numero 1 | FEBBRAIO 2021 | VOLUME 71
Italian Journal of Dairy Science and Technology Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association
Comparto latte e pandemia: quali gli effetti sul lungo termine? Il futuro del sistema delle Indicazioni Geografiche europee La Top 20 del settore lattiero caseario
Burro italiano: è il momento della valorizzazione www.stlcjournal.com
Forma di un prodotto DOP: il caso “Morbier”
Grana Padano DOP: analisi del DNA per migliorare la qualità
ISSN 0390-6361
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Italian Journal of Dairy Science and Technology Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association
EDITORS IN CHIEF Milena Brasca (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Giovanna Contarini (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi)
SCIENTIFIC EDITORIAL BOARD Federico Baruzzi (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Bari) Luciana Bava (Università degli Studi di Milano) Giovanni Cabassi (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Cinzia Caggia (Università di Catania) María Remedios Carrasco Sánchez (QueRed Zafra, Spain) Bianca Castiglioni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Lodi) Fabio Coloretti (Università di Bologna) Roberto Consonni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Maria Luisa Dettori (Università degli Studi di Sassari) Paolo Formaggioni (Università degli Studi di Parma) Piero Franceschi (Università degli Studi di Parma) Elena Franciosi (Fondazione Edmund Mach, San Michele all’Adige) Monica Gatti (Università degli Studi di Parma) Giorgio Giraffa (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Yesid González Torres (Fundación Universitaria Juan de Castellanos, Tunja, Colombia) Nadia Innocente (Università degli Studi di Udine) Alejandra A.Latorre (Universidad de Concepción, Chillan, Chile) Camilla Lazzi (Università degli Studi di Parma) Massimo Malacarne (Università degli Studi di Parma) Lucia Monti (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria -CREA, Milano) Luisa Pellegrino (Università degli Studi di Milano) Giovanni Piredda (Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura, Sassari) Luca Settanni (Università degli Studi di Palermo) Tiziana Silvetti (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Andrea Summer (Università degli Studi di Parma)
HONORARY BOARD MEMBERS Giuseppe Losi
DIRETTORE RESPONSABILE Marco Zani DIRETTORE EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE Vincenzo Bozzetti COMITATO EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE Paolo Cernuschi - Clerici-Sacco Giovanna Contarini - CREA Lodi Maria Chiara Ferrarese - CSQA Ivana Gandolfi - Parmalat Massimo Malacarne - Università di Parma Chiara Marinuzzi - Studio Legale Forte Luciano Negri - Fattorie Cremona Erasmo Neviani - Università di Parma Luisa Pellegrino - Università di Milano Vittorio Emanuele Pisani - Consorzio Tutela Provolone Valpadana Valentina Pizzamiglio - Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano COORDINAMENTO EDITORIALE Chiara Scelsi - chiara.scelsi@quine.it ABBONAMENTI
TRAFFICO
Tel. 02 88184.117 abbonamenti@quine.it www.stlcjournal.com Costo copia singola: 1,30 euro Abbonamento annuale: 30 euro
Ornella Foletti ornella.foletti@quine.it
PUBBLICITÀ
STAMPA
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Grafica Veneta Via Malcanton 2 35010 Trebaseleghe (PD)
PRODUZIONE Paolo Ficicchia
Quine Srl - www.quine.it Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte - AITeL Autorizzazione del Tribunale di Parma n. 377 del 31.03.1965 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005 Tutti gli articoli pubblicati su Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dal GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Quine Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine Srl, Via Spadolini 7 - 20141, Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.
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SOMMARIO/TABLE OF CONTENTS
IN QUESTO NUMERO
Lente di ingrandimento La produzione del latte e il benessere animale 6 E. Neviani
Primo Piano Obiettivo a fuoco Il latte resiste al virus 8 V. Bozzetti
Focus Diritto e rovescio Burro italiano: è il momento della valorizzazione 14 M. Halker
Economia La top 20 del settore lattiero caseario 20 L.A. Ferraro
Indicazioni geografiche
Normativa
Il futuro del sistema delle IG europee 24
Pillole legislative
M. Halker
La riproduzione della forma di un prodotto DOP 42 S. Checchi
Ricerca scientifica internazionale
28
Storia lattiero-casearia
Tecnologia applicata Castelmagno DOP 32 G. Tallone
Il malghese Scaltrito di Agostino Gallo 50 V. Bozzetti
News
Laboratorio e qualità Grana Padano DOP: analisi del DNA per migliorare la qualità 38
4
45
Cultura
Tecnica
M. Halker
Dalle Aziende
56
La Grattugia Si chiude una porta… e si apre un portone 60 V. Bozzetti
FEBBRAIO/2021
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LENTE D’INGRANDIMENTO
La produzione del latte e il benessere animale
M
entre il mondo è alle prese con il perdurare di gravi stati di sofferenza dei suoi abitanti, che spesso non hanno di che nutrirsi, si osserva l’insistenza dell’ossessiva campagna di alcune associazioni “anti-latte”. Nei mesi scorsi, in alcune città italiane, sono comparsi dei manifesti con una
bella mucca in primo piano e la scritta “il latte mi uccide, gli animali sono sfruttati e uccisi nella produzione di latte”. Ora è indubbio che la difesa del benessere animale sia una reale priorità per il settore e che debba essere definita e sviluppata per tutti i differenti momenti della produzione del latte e dell’organizzazione degli allevamenti. Tutti gli operatori del settore sono da tempo alle prese con questo problema, nel tentativo di mettere a punto soluzioni che possano coniugare l’efficienza produttiva con il rispetto del mondo animale e del suo benessere. È plausibile non ritenere sufficienti gli sforzi in atto negli allevamenti in tal senso. Ma da questo a criminalizzare i produttori del latte ce ne corre. Il latte rimane un alimento dalle grandi virtù nutrizionali, grazie al quale probabilmente molti degli attuali critici anti-latte sono cresciuti e del cui fascino non riescono a “liberarsi” quando ERASMO NEVIANI Presidente Comitato Italiano FIL-IDF
propongono denominazioni di bevande vegetali che chiaramente evocano il latte e i suoi derivati, giocando sul filo formale del rispetto delle normative sulle denominazioni e l’etichettatura. Al latte sono associate sensazioni di benessere e di salubrità che permangono nell’immaginario di gran parte di noi. Da piccoli molti hanno bevuto una tazza calda di latte, magari col miele, come rimedio quando si sentivano raffreddati. Nei libri per l’infanzia e nei cartoni animati ai bimbi veniva offerto latte per riprendersi dai malanni, e non bevande vegetali! Sarà per questo motivo che in tutti i modi i supporter delle bevande vegetali, invece di cercare di valorizzare gli aspetti positivi dei loro prodotti preferiti, continuano a diffondere campagne denigratorie che evocano situazioni drammatiche. Sono convinto che sarebbe il momento opportuno per sviluppare campagne trasparenti che rivendichino il valore nutrizionale del latte, invitando al contempo le associazioni degli allevatori ad essere ancora più incisive nel comunicare le pratiche messe in atto a tutela della difesa del benessere animale e le associazioni degli industriali a condividere lo stato delle conoscenze e gli sviluppi in merito agli sforzi finalizzati a migliorare la sostenibilità ambientale delle produzioni lattiero casearie. Checché ne possano dire i suoi detrattori, il latte rimane un componente difficilmente sostituibile nella dieta quotidiana di ampie fasce della popolazione nel mondo, dei ricchi e dei poveri.
6
Febbraio/2021
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OBIETTIVO A FUOCO
PRIMO PIANO
Il latte resiste al virus Il comparto lattiero caseario mondiale regge agli impatti delle prime ondate della pandemia. Gli effetti sul lungo termine però non sono ancora conosciuti Vincenzo Bozzetti
risorse umane, sono stati registrati nelle interruzioni nel ritiro del latte, nelle cadute dei
I
l comparto lattiero caseario mondiale, an-
to dei consumi fuori casa.
cora una volta, ha dimostrato all’umanità
Ovviamente, come lo sviluppo dell’epide-
di essere un servizio essenziale ed affida-
mia su scala globale è stato asincrono, al-
bile, dotato di resilienza, dinamica e funzio-
lo stesso modo gli impatti nei vari paesi
nale, in grado di assicurare ai consumatori di
non sono stati sfasati, e gli impatti nel lun-
tutto il mondo alimenti sani, sicuri e nutrienti,
go termine sono ancora da registrare.
Jurriën Scheepstra di ZuivelNL, relatore nel webinar di presentazione del Report FIL-IDF
durante la drammatica pandemia Covid-19,
mente gli andamenti produttivi e commer-
tutt’ora in atto. Certamente il comparto ha
ciali del 2019, unitamente ai risultati conse-
THE WORLD DAIRY SITUATION 2020
guiti nel primo semestre 2020.
causati dalle chiusure e dai blocchi delle attività, ma ha “reagito prontamente e silenzio-
In questo quadro, non certo facile, gli
prosegue in complesso la sua tendenza posi-
samente”, come da tradizione. Gli anelli del-
esperti economici della FIL-IDF hanno rea-
tiva (+2,2% sul 2018), raggiungendo in totale
la filiera maggiormente intaccati dalla pan-
lizzato l’annuale Rapporto (Bulletin 506-
881 milioni di tonnellate e registrando le mag-
demia, in aggiunta allo stato sanitario delle
2020) con il quale descrivono dettagliata-
giori dinamicità con il latte di bufala e capra.
accusato gli impatti immediati quanto severi
8
prezzi del latte alla stalla e con l’azzeramen-
Febbraio/2021
In generale, la produzione del latte nel mondo
OBIETTIVO A FUOCO
PRIMO PIANO
Milk production growth between 2010 and 2019 mln tonnes
mln tonnes
All species
1 000
CAGR '10-
900
+2.2%
820
809
724
842
mln tonnes
714
75
16.6
18.2
18.8
19.5
19.4
19.8
//
5
10.4
10.7
10.5
10.6
//
5
2010 2015 2016 2017 2018 2019
10.1
9.9
7
127
133
//
Lo sviluppo della produzione del latte mondiale per specie lattifera, evidenzia una maggiore crescita del latte di bufala rispetto al latte di vacca e, un maggior incremento del latte di capra rispetto a quello di pecora. In complesso mentre nel 2010 il latte di vacca rappresentava l’83% del totale latte prodotto, a fine 2019 rappresentava l’81% del latte globale.
+0.8%
9
15
121
Sviluppo della produzione del latte per specie lattifere
CAGR 10-'19: +0.8%
11
115
2010 2015 2016 2017 2018 2019
Sheep
13
109
93
50
15
+2.0%
20
701
//
mln tonnes
CAGR '10-'19: +1.9%
25
672
687
2010 2015 2016 2017 2018 2019
Goat
30
668
601
400
2010 2015 2016 2017 2018 2019
10
100
500
//
500
+4.6%
125
600
881
862
Buffalo CAGR '10
150
+1.9%
700
700 600
CAGR '10-
800
800
mln tonnes 175
Cow
900
2010 2015 2016 2017 2018 2019
Regional development of cow’s milk production between 2010 and 2019 mln tonnes
200 150 100
CAGR '10-'19: +1.1%
CAGR '10-'19: -0.2%
50 0
2010
Asia
2011
EU 28
2012
2013
North and South America Other Europe Central America 2014
2015
2016
2017
2018
2019
CAGR '10-'19: +1.4%
CAGR '10-'19: +1.7%
Africa
Oceania
Source: CNIEL, ZuivelNL, FAO, IDF National Committees, national statistics.
Sviluppo della produzione del latte di vacca per aree geografiche Lo sviluppo della produzione del latte di vacca per aree geografiche evidenzia una maggiore dinamicità in Asia, rispetto ai paesi membri dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e dell’America Centrale, come anche rispetto ai bacini lattiferi dell’emisfero australe, dove la produzione del latte di vacca è realizzata maggiormente, con sistemi estensivi vincolati alle condizioni meteorologiche.
Febbraio/2021
9
PRIMO PIANO
OBIETTIVO A FUOCO
Liquid milk output Global cheese production mln tonnes 22 21
+2.8%
+3.3%
20 19
19.3
18 17
2014
19.9
2015
+2.7%
+1.9%
2016
2017
2018
2019
Growth 2018/19 (%)
EU 28
9.6
+1.2
USA
6.0
+0.8
Brazil
1.0
+2.4
Turkey
0.7
-6.1
Mexico
0.5
+13.9
Argentina
0.4
-2.5
Egypt
0.4
+11.0
mln tonnes
+1.4%
21.4
20.8
20.5
Trends in leading producing countries
21.7
2019
<-1% -1% to +1%
Source: CNIEL, ZuivelNL, IDF national committees, national statistics.
+1% to +3% >+3%
Butter and butteroil output Global production
mln tonnes
mln tonnes 12 11
Trends in leading producing countries
+2.3%
+2.6% +3.0% +2.0% +1.8%
10 9 8 7
9.9
10.1
2014
2015
10.3
2016
10.8
10.5
2017
2018
11.1
2019
Growth 2018/19 (%)
2019
India
5.9
+4.5
EU 28
2.4
+2.4
USA
0.9
+1.3
New Zealand
0.8
+2.7
Russia
0.3
-2.6
Belarus
0.1
+0.5
Canada
0.1
-3.2
Produzione mondiale di formaggio La produzione mondiale di burro è stata stimata di poco sotto i 24 milioni di tonnellate (escludendo i formaggi fusi, per evitare di contarli due volte). Questa stima include i formaggi prodotti con il latte di tutte le specie ed anche le produzioni casalinghe o degli allevamenti. Nel 2019 la crescita è stata dell’1,4%, contro un incremento medio del 2,2% dal 2010.
Produzione mondiale di burro ed olio di burro La produzione mondiale di burro ed altri derivati dal grasso del latte (butter oil, ghee) è stata stimata superiore alle 11 milioni di tonnellate; registrando un incremento del 3,3% sul 2018, ed in linea con la tendenza decennale. Questo segmento produttivo è dominato dall’India, la quale da sola ne produce il 53%, con una crescita del 4,5%; la Nuova Zelanda resta il maggior esportatore.
Export share (D) development of key exporters on the world dairy market (milk equivalent basis, period 2010-2019) 26%
EU 28 New Zealand
23% 13% 15% 15%
United States 5% 5% 5%
Belarus Australia 3% 2% 2%
Saudi Arabia
5% 4%
Argen na Uruguay Turkey
5% 2015
25%
Quota di mercato nel commercio mondiale dei derivati del latte
14% 15% 13%
Rest of world 0%
29%
6%
1% 2% 2% 3% 3% 2% 2% 2% 2% 1% 1% 1%
United Arab Emirates
27%
27%
2018
10%
15%
20%
25%
2019
30% Source: ZuivelNL, Comtrade
(D) As part of total world trade volume: reference volumes used were (expressed in million tonnes of milk equivalents): 2015: 75.0 / 2018: 81.0/ 2019: 82.1
10
Febbraio/2021
I volumi espressi nel grafico sono stati elaborati in tonnellate di latte equivalente ed esprimono i rapporti delle quote di mercato globale per paesi. Ben evidente è la inversione delle quote di mercato tra Unione Europea (a 28 paesi), nei confronti della Nuova Zelanda, generata dalla fine delle “Quote latte” nel 2015 e dopo 4 anni.
OBIETTIVO A FUOCO
PRIMO PIANO
Dynamics in world cheese trade: main exporters, key export markets (volumes x 1 000 tonnes) Top-10 global cheese exporters 2019 No. Exporter
Top-10 cheese export destinations 2019
Volume
Share
‘18/’19
1.
EU 28
885.5
33.3%
+5.2%
Japan
2.
USA
357.9
13.5%
+2.7%
Russia
+0% +14%
3.
New Zealand
334.9
12.6%
+4.0%
USA
4.
Belarus
243.7
9.2%
+15.9%
South Korea
+10%
5.
Australia
160.1
6.0%
-7.1%
China (F)
+10%
6.
Egypt
97.8
3.7%
-6.0%
7.
Saudi Arabia
77.2(E)
2.9%
0.0%
8.
Switzerland
71.3
2.7%
+4.3%
9.
Argentina
61.4
2.3%
+1.0%
10.
Turkey
50.0
1.9%
-1.3%
2 659.2
100.0%
+2.8%
World trade
-1%
Mexico
-0%
Saudi Arabia
+0%
Australia
EU 28 United States Belarus New Zealand Australia Rest of world
-3%
EU 28
+5%
Switzerland
+2%
0 100 200 300 400 500 Export market volume (x 1 000 tonnes)
Dinamismi del commercio mondiale del formaggio tra paesi esportatori e destinazioni In complesso, il commercio mondiale del formaggio, mantiene l’incremento del 2,8%, sommando un totale di 2,6 milioni di tonnellate. I maggiori paesi esportatori hanno migliorato le posizioni, con l’eccezione dell’Australia a causa delle riduzioni di raccolta latte e la perdita di volumi dell’Egitto. In merito alle destinazioni, fermo il Giappone mentre aumenta la Russia, la Corea del Sud e la Cina.
Dynamics in world butter/-oil trade: main exporters, key export markets (volumes x 1 000 tonnes) Top-10 global butter/-oil exporters 2019 No. Exporter
Volume
Top-10 butter(oil) export destinations 2019
(G)
Share
‘18/’19
1.
New Zealand
504.6
50.0%
+1.6%
Russia
2.
EU 28
220.1
21.8%
+35.2%
China (F)
3.
Belarus
76.0
7.5%
-13.2%
USA
+56% -11% +52%
Saudi Arabia
-4%
Australia
-0%
4.
India
46.6
4.6%
+43.3%
5.
USA
25.8
2.6%
-47.2%
6.
Australia
18.5
1.8%
+6.4%
7.
Ukraine
17.9
1.8%
-40.6%
8.
Argentina
15.0
1.5%
+37.8%
Egypt
+0%
9.
Uruguay
13.4
1.3%
-2.2%
Mexico
-24%
10.
Mexico
12.8
1.3%
+22.9%
1 008.2
100.0%
+3.9%
World trade
Philippines
+10%
UAE (H)
+12%
Turkey
+196%
New Zealand EU 28 Belarus India USA Rest of world
0 30 60 90 120 150 Export market volume (x 1 000 tonnes)
Source: ZuivelNL, Comtrade
Dinamismi del commercio mondiale del burro e similari tra paesi esportatori e destinazioni Il mercato mondiale del burro e butter oil ha raggiunto 1 milione di tonnellate, segnando un incremento del 3,9%. Le forniture internazionali di burro, nelle varie formulazioni, sono caratterizzate da un’elevata concentrazione, i primi 10 paesi esportano il 94% del totale, i primi 4 Nuova Zelanda, Unione Europea Bielorussia e India realizzano quasi l’84%.
