numero 2 | APRILE 2022 | VOLUME 72
Deserti: “Perché si copia la forma della forma DOP?”
www.alimentinews.it
Zootecnia e cambiamento climatico
Cresce la produzione di latte: opportunità e minacce
Nutriscore e Nutrinform: dibattito aperto
ISSN 0390-6361
& IN QUESTO NUMERO
N. 2 APRILE 2022
DIRETTORE RESPONSABILE Giorgio Albonetti DIRETTORE EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE
Lente di ingrandimento Latticini e salute: occorre una valutazione attenta e mirata per esprimere un giudizio equilibrato E. Neviani
Primo Piano
Vincenzo Bozzetti
Intervista
COMITATO EDITORIALE TECNICO-INDUSTRIALE
Riccardo Deserti: “Perché si copia la forma della forma?”
Paolo Cernuschi - Clerici-Sacco Giovanna Contarini - CREA Lodi Maria Chiara Ferrarese - CSQA Ivana Gandolfi - Parmalat Massimo Malacarne - Università di Parma Chiara Marinuzzi - Studio Legale Forte Luciano Negri - Fattorie Cremona Erasmo Neviani - Università di Parma Luisa Pellegrino - Università di Milano Vittorio Emanuele Pisani - Consorzio Tutela Provolone Valpadana Valentina Pizzamiglio - Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano COORDINAMENTO EDITORIALE Chiara Scelsi c.scelsi@lswr.it - cel. 3490099322 REDAZIONE Diletta Gaggia d.gaggia@lswr.it ABBONAMENTI abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Tel. 02 88184.117 www.quine.it Costo copia singola: 1,30 euro Abbonamento annuale: 30 euro PUBBLICITÀ
V. Bozzetti
Emissioni zootecniche e cambiamento climatico V. Bozzetti
M. Halker
I protagonisti dell’export lattiero caseario 24 L.A. Ferraro
Ricerca scientifica internazionale
Tecnica A Scuola “Con le mani nel latte” F. De Vecchi
34
PRODUZIONE Antonio Iovene a.iovene@lswr.it - cel. 3491811231
Normativa
S. Checchi
F. Tidona, L. Monti, M. Povolo, B. Bonvini, G. Fergonzi, S. Barzaghi, F. Locci, L. Pellegrino, G. Contarini, D. Carminati
Effect of red wine soaking on the microbiological profile, total phenolic content and sensory aspects of an ovine pressed cheese 56 Effetto dell’immersione in vino rosso sul profilo microbiologico, contenuto totale in composti fenolici e aspetti sensoriali di un formaggio ovino a pasta pressata G. Garofalo, G. Busetta, A. Alfonzo, N. Francesca, G. Moschetti, L. Settanni, R. Gaglio
64
Cultura
Storia lattiero-casearia
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San Lucio di Cavargna: protettore degli operatori e delle attività lattiero casearie
66
News
70
V. Bozzetti
Pillole legislative Etichettatura nutrizionale: non solo dibattito tra Nutri-score e Nutrinform Battery
La qualità e sicurezza del formaggio Provolone Valpadana piccante prodotto con latte crudo stoccato a due diverse temperature 48 Quality and safety of strong type Provolone Valpadana cheese produced with raw milk stored at two different temperatures
Dalle Aziende
Professione
F. De Vecchi
Testata Associata
30
Formazione
Curiosità e condivisione: così Achille De Luca fa vivere l’azienda di famiglia
Quine Srl - www.quine.it Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia Autorizzazione del Tribunale di Parma n. 377 del 31.03.1965 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005
18
Economia
TRAFFICO
Aziende Grafiche Printing Srl Peschiera Borromeo (MI)
10
Diritto e rovescio Produzione latte in crescita: opportunità e minacce
Scienza
Scientific papers/Original article
Focus
Tecnica
STAMPA
6
Sostenibilità
Luigi Mingacci l.mingacci@lswr.it - Tel. 320 4093415
Ornella Foletti ornella.foletti@quine.it - cel. 3427968897
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La Grattugia
42
Anelli sconosciuti e ignorati V. Bozzetti
72
Ai sensi dell’art. 13 Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dagli art. 5-6-7 del GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Quine Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine Srl, Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui agli articoli 15-21 del GDPR.
