INDAGINE
Il mercato detergenti si consolida
NORMATIVA
PMC vs Biocidi tra regolamento nazionale ed europeo
CODICE APPALTI
Nuove sfide normative e contrattuali
ANNO 32 n. 6
LUGLIO/
AGOSTO 2023
ISSN: 2612-4068
dimensionepulito.it
INDAGINE
Il mercato detergenti si consolida
NORMATIVA
PMC vs Biocidi tra regolamento nazionale ed europeo
CODICE APPALTI
Nuove sfide normative e contrattuali
ANNO 32 n. 6
LUGLIO/
AGOSTO 2023
ISSN: 2612-4068
dimensionepulito.it
Sono davvero tanti gli attori interpreti eccellenti della filiera della sanitation e della pulizia professionale nel nostro Paese: ci riferiamo a un comparto economico di enorme rilevanza sociale, non solo dal punto di vista igienico e sanitario, ma quale elemento fondante di civiltà. A questo settore appartengono in primis le industrie produttrici di tecnologie, macchine, attrezzature e prodotti chimici ma anche lo sterminato mondo delle imprese di pulizia, da quelle più piccole e artigianali - di quasi microscopiche dimensioni - alle grandi aziende, proiettate al multiservizi e Facility Management. Senza
contare tutte quelle operanti nei servizi di pest control e in altre attività igieniche di enorme importanza. La pandemia, come ben sappiamo, ha posto sotto i riflettori questo “universo”, troppo a lungo abituato a operare metaforicamente nel buio della notte, o meglio, alle prime luci dell’alba, quando operatori addetti al pulito e macchine per la pulizia svolgono il loro umile, ma preziosissimo lavoro a servizio di tutti noi, igienizzando i luoghi comunitari nei quali spesso trascorriamo buona parte del nostro tempo durante la giornata. Passata l’emergenza, lasciata alle spalle la grande paura dettata dal virus della
SARS CoV 2, il sipario sembra calato: si è tornati a quella normalità, che sa tanto di oblio, di sufficienza e indifferenza. Gli “eroi” del pulito, affiancati idealmente ai medici e agli infermieri nella lotta indomita al subdolo nemico, che tante vittime ha mietuto nel mondo, sono tornati ad essere i misconosciuti “pulitori”, a volte – purtroppo - considerati lavoratori di serie B. Abbiamo colto questa pericolosa
involuzione da tanti inequivocabili segnali: primo fra tutti, la riduzione degli investimenti per l’igiene e la sanificazione dei treni, ma la sensazione diffusa è che si sia abbassata la guardia, correndo grossi rischi. Proprio quando, l’esperienza del Covid 19 dovrebbe spingere le istituzioni e l’opinione pubblica al massimo sforzo per diffondere, ad ogni livello, la cultura dell’igiene, destinando consistenti risorse alla massima ed efficace pulizia delle scuole, degli uffici pubblici, di quegli ospedali dove ogni anno le Infezioni Correlate all’Assistenza, in silente epidemia, mietono migliaia di vittime. Una “voce”, decisa, si è levata per denunciare questo insopportabile “calo di tensione” alla Fiera Internazionale ISSAPULIRE 2023, svoltasi dal 9 all’11 maggio al quartiere espositivo di Milano Rho, dove molti esperti e accreditati rappresentanti del set-
tore hanno espresso la loro profonda preoccupazione.
Un sentimento emerso anche il 14 giugno all’assemblea degli associati ad AFIDAMP - l’unica realtà italiana di rappresentanza che riunisce produttori, importatori e distributori di macchinari, carta e attrezzature per la pulizia professionale e l’igiene degli ambienti - che proprio nel capoluogo lombardo ha riconfermato il Consiglio direttivo uscente, con alla guida nuovamente il presidente Giuseppe Riello. Conforta sapere che questa associazione, sorta nel 1981 con lo scopo statutario di divulgare a trecentosessanta gradi la cultura del pulito, sia oggi più viva, autorevole e propositiva che mai, rappresentando il “motore” di tante iniziative finalizzate a promuovere il professional cleaning a livello normativo, istituzionale e formativo. AFIDAMP in questi anni
è stata in grado di fare rete per questa sacrosanta causa con altre realtà associative del comparto, non solo in seno TIPS - Team Associativo Pulizie e Servizi, ma anche in altri “tavoli” di concertazione in ambito sia nazionale che europeo. Possiamo legittimamente affermare di essere orgogliosi, per tanti motivi, di questa piccola – “grande” associazione, votata alla divulgazione del Made in Italy nel mondo: essa rappresenta infatti – col suo fatturato derivante dal cleaning professionale – una “nicchia” che vale 5,6 miliardi tra produzione e distribuzione, di cui il 52% realizzato all’estero, dando lavoro a 30mila addetti. Non è un caso che proprio dall’assise di AFIDAMP sia uscito un forte richiamo alla necessità di imprimere una svolta professionale al settore, creando ufficialmente quelle figure manageriali e tecniche che oggi man-
cano in Italia: a partire dai livelli più bassi, connessi all’addestramento degli operatori addetti ai cantieri, fino a quelli universitari, con corsi specifici
e le certificazioni, l’innovazione di prodotto e di sistema”. Il secondo giorno sarà invece dedicato alle imprese di pulizia, anch’esse proiettate al futuro.
per i manager che andranno a gestire gli appalti delle pulizie nella Pubblica Amministrazione o si dedicheranno all’imprenditoria privata. Il settore - lo ribadiamo ancora una volta - ha l’assoluta necessità di crescere, ha fame e sete di aggiornamento. Per questa ragione tutti i soggetti che lo vivono quotidianamente devono unirsi e coordinare le iniziative, in un grande sforzo comune per promuovere e divulgare la cultura del pulito. Anche la nostra testata proseguirà l’impegno intrapreso con il Congresso Digitale Cleaning Più: dopo il successo della prima edizione, siamo all’opera per la seconda, in programma il 6 e 7 marzo 2024. Sono state già definite le due macro tematiche che saranno al centro della riflessione, della testimonianza di esperti, opionion leader, rappresentanti di associazioni e aziende. Un evento che si annuncia di alto profilo e sicuro interesse. La prima giornata sarà dedicata al mondo della produzione, così ricco e competitivo ma atteso a sfide sempre più difficili, affrontando il tema: “L’industria del Made in Italy di nuovo protagonista, la sfida dei mercati internazionali, l’accesso alle materie prime, le normative
Si parlerà di “Innovazione, sostenibilità, multiservizio e formazione degli addetti”, con particolare riferimento al tema della sicurezza sul lavoro. Ma, attendendo il nostro secondo incontro virtuale, concentriamoci sugli argomenti di questo numero della rivista, tratti sulle pagine che andrete a sfogliare. La parte storica ospita l’intervista a un avvocato dello Studio Brugnoletti e Associati di Roma, cercando di tracciare una esaustiva panoramica delle principali tematiche legali, normative e contrattuali che investono attualmente il comparto riguardante i servizi di pulizia. Altro articolo riguarda proprio la sicurezza dei lavoratori. Pubblichiamo inoltre l’interessante ricerca, riservata alla nicchia dei detergenti, elaborata dalla nota società informatica Cerved, che fa luce su una nicchia destinata sicuramente a svilupparsi, diventando sempre più green. Poi, un articolo dedicato ai Presidi Medico Chirurgici (PMC), sostanze checome ben sappiamo - hanno le stesse funzioni e proprietà attive di un biocida, pur rispondendo a una classificazione nazionale. Quindi il terzo, atteso appuntamento, dedicato alle imprese
famigliari, a cura del prof. Franco Cesaro, che siamo felici di ospitare tra i nostri abituali collaboratori. Completano la parte storica i resoconti di due importanti eventi riguardanti il nostro settore: l’assemblea degli iscritti ad AFIDAMP, tenuta a Milano, e ANAM14, che ha visto gli associati ad AIISA, riunirsi a Bari. Lo Speciale è invece dedicato alle RSA, Residenze Sanitarie Assistenziali, che danno ospitalità e assistenza alle persone anziane. Si parla successivamente di AFIDAMP e progettazione ospedaliera, dedicando inoltre due interviste, una alla coordinatrice di una CRA, Casa Residenza per Anziani, della Regione Emilia Romagna e l’altra al medico responsabile della RSA Salus di Roma, certamente all’avanguardia su questo delicato terreno. Abbiamo inoltre intervistato sul problema delle ICA, il prof. Alberto Firenze, presidente nazionale dell’Associazione Hospital & Clinical Risk Managers; seguono un articolo dedicato alla Carta della qualità e della sicurezza delle cure per combattere la piaga delle Infezioni Correlate all’Assistenza, messa a punto congiuntamente da Fiaso e Cittadinanzattiva. Ancora, un articolo che tratta la complessa tematica della cybersicurezza per proteggere i dati dei pazienti; una case history che si occupa della pulizia nelle Case di Riposo e il racconto della sperimentazione di una nuova “carrozzina” che consentirà all’anziano non deambulante di spostarsi autonomamente, in assoluta sicurezza, nelle strutture residenziali a lui riservate. Due articoli dedicati alla cromoterapia e all’aromaterapia nelle strutture sanitarie in ottica di benessere degli ospiti. E poi ancora un articolo sulle linee guida proposte da AIISA per la gestione delle emergenze nelle RSA, riguardanti il tema della qualità e salubrità dell’aria. In chiusura l’immancabile sezione dedicata all’Integrated Pest Management, parte integrante dei servizi di pulizia e sanificazione.
Buona lettura a tutti!
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5 Pulizia Professionale: far leva sulla formazione, per non tornare nel dimenticatoio!
Maurizio Pedrini
ASSOCIAZIONI
12
Ora AFIDAMP può guardare con fiducia al futuro Maurizio Pedrini
Qualità dell'aria indoor ad ANAM 14
Maurizio Pedrini
Nuovo Codice Appalti: a colloquio con l’avvocata
Luciana Battarino
Maurizio Pedrini
Valutazione dei rischi
Stefano Balzarotti
Detergenti: il mercato postCovid si consolida Elaborazioni dati Cerved Marketing Intelligence a cura di David Migliori
La sostenibilità fa crescere il settore
Simone Ciapparelli PMC vs Biocidi: dalla normativa nazionale al Regolamento Europeo
Fabio Chiavieri
Mediare la crisi fra generazioni
Franco Cesaro
L’ufficio tecnico Falpi è da tempo impegnato nella creazione dei modelli 3D che consentono di generare, in tempo reale, il carrello scelto step by step e oggi può finalmente annunciare che il configuratore di carrelli Kubi Fun è operativo al 100%, anche in modalità 3D. La versione aggiornata del configuratore permette infatti di selezionare i componenti tra quelli disponibili e, contemporaneamente, visualizzare la creazione del carrello Kubi Fun in 3D, fino ad inviare la richiesta di preventivo o dell’ordine. Si amplia così il progetto di Falpi che consente al Cliente di interagire al 100% con l’A-
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Maurizio Pedrini
Èstata un’assemblea che ha messo in luce la straordinaria mole di lavoro svolta negli ultimi anni, quella che AFIDAMP, Associazione dei Fabbricanti e Distributori Italiani di Macchine, Prodotti e Attrezzi per la Pulizia Professionale e l'Igiene degli ambienti, ha tenuto a Milano mercoledì 14 luglio. A dispetto
delle tante difficoltà create dal Covid 19, all’Hotel Collection Touring di Milano si è respirata un’atmosfera serena, carica di entusiasmo, ottimismo e legittime ambizioni. All’ordine del giorno, oltre all’analisi delle attività condotte, specie nell’ultimo anno, l’approvazione del bilancio consuntivo e l’elezione del nuovo Consiglio direttivo che resterà in
carica per il triennio 2023/2026. I presenti hanno espresso a pieni voti la loro piena fiducia nei consiglieri uscenti, i quali hanno poi confermato alla presidenza, per il terzo mandato consecutivo, Giuseppe Riello. Al suo fianco, opereranno ancora, in rappresentanza dei produttori: Gianfranco Bonotto, Luca Cocconi, Giuseppe Del Duca ,
Qual è il senso di questa rielezione alla guida di AFIDAMP, sua e dell’intero Consiglio direttivo uscente? Con quali obiettivi vi siete ricandidati?
“Con questo Consiglio direttivo, che ringrazio non solo per l’ottimo supporto e lavoro svolto, ma soprattutto per il tempo e le energie
dedicate all’impegno associativo, abbiamo iniziato quattro anni fa un percorso di riqualificazione e di ridefinizione del ruolo dell’associazione AFIDAMP che, causa anche di due anni di pandemia da Covid 19, non siamo riusciti a terminare. Contiamo quindi, nel prossimo triennio, di
riuscire a portare a termine l’impegno intrapreso, dando all’associazione nuova linfa e vita. Ho accolto quindi con orgoglio la riconferma di tutto il consiglio e mia. Un ringraziamento sentito e sincero va anche a tutti gli associati che, riconfermandoci nell’incarico, hanno impresso un ulteriore impulso a tutti
i progetti che abbiamo da portare a termine insieme”.
Lei ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto dall’Associazione. Si sente pienamente soddisfatto oppure c’è ancora qualcosa da migliorare?
“Migliorare si può e si deve sempre, però sono molto
A Milano, l’assemblea degli associati nel segno della continuità ha riconfermato per altri tre anni l’intero Consiglio direttivo e Giuseppe Riello alla presidenza
Andrea Loro Piana, Matteo Marino, Francesco Pasquini, che ha anche assunto la carica di vicepresidente; a rappresentare la componente dei distributori: Virna Re e Roberto Galli.
Il presidente Giuseppe Riello e il direttore Stefania Verrienti hanno efficacemente presentato ai soci, intervenuti in buon numero all'incontro, le molteplici attività di cui l’associazione si è resa protagonista. Un quadro d’insieme ricco e articolato di iniziative e “relazioni” dal quale è emersa la confortante visione di una solida realtà, che sta vivendo un proficuo momento di crescita. Il tutto grazie all’aumento dei soci e all’importanza delle attività istituzionali che vedono AFIDAMP impegnata a livello nazionale ed europeo su molteplici “tavoli” che contano. Una presenza di indubbio impatto, non solo all’interno del settore di riferimento, e una voce attiva e concreta che esorta la società civile, l’opinione pubblica e il mondo politico-economico a considerare il valori assoluti della pulizia, dell’igiene e della sanificazione emersi con forza dalla dura esperienza della pandemia. “In particolare - ha esordito Riello in apertura, ringraziando la direttrice, tutti i collaboratori, i membri del Consiglio direttivo e gli associati -, AFIDAMP ha profuso un grande impegno, grazie all’attività dei Gruppi di lavoro, dimostrando una presenza forte e coesa a sostegno del comparto in tutti i prin-
cipali ambiti industriali e istituzionali, interagendo all’insegna della massima autorevolezza, con enti e Ministeri”.
Il primo obiettivo per il prossimo triennio, che verrà portato avanti dal Consiglio direttivo, insieme al presidente e al direttore, sarà proprio quello di rafforzare ulteriormente la “voce” dell’associazione nei principali contesti istituzionali e legislativi. Un altro filone che verrà coerentemente perseguito, con la massima determinazione, riguarderà la formazione, potenziando e implementando gli accordi esistenti con i principali atenei ed enti formativi del Paese. Sarà inoltre organizzato un intenso programma di aggiornamento attraverso una fitta serie di appunta-
menti rivolti agli iscritti, per valorizzare al massimo la professionalità e la competenza dei soci.
Alla proiezione di un bel video, che ha riassunto mediante le immagini la preziosa presenza di AFIDAMP a ISSAPULIRE 2023, realizzata con numerosi eventi di interesse culturale, premiazioni degli associati, momenti di incontro e approfondimento, è seguita la presentazione, in assoluta anteprima, del nuovo sito internet di AFIDAMP, rinnovato nella grafica e nei contenuti, pensato non solo per veicolare la prestigiosa immagine associativa, ma anche quale strumento operativo per i Gruppi di lavoro, attraverso un Forum a loro dedicato.
soddisfatto dei risultati fin qui ottenuti. L’azione brillantemente svolta dal direttore Stefania Verrienti, è stata in questi ultimi anni una continua evoluzione nel tessere relazioni via via più importanti con gli interlocutori, tanto nazionali che internazionali, per accreditare il ruolo di AFIDAMP quale punto di riferimento nel settore del cleaning professionale. Altrettanto importante è stata
Riconfermato il consiglio direttivo uscente,
la funzione svolta dai gruppi di lavoro, per definire le regole del futuro e offrire spunti di orientamento e materiali messi a disposizione degli operatori del pulito specializzato, e non solo”.
La modifica dello Statuto associativo attribuisce un mandato triennale al nuovo organismo direttivo dell’Associazione: si tratta di una decisione importante?
“Direi di sì, è stata una scelta logica, in quanto abbiamo voluto equiparare la nostra Associazione a tutte le altre, dove i mandati sono di tre anni o più, proprio perché abbiamo notato che alcuni progetti richiedono più tempo per essere completati. Quindi ci è sembrato giusto concedere un anno in più al Consiglio direttivo attuale e a quelli successivi per completare i progetti”.
Alla recente edizione di ISSAPULIRE, a suo parere, il ruolo e l’immagine di AFIDAMP sono stati pienamente valorizzati? Lo svolgimento della prima edizione a Milano è stato conforme alle sue aspettative?
“Penso che la direzione presa da AFIDAMP con ISSA PULIRE Network portando la fiera nella capitale economica del nostro Paese rappresenti
Sono davvero molte le iniziative che AFIDAMP ha generato e sviluppato nell’ultimo anno: ne evidenziamo solo alcune, tra quelle maggiormente qualificanti. “Il lavoro di crescita del network fortemente voluto dall’organo direttivo di AFIDAMP - ha evidenziato nella sua relazione il direttore Stefania Verrienti -, sta dando frutti importanti e creando un gruppo forte e coeso, in grado di affrontare con serietà, competenza e impegno ogni sfida e opportunità che si prospettano all’orizzonte. Inoltreha proseguito - la scissione marcata tra le attività dell’associazione e quelle di ISSAPULIRE Network (società che ora gestisce la fiera ISSA PULIRE e il FORUM) ha consentito di concentrarsi sulle attività sancite dallo Statuto. L’organizzazione del lavoro per gruppi di associati caratterizza da sempre l’articolazione della struttura di AFIDAMP, garantendo, nella distinzione dei compiti e dei ruoli, il massimo grado di coerenza, condivisione, efficacia e partecipazione. Sono state organizzate attività a supporto dell’innovazione e della crescita del settore, attività di lobby a tutela degli associati, attività anche di formazione e di informazione sul tema del pulito e dell’igiene ma anche sulle normative che si prospettano all’orizzonte per i fabbricanti del settore.
“L’intenso lavoro compiuto e l’alto riconoscimento a livello istituzionale - ha dichiarato Verrienti - fanno sì che la nostra associazione goda di ottima
salute e sia cresciuta, anche in questo primo semestre del 2023, con l’ingresso di nuovi soci, attraverso la creazione di vari Gruppi di lavoro e Focus Team e con ruoli di maggiore rilevanza in ambito pubblico e istituzionale. Da citare, anzitutto, l’ingresso dell’Associazione in UNI, Ente nazionale italiano di unificazione, organismo nazionale italiano di normazione. Siamo riusciti a entrare nel gruppo di lavoro ristretto per la redazione di una Prassi di Riferimento sui sistemi di sanificazione degli ambienti indoor dove sediamo al fianco del Ministero della Salute, di INAIL, dell’Istituto Superiore di Sanità e Accredia - ha specificato la relatrice -. Questi ultimi due sono i promotori della Prassi tesa a identificare i requisiti che devono avere quei sistemi di sanificazione che hanno avuto ampia diffusione durante la pandemia, ma che non hanno normative a cui fare riferimento. In sostanza la prassi andrà a definire i criteri per una certificazione volontaria su questo tipo di strumentazioni. AFIDAMP è voluta entrare nel tavolo per poter monitorare i contenuti della prassi, per questo è stato costituito un Focus Team appositamente dedicato al quale partecipano le aziende produttrici delle macchine e dei sistemi interessati dalla pratica. Durante i lavori - ha aggiunto - è emersa la volontà di ragionare anche su un percorso parallelo che andasse a definire quelli che sono i requisiti dell’esperto che utilizza i sistemi di sanificazione della Prassi. È stato quindi deciso di creare un altro gruppo di lavoro, di cui AFIDAMP fa parte,
che sta definendo i requisiti per la certificazione volontaria di due importanti figure professionali: quella dell’operatore esperto di sistemi di sanificazione di cui alla Prassi 1 e quella del manager”.
È proseguita inoltre l’attività di AFIDAMP all’interno della Commissione di lavoro INAIL/CONFIMI Industria finalizzata alla realizzazione di iniziative congiunte per la diffusione della cultura della sicurezza sul luogo di lavoro. AFIDAMP siede in Commissione in rappresentanza di FINCO (Federazione Industrie, Prodotti, Impianti, Servizi e Opere Specialistiche per le Costruzioni), di cui fa parte. Si sono da poco conclusi i lavori di redazione del Documento Tecnico dal titolo “La sanificazione
una chiara indicazione di voler concretizzare quel cambiamento che, inevitabilmente, dovrà passare attraverso degli esperimenti, dei successi, e anche da alcune situazioni che non funzionano. La prima edizione della manifestazione svoltasi a Milano ne è stata
un esempio, raggiungendo un bilancio assai positivo. Non tutto, a dire il vero, è andato nel verso giusto, ma anche gli errori serviranno senz’altro a migliorare in futuro”.
Un nodo essenziale è quello dei finanziamenti: il successo di ISSAPULIRE 2023,
permetterà all’Associazione di assorbire denaro fresco per investimenti in risorse umane e iniziative. Quali saranno le priorità da sviluppare?
“Certamente l’operazione maturata a suo tempo con ISSA ci consentirà finalmente di poter disporre di sufficienti entrate finanziarie da
reinvestire nelle attività associative, permettendoci di portare avanti vari progetti che in passato ci erano preclusi. Sono assai fiducioso che AFIDAMP possa porsi traguardi sempre più ambiziosi, giocando sempre più quel ruolo trainante nella filiera del pulito professionale
nel post pandemia – la standardizzazione dei processi” che svolgerà la funzione di manuale formativo e informativo con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei lavoratori sugli effetti che può avere sulla salute la mancata sanificazione degli ambienti in cui lavorano. “Ma la collaborazione tra AFIDAMP e INAIL prosegue - ha annunciato Verrienti -. Sono infatti già iniziati i lavori di redazione di un nuovo documento per la prevenzione delle malattie sul lavoro causate da polveri pericolose prodotte durante le lavorazioni industriali ed è in programma per l’inizio del 2024 la redazione di linee guida per fornire delle indicazioni operative, aggiornate con le normative europee, riguardo la gestione delle polveri da bonifiche da amianto, ceramiche refrattarie e altri materiali fibrosi”.
“Sempre sul piano istituzionale - prosegue Verrienti - continuano i rapporti internazionali con la Commissione Europea. Questa volta è stata la sezione Detergenti che ci ha coinvolto come stakeholder per la revisione del Regolamento (CE) n. 648/2004 sui detergenti. La revisione del Regolamento Detergenti prevede numerose novità come l’inserimento nel campo di applicazione di detergenti contenenti microrganismi, la vendita dei detergenti attraverso postazioni di ricarica, l’etichettatura digitale ed è stato introdotto un passaporto dei prodotti per
i detergenti e i tensioattivi. Afidamp elaborerà un documento congiunto in intesa con Assocasa - Federchimica.
“Su input del Gruppo di lavoro Macchine, e come approvato dall’assemblea dei soci dello scorso anno - ha precisato inoltre Verrienti - AFIDAMP ha partecipato a un bando di gara indetto dal Ministero dell’Ambiente in merito alla certificazione volontaria Made Green in Italy avente come oggetto l’elaborazione di una Regola di Categoria di Prodotto (RCP). AFIDAMP è risultata soggetto ammissibile al finanziamento di 30.000€ per la creazione della Regola che sarà funzionale per il calcolo della Environmental Footprint delle macchine Lavasciuga pavimenti e per valorizzare quelle tecnologie che contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale. Il Focus Team sta portando avanti un compito davvero impegnativo nella definizione di tutti gli standard per l’individuazione della Regola di Prodotto. Per far questo siamo supportati da ERGO che è una società di consulenza spin-off della scuola superiore Sant’Anna di Pisa”.
Il Direttore dell’Associazione ha quindi evidenziato come uno strumento strategico e sempre molto apprezzato dalle aziende associate, siano le inda-
gini che AFIDAMP realizza, in modo continuativo, sul mondo della pulizia professionale, commissionate a Cerved ON, società che si occupa di ricerche di mercato. Grande importanza ha assunto nel tempo anche la segnalazione dei bandi di gara: “Mandiamo ogni anno agli associati oltre 1200 segnalazioni sui nuovi bandi di gara per le forniture di prodotti e macchinari oltre che per i servizi di pulizia con l’obiettivo di aiutare ad intercettare nuove possibilità di business”, ha spiegato Verrienti.
Tra i vari impegni che l’Associazione sta portando avanti sul piano formativo, va senz’altro segnalato il Corso di Alta Formazione in Cleaning Management, giunto alla III edizione, organizzato dall’Università di Bergamo in collaborazione con AFIDAMP con il supporto di Fra.Mar e con il contributo di SNS e AIISA. “Il Corso - ha detto Verrienti - è volto a formare la nuova figura del Cleaning Manager, figura chiave nel mercato delle pulizie professionali in quanto è il punto di incontro tra domanda e offerta ed è la persona garante della qualità del servizio in quanto responsabile del controllo del risultato. Per la IV edizione ci saranno importanti novità e inseriti nuovi moduli con l’obiettivo di offrire competenze, metodi, strumenti di carattere gestionale, operativo, tecnico e conoscenze anche di carattere normativo. Il corso sarà ampliato anche come numero di ore passando dalle attuali 120 a 132”.
in Italia che le è stato assegnato statutariamente dai suoi padri fondatori all’atto della sua nascita, nel 1981”.
Il marchio della fiera che identifica il pulito professionale, comunque, resta sempre solidamente
nelle mani di AFIDAMP?
“Certamente. Una precisazione, al riguardo, credo vada assolutamente fatta: AFIDAMP è ancora la proprietaria del marchio PULIRE che è stato dato in concessione a IPN srl, a fronte di un pagamento di royalties. Questo, come ho
ricordato precedentemente, ci autorizza a disporre delle indispensabili risorse per portare avanti tanti progetti di notevole importanza, legati alla promozione a tutto tondo della cultura del pulito. Una mission per la quale oggi – dopo l’ esperienza della pandemia
– credo ci si debba battere con determinazione e fiducia, evitando che cali il sipario sul nostro settore. Proprio perché siamo fermamente convinti che la pulizia e l’igiene rappresentino un prezioso fattore di crescita della società civile e di prevenzione sanitaria”.
Due giornate di convegno con un’ampia partecipazione di associati e relatori di elevato profilo hanno premiato, con larghi consensi, l’impegno degli organizzatori dell’AIISA - NADCA Annual Meeting
Si è concluso a Bari, con un bilancio assai lusinghiero, ANAM14 – AIISA NADCA Annual Meeting - l’incontro che, da ormai quattordici anni, vede l’Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici proporre un fitto programma di aggiornamento professionale ai propri associati, in stretta sinergia con NADCA (acronimo di National Air Duct Cleaners Association, ovvero l’associazione nazionale dei pulitori dei condotti dell’aria) è un’associazione americana, che da sempre promuove la cultura della qualità dell’aria negli ambienti indoor, attraverso il trattamento degli impianti aeraulici. Tre giornate, dal 6 all’8 giugno (due di convegno), ricche d’interesse e partecipazione, che hanno riscosso un ampio consenso sugli interessanti contenuti affrontati da parte di tutti gli associati. Insomma, dav-
vero un riuscito evento culturale, di alto profilo, che ha premiato l’impegno degli organizzatori, a partire dal presidente di AIISA, Gregorio Mangano, validamente affiancato dal segretario, Raffaele Caruso, e dai componenti del Consiglio direttivo. Questo importante appuntamento ha rappresentato una preziosa occasione per lo scambio di esperienze, offrendo tanti spunti di aggiornamento in termini di crescita sia culturale che relazionale. Partiamo dalle cifre che meglio sintetizzano questa edizione. Nel capoluogo pugliese si sono riuniti 220 partecipanti; diciassette sono stati i patrocini, e tre i partner per due giorni di meeting. Otto le aziende espositrici, cinque le sessioni di lavoro, sedici i relatori, con cinque speeches d’eccezione, una lecture, due sessioni tecniche, quattro associazioni partner presenti.
I numeri di ANAM 14 marcano così, nel migliore dei modi, l’evidente crescitaanno dopo anno - della manifestazione. Il primo giorno, tradizionalmente riservato all' assemblea annuale dei soci, ha visto il segretario generale di AIISA, Raffaele Caruso, esporre la rendicontazione ed il racconto delle attività dell’associazione: dai progetti già avviati da tempi a quelli futuri. Il presidente di AIISA, Gregorio Mangano, nella sua apprezzata relazione, ha invitato gli associati a “scrivere insieme il futuro dell’associazione”, partendo dalla costituzione del prossimo Consiglio direttivo, le cui elezioni si svolgeranno in occasione dell’ Annual Meeting 15 già programmato per il mese di maggio del 2024 a Roma, che celebrerà il ventennale del sodalizio. Parecchi, tutti assai interessanti, i quesiti e gli
spunti di riflessione evidenziati e consegnati alla platea, insieme al pensiero conclusivo del presidente, che ha fatto proprio e racchiuso il motto di AIISA: “Qualità è conoscenza”.
