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COME RITROVARE L’EQUILIBRIO TRA VITA E LAVORO
Troppo stress? Invece di cercare un equilibrio impossibile tra il lavoro e la vita privata, è meglio cambiare prospettiva e puntare all’armonia
na delle lamentele più diffuse nelle nostre vite stressate è: “Vorrei una vita
Upiù equilibrata. Vorrei meno stress, non riesco a godermi la mia famiglia, arrivo sempre stremato a fine giornata, non ho mai tempo per fare quello che vorrei davvero…” La ricerca di un equilibrio tra vita privata e lavoro è un tema particolarmente importante perché finisce per essere anche e soprattutto una questione di salute, sia fisica che mentale. Diversi studi scientifici hanno evidenziato infatti che i sovraccarichi di lavoro sono associati a un maggior rischio di incorrere in ictus e, in generale, in problemi cardiocircolatori. Del resto però, ognuno di noi ha i conti da far quadrare, in un mondo sempre più complicato. Siamo animali complessi, è impossibile isolare una parte di noi dal contesto che ci circonda. Se anche il tuo lavoro ti piace, sei comunque immerso in un mondo di impressioni, relazioni, comunicazioni allarmiste, esigenze (spesso) isteriche, pressioni fuori controllo e chi più ne ha più ne metta: c’è il cliente che ti mette fretta, il fornitore ritardatario, le fatture da saldare, le tasse da versare… Tutto questo rende ovviamente difficile affrontare le giornate con quella serenità che permette
Cinque consigli utili
1) Resisti al perfezionismo. Quando stabilisci obiettivi irrealistici per te stesso, ti stai preparando a non essere all’altezza. Cerca di fare del tuo meglio: nessuno può chiedere di più. 2) Occhio a come pensi. Se ti concentri sugli aspetti negativi di ogni situazione e interazione, ti ritroverai svuotato di energia e motivazione. 3) Non cercare di controllare l’incontrollabile. Molte cose sul lavoro sono al di fuori del nostro controllo, in particolare il comportamento di altre persone. Invece di stressarti per loro, concentrati sulle cose che puoi controllare, come il modo in cui scegli di reagire ai problemi. 4) Cerca l’umorismo nella situazione. Se usato in modo appropriato, l’umorismo è un ottimo modo per alleviare lo stress sul posto di lavoro. Quando tu o le persone intorno a te iniziate a prendere il lavoro troppo sul serio, trova un modo per alleggerire l’atmosfera condividendo una barzelletta o una storia divertente. 5) Ordine e pulizia. Dal furgone alla cassetta degli attrezzi, se il tuo spazio di lavoro è un disastro, archivia e fai ordine; solo sapere dove si trova tutto può far risparmiare tempo e ridurre lo stress.
di vivere bene e rendere al meglio. Come trovare quindi un decoroso equilibrio tra vita e lavoro? Prima di dare una risposta (controcorrente) a questa domanda, vediamo di fare un rapido salto indietro.
