![](https://assets.isu.pub/document-structure/220915092149-d3cc6688d052d7983315e9cfcc4d9184/v1/eeb014b4ee705781d525701da3447bd5.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
6 minute read
CARRIERA E LAVORO
sizione verso i refrigeranti naturali che hanno impatto serra praticamente nullo.
In questo senso il settore della refrigerazione ha espresso l’auspicio che la Commissione introduca indicazioni chiare che promuovano l’uso di questi refrigeranti e abbassi drasticamente i limiti proposti, anche per quanto riguarda l’uso di refrigeranti per l’assistenza e la manutenzione, ritenendo oggi prioritario ridurre lo stock di refrigerante altamente climalterante attualmente contenuto nel parco delle apparecchiature installate, molte delle quali installate ormai molti anni or sono e soggette a continue perdite ed emissioni”.
La formazione per i tecnici del settore
Collegato al tema degli split a idrocarburi vi è quello della formazione. La possibilità di immettere sul mercato prodotti che presentano rischi tecnici mediamente più elevati, a causa dell’infiammabilità dei gas utilizzati, rende fondamentale la formazione dei tecnici installatori e manutentori. All’articolo 10 il regolamento di revisione europeo prevede che gli Stati membri, sulla base dei requisiti minimi introdotti dallo stesso regolamento, dovranno istituire o adeguare programmi di certificazione, e provvedere affinché i tecnici che lavorano con i gas fluorurati ad effetto serra, e tutte le altre alternative (idrocarburi), dispongano di una formazione sulle competenze pratiche e sulle conoscenze teoriche: il testo parla di installazione, assistenza, manutenzione, e riparazione o disattivazione delle apparecchiature, ma cita anche il controllo delle perdite.
In particolare, i programmi di certificazione e formazione riguardano: i regolamenti e le norme tecniche applicabili; la prevenzione delle emissioni; il recupero dei gas fluorurati a effetto serra; la movimentazione sicura delle attrezzature del tipo e delle dimensioni oggetto del certificato e gli aspetti di efficienza energetica. Secondo Marco Oldrati, Managing Director di Assofrigoristi, intervenuto a MCE 2022 all’incontro organizzato dal CNA Impianti Prime considerazioni sulla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui gas fluorurati a effetto serra, il nuovo testo all’articolo 10, relativo alla formazione, presenta alcune criticità. L’auspicio è che vengano favorite le nuove soluzioni in termini di gas sintetici rispetto a un revamping nella direzione dei gas naturali, uno dei quali è il propano – notoriamente esplosivo – oppure ancora l’ammoniaca. Uno dei punti oscuri riguarda poi l’applicazione di una norma non tecnica – il D.Lgs. 81/2008, Testo Unico sulla sicurezza – che non si occupa nello specifico di sicurezza ambientale ed efficienza e soprattutto non è adeguata alle novità che la norma europea prescrive. Secondo Assofrigoristi, serve una
norma scritta da tecnici del settore che racchiuda la consapevolezza dei nuovi rischi correlati all’utilizzo dei
nuovi refrigeranti.
Infine, il tema delle certificazioni. All’art. 10 comma 7 il nuovo regolamento europeo prevede che i certificati di abilitazione alla manipolazione di gas fluorurati esistenti rimangano in vigore purché formalizzati secondo l’attuale Regolamento 517/2014. La contraddizione, secondo Marco Oldrati, sta nel fatto che al comma 1 dell’art. 10 viene chiesto agli Stati membri di protocollare la formazione e la certificazione anche sui gas alternativi mentre poco più avanti, al comma 7, viene detto che si può proseguire con le certificazioni esistenti – obsolete in quanto preparavano all’utilizzo degli F-Gas in uso 10 anni fa – molte di queste emesse nel 2013 con scadenza nel 2023. Secondo Assofrigoristi le certificazioni in scadenza verranno messe in stand by finché non ci sarà un nuovo regolamento che permetterà di avere dei protocolli di formazione e degli schemi di certificazione utili a far formazione su tutti i gas che il regolamento prevede, sia fluorurati che alternativi. Diversamente si creerebbe una situazione per cui verrebbero erogati dei certificati di abilitazione alla manipolazione sulla base di un regolamento che non contempla le specificità tecniche previste dallo stesso phase down degli HFC.