Febbraio/2021
11
PRIMO PIANO
OBIETTIVO A FUOCO
Produzione mondiale di burro ed olio di burro
Dairy prices since 2010 (FOB Oceania) USD per tonne 7 500 6 000 4 500 3 000 1 500 0 2010
2011
2012
2013 Cheddar
12
2014 Butter
2015 SMP
2016
2017
2018
WMP
2019
2020
Source: USDA
La produzione mondiale di burro ed altri derivati dal grasso del latte (butter oil, ghee) è stata stimata superiore alle 11 milioni di tonnellate; registrando un incremento del 3,3% sul 2018, ed in linea con la tendenza decennale. Questo segmento produttivo è dominato dall’India, la quale da sola ne produce il 53%, con una crescita del 4,5%; la Nuova Zelanda resta il maggior esportatore.
Flussi export del formaggio. Top 5 esportatori con volumi superiori alle 10.000 ton. Le% esprimono gli sviluppi degli anni 2018 - 2019
Flussi export del burro e similari. Top 5 esportatori con volumi superiori alle 10.000 ton. Le% esprimono gli sviluppi degli anni 2018 - 2019
Flussi export del latte in polvere magro. Top 5 esportatori con volumi superiori alle 10.000 ton. Le% esprimono gli sviluppi degli anni 2018 - 2019
Flussi export del latte in polvere intero. Top 5 esportatori con volumi superiori alle 10.000 ton. Le% esprimono gli sviluppi degli anni 2018 - 2019
Febbraio/2021
OBIETTIVO A FUOCO
PRIMO PIANO
I primi 25 giganti Top 25 World Dairy Leaders (dairy turnover in bln USD) (A) COMPANY
COUNTRY
2017
2018
1
Lactalis
France
20.7
21.8
2019 22.4
Growth 2018/2019 (%) +3%
2
DFA
USA
14.7
13.6
15.9
+17%
3
Danone (B) (C)
France
14.6
15.4
14.8
-4%
4
Fonterra (D)
New Zealand
13.7
14.5
13.5
-7%
5
Nestlé (B)
Switzerland
13.7
13.5
13.4
-1%
6
Yili
China
10.1
12.0
13.1
+9%
7
FrieslandCampina
Netherlands
13.7
13.6
12.6
-7%
8
Arla Foods
Denmark
11.7
12.3
11.8
-4%
9
Mengniu
China
8.9
10.4
11.4
+10%
10
Saputo
Canada
9.0
10.3
11.2
+9%
11
DMK
Germany
6.5
6.6
6.5
-1%
12
Sodiaal
France
5.7
6.0
5.7
-4%
13
Savencia
France
5.5
5.7
5.6
-2%
14
Agropur (E)
Canada
4.9
5.2
5.5
+5%
15
Amul (F)
India
4.5
4.7
5.4
+15%
16
Kraft Heinz (G)
USA
5.5
5.3
5.3
-
17
Morinaga Milk Industry (F)
Japan
5.3
5.3
5.3
+0%
18
Müller (e)
Germany
5.1
5.1
5.1
-
19
Schreiber (e)
USA
5.0
5.0
5.0
-
20
Megmik Snow Brand (F) (H)
Japan
4.6
4.7
4.8
+2%
21
Meiji Dairies
Japan
4.6
4.6
4.6
-0%
22
Glanbia Plc (I)
Ireland
2.7
3.7
4.3
+14%
23
Land O’Lakes
USA
3.9
3.9
4.0
+3%
24
Lala
Mexico
3.4
3.9
3.9
+0%
25
Bel
France
3.8
3.9
3.8
-3%
Source: CNIEL, company reports, international press. (A) Kerry, Unilever, PepsiCo and Mondelez (C) Including plant-based substitutes from 2017 not ranked. onwards. (B) Infant formula excluded. (D) Year finishing in July.
(E) Year finishing in October. (F) Year finishing in March of the following year. (G) Estimate for year 2019.
(H) Including desserts and beverages. (I) IFRS 15 standard applied from 2018 onwards. (e) Estimate.
Per l’undicesimo anno consecutivo la Situazione Mondiale Lattiero Casearia è stata redatta grazie alla collaborazione di due importanti centri interprofessionali: quello francese del CNIEL e quello olandese di ZuivelNL: a loro un sentito grazie e i migliori complimenti. In merito al Rapporto completo, si fa notare che quanto riportato in queste poche pagine è solo il contenuto di una dozzina di pagine su 237 in totale. Sorge quindi spontaneo l’invito a studiare ed approfondire nei suoi articolati dettagli la Situazione Mondiale Lattiero Casearia, se non altro per aumentare la personale consapevolezza.
Febbraio/2021
13
DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
Burro italiano è il momento della valorizzazione La DOP potrebbe essere una delle soluzioni per far valere la qualità del burro italiano, così come la definizione di standard produttivi, un’etichetta più chiara e la cooperazione tra diversi produttori, enti e istituzioni Martina Halker
N
14
Tecnica lattiero casearia sono
ELEVATI LIVELLI QUALITATIVI PER IL BURRO ITALIANO
el numero 5/2020 di Scienza e stati pubblicati due articoli sul
Fausto Marchetti: Il burro italiano, purtrop-
burro: “Burro italiano, dove vai?” e “Qua-
po, è spesso considerato un sottoprodotto
le futuro per il burro italiano?”, nei quali si
della produzione del formaggio di tipo gra-
metteva in risalto che mentre in Europa si
na, cioè tipicamente del Grana Padano e
registrano i “magnifici otto” burri con la
del Parmigiano Reggiano, e non un prodot-
DOP, il burro italiano resta incerto nel suo
to primario, caratteristica che si riflette di
posizionamento, sebbene lo spazio di va-
conseguenza anche sulle sue qualità orga-
lorizzazione non manchi. Ci si chiedeva
nolettiche. Tanto che in passato il nostro
anche quale sia il burro migliore, rifletten-
burro è stato considerato di qualità inferiore
do sul fatto che “la risposta dipende dal
rispetto a quello di produzione straniera,
contesto in cui viene posta la domanda e
proveniente soprattutto dal nord Europa,
forse al mercato non interessa il burro mi-
probabilmente a causa della tecnologia uti-
gliore, forse al mercato interessa un buon
lizzata da affioramento, che garantisce una
burro italiano”.
minore qualità rispetto a quello da centrifu-
Abbiamo quindi pensato di chiedere ad al-
ga. Negli ultimi anni tali premesse hanno
cuni produttori se sia il momento di valo-
perduto di validità e il burro italiano è cre-
rizzare il burro italiano e quali strategie si
sciuto raggiungendo elevati livelli qualitativi.
dovrebbero implementare.
Migliorando la qualità delle materie prime e
Febbraio/2021
FAUSTO MARCHETTI Direttore operativo di Virgilio
“Diffondere una vera e propria cultura alimentare, verso il consumatore, gli operatori e stakeholder. Un’operazione coordinata, programmata e governata da enti e istituzioni”
DIRITTO E ROVESCIO
FOCUS
LIBERO STRADIOTTI Presidente del Consorzio del Provolone Valpadana
“Definire specifici standard per il burro, con tutto ciò che ne deriva in termini di sicurezza, igiene e garanzie, sarebbe un’opportunità”
delle tecnologie produttive si è arrivati a ot-
verso il consumatore, che non sa quasi
“bandito” dalla tavola degli italiani per moti-
tenere un prodotto che compete alla pari
nulla del burro che compra e spesso, quan-
vazioni strettamente connesse alla dieta,
con i migliori burri del nord Europa.
do si parla di burro, ha pregiudizi e luoghi
nuovi orientamenti alimentari stanno ridan-
Attraverso un pretrattamento presso il ca-
comuni, sia verso gli operatori e stakehol-
do vigore ai grassi di origine animale.
seificio si ottiene una materia prima del tut-
der che più utilizzano il burro di alta qualità.
Sull’esperienza che hanno maturato i for-
to simile alla crema di centrifuga e la scelta
Tale operazione non potrà, a nostro avviso,
maggi tipici, o meglio, di quelli che si sono
di fermenti selezionati permettono di avere
essere fatta da un unico player, ma dovrà
avvantaggiati di una denominazione di ori-
un prodotto che garantisce alta qualità e
essere coordinata, programmata e gover-
gine e che, proprio grazie a quello, sono di-
parametri organolettici simili ai burri euro-
nata da enti e istituzioni sia a livello nazio-
ventati ambasciatori del prodotto italiano
pei, ma con le caratteristiche di consisten-
nale che internazionale.
nel mondo, non escluderei un simile per-
za e colore derivanti dall’utilizzo di panne
corso virtuoso anche per il burro.
locali. Tale prodotto presenta pertanto ca-
Si tratterebbe, sostanzialmente, di attribuire
ATTENZIONE AL BENESSERE DEL BESTIAME
una connotazione locale a questo prodotto
prodotti da forno e pasticceria. A questa metodologia produttiva è stato accompa-
Libero Stradiotti: Il burro rappresenta, per i
come avviene per i formaggi, il burro come
gnato un miglioramento della qualità del
caseifici del nostro territorio padano, un ul-
frutto di un settore primario sempre più at-
latte, garantita dal controllo dell’intera filie-
teriore elemento che qualifica, insieme ai
tento all’alimentazione e al benessere del
ra. Per implementare il consumo di burro
prodotti a indicazione geografica, l’offerta
bestiame, favorendo un progressivo innal-
italiano, occorre a nostro avviso diffondere
nei confronti del consumatore. Sebbene,
zamento della qualità del latte da cui trarre
una vera e propria “cultura alimentare”, sia
negli anni, il consumo del burro sia stato
prodotti unici.
ratteristiche ideali per essere usato per
Febbraio/2021
per avvalorare, presso il consumatore, così
15
DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
Proporre la definizione di specifici standard anche per il burro, con tutto ciò che ne deriva in termini di sicurezza, igiene e garanzie, sarebbe, a mio avviso, un’opportunità da non scartare, collocando sul mercato un prodotto in grado di offrire al consumatore tutte quelle aspettative che vengono riservate ai prodotti di qualità.
UN PRODOTTO DI NICCHIA Carla Occelli: Nel 2009 ho scelto di non entrare nell’arena di un mercato del burro di affioramento dominato dalla grande industria dei formaggi, ma da piccola artigiana mi sono ritagliata una nicchia con un prodotto ben specifico, il burro de I Segreti di Carla: 100% di panna da centrifuga, lavorato con la zangola. Soluzione che mi ha consentito di trovare un’identità con un prodotto unico tra i tanti disponibili nel mondo del consumo, all’insegna della discontinuità
La valorizzazione del burro passa anche dall'attenzione alla filiera del latte
con una materia prima piemontese trasformata lo stesso giorno della scrematura ottenuta per centrifugazione e quindi con un
do si arriva a parlare del burro, elemento es-
metodo di lavorazione diverso. L’inserimen-
senziale di ricette ricercatissime e di invidia-
to in questa nicchia di mercato ha, quindi,
te espressioni dell’altissima sapienza rico-
consentito all’azienda di non confrontarsi
nosciuta al “Made in Italy”, spunta inevita-
con i grandi competitor sul prezzo o sulla
bile il dispiacere di aprire un varco al burro straniero magari di qualità, ma straniero. Da
capacità di spingere con imponenti campagne di marketing/comunicazione. Dopo questa breve presentazione, provo a fare qualche considerazione sul mercato, visto
CARLA OCCELLI Responsabile produzione de I Segreti di Carla
analisi. Quello che osservo è che buona parte della grande ristorazione italiana o della grande pasticceria, per cui siamo famosi nel mondo, è costretta a fare ricorso a burri stranieri per conclamata assenza di prodotti italiani riconosciuti validi e di eccellenza. Stiamo parlando di un mondo che è sempre alla ricerca di prodotti autoctoni; si riportano “in vita” tuberi scomparsi o antichi grani di cui si era persa memoria, ma quan-
16
momento di attuare delle iniziative non più differibili, di mettere mano alle attuali e poco chiare regole per andare incontro a me-
da un’angolazione di piccola artigiana senza il supporto di dati statistici o di profonde
operatrice del settore credo che sia giunto il
“Interventi per colmare l’assenza di DOP nel burro: attenzione alla filiera del latte italiano, etichette chiare e veritiere, e diffondere cultura e conoscenza”
Febbraio/2021
dio-piccole realtà che faticano a entrare in un circuito rigido e soprattutto ai consumatori, oggi messi nell’impossibilità di fare scelte consapevoli. Mi riferisco alla necessità di interventi puntuali da parte dei soggetti preposti, attraverso interventi di maggiore attenzione alle diversità, magari con un sostegno economico per artigiani e piccole/medie aziende. Progetti mirati a colmare l’assenza di DOP nel burro, già presenti e vincenti all’estero, con maggiore at-
DIRITTO E ROVESCIO
GIUSEPPE LOSI Professore Ordinario di Industrie Alimentari dei Prodotti di origine animale presso l’Università di Bologna dal 1983 e Libero Docente in Industrie Agrarie (enologia, oleificio, caseificio)
“Conoscenza del prodotto e qualità”
FOCUS
GIANLUCA BOSCHETTI Responsabile marketing Latteria Soresina
"Costruire una cultura di utilizzo del burro"
LA DOP COME VALORE AGGIUNTO Gianluca Boschetti: Concordo sul fatto che ci siano opportunità per valorizzare il burro in Italia. Il punto è trovare il modo. Il mercato del burro in Italia è diviso in tre
UN CONSUMATORE PIÙ CONSAPEVOLE
grandi canali: il retail, l’Horeca e l’indu-
tenzione alla filiera del latte italiano, chia-
Giuseppe Losi: La valorizzazione del burro
il consumatore che sceglie il burro da ac-
rendo quelle zone d’ombra ancora esisten-
italiano dovrebbe partire da una maggiore
quistare. Su questo fronte, più che negli
ti. Fortemente prioritario risolvere, una volta
consapevolezza da parte del consumatore
altri canali, gioca un ruolo fondamentale la
per tutte, l’annoso problema delle etichette,
che il burro non si fa dal burro importato,
valorizzazione della marca. Nell’Horeca e
spesso criptiche o non veritiere. Altrettanto
ma dalla panna, come il vino si fa partendo
nell’industria la valorizzazione è meno vi-
auspicabile sarebbe la creazione di eventi
dall’uva e non dal vino difettoso.
sibile al consumatore, che usufruisce di
dedicati, con iniziative di concerto tra il set-
Una delle possibili strategie da seguire è
un prodotto finito in cui il burro è solo uno
tore e i ministeri competenti, finalizzate alla
quella che passa attraverso la qualità dei
degli ingredienti.
diffusione dei prodotti di eccellenza ma so-
nostri prodotti lattiero caseari, in particolare
Altra questione da affrontare per capire
prattutto a diffondere cultura e conoscenza.
dei formaggi e del burro. Sottolineando che
che la valorizzazione del burro in Italia sa-
C’è la necessità, a mio avviso, di introdurre
il burro è un co-prodotto derivante dalla
rebbe auspicabile, ma non di semplice re-
regole basate su una sorta di blockchain
produzione dei formaggi duri DOP, orgoglio
alizzazione, sono i numeri che ci distin-
con un controllo accurato di tutti i passaggi,
della tradizione casearia nazionale.
guono enormemente, per esempio, dal
dalla produzione del latte fino alla sua mes-
Soprattutto, dobbiamo far comprendere
mercato francese. Il consumo pro capite
sa sul mercato nei vari prodotti/canali. Mi
che per quanto riguarda i prodotti lattiero
in Francia è circa 8 volte quello in Italia. È
rendo conto che le cose elencate, semplici
caseari il nostro Paese può competere solo
naturale, visto il sovrapporsi dell’utilizzo di
e condivisibili in apparenza, andranno a
a livello qualitativo, perché a livello quanti-
olio extravergine d’oliva che si fa nel no-
scontrarsi con una realtà complessa fatta
tativo questo, per diversi motivi, è impossi-
stro Paese. Addentrandoci quindi nei nu-
da grovigli di interessi in cui quelli economi-
bile. Infatti, sono già presenti nel mercato
meri, in Italia, nel mercato retail, si vendo-
ci sovrastano spesso ogni altro principio,
alcune realtà, di dimensione certamente
no circa 43mila tonnellate di burro per un
per quanto nobile ed elevato.
contenuta, ma di elevata qualità.
valore al consumo di 400 milioni di euro.
Febbraio/2021
stria. Per quanto riguarda GDO e negozi, è
17
DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
In Francia, invece parliamo di quasi 8 volte tanto. Con queste cifre, le aziende d’oltralpe hanno a disposizione risorse diverse da investire in comunicazione, ricerca e sviluppo. Inoltre, il mercato francese registra la presenza di produttori di importanti dimensioni, mentre l’Italia, nel settore retail, presenta un mercato molto frastagliato, in cui il primo produttore detiene meno del 9% di quota e il secondo è circa la metà del primo. Certo l’idea di una DOP del burro, nata dall’unione dei produttori in un Consorzio, permetterebbe di unire le risorse per una promozione unica. Inoltre, sono convinto che a prescindere dagli investimenti in comunicazione, la DOP sia un valore aggiunto, soprattutto di qualità percepita dal consumatore che ormai conosce bene il significato di questo marchio di qualità. Il burro italiano avrebbe tutte le caratteristiche per garantire la qualità che ci si aspetta da una DOP. È sufficiente lavorare al meglio sulla materia prima e sui processi produttivi. Noi, per esempio, abbiamo scelto di utilizzare solo panne fresche, che danno una qualità maggiore al prodotto finito. A volte si tende a enfatizzare troppo il burro da centrifuga, che, se prodotto da panne fresche e ottime tecnologie è sicuramente di qualità, ma a volte viene prodotto invece con burro congelato. Inoltre c’è da chiedersi se il consumatore conosca veramente il significato di panna da centrifuga. Per concludere, bene la valorizzazione del burro italiano, anche attraverso la DOP. Le questioni riguardano le risorse ed eventualmente mettere d’accordo tanti interlocutori. Nella questione, però, mi piace cogliere l’opportunità. Parliamo di un prodotto consolidato nella cucina italiana e che nel periodo Covid è cresciuto del 20%. In passato, la costante perdita di quote di mercato non era dovuta tanto al-
18
Febbraio/2021
DIRITTO E ROVESCIO
la demonizzazione dei grassi animali, quanto alle abitudini alimentari degli italia-
QUALCHE DATO DI MERCATO
ni che cucinano sempre meno. La valoriz-
Il mercato del burro, con le sue oltre 20,5 milioni di famiglie e una penetrazione dell’82%, ha sviluppato nella distribuzione moderna negli ultimi 12 mesi circa 35.800 tonnellate per un fatturato di 335 miliardi di euro. Si registra un aumento a volume del +14,0% e a valore del +9,4%.1 Nella prima fase del lockdown la categoria del burro ha visto un incremento a doppia cifra (+53,3% a volume e +51,2% a valore), dovuto al cambiamento del carrello della spesa determinato dai nuovi modelli di consumo “cuochi in casa” che hanno favorito il comparto fresco del libero servizio di cui fa parte il burro. La crescita è stata guidata da un aumento a doppia cifra del parco acquirenti pari a 17,3 milioni di famiglie (+19%). Da registrare anche un incremento della frequenza di acquisto (2,8 atti nel trimestre +13%).2 La reale segmentazione di questo mercato continua a essere quella basata sui formati e le referenze più alto vendenti sono quelle che garantiscono battute di cassa inferiori o convenienza in termini di euro/kg. Le aziende hanno cercato, negli ultimi anni, di ampliare l’offerta soprattutto nelle aree benessere e intolleranze alimentari, anche se il peso è ancora marginale (7,1% del totale dei volumi del mercato). A fronte di una crescita di circa 26mila famiglie del comparto burro tradizionale, seppur con un peso nel mercato del burro ancora marginale continua la crescita a doppia cifra del segmento del delattosato (+23,8% a volume), ottenendo nell’ultimo anno l’apprezzamento di circa 2,4 milioni di famiglie (+272mila famiglie). Peso marginale all’interno della categoria anche per il segmento del biologico (2,2% a volume), ma con trend di crescita a doppia cifra (+12,0% a volume).3
zazione del burro italiano, a mio avviso, passerà anche attraverso la comunicazione sul suo utilizzo. Più si riuscirà a costruire una cultura di utilizzo del burro, più il consumatore saprà riconoscere le differenze di qualità delle sue diverse tipologie
MAURIZIO MOSCATELLI Direttore commerciale di Parmareggio
e quindi a valorizzarle. Anche perché il burro in cucina è un artefice di sensorialità con pochi pari.
AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA DI MERCATO Maurizio Moscatelli: La reale segmenta-
“Gamma sempre più ampia e di qualità, attenta alle esigenze di un consumatore in continua evoluzione”
zione del mercato del burro continua a essere quella basata sui formati e le referenze più vendute sono quelle che garanti-
ciale con la GDO basato sul reciproco
scono battute di cassa inferiori o conve-
obiettivo di sviluppo del business sono gli
nienza in termini di euro/kg.
elementi che ci hanno permesso di ottene-
Nel mercato del burro si è assistito negli
re in pochi anni la leadership in un mercato
ultimi anni anche all’ampliamento dell’of-
che ha visto momenti di difficoltà.
ferta realizzata dalle industrie produttrici,
Parmareggio ha cercato di innovare nel
principalmente nelle aree benessere e in-
mercato del burro puntando sull’origine e
tolleranze alimentari, anche se hanno un
sulla provenienza della materia prima,
peso ancora marginale (7,1% del totale dei
ovvero le panne provenienti dalla lavora-
volumi del mercato): dal burro a ridotto te-
zione del nostro Parmigiano Reggiano.
nore di grasso o alleggerito a quello a ri-
Lo stretto contatto con i fornitori, conso-
dotto contenuto di colesterolo, fino al bur-
lidato negli anni, permette un accurato
ro chiarificato e salato, ma anche il delat-
controllo fin dalle prime fasi della filiera
tosato e il biologico.
produttiva, mentre controlli qualitativi du-
Negli ultimi anni abbiamo concentrato im-
rante le fasi di burrificazione e confezio-
portanti risorse aziendali nello sviluppo del
namento mantengono alto il livello di si-
Burro Parmareggio, che ci hanno portato a
curezza e qualità.
creare una gamma sempre più ampia e at-
Per andare incontro alle esigenze di con-
tenta alle esigenze di un consumatore in
sumo, abbiamo diversi formati sia con
continua evoluzione.
grammature ridotte e con bassa battuta di
La particolare attenzione alle materie pri-
cassa disponibili presso la GDO, ma an-
me, la differenziazione della gamma e dei
che il canale Horeca o per l’industria. Il no-
formati, i lanci del burro delattosato e del
stro burro è nato principalmente per il mer-
burro bio seguendo i nuovi trend di merca-
cato interno, ma da alcuni anni abbiamo ri-
to, importanti politiche di marketing attua-
levato un crescente interesse in particolare
te sulla categoria e un rapporto commer-
da parte dei paesi del centro-est Europa.
Febbraio/2021
FOCUS
[1] Nielsen Distr. Moderna - Dati AT al 04/10/2020 - Nielsen market summary dati homescan at feb 2020. [2] Nielsen Distr. Moderna - Dati bimestre marzo-aprile 2020 - Nielsen market summary dati homescan at feb 2020. [3] Nielsen Distr. Moderna - Dati AT al 04/10/2020 - Nielsen market summary dati homescan at feb 2020.
19
FOCUS
ECONOMIA
LA TOP 20 DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO Il Gruppo Lactalis emerge come leader di un settore che nel 2019 ha registrato un fatturato di 15,3 miliardi di euro
IL SETTORE LATTIERO CASEARIO
Nel 2020, nonostante l’emergenza sanita-
Il settore lattiero caseario è leader
con il conseguente clima di incertezza
dell’agroalimentare italiano con un fat-
che ha generato, l’export di latte e deriva-
turato che, nel 2019, si attesta sui 15,3
ti nazionali hanno resistito registrando so-
miliardi di euro ed è l’indiscusso prota-
lo un lieve calo, stimato intorno al 2,5%.
ria che ha colpito l’Italia e il mondo intero
gonista del panorama internazionale grazie alla qualità dei suoi prodotti il cui
di Luigi Antonio FERRARO Specialista di analisi competitiva esperto del comparto lattiero-caseario Cerved Group
20
fiore all’occhiello è rappresentato dalle
LEADER DI SETTORE
54 produzioni casearie che si possono
L’assetto competitivo settoriale ha un le-
fregiare della denominazione di origine
ader incontrastato, il Gruppo Lactalis
(52 DOP e 2 IGP).
(Tabella 1). In Italia la multinazionale fran-
Le esportazioni settoriali, che rappresen-
cese Lactalis ha progressivamente raffor-
tano quasi il 40% della produzione case-
zato la propria posizione, affidando alla
aria, complessivamente, hanno sfiorato i
filiale italiana il controllo di alcuni storici
3,5 miliardi di euro di valore nel 2019, con
marchi del caseario (Galbani, Invernizzi,
una crescita del 10,6% rispetto al 2018.
Locatelli, Cademartori). Il Gruppo è lea-
Cerved Market Intelligence: la piattaforma per conoscere i Mercati, davvero. Febbraio/2021 Approfondisci il Food&Beverage e i suoi 65 settori, sempre aggiornati. Scrivici a info.marketingsolutions@cerved.com
ECONOMIA
FOCUS
Tabella 1 - PRINCIPALI OPERATORI NAZIONALI NEL SETTORE LATTIERO CASEARIO Ranking
Fatturato totale (Mn. Euro)
var %
2018
2019
2019/2018
Tipologia bilancio
Lactalis (F) Lactalis (F) Lactalis (F) Lactalis (F) Lactalis (F)
6,255.8 1,211.7 218.7 165.5
6,883.6 1,213.1 218.4 149.6
10.0 0.1 -0.1 -9.6
Consolidato Consolidato Esercizio Esercizio
Azienda
Gruppo di controllo
Gruppo Lactalis Parmalat Gruppo Lactalis Italia Nuova Castelli(a) Alimentare Valdinievole(a)
1.
2.
Granarolo
Granlatte
1,301.8
1,317.0
1.2
Consolidato
3.
Zanetti
Fam. Zanetti
469.1
529.6
12.9
Consolidato
4.
Parmareggio
Gruppo Bonterre
343.7
408.6
18.9
Esercizio
5.
Ambrosi Industria Casearia
Fam. Ambrosi
363.5
405.3
11.5
Consolidato
6.
Latteria Soresina
Cooperativa
359.4
394.0
9.6
Esercizio
7.
Colla
Fam. Colla
340.4
372.0
9.3
Esercizio
8.
Sterilgarda Alimenti
Fam. Ferrari
341.6
342.7
0.3
Esercizio
9.
Consorzio Latterie Virgilio
Cooperativa
315.3
316.4
0.3
Consolidato
251.6 180.3
270.7 175.1
7.6 -2.9
Consolidato Consolidato
Newlat Group (CH) Newlat Food Newlat Group (CH) Centrale del Latte D'Italia Newlat Group (CH)
Gruppo Newlat(b) 10. 11.
Mondelez Italia(c)
Mondelez (USA)
701.3
723.1
3.1
Esercizio
12.
Gennaro Auricchio
Fam. Auricchio
233.1
247.4
6.1
Consolidato
13.
Latte Montagna Alto Adige
Cooperativa
242.6
246.3
1.5
Consolidato
14.
Cooperlat
Cooperativa
218.3
223.6
2.4
Esercizio
209.6 195.5
221.6 212.4
5.7 8.6
Consolidato Esercizio
15.
Florentis
Fam. Brazzale Brazzale Fam. Brazzale
16.
Danone
Danone (F)
201.3
216.1
7.4
Esercizio
17.
Zarpellon
Fam. Zarpellon
196.1
208.5
6.3
Esercizio
18.
Trentin
Fam. Trentin
176.1
201.8
14.6
Esercizio
19.
Boni
Fam. Boni
167.1
183.6
9.9
Esercizio
20.
Agriform
Cooperativa
159.3
177.4
11.4
Esercizio
a) Le vendite di Nuova Castelli ed Alimentare Valdinievole non sono comprese nel consolidato del Gruppo Lactalis Italia b) Newlat è diversificata in altri settori. Il fatturato realizzato dal gruppo nel lattiero caseario è stimato in 285 Mn di euro c) Mondelez Italia è fortemente diversificata. Il fatturato realizzato nel lattiero caseario è stimato in 250 Mn di euro Fonte: Cerved
der nel mercato dei prodotti lattiero-caseari
che a livello internazionale) con il consegui-
diverse e sinergiche: un consorzio di produt-
in Italia, in particolare nella mozzarella per li-
mento del controllo del capitale di Parmalat
tori di latte (Granlatte), che opera nel settore
bero servizio, nella ricotta, nel mascarpone,
(2011) e con la recente acquisizione di Nuo-
agricolo e raccoglie la materia prima, e una
nelle paste filate industriali, nell’italico, nei
va Castelli (2019).
società per azioni, Granarolo S.p.A., che tra-
formaggini fusi e nel taleggio. Negli ultimi an-
Dietro Lactalis si posiziona il Gruppo Grana-
sforma il latte crudo acquistato da Granlatte
ni la multinazionale francese ha rafforzato ul-
rolo, uno dei principali player dell’agroali-
e quello approvvigionato direttamente sui
teriormente la sua posizione in Italia (ma an-
mentare italiano, che comprende due realtà
mercati nazionale ed estero, determinando
Febbraio/2021
21
FOCUS
ECONOMIA
le politiche industriali di trasformazione per
to di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e
i primi di dicembre 2020, con la notifica
tutte le società del Gruppo, oltre a esercitare
altri formaggi DOP italiani. Zanetti è tra i pri-
all’AGCM) del controllo esclusivo del ramo
anche un ruolo di coordinamento e di indiriz-
mi esportatori di Parmigiano Reggiano, Gra-
d’azienda di Agriform Sca di Sommacam-
zo generale delle politiche commerciali, ge-
na Padano e Provolone Valpadana.
pagna (VR), attiva nella produzione, stagio-
stionali e finanziarie. Il Gruppo Granarolo
Al quarto posto si posiziona Parmareggio,
natura e confezionamento di formaggi a in-
rappresenta la più importante filiera italiana
azienda leader nella produzione del Parmi-
dicazione geografica tipica.
del latte direttamente partecipata da produt-
giano Reggiano e burro, attraverso un con-
L’accordo fra il leader del Parmigiano Reg-
tori associati in forma cooperativa.
trollo completo della filiera, dall’allevamen-
giano e la prima realtà veneta dei formaggi
Terzo player settoriale è Zanetti, controllato
to alla commercializzazione. Dal 2021 l’a-
DOP (Grana Padano, Asiago, Piave e altri) dà
dall’omonima famiglia, azienda specializzata
zienda diventerà il terzo player del settore
il via a un polo caseario, con un fatturato ag-
nella produzione di Grana Padano, nella sta-
grazie
gregato di 550 milioni di euro circa, di cui
gionatura, trasformazione e confezionamen-
1° gennaio, dopo essere stata formalizzata,
all’acquisizione
(operativa
dal
quasi 200 realizzati all’estero. Al quinto posto troviamo Ambrosi Industria Casearia, specializzata nel Grana Padano e Parmigiano e diversificata nei formaggi freschi. Si segnala che l’azienda casearia svizzera Emmi (società con un fatturato di 3,5 miliardi di franchi svizzeri) detiene una quota di partecipazione del 25% della società bresciana. Segue Latteria Soresina, primo produttore di Grana Padano, con un ottimo posizionamento anche nel mercato del burro e del provolone. Con l’acquisizione di Centrali Produttori Latte Lombardia (2013), la cooperativa ha acquisito la produzione e commercializzazione di latte UHT, latte fresco e panna fresca realizzando un importante ampliamento del business. Della top 10 fanno parte anche Colla, azienda focalizzata nel Parmigiano Reggiano e Grana Padano; Sterilgarda Alimenti (latte UHT, panna e formaggi freschi); Consorzio Latterie Virgilio, le cui produzioni principali sono Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro e mascarpone; e il Gruppo Newlat. Newlat è diventata protagonista nel panorama nazionale del lattiero caseario in seguito all’acquisizione dei marchi Matese, Giglio, Polenghi, Sole e Torre in Pietra da Parmalat (2000), all’acquisizione della Centrale Del Latte Di Salerno (2014) e del gruppo Centrale del Latte d’Italia (2020). L’azienda è diversificata nei prodotti da forno, pasta (gestisce il brand Buitoni), baby food, prodotti senza glutine e aproteici.
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ECONOMIA
FOCUS
Lactalis, il percorso verso la leadership La multinazionale francese ha costruito negli anni la sua posizione di leader nel settore lat-
Famiglia Besnier
tiero caseario sul mercato nazionale, fondamentalmente attraverso numerose acquisi-
100,0%
LACTALIS (Francia)
zioni che si sono susseguite. Risale al 1998 la prima acquisizione, allorché
PARMALAT S.P.A.
100,0%
il gruppo Lactalis rileva da Nestlè lo stabilimento di Moretta (CN) e il marchio Locatelli
GRUPPO LACTALIS ITALIA S.P.A.
(escluso il mercato americano dove il marchio è di proprietà di Auricchio) e la filiale italiana assume la denominazione Lactalis Locatelli. Nel settembre 2003, il gruppo Lactalis acquista da Kraft la divisione Invernizzi (tra i leader
100%
100%
ITALATTE S.R.L.
EGIDIO GALBANI S.R.L.
BIG S.R.L.
nella crescenza, nel gorgonzola, nella mozza-
LACTO SIERO ITALIA S.P.A.
100%
100%
BPA ITALIA S.R.L.
LACTALIS PARMA S.P.A.
100%
rella con un giro d’affari di circa 100 milioni di euro). Grazie all’acquisizione, Lactalis Loca-
100%
100%
Fonte: elaborazione Cerved su fonti varie
NUOVA CASTELLI S.P.A.
100%
ALIMENTARE VALDINIEVOLE S.P.A.
telli, che ha mutato la propria denominazione in Lactalis Italia, diventa il principale competi-
Struttura societaria: gruppo Lactalis Italia
tors di Galbani nei freschi tradizionali. Nel maggio 2005 Lactalis Italia rileva dalla La nuova holding Gruppo Lactalis Italia viene
Laval, cittadina agricola da cui la famiglia
da Cademartori (taleggio, gorgonzola e altri
strutturata su tre unità: Italatte (approvvigio-
Besnier gestisce il gruppo.
formaggi tipici).
namento), Egidio Galbani (produzione) e Big
Infine, a maggio 2019 il Gruppo Lactalis Ita-
Nel maggio del 2006 Lactalis acquisisce l’in-
Logistica (distribuzione).
lia sottoscrive un accordo per l’acquisizione
tero pacchetto azionario di Galbani, leader
Di notevole importanza è l’operazione del
dell’intero capitale sociale della società
del mercato caseario italiano. La riorganizza-
2011, ossia la scalata a Parmalat da parte
Nuova Castelli. A dicembre 2019 la Com-
zione porta la capogruppo a modificare, a
della multinazionale francese, che modifica
missione Europea approva l’acquisizione.
partire da gennaio 2007, la propria ragione
gli equilibri della competizione nel settore
Nuova Castelli, uno dei principali esporta-
sociale da Gruppo Galbani S.p.A. in Gruppo
lattiero caseario non solo in Italia ma a livello
tori di Parmigiano Reggiano nel mondo, è
Lactalis Italia S.p.A. e a diventare la capo-
mondiale. Il nuovo gruppo, nato con l’OPA di
attiva nella produzione di formaggi italiani,
gruppo operativa di tutte le società operanti in
Lactalis, ha ricavi che sfiorano i 15 miliardi di
come mozzarella, mozzarella di bufala, ri-
Italia facenti parte del Gruppo francese.
euro diventando leader a livello mondiale nel
cotta, mascarpone e diverse DOP, come il
L’acquisizione di Galbani da parte di Lactalis
lattiero caseario. Per la multinazionale fran-
parmigiano, il grana padano, il taleggio e il
modifica radicalmente le prospettive compe-
cese di particolare interesse sono gli asset
gorgonzola, ed è titolare di marchi molto
titive e dà un grosso impulso alla concentra-
esteri di Parmalat, con attività in aree in cui
noti come Mandara (mozzarelle di bufala),
zione settoriale. Nessun operatore caseario
Lactalis non era presente.