Dalla preistoria alla “work life balance”
Con il termine work life balance, di origine inglese, si intende l’equilibrio tra la vita privata e il lavoro. Si tratta, dunque, della capacità di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata. Il concetto in realtà è molto ampio: nato per la prima volta negli anni Settanta in Gran Bretagna, è diventato sempre più di attualità negli ultimi anni, man mano che lo sviluppo tecnologico ha reso sempre più sottile il confine tra vita privata e sfera professionale. Ma non è sempre stato così, anzi: per migliaia di anni il lavoro era vita. Se non lavoravi – caccia, agricoltura, pastorizia – non vivevi a lungo. Per millenni le persone lavoravano secondo i propri bisogni e le proprie ambizioni. Il maniscalco non doveva lavorare fino alle cinque; poteva tornare a casa quando aveva finito di ferrare i cavalli. È stato solo con la prima Rivoluzione industriale che le cose presero una piega completamente diversa: cominciò l’epoca di boss tiranni, orari di lavoro infernali e fabbriche dove l’illuminazione artificiale eliminava ogni differenza tra giorno e notte. Come conseguenza, nel XX secolo nacquero movimenti sindacali sempre più forti per proteggere i lavoratori e limitare l’orario di lavoro. Per l’elaborazione del concetto “equilibrio vita-lavoro” bisogna aspettare però fino alla metà degli anni ‘80: da allora è diventato sempre più diffuso e centrale fino ai giorni nostri. Da allora l’idea di “equilibrio vita-lavoro” si è radicata nelle sfide della vita reale e ha catturato le nostre menti e la nostra immaginazione. Il desiderio di equilibrio è comprensibile. Avere tempo sufficiente
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Azione IKIGAI,
da sx: Francesca Scelsi, Career Coach e Formatrice, Erica Zuanon, Content Marketer e Career Coach, Alessandra Dell’Aglio, Sociologa e Job Profile Developer per ogni cosa e fare ogni cosa in tempo. È una prospettiva così invitante che basta pensarci per sentirsi sereni e in pace con se stessi. Questa calma è tanto reale da convincerci che sia lo stile di vita giusto. Ma se non fosse così? Se pensiamo all’equilibrio come a un “centro di gravità permanente”, come cantava Battiato, cadiamo nell’inganno di dover dedicare lo stesso numero di ore (o di minuti) a tutto ciò che è importante per noi. Il che è fisiologicamente impossibile, soprattutto considerato che oltre a ciò che vogliamo o vorremmo fare, c’è tutto ciò che “accade”: imprevisti, contrattempi, richieste dall’esterno e così via. Il risultato è che, nel tentativo di dare un po’ del nostro tempo a tutto, finiamo per lavorare troppe ore, troppo a lungo, troppo ininterrottamente. Ad aggravare la situazione arrivano poi i sensi di colpa per le storie della buonanotte che non hai potuto raccontare a tuo figlio, la festa di compleanno o la partita di calcetto a cui non hai potuto partecipare, la serata romantica che hai dovuto cancellare per rincorrere le emergenze…
L’illusione dell’equilibrio
Il problema di tutto questo è che cercare l’equilibrio tra vita e lavoro, in realtà è un’illusione. “La verità è che l’equilibrio è una fesseria. Una chimera irraggiungibile... La ricerca di equilibrio tra lavoro e vita, per come la pensiamo, non è semplicemente un proposito fallimentare; è anche dolorosa e distruttiva”, spiega Keith H. Hammonds del Solutions Journalism Network. Più che cercare l’equilibrio quindi, inteso come una suddivisione equivalente tra tutte le voci che richiederebbero la nostra attenzione e la nostra presenza, dovremmo cambiare la prospettiva, uscire dall’inganno del “dovrei fare tutto” e decidere invece cosa ci permette di avere una vita che ha senso. Un senso oltre il reddito. Perché certo, guadagnare è importante, ma anche non arrivare a fine corsa con un sacco pieno di rimpianti. Se dunque ottenere l’equilibrio è una bugia, che cosa bisogna fare? Controbilanciare, compensare. Innanzitutto potremmo sostituire la parola “equilibrio” con “armonia”. Armonia significa sapere qual è il risultato finale, il “senso” che vuoi percepire nella tua vita, e dirigere in modo dinamico le tue attività quotidiane attorno a quel senso. Sentiamo parlare così tanto di equilibrio che siamo portati a pensare automaticamente che sia proprio ciò che dovremmo cercare. Non è così. Lo scopo, il significato, il senso, sono questi gli ingredienti che rendono una vita piena di successi. Cercali e quasi sicuramente vivrai senza equilibrio ma con una grande armonia che ti darà la sensazione di vivere una vita che vale, non solo un’interminabile sequenza di cose da fare.
* Erica Zuanon è ing. e Career Coach, co-founder di Azione IKIGAI, il primo percorso scientifico per scandagliare il mercato (e la tua anima) alla ricerca delle opportunità di lavoro più adatte a te, per liberarti dallo stress, realizzarti pienamente ed essere pagato per quello che meriti (davvero).