L’evento “F-GAS regulation: Ongoing revision and industry concerns” organizzato da ANIMA e Eurovent durante MCE 2022 La banca dati F-Gas
Il nuovo testo, sulla scia della banca dati italiana sugli F-Gas, incentiva l’utilizzo di un sistema simile anche negli altri Stati membri. Nel caso in cui i dati non siano conservati in una banca dati istituita dalle autorità competenti degli Stati membri, la norma prevede che vengano applicate le seguenti disposizioni: • gli operatori dovranno conservare i registri per almeno cinque anni; • le imprese che svolgono le attività indicate dovranno conservare per gli operatori copie delle registrazioni citate nel testo per almeno cinque anni.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/220915092149-d3cc6688d052d7983315e9cfcc4d9184/v1/933c10332a5b7bf34321043f1aaf8b74.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Inoltre, le registrazioni citate dalla nuova proposta dovranno essere messe a disposizione su richiesta dell’autorità competente dello Stato membro interessato nonché della Commissione. Ma quella che viene considerata come un’eccellenza italiana e considerata dalla Commissione “un modello da seguire” per Marco Oldrati ha il difetto di occuparsi esclusivamente delle transazioni, interfacciandosi con l’Agenzia delle Dogane ai fini della prevenzione delle introduzioni illegali, ma non del problema dell’utilizzo concreto sul campo del gas e delle misure conseguenti. “Ci viene da pensare – commenta il Managing Director di Assofrigoristi – che 4 anni di lavoro su un software che ci ha creato parecchie difficoltà vengano recepiti dalla Commissione come un martirio volontario perché nel momento in cui si decide di fare una Banca dati a livello europeo questa riguarda solo le cessioni. Il nostro Registro F-Gas ci mette nella situazione di sapere quanti drop-in dobbiamo fare per tenere in vita degli impianti che forse non sono così solidi ma dall’altra parte non partono i controlli perché sul registro possono essere caricati 5 kg di nuovo gas introdotti in impianti a settimana senza un controllo sul territorio”.
Novità per gli impianti commerciali non ermeticamente sigillati
A partire dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore l’obbligo di utilizzare refrigeranti con GWP minore di 150 nei frigoriferi e congelatori per uso commerciale, ma solo se l’impianto è ermeticamente sigillato; così formulata la norma ha permesso ad alcuni costruttori di bypassare l’obbligo rendendo il sistema non ermeticamente sigillato. Per sopperire a questo problema, la nuova proposta
![](https://assets.isu.pub/document-structure/220915092149-d3cc6688d052d7983315e9cfcc4d9184/v1/fdef30ccd71dd4a2d2e916603da6e75b.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Gualtiero Fiorina di CNA Installazione Impianti e Marco Oldrati di Assofrigoristi durante l’incontro organizzato a MCE 2022
L’incontro tra il MiTE e gli stakeholder
Il 5 luglio il Ministero della Transizione Tecnologica ha incontrato gli stakeholder interessati alla proposta di revisione del Regolamento Europeo sui gas fluorurati per raccogliere le riflessioni e le proposte delle varie Associazioni sul tema. In particolar modo, si è parlato di rivedere le quote di phase down previste, delle difficoltà per l’industria di settore e della necessità di migliorare l’applicazione delle normative attuali. Di queste istanze si farà carico presso le istituzioni europee Alessandro Modiano, ministro plenipotenziario e Inviato speciale per il cambiamento climatico.
della Commissione introduce il concetto di “Self Contained” per cui un impianto integrato, monoblocco, di refrigerazione commerciale dovrà contenere già dal 2022 gas refrigerante con GWP minore di 150, mentre dal 2025 lo stesso obbligo sarà esteso a tutti gli impianti di refrigerazione integrati, monoblocco, non split. Francesco Scuderi, segretario generale di Eurovet, ha sottolineato durante l’incontro a MCE come la definizione di “Self Contained” riportata in vari passaggi dell’Allegato IV alla norma europea non sia supportata però da alcuna definizione specifica, così come i presunti vincoli di sicurezza previsti per le eventuali esenzioni. Infine, relativamente al phase down gli attori della filiera chiedono indicazioni chiare su quali dovranno essere le competenze e le certificazioni che si dovranno possedere per trattare i gas e date certe per l’attivazione di procedure che riguardano lo smaltimento e la rigenerazione. Diversamente potrebbero crearsi delle situazioni in cui non ci sarà gas disponibile per far funzionare gli impianti esistenti e la transizione ecologica si fermerà in mancanza di competenze disponibili per far fronte a queste necessità. E, non meno importante, i costi di smaltimento e rigenerazione non dovranno rimanere in carico agli installatori e ai manutentori.