve essere fornito in funzione dell’umidità relativa (RH) che gioca un ruolo molto importante e della movimentazione dell’aria.

Per la disattivazione anche dei “fomiti” (oggetti contaminati dal virus) forse un CT di 8.000 mg/m3 min. per disinfezione con aria a 50% RH pare più opportuno. La macchina deve però essere programmata di conseguenza. Non si sono trovati nella letteratura, come invece si è visto per i raggi UV,

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L’OZONO È UN GAS DAL NOTO POTERE DISINFETTANTE, TUTTAVIA PER ESSERE EFFICACE DEVE ESSERE USATO AD UNA CERTA CONCENTRAZIONE E RISPETTANDO UN CERTO TEMPO DI CONTATTO

riscontri se si hanno abbattimenti della carica virale nelle superfici “in ombra” non raggiunte direttamente dal flusso dell’Ozono gas. Per questo, l’OMS nel documento del 15 May 2020 (WHO) Cleaning and Disinfection of environmental surfaces in the context COVID19 a pag. 3 mette ben in evidenza che qualunque sistema di disinfezione “no-touch” (disinfezione aerea senza toccare le superfici) non è in grado di raggiungere tutte le superfici e che una disinfezione e pulizia manuale delle stesse è assolutamente indispensabile. Credo che sia per queste complessità che il Ministero della Salute e l’ISS (nonché l’OMS), per il sistema ad Ozono, mostrano perplessità e lo additano addirittura come “Fake”. (vedi circolare del Ministero della Salute del 13/05/2020 sulle “Fake” del Covid-19).

IL PEROSSIDO DI IDROGENO

L’effetto disinfettante del Perossido di Idrogeno (Acqua Ossigenata) nei confronti del Covid-19 è richiamato sia dall’OMS che dell’ISS.

Per la disinfezione delle superfici, la concentrazione raccomandata è dello 0,5% pari a 5.000 ppm. Applicare sulla superficie e lasciare asciugare. Il tempo di contatto in queste condizioni è di 1,5-2,0 minuti. Le superfici devono essere visibilmente pulite.

La disinfezione aerea è effettuata da macchine che diffondono il Perossido di Idrogeno in forma di gas e macchine che invece producono un aerosol della soluzione di Perossido. Nella letteratura scientifica si trovano alcuni studi effettuati con il primo tipo di macchina. Questa scalda il Perossido di Idrogeno in soluzione a 120°C e manda nell’aria

chine che producono 1 l/ora di Perossido al 35% con Ioni argento per 1.000 m3 con tempo di contatto totale di 1 ora per andare a regime + 20 minuti. Il conteggio della concentrazione aerea che si raggiunge è di 350 mg/m3. Il CT in questo caso sarebbe circa 10.500 mg/m3 min. Queste macchine sono programmabili per produzioni e tempi di erogazione diversi.

Ci sono macchine che erogano 1.5 litri di soluzione in un’ora. Pari a 2 litri in 80 minuti.

Utilizzando una soluzione al 12% di Perossido puro, dall’accensione a 80 minuti (2 litri erogati), la concentrazione media nell’aria di Perossido puro si può calcolare di 120 g pari a 120.000mg che per un volume di 1.000 m3 rappresenta 120 mg/m3 erogati per 80 minuti. Questi danno un CT di 120x80 = 9.600 mg/mc min. questo sarebbe in linea con gli studi scientifici. Purtroppo, la carenza di studi sperimentali indipendenti, non fornisce certezze sulle concentrazioni e tempi di contatto. Soprattutto non si trovano riscontri sui CT come invece abbiamo visto con l’ozono.

In questi articoli non viene indicata l’Umidità Relativa che si suppone essere 50-60%.

Solo sistemi di ozonazione che tengono conto delle problematiche di cui sopra (CT, RH) e tempo a regime rendono questo sistema di disinfezione anti Covid-19 efficace, oltre quello di disinfettare con panno le superfici “in ombra”. Mettere un ozonatore in una stanza senza tenere conto di quanto sopra diventa una “Fake”.

Nell’aprile 2020 è stata pubblicata una norma UNI Europea la EN 17272 dal titolo “Metodo per la disinfezione ambientale mediante processi automatici”. La norma è valida per dimostrare l’efficacia di un sistema “no touch” nel disinfettare delle superfici ma non per l’aria e neppure per la verifica della disinfezione di “Dispositivi Medici”. Si può verificare l’effetto battericida, fungicida, virucida di superfici non porose.

il Perossido di Idrogeno in forma di gas. Vi sono macchine che lo producono sottovuoto. Questo si chiama sistema HPV (Hydrogen Peroxide Vapour). Mentre il sistema di produzione di un semplice aerosol si chiama sistema aHP. Per il sistema HPV i pochi articoli che si possono trovare danno disinfezione sulle superfici per i virus con concentrazioni e tempi di contatto (CT) abbastanza diversi. Uno studio (E. Tuladhar Journal of Hospital Infection Feb. 2012/80. Virucidal efficacy of Hydrogen Peroxide Vapour Disinfection) riporta disattivazione in un’ora con 127 ppm (circa 180 mg/m3) con un CT di 10.800 mg/m3 min. che mi sembra in linea con i dati dei fabbricanti. Ho visto che la documentazione tecnica di produttori di vaporizzatori indica mac-

Per questo, l’utilizzo del test UNI-EN 17272 risulta fondamentale per fornire indicazioni sull’efficacia disinfettante di un sistema macchina-prodotto, utilizzabile al fine della registrazione come PMC di un prodotto con Perossido di Idrogeno attivato con Ioni Argento. I prodotti a base di acqua ossigenata sono presenti sul mercato anche con la presenza di ioni argento in concentrazioni che vanno da 0,02 a 0,08%.

Gli ioni argento hanno la funzione di liberare più velocemente radicali liberi di Ossigeno (o di 0H·) ed accelerare i tempi di contatto di circa la metà. Purtroppo, non ci sono studi in parallelo. I dati sopra riportati riguardano il Perossido di Idrogeno attivato con ioni argento. ■

*L’articolo completo - “La disinfezione degli ambienti in tempo di pandemia. La bibliografia scientifica e quando l’incompetenza diventa Fake” - è stato suddiviso in quattro parti. La prima parte è stata pubblicata su Dimensione Pulito n.9 2021, la seconda parte, Il problema degli ambienti confinati, su Dimensione Pulito n.1 2022.

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Si fa PRESTO a dire VAPORE

Ci sono termini il cui significato nell’uso comune ci appare scontato, ma poi, dovendone dare una definizione, ecco che la cosa si complica e ci si rende conto che dietro quel termine si aprono interessanti orizzonti

Il vapore è uno stato della materia, esattamente si tratta di un aeriforme originato da un liquido per evaporazione o ebollizione o da un solido per sublimazione, [ad esempio la canfora o la naftalina anche se taluni sottolineano che a ben indagare il solido prima di evaporare passa in una fase liquida tanto breve da passare inosservata (NdA)] Il termine è generalmente usato per indicare un aeriforme che si trovi a una temperatura inferiore a quella critica. (vedremo più avanti cos’è la temperatura critica). Conoscerne i principi fisici diventa un utile bagaglio professionale soprattutto

oggi che la conoscenza è lo strumento per una disinfestazione consapevole sia del rispetto dell’ambiente sia che ogni scelta ha i suoi punti critici.

Ora esaminiamo con quali tipi di vapore ci potremmo trovare di fronte. Infatti, il vapore si può trovare in equilibrio con la fase liquidi, nel qual caso si dice vapore saturo e la pressione (tensione) del vapore dipende unicamente dalla temperatura.

Osserviamo ora cosa succede riscaldando un vapore saturo in presenza del suo liquido, senza però raggiungere o superare la temperatura critica, il liquido evapora progressivamente finché si ottiene un vapore saturo secco e ciò accade quando la fase liquida è totalmente scomparsa.

Riscaldando ulteriormente il vapore saturo secco, ma rimanendo sempre al di sotto della temperatura critica (per l’acqua pura o, quanto meno, demineralizzata è di poco inferiore ai 374°C) si ottiene il vapore surriscaldato

Sottolineo che dalle definizioni proposte (ricavate dalla Enciclopedia Generale DeAgostini) derivano i criteri di scelta del tipo di vapore che la nostra attrezzatura deve avere in funzione dell’obiettivo: pulizia, disinfestazione o disinfezione per arrivare, nelle autoclavi, alla sterilizzazione (ma valgono anche per i nostri ferri da stiro e pentole a pressione).

TEMPERATURA CRITICA

In chimica fisica si parla di temperatura critica quando, una volta superata, una sostanza non può più esistere allo stato liquido. Ad esempio l’acqua pura (H2O)

40 DIMENSIONE PULITO | 02/2022 A A PPROFONDIMENTO

non può esistere allo stato liquido ad una temperatura ≥ di 373,936°C (anche la pressione è una variabile che entra nel sistema, ma per quanto ci riguarda non la prendiamo in considerazione anche se nella sterilizzazione in autoclave ha una importanza fondamentale).

Un altro esempio che può chiarirci le idee è la temperatura critica dell’ossigeno che è pari a -118,55°C, ragion per cui in natura l’ossigeno è sempre un aeriforme gassoso. Ciò significa anche che l’ossigeno a 20°C anche se sottoposto a pressioni altissime non diventerà mai un liquido.

Proseguendo negli esempi l’ammoniaca (NH3) alle temperature ambientali è sempre un gas [quello che viene venduto come ammoniaca in realtà è idrato d’ammonio (NH₄OH)] mentre a 20°C a 8 atmosfere liquefa, questa caratteristica viene utilizzata in agricoltura per le concimazioni liquide azotate.

UTILIZZO PRATICO DEL VAPORE ACQUEO

Il vapore acqueo è quello stato dell’acqua quando viene portata a ebollizione e, come ho anticipato, ci possiamo trovare di fronte a un vapore saturo in equilibrio, un vapore saturo secco e a un vapore surriscaldato. Sottolineo che Il vapore acqueo è inodore, trasparente può condensarsi in goccioline e quindi film liquidi. Dal punto di vista della sicurezza, può essere ustionante e/o non essere compatibile con alcuni materiali e colori.

Prima di entrare nelle caratteristiche del vapore acqueo per chi volesse approfondire l’argomento consiglio di visitare chimica-online.it/download/temperatura-critica.htm da cui riporto il diagramma di stato dell’acqua; in esso è relativamente facile individuare la temperatura critica dell’acqua. La linea OB rappresenta la variazione della pressione di vapore dell’acqua con la temperatura; tale tratto di curva definisce i valori di temperatura e di pressione ai quali esiste un equilibrio del sistema liquido-vapore. Si nota che tale tratto di curva non si estende indefinitamente ma si interrompe alla temperatura di 374,1°C che rappresenta appunto la temperatura critica dell’acqua.

Premesso che in genere il vapore saturo secco si ottiene a temperature > a 140°C, esaminiamone gli aspetti positivi: lo “shock termico” elimina la maggior parte dei microrganismi con qualche riserva per alcune spore batteriche, uccide tutti gli artropodi presenti (ad es. acari e insetti in tutti gli stadi vitali) ed è in grado di “sciogliere” lo sporco rendendolo facilmente asportabile dalle superfici.

I punti critici a parte quelli anticipati delle ustioni e della compatibilità con i materiali è evidente che le temperature superiori a 140°C devono raggiungere le entità bersaglio ed essere mante-

nute per il tempo necessario; in effetti, a quelle temperature, la degenerazione proteica è piuttosto rapida (ma sottolineo che la temperatura del getto di vapore cala rapidamente). Inoltre lo sporco, una volta sciolto e disancorato, deve essere asportato e le superfici risultare asciutte altrimenti il rischio di bio-film incombe.

Il riportare alcuni aspetti necessari per il corretto uso del vapore non vuole in nessun modo essere un minus per l’utilizzo di questa preziosa tecnologia di pulizia/disinfestazione/disinfezione, ma solo sottolineare che ogni risorsa tecnica presuppone che sia utilizzata al meglio.■

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Profumi e PULIZIA a VAPORE

La pulizia a vapore è una tecnica in continua evoluzione all’interno del settore professionale, con trattamenti di sanificazione e disinfezione di nuova generazione: una tecnologia sempre più sotto i riflettori, il cui scopo ultimo è quello di sanificare grandi strutture e spazi comuni, cercando sempre più di abbinare una componente ‘profumante’

42 DIMENSIONE PULITO | 02/2022 T T ENDENZE

Una fragranza non è un singolo materiale dalle proprietà chiaramente definite, ma piuttosto una miscela di singole sostanze chimiche, ognuna delle quali si comporta secondo i propri attributi unici. Caratterizzare queste sostanze chimiche separatamente, e quindi combinare i loro effetti, consente di comprendere il comportamento della composizione completa della fragranza in diverse applicazioni. Le proprietà più importanti delle fragranze chimiche includono volatilità, polarità, attività superficiale e stabilità. In applicazione standard, sia il trasferimento di profumo che la sua successiva evaporazione sono processi di non equilibrio. È quindi importante considerare la dinamica di evaporazione e fattori come i coefficienti di trasferimento di massa e i coefficienti di diffusione. In linea generale i profumi non sopportano le alte temperature, vanno incontro ad una fisiologica riduzione della loro performance olfattiva fino a diventare impercettibili in alcune situazioni. Una problematica che si riscontra, ad esempio, in universi come le lavanderie professionali successivamente alla fase di manganatura per esempio: in questo caso le lenzuola risultano ‘quasi’ inodori se non in circostanze rare.

DISPOSITIVI PER RILASCI PROFUMATI

La pulizia a vapore a livello industriale si è avvicinata all’universo dei profumi nell’ultimo periodo, sia con la scelta di soluzioni prese dal mondo dell’home care domestico sia con studi e ricerche approfondite sull’argomento. Esistono numerosi dispositivi, collegabili o già predisposti, alle più moderne macchine per la pulizia a vapore che permettono il rilascio di piacevoli profumazioni durante la fase di cleaning. La scelta di profumazioni idonee è fondamentale: per prima cosa vanno evitate con attenzione le materie prime per essenze che sono più aggressive sui materiali plastici. In questa categoria rientrano per esempio, le frazioni terpeniche di numerosi oli essenziali, che vanno evitate con attenzione al fine di non creare problematiche di funziona-

mento del prodotto. Analogamente è importante la scelta dei solventi che accompagnerà la profumazione: è necessario evitare, ad esempio, soluzioni di natura glicolica che potrebbero provocare una diffusione di vapore non ottimale, con conseguenze sull’efficacia della cleaning phase. Inoltre sarebbe opportuna la scelta di soluzioni solventi con un’ottima capacità di evaporazione, che favoriscano l’evaporazione dei componenti principali responsabili della profumazione. Molto dibattuta è anche la possibilità di ‘pre-solubilizzare’ la quota fragranza all’interno di una dispersione acquosa: soluzione quest’ultima non adatta per tutti i dispositivi e per tutte le superfici. La scelta dei players del settore che vogliono investire nell’universo del ‘profumo’ abbinato alle steam machines deve essere regolata dai numerosi fattori sopra indicati. È fondamentale evitare le profumazioni con un tenore troppo elevato di fissativi e molecole pesanti, dal momento che la presenza di quest’ultime potrebbe causare problemi a livello della fase di asciugatura, causando aloni in corrispondenza della deposizione del vapore. Alle tempera-

ture di vaporizzazione l’attività di disinfezione legata all’olio essenziale svanirà gioco forza, lasciando spazio all’azione del vapore; ma la componente profumante sarà comunque presente per un tempo limitato, prima di lasciare spazio ai soli sentori di fondo.

UNA SCELTA FRAGRANCE FREE

Un’altra strategia seguita da numerose compagnie del settore professionale consiste nel pulire con vapore saturo secco, senza profumazioni di alcun genere. Questa scelta trova fondamento nelle problematiche che alcuni componenti delle profumazioni possono creare, soprattutto a livello di salute, ai clienti e fruitori delle aree industriali oggetto delle procedure di cleaning con vapore. Inoltre in alcuni ambiti particolari come per esempio i presidi ospedalieri oppure le strutture RSA, la presenza eventuale di profumazioni troppo importanti potrebbe causare problematiche a qualche paziente particolarmente sensibile. Anche in questo caso la situazione pandemica ha creato una sorta di terra di confine, una zona ‘grigia’ nella quale le due

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esigenze possono in qualche modo essere combinate. Infatti, in seguito alla richiesta di alcuni clienti dell’universo cleaning nei confronti di soluzioni disinfettanti che siano, almeno parzialmente, in grado di rilasciare un buon odore nell’ambiente si sono moltiplicate le proposte in tal senso. Un interessante compromesso in tal senso è quello costituito dagli oli essenziali, in modo particolare quelli caratterizzati da un’attività disinfettante presente in letteratura, con numerosi esempi virtuosi. Tra questi ultimi spiccano, senza dubbio, l’olio di eucalipto (Eucalyptus globulus), l’olio di limone oppure quello di menta piperita: in tutti i casi si tratta di soluzioni interessanti dal punto di vista olfattivo e decisamente premianti. La frazione odorifera dell’olio essenziale considerato è quella che trova la sua massima espressione nella fase vapore: per questo motivo il suo possibile utilizzo a livelli decimali all’interno delle soluzioni per il vapour cleaning può rappresentare un interessante punto di partenza per nuovi orizzonti di business.

ALLEATI ‘COSMETICI’ PER LE TECNOLOGIE DEL FUTURO

Da alcuni anni, con grande profitto, il mondo della detergenza professionale si è aperto verso altri ambiti, come quello alimentare e cosmetico. Settori da cui prendere ispirazione per affrontare nuove sfide e cogliere opportunità differenti: in quest’ottica si stanno sviluppando studi di ricerca atti a verificare il possibile impatto di nuove tecnologie sul mondo del professionale. Una sfida, come appurato precedentemente, è quella legata alla persistenza e all’efficacia del profumo quando esposto a temperature estreme molto elevate. Un valido alleato in questa situazione è quello rappresentato dalle ciclodestrine di ultima generazione. Le ciclodestrine sono oligosaccaridi ciclici aventi una struttura molecolare toroidale e sono in grado di formare non covalenti hostguest inclusion complex con varie molecole. Le ciclodestrine più comuni hanno

6, 7 e 8 unità di glucopiranosio nel ciclo e sono indicati rispettivamente come a-, b- e c-CD. La formazione e la stabilità dei complessi ciclodestrina guest inclusion dipendono da molti fattori come la corrispondenza dimensione/forma e le forze vincolanti tra la ciclodestrina ospite e le molecole e la sostanza chimica. Quando si formano i complessi,

di fragranze/aroma. Gli studi hanno dimostrato che le ciclodestrine sono molto efficaci per la stabilizzazione e il rilascio prolungato di fragranze nel tempo. Pertanto, l’incorporazione di fragranze in questi complessi all’interno di dispositivi per il loro rilascio sarebbe estremamente interessante, dal momento che si potrebbero avere

la cavità della ciclodestrina aiuta stabilizzare e proteggere le molecole ospiti e a controllarne e sostenerne la struttura. Le ciclodestrine sono molecole naturali, non tossiche e lentamente biodegradabili, e di conseguenza trovano impiego di utilizzo in vari settori. La stabilizzazione degli aromi/sapori alle alte temperature è una questione importante, poiché problemi significativi come brevi durate di conservazione possono verificarsi a causa dell’elevata volatilità di questi costituenti

fragranze con maggiore stabilità e persistenza nel tempo. In quest’ottica è interessante valutare futuribili applicazioni di questa tecnologia in abbinamento alla tradizionale pulizia a vapore, per permettere di raggiungere l’auspicato risultato di ottenere un ambiente non solo sanificato, ma anche profumato in maniera delicata ma percepibile, suscitando la piacevole reazione dei clienti finali, a livello dei reparti produttivi di importanti società o nei grandi spazi comuni. ■

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* L’efficacia dei prodotti della gamma Polti Vaporetto MV utilizzati con la spazzola Vaporflexi o con il Kit Polti Sani System per Polti Vaporetto MV è stata testata per l’ambito medicale in conformità alla norma AFNOR NF T72-110 – marzo 2019 dimostrando effetto disinfettante battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida. **Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti) IL NOSTRO VAPORE DISINFETTA I TUOI AMBIENTI E TUTTE LE SUPERFICI MV 60.20 MV 40.20 MV 20.20 MV 10.20 CHECK PRO EXPRESS BUSINESS DISINFEZIONE.POLTI.IT I prodotti Polti Sani System e Polti Vaporetto MV* sono dei Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) conformi alla norma AFNOR NF T72-110 - ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida - incluso il virus SARS-CoV-2. EFFICACE Elimina fino al 99,999%** di microrganismi in pochi secondi. RISPETTOSO Il segreto dei DDV (Dispositivi di Disinfezione a Vapore) Polti è la forza naturale del nostro vapore. TUTTE LE SUPERFICI Il vapore Polti è ideale su tutte le superfici, avvolge gli ambienti disinfettando istantaneamente e senza lasciare aloni. SEMPRE PRONTO I DDV (Dispositivi di Disinfezione a Vapore) Polti possono essere usati più volte al giorno, anche in presenza di persone e animali. Disinfezione senza contatto Disinfezione a contatto

La forza del VAPORE

Quando parliamo di pulizia professionale tramite il vapore, ci riferiamo a sistemi in grado di generare vapore con determinate caratteristiche in base all’ambiente e al livello di pulizia necessario

In ambito professionale è possibile trovare diversi tipi di sporco e microorganismi che devono essere affrontati con macchine equipaggiate allo scopo di rimuovere sporcizia e agenti patogeni per raggiungere i risultati richiesti. In ogni caso, la costruzione delle macchina a vapore in ambito professionale dovrà tenere conto degli ambienti in cui andrà a operare – dai piccoli ambienti, per esempio un negozio, fino a grandi ambienti industriali – per cui dovranno essere fatte scelte specifiche in tema di materiali più resistenti, ruote adeguate alle superfici di percorrenza, strutture più robuste per tenere conto del maggior numero di ore di impiego giornaliero della macchina stessa. La generazione del vapore è chiaramente identica sia per macchine a uso domestico sia per quelle professionali, i parametri che possono variare indirizzando la macchina verso un’applicazione piuttosto che un’altra, sono la quantità di vapore, le potenze in gioco, da pochi W fino a diversi kW.

“La temperatura del vapore all’ugello di emissione, qualora il vapore stesso non venga riscaldato, è sempre di 100°C indipendentemente dalla potenza della macchina – precisa Stefano Cappi, Patents & Product Compliance Manager Polti S.p.A. Nel campo della disinfezione professionale, nei Dispositivi di

Disinfezione a Vapore (DDV) di Polti il vapore viene surriscaldato, quindi dalla caldaia viene generato il vapore saturo secco che passa attraverso un condotto che arriva a un manipolo, dove viene di nuovo riscaldato, a una temperatura che può arrivare fino a 180°C. Questo vapore, grazie alla tecnologia brevettata, esce lentamente sottoforma di nuvola che avvolge la superficie fino ad abbattere batteri o virus

ove presenti. In questo caso, l’azione del vapore è disinfettante.”

A tal proposito, Stefano Polti, Responsabile della divisione professionale Polti S.p.A. fa una precisazione: “sanitizzare o sanificare significa rendere ‘sano’ un ambiente e ciò lo si può fare anche migliorando la qualità dell’aria o rendendo un locale insonorizzato. Con la presenza del Covid è diventata predominante l’esigenza di sanitizzare disinfettando perché il virus deve essere eliminato. Per evitare fraintendimenti, in Polti si parla di ‘igienizzare’ nel momento in cui si rimuove lo sporco con il vapore, mentre si usa il verbo ‘disinfettare’ con il vapore nel momento in cui si compie un’azione disinfettante equiparabile a quella che si potrebbe fare con candeggina, cloro ecc.”

Dei Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) fa parte la linea professionale Polti Sani System, Polti Vaporetto MV e i modelli per ambito domestico Polti

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Stefano Polti, Responsabile della divisione professionale Polti S.p.A.

Vaporetto Pro tutti conformi alla norma francese AFNOR NF T72-110 – ambito medicale, per il loro effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida, incluso il virus Sars-CoV-2 responsabile del Covid-19. I test sono stati eseguiti da diversi laboratori in conformità alla norma francese AFNOR NF T-72 110, l’unica attualmente disponibile a livello internazionale per verificare l’efficacia disinfettante dei DDV. Considerando tutti i possibili scenari d’uso, Polti ha scelto di eseguire il test più sfidante, ovvero quello in ambito medicale, dove le condizioni di analisi e i parametri da raggiungere sono i più rigorosi. I risultati sono stati ottimi, conformi alla norma, che qualifica i prodotti come DDV, Dispositivi di Disinfezione a Vapore. Questo riconoscimento dimostra che la disinfezione con i prodotti Polti individuati come DDV è efficace ad ampio spettro su batteri, funghi, lieviti, spore, germi e virus, anche contro il Virus SARSCoV-2, causa della malattia Covid-19. Una tipologia di disinfezione dalle caratteristiche ottimali perché conseguita rispettando l’ambiente, in modo naturale, utilizzando semplice acqua e calore senza utilizzo di sostanze tossiche.

“Dalle nostre sperimentazioni eseguite durante tutto il periodo di pandemia, secondo la norma AFNOR NF T-72 110 – aggiunge Stefano Cappi – abbiamo verificato sulla base della distinzione tra ‘disinfezione a contatto’ e ‘disinfezione senza contatto’ introdotta dalla norma stessa, che un panno ben costruito e una buona distribuzione del vapore sotto il panno e la corretta velocità di passaggio sulle superfici permette di ottenere una disinfezione anche con 100°C. Per esempio, con una velocità di passata di 10 cm/s e un panno adeguatamente strutturato siamo in grado di fare disinfezione a contatto con gli svantaggi derivanti dal contatto stesso, per esempio la cross-infection, o l’impossibilità di raggiungere ogni parte di superfici complesse che non siano piane. Con la ‘disinfezione senza contatto’ un ugello che genera vapore a 100°C in uscita già a 4 cm dalla superficie la temperatura crolla drasticamente rendendo così inefficace l’azione disinfettante. Polti Sani System è nato proprio con l’intento di impiegare il vapore in uscita a temperature fino a 180°C per la disinfezione di superfici anche di forme complesse ‘senza contatto’.”

Aggiunge Stefano Polti: “Sani System è un brevetto Polti che risale al 2006 alla cui base c’è il processo di Vapore Saturo Secco Surriscaldato, che prevede sia il surriscaldamento del vapore saturo secco a 100°C prodotto dalla caldaia sia la diminuzione della sua velocità di erogazione. Questo sistema è nato in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia dall’esigenza di disinfezione dei riuniti odontoiatrici contro gli agenti patogeni che si depositano sulle superfici viaggiando attraverso particelle di aerosol che si sprigionano durante le operazioni dentistiche.”