“L’azione umana”, ha affermato Mangano, “potrà essere limitata dai robot ma questi non potranno mai applicare il buonsenso, la flessibilità, la mediazione, l’intuizione e la conoscenza dell’uomo. E la qualità viene solo dalla conoscenza, dallo studio, dall’applicazione”. AIISA - sorta in Italia vent’anni fa dalla volontà di un gruppo di aziende intenzionate ad elevare il livello di qualità del lavoro nel campo dell’ispezione, della manutenzione e della bonifica degli impianti aeraulici, al fine di migliorare il benessere degli utenti finali - rappresenta da tempo un sicuro punto di riferimento per quanti hanno a cuore la piena salubrità dell’aria negli ambienti chiusi. Da sem-
pre l’associazione promuove l’approfondimento della conoscenza tecnica e pratica degli impianti hvac e delle tecniche di pulizia e disinfezione più idonee a tutela della salute delle persone che occupano gli spazi serviti da aria condizionata. La novità principale dell’edizione 2023 di ANAM è stata la presenza sul palco, ad assemblea conclusa, delle aziende espositrici che, sotto i riflettori, hanno meglio potuto presentare alla platea degli associati i propri prodotti e servizi. Come da tradizione, la giornata dell’assemblea dei soci si è conclusa con una cena sociale: la sala Zonno ha ospitato il momento conviviale nella suggestiva cornice del lungomare di Bari. Una passeggiata tra i vicoli di Bari Vecchia ha regalato a tutti i partecipanti qualche ricordo in più da conservare e portare a casa. Il giorno seguente, come sempre, è stato riservato al convegno, con la presenza
Gli ospiti di questa edizione sono stati di grande rilievo. Tra le associazioni partner di AIISA in ordine di intervento: Umberto Berardi, Membro del Consiglio Direttivo AICARR, Alessandro Temperini, in rappresentanza di ASAPIA, Marco Oldrati, direttore di Assofrigoristi, Gaetano Settimo, coordinatore del GdS Inquinamento Indoor dell’ISS e presidente di SIIAQ (Società Italiana Indoor Air Quality) nonché socio onorario AIISA. A loro è andato il sincero ringraziamento di AIISA per la loro presenza a testimoniare la salda collaborazione con l’associazione. “Con un fuoriclasse si può vincere qualche volta, ma col collettivo si può vincere più spesso”, questo il senso delle parole del presidente di AI-
ISA a chiusura del confronto di idee e punti di vista tenutosi sul palco e moderato dalla magistrale Chiara Lico, giornalista e scrittrice. Accolto sotto i riflettori anche Toni D’Andrea , Ceo di Issa Pulire Network e Director di Issa EMEA con il tema “Pulizia come valore assoluto”. Il relatore ha esordito con un apprezzamento nei confronti di Bari, la città ospitante, che partendo da un’esperienza ormai remota di accoglienza, dovuta ed improvvisa, verso immigrati albanesi, si è strutturata anche esteticamente sviluppando i con-
fatto il punto sulla preparazione della struttura pubblica verso le novità amministrative che si presentano con il nuovo Codice degli Appalti. Sono stati evidenziati i condizionamenti attuali, sia di sistema che organizzativi, anche in confronto alle nuove responsabilità e snellezza di procedure previste nell’immediato futuro. D’Andrea, Torrisi e Mangano hanno successivamente risposto alle domande della moderatrice riguardo al “risultato”, uno dei due principi su cui si fonda il nuovo Codice degli appalti. Come ricordato
cetti di pulito e solidarietà. D’Andrea ha poi analizzato il concetto di pulito, in opposizione al significato di assenza di sporco, evidenziandone l’accezione positiva: pulizia dagli idoli che comprimono orizzonti e limitano la fantasia, pulizia da comportamenti malavitosi. Ha poi concluso: “La pulizia è sempre un luogo di libertà collettiva nel quale si celebra il senso del rispetto dell’essere umano e dal quale può ripartire la progettazione del futuro”. Salvatore Torrisi, presidente di Fare, Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi e provveditori della sanità, ha presentato una relazione dal tema: “Igiene aeraulica ed approccio amministrativo del settore sanità”. Torrisi ha
dal presidente Mangano, il Protocollo Operativo AIISA ed il Prezzario Dei, insieme ai percorsi di validazione dei processi di pulizia, aiutano a control-
lare il raggiungimento del “risultato”. A seguire, le domande dal pubblico presente in sala e le prospettive di collaborazioni interassociative. I lavori sono quindi proseguiti con la presenza di Vincenzo Buonomo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Una esposizione davvero illuminante, incentrata sul valore prezioso della risorsa “umana” e sul concetto di “preghiera militante”. Una più dettagliata relazione su passaggi tecnici è stata poi illustrata da Paolo Topa , responsabile dei servizi generali e della manutenzione della Pontificia Università Lateranense. Per finire, l’apprezzatissima esposizione sul concetto di aria nell’intervento di Chiara Lico dedicato alla comunicazione. "ANAM 14 - afferma Mangano - ha fornito riflessioni, spunti di approfondimento, prese di coscienza: in definitiva, conoscenza. Ancora una volta, siamo stati fedeli al motto di AIISA, ‘Qualità è conoscenza’, che esprime la consapevole connessione tra i significati di queste due parole: soltanto il continuo aggiornamento tecnico, sia delle aziende operatrici, che dei fruitori dei servizi offerti, può migliorare il livello di benessere degli utenti finali dei sistemi aeraulici. L’8 marzo del 2006 - prosegue Mangano - l’ing. Ziragachi, primo presidente e socio fondatore di AIISA, e l’allora presidente di NADCA, Bill Lundquist, siglavano un accordo che dava vita alla ormai consolidata collaborazione tra AIISA e la National Air Duct Cleaners Association. Sono davvero felice e orgoglioso che questa preziosa e proficua collaborazione con NADCA continui a donare ottimi frutti, come il meeting di Bari ha ampiamente confermato, ponendo al centro dell’attenzione i delicati temi della salubrità dell’aria negli ambienti indoor, attraverso la corretta manutenzione, pulizia e sanificazione delle condotte aerauliche. Non mi resta che dare a tutti i nostri soci e amici l’appuntamento ad ANAM 15, che si terrà a Roma”.
La novità principale è stata la presenza sul palco delle aziende espositrici che, sotto i riflettori, hanno meglio potuto presentare alla platea degli associati i propri prodotti e servizi
Itemi sul tappeto, che investono il settore del cleaning professionale, con al centro le questioni contrattuali e il nodo degli appalti pubblici sono certamente molteplici e assai complessi. Il settore, come ben sappiamo, si caratterizza per la moltitudine, la frammentarietà e varietà di servizi: dalle attività di pulizia civile e industriale a quelle di pulizia e sanificazione ospedaliera, al facility management. Il nuovo Codice degli Appalti - DLgs. n. 36/2023 - entrato in vigore il 1° aprile 2023 - è divenuto operativo lo scorso 1° luglio. In particolare, il principio di risultato, introdotto all’art.1 del nuovo Codice Appalti, pone al centro di tutto il sistema di acquisti la corretta esecuzione e il controllo del servizio, postulando un inedito approccio, in termini di progettazione ed esecuzione dei servizi di pulizie professionali. Abbiamo
Il settore delle pulizie professionali di fronte alle “sfide” normative e contrattuali: tra vecchi nodi irrisolti e nuove opportunità
Maurizio Pedrini
Luciana Battarino
chiesto all’avvocata Luciana Battarino, dello Studio Legale Brugnoletti & Associati di Roma, specializzata in diritto amministrativo ed esperta in contrattualistica pubblica e appalti, di rispondere ad alcune nostre domande per cercare di fare insieme il punto della situazione.
Molte sono le problematiche amministrative, contabili e legali connesse al tema dei contratti pubblici che hanno un’importante ricaduta sul comparto delle pulizie professionali e FM. Possiamo tracciarne una non facile, ma sintetica panoramica?
“In effetti, le tematiche sono tante e vaste. Alcune di queste attengono senz’altro al tema dei lavoratori, posto che le pulizie e FM hanno alta intensità di manodopera, e di frequente ci si ritrova con i livelli inadeguati di retribuzione previsti nei CCNL; eccessivi ribassi delle offerte, che determinano di conseguenza una competizione serrata e riducono libertà di concorrenza tra gli operatori di settore. Ulteriore conseguenza, sono i contratti che si rivelano troppo spesso inadeguati in fase di esecuzione della commessa e pochi strumenti utili a ricondurli ad un livello equo. Tutti temi caldi, che il Nuovo Codice si prefigge l’obiettivo di superare ponendo l’attenzione sulle clausole sociali.”
Il Nuovo Codice dei contratti contiene significative e confortanti novità. In particolare, tra i principi fondamentali che regolano i rapporti tra stazioni appaltanti e operatori vi è il diritto al mantenimento dell’equilibrio economico, valorizzando sia la revisione dei prezzi, sia la modifica del contratto. Ci può offrire una sua riflessione al riguardo? Siamo davvero a una svolta?
“Si è una grande e importante novità del Nuovo Codice che introduce tra i principi fondanti, all’art. 9, la rinegoziazione del contratto. Il tema è divenuto rilevante negli ultimi anni principalmente per un motivo storico derivante da eventi straordinari che si sono susseguiti, la pandemia prima e la situazione bellica poi; eventi che hanno inevitabilmente influenzato sia il nostro vivere quotidiano sia il nostro vivere civile, l’economia e anche la normativa. E in questi tre anni, le amministrazioni e gli operatori, nei rapporti di pubblica di mercato, hanno cercato per quanto possibile di conservare i contratti, mantenere in piedi l’economia e garantire liquidità alle imprese. Dunque, tale mutamento nei rapporti contrattuali, muove da una tendenza a risolvere quel contratto alla conservazione dell’equilibrio contrattuale, allorché si presenti un imprevisto; questo atteggiamento ha ‘aperto le porte’ alla previsione del Nuovo Codice. E, per l’appunto, la revisione del prezzo è uno degli strumenti che hanno le parti per rimettere in sesto un contratto disequilibrato. Per cui al verificarsi di una circostanza imprevista e straordinaria, adesso - e per la prima volta - è detto espressamente che la stazione appaltante ha il dovere e l’impresa ha il diritto di poter riequilibrare il contratto.”
Una delle principali novità introdotte è il principio della fiducia reciproca nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’Amministrazione, dei suoi funzionari e
degli operatori economici. Perché è importante questo concetto sul piano legislativo e come andrà tradotto in pratica?
“Per la prima volta viene affermato un principio dirompente: l’ordinamento si fida dei suoi funzionari e delle sue strutture amministrative. Prima la dinamica era completamente inversa. I funzionari erano rinchiusi dall’ordinamento in una gabbia normativa. Ricordiamo, per esempio, il ruolo del criterio del massimo ribasso previsto fino al Codice dei contratti del 2016, non perché fosse una procedura veloce, ma perché era automatica, e dunque evitava la discrezionalità dell’amministrazione. Oggi i principi della fiducia reciproca, della trasparenza e della concorrenza, si collocano topograficamente nella parte iniziale del codice, diventando strumenti di interpretazione di tutti gli altri istituti, in quanto posti nella parte dei principi fondamentali. La trasparenza non è più solo uno strumento di controllo dell’amministrazione, ma diventa lo strumento tipico di funzionamento dell’attività amministrativa e la forma del procedimento amministrativo; tutto l’impianto normativo è finalizzato alla realizzazione di una migliore attività amministrativa, a garanzia del funzionario, liberandolo dalla paura della firma. Ovviamente, non ci sarà una dequotazione del principio di legalità o legittimità degli atti amministrativi; tuttavia, si guarderà maggiormente alla sostanza, all’essenziale degli atti, perché abbiamo la necessità di velocizzare e realizzare attività amministrative efficienti, senza perderne la legittimità. La legge pretende la fiducia e la sperimentazione per il raggiungimento del risultato, di un obiettivo finale: l’interesse della committenza.”
Ma quali sono, a suo avviso, le altre “sfide” implicitamente previste dal nuovo Codice degli Appalti, che investono maggiormente il nostro settore?
“Nell’ottica del perseguimento del miglior risultato, il Nuovo Codice introduce l’istituto dell’avvalimento premiale che è un'opportunità per le imprese, perché consente naturalmente a un'impresa di partecipare e di avvalersi dei requisiti di qualcuno per migliorarsi, non solo ai fini della partecipazione come previsto attualmente. Infatti, la nuova norma prevede espressamente la possibilità di ricorrere all’avvalimento per migliorare la propria offerta e cercare di conseguire un punteggio più elevato per l’offerta tecnica, contemporaneamente alla conferma del suo impiego per soddisfare i requisiti di ammissione alla gara.”
In particolare, so che le è caro il tema della formazione professionale degli addetti al settore delle pulizie, uno dei tanti punti critici del nostro comparto: quale rilievo dovrebbe avere nella corretta valutazione di un’offerta in una gara d’appalto?
“Le stazioni appaltanti hanno il grande e oneroso incarico di predisporre procedure che consentano di con-
seguire un risultato virtuoso, cioè devono perseguire la realizzazione dell’intervento, dell’opera o la fornitura del servizio non in quanto tale, ma garantendo il miglior rapporto qualità-prezzo. In questa visione, l’introduzione di criteri di attribuzione di punteggi premiali per le offerte che presentino elementi di investimento nella formazione del personale e/o nell’acquisto di attrezzature di ultima generazione, consentirebbe alle stazioni appaltanti di raggiungere risultati più vantaggiosi.”
Sarebbe giusto, a suo parere, che le stazioni appaltanti cominciassero a valutare la qualità della formazione garantita ai lavoratori da un’impresa quale effettivo elemento premiante?
“Sì, è proprio ciò a cui dovrebbero tendere le stazioni appaltanti nella predisposizione delle procedure di gara. Le attività di formazione devono essere eseguite in modo da agevolare l’immediato apprendimento e la memorizzazione delle informazioni in una logica di continuo aggiornamento. Il Nuovo Codice è, d’altro canto, improntato
verso il rispetto di corrette pratiche aziendali sia in materia di previdenza e assistenza ai lavoratori sia in materia di parità di genere. Tutte queste politiche, se correttamente premiate dalle stazioni appaltanti, portano anche ad un miglioramento del benessere organizzativo dell’impresa.”
I CAM, richiamati anche nel Nuovo Codice dei Contratti, sono una delle innovazioni potenzialmente dirompenti per le imprese di pulizia desiderose di emergere nelle gare d’appalto pubbliche, ma a quali condizioni?
“I Criteri Ambientali Minimi, ormai obbligatori per partecipare alle gare come già previsto nel Codice ‘50/2016’, assumono sempre più rilevanza nel settore delle pulizie e FM anche per l’importanza che il tema della tutela dell’ambiente ha assunto a livello mondiale. Ed è proprio l’evoluzione dei mercati, il progresso tecnico e il dibat-
viene affermato un principio dirompente: l’ordinamento si fida dei suoi funzionari e delle sue strutture amministrative. Oggi i principi della fiducia reciproca, della trasparenza e della concorrenza, si collocano topograficamente nella parte iniziale del Codice, diventando strumenti di interpretazione
Per la prima volta
di tutti gli altri istituti, in quanto posti nella parte dei principi fondamentali
tito sulla tutela ambientale che deve condurre a un graduale ma necessario abbassamento dei costi dei prodotti con ‘etichette ecologiche’ così da consentire alle imprese più facile accesso a tali prodotti.”
Il Governo a guida Meloni ha deciso di abbassare ulteriormente il costo del lavoro incrementando al 3% la riduzione del cosiddetto “cuneo fiscale”. A suo parere, quali potranno essere le potenziali ricadute per il settore delle pulizie e FM? Cos’altro servirebbe?
“La principale ricaduta della riduzione del cuneo fiscale è l’impatto che questo ha sul costo del personale che l’operatore indica nelle offerte, e che assai di frequente viene sfruttato quale ulteriore percentuale di ribasso. Infatti, il costo del personale è ribaltato
sulla pubblica amministrazione che rimborsa il costo del lavoro e dell’intera commessa; inevitabilmente allora la riduzione del cuneo fiscale, negli appalti pubblici, non è un beneficio per l’impresa ma un beneficio per l’amministrazione, perché avendo un costo inferiore da riconoscere all’impresa per il costo del lavoro, può ridurre ulteriormente il costo del lavoro posto a base d’asta. C’è sempre da considerare che il settore degli appalti pubblici rimane un settore privilegiato per la legalità e per il lavoro in quanto, in ogni caso, è rispettato e garantito il costo minimo per i lavoratori.”
Le piaghe del lavoro nero e dell’insolvenza agli obblighi previdenziali e contributivi sono ancora diffuse anche nel nostro settore: come andrebbe imposta la legalità? Quali
sono le principali problematiche da affrontare sul tappeto per dare maggiori certezze al comparto?
“Questi temi sono in gran parte affrontati nel Nuovo Codice che pone, tra i principali criteri interpretativi nella prima parte del Testo, la trasparenza. L’introduzione di strumenti digitali che la pubblica amministrazione dovrà predisporre nella gestione dei dati degli operatori, porterà ad un innalzamento del livello di legalità e controllo, nonché ad un rafforzamento dei poteri di vigilanza al fine di evitare queste pratiche scorrette a scapito dei lavoratori. Grazie a tali strumenti, in parte già messi in atto con il Codice del 2016 come ad esempio il DURC, viene posta attenzione al costo del lavoro e al pagamento dei salari quindi tali problematiche verranno ulteriormente e drasticamente arginate.”
Da anni si parla di “salute e sicurezza sul lavoro” e dal punto di vista legislativo e organizzativo è stato fatto molto e molto continuerà ad essere fatto. Negli anni purtroppo si è parlato e si continua a parlare di malattie professionali, incidenti ed infortuni. Ho vissuto la tematica della sicurezza da molti punti di vista: lavoratore, soccorritore, RSPP, formatore e anche come consulente. Di incidenti ne ho subiti, ne ho soccorsi e ne ho valutati. Le principali cause? Fretta, negligenza, incoscienza, imperizia, sottovalutazione della presenza di un pericolo e dell’eventuale danno che potrebbe causare e difficoltà nel correlare velocemente l’azione che stiamo svolgendo con i possibili rischi. Proprio per questo alla base della pre -
venzione e della protezione troviamo aspetti molto importanti che sono: informazione, formazione e addestramento, quest’ultimo soprattutto sulla presenza di rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni oltre alle misure di prevenzione e protezione da attuare. La valutazione dei rischi (obbligo per i datori di lavoro) è un’analisi globale e documentata di tutti
i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività. Questa valutazione è finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione, di protezione e a elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento, nel tempo, dei livelli di salute e sicurezza. Entrando più nel dettaglio occorre
Tanti i punti su cui possiamo migliorare in tutti i sensi: qualità del servizio reso, ottimizzazione dei tempi, riduzione dei costi e riduzione dei rischi
Stefano Balzarotti
La valutazione dei rischi deve essere un processo continuo di miglioramento e di crescita per tutti. In sostanza un processo di acquisizione delle informazioni utili all’identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi nell’ambiente di lavoro
osservare anche che i rischi si dividono in rischi stocastici (anche detti generici) e rischi specifici. Mentre per i rischi specifici, come ad esempio rumore, vibrazioni, radiazioni, videoterminali, legionella, chimico, biologico, movimentazione meccanica dei carichi, esistono precise norme per la misurazione e la quantificazione del livello di rischio, per i rischi stocastici, come cadute dell’alto, scivolamento e taglio occorre procedere stimando ed assegnando dei valori di probabilità di accadimento e alla gravità del danno (Rischio = Probabilità x Danno).
Quasi tutti i Datori di Lavoro hanno assolto quest’obbligo, anche attraverso consulenze esterne. In tutte le aziende è ormai presente un documento chiamato Documento di Valutazione dei Rischi (dVdR). A volte però, nel documento di valutazione dei rischi si fatica a dettagliare le specifiche fasi lavorative in relazio -
ne ai differenti contesti lavorativi, soprattutto nelle attività impiantistiche dove ogni luogo di lavoro è diverso. Modalità, probabilità e magnitudo d’esposizione ai vari fattori di rischio, sono caratteristici di ogni contesto d’installazione, oltre che di ogni fase lavorativa. È difficile che un documento possa contenere la soluzione a tutto. Per migliorare la gestione della sicurezza aziendale occorre rendere i propri collaboratori capaci di analizzare e valutare i rischi. Questo non per agire una sola volta nella redazione del dVdR ma per aumentare la consapevolezza nell’analizzare le eventuale problematiche e aumentare le probabilità di identificare le soluzioni. E questa attitudine è utile che emerga prima, durante e dopo lo svolgimento delle attività in sinergia e a contatto con i datori di lavoro. Gli accessi all’area lavorativa, la logistica, gli orari, le attrezzature, i prodotti, i DPI e il ripristino dell’area di lavoro, questo sono solo alcuni esempi di punti su cui
possiamo migliorare in tutti i sensi: qualità del servizio reso, ottimizzazione dei tempi, riduzione dei costi e infine riduzione dei rischi.
La valutazione dei rischi deve essere un processo continuo di miglioramento e di crescita per tutti. In sostanza un processo di acquisizione delle informazioni utili all’identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi nell’ambiente di lavoro (informazione) oltre a essere un processo di elaborazione e acquisizione delle conoscenze, procedure e competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda (formazione). Questo e altri articoli inerenti alla sicurezza hanno proprio l’obiettivo di favorire il dialogo e lo scambio di informazioni fra le parti, affinché quanto fatto finora non resti chiuso in un cassetto ma diventi una solida base per una costante, proficua e condivisa azione di miglioramento delle condizioni di lavoro, di salute e di sicurezza.
Nel 2020 il valore della produzione italiana di prodotti per detergenza e pulizia è stato di 3,8 miliardi di euro a cura di Diletta Gaggia
Si registra un lieve calo di produzione rispetto ai
Lasciata alle spalle l’emergenza pandemia, che aveva spinto i prodotti domestici, il settore torna in equilibrio e premia in maniera sostenuta il canale professionale. Numeri positivi per tutte le categorie, ma l’inflazione gioca un ruolo fondamentale
A cura di Simone Ciapparelli
Elaborazione dei dati Cerved Marketing Intelligence
Elaborazione dati Cerved Marketing Intelligence a cura di David Migliori
La produzione italiana di prodotti per detergenza e pulizia è una delle più importanti in Europa. Nel 2020 il suo valore è stato di circa 3,8 miliardi di euro e, in controtendenza con l’andamento generale dell’economia, ha registrato un moderato progresso (+3,1%) rispetto all’anno precedente, questo quanto emerge dallo Start Prodotti per la detergenza divulgato da Cerved a marzo 2021. Lo sviluppo è stato spinto essenzialmente dalla componente nazionale dei con sumi domestici che hanno beneficiato delle maggiori esigenze di igiene, puli zia e sanificazione imposte dal contra sto al contagio del virus Sars-CoV-2 e dalla centralità dell’ambiente domestico determinata da limitazioni agli sposta menti e chiusure. Il mercato professio nale invece risulta penalizzato dalle diffuse chiusure di luoghi pubblici e in particolare dalle difficoltà del comparto Ho.re.ca. Tra i segmenti principali, evi denziano maggiori progressi i prodotti per superfici, ma anche l’area del lavag gio stoviglie e gli additivi per bucato, mentre in termini di canali, gli speciali sti drug si sono dimostrati il format più vivace anche durante la pandemia. Le previsioni per il 2021 evidenziano deboli variazioni al ribasso del valore della pro duzione e dei consumi rispetto ai livelli elevati raggiunti nel 2020. L’evoluzione ancora incerta della crisi sanitaria sup-
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3,8 miliardi di euro del 2020, per via del miglioramento della situazione sanitaria. Il mercato si attesta comunque su livelli superiori agli anni precedenti la pandemia
Le aziende del settore devono rispettare normative specifiche sulle materie prime utilizzate, sia per i prodotti che per i materiali di confezionamento. Un’attenzione particolare deve sempre essere data alla ecocompatibilità, ossia allo sviluppo di prodotti con una composizione che ne aumenti la biodegradabilità, anche con l'utilizzo di materie prime vegetali. Una gran parte del lavoro di ricerca e sviluppo punta a composizioni a minor impatto ambientale, ma anche a packaging che
Il mercato cresce e non di poco, del +12,1% a valore rispetto al 2021, e arriva a superare, a valore, i 4 miliardi di euro. Numeri che fanno sorridere quelli presentati a marzo da Start Cerved, in una analisi approfondita del comparto dei prodotti per la detergenza, anche se per una corretta interpretazione delle buone performance bisogna considerare la spinta esercitata dalla crescita dei prezzi delle materie prime e dell’energia (in particolare i materiali di confezionamento in plastica), iniziata nel 2021 e accentuato dopo lo scoppio del con-
riducono l'utilizzo di plastica (prodotti concentrati, ricariche, prodotti alla spina, ecc.).
In questo ambito ci sono marchi e certificazioni che garantiscono il rispetto di standard specifici. Il più diffuso è il marchio Europeo di Qualità Ecologica rilasciato dal Comitato EcolabelEcoaudit che classifica come "ecolabel" i prodotti più ecocompatibili e quindi dal minor impatto ambientale. Secondo una ricerca del 2022 dall’Osservatorio Immagino GS1 Italy, circa il 10% dei
flitto tra Russia e Ucraina. In generale nel 2022, con la ripresa delle normali attività dopo i periodi di lockdown, il mercato che si era sbilanciato a favore dei consumi domestici, è tornato in equilibrio con una forte ripresa del settore professionale. A livello di prodotti, nonostante la prevedibile riduzione dei disinfettanti che avevano avuto una grande crescita nel biennio precedente, lo studio segnala buoni risultati per i disinfestanti e i coadiuvanti di lavaggio, oltre che per i detergenti e i prodotti per la manutenzione.
prodotti per detergenza e pulizia ha in etichetta almeno un claim ecologico. I più diffusi sono i prodotti biodegradabili con riferimento alla composizione del packaging e dei prodotti, seguiti da quelli con ingredienti vegetali e quelli con minor contenuto di plastica nell'imballaggio ("ricariche"). Ai prodotti confezionati si affiancano in questa tendenza i distributori di detersivi ricaricabili, introdotti da qualche insegna della GDO, da catene bio e farmacie.
Lo studio Start Cerved ha preso in esame le “imprese la cui attività prevalente è la produzione di detersivi e detergenti per il bucato, per i piatti e per la pulizia della casa, prodotti specifici per la pulizia della casa, insetticidi per uso domestico, prodotti destinati ad usi professionali e industriali”. Se guardiamo l’insieme della categoria in base alla funzione d’uso, il segmento di gran lunga principale, che da solo rappresenta più della metà del mercato, è quello dei detergenti e coadiuvanti per indumenti e tessuti, che includono
Fonte: elaborazione Cerved su dati ISTAT e altre fonti qualificate
additivi, candeggina, ammorbidenti, smacchiatori e altri prodotti simili. Ci sono poi i detergenti e coadiuvanti per stoviglie, che comprende detergenti per lavare i piatti a mano, detergenti per lavastoviglie, brillantanti e prodotti correlati. Un terzo segmento importante comprende i detergenti e coadiuvanti per gli ambienti, utilizzati per pulire grandi superfici come pavimenti e pareti, oltre a prodotti specifici per la pulizia dei WC e disgorganti per gli scarichi.
Una ulteriore categoria è quella dei biocidi, che comprende insetticidi e altri prodotti simili. Infine, ci sono i deodoranti per ambienti, che includono spray, diffusori e cande -
le profumate. Oltre a questi settori principali, ci sono numerose nicchie di mercato con prodotti specifici per utilizzi particolari come, per fare un esempio, i detergenti per argento, acciaio, rame.
Se guardiamo all’insieme di questo mondo dal punto di vista dei canali di destinazione, esiste una divisione netta con il 70% del mercato occupato dai prodotti per uso domestico destinati al largo consumo e il restante 30% rappresentato dai prodotti per operatori professionali, come imprese di pulizia, catering e lavanderie.
Entrando maggiormente nel dettaglio, nel 2020 l'emergenza pandemica aveva spinto i prodotti per la
Dal 1° gennaio 2023 è entrato in vigore l'obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi. Il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato le "linee guida tecniche" per fornire alle aziende le indicazioni a livello operativo sulle corrette modalità per adempiere all'obbligo di etichettatura ambientale di tutti gli imballaggi immessi sul mercato in Italia, introdotto dal D.lgs.
116/2020 (Recepimento della Direttiva 2018/851 UE - parte del "Pacchetto Economia Circolare") al T.U. Ambientale (d.lgs.152/06). L’etichetta deve fornire tutte le informazioni necessarie per il corretto smaltimento del packaging e deve indicare il tipo di imballaggio utilizzato, il materiale di cui è composto e quale tipo di raccolta deve poi essere eseguita.
detergenza e c’era stata nel 2021 una diminuzione dell’'1,7%, a cui è seguita una crescita del 12,1%.
Sono soprattutto i disinfestanti e i coadiuvanti di lavaggio, insieme ai detergenti e ai prodotti per la manutenzione, ad aver mostrato una crescita positiva, mentre il settore degli "altri prodotti" ha subito una riduzione, soprattutto a causa del calo della domanda di disinfettanti post pandemia.
A livello di canali, quello professionale, penalizzato nel 2020 dal lockdown delle attività produttive, e che nel 2021 aveva registrato un recupero solo parziale perché gli ambienti pubblici avevano subito ancora molte limitazioni, nel 2022 col ritorno alle normali attività in presenza ha avuto una ripresa decisamente più sostenuta.
Cosa aspettarsi per il futuro? Ancora crescita a livello di produzione, ma a tassi più contenuti vista la prevista diminuzione dell’inflazione, una stima del +4,1% per il 2023, e un ulteriore +2,5% per il 2024.
Le imprese attive nel settore della “Fabbricazione di saponi e detergenti, di prodotti per la pulizia e la lucidatura” sono circa 650, di cui il 67,2% è rappresentato da società di capitali. Sono soprattutto in Lombardia (29,7%), Campania (10,1%), Veneto (8,4%) ed Emilia-Romagna (8,2%). Quelle che operano nel canale domestico sono solo una cinquantina. Il settore è dominato da alcune imprese multinazionali chimiche attive nel largo consumo, presenti in Italia con stabilimenti produttivi e filiali commerciali.
Le imprese nazionali sono di due tipi: di medie dimensioni, con prodotti a marchio proprio e produzioni di detergenti destinati alle private label della moderna distribuzione; piccole imprese orientate soprattutto alla fornitura di prodot-
ti non brandizzati e, a volte, di private label, quasi esclusivamente nei segmenti dei liquidi (spesso acquistando il semilavorato da altre imprese e limitandosi alle fasi finali di diluizione e confezionamento). Nel largo consumo la concentrazione è molto alta: le prime quattro aziende coprono il 60% del mercato, con il picco nei detersivi per lavatrice dove le prime tre aziende insieme controllano il 90%. Nel settore professionale e industriale, invece, il grado di concentrazione è piuttosto basso. Per dare un’idea, le prime due imprese hanno una quota di circa il 25% e ci sono un gran numero di piccoli operatori con quote sotto il 2%. In un mercato di questo tipo non stupisce che la competizione tra le grandi multinazionali si giochi soprattutto sulla
differenziazione, con forti investimenti nell'innovazione di prodotto e nella pubblicità, mentre nelle fasce più basse di mercato e per i prodotti meno differenziati il prezzo resta la variabile fondamentale. Fanno eccezione alcune nicchie di mercato molto specialistiche, ad esempio alcuni trattamenti specifici per tessuti, in cui grazie alla “unicità” del prodotto il prezzo diventa una variabile secondaria.
Importante notare, infine, che nel mercato dei prodotti per comunità, la competizione punta al presidio dei clienti di maggiori dimensioni (in particolare lavanderie industriali, mense, ecc.): in questo caso a giocare il ruolo più importante è il servizio, in termini di assistenza tecnica, fornitura di macchinari in comodato d'uso e formazione degli
addetti.
Il dominio delle multinazionali non ha impedito ad una serie di operatori italiani di adottare nel corso del tempo alcune strategie molto efficaci. Si tratta in alcuni casi di specializzazione in specifiche nicchie di prodotto oppure di produzione per le marche commerciali della distribuzione moderna, oppure nella specializzazione, produzione e commercializzazione di detersivi e detergenti per usi professionali e industriali.
Vale pena spendere qualche parola sui comportamenti dei consumatori italiani. Parliamo di un mercato stabile nel lungo periodo a livello di volumi, ossia di quello che tecnicamente viene chiamato un mercato maturo, con una penetrazione dei prodotti e una frequenza di consumo molto elevata, senza fenomeni ciclici. Se ci sono stati casi di riduzione dei consumi è spesso dipesa da innovazioni che hanno consentito riduzioni della quantità di detersivi necessari.
Soprattutto per i prodotti percepiti come meno differenziati, i consumatori sono molto sensibili al prezzo (prodotti meno costosi, discount e private label, promozioni…), in modo accentuato in una fase di perdita di potere di acquisto a causa dell’alta inflazione. Fortunatamente questo non frena la ricerca di prodotti nuovi o ritenuti innovativi (anche semplicemente per nuove profumazioni), che fanno registrare performance superiori alla media. Tra le tendenze in atto va ricordato il ruolo crescente delle catene specializzate in prodotti per la cura della casa e per l'igiene della persona. Crescono anche gli acquisti online, in particolare per le categorie non deperibili: un fenomeno che riguarda le insegne della GDO ma non le vendite online da parte delle aziende
I nuovi dati del market monitor della detergenza, presentati da Assocasa in collaborazione con NielsenIQ, mostrano un Cura Casa in crescita del +6,4%. Traino di questo andamento positivo, l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità
Simone CiapparelliBenessere e sostenibilità sono due elementi da tenere in grande considerazione nel mercato di oggi: a questa tendenza non si sottrae nemmeno il settore della detergenza. I nuovi dati del market monitor presentati da Assocasa (Associazione Nazionale detergenti e specialità per l'industria e per la casa, che fa parte di Federchimica) in collaborazione con
NielsenIQ parlano di un Cura Casa in crescita del 6,4% nell’anno terminato ad aprile 2023, registrando un fatturato di 4 miliardi di euro, in crescita di circa 240 milioni rispetto all’anno precedente. Questo risultato è anche frutto dell’attenzione che l’industria della detergenza ha posto sulla sostenibilità per combattere sprechi e sulla promozione della convenienza, della praticità d’uso e del benessere in generale. L’attenzione è rivolta al rendere il singolo consumatore più consapevole relativamente all’utilizzo dei prodotti detergenti e all’importanza di un giusto dosaggio e corrette abitudini d’uso per limitare l’impatto di queste sostanze sull’ambiente.