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LENTE D’INGRANDIMENTO
Latticini e salute: occorre una valutazione attenta e mirata per esprimere un giudizio equilibrato Come sottolineato in precedenti interventi, nonostante latte e formaggi facciano parte della nostra dieta da secoli, in un periodo in cui la competizione dei diversi settori dell’agroalimentare per acquisire quote di mercato si è fatta più accanita, uno degli strumenti della competizione è la discussione sulla salubrità di ciascun alimento. Salubrità solitamente valutata in base alla presenza positiva o negativa di specifici componenti. Grassi saturi, colesterolo, lattosio e sale sono stati fra i responsabili dell’accusa secondo cui i prodotti lattiero caseari sarebbero non propriamente salutari. Solo recentemente, grazie alla pubblicazione di lavori scientifici che prendevano le distanze da valutazioni sommarie e frettolose del passato, si è osservata una rivalutazione complessiva del valore nutrizionale di latte e derivati. Anzi, al momento, comincia perfino a essere ricca la letteratura del settore che mette in risalto le virtù nutrizionali di differenti composti presenti nel latte o nel formaggio. Inoltre, ai fini di una corretta valutazione, è stata evidenziata da più parti l’utilità di considerare l’alimento nel suo insieme e non coERASMO NEVIANI
me semplice sommatoria matematica dei suoi costituenti. Probabilmente anche in conseguenza a pe-
Presidente Comitato Italiano FIL-IDF
culiari interazioni, gli alimenti a base di latte risulterebbero avere un valore nutrizionale la cui qualità finale è superiore a quanto atteso dal semplice bilancio di pro e contro ricavabile dall’analisi degli effetti attribuibili ai singoli componenti misurabili. In sintesi, per una persona non affetta da patologie specifiche, i latticini sono ormai riconosciuti come possibili, se non auspicabili, componenti di una dieta quotidiana sana ed equilibrata. In questo contesto mi pare una novità interessante il lavoro della ricercatrice C. M. Weaver (Department of Nutrition Science, Purdue University, United States) dal titolo “Dairy matrix: is the whole greater than the sum of the parts?” pubblicato recentemente in Nutrition Reviews (Vol. 79(S2):4–15 2022). Il lavoro sottolinea la necessità di ricordare la grande variabilità di composizione e struttura dei molteplici derivati del latte, ognuno con una propria storia, che incide sia sulla sua appetibilità che sul suo valore nutrizionale. La ricerca invita a essere, quantomeno, più “sfumati” nel definire il ruolo nutrizionale dei prodotti lattiero-caseari nel loro complesso. I derivati del latte non sono tutti uguali e a volte i dettagli, le piccole differenze, possono risultare determinanti. La conoscenza del dettaglio richiede tuttavia studio attento e non sempre si presta all’informazione immediata. In ogni caso considerando le grandi diversità quali-quantitative degli innumerevoli derivati del latte servirebbero valutazioni sempre più approfondite, equilibrate e diversificate in ragione della tipologia di prodotto. Questo approccio metodologico, a mio avviso, è necessario per garantire una corretta informazione che permetta di valorizzare a pieno il ruolo dei differenti prodotti lattiero caseari in una dieta funzionale al benessere di ciascuno.
4
Aprile/2022
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PRIMO PIANO
INTERVISTA
Riccardo Deserti, Presidente di oriGIn-GI
Riccardo Deserti: “Perché si copia la forma della forma?” Il Presidente di oriGIn-GI vuole conciliare gli interessi opposti a vantaggio del consumatore Vincenzo Bozzetti
R
6
iccardo Deserti, classe 1967, laurea
work), con sede a Ginevra. OriGIn-GI è la
in Scienze Agrarie, dopo le prime
rete internazionale fondata nel 2003, che
esperienze professionali presso la
rappresenta direttamente 576 indicazioni
Società di studi economici Nomisma, poi
prodotte in 40 Paesi, di fatto il
proseguite al Ministero delle Politiche Agri-
sistema
cole come Direttore Generale dei prodotti di
cui sono complessivamente censite oltre
di un panorama globale in
qualità, è nominato Direttore generale del
8.800 denominazioni
Consorzio del Formaggio Parmigiano Reg-
“Alleanza Mondiale delle indicazioni geo-
Dottor Riccardo Deserti, oriGIn-GI, per raggiungere i suoi obiettivi primari, deve interagire con WTO, UE, WIPO, CANN, oltre che con i vari enti locali. Nei primi cento giorni di Presidenza le è stato possibile or-
. Questa
degli obiettivi raggiungibili?
giano nel 2012. Lo scorso 23 novembre,
nel suo sito internet www.origin-
In questi primissimi mesi abbiamo lavorato
con mandato biennale, è stato eletto Presi-
gi.com, promuove l’obiettivo primario di
in continuità con l’azione sviluppata nel man-
dente di oriGIn-GI (Organization for an In-
promuovere la protezione legale internazio-
dato precedente concentrandoci su un
ternational Geographical Indications Net-
nale dei prodotti IG.
obiettivo di “accelerazione”. Accelerazione
Aprile/2022
LENTE D’INGRANDIMENTO INTERVISTA PRIMO PIANO
OBIETTIVO CENTRALE È SUPPORTARE LA CRESCITA DELLA RETE E DELLE SINGOLE IG
da esprimere a diversi livelli. Alla base
condivisione e diffusione delle competenze.
sponsabilità di essere le capofila. La visione
dell’organizzazione poniamo l’obiettivo di
Nella rete oriGIn partecipano realtà giova-
di questo modello è però “circolare”. Non si
ampliare sempre più la rappresentatività
nissime e altre con lunga storia. Realtà pic-
tratta di aiutare le aree in via di sviluppo o
della rete. Più ampia è la nostra rete, e mag-
cole e altre economicamente strutturate.
più “acerbe” per meri fini assistenziali. È ve-
giore diventa nel tempo la penetrazione in
Questa diversità è oggi un valore enorme
ro il contrario! Se in Cina, Perù, Marocco –
diverse aree del mondo della sensibilità e
perché obiettivo centrale è supportare la
solo per fare qualche esempio – si diffondo-
delle politiche legate alle indicazioni geo-
crescita della rete e delle singole IG. E que-
no indicazioni geografiche, i loro produttori
grafiche. Quindi il primo obiettivo è accele-
sta crescita può trovare energia e compe-
faranno pressione sui governi locali gene-
rare l’ampliamento della nostra rete, sia per
tenze uniche proprio nei consorzi e nelle fi-
rando le condizioni per avere normative e
aree geografiche che per prodotti, a tutti i li-
liere legate a una storia pluridecennale o
strumenti e quindi sensibilità al tema delle
velli merceologici: food, vino, spirits e no-
anche secolare. In questa prospettiva, in-
IG, con interesse indiretto di medio termine
food. Il secondo obiettivo è accelerare nella
dubbiamente, Italia e Francia hanno la re-
per tutte le IG mondiali. Una notizia di que-
Aprile/2022
7
LENTE D’INGRANDIMENTO PRIMO PIANO INTERVISTA
mesi per coinvolgere questi due prodotti
Indicazioni geografiche, Consorzi tutela DOP, certificazioni, marchi pubblici e privati, non siamo entrati in un labirinto nel quale si rischia la paralisi imprenditoriale e la creatività?