I VANTAGGI DEL VAPORE IN AMBITO SANITARIO E CIVILE

Il vapore è un alleato potente per la pulizia e la disinfezione, ma anche il grande vantaggio di essere naturale: permette infatti di disinfettare anche in presenza di persone e animali perché privo di sostanze tossiche, così come comprovato anche dalla recente attribuzione del marchio SIMA Verified, Società Italiana di Medicina Ambientale che ha validato

scientificamente i DDV Polti che funzionano con la semplice acqua del rubinetto. Polti Sani System è stata concepita per proteggere il lavoro degli operatori e dei clienti: una gamma completa di apparecchi brevettati sviluppati in collaborazione con la Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia, che erogano una nuvola avvolgente, secca e potente di vapore surriscaldato fino alla temperatura di 180°C, che consente di disinfettare in tutta sicurezza e rapidità. L’erogazione avviene senza contatto con le superfici e non richiede l’asciugatura con altri strumenti, prevenendo la cosiddetta cross-infection. Inoltre, la disinfezione può essere ripetuta più volte durante la giornata. Adatto a tutte le superfici - compresi i tessuti, come materassi o camici, e oggetti – il vapore agisce in pochi secondi e arriva ovunque, anche sui materiali a geometria complessa.

La gamma Polti Vaporetto MV è dedicata invece a chi, oltre a voler disinfettare i pavimenti con l’utilizzo della spazzola Vaporflexi, vuole anche pulire e igienizzare diverse superfici: i modelli Polti Vaporetto MV, oltre ad essere dei DDV sono dei potenti pulitori a vapore multifunzione dotati di aspirapolvere integrato. I modelli, grazie all’ampia disponibilità di accessori opzionali, possono essere ritagliati su misura delle esigenze di chi li utilizza. ■

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Oggi sul MERCATO

Tecnologia, ricerca, sviluppo: la pulizia a vapore

SISTEMA PROFESSIONALE COMPATTO E LEGGERO

Phoenix è un pulitore a vapore professionale con caldaia in acciaio inox AISI 316 proposto da BM2. Si tratta di una macchina leggera, compatta, facile da trasportare ma dalle alte prestazioni professionali. Semplice nella preparazione e nell’utilizzo grazie all’interfaccia utente e al pratico rubinetto posto sul frontale della macchina che permette un’erogazione di vapore controllata e la regolazione della portata del vapore. La pressione nominale fino a 11 bar e la temperatura vapore di 190°C consentono una produzione di vapore a flusso continuo con sistema riempimento automatico per possibilità di lavoro 24h no stop. La regolazione del vapore è progressiva ed effettuabile a bordo macchina. La macchina produce vapore secco, saturo e di qualità ed è in grado di mantenere una pressione di utilizzo stabile. Phoenix è ideale per la pulizia con vapore di macchinari, frigoriferi, forni, pavimenti, finestre, piani di lavoro, ambienti professionali e officine.

BIEMMEDUE SPA

www.biemmedue.com

“I nostri pulitori a vapore – spiega Mauro Berardi, Sales Manager di BM2 - oltre a rimuovere lo sporco più ostinato in modo rapido e semplice, contribuiscono efficacemente a  eliminare acari, germi e  batteri, assicurando  un efficace livello di pulizia in tutti gli ambienti domestici e professionali. La sanificazione tramite vapore secco saturo,  costituita da  un getto di vapore a temperatura elevata (180 gradi in caldaia) è un valido presidio soprattutto nelle nostre case: i nostri clienti ne hanno ravvisato le  ottime  caratteristiche e la facilità di utilizzo. Il vapore ha anche l’ulteriore vantaggio di non contribuire a sensibilizzazioni e/o allergie. L’abbinamento a un’ampia gamma di ‘tools’ specifici, ne massimizzano il risultato: Mop a vapore, panni speciali in microfibra, tergivetro , spazzole, spazzolini ecc. In questo particolare periodo storico la necessità di risparmiare acqua, minimizzare l’utilizzo della chimica, razionalizzare l’uso dell’energia elettrica e nel contempo creare ambienti ‘sicuri’ da virus e batteri, stanno decretando una maggiore penetrazione del mercato di tali macchinari.

GHIBLI & WIRBEL SPA

www.ghibliwirbel.com

RISPOSTA CONCRETA PER LA SANITIZZAZIONE

I generatori di vapore Ghibli & Wirbel rappresentano la risposta concreta alle esigenze di pulizia professionale e sanificazione in modo rapido e sicuro. S-Team 6 V, con una produzione di vapore secco a 165°C, una pressione di esercizio di 6 bar e il potente motore aspirazione da 1150 W, è il pulitore a vapore in grado di garantire eccellenti risultati di pulizia e asciugatura. Per contrastare lo sporco più ostinato è possibile attivare la Funzione Detergente, che sfrutta la potenza del vapore e l’azione della soluzione detergente. Robusto e resistente grazie alla struttura in acciaio inox ed estremamente manovrabile grazie al carrello dotato di maniglia ergonomica e di pratico cestino porta oggetti, S-Team 6 V è l’ideale per operare in ambiti Ho.Re.Ca, sanità, trasporti ed enti pubblici.

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ON v APORE a cura di Fabio Chiavieri
Mauro Berardi, Sales Manager di BM2

EFFICACIA,

VERSATILITÀ

E  DURATA NEL TEMPO

Cimel S.r.l. turbolava è dal 1978 fabbrica delle macchine per la pulizia professionale. Negli anni ci siamo specializzati nella produzione di apparecchiature semplici per l’uso quotidiano anche da parte di personale non specializzato, sono robuste e molto efficaci per garantire una reale pulizia di fondo in tutti gli ambienti, garantiscono tempi di pulizia veloci con un risultati sorprendenti e duraturi, i generatori di vapore per la pulizia professionale Vapornet - con potenza da 2,8 a 3,4 kW fino a 230 V e da 4,5 a 18 kW fino a 380 V - sono macchine interamente in acciaio inox, compatte, robustissime ed efficaci; emettono vapore saturo fino a partire da 175°C e 10 bar di pressione, con ridotto contenuto di umidità. In un attimo, puliscono, sgrassano e igienizzano, per un uso versatile su tutte le superfici verticali e orizzontali, oltre che su attrezzature, cucine, macchinari, servizi igienici, ecc., senza spargere acqua intorno. Negli alberghi sono efficaci con il calore ad alta temperatura contro le cimici dei letti, oltre che per pulire e disinfettare moquette e altre superfici tessili.

PICCOLA CON LA FORZA DI UN GIGANTE

PC di Steam Italy è unica nella sua categoria. Ha prestazioni da macchine industriali, ovvero 9 bar e 180°C “in caldaia”, fondamentale quando si parla di vero vapore saturo secco (umidità < al 5%). In termini pratici, esercita una resa “industriale” anche in ambienti piccoli (uffici, camere, cucine ecc.). PC ha inoltre superato 2 importanti test: Virucida secondo standard EN 16615 e la conformità HACCP per l’uso in ambito alimentare.

CIMEL SRL www.cimel.com

“Utilizzando vapore saturo con una minima presenza di microgocce d’acqua (4/5%) i nostri generatoriafferma Alberto Taravella presidente e General Manager di Cimel - emettono vapore con temperatura fino a 180°C e pressione da 6 a 10 bar; con o senza aspirazione e con iniezione di detergente ove si voglia potenziare l’azione del vapore, sono preziosi per la pulizia di fondo e la sanificazione delle superfici nei più disparati ambienti dove non si possa bagnare troppo le superfici. Utilizzando l’azione pulente e sgrassante del vapore e se necessario con l’adeguata azione meccanica di accessori specifici se indispensabile con l’aiuto di detergente veicolati a caldo, puliscono, sgrassano disinfettano tutte le superfici verticali e orizzontali, macchinari, piani di lavoro utensili arredi, in diversi settori come: Ho.re.ca, aziende meccaniche, automobili e trasporto pubblico, negozi di commercio al minuto, industrie alimentari, ambienti sanitari - dove uccidono con calore in supporto ai disinfettanti batteri e virus coronavirus, escherichia coli, salmonella Sars H1n1, riducendo i rischi di contaminazioni incrociate.”

“Il vapore – sottolinea Stefano Fornoni, Sales Account di Steam Italy – presenta innumerevoli vantaggi, soprattutto a certi standard di resa. È tornato in voga nel 2020 quando si cercavano soluzioni alternative ai disinfettanti chimici e all’ozono, vista la confusione e i dubbi sul loro impatto su superfici e operatori. Per certi aspetti è una manna, permette di ‘igienizzare con un bicchiere d’acqua’ nel vero senso del termine. Senza contare che raggiunge superfici impegnative (pensate ai filtri dei condizionatori, o ai tessuti). I clienti che hanno inserito nelle loro procedure di pulizia l’utilizzo della macchina a vapore saturo secco hanno notato la differenza tra macchinari hobbistici ed altri professionali ma hanno più di tutto apprezzato la formazione offerta ed il supporto h24 grazie alla nostra APP dedicata. La formazione è importante per l’uso corretto degli accessori che completano ogni macchina e sono specifici per tipo di operazione.”

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STEAM ITALY SRL www.steamitaly.it Alberto Taravella presidente e General Manager di Cimel Stefano Fornoni, Sales Account di Steam Italy

LAVORWASH SPA www.lavor.com

RISCOPRIRE IL VAPORE COME ELEMENTO PULENTE

“Durante tutto il 2020 e per buona parte del 2021, - racconta Dante Rossetti, responsabile marketing Lavorwash - il mondo della pulizia ha riscoperto il vapore, il sistema più efficace ed efficiente per pulire a fondo e sanificare.

Per l’igienizzazione delle superfici vengono spesso impiegati disinfettanti e detergenti chimici: in specifici casi, però, questi prodotti, oltre ad essere inquinanti, possono rivelarsi tossici per chi li usa.

Per questo si è sempre più diffuso l’utilizzo dei generatori di vapore dove, mi piace ricordarlo, l’elemento pulente è proprio il vapore, capace di sgrassare e igienizzare tutte le superfici resistenti all’acqua e alle temperature elevate, in poco tempo, con poco sforzo e senza l’utilizzo intensivo di prodotti chimici.

In questo modo grazie all’alta temperatura si conferisce ai generatori di vapore professionali il potere di sanificare. Sotto ai 140°C, infatti, non è possibile parlare di sanificazione. Questa è la ragione primaria per cui si acquista e utilizza un generatore di vapore in ambito professionale; i feedback avuti dai ns clienti in questi mesi confermano la validità di questa procedura e la sua efficacia.

Ricordo, inoltre, come il vapore aggredisce i patogeni senza corrodere o rovinare i materiali che compongono le superfici di lavoro, altra caratteristica molto apprezzata in fase operativa. Ultima, ma non meno importante caratteristica dei generatori di vapore, è quella di poter operare senza problemi anche in spazi chiusi, sia perché produce residui d’acqua molto ridotti –offrendo un risparmio idrico del 90% - sia perché molti modelli sono dotati di sistemi aspiranti che rimuovono direttamente ogni residuo di liquido rimasto al termine della fase di pulizia. È il caso del nostro GV EGON VAC 4.1 PLUS.

In definitiva, i vantaggi ottenibili dalla pulizia con un generatore di vapore sono molteplici: risparmio di fatica e tempo, ridotti consumi di acqua e detergenti, garantendo quel livello di pulizia e sanificazione che per un ambiente sanitario è imprescindibile.”

TECNOVAP SRL www.tecnovap.it

IN PRIMA LINEA CONTRO IL CORONAVIRUS

Tecnovap è da sempre impegnata sul fronte della sanificazione, per il settore sanitario, Horeca, industria meccanica e alimentare. Ecco le sue soluzioni per combattere il Covid-19.

In un momento storico così difficile, Tecnovap mette a disposizione la sua gamma di generatori specifici per la sanificazione a vapore che, grazie al vapore saturo secco generato ad alta temperatura (180°C), garantiscono l’eliminazione di batteri, virus e muffe da ogni superficie.

Oggi i generatori di vapore Tecnovap trovano applicazione sul campo, nelle mani di operatori specializzati, nelle sanificazioni ambientali, dando il loro contributo alla lotta contro il micidiale e invisibile virus Sars CoV-2. Per questo scopo, Tecnovap ha progettato e realizzato Evo Sanitizer, uno speciale generatore di vapore per la pulizia, disinfezione, sanitizzazione di tutte le superfici. Il sanificante, propriamente diluito nel flacone del nebulizzatore, viene trasportato tramite sistema venturi dalle microparticelle di vapore secco su tutte le superfici da trattare, garantendo una rapida e sicura disinfezione degli ambienti.

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F FOCUS ON v APORE
Dante Rossetti, responsabile marketing Lavorwash

Proprietà fisiche

Il vapore è uno stato fisico della materia, definibile come stato aeriforme a temperatura inferiore alla propria temperatura critica. Nel linguaggio comune, vapore è utilizzato come sinonimo di vapore acqueo, anche detto vapore d’acqua a cura di Cristina Cardinali

Dal punto di vista fisico gas e vapore si distinguono perché il gas non può in alcun modo essere condensato (cioè ridotto allo stato liquido) se non dopo essere stato portato a temperatura inferiore a quella critica. Ad esempio l’aria può essere compressa sino a migliaia di atmosfere di pressione rimanendo gas; per renderla liquida è necessario che la sua temperatura sia minore di circa -150°C.

Un vapore può trovarsi in equilibrio con la fase liquida (ossia alla temperatura di ebollizione della sostanza alle condizioni di pressione date): si parla in tal caso di vapore saturo. Se la temperatura del vapore è superiore a quella di ebollizione, si parla di vapore surriscaldato. Il vapore acqueo è acqua allo stato aeriforme.

■ Non ha un volume proprio;

■ Non ha una forma propria;

■ Occupa tutto lo spazio disponibile ed è comprimibile;

■ Non ha un colore e un odore;

■ Aumenta con la temperatura.

Il vapore acqueo è il vapore di gran lunga più diffuso in natura e più usato nelle applicazioni pratiche. Di grande utilità per i calcoli connessi agli impieghi tecnici del v. acqueo è il diagramma di Mollier, di cui la fig.2 rappresenta la regione più significativa dal punto di vista applicativo. In ascisse è l’entropia specifica s (cioè riferita all’unità di massa del fluido), in ordinata l’entalpia

Fig. 1

specifica h; pertanto le trasformazioni isoentalpiche sono rappresentate da linee orizzontali, quelle adiabatiche da linee verticali. Sul diagramma di Mollier sono tracciate:

a) le curve limite del v. e del liquido, che si congiungono nel punto critico P (cui corrispondono una temperatura di 375°C e una pressione di 22,1 MPa);

b) le curve isobare a, che sono rettilinee nella zona del diagramma all’interno delle curve limite (cioè là dove coesistono liquido e v.), mentre nel campo del v. surriscaldato presentano andamento esponenziale con inclinazione progressivamente crescente;

c) le curve isoterme b, che sono rettilinee e coincidenti con le corrispondenti isobare nella zona in cui, coesistendo liquido e v., il sistema è monovariante, mentre nel campo del

Fig. 2

v. surriscaldato sono linee con inclinazione molto minore delle isobare; d) le curve a titolo in v. costante c, che nella zona del diagramma all’interno delle curve limite intersecano le isobare dividendole in parti proporzionali al valore del titolo, in quanto questo varia in relazione alla quantità di calore somministrata e, quindi, alla variazione di entropia. Sul diagramma di Mollier sono talvolta tracciate anche le curve isocore, che sono rette con inclinazione maggiore delle isobare. Il diagramma di Mollier per il vapore acqueo consente, pertanto, di determinare entalpia ed entropia di 1 kg di fluido, noti che siano pressione, temperatura e titolo; in tal modo è possibile calcolare le variazioni entalpiche ed entropiche connesse a trasformazioni che intervengono in numerosi problemi di termodinamica e di meccanica dei fluidi. ■

F FOCUS ON v APORE

L’arte di parlare in PUBBLICO La vera storia

Per questo numero abbiamo pensato di regalarvi un contributo divertente sull’importanza dell’arte di parlare in pubblico. Una storia a cui teniamo molto, alla quale ci siamo ispirati molte volte dovendo, come si dice in gergo, “calcare le scene”.

Ci siamo spesso domandati quale storia potrebbe essere stata all’origine di questo difficile mestiere ovvero quello di sedurre le platee per lavoro, per diletto o per semplice necessità. Probabilmente risalendo all’origine dell’arte di parlare in pubblico sarebbe stato possibile decodificare i punti essenziali che la caratterizzano: aveva senso una ricerca del genere? Chi può dirlo… In ogni caso eccola qua.

C’era una volta, “un re!”, diranno i miei piccoli lettori …. ma no! Non cominciamo così.

C’era invece un villaggio preistorico in cui, come tutti gli anni, si era soliti festeggiare l’anno trascorso con una grande festa attorno a un fuoco immenso. Ma quell’anno la ricorrenza era particolarmente ricca di significato. Il nuovo e potente capo, che aveva preso da poco il comando, voleva riunire tutti gli ominidi per sconvolgere le loro primate menti con un discorso pieno di saggezza e di orgoglio, motivo di riflessione per l’anno e le generazioni future. Le donne, nei loro abiti leopardati, avevano organizzato tutte le attività collaterali alla festa e i giovani si erano impegnati a fare una grande pubblicità dell’evento anche nei villaggi

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Fabrizio Pirovano Marco Monti
Parlare in pubblico è un mestiere da imparare bene e saper raccontare storie è parte di questa abilità. Il metodo chiave per riuscire a farlo è coinvolgere e comunicare nel modo corretto

vicini, affiggendo stele di granito sugli alberi delle vie di maggior passaggio che a tratti erano state chiuse per consentire la rimozione delle piante che non avevano retto il peso di tale affissione. Per dare ulteriore risonanza a un evento così importante pare anche che un ragazzo pieno di iniziativa avesse sviluppato un modello primordiale di volantinaggio che avveniva attraverso il lancio del documento sulla folla, con un gesto simile a quello dei contadini al tempo delle semina, causando però un paio di morti e diversi contusi. Il processo organizzativo aveva richiesto diverse settimane. L’attesa del discorso del capo la notte della festa gonfiava di emozione il cuore di tutti, tanto che all’avvicinarsi del fatidico momento si verificarono fenomeni di delirio collettivo alcune donne si erano messe a urlare come in preda a un demone e gli uomini, nel cercare di

sedarle, non si erano lasciati scappare l’occasione per tentare improbabili approcci di accoppiamento. Era scoppiato un grande casino. Finalmente si stava avvicinando il momento del discorso e l’operosità delle settimane precedenti si placava. Migliaia di uomini e donne rispondevano al richiamo del grande capo il cui verbo era saggezza; provenienti da ogni parte della regione a piedi o a dorso di gnu si preparavano spiritualmente a bere le sue parole come se fosse fresca acqua vitale. I bambini piccoli erano stati lasciati a casa con la lupa-sitter.

Il fuoco al centro rimandava, oltre al tepore, una luce mistica sul palco appositamente costruito molto alto per favorire la visione del grande maestro da ogni prospettiva.

Il mare di folla si accalcava freneticamente vicino al palco come un insieme

di formichine operose in attesa di essere calpestate da un piede gigante. Era tutto pronto. Il pubblico pendeva silenziosamente dalle scimmiesche labbra del capo così gonfio di saggezza e di orgoglio che anche il fuoco pareva ingigantire proiettando un’ombra dieci volte più grande del solito.

I più si chiedevano cosa il divino stesse per dire.

In una nube di fumo bianco accompagnata dal suono roco di tamburi ecco che appare lui, il capo supremo, il santo, il divino, il prototipo dei capi spirituali di sempre, l’asceta ascendente, il Dante ante litteram, l’uomo che non deve chiedere mai!

Il suo sguardo è fermo e fissa la folla impietrita come se cercasse una vittima sacrificale da immolare a se stesso. Le donne rapite, gli uomini inebetiti come se guardassero la finale della coppa dei campioni, le ragazzine strette al collo dei loro ragazzini, i ragazzini stretti al petto delle loro ragazzine, e i bambini muti nelle loro tane con la lupa.

Sul volto del leader si percepisce una smorfia, come un tremolio attorno alla bocca barbuta, come se stesse finalmente per uscire il verbo tanto atteso; settimane di preparativi per ricevere il sermone, settimane di attesa per sentire il discorso. Quelli con la vista più acuta, sotto il gigantesco palco, possono cogliere le micro dilatazioni pupillari del loro condottiero quale segno premonitore che solo attimi li separano dall’agognata parola.

Il battito cardiaco della folla raggiunge ritmi da motore a scoppio e la tensione emotiva livelli interstellari con alcuni sparsi svenimenti.

Lui, il maestro senza precedenti, dopo settimane, forse mesi di lavoro, è pronto a disseminare il suo pensiero.

Una parola piena di speranza? Un discorso imponente? Quali profondità andrà a indagare? Quanto parlerà? Questo si chiedono gli astanti pelosi e preoccupati pendendo dalle sue labbra carnose.

Eccolo che inspira, le narici alla dinosauro si dilatano come un tubo da 15 millimetri, lo sguardo che punta in alto in cerca di un contatto divino, le mani aperte come se tenesse in braccio qualcuno e finalmente le parole ispirate per un discorso senza precedenti:

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“GU!».

Pausa. Il rosso del fuoco, il nero della notte… solo la nebbia nella testa. Il grande oratore si ritira nel buio mugugnando preistoriche parole. Applausi. Fine.

Così si chiudeva il primo discorso in pubblico della storia.

Dalle sue antichissime origini, l’uomo ha sempre narrato le sue storie. È cosa nota: prima della nascita della scrittura tutte le informazioni venivano trasmesse oralmente. E anche dopo la creazione di una forma di comunicazione scritta, per millenni, le guerre, gli eroi, i miracoli, gli amori…tutto è stato raccontato ed è passato di bocca in bocca, da un cantastorie all’altro fino a noi. Chi, da bambino, non ha mai detto alla sua mamma: “raccontami una storia”? Ed essa incominciò. Cantore, aedo, menestrello, trovatore o guitto, trovate voi il nome che più vi piace. La capacità di raccontare gli eventi, di farli vivere nella mente e negli occhi degli altri, di far sorridere o piangere, di insegnare o convincere … insomma di entrare in contatto con altri è, da sempre, fonte di ammirazione (e, pardon, anche di invidia).

Anche il paludato mondo del business si è accorto che chi sa raccontare le storie migliori (attenzione sto parlando di storie, non di fandonie!) alla fine risulta vincente. Insomma in questo caso stiamo parlando di persone che sanno promuovere un prodotto, un’idea, un’iniziativa. E che lo sanno fare coinvolgendo sia le persone che lavorano con loro sia le persone esterne all’azienda. Oggi lo strumento che abbiamo a disposizione per comunicare in questo modo si chiama Story Telling (e, per i venditori Sorry Selling) ed è un metodo ben definito e strutturato, che si può imparare.

“Coinvolgere”, lo avrete capito, è la parola chiave. E non serve solo nel caso in cui siate dei grandi manager o venditori, il popolo dei piccoli “condottieri” è composto da insegnanti ormai

afoni, studenti sotto esame, impiegati alle prese con capi distratti, genitori affannati, innamorati non dichiarati e, perché no, parroci di campagna alle prese con il sermone della domenica. Insomma, ci siamo tutti, e – per una volta – tutti uniti verso lo stesso fine: conversare con altri, comunicare agli altri, farsi capire dagli altri…cioè vendere al meglio la nostra pellaccia. Sempre, ogni dannata volta in cui parliamo in pubblico. Avanti tutta!

Anzi no, Alt. Andiamo per gradi. Quando si dice “Parlare in pubblico”, erroneamente si pensa subito a un folto pubblico e a una platea di attenti ascoltatori.

Scordatevelo. Non è mai così. In primo luogo il vostro uditorio solo raramente sarà “folto” e quasi mai “attento”, per lo meno non lo sarà mai nei termini in cui il nostro terror panico ce lo dipinge. E sì, cari signori: la paura di parlare in pubblico è comune a tutti; anche le persone in apparenza più spigliate hanno

provato il classico “brivido freddo” lungo la schiena prima di iniziare a parlare, quel gelo che blocca idee e salivazione e che, a volte, ci impedisce anche il movimento e ci rende degli oratori “fumosi” e insopportabili.

“Hai voluto la bicicletta?” “No, capo, andrei volentieri a piedi!” Ma così è: siamo lì, abbiamo un pubblico di clienti o di colleghi e bisogna fare qualcosa / dire qualcosa per spiegare, informare, presentare e non annoiare le persone che abbiamo davanti. Dobbiamo comunicare con loro ed è necessario farlo nel modo corretto, altrimenti oltre a non avere la loro attenzione perderemo anche l’opportunità di dire la nostra. Rinunceremmo a comunicare. Parlare in pubblico, parlare a un pubblico è un mestiere da imparare e imparare a farlo bene. Raccontare storie è parte di questa abilità che, sapete bene, se guardate in fondo al vostro cuore lì alberga, spesso nascosta, che se liberata farà faville. ■

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Percorso di Formazione

L’ANALISI

LINEA GUIDA

L’azienda nell’azienda

Il percorso della Linea Guida si sviluppa su tre volumi. Il primo, La Cultura del pulito, evidenzia come gli aspetti culturali analizzati in profondità forniscano gli spunti per potenziare l’attività dei servizi, creare nuove opportunità lavorative sia per le imprese sia per le aziende. Apre nuove prospettive per il lavoro, creando o valorizzando le figure intermedie, come i capi servizio, le governanti, i portatori d’interessi, inserendole a pieno titolo non solo nell’attività specifica, ma quali portatori della cultura dell’ospitalità, la cultura del pulito e la sicurezza, la cultura della professione nel tessuto socio economico e nel contesto urbano. In questo numero si affronta il tema della formazione. Il Formatore deve attivare i due fattori fondamentali del successo: l’empatia e la proiezione di un’iniziativa. Deve tenere nella massima considerazione le aspettative, le motivazioni e le opinioni degli operatori. Deve essere se stesso, usare il proprio linguaggio abituale, esprimere le proprie convinzioni, rifarsi alla propria esperienza, raccontare esempi che sono capitati, rimanere fedele alla propria personalità.

Gli operatori devono essere trasformati in partecipanti, in questo modo si riesce a convincere e motivare le persone.