Alival e Castelli. Nuova Castelli possiede 13
nazionale può contendere al gruppo Lactalis
Nei primi mesi del 2019 la multinazionale
stabilimenti produttivi in Italia e 3 all’estero
la leadership. Granarolo e Parmalat, gli unici
decide di ritirare Parmalat dalla Borsa di Mi-
(Polonia, Ungheria e Usa). Lactalis con que-
due gruppi che, in termini dimensionali,
lano con la cosiddetta OPA residuale, e ini-
sta operazione rafforza la propria leader-
avrebbero la capacità di sviluppare una pre-
zia una riorganizzazione che porta al trasfe-
ship nella distribuzione dei formaggi italiani
senza ad ampio raggio sul mercato, non con-
rimento di tutti i quartier generali autonomi
DOP sui mercati internazionali, dove è già
siderano, in quel momento storico, il mercato
del gruppo, compreso quello italiano, diret-
protagonista con una presenza commercia-
caseario come prioritario nelle loro strategie.
tamente sotto la guida francese situata a
le e distributiva in oltre 140 paesi.
multinazionale francese Bel il ramo d’azien-
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FOCUS
INDICAZIONI GEOGRAFICHE
Il futuro del sistema delle IG europee Dal Green Deal al Farm to Fork, passando per la Riforma Pac, il Nutri-score, ma anche i dazi e gli accordi commerciali: il futuro delle IG europee passa necessariamente da una maggiore organizzazione dei consorzi, dalla sostenibilità delle produzioni e dalla comunicazione ai consumatori Martina Halker
I 24
l seminario formativo organizzato
associate, enti di certificazioni e Pub-
IG, attraverso le riforme in atto a livello
da oriGIn Italia, La riforma del siste-
blica Amministrazione, con l’obietti-
europeo: dal Green Deal al Farm to
ma delle Indicazioni Geografiche in
vo principale di comprendere gli sce-
Fork, passando per la Riforma Pac, il
Europa, tenutosi lo scorso dicembre si
nari che si aprono nel futuro per Con-
Nutri-score, ma anche i dazi e gli ac-
è rivolto a Consorzi di tutela, imprese
sorzi di tutela e produttori delle DOP
cordi commerciali.
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INDICAZIONI GEOGRAFICHE
FOCUS
PIÙ SPAZIO AI GRUPPI RAPPRESENTATIVI Riccardo Deserti, vicepresidente di oriGIn Italia e direttore Consorzio Parmigiano Reggiano, ritiene che i gruppi rappresentativi rappresentino un nuovo stimolo per le IG. Mentre 30 anni fa esisteva il regolamento 2081/92, che rappresentava lo scenario in cui operava il mondo IG; oggi, il futuro delle IG è governato da regolamenti e politiche esterne, come il regolamento europeo 1151/12, gli accordi internazionali, Reg. promozione, Farm to Fork, PSR, etc. Anche la “dimensione geografica” dell’azione è cambiata: il mercato delle IG da locale è diven-
Riccardo Deserti Vicepresidente di oriGIn Italia e Direttore Consorzio Parmigiano Reggiano
tato europeo e sempre più globale. In questo contesto, secondo Deserti, se non interviene il
so lo sfruttamento della reputazione. In relazio-
Gruppo come soggetto “catalizzatore”, rap-
ne alle misure di mercato, la riforma della PAC
presentativo, competente e solvibile, le IG ri-
(Post-2022) e il regolamento qualità porteran-
schiano di andare alla deriva. È necessario far
no all’estensione della regolazione dell’offerta
crescere il modello dei gruppi con un lavoro
(Piani produttivi) a tutti i prodotti IG, non solo
nazionale in cui la componente associativa è
prosciutti e formaggi, e la possibilità per le or-
determinate. All’interno del sistema IGO, per
ganizzazioni interprofessionali di un prodotto
Deserti occorre una politica a sostegno dei
IG di adottare delle regole per la equa riparti-
gruppi, che vada dal chiarimento giuridico dei
zione del valore aggiunto tra gli operatori.
poteri in capo ai Gruppi per l’esercizio delle
Ci sarà anche la possibilità di accesso a nuove
funzioni secondo il Reg. 1151/12 art. 45, alle
misure di sostegno finanziario nell’ambito del-
misure di sostegno dirette alla tutela interna-
lo sviluppo rurale della PAC. Per la PAC transi-
zionale fatta dai Gruppi, le misure di sostegno
toria sono, infatti, previsti 8.07 miliardi di euro
allo start up e al funzionamento dei gruppi
di aiuti agli agricoltori (post-Covid Recovery
stessi.
Fund) di cui il 30% disponibile nel 2021 e il restante 70% nel 2022. Sono, inoltre, previste azioni a favore del biologico, dell’ambiente, del
David Thual Insight Consulting e Consulente di oriGIn Italia a Bruxelles
LE IG NEL PANORAMA EUROPEO
clima e del benessere animale, investimenti in
Delle panoramiche IG a livello europeo si è oc-
aziende agricole per un recupero resiliente, so-
cupato David Thual di Insight Consulting. So-
stenibile e digitale, e per l’insediamento di gio-
no stati presi in esame anche la riforma della
vani agricoltori. Nella PAC (Post-2022) è previ-
PAC (Post-2022) e il regolamento qualità per la
sta l’inclusione dei Consorzi come possibili
possibilità di introdurre aspetti inerenti allo svi-
beneficiari di misure dello sviluppo rurale
luppo sostenibile nei disciplinari di produzione
nell’ambito dei futuri piani strategici.
delle IG. Secondo Thual si prospetta un mi-
Nella nuova revisione della politica di qualità
glioramento della tutela delle IG per le merci in
dell’UE (Farm to Fork) sono previsti il rafforza-
transito, per quelle vendute su Internet, contro
mento dei Consorzi, maggiore attenzione alla
la registrazione in malafede dei nomi di domi-
sostenibilità nei disciplinari di produzione e un
nio su Internet e una maggiore protezione ver-
miglioramento della tutela. Le nuove esigenze
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FOCUS
INDICAZIONI GEOGRAFICHE
di produzione comprendono una riduzione dei prodotti fitosanitari e degli antimicrobici a favore del biologico e del benessere animale. Di conseguenza una maggiore trasparenza a livello di etichettatura per incoraggiare i consumatori ad avere una dieta più sana e che prenda in considerazione l’origine dei prodotti, i valori nutrizionali, il benessere animale e la sostenibilità. Nel corso del suo intervento David Thual ha affrontato la questione dei fondi che l’UE potrebbe destinare alle IG, precisando che: “In linea con i suoi obiettivi F2F e Green Deal, la CE ha proposto di riorientare i fondi per la promozione a favore di prodotti biologici e sostenibili, con un impatto negativo sulle IG che sono oggi i maggiori beneficiari del budget promozione. Allo stato attuale ci sono già meno soldi per le IG per i programmi di promozione nel 2021. Si passa infatti dai 90,4 milioni di euro disponibili per le IG nel 2020 a 35,4 milioni di euro riservati nel 2021. Solo il 39% del budget dell’anno scorso. Tutto questo si può tradurre nella necessità per le IG di ridefinire i programmi di promozione / biologico e sostenibilità?”.
IG dopo la Brexit, così come ottenere la fine
altri Paesi UE gestite da organizzazioni inter-
Per quanto riguarda gli accordi bilaterali, se-
delle misure di ritorsione USA sulle IG italiane.
professionali (OI), come Champagne, Cognac,
condo Thual occorre migliorare la tutela e
In conclusione Thual si interroga sul ruolo dei
Comté, Roquefort, Porto, Rioja, etc. o lavorare
l’accesso al mercato. Nel Regno Unito è prio-
Consorzi e su quale sia la strada da scegliere,
per rafforzare il ruolo dei gruppi di produttori
ritario mantenere il livello di protezione delle
ovvero: seguire il percorso delle principali IG in
nella revisione della politica di qualità?
COME MIGLIORARE IL SISTEMA DELLE IG Del futuro delle IG si era occupata anche, lo scorso novembre, la conferenza Strengthening Geographical Indications - online Conference 2020, organizzata dalla Commissione Europea (DG AGRI) e dall’Ufficio della Proprietà Intellettuale dell’Unione Europea (EUIPO). Per due giorni esperti di IG, professionisti, stakeholder, funzionari degli Stati membri, organizzazioni internazionali e della società civile hanno avviato un dibattito su come migliorare il sistema delle IG dell’UE in
Database GIview
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INDICAZIONI GEOGRAFICHE
FOCUS
È stato, inoltre, posto l’accento sullo squilibrio geografico a livello UE nell’adozione delle IG, facendo notare che dietro ogni IG di successo c’è un gruppo di produttori ben organizzato e sostenuto dalle istituzioni. Altro tema caldo è l’importanza della politica di promozione per i sistemi di qualità dell’UE e l’etichettatura nutrizionale obbligatoria sulla parte anteriore della confezione.
POLLICE VERSO PER IL NUTRI-SCORE
Cesare Baldrighi Presidente oriGIn Italia
Sul tema etichetta Nutri-score, oriGIn Italia
lità e la territorialità di DOP e IGP. Il Made in
ha più volte ribadito la sua contrarietà. Il
Italy deve procedere unito e senza spacca-
presidente Cesare Baldrighi ha affermato,
ture. Sul Nutri-score, infatti, le indicazioni
in seguito alla discussione in Consiglio
geografiche e le eccellenze dell’industria
Agricoltura e Pesca della UE in tema di eti-
agroalimentare italiana sono dalla stessa
chettature nutrizionali e di origine, che: “Il
parte. Quella della trasparenza e corretta
Nutri-score non è un sistema informativo
informazione del consumatore, questa de-
nell’interesse primario del consumatore,
ve essere la priorità e la linea condivisa da
non è, inoltre, in grado di valorizzare la qua-
portare avanti”.
vista dell’imminente consultazione pubblica. È stato anche lanciato ufficialmente il database “GIview”, una banca dati pubblica che aiuterà la ricerca di tutte le IG registrate a livello europeo e protette dagli accordi internazionali dell’UE. È stato più volte ribadito che l’obiettivo principale della CE è quello di poter presentare una proposta per un sistema di IG rafforzato entro la fine del 2021. La Commissione Europea si è impegnata nella revisione della politica di qualità dell’UE nell’ambito “Farm to Fork”. Anche in questo caso è stata ribadita la necessità da parte delle IG di affrontare il tema della sostenibilità e la definizione di alcuni indicatori per comunicare meglio con i consumatori. La conferenza ha sottolineato la vulnerabilità della protezione delle IG su Internet, concentrandosi sulle piattaforme di vendita online e sul sistema dei nomi di dominio (DNS).
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RICERCA SCIENTIFICA
DOI: 10.1016/j.lwt.2020.110479
Sviluppo di un formaggio di siero di latte funzionale (ricotta) arricchito in fitosteroli: valutazione dell’idoneità della matrice del formaggio di siero di latte e lavorazione per l’integrazione di fitosteroli Development of a functional whey cheese (ricotta) enriched in phytosterols: Evaluation of the suitability of whey cheese matrix and processing for phytosterols supplementation. LWT 2020 FK. Nzekoue, A. Alesi, S. Vittori, G. Sagratini, G. Caprioli Questo studio mira a valutare l’idoneità del processo di produzione del siero di latte e del formaggio di siero di latte per l’arricchimento di fitosteroli. La stabilità dei fitosteroli della ricotta è stata valutata durante la lavorazione (85°C per 60 min) e la conservazione del formaggio (4°C per 4 settimane). Data la novità della matrice alimentare utilizzata, è stato necessario mettere a punto un metodo analitico innovativo per la determinazione degli steroli nella ricotta arricchita. Il metodo HPLCDAD (cromatografia liquida ad alta prestazione, accoppiata a rilevatori di serie di diodi) ha mostrato una buona linearità (R2 ≥ 0,9956) e ripro-
Inoltre, il formaggio funzionale ha mostrato una distribuzione dei fi-
ducibilità (0,4-7,6%), mentre i range di recupero dall’estrazione erano
tosteroli omogenea e ha mantenuto la sua potenziale bioattività
compresi tra l’83,7% e l’84,6%. I fitosteroli hanno mostrato una buona
durante la sua shelf-life poiché non è stata osservata alcuna varia-
stabilità al calore durante la lavorazione della ricotta (87,0-89,7%), fase
zione significativa dei livelli di fitosteroli durante la conservazione
che ha consentito una distribuzione omogenea dei fitosteroli.
(0,83 ± 0,03) g/100 g.
DOI: 10.1016/j.foodres.2020.109813
Percezione del piccante e predilezione per i formaggi a pasta filata nei consumatori di diverse regioni italiane Pungency perception and liking for pasta filata cheeses in consumers from different Italian regions. Food Research International, Vol. 138, parte B, dicembre 2020 S. Puleo, A. Braghieri, N. Condelli, E. Piasentier, R. Di Monaco, S. Favotto, P. Masi, F. Napolitano
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RICERCA SCIENTIFICA
DOI: 10.1016/j.foodchem.2020.128547
Uno studio approfondito della maturazione del formaggio mediante imaging iperspettrale NIR: mappatura spaziale di disidratazione, proteolisi e lipolisi An in-depth study of cheese ripening by means of NIR hyperspectral imaging: Spatial mapping of dehydration, proteolysis and lipolysis. Food Chemistry, november 2020 C. Malegori, P. Oliveri, E. Mustorgi, MA. Boggiani, G. Pastorini, M. Casale Il formaggio rappresenta una delle matrici alimentari più complesse; per l’elevato numero di fattori che contribuiscono alla composizione chimica la sua valutazione rappresenta un’importante sfida analitica. Il presente studio descrive un approccio analitico innovativo e non distruttivo, basato sull’imaging iperspettrale nella regione del vicino infrarosso (HSI-NIR) e sul riconoscimento di pattern multivariati, per studiare e monitorare l’estensione - spaziale e temporale - dei fenomeni biochimici responsabili della maturazione del formaggio. Le bande spettrali NIR che caratterizzano la disidratazione, la proteolisi e la lipolisi sono state individuate e studiate sfruttando un campione
In particolare hanno permesso di monitorare e visualizzare la matu-
rappresentativo di formaggi caratteristici. Le informazioni ottenute
razione della Formaggetta, un formaggio semiduro commerciale ti-
sono state impiegate per sviluppare mappe di punteggio basate
pico della Liguria, fornendo una profonda comprensione dell’evolu-
sull’analisi delle componenti principali (PCA), che mostrano l’evolu-
zione di disidratazione, proteolisi e lipolisi durante il periodo di matu-
zione spaziale e temporale della stagionatura del formaggio.
razione che precede l’immissione sul mercato.
Lo studio ha indagato se la sensibilità alla capsaicina abbia un effetto
mentre una serie di altri aspetti, inclusi gli attributi sensoriali e le caratte-
sulla percezione della piccantezza dei formaggi a pasta filata. Inoltre, ha
ristiche dei singoli consumatori, come la provenienza di questi ultimi (P
valutato l’effetto di diverse variabili individuali (sesso, età, provenienza
<0,001), il sesso (P <0,001) e la neofobia alimentare (P <0,05) hanno in-
del consumatore, PROP status, ovvero l’indice fisiologico della sensibi-
fluenzato il gusto per i diversi formaggi a pasta filata. Consumatori più
lità orale e tratti della personalità) sia sul gradimento del consumatore
giovani (18-30 anni; P <0,05), femmine (P <0,001), non familiari con cibi
che sulla scelta dei formaggi a pasta filata. Sono stati testati quattro for-
piccanti (P <0,0001) e consumatori di Potenza (P = 0,001) hanno dichia-
maggi a pasta filata a due tempi di maturazione da 272 soggetti prove-
rato più spesso di preferire il dolce al formaggio piccante, mentre in ter-
nienti da tre diverse località italiane. Sulla base dei dati sensoriali, il PCA
mini di scelta reale i supertaster e i soggetti neofobici hanno scelto più
(analisi delle componenti principali) ha distinto il dolce (maturato a 2
spesso l’opzione dolce (P = 0,01). In conclusione, la sensibilità alla cap-
mesi) dai formaggi piccanti (stagionato a 12 mesi). La percezione di pic-
saicina ha influenzato la percezione del piccante nel formaggio a pasta
cantezza del formaggio è aumentata con l’aumentare della sensibilità
filata, mentre non è stata osservata una chiara relazione tra la percezio-
alla capsaicina (P <0,001). Non c’è una chiara relazione tra la sensibilità
ne del piccante e il gradimento. La provenienza ha influenzato la prefe-
alla capsaicina o la sensibilità al piccante con il gusto del formaggio,
renza del consumatore per i formaggi dolci o piccanti.
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RICERCA SCIENTIFICA
DOI: 10.1016/j.idairyj.2020.104825
Caratteristiche microbiologiche, fisico-chimiche, tessiturali e stabilità ossidativa del burro prodotto da panna trattata per omogeneizzazione ad alta pressione a diverse pressioni Microbiological, physicochemical, textural characteristics and oxidative stability of butter produced from highpressure homogenisation treated cream at different pressures. Durmuş Sert, Emin Mercan. International Dairy Journal, Vol. 111, dicembre 2020 D. Sert, E. Mercan Sono state studiate le caratteristiche microbiologiche, fisico-chimiche, tessiturali e la stabilità ossidativa del burro prodotto da panna cruda trattata con omogeneizzazione ad alta pressione (HPH) a 0 (controllo), 10, 20, 30, 50 o 70 MPa. Il trattamento HPH della crema ha aumentato la leggerezza e diminuito il giallo del burro. La compattezza di tutti i campioni di burro era compresa tra 97 (controllo) e
sione media delle particelle rispetto al controllo. Al di sopra di 50
380 N (70 MPa). HPH ha diminuito la spalmabilità del burro a secon-
MPa, Salmonella, lieviti e muffe sono stati completamente inattivati,
da della pressione crescente. Una distribuzione delle dimensioni
mentre non sono stati rilevati coliformi e stafilococchi nel burro della
delle particelle di grasso è stata determinata in tutti i campioni di
panna trattata con HPH a 70 MPa, indicando che HPH può migliora-
burro; D[3.2] variava da 25,25 a 125,5 μm e HPH ha ridotto la dimen-
re la qualità microbica del burro prodotto dalla panna cruda.
