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Esclusione e restrizione

Accorgimenti per un’efficace prevenzione degli infestanti

Nell’ambito di un progetto di gestione integrata degli infestanti nelle industrie alimentari, emerge senza dubbio la necessità di concentrare gran parte degli sforzi organizzativi e operativi su alcune pratiche che possono influire in maniera determinante sul buon esito del programma di pest management. La prevenzione è, infatti, l’aspetto più importante da considerare poiché un ambiente nel quale siano in atto tutte le misure possibili di esclusione e restrizione degli infestanti sarà certamente più facilmente gestibile nel caso di infestazione. È necessario sottolineare che, sebbene l’obiettivo di un efficace programma di pest control sia l’assenza di infestanti in tutte le aree del sito, è opinione condivisa che nessun edificio possa essere reso interamente a prova di infestante; tuttavia la corretta applicazione dei principi della gestione integrata (IPM) e conseguentemente dell’approccio E.R.D. (Esclusione, Restrizione, Distruzione) può condurre a risultati soddisfacenti.

Le aree di stoccaggio dei rifiuti dovrebbero essere posizionate a non meno di 10 metri dagli edifici di produzione

ESCLUSIONE O RESTRIZIONE?

Per “esclusione” si intendono tutte quelle pratiche attuate in fase progettuale o successivamente a essa che mirano a ridurre le possibilità di ingresso dell’infestante all’interno di una struttura. La fase di “restrizione”, invece, si riferisce alle metodologie attuate per creare condizioni sfavorevoli alla proliferazione degli infestanti, relativamente alle possibilità di rifugio e di riproduzione presenti nel sito. Anche piccole quantità di cibo (residui, scarti, etc.), luoghi con temperature idonee allo sviluppo e presenza di spazi, cavità, fessurazioni, possono infatti contribuire in maniera determinante all’insorgenza di un’infestazione.

Monitoraggio del contesto ambientale e dei punti di accesso

Sia in caso di nuove costruzioni che in caso di edifici preesistenti è fondamentale valutare il contesto in cui le strutture sono collocate. La presenza di grandi vie di comunicazione (strade e autostrade, linee ferroviarie, etc.), di aziende agricole/zootecniche, industrie alimentari di vario genere, altre tipologie di siti industriali o corsi d’acqua deve essere considerata per valutare tutte le possibili fonti di infestazioni (uguali o differenti rispetto alle infestazioni specifiche legate alla tipologia di alimenti lavorati). È fondamentale che porte e finestre siano chiuse e che vengano condotte verifiche periodiche al fine di individuare eventuali rotture, difetti di chiusura o fessurazioni che possano consentire l’accesso degli infestanti. Tra i vari accorgimenti utili all’esclusione degli infestanti, si suggerisce l’installazione di tunnel, di tende con chiusura automatica, di “lame d’aria”, etc. È consigliabile che le finestre siano provviste di reti anti-insetti con maglia da 1 mm e di davanzali con superfici inclinate per limitare lo stazionamento degli uccelli. Le pareti dovrebbero essere lisce, senza punti di appiglio e scabrosità varie, spigoli vivi e battiscopa, al fine di facilitare le operazioni di pulizia. Eventuali buchi presenti nei muri devono essere sigillati per limitare gli spostamenti degli infestanti, le canaline dovrebbero essere installate in senso verticale “di taglio” per ridurre le possibilità di movimento dei roditori. Analogamente, eventuali fessurazioni presenti nelle pareti o nella pavimentazione devono essere accuratamente sigillate, ponendo attenzione alle possibili vie di comunicazioni con le aree esterne. Gli stessi ambienti interni dovrebbero, inoltre, presentare delle misure di esclusione/segregazione, con una netta di distinzione tra gli ambienti stessi (per es. produzione, stoccaggio, ricevimento materia prima, etc.) al fine di circoscrivere eventuali infestazioni. Non è consigliabile prevedere pavimentazioni galleggianti e controsoffitti, in quanto essi risultano spesso di difficile accesso per eventuali ispezioni. Canaline di scolo, griglie di scarico, tombini e similari devono essere monitorati al fine di condurre opportune operazioni di pulizia e controllare eventuali accessi di roditori. Anche gli ambienti dei locali tecnici (officine, depositi di attrezzature e pezzi di ricambio, locali vuoti) devono essere monitorati e isolati in maniera opportuna se in comunicazione diretta con le aree di produzione e stoccaggio.