L’AZIONE

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Mauro Martini, l’autore
Volume Volume Volume I II III LA CULTURA DEL PULITO • Motivazioni e presentazione • La riunione • Cristallizzazione e sviluppo, la tensione creativa • Le culture operative • La terziarizzazione dei servizi • Le fasi contrattuali • La qualità • La dorsale dell’appalto
Formare il formatore
• Il sopralluogo
La ricognizione ambientale • Rilievi metrici e numerici • Sporco e rivestimenti
Mappa delle criticità • I veicoli della trasmissione • L’analisi dei tempi • visibilità del piano delle frequenze e delle operazioni
Fornitore e forniture
• Operazioni preventive • La qualità della prestazione • Operazioni della linea d’uso • Operazioni della linea luce • Operazioni della linea ombra
Operare in sicurezza
Set operativo
Attrezzi, macchine
Le risorse umane

PRIMO VOLUME

La cultura del pulito Capitolo 9 Formare il formatore

1.9.1 Formare il formatore

1.9.2 L’invisibilità

1.9.3 Il Formatore

1.9.4 Formazione professionale: il responsabile

1.9.5 Formazione e addestramento

1.9.1 FORMARE IL FORMATORE

“Buongiorno e benvenuti al corso formare il formatore”. Prima di iniziare il percorso didattico che scandisce le fasi operative che contraddistinguono l’attività di pulizia industriale, voglio sottolineare due aspetti della formazione: il primo riguarda la forma e l’organizzazione di un corso che deve essere svolto in uno spazio adeguato nelle condizioni migliori per i partecipanti come ad esempio:

Maison Fresh

1.9.6 Norme comportamentali

1.9.7 Prevenzione infortuni

1.9.8 Prevenzione e soccorso

1.9.9 Prevenzione danni 1.9.10 Comportamento e servizio cliente

■ la temperatura del locale non deve essere né troppo calda né troppo fredda;

■ il locale deve essere sufficientemente areato;

■ i telefonini devono essere rigorosamente spenti;

■ è vietato fumare.

Operazioni, le ultime due, che possono essere rimandate nella pausa riservata al coffee break.

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Percorso di Formazione

I partecipanti devono disporre di un blocco per appunti e di un piano d’appoggio per poter scrivere, il locale deve essere dotato di una lavagna a fogli con pennarelli funzionanti e, se possibile, una lavagna luminosa e una serie di lucidi con i titoli degli argomenti e dei temi più importanti.

Prima di inoltrarsi sul territorio dei tecnicismi, il formatore dovrà sottolineare la missione di chi compie una professione e quali possono essere gli obiettivi. Qual è la missione di chi si occupa di pulizia?

La missione del professionista delle pulizie è garantire il mas simo livello di vivibilità ambientale sotto il profilo igienico, estetico e funzionale; diversi invece sono gli obiettivi, ad esempio, la qualità prestazionale, raggiungibile attraverso uno schema operativo che non si basa sullo spirito e l’ab negazione del singolo individuo, ma attraverso una formula che fa riferimento a criteri industriali, il che significa che ogni operatore deve compiere gestualità prefissate, deve occuparsi di una porzione dell’intera operazione e che tutti insieme realizzano un prodotto.

Il Formatore a questo punto sottolinea che la pulizia occupa un ruolo primario nel contesto sociale, considerando il suo effetto preventivo nei confronti dei fattori epidemiologici, ma allo stesso tempo ha dei forti riflessi sull’immagine pubblica e privata e infine considera il suo aspetto funzionale relativo alla fase preparatoria di uno spazio dove deve svilupparsi un’attività o un avvenimento. La pulizia precede ogni momento importante della vita per cui chiunque opera nel settore oltre ad un’attività svolge un compito sociale di grande rilevanza.

1.9.2 L’INVISIBILITÀ

È ormai accertato che non è possibile risolvere i problemi di qualsiasi tipo di ambiente con continuità, garantendo standard qualitativi uniformi senza aver prima costruito i presupposti di base. Questo dipende dalla ripetitività delle operazioni, dall’assuefazione dell’occhio allo sporco e al degrado, ma essenzialmente deriva dalla mancanza di veri e propri professionisti, in grado di operare con criteri industriali, pianificando il lavoro in modo che chiunque possa essere in grado di eseguirlo senza doversi sempre affidare al sacrificio e all’abnegazione di singoli individui. L’esercito dei pulitori non va abbandonato a se stesso senza il dovuto equipaggiamento, per non parlare degli aspetti economici, degli stimoli del sistema premiante e un addestramento che si e no soddisfa la pulizia di facciata. La sottostima si esprime con un atteggiamento mentale errato nei confronti dei responsabili e da parte delle aziende si tende ad affidare

ad un operatore generico la vivibilità dell’ambiente lavoro senza che abbia nessuna conoscenza sulle tematiche della pulizia o delle manutenzioni. Iniziamo con i sottolineare i punti fermi di questa attività: il risultato conforme alle esigenze espresse si articola su tre profili: ■ igienico ■ estetico ■ funzionale

Il primo deve eliminare o mantenere entro i limiti di guardia la carica batterica che si sviluppa in ambienti dove avviene un continuo ricambio di persone, mentre il profilo estetico ha come obiettivo il mantenimento dello stato d’uso naturale delle superfici, cercando di mantenere il più a lungo possibile l’effetto nuovo; infine, l’aspetto funzionale ha come obiettivo la restituzione nei tempi previsti della disponibilità del dell’ambiente, svolgendo i compiti entro quel termine e segnalando ogni anomalia che ne possa compromettere l’efficienza. Nello stesso tempo, occorre agire drasticamente con prodotti adeguati sulla mappa dei punti critici, rappresentata dai punti di contatto, dalle superfici.

1.9.3 IL FORMATORE

Il Formatore attiva quelli che sono i due fattori fondamentali del successo: l’empatia e la proiezione di un’iniziativa. Deve tenere nella massima considerazione le aspettative, le motivazioni e le opinioni degli operatori. Deve essere sè stesso, usare il proprio linguaggio abituale, esprimere le proprie convinzioni, rifarsi alla propria esperienza, raccontare esempi che sono capitati, rimanere fedele alla propria personalità.

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La cultura del pulito

Maison Fresh

Il Formatore deve cercare di iniziare il discorso in maniera promettente, solleticando l’interesse e chiudere il discorso in maniera eclatante. Occorre fare attenzione ai problemi organizzativi e mantenere sempre il controllo della situazione anche se complessa, ed essere caloroso e così avrà successo. Nel caso si trovasse di fronte un gruppo demotivato o contrariato deve attivare colloqui singoli, evitando perdite di tempo, infatti, l’arena della comunicazione prevede la presenza di contrari, neutrali o favorevoli e occorre individuarli singolarmente. Nella chiusura del colloquio o di una riunione non devono essere introdotte nuove ipotesi, altrimenti non si tratterebbe di una chiusura, ma verrebbe lasciata una porta aperta a nuove interpretazioni.

Gli operatori devono essere trasformati in partecipanti, in questo modo si riesce a convincere e motivare le persone. Veri partecipanti sono dei partner coinvolti nel processo comunicativo e nella cogestione delle operazioni. Bisogna permettere agli operatori di porre domande, chiedere l’opinione far maturare le conclusioni e dare un’occasione opera-

tiva per verificare il ragionamento teorico. È importante dare agli operatori la possibilità di discutere tra loro, purché ciò non avvenga sul posto di lavoro, poiché non è la sede adatta. La riuscita di un corso per la formazione di operatori o tecnici dipende da questi fattori: la condizione del locale, già menzionata, i contenuti tecnici e la composizione dell’aula. Infatti occorre effettuare una preselezione dei partecipanti per comporre un gruppo omogeneo ed evitare che partecipino persone non motivate, operatori che svolgono funzioni diverse dai temi trattati, persone con forti differenze culturali.

1.9.4 FORMAZIONE PROFESSIONALE: IL RESPONSABILE

Un operatore deve possedere la cultura della professione, la cultura della sicurezza e la cultura dell’ospitalità, acquisibili attraverso una didattica così articolata: ■ formazione/bagaglio culturale; ■ addestramento;

■ istruzioni tecniche obbligatorie e volontarie.

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Percorso di Formazione

L’operatore di pulizia deve capire il particolare contesto presso cui opera, infatti queste nozioni indispensabili appartengono alla sfera della formazione da non confondersi con l’addestramento. La formazione trasferisce dei concetti mentre l’addestramento insegna ad usare le macchine, a fare scorrere un attrezzo, a diluire e stendere un detergente.

Compiti del responsabile

Una volta nominato, questi sono i compiti che spettano al responsabile:

■ identificazione della necessità che il servizio non è solo pulizia ma anche parte integrante dell’attività interna e quindi soggetta a mutamenti delle esigenze;

■ identificazione delle proposte formative disponibili e loro valutazione;

■ miglioramento dei processi di erogazione di un prodotto-servizio, inteso come miglioramento dovuto alla costante e attenta gestione delle risorse, in particolare di quelle umane. in conseguenza a ciò, è molto difficile ipotizzare di poter realizzare sostanziali cambiamenti senza prima educare e formare le persone verso un atteggiamento mentale di favore e piena comprensione del benefici che questa filosofia aziendale può portare. Il Formatore sviluppa la propria attività evitando perdite di tempo alla forza lavoro del proprio cliente, sviluppando l’addestramento direttamente negli ambienti di lavoro, alternando corsi di teoria e pratica. Fissare le priorità consentirà di:

■ cominciare subito a fare ciò che è essenziale o necessario; ■ affrontare i problemi in ordine di emergenza; ■ concentrarsi su un compito alla volta; ■ portare a termine un lavoro nei tempi stabiliti;

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PRIMO VOLUME

La cultura del pulito

Maison Fresh

■ raggiungere gli obiettivi nel migliore dei modi, quelli che siano le circostanze in cui operiamo;

■ dare carico a qualcun altro di eseguire un determinato lavoro;

■ aver finito le cose più importanti alla fine del periodo programmato (per esempio alla fine della giornata di lavoro);

■ non aver trascurato di portare a termine tutto ciò che basti a dimostrare le nostre capacità.

1.9.5 FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

Le prestazioni globali di un’organizzazione dipendono direttamente dalle prestazioni dei singoli. In questo ambito prendiamo in considerazione quali presupposti di base fattori quali:

■ predisposizione gestuale legata alle caratteristiche fisiche dell’operatore;

■ disponibilità e presenza;

■ capacità di armonizzare il proprio lavoro nel contesto in cui si opera.

Il miglioramento della qualità del personale è affidato a due elementi fondamentali: la formazione e l’addestramento.

La formazione trasmette all’operatore concetti base e fondamenti dell’attività del pulitore, mentre l’addestramento è mirato all’uso di uno specifico strumento o all’interpretazione di una particolare situazione.

L’operatore, con la sua condizione fisica e mentale, oltre alla predisposizione gestuale compatibile con la mansione deve avere la consapevolezza che la sua professione va oltre i confini del suo rapporto con la retribuzione e la sua azienda e che dilata i suoi riflessi sull’intero tessuto socio-economico. Infatti, è in questa ottica che la cultura della professione, dell’ospitalità e della sicurezza diventano i temi centrali della sua preparazione concettuale.

È molto difficile poter realizzare sostanziali cambiamenti senza prima educare e formare le maestranze verso un atteggiamento mentale di favore ai benefici e alla comprensione per i sacrifici iniziali necessarie ad un processo di rinnovamento e, nel caso della pulizia, alla costruzione di una moderna professione. Formazione e addestramento sono necessari per rimuovere metodi e retaggi della pulizia domestica e approfondire i concetti legati agli obiettivi della pulizia quali: igiene, estetica e funzionalità di un ambiente di lavoro. Formazione che deve essere svolta in un ambiente adeguato e preparato in ogni minimo particolare: non è possibile infatti che lei istruzioni e le nuove disposizioni possano essere trasmesse fuori dall’aula. È in questo momento di aggregazione

e a lavoro fermo che si potrà parlare di vari argomenti, porre domande, discutere aspetti organizzativi di equilibrio e di ripartizioni eque dei carichi di lavoro e rivitalizzare le motivazioni sopite o recuperare i soggetti demotivati. L’aula deve essere considerata un campo neutro dove tutto diventa una questione tecnica e quindi tema didattico che può e deve essere discusso nell’ambito della formazione. Infatti, anche eventi ritenuti strettamente personali, se trasferiti nell’ambiente di lavoro, assumono una fisionomia di tipo tecnico e come tali devono essere trattati. L’operatore è un essere umano con pregi e difetti che devono comunque trasformarsi in energia positiva e non di intralcio per l’attività. L’esperienza ci insegna che le tematiche e le problematiche devono essere trattate in aula o comunque in un luogo appartato, per non danneggiare il buon andamento del lavoro, posizione questa che fa riferimento a un detto che sostiene che non si può riparare una macchina mentre è in movimento. La formazione può essere utilizzata come strumento per incrementare:

■ lo spirito di appartenenza;

■ la crescita della professionalità specifica dei livelli intermedi e capacità di gestione delle risorse umane; ■ l’addestramento degli operatori in rapporto al loro impiego;

■ i principi da rispettare nell’esecuzione dei lavori; ■ i rischi provenienti dall’ambiente di lavoro; ■ i rischi determinati dall’azione da eseguire; ■ le norme comportamentali; ■ la prevenzione danni alle strutture.

1.9.6 NORME COMPORTAMENTALI

L’assenteismo ingiustificato danneggia tutti. Le rivendicazioni seguono un iter sindacale. Non prelevare ciò che è destinato al rifiuto. Non accettare nulla.

Usare massima riservatezza. Rispettare Il segreto professionale. Usare abbigliamento pratico e decoroso. Non fare accedere estranei o parenti. Segnalare il ritrovamento di denaro, oggetti e altro. Massimo silenzio.

Non rispondere al telefono se non convenuto. Non accedere ai locali senza preavviso (bussare alla porta). Segnalare presenze anomale. Non fumare.

Non allontanarsi dal posto di lavoro. Conservare il ripostiglio in massimo ordine.

02/2022 | DIMENSIONE PULITO 61

Percorso di Formazione

Inoltrare tempestivamente richieste scorta materiale.

Inoltrare tempestivamente richiesta revisione macchinari.

Assicurarsi che gli interruttori siano spenti.

Non duplicare chiavi.

Denunciare tempestivamente lo smarrimento di chiavi.

Rispettare l’orario di lavoro.

Aiutare il soggetto in fase di formazione.

Non delegare incarichi fastidiosi ai novelli.

Non fare scherzi sul lavoro.

Esporre le lamentele a chi di dovere.

Non contattare l’utente non preposto.

Accettare l’imprevisto, non l’abitudine.

Svolgere con dignità e professionalità il servizio.

Esigere e conquistare il rispetto.

In caso di incidente avvertire immediatamente.

Accettare il documento d’identità.

Portare il cartellino di riconoscimento.

1.9.7 PREVENZIONE INFORTUNI

Non attivare macchine con mani bagnate.

Verificare la stabilità delle scale.

Non sporgersi da finestre e terrazzi.

Prima di pulire le parti elettriche disinserire la corrente.

Non staccare la spina dalla presa tirando il filo.

Non creare correnti d’aria.

Usare le protezioni e l’abbigliamento indicato per l’intervento.

Disinserire le macchine durante le pause.

Riporre le attrezzature con la relativa protezione (raschini, aste, manici a terra).

Usare calzature antisdrucciolo. Usare sempre i guanti.

Non portare anelli o bracciali. Non spostare carichi senza visuale. Accertarsi che i fili elettrici non entrino a contatto con l’acqua. Verificare sempre che i cavi non abbiano spaccature nella protezione isolante.

Non lasciare cavi innestati nell’attesa di attaccare macchine. Non sostare sotto carichi sospesi.

Durante la pulizia vetri usare le cinture di sicurezza. Non toccare sostanze sconosciute.

Non lasciare i prodotti vicino alle fonti di calore.

La non corretta diluizione dei prodotti si trasforma in aggressione.

1.9.8 PREVENZIONE E SOCCORSO

Tenere a portata di mano i numeri urgenti. Conoscere ubicazione contatori acqua, luce. Conoscere l’uso di comunicazioni con l’esterno.

In caso di incendio, allontanarsi con calma, se è un piccolo focolaio usare l’estintore.

In caso di perdite d’acqua, chiudere il contatore e aspirare, onde evitare infiltrazioni.

In caso di ferite, utilizzare cassetta di pronto soccorso, se gravi chiamare ambulanza (vedi numeri urgenti).

In caso di forte odore di gas, non accendere le luci, tamponare il viso e aprire delicatamente le finestre.

Nei parcheggi chiusi non sostare con il motore acceso.

In caso di caduta grave, con sospette fratture, non muoversi, far chiamare l’ambulanza (vedi numeri urgenti).

In caso di forte scossa elettrica, accertarsi che la lingua ritratta non causi soffocamento all’infortunato.

Accertarsi che i locali si possano sempre aprire. In zone a rischio uscire in gruppo.

In caso di contatto con acidi, sciacquare abbondantemente.

In caso di arresto respiratorio, applicare respirazione bocca a bocca.

In caso bevuta acidi, bere abbondantemente. In caso di arresto cardiaco, comprimere il petto con movimento ritmico.

In caso di emorragia, con un laccio stringere sopra la ferita. In caso di ustioni, coprire solo con garze sterili.

Se presenti macchinari in movimento, usare abbigliamento attillato.

Riconoscere e studiare i segnali di pericolo del settore.

Usare sempre una mascherina leggera.

Usare occhiali agendo in posizione inarcata.

62 DIMENSIONE PULITO | 02/2022

Usare guanti e occhiali travasando i prodotti

Non bere liquidi da bottiglia di dubbia provenienza.

Per bere usa bicchieri di carta da gettare dopo l’uso.

Non inserire tra i rifiuti oggetti taglienti e non protetti.

Accertarsi di non avere allergie ai prodotti utilizzati.

Non usare ascensori se si lavora isolati.

1.9.9 PREVENZIONE DANNI

Non posare su arredi, bottiglie o panni umidi.

Posare sempre a terra aste metalliche.

Non lasciare materiale in giro.

Non fumare durante il lavoro.

Non salire su arredi.

Non usare prodotti senza etichette d’identificazione.

Riporre i documenti nella stessa posizione.

Lasciare gli scarichi lavabi sempre aperti.

Accertarsi che i rubinetti siano sempre chiusi.

Non dimenticare luci accese.

Tenere sul carrello luci d’emergenza.

Tenere sul carrello un piccolo pronto soccorso.

Accertarsi che porte e finestre siano chiuse.

Non sovraccaricare l’impianto elettrico.

Non accendere più luci del necessario.

PRIMO VOLUME

La cultura del pulito

Maison Fresh

Non spostare componenti ingombranti da soli.

Non usare il vapore con impianti elettrici attivati in ambienti chiusi.

Non rovesciare i residui solidi negli scarichi. Non usare attrezzi acuminati.

1.9.10 COMPORTAMENTO E SERVIZIO CLIENTE

È nostra cura non dimenticare che l’ospite è sacro.

Sono priorità: sorridere, essere puntuali, rispettare i compiti, rispettare il cliente, igiene personale, divise in ordine.

Avvertenza: per il rispetto della privacy evitare di aprire cassetti e armadi; tuttavia è ammessa l’apertura dell’armadio per la verifica del listino biancheria e il ripristino della raccolta.

Arrivare in servizio puntuale e salutare i colleghi.

Avere cura del nostro aspetto e fare attenzione all’igiene personale, senza utilizzare deodoranti e profumi troppo intensi.

Chi lavora a contatto con il pubblico deve farsi la barba ogni giorno, lavarsi i capelli frequentemente e tenerli ordinati con taglio regolare.

Non essere stravaganti, per questo gli uomini non portano il codino e gli orecchini.

Le donne non portano acconciature eccentriche e trucchi appariscenti, hanno cura dei capelli e quando hanno unghie smaltate preferiscono colori naturali e neutri ed evitano gioielli e accessori.

Le divise sono sempre pulite e ben stirate, con il badge appuntato a sinistra, all’altezza del cuore.

Le scarpe sono pulite e se sono in pelle anche lucide Di fronte agli ospiti nessuno mastica chewingum e fuma.

Non entrare mai quando sulla porta è presente il cartellino “Non disturbare”.

Annunciarsi prima di entrare in camera bussando o suonando il campanello.

Non abbandonare cestino, carrello o aspirapolvere nel passaggio.

Non abbandonare mai Il pass/chiave delle camere.

Mai aprire o far entrare in camera un cliente se non si è certi che la stanza sia la sua.

Non gettare nulla che non sia nel cestino gettacarte.

Qualsiasi oggetto ritrovato nelle camere riassettate in partenza va consegnato alla governante per la registrazione oggetti smarriti.

Qualora si trovasse un indumento intimo sotto il letto, nel dubbio è opportuno consegnarlo alla governante.

Nel rifare il letto assicurarvi che non ci siano effetti del cliente e verificare che coprimaterasso, mollettone coprifedere siano puliti e in ordine.

02/2022 | DIMENSIONE PULITO 63
Seguici per rimanere aggiornato sulle novità del mondo del cleaning professionale e su tutte le nostre inziative 019 ISS: 2612-4068 SOCIAL Una comunicazione sempre più integrata, capillare e dinamica

SPECIAL

E IGIENE

UN PERCORSO FORMATIVO PER LA CULTURA DEL PULITO

SOSTENIBILITÀ

L’opportunità del Green Deal per l’agro-alimentare italiano

SICUREZZA

Procedure di detergenza e disinfezione nelle imprese alimentari

FOOD SAFETY

Il trasporto dei prodotti alimentari un punto delicato della filiera

DISINFESTAZIONE

Il ruolo bivalente degli acari dei formaggi

ANNO 31 n. 2 marzo 2022 ISSN: 2612-4068
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SOSTENIBILITÀ

VI

Green Deal: un’opportunità per la filiera agro-alimentare Francesca De Vecchi

IMBALLAGGI

XIV

Biomateriali a contatto con gli alimenti Paolo Bersighelli

CASE HISTORY

XVIII

Bauer: la forza del know how maturato nel tempo Maurizio Pedrini

PREVENZIONE

XXIV

Il biofilm: cos’è e come prevenirlo Elena Consonni

SICUREZZA

XXX

L’ABC della sanificazione

Elena Consonni

IN COPERTINA

Tra le più importanti aziende nel settore chimico nazionale, Rubino Chem offre innovazione e tecnologia in una vasta gamma di prodotti per la detergenza professionale, garantendo l’alta qualità. L’azienda dispone di un reparto interdisciplinare di Ricerca & Sviluppo d’avanguardia. La nostra parola d’ordine è eccellenza.

FOOD SAFETY

XXXVI

Norme per un trasporto sicuro Silvia Monguzzi

LAVANDERIE PROFESSIONALI

XLIV

La sicurezza passa anche dall’abito Marcello Falvo

RUBRICA

XLVI

Primo piano a cura di Loredana Vitulano

DISINFESTAZIONE

L

Le normative cogenti e volontarie nelle aziende alimentari

Michele Ruzza

LVIII

Gli acari dei formaggi Chiara Dassi

LVIII

S
02/2022 | DIMENSIONE PULITO V
SPECIALE IGIENE ALIMENTARE / SOMMARIO
XIV VI XXIV

GREEN DEAL: un’opportunità per la filiera agro-alimentare

Parlare di sostenibilità delle filiere alimentari, oggi, significa spaziare in un ambito molto ampio di interventi, con azioni spesso complementari in tutte le attività e i processi di produzione “dal campo alla tavola”, come si dice

Diminuire l’impatto di una delle filiere più redditizie dell’economia nazionale significa tra l’altro assolvere a un obiettivo stabilito dallo European Green Deal, l’ambizioso programma che dovrebbe

rendere sostenibile entro il 2050 l’economia europea, portandoci a un’Europa “senza emissioni nette di gas serra, con una crescita economica disaccoppiata dall’uso delle risorse e senza che regioni e popolazioni ovunque vengano lasciate indietro”. L’agroalimentare italiano si

inserisce quindi in un quadro complesso, e ri-parte da un presente ancora incerto a causa della pandemia da Covid-19, che ha però contribuito a cambiare la percezione dei consumatori verso i temi ambientali. Cominciamo dall’anello finale dunque. Secondo l’indagine IBM

VI DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S S OSTENI b ILIT à SPECIALE
ALIMENTARE
IGIENE

FILENI: VISIONARI CON I PIEDI PIANTATI A TERRA

Fra le aziende che stanno mettendo in pratica azioni di sostenibilità il Gruppo Fileni racconta se stesso, visionario con i piedi piantati a terra: un elemento protagonista, competitivo e leader di mercato in un una congiuntura economica tutt’altro che favorevole.

Fondata nel 1965 da Giovanni Fileni, l’azienda chiude il 2019 con 1834 dipendenti, un fatturato di filiera pari a 452 milioni di euro (+6% vs. 2018), 7 stabilimenti produttivi, 918.439 m2 di superficie destinati all’allevamento, di cui il 30% dedicati all’agricoltura biologica, e investimenti per 90 milioni di euro programmati nei prossimi anni.

Il Bilancio di Sostenibilità 2019 parla quindi di pratiche ispirate all’economia circolare, di benessere degli animali e di rispetto per l’ambiente e il territorio.

Dice Massimo Fileni, Vicepresidente di Fileni Alimentare SpA: “Oggi più che mai siamo convinti che le aziende come la nostra debbano essere un punto di riferimento nel promuovere comportamenti e iniziative di responsabilità sociale non solo nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie, ma anche del territorio in cui si opera.”

Un’interpretazione del concetto di responsabilità sociale esaustivo, dunque, con scelte di fondo nette e tassative: no a carni separate meccanicamente, OGM, conservanti, olio di palma e poi l’orientamento verso prodotti a basso contenuto di grassi. L’attenzione al benessere animale guarda a pratiche di allevamento: i polli sono allevati a terra, alimentati con solo mangime di origine vegetale e ospitati in strutture con aerazione e illuminazione controllate, dotate di strumentazioni che consentono un costante monitoraggio dei parametri di benessere degli animali.

E poi il packaging: Fileni ha presentato un eco-vassoio capace di abbattere del 90% l’utilizzo della plastica in favore della carta, perché realizzato in cartoncino ottenuto da foreste “sostenibili” secondo i parametri

FSC e certificato ATICELCA per la riciclabilità. A questo si è aggiunto un packaging completamente compostabile da conferire direttamente nella raccolta domestica dell’umido dato che la confezione è composta da un vassoio e da un film protettivo realizzato in bioplastica.