La crescita interessa tutti i comparti del Cura casa, in particolare Detergenti (+5,6%), che generano il 55% del fatturato totale del settore, Disinfestanti (+21,8%) e Coadiuvanti di lavaggio (+7,4%). Il caldo anomalo della scorsa estate ha influenzato l’andamento dei Disinfestanti, che mostrano a valore un trend positivo anche nei volumi di vendita, con insetticidi e insettorepellenti che rispettivamente crescono a valore del +24,6% e del 35,6%.
Tutti i canali mostrano tendenze positive, andando a recuperare il risultato negativo registrato in passato. Spiccano le performance del canale Specialisti Drug che genera maggiori vendite in Valore (+12,2%). L’unica nota negativa è rappresentata dai negozi di prossimità, che avevano goduto di un indotto positivo durante la pandemia, che negli anni successivi è andato lentamente scemando anche a causa di un indice di prezzo più alto della media considerando la dimensione media delle confezioni vendute nel canale.
“I dati presentati ci restituiscono una fotografia chiara di come i prodotti per la pulizia e la manutenzione, non solo per la nostra casa ma anche per ambienti che frequentiamo quotidianamente (scuole, ristoranti, uffici, ospedali, trasporti pubblici), siano degli alleati indispensabili per le famiglie italiane - ha commentato Roberto Ferro, Presidente di Assocasa - Questo è evidente non solo nella maggiore attenzione alla pulizia all’interno della casa, ma anche all’esterno, grazie ai prodotti insetticidi che sono importanti per la tutela della salute di tutti noi”.
Il regolamento UE n. 528/2012, entrato in vigore a settembre 2013 e volto a migliorare la libera circolazione dei biocidi all'interno dell'Unione, prevede una graduale sostituzione delle normative nazionali in base all’autorizzazione dei relativi principi attivi man mano autorizzati a livello europeo. Quale sia lo stato dell’arte di questa transizione se ne è parlato al 62° Simposio AFI
Fabio ChiavieriLa pandemia da virus SARS
2-CoV-19 ha portato di attualità il tema della normativa che disciplina la produzione di disinfettanti. La sessione dal titolo “PMC vs Biocidi: dalla normativa nazionale al Regolamento Europeo” tenutasi al 62° Simposio dell’Associazione Farmaceutici Industria Società Scientifica (7-8-9 giugno 2023) ha illustrato, in sintesi, a che punto si trova il processo di applicazione del regolamento sui biocidi UE 528/2012che sostituisce la Direttiva Biocidi 98/8/CE. Quest’ultimo riguarda l’immissione sul mercato e l’uso di biocidi e di materiali o di articoli trattati utilizzati per la tutela dell’uomo e degli animali, per combattere organismi nocivi, quali batteri o insetti, mediante l’azione di principi attivi contenuti nel biocida. Tale Regolamento ha lo scopo di migliorare il funzionamento del mercato interno attraverso l’armonizzazione delle norme relative alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi, garantendo anche un elevato livello di tutela della salute umana e animale e dell’ambiente.
Le disposizioni del Regolamento si fondano sul principio di precauzione, nell’ottica di tutelare la salute umana, la salute animale e l’ambiente. Il mecca-
nismo di applicazione del regolamento prevede una graduale sostituzione delle normative nazionali in base all’autorizzazione dei relativi principi attivi autorizzati a livello europeo).
In questo periodo transitorio, quindi, sono vigenti due distinte normative:
a) quella nazionale costituita dal DPR n. 392/1998 e dal Provvedimento del 5 febbraio 1999, che disciplinano l’immissione in commercio dei Presidi Medico Chirurgici (PMC) nei quali sono compresi, oltre ai disinfettanti, anche gli insetticidi, insettorepellenti e topicidi;
PMC: DPR 392 DEL 1998 Documentazione richiesta
b) quella europea costituita dal relativo Regolamento (Ue) N. 528/2012 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 Maggio 2012 che sostituisce la vecchi direttiva 98/8/CE, relativa all'immissione in commercio dei prodotti biocidi e recepita in Italia con il DLvo n. 174/2000.
Per Presidi Medico Chirurgici si intendono tutti quei prodotti che vantano in etichetta un’attività che sia riconducibile alla definizione nell’articolo 1 del D.P.R. 392 del 6 ottobre 1998 che recita: “Il presente regolamento disciplina il procedimento di autorizzazione alla produzione e di autorizzazione all’immissione in
commercio di presidi medico-chirurgici consistenti in:
• disinfettanti e sostanze poste in commercio come germicide o battericide; (PT1, 2, 3, 4, 5);
• insetticidi per uso domestico e civile; (PT 18);
• insettorepellenti; (PT 19);
• topicidi e ratticidi per uso domestico e civile. (PT 14).
I biocidi, per loro stessa natura, possono arrecare danno all’uomo, agli animali e/o all’ambiente. L’UE ha adottato il Regolamento dei biocidi BPR al fine di istituire un sistema generale di governance dei biocidi per garantire che i potenziali rischi di effetti nocivi che essi siano noti, gestiti e controbilanciati . Il BPR detta anche norme dettagliate su come condurre la valutazione scientifica dei rischi associati sia ai principi attivi sia ai biocidi. Questi dati consentono di decidere se l’uso di un biocida sia sicuro ed efficace e, in ultima analisi, se ne possa essere autorizzata l’im-
missione sul mercato UE.
Il DPR n. 392/1998 per quanto riguarda i PMC prevede un iter riassunto nella figura 1. A questa documentazione vanno affiancate attività analitiche come:
• rapporto di prova (o CoA) riportante i dati relativi all’analisi quali-quantitativa della/e sostanza/e attiva/e;
• metodo analitico (metodo di prova) per il controllo qualitativo e quantitativo della/e sostanza/e attiva/e;
• test di stabilità, anche accelerato, secondo metodi CIPAC che prevedono la conservazione del prodotto per 14 giorni alla temperatura di 54 °C.
Ove non fosse possibile completare, entro i termini di presentazione della domanda di registrazione, i test di stabilità accelerata, sarà comunque accordata una shelf-life (letteralmente “vita da scaffale”) minima di 6 mesi (i risultati del test saranno forniti post-approvazione) a partire dalla data di produzione del prodotto. In questo caso, in etichetta dovranno tuttavia essere presenti anche le seguenti indicazioni cautelative per la conservazione. Tra le attività sperimentali sono compresi gli studi di efficacia.
La valutazione di efficacia viene fatta seguendo quanto indicato nella norma EN 14885. Per quanto riguarda i virus la valutazione deve essere fatta seguendo la EN 14476 per la disinfezione delle mani e secondo la EN 144776 e la EN 16777 per le superfici. Il rapporto di prova relativo all’efficacia viene predisposto secondo lo schema relativo alla norma utilizzata (in questo caso EN 14776/EN16777).
La lista dei test necessari per ottenere l’autorizzazione di un prodotto biocida (BP) è riportata nell’allegato III del regolamento n. 528/2012. Ogni BP viene analizzato secondo un sottoinsieme di questo elenco. La scelta di tale sottoinsieme spetta al Responsabile della Valutazione dei Rischi.
Il sottoinsieme del pannello di test dipende da:
• stato fisico
• classificazione
• claim
• uso finale
Il regolamento cita ben 22 prodotti biocidi detti Product Types che sono divisi in 4 gruppi principali:
Gruppo 1: disinfettanti (da PT1 a PT5)
Gruppo 2: preservanti (da PT 6 a PT13)
Gruppo 3: controllo degli animali nocivi (da PT14 a PT19)
Gruppo 4: altri biocidi (da PT20 a PT22).
Gli Information Requirements previsti dal regolamento sui BPR sono relativi a:
• proprietà chimico-fisiche e tecniche;
• pericolo fisico;
• metodi di prova e convalide;
• efficacia contro gli organismi bersaglio;
• profilo tossicologico per uomini e animali;
• studi ecotossicologici.
I dati sull’efficacia sono una componente fondamentale del processo decisionale e di gestione regolatoria dei principi attivi.
Tali dati sono necessari per stabilire il beneficio derivante dall’uso del principio attivo nei biocidi e devono essere bilanciati con i rischi che il loro uso comporta per l’uomo e l’ambiente. Le attività analitiche necessarie per l’autorizzazione PMC sono un sottoinsieme degli information requirements del dossier BPR. Seguendo le best practice per prodotti sul mercato da tempo è bene considerare che gli standard possono essere cambiati (particolarmente per efficacia). All’approssimarsi della data di di autorizzazione degli AS/PT (combinazione di principio attivo/tipo di prodotto) va considerata la capacità dei laboratori nel portare avanti tutte le prove sperimentali. Inoltre, è bene considerare la propedeuticità delle
attività, ed eventuali attività di screening.
COME CAMBIA L’ETICHETTA DEL PRODOTTO
L’etichettatura e l’imballaggio dei PMC dovranno essere conformi alla normativa vigente in materia. L’etichetta e gli eventuali stampati, una volta approvati, dovranno recare la dicitura “Presidio medico chirurgico” e “Registrazione del Ministero della Sanità n….” e faranno parte integrante del decreto di autorizzazione all’immissione in commercio.
Le norme di classificazione, etichettatura e imballaggio dei biocidi sono previste nell’articolo 69, paragrafi 1e 2, del regolamento BPR n. 528/2012.
Il paragrafo 1 recita: “I titolari dell’autoriz-
zazione provvedono affinché i biocidi siano classificati, imballati ed etichettati conformemente al sommario approvato delle caratteristiche dei biocidi, in particolare alle fasi di rischio e ai consigli di prudenza du cui all’articolo 22, paragrafo 2, lettera i), e, se applicabile, di cui alla Direttiva 1999/45/CE e, se del caso, al regolamento (CE) n. 1272/2008.”
Il paragrafo 2 recita: “Oltre a ottemperare al paragrafo 1, i titolari dell’autorizzazione provvedono affinché le etichette non siano ingannevoli riguardo ai rischi che il prodotto comporta per la salute umana, la salute animale o l’ambiente, ovvero riguardo alla sua efficacia, e in nessun caso esse riportano le diciture “biocida a basso rischio”, “non tossico”, “innocuo”, “naturale”, “rispettoso dell’ambiente”, “rispettoso degli animali” o diciture analoghe…”
Inoltre, sull’etichetta devono figurare in modo chiaro e indelebile alcune informazioni, tra cui:
“i particolari sui probabili effetti collaterali negativi diretti o indiretti ed eventuali istruzioni per interventi di pronto soccorso”; (lettera h)
“
se applicabile, il tempo d’azione necessario al biocida, l’intervallo da rispettare tra le applicazioni del biocida o tra l’applicazione e l’uso successivo del prodotto trattato, o l’accesso successivo degli esseri umani o degli animali all’area dove è stato impiegato il biocida, compresi i particolari relativi ai mezzi e alle disposizioni di decontaminazione nonché alla durata di aerazione necessaria delle zone trattate; particolari relativi alla pulizia specifica degli apparecchi; particolari relativi alle precauzioni da prendere durante l’uso e il trasporto.” (lettera l)
Articolo tratto dalla sessione dal titolo “PMC vs Biocidi: dalla normativa nazionale al Regolamento Europeo” - 62° Simposio dell’Associazione Farmaceutici Industria Società Scientifica (7-8-9 giugno 2023) “La filiera della salute: motore di sviluppo per il Paese”: Aspetti tecnici (pillole): le differenze sperimentali – Linda Musitelli, Eurofins Regulatory & Consultancy Services Italy S.r.l.
Come cambia l’etichetta del prodotto. PMC vs Biocidi – Annalisa Lovera Chemsafe S.r.l.
L'intervento nelle aziende famigliari è possibile solo se si riesce a conciliare nello stesso momento il bisogno di affettività, cura e relazione, con il bisogno di dare risposte a pulsioni creative che implicano scelte razionali, produttive, organizzative ed economiche.
La narrazione di un numero importante di storie di vita di aziende famigliari ci può far capire la portata del problema. Negli ultimi 40 anni ho potuto incontrare in prima persona centinaia di situazioni dove il cambiamento socio-economico ha messo in moto meccanismi e sentimenti contrastanti fra gioie, entusiasmi, sofferenze, conflitti, lutti e fallimenti; più dell’80% delle aziende italiane (su un totale di oltre 6 milioni) ha provato a sopravvivere a crisi generate dall’esterno o dall’inter-
no del sistema famiglia.
È infatti attorno alla piccola e media impresa familiare che il sistema economico italiano centra le proprie vicende di successo o di difficoltà, con ripercussioni sulla socialità, sulla cultura, sul benessere, sulla bellezza.
Le statistiche testimoniano che oltre due terzi delle imprese famigliari italiane non riesce ad andare oltre la seconda generazione, disperdendo energie e patrimoni di professionalità, ricchezza, esperienza e lavoro; siamo pertanto impegnati, come professionisti, a sostenere queste realtà nel provare a farcela, sia “salvando” i risultati dell’impegno profuso in termini di lavoro (aziende, posti di lavoro, denaro, ecc.) ma soprattutto “cercando di salvare” le relazioni nelle famiglie. Agire contemporaneamente sui due
piani è un impegno e una sfida, ma è una necessità logica poiché l’impresa è il risultato del lavoro di madri, padri, figli e altri componenti della famiglia allargata.
Per contro, tutelare solo interessi economici, talvolta di parte, a scapito delle relazioni famigliari, significa mettere a rischio la sopravvivenza di entrambe le parti di uno stesso sistema.
LE FIGURE FEMMINILI
È nella stessa genesi della parola economia (dal greco oiko-nomia, amministrazione della casa) che possiamo identificare le tre chiavi del problema: le figure femminili, in quanto archetipi, appunto, della oiko-nomia; la loro capacità di gestire la complessità in una situazione di scarsità e, spesso, la loro solitudine.
“Perché il passaggio generazionale è un momento critico”. Pubblichiamo il terzo di una serie di interventi sul tema del rapporto fra generazioni all’interno delle famiglie che posseggono una o più imprese nelle quali qualcuno di loro lavora, qualcuno comanda, qualcuno guadagna, altri guardano e aspettano che avvenga qualcosa. Magari per rivendicare un proprio ruolo o un proprio diritto successorio
Franco Cesaro
Titolare dello Studio Cesaro&Associati
La prima riflessione riguarda le figure femminili in quanto generatrici e punto di partenza e di arrivo delle diverse generazioni (in termini di fasce di età) e della generatività (in quanto capacità creativa); le donne sono esempio e fattore pedagogico, elemento di mediazione, di comunicazione e di pacificazione, ma anche ed esattamente l’opposto di tutto ciò. Nella mia esperienza sono il motivo del successo, della rovina o della sopravvivenza delle imprese famigliari.
Si parla spesso del momento del cosiddetto “cambio generazionale” come punto di svolta della vita di questi sistemi: è invece la convivenza fra due o più generazioni che determina il futuro di queste imprese e di queste famiglie. Le donne sono, nella maggior parte dei casi, le mediatrici fattive della relazione e della comunicazione fra le diversità: sanno esaltarle così come le sanno deprimere, sanno unire come sanno dividere, sanno riappacificare così come sanno scatenare i conflitti. Anche se spesso rifugiate o relegate nell’ambito del focolare domestico, nelle imprese famigliari le donne si ritrovano sovente ad essere coinvolte a tutti i livelli: talvolta a loro insaputa, sono socie, amministratrici, firmatarie di fidejussioni, garanti del patrimonio, sostenitrici o detrattrici di persone che
lavorano nelle imprese. E nell’intimità possono sedare ansie, preoccupazioni e contenere eccessi riportando gli altri componenti al principio di realtà.
Il secondo punto riguarda la capacità di gestire la complessità in una situazione di scarsità: sono situazioni comuni ad ogni famiglia media e ad ogni azienda che abbia una certa longevità. Nel tempo infatti si aggiungono elementi che rendono importante investire, diversificare, presidiare contemporaneamente interessi e questioni diverse. È qui che nasce il rapporto con il debito, il patrimonio, il rischio, la visione di breve o di lungo periodo. Le risorse necessarie in genere non sono mai sufficienti: entra quindi in gioco il sistema educativo ricevuto nell’ambito famigliare, dove stili di vita, valori morali, modalità di comportamento e di relazione con il denaro, con gli oggetti e con le persone plasmano il modo di leggere la realtà economica, imprenditoriale, finanziaria o commerciale. È in questo contesto che si abituano i figli all’etica, a dare il valore alle cose di tutti i giorni e a dare il senso alle proprie scelte ed azioni. Emerge così anche la propensione all’imprenditività che non è necessariamente una dote ereditata ma è una scelta di lavoro e di vita alternativa ad
altre. La propensione al rischio, all’avventura e al sacrificio per costruire ricchezza e opportunità per sé stessi e per gli altri rende questi individui diversi. È anche su questo terreno che si costruisce il capitalismo personale che non è una questione di potere, di denaro o di proprietà, ma è un sistema di relazioni e di conoscenze che riguarda il singolo individuo e che non è trasmissibile automaticamente fra una generazione e l’altra.
Il rapporto con il territorio in cui vive la famiglia ed in cui lavora l’azienda diventa una delle doti, un valore aggiunto, una delle identità che caratterizza sia l’imprenditore, sia la sua impresa (che proprio per questo motivo non è solo sua) che tutto il sistema sociale e culturale ad essa collegato.
La terza questione riguarda la solitudine intesa non necessariamente come elemento negativo: di certo gli imprenditori devono essere in grado di saper agire e prendere decisioni autonomamente, pur dopo essersi consultati e confrontati con altri.
Il modo in cui si è vissuto e si vive la realtà famigliare, vivendo insieme agli altri componenti o da soli le vicende della vita, si riversa nella quotidianità della propria azienda ed anche nella
gestione di eventi eccezionali, come i momenti delle decisioni difficili. In queste situazioni emerge il punto di vista delle diverse generazioni rispetto alla propria azienda e al proprio patrimonio e qui nascono le divergenze maggiori fra i famigliari: genitori che hanno fatto nascere l’azienda si comportano come baby sitter per le quali l’azienda è sempre una giovane creatura da far crescere; per contro, i giovani figli che entrano nelle aziende ormai adulte si pongono come badanti che accudiscono un corpo che spesso avrebbe bisogno di essere rinnovato. Il dialogo fra baby sitter e badanti talvolta si fa difficile proprio per la diversa visione delle cose per tempi, modi e opportunità di investimento: le nuove generazioni hanno visioni di breve periodo e ragionano con logiche manageriali volte all’ottenimento di risultati che tendono a remunerare il patrimonio personale o famigliare; sono preoccupati della propria visibilità e talvolta non hanno remore a sacrificare e rinnovare risorse umane, tecnologiche e finanziarie ritenute obsolete. I fondatori invece tendono a salvaguardare le relazioni e gli investimenti utili a consolidare la ricchezza a lungo termine, valorizzando il sistema e il rapporto con il territorio, riconoscendo il valore del lavoro, delle scelte, degli errori e degli insegnamenti dell’esperienza; sacrificio e spirito di avventura restano per loro una scelta di vita che mettono a confronto e in competizione con le maggiori conoscenze e abilità che i giovani sanno usare grazie alla maggiore scolarità e alla maggiore dimestichezza nell’uso di nuove tecnologie e sistemi di relazione aperti e multiculturali.
L’ideale, come sempre, sarebbe mettere assieme le diversità: il momento di unione e comprensione è favorito, a mio parere, dalla variabile cultura intesa nel senso più ampio del termine: cultura personale, cultura aziendale, cultura della famiglia, cultura del territorio, cultura del prodotto, cultura
delle professioni. Sono soprattutto le storie delle persone e delle vicende imprenditoriali di queste famiglie che rendono uniche e piene di ricchezza i patrimoni da trasmettere. La maggiore conoscenza reciproca attraverso la narrazione è la strada che si può indicare, al di là di tutte le soluzioni tecniche, organizzative, manageriali, giuridiche, finanziarie, ecc.
Insegnare con amore per poi essere onorati: questo è il pensiero che può guidare la dedizione dei padri per i figli e viceversa. Saper ascoltare e saper raccontare: questo è l’agire più importante che funge da mediatore fra le diversità, che sono la base di partenza e la possibilità di sopravvivenza di aziende e famiglie.
Uno strumento che torna particolarmente utile per prevenire e risolvere in maniera positiva i possibili conflitti tra le diversità è la Mediazione. Attraverso
finalizzata alla soddisfazione di bisogni umani attraverso la produzione e la distribuzione di beni e servizi. È, pertanto, lo strumento concreto mediante il quale si esercita l'attività d’impresa e può essere gestita direttamente dall’imprenditore o da altre persone (es. manager).
In ambito economico, l'imprenditore è colui che detiene i fattori produttivi (capitali, mezzi di produzione, forza lavoro e materie prime), sotto forma di imprese: attraverso gli investimenti, egli sviluppa nuovi prodotti, nuovi mercati o nuovi mezzi di produzione stimolando la creazione di nuova ricchezza e valore sotto forma di beni e servizi utili alla collettività. Poste le dovute premesse, è bene sottolineare che la figura del mediatore trova, all’interno di un’impresa, diversi ambiti di intervento. In una situazione di crisi economica, affinché il sostegno offerto sia realmente efficace è fon-
l’intervento di una figura terza, esterna e neutrale (il mediatore), si cerca di agevolare il dialogo tra le parti e sostenere così la ricerca di una risoluzione alle molteplici e sfaccettate difficoltà relazionali anche in ambito aziendale. Riferendosi alla mediazione in relazione a concetti quali “azienda”, “impresa” e “imprenditore”, occorre, in primo luogo, esplicitare alcune definizioni: un'azienda è un‘organizzazione di beni
damentale allargare lo sguardo oltre i confini aziendali. Il problema, infatti, non riguarda più solo i conflitti all’interno della famiglia e/o dell’azienda, ma coinvolge il sistema economico in cui esse sono inserite e operano e i meccanismi del mercato che hanno contribuito alla crisi.
L’obiettivo di ogni azienda dovrebbe essere quello di poter garantire a sé stessa un equilibrio economico, in
linea con i principi del capitalismo, fondato sull’impiego del capitale allo scopo di sviluppare un’attività produttiva che fornisca un profitto. Le regole dovrebbero essere semplici: moneta, mercato, valore aggiunto. I governi e le istituzioni pubbliche, d’altro canto, dovrebbero avere la responsabilità di controllare che questi principi vengano rispettati, fungendo da garanti. L’attuale situazione di incertezza e cambiamento (non tanto per il Covid-19, quanto per un processo che viene da lontano e che andrà lontano) determina però una profonda crisi del modello capitalistico poiché risulta sempre più complesso trarre profitto semplicemente mediante il lavoro e la produzione. Si preferisce infatti cercare profitti di breve periodo attraverso la speculazione finanziaria da cui tutti i maggiori economisti hanno messo in guardia qualora essa diventi parassitaria: consuma valore invece di crearlo. Ne consegue che anche gli stessi valori morali ed etici, le dinamiche relazionali, la convivenza tra generazioni, i concetti di lavoro e di impresa sono messi in discussione.
Per poter comprendere lo scenario di fondo è necessario ripartire dalle teorie di Adam Smith, il quale ipotizzò la necessità di allargare il mercato, di renderlo più esteso e di rendere gli scambi al suo interno liberi e in equilibrio tra loro. Successivamente, Taylor, considerato “il padre dell’organizzazione scientifica del lavoro”, ritenne di introdurre macchine automatiche progettate per salvaguardare il profitto e sottrarre teoricamente fatica agli uomini, senza, tuttavia, tener in debito conto che questo avrebbe potuto danneggiare le relazioni tra le persone e la qualità della loro vita, che diventava conseguentemente funzionale unicamente al lavoro.
Dopo il Taylorismo diventa quindi fondamentale recuperare il valore della persona e il concetto di lavoro assume nuovi significati legati a una cultura che si allontana dal modello catena
di montaggio. L’attività di mediazione parte dunque da qui, dal recupero e dalla rivalutazione del valore aggiunto, riconoscendo, cioè, il valore del lavoro, dell’etica, riscoprendo e mettendo in primo piano la creatività e la cultura dell’individuo. Si dovrebbe intervenire analizzando l’organizzazione aziendale ponendo una nuova attenzione alle relazioni, e alle dinamiche che scaturiscono dall’interazione tra i diversi ruoli, cercando, innanzitutto, di comprendere se all’interno dell’azienda vige un clima di fiducia o meno: anche da questo dipende la crescita o la perdita di valore economico dell’azienda.
Risulta quindi necessario individuare le possibili cause da cui si originano i conflitti in azienda e intervenire su diversi aspetti quali la concezione che ognuno ha del proprio lavoro, del mercato circostante e da come utilizza il proprio tempo, avendo modo di esprimere o meno la propria creatività. Molto spesso i conflitti vengono trasferiti in azienda direttamente dalla famiglia: le possibili soluzioni pertanto vanno cercate in quel contesto.
Si possono esplorare le dinamiche relazionali tra colleghi, con i fornitori e con i clienti e si indagano i diversi significati che assume la relazione uomo-macchina, a seconda delle generazioni presenti, laddove risulti evidente una divergenza di valori. Ma se questi valori sono messi in discussione in cucina, mangiando assieme a fratelli e genitori, allora il mediatore deve essere messo in condizione di trasformare la dialettica fra persone in ricerca di nuovi equilibri: in primis ricominciando una comunicazione che, spesso, verifichiamo essere interrotta da anni.
Di fondamentale importanza è, altresì, mediare tra le diverse concezioni del denaro presenti in azienda e in famiglia poiché per alcuni è uno scopo di vita, un bene da accumulare, per altri un indicatore di differenza, di stima, per altri ancora una merce di scambio. Maggiori sono i significati che le persone attribuiscono a questo termine, più facilmente
origineranno conflitti, poiché le prospettive sono alquanto differenti. E non sempre i figli, mediando i nuovi valori dal web o da altri contesti extra-famigliari, perpetuano i valori dai padri. Un frequente motivo di conflitto riguarda la gestione della paura del fallimento, il cui rischio inevitabilmente aumenta con la crisi economica, e porta con sé la preoccupazione di non farcela e il sentimento di vergogna per essere caduti. In questo ambito, la mediazione interviene ed aiuta ad affrontare gli inevitabili rischi cui si può andare incontro, sostenendo l’imprenditore famigliare e i giovani, nell’elaborare il proprio vissuto e nel compiere scelte consapevoli.
Risulta evidente che per poter mediare efficacemente all’interno di una realtà aziendale è fondamentale essere consapevoli che l’origine dei conflitti ha spesso una doppia valenza, economica e morale, da cui non si può prescindere. E che questa va esplorata nelle famiglie. Concludo dando valore a un pensiero che ci offre un pensatore, un mio Maestro intellettuale, che ha voluto indagare nei suoi studi quanto fin qui esposto come testimonianza di mia esperienza consulenziale diretta. Lo ritengo una porta aperta a una professione ricca di opportunità e di interventi possibili, ma che non può prescindere da un’etica che ai giorni nostri soffre, travolta da altre priorità:
“Autorevoli pensatori hanno compiuto la lodevole impresa di separare l’eccellenza tecnica dalla distinzione morale. Siamo consapevoli che una persona può essere molto competente senza essere minimamente morale. Che una persona può agire eticamente senza avere la necessaria competenza. E che molti di noi non spiccano né per eccellenza né per responsabilità sociale.”
(H. Gardner)(Il primo intervento “Imprenditori si nasce o si diventa” è stato pubblicato su DP n. 4 maggio 2023; il secondo “Il percorso necessario” su DP n. 5 giugno 2023)
L’aggiornamento
Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore
Tavola rotonda
Analisi normative
Tutorial di aggiornamento professionale
Case history selezionate dal comitato
Ricerche nazionali e internazionali
Analisi dei casi di studio
Profilo dei lettori
Progettisti d’impianti, società di engineering, contractor, manager, esco, enti, associazioni di categoria,
Piano editoriale
NumeroArgomento Focus
Impiantistica ospedaliera
Data Center
Qualità dell’ambiente IAQ IEQ
PREVENZIONE
Azioni coordinate contro le ICA
SANIFICAZIONE
Il ruolo della progettazione architettonica
ROBOTICA
Innovazioni tecnologiche per la terza età
PEST CONTROL
Gli infestanti negli ambienti sanitari
IN COPERTINA
Da oltre 50 anni ICOGUANTI produce e distribuisce dispositivi per la protezione delle mani. Il gruppo rappresenta il 5% del mercato mondiale dei guanti in gomma casalinghi e industriali. Essere parte di una compagnia così grande permette di garantire ai clienti alti e costanti standard qualitativi nel tempo e una produzione sostenibile grazie all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e acqua purificata e riciclata durante il processo produttivo.
S 10 Progettazione architettonica e sanificazione
Andrea Loro Piana
PREVENZIONE
S 14 Sicurezza in 10 punti a cura di Simone Ciapparelli
RISCHIO CLINICO
S 18 Azioni coordinate contro
le ICA
Maurizio Pedrini
S 22 Igiene sistematica e diffusa
Fabio Chiavieri
S 26 Un’innovazione tecnologica per la terza età
Maurizio Pedrini
S 30 Competenza professionale, un elemento essenziale
S 34 Ospitalità, benessere e massima igiene
Maurizio Pedrini
PROGETTAZIONE
S 40 Cromoterapia, i colori della salute
Simone Ciapparelli
AROMATERAPIA
S 44 I benefici degli aromi a cura di Francesca Leone
S 48 Linee Guida AIISA
Maurizio Pedrini
S 56 La sicurezza dei dati dei pazienti e personale sanitario a cura di Cristina Cardinali
PRIMO PIANO
S 58 Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale a cura di Loredana Vitulano
S 66 Federico Delpino.
Chi era costui?
Chiara Dassi e Graziano Dassi
S 68 È nato prima l’uovo o il Dermanyssus
Alex Pezzin
Lavaggio a freddo, minor cernita, minori costi di gestione e maggiore capacità di lavaggio: vi sembra un sogno?
Rapid-O è un sistema completo che consiste in un generatore di ozono e in prodotti chimici dedicati che vengono combinati in un processo di lavaggio.
Christeyns ha sviluppato specificamente i prodotti Rapid-O per potenziare i benefici dell’ozono nel processo di lavaggio. Questo aumenta la capacità di lavaggio, prolunga la vita dei tessuti e di ottenere un’eccellente morbidezza e grado di bianco.
Attrezzature e Specifiche:
Il generatore Rapid-O è un sistema compatto, montato a parete, che genera aria ozonizzata. Attraverso 2 uscite regolate, l’aria ozonizzata può essere trasportata a 2 estrattori di lavaggio indipendenti con una
capacità combinata di massimo 80 kg.
Il sistema dosa una quantità molto bassa di ozono (solo 0,2-0,4 ppm) che viene iniettata continuamente nell’estrattore di lavaggio in funzione. Non c’è un sistema a lotti o un serbatoio separato, come spesso accade sul mercato. Questo flusso basso e continuo di ozono assicura una sicurezza ottimale del sistema e una qualità garantita.
I prodotti Rapid-O fanno parte di un sistema multicomponente di prodotti chimici che devono essere utilizzati insieme al generatore di ozono per massimizzare i benefici dell’ozono nel processo di lavaggio. Il sistema combina un detergente e un prodotto alcalino con un candeggiante a base di acido peracetico. Se necessario, è possibile aggiungere un ammorbidente
nel processo di lavaggio per conferire un profumo supplementare ai tessuti.