Per favore, potrebbe precisare in merito alle produzioni casearie aventi DOP e IGP, i prossimi passi necessari per avvicinarsi o raggiungere una solida protezione internazionale?
nella rete di oriGIn. È una strategia dal bas-
No, anzi. Il problema della proliferazione ec-
Non esiste una specificità giuridica dei for-
so per sostenere i nostri principi anche in
cessiva delle iniziative, delle certificazioni,
maggi rispetto ai prodotti food. La specifici-
USA, cioè il mercato più ostico e contrario -
delle registrazioni, e quindi del labirinto, esi-
tà nasce da quello che i formaggi rappre-
fino a oggi - alle indicazioni geografiche.
ste. E questo problema genera anche dei
sentano “di fatto”. Tra i formaggi troviamo,
sti giorni è che, nell’accordo USA-Giappone sono stati riconosciuti Bourbon e Tennessee Whiskey come indicazioni geografiche in Giappone. Lavoreremo nei prossimi
danni. Se comprendiamo i danni si può ca-
infatti, i prodotti IG maggiormente sottopo-
In passato e in una visione locale i quattro pilastri sui quali poggiano le indicazioni geografiche erano: territorio e fattori locali, usi leali e costanti. Sono ancora validi oggi in una prospettiva mondiale?
pire dove mettere le mani per ripartire. Un
sti a problemi di imitazione e, quindi, quelli
primo danno è che il “labirinto” alimenta la
che esprimono i maggiori bisogni di prote-
dispersione di risorse, sia pubbliche che
zione. Si pensi a Gruyère, Comté, Feta e in
private. Nel senso che in questo caos si perde la capacità di selezione gli investi-
Italia al Parmigiano Reggiano, Grana Pada-
menti e molti di questi vanno a iniziative non
ti. Ma veniamo alla risposta: il miglioramen-
Sì, lo sono e lo diventeranno ancora di più
meritevoli o non sostenibili. C’è poi un effet-
to della protezione “reale” a livello interna-
in futuro! Se osserviamo i trend di questo
to rumore di fondo, di confusione sui valori,
zionale si raggiunge attraverso un’azione
decennio potrebbe – in apparenza – emer-
che riduce l’efficacia nei confronti del con-
coordinata e costante. Per vincere questa
gere uno scenario diverso. Per qualsiasi
sumatore. Partendo da questi spunti si ca-
sfida, o comunque per misurare decisi pas-
impresa agroalimentare, e quindi anche
pisce facilmente dove intervenire. Non ser-
si avanti, serviranno almeno 10 anni, duran-
per quelle delle IG, oggi parole chiave so-
vono regole e divieti per mettere ordine in
te i quali tanti attori dovranno fare – ognuno
no sostenibilità ambientale e benessere
questo labirinto. La scelta “sana” è mettere
– la sua parte. L’Unione Europea dovrà
animale. Sono temi importantissimi per i
il mercato nelle condizioni di esercitare la
mantenere altissima la difesa dei nomi geo-
quali le IG, per prime, devono offrire ai
selezione naturale di prodotti e iniziative
grafici negli accordi internazionali, senza
consumatori risposte concrete, credibili e
meritevoli. In questo senso lancio due prin-
aprire spazi a compromessi irreparabili.
soprattutto coerenti alla reputazione di cui
cipi cardine:
Unione Europea e singoli Paesi dovranno
godono i singoli prodotti geografici. Que-
»
le proposte devono venire da chi produ-
alimentare strumenti per il sostegno diretto
ce, da chi scommette sulla sua impresa;
e indiretto delle azioni di tutela e protezione
do al futuro di lungo periodo una cosa è
quando proposte di nuove IG o certifica-
a livello internazionale: penso sia al soste-
certa: tra 20 anni il futuro di un grande vi-
zioni o marchi nascono dalla Pubblica
gno dei costi delle azioni di tutela legale, ma
no, di un grande formaggio o altro prodot-
Amministrazione o dalla politica autono-
anche a campagne di informazione al con-
to oggi apprezzato sarà sempre e comun-
mamente, allora si tratta di un’ingerenza
sumo e agli operatori sui comportamenti
que ancorato al legame alla zona di origi-
inutile e dannosa. Ovviamente parlo di
corretti e non ingannevoli. Poi il compito dei
ne e ai contenuti distintivi di qualità intrin-
inutile e dannosa rispetto all’obiettivo di
produttori, che devono generare risorse pri-
seca. Gli attributi aggiuntivi potranno mu-
sviluppare al meglio gli obiettivi insiti
vate per attivare ogni livello di protezione.
tare di importanza o potranno subentrarne
nella potenzialità economica di base;
Se non sono i produttori i primi a credere e
il supporto economico, indispensabile
investire per i loro redditi futuri, il sistema è
per sostenere le iniziative meritevoli in
destinato a implodere. E infine il ruolo della
sto nel breve. Se però volgiamo lo sguar-
di nuovi. Per questo motivo i pilastri “originari” della qualità sono i valori a cui non
8
»
no e Gorgonzola, solo per citare i più colpi-
occorre mai derogare. Allargare le maglie
questa materia, deve legarsi a percen-
rappresentanza, a tutti i livelli, condividendo
della qualità è una tentazione da cui le im-
tuali ridotte, massimo il 50%; in caso
una coerenza e convergenza delle proposte
prese che stanno sul mercato sono natu-
contrario
iniziative
e delle richieste ai vari livelli politici e ammi-
ralmente attratte, ma questa strada –
orientate al contributo invece che al lan-
nistrativi. E proprio su questo punto si pone
quando percorsa dall’IG – diventa una
cio di nuovi business capaci di autoso-
il ruolo di oriGIn, con l’obiettivo già definito
strada senza ritorno.