Infine Fileni si impegna anche verso l’ambienta, il territorio circostante e le persone. Performance positive hanno riguardato l’indice di intensità energetica delle attività produttive, che è diminuito del 3,2% a parità di perimetro. Dal giugno 2020 un digestore anaerobico presso l’impianto di Castelplanio (AN) ricava biogas da fanghi di acque reflue, che alimenta un impianto di cogenerazione con energia elettrica e termica per le linee di lavorazione.

Forte è il legame con il territorio marchigiano circostante che si rivela anche in progetti di rigenerazione dei suoli mediante l’utilizzo di concime organico da fonte animale per estendersi alla costruzione di filiere agroalimentari innovative, solide e sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico (progetto ARCA). E infine le persone: attenzione alla presenza femminile (il 40% dei dipendenti); oltre 7.600 ore di formazione professionale, di cui il 59% rivolte agli operai a cui si aggiungono iniziative di welfare aziendale: dalle convenzioni per prestazioni sanitarie, alle borse di studio per i figli dei dipendenti. “Stiamo vivendo un momento che ci chiama ad affrontare sfide e incertezze inimmaginabili solo un anno fa – commenta Fileni. Siamo profondamente grati per l’encomiabile senso di responsabilità dimostrato dalla nostra gente, un gruppo coeso e affiatato che in questi mesi complicati e drammatici per il Paese non si è mai tirato indietro”.

Food Sustainability Study 2020

(Morning Consult e IBM), che ha coinvolto 3500 persone (in Usa ed Europa) fra cui 988 italiani, è chiara la tendenza verso i temi della salvaguardia ambientale nella scelte alimentari: vince ancora la provenienza del cibo, ma emerge una

maggior consapevolezza nel pretendere da brand e retailer chiarezza e trasparenza dei processi con il supporto della tecnologia. Per gli italiani in particolare, la provenienza locale (58%) e i cibi sani (45%) sono ancora più importanti di origine sostenibile o della riduzione

degli sprechi. La pandemia ha però inserito delle variabili rilevanti e circa la metà degli intervistati ora è più interessata alla sostenibilità del cibo che acquista, con la Generazione Z in testa per l’attenzione a questi aspetti (55%).

I cibi da produzione responsa-

02/2022 | DIMENSIONE PULITO VII
Massimo Fileni, vicepresidente di Fileni Alimentare spa

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

b ILIT à

S

bile però costano ancora tanto. Il prezzo è un ostacolo per il 42% degli europei. Gli italiani però sembrerebbero più frenati dalla scarsità di informazioni relative alla provenienza al momento dell’acquisto (35%): secondo la ricerca 3 italiani su 4, infatti, sono disposti a pagare anche il 5-10% in più del prezzo allo scaffale per poter disporre di cibi di origine sostenibile. C’è attenzione anche per il rovescio della medaglia della produzione e cioè lo spreco alimentare, che trova sensibili il 75% degli intervistati italiani: sono soprattutto le donne (78%) e i millennial (80%) le categorie più impegnate a non sprecare. Inoltre, il 92% degli intervistati si dice più disponibile nell’acquistare gli alimenti presso supermercati che hanno progetti e iniziative riguardanti lo spreco alimentare.

E che dire della tecnologia? Quando si tratta di blockchain e tracciabilità degli alimenti sembra piacere di più. Sono ancora le donne (3 su 5) e i baby boomers (63%) a ritenere un valore i metodi di tracciabilità dei cibi, perché permettono di garantire l’autenticità dei prodotti, fornendo informazioni certificate su provenienza, freschezza e processo di lavorazione.

Di fronte a questo scenario l’agroalimentare è chiamato a dare risposte convincenti. Come si presenta rispetto ai principali obiettivi delle strategie europee e quali sono i possibili percorsi di sviluppo?

“L’Italia vanta un posizionamento competitivo a livello mondiale di leadership per qualità, immagine e brand nell’agroalimentare, riconosciuto e testimoniato dalla continua crescita nel valore del nostro export” ha ricordato Denis Pantini responsabile agroalimentare di Nomisma spa nel corso dell’ultimo Cibus Forum di settembre 2020. Lo dimostrano alcuni numeri: l’agrifood italiano è il terzo per valore aggiunto dopo quello di Francia e

Germania (agricoltura+industria alimentare italiane valgono 58,5 miliardi di euro); fra i maggiori competitor (Germania Francia e Spagna) importiamo meno prodotti agricoli e produciamo più valore per ettaro (2583€/ettaro di SAU) e sul fronte industriale siamo il paese a maggior produttività, in termini di

valorizziamo i nostri punti di forza in una logica di sostenibilità (assenza di residui negli alimenti, riduzione degli sprechi, energie rinnovabili) saremo noi a trasformare il Green Deal in un’opportunità per aumentare il distacco con i competitor”.

Gli obiettivi europei sono ambiziosi e impegnativi: tra questi la riduzione

GLI OBIETTIVI EUROPEI SONO AMBIZIOSI E IMPEGNATIVI: TRA QUESTI LA RIDUZIONE ENTRO IL 2030 DEGLI AGRO-FARMACI CHIMICI DEL 50% E DEI FERTILIZZANTI DEL 20%

valore aggiunto per addetto (dati Nomisma su dati Eurostat). E vista la predisposizione degli italiani verso i temi della sostenibilità della filiera, gli obiettivi del Green Deal (fig.1) potrebbero anche giocare a nostro favore, visto che il piano per la neutralità climatica insiste proprio su quei fattori, come acqua pulita, suolo fertile e clima stabile, di primaria importanza per l’agricoltura e l’industria alimentare.

“Il toro va preso per le corna”, secondo Pantini, che spiega: “se stiamo fermi, i nostri concorrenti si avvantaggeranno del Green Deal per soffiarci quote di mercato. Se invece

entro il 2030 degli agro-farmaci chimici del 50% e dei fertilizzanti del 20%; la riduzione degli sprechi e degli imballaggi non riciclabili, la tutela di suoli e foreste, l’aumento delle superfici a biologico entro il 2030 fino al 25% dell’intera superficie agricola dell’Unione Europea. E, in effetti, già molto è stato fatto, anche dall’Italia.

Nell’ultimo decennio si è ridotto l’uso di molti principi chimici in campo con una ricaduta a favore di materie prime meno contaminate (fig. 2) e continuano ad aumentare le superfici coltivate secondo il sistema biologico (+49% di superficie agricola biologica

VIII DIMENSIONE PULITO | 02/2022
S

AGRIFOOD BIC: ACCELERATORE DI INNOVAZIONE SOSTENIBILE

Agrofood BIC S.r.l. (Business Innovation Center) è un polo di innovazione che dal gennaio 2019 opera su scala nazionale e internazionale per cogliere e valorizzare opportunità di business. Un esempio di imprenditorialità che guarda all’innovazione delle soluzioni che rendono il sistema alimentare sostenibile. Nata su iniziativa di Granarolo SpA, Gellify Srl, Camst Soc. Coop. A r.l., Conserve Italia Soc. Coop. Agricola, Cuniola Società Agricola A r.l., Eurovo Srl ha l’obiettivo condiviso di creare un acceleratore di start-up specializzate in alimenti salutistici; tracciabilità dei prodotti food in chiave di food safety; packaging sostenibile; food delivery (shelf life legata all’internazionalizzazione dei prodotti food) e agricoltura di precisione. Fornisce servizi di accelerazione – aiutando le start up a risolvere le difficoltà organizzative, operative e strategiche, tipiche

In quest’ottica infatti, fra le realtà recentemente individuate c’è Mirnagreen Srl, azienda che ha sede presso il Noi Techpark di Bolzano ed è presieduta da Roberto Viola, imprenditore e ricercatore. Opera con tecnologie proprietarie per l’estrazione food grade e su larga scala di microRNA vegetali. Il processo brevettato Mirnagreen sviluppa prodotti e soluzioni di nuova generazione a base di microRNA vegetali ottenibili anche da sottoprodotti della filiera agroalimentare per il settore nutraceutico, alimentare e cosmeceutico.

“Molti studi confermano l’attività antinfiammatoria anche nei microRNA di origine vegetale come quelli messi a punto da Mirnagreen. Non è domani ma in un orizzonte a medio termine guardiamo con molto interesse a queste soluzioni innovative” conclude Calzolari.

Il sostegno di simili “cordate” imprenditoriali per l’attività di realtà nuove e innovative è fondamentale: “La partnership con Agrofood BIC rappresenta un’ottima opportunità per valorizzare gli asset di Mirnagreen nel settore food grazie alla sinergia con alcuni dei migliori attori industriali della filiera agroalimentare italiana”, spiega il Presidente di Mirnagreen Roberto Viola. “L’Italia è leader mondiale nell’agroalimentare e da sempre le aziende della filiera innovano per rimanere competitive e offrire ai consumatori nazionali ed esteri prodotti di eccellenza. Questa partnership si tradurrà in nuovi percorsi produttivi in grado di coniugare innovazione scientifica e consolidate competenze agroalimentari, con l’obiettivo di generare prodotti di valore per il benessere delle persone, in un’ottica di massima ecosostenibilità”.

delle imprese neonate - e poi stabilimenti, impianti pilota, assistenza in R&D e l’accesso ad un network di relazioni nella filiera del food che potenzieranno in modo decisivo la possibilità di successo dei nuovi imprenditori.

L’attenzione di recente si è focalizzata sui microRNA, sostanze naturali con proprietà benefiche di nuova scoperta destinate a migliorare il benessere del sistema immunitario.

“L’interesse per i microRNA, importanti componenti bio-attivi, è oggetto di grande interesse scientifico e l’orizzonte cui guardiamo è di possibili utilizzi nel settore alimentare sia per la produzione di alimenti funzionali sia di integratori alimentari” ha dichiarato il presidente di Agrofood BIC e Granarolo SpA Gianpiero Calzolari.

02/2022 | DIMENSIONE PULITO IX
Gianpiero Calzolari, presidente di Agrofood BIC e Granarolo SpA

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

IL «GREEN DEAL» METTE A RISCHIO QUESTI VALORI…O LI PRESERVA?

TARRGET 2050

nel 2018 rispetto al 2013, secondi dopo il 92% della Francia).

Rimangono alcune criticità su cui bisogna assolutamente lavorare: la fragilità dei suoli, sottoposti ad erosione a causa dell’acqua in aree rurali (per l’Italia vale 8,6 ton/ha contro una media Ue del 2,7); e siamo ancora dipendenti per quanto riguarda le commodities agricole in particolare per la produzione di mangimi) e infine la digitalizzazione. Dice ancora Pantini che secondo il Report Nomisma “Agricoltura 4.0. Propensione all’adozione delle aziende agricole italiane: limiti e opportunità”, 2019, poco più del 20% delle imprese agricole italiane ha investito negli strumenti dell’agricoltura di precisione e 4.0. I vincoli risiedono sostanzialmente nei limiti strutturali delle aziende e nel relativo rapporto costo/beneficio che tali strumenti possono dare (spesso però erroneamente valutato a causa di una scarsa conoscenza di base).

Bisogna quindi dare maggior impulso alla formazione degli operatori da un lato e all’adeguamento delle infrastrutture dall’altro. Del resto tra i principali benefici riconosciuti all’agricoltura 4.0 dalle imprese che hanno adottato tali strumenti, con-

clude Pantini, “non figurano solo la riduzione dei costi di produzione o l’aumento delle rese, ma soprattutto il minor impatto ambientale”.

Da anni la filiera fa nascere e sviluppa progetti legati alla sostenibilità (vedi box) Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro delle Politiche Agricole e dell’Ambiente, intervenuto due anni fa a Cibus Forum, l’approccio sostenibile è l’unica strada. “È importante il forte messaggio sulla priorità della sostenibilità ambientale

Garantire prodotti alimentari sostenibili a costi contenuti

Far fronte ai cambiamenti climatici

Proteggere l’ambiente e preser vare la biodiversità

Garantire il giusto reddito agli agricoltori nella filiera alimentare

Potenziare l’agricoltura biologica

arrivato dal mondo delle università e da importanti attori del settore delle imprese. L’agroalimentare italiano deve diventare leader in Europa per la sostenibilità, sia per quanto riguarda le modalità di produzione sia nella propensione a rivoluzionare il sistema degli imballaggi all’insegna di una vera bioeconomia circolare. Con questa capacità di coniugare innovazione e sostenibilità – conclude Pecoraro Scanio - si può rilanciare l’occupazione e la qualità della vita nei nostri territori e nelle nostre stesse aziende”. ■

Fig. 2 La “chimica” nell’agricoltura italiana (Fonte: Nomisma su dati Efsa e Ministero della Salute) – Denis Pantini – Cibus Forum

X DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S S
b
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OSTENI
ILIT
Denis Pantini
gricoltura e Industria Alimentare sono tra i settori maggiormente dipendenti dalla
e dalla fornitura di ser vizi ecosistemici (acqua pulita,
Neutralità Climatica UE A
natura
suolo fer tile, clima stabile)
Fig. 1 Il Green Deal Europeo – Denis Pantini, Nomisma (Cibus Forum 2020)
GLI AGRICOLTORI ITALIANI NEEL DECENNIO HANNO RIDOTTO L’USO DELLA CHIMICA -29% -50% -20% Fungicidi Insetticidi Erbicidi Variazione 2016 vs 2007 principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari (kg per ettaro di superficie trattabile) 60% 57% 56% 50% 43% 37% 40% 40% 48% 54% 3% 3% 4% 2% 2% t a l a U E2 7 F r a n c a G e r m a n a S p a g n a Assenti Inferiori a imiti di legge Superiori al limite di legge Presenza di residui nei prodotti agroalimentari (Controlli ufficiali nei Paesi UE, 2017) Fonte: Nomisma su dati Efsa e Ministero della Salute 2018, presenza residui nei prodotti agroalimentari italiani* Campioni con residui superiori ai limiti di legge: 0,8% (96 campioni su 12 038) * ortofrutta fresca e trasformata, cereali, olio, vino, baby food, latte, carne, uova, ecc * ortofrutta fresca e trasformata, cereali, olio, vino, baby food, latte, carne, uova, ecc
Denis Pantini
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FALPI, per un FUTURO sempre più GREEN e sostenibile

73carrelli Falpi già certificati EPD delle linee Kubi, Microrapid, Microtech, Smart e Specialist, hanno ricevuto la certificazione sull’impronta climatica secondo la norma UNI EN ISO 14067 (CFP). La CFP si basa sulla quantificazione di tutte le emissioni di gas serra (GHG –Greenhouse gases) legate all’intero ciclo di vita di un prodotto.

La ISO 14067:2018 è lo standard ISO che si propone di migliorare la chiarezza e la coerenza delle attività di quantificazione, reporting e comunicazione della Carbon Footprint di prodotto (CFP).

Con l’attività di audit di terza parte effettuato dal RiNa a febbraio è stato certificato che l’analisi CFP, e la relativa comunicazione sono conformi allo standard ISO 14067.

PERCHÉ LA CARBON FOOTPRINT DI PRODOTTO

Il cambiamento climatico derivante dall’attività antropica è stato riconosciuto come una delle più grandi sfide che interessano il mondo e che nei prossimi decenni continueranno a colpire le aziende e i cittadini.

La carbon footprint è intesa come la somma delle emissioni che genera un prodotto lungo il suo ciclo di vita. Lo studio della CFP (CFP study) consente di quantificare in termini di CO2 equivalente l’impronta carbonica.

La metodologia che sta alla base della Carbon Footprint di Prodotto si fonda sul principio della respon-

sabilità nei confronti dell’ambiente e trasparenza nella comunicazione dei risultati.

Per questo motivo Falpi ha deciso di mettere a disposizione di tutti di Stakeholders i valori di emissione dei carrelli certificati EPD e intraprendere un percorso che porterà a un futuro sempre più green e sostenibile.

Come un nostro piede lascia un’impronta sul terreno, così ogni processo e prodotto lascia un’impronta sull’ambiente. Risulta dunque doveroso quantificarne la portata e valutare i potenziali impatti sui cambiamenti che interessano il nostro Pianeta.

QUALI SONO I PROSSIMI PASSI

Il Team Tecnico di Falpi sta lavorando a una novità destinata alle imprese di pulizia che concorrono nelle gare della P.A. www.falpi.com

XII DIMENSIONE PULITO | 02/2022
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
DO SOMETHING GREEN EVERY DAY... CARRELLI FALPI CERTIFICATI CFP (Carbon Footprint) ISO 14067:2018

Biomateriali a contatto con GLI ALIMENTI

Cibi e bevande possono interagire fortemente con i materiali che toccano. In questo articolo iniziamo a presentare l’evoluzione legislativa e la trasformazione dei materiali utilizzati negli imballaggi

Sebbene le immagini dei nostri oceani inquinati rivelino livelli inaccettabili di alterazione ambientale, bisogna ricordare che l’imballaggio utilizzato per il cibo è vantaggioso. Svolge una funzione di barriera, prevenendo la contaminazione fisica e la contaminazione con microrganismi deterioranti o patogeni, o con sostanze chimiche presenti nell’ambiente esterno durante la distribuzione o lo stoccaggio. La funzione barriera aiuta anche a regolare le condizioni interne, la crescita di microrganismi e il deterioramento del prodotto. L’imballaggio fornisce anche informazioni ai consumatori, supporto al marketing e anche la sicurezza del prodotto, ad esempio confezione a prova di manomissione. Sebbene l’imballaggio alimentare sia necessario per proteggere il cibo, può anche avere un impatto negativo sulla qualità e sulla sicurezza degli alimenti a causa della migrazione chimica. Cibi e bevande possono interagire fortemente con i materiali che toccano. Infatti, nessun materiale a contatto con gli alimenti è completamente

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La plastica è il materiale principalmente utilizzato nelle applicazioni a contatto con gli alimenti.

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inerte e quindi è possibile per i costituenti chimici dell’imballaggio di “trasferirsi” nel cibo confezionato. Questo rilascio di sostanze chimiche nel cibo è noto tecnicamente come migrazione e può essere definito scientificamente come “il trasferimento di massa da una fonte esterna al cibo mediante processi sub-microscopici”.

LEGISLAZIONE

Nella legislazione europea, tutti i materiali e gli oggetti destinati al contatto con gli alimenti devono soddisfare i requisiti del regolamento quadro (CE) n. 1935/2004 (CE, 2004). Questo regolamento è il primo passo verso l’armonizzazione delle regole ed è applicabile a tutti i tipi di materiali. Il principio alla base di questo regolamento è dettagliato all’articolo 3 che afferma: “I materiali e gli oggetti, compresi i materiali e gli oggetti attivi e intelligenti, devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione in modo che, in condizioni d’uso normali o prevedibili, non devono trasferire i loro costituenti agli alimenti in quantità che potrebbero:

a. mettere a rischio la salute umana; b. apportare un cambiamento inaccettabile nella composizione dell’alimento;

c. portare a un deterioramento di natura organolettica.

Nonostante la legislazione sia in vigore da tempo, le misure specifiche sono state implementate solo per un numero limitato di tipi di materiali. La plastica è il materiale principalmente utilizzato nelle applicazioni a contatto con gli alimenti e, quindi, le regole per questo tipo di materiale sono le più avanzate. Il regolamento (UE) n. 10/2011 della Commissione e successive modifiche e integrazioni (UE, 2011) stabilisce i requisiti sulla composizione dei materiali plastici a contatto con gli alimenti e fornisce un elenco delle sostanze consentite per l’uso nella loro fabbricazione. ll regolamento specifica inoltre le restrizioni all’uso di tali sostanze e stabilisce limiti di migrazione globali e specifici (che sono fissati a seguito di una valutazione del rischio da parte dell’EFSA utilizzando i dati di tossicità di ciascuna sostanza specifica). La normativa definisce anche le regole per i test per dimostrare la conformità e con-

sente l’uso di simulanti alimentari (semplici mezzi di prova destinati a imitare i prodotti alimentari). Il test di migrazione viene eseguito in condizioni di esposizione standard (tempo/temperatura) appropriate per le condizioni di contatto con gli alimenti del materiale o dell’articolo. Per le plastiche prodotte derivate dal petrolio in cui gli additivi monomeri utilizzati nella produzione sono ben definiti, questo approccio può essere utilizzato per supportare la determinazione della sicurezza e dell’idoneità del materiale. Oltre a valutare la sicurezza sulle sostanze chimiche in ingresso, è necessario considerare anche le cosiddette NIAS (sostanze non intenzionalmente aggiunte), laddove le NIAS sono:

■ Isomeri, impurità, prodotti di reazione e prodotti di degradazione noti o sconosciuti degli ingredienti utilizzati per realizzare il materiale a contatto con gli alimenti;

■ Possibili contaminanti dal processo di produzione;

■ Soggetto a contaminazione da fonti indirette come inchiostri da stampa, rivestimenti, adesivi e imballaggi secondari.

BIOMATERIALI A CONTATTO CON GLI ALIMENTI

Petersen et al. (Potential of biobased materials for food packaging. Trends in Food Science & Technology, 10, 52-68, 1999) hanno definito tre categorie di materiali a base biologica con applicazioni di imballaggio:

■ Polimeri estratti/rimossi direttamente dalla biomassa. Esempi includono polisaccaridi (ad esempio amido, cellulosa) e proteine (ad esempio chitina, collagene, caseina, proteine di soia). Un’ulteriore modifica dei polimeri può produrre ulteriori preziosi materiali a base biologica;

■ Polimeri prodotti per sintesi chimica utilizzando monomeri rinnovabili a base biologica. Ad esempio, l’acido polilattico (PLA), un bio-poliestere polimerizzato da monomeri di acido lattico prodotti dalla fermentazione di materie prime di carboidrati;

■ Polimeri prodotti da microrganismi o batteri geneticamente modificati. Gli esempi includono il poliidrossialcanoato (PHA) e il poliidrossibutirrato (PHB).

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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Per esempio, l’uso di monomeri parzialmente o totalmente bio-derivati può essere usato per produrre polietilene tereftalato (Bio-PET) o polietilene (Bio-PE) di derivazione biologica. Nonostante la loro origine biologica, questi materiali mostrano ancora gli stessi problemi di fine vita delle controparti fossili. Poiché rientrano nella definizione di cui sopra, possono essere considerati materie plastiche e quindi la loro sicurezza deve essere valutata in conformità al regolamento (UE) n. 10/2011. Il Bio-PET è composto da acido tereftalico purificato (70%) e glicole monoetilenico (MEG; 30%). Il MEG è derivato da zuccheri ottenuti da sottoprodotti agroalimentari come la bagassa o colture come la barbabietola da zucchero e quindi può essere considerato a base biologica. Tuttavia, il Bio-PET descritto è solo parzialmente derivato da fonti biologiche rinnovabili; con la maggior parte derivata da fonti fossili. Al contrario, il Bio-PE è considerato un materiale a base biologica in quanto deriva dal bioetanolo prodotto dalla fermentazione della canna da zucchero. Allo stesso modo, le bioplastiche PLA, PHA, PHB e polibutilene succinato (PBS) sono materiali completamente bio. Laddove un materiale a contatto con alimenti a base biologica soddisfa la definizione di plastica (come sopra), le sostanze di partenza dovranno essere valutate per la loro migrazione e tossicità e il NIAS dovrà essere indagato. Le regole per i materiali e gli oggetti in plastica sono ben descritte e il processo di autorizzazione per questi materiali è pubblicato sul sito web della Commissione Europea.

Ad esempio, c’è un aumento dell’uso del bambù negli articoli a contatto con gli alimenti come le tazze riutilizzabili. Questi articoli sono commercializzati come alternative naturali alla plastica. Tuttavia, nella maggior parte dei casi il bambù viene aggiunto come riempitivo a

LA PLASTICA È IL MATERIALE PRINCIPALMENTE UTILIZZATO NELLE APPLICAZIONI A CONTATTO CON GLI ALIMENTI E, QUINDI, LE REGOLE PER QUESTO TIPO DI MATERIALE SONO LE PIÙ AVANZATE

una struttura polimerica (plastica) e quindi si può considerare che l’aggiunta del bambù al polimero significhi che si tratta di un additivo che dovrebbe essere valutato e approvato per l’uso in un contatto alimentare plastica.

Le farine e le fibre di legno, non trattate, sono autorizzate e incluse nell’elenco dell’Unione delle sostanze di partenza approvate per le plastiche a contatto con gli alimenti. Tuttavia, una recente valutazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che la sicurezza del legno dovrebbe essere valutata specie per specie e il parere dell’EFSA ha affermato che: “non

esiste alcuna base giuridica per l’uso della farina di bambù come additivo nella plastica”.

Sono stati evidenziati potenziali problemi di salute, “sebbene gli additivi di origine naturale come il bambù in una matrice plastica possano costituire essi stessi un basso rischio per la salute. Tuttavia, possono sorgere rischi per la salute se la qualità di tali additivi naturali è scadente, se contengono impurità o contaminanti, se contengono o contribuiscono alla formazione di prodotti di reazione o di decomposizione che costituiscono un rischio per la salute, o se il materiale si gonfia e quindi provoca alterazioni superficiali avverse.” ■

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Gli articoli in bambù sono commercializzati come alternative naturali alla plastica, tuttavia, nella maggior parte dei casi il bambù viene aggiunto come riempitivo a una struttura polimerica.
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BAUER: la forza del KNOW HOW maturato nel tempo

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y SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
ISTOR

Due interminabili anni di pandemia hanno messo a dura prova i sistemi organizzativi e gestionali di sicurezza delle aziende alimentari, tra i più delicati e sensibili, nella rigorosa applicazione di protocolli, procedure e controlli per prevenire la diffusione del virus SARS CoV 2. Abbiamo fatto visita alla nota azienda trentina Bauer, al vertice in Italia nella produzione di dadi e preparati per brodo, un marchio che ha saputo brillantemente fondere tradizione e innovazione per un prodotto di alta qualità, per raccogliere la testimonianza del dottor Mauro Tait, che in veste di Responsabile dello stabilimento, ha vissuto in prima linea questa fase così complessa e delicata.

Ogni giorno i consumatori italiani acquistano con fiducia i prodotti marchiati Bauer, ma possiamo conoscere meglio questa importante industria alimentare italiana?