DOI: 10.1016/j.foodqual.2020.104047
Effetto dell’origine dei consumatori sulla qualità sensoriale percepita, i driver di gusto e gradimento: uno studio interculturale sui formaggi europei Effect of consumers’ origin on perceived sensory quality, liking and liking drivers: A cross-cultural study on European cheeses. Food Quality and Preference, Vol. 87, gennaio 2021 M. OjedaaIñaki, I. Etaio, D. Valentin, C. Dacremont, M. Zannoni, T. Tupasel, L. Lilleberg, FJ. Pérez-Elortondo
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RICERCA SCIENTIFICA
DOI: 10.1016/j.jretconser.2020.102406
Pianificazione dell’assortimento di latte vaccino nella grande distribuzione nel Nord Italia: un confronto tra due città metropolitane Planning of the cow milk assortment for large retail chains in North Italy: A comparison of two metropolitan cities. Journal of Retailing and Consumer Services, dicembre 2020 VM. Merlino, G. Mastromonaco, D. Borra, S. Blanc, F. Brun, S. Massaglia Questa ricerca ha valutato come operano effettivamente le grandi catene di distribuzione, in termini di profondità di assortimento e dimensioni del latte vaccino convenzionale, confrontando diversi formati di vendita al dettaglio e due città metropolitane (Milano e Torino). Le differenze nella composizione dell’assortimento sono state determinate considerando le categorie di latte in base a marca, origine, confezione, contenuto di grassi e prezzo. Sono state anche analizzate le differenze di associazione tra le categorie di latte e i formati di vendita al dettaglio. I risultati mostrano differenze nell’offerta di latte ampie e profonde tra le due aree e che i rivenditori optano per un’offerta di composizione che non è completamente in accordo con le preferenze dei consumatori, mentre il processo decisionale per la gestione dell’assortimento dovrebbe essere fatto secondo i gusti locali.
È stato studiato il concetto di qualità sensoriale per-
DOP nazionale come avente un PSQ significativa-
cepita (PSQ) dei consumatori, correlata alla familiari-
mente più alto rispetto alla sua controparte non DOP,
tà (contrasto formaggi locali vs esteri) e al livello di
mentre non erano in grado di differenziare i formaggi
qualità (contrasto DOP o formaggi tradizionali vs loro
DOP e non DOP di altri paesi. Nel complesso, i driver
controparte non DOP e/o industriale). Lo studio è
sensoriali della PSQ erano simili tra i consumatori di
stato condotto in quattro paesi europei. Otto formag-
diversa origine, ma il rapporto tra PSQ e gradimento
gi (un formaggio DOP o tradizionale e un formaggio
è più alto per i formaggi non locali rispetto ai formag-
non DOP di ciascuno dei quattro paesi europei) sono
gi locali. Nel complesso, i risultati supportano l’idea
stati valutati da un totale di 438 consumatori (da 100
che il PSQ sia correlato al gradimento ma sia anche
a 120 consumatori di ciascun Paese) in termini di
modulato dalla familiarità del prodotto. Da questo
PSQ e gradimento. I formaggi sono stati descritti an-
studio emerge che l’origine del consumatore influen-
che da un panel addestrato. È risultato che il PSQ di-
za la percezione della qualità, probabilmente a causa
pende sia dall’origine dei consumatori che da quella
della familiarità. I formaggi locali sono percepiti come
dei formaggi. In particolare, nei tre paesi con cultura
di qualità sensoriale più elevata rispetto ai formaggi
DOP, i consumatori hanno identificato il formaggio
non locali.
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
Castelmagno DOP Un formaggio a pasta cruda con struttura friabile non gessata
TECNOLOGIA APPLICATA
TECNICA
LA STORIA
GUIDO TALLONE Responsabile formazione lattiero-casearia Agenform-Consorzio
I
l Castelmagno DOP appartiene alla categoria dei formaggi “a pasta cruda” ovvero formaggi a cui, a seguito
della fase di coagulazione, non vengo-
Vi è un interessante documento storico dell’Istituto Pratico di Zootecnia e di Caseificio M. Soleri, risalente agli anni venti del 1900, che grazie a ONAF è stato “rimesso” in circolo tra i propri associati con una bellissima copia anastatica, dal titolo Il Formaggio di Castelmagno. Si indica il patrimonio zootecnico del comune di Castelmagno di quegli anni pari a: » Equini (asini e muli): totale 120 » Bovini (capi sotto l’anno, tori e torelli, giovenche e vacche): totale 618 » Ovini: totale 466 » Caprini: totale 275 E ovviamente si parla della “fabbricazione” del formaggio Castelmagno dove si testimonia in questo modo la Fase Tecnologica più distintiva del processo produttivo: “Dopo un tempo variabile da uno a 3 giorni in estate o 4 o 5 giorni in inverno secondo il freddo della stagione, la pasta si riprende e si rimescola… poi si colloca in una reticella di cotone e si introduce nella forma… prima premendo con le mani e poi con una pietra da 3 a 6 kg. Anche Giovanni Delforno nel suo testo fondamentale per i formaggi piemontesi I Formaggi tipici del Piemonte e della Valle d’Aosta [EDA 1981] si dilunga molto sulla descrizione generale e specifica (che indica l’importanza del formaggio nel panorama regionale) e in un passaggio scrive: “Se - come accade di frequente - il quantitativo di latte è insufficiente per ottenere una forma, si lascia riposare il latte per 2-3 giorni… Allorché si deve fare formaggio con il latte di più giorni, alcuni produttori preferiscono, invece, fare ogni volta le rispettive cagliate, che vengono poi tenute immerse in siero, affinché si conservino a lungo; dopo qualche giorno, raggiunto un quantitativo di almeno 5-6 kg di cagliata, si accingono a farne un formaggio”.
no effettuati riscaldamenti (semicottura o cottura). Inoltre, anche se solamente per una parte della produzione (lunga stagionatura - oltre 6/8 mesi), alla categoria dei formaggi erborinati. Formaggio di latte vaccino (con “eventuali” aggiunte di latte ovino e/o caprino in percentuale da un minimo del 5% a una massima del 20%) intero - crudo, a pasta cruda, semidura, con stagionatura minima di 60 giorni. Il territorio di produzione è la Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, nei soli tre comuni della parte alta della Valle Grana (Monterosso Grana, Pradleves e Castelmagno). Può essere prodotto anche nella menzione “di Alpeggio” quando è ottenuto da latte prodotto in alpeggi del medesimo territorio e caseificato ad altitudini non inferiori a 1.000 metri.
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
Processo produttivo: lo schema tecnologico Latte crudo (fino a un massimo di quattro mungiture consecutive)
Eventuale scrematura per affioramento
L’aggiunta di fermenti è vietata
Riscaldamento da 30 a 38 °C
Aggiunta di caglio liquido di vitello (con almeno il 70% di chimosina), la quantità è in relazione a una durata di caseificazione variabile tra 30 e 90 minuti
Tagli della cagliata fino a ridurre i granuli alle dimensioni da chicco di mais a nocciola
Agitazione ed eventuali soste per 10-20 minuti al fine di facilitare la separazione del siero
Estrazione cagliata in tele Le tele possono subire un’eventuale pressatura e poi essere appese oppure appoggiate su un piano inclinato per almeno 18 ore
La cagliata ottenuta viene tagliata a blocchi e messa in recipienti (anche di legno) e sommersa nel siero delle lavorazioni precedenti per un periodo che va dai 2 ai 4 giorni
Pasta prima e dopo la tritatura con stampi formati (credits: Consorzio di Tutela del formaggio Castelmagno DOP)
Inoltre può acquisire l’indicazione di “Prodotto di Montagna” se rispetta la normativa
ASPETTI TECNOLOGICI IMPORTANTI
Attualmente conta 11 produttori di cui 10 di
Basse temperature di coagulazione e non semicottura
azienda agricola e un caseificio cooperativo.
Stranamente in questa parte delle alpi oc-
La produzione per il 2019 è stata di 37.859
cidentali (in specifico le Alpi Marittime) la
forme certificate, per un totale di circa
pratica della semicottura non si è mai dif-
213.909,72 kg di formaggio certificato. L’en-
fusa in passato, nacquero quindi formaggi
te di certificazione è INOQ.
che venivano coagulati a temperature in-
vigente in merito.
Tabella 1. Caratteristiche del Castelmagno DOP Tritatura (manuale o meccanica) Salatura nella cagliata tritata
DIMENSIONI (in relazione alla stagionatura minima)
Stagionatura minima di 60 giorni con umidità 75-98% e temperatura tra 5 e 15 °C (Sono ammessi i seguenti trattamenti in crosta: spazzolature e/o lavaggi utilizzando sostanze naturali, che non abbiano effetto colorante diretto)
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Scalzo: da 12,0 a 20,0 cm Diametro: da 15,0 a 25,0 cm Crosta: non edibile, sottile di colore giallo-rossastro, liscia, tendente al rigido e regolare ai minimi di stagionatura; assume invece un colore più scuro, si ispessisce e diventa rugosa con il progredire della stagionatura.
Formatura con tela e stampo (anche di legno) Pressatura e apposizione di matrice recante il marchio di origine in negativo
Peso: da 2,0 a 7,0 kg
CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE
Pasta: bianco perlaceo o bianco avorio ai minimi di stagionatura, di colore giallo ocrato con eventuali venature blu verdastre all’interno col progredire della stagionatura, ottenute anche mediante la foratura delle forme secondo la tecnica tradizionale (manuale con ferri lunghi). Struttura: friabile ai minimi di stagionatura, più compatta col progredire della stagionatura. Sapore: fine, delicato e moderatamente salato ai minimi di stagionatura; più saporito col progredire della stagionatura.
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TECNOLOGIA APPLICATA
TECNICA
Tritatura della cagliata dopo la maturazione sotto siero (credits: Consorzio di Tutela del formaggio Castelmagno DOP)
torno ai 30 °C (opuscolo del 1922 = 28 °C)
partenza, con interessanti risvolti di attivi-
che si ottiene viene poi posta in contenitori
e che poi non subivano nessun riscalda-
tà proteolitiche e lipolitiche sul prodotto in
in immersione il siero delle precedenti casei-
mento della miscela cagliata/siero.
stagionatura.
ficazioni di media a una temperatura intorno
Questo passaggio tecnologico ha sicura-
ai 20 °C. Questa fase dura minimo 2 giorni e
Mantenimento della cagliata sotto siero
quindi certamente contribuisce ancora a un
fasi, come vedremo, ma indica anche una impronta quasi esclusivamente mesofila al
Come da disciplinare, la cagliata ottenuta in
eventuale insorgenza di possibili inquina-
patrimonio lattico della materia prima di
caldaia viene fatta spurgare in teli, la massa
menti con gonfiori indesiderati con effetti
mente influito sulla scelta di successive
processo di acidificazione ma anche a un
Forme in stagionatura (credits: Consorzio di Tutela del formaggio Castelmagno DOP)
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DIRITTO TECNICAE ROVESCIO TECNOLOGIA APPLICATA
IN CUCINA Da sempre il Castelmagno DOP è impiegato come condimento degli gnocchi di patate (piatto tradizionale delle montagne cuneesi) dove, oltre al formaggio, anche le patate di montagna rappresentano molto bene il territorio.
fettuata con trituratori per uso alimentare (es. tritacarne, scegliendo la piastra con la giusta dimensione dei fori), è la fase più responsabile della definitiva struttura della pasta casearia (anche se successivamente è influenzata ancora da pressatura e stagionatura). È questa fase che conferisce al Castelmagno DOP la tipica struttura friabile (termine impiegato anche nel disciplinare di produzione) che erroneamente viene confusa con la gessatura.
CASTELMAGNO DOP E I SUO FRATELLI Nel mondo delle “doppie rotture” della cagliata
Tipica struttura friabile della pasta di Castelmagno DOP
Sicuramente particolare nella sua fase di anche di mancato spurgo e conseguenze
È una fase che, proprio per queste durate, è
tritatura della cagliata, il formaggio Castel-
sulle caratteristiche organolettiche e struttu-
sicuramente pochissimo frequente nel pa-
magno DOP ha dei fratelli e dei cugini che
rali, da qui si evidenzia l’importanza, ancora
norama caseario.
condividono questo aspetto tecnologico.
maggiore, dell’attenzione alla qualità del latte di partenza.
Tabella 2. Dichiarazione nutrizionale Valori nutrizionali medi per 100 g ENERGIA
kj/kcal 1796/429
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In alcuni casi questa fase viene definita
Tritatura della cagliata (Struttura friabile. Non gessata)
(anche se può far cadere in inganno) di
Anche questa fase è sicuramente molto sin-
una “seconda” rottura “fuori” dalla caldaia
golare, specialmente dopo i 2-4 giorni suc-
di coagulazione.
cessivi alla caseificazione (anche 5 compre-
Il fratello “quasi” gemello è il formaggio fran-
sa la caseificazione e spurgo in tela).
cese Bleu de Termignon (produzione di solo
Nasce ovviamente dalla necessità di “unire”
alpeggio del “versante” francese ai confini
cagliate fatte in tempi differenti con minime
con la Valle Susa) con una tecnica molto si-
“Doppia rottura della cagliata” intendendo
GRASSI
g
34,8
di cui acidi grassi saturi
g
20
quantità di latte, per raggiungere un volume
mile sia per la “maturazione” sotto siero che
CARBOIDRATI
g
1,5
sufficiente a produrre un singolo formaggio
per la tritatura.
di cui zuccheri
g
0,1
(in epoche dove i formaggi “piccoli” non era-
In Italia abbiamo un altro formaggio DOP
no ben accettati per la stagionatura, che un
che pratica la doppia rottura, anche se con
tempo non era sicuramente di breve durata).
obiettivi finali di struttura molto diversi: l’A-
La tritatura, un tempo manuale, adesso ef-
siago DOP.
PROTEINE
g
24,1
SALE
g
1,9
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TECNOLOGIA APPLICATA
TECNICA
Cagliata tritata di formaggio francese Salers
Stagionatura formaggio Cheddar
Formaggio francese Bleu de Termignon
Sempre in Francia sono presenti le AOC
ta Milling (fresatura) vede la riduzione a dimen-
(DOP in francese) Cantal e Salers (la se-
sione piccola (non come Castelmagno DOP)
conda definibile quale versione di nicchia
per una successiva formatura e pressatura.
del Cantal) anche qui con evidenti differenze nella struttura finale della pasta. Infine occorre menzionare anche la grande famiglia dei Cheddar che attraverso la fase defini-
Formaggio francese Salers
Il Formaggio di Castelmagno - Prof. Dott. Cav. Uff. Carlo Remondino - Istituto Pratico di Zootecnia e di Caseificio M. Soleri - ONAF copia anastatica I formaggi tipici del Piemonte e della Valle dâ&#x20AC;&#x2122;Aosta - Giovanni Delforno - Edizioni EDA - 1981 Disciplinare di produzione Formaggio Castelmagno DOP
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TECNICA
LABORATORIO
Grana Padano DOP analisi del DNA per migliorare la qualità Il progetto NEWTECH si pone l’obiettivo di seguire ogni momento della nascita del Grana Padano DOP, dall’alimentazione delle bovine alla marchiatura, attraverso l’analisi del DNA Martina Halker
L’
analisi del DNA, già utilizzata per la caratterizzazione di alimenti, e che consente di verificare l’origi-
ne dei prodotti e la tracciabilità di filiera, sarà adottata anche per la mappatura del Grana Padano DOP in tutte le fasi produttive. Di questo si occupa il Progetto NEW TECHnologies
for
cheese
production
(NEWTECH), finanziato dal MIPAAF, a cura del CREA di Lodi e dell’Istituto “Spallanzani” di Rivolta d’Adda, in collaborazione con il Consorzio Tutela Grana Padano. L’obiettivo è lo sviluppo di tecniche avanzate a supporto della valutazione dell’autenticità e qualità delle produzioni DOP nel settore lattiero-caseario nazionale. “NEWTECH è un’altra tappa importante nel percorso del Grana Padano DOP per tutelare sempre più la sua origine e unicità con analisi all’avanguardia in ogni passaggio della
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LABORATORIO
IL DNA LIBERO NELLA MATRICE CASEARIA Lo studio Extracellular and intracellular DNA for bacterial profiling of long-ripened cheeses di Tommaso Bardelli, Lia Rossetti, Miriam Zago, Domenico Carminati, Giorgio Giraffa, Flavio Tidona del Centro Zootecnia e Acquacoltura (CREA-ZA) [FEMS Microbiology Letters, 367, 2020] presenta un nuovo approccio per estrarre il DNA extracellulare (eDNA), cioè il DNA libero, fuoriuscito dalla cellula a cui apparteneva e che si trova disperso nella matrice all’esterno
STEFANO BERNI Direttore generale Consorzio Grana Padano
della cellula microbica, rispetto al DNA intracellulare (iDNA). Le due frazioni di DNA sono state studiate in sette formaggi a lunga stagionatura (vedi Box). Questo progetto ha permesso di recuperare il DNA libero di un formaggio stagio-
filiera - ha spiegato Stefano Berni, Diretto-
nato per la prima volta. In un formaggio a
re generale del Consorzio, durante il semi-
lunga stagionatura come il Grana Padano,
nario divulgativo tenutosi online lo scorso
la quantità di DNA libero è risultata persi-
16 dicembre - Una genuinità antica si
no superiore al DNA intracellulare, indi-
mantiene utilizzando la ricerca più evoluta
cando una prevalenza di fenomeni di lisi
in una prospettiva di elevata sostenibilità
cellulare rispetto alla moltiplicazione cellu-
di ogni fase della produzione per aumenta-
lare. Il DNA libero di questi formaggi è ri-
re sempre più la qualità e la sicurezza che
sultato sufficientemente integro da poter
milioni di persone apprezzano ogni giorno
essere analizzato e ha rivelato la presenza
nel formaggio a denominazione d’origine
delle specie più rappresentative, fornendo
protetta più consumato nel mondo anche
un quadro complementare ai risultati del
nei mesi terribili della pandemia. Con
DNA genomico.
