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Gli inquinanti dell’aria e i loro effetti sulla salute

tecnologico (in termini di sistemi elettronici di gestione e controllo); • ventilazione. L’area rappresenta il 13,8% rispetto al totale, con un valore di 325 milioni di euro, in aumento del 7,3%, che comprende anche una parte di componentistica (soprattutto ventole). La produzione nel 2021 cresce grazie allo sviluppo della domanda del comparto agroalimentare (allevamenti, serre, industrie alimentari) e alla leggera ripresa di quella industriale e del terziario. Per alcune linee di prodotto a bassa complessità, la produzione italiana resta penalizzata dalla crescente concorrenza dei produttori internazionali, soprattutto nell’ambito delle esportazioni; • scambiatori di calore a fascio tubiero. Il segmento copre il rimanente 6,9% del totale, con una dimensione di 163 milioni di euro, in aumento del 5,2%, destinati in gran parte all’export. Dopo alcuni anni di continua contrazione, l’area torna a registrare un incremento della produzione italiana, in relazione alla ripartenza degli investimenti in grandi impianti nel comparto petrolchimico ed energia.

Buone performance per il condizionamento centralizzato

La produzione italiana di impianti per il condizionamento centralizzato registra nel 2021 una crescita dell’11,0%, arrivando a quota 1.765 milioni di euro. La forza del settore risiede sicuramente nel numero elevato di produttori con competenze tecnologiche consolidate e in grado di presidiare la domanda nazionale e internazionale. L’andamento positivo della produzione nazionale è favorito sia dalla crescita del mercato interno, che ha una dimensione di 835 milioni di euro e segna un incremento del 21,9%, che dalla ripresa delle esportazioni, che aumentano del 4,4% e si attestano un valore di 1.060 milioni di euro. L’accelerazione del mercato influisce anche sul livello delle importazioni, aumentate del 18,2%, fino a raggiungere un valore di 130 milioni di euro. L’export ha una importanza rilevante per il settore e copre circa il 60% della produzione nazionale, coinvolgendo tutte le aree di prodotto. Per alcuni segmenti, tra i quali i gruppi refrigeratori nelle fasce di potenza superiori a 50 kW o le unità terminali, l’incidenza dell’export sulla produzione nazionale è particolarmente alta.

Chiller protagonisti del mercato

La produzione nazionale di impianti centralizzati di condizionamento riguarda cinque aree d’affari, con caratteristiche, ambiti di destinazione, canali distributivi e andamenti differenti: • gruppi refrigeratori (chiller). Costituiscono l’area settoriale più rilevante e rappresentano il 63,2% della produzione nazionale in valore, in crescita del 12,1% a 1.115 milioni di euro (pari a 71.000 macchine, in aumento del 12,7%). L’attività dei produttori mostra tassi di crescita maggiori per i sistemi a condensazione ad aria, in particolare per le macchine di potenza minore che hanno beneficiato della tendenza del mercato residenziale a spostarsi verso sistemi a pompa di calore, anche per effetto del Superbonus 110%.

Per i sistemi a condensazione ad acqua, caratterizzati da potenze e dimensioni decisamente maggiori, per i quali i produttori italiani vantano una forte specializzazione e sono leader a livello internazionale, la produzione registra invece un rallentamento, penalizzata anche dalla contenuta ripresa dell’export; • unità interne (ventilconvettori, fan coil). Il segmento rappresenta il 13,3% della produzione nazionale in valore, in crescita del 11,9% a 235 milioni di euro (pari a 850.000 macchine, in aumento del 13,3%).

I produttori nazionali sono leader a livello europeo e mondiale e destinano all’export il 50% circa della propria produzione. La forte accelerazione di questi prodotti è strettamente legata alla forte diffusione delle pompe di calore di piccola taglia, in particolare sul mercato residenziale. I maggiori aumenti della produzione hanno riguardato i ventilconvettori standard con mantello e i sistemi hi-wall; hanno mostrato una crescita significativa anche le unità interne di taglia maggiore per i sistemi canalizzati;

Tab.3.

ILSETTOREDEGLIAPPARECCHIPERILCONDIZIONAMENTOCENTRALIZZATO TABELLA 3. Il settore degli apparecchi per il condizionamento centralizzato.