stenersi dopo la fase iniziale.
per questo mandato di promuovere la crea-
si
promuovono
Aprile/2022 Aprile/2022
LENTE D’INGRANDIMENTO INTERVISTA PRIMO PIANO
zione di un sistema di rappresentanza coor-
da chiunque. Quindi il tentativo di imitare
un sacrosanto diritto di iniziativa privata. Ma
dinato e omogeneo nelle differenti macro-
non è di per sé un problema. Il problema su
qui lancio una riflessione. Da oltre 1000 anni
regioni geografiche mondiali.
cui non possono esserci dubbi, è la modali-
sono solo due i formaggi prodotti con quella
Da anni in Italia, il tema dei prodotti similari ed evocativi è molto sentito. Girano parole grosse del tipo: etichettatura ingannevole, frode in commercio. Cosa pensa in merito? Secondo Lei è irragionevole sperare in una soluzione equilibrata per l’iniziativa privata e per la tutela del consumatore?
tà con cui quel prodotto viene presentato e
specifica e unica “forma della forma”: il Par-
proposto al consumatore. E questo deve
migiano Reggiano e il Grana Padano. Quel-
avvenire assicurando che in nessun modo il
la forma che, osservata in una scalera da
consumatore possa associare o vedere le-
lontano, fa dire a qualsiasi consumatore in-
gami con prodotti tutelati e registrati. Altri-
terrogato sull’immagine che si tratta di Gra-
menti entriamo nell’area dell’ingannevolez-
na Padano o di Parmigiano Reggiano. Ora
za. Su questo tema non ci devono essere
vengo al dunque. Se quella forma è distinti-
dubbi. Se un’impresa che produce similari
va in quanto tale perché mai tutti i produttori
decide di muoversi “border line” o oltrepas-
che vogliono fare prodotti similari a pasta dura,
La cosa difficile da conciliare sono gli inte-
sare questo confine, deve essere consape-
casualmente dico io, non fanno panetti, for-
ressi contrapposti. Quindi se ci poniamo dal
vole che qui non parliamo più di libera inizia-
punto di vista di chi produce prodotti è diffi-
tiva, ma di concorrenza sleale a danno di
melle o altro, ma “copiano” la “forma della
cile trovare il bandolo di questa matassa.
produttori che – nei decenni – hanno investi-
Per sciogliere il rebus occorre ripartire
to per creare dal nulla prodotti e reputazio-
dall’interesse originario, quello del consu-
ne. Per entrare nel vivo può essere utile ca-
matore. Produrre prodotti “simili” fa parte
lare questo ragionamento nel mondo dei
delle regole del gioco. Se la ricetta Coca
formaggi, e in particolare dei formaggi duri.
Cola o della Nutella sono protette da brevet-
Sicuramente la produzione di formaggi duri
ti, nelle indicazioni geografiche ricetta e pro-
non dop, se avviene in imprese estranee al-
cesso sono pubblici e facilmente reperibili
le filiere dop, può essere classificata come
Aprile/2022
forma” delle due DOP? Dal punto di vista delle aule di tribunale potrebbero esserci risposte diverse, ma rispetto alla domanda posta in termini di cosa è giusto per il bene generale del sistema, ritengo evidente in quale campo da gioco ci troviamo!
Grazie Presidente Deserti, buon lavoro!
9
PRIMO PIANO
SOSTENIBILITÀ
Impianto di biogas in un’azienda agricola
Emissioni zootecniche e cambiamento climatico Sergio Piccinini del CRPA fa il punto della situazione Carlo Reatti
10
Secondo alcune elaborazioni dei dati dell’A-
degli allevamenti. Il dr. Sergio Piccinini, Re-
nagrafe Nazionale Zootecnica, a fine giugno
sponsabile del Settore Ambiente del CRPA,
2021, il patrimonio zootecnico presente in
ci dà una mano a fare chiarezza sulle nebbie
Dottor Sergio Piccinini, quali sono gli equilibri da ottenere tra sviluppo ed emissioni?
Pianura Padana era costituito: dal 68% del
normative: “L’impatto delle produzioni zoo-
La lotta al cambiamento climatico e la zoo-
totale nazionale dei bovini, (3.900.000 su
tecniche sull’ambiente ha ricadute soprat-
tecnia possono andare d’accordo anche se
5.700.000);
italiani
tutto sulla qualità delle acque superficiali e
spesso questi due mondi vengono rappre-
(7.800.000 su 8.850.000); dal 70% del patri-
profonde, sulla qualità dell’aria e sul cambia-
sentati come in contrasto tra loro, ignorando
monio nazionale avicolo (103 milioni su 147).
mento climatico. L’Unione Europea ha posto
che già da diversi anni sia iniziato un proces-
Ora, mentre la superficie agricola utilizzabile
attenzione già da tempo nel contrastare tali
so di innovazione del settore con conse-
tende a diminuire, abbondano anche pro-
effetti negativi attraverso specifiche direttive,
guenze positive sia per la produttività che per
grammi di economie di scala e di sviluppo
recepite in normative nazionali”.