NEWTECH si valorizzano le produzioni e si
I ricercatori pensano che lo studio del DNA
tutelano i trasformatori, che operano nel ri-
libero di un formaggio a epoche diverse di
spetto dei disciplinari e i consumatori”.
maturazione potrebbe mettere in evidenza
Il progetto si impegna anche nello sviluppo
l’evoluzione del DNA libero nel tempo e l’en-
di sistemi ottici per valutare parametri reo-
tità dei fenomeni autolitici. I campioni di DNA
logico-strutturali dei formaggi, da correlare
libero meriterebbero ulteriori approfondi-
con altre caratteristiche qualitative dei pro-
menti, sia mediante esplorazione con altre
dotti, in particolare alla standardizzazione
tecniche di analisi, per ottenere informazioni
della fase di coagulazione del latte in cal-
aggiuntive, sia per rintracciare eventuale
daia, per l’ottimizzazione dei parametri di
DNA non microbico, magari vegetale.
processo, sempre grazie alla partnership
La combinazione dell’analisi del DNA libero
con CREA - ZA.
con le analisi genomiche, insieme a uno
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TECNICA
METODOLOGIA D’INDAGINE Per l’analisi di comunità microbiche nel formaggio di norma si utilizzano due approcci che si avvalgono rispettivamente di tecniche colturadipendenti per rilevare e identificare batteri vitali e coltivabili e tecniche coltura-indipendenti per l’analisi di tipizzazione e sequenziamento con svariate indagini molecolari. In questo progetto, per un formaggio a lunga stagionatura, caratterizzato da profonde modifiche microbiologiche e biochimiche, è stato sviluppato un protocollo di estrazione del DNA libero, che prevede che una piccola aliquota rappresentativa (mix di 3 porzioni) del campione venga triturato e solubilizzato in una soluzione tampone di lavaggio. Il campione solubilizzato viene centrifugato. Dal surnatante residuo (in genere scartato come rifiuto) si estrae il DNA libero, mentre dal pellet cellulare si estrae il DNA intra-cellulare. Il metodo è stato validato internamente per confermare che il DNA libero fosse realmente presente nel formaggio, senza interferenze analitiche. Lo studio è stato condotto su 7 formaggi duri stagionati ai quali è stato applicato il protocollo di estrazione selettiva di DNA libero (DNAextra) e DNA intracellulare (DNAintra). Le frazioni separate di DNA libero e DNA genomico ottenute dai 7 campioni di formaggio sono state analizzate mediante metodo LengthHeterogeneity (LH)- PCR, che ha permesso ai ricercatori di identificare le specie maggiormente rappresentate e dare una stima semi-quantitativa della loro abbondanza (%). In entrambe le frazioni sono state identificate le specie maggiormente caratterizzanti i formaggi a pasta cotta come il Grana, ovvero batteri termofili responsabili della fermentazione primaria e batteri mesofili che partecipano alla maturazione del formaggio. In particolare, in 3 campioni, il DNA libero ha evidenziato la presenza di altre specie, non rilevate nella corrispondente frazione di DNA intracellulare.
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TECNICA
LABORATORIO
studio degli enzimi o metaboliti presenti, porterebbe a una caratterizzazione più completa di un formaggio a lunga stagionatura come il Grana Padano.
COMPOSIZIONE MICROBICA DEL GRANA PADANO DOP L’origine della microflora nel Grana Padano deriva dal latte crudo, dall’ambiente di trasformazione e dai sieroinnesti, garantendo così un’elevata biodiversità. Lo studio Evaluation of bacterial communities of Grana Padano cheese by DNA metabarcoding and DNA fingerprinting analysis di Miriam Zago, Tommaso Bardelli, Lia Rossetti, Nelson Nazzicari, Domenico Carminati, Andrea Galli, Giorgio Giraffa [Food Microbiology 2021 Feb; 93:103613] intende sviluppare un sistema analitico che permetta la mappatura del Grana Padano DOP prodotto nei diversi caseifici aderenti al Consorzio di Tutela, mediante analisi dei profili metagenomici e filogenetici ottenuti dal formaggio. Le popolazioni microbiche possono modificare la loro composizione durante la produzione e maturazione del prodotto. L’analisi genomica delle comunità microbiche è una tecnica indispensabile per complementare le metodiche coltura dipendenti della microbiologia, visto che spesso molti microrganismi sono difficilmente isolabili. In particolare, Next Generation Sequencing (NGS) rappresenta uno strumento potente per studiare a fondo le comunità microbiche degli alimenti. Utilizzando questa tecnica sarà possibile l’allestimento di una banca genomica del Grana Padano rappresentativo dell’intera produzione, così come una valutazione della biodiversità microbica del Grana Padano, o verificare differenze in relazione all’area geografica di provenienza o confrontare la flora microbica presente nel Grana Padano e in formaggi duri similari.
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LABORATORIO
MONITORARE LA COAGULAZIONE
raggio del processo in caldaia.
Con l’obiettivo di migliorare la riproducibilità
Lo studio del processo di coagulazione con
dei processi di trasformazione del latte, l’in-
metodi ottici è reso possibile dal fatto che le
dustria casearia è alla continua ricerca di me-
caratteristiche di scattering del latte variano
todi strumentali rapidi e affidabili per monito-
in funzione della dimensione micelle caseini-
rare e standardizzare la coagulazione del lat-
che e globuli di grasso. In particolare, in fase
te, la cui evoluzione influenza in misura deter-
di coagulazione i fiocchi caseosi che aumen-
minante le successive fasi di processo e la
tano di dimensione determinano un’altera-
qualità del prodotto finale. I ricercatori del
zione del fenomeno registrabile in tutta la re-
CREA-ZA stanno cercando di mettere a pun-
gione del vicino infrarosso, fino ad arrivare
to di un sistema ottico prototipale per il moni-
alla separazione del coagulo dal siero.
toraggio della coagulazione del latte in calda-
Utilizzando latte standardizzato a una com-
ia. L’obiettivo è lo sviluppo di un sensore uti-
posizione per contenuto proteico (3,4%), so-
lizzabile in singole caldaie, concepito per un
no state condotte delle prove secondo un si-
utilizzo con latte crudo non standardizzato. Il
stema sperimentale fattoriale facendo variare
sistema viene concepito come supporto
concentrazione di caglio, pH, concentrazione
all’attività del casaro per l’analisi in diretta del
di grasso. È stato adottato un protocollo pro-
TECNICA
Led, a basso costo e specifico per il monito-
IN UN FORMAGGIO A LUNGA STAGIONATURA COME IL GRANA PADANO, LA QUANTITÀ DI DNA LIBERO È RISULTATA PERSINO SUPERIORE AL DNA INTRACELLULARE processo di coagulazione e per l’analisi ex-
duttivo similabile a quello della lavorazione a
post per la valutazione della variabilità delle
Grana Padano (concentrazione di caglio, uti-
tempistiche adottate da diversi operatori (in
lizzo di innesto microbico e temperatura). Le
abbinamento a un sistema di registrazione
coagulazioni sono state monitorate in paralle-
dei tempi umani). Il programma di sviluppo
lo sia con il metodo ottico sia con il lattodina-
del sistema ottico per il monitoraggio del pro-
mografo. Dal confronto delle performance tra
cesso di coagulazione passa attraverso tre
il Lattodinamografo e il MicroNIR si evince
fasi: l’utilizzo di uno spettrometro full-spec-
che il sistema ottico anticipa il sistema mec-
trum portatile a elevata velocità di scansione
canico di circa 100 secondi e che il tempo di
collocato in una sonda a immersione per uti-
presa dipenda esclusivamente dalla dose di
lizzare il sistema online direttamente in calda-
caglio e sia stimato in maniera perfettamente
ia; il confronto tromboelastografo/sistema ot-
sovrapponibile per entrambi i sistemi.
tico per individuare le bande spettrali più utili
Sviluppi futuri riguarderanno lo studio del com-
e verificare la validità del metodo ottico; lo svi-
portamento dei due sistemi di monitoraggio al
luppo e costruzione di uno spettrometro pro-
variare del contenuto proteico ed eventuali test
totipale a singole bande basato su tecnologia
durante lavorazioni a Grana Padano in caldaia.
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NORMATIVA
PILLOLE LEGISLATIVE
La riproduzione della forma di un prodotto DOP Vietato riprodurre la forma o l’aspetto di un prodotto protetto da denominazione registrata qualora possa indurre in errore il consumatore Commento alla Sentenza della Corte di Giustizia (Quinta Sezione) 17 dicembre 2020 nella causa C-490/19
Avv. Sara Checchi Studio Legale Gaetano Forte
QUANTO CONTA LA FORMA DI UN PRODOTTO ALIMENTARE SOTTO IL PROFILO GIURIDICO? La risposta viene dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che con la sentenza del 17 dicembre 2020 nella causa C-490/19 ha stabilito che è vietato riprodurre la forma o l’aspetto di un prodotto coperto da denominazione d’origine protetta (DOP1) nel caso in cui tale riproduzione possa indurre in errore il consumatore, tenendo conto di tutti i fattori rilevanti, comprese le modalità di presentazione e di commercializzazione del prodotto nonché del contesto fattuale. La controversia sottoposta all’attenzione dei Giudici di Lussemburgo riguarda il formaggio “Morbier” prodotto in Francia, nel massiccio della Giura, che a partire dal 22 dicembre 2000 rientra tra i prodotti riconosciuti a denominazione d’origine protetta. Il tratto distintivo del “Morbier” è la presenza di una striscia nera, realizzata con carbone vegetale, che divide il formaggio in due parti in senso orizzontale, esplicitamente menzionata nella descrizione del prodotto contenuta nel disciplinare collegato alla DOP.
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PILLOLE LEGISLATIVE
NORMATIVA
IL CASO Nella vicenda in esame l’Associazione per la tutela del formaggio “Morbier” (Syndicat interprofessionnel de défense du fromage Morbier) ha citato in giudizio dinanzi al Tribunale di primo grado di Parigi la Société Fromagère du Livradois, produttrice di formaggio MorMontboissié du Haut Livradois
bier dal 1979 - la quale non si trova nella zona geografica individuata dal disciplinare - che successivamente al periodo transitorio, ha continuato a produrre e commercializzare un formaggio denominato “Montboissié
aventi denominazioni diverse: Morbier e Montboissié du
du Haut Livradois” avente il medesimo aspetto visivo
Haut Livradois), oltre che un indebito sfruttamento della
del Morbier protetto dalla DOP, in particolare la caratte-
notorietà dell’immagine tipicamente associata al for-
ristica striscia orizzontale.
maggio oggetto della denominazione d’origine protetta.
Secondo l’Associazione di tutela della DOP, tale pratica
La domanda di cessare qualsiasi impiego commercia-
costituirebbe un atto di concorrenza sleale in quanto
le diretto o indiretto della denominazione della DOP
idoneo a generare confusione tra i prodotti (seppur
Morbier è stata respinta sia in primo che in secondo grado; secondo la Corte d’Appello francese la striscia orizzontale caratterizzante il formaggio prodotto dalla Société Fromagère du Livradois rientra in una tradizione storica ottenuta tramite una tecnica antichissima presente anche in formaggi diversi dal Morbier. Occorre però precisare che il diritto di utilizzare il carbone vegetale è riconosciuto al solo formaggio protetto dalla DOP; mentre la Société Fromagère du Livradois utilizza per la fabbricazione della striscia orizzontale polifenoli d’uva, cosicché in base al diverso processo di fabbricazione i due formaggi non possono essere assimilati. Un altro elemento che distingue il formaggio Montboissié dal formaggio Morbier è l’utilizzo di latte pastorizzato per il primo e di latte crudo per il secondo; tale ulteriore tratto distintivo avalla, secondo la Corte di secondo grado, la capacità di distinguere i due formaggi da parte dei consumatori. Tali argomentazioni non sono state tuttavia ritenute sufficientemente dirimenti da parte dell’Associazione di tutela della DOP la quale ha proposto ricorso per Cassazione sostenendo che “una denominazione d’origine è protetta contro qualsiasi prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine del prodotto” e nel caso in esame la Corte d’Appello non avrebbe tenuto conto del dettato normativo di cui agli articoli 13 dei regolamenti nr. 510/2006 e 1151/20122, statuendo che è vietato il solo utilizzo della denominazione di un prodotto tutelato da DOP.
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NORMATIVA
PILLOLE LEGISLATIVE
LA QUESTIONE PREGIUDIZIALE La Suprema Corte francese ha sospeso il giudizio e ha sottoposto alla Corte di Giustizia europea una questione pregiudiziale relativa all’interpretazione dell’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 510/2006 e dell’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1151/2012 cioè se la riproduzione delle caratteristiche fisiche di un prodotto protetto da una DOP, senza l’utilizzo della denominazione registrata, sia idonea a costituire una prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine del prodotto, vietata dagli articoli 13, paragrafo 1, lettera d), di tali due regolamenti.
I PRINCÌPI ESPRESSI DALLA CORTE DI GIUSTIZIA
CONCLUSIONI
I Giudici di Lussemburgo hanno osservato che “la tutela previ-
La sentenza della Corte di Giustizia è decisamente innovativa e
sta dai regolamenti nr. 510/2006 e 1151/2012 riguarda la deno-
apre la strada a un concetto particolarmente esteso di tutela
minazione registrata e non il prodotto che quest’ultima ha ad
delle denominazioni protette.
oggetto. Essa non ha, dunque, lo scopo di vietare l’utilizzo del-
Considerata l’importanza delle DOP e delle IGP nel patrimonio
le tecniche di fabbricazione o la riproduzione di una o più carat-
gastronomico italiano la sentenza potrebbe costituire un tas-
teristiche contemplate nel disciplinare di un prodotto protetto
sello significativo per combattere forme di contraffazione.
da una siffatta denominazione, per il semplice motivo che esse
La valutazione del caso concreto rimane comunque al giudice
figurano in tale disciplinare. Tuttavia, le DOP sono tutelate in
nazionale che, sulla base dei principi della Corte di Lussembur-
quanto designano un prodotto che presenta determinate qua-
go, dovrà valutare il reale rischio di confusione.
lità o determinate caratteristiche. Di conseguenza, la DOP e il prodotto da essa protetto sono strettamente collegati”. Secondo la Corte di Giustizia non si può quindi escludere che la riproduzione della forma o dell’aspetto di un prodotto oggetto di una denominazione registrata, senza che tale denominazione figuri sul prodotto o sul suo imballaggio, possa provocare confusione nei confronti del consumatore tanto da indurlo a ritenere che il prodotto avente detta caratteristica sia oggetto della denominazione registrata. Al fine di stabilire se ricorra tale circostanza, sarà necessario valutare se l’elemento riprodotto dell’alimento oggetto della denominazione registrata costituisca una caratteristica di riferimento particolarmente distintiva dello stesso tanto che la sua riproduzione possa, unitamente ad altri fattori rilevanti, indurre il consumatore a credere che il prodotto contenente detta peculiarità sia oggetto della denominazione registrata. Nel caso in esame la Corte ha quindi rinviato la causa al giudice nazionale francese per stabilire se la striscia orizzontale sia una caratteristica peculiare del formaggio DOP Morbier avente capacità distintiva tale da poter indurre il consumatore a fare confusione tra il formaggio DOP e il formaggio non DOP “Montboissié du Haut Livradois”.
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NOTE [1] La Denominazione di Origine Protetta è un nome che identifica un prodotto originario di un luogo, regione o, in casi eccezionali, di un determinato Paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente a un particolare ambiente geografico e ai suoi intrinseci fattori naturali e umani e le cui fasi di produzione si svolgono nella zona geografica delimitata. La disciplina normativa di riferimento è stabilita dal Regolamento (UE) n° 1151/12 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. [2] Art. 13, paragrafo 1 del Regolamento (CE) 510/2006: «Le denominazioni registrate sono tutelate contro: a) qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto di una denominazione registrata per prodotti che non sono oggetto di registrazione, nella misura in cui questi ultimi siano comparabili ai prodotti registrati con questa denominazione o nella misura in cui l’uso di tale denominazione consenta di sfruttare la reputazione della denominazione protetta; b) qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se l’origine vera del prodotto è indicata o se la denominazione protetta è una traduzione o è accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”, “metodo”, “alla maniera”, “imitazione” o simili; c) qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla provenienza, all’origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti usata sulla confezione o sull’imballaggio, nella pubblicità o sui documenti relativi ai prodotti considerati nonché l’impiego, per il condizionamento, di recipienti che possono indurre in errore sull’origine; d) qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine dei prodotti. [...]». La formulazione dell’articolo 13, paragrafo 1, del Regolamento (UE) 1151/2012 riprende, in sostanza, quella dell’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 510/2006. Vi è stata aggiunta unicamente, alla fine delle lettere a) e b), l’espressione «anche nel caso in cui tali prodotti siano utilizzati come ingrediente».
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DALLE AZIENDE
Contributo quotidiano per creare formaggi di qualità
N
el percorso di rinnovamento del pro-
adeguati, mettono in evidenza
dal gusto unico ed esclusivo. Una
prio brand aziendale FoodCom si
quanto l’ingrediente FoodCom guidi
campagna che sottolinea il carattere
presenta per il 2021 con una cam-
all’eccellenza chi trasforma il latte in
innovativo dell’azienda dove tradi-
pagna multisoggetto sulle più auto-
formaggi buoni, sicuri e fortemente
zione, passione e competenza
revoli riviste di settore.
riconoscibili.
esprimono tutto il valore aggiunto
Immagini dal forte impatto dove il
L’headline “A OGNUNO IL SUO!”
della FoodCom.
focus è ciò che sta dentro al prodot-
valorizza e rende concreto il contri-
to. Ingredienti semplici e genuini
buto che FoodCom offre quotidia-
FOODCOM
che, uniti a un mix corretto di ceppi
namente per dare vita a formaggi
www.foodcom.it
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DALLE AZIENDE
Prodotti delattosati? Da oggi è ancora più semplice
I
l numero delle persone intolleranti
maggi naturalmente privi di lattosio
niche da 5kg. Con certificazione
al lattosio è in continuo aumento: a
- tra cui, per esempio, quelli molto
NO OGM, Kosher e Halal, il nuovo
oggi, nel mondo, in media 7 indivi-
stagionati - è possibile “delattosa-
prodotto Alce ha una shelf life di 24
dui su 10 hanno problemi ad “assi-
re” qualsiasi prodotto lattiero-case-
mesi se conservato tra 0°C e 10°C.
milare” lo zucchero del latte. Oltre
ario, dal latte alla mozzarella, dallo
I tempi di idrolisi sono ridotti, così
che da una predisposizione geneti-
yogurt alla panna, fino ad arrivare
come il dosaggio della lattasi: per
ca, l’intolleranza al lattosio può es-
alla ricotta.
ottenere la stessa quantità di pro-
sere congenita o acquisita e può
Il Gruppo Alce, sempre al passo
dotto, quindi, le aziende lattiero ca-
comparire a qualsiasi età.
con i tempi, è orgoglioso di presen-
searie riescono a raggiungere un
Per tutti gli intolleranti, i formaggi e i
tare sul mercato nazionale e inter-
notevole risparmio, sia a livello di
latticini sono considerati un vero e
nazionale il Delact Plus, la lattasi in
tempistiche del processo produtti-
proprio “veleno”, dal momento che
forma liquida, potenziata e miglio-
vo che a livello economico.
diventano la causa scatenante di
rata. Prodotto dalla fermentazione
Come afferma la Dott.ssa Elena
sintomi e disturbi spiacevoli, che
del Bacillus licheniformis, il Delact
Mogna, CEO del Gruppo “La rea-
possono diventare anche preoccu-
Plus è attualmente disponibile in
zione enzimatica del Delact Plus
panti se non trattati. Oltre ai for-
due formati: bottiglie da 1kg e ta-
può essere ottimizzata per adattarsi ai singoli processi produttivi, grazie alla regolazione di vari parametri, come per esempio, tempo di mantenimento, pH, temperatura e dosaggio. Abbinato ai nostri fermenti e coadiuvanti, il Delact Plus facilita le aziende nella produzione di latte, formaggi e latticini delattosati, a elevati standard di gusto, texture e qualità. Ovviamente, il team di tecnici specializzati del Gruppo è a disposizione per supportare i clienti durante l’intero processo produttivo”. ALCE www.alce.eu
46
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DALLE AZIENDE
“Less is more” per un packaging sostenibile
S
ealed Air ha riunito una serie di
va è stato fondamentale per le pre-
tare la sfida del packaging sosteni-
eminenti esperti provenienti da tut-
sentazioni e le discussioni degli
bile. Questo includeva i sacchi sot-
ta Europa a un suo recente evento
esperti durante il nostro evento
tovuoto termoretraibili
online per aiutare l’industria alimen-
“Less is More”
VAC , ideali per proteggere carni e
tare e il retail ad affrontare la sfida
I partecipanti hanno potuto ascol-
formaggi affumicati e trattati. Tali
del packaging sostenibile.
tare una schiera di esperti di packa-
soluzioni possono ridurre il peso
Centinaia di professionisti hanno
ging alimentare di Sealed Air e lea-
del materiale plastico del 50%, ri-
partecipato all’evento online “Less
der di fama internazionale come
spetto ad altri packaging termofor-
is More” per saperne di più sulle
Europen - The European Organiza-
mati sottovuoto, risparmiando tre
soluzioni di packaging che utilizza-
tion for Packaging and the Envi-
tonnellate di plastica per ogni mi-
ronment -, British Plastics Federa-
lione di confezioni.
tion, Plastic Energy e McKinsey &
Con la giusta competenza ed espe-
Company.
rienza, è possibile immaginare e svi-
Insieme, i vari specialisti hanno
luppare soluzioni di packaging che
fornito una panoramica completa
utilizzano meno risorse ed energia
del packaging prendendone in
per promuovere prestazioni più so-
considerazione il ciclo di vita. In
stenibili. Questa visione è fonda-
CRYO-
®
questo modo le strategie rivolte
mentale per i sistemi innovativi di
no meno risorse, offrendo al con-
verso materiali di packaging effi-
Sealed Air e per il programma di
tempo prestazioni più sostenibili e
caci
sono state analizzate nel
eventi che supportano le aziende
soddisfacendo in modo efficace le
contesto di un’economia circolare.
alimentari e il retail consentendo loro
mutevoli esigenze di un’economia
È stato anche illustrato come le
di ottimizzare il modo in cui confe-
circolare.
soluzioni di packaging ad alte pre-
zionano e proteggono gli alimenti
Nuove tasse sulla plastica entre-
stazioni possono migliorare la so-
per realizzare le opportunità che
ranno in vigore nell’UE e nel Regno
stenibilità prolungando in modo
portino ad un’economia circolare.