“La storica Bauer nasce a Trento nel 1929 come importatrice, da Berlino, di dadi per brodo a base di pollo; negli anni Trenta, complice la crisi, le importazioni subiscono un brusco arresto facendo maturare la scelta di una nuova avventura tutta trentina, quella della prima fabbrica italiana specializzata nella produzione di dadi. Dagli anni Quaranta, e dopo le restrizioni imposte dal regime ad alcune produzioni, l’avvio della produzione allargata a preparati e alimenti tipici della cucina trentina, come gli

aromi per carne alla griglia e pesci al cartoccio. Nel 1980 un incendio distrugge parte dello stabilimento e delle linee, portando a un rinnovo delle attrezzature (ma non delle ricette); nel 1986 nasce Vegetalbrodo: il primo dado granulare 100% vegetale che si scioglie all’istante in acqua bollente ed è senza glutammato monosodico aggiunto, anticipando una tendenza che sarebbe arrivato molto dopo sulle nostre tavole. Dalla seconda metà del decennio, la svolta da realtà fortemente territoriale a produttore di rilievo nazionale, con una proposta del tutto innovativa a livello di prodotto: un brodo granulare senza glutammato monosodico aggiunto e senza additivi. Nel 2009 abbiamo disdetto il contratto con lo storico “distributore unico nazionale” e ricostruito una strategia commerciale propria di una rete di vendita direttamente controllata da noi. Ha funzionato”. Le quote di mercato hanno iniziato a crescere, prima al Centro Nord e poi anche a Sud, con vendite nelle principali insegne della grande distribuzione e anche in negozi al dettaglio.Oggi Bauer è la terza azienda nazionale del settore (dopo Knorr e Star), ma la prima nel settore biologico, sempre più richiesto (fonte: Iri – a.t. giugno 2019), seguendo la stessa ricetta artigianale delle origini che non prevede utilizzo di aromi e additivi chimici, ed esclude anche lattosio, glutine e maltodestrine (allergeni), e con una quantità di sale – rigorosamente iodato, nella linea classica e marino in quella biologica, come da indicazioni del ministero della Salute – inferiori alla media della concorrenza”.

CHI È MAURO TAIT

Mauro Tait, è un Tecnologo Alimentare laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università Statale di Milano e appartenente al Consiglio dell’Ordine dei Tecnologi delle Regioni Veneto, Trentino Alto Adige con delega alla formazione. Attualmente lavora presso Bauer Spa, come Responsabile di Stabilimento e di Produzione. In Bauer ha trovato un ambiente dinamico e innovativo, con uno sguardo proiettato tra sostenibilità ambientale e sociale.

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“Avendo a disposizione dei sistemi di gestione della qualità certificati, come BRC e FIS”, afferma Mauro Tait, Responsabile di Stabilimento e di Produzione dell’azienda alimentare trentina, “la questione delle procedure di detersione e sanificazione pre e post-operative non è argomento nuovo, ma anzi ben strutturato e valido nel tempo”

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Parliamo anzitutto di sicurezza e ricerca qualitativa nei processi di produzione della vostra azienda. Come vengono garantite per i vostri consumatori… “Negli anni abbiamo affinato ed esploso il concetto che abbina la Qualità e il Gusto e lo abbiamo trasformato in un’altra formula magica che ci guida da qualche anno: Bontà a 360 gradi. Bontà a 360 gradi non è solo bontà del prodotto. È un concetto di Sostenibilità olistico. Si rivolge al consumatore con l’offerta di prodotti gustosi, naturali e realizzati con cura artigianale ma tutti certificati (Iso 9001:2015 -IFS – BRC – Bio - Vegan – Senza glutine – senza lattosio – Valore Condiviso) e sostenuti da un potente piano di autocontrollo che impatta su 140 materie prime, 150 imballi, pulizia degli operatori/macchine attrezzature/ambiente e controllo delle

acque. È legato alla sostenibilità ambientale (certificazione Leed e certificazione Pef – tecnologie avanzate per il risparmio delle risorse energetiche e idriche/micro-cogeneratori innovativi). È orientata alle risorse umane con un’attenzione che si esplicita in un avanzato sistema di conciliazione famiglia lavoro certificato (Family Audit). Per Bauer, in sostanza, la qualità è sinonimo di genuinità dei prodotti, grazie ad una scelta accurata degli ingredienti: scegliamo solo quelli migliori. Ci rivolgiamo a tutte le persone amanti di un alimentazione sana e corretta, ma anche a chi soffre di particolari intolleranze, come i celiaci, oppure a quanti seguono una dieta vegetariana.”

Quello che forse ci siamo lasciati alle spalle è stato certamente un periodo assai impegnativo per la

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prevenzione e sicurezza sia all’interno dello stabilimento che nei processi di produzione. Come avete rafforzato le misure e le procedure a tutela del personale nei vari ambienti di lavoro, dagli uffici alle linee di produzione durante la pandemia da SARS CoV 2? “L’azienda ha da subito integrato il suo documento di Valutazione dei Rischi al fine di valutare e gestire il rischio Coronavirus. Questo ha poi portato alla nomina di un referente Covid. Il primo punto su cui abbiamo focalizzato l’attenzione è quella dell’informazione del personale e di chiunque entri in azienda circa le disposizioni delle autorità affiggendo depliant informativi sui comportamenti e le regole da adottare per accedere ai luoghi di lavoro. Per il contenimento del contagio abbiamo adottato una rigorosa organizzazione interna per quanto riguarda gli spazi comuni

quali mense, spogliatoi con regole di accesso calmierato e soste contingentate nel tempo, oltre la ventilazione continua e il mantenimento delle distanze interpersonali e dove vanno garantite la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali e degli strumenti. Ove possibile come per alcune funzioni aziendali non inserite nei reparti di produzione è stato previsto lo smart working. Al personale è stato poi imposto l’obbligo della mascherina qualora il distanziamento sociale non fosse possibile. Inoltre, è stato imposto l’utilizzo delle piattaforme web o di programmi per lo svolgimento delle riunioni.”

Come avete operato per quanto riguarda il distanziamento delle stazioni di lavoro? Avete compiuto scelte che hanno limitato il numero di lavoratori presenti contemporaneamente o organizzato il personale

in gruppi di lavoro, anche correndo il rischio di rallentare la produzione?

“Bauer sotto questo profilo è stata avvantaggiata dall’ampiezza dei locali di produzione e confezionamento che di fatto impedisce il contatto fra il personale. Su una linea di confezionamento, oltre a dotare il personale di mascherine chirurgiche o FFP2 e guanti è stata imposta un’alternanza della postazione di lavoro e una limitazione del numero personale in linea. Naturalmente tutti i nostri operatori sono dotati di guanti monouso, scarpe antinfortunistiche e antiscivolamento e indumenti lavati e sanificati da un’azienda specializzata esterna.”

Avete introdotto misure più stringenti di igiene e sanificazione, promuovendo più frequenti ed efficaci lavaggi delle mani del personale? Vi sono stati anche interventi specifici

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di formazione dei dipendentilavoratori?

“Nelle nostre procedure interne di autocontrollo erano già previste procedure su come eseguire il lavaggio delle mani e il successivo utilizzo di disinfettanti a base alcolica. Tutte le postazioni di lavoro sono dotate di erogatori a muro di prodotti antisettici. Il personale è stato poi formato e incentivato ad una maggiore frequenza del lavaggio delle mani come decritto nel documento OMS sulle buone pratiche igieniche.”

Parliamo di pulizia e sanificazione: quale impegno avete dovuto sostenere per migliorare l’incisività degli interventi?

“Bauer ha da subito intensificato la frequenza del lavaggio e della sanificazione degli ambienti di lavoro e degli spazi comuni come mensa, spogliatoi, area relax etc per garantire un ambiente di lavoro sicuro per la tutela di tutti i lavoratori praticando pulizie ordinare e anche straordinarie. Il personale interno ed esterno è stato formato per migliorare l’efficacia della pulizia e della disinfezione dei locali con particolare attenzione alle zone sensibili conoscendo la sopravvivenza del Virus SARS-COV-2 sulle varie superfici. Oltre alla frequenza si è poi agito sulla scelta dei prodotti di detersione e di sanificazione. Il sistema di Gestione della Qualità di Bauer aveva già dei rigorosi controlli sull’efficacia delle pulizie svolgendo numerosi tamponi sulle superfici o sulle mani degli operatori.”

Come avete operato nella fase di impostazione e definizione delle nuove e più rigorose procedure da seguire nella sanificazione degli impianti e nella intensificazione degli interventi, in base alle indicazioni provenienti dai vari Dpcm?

“Per l’azienda, avendo dei sistemi di gestione della qualità certificati (come BRC e IFS) la questione delle procedure di detersione e sanificazione “pre” e post-operativa non è un argomento nuovo, ma anzi ben strutturare e validate nel tempo. Sicuramente le varie procedure sono state implementate applicando una maggiore attenzione al dettaglio (come, ad esempio, sui pannelli di controllo o pulsantiere) e un aumento della frequenza. L’utilizzo di sanificanti a base alcolica era già previsto nelle metodiche di sanificazione.”

In questi ultimi due anni, dunque, avete maturato esperienze che potenzialmente

vi consentono di affrontare ancor meglio i rischi e gli imprevisti determinati da epidemie e pandemie, che speriamo non si ripetano?

“Bauer sicuramente esce rafforzata sul piano delle procedure sulla tutela della sicurezza igienica delle produzioni e della garanzia della salute dei lavoratori. Possiamo affermare senz’altro che la pandemia ha messo a dura prova la nostra macchina organizzativa, ma siamo stati capaci di affrontare anche le problematiche igieniche emergenti in maniera tempestiva ed efficace, a garanzia della sicurezza del lavoro e dei prodotti offerti al mercato dei consumatori.” ■

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Il BIOFILM: cos’è e come PREVENIRLO

Accurate operazioni di sanificazione, senza trascurare i punti più difficili, permettono di non creare le condizioni per lo sviluppo di questo complesso

Uno dei problemi più diffusi nelle aziende alimentari è la formazione di biofilm, un insieme di microrganismi che convivono adesi a una superficie. Rimuoverlo, se presente, e soprattutto operare per prevenirne la formazione è essenziale per garantire la sicurezza igienica in un ambiente dove si producono o manipolano alimenti.

Il biofilm è più complesso da rimuovere rispetto al singolo microrganismo disperso in una soluzione acquosa. “Questo concetto deriva dagli studi di sociomicrobiologia – afferma Mario Stanga, chimico esperto di sanificazione – che hanno scoperto che i microbi non amano la solitudine, al contrario apprezzano una vita sociale che permette loro di sopravvivere e di collaborare per la difesa della propria vita. Oggi è risaputo che un microbo all’interno del biofilm può resistere solo se gli altri microrganismi presenti ne consentono la permanenza”. Vivendo in gruppo, grazie a fenomeni di collaborazione, i microrganismi riescono a sopravvivere e a difendersi meglio da attacchi esterni.

Oggi sono ben note le caratteristiche di interrelazione microbica

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all’interno del biofilm. I microbi presenti su una superficie emettono dei segnali di contatto per rilevare la presenza di cellule circostanti e stabilire una comunicazione. Quando i segnali si incontrano, i microrganismi sintonizzano il loro metabolismo e insieme si costruiscono un habitat protettivo, il biofilm appunto, costituito da una sostanza prodotta dai microrganismi all’interno della quale si difendono e sopravvivono agli attacchi esterni (vedi figura 1). “Questa contaminazione organica prodotta dai microrganismi – precisa Stanga – è denominata biofouling. Da qui deriva il termine biofilm”. La matrice del biofilm è composta prevalentemente di acqua (più del 90%), da cellule batteriche, da polisaccaridi, proteine, DNA e RNA extracellulari e ioni (vedi tabella).

LE CONDIZIONI CHE FAVORISCONO LA FORMAZIONE DI BIOFILM

Perché questo processo avvenga devono esserci alcune condizioni favorevoli. Che si parli di filiera di carne, del latte o dei prodotti da forno, di una cucina professionale o delle sale di trasformazione della GDO, le condizioni che favoriscono lo sviluppo di un biofilm sono le stesse: la presenza di acqua e aria, la contaminazione di processo (o cross contaminazione) e la selezione microbica. “Dove non c’è acqua non ci sono microbi (e se ci sono, non sono attivi) – sottolinea l’espertoecco perché è fondamentale che i siti dove si trasformano alimenti

siano il più asciutti possibile e le condizioni di pavimenti e piastrelle vanno verificate accuratamente”. Quello della selezione microbica è un concetto importante ed è alla base della formazione del biofilm. Quasi tutti i microbi, infatti, sono presenti in qualsiasi ambiente; a seconda delle materie prime trattate, dei processi adottati e di come vengono eseguiti, risulteranno preminenti alcune tipologie. “Si può dire che ogni azienda abbia i suoi propri microbi – afferma Stanga - che sviluppano un biofilm che è una sorta di marchio di fabbrica di quell’azienda. Aziende simili, infatti, sviluppano biofilm simili (non uguali) con problematiche sovrapponibili”.

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Fig. 1. Formazione di biofilm. Fonte: Dottor Mario Stanga Tabella. Fonte: Dottor Mario Stanga

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La selezione microbica deriva da quattro fattori:

1. condizioni endemiche da materie prime contaminate all’origine, da animali o dal personale (esempio lieviti, salmonella);

2. peculiarità ambientale: ubiquitari e sempre presenti nell’ambiente (listeria, pseudomonas, coliformi);

3. pratiche scorrette di lavoro: presenza inevitabile per scarsa detergenza, tagli, carcasse, teflon e nastri deteriorati (enterobatteri, campylobacter, clostridi);

4. condizioni igieniche del personale: scarsa pulizia. Il personale che manipola l’alimento è la seconda causa di tossinfezioni;

Anche il fattore tempo è un parametro importante per la formazione del biofilm. Solo con il passare del tempo, una contaminazione trascurata riesce a costituire il biofilm. Il processo è illustrato nella figura 2. Per impedire lo sviluppo del biofilm bisogna fare in modo di non superare, attraverso le procedure di sanificazione e di manutenzione degli impianti, lo stadio rappresentato dal punto 3. Durante l’intervallo fra

una produzione e l’altra, per esempio, i microrganismi cominciano a riprodursi.

“I microrganismi – sottolinea Stanga – trovano il tempo per formare il biofilm quando non si è fatta pulizia o si è fatta una pulizia non idonea, quando ci sono delle zone d’ombra dove non si riesce ad arrivare, dove ci sono zone nascoste e dove non si va a guardare, per esempio parti di impianto nascoste. Questi punti andrebbero indicati come punti critici di controllo in un piano Haccp”. Attraverso l’uso del bioluminometro è possibile individuare la presenza di biofilm su una superficie. L’uso di questo strumento può dare delle informazioni per programmare le attività di sanificazione e di manutenzione periodica.

La natura delle superficie può favorire o meno la formazione del biofilm: se è semplice eliminare sporco e residui da una superficie in acciaio inox, molto levigata, le rugosità di quelle in materiali come il polietilene non consentono una rimozione assoluta di tutti i residui. Le tracce di contaminazione che possono rimanere all’interno di tagli e abra-

sioni e possono creare condizioni favorevoli per portare nel tempo alla formazione del biofilm.

Pericolose, ai fini della formazione del biofilm, sono anche le parti mobili e nascoste degli impianti: per esempio tutti i piani orizzontali alti sono a rischio perché di solito si arriva a pulire in quei punti solo quando si fanno le manutenzioni periodiche, ogni tre o quattro mesi. Sono a rischio anche le zone di ristagno, come canaline e tombini, dove è bene programmare una manutenzione periodica oppure le aree sotto gli impianti o sotto i sostegni (guide, ganci, ghiere, catene), sulle superfici sopraelevate: normalmente non vengono pulite per negligenza o trascuratezza, disattenzione o assenza di manutenzione. Un ulteriore pericolo è rappresentato dalle tubature, che devono essere ben coibentate, soprattutto se all’interno scorre acqua fredda: a causa della condensazione e della formazione di gocce d’acqua sulla superficie, è favorita la formazione di biofilm.

Alcune aree degli impianti sono zone di crescita ideali per il biofilm e devono essere sottoposte a manutenzione periodica anche se non sono a diretto contatto con gli alimenti. Nelle autoclavi o negli addolcitori è necessario mettere del cloro nel sale per pulire le microresine che assorbono i cationi ma che fanno anche da filtro: se sono contaminate trasferiscono la contaminazione microbica all’acqua e quindi sull’impianto. Anche la parte inferiore dei carrelli con cui si trasportano le materie prime all’interno dell’azienda, sia quelli spostati manualmente sia quelli che si muovono in automatico non va trascurata. “Insomma – sottolinea Stanga – bisogna pulire anche dove non si vede, dove si dà per scontato che non possa succedere nulla, dove non si pensa che sarebbe necessario detergere. Un aspetto importante è il disegno dello stabilimento. Per

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Fig.2. Il fattore tempo nella formazione del biofilm. Fonte: Dottor Mario Stanga

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esempio, può essere critica la pendenza delle superfici che sovrastano gli impianti: può favorire la caduta delle goccioline di condensa all’interno degli alimenti”.

Rappresenta un pericolo anche la ricontaminazione di zone già pulite, mentre si eseguono operazioni di sanificazione di zone adiacenti. Per questo motivo è essenziale programmare in modo adeguato la progressione delle operazioni di pulizia. “Durante il processo di sanificazione – afferma – bisogna usare la testa”.

PULIRE CORRETTAMENTE PER PREVENIRE

Per prevenire la formazione di biofilm o rimuovere quello eventualmente presente bisogna aver bene chiaro che prima di essere una contaminazione microbica è una contaminazione organica. Quindi bisogna pulire prima di disinfettare o pulire e disinfettare in fase unica con i prodotti adatti. Se la contaminazione è fresca (cioè non modificata termicamente, per asciugatura o per resistenza fisica) non è critica da rimuovere. “La pulizia quotidiana fatta a fine lavorazione (con detergente e disinfettante) – spiega Stanga - deve permettere anche, se possibile, la prevenzione del biofilm; la manutenzione periodica con acqua ossigenata o enzima o doppio passaggio (es. con cloro) prevede il resettaggio dell’impianto. Negli impianti CIP (Cleaning-in-place), se si lavora con un buon ciclo di pulizia non si forma biofilm. Più critici sono i casi di impianti aperti, dove si lava manualmente o con la schiuma. L’efficacia della sanificazione a schiuma è fortemente dipendente dall’apparecchiatura e dalle capacità dell’operatore”.

La detergenza quotidiana può essere eseguita manualmente o con la schiuma. La pulizia manuale si può eseguire nei piccoli laboratori, dove la superficie da pulire è ridotta ed è costituita da un prelavaggio, un passaggio con detergente a base di

cloro, spazzolatura e risciacquo. Le piccole attrezzature o il tavolame possono essere tenuti in ammollo.

Se le superfici da pulire sono troppo grandi per effettuare una pulizia manuale giornaliera, l’alternativa è la pulizia a schiuma che può seguire diverse modalità operative.

La prima prevede la rimozione dello sporco grossolano, un energico prelavaggio possibilmente tiepido, l’applicazione di un detergente a schiuma alcalino-clorinato al 3-5% e il risciacquo. Questa modalità non è consigliata perché se in qualche occasione la procedura non viene eseguita correttamente, il biofilm ha la possibilità di propagarsi.

Nella terza modalità operativa, al posto dei detergenti cationici si utilizza cloro (se ipoclorito anche puro). Dopo alcuni minuti di attesa è necessario risciacquare perché questi prodotti possono dare problemi di corrosione agli impianti. Nella quarta modalità operativa si usa acqua ossigenata a concentrazione superiore al 5%. In questo caso non è necessario il risciacquo, perché il prodotto evapora. La quinta modalità operativa prevede l’impiego, nel primo lavaggio di acqua ossigenata in aggiunta a detergente a schiuma alcalino (al 3-5%). Dopo il risciacquo si esegue un secondo passaggio con acqua ossigenata, dopo il quale non è necessario risciacquare nuovamente.

La seconda modalità è utilizzata soprattutto nelle zone dove è presente tavolame in materiale plastico ed è la principale impiegata nell’industria della macellazione. Rispetto alla procedura precedente, prevede, dopo il risciacquo, la distribuzione di un secondo detergente di tipo cationico. I residui di questi prodotti che permangono sulle superfici impediscono all’eventuale sporco residuo rimasto nelle rugosità di espandersi come biofilm e alla caduta microbica ambientale (aerosol) di reinquinare la superficie. Il risciacquo finale può essere eseguito subito o prima della lavorazione successiva. A causa di questa azione residuale, però, questa modalità non è consigliabile nelle birrerie o per le assi di maturazione per i formaggi, perché potrebbe interferire con le fermentazioni.

MANUTENZIONE

Nelle aree degli impianti dove non è possibile effettuare la pulizia giornaliera, bisogna optare per la manutenzione periodica, che può essere settimanale, quindicinale o anche oltre, a seconda delle condizioni operative. La manutenzione può essere eseguita con ipoclorito (anche puro), seguito da risciacquo o con un detergente enzimatico per estrarre dalle porosità lo sporco. Il prodotto deve essere lasciato agire per almeno 1h, poi bisogna sciacquare e disinfettare. Anche in questo caso è possibile usare acqua ossigenata (pura o al 10-15%), seguita da risciacquo.

“Se il biofilm, comunque, si forma –conclude Mario Stanga – significa che non è stata fatta una corretta sanificazione o non è stata fatta in tempo”. ■

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ENTI OLÈ RESSENZA, igienizzante per ogni superficie

Rubino Detergenti nasce nel 1960 da un’idea di Antonio Rubino e si evolve con la passione e la professionalità del figlio Luigi (attuale Amministratore Unico) a partire dal 2002, quando la società si trasforma in Rubino Chem. Tra le aziende più importanti nel settore chimico nazionale, ha saputo più volte diversificare l’attività ampliando gli orizzonti e offrendo prodotti di qualità per un uso professionale e industriale.

Grazie al duro lavoro di due generazioni che hanno creduto in un progetto imprenditoriale che mirasse all’eccellenza, oggi più che mai la società è viva e lotta in un mercato sempre più complesso.

Rubino Chem è il naturale punto di riferimento nazionale e internazionale per le aziende che cercano eccellenza e performance straordinarie nel settore chimico. La parola d’ordine è tecnologicamente avanzato.

L’azienda ha un reparto Ricerca & Sviluppo che coopera direttamente con la facoltà di Chimica dell’Università di Bari.

Il personale altamente specializzato crea nuove soluzioni che possano garantire l’efficacia del prodotto. L’efficienza e l’impatto con l’ambiente è costantemente monitorato al fine di trovare soluzioni ecocompatibili e sicure per gli utilizzatori; per tale motivo, nei processi produttivi vengono impiegate esclusivamente  materie prime di altissima qualità e con certificazioni internazionali. Tra i numerosi articoli igienizzanti e profumanti della Rubino Chem, il fiore all’occhiello è OLÈ RESSENZA OLÈ RESSENZA è un formulato, usato dai professionisti del pulito, innovativo ad altissima resa da usarsi in qualsiasi ambiente. Racchiude tutte le caratteristiche della

linea precedente “ESSENZA” con l’ulteriore funzione Igienizzante. Grazie alla nuova e sofisticata composizione, ha un alto potere nella Rimozione di Germi e Batteri. Con CINQUE distinte funzioni PROFUMA, DEODORIZZA ambienti, IGIENIZZA, DETERGE, SPOLVERA superfici. Le fragranze uniche, originali e di lunga persistenza con bouquet ine-

brianti, racchiudono la freschezza dei fiori, il sapore delle spezie e tutta la dolcezza dei frutti maturi; contraddistinte dai colori, fatte per dare piacevoli sensazioni di profumo, creano la giusta atmosfera per il benessere negli ambienti vissuti quotidianamente.

OLÈ RESSENZA si può utilizzare su superfici in Marmo, Ceramica, Klinker, Linoleum anche incerato, Resina, Legno e Parquet trattati con cere naturali o sintetiche. Le superfici trattate costantemente ottengono un effetto lucido non scivolante. OLÈ RESSENZA ha un’azione antistatica che dirada la polvere.

OLÈ RESSENZA si articola in ben 24 profumazioni suddivise in tre linee: la Classica, frutto del know-how e maestria dell’eccellenza italiana; l’Ipoallergenica, un mix di fragranze create esclusivamente da materie prime nobili e attentamente selezionate; la Luxury, unica ed esclusiva, mix di essenze preziose e inebrianti ad alta concentrazione.

www.rubinochem.it

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DETER g

L’ABC della sanificazione

Come impostare, effettuare, programmare e monitorare le procedure di detergenza e disinfezione nelle imprese alimentari

Elena Consonni Tecnologa alimentare

La sanificazione degli ambienti e delle superfici è un prerequisito previsto dai piani di autocontrollo delle imprese alimentari. Perché sia davvero efficace nel garantire l’igiene e la sicurezza negli ambienti in cui si producono o manipolano gli alimenti, bisogna impostarne correttamente le procedure. Di questo tema ha parlato Marco Valerio Sarti, tecnologo alimentare e titolare di Viesse Consulting, in occasione del convegno online “I FOCUS – La sanificazione nell’azienda alimentare: procedure e monitoraggio”, organizzato lo scorso dicembre da Formalimenti.

Anzitutto per capire cosa si intende per sanificazione è necessario rifarsi alle definizioni di legge. “Sulla base

della mia esperienza di consulente, ho notato che spesso si bada all’efficacia del processo di sanificazione – ha sottolineato Marco Valerio Sarti – ma poco alla terminologia, eppure questo aspetto è fondamentale perché la sanificazione ha implicazioni tecnico-legali”.

Il Decreto Ministeriale n 274 del 07/07/1997 definisce le diverse attività che rientrano nell’ambito della sanificazione.

■ Pulizia: complesso di procedimenti e operazioni atti a rimuovere polveri, materiale non desiderato o sporcizia da superfici, oggetti, ambienti confinati ed aree di pertinenza;

■ Disinfezione: complesso dei procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti confinati e aree di pertinenza

mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni;

■ Sanificazione: complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione.

La sanificazione è quindi il termine che abbraccia tutte le attività che consentono a una azienda alimentare di soddisfare i prerequisiti indispensabili per garantire la sicurezza e l’igiene degli alimenti.

A livello comunitario, il Regolamento CE n. 648/2004 del 31/03/2004 spiega cosa si intende con il termine detergente: qualsiasi sostanza o miscela contenente saponi o altri tensioattivi destinata ad attività di lavaggio e pulizia. Il detergente per

XXX DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S S ICURE zz A SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

pulizia industriale e istituzionale, in particolare, può essere usato per attività di lavaggio e pulizia al di fuori dell’ambito domestico, svolte da personale specializzato con l’uso di prodotti specifici.

Il Regolamento UE n. 528/2012 introduce, invece, il termine biocida, definito come qualsiasi sostanza o miscela, costituita da uno o più principi attivi, allo scopo di distruggere, eliminare e rendere innocuo, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo. Il biocida, quindi, non agisce soltanto sui microrganismi, ma anche su parassiti o infestanti diversi.