Datiinmilionidieuro,variazionipercentuali Dati in milioni di euro, variazioni percentuali. Fonte: elaborazione Cerved su fonti qualificate

Previsione Var.% Var.% Var.% Var.% 2019 2020 2021 2022 2023 20/19 21/20 22/21 23/22

Produzione 1.680 1.590 1.765 1.870 1.970 -5,4 11,0 5,9 5,3

Import

120 110 130 140 150 -8,3 18,2 7,7 7,1 Export 1.050 1.015 1.060 1.090 1.120 -3,3 4,4 2,8 2,8 SaldoCommerciale 930 905 930 950 970 Mercatointerno 750 685 835 920 1.000 -8,7 21,9 10,2 8,7 Export/Produzione(%) 62,5 63,8 60,1 58,3 56,9 Import/Mercato(%) 16,0 16,1 15,6 15,2 15,0 Fonte:elaborazioneCervedsufontiqualificate

• centrali trattamento aria. Costituiscono il 9,6% della produzione nazionale in valore, con un incremento del 9,7% a 170 milioni di euro. In conseguenza della pandemia Covid-19 si è diffusa una maggiore consapevolezza relativamente all’importanza della qualità dell’aria, motivo per cui i produttori settoriali stanno sviluppando sistemi dotati di nuovi metodi di filtrazione che includono tecnologie di sanificazione (tra le quali lampade UV, filtri elettronici, non thermal plasma); • condizionatori di precisione per centri di elaborazione dati (CED). Rappresentano il 6,8% della produzione nazionale in valore, in crescita del 9,1% a 120 milioni di euro. I produttori italiani distribuiscono i propri prodotti principalmente all’estero, sia per l’appartenenza a grandi gruppi multinazionali sia a causa della dimensione contenuta del mercato nazionale. La produzione nazionale beneficia del forte sviluppo di centri di calcolo e datacenter indotto dalla ampia adozione dello smart working, la cui diffusione è solo parzialmente calata con il superamento della fase pandemica più critica; • Altri sistemi (packaged, roof-top, aerotermi). Il segmento copre il 7,1% della produzione nazionale in valore, con un incremento del 4,2% a 125 milioni di euro. I produttori italiani sono leader a livello nazionale e mostrano un’elevata propensione all’export per alcune tipologie di prodotto (principalmente i condizionatori packaged). Questi segmenti di prodotto non hanno ancora recuperato i livelli produttivi pre-Covid a causa di una ripresa della domanda inferiore rispetto ad altre categorie di prodotto.

E il 2022?

Secondo i dati Cerved, nel primo semestre del 2022 il settore si sta dimostrando dinamico e in crescita, grazie alla ripresa degli investimenti del comparto commerciale, agli effetti degli incentivi pubblici di sostegno alla domanda e al portafoglio di ordini inevasi nel 2021 di cui tanti operatori stanno beneficiando. Il settore è anche favorito dal superamento della fase pandemica per i mercati della ristorazione e dell’alberghiero, la ripresa degli investimenti nell’industria petrolchimica e gli effetti sull’industria italiana delle azioni messe in campo dal Governo per stimolare gli investimenti pubblici e delle imprese (PNRR).

Il peso dell’aumento dei costi

Qualche incertezza sembra invece esserci per la seconda parte dell’anno, nella quale il settore potrebbe risentire dell’incerta evoluzione di alcuni fattori esterni, che potrebbero limitare lo sviluppo della domanda e dei livelli di produttività e marginalità delle imprese. Fra questi, vanno considerati in particolare l’incremento, a partire dall’ultimo trimestre 2021, dei costi di acquisto e la scarsa disponibilità di materie prime (acciaio, alluminio, rame) e della componentistica meccanica ed elettronica e la crescita dei costi di trasporto e logistica e dell’energia, che nel breve periodo determinano una notevole criticità per gli operatori in termini di riduzione dei livelli di marginalità del business. A livello internazionale potrebbero influire la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, le sanzioni economiche verso Russia e Iran, così come la critica situazione sociale e politica in Nord Africa e Sud America. Per quanto riguarda invece le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina, il settore finora non ne ha risentito molto, dal momento in cui per i produttori nazionali le esportazioni verso Russia, Bielorussia e Ucraina rappresentano una quota decisamente contenuta dell’export totale. Vanno però considerati gli effetti indiretti sulle imprese italiane del conflitto e delle sanzioni economiche adottate dall’Unione Europea, poiché hanno determinato una accelerazione dell’aumento dei costi delle materie prime e soprattutto dell’energia elettrica, in relazione all’importanza della Russia nella fornitura di gas naturale all’Italia e ad altri Paesi europei. L’aumento dei prezzi di vendita potrebbe infine influenzare negativamente la dinamica, già penalizzata dalla crescente instabilità economica e politica, sopratutto a livello europeo, della domanda industriale e commerciale. 

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FOCUS

a cura della redazione

Particolato, composti organici volatili, formaldeide… Se li conosci li eviti, o almeno sai come contrastarli