Unito e gli acquirenti vogliono sem-
notevole la durata di conservazio-
“Less is More” è parte di una serie
pre più beni e servizi sostenibili. Ciò
ne, riducendo gli sprechi alimenta-
di eventi promossi al Packforum da
significa che i rivenditori al dettaglio
ri, aumentando l’efficienza e mini-
Sealed Air mirati alla promozione
di prodotti alimentari e le catene di
mizzando le emissioni della cate-
delle strategie di packaging per mi-
approvvigionamento si stanno rapi-
na di approvvigionamento.
gliorare la sostenibilità, ridurre lo
damente muovendo verso un’eco-
L’evento ha visto il team di Sealed
spreco alimentare, migliorare la si-
nomia molto più intraprendente,
Air condividere casi di studio sulle
curezza alimentare e prolungare la
fattore che rappresenta al tempo
prassi migliori e approfondire co-
durata di conservazione.
stesso una sfida e un’enorme op-
me i sistemi di imballaggio CRYO-
portunità per il packaging. L’aver
VAC® Vacuum Skin stanno aiutan-
SEALED AIR
messo il tutto nella giusta prospetti-
do le aziende alimentari ad affron-
www.sealedair.com
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DALLE AZIENDE
Gestire la qualità è una scelta consapevole
L
'
analisi microbiologica è sempre sta-
geni, Alitest ha lanciato sul mercato
Le piastre Charm Peel Plate pre-
ta percepita come un’attività com-
la linea di piastre Peel Plate Charm.
sentano tutte queste caratteristiche.
plessa per quanto riguarda la ge-
Come viene gestita la qualità in
Pronte all’uso, permettono di ese-
stione dei passaggi che il tecnico di
azienda?
guire il test in un solo passaggio: ba-
laboratorio effettua durante l’analisi,
Il test, creato per il controllo qualità,
sta pipettare il campione da analiz-
per la gestione dei dati e per il cal-
deve essere:
zare senza l’utilizzo di tecniche di dif-
colo del risultato finale che può va-
» » »
affidabile;
fusione.
rapido;
Più efficienti dei prodotti simili esi-
con una minor percentuale di
stenti, che risultano essere laboriosi
errore;
e caratterizzati da problematiche ri-
»
si deve integrare facilmente
guardanti la preparazione del terre-
nell’inter di analisi interne.
no, come la cross-contamination,
riare in base al numero di microrganismi presenti sulle piastre. Per il controllo della qualità e il monitoraggio della prevenzione da possibili contaminazioni da agenti pato-
la diffusione dell’aliquota o la necessità di molto spazio per l’esecuzione di numerose piastre. Progettate e validate per essere sovrapposte, hanno tempi e temperature di incubazione che coincidono con le convenzionali procedure microbiologiche. Validate AOAC e NCIMS, le piastre Peel Plate Charm distribuite da Alitest non solo ottimizzano i tempi e i costi dell’azienda stessa, ma aumentano la garanzia del prodotto finito per il consumatore. Sapere è prevenire. Gestire la qualità è una scelta consapevole. ALITEST www.alitest.it
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DALLE AZIENDE
È online INgredients Town
C
ontinua INgredients, il progetto di
animato dove i nostri amici Ingre-
visibili, che ci accompagnano ogni
Sacco System che ha l’obiettivo di
dienti si presentano e scoprire tutto
giorno e hanno un’azione benefica
portare alla luce il mondo nascosto
sui personaggi. INgredients Town è
sulla salute di esseri umani, animali
degli ingredienti, raccontando come
una città fantastica, qui gli ingre-
e ambiente, e imparare divertendo-
caglio, fermenti lattici e probiotici
dienti prendono vita come veri e
si, grazie a video, quiz e giochi.
sono quotidianamente al nostro
propri personaggi, raccontando le
Nella sezione “Come ci leghiamo”
fianco. Senza questi ingredienti,
loro storie e le loro caratteristiche.
scoprirete come gli ingredienti
tanti prodotti non esisterebbero; so-
Sarà possibile conoscere Chimo-
unendosi creano i prodotti finiti e
no ingredienti naturali ed essenziali
sina e Pepsina, fondamentali per
nella sezione “Giochiamo insieme”
per la produzione, ad esempio, di
la produzione del formaggio o Bul-
potrete mettervi alla prova con il
formaggio, yogurt e integratori ali-
garicus e Thermophilus, responsa-
primo gioco disponibile “Combina
mentari presenti ogni giorno nelle
bili della fermentazione dello yo-
gli ingredienti”.
nostre case.
gurt, e ancora Rhamnosus SP1 e i
Per maggiori informazioni sul pro-
Sul sito ingredients.saccosystem.
Bifidos, supereroi probiotici, e tan-
getto: p.origoni@saccosrl.it
com, nella sezione “Ingredients
ti altri personaggi.
Town” (bottone giallo in alto a de-
Insomma, uno spazio fuori dal co-
SACCO SYSTEM
stra) potete vedere il video cartone
mune, dove conoscere gli alleati in-
www.saccosystem.com
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CULTURA
STORIA LATTIERO-CASEARIA
Il malghese Scaltrito di Agostino Gallo L’agronomo Agostino Gallo ne “Le vinti giornate dell’agricoltura, el de’ piaceri della villa” descrive lo stato dell’arte lattiero-casearia nel XVI secolo, attraverso i dialoghi dei Messeri Avogadro e Maggio con il malghese Scaltrito VINCENZO BOZZETTI
I
50
l Nobile Agostino Gallo nasce qualche
go tra i suoi ospiti. Già nel 1558 circolano le
stesso editore dà alle stampe la definitiva
giorno prima del 14 maggio del 1499 a
prime copie scritte a mano, quindi, nel
versione intitolata Le vinti giornate dell’a-
Cadignano, oggi frazione di Verolanuova
1564, viene stampata la prima edizione
gricoltura et de’ piaceri della villa. Il testo in
in provincia di Brescia [Benzoni G., 1998] e
bresciana di G.B. Bozzola con il titolo Le
consultazione, invece, è stato stampato
stabilisce il suo “buen retiro” a Borgo Pon-
dieci giornate della vera agricoltura, e pia-
sempre a Venezia nel 1607 da Domenico
carale, dove possiede venti ettari di terra
ceri della villa. Alla prima versione, purtrop-
Imberti [Gallo A., 1607]. L’Autore presenta i
“aradora, prativa, adacquadora”. Appas-
po, seguono alcune “veneziane pirata”, si-
suoi dialoganti ospiti nell’incipit della Prima
sionato studioso di agricoltura scrive un
no a che lo stesso Gallo, nel 1569, si con-
Giornata: “Nella quale ragionano i Nobili M.
impegnativo trattato agronomico, diviso in
vince ad aggiungere altre tre giornate per lo
Gio. Battista Avogadro, e M. Vincenzo
“giornate” e concepito sotto forma di dialo-
stampatore lagunare G. Percaccino. Lo
Maggio della qualità de terreni, che si deb-
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STORIA LATTIERO-CASEARIA
bono comprare e del modo d’ordinarli, e
I pesi bresciani durante la Repubblica di Venezia
coltivarli”; in rapida successione il trattato
Tratto da Enciclopedia Bresciana, Fappani A., 1991
agronomico esamina anche le diverse cul-
Nel sistema dodicesimale che fu in vigore fino al secolo XIX, quando venne adottato il
ture agricole nonché i diversi allevamenti
“decimale”, le misure ebbero denominazioni diverse in multipli e sottomultipli, inerenti
animali. La tematica del latte bovino viene
al sistema. Per la determinazione dei pesi era usata la libbra la quale si divideva in 12
trattata all’“Undecima Giornata” che verte:
once, la oncia in 16 dramme, la dramma in 4 quarti, 25 libbre fanno un peso, 100 pesi
“Intorno alle vacche, vitelli, giovenchi, e
fanno un carro…
CULTURA
buoi”, allorquando nei ragionamenti interviene il malghese Scaltrito, “nome comu-
Segnaliamo le antiche denominazioni con le rispettive valutazioni di peso:
nemente à i pari suoi: poiché generalmente
il quarto è pari a
gr. 0,418
sono i più astuti d’ogni altra qualità e pro-
il denaro è pari a
gr. 0,139
fessione di persone.”
la dramma è pari a
gr. 1,670
la oncia è pari a
gr. 26,734
la libbra piccola, di 12 once, è pari a
gr. 320,808
INTORNO AL LATTE DI VACCA
la libbra grossa, di 30 once, è pari a
gr. 802,02
Dopo le riflessioni intorno alla gestione
il peso o rubbo è pari a
kg. 8,02
dell’allevamento bovino Messer Vincenzo
la soma, di 16 pesi, è pari a
kg. 128,32
Maggio approfondisce il tema della produ-
il carro, di 100 pesi, è pari a
ql. 8,02
zione del latte. Vinc.: Dapoichè voi malghesi mandate le
Inoltre esisteva anche una misura di peso per i fieni e cioè:
vacche di Maggio a pascer nelle nostre cam-
il carro pari a ql.8; un fasso pari a kg. 80 e il peso kg. 8.
pagne, e di Giugno poi in monte, acciocchè pascano in quelle erbe fresche, e morbide fin che le ritornate anco nelle campagne dopo San Bartolomeo, ovvero alle cascine avendo Scal.: Avenga che ordinariamente molti di
Scal.: Non ci vuole manco di pesi venti-
scete di fieno, s’è cosa buona à tener le ben
noi si contentano quando (computando l’u-
quattro, o venticinque di latte fresco per fa-
calde nelle stalle al tempo del freddo, e mas-
na vacca con l’altra) fa cento pesi di latte:
re un formaggio ben ordinato, il quale si
simamente essendo eccessivo?
nondimeno io non mi contenterei se le mie
trovi, due pesi in capo dell’anno, secondo
Scal.: Solamente gli uomini ignoranti e avari
non passassero i centoventi e centotrenta:
l’usanza nostra.
le tengono talmente rinchiuse nel caldo a
perciò che ve ne sono quasi il terzo, che
Vinc.: Per qual cagione non fate voi malghe-
quel tempo, che le povere vacche non man-
giungono, sino a centoquaranta per ciascu-
si i formaggi di quattro, o di sei pesi l’uno, e
giano la metà del fieno che mangerebbero
na. E questo ci fa vedere (come ho detto)
anco di più, come fanno gli altri Piacentini e
quando fossero tenute al caldo mezzano,
quanto importa a pascerle bene, e non a
Lodesani, i quali (per farsene grandissima
come fanno i liberali che tendono alla utilità
sparagnare il lor mangiare, come vien fatto
copia) vanno per tutto’l mondo?
maggiore; perciochè per esperientia veggo-
da molti che non hanno giudizio.
Scal.: […] E qui il nostro Scaltrito diventa
tolto i fieni, vorrei saper da voi quando le pa-
no, che quanto più mangiato buon fieno,
maggiormente dettagliato, mentre noi per
tanto maggior copia di latte producono.
ragioni di spazio, dobbiamo sintetizzare:
Vinc.: Poi che tenete le vostre vacche morbi-
INTORNO AL FORMAGGIO
quindi il malghese-casaro ribadisce che i
damente, vi prego che mi diciate anco quan-
Vinc.: Quanti pesi di buon latte vi vuole a fa-
suoi formaggi sono migliori e sono venduti a
ti pesi di latte vi danno all’anno, oltre il lattar
re un formaggio bello di due pesi ben salato
Roma, a Venezia ed in Alemagna; che non
dei vitelli, e vitelle?
e ben ordinato?
diventano verdi, perché sono alti quattro di-
Febbraio/2021
51
CULTURA
STORIA LATTIERO-CASEARIA
ta, mentre i Piacentini e Lodesani, alti un palmo, non si salano bene nel mezzo. Poi lo Scaltrito spiega come il latte debba essere scremato diversamente nelle diverse stagioni e, che non si deve ricavare più di due-due e mezza, libre di burro (1,6-2 kg) per dieci pesi di latte (80 kg). Torniamo ora ai dialoganti per la descrizione della caseificazione. Gio.Bat.: Voi mi avete pur detto, che a non cavare il butiro quel formaggio è molto dubbioso di guastarsi? Scal.: Confirmarei ciò che voi dite, quando si mancasse a romper benissimo la giuncata. Et però ogni malghese ben pratico di questo non pur la rompe talmente col bastone, che fa parer che non ve ne fusse mai, ma ancora com’ella è ridutta al fondo, le da un po più fuoco del solito, acciocchè quel formaggio
morbido non si guastasse, come facilmente
latte superfluo: la quale, cinta, e stretta
farebbe quando non fusse alquanto più cot-
quanto vi conviene la copre con un’asse ton-
to dell’altro. Posti adunque vinti, e vinticin-
da: mettendovi sopra delle pietre di soffi-
que pesi di buon latte colato nella caldara al
ciente peso, e altro non vi fa fino al mattino
fuoco fin che tanto caldo, che si possa soffe-
seguente, la qual massa, per essersi ridotta
rire col braccio nudo, vi si pone un’oncia di
in bel formaggio asciutto, lo porta nella ca-
buon caggio ben sminuzzato con l’acqua in
scina a terreno, e ordinata a simili formaggi
un piatto, e volendo che’l formaggio resti
con le assi sopra le scalere di mano in mano.
con bel colore, vi si metta anco dentro tanto
Lo Scaltrito spiega poi: la salatura a mano,
zaffarano pesto, quanto starebbe sopra un
con le sue variazioni stagionali; la pulizia e i
quattrino; e com’è ben caggiato il latte si
rivoltamenti in stagionatura (dove muffe e
rompe col bastone tondo, e ben bianco fin
acari non mancavano); i trattamenti a base di
che si vede esser bisogno: onde essendo ri-
olio d’oliva, lino o burro e, “per darli più bel
dotta la gioncata rotta al fondo della caldara,
colore, che ha alquanto del vermiglio”…
il malghese polito con panni di bugato, cac-
La stagionatura media era di un anno, men-
cia le mani, e braccia ben nette sin’al fondo,
tre problematico era il suo prolungamento.
volgendo e rivolgendo quella massa, sin ch’ei conosce essere ugualmente cotta, e al-
Ritratto di Agostino Gallo, Agostino Galeazzi (1523-1576)
52
quanto soda e tonda: di maniera che la si le-
INTORNO AL LATTE DI PECORA
vi fuori, cacciandovi sotto un pane ben bian-
Vinc.: Non avete voi per migliore il formaggio
co, ò più tosto un mastello, e la pone nella
accompagnato col latte di pecora (com’è
fascia di legno sopra del pressore alquanto
tutto quel che fate voi) che non è il puro fatto
pendente, acciòcchè esca tutto il brodo del
quasi da tutti gli altri malghesi?
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STORIA LATTIERO-CASEARIA
esperientia mi ha fatto veder che ’l mio for-
INTORNO AL CAGLIO E ALL’AGRA
niamo subito tolto fuori dalla caldara tutta
maggio riesce sempre più saporito, più deli-
Vinc.: Come fate voi malghesi questo caggio?
la ricotta, acciocche ella non manchi mai.
cato, e si mantiene con maggior peso, e pe-
Scal.: Non lo facciamo altramente, ma lo pi-
Ma se qualcuno ne vuol fare di novella, e
rò non è meraviglia se io persevero a tenere
gliamo da gl’interiori de’ vitelli maschi, e
massimamente in un vascello nuovo, lo pi-
ottanta, e cento pecore appresso alle 35 e
femmine, il qual è tanto migliore, quanto che
glia (per l’ordinario) d’una brenta: facen-
40 vacche, e se vendo il mio ogni anno no
questi animali si trovano ben grassi, e 224
dovi il buco donde si cava l’agra non ap-
solo quattro, e cinque soldi il peso di più, che
che l’abbiamo spiccato dalle budella, lo sa-
presso al fondo, ma alto da quello circa
nò fanno quei malghesi che ne fanno quella
liamo, e chiudiamo la pelle con uno stecco
quattro dita, acciocchè vi resti la fece, e si
medesima somma che faccio io, ma ancora
acuto ( come se fosse la borsa de’ testicoli) e
cavi solamente quella, che fa di mestiero.
le pecore mi rendono (a tanto per tanto)
poi l’attacchiamo sotto sotto al camino dove
Et però tolto il vascello concio (come ho
maggior utile, che nò cavo dalle vacche. Ve-
si fa fuoco, acciocchè venga secco.
detto) e posto dentro il detto brodo puro, e
ro è che questa sorte di formaggio resta al-
Vinc.: Vorrei saper ancor, à che modo fate
netto, vi si mette un pane di lievito rotto in
quanto bianco, ma dandolo quel poco di
l’agra, che voialtri adoperate nel fare, che’l
più pezzi, e una man piena di sale, e anche
zaffarano (come faccio) resta colorito.
fiorito divenga poina, o ricotta?
delle ortiche; et a questo modo si fa l’agra
Scal.: Ordinariamente abbiamo il vascello,
perfetta in tre, o quattro giorni che non si
del quale ogni giorno caviamo quell’agra
guasta mai.