Intervista Dal mercato MAXIMILIAN VIESSMANN: “CON LE NOSTRE TECNOLOGIE SIAMO PRONTI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA”
In occasione del 105esimo anniversario dell’azienda, il CEO del Gruppo Viessmann ha incontrato a Verona i giornalisti del settore
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pompe di calore richiede molta più formazione e più esperienza. Dal momento che siete presenti qui a Verona, se andate al piano di sopra potrete vedere la sala prove in cui gli installatori fanno formazione pratica, con i nostri prodotti di ultima generazione. Stiamo mettendo molto impegno nella formazione in presenza, ma anche in quella digitale. Stiamo investendo molte risorse per essere sicuri che gli installatori abbiano le abilità giuste. Aggiungo una cosa che spesso viene tralasciata: se non usiamo gli strumenti digitali che sono disponibili per la messa in servizio dei nostri prodotti, e se non aumentiamo la loro efficienza riducendo il tempo che si spende nell’installazione e nella posa in opera, ci saranno sempre problemi nella disponibilità e nella capacità di installazione.
L’Unione europee prevede di mettere al bando le caldaie a gas entro il 2029. La transizione energetica corre troppo veloce, o ce la faremo a stare al passo?
Ero proprio ieri a Bruxelles, a parlare con la commissaria europea per l’Energia Kadri Simson, e ovviamente ne abbiamo discusso. Sono ambizioni troppo grandi? Il passaggio è troppo veloce? Non è una domanda facile a cui rispondere. Se tuttavia dovessi dare una risposta immediata, direi che non stiamo andando veloci abbastanza. Perché il cambiamento climatico non ci sta dando il tempo di adattarci, sta accelerando e dobbiamo fare qualcosa. La domanda principale non riguarda la velocità, ma se stiamo usando tutte le tecnologie disponibili oggi o se stiamo complicando le cose escludendo alcune soluzioni che potrebbero dare il proprio apporto. Ad esempio, oltre a guardare all’elettricità da fonti rinnovabili come una fonte primaria, guardiamo anche a gas e carburanti green. Tutto ciò che al momento può aiutarci a renderci indipendenti dalle fonti energetiche russe, e a salvaguardare il clima, è fondamentale. Il punto principale, quindi, è che se escludiamo alcune soluzioni e ci limitiamo a una gamma più ristretta, allora sì la transizione probabilmente è troppo veloce e gli obiettivi saranno molto difficili da raggiungere. Le nostre caldaie a gas, ad esempio, sono in grado di utilizzare una miscela al 20% di idrogeno e sono progettate per arrivare al 100%. Quindi, oltre a installare pompe di calore, possiamo ancora utilizzare caldaie a gas che sfrutteranno combustibili green nel lungo periodo.
Fondato nel 1917, il Gruppo Viessmann festeggia quest’anno i 105 anni di attività: un anniversario di soddisfazione per un Gruppo in crescita, che ha conseguito nel 2021 un fatturato complessivo di 3,4 miliardi di euro e che sta progressivamente ampliando la propria presenza a livello globale. Per celebrare questa ricorrenza, il Board del Gruppo ha intrapreso un tour per incontrare i collaboratori presso varie delle proprie società, tra cui l’Italia. Mercoledì 13 luglio Stefano Dallabona, AD di Viessmann Italia, ha accolto Maximilian Viessmann, CEO del Gruppo, Thomas Heim, CEO della Divisione Climate Solutions, Frauke von Polier, CPO del Gruppo e Byung-Hun Park, Vice President Corporate Communications. Durante l’incontro, Viessmann ha risposto anche a due domande per i nostri lettori, a proposito della professionalità degli installatori e riguardo al tema cruciale della transizione energetica, alla luce degli ultimi orientamenti europei sulla messa al bando delle caldaie a gas entro il 2029. Riportiamo di seguito le sue risposte.
Di fronte a prodotti tecnologicamente sempre più avanzati e integrati, gli installatori sono preparati a sufficienza o c’è bisogno di maggiore formazione?