Francesco Fiorente

Consulente in Pest Management

I punti critici

I macchinari e le attrezzature presenti nelle aree interne devono essere progettate e costruite per consentire e facilitare accurate pulizie e ispezioni periodiche per l’individuazione di eventuali annidamenti di infestanti e per la rimozione di residui alimentari. Nelle fasi di ricevimento dei prodotti alimentari (materie prime, semilavorati o prodotti finiti) è fondamentale effettuare un controllo visivo alla ricerca di eventuali tracce o segni della presenza degli infestanti, verificando eventuali rotture o segni di penetrazione nelle confezioni. La stessa fase di carico e scarico dei materiali può ritenersi critica in funzione del tempo durante il quale i portoni rimangono aperti o anche per il rischio di ingresso di infestanti trasportati assieme ai materiali.

Nello stoccaggio delle materie prime e dei prodotti finiti è buona norma effettuare una rotazione dei materiali e di posizionare le merci a una distanza minima di 50-60 cm dai muri, distanza indicata dalla segnaletica orizzontale

Particolarmente a rischio sono anche i materiali resi e danneggiati che dovrebbero essere stoccati in apposite aree di quarantena, in un edificio dedicato e ben distante dalle aree di lavorazione e di stoccaggio. Per quanto riguarda lo stoccaggio delle materie prime e dei prodotti finiti, si ricorda che è buona norma effettuare una rotazione dei materiali e di organizzare le operazioni di immagazzinamento in modo da posizionare le merci a una distanza minima di 50-60 cm dai muri, indicata quest’ultima da segnaletica orizzontale.

Pulizia all’interno e all’esterno degli edifici

Sono comprese nelle pratiche igieniche e di sanificazione degli ambienti necessarie per limitare la proliferazione degli infestanti anche la condotta del personale. Le procedure di pulizia sono abbinate e associate alla gestione dei rifiuti e degli scarti di lavorazione. Le aree di stoccaggio dei rifiuti dovrebbero essere posizionate a non meno di 10 metri dagli edifici di produzione. Fondamentale è il sistema di drenaggio dei liquidi che si potrebbero generare durante la permanenza dei rifiuti stessi. I contenitori devono avere la possibilità di una chiusura ermetica e devono essere posizionati su superfici in calcestruzzo per evitare che i roditori possano scavare delle tane nelle vicinanze di una appetibile fonte di cibo. Al fine di limitare la presenza di tane e nidi di infestanti è consigliabile realizzare anche le superfici esterne all’edificio in calcestruzzo. La presenza di vegetazione spontanea e/o ornamentale rappresenta un punto critico per il rifugio, il riparo e l’attrazione stessa degli infestanti: si consiglia di mantenere una bassa densità e una distanza minima dagli edifici di almeno 5 metri, evitando che i rami degli alberi raggiungano le strutture. Le piante sempreverdi sono da prediligere nella scelta in fase di progettazione degli spazi verdi, evitando quelle da frutto. Analogamente alla presenza della vegetazione, anche la disponibilità di acqua, sotto forma di laghetti o vasche ornamentali ma anche ristagni permanenti dovuti a uno scarso drenaggio del terreno, deve essere assolutamente evitata per impedire la proliferazione di insetti o l’attrazione di roditori o uccelli. Infine, è importante la creazione di una sinergia tra i referenti dell’industria alimentare e il disinfestatore professionista al fine di sensibilizzare le varie figure aziendali coinvolte al mantenimento di adeguate misure di esclusione e restrizione.

La presenza di vegetazione spontanea e/o ornamentale rappresenta un punto critico per il rifugio, il riparo e l’attrazione stessa degli infestanti