Scal.: Nò è dubbio alcuno, che la lunga
CULTURA
che ci bisogna, e altrotanto brodo vi ritor-
INTORNO ALLA RICOTTA Vinc.: Non avete parimenti per migliori le ricotte salate, e bene ordinate di questi dui latti mescolati, che non son le pure di quel di vacca? Scal.: Non solamente sono più saporite quelle de’ detti dui latti, e più le pure di pecora, ma sono ancora più delicate quell’altre fatte di latte di capra, e medesimamente sono questi latti, cioè si come quel di pecora è migliore, e più grasso di quel di vacca: cosi in queste due cose avanza tutti quel di capra.
INTORNO AL LATTEMELE Vinc.: Che modo tenete voi nel fare si delicato il lattemele? Scal.: Posta la panna co acqua rosa in una bacia, o altro vaso comodo, si sbatte, e si rivolve con le bacchettine legate per quanto si tengono in mano, e le cime ben sparse, riducendola in schiuma, la quale si va levando col mescolo forato di mano in mano, secondo che i fa (ponendovi sopra del zucchero ben spolverizato) e si mette nei piatti, seguitando pure a rivolgere; sin che finita di ridurre in schiuma.
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53
CULTURA
STORIA LATTIERO-CASEARIA
INTORNO AL LATTE DI CAPRA Nelle pagine della “Duodecima Giornata” i discorsi girano “Intorno alla pecore e alle capre”: prima in merito all’utilità di allevare ovini, alle razze del territorio bresciano, alla gestione dei montoni, all’allattamento degli agnelli e quindi al latte di capra. Vinc.: Perché vi dissi innanzi desinare che il parlamento nostro sarebbe solamente intorno alle capre, però mi sarà grato che me ne ragionate quel tanto che ne sapete. Scal.: Ancora ch’io non abbia tenuto capre, da poi ch’io era giovane sotto alla obedientia di mio padre, nella villa di Agnosceno di Val di Sabbio, e ch’elle non rendano in tutto quella utilità di buon formaggio, e manco di lana come fanno le pecore, non di meno è cosa buona à tenerne, e massime ne i siti sterili, come sono i moti, i colli, le valli e le campagne deserte, perciò che danno maggior copia di latte, e migliore, e più sano che nò fanno le pecore, e anco la ricotta loro è più delicata. Et però si dice per proverbio. Butiro di vacca, formaggio di pecora, e ricotta di capra, sono i migliori frutti che rendono questi animali. Poi le capre sono di poca ispesa, conciòsia che nò si da loro fieno, se nò quando partoriscono,… Vinc.: Per quanto tempo si mungono le capre, e quanto latte possono dare al giorno? Scal.: Si mungono mesi quattro sin cinque;
Pala “La Carità di San Lucio”, Francesco Paglia ( 1636-1714 ), commissionata dal Paraticum Formaggiorum, associazione di mestiere, che ottenne l’altare da dedicare al proprio Santo nel 1675, Chiesa di San Giuseppe, Brescia [Foto Ed. La Scuola, Brescia]. La punta di formaggio in mano al Santo, potrebbe essere similare al formaggio prodotto dallo Scaltrito (2 pesi, ovvero 16 kg, scalzo 10-11 cm, diametro 45-46 cm)
dando ordinariamente la mattina con la sera libbre tre, sin quattro di latte, il quale
Scal.: Certo è che non si farebbe il formag-
IN CONCLUSIONE
avanza (quanto a bontà e sanità) quello di
gio di capra senza buon caggio, ma non già
In futuro il “malghese Scaltrito” sarà sostitui-
vacca e di pecora.
con l’agra; perché non venirebbe buona la ri-
to dal “casaro Scientrito”, che forse farà il
Vinc.: Non vuole à questo latte quel caggio
cotta; e però à farla delicata, vi s’aggiunge
formaggio con l’intelligenza artificiale e il me-
istesso, e quell’agra che si adoperano à quel
altro tanto acqua, come si farebbe d’agra
todo predittivo; ma intanto noi cerchiamo di
di vacca, e di pecora?
quando vi bisognasse.
essere più vicini al primo o al secondo?
Riferimenti bibliografici Benzoni G., Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1998. Fappani A., Enciclopedia Bresciana, Edizioni “La Voce del Popolo”, Brescia, 1991. Gallo A., Le vinti giornate dell’agricoltura, el de’ piaceri della villa, Appresso Domenico Imberti, Venezia, 1607.
54
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Gaetano Forte
CODICE DEGLI ALIMENTI 500 norme italiane ed europee
L’Opera rappresenta una vera e propria guida indispensa-bile per coloro i quali siano chiamati, per ragioni di lavoro di studio, a confrontarsi quotidianamente con le variegate e complesse problematiche connesse al Diritto degli alimenti. Si tratta di una ricchissima raccolta che comprende oltre 450 provvedimenti nazionali ed europei, organizzata sistematicamente per materie. Vengono affrontati, fra gli altri, i princìpi generali della materia quali: igiene e sicurezza degli alimenti; sanzioni in materia di igiene degli alimenti; claim nutrizionali; diritti dei consumatori; presentazione dei prodotti. Più in dettaglio, vengono riportate le norme relative ad ogni specifico settore del diritto agroalimentare, fra cui: acque; alimenti surgelati; bevande; carni; commercio e vendita degli alimenti; controlli e autorità competenti; di-sciplina metrologica; formaggi; novel food; pane, pasta e sfarinati; OGM; prodotti dop/igp; vino.
Pubblicazione: gennaio 2019 Pagine: 2800 Formato: 17 x 24,5 cm Prezzo: 150,00 euro PER INFORMAZIONI E ACQUISTO eMail: libricomm@lswr.it
L’autore Gaetano Forte, titolare dell’omonimo studio legale, specializzato in diritto penale d’impresa, con peculiare riguardo per il contenzioso in materia di diritto agroalimentare.
ACQUISTALO ONLINE SU www.latribuna.it
NEWS
ORIGIN INFORMA
Revisione del sistema delle IG
N
elle giornate del 25-26 novembre
valutare la necessità di una legislazione
la Commissione Europea ha
europea in questo campo.
organizzato una conferenza con lo
Commissione Europea ed EUIPO
scopo di iniziare il processo di revisione
hanno colto l’occasione della
del sistema delle Indicazioni
conferenza per presentare il nuovo
Geografiche in riferimento alla strategia
database delle IG denominato GIview,
Farm to Fork.
che fornisce informazioni dettagliate
La revisione è prevista per la fine
sulle Indicazioni Geografiche protette
del 2021-inizio 2022 e si suddivide
a livello UE, comprese quelle
in quattro punti:
provenienti dai Paesi Terzi.
• consolidamento; • attrattività; • sostenibilità;
Farm to Fork: dal produttore al consumatore
A
l Parlamento Europeo è stato
• importanza dei “Gruppi”/Consorzi.
trovato un accordo fra COMAGRI
La Commissione Europea ritiene che
(relatore Herbert Dorfmann) e
molti degli argomenti sostenuti da oriGIn
COMENVI (relatrice Anja HAZEKAMP).
EU contenuti nel rapporto OCM del
È necessario, però, attendere i pareri di
Parlamento Europeo (Andrieu report),
diverse altre commissioni parlamentari.
come ripartizione del valore e maggiore
Il calendario dei lavori è abbastanza
tutela, dovranno essere riconsiderati e
lungo e prevede per il 25-26 gennaio
non andrebbero inseriti nella riforma
2021 un esame della bozza del testo
PAC in corso. Dal punto di vista della CE
AGRI-ENVI (oriGIn Eu ha inviato un
è troppo presto per introdurre tali
proprio parere ai relatori); la scadenza
elementi, dal momento che il settore IG
per presentare gli emendamenti è il 28
deve essere consultato in modo
gennaio, mentre il voto finale nelle
approfondito e la Commissione deve
commissioni congiunte AGRI-ENVI è
effettuare uno studio d’impatto per
previsto per fine aprile.
Accordo sul quadro finanziario pluriennale
È
stato raggiunto un accordo interistituzionale tra il QFP 2021-2027 e il NextGenerationEU (Recovery Fund Covid-19). Con un ammontare di 1.8 trilioni di euro
sarà il più grande impegno mai finanziato dal bilancio UE. Per l’agricoltura, sarà accelerato lo stanziamento di 8.07 miliardi di euro di sussidi attraverso i programmi di sviluppo rurale. I negoziatori hanno convenuto di anticipare i pagamenti al 2021 e 2022, mentre la Commissione Europea aveva proposto un periodo fra il 2022 e il 2024. Circa il 30% degli 8.07 miliardi verrà dunque reso disponibile nel 2021 (2.4 miliardi), mentre i restanti 5.6 miliardi verranno resi disponibili nel 2022. Il 37% del fondo dovrebbe essere destinato ad agricoltura biologica, benessere animale, azioni ambientali e per il clima. Mentre almeno il 55% sarà destinato all’inserimento dei giovani agricoltori e agli investimenti nelle aziende agricole che contribuiscono ad azioni durature. Sarà accordata maggiore flessibilità agli Stati Membri per investire il restante 8% in azioni di sviluppo sostenibile.
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ORIGIN INFORMA
NEWS
Etichettatura d’origine per le carni
N
el mese di novembre è stato pubblicato lo Studio CE
sull’etichettatura obbligatoria per alcune tipologie di carne, le cui conclusioni principali sono le seguenti: le norme UE sull’indicazione d’origine di alcuni tipi di carne si sono dimostrate affidabili e utili per i consumatori; non risulta che le normative abbiano avuto un impatto sugli scambi commerciali nel mercato unico, sebbene appaiano alcuni cambiamenti nei flussi per alcuni casi specifici. Monitorando il
Notizie dal mondo
mercato si rileva un crescente interesse dei consumatori sulle
Cina Dal 1 febbraio 2021 entra in vigore l’accordo sulle IG
informazioni relative all’origine della
Con l’adozione da parte del Consiglio Europeo, avvenuta il 23 novembre,
carne. Tali conclusioni riguardano
dell’accordo bilaterale UE-Cina sulle IG, entreranno in vigore:
anche le varie tipologie di tagli
• le nuove normative che prevedono la tutela di 200 denominazioni (100 UE e 100
venduti nel settore Horeca/food
cinesi);
service e dovrebbero superare le
• la lista delle IG europee protette in Cina;
normative o le iniziative volontarie
• la lista delle IG cinesi protette nella UE.
assunte in alcuni Stati Membri. La valutazione sull’etichettatura di
USA Pubblicazione dei dazi doganali sulle esportazioni verso la UE
origine per alcune tipologie di carni
Nel quadro del contenzioso Airbus/Boeing, i ministri del commercio UE hanno
si concluderà con la pubblicazione
autorizzato la CE a imporre dei dazi aggiuntivi sull’importazione di prodotti USA. Si
di un rapporto della Commissione
tratta di dazi aggiuntivi del 15% sugli aerei e del 25% su di una serie di prodotti
a inizio 2021.
agricoli e industriali, quali, per esempio, vini e distillati, ketchup, cheddar, arachidi, cotone, patate. Il nuovo Commissario UE al commercio, il lettone Valdis Dombrovskis ha invitato gli USA affinché le due parti rinuncino con effetto immediato all’applicazione di tali dazi aggiuntivi all’import, in modo da porre fine al contenzioso. Dopo l’elezione di Joe Biden, la Commissione Europea spera anche nel miglioramento generale delle relazioni con gli USA.
Nuova Zelanda e Australia Accordi sulle IG Sono stati completati 8 round negoziali. Al termine dei quali permangono ancora controversie su alcune denominazioni IG, per prodotti quali formaggi e vini. Le discussioni sono inerenti anche al testo generale di un accordo per le Indicazioni Geografiche, che dipenderà probabilmenti sui temi di accesso al mercato, soprattutto per i lattiero-caseari. I negoziati continueranno di certo anche nel 2021.
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NEWS
ORIGIN INFORMA
Un nuovo piano per la proprietà intellettuale
S
u indicazione del Consiglio dei Ministri UE, la Commissione ha presentato
delle proposte sulla evoluzione della politica UE in materia di proprietà intellettuale. Questo “piano d’azione” mira a permettere alle imprese europee di rimanere fra i leader mondiali. In particolare vengono definite delle misure chiave per migliorare la protezione dei diritti di proprietà intellettuale, diffonderne la conoscenza e l’uso da parte delle piccole e medie imprese, lottare contro le imitazioni e contraffazioni, promuovere le condizioni di equa concorrenza a livello mondiale. Il piano mira a rafforzare la protezione delle indicazioni geografiche agricole, valutando nel contempo la fattibilità di un sistema di protezione delle IG per i prodotti non agricoli a livello europeo. La Commissione avvia inoltre un dialogo con l’industria sull’impatto delle nuove
frammentazione e la complessità
tutta l’UE. La CE renderà inoltre più
tecnologie (quali IA e blockchain) sul
persistenti dell’attuale sistema. Il piano
energica la risposta dell’UE alle pratiche
sistema della proprietà intellettuale. Per
d’azione invita gli Stati membri a introdurre
sleali, come lo spionaggio industriale
garantire che le imprese abbiano accesso
rapidamente il sistema brevettuale unitario
o i tentativi di appropriazione indebita
a strumenti di protezione rapidi, efficaci e
al fine di creare uno sportello unico per la
della PI nel contesto della cooperazione
a prezzi accessibili, riducendo così la
protezione e l’applicazione dei brevetti in
in materia di R&S.
Etichettatura nutrizionale
I
l Consiglio dei Ministri Agricoli ha adottato le conclusioni della presidenza tedesca, ma con l’opposizione di Italia, Grecia e Repubblica Ceca. Molto
dura la presa di posizione dell’ex Ministro Teresa Bellanova, che si è opposta con veemenza alla proposta di una etichettatura nutrizionale definita come una “classificazione semplicistica” rappresentata da codici colore applicati a indicazioni nutrizionali. Il Ministro greco ha obiettato che il testo della Presidenza non esclude dalla Front of pack nutrition labelling (FOPNL) i prodotti di alta qualità come le Indicazioni Geografiche ottenuti con metodi tradizionali che non possono essere riformulati. Anche per la delegazione Ceca la proposta è troppo semplicistica, mentre occorre maggiore educazione e accrescere le conoscenze dei consumatori sul valore nutrizionale di certi alimenti. Il dibattito è molto acceso anche in ambito produttivo industriale. Per qualcuno, la Front of pack nutrition labelling potrebbe diventare uno stratagemma per finalità di marketing.
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Con il supporto incondizionato di
SAVE THE DATE L I V E
W E B I N A R
8 aprile
dalle ore 16.30 alle 18:00
Colture starter per il settore lattiero-caseario Introduzione a cura di
Relatore
Vincenzo Bozzetti
Prof. Vittorio Zambrini
Direttore tecnico di Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia
Professore a contratto, Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza
P AR L ERE M O D I :
generalità sugli innesti batterici e sui batteri lattici colture acidificanti colture ancillari colture probiotiche
P RE N O TA
IL TUO POSTO
9:21
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Si utilizzerà GoToWebinar, è possibile partecipare alla sessione tramite qualsiasi dispositivo. Per informazioni: redazione.food@quine.it
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GRATTUGIA
Si chiude una porta... e si apre un portone
S
econdo alcuni si scrive poco di tecnologia casearia, secondo altri non è necessario. In realtà, secondo chi scrive, non mancano buone ragioni da entrambi i lati. Tanto per cominciare, potremmo convenire che la tecnologia casearia tratta principalmente due tematiche: la preparazione del latte destinato alla caseificazione e
i processi, ovvero caseificazione e stagionatura. In merito alla prima credo si possa pacificamente asserire che la produzione, e la refrigerazione del latte alla stalla, motivata anche dal pagamento del latte secondo la qualità (da migliorare), stia dando i suoi frutti. Inoltre, la riduzione del numero dei produttori latte e il forte incremento dei volumi per singolo produttore hanno portato ad una significativa riduzione delle variabilità delle singole lattifere, di fatto diluite nel latte della massa refrigerata già alla stalla, successivamente nelle autobotti e quindi nei serbatoi al ricevimento. Pur tuttavia, i fattori legati alla stagionalità sono ben presenti. E qui si inserisce il dibattito di “standardizzazione del latte”, (STLC n. 4-2020) dove i profili scientifici tecnologici e legali sono inestricabilmente legati a quelli
VINCENZO BOZZETTI
politici. Forse anche per questo si preferisce parlare poco, dando spazio a soluzioni tattiche, anziché strategiche. Il secondo tema riguarda i processi di caratterizzazione del formaggio, un tempo affidati alla tradizione e all’esperienza dei casari, mentre oggi sono codificati da procedure. Invero, la meccanizzazione, la robotica e la programmazione digitale hanno contribuito a stabilizzare le tecnologie in caseificio. E così, come si dice: si chiude una porta e si apre un portone… Fuor di metafora, se si pensa di chiudere la porta “tecnologia”, si apre il portone della “microbiologia”! Tanto per capirci: caldaia, “lira” e spannarola sono pur sempre importanti ma collaterali rispetto al substrato latte e all’azione degli enzimi e dei microbi. Al che sorgono spontanee alcune domande: oggi, in caseificazione, bastano il termometro e l’acidimetro? Non sarebbe necessaria una nuova diagnostica a supporto del tecnico? Ma chi la ricerca? E chi la sviluppa? dedicato a Laura
Volete dire la vostra? Scrivete a: editorialoffice.stlc@quine.it
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BRE 2019 1 | OTTO numero
69 | VOLUME
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LA RIVISTA DELL’INDUSTRIA E DEI TECNICI DEL LATTE
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