Di sicuro questa accelerazione estremamente veloce verso le
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Intervista Dal mercato UNA NUOVA “CASA” PER VAILLANT ALL’INSEGNA DELLA CULTURA UMANISTICA
Vaillant Group Italia ha inaugurato il 19 luglio la nuova Torre presso l’headquarter di via Benigno Crespi a Milano. Gli spazi sono stati riprogettati con criteri pragmatici, con l’intento di soddisfare un modo nuovo di lavorare e privilegiare gli aspetti relazionali rispetto a modalità più individuali tipiche del passato. Tra le principali novità: la Torre comprende una biblioteca aziendale, che occupa un intero piano ed è in grado di contenere fino a 3 mila volumi. L’edificio è climatizzato con 14 pompe di calore aroTHERM plus combinate in “cascata”, garantendo alte prestazioni ed efficienza energetica con un minore impatto ambientale, grazie anche all’impiego del gas refrigerante naturale R290. Nella stessa occasione, Vaillant ha inaugurato l’iniziativa THE HUMAN SOCIETY. Inspired by Vaillant, con l’obiettivo di promuovere un “Nuovo Umanesimo” all’interno delle organizzazioni e al di fuori di esse: un progresso sostenibile a beneficio dell’ambiente e delle persone, mettendo a disposizione esperienza e competenze.
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Le pompe di calore trainano le vendite del gruppo Nel corso del 2021 Vaillant Group ha incrementato le vendite di oltre il 20%, raggiungendo un fatturato di 3,3 miliardi di euro. A registrare un forte incremento dei ricavi è, in particolare, il settore delle pompe di calore elettriche, che con oltre +50% si conferma il segmento di prodotto in più rapido sviluppo del gruppo. La crescita è stata significativamente favorita anche dal segmento delle soluzioni a gas, in cui il gruppo ha registrato un +19%. I dati del 2021 permettono all’azienda di consolidare ulteriormente la propria posizione di leader globale, con la vendita di oltre 2,5 milioni di caldaie e quasi un milione di scaldabagni. Nell’anno trascorso Vaillant Group ha investito 300 milioni di euro, principalmente per pompe di calore, ricerca e sviluppo e digitalizzazione. Ingenti fondi sono stati investiti nell’espansione delle capacità produttive delle pompe di calore, inclusa una nuova linea di produzione presso lo stabilimento di Belper, nel Regno Unito, il cui avvio è previsto per la fine dell’anno. Inoltre, sono state notevolmente ampliate le capacità produttive della sede centrale di Remscheid e dello stabilimento francese di Nantes, nonché le strutture di vendita e di assistenza post-vendita.
Daikin Europe: 300 milioni per il nuovo stabilimento in Polonia
Daikin Europe N.V. ha annunciato un investimento da 300 milioni di euro per la creazione di un nuovo stabilimento a Łódź (Polonia), che diventerà il primo polo produttivo del Paese. L’impianto sarà destinato alle unità a pompa di calore residenziali ed entrerà in funzione a luglio 2024, andando ad aggiungersi agli altri già attivi in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Turchia e Italia. L’annuncio fa seguito alla decisione di Daikin Europe di stanziare 840 milioni di euro per il piano di gestione strategica FUSION 25, presentato l’anno scorso, e un’ulteriore somma per gli stabilimenti già esistenti, con un investimento complessivo di 1,2 miliardi euro entro il 2025. Nell’ambito del piano strategico quinquennale FUSION 25, l’Europa rappresenta una regione chiave per espandere il business delle pompe di calore. “I nostri sforzi ci consentiranno di quadruplicare il volume attuale nei prossimi 3 anni e di creare un sistema di produzione in grado di rifornire con continuità un mercato in rapida espansione. Questa, inoltre, è una nuova tappa del nostro percorso di localizzazione, volto a far sì che tutti i sistemi di riscaldamento venduti in Europa siano anche prodotti sul territorio europeo”, commenta Hiromitsu Iwasaki, Vicepresidente di Daikin Europe. “Secondo le stime, entro il 2025 saranno oltre 3 milioni le unità di riscaldamento a pompa di calore installate ogni anno, con un tasso di crescita annua del 30% circa. E chiaramente, Daikin intende riaffermare la propria leadership investendo nel futuro”, aggiunge Patrick Crombez, General Manager di Daikin Europe Heating and Renewables.