“Secondo quanto disposto dall’articolo 89 del Regolamento UE n. 528/2012 – ha sottolineato Sarti – in attesa del completamento del programma di riesame dei principi attivi di cui al Regolamento stesso, gli Stati Membri possono continuare ad applicare le proprie norme nazionali per i prodotti in oggetto. In Italia la norma nazionale è costituita dal DPR n 392/1998 e dal Provvedimento del 5 febbraio 1999, che disciplinano l’immissione in commercio dei presidi medico chirurgici. Pertanto i prodotti disinfettanti, insetticidi e insettorepellenti

LE PROCEDURE DI

SANIFICAZIONE VANNO INSERITE NELL’AMBITO DEL PIANO DI AUTOCONTROLLO DELL’AZIENDA ALIMENTARE, IN CUI LE PROCEDURE SEGUITE DEVONO ESSERE DESCRITTE

ADEGUATAMENTE

contenenti principi attivi ancora non approvati per lo specifico PT (Product Type) in sede comunitaria, possono essere commercializzati esclusivamente previa autorizzazione come PMC (presidi medico chirurgici)”.

A livello internazionale, il Codex Alimentarius 1-1969, che nel 2020 è stato sottoposto a revisione, precisa questi concetti:

■ Contaminante: qualsiasi agente biologico, chimico o fisico, materiale estraneo o sostanza non aggiunta intenzionalmente agli alimenti che potrebbe comprometterne la sicurezza o l’idoneità.

■ Contaminazione: l’introduzione

o la presenza di un contaminante nel cibo o nell’ambiente.

■ Pulizia: rimozione di sporco, residui di cibo, grasso o altre sostanze discutibili.

■ Punto critico di controllo (CCP): una fase in cui una misura di controllo o misure di controllo, essenziali per controllare un rischio significativo, vengono applicate in un Sistema HACCP.

■ Disinfezione: riduzione mediante agenti biologici o chimici e/o metodi fisici del numero di microrganismi vitali sulle superfici, nell’acqua o nell’aria a un livello che non comprometta la sicurezza e/o l’idoneità alimentare.

Il Codex Alimentarius fornisce anche delle indicazioni sulle strutture per la pulizia. “Sottolinea infatti – ha spiegato Sarti - che devono essere previste strutture idonee e adeguatamente designate per la pulizia di utensili e attrezzature. Tali strutture dovrebbero avere un’adeguata fornitura di acqua calda e/o fredda, ove richiesto. Deve essere prevista un’area di pulizia separata per gli strumenti e le attrezzature provenienti da aree altamente contaminate come servizi igienici, fognature e aree di smaltimento dei rifiuti. Le strutture per il lavaggio degli alimenti dovrebbero essere separate dalle strutture per la pulizia degli utensili e delle attrezzature e dovrebbero essere disponibili lavandini separati per il lavaggio delle mani e del cibo”.

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SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

LA SCELTA DEL PRODOTTO

Questi sono quindi i principali presupposti legali sulla base dei quali impostare le procedure di sanificazione in una azienda alimentare. Da un punto di vista operativo la prima fase del processo è la scelta del detergente adeguato per rimuovere lo sporco, presente sulle superfici da sanificare. “Il detergente va scelto in funzione della tipologia di sporco e della superficie da trattare – ha spiegato il tecnologo alimentare – alcuni prodotti sono più efficaci nei confronti dello sporco organico (grassi, proteine, zuccheri) altri di quello inorganico (calcare, incrostazioni). Inoltre, alcune superfici non resistono a determinati detergenti. Un aspetto importante da valutare è la concentrazione del detergente. Il principio del più ne metto, più è efficace non è corretto. Oltre certi livelli di concentrazione del detergente, l’effetto pulente diminuisce”. Alla fase di detergenza va fatto seguire un accurato risciacquo per rimuovere i residui di detergenti e di sporco, salvo diverse indicazioni del fabbricante del prodotto impiegato. Solo a questo punto si potrà procedere con la disinfezione, che

permette di eliminare i patogeni presenti sulle superfici e negli ambienti. Anche in questo caso è possibile scegliere tra una rosa di prodotti con caratteristiche differenti, in funzione della tipologia di contaminazione più probabile e della superficie da disinfettare. Anche la fase di disinfezione viene in genere fatta seguire da un ciclo di risciacquo. Si conclude così la procedura di sanificazione.

Ha spiegato Sarti: “Sono tanti i parametri da considerare perché la sanificazione risulti efficace. Uno è la concentrazione del biocida o del disinfettante, perché l’esposizione di patogeni a concentrazione troppo

basa potrebbe non essere sufficiente per eliminarli. Anche i tempi di contatto tra il prodotto impiegato e la superficie da trattare sono importanti perché serve un certo intervallo di tempo perché i microrganismi vengano debellati. Le schede tecniche dei prodotti a uso professionale e le etichette di quelli a uso domestico riportano le indicazioni sulla concentrazione ottimale per garantirne l’efficacia e i tempi da rispettare prima di procedere con il risciacquo”. Anche la temperatura dell’acqua in cui si diluisce il prodotto ha una certa rilevanza. “Molti principi attivi – ha precisato - hanno efficacia ridotta a basse temperature. Sottolineo ancora come la presenza di residui di lavorazione sulle superfici possa rendere meno efficaci i principi attivi, quindi per avere una sanificazione efficace, lo sporco presente va rimosso adeguatamente, attraverso una attenta attività di detergenza”.

PROCEDURE DESCRITTE E MONITORATE

Le procedure di sanificazione vanno inserite nell’ambito del piano di autocontrollo dell’azienda alimentare, in cui le procedure seguite devono essere descritte adeguatamente. “Devono essere definite le frequenze dei trattamenti – ha affermato Sarti - sulla base del tipo

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Fonte: Dottor Marco Valerio Sarti

di attrezzature impiegate e del loro utilizzo e della necessità di manutenzione. È importante iniziare tempestivamente i cicli di detergenza e di disinfezione per prevenire la crescita microbica, l’indurimento dello sporco e la formazione del biofilm, che è poi molto difficile da eliminare. Nel piano di autocontrollo devono poi essere attribuite con precisione le responsabilità per il processo di sanificazione”.

Il Codex Alimentarius può rappresentare un valido supporto per definire le procedure aziendali. Precisa infatti che le procedure di pulizia e disinfezione dovrebbero garantire che tutte le parti dello stabilimento siano adeguatamente pulite e che i programmi dovrebbero essere elaborati con il supporto di esperti competenti e consiglia di utilizzare procedure scritte di pulizia e disinfezione, che dovrebbero specificare aree, attrezzature e utensili da pulire e disinfettare, responsabilità per compiti particolari, metodo e frequenza della pulizia e della disinfezione, attività di monitoraggio e verifica. (Fonte: Codex Alimentarius 1, 1969, Versione 2020, Sezione 5).

Per stabilire la frequenza degli interventi di sanificazione è necessario considerare il possibile accumulo di sporco e i rischi di insediamento microbico, integrare con la manutenzione prevista e basarsi su dati storici per soddisfare i requisiti di salubrità, qualità, stabilità e conformità a leggi e capitolati.

Le registrazioni sugli interventi svolti devono essere intese per uso interno all’azienda. Servono come promemoria, per creare uno storico rintracciabile e avere dei dati oggettivi da analizzare. Le registrazioni devono essere comprensibili e utili. Il Codex Alimentarius mette l’accento anche sull’importanza del monitoraggio. L’applicazione delle procedure di pulizia e disinfezione deve essere periodicamente verificata mediante ispezioni visive e audit per garantire che le procedure siano state applicate correttamente. Sebbene l’efficacia degli agenti detergenti e disinfettanti e le istru-

zioni per l’uso siano convalidate dai loro produttori, è necessario adottare misure per campionare e testare l’ambiente e le superfici a contatto con gli alimenti per verificare che i programmi di pulizia e disinfezione siano efficaci e vengano applicati correttamente. Per esempio, esistono kit rapidi usa e getta capaci di individuare il grado di pulizia di una superficie. Lo strumento analizza la quantità di proteine residue su una superficie di lavoro dopo le fasi di pulizia. Sulla base anche degli esiti di queste analisi, le procedure di pulizia, disinfezione e manutenzione dovrebbero essere regolarmente riviste e adattate per riflettere eventuali cambiamenti nelle attività aziendali.

ACCORTEZZE

AGGIUNTIVE PER LE AZIENDE CERTIFICATE

Le aziende certificate secondo lo standard ISO 22000 (Sistemi di gestione per la sicurezza alimentare - Requisiti per qualsiasi organizzazione nella filiera alimentare) hanno un motivo ulteriore per curare con particolare attenzione le attività di sanificazione degli impianti e delle superfici. Infatti, nei Programmi di

prerequisiti (PRP) previsti dalla norma tecnica sono inclusi anche pulizia e sanificazione, idoneità dell’attrezzatura e sua accessibilità per la pulizia. Secondo lo standard, l’azienda certificata deve stabilire, attivare e mantenere attivi, i PRP per aiutare a controllare la probabilità di introdurre pericoli per la sicurezza alimentare nel prodotto attraverso l’ambiente di lavoro; la contaminazione biologica, chimica e fisica dell’alimento (compresa la contaminazione crociata) e i livelli di pericolo per la sicurezza alimentare nel prodotto e nell’ambiente di lavorazione.

l PRP devono essere adeguati alle esigenze dell’organizzazione relativamente alla sicurezza alimentare; alle dimensioni, al tipo di operazione e alla natura dei prodotti fabbricati o manipolati; essere attuati attraverso l’intero sistema produttivo, sia come programmi applicabili in generale che a un particolare prodotto o linea operativa. I PRP devono essere approvati dal gruppo per la sicurezza alimentare. Anche secondo la norma ISO 22000 le registrazioni delle verifiche effettuate sui PRP devono essere conservate e i documenti devono specificare in che modo sono state svolte le attività. ■

02/2022 | DIMENSIONE PULITO XXXIII

Detergere e IGIENIZZARE con AMUCHINA Professional

Amuchina Professional, da sempre sinonimo di igiene e disinfezione, propone una linea completa di prodotti appositamente pensati per assicurare la più profonda pulizia degli ambienti professionali. Dall’igiene delle piccole e grandi superfici a quello delle aree di produzione degli alimenti, i prodotti Amuchina garantiscono un’azione mirata ed efficace.

Amuchina Multiuso Area Food è un detergente igienizzante studiato per la pulizia delle superfici dell’area food a rapida asciugatura. Appositamente pensato per l’igiene di tutte le aree di produzione e confezionamento dell’industria alimentare e della ristorazione, Amuchina Multiuso Area Food è un prodotto indicato per tutte le superfici, anche quelle in acciaio. Per un’azione efficace, sarà sufficiente applicare il prodotto direttamente sulla superficie da trattare con un panno, strofinando sullo sporco più ostinato. Non contiene sostanze abrasive, quindi non lascia graffi e/o striature e non necessita di risciacquo. Il prodotto è particolarmente indicato per le procedure regolate dall’HACCP.

Amuchina Vetri Multiuso Igienizzante, in formato trigger da 750 ml, è l’alleato ideale per l’igiene delle piccole superfici. Particolarmente indicato per l’igiene e la pulizia di specchi, vetri e vetrate, il prodotto rimuove anche germi e batteri da tavoli, sedie, piani di lavoro, seggioloni, fasciatoi, comodini e mensole. Per un’azione igienizzante quotidiana basta spruzzare il prodotto direttamente sulle superfici da trattare, passare un panno pulito e lasciar asciugare. Grazie alla sua particolare formula, che non lascia residui chimici sulle superfici, il prodotto non solo è adatto per l’igiene

delle superfici a contatto con gli alimenti, ma non necessita neanche di risciacquo. Amuchina Vetri Multiuso Igienizzante è anche indicato per le procedure regolate dall’HACCP.

Infine, Amuchina Detergente Sgrassante Tecnico è un detergente sgrassante igienizzante pronto all’uso, adatto a tutte le superfici unte in cui sia richiesto uno sgrassaggio rapido e totale. Indispensabile per tutte le attività che operano

con procedure di pulizia regolate dall‘HACCP, è inoltre in grado di eliminare perfettamente e velocemente untuosità, ditate e nicotina. Per un’azione mirata ed efficace, basta spruzzare il prodotto direttamente sulla superfice da sgrassare, strofinare sullo sporco più ostinato e ripassare con un panno pulito o carta monouso fino a ottenere una superficie asciutta e brillante.

www.amuchina.it

XXXIV DIMENSIONE PULITO | 02/2022 D DETER g ENTI
C OM E S CE G LI DI PR OTE GG E R E L E TU E M A N I DAI VIR US ? IG IE N I Z ZA NT I E DI S I N FE T TANTI NON SONO U G U AL I . D IS I N FE T TA NT E C H E T I PR O TEGG E Per le tue mani scegli la protezione disinfettante di AMUCHINA Gel Xgerm. È un p r e si d i o m ed i co ch ir u r g i co . Reg . n . 19679 . L egge r e a tt en t a m en t e l e istr u zi on i d ’ u s o . A u t o rizz a zi one de l 21 / 06 / 2021 . E l e tt o p r odo tt o de ll’ anno a s egu it o d i un s ondagg i o ri vo lt o a 12 000 con s u m a t o ri ne ll’ anno 2021 ne ll a ca t ego ri a i g i en izz an ti c a s a e pe rs ona ELIMINA FINO AL E BATTERI 99,9% VIRUS Un igienizzante rimuove in parte virus e batteri. DISINFETTANTE IGIENIZZANTE

Norme per un TRASPORTO sicuro

Tra le più frequenti non conformità riscontrate durante i controlli figurano l’inadeguatezza dei mezzi di trasporto, difetti di chiusura o di bloccaggio del carico, presenza di residui derivanti da precedenti trasporti o da prodotti sanificanti

Silvia Monguzzi

XXXVI DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S F OOD SAFET y SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

La filiera alimentare è rappresentata da tutto il percorso che porta alla produzione di un prodotto alimentare, “dalla terra alla tavola”.

Lungo il processo, la contaminazione degli alimenti può avvenire in qualsiasi momento, dalla produzione primaria, all’industria di trasformazione, durante il trasporto, la distribuzione e, infine, presso il consumatore. Per la sicurezza igienico sanitaria di un alimento, anche la fase del trasporto rappresenta un punto delicato della filiera, che va monitorato e controllato in ogni dettaglio (temperatura di conservazione, etichettatura, igiene e organizzazione dell’ambiente) per evitare lo sviluppo di anomalie e rischi, spesso non riconoscibili dai consumatori. Per questo l’impegno da parte degli organi di controllo, anche in questa fase, è parte del percorso dovuto per il raggiungimento della qualità totale.

I prodotti alimentari italiani sono da sempre riconosciuti a livello europeo, non solo per le eccellenze esclusive del nostro Paese, ma anche per il gran numero dei controlli che riguardano sia i prodotti alimentari destinati ad essere commercializzati sul territorio nazionale, sia quelli destinati all’esportazione, che ne assicurano la qualità e la sicurezza. Le Autorità italiane impegnate nel settore degli alimenti e delle bevande eseguono campionamenti e analisi in ogni fase della produzione, della trasformazione, della distribuzione, del magazzinaggio, del trasporto, del commercio e della somministrazione, con la finalità di verificare e garantire la conformità dei prodotti alle disposizioni dirette a prevenire i rischi per la salute pubblica, di proteggere gli interessi dei consumatori e assicurare la lealtà delle transizioni.

Le attività di controllo

I controlli sono eseguiti sulla base di quanto previsto dai Regolamenti del “Pacchetto igiene”, che comprende tutte le fasi della filiera, incluse le attività di trasporto, magazzinaggio e manipolazione, intese come operazioni collegate al luogo di produzione. Nel settore dei trasporti l’attività di controllo viene svolta effettuando una distinzione fra mezzi e contenitori che sono sottoposti solo a vigilanza e mezzi e contenitori che sono soggetti ad autorizzazione sanitaria. Vediamo quali sono le non conformità riscontrate più frequentemente durante i controlli.

Mezzo di trasporto

■ inadeguatezza dei materiali costruttivi o di rivestimento dei vani di carico o di coper-

tura, protezione o isolamento dall’esterno del carico. In particolare: forma e superfici interne dei vani di carico non favorenti le procedure di sanificazione o favorenti la permanenza di residui e l’annidamento di infestanti in porosità o interstizi; possibili perdite di frammenti o rilascio di sostanze dalle pareti o dagli arredi interni; facilità di ingresso di contaminanti esterni; accumulo di umidità eccessiva, formazione di condense o, al contrario, eccessiva perdita di umidità; ■ difetti di chiusura o di bloccaggio del carico; ■ residui derivanti da precedenti trasporti o da prodotti sanificanti.

Fasi di carico e scarico ■ variazioni (in aumento o diminuzione) della temperatura delle merci; ■ contaminazioni batteriche o particellari, alterazioni derivanti da umidità o altri agenti fisici.

Durante il trasporto ■ perdita di fluidi di riscaldamento o refrigerazione; ■ malfunzionamento o inadeguatezza dei sistemi di controllo della temperatura; ■ eccessivo accumulo o perdita di umidità; ■ danneggiamento meccanico dei contenitori e delle merci.

Merci trasportate

■ promiscuità di materiali tra loro incompatibili o contaminazioni crociate da contatto reciproco diretto (contiguità) o indiretto (aerodispersioni, percolamenti, inefficace sanificazione fra trasporti consecutivi) di merci tra loro diverse, sotto il profilo della composizione e della contaminazione microbica.

Comportamenti scorretti dei trasportatori

■ inadeguata igiene del personale che comporta il rischio di contaminazione del carico o del mezzo di trasporto; ■ scelta di percorsi eccessivamente lunghi, in funzione del clima e della deperibilità delle merci trasportate; ■ uso di strade dissestate (in funzione della fragilità del carico); ■ eccessiva frequenza delle fasi intermedie di carico e scarico frazionato nello stesso viaggio in assenza di un corrispettivo controllo frazionato delle condizioni di conservazione del carico;

02/2022 | DIMENSIONE PULITO XXXVII

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

■ accettazione di merci tra loro incompatibili o in grado di dar luogo a contaminazioni crociate; ■ accettazione di carichi eccessivi, anche in considerazione delle tipologie di merci trasportate e della loro sistemazione nei vani di carico;

■ non conoscenza o mancato rispetto delle condizioni necessarie per il trasporto del carico;

■ carente custodia/controllo delle condizioni effettive del carico.

La valutazione e l’eventuale azione sanzionatoria a seguito di carenze rilevate durante i controlli ispettivi variano in funzione del tipo di non conformità e del rischio associato: ad esempio, se dall’inosservanza del limite di temperatura massima di conservazione consegue il deperimento dell’alimento, oltre alle sanzioni amministrative, scattano le sanzioni penali previste dall’art. 5 lett. b Legge 30 aprile 1962 n. 283 (vedi anche art. 31 D.P.R. 26 marzo 1980 n. 327).

La vendita ambulante di prodotti alimentari a temperatura controllata (come pesce fresco sotto ghiaccio, molluschi eduli bivalvi, gelati, alimenti refrigerati, congelati, scongelati, cotti) su aree pubbliche, che oggi devono essere predefinite e attrezzate dai Comuni, può avvenire esclusivamente con veicoli speciali, classificati come “autonegozio” sulla carta di circolazione. In caso di “cattivo stato di conservazione” classificato come “reato di pericolo”, non è necessario effettuare analisi sulla commestibilità o nocività del prodotto per contestarlo; inoltre, non occorre la cessione al consumatore, è sufficiente la sola detenzione (trasporto, ecc.). La verifica dello stato di conservazione degli alimenti di origine animale può essere esclusivamente effettuata dai Dirigenti Veterinari delle ASL, che sono specialisti nella materia e hanno anche la qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria, ai sensi dell’art.3 della

Nelle fasi di carico e scarico è importante controllare le variazioni di temperatura delle merci e prevenire eventuali contaminazioni batteriche o particellari

Legge 283/62, motivo per cui è necessario chiedere un loro immediato intervento sul posto da parte degli operatori (vedi anche art. 516 C.P. “Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine”).

I permessi e le procedure

Per i veicoli impiegati nel trasporto di alimenti, l’autorizzazione sanitaria, con l’introduzione del “pacchetto igiene”, è stata inglobata dalla DIA (Dichiarazione inizio attività) e viene applicata ad ogni tipo di trasporto di prodotti alimentari, anche quelli non sfusi o confezionati. I mezzi di trasporto che devono essere notificati sono: le cisterne e gli altri contenitori per il trasporto delle sostanze alimentari sfuse a mezzo di veicoli, i veicoli per il trasporto degli alimenti surgelati per la distribuzione ai dettaglianti e i veicoli per il trasporto delle carni

fresche e congelate e dei prodotti della pesca freschi e congelati. L’operatore del settore alimentare (Osa) che intende iniziare un’attività di produzione, trasformazione, confezionamento, deposito, trasporto, somministrazione, distribuzione o vendita di prodotti alimentari è tenuto ad inviare la DIA, in quadruplice copia all’azienda unità sanitaria locale - dipartimento di prevenzione medico/veterinario - e contestualmente in singola copia allo Sportello unico per le attività produttive (SUAP) del Comune della sede produttiva dell’impresa alimentare o in cui è residente. Per il mezzo di trasporto, alla DIA dovrà essere allegata una relazione tecnica, firmata da un tecnico abilitato e dal legale rappresentante/titolare della ditta, che contengano la descrizione del mezzo adibito al trasporto (cisterna, container, ecc.), delle sostanze alimentari

XXXVIII DIMENSIONE PULITO | 02/2022
S F OOD SAFET y

al cui trasporto si intende destinare il veicolo, delle modalità di lavaggio e sanificazione del mezzo e del luogo di ricovero del mezzo, oltre alla copia del libretto di circolazione e, ove previsto, una copia del certificato ATP (Accord transport perissable) per il trasporto di merci deteriorabili. Nella DIA si dichiara che il trasporto viene effettuato nel rispetto dei requisiti di cui al capitolo IV dell’allegato II al Reg. CE n. 852/04 e che quindi sostituisce quelli previsti dall’Art. 43 del DPR 327/80. Al momento del controllo bisogna esibire copia della DIA con indicazione del mezzo di trasporto con la relativa registrazione di presentazione. Da ricordare che, per i mezzi adibiti al trasporto di alimenti refrigerati, congelati e surgelati è necessario l’adeguamento alle norme contenute nell’accordo relativo ai trasporti internazionali delle derrate deperibili e ai mezzi speciali da usare per tali trasporti, ratificato con la Legge 2 maggio 1997, n. 264, nonché alle disposizioni del Decreto ministeriale

28 febbraio 1984 relativo ai mezzi di trasporto in regime di temperatura controllata. Questo impone determinate regole per costruire gli allestimenti isotermici per i trasporti frigoriferi refrigerati destinati ad alimenti come: latte alimentare, latte concentrato parzialmente disidratato, latte fermentato destinato alla stabilizzazione col calore, latte aromatizzato, latte pastorizzato, bevande a base di latte, creme di latte, sangue destinato alla produzione di proteine plasmatiche, burro,

burro anidro liquido, carni fresche, carni congelate, prodotti ittici freschi, gli alimenti congelati e surgelati (compresi gelati, succhi di frutta e uova sgusciate), frattaglie, pollame, selvaggina, molluschi eduli, lamellibranchi, formaggi freschi, ricotta. La certificazione ATP ha una durata di 6 anni e il rinnovo avviene attraverso i centri collaudi ogni tre anni; al raggiungimento del dodicesimo anno di vita, il certificato ATP deve essere rilasciato dai centri prova e ha un’ulteriore durata di 6 anni.

PER LA SICUREZZA IGIENICO SANITARIA DI UN ALIMENTO, ANCHE LA FASE DEL TRASPORTO RAPPRESENTA UN PUNTO DELICATO DELLA FILIERA, CHE VA MONITORATO E CONTROLLATO IN OGNI DETTAGLIO

02/2022 | DIMENSIONE PULITO XXXIX
La vendita ambulante di prodotti alimentari può avvenire esclusivamente con veicoli speciali, classificati come “autonegozio” sulla carta di circolazione

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Requisiti di temperatura per i prodotti di origine animale

Per il trasporto di prodotti alimentari di origine animale l’applicazione del “pacchetto igiene” ha introdotto, dal 2006, nuovi requisiti minimi di temperatura da mantenere con una tolleranza, prevista esclusivamente per i prodotti congelati, di +/- 3 °C. Per gli alimenti le cui temperature di conservazione durante il trasporto non sono elencate nel “Pacchetto Igiene” (gelati alla frutta e succhi di frutta congelati, altri gelati, burro o altre sostanze grasse congelate, tutte le altre sostanze alimentari congelate, latte pastorizzato trasportato in cisterna, latte pastorizzato in confezioni, prodotti lattiero - caseari (latti fermentati, panna o crema di latte, formaggi freschi, ricotta), burro e burro concentrato (anidro, burro anidro liquido) continua ad essere applicata la vecchia normativa, cioè l’allegato C del DPR 327/1980. Altro caso specifico è rappresentato dal settore dei surgelati «Per alimenti surgelati si intendono tutti quei prodotti alimentari sottoposti ad un processo speciale di congelamento, detto “surgelazione”, che permette di superare con la rapidità necessaria, la zona di cristallizzazione massima e di mantenere la temperatura del prodotto in tutti i suoi punti, dopo la stabilizzazione termica, ininterrottamente a valori pari o inferiori a -18 °C»: il pacchetto igiene ha mantenuto l’applicazione del Decreto Legislativo n. 110 del 27/01/92. Il DL n. 110/92 che stabilisce che durante il trasporto, la temperatura degli alimenti surgelati deve essere mantenuta in tutti i punti del prodotto ad un valore pari o inferiore a -18 °C, anche se sono previste tolleranze sulla temperatura rilevata durante il trasporto, la distribuzione locale e negli armadi e nei banchi frigoriferi per la vendita al consumatore non superiori a +3 °C della temperatura del prodotto.

In generale, nel caso di trasporto di alimenti per cui sia richiesto il monitoraggio della temperatura, i mezzi utilizzati devono essere muniti di un termometro con dispositivo di registrazione atto a registrare il rispetto di questa prescrizione. La verifica della adeguatezza e della costanza, anche nelle condizioni ambientali più avverse, della temperatura effet-

cazione (lavaggio e, se necessario, disinfezione) attuato dopo ciascuno di tali trasporti. Queste informazioni devono essere disponibili per la consultazione, a richiesta dei clienti, dei destinatari delle merci o delle autorità di controllo, per consentire loro di stimare i rischi connessi all’affidamento di un trasporto al trasportatore.

tiva di trasporto di prodotti deperibili o in legame caldo o freddo è comunque parte integrante (CCP) di un sistema di autocontrollo di questo tipo di attività.