l’impatto ambientale. Dimostrare come i si-
dall’88%
dei
suini
Aprile/2022
SOSTENIBILITÀ
PRIMO PIANO
di gas serra, e in questo 7% gli allevamenti
strumenti adottati al fine di accumulare so-
zootecnici contribuiscono per circa il 79%
stanza organica nel suolo. Infatti sistemi fo-
(circa il 37% quello delle vacche da latte). Il
raggeri che prevedono presenza di foraggere
metano enterico prodotto dalle bovine e le
poliennali e prati permanenti associati all’uti-
emissioni prodotte dal letame e dai liquami
lizzo del letame e del liquame prodotti in stal-
rappresentano il 46% dei gas serra, mentre il
la contribuiscono a incrementare la quantità
38% proviene dalla produzione, lavorazione
di sostanza organica nei suoli aziendali. Per
e trasporto dei mangimi acquistati al di fuori
quanto riguarda la gestione degli effluenti,
dell’azienda. Si stima inoltre che il 14% dei
occorre ottimizzare le tempistiche di distribu-
gas sia prodotto dalle operazioni di campo,
zione e le dosi di applicazione, favorendo l’i-
dalla produzione e trasporto di sementi, ferti-
niezione diretta nel suolo. In allevamento un
lizzanti e pesticidi oltre che alle emissioni do-
abbassamento delle emissioni passa da una
vute alla distribuzione sul campo di fertiliz-
corretta gestione di letame e liquami, copren-
zanti organici e chimici. Infine il 2% sono le
do le vasche di stoccaggio o favorendo il
SERGIO PICCININI
emissioni dovute al consumo di energia nella
“crusting” cioè la formazione di croste sui li-
Responsabile del Settore Ambiente del CRPA
stalla. Le principali direttrici in cui l’innovazio-
quami stessi, per ridurre le emissioni di am-
ne si deve muovere per individuare le possi-
moniaca. Per l’alimentazione della mandria è
bili azioni pratiche per mitigare l’impatto
necessario ottimizzare le diete per ridurre le
dell’allevamento bovino da latte sono tre: la
emissioni, obiettivo raggiungibile utilizzando
stemi agricoli collegati alla produzione di lat-
produzione di alimenti zootecnici, la gestione
foraggi di alta qualità, che insieme a un minor
te possano essere attivi nella mitigazione del
dei liquami, la gestione e l’alimentazione del-
impiego di concentrati favorisce le dinamiche
cambiamento climatico è stato, ad esempio,
la mandria. Per quanto riguarda le scelte di
di fermentazione del rumine.
l’obiettivo del progetto europeo di ricerca Fo-
campo, la coltivazione di leguminose, le rota-
rage4Climate, concluso a fine 2020, coordi-
zioni e un incremento dei secondi raccolti so-
nato dal CRPA (http://forage4climate.crpa.it).
no le soluzioni proposte, con lo scopo di au-
L’applicazione di buone pratiche colturali e la
mentare la produttività delle superfici azien-
diffusione di strumenti di valutazione del car-
dali, riducendo così l’acquisto di foraggi.
Quante e quali sono le direttive comunitarie – in generale e per la filiera latte in particolare – deve rispettare?
bon stock e delle emissioni di gas a effetto
Completano le misure una corretta gestione
Sostanzialmente sono tre: la 91/676 nota
serra sono i due ambiti fondamentali su cui
dei residui colturali, la riduzione di fertilizza-
come Direttiva Nitrati, la 2016/2284 nota
lavorare sia perché inscindibili per valutare
zioni azotate e la reintroduzione dei prati,
come Direttiva NEC, ma che non riguarda il
l’impatto della produzione e dell’uso dei foraggi nell’allevamento dei ruminanti da latte, sia perché rappresentano aspetti con ampi margini di miglioramento. Per ogni kg di latte prodotto vi sono diversi fattori che contribuiscono alle emissioni di gas clima alteranti, che nel caso dei ruminanti sono in larga parte da attribuire alle emissioni enteriche e dalle deiezioni (in stalla e negli stoccaggi), all’acquisto di alimenti per la mandria (con conseguente acquisizione delle emissioni dovute alla loro produzione) e all’incidenza della quota di animali improduttivi (quota di rimonta). In sintesi, in Italia il settore agricolo rappresenta il 7% circa delle emissioni nazionali
Macchina semovente a basso calpestamento per la distribuzione rasoterra in bande con leggero interramento, nel caso specifico su prato
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11
PRIMO PIANO
SOSTENIBILITÀ
Ala piovana per la fertirrigazione con acqua e digestato chiarificato, nel caso specifico su mais
12
settore bovino, il Regolamento 2018/842
spandimento vicino ai corsi d’acqua o sui
zionale di controllo dell’inquinamento atmo-
sull’Accordo di Parigi.