• Detergente: Rapid-O
Wash
• Booster alcalino: Rapid-O
Boost
• Igienizzante: Peracid
Forte
• Sgrassatore: Rapid-O Degrease
Caratteristiche e Sinergia
La combinazione di ozono e prodotti Rapid-O può essere utilizzata con i programmi di lavaggio tradizionali. Uno dei vantaggi principali di questo sistema è il lavaggio a basse temperature (20°C-30°C), che consente di risparmiare sui costi energetici e di abbreviare la durata del ciclo di lavaggio, aumentando così la produttività della lavanderia.
1. L’ozono aggiunto migliora il grado di bianco e la capacità di rimozione delle macchie nei processi di lavaggio Rapid-O. La combinazione
di ozono e acido peracetico (Peracid Forte) apre le fibre, liberando e disgregando le particelle minerali e i depositi chimici incastrati e aumenta il potere sbiancante. In combinazione con Rapid-O Degrease, anche i tessuti molto sporchi vengono “liberati” dalle macchie più ostinate.
2. Il lavaggio a freddo significa un ciclo di lavaggio più delicato per i vostri capi e quindi una maggiore vita dei tessuti. Oltre a un grado di bianco eccellente, l’ozono garantisce anche la massima morbidezza.
3. Il sistema Rapid-O richiede solo una suddivisione tra tessuti bianchi e colorati.
In definitiva il processo Rapid-O by Christeyns assicura una diminuzione fino al 50% della durata del processo di lavaggio, una riduzione fino al 90% del consumo di Energia grazie al lavaggio completamente a freddo, un risparmio fino al 40% di acqua nel processo di lavaggio garantendo un risultato di lavaggio impeccabile.
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L’emergenza sanitaria degli ultimi anni ci ha consegnato una lezione importante: igiene e sanificazione sono le basi per la nostra tutela dalla diffusione di molte malattie. Certamente questa non è una novità, ma molti se ne sono resi conto solo quando hanno dovuto adottare misure straordinarie per proteggersi dal Covid19. A farne le spese, in particolare, le strutture sanitarie (ospedali e RSA), dove il rischio di diffusione dei virus e delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) è sempre molto alto. Intervenire tempestivamente e senza indugi, lo abbiamo compreso, significa porsi nelle condizioni di salvare quante più vite possibili e, nel contempo, ridurre il rischio di malattie trasmissibili in comunità.
Sappiamo, infatti, che in un ambiente pulito e sanificato la proliferazione dei
patogeni e la diffusione delle infezioni è più difficile; è quindi certamente necessario stabilire delle linee guida di sanificazione, come indispensabile è
collaborare a stretto contatto con chi deve progettare gli spazi di convivenza. Questa collaborazione non può prescindere dalla condivisione delle informazioni e delle esperienze fatte sul campo dai professionisti del nostro settore. Per questo motivo AFIDAMP collabora, ormai da diversi anni, con il Politecnico di Milano in occasione del Master di II Livello in Pianificazione, Programmazione e Progettazione dei Sistemi Ospedalieri e Socio-Sanitari, proprio per informare sull’importanza di una progettazione delle strutture, che consenta di poter pulire e sanificare in maniera più veloce ed efficace.
LA PROGETTAZIONE
DEGLI SPAZI
Spesso pulire e sanificare è reso complicato dalla disposizione delle aree, degli elementi interni e dalle scelte
spazi più salubri. Informare sull’importanza di una progettazione delle strutture, che consenta di poter pulire e sanificare in maniera più veloce ed efficace è una priorità perAndrea Loro Piana, Consigliere AFIDAMP
architettoniche. Operare scelte corrette, sin dalla fase di progettazione preliminare, permetterebbe di concepire spazi belli secondo i canoni architettonici e funzionali secondo le esigenze della sanificazione ambientale. Scelte dettate dalla condivisione delle esperienze dei professionisti del Cleaning consentirebbe a tutti di lavorare meglio e in condizioni di maggiore sicurezza ed efficacia.
Come? Per esempio privilegiando l’utilizzo di alcuni materiali, scegliendo quelli più facili da pulire e da manutenere; predisponendo spazi adeguati e baricentrici per il ricovero delle attrezzature o per il passaggio di macchine per pulire, carrelli e materiali vari, tutto ciò per rendere più semplice l’intervento dell’operatore di pulizia ma, soprattutto, più efficace il controllo del rischio infettivo.
Un tema che riguarda le molte vecchie strutture ospedaliere presenti nel nostro Paese, ma anche strutture moderne che sono state progettate dal punto di vista architettonico
senza tenere conto della funzionalità necessaria per permettere agli operatori delle pulizie di procedere in maniera rapida, veloce ma soprattutto efficace. La progettazione dovrebbe tenere conto di tutte quelle che sono le aree di criticità, dove lo sporco si annida più facilmente ed è più difficile da eliminare. Pensiamo ai battiscopa, ai controsoffitti, al posizionamento di arredi o pannelli che possono complicare l’utilizzo di macchine o di strumenti automatizzati o manuali che siano. In sintesi, quando si progetta o si ristruttura un edificio sanitario l’ideale sarebbe farlo sentendo anche il consiglio e il parere di chi si occuperà delle operazioni di pulizia e sanificazione.
GLI ELEMENTI IMPRESCINDIBILI Vediamo nel dettaglio quali sono gli elementi da tenere sempre in considerazione in fase di progettazione, non dimenticando che moltissime delle operazioni devono ancora essere fatte manualmente e che, di conseguenza, il personale addetto deve essere
numeroso. Andrà comunque preso in considerazione anche il tema dell’automazione, quindi l’utilizzo di macchinari sempre più diffusi per svolgere alcune operazioni specifiche.
Il progettista dovrà quindi tenere conto di avere, per il solo tema della pulizia corretta e della sua semplificazione:
• Spazi adeguati per il magazzinaggio, lo stoccaggio e il lavaggio delle macchine, delle attrezzature e degli elementi tessili.
• Impiantistica al servizio delle imprese adeguatamente dimensionata e progettata (linee elettriche e idriche).
• Percorsi interni e montacarichi progettati per far muovere masse di persone (e di attrezzature) importanti.
• Spazi ai piani e nei singoli reparti.
• Aree esterne che consentano un efficace intervento su facciate e vetrate in sicurezza.
Troppo spesso gli spazi riservati a chi deve pulire e sanificare sono sacrificati, poco organizzati o attrezzati con
materiali non professionali. Tutto questo comporta un disservizio in termini di inadeguata gestione dei materiali, tempi e inutili costi per la struttura. Tutti problemi che potrebbero essere decisamente risolti se la progettazione fosse adeguata e con un approccio multidisciplinare che coinvolga anche il “nostro mondo”.
Lo spazio ideale sarebbe uno spazio funzionale, asettico, con pochi fronzoli e pochi elementi non necessari (piante o arredi), che spesso producono sporco e rischio di contaminazione. Più la struttura è complessa, più bisogna immaginare procedure di sanificazione complicate, che fanno perdere tempo e disperdono risorse economiche.
In termini di spazi adeguati bisognerà prendere in considerazione di avere delle aree predisposte per lo stoccaggio dei carrelli di pulizia, elementi principali utilizzati negli ospedali. Uno spazio che ovviamente dovrà essere proporzionato alla dimensione stessa della struttura ospedaliera e che possa garantire una movimentazione facile e veloce degli stessi. Allo stesso tempo andrà previsto un’area per lo stoccaggio dei materiali, dai detergenti ai panni in fibra, alle frange per la pulizia dei pavimenti. Tutti questi elementi ogni giorno vanno lavati e ricondizionati, rendendo quindi obbligatoria la presenza di una lavanderia, che contenga macchinari di lavaggio e asciugatura professionali, idonei alle necessità della struttura. A sua volta la lavanderia dovrà prevedere lo spazio per contenere elementi sporchi, in ingresso, ed elementi puliti, in uscita. Sarebbe quindi perfetto, e anche più sicuro dal punto di vista sanitario, avere una lavanderia divisa in due aree per lo sporco e il pulito.
La lavanderia dovrà inoltre prevedere una apposita zona adibita alla diluizione dei prodotti chimici che vanno obbligatoriamente preparati sul posto e non nei singoli reparti. Servirà quindi uno spazio dedicato ai contenitori
dei detergenti e alla loro diluizione, che permetterà di lavorare meglio e di ridurre i tempi di preparazione dei prodotti. In questo stesso spazio bisognerà poi prevedere un’area dedicata alla fase di impregnazione dei tessili, che potranno così già essere pronti all’uso.
Nella fase di progettazione non va inoltre trascurato il posizionamento dell’impianto elettrico e quello dell’impianto idrico. Non dimentichiamo che le macchine, in particolare quelle per lavare e asciugare, sono energivore. La lavanderia dovrà quin -
Un altro elemento determinante per agevolare chi deve sanificare gli spazi ogni giorno (e anche più volte in una stessa giornata) è la progettazione dei percorsi e dei “flussi di traffico interni”. Troppo sovente vediamo gli addetti alle pulizie utilizzare gli stessi ascensori del personale medico, dei degenti o dei visitatori. Vediamo gli operatori transitare in percorsi non adeguati al trasporto delle attrezzature di pulizia, in aree di contaminazione con chi proviene dall’esterno e, non ultimo, in aree fortemente affollate che creano disservizio, rischio sanitario e perdite di tempo. Una situazione questa che viene rilevata in moltissime strutture ospedaliere, anche quelle di costruzione più recente, che non prevedono per esempio dei montacarichi dedicati al personale addetto ai servizi e degli spazi adeguati ai servizi di sanificazione.
di essere dotata di un impianto elettrico adeguato ai consumi previsti. Lo stesso vale per gli impianti di carico e scarico dell’acqua che in moltissime situazioni non sono nemmeno previsti e invece risultano essere indispensabili. Lo spazio di servizio per chi si occupa delle pulizie dovrà inoltre prevedere una zona ufficio, nella quale effettuare tutte quelle operazioni legate all’impiego di diverse persone, spesso con turni di lavoro. In ultima analisi potremmo dire che il Progettista deve tener conto che in un ospedale opera una seconda, vera e propria, azienda con tutte le sue criticità! Egli si troverà quindi a dover gestire diverse problematiche per le quali una formazione adeguata e il coinvolgimento dell’impresa di pulizie nella fase di progettazione possono risultare fondamentali e risolutive.
Per ottimizzare i percorsi degli operatori bisognerà inoltre tenere conto del fatto che la lavanderia e il magazzino, in particolare nelle grandi strutture, andrebbero idealmente collocati in una posizione baricentrica, possibilmente con un facile accesso esterno per il carico e lo scarico dei materiali. Spesso questo è impossibile ed è quindi importante prevedere, fin dalla fase progettuale, che non tutto il materiale di pulizia utilizzato ritornerà ogni volta in magazzino. A questo scopo andrebbe previsto un piccolo spazio per le attrezzature in tutti i reparti ospedalieri, spazio che risulterà comunque indispensabile in aree ad altissimo rischio, per esempio nel blocco operatorio o in terapia intensiva.
Il lavoro di chi progetta per il settore sanitario è quindi importantissimo non solo dal punto di vista architettonico, ma anche da quello della tutela della salute. Garantendo e preparando spazi più facili da pulire, con pochi elementi decorativi, si garantisce una maggiore sicurezza nei confronti dell’igiene e della diffusione di infezioni.
a cura di Simone Ciapparelli
Le infezioni correlate all’assistenza (ICA), sono uno degli eventi avversi più frequentemente diffusi con un rilevante impatto assistenziale e sui costi sanitari e sociali. La diffusione di ceppi batterici antibiotico-resistenti (AMR) è uno dei principali fattori che contribuiscono ad aggravarne l’impatto. Secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), infatti, ogni 100 pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere, ben 7 nei Paesi ad alto reddito e 15 in quelli a basso e medio reddito contraggono un’infezione. Uno su dieci va incontro al decesso. Secondo l’OMS, il 70% di questi potrebbe essere evitato attraverso una maggiore prevenzione, formazione del personale per l’implementazione dei protocolli di sicurezza e una migliore igiene negli ambienti ospedalieri. L’utilizzo inappropriato degli antibiotici è la ragione principale alla quale imputare la diffusione di tali ceppi.
Pubblicata online il 5 maggio, in occasione della Giornata mondiale del lavaggio delle mani, la nuova “Carta della qualità e della sicurezza delle cure”, redatta da Cittadinanzattiva e FIASO grazie al contributo di esperti rappresentanti delle istituzioni, dei professionisti sanitari, delle società scientifiche, delle associazioni di pazienti, si articola in dieci punti che esprimono principi utili a migliorare le attività di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), con particolare attenzione a quelle causate da ceppi resistenti agli antibiotici e puntare al contenimento, quindi, delle resistenze batteriche. Oltre che alle Aziende ed Enti associati FIASO, la Carta è aperta alle altre Istituzioni sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private che intendano aderire. I dieci punti chiave che costituiscono la Carta sono: maggiore trasparenza; umanizzazione ed informazione; responsabilità chiare; risorse; sorveglianza e controllo delle infezioni e dell’an-
timicrobico resistenza; procedure di igiene, sterilizzazione e sanificazione; motivazione, consapevolezza, comportamenti responsabili; organizzazione a prova di sicurezza e qualità; partecipazione; informazioni e confronto. Il documento prevede anche delle azioni concrete che dovrebbero essere messe in atto dalle Aziende. Esaminiamo più nel dettaglio alcuni dei punti affrontati nella carta:
Ogni individuo ha diritto di accedere alle informazioni che riguardano la struttura, in modo da scegliere con più consapevolezza e nella maggiore qualità e sicurezza il luogo ove affidarsi per le cure. Perché ciò sia possibile, le Aziende devono rendere palesi e accessibili sui propri siti istituzionali informazioni inerenti l’organizzazione, il personale sanitario, i servizi e le prestazioni disponibili, le relative modalità
La “Carta della qualità e della sicurezza delle cure” è il nuovo documento redatto da Cittadinanzattiva e FIASO con l’obiettivo di fornire uno strumento utile a puntare a standard sanitari sempre più alti, attraverso una più efficace prevenzione del rischio infettivo
di accesso (servizi di prenotazione, uso di app), con un particolare riferimento alla gestione trasparente e alla totale visibilità delle Agende di prenotazione. Inoltre, devono essere accessibili le misure adottate per la prevenzione e la gestione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), con particolare attenzione a quelle causate da resistenze batteriche e le attività di gestione del rischio clinico e infettivo, indicando in una pagina web dedicata, pratiche cliniche, Linee guida e procedure poste in essere.
Ogni individuo ha diritto di accedere a strutture dotate di requisiti minimi e di standard di accreditamento, nel rispetto delle normative nazionali, in modo che sia assicurata qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie, attraverso anche attività di prevenzione e gestione del rischio clinico a tutela della salute. Nell’ambito della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e
del contrasto all’antibiotico-resistenza, la struttura definisce obiettivi concreti e individua le figure di riferimento che attuino azioni di sorveglianza e di controllo. Le Aziende si devono adoperare per: assicurare l’implementazione di quanto previsto dalle normative nazionali con particolare riferimento alla promozione della sicurezza e alla gestione dei rischi, che comprenda anche la prevenzione e il controllo delle infezioni e dell’antibiotico-resistenza; fissare gli standard di sicurezza e di qualità che periodicamente si prefiggono di raggiungere; porsi come obiettivi la riduzione degli eventi infettivi (ICA) e il contenimento/stabilizzazione dei batteri resistenti e inserire tali obiettivi come indicatori di valutazione della performance dei direttori generali; individuare in maniera chiara le figure di riferimento (ad esempio, componenti del Comitato Infezioni Ospedaliere, risk manager, infermiere specializzato in rischio infettivo) definendo responsabilità, compiti e funzioni, valorizzando le diverse professionalità e promuo-
vendo il lavoro in team multidisciplinari e multi-professionali allo scopo di garantire l’operatività e l’efficienza dei sistemi di sorveglianza e delle unità di gestione del rischio clinico; nell’ambito delle procedure di acquisto di fornitura o di approvvigionamento di farmaci/ dispositivi sanitari e di appalto di servizi (ad esempio, igiene e sanificazione), valorizzare parametri anche innovativi di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente.
E CONTROLLO INFEZIONI E AMR Ogni individuo deve poter accedere a servizi appropriati e di qualità e di sicurezza per prevenire e gestire il rischio infettivo. Il controllo delle ICA, in particolare se derivanti da batteri resistenti, richiede un’efficace azione di sorveglianza a livello nazionale, regionale (auspicabilmente anche attraverso l’individuazione di un referente regionale per la sorveglianza) e locale (aziendale), secondo il sistema di sorveglianza AR-ISS. In linea con il Piano Nazionale
di contrasto all’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR 2022 - 2025) e le normative nazionali le Aziende si devono adoperare per: promuovere programmi efficaci di contenimento del rischio infettivo e, in accordo con quanto previsto dal PNCAR, dotare le regioni di sistemi di sorveglianza ad hoc, nei diversi setting assistenziali; promuovere l’appropriatezza nell’uso di antibiotici e rafforzare le sinergie e collaborazio-
zione del rischio infettivo e rappresentano uno strumento fondamentale di controllo microbiologico per mantenere bassi e stabili nel tempo i livelli di microrganismi potenzialmente patogeni sulle superfici e negli ambienti sanitari e non sanitari e ridurre i fenomeni di antibiotico-resistenza. L’adeguata sterilizzazione degli strumenti, l’appropriata esecuzione degli esami diagnostici, l’uso corretto di dispositivi
procedure operative aggiornate di sanificazione ambientale per la prevenzione ed il controllo dell’infezione da COVID-19; prevedere azioni di monitoraggio degli interventi di sanificazione in conformità agli indicatori di risultato microbiologico per le aree a Medio Rischio; implementare, ove necessario, le procedure di sterilizzazione, decontaminazione e alta sanificazione per la corretta esecuzione dei trattamenti dei dispositivi e degli strumenti diagnostici in tutto l’iter di detersione e su tutte le strumentazioni.
ne con i laboratori di microbiologia clinica accreditati per redigere protocolli di stewardship diagnostica; raccogliere informazioni (mediante report periodici e referti) sui microrganismi isolati nelle principali infezioni e sulle loro caratteristiche di antibiotico-resistenza, identificando determinanti di resistenza e dei ceppi MDR; implementare la registrazione degli eventi infettivi in tutti i reparti e setting assistenziali, non solo in quelli ad alto rischio; promuovere la vaccinazione come strumento di sanità pubblica.
L’igiene, le operazioni di sanificazione degli ambienti sanitari ed extra-sanitari rientrano nella strategia di preven-
sono fattori che concorrono a ridurre la trasmissione di infezioni. Le Aziende devono adoperarsi per: adottare le Linee di indirizzo sulla valutazione del processo di sanificazione ambientale nelle strutture ospedaliere e territoriali per il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), riconosciute ai fini della Legge n.24 del 2017 come “Buone pratiche clinico-assistenziali” dal SNLG dell’Istituto Superiore di Sanità. L’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza del paziente stabilizzando la qualità igienica nell’arco delle 24 ore, riducendo al minimo i fenomeni di ricolonizzazione dell’ambiente introducendo parametri oggettivi e misurabili per controllare l’esito di un processo di pulizia e sanificazione. Inoltre, le Aziende devono adottare manuali e
Ogni individuo ha diritto ad accedere a una struttura ove siano assicurate un’organizzazione efficiente dei servizi, politiche di ampliamento e di stabilizzazione del personale, riduzione del turnover. Anche l’ammodernamento tecnologico e strumentale, la manutenzione adeguata delle apparecchiature sono aspetti molto importanti che possono contribuire a garantire standard generali di qualità e di sicurezza delle cure e della struttura. Le Aziende provvederanno alle verifiche periodiche delle strutture e degli edifici, di tutti gli impianti e servizi e alla manutenzione periodica delle apparecchiature e delle strumentazioni; assicureranno percorsi diversificati sporco-pulito, ai fini della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e la raccolta corretta e lo smaltimento dei rifiuti e dei prodotti sanitari; utilizzeranno tutti gli accorgimenti e servizi per rendere accessibile la struttura, favorire la mobilità e gli spostamenti delle persone con fragilità, difficoltà motorie, sensoriali e cognitive e per prevenire rischi da cadute.
La versione integrale della Carta può essere consultata e scaricata a: https://www.fiaso.it/wp-content/ uploads/2023/04/Carta-della-qualita-e-della-sicurezza-delle-cure_Fiaso_ Cittadinanzattiva_2023.pdf
Il rischio clinico rappresenta una sorta di sigillo di garanzia relativamente al diritto alla salute del paziente, che è costituzionalmente protetto. Esso viene esplicitato nella cura sicura del paziente, a tutela della qualità dell’assistenza sanitaria. Occorre un salto di qualità e il coinvolgimento di tutte le figure ospedaliere e delle imprese di pulizia per sconfiggere le infezioni correlate all’assistenza
Maurizio Pedrini
Il tema del rischio clinico è sempre più al centro dell’attenzione perché interessa vari settori della sanità e ha un forte impatto sociale ed economico. È fondamentale conoscere approfonditamente questo delicato aspetto dell’assistenza sanitaria, che investe direttamente la qualità, la sicurezza e la prevenzione delle cure prestate negli ospedali e nelle strutture socio-assistenziali in genere. Alberto Firenze, presidente nazionale dell’Associazione Hospital & Clinical
Presidente dell’Associazione “Hospital & Clinical Risk Managers”, il prof. Alberto Firenze è professionista dalla lunga esperienza nel management sanitario e attuale responsabile dell’Unità di staff “Risk management e qualità aziendale” del Policlinico di Palermo. -Dal 24.05.2016
Collaborazione professionale all’Assessore Regionale della salute della Regione Siciliana per il supporto all’attività amministrativa e di governo in termini di qualità e tutela della salute.
Risk Managers, è convinto che si possa affrontare in modo nuovo il preoccupante fenomeno delle ICA: analizzare le cause del problema e avviare progetti mirati per lo studio, la riduzione e la sua gestione.
Può presentarci, innanzitutto l’Associazione di cui è alla guida e parlarci degli obiettivi per cui è nata?
“L’Associazione ‘Hospital & Clinical Risk Managers’ è una libera associazione fra professionisti, sorta otto anni fa, che persegue scopi esclusivamente scientifici e culturali, senza fini di lucro ed agisce nel pieno rispetto delle norme nazionali e internazionali. Essa si propone di supportare, implementare e coordinare l’azione degli operatori sanitari impegnati, per ruolo e/o funzione aziendale, nella realizzazione di politiche di qualità e sicurezza delle cure e delle strutture in cui le cure sono erogate. Gli scopi dell’Associazione sono realizzati attraverso iniziative scientifiche, culturali e professionali, i cui contenuti si intendono ispirati alle evidenze scientifiche e traggono origine dalle migliori pratiche cliniche ed assistenziali. Attraverso tali iniziative l’Associazione persegue l’aggiornamento scientifico del settore e promuove la diffusione delle attività di gestione del risk management. La stura alla sua nascita è stata data dalla Legge n. 24/2017 che schematizza il ruolo della figura professionale del ‘risk manager’ nelle strutture sanitarie, quindi anche nelle ‘cliniche’ e/o ospedali veterinari. L’attività del professionista può essere sintetizzata nell’identificazione del rischio, valutazione dello stesso e messa in atto delle strategie più indicate per la sua eliminazione.”
Cosa si intende per rischio clinico, così come definito da una legge sicuramente valida, ma per tanti aspetti ancora inapplicata?
“Il rischio clinico rappresenta una sorta di sigillo di garanzia relativamente al diritto alla salute, che è costituzio-
nalmente protetto. Esso viene sostanzialmente esplicitato nella cura sicura del paziente, in funzione della qualità dell’assistenza sanitaria. La Legge del 2017 – anche se come lei ha giustamente evidenziato - presenta alcuni punti ancora da realizzare, si occupa efficacemente dei potenziali rischi correlati all’esercizio dell’assistenza sanitaria, proprio allo scopo di evitare il verificarsi di errori, definiti eventi sentinella. Questi ultimi sono eventi avversi, di particolare gravità, potenzialmente evitabili, che possono comportare la morte o un grave danno alla salute del paziente. Si considera grave danno qualsiasi conseguenza non intenzionale e indesiderabile derivante dall’evento avverso. Per la loro gravità, è sufficiente che si verifichino una sola volta affinché, da parte dell’organizzazione, si renda necessario sia un immediato accertamento dei fattori che hanno causato l’evento o che hanno contribuito a causarlo, sia la verifica degli stessi, con il preciso intento di ridurli o eliminarli completamente. L’obiettivo di fondo è l’individuazione e implementazione di adeguate misure correttive.”
Il rischio clinico è presente a molte situazioni, pensiamo soprattutto alle ICA, Infezioni Correlate all’Assistenza: come agire, in concreto?
“Non c’è dubbio che l’attuale elevata complessità assistenziale e l’alto numero di prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale sono fattori assai delicati, che favoriscono - purtroppo - il verificarsi di errori. Credo che si debba agire favorendo in tutti i modi un percorso proattivo, con l’esercizio – laddove possibile – di azioni mirate. È indispensabile, soprattutto, agire con la leva formativa, facendo in modo che l’applicazione di analisi mirate possa permetterci di ragionare in termini di prevenzione, non semplicemente reattivi. Insomma, è necessaria una svolta decisa, un radicale cambio di aspettativa, da una Safety I a una Safety II, per far sì che certi errori
siano meno presenti e si riducano il più possibile.”
Purtroppo, però, l’Italia – insieme alla Grecia -ha la maglia nera quanto a numero di ICA, con una “pandemia silente” che miete annualmente migliaia di vittime. In Europa le ICA sono responsabili, ogni anno, di circa 16 milioni di giornate di degenza aggiuntive, 37.000 decessi e 110.000 decessi per i quali l’infezione è una concausa. Cosa si può fare, in concreto, per prevenirle?
“La prevenzione nasce dall’individuazione di tali lacune, seguita da un intervento mirato ma soprattutto da attività informative finalizzate all’introduzione di buone pratiche. Si tratta di semplici azioni che potrebbero prevenire più del 70% delle infezioni. Il primo esempio è proprio l’igiene delle mani, mi-
sura fondamentale per la prevenzione delle Infezioni Associate all’Assistenza (ICA). Ed è sulla pulizia delle mani che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove ogni anno la ‘Giornata Mondiale dell’Igiene’. Sono diverse le strategie di prevenzione delle ICA che prevedono l’adozione, nelle procedure sanitarie, di comportamenti professionali in grado di ridurre significativamente il rischio del paziente: il rispetto dell’asepsi (sterilizzazione degli strumenti chirurgici) nelle procedure invasive, la disinfezione e la sterilizzazione dei presidi sanitari e la normotermia (riscaldamento del paziente durante l’operazione chirurgica). Non dimentichiamo che le complicazioni dovute alle ICA, oltre ad avere un grave impatto sociale (sofferenza, difficoltà psicologiche, assenza dal lavoro) e ad essere causa di morte in ambito
ospedaliero (con circa 7.800 vittime l’anno), hanno un forte peso economico. Secondo analisi effettuate dalla nostra Associazione, le ICA ogni anno prevedono costi, per i pazienti come per le strutture, che si aggirano intorno ai 7 miliardi di euro su scala europea. A incidere economicamente è il prolungamento della degenza, il consumo di farmaci e l’uso di procedure eccessivamente care.”
Questo processo per prevenire le Infezioni ospedaliere dovrebbe coinvolgere tutte le figure presenti in ospedale e nei luoghi di cura?
“Sono fermamente convinto che la corretta gestione del rischio clinico comporti un salto di qualità, con una visione integrata della sicurezza in grado di ruotare a trecentosessanta gradi, coinvolgendo e rendendo protagoni-
ste di questo processo tutte le figure preposte. Ovviamente la chiave di volta per vincere questa difficile partita è la formazione.”
Quale interdipendenza esiste, a suo parere, tra la ricerca della massima igiene e sanificazione dei reparti ospedalieri con il rispetto di standard di qualità igienica e rigorose procedure nelle operazioni di pulizia dei reparti?
“La ringrazio della domanda perché, in effetti, esiste una stretta correlazione tra gli indirizzi governativi e comunitari in materia, il modo in cui gli stessi vengono recepiti dalle direzioni sanitarie e la messa in pratica delle indicazioni da parte del personale preposto alla pulizia e sanificazione. Questa semplice osservazione è ancor più importante considerando che nella gestione del rischio sono proprio queste azioni – se svolte in modo puntuale e rigoroso – a rappresentare delle straordinarie barriere nella concatenazione di eventi avversi. Quindi è necessario insistere al massimo sul rispetto degli standard, sulle procedure ma anche sui percorsi formativi perché la vera prevenzione è strettamente legata a questi fattori strategici.”
La pandemia ha posto sotto i riflettori il prezioso lavoro svolto dal personale medico, infermieristico e paramedico impegnato a contenere il diffondersi del virus SARS CoV-2. Sotto i riflettori sono finiti, in quel periodo, pure gli umili addetti alle pulizie. Pensa che vi sia il rischio di un ritorno alla normalità, ovvero ad una inadeguata attenzione ai temi dell’igiene in chiave di prevenzione e sicurezza negli ospedali e nei luoghi di cura?
“Spero di no, anzi voglio credere che ciò non avverrà. Quanto al personale delle imprese di pulizia, si tratta del primo anello di una lunga catena di eventi che possono scatenarsi se gli interventi di sanificazione e igienizzazione non sono adeguati. Durante il periodo della pandemia abbiamo visto che, dopo un iniziale periodo di smarrimen-
to, in Italia e in Europa la gestione dei contagi è passata attraverso un insieme di azioni mirate e assai efficaci, in primis il lavaggio accurato delle mani. Sono stati recuperati principi e valori legati al buon senso, trasmessi da anni per intere generazioni, che forse erano stati dimenticati, o comunque trascurati, ma si sono rivelati davvero preziosi. L’Associazione che rappresento, in questo difficile e complesso periodo, ha lavorato da subito apportando un contributo importante per offrire linee guida praticabili. In particolare, abbiamo collaborato con Anip-Confindustria pubblicando un manuale delle buone pratiche igieniche di sanificazione degli ambienti, finalizzato ad orientare non solo le imprese di pulizia, ma anche i cittadini. Smobilitare quanto di buono è stato realizzato, significherebbe compiere un irrecuperabile passo indietro.”
Quanto è importante la formazione universitaria, non solo in ambito medico, sul tema del rischio clinico? “L’aspetto della formazione è nevralgico, ma non solo per il personale medico e gli operatori sanitari, anche per gli addetti alle pulizie. Per compiere questo sforzo è indispensabile poter contare sulle Associazioni di riferimento, sia in ambito medico che nella filiera della sanitation. La nostra Associazione è impegnata con determinazione su questo terreno: siamo presenti in molte Università italiane; abbiamo in atto in particolar modo, una collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, avviata sette anni orsono: un
Master di II livello di Risk Management ed Organizzazione Sanitaria (Mirmos), al quale si è affiancato anche un Corso di perfezionamento sul management del rischio infettivo correlato alla sicurezza sanitaria e alla gestione dei farmaci. Vorremmo coinvolgere le Associazioni di categoria della pulizia e igiene professionale per una corretta stesura e gestione di alcuni aspetti dei capitolati delle gare d’appalto da parte della committenza. Stiamo infine lavorando per avviare un fattivo confronto su questi temi con il Governo Meloni.”
Lei ha partecipato in veste di relatore al primo Congresso Digitale CleaningPiù, organizzato dalla rivista Dimensione Pulito e dal Gruppo LSWR: che impressione ha riportato di questa esperienza?
“Il Congresso è stato davvero interessante, con argomenti ben calibrati e tanti autorevoli relatori. Io sono intervenuto alla sessione dedicata al tema della transizione digitale, trattando alcuni aspetti di telemedicina riguardanti il miglioramento del rapporto tra Servizio Sanitario Nazionale e cittadino. Quest’ultimo, in prospettiva, è chiamato a svolgere un ruolo sempre più attivo e partecipe, in vista dell’obiettivo finale della cura sanitaria. Direi che il vostro Congresso virtuale ha costituito un’iniziativa utile e necessaria di informazione e aggiornamento per l’intero settore. Mi auguro che possa essere riproposto anche in futuro, consolidando la positiva collaborazione avviata con l’Associazione da me presieduta.”