Il trasportatore deve mantenere, a bordo dell’automezzo o almeno presso la propria sede, fornibili a richiesta, le registrazioni relative almeno agli ultimi 3 carichi trasportati (compreso i rispettivi volumi trasportati) e del metodo di sanifi-

Definiti i prerequisiti necessari per l’avviamento di un’attività di trasporto di alimenti, il titolare dell’azienda dovrà occuparsi della formazione del personale. Le carenze legate al trasporto, infatti, sono per lo più riconducibili ad una insufficiente conoscenza e formazione del personale addetto al trasporto che viene considerato un semplice addetto alla guida e al carico e scarico di merci generiche anziché un OSA a pieno titolo. ■

XL DIMENSIONE PULITO | 02/2022
S F OOD SAFET y

Nasce una STELLA nel settore BRUSHWARE professionale

Da gennaio 2022 Ariston Cleaning Solutions che da oltre 80 anni rappresenta l’eccellenza del brushware made in Italy è diventata Igeax, una deci-

sione che lancia definitivamente l’azienda mantovana nel firmamento del cleaning professionale. Il nuovo nome, il nuovo logo e il nuovo pay-off suggellano la volontà del management aziendale, giunto alla terza generazione, di dare all’azienda un’impronta nuova capace di distinguersi sul mercato del brushware professionale così come nel settore domestico da sempre presieduto con il brand Aricasa. Igeax quindi mantiene professionalità e creatività tutte italiane, ponendosi come leader per i leaders come sottintende il payoff “Business Brushware for Leaders”.

«Con questa frase abbiamo voluto sintetizzare un concetto per noi molto importante – dice Gianluca Bignotti, CEO di Igeax. In qualità di specialisti nel settore brushware ci rivolgiamo ad altrettanti specialisti ai quali siamo anche in grado di fornire soluzioni personalizzate grazie alla totale gestione della produzione al nostro interno e alla pluriennale esperienza tecnica maturata.»

Chiediamo a Gianluca Bignotti come verranno identificati le divisioni Casa e Professionale all’interno del marchio Igeax.

«Manterremo il brand Aricasa per

i prodotti a uso domestico mentre Igeax sarà il brand nuovo della linea professionale. Questo cambiamento ha richiesto molto coraggio e anche molti investimenti che d’altronde erano necessari per mantenere tradizione e innovazione tecnologica insieme. Nonostante siano passati solo due mesi dall’ufficialità del cambio, abbiamo già avuto degli ottimi feedback da parte dei nostri clienti che apprezzano questa nostra trasformazione globale che guarda certamente al futuro mantenendo i valori di una volta. Il nostro obiettivo, quindi, è quello di personalizzare il brushware professionale puntando su prodotti nuovi, affidabili, efficaci e facili da impiegare.» www.igeax.com

02/2022 | DIMENSIONE PULITO XLI A ACCESSORI
Gianluca Bignotti, CEO di Igeax

DISINFETTANTI rapidi e versatili

L’acido peracetico è la sostanza attiva disinfettante con il più vasto spettro d’azione antimicrobico oggi in uso nell’industria alimentare e nei programmi di biosicurezza nel settore zootecnico.

Essendo un potente ossidante, già alla concentrazione dell’1% è in grado di distruggere batteri GRAM+ e GRAM–, miceti, spore, virus e perfino toxoplasmi entro un tempo di 10 minuti. Dal momento dell’ap-

degradazione spontanea si rilevano esclusivamente perossidi ed acido acetico. A differenza di molti altri disinfettanti quindi, non inquina le superfici con alogeni o altri residui tossici per la filiera alimentare. Mentre il vasto spettro d’azione si traduce in maggiore tornaconto per l’operatore (unico passaggio, massima attività), la capacità dell’acido peracetico di agire indipendentemente dal pH del substrato rappresenta forse il principale vantaggio. Newpharm® presenta due nuove linee di prodotto a base di perace

tico: Viroster Alimentare® e Newster®. Trattasi di due disinfettanti concentrati solidi per superfici dure che a differenza di altri peracetici reperibili sul mercato, non corrodono i materiali grazie all’equilibrata formulazione.

Viroster® Alimentare è un disinfettante specifico per l’industria alimentare e mangimistica con attività completa a prova di tamponi. Grazie alla sua formulazione è compatibile con tutte le superfici lavabili, agisce in tempi brevi e svolge inoltre una completa azione detergente che allontana lo sporco dalle superfici.

Viceversa, il Newster® si configura come soluzione di prim’ordine per gli ambienti zootecnici a sostegno della biosicurezza. Una volta disciolto in acqua, libera soluzioni di acido peracetico ad elevata efficienza battericida, fungicida e virucida indispensabili sia per le disinfezioni quotidiane che per situazioni di vuoto biologico.

Entrambi i prodotti sono stati sottoposti a test laboratoriali per certificarne l’attività disinfettante, come indicato dalle norme europee. www.newpharm.it

XLII DIMENSIONE PULITO D D ISINFE z IONE
Professional

La SICUREZZA passa anche dall’ABITO

Per evitare che gli alimenti vengano contaminati durante le lavorazioni è necessario indossare indumenti idonei e rispettare una serie di regole igieniche. Senza dimenticare l’importanza che risiede nella disinfezione dei tessuti

Marcello Falvo

Per garantire l’igiene degli alimenti, indossare un abbigliamento da lavoro adeguato è un obbligo. Dal punto di vista legislativo, le indicazioni in ambito alimentare sono date, oltre che dalle procedure aziendali definite internamente tramite HACCP, principalmente dal DPR 327/80 Art. 42 (Igiene, abbigliamento e pulizia del personale) che stabilisce quanto segue: negli stabilimenti industriali e nei laboratori di produzione il personale deve indossare tute o sopravvesti di colore chiaro, nonché idonei copricapo che contengano la capigliatura. Le tute, le giacche, le sopravesti e i copricapi debbono essere tenuti puliti; inoltre, il personale deve curare la pulizia della propria persona e in particolare le mani e deve eseguire il proprio lavoro in modo igienicamente corretto. Il Regolamento 852/2004, capitolo VIII, Igiene personale 1 stabilisce invece che ogni persona che lavora in locali per il trattamento di alimenti deve mantenere uno standard elevato di pulizia personale ed indossare indumenti adeguati, puliti e, ove necessario, protettivi.

Questi documenti ci fanno capire come l’igiene degli indumenti sia un aspetto imprescindibile nell’industria alimentare e i tutti quei settori che hanno a che fare con la manipolazione del cibo. Per preservare la sicurezza negli ambienti di lavorazione, è necessario seguire una serie di buone prassi:

■ indossare indumenti puliti e di colore chiaro, in modo da distinguere più facilmente i residui di sporco;

■ laddove previsto, e in caso di ferite sulle mani o in caso di manipolazione cibi pronti al consumo, usare guanti monouso;

XLIV DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S L A
INDUSTRIALI SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
v ANDERIE

■ indossare indumenti specifici per il lavoro, diversi da quelli civili (da tenere in un luogo separato, in idoneo spogliatoio) e da utilizzare solo nell’ambiente lavorativo;

■ utilizzare sempre un copricapo, per evitare la caduta di capelli, forfora, gocce di sudore o altri microrganismi sui cibi. Il copricapo ha anche la funzione di prevenire il contatto delle mani con la cute, pertanto deve essere indossato anche da chi è calvo o ha i capelli rasati;

■ utilizzare indumenti dotati di chiusure con bottoni automatici o a velcro, in modo da limitare il rischio che si stacchino e vadano a finire negli alimenti;

■ non utilizzare gli indumenti da lavoro qualora si debba abbandonare, anche momentaneamente, la lavorazione degli alimenti;

■ garantire corrette modalità di lavaggio e utilizzare indumenti facilmente lavabili ad alte temperature.

Quest’ultimo punto ci porta a precisare che, oltre ad un lavaggio attento, gli indumenti da lavoro necessitano anche di essere sottoposti ad una adeguata disinfezione. Per portare a termine questa procedura abbiamo a disposizione diverse tecnologie, a seconda della tipologia di capo da trattare.

METODI DI DISINFEZIONE PER ABBIGLIAMENTO

L’utilizzo di disinfettanti chimici è consigliato solo su tessuti che possono essere lavati in lavatrice ad almeno 60 °C con prodotti detergenti e disinfettanti; alcuni prodotti potrebbero infatti danneggiare e degradare i tessuti, riducendone le qualità protettive. Il possibile impiego dell’ozono va valutato con molta cautela, perché, pur essendo rapidamente efficace contro i virus, può alterare i colori dei capi a causa delle sue proprietà ossidanti ed i tempi di esposizione risulterebbero un fattore critico da controllare. Tra i trattamenti fisici, quello più consigliato è l’utilizzo del vapore secco.

Utilizzato per 30 minuti, il vapore secco non rappresenta un problema per i tessuti, essendo già utilizzato nelle operazioni di finissaggio degli stessi. L’operatore che si occupa dell’applicazione del vapore deve essere dotato di mascherina, al fine di evitare l’inalazione tramite aerosol dei contaminanti eventualmente presenti nei tessuti. Le radiazioni UV, note per le loro qualità antibatteriche, e in particolare quelle dello spettro UV-C, sembrano essere in grado di inattivare diversi tipi di coronavirus, incluso il Sars-Cov-2. Le lampade germicide sono già da tempo utilizzate nei processi di sanificazione, quindi è lecito pensare che pochi minuti di applicazione di queste radiazioni sugli indumenti potrebbero eliminare efficacemente il virus. Il loro potenziale utilizzo in ambito tessile deve però tenere conto di diversi fattori: queste radiazioni non hanno un’elevata penetrazione, e potrebbero non essere in grado di raggiungere il virus, se quest’ultimo è annidato nel tessuto. Le lampade rappresentano inoltre un costo significativo dal punto di vista energetico, e la loro efficacia dipende da condizioni ambien-

tali come l’umidità relativa. Queste radiazioni sono inoltre pericolose per l’uomo, in quanto capaci di arrecare seri danni agli occhi e alla pelle; è quindi fondamentale fornire all’operatore adeguate protezioni, soprattutto per quanto riguarda gli occhi.

Le radiazioni ionizzanti come raggi x e y, invece, possono essere utilizzate solo nell’ambito dei processi industriali, per via dei costi elevati e del loro meccanismo di azione.

Questi raggi non impattano sulla struttura dei materiali tessili, e consentirebbero di ripetere il trattamento più volte senza danneggiare i capi, ma richiedono tempi di applicazione molto lunghi, quantificabili in diverse ore, e trovano più spazio nell’industria alimentare, essendo più efficienti nell’eliminazione di spore e specie batteriche.

Rivolgersi a strutture specializzate come le lavanderie professionali, in grado di individuare il disinfettante e il metodo più adatto ad ogni tipo di capo, rimane in ogni caso la miglior prassi da adottare per rispondere in modo efficace e conveniente alle proprie esigenze di sanificazione. ■ www.falvo.info

| DIMENSIONE PULITO XLV
02/2022

Alcuni

Primo PIANO

dei prodotti di riferimento del panorama industriale

GESAN, DISINFETTANTE BATTERICIDA CONCENTRATO

Gesan di Arco è un disinfettante biocida per pavimenti e superfici lavabili, piastrelle, materiale ceramico. Efficace ad alte diluizioni contro molteplici microorganismi. È costituito da un principio attivo innovativo (triammina), caratterizzato da un’alta attività battericida, fungicida e viricida. Efficace anche a basse temperature. Eccellenti proprietà detergenti. Non contiene Voc, Aldeidi, Cloro, e Sali d’Ammonio. Raccomandato per applicazioni in produzioni alimentari, ristoranti, scuole, asili, uffici, palestre, ospedali, case di cura. Idoneo negli impianti di areazione. Disponibile in tanica da 5kg e flacone da 1000ml. www.arcochimica.it

BOBINE IN CARTA BLU

Paperdì si rinnova con un’offerta di tre Bobine in carta blu in pura cellulosa completamente rivoluzionaria per la propria gamma prodotti. Le tre referenze, forti dell’acquisizione della certificazione FSC e dell’idoneità al contatto alimentare, soddisfano a pieno le esigenze del mercato in termini di rintracciabilità alimentare. La qualità attestata della materia prima e il miglioramento tecnico sono una garanzia di risposta efficiente ed efficace, un prodotto con elevate caratteristiche di resistenza sia a secco che ad umido, grazie alle quali si riduce al minimo la presenza dei residui.

www.paperdi.it

LUMITESTER, BIOLUMINOMETRO PER LA VERIFICA DELL’IGIENE DELLE SUPERFICI

Che cosa significa pulito? Pulito vuol dire che i residui organici e i batteri sono stati rimossi per mezzo di una corretta pulizia. È possibile verificarne l’accuratezza grazie a Lumitester di Kairosafe, un bioluminometro portatile che consente di verificare istantaneamente la contaminazione organica sulle superfici. Lo strumento legge il segnale di bioluminescenza emesso dalla reazione tra I’ATP, una molecola presente in tutti gli organismi con metabolismo, e appositi reagenti. Maggiore è la quantità di ATP, che è indice della sostanza organica presente, e maggiore è il valore indicato dal bioluminometro.

www.kairosafe.it

XLVI DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S v ETRINA SPECIALE IGIENE ALIMENTARE Loredana Vitulano

OMNIA LABOR: IL TUO ALLEATO IN CUCINA

Omnia Labor è l’innovativo sistema di dispensazione per carta cucina in formato foglio a foglio che eleva le prestazioni di pulizia nella ristorazione professionale. Il dispenser eroga fogli in pura cellulosa, già aperti e pronti all’uso, azionabili con una mano sola per consentire allo chef di continuare a svolgere le proprie mansioni in cucina senza distrazioni. La bocca di erogazione, con trattamento antimicrobico, mantiene ogni foglio perfettamente protetto fino al suo utilizzo, mentre il pratico piedistallo in acciaio inox con manico consente di spostare il dispenser da una parte all’altra della cucina. Con Omnia Labor si ha garanzia di igiene, elevate performance e riduzione dei consumi.

www.industrieceltex.com

ARNOX, DETERGERE SECONDO I PIANI HACCP

Affidati al know-how Kemika e scopri, nella selezione di detergenti specifici destinati al settore alimentare, Arnox, il detergente fortemente alcalino, a schiuma moderata, indicato per il lavaggio di superfici e pavimentazioni sporche di grassi alimentari. Arnox saponifica i grassi facilitandone la rimozione, viene utilizzato nelle industrie di macellazione carni, in caseifici e nelle fabbriche di insaccati. Di facile risciacquo, non lascia residui nocivi sulle superfici e può essere impiegato con idropulitrici, lavasciuga, manualmente, utilizzando mop o frangia di lavaggio in microfibra. Il prodotto può essere inserito nei piani HACCP. Arnox è disponibile nelle versioni ad alta schiuma e a bassa schiuma e con formulati Biocidi: Arnox Alta Schiuma Cloro Attivo/Arnox Bassa Schiuma Cloro Attivo.

www.kemikaspa.com

AIR CONTROL SANITIZER® PMC

Air Control Sanitizer® di Orma è una linea di bombole aerosol pronto uso a base di Sali quaternari d’ammonio ad azione disinfettante con rapida efficacia battericida, levuricida e virucida per l’utilizzo in ambienti, oggetti e superfici.

È disponibile in tre formati differenti (500 ml, 250 ml con valvola dosata e 150 ml con valvola a rilascio totale) per adattarsi alle diverse esigenze di impiego. Air Control Sanitizer® è conforme agli standard per l’utilizzo in area medica, alimentare, industriale, domestico e istituzionale: EN14476 e EN16777 di efficacia su virus incapsulati e alcuni non incapsulati; EN 13697:2015+A1:2019 di efficacia battericida e levuricida; EN1276:2019 di efficacia battericida; EN1650:2019 di efficacia levuricida.

www.ormatorino.com

SYNCLEAN, ACCESSORI E RICAMBI MACCHINE

La società Synclean è da 25 anni nel settore della pulizia professionale e partner delle migliori case produttrici di macchine e accessori. È un’azienda moderna e dinamica ma con un’esperienza di alto livello e un know-how specifico nel mondo delle macchine per la pulizia industriale. Nel suo listino, è possibile trovare: motori aspirazione diretti/periferici/tangenziali, l’azienda è infatti distributrice ufficiale AMETEK; motori per aspirapolveri e impianti centralizzati; turbine soffianti; gomme tergipavimento e paraspruzzi; dischi abrasivi; batterie e caricabatterie; accessori per aspirapolvere; spazzole per lavasciuga, spazzatrici e monospazzole; ricambi originali.

www.syncleanservice.com

02/2022 | DIMENSIONE PULITO XLVII

TECNOLOGIA innovativa ed ECO-SOSTENIBILE

Nato come trattamento di sanificazione antimicrobico, con l’avvento dell’emergenza epidemiologica ha virato il suo focus e avviato sperimentazioni nella direzione dell’antivirale.

Si chiama EWS – Electrolyzed Water System ed è una tecnologia innovativa che riesce ad essere non soltanto più efficace ma anche più sostenibile.

Un sanificante altamente performante contro virus e batteri ma che non danneggia né l’uomo né l’ambiente. Rispetto alle sostanze sul mercato, infatti, primi test e sperimentazioni ne hanno evidenziato da un lato enormi vantaggi in termini di capacità di eliminare e proteggere dai virus e dall’altro lato, una minore tossicità e nocività. A differenza di quanto attualmente utilizzato, infatti, EWS non permane negli ambienti (o comunque non richiede ore prima di consentire all’uomo, ad esempio, di rientrare in un locale sanificato). EWS risulta essere immediatamente “avvicinabile”.

E se entrarne in contatto non risulta arrecare alcun danno alla salute, attualmente è in corso una sperimentazione per comprendere se sia possibile procedere alla sanificazione con EWS direttamente sulla persona. Se nei luoghi di lavoro è raccomandato l’utilizzo dell’ozono per la sanificazione esclusivamente in assenza dell’uomo, immaginiamoci invece quei sanificatori posti agli ingressi dei luoghi pubblici che solitamente utilizzano proprio ozono e idrogeno.

Sviluppato dalla Professoressa Elena Tamburini dell’Università di Ferrara, insieme allo spin off Gate Srl (Green for the Future, di cui la Professoressa è Direttore Scientifico), specializzato in tecnologie

green innovative riconducibili ai field dell’elettrochimica e delle biotecnologie a basso impatto ambientale, il sistema EWS è un sistema completo: esso comprende infatti la macchina per realizzare la soluzione, il prodotto sanificante da diffondere e diversi tipi di diffusore/ nebulizzatore.

Tutto il progetto e la produzione delle attrezzature è realizzato in collaborazione con SprayTeam srl, un’azienda ferrarese che vanta una lunga esperienza nel campo delle macchine per la disinfestazione e la sanificazione.

Più nel dettaglio, in riferimento alla macchina, la EWS Machine non è altro che un impianto di piccole dimensioni per la produzione dell’Electrolyzed Water, il sanificante eco-compatibile, per la neutralizzazione di virus e batteri. Fornire anche il macchinario,

consente di produrre just in time la soluzione: così facendo oltre a consentirne l’utilizzo nel momento di massima proprietà performante, è anche possibile produrne esattamente la quantità necessaria. Inoltre, differenti concentrazioni specifiche di acqua e sale possono essere selezionate per un ulteriore ottimizzazione del prodotto EWS Solution (questo il nome della soluzione): da 10 a 400 PPM, per tornare poi a essere acqua e sale una volta esauritasi la proprietà sanificante. Infine, a completamento del sistema, è compresa la possibilità non soltanto di produrre la soluzione ma anche di scegliere la metodologia di nebulizzazione, ovvero di selezionare il nebulizzatore che meglio si adatta alle specifiche esigenze dell’utilizzatore finale.

Gategreen.it www.sprayteam.it

XLVIII DIMENSIONE PULITO | 02/2022

Le normative COGENTI e VOLONTARIE

Secondo BRC Food e IFS Food il Controllo degli infestanti risulta una delle principali carenze all’interno delle Aziende Alimentari

S PEST MANA g EMENT SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

Per una corretta gestione del Pest Management in una Azienda Alimentare le fondamenta su cui sviluppare il corretto approccio alla qualità e sicurezza degli alimenti poggiano su tre pilastri fondamentali: le Normative Cogenti, le Normative Volontarie (a cui l’Azienda Alimentare ha deciso di attenersi) e la qualità/professionalità dell’Azienda di Pest Control.

Facendo un rapido excursus tra le Normative Cogenti non possiamo di certo dimenticare per l’Italia la Legge n° 283 del 30/04/1962 che identifica all’Art. 5 (d): “È vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere […] sostanze alimentari […] con cariche microbiche superiori ai limiti […] insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive […]’’ e il successivo (anche se passano oltre 30 anni dalla precedente Legge) Decreto Legislativo 155/97 del 26 Maggio 1997 (Recepimento della Direttiva CEE 43/93 da parte dello Stato Italiano) dove all’Art. 2 l’industria Alimentare viene identificata come ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione degli alimenti, mentre all’Art.

3 Identifica il concetto di autocontrollo HACCP sulla base del sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici. A partire dagli anni 2000 si ha infine una profonda accelerazione per la Sicurezza Alimentare con Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare (Gennaio 2000) che Identifica la necessità di creare un sistema, applicabile in maniera omogenea all’interno della Comunità Europea, su base scientifica e normativa e il successivo Regolamento CE 178/2002: General Food Law che tra i principali articoli:

■ Identifica l’Alimento come “Qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad essere ingerito o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito da esseri umani’’ (Art.2);

■ Pone l’analisi del rischio come base scientifica per la legislazione alimentare (Art.6);

■ Stabilisce che non può essere immesso sul mercato un alimento, dannoso per la salute o inadatto al consumo umano (Art.14);

■ Pone l’obbligo della tracciabilità dei pro-

dotti con lo scopo di ricostruire e seguire il processo di un alimento attraverso tutte le fasi di produzione (Art.18);

■ Istituisce l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) (Artt.22 e 49);

■ Istituisce una rete (RASFF) che fissa procedure cautelari in tema di allarme rapido, situazioni d’emergenza e gestione delle crisi, in caso di gravi rischi per la salute umana e degli animali (Artt.50 e 57); arrivando infine a quello che viene identificato come Pacchetto Igiene, soggetto a modifiche nel corso degli anni con il Regolamento CE 852/2004, Igiene dei prodotti alimentari, il Regolamento CE 853/2004 legato alle norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di Origine Animale, il Regolamento CE 183/2005 che identifica i requisiti per l’igiene dei mangimi, il Regolamento UE 2017/625 (che modifica e sostituisce il Reg.CE 853/2001 e il Reg. CE 882/2004) relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi e delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante, nonché sui prodotti fitosanitari e naturalmente il Decreto Legislativo n° 193 del 06/11/07, attuazione delle direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore.

Oltre alle Normative Cogenti appena evidenziate, risulta utile conoscere la legislazione legata all’impiego delle sostanze attive utilizzabili nel campo della filiera alimentare e tra queste si può identificare (in maniera parziale) la Direttiva CE 441/1991 inerente i Prodotti Fitosanitari impiegabili nelle fasi primarie, il R.D. n°147 del 1927 che regolamenta l’uso dei gas tossici adoperati per la disinfestazione dei cereali e delle derrate vegetali oltre che edifici e strutture vuote, il Reg. UE n°528/2012 riferito ai biocidi utilizzabili in ambito urbano (ex. Presidio Medico Chirurgici), il Reg. CE 1097/2006 (REACH) e il Reg. CE n°1272/2008 che ha imposto la riclassificazione delle etichette e l’introduzione dei nuovi pittogrammi.

Tra le Normative Volontarie a cui l’Azienda Alimentare può attenersi, si possono identificare certificazioni per “Prodotti Alimentari Tipici” (DOP, IGP, STG, etc.), certificazioni per “Sistemi di Gestione Aziendale” (ISO 9001, ISO 45001, ISO 14001, ISO 27001, etc.) e cer-

02/2022 | DIMENSIONE PULITO LI

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

PEST MANA g EMENT

tificazioni “Volontarie di Prodotto” (BRC Food, IFS Food. FSSC 22000, Global GAP, Kosher, Halal, etc.).

Per la regolamentazione delle certificazioni Volontarie di Prodotto bisogna identificare come le stesse siano riconosciute dal Global Food Safety Initiative (GFSI), organismo nato nel 2000, con l’obiettivo di stabilire criteri univoci di sicurezza alimentare. Requisito comune a tutti gli standard GFSI è l’adozione della metodologia HACCP, un sistema di gestione della qualità documentato e il controllo degli standard di processo e del personale all’interno del sito produttivo. Possedere quindi una certificazione riconosciuta GFSI può essere fondamentale per un’azienda alimentare che vende alle maggiori insegne della GdO (Wal-Mart, Carrefour, Tesco, Metro, Migros, Aldi, etc.)

Tra le principali certificazioni volontarie di prodotto punteremo la nostra lente d’ingrandimento sulla BRC Food nata per la GDO del mercato anglosassone e per tutte quelle aziende che producono a marchio privato o conto terzi e che esportano nel Regno Unito e la IFS Food nata da aziende della grande distribuzione organizzata del mercato francese, tedesco ed italiano e che si è attualmente diffusa su tutto il mercato europeo.

Andando ad analizzare i requisiti che più hanno evidenziato carenze, a seguito di verifiche BRC e IFS, risulta che il controllo degli infestanti (Pest Monitoring/Pest Control) è al terzo posto in entrambe le certificazioni. Entrando nel dettaglio di quelle che sono state poi le carenze rilevate durante il controllo degli infestanti, secondo BRC, abbiamo: presenza di infestanti/ tracce al momento dell’audit, rapporti di monitoraggio incompleti, planimetrie non aggiornate, contenitori rotti e non al loro posto, lampade attrattive UV non funzionanti o non posizionate correttamente

I 10 REQUISITI CHE, NEL MONDO, HANNO TOTALIZZATO PIÙ CARENZE NELLE VERIFICHE BRC

HACCP

9,0 %

Strutture 7,2 % Controllo Infestanti 4,9 % Pulizia e Igiene 4,8 % Impegno della direzione 4,1 % Manutenzione 4,0 % Strutture per il personale 3,5 % Audit Interni 2,9 % Vetro, plastica e altri materiali fragili 2,9 % Tracciabilità 2, 8 %

In questa tabella (Fonte BRC, 113 Nazioni, 16.000 siti, 18 categorie di prodotto) si evidenzia come secondo BRC, a seguito di Audit, il Controllo degli Infestanti sia una delle principali carenze che un auditor incontri (4,9% dei casi). Si ha però che anche altre voci presenti in questo elenco possano essere un indice, non specifico, di carenze dovute ad una non corretta gestione del Pest Management all’interno dell’Azienda Alimentare. Possiamo infatti evidenziare come la gestione della metodica dell’HACCP (9,0%) sia collegabile alla gestione degli infestanti (il requisito standard di GFSI è l’adozione del sistema citato) così come le Strutture (7,2%) in quanto, in assenza di una corretta gestione delle stesse la possibilità d’ingresso di infestanti occasionali può aumentare notevolmente. Certamente anche Pulizia e Igiene (4,8%) concorrono alla presenza o assenza di infestazione; infatti, in assenza di non corretta pulizia si possono creare delle nicchie ecologiche ottimali per sviluppo e nidificazione di infestanti specifici o occasionali. Possiamo quindi stabilire come, per una corretta gestione degli infestanti, le carenze evidenziate possano concorrere in maniera proattiva allo presenza di infestanti all’interno di una azienda alimentare.