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Dal mercato AL VIA I LAVORI PER IL NUOVO LABORATORIO DI BDR THERMEA PER LE POMPE DI CALORE
È iniziata ufficialmente la costruzione del nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo BDR Thermea in Spagna, destinato ad accelerare l’innovazione nelle pompe di calore commerciali. Il CEO di BDR Thermea Group Bertrand Schmitt e altri membri del Management Board si sono uniti ai colleghi spagnoli per posare la prima pietra del laboratorio di pompe di calore commerciali a Vilafranca del Penedés, vicino a Barcellona. “Il nostro impegno nell’innovazione delle pompe di calore è ancora più incisivo”, afferma Bertrand. “Come azienda, ci chiediamo costantemente come possiamo supportare al meglio i nostri clienti per rendere la transizione energetica una realtà. Crediamo che le pompe di calore siano una parte importante di questa risposta.” “La costruzione del centro R&D di Vilafranca testimonia l’impegno del nostro Gruppo a sviluppare la tecnologia delle pompe di calore e ci permette di continuare ad innovare in questo campo”, commenta Alberto Favero (in foto), Direttore Generale di Baxi SpA, società appartenente al Gruppo BDR Thermea. “Le pompe di calore sono un’importante parte della nostra visione di un futuro sostenibile ed il nuovo laboratorio offre nuove opportunità per avvicinare la transizione energetica.” Il laboratorio spagnolo opererà in collaborazione con la business unit delle pompe di calore residenziali situata a Mertzwiller in Francia. Il laboratorio consentirà di eseguire una varietà di condizioni di test, tra cui un ampio range di temperature da -20°C a + 55°C, l’opzione di “aria secca” o “100% umidità”, e fino a quattro camere climatiche. I test saranno disponibili a partire da novembre 2022, e i lavori per mettere a punto il laboratorio dovrebbero essere completati l’anno prossimo.
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Airzone ha annunciato un investimento di 8,5 milioni di euro in un nuovo centro di produzione a Malaga nei prossimi tre anni. Con una crescita media del 35% nella prima metà dell’anno e del 75% in Italia, l’azienda, che ha raggiunto un fatturato di 65 milioni di euro nel 2021, dispone di un centro R&D&I, situato nel Parco Tecnologico dell’Andalusia (Malaga), che ospita l’intero processo di sviluppo e produzione dei suoi prodotti, e di una sede commerciale e una rete distributiva nel nostro paese. Con 25 anni di esperienza e attività in Spagna, Italia, Francia e Stati Uniti, Airzone ha installato più di 400.000 sistemi di zonificazione (climatizzazione a zone) in ambienti residenziali e commerciali. L’azienda investirà ora nella costruzione di un altro centro di produzione che sarà soggetto ai più alti standard di sostenibilità per ridurre il consumo energetico. “Secondo i dati dell’Unione Europea, il 40% del consumo finale di energia avviene negli edifici e circa il 50% è attribuibile ai sistemi di raffreddamento e riscaldamento. Tutto questo, insieme alle attuali circostanze geopolitiche, ha portato gli organismi europei a promuovere il piano ‘REPowerEU’ per ridurre la dipendenza energetica dell’Unione Europea dalla Russia, promuovendo al tempo stesso la transizione energetica e la decarbonizzazione delle economie europee”, ha commentato Davide Truffo, Responsabile Business Development and Training. “In questo contesto, adottare sistemi di controllo in grado di ottimizzare i consumi degli impianti di condizionamento contribuisce efficacemente a diminuire i costi di energia elettrica, a ridurre le emissioni di CO2 e a contribuire alla riduzione di importazione di gas russo”.