Secondo alcuni studi, si calcola che ogni anno in Europa si verifichino circa 2,5 milioni di casi di infezioni correlate all'assistenza (ICA). In Italia negli ospedali per acuti, la prevalenza di pazienti con almeno una ICA si attesta all'8,03% e il 44,5% dei pazienti è in trattamento con almeno un antibiotico. Nelle strutture sociosanitarie residenziali invece dal report HALT-3 del 2017 (a cui hanno partecipato 14 regioni italiane con 418 strutture) emerge che il 3,9% dei residenti presenta almeno una ICA il giorno dell’indagine e il 4,2% è in trattamento con almeno un antibiotico. Quando si parla di RSA, quindi di strutture di degenza di persone non autosufficienti ed estremamente fragili, la problematica assume un valore ancora più serio, come testimoniato purtroppo dalla tragica esperienza vissuta con il Covid-19.
Tutto ciò ha posto l’accento sugli interventi di pulizia e sanificazione a
cui si legano maggiori investimenti per la tutela delle persone ricoverate in ospedale o nelle residenze sanitarie. Alla dottoressa Stefania Giordano, medico responsabile e direttrice
sanitaria della RSA Salus di Roma , abbiamo rivolto alcune domande per capire se alla necessità di un salto di qualità dell’igiene sono anche seguiti fatti concreti.
“Assolutamente sì - risponde decisa la dottoressa Giordano. L’RSA da me diretta aveva già precedentemente alla pandemia Covid, protocolli di sanificazione operativi, e aveva già implementato sia a livello strutturale che procedurale il protocollo per l’igiene delle mani, posizionando dispenser di gel idroalcolico in ogni stanza di degenza e in vari altri punti congiuntamente alla relativa segnaletica. A seguito della pandemia sono stati predisposti protocolli specifici di sanificazione in caso di presenza di casi Covid positivi, oltre ovviamente ai percorsi sporco/pulito. Inoltre, è stata aggiornata la procedura standard di sanificazione, riconoscendo le diverse aree di rischio all’interno della struttura.”
L’esperienza che abbiamo vissuto con il virus SSARS-CoV-2 ha evidenziato la necessità di un salto di qualità negli interventi di pulizia e sanificazione e di maggiori investimenti nelle strutture ospedaliere e, in particolare, nelle RSA. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Stefania Giordano, medico responsabile e direttrice sanitaria RSA Salus di RomaFabio Chiavieri Stefania Giordano, medico responsabile e direttrice sanitaria RSA Salus di Roma
Secondo gli esperti, promuovere l’igiene sistematica e diffusa è il modo migliore per frenare malattie e decessi causati dalle cosiddette ICA. Qual è la sua opinione?
“Le ICA sono una vera e propria emergenza sanitaria responsabili di un numero elevato di decessi soprattutto tra i più fragili e non solo nel setting ospedaliero. Sono infezioni spesso sostenute da patogeni multiresistenti che possono lasciare poco spazio a trattamenti farmacologici, pertanto è di fondamentale importanza attuare tutte le strategie possibili per prevenire le ICA. Rispettare i protocolli di igiene ambientale e l’igiene delle mani rappresentano due capisaldi di base per la lotta alle
ICA, requisiti quindi necessari ma non sufficienti. È importante predisporre anche protocolli clinici per le procedure a rischio (es: posizionamento catetere vescicale etc), così come linee guida di appropriatezza prescrittiva per uso di antibiotico terapia per contrasto all’antimicrobico resistenza, protocolli di sorveglianza per i pazienti provenienti da setting a elevato rischio (per esempio le rianimazioni), adeguate procedure di isolamento.”
All’interno della vostra RSA come vengono organizzati e gestiti gli interventi mirati di pulizia, sanificazione e disinfezione degli ambienti? Esistono dei protocolli da seguire?
“Certamente! Esiste una procedura di sanificazione ambientale che riconosce le diverse aree di rischio all’interno della struttura e programma interventi di sanificazione diversa in base al riconoscimento del rischio. In caso di riconoscimento di necessità di interventi extra vengono date specifiche disposizioni.”
Quanto incidono i costi legati alla pulizia e alla sanificazione su quelli generali di una RSA?
“I costi non sono eccessivi e ad ogni modo si tratta di una spesa irrinunciabile che fa parte del budget di base. Anche perché una buona sanificazione previene possibili complicanze che possono portare a ulteriori spese.”
Come è cambiato, se è cambiato, il lavoro di direttore sanitario dopo il Covid-19?
“Sicuramente è diventato più complesso, ma non poteva che essere così: dobbiamo fare i conti con una nuova patologia infettiva molto diffusiva. Ma credo anche che il virus Sars-Cov2 sia stato un'occasione di crescita e di riconoscimento dell’importanza del ruolo del direttore sanitario in RSA, che in precedenza non godeva della giusta importanza. La pandemia ha sicuramente acceso il riflettore sulla ‘questione RSA’ in generale, spesso in maniera ingiustamente negativa, fino alla demonizzazione del setting; ma questo ha permesso che ci fosse una presa di responsabilità maggiore da parte dei gestori e dei direttori sanitari. A distanza di quasi tre anni penso che ne usciamo sicuramente migliorati, più consapevoli e motivati.”
In alcune Regioni si ipotizza l’inserimento obbligatorio di un responsabile dell’igiene delle RSA qualora questo compito non venisse svolto dal direttore sanitario. Qual è il suo punto di vista? Chi se ne occupa all’interno della sua RSA?
“Il team di direzione sanitaria oltre alla mia presenza prevede la stretta collaborazione di una infermiera dirigente con funzioni di risk manager. La gestione dell’igiene a 360 gradi (procedure, formazione, monitoraggio, acquisti) è gestita dal team che delega poi per competenza ai diversi uffici. Nella nostra realtà la gestione così organizzata sembra essere adeguata, ciononostante in realtà più grandi e complesse
potrebbe essere una figura di valido supporto.”
Crede che lo spazio orario occupato dall’insegnamento di “igiene e malattie infettive” nella formazione universitaria di base di medici, infermieri e tecnici sanitari sia sufficiente?
“Dalla nostra esperienza diretta, notiamo che il personale neoassunto, soprattutto se alla prima esperienza lavorativa sembra avere una scarsissima preparazione in merito. Da questo
Qual è la sua visione sull’utilizzo della telemedicina e, più in generale, della digitalizzazione in Sanità? Come viene impiegata all’interno della RSA che dirige?
“Sicuramente la telemedicina rappresenta uno strumento che si sta sviluppando sempre più e che consente una facilitazione importante in diversi ambiti. Nella nostra struttura viene già impiegata soprattutto come teleconsulto con diversi specialisti. Viene usata anche per collaborare con i medici di medicina generale per sbrigare in maniera
possiamo dedurre che almeno nella nostra realtà questo concetto non viene adeguatamente approfondito durante la formazione, e i neolaureati non hanno l’adeguata sensibilità. Proprio per questo motivo nel piano di formazione aziendale promuoviamo ogni anno il training o retraining su igiene delle mani, sanificazione ambientale e isolamento infettivo.”
più rapida pratiche routinarie burocratiche. La digitalizzazione è un presupposto irrinunciabile: noi abbiamo un software gestionale per la cartella clinica informatizzata che ci consente di collezionare in maniera molto dettagliata dati clinici e poterli poi monitorare e intervenire eventualmente con interventi correttivi, garantendo sempre il miglioramento della qualità.”
Polti Sani System è un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) brevettato e conforme alla norma AFNOR NF T72-110 –ambito medicale e ha dimostrato effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida e levuricida.
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Un’innovativa carrozzina automatica, ovvero la soluzione ideale per tutti gli utenti che necessitano di un sistema di seduta autonomo, sicuro, ergonomico, indipendente e in grado di garantire una postura ottimale in ogni occasione, al servizio delle persone anziane con difficoltà di mobilità. Questa soluzione è stata realizzata da Dussmann Service in partnership con la Startup Alba robot. La nota azienda, leader nel settore delle pulizie e del Facility Management, confermando la sua vocazione a favore della sostenibilità e dei principi di responsabilità sociale d'Impresa che la portano a promuovere il rispetto delle persone e di ogni questione di natura etica, sta positivamente testando nelle Case di riposo del Consorzio Kursana - Gruppo Dussmann - il nuovo mezzo, che sarà
molto utile anche nell’ambito della logistica ospedaliera. Abbiamo chiesto ad Andrea Bertaia , Ceo e cofondatore di Alba Robot Srl, di illustrarci le caratteristiche dell’interessante realizzazione. “La collaborazione con Dussmann è nata all'interno di un progetto cofinanziato della Regione Piemonte per lo sviluppo di un servizio innovativo di nuova mobilità. Gli elementi principali che ci hanno fatto propendere nella scelta di questa prestigiosa azienda sono stati senz’altro la propensione all'innovazione e la sua dimensione internazionale. Il lavoro in cantiere”, prosegue Bertaia, “è stato svolto seguendo il cronoprogramma definito per il progetto e identificando interfacce operative per la gestione ed esecuzione dei task”. Quali criticità erano presenti prima dell'avvio della partnership e come sono state
affrontate e risolte? “In primis”, risponde Bertaia, “la conoscenza dettagliata delle esigenze dei clienti: Dussmann si è posto come operatore del servizio di nuova mobilità, definendo gli use case di progetto e le proposte
Andrea Bertaia, Ceo e cofondatore di Alba Robot SrlDussmann Service, in partnership con la Startup Alba Robot, ha realizzato un progetto riguardante una carrozzina automatica, positivamente in corso di sperimentazione all’interno delle Case di Riposo del Consorzio Kursana
Maurizio
commerciali”. Sono molteplici i risvolti positivi di questa esperienza di partnership, tuttora in itinere, maggiormente apprezzati dall’interlocutore di Dussmann. “Abbiamo valutato assai positivamente”, evidenzia Bertaia, “il rapporto con Dussmann, in particolare l'approccio da partner del progetto anziché da cliente, condizione necessaria per l'implementazione di una nuova mobilità che ancora non esiste al mondo. Il progetto cofinanziato è ancora in corso, ma la collaborazione ha già dato esiti assai positivi, considerando che ha portato alla presentazione di offerte per il servizio commerciale”. La pandemia da SARS Cov 2 ha certamente frenato il corso della sperimentazione che però, negli ultimi mesi, ha ripreso energia e vigore. “Essendo il servizio in fase di sviluppo”, commenta Bertaia, “il Covid 19 ha portato da una parte a rallentare le attività di progetto, evidenziando dall'altra la necessità del servizio innovativo a supporto del personale delle strutture servite da Dussmann, ma ora il cammino appare segnato e guardiamo con fiducia agli sviluppi futuri. A partire dal servizio sperimentale innovativo”, conclude Bertaia, “andremo senz’altro a sviluppare la fase commerciale in segmenti differenti, principalmente (servizi socio-assistenziali, sanità, musei, aeroporti) in ambito sia nazionale che internazionale”.
Gli fa eco Renato Santinon , Direttore Pianificazione, Controllo e Innovazione di Dussmann Service. “Il campo di potenziale uso di questa innovativa carrozzina”, commenta, “è assai vasto e coinvolge vari ambiti: dalle Case di riposo, agli ospedali, ai musei e altri contesti civili. Senza contare gli aeroporti, dove, come ben sappiamo, ope -
ra il servizio Prm (Persone con mobilità ridotta). Infatti Alba robot ha iniziato una fattiva collaborazione anche con l’aeroporto di Malpensa. Abbiamo sviluppato questa esperienza”, precisa, “nell’ambito del nostro impegno nel Facility Management, che ci vede sicuramente protagonisti in Ita
alia. Si è deciso di investire su questa giovane e dinamica azienda”, prosegue, “che ci è stata presentata quando la start up era ancora agli albori. L’idea progettuale ci è piaciuta subito perciò l’abbiamo supportata con entusiasmo per indirizzarla sul mercato, cercando di condividere dei dati e facendo in modo che sia il modello di carrozzina, sia il business ad essa collegato potessero funzionare al meglio. Grazie ad un progetto pilota finanziato dalla Regione Piemonte, abbiamo avuto inoltre la possibilità di sperimentare il modello sperimentale di carrozzina presso le Case di Riposo del Consorzio Kursana, che fa sempre parte del Gruppo Dussmann, testandone l’uso sui nostri anziani ospiti. L’aspetto maggiormente innovativo di questa esperienza”, sottolinea Santinon, “è quello di poter utilizzare un ausilio che rende l’anziano indipendente, a condizione – ovviamente – che non soffra di gravi patologie, come la malattia di Alzheimer. Insomma, per soggetti che hanno solo difficoltà di deambulazione, essendo sane sotto l’aspetto cognitivo, si tratta – a mio avviso – di una soluzione davvero ottimale che li rende più liberi, in completa autonomia, senza dover necessariamente ricorrere al supporto di personale per potersi spostare da un
Il campo di potenziale utilizzo di questa tecnologia è vasto e coinvolge vari ambiti: dalle case di riposo, agli ospedali, ai musei e altri contesti civiliRenato Santinon, Direttore Pianificazione, Controllo e Innovazione di Dussmann Service
luogo all’altro della struttura che li accoglie. L’altro elemento da valorizzare”, evidenzia Santinon, “è quello della logistica: a fronte della riduzione degli operatori socio sanitari nelle Case di Riposo ed Rsa, questa carrozzina offre la possibilità di effettuare trasporti multipli con tre-quattro carrozzine, seguite e tenute sotto controllo anche da un solo infermiere. mentre prima il rapporto di spinta di ogni singola carrozzina era uno a uno. Non da ultimo, va considerato anche l’aspetto ergonomico, a completo beneficio del personale, alleviato dallo sforzo di dover spingere la classica carrozzina. In definitiva”, afferma convinto Santinon, “questo progetto conferma l’impegno di Dussmann Service finalizzato a migliorare le condizioni di vita dell’anziano all’interno delle strutture socio-assistenziali, rendendolo più libero e indipendente dalle gravose incombenze quotidiane. Per noi, il futuro campo di applicazione dell’intelligen-
za artificiale andrà progettato in funzione di ausilio alla persona: la macchina dovrà sempre essere governata dall’uomo. Siamo fiduciosi che questa sia la strada giusta da seguire: pensiamo, solo per fare un esempio, che la Regione Lombardia ha già emesso dei bandi per favorire lo spostamento autonomo dei degenti all’interno dell’ospedale quindi, in prospettiva, anche le direzioni sanitarie e quelle delle Rsa/ Case di riposo saranno sempre più attente e sensibili su questo tema per vari aspetti, primo fra tutti la carenza di personale. Gli infermieri, purtroppo, sono sempre meno e non possiamo pensare di impiegarli per spostare le persone, anche se questo sarebbe un loro compito, sicuramente a basso valore aggiunto rispetto a quello di dare assistenza o medicare il degente. Senza contare, infine, l’importanza di garantire un trasporto più efficiente, sicuro e diverso all’interno degli edifici preposti, rispetto a quello attuale”.
Il Consorzio Kursana opera nel settore dei servizi socio assistenziali e sanitari, rivolti in modo peculiare al settore della Terza Età. Venticinque anni nel settore fanno di Kursana un partner affidabile per la gestione di tutti i servizi alla persona. Il know how sempre aggiornato dal punto di vista tecnico consente di erogare servizi di alta qualità; uno staff qualificato permette di garantire la promozione del benessere fisico e psichico e il miglioramento della qualità di vita.
Il servizio di lavanderia, in special modo quello che riguarda i capi personali degli ospiti e caregiver, è un aspetto importante e spesso critico per i Direttori, Responsabili e Collaboratori delle RSA che si trovano a gestire, non di rado, le rimostranze dei parenti degli ospiti, scontenti del servizio ricevuto.
Negli ultimi anni alcune RSA, con l’intento di migliorare questo servizio, si sono mosse in controtendenza, ritornando a gestire internamente un servizio di lavanderia per il lavaggio di alcune tipologie di tessuti, in particolare per gli abiti personali degli
ospiti.
Garantire risultati di lavaggio di alto livello, nel rispetto delle fibre e dell’ambiente, ha spinto Polychim a sviluppare la linea EQUA, un insieme di prodotti ecologici, certificati Ecolabel, per lavatrici professionali di ogni tipo e dimensione: adatti quindi sia per macchine con sistemi di dosaggio automatizzato e multicomponente che per piccole lavatrici a dosaggio manuale.
In particolare, per gli impianti di lavaggio con dosaggio automatico, è riservato il sistema EQUA BT, composto da quattro prodotti che,
dosati in modo opportuno e combinato, consentono ricette di lavaggio personalizzate al tipo di tessuto, di sporco e di acqua presente nello specifico impianto. Per le macchine lavatrici di piccole dimensioni, è invece dedicata la formula EQUA BUCATO, un detergente completo multi-enzimatico, gradevolmente profumato, indicato per lavaggi a medie temperature (30 - 60 °C) di capi personali in cotone, misti, bianchi e colorati.
L’intera linea EQUA, si propone di fatto come una grande alleata per tutti i responsabili di reparti lavan
deria che desiderino risultati di lavaggio soddisfacenti su tessuti di vario tipo come biancheria piana, asciugamani e capi personali anche delicati sia bianchi che colorati, attraverso l’impiego di prodotti ecologici e sostenibili orientati a ridurre consumi e impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita degli stessi.
A colloquio con Elio Morini, direttore della Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea di Illasi e del Pio Ricovero Dr. Paolo Segattini di Pastrengo, entrambi in provincia di Verona
Maurizio PedriniElio Morini dirige attualmente la Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea di Illasi e il Pio Ricovero Dr Paolo Segattini di Pastrengo; entrambe le strutture si trovano in provincia di Verona. Ci siamo recati a fargli visita per rivolgergli alcune domande per conoscere da vicino queste due realtà e sapere come sono organizzati i servizi di pulizia.
Può, innanzitutto fornirci qualche informazione sulla Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea di Illasi e sul Pio Ricovero Dr. Paolo Segattini di Pastrengo?
“La Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea, nasce dalla fusione di due diversi enti: la Scuola Materna San Giuseppe, sorta nell’anno 1904 a seguito delle disposizioni testamentarie di Don Giuseppe Baldo e il Soggiorno per Anziani
Villa Sprea, istituito da Don Bonifacio Sprea con il suo testamento olografo del 1852. La Fondazione Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea assiste oggi 84 persone anziane non autosufficienti, gestisce un ambulatorio riabilitativo aperto a tutte le fasce di età, una scuola materna da 120 posti e un nido integrato da 31 posti oltre ad erogare altri servizi assistenziali per il territorio. Il corpo di fabbrica di Villa Sprea è composto da edifici risalenti a varie epoche e nell’anno 2000 è stata fatta un'importante ristrutturazione che ha visto il rifacimento di tutti gli spazi interni. La superficie complessiva di
Villa Sprea è di circa 4.000 mq. Le attività di Scuola Materna e Nido sono svolte presso un edificio risalente ai primi del 900, ampliato e ristrutturato in epoche successive, oggi copre una superficie complessiva di circa 1500 mq. L’ente gestisce direttamente quasi tutti i servizi erogati, impiegando circa 100 dipendenti. Sono affidati esternamente solamente i servizi di lavaggio della biancheria piana e di pulizia di Villa Sprea. La fondazione Pio Ricovero Dr Paolo Segattini nasce dal testamento dell’omonimo fondatore nell’anno 1949, utilizzando quale sede la sua abitazione di Pastrengo, successivamente ampliata e ristrutturata oggi accoglie 48 persone anziane non autosufficienti su una struttura di circa 3.500 mq.”
affrontare il problema, grazie anche alla valida collaborazione dell’impresa incaricata, Markas, si era deciso di aumentare le frequenze di pulizia, ponendo particolare attenzione ai punti di contatto: corrimano, maniglie, interruttori, ecc. ed utilizzando igienizzanti specifici. Credo che il Covid ci abbia fatto aprire maggiormente gli occhi su problemi, magari già conosciuti, ma un po’ sottovalutati.”
Quali specifiche esigenze di pulizia e sanificazione le vengono poste da parte degli anziani, dall’utenza, dalle famiglie e dal personale?
Inizia la sua carriera professionale nel 1995 come economo della Casa dell’Accoglienza Baldo Sprea. Successivamente viene incaricato responsabile amministrativo nello stesso ente; dall’anno 2010 inizia a maturare delle esperienze lavorative presso altri centri servizi per anziani come vice direttore e direttore, che gli offrono la possibilità di crescere professionalmente, vedendo nuove realtà.
Da quanto tempo lavora e con quale ruolo all’interno delle due Case di Riposo per Anziani di Illasi e Pastrengo?
“Opero presso la Baldo Sprea dal 1995, inizialmente con mansione di Economo, successivamente quale Responsabile Amministrativo e dal 2023 come Direttore. Mentre alla Fondazione Segattini ho iniziato dal 2019 come Direttore.”
Quali sono i principali problemi di pulizia, igiene e sanificazione che ha dovuto affrontare all’interno delle due strutture?
“Le problematiche di igiene nelle strutture residenziali per anziani sono state sino ad ora considerate abbastanza comuni ed ordinarie. Non siamo strutture ospedaliere e, di conseguenza, le questioni legate alle malattie infettive erano poco sentite. Ultimamente l’infezione da Sars Cov 2 ci ha insegnato parecchie cose e molto ci ha fatto cambiare nel nostro operato, anche perché - specie nelle prime fasi della pandemia - le conoscenze di questo virus erano talmente limitate che si doveva gestire tutta la struttura come una potenziale fonte di contagio. Per
“Quando si entra in una struttura come la nostra, dedicata all’accoglienza di persone fragili e anziane, il primo dato che si percepisce è proprio lo stato di pulizia e sanificazione dei locali, aspetto questo molto importante anche per i famigliari che cercano e pretendono giustamente per i loro cari sempre il meglio. Le esigenze, seppur apparentemente diverse, si possono ricondurre sostanzialmente ai seguenti due elementi, che poi sono gli stessi che cerchiamo nelle nostre abitazioni o in tutti gli ambienti che frequentiamo: un ambiente accogliente e sicuro. Questi due fattori nel mondo delle pulizie si traducono in ambienti puliti, ma per tradurli in concreto ci devono essere frequenze di passaggio, prodotti detergenti o igienizzanti e tecniche di pulizia adeguati all’uso che si fa dei locali.”
A suo parere, quali specifiche competenze sono richieste al personale delle imprese di pulizia che operano all’interno delle vostre così delicate realtà socio-assistenziali?
“Mi riallaccio alla domanda precedente, nel far presente che a mio parere uno degli elementi essenziali per avere una pulizia adeguata è la competenza. Il personale impiegato nel servizio di pulizia deve essere in grado di applicare le corrette tecniche di pulizia in base ai vari ambienti e
materiali costruttivi. Inoltre deve ben conoscere i prodotti che va ad utilizzare consentendo così di sfruttare al meglio le caratteristiche specifiche di ogni prodotto, facendolo così lavorare al meglio. Spesso, purtroppo, si sottovalutano questi aspetti davvero essenziali. Pensi, per esempio, che in una procedura di appalto che avevamo predisposto in passato, volendo valutare al meglio le procedure applicate dalle ditte in fase di esecuzione d’appalto, avevamo chiesto, oltre al dettaglio del capitolato d’appalto, un video nel quale le varie imprese evidenziassero operativamente quanto esplicato in capitolato. Sembra quasi incredibile, ma alcune imprese, nell’esecuzione del video, mettevano in evidenza banali errori tecnici di contaminazione incrociata o di uso di prodotti assolutamente inadeguati allo scopo. Insomma, anche in quella circostanza abbiamo dovuto amaramente rilevare quanto il problema delle competenze sia abbastanza diffuso.”
Come è avvenuta la scelta della ditta Markas per la pulizia e sanificazione delle due Case di Riposo da lei dirette?
“Markas è risultata aggiudicataria di una procedura d’appalto ad Illasi (La Baldo Sprea sino all’anno 2022 era una IPAB), mentre per Pastrengo si è aperto un dialogo con varie ditte e alla fine si è ritenuto Markas il partner più adeguato per il risultato che si voleva ottenere.”
In quale modo si è sviluppato il rapporto di collaborazione per la scelta
e la fornitura dei prodotti, il controllo e la “certificazione dei risultati” delle operazioni e degli interventi di pulizia effettuati?
“Nell’affidamento del servizio di pulizia si è entrati nel merito dell’offerta dei prodotti utilizzati per accertarne il rispetto dei criteri ambientali minimi definiti, e di conseguenza si sono valutate le schede tecniche e le relative certificazioni presentate. In seguito si è valutato il progetto definito, studiando specificamente per l’ente - con le relative procedure - le tecniche utilizzate. Spesso i capitolati di gara sono molto dettagliati e, di conseguenza, una delle valutazioni fatte è se viene o meno rispettato quanto richiesto. Per quanto riguarda le verifiche, la stessa Markas ha messo a disposizione modalità e strumenti per controllare il buon andamento dell’appalto e se tutti i servizi in esso contemplati siano o meno eseguiti. Ritengo che un servizio ben progettato necessiti obbligatoriamente di specifici punti da verificare. Ad esempio controlli base delle ore erogate, la formazione degli operatori, oppure le manutenzioni delle attrezzature. In passato, solo per farle un esempio, ci è capitato che un dipendente si infortunasse a causa di un trafilamento d’acqua
provocato da una lavapavimenti mal mantenuta.
Un’altra forma di controllo molto specifica e regolarmente attuata, è la verifica sul campo: un incaricato dell’ente verifica una stanza o un locale appena igienizzato in presenza di un rappre -
sentante dell’operatore economico.”
Esistono, al vostro interno, specifiche figure incaricate del monitoraggio degli interventi e del controllo di risultato?
“Si, ci sono: di solito sono i Coordina-
Agganciare e sganciare i ricambi senza piegamenti o contatto con le mani è finalmente realtà
.
Il ricambio usato viene raccolto direttamente nel sacco facilitando le operazioni in lavanderia.
tori Socio Sanitari o Coordinatori di Struttura che periodicamente, o su richiesta, effettuano controlli in contraddittorio con l’impresa, verificando così il buon andamento del servizio. Le periodicità sono le più svariate: vanno da un monitoraggio quotidiano ad un controllo che segue le necessità. Spesso i controlli si rendono un po' più necessari quanto vi è una rotazione del personale dell’impresa, dovendo la nuova risorsa apprendere procedure e tecniche inedite.”
Ritiene che in futuro la collaborazione con Markas possa svilupparsi ulteriormente?
“Con l’impresa Markas vi è stato sin da subito un buon affiatamento. I responsabili hanno immediatamente compreso le esigenze e le carenze che si volevano colmare ed hanno agito di conseguenza. Ritengo che la collaborazione oggi sia ben avviata e potrà, con un impegno bilaterale, crescere al meglio nel prossimo futuro”.
No magic spell needed, Pockety does it all for you
Casa Residenza per Anziani non-autosufficienti (CRA) è l'acronimo usato in Emilia Romagna per definire le strutture residenziali per anziani.
A Riccione, in provincia di Rimini, opera la CRA Pullè, una struttura d’eccellenza gestita da Formula Servizi alle Persone, una cooperativa sociale di tipo A, che gestisce servizi educativi e socio-sanitari accreditati, essendo un braccio operativo e avvalendosi del prezioso know how nell’ambito della pulizia professionale di Formula Servizi, impegnata a proporre su tutto il territorio nazionale servizi certificati per qualità, etica, sicurezza e la grande attenzione agli aspetti ambientali. La cura della massima igiene, in un ambiente votato all’ospitalità di soggetti fragili come le persone anziane richiede straordinaria attenzione, delicatezza e professionalità negli interventi. Tutti requisiti felicemente
La cura del luogo in cui vive l’anziano è fondamentale per la persona accolta e per i suoi caregiver che prestano particolare attenzione anche a come è curato e pulito l’ambiente
Maurizio Pedrini
riscontrabili nell’esperienza maturata dalla struttura. Abbiamo chiesto alla coordinatrice, Pamela Zanca , di raccontarci la sua testimonianza, rivolgendole alcune domande.
Quali sono le principali problematiche di pulizia, igienizzazione e sanificazione da affrontare quotidianamente all’interno della struttura?
“Nel servizio di pulizia di una struttura di grandi dimensioni come la CRA Pullè, è fondamentale focalizzare l’attenzione sulle differenze intrinseche delle aree sulle quali si va ad operare. La struttura è stata divisa in aree a basso, medio ed alto rischio e il servizio di pulizia è stato adeguato rispetto alle frequenze e alle soluzioni tecniche neces-
sarie per la pulizia di ogni ambiente. In tale analisi devono essere considerate anche le caratteristiche strutturali degli ambienti che possono condizionare significativamente l’operatività quotidiana e che richiedono specifici adattamenti nelle attrezzature e nelle rotazioni dei servizi erogati. In ogni caso il focus attorno al quale viene progettato il servizio rimane sempre la sua conciliazione con il ritmo di vita degli ospiti della residenza e la conciliazione con le attività assistenziali che vengono erogate nel corso della giornata.”
Ci può descrivere, brevemente, come vengono eseguite le attività di pulizia all’interno della struttura?
“L’attività di pulizia viene svolta sette giorni su sette, con un passaggio mattutino di pulizia degli spazi comuni, dei servizi e delle degenze e un ripasso pomeridiano delle aree a medio ed alto rischio. Gli interventi straordinari sono previsti in caso di dimissione di un ospite, o di un suo cambio di stanza, oltre che in tutte quelle situazioni nelle quali sia necessaria una intensificazione delle attività o dei passaggi di sanificazione.”
Affrontiamo un capitolo assai delicato, quello della pandemia: che accorgimenti e protocolli di implementazione dei servizi avete predisposto durante l’emergenza?
“Abbiamo agito, ovviamente, su più livelli. Anzitutto, avviando un progetto di formazione del personale di assistenza, per la corretta adozione delle precauzioni specifiche e delle procedure d’isolamento e quarantena. È stata inoltre messa in atto una formazione specifica del personale addetto alla ristorazione, alla pulizia della struttura, e allo smaltimento dei rifiuti. L’accesso alla CRA è stato regolamentato ai soli visitatori dei residenti, tramite percorsi in sicurezza per tutta la durata dell’emergenza epidemica secondo valutazione del Direttore della Struttura. Non erano inoltre consentite visite ai residenti in isolamento e quarantena, se non in casi eccezionali, secondo la valutazione del Direttore della struttura. Altri specifici interventi hanno riguardato: la sensibilizzazione e formazione dei residenti e dei visitatori; un adeguato ricambio di aria negli alloggi dei residenti, come anche nelle aree di passaggio/comuni; lo screening degli operatori e loro responsabilizzazione al rispetto del distanziamento fisico, dell’appropriato uso della mascherina e degli altri provvedimenti in vigore, anche al di fuori dei turni di lavoro; l’elaborazione di video e affissione di promemoria e poster all’interno della struttura per promuovere i comportamenti corretti; una campagna di vaccinazione per gli
La Casa Residenza Anziani Pullè (CRA Pullè) che sorge in Viale Toscana, 62, a Riccione, in provincia di Rimini, è accreditata come da Dgr 514/2009 e smi per un totale di 60 posti letto. Il soggetto gestore è Formula Servizi alle Persone. La struttura, di proprietà comunale, è articolata su due piani e un seminterrato, è dotata di un’area parco accessibile e fruibile dagli
ospiti e loro caregivers. Dispone di 21 camere da due posti letto ciascuna e 18 camere da un posto letto. Ogni camera è accuratamente arredata, dotata di servizio igienico attrezzato per disabili. In tutti i servizi igienici e in tutti i posti letto sono disponibili campanelli di chiamata di allarme. Le caratteristiche e la collocazione degli arredi, degli ausili e delle attrezzature
sono progettati in base alle condizioni degli utenti per garantire un ambiente familiare sicuro che mantenga le capacità residue degli ospiti. Per garantire il benessere microclimatico degli anziani, la struttura è provvista di un adeguato sistema di riscaldamento e di raffrescamento con possibilità di regolazione differenziata per ambiente.
operatori e per i residenti in conformità con le raccomandazioni nazionali e regionali; la sorveglianza attiva di quadri clinici di infezione respiratoria acuta e altri quadri clinici compatibili con Covid-19 tra i residenti e tra gli operatori.”