terreni in pendenza etc. Per quanto concer-
sferico, nel quale dovranno essere compre-
La Direttiva 91/676/CEE è stata emanata al
ne la qualità dell’aria le normative europee
se le misure obbligatorie di riduzione
fine di prevenire l’inquinamento delle acque
più rilevanti sono la Direttiva NEC (National
dell’ammoniaca. Per quanto riguarda i gas
da nitrati di provenienza agricola. La Diretti-
Emission Ceilings) e la Direttiva IED (Indu-
serra gli impegni di riduzione già fissati per
va, recepita nel 1999 e successivamente in-
strial Emission Directive), che ha sostituito la
ciascuno Stato membro al 2030 nel Regola-
clusa all’interno del Testo Unico sull’Am-
Direttiva IPPC. La NEC fissa limiti nazionali
mento (UE) 2018/842, in ottemperanza agli
biente (Decreto Legislativo 11 aprile 2006,
delle emissioni di composti acidificanti, eu-
impegni assunti con l’Accordo di Parigi del
n. 152), prevede la designazione di Zone
trofizzanti e precursori dell’ozono (fra cui
2016 (per l’Italia -33% rispetto al livello na-
Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola (ZVN)
ammoniaca e PM10), per migliorare la tutela
zionale 2005, superiore del 3% rispetto
e la predisposizione e applicazione di speci-
dell’ambiente e della salute umana contro
all’obiettivo complessivo europeo) sono ul-
fici “Programmi d’azione” che stabiliscono
gli effetti nocivi di queste sostanze inquinan-
teriormente rafforzati dai più recenti obiettivi
le modalità con cui può essere effettuata l’u-
ti. La direttiva, già emanata nel 2001, è stata
del Green Deal europeo che si propone la
tilizzazione agronomica degli effluenti di al-
revisionata nel 2016 (2016/2284/UE). L’at-
neutralità climatica entro il 2050 e, per il set-
levamento nelle ZVN. Le norme nazionali,
tuazione a livello nazionale della nuova NEC
tore agricolo, entro il 2035. Tale impegno
che attribuiscono alle regioni le competenze
avviene con il Decreto Legislativo 30 mag-
non si traduce in specifiche disposizioni vin-
per l’approvazione/revisione dei programmi
gio 2018, n. 81. A seguito delle disposizioni
colanti per il settore zootecnico, che dovrà
di azione, sulla base di criteri e norme tecni-
contenute nel decreto e al fine di ridurre le
comunque contribuire al conseguimento
che generali emanate a livello nazionale,
emissioni di ammoniaca, che è uno degli in-
degli obiettivi nazionali.
prevedono misure di prevenzione dell’inqui-
quinanti atmosferici per il quale la normativa
namento, nell’utilizzo degli effluenti di alle-
prevede target di riduzione al 2020 (-5% ri-
vamento, non solo nelle zone vulnerabili, ma
spetto al 2005) e al 2030 (-16% rispetto al
anche nelle cosiddette “zone ordinarie” at-
2005) per il settore agricolo è stata redatta
La produzione di biogas può rappresentare la soluzione del problema?
traverso, ad esempio, misure sullo stoccag-
una bozza del codice nazionale indicativo
Nell’ambito del Gruppo Operativo per l’In-
gio degli effluenti, un limite per l’apporto di
delle buone pratiche agricole che è prope-
novazione Digestato&Emissioni (http://di-
azoto zootecnico, criteri sulle modalità di
deutica all’elaborazione del Programma Na-
gestatoemissioni.crpa.it), Misura 16 del
Aprile/2022
SOSTENIBILITÀ
PRIMO PIANO
Impianto di digestione anaerobica che utilizza effluenti zootecnici PSR dell’Emilia Romagna, coordinato dal
emissioni ammoniacali che incrementano
sioni ammoniacali nella distribuzione del di-
CRPA, si è valutato in che misura la dige-
significativamente rispetto al liquame tal
gestato chiarificato. La sostenibilità am-
stione anaerobica degli effluenti dell’alleva-
quale. Infatti la digestione anaerobica porta
bientale delle aziende è stata anche valuta-
mento incide sull’impronta carbonica delle
alla mineralizzazione di parte dell’azoto or-
ta mediante la quantificazione della impron-
aziende da latte e quali sono le condizioni
ganico in azoto ammoniacale con aumento
ta carbonica (Carbon Footprint, CFP) asso-
per un’ottimale gestione del digestato, che
del pH, fattori questi che aumentano la po-
ciata alla produzione del latte, con un
minimizzino la volatilizzazione di ammonia-
tenzialità emissiva per l’ammoniaca. La so-
approccio di ciclo di vita (Life Cycle Asses-
ca e di gas serra sia in fase di stoccaggio
luzione a questa problematica è certamen-
sment, LCA). Con questo si intende la stima
che di distribuzione agronomica. Dal punto
te la copertura ermetica della vasca del di-
del complesso delle emissioni di gas serra,
di vista ambientale, gli impianti di biogas a
gestato (almeno per i primi 30 giorni di
sia quelle che avvengono in stalla e nella fa-
soli effluenti zootecnici permettono, infatti,
stoccaggio) con recupero del biogas resi-
se di coltivazione dei terreni, che anche
di accumulare un “credito” di gas serra in
duo. Oltre alle prove in fase di stoccaggio,
quelle che avvengono a monte dell’azienda,
atmosfera sia per le emissioni evitate dallo
si sono anche misurate le emissioni a se-
indotte dalla produzione dei mezzi tecnici
stoccaggio degli effluenti, sia perché il bio-
guito della distribuzione agronomica. Lo
utilizzati. Nel bilancio vanno poi considerate
gas sostituisce fonti fossili per la produzio-
spandimento del digestato, rispetto al li-
sia le emissioni prodotte che quelle evitate
ne di energia. Il digestato, tuttavia, per il te-
quame tal quale, da un lato ha evidenziato
in conseguenza all’introduzione dell’im-
nore di azoto ammoniacale e pH più elevati
una leggera riduzione delle emissioni di
pianto di digestione anaerobica. Con l’im-
rispetto al liquame, è soggetto a maggiori
protossido d’azoto, dall’altro un incremento
pianto di biogas l’impronta carbonica di 1
perdite di ammoniaca in atmosfera, a meno
delle emissioni ammoniacali. La separazio-
kg di latte per le due aziende coinvolte nel
che non vengano messe in atto buone pra-
ne solido/liquido in parte riduce la proble-
progetto è scesa da 1,3 a 1,1 kgCO2eq/kg
tiche di mitigazione. La digestione anaero-
matica in quanto il digestato chiarificato,
latte per una e da 1,1 a 0,9 kgCO2eq/kg lat-
bica permette di ridurre significativamente
meno viscoso, viene incorporato più velo-
te per l’altra, ossia la digestione anaerobica
le emissioni di metano dalla fase di stoc-
cemente dal terreno. Anche tecniche di di-
ha ridotto l’impronta carbonica del latte di
caggio del digestato rispetto allo stoccag-
stribuzione a bassa emissività, quali ad
circa il 20%. È un risultato molto significati-
gio del liquame tal quale. Lo stoccaggio del
esempio la distribuzione in bande sono sta-
vo se si tiene conto che la maggior parte
digestato presenta, tuttavia, criticità per le
te in grado di ridurre di circa il 30% le emis-
degli interventi di mitigazione delle emissio-
Aprile/2022
13
PRIMO PIANO
SOSTENIBILITÀ
Vasca di prelievo del digestato liquido ai fini dell’utilizzo agronomico
14
ni di gas serra è in grado di ridurre l’impatto
trienti, restano invece nel digestato e posso-
ve rispettare il bilancio colturale che prevede
di pochi punti percentuali.