(troppo alte), limiti di accettabilità non basati sull’analisi del rischio, relazione di esperto annuale/trimestrale non presente, etc. (Fonte BRC, 113 Nazioni, 16.000 siti, 18 categorie di prodotto). Tali carenze evidenziano quindi come il Pest Management è ormai un requisito di fondamentale importanza per le Aziende Alimentari, portando necessariamente ad un aumento di qualità e professionalità delle Aziende di Pest Control oltre che a una conoscenza attenta del Pest Management del Responsabile della Qualità dell’Azienda Alimentare.

CORRETTA GESTIONE DEL PEST MANAGEMENT

Sulla base dei presupposti prima evidenziati, per una corretta gestione del Pest Management, è utile ricordare (sia per RQ che per Aziende PCO) alcune indicazioni presenti in quelle che sono le due principali Certificazioni Volontarie

legate al settore Food. Per la BRC ver. 8 abbiamo:

■ necessità di definire una ‘gestione degli infestanti’ al fine di creare un ambiente adeguato alla produzione di alimenti sicuri e conformi (Cap. 2.2 Programma di prerequisiti);

■ predisporre un programma di verifiche interne di almeno quattro verifiche interne con la frequenza di ciascuna attività definita in base al livello di rischio associato all’attività e ai risultati ottenuti l’anno precedente (Cap. 2.2 Verifiche interne);

LII DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S

In questa tabella (riferimento ad Audit IFS Food del 2020 gennaio-settembre) si evidenzia come la gestione del Pest Control/Pest Management raggiunga la seconda posizione in griglia. L’interpretazione di questa tabella, evidenziano il termine Pest Control/Pest Management dovrebbe comprendere tutte le operazioni richieste da IFS Food nella gestione degli infestanti, dalla corretta impostazione dell’analisi del rischio sino alla gestione delle operazioni di disinfestazione vera e propria contro infestanti in caso di superamento delle soglie, interessando certamente tutti quei passaggi intermedi che vanno dal monitoraggio alla compilazione dei rapporti di lavoro. Si evidenzia quindi, anche secondo IFS Food, come uno dei principali casi di carenze nell’azienda alimentare sia la gestione degli Infestanti. Si ringrazia per la collaborazione il dr. Fabio Filardi.

■ eseguire interventi di manutenzione atti a minimizzare la potenziale contaminazione dei prodotti e che le strutture temporanee siano progettate e collocate in modo dI evitare l’insediamento di infestanti (Cap. 4 Standard dello stabilimento);

■ registrare la presenza di infestanti ed includerla in un efficace programma di controllo (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti –Clausola 4.14.1);

■ avvalersi come Azienda Alimentare di un ente competente o avere personale adeguatamente formato per la gestione degli infestanti (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti – Clausola 4.14.2);

■ rivalutare la Valutazione del Rischio in caso di importanti infestazioni o a seguito di modifiche dell’edificio o dei processi produttivi (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti – Clausola 4.14.2);

■ sia sempre presente la documentazione necessaria, ad esempio planimetria aggiornata, informazioni sui prodotti utilizzati, rapporti di lavoro completi ed esaustivi (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti – Clausola 4.14.4);

■ che i dispositivi insetticidi, trap-

pole a feromoni, e altri sistemi di monitoraggio siano adeguatamente collocati, funzionanti e non causino contaminazione dei prodotti (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti – Clausola 4.14.6)

■ che almeno una volta all’anno (Audit di 2° Livello) sia eseguita un’accurata ispezione da parte di un esperto nel controllo delle infestazioni (Cap. 4.14 Gestione degli infestanti – Clausola 4.14.10).

Fermo restando quanto sopra sono a ricordare che la BRC sta aggiornando la sua certificazione, e quindi anche i requisiti per il Pest Management cambieranno. È infatti allo studio la BRC ver. 9 che prevede la seguente tempistica di pubblicazione e applicazione:

■ Dicembre 2021: Pubblicazione del primo draft della nuova revisione dello standard per la sicurezza alimentare

■ 12 Gennaio 2022: Ricevimento di eventuali suggerimenti, modifiche sui requisiti proposti

■ Agosto 2022: Pubblicazione della Revisione 9 dello standard BRCGS Food Safety

■ 01 Febbraio 2023: Inizio degli Audit di certificazione in conformità alla versione 9.

IFSS FOOD

In riferimento alla IFSS Food V.7, prima di analizzare i requisiti legati al Pest Management, è utile ricordare come sia cambiata la terminologia che si usa per i sopralluoghi, passando dal termine Audit al termine Assessment (che sembra verrà introdotto anche in BRC), come sia stata introdotta una nuova regola, ovvero un Assessment non annunciato nel ciclo triennale di certificazione, come all’ente di certificazione l’Azienda Alimentare deve sempre fornire il nome del responsabile del sito e infine come sia cambiata la tabella di punteggio.

Per quanto riguarda il Requisito specifico per il Pest Management di IFS Food V.7 (Reg. 4.13 “Monitoraggio e controllo degli infestanti”) possiamo, tra l’altro identificare:

■ La struttura del sito e le operazioni devono essere progettate e realizzate in modo da prevenire le infestazioni (Reg. 4.13.1);

■ L’azienda deve disporre di adeguate misure di controllo degli infestanti, conforme ai requisiti locali e prendere in considerazione ambiente, prodotti, lavorati, frequenza ispezioni, etc. (Reg. 4.13.2);

■ Le misure di controllo degli infestanti devono essere basate sull’analisi dei pericoli e sulla valutazione dei rischi associati (Reg. 4.13.2);

■ Quando un ‘azienda impiega un fornitore di servizi esterno per il controllo degli infestanti, tutti i requisiti evidenziati nella norma devono essere chiaramente definiti nel contratto di servizio (Reg. 4.13.3);

■ Una persona dell’azienda deve essere nominata e formata al fine di monitorare le misure di controllo degli infestanti, anche se il servizio di controllo degli

02/2022 | DIMENSIONE PULITO LIII

SPECIALE IGIENE ALIMENTARE

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infestanti è esternalizzato. La responsabilità delle azioni necessarie (compresa la supervisione continua delle attività di controllo degli infestanti) rimane all’interno dell’azienda (Reg. 4.13.3);

■ Ogni infestazione deve essere documentata e devono essere adottate misure di controllo (Reg. 4.13.4);

■ Le esche, le trappole e i dispositivi anti-insetto devono essere perfettamente funzionanti, in numero sufficiente, progettate allo scopo, ubicati in posizioni appropriate e utilizzati in modo da evitare qualsiasi rischio di contaminazione (Reg. 4.13.5;

■ Che venga eseguita secondo le necessità (ma almeno una volta all’anno) un’accurata ispezione da parte di un esperto nel controllo delle infestazioni.

CERTIFICAZIONI UNI

In riferimento invece alle Normative Volontarie per le Azienda di Pest Control, sempre più fulcro per una corretta gestione dei servizi nelle Aziende Alimentari le certificazioni specifiche sono la UNI EN 16636:2015 e la UNI 11381:2010.

La UNI EN 16636:2015 identifica l’approccio professionale alla gestione degli infestanti ed è un documento promosso a livello europeo dal CEPA (Confederation of European Pest Management Association). Grazie a questa certificazione l’azienda di Pest Control garantisce un flusso di processo dei servizi professionali quali contatto con il fruitore del servizio, raccolta delle informazioni preliminari, ispezione del sito con identificazione di tipo e livello di infestazione, eventuali rischi, contesto legislativo nel quale si è chiamati ad intervenire, oltre naturalmente alle procedure d’intervento e di monitoraggio.

La UNI 11381:2010 specifica invece come progettare il monitoraggio degli insetti negli ambienti alimentari

e fornisce, tra i requisiti base, come affrontare un corretto programma di interventi in relazione agli alimenti presenti e alla collocazione delle trappole in relazione ai punti critici e alle specie considerata. Abbiamo visto quindi come, per la corretta gestione del Pest Management nelle Aziende alimentare le Normative Volontarie siano diventate la base principale per garantire una sicurezza nel commercio e nella distribuzione dei prodotti in

Advisor”, quella figura professionale che, in stretta collaborazione con il Responsabile Qualità dell’Azienda Alimentare e con l’Azienda di Pest Control, valuta se vengano rispettati tutti i processi di Integrated Pest Management, (Assessment di 2° livello) al fine di prevenire contaminazioni di tipo biologico nell’alimento, sulla base delle Normative Cogenti e Volontarie, oltre ad aiutare gli RQ a superare gli Assessment dei certificatori. Questa figura professionale,

un mondo ormai globalizzato, e si debba sviluppare una sempre maggiore interazione tra il Responsabile Qualità dell’Azienda Alimentare e i Referenti Tecnici dell’Azienda del Pest Control. Chiaramente però il fornitore del servizio di Pest Control non può effettuare un Assessment (valutazione) approfondito sul proprio operato e talvolta, anche il Responsabile Qualità, se non adeguatamente formato, non garantisce una conoscenza specifica del Pest Management. Si ha quindi che negli ultimi anni, per una corretta gestione del Pest Management nelle Aziende Alimentari, sta prendendo sempre più piede la figura del “Consultant and Pest Management

oltre a garantire una conoscenza delle normative, con particolare riferimento a quelle volontarie (BRC, IFS, FSSC2200, etc.) deve conoscere nel dettaglio la Gestione del Pest Management dell’azienda alimentare (Prevenzione, Valutazione del Rischio, Pest Monitoring, Pest Proofing, Pest Control, etc.) e la documentazione che attesta la corretta gestione della stessa (Capacità Tecniche dei PCO, Contratti, Etichette e SDS, Analisi del Rischio, Metodologie Operative, Trend Analysis, ecc.), risultando quindi una figura che associa all’operatività una notevole conoscenza normativa e legislativa in un’ottica di collaborazione e crescita della qualità del prodotto finito. ■

LIV DIMENSIONE PULITO | 02/2022
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INSETTICIDA certificato HACCP

Per intervenire negli ambienti dove si lavorano alimenti Bayer propone K-Othrine PARTIX, insetticida registrato come Prodotto Biocida, formulato con la tecnologia PARTIX che permette di ottimizzare l’utilizzo del prodotto e di ottenere un’efficacia di lunga durata con una quantità inferiore di principio attivo. La formulazione PARTIX migliora la biodisponibilità del prodotto ottimizzandone l’effetto nell’immediato e il mantenimento dell’efficacia nel tempo (fino a 3 mesi), evitando richiami, costi e sprechi. K-Othrine PARTIX è efficace contro scarafaggi, formiche, cimici dei letti, mosche, ragni e nidi di vespe. K-Othrine PARTIX è un prodotto certificato HACCP, rilasciato da HACCP International, l’organismo di controllo e certificazione indipendente specializzato nella filiera di produzione e somministrazione degli alimenti. I prodotti certificati HACCP hanno determinate caratteristiche che li rendono adatti per l’uso in ambienti di produzione alimentare dove si

applicano le procedure basate sulla metodologia HACCP (Hazard Analysis and Control of Critical Points, Analisi del rischio e Controllo dei Punti Critici), in particolare: ■ composizione: ad esempio, i principali allergeni alimentari non sono tra i componenti volontariamente utilizzati; ■ modalità d’impiego e indicazioni riportate in etichetta: se utilizzati secondo le istruzioni riportate in etichetta risultano adatti all’impiego in aree dove si lavorano alimenti.

Gli insetticidi non vanno mai applicati direttamente sulle superfici dove si lavorano alimenti, e comunque le superfici devono essere protette durante l’applicazione. Gli insetti striscianti spesso si rifugiano in crepe e fessure nascoste che vanno individuate e trattate con precisione.

K-Othrine Partix è disponibile in flacone da 250 ml e da quest’anno da 240 ml con dosatore di precisione, che permette di misurare anche solo 5 ml. es.bayer.it Scopri il prodotto su es.bayer.it

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Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto.

Gli ACARI dei formaggi

Hanno un ruolo bivalente: rappresentano un pericolo igienico-sanitario ma valorizzano anche le qualità organolettiche di certi formaggi

Brutti sono brutti, da ammirare? Per certi versi sì! Riescono a colonizzare gli ambienti più dissimili, anche se i più preferiscono il caldo umido. Sono solo dannosi? Se pensiamo alle allergie o alla scabbia (grattarsi) ci verrebbe di rispondere di sì, ma è anche vero che data la loro capacità di nutrirsi di quasi tutte le sostanze organiche è pur vero che hanno un ruolo importante nel ciclo delle fermentazioni putrefacenti. Come vedremo più avanti anche nei confronti dei formaggi hanno un ruolo bivalente: valorizzano le qualità organolettiche di certi formaggi ma in genere la loro presenza e le loro deiezioni rappresentano un pericolo igienico-sanitario.

ESEMPIO DI PROTOCOLLI OPERATIVI

(Esempio da sottoporre a revisione critica caso per caso)

Prevenzione

Pulizia frequente dei locali, con eliminazione dei residui alimentari e dei detriti organici. Controllo delle derrate in arrivo.

Immagazzinamento degli alimenti su bancali sollevati dal suolo e distanziati opportunamente tra di loro.

Riduzione dell'umidità ambientale (sotto il 60 - 65 %) tramite condizionatori, deumidificatori e ventilatori. Immagazzinamento di derrate contenenti un'umidità inferiore al 13 %.

Tecniche

di lotta

Possibile utilizzo di antagonisti biologici, meglio se associati alla lotta chi-

mica (l'acaro Cheyletus eruditus, o i funghi Sparedonem sebi e Aspergillus restrictis). Uso di mezzi fisici di lotta: innalzamento della temperatura delle derrate (50° - 60° C per 60 - 150 secondi), ottenuto con infrarossi o raggi gamma. Vapore saturo secco. Polvere di diatomee.

Spazzolatura periodica dei salumi e dei formaggi durante la stagionatura, uso integrato di prodotti acaricidi (piretrine prive di azione residuali) e antimuffa (sorbato e pimaricina). Impiego di fumiganti è consentito solo a persone autorizzate.

LVIII DIMENSIONE PULITO | 02/2022 S DISINFESTA z IONE SPECIALE IGIENE ALIMENTARE
Photo by Pavel Klimov

A battezzarli fu Aristotele [384322 a.C. (filosofo dell’antica Grecia è considerato uno dei padri della logica e della ricerca scientifica)] precisamente akaríaios (ακαρίαιος: piccolissimo animale) che descrisse un animaletto presente nelle derrate alimentari quasi invisibile ad occhio nudo tanto da non capire se fornito di arti di colore biancastro. Fu solo nel 1600 con i primi microscopi semplici ma già in grado di ingrandire più di 100 volte che gli zoologi cominciarono a studiarne la morfologia.

GLI ACARI UTILI AL FORMAGGIO

In Germania si produce un formaggio il Milbenkäse e in Francia la Mimolette il cui particolare sapore è aspetto è conferito da una sorte di simbiosi con gli acari della specie Tyrolichus casei per quello tedesco e dell’Acarus siro per quello francese.

GLI ACARI DANNOSI AL FORMAGGIO

Numerosi sono le specie di acari dannosi ai formaggi e agli insaccati, spesso si concentrano fra la crosta dei formaggi e sul budello dell’insaccato e lo spago che li racchiude. Fra le specie più diffuse si annovera il Tyrophagus putrescentiae e il già citato Acarus siro (di cui allego la scheda bio-etologica).

PROTOCOLLI DI DIFESA

Indico solo le linee guida perché i programmi di lotta devono tenere conto delle peculiarità ambientali in cui tali interventi si devono attuare. Infatti, è pur vero che gli acari non amano il fresco e prediligono gli ambienti umidi, ma è pur vero che certi tipi di stagionatura richiedono proprio queste condizioni climatiche. Appare quindi necessario una stretta collaborazione fra il disinfestatore e il responsabile di produzione e il responsabile della stagionatura e controllo qualità. Fatto salvo la pulizia entomologica

ESEMPIO DI BIOLOGIA E MORFOLOGIA DI UN ACARO (NELLO SPECIFICO ACARUS SIRO)

DIMENSIONI

Uovo: 0~12 mrn

Larva: idiosoma 0,15 mm Adulto: maschio: idiosoma 0,32 mm femmina: idiosoma 0,35-0,6 mm

CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE

Adulti di colore bìanco-perlaceo, con gnatosoma roseo-brunastro; quattro paia di zampe; idiosoma ovoidale nel maschio e subrettanqolare nella femmina.

Si riconosce solo al microscopio attraverso l’esame di caratteri peculiari. Specie cosmopolita e molto diffusa.

HABITAT Maschio

Molini; magazzini, industrie alimentari, abitazioni, ecc..

Vive preferibilmente negli strati superficiali delle sostanze attaccate. È rinvenibile anche nella polvere delle case.

ABITUDINI ALIMENTARI

Attacca di preferenza cereali sfarinati e in granella, frutta secca, formaggi, ecc..

CICLO BIOLOGICO

Uovo> Larva > Protoninfa > Deutoninfa >Ipope > Tritoninfa > Adulto Durata del ciclo: 2 - 4 settimane in genere; 9 - 11 gg a 23°ç e 90% di UR.: N° generazioni/anno: svariate N° uova/femmina: 20 - 30, fino a 50

LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO

Temperatura ottimale: 25° - 32°C

UR minima: 62 % UR ottimale: 80% UR massima: 100%

DANNI

Un elevato numero di acari, spoglie ed escrementi, conferisce alle farine un odore sgradevole, rendendole pertanto inadatte alla panificazione e sgradevoli caratteristiche organolettiche alle derrate alimentari infestate. Con l’eccezione di alcuni formaggi purché l’infestazione sia gestita in modo “controllato”.

Possono essere causa di allergie e dermatiti (scabbia dei droghieri) per cui in alcuni casi è stato confuso con il Sarcoptes scabiei

Tyrophagus putrescentiae è una delle diverse specie di acaro del formaggio

come prerequisito igienico insieme alla corretta aereazione e condizionamento (temperatura e Ur) le linee generali di lotta si imperniano di formulati privi di residualità e/o polvere di diatomee e/o uso di vapore saturo secco e/o atmosfere controllate. Naturalmente non si può escludere a priore l’uso di formulati residuali, purché non generino vapori e limitatamente alle strutture murarie. ■

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Formaggio “mimolette” con la caratteristica crosta prodotta dagli acari del formaggio

COPYR, competenza e INNOVAZIONE

Da oltre 60 anni, Copyr si propone al mercato come punto di riferimento per tutti i professionisti che operano nel settore dell’Igiene Ambientale. L’innovazione e la competenza sono nel DNA dell’azienda da sempre, quando il Piretro veniva proposto come alternativa di origine naturale a insetticidi con elevata pericolosità e impatto ambientale. Competenze scientifiche, partnership di eccellenza e un’ampia offerta di prodotti caratterizzata da un alto livello di innovazione e sicurezza per gli operatori sono alcuni degli elementi che hanno permesso a Copyr di diventare leader anche in contesti sensibili come quello dell’industria alimentare.

I PRODOTTI INNOVATIVI

Negli ultimi anni poi, l’evoluzione normativa e l’esigenza di prodotti efficaci e con un buon profilo tossicologico, sempre più rispettosi degli operatori, delle persone e dell’ambiente, ha portato l’azienda a investire nello sviluppo di formulati di concezione moderna, come quelli che utilizzano MGK-264 come sinergizzante per il Piretro. Questo tipo di soluzioni ad alto contenuto tecnico, insieme a scenari di intervento sempre più complessi, richiedono competenze specifiche che possono essere acquisite solo attraverso corsi di formazione strutturati o una consulenza puntale da parte di tecnici altamente qualificati. Oltre a offrire un’assistenza tecnica pronta sul territorio, l’azienda, per rispondere alle esigenze degli operatori, ha deciso di fondare CAMPUS COPYR, un’offerta formativa certificata e completa dedicata a tutti i professionisti che operano nel campo dell’igiene ambientale.

LE ATTREZZATURE

Una grande rilevanza nell’efficacia dei trattamenti la ricoprono le attrezzature. La scelta di metodiche appropriate, idonee all’infestante bersaglio all’interno dell’ambiente specifico, è fondamentale per ottenere risultati ottimali e operare in sicurezza. Per questo è necessario

poter scegliere da un’ampia offerta di attrezzature, dai piccoli nebulizzatori portatili a termonebbiogeni di grandi dimensioni per grandi cubature. Attrezzature moderne ed efficienti, come quelle della famiglia Nebulo® sono fondamentali per il successo degli interventi di disinfestazione o disinfezione. PestMed 2022 sarà l’occasione per presentare in anteprima al mercato il nuovo Nebulo EVO a batteria, un nebulizzatore ULV in grado di erogare formulati insetticidi, deodoranti e disinfettanti per 2,5 ore per singola ricarica, con ampia libertà per l’operatore che può così lavorare in posti dove non è disponibile un collegamento a una presa elettrica.

tenitore per il monitoraggio o il controllo di roditori e insetti striscianti, grazie ai molteplici e svariati accessori disponibili. Tutti gli erogatori sono realizzati in plastica riciclata e riciclabile, resistenti agli agenti atmosferici e al tempo. Sono contraddistinti da alcune peculiarità, come la possibilità di sostituire i ganci di chiusura o l’apertura con la chiave universale, in dotazione a ciascun erogatore.

I SERVIZI AD ALTO VALORE AGGIUNTO

Tuttavia, prodotti all’avanguardia e soluzioni innovative non sono sufficienti in contesti complessi come l’industria alimentare. Per seguire l’evoluzione normativa, conoscere le più moderne strategie applicative, rimanere aggiornati sulle novità del settore è necessaria una formazione continua e di qualità.

FORMAZIONE CERTIFICATA

LA DERATTIZZAZIONE

Un’altra problematica di rilievo in industria alimentare è il monitoraggio e il controllo dei roditori. Anche la lotta ai roditori richiede prodotti specifici ed innovativi per gli ambienti sensibili. In questa ottica Copyr ha avviato un’importante partnership con FUTURA GERMANY grazie alla distribuzione esclusiva di NARA®, linea di attrattivi per il monitoraggio privi di sostanze tossiche o allergeni, disponibile in diversi formati e aromi, che viene utilizzata in tutto il mondo. Con una vita utile di tre mesi, gli attrattivi NARA® sono ideali anche in aree umide poiché non ammuffiscono e non si decompongono e non sono soggetti a infestazioni di insetti come gli attrattivi alimentari tradizionali. Anche l’offerta di erogatori è unica sul mercato: le stazioni Gulp Box sono un innovativo sistema che fa della modularità uno dei suoi punti di forza. Tante le combinazioni di equipaggiamento possibili per trasformare la stazione in trappola cattura singola o multipla, con-

Campus Copyr, è un’offerta formativa multidisciplinare, modulare ed aggiornata, teorica e pratica che è stata sviluppata da un team di esperti dell’azienda e da docenti e ricercatori delle principali Università e Centri di Ricerca italiani. Tutti i corsi erogati nel programma Campus Copyr sono certificati e possono essere sviluppati sulla base di specifiche esigenze. Un altro servizio di successo è Radio Copyr, un format a carattere tecnico informativo che risponde alla crescente necessità di reperire informazioni quando si ha a disposizione poco tempo. Il 2022 prevede un fitto calendario di appuntamenti, ognuno dei quali dedicato a un tema specifico. L’industria alimentare è stato oggetto della puntata del 4 marzo, dove è stato svelato il libro pubblicato dall’ufficio tecnico Copyr, che sarà presentato il 31 marzo a PESTMED durante il convegno “La disinfestazione a residuo zero nell’industria agroalimentare”. www.copyr.eu

Copyr sarà presente a PestMed con due stand: Padiglione 32, stand A13 e Padiglione 31 stand C12.

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Bologna Fiere | 30 marzo - 1 aprile 2022 Vieni a trovarci presso gli stand: Pad. 32, A13 - Pad. 31, C12
NOVITÀ 2022 Copyr è lieta di invitarvi al CONVEGNO “La disinfestazione a residuo zero nell’industria agroalimentare” con presentazione della pubblicazione “Gestione e Controllo degli infestanti nell’industria alimentare. La disinfestazione di qualità” a cura dell’Ufficio Tecnico di Copyr. 31 marzo 2022 presso PESTMED - Pad. 32 | Sala B Soluzioni per i professionisti dell’igiene ambientale
ASSOLUTA FIERA
Argomenti
Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore Tavola rotonda Analisi normative Tutorial di aggiornamento professionale Case history selezionate dal comitato Ricerche nazionali e internazionali Analisi dei casi di studio Profilo dei lettori Progettisti d’impianti, società di engineering, contractor, manager, esco, enti, associazioni di categoria, decisori Piano editoriale NumeroArgomento Focus Impiantistica ospedaliera VRF-VRV Data Center Sistemi Qualità dell’ambiente IAQ IEQ Ventilazione filtrazione BEMS Accumulo Recupero calore Edifici scolasticiPompe Quine Business Publisher I LSWR Group Via G.Spadolini 7 - 20141 Milano nazione - Domotica, dei - Nuove -Recupero sparmio -Sistemi -Accumuli Distribuito Klimahouse MCE SAIE Ecomondo Oltre Attualità, notizie, mercato, news e trends in tempo reale IL PIÙ COMPLETO PORTALE DEL CLEANING PROFESSIONALE QUINE BUSINESS PUBLISHER I LSWR GROUP Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano Tel +39 02.88188400 eMail: dircom@quine.it www.dimensionepulito.it Newsletters L’aggiornamento completo e puntuale sulle novità del settore. Una vetrina virtuale per la massima visibilità delle soluzioni di mercato
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