In particolare, anche per quanto concerne le attività di pulizie e sanificazione, c’è stato un “cambio di passo”?
“Certamente: mi preme sottolineare che tutte le attività di pulizia hanno previsto un incremento delle frequenze ed un cambio nei prodotti utilizzati, che sono stati allineati alla normativa 5543 del Ministero della Salute. Anche in questo campo particolare attenzione è stata posta alla formazione degli operatori relativamente alle procedure di sanificazione, ai percorsi sporco/ pulito ed a tutte le attenzioni necessarie per evitare la diffusione dei contagi.”
dei quali quattro allettati. Come le lascio immaginare, l’accoglienza e l’integrazione dell’anziano in una struttura come la nostra rappresentano processi complessi, nei quali l’individuo prende coscienza del cambiamento radicale che sta avvenendo nella sua quotidianità, sia dal punto di vista pratico-organizzativo, sia dal punto di vista psicologico-relazionale. Il comfort, la costante attenzione ai suoi bisogni, l’ascolto e l’empatia, insieme alla massima cura dell’igiene, rappresentano altrettanti fattori fondanti del percorso di assistenza. Il servizio di pulizia viene effettuato in modo integrato con le altre attività della CRA Pullè e nel rispetto dei ritmi di vita dei residenti. I piani di lavoro sono chiari, in linea con quelli dei professionisti sanitari e sono verificati frequentemente per adeguarsi ai possibili cambiamenti legati a nuovi residenti e nuove esigenze di struttura. I nuovi protocolli, rigoro -
non volasse via; pulire i sanitari con prodotti specifici, senza profumazione per rispettare il residente; spazzare a terra con scope in grado di evitare il benché minimo sollevamento della polvere; cambiare giornalmente la biancheria del letto e tutte le volte che fosse necessario.”
Come viene formato e aggiornato il vostro personale e quali requisiti deve possedere per entrare a far parte della vostra squadra?
“Abbiamo una procedura che assicura, mediante uno standard di riferimento, l’individuazione delle risorse professionali, la selezione, l’assunzione e l’inserimento del nuovo personale. Ogni anno viene somministrato a tutti gli operatori del servizio il questionario di rilevazione delle necessità formative ed elaborato il Piano della Formazione in relazione al fabbisogno formativo degli operatori. In questi ultimi anni si è data la precedenza a formazioni sulle misure di gestione del rischio infettivo da Covid-19. Per quanto riguarda il concetto di squadra, mi consenta una sottolineatura: per noi il lavoro multidisciplinare, d’èquipe ha un’importanza davvero fondamentale, perché si condivide un obiettivo, stimola il problem solving raggiungendo i risultati sperati, riduce le complicazioni quando si affrontano situazioni difficili.”
Come avviene e da chi è compiuta la scelta dei prodotti - immagino eco compatibili - per le pulizie all’interno della vostra Casa Residenza per Anziani?
Parliamo dei vostri ospiti, che sono i principali beneficiari di un ambiente perfettamente pulito, igienizzato e sanificato: ce li può presentare?
“Attualmente sono accolti nella nostra struttura una sessantina di ospiti,
samente applicati, prevedevano, in prima istanza, di arieggiare la stanza due volte al giorno senza provocare correnti; l’uso del panno umido, in modo da togliere la polvere dal comodino, dai mobili affinché lo sporco
“La scelta dei prodotti avviene in concerto con l’ufficio acquisti, cercando di conciliare le esigenze di sanificazione degli ambienti con il mantenimento del più basso impatto ambientale possibile. Questo approccio si riflette in primis nella scelta dei materiali utilizzati (carta, sapone, microfibre ad esempio sono tutti certificati Ecolabel) mentre per quanto riguarda la
scelta dei detergenti a fianco degli immancabili prodotti sanificanti PMC per le superfici a minore rischio vengono utilizzati anche in questo caso prodotti Ecolabel.”
Come avvengono i controlli e la valutazione dell’efficacia degli interventi di pulizia, igienizzazione e sanificazione?
“I passaggi sono chiari e dettagliati, prevedendo tre fasi. Verifica di esecuzione degli interventi: rispetto della frequenza programmata, rispetto delle procedure e modalità di lavoro. Verifica di processo: rispetto delle procedure tecniche, utilizzo appropriato delle attrezzature, utilizzo appropriato dei prodotti. Verifica di risultato: Controllo visivo, e strumentale con bioluminometro per le attrezzature che vanno sanificate.”
Come viene percepita e quanto conta per gli anziani ospiti la pulizia: è cresciuta la sensibilità su questo tema dopo l’amara esperienza della pandemia? Vi siete dotati di strumenti di “ascolto” dei bisogni a questo riguardo?
“La cura del luogo di vita dell’anziano è fondamentale per la persona accolta e per i suoi caregiver che prestano particolare attenzione, oltre che al tipo di assistenza fornita al proprio caro, anche a come è curato e pulito l’ambiente. Ogni anno viene distribuito a tutti i famigliari/caregiver un questionario di gradimento dove gli utenti vengono chiamati a valutare il servizio e/o le modalità di erogazione dello stesso. Le domande indagano su tutti i servizi offerte tra cui quelli alberghieri; è stato inserito uno spazio per poter indicare le proprie motivazioni in caso di giudizio negativo.
Il nostro impegno sarà quello di intervenire con ulteriori accorgimenti per venire incontro ancora meglio alle esigenze degli ospiti/famigliari, espresse anche nella parte finale della scheda riservata alle osservazioni. I questio -
nari di agosto 2022 rilevano nel complesso che da parte degli operatori e coordinatori c’è stata attenzione, disponibilità, passaggio di informazioni e volontà di fare tutto ciò che era possibile per far stare meglio gli ospiti. Certamente gli stimoli proposti dai caregiver devono essere per noi una spinta a migliorare la comunicazione con modi anche nuovi, da individuare insieme alle famiglie.”
Quali obiettivi vi siete dati, guardando al futuro, in termini di miglioramento della qualità e dell’efficacia delle prestazioni?
“Restare aggiornati sulle nuove at-
trezzature e prodotti proposti dal mercato, mirando a mantenere il più basso impatto ambientale possibile senza incidere minimamente sull’efficacia dei processi di sanificazione. Formare costantemente il personale, sia quello assistenziale che quello dei servizi di supporto, concentrandosi in particolar modo sul mantenere il focus sull’ospite, sulla sua qualità di vita e sulla massima attenzione alle attività di sanificazione e prevenzione delle ICA. Creare percorsi di aiuto per gli operatori di struttura in modo che siano sempre sul pezzo e competenti rispetto all’uso di nuovi prodotti e attrezzature.”
di utilizzo, dai flussomentri agli umidificatori per ossigeno e aria, dagli aspiratori endocavitari alle sacche monouso.
In un ipotetico RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) o ospedale modello, l’architettura, gli arredi, le finiture, i colori, le qualità materiche, la segnaletica, i suoni e gli odori, la temperatura, l’umidità e la ventilazione, la luminosità, la vista, la pulizia e l’igiene; tutto dovrà comunicare calore e accoglienza.
Anche i dispositivi medici, gli accessori sono fondamentali per garantire il benessere degli anziani ospitati all’interno delle strutture. Non solo devono essere funzionali e confortevoli, ma devono anche rispettare le esigenze specifiche degli ospiti, come la mobilità ridotta e la necessità di assistenza continua.
L’attenzione al benessere degli anziani, e non solo, è il fil-rouge di ogni progetto di Rosiglioni Impianti. Azienda nata più di 40 anni fa che ha focalizzato tutta la sua attività sul settore ospedaliero nell'ambito specifico degli impianti gas medicali e degli allestimenti.
Dall'esperienza maturata in tutte le tipologie di strutture, dal pubblico al privato,
dall'ambulatorio al reparto di alta specializzazione, il personale ha sviluppato una importante competenza e specializzazione sia per quanto riguarda gli aspetti normativi che relativi alle forniture per l'uso quotidiano.
Rosiglioni Impianti è in grado di fornire tutta la consulenza per la progettazione degli impianti gas medicali e di comunicazione ospedaliera, la realizzazione e assistenza tecnica degli stessi, la fornitura di tutti gli accessori
Importanti collaborazioni con aziende fabbricanti di componenti ed accessori consentono a Rosiglioni Impianti di fornire soluzioni personalizzate per l'assistenza ai pazienti, dalle lampade visita e lettura, alle testaletto progettate con design funzionale ed eleganti, dagli accessori da applicare al letto a quelli da soffitto e parete per le camere e gli ambulatori, tutti volti ad agevolare il personale e i pazienti, ottimizzando spazi e tempi, riducendo al minimo l'impatto degli interventi tecnici.
Acqua Sterile per inalazione USP
Flaconi contenenti acqua sterile per inalazione USP privi di conservanti o additivi per l'uso su un solo paziente nella terapia respiratoria o come soluzione di lavaggio in sistemi di bronco-aspirazione a circuito chiuso.
Disponibile in flaconi da 350ml o 550ml.
Icolori accompagnano costantemente la nostra vita: tutto, attorno a noi, è caratterizzato da un colore ed essi sono in grado di influenzare il nostro stato d’animo, rallegrandoci, deprimendoci, tranquillizzandoci. Quando si entra in ospedale, però, tutti i colori sembrano svanire. O meglio, tutti tranne uno, dominatore più o meno incontrastato di stanze, pareti e superfici: il bianco. A onor del vero il bianco, negli ospedali, è il colore predominante per ragioni buone e giuste; esso richiama pulizia, asetticità, richiamando l’idea di salute. Ma i colori, se usati bene, non sono elementi di disturbo nel processo di cura, anzi.
È il bianco, casomai, che col tempo, nell’immaginario collettivo, ha traslato il suo significato da igiene e asetticità a malattia e degenza.
La verità di questa affermazione è stata ampiamente confermata nel corso del ‘900 da artisti e studiosi, e in anni più vicini a noi ci si è accorti che il co -
lore può assumere una funzionalità anche nell’ambito della progettazione architettonica, non solo civile, ma pure in quella ospedaliera, dove il colore svolge non soltanto una funzione estetica, già di per sé positiva, ma agisce anche sul piano terapeutico. Studi neuroscientifici risalenti al 2008 (Eldstein) hanno dimostrato che il mondo dei colori influenza in modo diretto il sistema fisiologico, la salute psico-fisica dell’uomo sia per alleviare la degenza dei pazienti sia per migliorare il lavoro degli operatori utilizzando la cromoterapia come strumento essenziale per l’umanizzazione degli ambienti. La cromoterapia è un metodo terapeutico integrativo che ha il principale obiettivo di aiutare corpo e mente a ritrovare il naturale equilibrio: non cura i sintomi ma è in grado di scendere alle radici dello squilibrio da trattare. Sulla base di questa teoria da qualche tempo si è evidenziata l’importanza dell’applicazione di determinati colori
anche negli ospedali e nelle rsa.
IL RUOLO DEI COLORI
L’ospedale, di per sé, genera aspettative, che sono però associate alla naturale insicurezza e all’ansia di chi vi deve rimanere come paziente. L’ambiente, pertanto, dovrebbe contribuire, indipendentemente dagli aspetti strettamente clinici, a creare per gli ospiti sensazioni di tranquillità, di determinazione, di reazione positiva. E il colore può essere di grande aiuto, soprattutto quando si sanno sfruttare gli effetti che la percezione del colore crea a livello psicologico.
Sulla scala cromatica, Il rosso e l’arancione risultano eccitanti e stimolanti, il giallo viene riconosciuto come tonico, violetto e indaco sembra vengano percepiti come tristi, blu e verde hanno un effetto sedativo e rilassante. Siccome il colore è un linguaggio di comunicazione che informa, mobilita emozioni, di malessere o di benessere,
La cromoterapia è già un metodo terapeutico integrativo che usa i colori per aiutare il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio, eliminando la disarmonia che negli stati di malessere e di malattia si crea a livello cellulare a cura di Simone Ciapparelli
creare con il colore particolari atmosfere in determinati ambienti riduce la percezione di medicalizzazione e ciò contribuisce a creare un clima di fiducia. Possiamo quindi vedere come gli stimoli di ogni colore decrescano proporzionalmente al grado di saturazione del colore. Il colore andrebbe calibrato, nelle tinte e nelle tonalità, a seconda delle zone ospedaliere, che hanno esigenze diverse a seconda della loro destinazione d’uso: macchinari per la diagnosi possono essere sdrammatizzati e le stanze di degenza allestite studiando colori adeguati sia al luogo, sia all’età e alle caratteristiche dei pazienti. Diversi ospedali e cliniche scelgono tinte fredde per l’ambiente clinico e lu-
minose per la zona di degenza.
ALCUNI ESEMPI
Attualmente sono stati realizzati vari progetti in cui gli spazi ospedalieri sono stati pensati, anche con l’uso del colore, in funzione del miglioramento della condizione emotiva del paziente. La Sala Parto dell’ospedale di Forlì, utilizzando cromoterapia e filodiffusione, assicura alle future mamme un ambiente più accogliente e rilassante. Le partorienti hanno la possibilità di scegliere non solo la tonalità di luce che preferiscono, ma anche la musica da ascoltare, portandosela anche da casa. L’implementazione di questi accorgimenti ha dimostrato un effetto
benefico in diverse fasi del travaglio. Proprio a tal fine, le sale parto sono state recentemente rinnovate con l’installazione di pannelli colorati che ritraggono paesaggi e scenari e con la cromoterapia.
Altro progetto interessante di umanizzazione degli ambienti ospedalieri, è quello del Blocco Sud dell’Ospedale Niguarda, a Milano, opera di Jorrit Tornquist, professore di Design Industriale al Politecnico del capoluogo lombardo.
I piani sono riconoscibili visivamente grazie all’attribuzione di un colore specifico che demarca le aree di accesso e prosegue in una fascia lungo le pareti dello stesso reparto: in questo modo è
facilitato l’orientamento dei visitatori all’interno dei vari piani dell’ospedale. All’interno di questo edificio i colori aiutano ad orientarsi e a definire meglio gli spazi. Le camere dei pazienti sono verdi e arancioni, colori rilassanti che invitano a un atteggiamento estroverso, perché la guarigione è direttamente correlata a una positiva reazione psicosomatica. Per le pareti del blocco operatorio e in generale
operosità e vitalità.
Il reparto di ginecologia, invece, ha tonalità rosa pastello che ispirano sentimenti di affetto e di protezione mentre i corridoi sono verdi e rosa più accesi.
Nel caso di questa struttura è stata predisposta una vera e propria revisione cromatica delle divise del personale: i camici sono variopinti, in modo
si tingono di blu mentre l'ultimo piano, dedicato alle camere dei pazienti, presenta i toni caldi dell'arancione. I colori però non si limitano a spazi ed ambienti ma vengono impiegati anche nei particolari di arredi e di mobili.
L'impiego del colore risulta particolarmente efficace anche per i malati di Alzheimer, contribuendo a rendere
per tutte le sale operatorie la scelta si è orientata verso il colore verde-turchese, per minimizzare la percezione del colore rosso del sangue.
Le pareti degli spogliatoi per i pazienti, in tutte le aree, sono arancio chiaro, un colore vicino al colore della carnagione, per evitare senso di disagio ed estraneità. Anche le pareti degli spogliatoi del personale sono arancio, più intenso, così da trasmettere energia,
da trasmettere un clima di serenità e di armonia. Il Meyer vanta anche un'attenta progettazione cromatica di spazi ed ambienti: i corridoi bianchi e asettici sono stati sostituiti con percorsi colorati e ogni piano è tinto con una tonalità diversa per facilitare l'orientamento all'interno della struttura. Al piano terra si trova il Pronto Soccorso con tonalità verdi, al primo piano le sale operatorie e di rianimazione
gli spazi più accoglienti e riconoscibili e aiutando i pazienti ad ambientarsi meglio.
Grazie all'impiego di colori intensi gli ambienti si definiscono e si identificano in modo più immediato aiutando il paziente a raggiungere un senso di tranquillità e di stabilità emotiva e psicologica. Il linguaggio dei colori diventa uno strumento utilissimo di comunicazione e predilige forti con-
L’aromaterapia è una branca della fitoterapia che sfrutta gli oli essenziali allo scopo di riportare benessere all'intero organismo, sia a livello fisico che a livello emotivo e mentale. L’aromaterapia moderna è stata ed è applicata molto soprattutto in Francia, a cominciare dagli anni Cinquanta, dove vi è un’esperienza pluridecennale in contesto ambulatoriale ma anche negli ospedali e nelle case per anziani. Numerose evidenze cliniche confermano l’efficacia di questa pratica, efficace su pazienti di diverse categorie di età. È stata sperimentata su anziani affetti da demenza e su giovani con disturbi d’ansia, ma è in grado di alleviare i sintomi
trasti di tonalità, perché le sfumature difficilmente vengono percepite dai pazienti di età avanzata, facendo attenzione a non creare combinazioni cromatiche che possano provocare stati di stress e di ansia.
Il Centro Alzheimer “Massimo Lagostina” a Omegna costituisce un caso esemplificativo in cui i colori contribuiscono a creare ambienti piacevoli, capaci di suscitare ricordi ed emozioni nei pazienti. In questo contesto si raggiunge un'ottima combinazione tra la funzionalità e le necessità dei pazienti di orientamento e di definizione degli spazi. All'interno di questa struttura si
di svariate patologie come l’asma, l’artrite reumatoide e le malattie infiammatorie dell’intestino, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.
Gli oli essenziali possono anche rappresentare una soluzione all’antibiotico-resistenza; tra gli oli essenziali vi sono fra i più potenti battericidi, virucidi e fungicidi esistenti in natura. Un olio essenziale non può essere iniettato, vi è perciò della ricerca in atto per trovare un modo per trasformare queste sostanze in farmaci. Un altro esempio è rappresentato dal taxolo, un olio essenziale estratto dalla corteccia di un tasso del Sudamerica che ha
rispettano semplici regole per un'efficace progettazione cromatica: la scelta di colori saturi, l'impiego di colori uniformi e compatti per i pavimenti, la capacità di comunicare funzioni e destinazioni d'uso degli ambienti mediante diverse tonalità. In questo modo i pazienti possono muoversi e vivere tali spazi con più consapevolezza e libertà.
UNA TINTA
PER OGNI EMOZIONE
Interessante anche il progetto di ristrutturazione del Padiglione B dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Martino di Messina.
L’ingresso e gli spazi comuni, che devono presentare caratteristiche più simili a quelle di una hall di albergo accogliente, sono stati ripensati. Le hall d’ingresso del piano rialzato e del primo piano hanno il bordeaux come colore dominante, mentre le hall al secondo e al terzo piano sono state realizzate, rispettivamente, in verde e blu. Nei corridoi di degenza delle UO di Medicina Interna si sono scelte tinte chiare, nelle tonalità del verde, del
un effetto chemioterapico usato in oncologia, all’inizio nei tumori delle ovaie e poi anche in altre malattie. Gli Stati Uniti sembrano essere particolarmente avanti nell’impiego di queste pratiche: in molti ospedali americani gli oli essenziali vengono diffusi per prevenire germi e batteri negli uffici,nelle unità intensive e anche in sala d’attesa. A Jersey City, nel New Jersey, un esperimento nell’assistenza agli anziani si è concluso con successo con una riduzione in un mese del 50% delle sostanze psicotrope somministrate, grazie alla diffusione degli oli essenziali.
celeste, del giallo, mentre le pareti opposte sono tinteggiate di colori diversi, invertiti oltre le porte tagliafuoco, il tutto per non creare monotonia: giallo e celeste per il primo piano, verde e giallo per il secondo, verde e celeste per il terzo; le camere di degenza hanno gli stessi colori dei corridoi, per fare sì che il paziente non si senta in un’area diversa quando esce dalla sua stanza. Sono state scelte tinte tranquillizzanti che richiamano le sfumature della natura - dalla freschezza dell’acqua al cielo sereno, al calore del sole, alla gradevolezza della vegetazione - unite agli effetti emozionali che ciascun colore genera: energia del giallo, riposo e meditazione del celeste e del verde chiari.
Ovviamente, l’estetica dell’ambiente, da sola, non ha un potere guaritore, ma l’uso mirato dei colori, declinati nei vari toni e nelle varie sfumature, può essere un buon aiuto terapeutico, in quanto agisce su parametri biologici, psicologici, culturali. E ci restituisce l’immagine, di primaria importanza, di una umanizzazione degli ospedali, che riconoscano l’uomo insieme con il paziente.
a cura di Francesca Leone
L’aromaterapia è una disciplina afferente al grande mondo della fitoterapia: quella branca della farmacoterapia che si occupa dell’impiego, a scopo curativo, delle piante medicinali e delle preparazioni che da esse si ricavano. Numerosi studi scientifici hanno validato l’efficacia dell’impiego degli oli essenziali (composti naturali di origine vegetale costituiti da miscele di sostanze volatili a temperatura ambiente) negli ambienti ospedalieri per ‘migliorare’ l’esperienza di degenza del paziente. Una di queste ricerche ha utilizzato ad esempio il profumo della vaniglia mentre i pazienti erano sottoposti a una risonanza magnetica per il cancro: il risultato è stato che i pazienti hanno sperimentato il 63% in meno di ansia durante la procedura quando il profumo è stato utilizzato rispetto alla medesima situazione senza utilizzo di
fragranza. Tra gli aromi più utilizzati figura sicuramente la lavanda, che espleta contemporaneamente un’azione tonica e una sedativa. Calma nervosismo, agitazione e ansia, combatte il mal di testa e i disturbi causati dallo stress.
Il bergamotto, conosciuto per le sue proprietà calmanti e antisettiche, è utile contro stress e depressione. L'olio essenziale di gelsomino è invece indicato in caso di depressione, angoscia e crisi psichiche, in quanto vince il pessimismo, aiutando a superare l'inerzia e l'apatia. Risulta quindi chiaro come queste essenze possano essere di grande aiuto nelle strutture ospedaliere, luoghi dove chi vi soggiorna può facilmente essere sottoposto a situazioni stressanti o di disagio.
Le strutture sanitarie sono soggette a
cattivi odori umani, così come gli odori da antisettici e da altri prodotti chimici. Gli Stati Uniti sono un paese estremamente all’avanguardia per quanto concerne questo genere di soluzioni, ad esempio il North Shore Medical Center a North Miami e il nuovissimo Lennar Foundation Medical Center nel campus dell’Università di Miami hanno avviato programmi di profumazione: Il primo sta profumando la sua hall principale e il secondo si concentra sull’area di attesa centralizzata, la sala d’attesa del pronto soccorso, gli uffici amministrativi, la sala d’attesa degli studi femminili e le aree di medicina dello sport, impiegando sia soluzioni mediante diffusori a bastoncino di grande design e impatto visivo, sia prodotti per la pulizia di superfici con la presenza di microcapsule all’interno che possano permettere un release della profumazione prolungato
L’utilizzo delle fragranze nell’universo ospedaliero può portare numerosi benefici. Oltre ad essere in grado di influenzare positivamente la salute mentale di degenti e personale, esse possono essere utilizzate come soluzioni naturali per coprire numerosi odori sgradevoli
nel tempo, consentendo di apprezzare l’efficacia long lasting delle stesse, ultimo ritrovato della tecnologia nell’ambito delle profumazioni per l’universo della detergenza professionale. All’interno dell’ambito ospedaliero sono numerosi i ‘cattivi odori’ con cui è necessario convivere giornalmente e solo l’adozione di soluzioni profumate può permettere al paziente di vivere un’esperienza più piacevole. Queste soluzioni non sono sempre sufficienti a risolvere il problema pertanto è necessario procedere all’introduzione di tecnologie particolari che permettano di lavorare in control odour mood. Un additivo molto utilizzato, compatibile con la maggior parte delle materie prime utilizzate nel settore essenziero, è rappresentato dal metazene incolore e neutralizzante che attacca i cattivi odori e li distrugge a livello molecolare. Le particelle di metazene si legano alle molecole più pesanti e maleodoranti e forzano un’alterazione chimica dei loro schemi elettronici, che alla fine le fa evaporare a causa della pressione di vapore molto bassa. Questo sistema di neutralizzazione di
odori a doppia azione è diventato l’eliminatore di cattivi odori più potente al mondo ed è ideale per l’uso negli ospedali e in tutti i tipi di strutture di assistenza medica ed è il risultato di anni di studi approfonditi sull’argomento. La sua evoluzione è strettamente legata sia con i progressi della tecnologia e della scienza che con le richieste del consumatore moderno per la creazione di un’arma potente per sradicare completamente i cattivi odori piuttosto che mascherarli con un bouquet temporaneo di prodotti per la cura dell’aria leggermente profumati. Il metazene rappresenta uno dei neutralizzatori di odore più efficace ed ecologicamente preferito oggi sul mercato e la sua reputazione primaria come efficace antiodore per i cattivi odori dei bagni ha avuto un tale successo che il suo utilizzo si è espanso in molte operazioni di lavorazione degli impianti: gli stabilimenti commerciali e gli ospedali stanno diventando sempre più consapevoli della necessità di programmi di deodorizzazione per mantenere ambienti di lavoro sani con applicazioni industriali
di svariata natura legati al settore professionale: alcuni esempi includono senza dubbio gli odori persistenti che risultano dall’uso ripetuto degli stessi prodotti, come ad esempio gli odori di cibo stantio nelle sale dei complessi di appartamenti o sentori di urina e sudore spesso comuni nelle lenzuola dei letti ospedalieri e in determinati bagni delle strutture.
A livello di strutture ospedaliere sarebbe interessante applicare soluzioni con tecnologia ‘anti-odore’ a profumazioni nell’universo agrumato e delle note citraliche dal momento che quest’ultime hanno da sempre costituito le note più utilizzate nel contesto ospedaliero se abbinate al concetto ‘disinfettante’: note come limone, lemongrass e verbena sono sempre state fra le più utilizzate e di successo nell’universo della detergenza per il settore health care, talvolta in abbinamento a sentori aromatici e freschi legati alla sfera mentolata o pinacea, che aggiungono un effetto balsamico e medicale da sempre molto apprezzato da parte dei pazienti.
Italsan offre sul mercato un innovativo sistema per l'erogazione di profumi e la riduzione degli odori sgradevoli. Una serie di attrezzature che risolvono definitivamente il problema della percezione dei cattivi odori e creano un'atmosfera profumata in locali medio-grandi. Gli apparecchi
Italfresh 50, Italfresh 100, Italfresh 200 adottano una tecnologia avanzata di atomizzazione per convertire il profumo o il soppressore di odori liquidi in micro nebbia profumata che viene rapidamente trasmessa nell'aria. Italsan, inoltre offre la possibilità di cambiare l'essenza
profumata con diverse fragranze disponibili. Le impostazioni di concentrazione e il timer interno di "24 ore - settimana" assicurano che il sistema possa regolare la percezione della fragranza per diverse stanze dello stesso sito. Il microprocessore permette l'ingresso del programma con una copertura totale e regolabile con diverse percentuali di ingresso che vanno dal 5% fino al 95%.
L'essenza profumata viene micronebulizzata a freddo da un compressore, dopodiché attraverso un particolare ugello e con l'intervento di un ventilatore si propaga
nell'ambiente mantenendo attiva e continua la percezione del profumo da parte dei visitatori di quella zona.
L'efficienza e la copertura della fragranza possono essere migliorate collegando l'apparecchio Italfresh 200 all'impianto di climatizzazione o ventilazione forzata. Non si tratta del solito sistema di erogazione a spruzzo con bombola di pressione ma di un sistema che permette di caricare un serbatoio, essenza che verrà prelevata attraverso un piccolo compressore e diffusa nell'ambiente in microparticelle che rimarranno in sospensione trasportate dai
piccoli vortici d'aria presenti in qualsiasi ambiente chiuso.
Le essenze sono conformi al codice IFRA (International Fragrance Association) e certificate con Safety Data in conformità alle più recenti normative europee e all'elenco degli allergeni. Le attrezzature della linea Italfresh sono esclusive, sicure, efficienti, ecologiche, garantiscono risparmio energetico e hanno un ottimo rapporto "qualità-prezzo".
Un sistema innovativo che permette di profumare e abbattere i cattivi odori in tutte le aree grandi, medie e piccole in qualsiasi tipologia di comunità: case di riposo, centri benessere e terme, aeroporti e stazioni, discoteche, cinema, teatri, centri commerciali, palestre, hotel sale conferenze, sale d'attesa, musei, uffici, tutti locali ad alta frequentazione.
Italsan è specializzata nel trattamento dell'aria ed è titolare di 4 brevetti applicati alle proprie apparecchiature.
Sul sito web italsan.it potete trovare varie soluzioni per la sanificazione dei wc con apparecchiature tradizionali o con impianti centralizzati, la profumazione degli ambienti, la sanificazione dell’aria e il trattamento bio-enzimatico dei reflui da cucina.
AIISA, Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici, ha promosso, insieme alla Federazione Ingegneri Lazio, la UNI/Pdr 129:2022: “Linee guida per la gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali”. Il presidente di AIISA, Ing. Gregorio Mangano, è orgoglioso del lavoro svolto: “Credo - afferma - si tratti di una pietra miliare, per affrontare una problematica di grande rilevanza sanitaria, assistenziale e sociale. La prassi di riferimento - prosegue - fornisce infatti le modalità di gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), con riferimento anche all'emergenza legata al Covid-19. Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate al momento della pubblicazione della stessa, dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell'in-
fezione da SARS-COV-2 all’interno di queste delicate strutture. È bene precisare - prosegue - che i contenuti delle ‘Linee guida’ non sono da ritenersi applicabili a RSA Covid-19 (RSA destinate a pazienti Covid che non necessitino di cure ospedaliere) e vanno considerati integrativi e non sostitutivi di eventuali altri documenti emanati dalle Autorità. Il documento è particolarmente rivolto al personale di Direzione delle RSA, ai Risk Manager e agli operatori sanitari, socio assistenziali e assistenziali operanti nel settore. Ratificata dal presidente dell’UNI, la prassi è entrata ufficialmente in vigore il 22 giugno 2022. “Le prassi di riferimento - precisa il vicepresidente di AIISA, Pietro Borgognoni - che sono adottate esclusivamente in ambito nazionale, ‘rientrano fra i cosiddetti prodotti della normazione europea, previsti dal Regolamento UE n. 1025/2012, e
sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI. Le prassi di riferimento - prosegue Borgognoni - sono disponibili per un periodo non superiore a cinque anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione, entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo denominato UNI, UNI/ TS, UNI/TR, oppure devono essere ritirate. Colgo l’occasione - conclude il vicepresidente - per informare che chiunque, a seguito dell’applicazione della presente prassi di riferimento, ritenesse di poter fornire suggerimenti per il suo miglioramento, è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Italiano di Normazione, che li terrà certamente in debita considerazione.” Ma cerchiamo di conoscere alcuni aspetti di queste dettagliate indica-
La prassi di riferimento “fornisce le modalità di gestione delle emergenze sanitarie nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), con riferimento anche all'emergenza legata al Covid-19. Il documento riporta, in modo organizzato, le indicazioni emanate al momento della sua pubblicazione, dagli Enti e dalle Istituzioni per la prevenzione e il controllo dell'infezione da SARS-COV-2 al loro interno
Maurizio Pedrini
zioni, la cui rilevanza è ancor più preziosa, considerando i terribili effetti, in termini di lutti, che la Pandemia da SARS CoV -2 ha purtroppo generato nella RSA e nelle Case di Riposo.