Alt Dogana

Su “Ecology and Management of Food-Industry Pests” J. R. Gorham Ed. ha posto l’attenzione sull’Indice di Plasticità Climatica (Ip), che esprime la capacità degli insetti di svilupparsi con successo tra valori minimi e massimi di temperatura e umidità: maggiore l’indice, maggiore l’adattabilità. Alcuni dati: tra 50 specie valutate, Tribolium castaneum è al primo posto con Ip 700, Ephestia kuehniella 600, Plodia interpunctella 330, Necrobia rufipes sempre più comune 250, mentre non era contemplato Prostephanus truncatus citato in norme per l’esportazione di riso unitamente a Trogoderma granarium (Ip 131). È evidente che gli indici di adattabilità non si traducono in frequenza di presenza e danni arrecati dagli infestanti, quelli comuni in industria alimentare godono spesso di condizioni ottimali a cui esprimere tutto il potenziale biologico. Con i mutamenti climatici, infestanti a Ip elevato, occuperanno areali più vasti a livello globale e la probabilità di diffusione sarà maggiore. Nuove specie si aggiungeranno a quelle già radicate? Per passare alla pratica, sarà sempre più importante la sorveglianza ad ampio raggio, aumentando l’uso di lampade UV e la densità delle postazioni di monitoraggio, per incrementare le catture definite casuali. Le specie su cui si accenderà l’attenzione potranno meglio essere indagate con dispositivi specifici a feromone.

Marco Caimi, Research Manager

INPEST

www.inpest.it

Tribolium confusum Plodia interpunctella Prostephanus truncatus

D-Gel:

la rivoluzionaria esca per blatte efficace in soli 30 minuti

Prima in Italia a credere e a promuovere l’uso delle esche in gel per il controllo delle blatte, Colkim ha fatto da apripista a una modalità di disinfestazione che attualmente è la più conosciuta e richiesta anche da coloro che non sono addetti ai lavori: Amministrazioni Comunali, aziende del settore Food, Ho.Re.Ca., strutture sanitarie, etc. Questo metodo, pulito e discreto, richiede certamente una maggior conoscenza dell’infestante e una necessaria abilità di applicazione del metodo da parte del disinfestatore, assicurando una crescita professionale e operativa a tutto il mondo dell’Integrated Pest Management.

Un’esca a base di Dinotefuran

Forte della sua esperienza e competenza, Colkim si è concentrata sulla ricerca di un principio attivo innovativo e performante che garantisse l’assenza di attività repellente ma avesse un ampio spettro d’azione, un’ottima velocità di mortalità (flash out) del target e un miglior livello di dose giornaliera tollerabile (ADI). Nasce così la nuova esca per blatte D-Gel a base di Dinotefuran. Analizzando le caratteristiche del principio attivo del D-Gel, si osserva come il Dinotefuran sia un neo-nicotinoide di terza generazione la cui struttura deriva dal neurotrasmettitore acetilcolina che agisce sui recettori nicotinici dell’acetil-

colina delle sinapsi nervose degli insetti. Una volta legata a questi recettori, l’azione agonistica degli impulsi eccitatori ripetuti, porta alla mortalità dell’insetto. Per questo principio attivo è importante evidenziare che la sua ADI (Acceptable Daily Intake), ovvero la quantità massima di sostanza chimica che può essere ingerita giornalmente nella vita senza causare effetti dannosi, risulta la migliore tra i principi attivi utilizzati nei diversi gel in commercio. Tra le altre caratteristiche che collocano il Dinotefuran fra i migliori principi attivi, sono da sottolineare l’assenza di attività repellente, un ampio spettro d’azione e una bassa tensione di vapore. Valutate le caratteristiche chimicotossicologiche del principio attivo, e studiato un adescante rivoluzionario specifico per le blatte, Colkim ha conIl D-Gel, esca insetticida in gel pronto uso, è composto da Dinotefuran al 2,0% (CAS n° 165252-70-0) e Denatonium benzoato allo 0,01% (CAS n° 373433-6) e presenta la sola Indicazione di pericolo H411 (tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata). È un prodotto altamente performante, un adescante rivoluzionario ed è indicato per l’utilizzo in locali domestici, aree di manipolazione alimenti (comprese aziende alimentari), locali pubblici e commerciali.

frontato l’attività del D-Gel rispetto ad altri principi attivi presenti in alcuni gel per blatte. Dopo numerosi test, i risultati hanno evidenziato come il D-Gel elimini le blatte 23 volte più velocemente di altri prodotti, con un flash out, ovvero la mortalità delle blatte, che avviene dopo solo 30 minuti rispetto alle 10 ore necessarie (vedi grafici). Il bait-averse (avversione all’esca), ovvero quel fenomeno che porta i blattoidei a non volersi più nutrire di una determinata tipologia di esca, ha dimostrato come il D-Gel presenti un’attrattività del composto nettamente superiore rispetto ai competitor con principi attivi diversi, risultando quindi più attrattivo.

COLKIM

www.colkim.it

COMPOSIZIONE

il massimo dell’innovazione nel rispetto della tradizione

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