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Si è conclusa a fine luglio la terza edizione del Concorso di Idee per un bagno ecosostenibile indetto dall’Università di Perugia e da Hansgrohe Italia per sensibilizzare la comunità accademica e locale sul tema del risparmio idrico. Le idee progettuali degli studenti hanno avuto come fil rouge la progettazione di un bagno a uso privato di 10 metri quadrati utilizzando prodotti e sistemi a risparmio idrico. I progetti degli studenti sono stati valutati da una giuria di esperti e hanno visto la proclamazione come vincitore del Concorso di Idee il progetto presentato da Letizia Busani e Federico Aprile. I due meritevoli studenti del Corso di Infrastrutture Idrauliche Urbane dell’Ateneo perugino hanno proposto quattro spunti concettuali, i “tips”, basati su principi per loro essenziali, ovvero l’acqua come risorsa energetica, il riuso dell’acqua fino allo scarto e, infine, la domotica come mente del risparmio idrico. I “tips” consistono in: sfruttare l’acqua calda sanitaria per il riscaldamento del bagno; sfruttare l’energia cinetica del getto d’acqua per produrre energia elettrica; sfruttare le acque reflue del bidet per lo scarico del WC; l’implementazione delle tecnologie e della domotica. Il premio per il team vincitore è stato offerto da Hansgrohe Italia, che ha collaborato per il secondo anno consecutivo a questa edizione del concorso. La multinazionale tedesca ha, infatti, offerto ai vincitori un viaggio formativo presso il proprio headquarter nella Foresta Nera in Germania alla scoperta dei laboratori e degli stabilimenti produttivi. Durante la cerimonia di premiazione è stato inoltre assegnato il premio della “Giuria Tecnica”, che è andato al progetto “WASTE LESS”, un’idea delle studentesse Federica Grasselli, Margherita Raffaella Blois e Laura Suvieri, valutata dai docenti di Perugia come distintiva per completezza, fattibilità e innovazione rispetto alle tecnologie esistenti. Hansgrohe Italia ha assegnato la sua “Menzione Speciale” premiando il team composto dagli studenti Alessia Abbozzo, Giovanni Boco, Agnese Chiucciù e Francesco Leopardi per il progetto “MAKES GREENER”, che suggerisce un bagno a risparmio idrico, smart e green.
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La collaborazione con il mondo accademico ha una lunga tradizione in Fantini Cosmi. Negli ultimi 12 mesi, questa collaborazione ha dato frutti concreti, grazie a numerosi progetti di tesi con laureandi del Politecnico di Milano; tra questi, spicca il progetto di un laureando che, con il suo lavoro e l’affiancamento di un intero team di esperti di Fantini Cosmi, è giunto a risultati che hanno permesso di implementare delle migliorie al prodotto di punta dell’azienda, Ecocomfort 2.0 Smart. Fabiano Manara, laureatosi lo scorso aprile con una tesi di Laurea Magistrale in Energy and Engineering, Green Power System, dal titolo “Decentralized Heat Recovery Mechanical Ventilation Unit: CDF modeling and Analysis”, è stato affiancato durante tutto il tirocinio dal responsabile della Ricerca e Sviluppo di Fantini Cosmi, Roberto La Capruccia. Grazie al lavoro di Fabiano, e al supporto del team di Fantini Cosmi, è stato realizzato un ambiente simulativo dell’unità di ventilazione con recupero di calore e, sulla base di test e considerazioni relative a risultati ottenuti sperimentalmente, è stato possibile modificare la produzione di alcuni componenti che oggi permettono di ottenere prestazioni largamente migliori in termini di portata d’aria e di prevalenza. “Nei 12 mesi di tirocinio ho studiato la fluidodinamica computazionale e ho imparato ad usare software professionale, realizzando progettazione in FEM” ha dichiarato il neolaureato Fabiano Manara. “Ho imparato a vincere la soggezione che tipicamente gli studenti provano nei confronti dei Professori all’Università, facendo valere le mie opinioni anche nei confronti di professionisti più grandi di me. Io per natura sono molto curioso e devo dire che in Fantini Cosmi ho trovato persone – non solo tra i miei tutor - pronte a ‘sopportare’ e a rispondere alle mie continue domande. È stata un’esperienza totale, sia dal punto di vista personale che professionale”.
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