Nella premessa si spiega che le RSA, indipendentemente dalla tipologia, sono accomunate dal fatto di ospitare persone con diverse fragilità che, di conseguenza, hanno maggiore probabilità di contrarre Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) e gravi forme di malattia, anche con decorso clinico più severo del Covid 19. Alle ICA sono attribuiti circa 37mila decessi all’anno, nonché 16 milioni di giornate di degenza aggiuntive, che causano enormi costi per il Sistema Sanitario Nazionale. La definizione stessa di ICA – prosegue il documento – suggerisce
come questa tipologia di infezione sia in diretta correlazione con l’erogazione delle prestazioni assistenziali e che le fragilità di sistema – strutturali, tecnologiche e/o procedurali – aumentino l’incidenza annua delle stesse. Da qui la necessità della definizione di precisi e rigorosi protocolli igienici atti a prevenire la trasmissione delle infezioni nosocomiali, che – associato a una costante implementazione di attività formative sul personale, rende prevenibili circa il 50% delle stesse. In sostanza, affermano gli esperti, un’organizzazione caratterizzata da un’elevata capacità preventiva nei confronti delle ICA è in grado di ottenere una maggiore capacità contenitiva della trasmissione dell’epidemia da SARSCoV-2. Appare evidente, infatti, come vi sia una diretta correlazione tra la capacità di protezione delle ICA e l’impatto epidemico dell’infezione
da SARS-CoV 2 in ambito sanitario e sociosanitario, essendo gran parte degli strumenti di prevenzione e contenimento dell’emergenza pandemica misure generali e specifiche di contenimento infettivo. La trasmissione dell’infezione da SARS CoV-2, con il possibile sviluppo della malattia nelle sue forme più gravi, in contesti con un deficit organizzativo, può essere inquadrata come ICA e, potenzialmente, può aprire a una ipotesi di responsabilità contrattuale dell’organizzazione sanitaria.
Il documento messo a punto da AIISA e dalla Federazione Ingegneri del Lazio definisce con chiarezza le misure da adottare in caso di scenari emergenziali legati alla diffusione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA),
focalizzando l’attenzione sulla prevenzione e sul controllo dell’emergenza legata al Covid-19 nelle RSA, allo scopo di ottimizzare gli sforzi gestionali e organizzativi, nell’interesse dei lavoratori e, soprattutto, nell’ottica della salvaguardia degli ospiti e della tutela delle loro fragilità. Il dettato operativo – specifica il documento – potrà essere utilizzato come riferimento, con un approccio “proattivo”. In sostanza, l’invito è quello di rispondere attivamente, definendo inediti, ma ragionati interventi d’azione per non subire passivamente le situazioni problematiche, per la definizione e adozione di buone prassi di prevenzione delle ICA anche in scenari non emergenziali.
Fra i molteplici, interessanti punti nei quali si sviluppa il documento, risulta di particolare interesse quello dedica-
operatori, caregiver, ecc.. Tutte le fasi descritte devono essere svolte con un approccio multidisciplinare e tracciato nei documenti dell’organizzazione. Altro aspetto di grande rilievo: al fine di permettere una completa ricognizione circa i rischi e delle opportunità, che tenga conto di tutti i fattori interni ed esterni che impattano sull’organizzazione, deve essere condotta un’accurata analisi del contesto, che tenga conto dei punti di forza e di debolezza dell’organizzazione aziendale e alle minacce e opportunità di miglioramento delle prestazioni provenienti dall’interazione con l’esterno.
I fattori interni che possono essere classificati come punti di forza o di debolezza della struttura possono essere individuati in vari modi: considerando le infrastrutture (gestione dell’areazione, spazi predisposti per
lare riferimento al Covid 19, diagnosi e tempestività negli isolamenti e nella gestione del caso sospetto o confermato, e il grado di governo dei processi connessi alle procedure legali, amministrative, cliniche, finalizzate anche al continuo scambio di informazioni con il Ministero, la Regione e la ASL di appartenenza. Invece, per quanto concerne i fattori esterni da considerare, il documento concentra l’attenzione: sulla presenza di cluster nell’area di riferimento, che possono comportare un innalzamento delle misure di prevenzione e sicurezza; nell’evoluzione delle disposizioni legislative e delle linee guida di riferimento, per esempio le evoluzioni delle indicazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità; nei rapporti con strutture simili finalizzate a favorire un confronto costante e un miglioramento continuo nella gestione del contesto emergenziale; negli accordi con i fornitori e gli enti di controllo; nella reperibilità
to alla pianificazione delle attività. La gestione delle ICA o di uno scenario emergenziale come quello correlato al Covid-19, è specificato, deve basarsi su un efficace macro-processo di pianificazione che, a sua volta, si compone delle fasi di: analisi del contesto, leadership e consultazione dei lavoratori, responsabilità dei professionisti sanitari e valutazione dei rischi impattanti sull’assistenza per ospiti,
garantire il distanziamento degli ospiti, ecc.); le competenze delle persone in merito alla gestione del rischio, ovvero conoscenza e competenza in riferimento alle precauzioni da adottare tramite i DPI, l’accurata gestione delle stanze, l’educazione dell’ospite alle norme generali di prevenzione delle infezioni, quali mascherine, igienizzazione delle mani, distanziamento; alla gestione delle ICA, con partico -
sul mercato dei DPI e dei prodotti da impiegare per la sanificazione, pianificando un adeguato sistema di controllo interno finalizzato a prevenire l’acquisto di materiale non idoneo.
Altri due elementi cardine sui quali il documento punta molto sono quelli
della responsabilità e della partecipazione. La struttura organizzativa delle RSA deve definire i ruoli e le responsabilità necessari al funzionamento dei processi e prevedere figure sostitutive per le funzioni chiave, al fine di assicurare la continuità operativa e la gestione di scenari complessi, relativi all’insorgenza o diffusione di ICA o di carattere emergenziale, come avvenuto con il Covid-19. Si suggerisce perciò, ad integrazione della struttura organizzativa di base, l’istituzione di alcuni Comitati, chiamati a collaborare strettamente, potendo eventualmente essere integrati, che hanno la finalità di tenere costantemente sotto controllo i processi e, con specifico riferimento alla gestione delle ICA, prevenire il rischio di insorgenza o contagio. In particolare, il Comitato di Controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (CCICA) ha il compito di definire la strategia di lotta contro le infezioni, di verificare l’effettiva applicazione di programmi di sorveglianza e controllo e la loro efficacia, di curare la formazione culturale del personale operante sotto il controllo dell’organizzazione. Nell’ambito di tale Comitato, che assicura il controllo con le Autorità Sanitarie Locali, deve essere
nominato formalmente il presidente del CCICA. L’ambito di intervento e la costituzione del CCICA possono essere ampliati in funzione delle diverse tipologie di scenari emergenziali.
Il CCICA, in situazioni emergenziali, dovrebbe riunirsi con cadenza almeno settimanale e, comunque, a ogni variazione ritenuta significativa. In aggiunta al CCICA, di fronte a scenari emergenziali particolarmente impattanti anche sulla salute e sicurezza dei lavoratori, deve essere nominato un comitato per la definizione e la verifica delle misure di prevenzione e protezione, che preveda la presenza dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST) e, se esistenti, delle rappresentanze sindacali, del datore di lavoro o suo delegato, del RSPP e del medico competente.
CONSULTAZIONE
E PARTECIPAZIONE
NEI CONTESTI EMERGENZIALI
Il processo di consultazione e partecipazione degli RLS/RLST è essenziale per la gestione degli aspetti di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro all’interno di una qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalle mansioni e dal contesto in cui essa opera, pro -
prio per la centralità del lavoratore nell’ambito dell’organizzazione che può condividere le proprie proposte sulla base della propria esperienza e conoscenza. Al verificarsi, reale o potenziale, di un contesto emergenziale, il datore di lavoro, con la collaborazione del RSPP, del medico competente, del medico responsabile e del CCICA, deve consultare gli RLS/RLST, con le modalità ritenute più opportune, almeno nei seguenti casi: valutazione dei rischi (consultazione preventiva e tempestiva al fine di riesaminare l’adeguatezza; individuazione, programmazione, realizzazione e verifica delle attività di prevenzione e protezione; organizzazione delle attività formative; identificazione degli stakeholder, specie delle parti interessate rilevanti, interni ed esterni, e delle relative esigenze ed aspettative; definizione dei controlli da applicare nel caso di appalti di forniture; modalità di comunicazione da adottare.
Di particolare importanza appare anche il punto riguardante il cosiddetto “risk management”, in quanto, sulla base dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce individuati in occasione dell’analisi del contesto e in funzione degli obiettivi che l’organizzazione si è prefissata, deve essere elaborata un’analisi di rischi e opportunità, mediante l’approccio ritenuto maggiormente adeguato al contesto. Per esempio, la valutazione dei rischi e delle opportunità può essere effettuata con metodologie quali la FMECA, Failure Mode Effect Critical Analysis, supportata dalle informazioni derivanti da audit clinici, analisi di potenziali cluster, eventi avversi o eventi sentinella verificatisi nella struttura o in strutture similari LA
Un’organizzazione sanitaria caratte -
rizzata da una consolidata e diffusa gestione del rischio clinico, afferma il documento, garantisce un’elevata capacità preventiva nei confronti delle ICA e assicura una maggiore efficienza contenitiva della trasmissione delle infezioni. Un approccio sistemico integrato di governo dell’organizzazione sanitaria, secondo AIISA e Ordine degli Ingegneri del Lazio, è in grado di essere maggiormente performante nei confronti di situazioni emergenziali. Sono molteplici le indicazioni fornite al riguardo, in funzione del conseguimento di tale obiettivo. Si prevede l’introduzione di nuove figure, come quella del Risk Manager, sollecitando tutte le organizzazioni sanitarie e socio sanitarie a una crescita sul tema attraverso la strutturazione di Comitati di Controllo per le ICA e la realizzazione, come promosso dalla Regione Lazio, di documenti quali il Piano Aziendale Risk Management (PARM) e il Piano Aziendale delle Infezioni Correlate all’Assistenza (PAICA). Un concreto rafforzamento del Risk Management nell’ambito delle organizzazioni sanitarie residenziali, in sostanza, è il più valido percorso che le strutture possono attuare al fine di ridurre i rischi che le ICA producono in contesti sanitari altamente fragili, come le RSA.
Una parte approfondita del documento, non poteva essere altrimenti, è dedicata alla gestione degli ambienti chiusi, nei quali deve essere garantita un’adeguata aerazione naturale, soprattutto in un contesto emergenziale quale il Covid-19, aprendo porte e finestre, mantenendo chiuse le porte interne, onde limitare la diffusione tra ambienti adiacenti. I ricambi d’aria devono essere effettuati avendo cura di: non creare situazioni di disagio (discomfort) per gli operatori sanitari e per gli ospiti; non introdurre situazioni di rischio per gli ospiti, in
considerazione – ove presente – del rischio suicidario; non compromettere l’igienicità e la salubrità degli alimenti nei locali destinati alla manipolazione,
ca virale correlato al trascinamento di gocce che formano aerosol; tipologia e scadenza di sostituzione del pacco filtrante. Nei casi in cui si sia prossi-
preparazione, somministrazione degli alimenti stessi o nei locali destinati alla conservazione dei farmaci; aprire, nei casi in cui la struttura sia in corrispondenza di zone trafficate, le finestre e i balconi che si affacciano sulle strade meno trafficate o su spazi interni. Non aprire in ogni caso le finestre durante la notte o negli orari di punta del traffico; garantire condizioni salubri anche nelle aree in cui sono collocati i distributori automatici di bevande calde, acqua e alimenti. Nel caso di infezioni in grado di diffondersi in forma di aerosol, come il Covid-19, ovvero per via aerea, per la corretta gestione degli impianti è opportuno acquisire informazioni su: efficienza di funzionamento ed eventuali perdite di carico; frequenza della pulizia dei componenti interni degli impianti, in funzione delle condizioni di evoluzione dell’epidemia, e sui relativi esiti da riportare sul registro di conduzione; possibilità di limitare la velocità dell’aria in uscita dagli impianti a 2 m/s, in modo da evitare l’aumento significativo del rischio di sospensione di cari-
mi alla scadenza, si suggerisce di sostituire il pacco filtrante con sistemi a maggiore efficienza.
Per infezioni quali il Covid-19, legate al rischio di contagio da virus SARS CoV-2, che può diffondersi anche nell’aria, attraverso l’aerosol, devono essere valutate le probabilità di contagio dovute all’attivazione degli impianti di aerazione e climatizzazione. Le stesse possono dipendere dalle configurazioni impiantistiche, dal riciclo dell’aria, dalle possibilità di miglioramento date dalla rimozione o disattivazione delle cariche virali (per filtrazione o altre tecnologie come irradiazione UV-C, ionizzazione, ecc.) e dalla modalità di gestione delle portate d’aria. Il piano di verifica ed efficientamento degli impianti di ventilazione e climatizzazione deve essere gestito con un iter preventivo che tenga conto delle seguenti fasi procedurali: rilievo strumentale e valuta -
zione dei parametri termoigrometrici ambientali; valutazione del rischio da contagio da virus SARS CoV-2 connesso alle condizioni di utilizzo degli impianti aeraulici; definizione di un protocollo operativo e gestionale degli impianti aeraulici; attuazione di misure preventive e gestionali sugli impianti aeraulici esistenti (manutenzione, sanificazione, integrazione eventuale con sistemi di sanificazione attiva su tecnologia PCO).
SANIFICAZIONE: UN PIANO
SEMPRE AGGIORNATO IN BASE
ALLE ESIGENZE
La contaminazione ambientale, sottolinea AIISA, può rappresentare una possibile causa di trasmissione delle ICA, pertanto la pianificazione delle attività di sanificazione degli ambienti di lavoro, degli strumenti e delle attrezzature deve sempre essere sottoposta al riesame del CCICA e all’approvazione del medico responsabile e/o funzione incaricata: ad esempio, il referente Covid-19 della struttura. Nel caso del verificarsi di uno scenario emergenziale
dovuto alle ICA, il piano di pulizia e sanificazione di struttura deve essere nuovamente riesaminato, tenendo conto delle caratteristiche dell’agente infettante, del rischio associato alle diverse aree della struttura, delle informazioni disponibili nella letteratura scientifica, delle indicazioni dei prodotti indicate nelle schede tecniche e schede di sicurezza dei prodotti chimici. In funzione delle informazioni raccolte e riesaminate, il piano di sanificazione deve essere modificato, intensificato o integrato con attività straordinarie che vanno registrate su modulistica dedicata e conservate dall’organizzazione per attestare l’attuazione di quanto programmato. Il piano di sanificazione deve essere sottoposto a validazione con specifiche modalità, quali, per esempio, campionamenti ambientali di superfici, aria e/o acqua effettuati da laboratori esterni qualificati, letteratura scientifica o dai produttori, e/o utilizzo di strumenti quali il bioluminometro. Se mancano, come nel caso del Covid-19, devono essere prese in considerazione
le indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità. Infine, i prodotti chimici da usare devono sempre essere scelti in base all’efficacia sull’agente infettante, alla tipologia di superficie da sanificare, agli impatti sulla salute e sicurezza degli operatori e dei residenti in struttura e sull’ambiente. Gli stessi devono essere utilizzati secondo le indicazioni del produttore; l’efficacia di un germicida può essere infatti fortemente compromessa, solo per citare un caso, impiegando un tempo di contatto inferiore a quello indicato.
L’organizzazione ha il compito di implementare istruzioni operative a supporto delle operazioni di sanificazione che descrivano esplicitamente responsabilità, modalità operative, frequenze, prodotti da usare, eventuali codici colore da rispettare e criteri di validazione. I piani di sanificazione devono essere integrati della criticità associata alle aree. La sanificazione deve avvenire almeno due volte al giorno, seguendo rigorose modalità, definite fin nei minimi dettagli dagli estensori del documento.
Tra le attività di controllo più importanti nel settore RSA vi è senza dubbio la manutenzione ordinaria degli impianti aeraulici per la prevenzione dei rischi derivanti dalla legionella. Le Case di riposo sono ritenute le strutture più a rischio di contaminazione da legionella dato che ospitano soggetti fragili, quindi maggiormente esposti alla trasmissione del batterio Legionella pneumophila.
La cattiva salubrità dell’aria che respiriamo negli edifici è facilmente e ragionevolmente relazionabile alle condizioni igieniche degli impianti di climatizzazione, originate, nella maggior parte dei casi, dalla scarsità degli interventi di manutenzione. Gli impianti con un insufficiente livello di manutenzione possono diffondere molti tipi di agenti inquinanti chimici e microrganismi patogeni nocivi.
La manutenzione degli impianti deve rispondere a rigorose linee guida che ogni responsabile di struttura è tenuto a rispettare, anche per responsabilità legale. L’importanza di respirare aria pulita all’interno di un luogo chiuso è un diritto essenziale, non è un caso quindi che la sanificazione dei condizionatori sia sancita dalla legge stessa. La sicurezza di aver reso immuni i sistemi di condizionamento dell’aria da rischi di contagio da malattie respiratorie
glio ancora se tutto ciò è avvenuto in tempi brevi e a costi limitati. L’utilizzo dunque di prodotti igienizzanti e disinfettanti ma di semplice e veloce utilizzo è di fondamentale importanza per garantire una manutenzione efficace sia dal punto di vista sanitario che da quello economico. Dal piccolo impianto alla grande UTA Zep ha studiato, sperimentato e realizzato specifici prodotti per ogni fase della loro manutenzione. Attraverso la proposta PROTEZIONE GLOBALE gli operatori possono pertanto offrire ai propri clienti la sicurezza che solo il perfetto stato degli impianti è in grado di garantire. Altri aspetti importanti da considerare sono la miglior resa energetica, il risparmio economico e l’essere in regola con le normative in vigore. La Legionella è normalmente presente nelle fonti d’acqua utilizzate dall’uomo e non è pensabile un sistema di prevenzione che abbia lo scopo di sradicare completamente il batterio dall’ambiente. Bisogna intervenire nelle fonti secondarie artificiali di contaminazione e la principale arma per la prevenzione consiste in una buona manutenzione, attraverso poche ma fondamentali operazioni. Nella gamma ZEP AC SYSTEMS MAINTENANCE sono presenti prodotti contenenti principi attivi efficaci contro
Se un impianto di climatizzazione non è adeguatamente pulito, il rischio è che possa contribuire a veicolare nell’ambiente polvere sottili, polline, batteri e altri agenti patogeni aerodispersi. Le soluzioni proposte da Zep affrontano ogni aspetto legato all’igiene degli impianti con applicazioni tecniche semplici e sicure, adatte agli impianti di tutte le dimensioni. Una parte fondamentale è la costante e qualificata formazione e informazione degli operatori grazie all’assistenza specifica dedicata ai clienti, punto imprescindibile dell’offerta Zep.
In vista della manutenzione degli impianti AC per la stagione estiva l’offerta Protezione Globale si pone degli obiettivi molto precisi per prevenire il rischio di contagio da Legionella quali:
• La pulizia e la disinfezione dei filtri riveste una grande importanza per prevenire infezioni anche serie come la legionella. I filtri non puliti, infatti, non solo possono trasformarsi in ricettacoli di batteri e muffe che vengono poi immessi nell’ambiente ma perdono anche la loro efficacia filtrante dopo mesi interi di funzionamento continuato.
• Trattamento delle superfici alettate di scambio termico interne ai condizionatori con specifici prodotti detergenti e igienizzanti che non necessitano di risciacquo manuale perché autodilavanti.
• Igienizzazione continuativa delle condense e prevenzione del ristagno nelle vasche di raccolta di split e fancoils con specifiche pastiglie per il controllo batterico, anche nell’acqua di raffreddamento ricircolata in torre evaporativa.
• Disincrostazione e pulizia delle batterie di scambio delle unità esterne da smog e polvere per garantire sempre la corretta resa termica delle macchine e il risparmio energetico.
Oltre alla prevenzione della Legionellosi trattare gli impianti comporta molti benefici legati alla riduzione di interventi di manutenzione onerosi e costosi e al risparmio energetico grazie al mantenimento di un buon scambio termico delle apparecchiature (pacchi lamellari delle torri, serpentine, scambiatori a fascio tubero, superfici alettate degli aerotermi).
Le registrazioni P.M.C. di molti prodotti Zep dedicati alla manutenzione degli aerotermi garantiscono le strutture sull’efficacia del trattamento, lasciando i responsabili con la tranquillità di avere operato correttamente e soprattutto nell’ambito delle normative correnti.
za di know how specifico per affrontare attacchi informatici sempre più sofisticati sono solo alcune delle cause che spiegano questi numeri – afferma Marzio Ghezzi, Ceo di Mia-Care fornitore tecnologico per la sanità digitale. Grazie all’utilizzo di tecnologie d’intelligenza artificiale come ChatGPT che possono generare codici maligni e fake email ad un ritmo sempre più rapido e automatizzato, ci aspettiamo che in futuro gli attacchi informatici alle strutture sanitarie continueranno a crescere e saranno sempre più sofisticati.”
Sanità sempre di più sotto attacco. Sono in aumento del 74% gli attacchi informatici verso le strutture sanitarie in tutto il mondo: secondo il report della società di sicurezza informatica Check Point nel 2022 ci sono stati in media 1463 cyber-attacchi alla settimana nel settore healthcare, una media di 209 tentativi al giorno. Questi numeri fanno della Sanità la prima “industria” per crescita percentuale anno su anno e il terzo per cyber-attacchi complessivi dietro al settore “Accademico-Istituzionale” e “Governativo-Militare” (vedi grafico). A livello di data breach (quindi di effettive violazioni e recupero di dati da parte dei pirati informatici), il Dipartimento della salute e dei servizi umani americano evidenzia come nel 2022 ci siano state 707 violazioni per un totale di quasi 52 milioni di record di dati sottratti: in
Italia l’unico dato disponibile afferisce al Rapporto Clusit 2023 dove si legge che i cyber-attacchi negli ultimi quattro anni sono triplicati passando dai 3 del 2018 ai 9 del 2021 e 2022, con una gravità che nell’ultimo anno è critica nel 78% dei casi e alta nel restante 22%. Inoltre, i costi riguardanti la violazione dei dati sono allarmanti: il Cost of Data Breach Report 2022 di IBM mette in evidenza come per 12 anni consecutivi il settore della sanità abbia registrato il costo medio più alto per una violazione arrivando nel 2022 a 10,10 milioni di dollari, un dato in crescita del 42% e quasi il doppio rispetto al costo medio del settore finanziario, al secondo posto in questa speciale classifica con 5,97 milioni di dollari. “Strutture sanitarie a corto di risorse in materia di cybersicurezza, strutture informatiche particolarmente vulnerabili, mancan-
L'implementazione della tecnologia nella sanità ha creato, infatti, una superficie di attacco molto più ampia ed estesa per i malintenzionati. Gli studi medici di base sono collegati al Servizio Sanitario Nazionale, alle farmacie e agli ospedali: l'uso sempre più frequente di app e strumenti elettronici per fornire assistenza sanitaria personalizzata e
il 41% dei leader italiani della sanità ha messo al primo posto la sicurezza e la privacy dei dati quale priorità assoluta; si tratta di un dato nettamente superiore alla media globale (20%) e a quella degli altri paesi europei (21%)
a cura di Cristina CardinaliMarzio Ghezzi, Ceo di Mia-Care
telemedicina portano ad affidarci a sviluppatori e programmatori che devono essere in grado di garantire che questi nuovi strumenti informatici siano sicuri oltre che performanti in termini medici. Un altro punto a favore degli hacker riguarda gli investimenti dedicati in cybersicurezza: secondo Statista, infatti, solo il 6% delle strutture sanitarie dedica un budget IT superiore al 10% delle risorse, rispetto al 40% che dedica solo fino al 6% del budget e nella survey è presente anche un 18% che non sa rispondere a questa domanda.
Alla fine i pirati informatici che riescono ad avere accesso alle informazioni le mettono in vendita nel dark web: il
documento “Threat Landscape Report Italy” realizzato dalla società di cyber sicurezza statunitense SOCRadar mostra come il 15 luglio 2022 sia stato messo in vendita un database di medici e pazienti italiani. “Per i cybercriminali i dati sanitari valgono di più di quelli finanziari perché all'interno delle cartelle cliniche ci sono informazioni strutturate che non cambiano nel tempo, come potrebbero accadere invece per i dati bancari. Si tratta di un tesoro immenso in quanto contengono metadati, ovverosia dati trasversali che hanno diversa natura: dall'anagrafica, passando per i dati assicurativi, fino alle relazioni familiari. Per questo
è fondamentale proteggerli al meglio permettendo un'adeguata formazione del personale clinico sui rischi informatici”, prosegue Marzio Ghezzi. Questi numeri testimoniano l’importanza e la crucialità dei dati dei pazienti sanitari per i cybercriminali che mirano a recuperare, oltre alle informazioni generali dei pazienti, anche assicurazioni sanitarie, numeri e contenuto di cartelle cliniche e dati numeri di previdenza sociale, con minacce dirette ai pazienti. Sempre secondo il report realizzato da IBM, la prima causa di un data breach sono gli errori nei sistemi IT (24%), causati dall’interruzione o dal malfunzionamento dei sistemi informatici: queste falle includono errori nei codici sorgente o malfunzionamenti dei processi come errori nelle comunicazioni automatizzate. Segue con il 21% l’errore umano causato involontariamente da negligenza di dipendenti o collaboratori esterni, il 19% riguarda gli attacchi alla supply chain, il 17% attacchi distruttivi, l’11% attacchi ransomware e il restante 8% altra tipologia di attacchi malevoli.
Ma quali sono quindi le misure da adottare per ridurre al minimo il rischio di violazione della sicurezza dei dati dei pazienti?
Da Mia-Care i consigli per una “patient data security” a prova di hacker: Crittografia end-to-end dei dati: la crittografia è la misura di sicurezza definitiva, in modo che, nel caso in cui dovesse accadere il peggio, le persone non autorizzate non siano in grado di dare un senso alle informazioni a cui hanno accesso. I dati devono essere
crittografati a riposo (compreso il backup in rete e nel cloud) e in transito, con strumenti di decodifica memorizzati su un dispositivo o in un luogo separato. Controllo degli accessi: solo le persone che devono conoscere determinate informazioni possono avere accesso alle stesse. E anche in questo caso, devono avere accesso solamente allo specifico sottoinsieme di informazioni di cui hanno bisogno per svolgere le loro mansioni. Occorre fare affidamento sull'autenticazione a due o più fattori (2FA/MFA), idealmente utilizzando un dispositivo fisico con chiave di sicurezza.
Analisi dei rischi: effettuare un'analisi periodica dei rischi informativi favorisce la buona salute dell’infrastruttura IT e del sistema dati. In base al risultato dell'analisi, non solo si può andare a rafforzare il sistema dove si presume possano crearsi falle nel futuro ma si riescono a identificare nuovi ambiti in cui è opportuno creare un piano d’azione di difesa dei dati. È fondamentale attivare sempre procedere di backup criptati e risk mitigation.
Segmentazione della rete: è essenziale mantenere i dispositivi diagnostici e di monitoraggio dei pazienti critici in una parte separata del sistema IT utilizzando la virtualizzazione della rete. I monitor acquisiscono la diagnostica della salute del paziente in tempo reale e nel caso in cui gli hacker si introducano nella rete informatica principale, non devono avere la possibilità di spostarsi all'interno della struttura e accedere alle cartelle cliniche dei pazienti o ai dispositivi medici.
Formazione del personale: come evidenziato il 21% dei data breach è causato da errori umani. La sicurezza dei dati dei pazienti dipende dalle pratiche del personale e la formazione su questo tema deve essere fatta a tutti i livelli per assicurarsi che i dipendenti comprendano il loro contributo nel mantenere i dati sicuri e i sistemi liberi da interferenze indesiderate.
(fonte: Espresso Communication per Mia-Care)
FALPI
SOLI PRO: il carrello per il MONOUSO
Una corretta igiene e disinfezione degli ambienti in cui è prevista la presenza di molte persone costituisce un buon punto di partenza alla lotta alle infezioni, ai contagi e alle allergie in qualsiasi tempo. È pertanto necessario prestare particolare attenzione alle modalità di pulizia dei locali, alle sostanze utilizzate, all’uso di materiale monouso dove necessario e programmare una pulizia ambientale più accurata per ridurre il rischio di diffusione di batteri e virus. Grazie alle conoscenze acquisite e il supporto dei tecnici di Soligena Falpi ha realizzato il carrello Soli PRO e una specifica procedura di utilizzo con prodotti monouso. Il metodo Soli, nato appositamente per il servizio di pulizia in aree confinate, è utilizzabile anche in quei contesti non sanitari dove si renda necessario un “metodo di pulizia monouso” per limitare la possibilità della diffusione di agenti patogeni. Soli Pro è un carrello compatto, maneggevole e funzionale, con un aspetto ordinato e professionale. Soli Pro sfrutta lo spazio in verticale riducendo al minimo l’ingombro a terra per potersi muovere in spazi angusti, tra arredi e attrezzature; grazie a cassetti e contenitori interni offre tutti gli spazi necessari per il posizionamento della dotazione necessaria al servizio. Specifico per questa linea di carrelli Soli è stato creato dal team tecnico Falpi il nuovo configuratore online, che permette di configurare il proprio carrello in pochi e semplici passi, selezionando i componenti tra quelli disponibili e verificando - in tempo reale - le caratteristiche tecniche. falpi.com
PAPERDI
Lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti
La linea dei lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti, è sempre più completa con un’offerta di referenze in pura cellulosa o carta ecologica di differenti metrature e dimensioni. Per le più svariate richieste e per ogni ambiente di lavoro ed esigenza Paperdi si propone quindi di offrire il giusto rotolo garantendo qualità certificata fino all’ultimo strappo e massima igiene grazie al confezionamento singolo di ogni rotolo.
www.paperdi.it
Area Control Dispenser
L’importanza di valutare la qualità dell’aria indoor dell’ambiente bagno è stata la leva per Hygenia di sviluppare e ideare, grazie a HygeniaLab, il suo laboratorio di ricerca e sviluppo, una versione aggiornata del dispenser Surf Mani in grado di leggere la qualità dell’aria. Area Control Dispenser è infatti il nuovo sistema posizionato all’interno del Dispenser Surf mani che nell’area bagno permette la rilevazione costante del benessere degli ambienti. Silenzioso e discreto, è in grado di monitorare costantemente lo stato di benessere dell’ambiente bagno, attraverso l’analisi di diversi parametri – CO2, umidità, temperatura e TVOC, che permettono di tenere sotto controllo la qualità dell’ambiente e il benessere dell’area bagno.Tramite la rivelazione dei parametri, si evidenzia nella dashboard una variazione, che viene trasmessa con una segnalazione all’operatore che deve poi provvedere alla pulizia del bagno. hygenia.it
Per garantire la massima sicurezza ed efficacia durante le operazioni di disinfezione all’interno delle strutture sanitarie ed RSA, I.C.E.FOR raccomanda l’utilizzo del disinfettante ALLSEPT PLUS. Presidio Medico Chirurgico n. 20644 a base idroalcolica, contenente alcool oltre il 70%. Il prodotto è indicato per la disinfezione delle superfici a rischio e copre uno spettro d’azione molto ampio. Ha un’azione battericida, fungicida e virucida. In base alla norma EN14476 è efficace su Adenovirus, Murine Norovirus, Vacciniavirus e Poliovirus in soli 1-2 minuti. Adatto per l’area Sanità e in generale per l’igiene pubblica. Il prodotto è disponibile in flacone da 750 ml e in tanica da 5 litri. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta e le informazioni sul prodotto.
icefor.com
RG STRUMENTI
Zepynamic Ac Plus è un disinfettante per superfici e filtri efficace e versatile. Deodora e disinfetta in un'unica azione, garantendo un effetto profondo e duraturo. Il prodotto è utilizzabile per la disinfezione di superfici e attrezzature in tutti gli ambienti come uffici, palestre, scuole, hotel e comunità. Particolarmente efficace per il trattamento degli impianti di aria condizionata di edifici e autovetture. Zepynamic AC plus è stato testato secondo la norma UNI EN 1276 e EN 13697:2019 su Pseudomonas aeruginosa, Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Enterococcus hirae e Legionella pneumophila. Efficace contro batteri e microrganismi nocivi, testato secondo la norma UNI EN 14476 e EN16777 su Adenovirus, Murine Norovirus e Coronavirus ATCCv-740, anche contro virus altamente contagiosi.
zep.it
Verificare il livello igienico delle superfici e degli ambienti è sempre stato mol-
to importante soprattutto nell’ambito sanitario. Per effettuare controlli veloci e mirati, RG Strumenti propone l’utilizzo del nuovo Bioluminometro EnSure Touch e gli appositi tamponi monouso per condurre il test dell’ATP. Utilizzando il sistema tamponi-bioluminometro si può effettuare il monitoraggio di una superficie in meno di un minuto, senza ulteriori accessori e senza l’intervento di personale specializzato.