no tornare ai campi per la fertilizzazione delle
di soddisfare i limiti di Massima Applicazione
colture. La normativa che regola l’utilizzo
Standard (MAS) definiti per le diverse colture,
Il cosiddetto digestato, ovvero il residuo della fermentazione metanigena, ha pur sempre dei limiti di spandimento da rispettare?
agronomico del digestato discende dalla so-
tenuto conto dell’efficienza d’uso dell’azoto
pracitata Direttiva Nitrati e a oggi nel nostro
che dipende dal tipo di coltivazione e dall’e-
Paese si concretizza nei regolamenti regiona-
poca e modalità di distribuzione. Ad esempio
li derivati dalla applicazione del Decreto Mini-
nel caso del mais il MAS è di 280 kg N per et-
Il digestato si presenta come un fluido piutto-
steriale MIPAAF del 25 febbraio 2016, la pri-
taro; questo significa che è possibile appor-
sto omogeneo, con contenuto di sostanza
ma norma nazionale che ha disciplinato l’im-
tare sino a questo valore di azoto efficiente ai
secca generalmente variabile tra il 5 e il 10%.
piego del digestato agrozootecnico e agroin-
fini della nutrizione del mais. In assenza di ef-
Rispetto alle biomasse avviate a digestione si
dustriale. Il limite massimo di applicazione di
fetti residui dovuti a somministrazioni organi-
è impoverito degli elementi che costituiscono
170 kg N per ettaro per le Zone Vulnerabili si
che degli anni precedenti, con distribuzione
le due principali molecole del biogas, ovvero
applica alla quota di azoto del digestato di
ad alta efficienza d’uso (65%), sarà possibile
il metano (CH4) e l’anidride carbonica (CO2).
origine zootecnica mentre per l’azoto deriva-
soddisfare tale esigenza del mais con
Gli elementi della nutrizione vegetale, sia ma-
to da altre biomasse digerite (es. residui col-
280/0,65 = 430 kg N per ettaro da solo
cronutrienti (N, P, K) che meso e micronu-
turali, sottoprodotti agroindustriali, altri) si de-
digestato.
Aprile/2022
Organizzato da Italian Journal of Dairy Science and Technology Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association Le varianti A1 e A2 della β-caseina non hanno un effetto significativo sul microbiota del latte The A1 and A2 β-casein variants have not impact on milk microbiota
Registro delle Indicazioni Geografiche: intervista a Massimo Vittori, direttore di oriGin Report Gira Food: COVID-19 colpisce la filiera mondiale del latte Il lattiero-caseario italiano alla prova dell’emergenza COVID-19: il parere dei protagonisti
A.I.Te.L.
Associazione Italiana Tecnici del Latte
Innovazione nel trattamento delle acque reflue
Sicurezza e automazione per Igor Gorgonzola
Mozzarella: dati del settore, produzione e prospettive
www.stlcjournal.com
ISSN 0390-6361
Convegno di Scienza e Tecnologia Lattiero Casearia
SAVE THE DATE 24 - 26 MAGGIO 2022
LA FILIERA LATTIERO CASEARIA NELL’ERA DELLA TRANSIZIONE DIGITALE ED ECOLOGICA
Dal 24 al 26 maggio 2022 una serie di eventi online sui trend tecnologici, economici, ambientali e nutrizionali della filiera lattiero casearia Sponsorizzato da
Con il patrocinio di
www.lattepiu.it
Organizzato da Italian Journal of Dairy Science and Technology Rivista dell’Associazione Italiana Tecnici del Latte Journal of the Italian Dairy Science Association
Programma CONVEGNO
Convegno digitale di scienza e tecnologia lattiero-casearia Dal 24 al 26 maggio 2022 si terrà il primo convegno digitale del comparto lattiero caseario italiano, sui temi attuali della transizione economica, digitale ed ecologica. 60 esperti saranno impegnati in 12 sessioni, suddivise in 3 giorni per analizzare le novità del settore e le tematiche di maggior interesse. Il 24 maggio sarà il giorno dei mercati, delle minacce e delle opportunità, dei criteri della nutrizione sostenibile, della valorizzazione del burro italiano e delle riflessioni dei Leaders mondiali: Mengniu, Amul, FrieslandCampina, Dairy UK, Dairy Farmers of America e Global Dairy Platform. Il 25 maggio sarà aperto con una tavola rotonda sul tema dei “formaggi similari”. Seguiranno approfondimenti sulla catena a blocchi e sulle opere digitali non fungibili, quindi si parlerà dei progressi della scienza e tecnica e delle tematiche relative alla formazione lattiero casearia. La mattinata del 26 maggio sarà dedicata alla transizione ecologica, al benessere animale, alla transizione energetica e anche al packaging sostenibile. ISSN 0390-6361
La transizione economica
maggio
2022
Il tema della transizione economica e in particolare del comparto lattiero caseario nazionale e internazionale viene analizzata in quattro momenti. Con la tavola rotonda dedicata alla filiera latte, alle turbolenze dei mercati, alle aggressive minacce, alle potenziali opportunità si cercherà di comprendere – per quanto possibile – le potenzialità negative e positive per delineare un orizzonte operativo equilibrato. In questa logica si inserisce idoneamente anche il tema di base della nutrizione sostenibile inclusiva di latte e latticini al netto di campagne confusionarie e denigratorie. Rilevanti nel merito saranno i messaggi del Leaders della filiera lattea mondiale con le loro visioni, opinioni e prospettive. I lavori della giornata includono anche il tema della valorizzazione del burro italiano. Un burro diverso da quello di una volta. Un burro che ha sue caratteristiche ben definite e che può ben soddisfare le più esigenti domande del mercato.