L’ aria è un elemento essenziale per la vita. È alla base della nostra stessa esistenza, ma spesso, dato che la respirazione è un atto automatico, ci si dimentica della sua funzione fondamentale. È anche difficile avere la percezione dei rischi connessi all’aria, perché le dimensioni degli inquinanti sono piccole. Nella maggior parte dei casi non sono nemmeno visibili a occhio nudo e occorrono tecnologie specifiche, come i microscopi, per vederli. Proprio per questo, spesso si sottovaluta che l’inquinamento dell’aria è uno dei principali fattori di rischio per la salute delle persone. L’aria esterna (outdoor) il più delle volte è inquinata ed entra negli edifici (indoor), dove la concentrazione degli inquinanti tende ad aumentare, facendo crescere i rischi. Il semplice atto di respirare l’aria ci espone agli inquinanti. I rischi sono correlati al tipo di inquinanti presenti, alle loro concentrazioni e, cosa più importante, alla quantità di tempo che si trascorre negli ambienti interessati. Nella civiltà moderna, la maggior parte delle persone passa una gran quantità di tempo al chiuso, come i luoghi di lavoro, i mezzi di trasporto e le proprie abitazioni. Tutto questo rende gli ambienti confinati un luogo critico per i rischi connessi alla salute. Inoltre, è importante ricordare che negli ultimi decenni, nel tentativo di conservare energia, gli edifici moderni sono stati costruiti, in modo sempre più ermetico, anche con bassi indici di ventilazione; sono quindi aumentate le concentrazioni di inquinanti e il loro rischio. Inoltre, anche per via dell’evoluzione tecnologica, gli inquinanti sono cresciuti di numero. Per comprendere meglio il problema, occorre avere chiarezza su quali sono le fonti dell’inquinamento indoor. Le sorgenti di inquinanti sono infatti diverse.

Certamente dobbiamo includere l’aria esterna che viene alterata dalle emissioni di industrie e autoveicoli, e raggiunge l’interno degli edifici. Qui si aggiungono anche emissioni interne, come quelle di materiali da costruzione, vernici ed elementi plastici di arredamento o di specifiche tecnologie. Tutto questo contribuisce a generare inquinanti chimici e alimentare quelli microbiologici, come batteri e virus. La contaminazione microbica è quella maggiormente legata alla presenza di umidità. In questo senso anche i sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento (HVAC) possono agire da fonte inquinante, specialmente se difettano di un’adeguata manutenzione. Gli inquinanti dell’aria hanno un effetto negativo sulla salute delle persone e con questo articolo ti forniamo una serie di informazioni e dettagli, così da conoscere meglio questo rischio e valutare le azioni necessarie per contrastarlo. In linea generale, la maggior

parte degli inquinanti dell’aria colpiscono il sistema

respiratorio e cardiovascolare. Talvolta viene coinvolto anche il sistema nervoso. Gli effetti sulla salute variano a seconda dell’intensità e della durata dell’esposizione e anche in base allo stato di salute delle persone esposte. Alcune fasce della popolazione sono più a rischio, per esempio le persone molto giovani, gli anziani, gli individui già affetti da problemi respiratori e le persone che presentano una iper-risposta immunitaria.

La “Sindrome da Edificio Malato”

L’aumento e la concentrazione degli inquinanti hanno sicuramente contribuito alla maggiore incidenza di patologie respiratorie croniche, come l’asma, e all’incremento della loro evoluzione verso forme persistenti, gravi e invalidanti. Gli studi scientifici hanno messo in luce che alcuni inquinanti sono in grado di contribuire all’aumento di incidenza di patologie degenerative. L’apparato respiratorio rappresenta chiaramente la porta d’ingresso dei vari contaminanti presenti nell’aria.

Bisogna tener presente che ben poche malattie sono determinate da un unico fattore. La regola è, invece, che ogni malattia ha un’origine multifattoriale. È cioè dovuta da una molteplicità di cause. Inoltre, molti composti chimici presenti nell’aria indoor sono sospettati di causare irritazione o stimolazione dell’apparato sensoriale e possono dare vita a un senso di disagio percettivo e ad altri sintomi comunemente presenti nella cosiddetta “Sindrome da Edificio Malato” (Sick Building Syndrome). Studi condotti in uffici e in altri edifici ad uso pubblico in diversi paesi hanno rivelato una frequenza di disturbi, tra gli occupanti, compresa tra il 15 e il 50%. Il problema è ancora più importante per alcune fasce di popolazione particolarmente sensibili (gli anziani, i bambini e le persone con patologie respiratorie). Alcuni dati mostrano che l’inquinamento indoor può rappresentare un importante cofattore nella genesi delle malattie cardiovascolari e di altre malattie sistemiche.

Le patologie aventi un quadro clinico ben definito e per le quali può essere identificato uno specifico agente causale presente nell’ambiente indoor vengono incluse nel gruppo delle cosiddette “Malattie associate agli edifici” (Building-related illness). Sono comprese le patologie causate da specifici agenti biologici, chimici e fisici (polveri, formaldeide, radon, amianto, etc.); nel complesso si tratta di effetti sulla salute a carico dell’apparato respiratorio, cute, mucose esposte, sistema nervoso e sistema immunologico, come malattie respiratorie, asma, febbre da umidificatori, alveolite allergica e anche la nota legionellosi.

Di seguito trovi un elenco di dettaglio dei maggiori inquinanti presenti nell’aria (che possono essere chimici, microbiologici o fisici) con l’indicazione dei principali effetti sulla salute.

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