Il nuovo Bioluminometro EnSure Touch ha l’aspetto e la funzionalità di uno smartphone, è facile da utilizzare e ha un
ampio display touch-screen a colori con cui personalizzare le proprie impostazioni di utilizzo.
La caratteristica che rende questo strumento unico sul mercato è la possibilità di salvare i dati acquisiti con il bioluminometro, in un portale cloud gratuito attraverso una semplice connessione Wi-Fi. Sincronizzando lo strumento con il software
Sure Trend Cloud (in dotazione), i dati di monitoraggio possono essere facilmente consultati da ogni terminale anche a distanza e possono essere utilizzati per rapporti di prova e analisi statistiche. Non solo, sempre utilizzando il Biolu-
minometro EnSure Touch si possono registrare sul cloud anche altri dati di monitoraggio, e ad esempio i test su allergeni e microrganismi patogeni (Salmonella e Listeria) tutti corredati da una serie di informazioni riguardanti la superficie controllata, l’operatore il momento in cui è stato effettuato il test, etc.
Utilizzando il Bioluminometro EnSure Touch commercializzato da RG Strumenti, i dati di monitoraggio dell’igiene diventano, accessibili, ripetibili e soprattutto confrontabili nello spazio e nel tempo per una continua implementazione del servizio di controllo.
La lavasciuga Lindhaus LW 44-52 Flexy Hybrid è una macchina interamente progettata e realizzata da Lindhaus 100% made in Padova-Italy. Grazie alla strettissima collaborazione con l’azienda consociata Rotafil, sono stati inventati e costruiti tutti i motori per questa macchina: il motore aspirante è un nuovissimo Brushless By-Pass ad altissima efficienza (con soli 120W aspira perfettamente anche con erogazione acqua al massimo) ed i due motoriduttori autoventilati ad alta coppia per la rotazione delle spazzole. Dotata di lampade UV-C (optional) per sanificare i pavimenti: le lampade UV-C, non producono ozono, emettono luce ultravioletta alla lunghezza d’onda di 270-280 nm e hanno la funzione di inattivare virus, batteri e funghi impedendone la proliferazione. Test interni hanno dimostrato un abbattimento del 60% della carica batterica già dopo il primo passaggio. lindhaus.it
TTS SYSTEM
Ci pensa Pockety a fare un lavoro pulito
Blu RTU Plus. Detergente igienizzante sgrassante
Per una corretta ed efficace pulizia e disinfezione ARCO propone BLU RTU PLUS, con PMC N°20826, un disinfettante inodore pronto all’uso ad azione sgrassante per la pulizia di tutte le superfici. È attivo contro batteri, virus e funghi. Può essere impiegato in molteplici situazioni e nei più svariati ambiti: Sanitario, Luoghi di comunità, Mezzi di trasporto di persone o merci, Industria alimentare, Piccola e grande ristorazione; Ideale per i piani H.A.C.C.P e per la disinfezione di prese e griglie di ventilazione dei condizionatori. Blu Rtu Plus è disponibile nel formato trigger da 750ml con spruzzino. arcochimica.it
Le mani sono un pericoloso veicolo di contaminazione, è quindi fondamentale evitare il contatto diretto con superfici potenzialmente contaminate. Diversamente dai sistemi tradizionali che obbligano l’operatore a toccare i ricambi sporchi per dismetterli, Pockety li sgancia in sicurezza direttamente nel secchio eliminando qualsiasi contatto con sporco, virus e batteri. Non importa se lavabili o usa e getta, Pockety è compatibile con l’intera gamma di ricambi con tasche: l’operatore può così utilizzare il ricambio più adeguato al tipo di superficie da trattare e al grado di sporco presente. ttsystem.com
Rubino Chem è da sempre alla ricerca di un alto livello di qualità ed eccellenza per garantire agli utilizzatori finali e intermedi prodotti all'altezza di ogni aspettativa ed esigenza. Recentemente ha ricevuto da parte del Ministero della Salute, dopo un lungo e impegnativo percorso, l'autorizzazione di Officina di produzione di Presidi Medico Chirurgici. In seguito ha avviato attraverso il proprio dipartimento di R.&D., situato nel nuovo plesso adiacente
lo stabilimento di produzione, lo sviluppo di nuovi formulati Ultraconcentrati ed eco-compatibili. Nel corso degli anni la Società ha affinato e curato tutti i processi produttivi e qualitativi al fine di specializzarsi nella ricerca, produzione e distribuzione di Essenze a tutto tondo. Si è ritenuto di far evolvere la gamma delle Essenze, mettendo a punto un innovativo formulato. Nasce così il primo detergente polifunzionale ad azione disinfettante Rubino Chem: OieS Saniessenza Velvet, prodotto ad alta concentrazione
di ESSENZA con attività Battericida e Lievitocida (Presidio Medico Chirurcico D.P.R. 6 Ottobre 1998, n. 392 - Registrazione n. 21237 Min. Sal.), anche con potere profumante, antistatico, deodorizzante.
Inoltre sono state aggiunte due nuovissime fragranze, Cocco e Sabbia, che portano a 25 le profumazioni della linea ESSENZE; disponibili con marchi Olè Ressenza, Magica Essenza, OièS Saniessenza e Olez Essenza distribuiti nel settore professional e drug store, sia in Italia che all'estero.
Le RSA negli ultimi anni hanno assunto un ruolo centrale nella cura dell’anziano, trasformandosi da semplici centri di accoglienza a realtà specializzate nella gestione di tutti gli aspetti della vita di un anziano. Se la preparazione del personale OSS è diventato un aspetto indispensabile per la corretta gestione del paziente, altrettanto rilevante è il livello di igiene richiesto. Industrie Celtex ben interpreta queste esigenze con una gamma di prodotti professionali che spaziano dai sistemi di dispensazione per l’area bagno agli articoli in tissue e non, per la pulizia degli ambienti comuni e delle persone.
Con Megamini E-Control, l’innovativa linea di sistemi elettronici no-touch per carta asciugamani, saponi,
gel igienizzanti mani e per la sanificazione del wc, l’area bagno si trasforma in un’esperienza ancora più igienica. L’utente, infatti, non tocca mai il dispenser, ma entra in contatto solo con il prodotto erogato, che si attiva per mezzo di un sensore al momento del passaggio della mano. L’erogazione controllata consente ai dispenser di rilasciare solo quanto necessario, garantendo minori consumi e maggiori risparmi per la struttura. I dispenser Megamini E-Control alloggiano carta e sapone certificati Ecolabel e dermatologicamente testati, nel rispetto dell’ambiente e della cute. La carta igienica, sviluppata con tecnologia brevettata Flutech®, si dissolve nel vortice d’acqua in soli 9”, contribuendo a prevenire i fastidiosi intasamenti del wc.
L’offerta Celtex non si limita all’area bagno, ma si estende ad altre fasi della gestio-
ne dell’anziano. I lenzuolini medici Celtex, in morbida pura cellulosa, grazie alla particolare resistenza del pretaglio, garantiscono una perfetta tenuta alle sollecitazioni, per un’ottima copertura del paziente dal contatto diretto con il lettino; una soluzione che previene le contaminazioni crociate. I bavagli politenati con tasca permettono di contenere la perdita di liquidi e cibo durante la
somministrazione dei pasti, proteggendo il busto del paziente e la sua postazione, agevolando le operazioni di pulizia. A completare l’offerta, i prodotti a marchio Temdex composti da manopole e panni, agevolano la detersione della cute dell’anziano da parte degli operatori, garantendo un alto livello di igiene quotidiana, sempre con la massima delicatezza
ICOGUANTI amplia ulteriormente la sua offerta presentando PALMPRO, la nuova linea di guanti e abbigliamento monouso dedicata interamente all’utilizzo in ambito professionale.
La nuova gamma sostituirà quella attualmente in commercio integrandola con diverse novità.
Molti prodotti sono stati migliorati ottenendo certificazioni aggiuntive per garantire standard di sicurezza ancora più alti.
14 referenze con certificazione DPI 3° cat. - Dispositivi Medici - idoneità al contatto alimenti.
20 referenze con certificazione protezione antivirus. 23 referenze con certificazione idoneità al contatto alimenti.
NUOVO PACKAGING
I nuovi prodotti PALMPRO hanno un nuovo packaging progettato per fornire tutte le informazioni utili alla scel-
ta e utilizzo del guanto.
RICERCA E INNOVAZIONE: I 5 REQUISITI DEI
GUANTI PALMPRO
Obiettivo di PALMPRO è la realizzazione del migliore prodotto possibile in grado di soddisfare i seguenti 5 requisiti fondamentali: comfort, sensibilità e presa, dermo-compatiblità, sicurezza (soddisfacendo i requisiti del Reg. UE 2016/425) e rispetto per la natura.
GUANTI RIUSABILI
La gamma di guanti riusabili è in grado di rispondere efficacemente alle tre categorie di rischio:
Mechanical safety > Guanti per la protezione dai rischi meccanici
Migliori prestazioni: protezione al taglio da A a F Massimo Comfort Una superiore resistenza all’abrasione (3X).
Chemical safety - Guanti
per la protezione dai rischi chimici
Protezione chimica DPI 3a cat. Type A Massimo comfort e durata Utilizzo di materie prime di altissima qualità.
Food safety > Guanti per la protezione e idonei al contatto alimentare Tutti i guanti riusabili della linea Food Safety sono idonei al contatto con alimenti e sono 4 volte più sicuri perché sono testati per resistere 120 minuti a 40°C (anziché 30 minuti utilizzati per le prove standard). Sono certificati come DPI di 3a categoria.
GUANTI MONOUSO
La gamma di guanti monouso, realizzati nei diversi materiali (nitrile, lattice naturale, vinile, polietilene) è divisa in 4 linee di prodotti per rispondere a tutte le esigenze:
PREMIUM. La linea Premium offre il massimo di protezio-
ne e comfort.
EXPERT. La linea Expert garantisce il miglior rapporto qualità prezzo.
ESSENTIAL. La linea Essential offre guanti versatili ed economici per utilizzi generici. FOOD SAFETY. La linea FOOD SAFETY offre guanti monouso idonei al contatto alimentare, 4 volte più sicuri perché sono testati per resistere 120 minuti a 40°C.
ETICA E RISPETTO PER L’AMBIENTE:
UN IMPEGNO GLOBALE
Da oltre 50 anni ICOGUANTI produce e distribuisce dispositivi per la protezione delle mani. Dal 2002 è entrata a fare parte di DPL, uno tra i primi produttori di guanti al mondo. La produzione è sostenibile grazie all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili e non da combustibili fossili. L’acqua impiegata negli impianti viene purificata e riciclata durante il processo produttivo.
impiegarsi sul cantiere, comprese attrezzature, materiali vari ed eventuali macchine.
Attenta alle esigenze che da sempre sono presenti nelle Residenze Sanitarie Assistite, ma che solo da quando è scoppiata la pandemia legata al Covid 19, sono di conoscenza dell’opinione pubblica, Kemika ha, da subito, ritenuto fondamentale fornire a queste Strutture un accurato servizio di Consulenza, Formazione e Addestramento delle figure professionali che organizzano e svolgono le operazioni di pulizia all’interno di questi ambienti.
Con questo obiettivo nasce “RSA a Nessun Elemento Contaminante”, il progetto Kemika che ha l’ambizione di essere il riferimento, non occasionale ma continuo, dove le figure preposte ad occuparsi delle attività legate alla pulizia possono acquisire preziose informazioni che, trasferite nel loro lavoro quotidiano, permettono di
ottenere il massimo risultato in termini di detersione e disinfezione dei locali, quindi, di fatto, di prendersi cura della salute degli Ospiti della Struttura.
La metodologia applicata da Kemika nell’attività di preparazione, avvio e controllo della Residenza si pianifica partendo dal sopralluogo della Struttura, per verificare le reali esigenze della R.S.A. e si sviluppa con la presentazione ai Responsabili della Residenza di una Relazione scritta riportante gli eventuali punti critici su cui è fondamentale intervenire, e di conseguenza, tutte le informazioni necessarie su come deve essere impostato il lavoro quotidiano di manutenzione ordinaria.
La relazione riporta anche il conto economico con la resa oraria a metro quadro, il costo manodopera e il costo giornaliero dei prodotti da
Quando il progetto ottiene l’approvazione, da parte dei Responsabili della Struttura, di quanto proposto, vengono pianificati gli interventi partendo dall’addestramento direttamente nella RSA di tutto il Personale addetto alle pulizie con un Training specifico sul tipo di lavoro che andranno a svolgere.
In fase di avvio dei lavori il personale Kemika preposto è presente per verificare l’esecuzione corretta delle procedure programmate.
Dopo 30 giorni dall’avvio dei lavori viene pianificato un primo sopralluogo di controllo sulla qualità del risultato finale e sulla corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti.
Dopo 60 giorni secondo intervento di verifica dello
stato dei lavori e di corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti.
Una volta l’anno check up completo per la presa visione dello stato della Struttura, con controllo del costo prodotti, attrezzature, materiali vari e delle rese orarie (costo manodopera) previste nel Progetto Tecnico.
Il Team operativo Kemika è formato da Persone con esperienze importanti, che condividono gli stessi valori: professionalità, collaborazione, costanza, autenticità, emozione.
In ogni loro Progetto mettono in gioco ciascuno le proprie competenze e consentono di offrire ai propri Clienti un servizio completo e di valore.
Chiedi supporto al Team Kemika: scrivi a teamkemika@ kemikaspa.com
commerciale della divisione professionale e membro del Cda di Polti Spa.
Un ulteriore studio conferma l’efficacia disinfettante del vapore: l’SSD di Odontostomatologia dell’IRCCS Materno Infantile Burlo Garofolo di Trieste ha testato Polti Sani System per la disinfezione di tre diverse superfici odontoiatriche con esiti più che soddisfacenti, pubblicati in un articolo scientifico su Applied Sciences nel mese di marzo. Supponendo la contaminazione microbica di 19 superfici odontoiatriche complete di lampada, pulsantiera e sputacchiera (le più esposte ai microrganismi patogeni), dallo studio pilota in vitro* è emerso come, grazie all’utilizzo di Polti Sani System, queste stesse superfici siano risultate disinfettate velocemente, facilmente e senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Questo apprezzabile risulta-
to è stato raggiunto grazie all’erogazione di vapore saturo secco surriscaldato fino alla temperatura di 180°C, perpendicolarmente alla superficie da disinfettare mantenendo una distanza di 0.5 cm dalla stessa per un tempo pari a 30 secondi effettuando almeno un passaggio alla velocità di 10 cm/s. “I risultati ottenuti confermano ancora una volta la straordinaria efficacia disinfettante di Polti Sani System e questo studio pilota rappresenta un significativo contributo scientifico per introdurre nuovi protocolli di disinfezione con vapore saturo secco surriscaldato fino alla temperatura di 180°C; un sistema rapido, quotidiano e non tossico, che non necessita nemmeno di DPI per gli utilizzatori” sottolinea Stefano Polti, responsabile
Polti Sani System è un sistema brevettato per la disinfezione a vapore fino a 180° C, sviluppato in collaborazione con la Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia e dedicato alla disinfezione degli ambienti a rischio di contaminazione biologica. Testato nell’eliminazione fino al 99,999%** di virus germi, batteri, funghi e spore, il vapore è un alleato potente, naturale per sanificare tutti gli ambienti in ambito medicale e civile. Gli apparecchi
Polti Sani System offrono tutta la sicurezza del made in Italy, frutto dell’esperienza di un’azienda come Polti che, grazie a costanti investimenti in ricerca e sviluppo, ha fatto del vapore la sua vocazione. Molti sono i vantaggi, primo fra tutti la rapidità: la nuvola di vapore saturo secco e surriscaldato che avvolge le superfici agisce in pochi secondi ed è ideale per disinfezioni frequenti. Sicuro anche in presenza di persone e animali, asciuga rapidamente per la massima praticità, infatti gli ambienti possono essere subito riutilizzati. L'erogazione, poi, non avviene a contatto con le superfici, prevenendo la
cosiddetta cross-infection. Adatto a tutte le superfici, compresi i tessuti, il vapore arriva anche sui materiali a geometria complessa.
*Titolo dello studio: Evaluation of the effectiveness of an overheated dry-saturated steam disinfection device in the control of the microbial contamination on dental fomites by ATP bioluminescence analysis: a pilot in vitro study.
**Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di virus - incluso coronavirus SARSCoV2 - germi, batteri, funghi e spore.
numero di visitatori, la vera sfida è mantenere un buon flusso di traffico ed evitare code.
La pandemia ha modificato gli atteggiamenti e i comportamenti di noi tutti, ci ha reso più attenti rispetto ai rischi per la salute associati al livello di igiene negli ambienti che frequentiamo, in particolare nelle aree bagno. Tutti ci sentiamo più a rischio di prima nel frequentare strutture con aree bagno poco igieniche e l’81% di noi si aspetta ambienti più curati, igienici e sicuri.
Questa maggiore preoccupazione ha determinato anche un cambiamento nella frequenza e nella scelta delle soluzioni per il lavaggio e l'asciugatura delle mani.
Sappiamo che lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e asciugarle bene con un prodotto monouso funziona contro il diffondersi di tutte le malattie virali e tutela la salute. E i dati ci confermano che il 68% delle persone desidera che nelle strutture ci siano asciugamani di carta in alternativa agli asciugamani ad aria. Le ragioni più comuni indicate per questo cambiamento sono la percezione che gli asciugamani di carta siano più igienici (80%), che le mani vengano asciugate più rapidamente (42%) e che si diffondano meno batteri nell'aria (39%).
Aree bagno sempre ordina-
te e attrezzate con prodotti e materiali per l’igiene adeguati possono dire molto di noi e della nostra attenzione verso clienti e collaboratori. E all’interno di aree ad alto traffico con un ampio
La soluzione è Tork PeakServe , il rivoluzionario dispenser a erogazione continua che permette di servire il 250% di ospiti in più tra una ricarica e l’altra grazie alla straordinaria capacità di 2.100 asciugamani di carta , che vengono dispensati rapidamente e senza interruzioni. Le risme compresse possono essere caricate rapidamente in qualsiasi momento, trasportate e stoccate senza difficoltà in modo da consentire al personale di dedicarsi all’attività di pulizia piuttosto che alle ricariche. Grazie all’erogazione rapida di Tork PeakServe, i visitatori possono prendere un asciugamano in 3 secondi.
Essity è stata nuovamente premiata con la medaglia di platino dalla società di valutazione della sostenibilità EcoVadis. Questo nuovo importante riconoscimento colloca Essity, e il suo brand professionale Tork, al vertice delle classifiche mondiali e in quel ristretto numero di aziende - pari a circa l’1% - inserite dalla piattaforma EcoVadis nella categoria Platinum secondo un rating che comprende un ampio spettro di sistemi di gestione, in particolare quelli legati ai temi dell’ambiente, dei diritti sociali e umani, dell’etica e di acquisti responsabili. Ogni azienda viene valutata su questioni essenziali in base alla sua dimensione, ubicazione e settore di attività.
Pensieri sulla biologia vegetale (1867), definita da Delpino lo studio delle relazioni, e dei conseguenti adattamenti morfologici degli organismi vegetali con l'ambiente.
sponde “sto faticando”; il secondo “sto guadagnando il pane per la mia famiglia” e il terzo “sto aiutando alla realizzazione della cattedrale”. Crediamo che tutte e tre le risposte contengano una parte di verità, ma ci piace pensare che i disinfestatori si sentano partecipi a rendere più vivibile l’ambiente che ci ospita.
Prima di svelare lo spessore scientifico del professore Federico
Delpino e i collegamenti con una Casa di Riposo infestata dalle formiche riterremmo utile sottolineare la nostra intenzione di esporre i fatti secondo la logica del Minestrone di verdure. La cosa può sembrare bizzarra, ma le analogie ci sono e, a parer nostro, de-
gne di riflessioni.
Il primo ingrediente del nostro minestrone nel contesto dell’Ars disinfestandi può essere quello che trae spunto dalla domanda che l’architetto progettista di una Cattedrale rivolge a tre lavoratori che a colpi di scalpello modellano del granito. La domanda è: “Dimmi cosa stai facendo”. Il primo ri-
Il secondo ingrediente si origina nel fatto che stiamo vivendo un mondo ricco di contrasti; il che ha sicuramente degli aspetti positivi quando le motivazioni sono supportate da solide argomentazioni e non da sterili scontri viscerali. Valga l’esempio che vide lo scontro fra Niels Bohr (1885-1962, premio Nobel 1922) e Albert Einstein (1879-1955, premio Nobel 1921) intorno agli anni venti sullo scossone che l’avvento della meccanica quantistica diede alla fisica classica. Fu una vera e propria “guerra” a suon di lettere e pubblicazioni però fra i due nacque un rapporto di ammirazione e stima (sono due cose diverse) che non venne mai meno e nessun scontro ideologico. Terzo ingrediente la teoria del super-organismo che trova uno splen-
Dalle Osservazioni di un botanico a un intervento di disinfestazione operato con competenza professionale e risorse tecniche di alto livello
Chiara Dassi e Graziano Dassiph katja schulz Formica nera dei giardini
dido esempio nelle super-colonie di formiche di specie differenti che attraverso la collaborazione creano scambi mutualistici di sociobiologia . E questo ci porta a Delpino (1833-1905 professore all’università di Genova, Bologna e Napoli), che ebbe il merito di abbracciare le teorie evoluzionistiche darwiniane e di interpretarle in una visione ancora più ampia. Vale la pena di riportare un brano tratto dal suo libro pubblicato nel 1887 dal titolo: “Memorie di biologia vegetale”: Quando un fenomeno appare isolato o singolo nella specie sua può essere e, quasi sempre è, una mera casualità, destituita affatto da ogni significazione di fine o di scopo. (Quindi un naturalista e un addetto alla difesa dell’Ambiente deve avere la capacità di distinguere i fattori privi di significatività statistica da quelli che, al contrario, ne hanno).
L’autore continua sottolineando che i fenomeni che si ripropongono nel
Esempio di pianta australiana del genere “Myrmecodia” (piante delle formiche) che producendo essudati zuccherini instaurano alleanze con le formiche per ricavarne una sorta di difesa dai parassiti.
Le Myrmecodia sono piante epifite, ovvero si insediano sul tronco di altre piante.
Myrmecodia beccarii, ant-house plant. Il nome beccarii è in omaggio a un altro botanico italiano Odoardo Beccari ((1843-1920)
tempo, nelle generazioni e nello spazio non solo non devono sfuggirci, ma devono essere analizzate perché sempre portano in sé uno scopo definito. Ora che i fenomeni naturali siano frutto di un obiettivo invece che casuali è argomento che divide la comunità scientifica, ma, sia come sia, a noi tecnologi interessa che il ripetersi di situazioni, ad esempio l’affacciarsi e l’affrancarsi di specie aliene al nostro territorio, deve accendere la lampadina di allarme affinché le giuste terapie siano messe in atto. Il nostro botanico a cui spetterebbe maggior notorietà, fu un precursore nell’osservare i rapporti di mutuo soccorso fra piante e formiche osservando le piante in grado di produrre nettare extrafiorale per attirare le formiche che ne traggono nutrimento e contestualmente predano i parassiti dannosi alle suddette piante.
Il quarto elemento è un curioso caso accaduto in una accogliente Casa di Riposo dove in poco più di un mese sono state avvistate numerose colonie di formiche. Con numerosi nidi scavati nel bordo del prato, riconoscibili per piccoli coni di terra in cui si notava un andirivieni di formiche operaie. A cui si affiancavano altre formiche che prediligevano il tronco di un vecchio roseto e alcuni arbusti di rovo con poche spine e che producevano delle belle more molto acidule al palato nonostante il bel colore nero facesse pensare che fossero mature.
Non si notava presenza di formiche all’interno dell’edificio se non sporadiche isolate formiche girovaganti sole solette sui davanzali, apparentemente disorientate e prive di uno scopo quale che fosse.
La cosa curiosa è stato che numerosi ospiti e visitatori si dimostrarono pro-formiche: non fanno male e non sono pericolose. Più allarmato il personale che temeva di trovare formiche nei letti, nei comodini o addirittura nei
piatti. La struttura era ed è priva di cucine in quanto i pasti sono portati da una struttura esterna, ma vi sono macchinette del caffè e nelle camere ai piani si preparano le tazze di tisane e camomilla. La decisione operativa è stata la realizzazione di una sorta di cintura sanitaria sui perimetri esterni con irrorazioni di micro-incapsulati e sui davanzali, lasciando tranquille le formiche sugli arbusti.
Per ora tutto sembra tranquillo ma un certo nervosismo da parte del personale sanitario e assistenziale si è percepito durante un sopralluogo di monitoraggio allietato dalle arie musicali di celebri brani del melodramma italiano. Un ospite poco propenso a socializzare se ne stava in disparte ascoltandoli per tutto il pomeriggio da un mangianastri. Per lui l’avvento del digitale era del tutto trascurabile.
Per ora c’è una sorta di tregua fra le esigenze igienico-sanitarie e i pro-formiche, ma l’uso di esche alimentari (p.a. imidacloprid) sarà presto messo in atto.
Come concludere un articolo che partendo dai primi Nobel per la fisica arriva a prendere in considerazione una infestazione da formiche? Sottolineando che come per il minestrone servono ingredienti di prima qualità, puliti con scrupolosa attenzione in una cucina pulita il tutto rispettando le istruzioni, il tutto preparato da un cuoco degno di tale nome e servito con classe.
A noi pare che le analogie con l’Ars disinfestandi siano lapalissiane: risorse tecniche di alto livello, rispetto dell’igiene e della sicurezza attenendosi alle istruzioni riportate in etichetta il tutto con la volontà di ben operare e con adeguata competenza professionale.
Le specie sospette di essere le abitatrici della casa di riposo: Formica dei marciapiedi (Tetramorium caespitum)
Formica nera dei giardini (Lasius niger)
Tutte le strutture sanitarie sono pensate per ospitare categorie di persone a rischio, fragili o che hanno bisogno di assistenza continuativa per la gestione delle loro attività
quotidiane. Hospice, case di cura, case di riposo, RSA, sembrano tutti sinonimi ma in realtà si differenziano principalmente per il tipo di assistenza e di servizi erogati. Possiamo dire
che tutte e quattro queste strutture hanno come scopo il miglioramento della qualità della vita del paziente, ma ci sono poi delle caratteristiche specifiche che le distinguono, in base alla tipologia di assistenza fornita. La gestione degli infestanti non è sempre semplice e, partendo dal presupporre (spesso auspicare) che vi siano già delle buone pratiche di gestione e manutenzione (a partire dalla pulizia), una valutazione del rischio, almeno per i principali target, è il primo step da realizzare nell’ottica di buone pratiche di IPM. Dovrebbe, e dico dovrebbe essere sempre così al netto delle “sorprese” date dalla stagionalità oppure da casi che capitano per motivi di improvviso ingresso “passivo” e assolutamente definibile “accidentale” direttamente attraverso le persone o oggetti materiali trasportati all’interno. A questo proposito mi viene in mente un delicato caso occorso, circa un mese fa, in una RSA Toscana, di nostra gestione d’appalto, in cui un paziente ha improvvisamente lamentato disagi, fastidio e anche dolore provocato da pomfi pruriginosi su tronco braccia e gambe (coperti da indumenti). Alla segnalazione, il sospetto principale è ricaduto subito su possibili effetti provocati dall’attività di Cimice dei letti (Cimex lectularius, acclarato ectoparassita ematofago, anche per uomo) ma un campione di polveri e materiali recuperati nella stanza, da me direttamente richiesti e analizzati (per opportuna ricerca e valutazione della causa e del “protagonista” scatenante
La gestione degli infestanti non è sempre semplice e una valutazione del rischio, almeno per i principali target, è il primo step da realizzare nell’ottica di buone pratiche di IPM
Responsabile tecnico scientifico della Biblio Srl
il disagio) ha portato alla luce, dopo analisi al microscopio binoculare, trattarsi in realtà di Dermanyssus gallinae (De Geer): l’acaro rosso dei polli. La femmina misura circa 1mm di lunghezza e può apparire grigia oppure rossastra dopo il pasto di sangue. Dopo avere effettuato il pasto di sangue, che non dura più di un’ora, un’ora e mezza, depone durante la sua esistenza fino a 35 uova nelle vicinanze degli ospiti. Esse si presentano di forma ovale biancastre (0.4mm). Le forme giovanili sgusciano alla temperatura di circa 30°C dopo circa 2-3 giorni di incubazione. Le larve non si nutrono, e sono caratterizzate dall’avere 6 zampe, ma dopo avere svolto la prima muta e divenute ninfe di prima età con 8 zampe (protoninfa) cominciano a ricercare il pasto di sangue. Dopo una successiva muta, ninfa di seconda età, l’acaro raggiunge la forma adulta con una terza muta. In situazioni ottimali l’intero ciclo può concludersi in 7
giorni. Gli adulti possono sopravvivere anche 9 mesi senza pasto di sangue se la temperatura e il tasso di umidità restano in un range tollerabile.
Gli allevatori, spesso, lamentano la presenza di “diverse specie” di acari, descrivendo animali di colore biancastro ed altri di colore rosso. Si tratta sempre di D. gallinae che, nel primo caso, è digiuno mentre nel secondo ingorgato del sangue dell’ospite, diventando rossastro. Le persone che subiscono accidentalmente gli effetti delle punture possono avere importanti reazioni allergiche provocate dalle sostanze pre-
senti nella loro saliva.
Ma come ha fatto l’acaro rosso a raggiungere il povero ospite? È presto detto, si è scoperto (facendo alcune interviste) che la sera prima della manifestazione cutanea, la madre dell’ospite aveva portato al parente degente degli indumenti da casa contaminati (persone viventi in una fattoria). Programmati due interventi “ad-hoc” (con adeguata preparazione del contesto) si è effettuato un trattamento termico ad alta temperatura e un lavoro di “rifinitura” con irrorazione di PMC negli interstizi della camera. Tutto il lavabile è stato fatto lavare a 60°C.
Il caso si è risolto brillantemente, ma ha lasciato una lezione importante: la struttura ha imparato (visto il precedente) che presterà maggiore attenzione agli oggetti che entreranno da contesti-ambienti sospetti di potenziale introduzione di problematiche, mediante ispezioni accurate che possano prevenire l’instaurarsi dell’avversità.
Ci occupiamo di comunicazioni tecniche, approfondimenti tematici, compendi scienti ci-promozionali. A tal proposito ci sembra pertinente quanto afferma Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno ( losofo, sociologo, musicologo e musicista tedesco, 1903-1961):
PER CONSULENZE DI COMUNICAZIONE
E DI MARKETING TECNICO:
GEAM Gestione Ecologica Ambientale di Graziano Dassi
geam.dassi@gmail.com
Prevenire le avversità attraverso ispezioni accurate di oggetti provenienti da contestiambienti sospetti
“Non c’è pensiero che sia immune dalla sua comunicazione, e basta formularlo nella sede sbagliata o in un senso equivocabile per minarne la sua veridicità”.