La transizione digitale
maggio
2022
Per definizione nella transizione digitale sono inclusi tutti i processi amministrativi, sociali, economici e produttivi facilmente utilizzabili per garantire relazioni qualitativamente migliori, sicure e trasparenti. In questo senso sono molte le problematiche lattiero casearie collegate alla stessa transizione digitale. In tema di trasparenza, di prodotti virtuali e reali, di analoghi e autentici, di similari e di originali, non è fuori luogo la domanda se il tema dei formaggi similari sia un problema legale o commerciale? Saranno valutate anche le Catena a Blocchi, i Grandi Dati, gli NFT (non fungible token, traducibile in gettone non copiabile, ma anche in bene insostituibile) che tracciano nuovi orizzonti operativi, alcuni dei quali sono già utilizzati in pratica. Nella seconda giornata congressuale si farà anche il punto dei progressi della ricerca e della scienza lattiero casearia, delle concrete opportunità di partecipazione ai lavori internazionali della FIL-IDF. Un momento particolarmente importante sarà quello dedicato alle riflessioni che porteranno i dirigenti delle Scuole di Formazione Lattiero Casearia laddove purtroppo le varie riforme scolastiche di fatto hanno trascurato o addirittura ostacolato l’ammodernamento degli stessi istituti di formazione.
www.lattepiu.it
La transizione ecologica
maggio
2022
Il terzo giorno congressuale è dedicato alla transizione ecologica vista negli aspetti pratici, ma sempre inquadrati nella strategia “Farm to Fork” quale cuore pulsante dell’“European Green Deal” che prevede l’obiettivo di zero emissioni carboniche nel 2050. Un obiettivo molto ambizioso, ma complessivamente raggiungibile dalla filiera latte italiana. La tavola rotonda che apre i lavori della terza giornata è focalizzata sull’ecologia negli allevamenti da latte e sul benessere animale come pre-requisito della qualità di vita umana. A seguire saranno analizzati gli impatti ambientali dell’intera filiera latte, con particolari attenzioni ai processi di trasformazione lattiero casearia e dei materiali per il confezionamento tradizionali e innovativi.
Per informazioni: redazione.foodtec@lswr.it
PRIMO SOSTENIBILITÀ DIRITTO EDIRITTO ROVESCIO FOCUSPIANO E ROVESCIO
Produzione latte in crescita: opportunità e minacce Il trend di crescita potrebbe continuare, proiettando l’Italia verso l’autosufficienza produttiva. Sul comparto lattiero-caseario pesano i costi produttivi e la difficoltà di adeguare i listini di vendita, soprattutto nella GDO. Opportunità potrebbero invece arrivare dalla transizione ecologica e digitale Martina Halker
20 18
N
el Report realizzato da Ismea, con la
produzione di latte in Italia aumenterà del
collaborazione di Alleanza Coope-
10-15%, con un tasso di variazione medio
rative Agroalimentare sugli scenari
annuo del 2-3%, verosimilmente più accen-
produttivi a medio-lungo termine della filiera
tuato nei primi anni e che è destinato a pro-
lattiero-casearia, presentato a Verona in oc-
seguire fino al 2030, per poi affievolirsi nei
casione del Dairy Summit lo scorso novem-
decenni successivi. Secondo il Report
bre, si legge che nei prossimi cinque anni la
Ismea, in conseguenza della maggiore di-
Marzo/2022 Aprile/2022
SOSTENIBILITÀ DIRITTO E ROVESCIO PRIMOFOCUS PIANO
sponibilità di materia prima nazionale, le im-
delle quote – 1° aprile 2015 – la produzione
Alla luce di questi dati, abbiamo chiesto a
portazioni di latte dall’estero dovrebbero su-
di latte vaccino è significativamente aumen-
operatori del settore di rispondere alla se-
bire una contrazione dell’8% in volume con-
tata in Italia, superando i 12,6 milioni di ton-
guente domanda: “Nell’Unione Europea la
siderando anche un calo della domanda in-
nellate nel 2020 (+13,4% rispetto al 2015).
produzione del latte è stazionaria o in ridu-
terna. L’Italia dovrebbe, quindi, raggiungere
La maggior parte dell’incremento si è realiz-
zione, in Italia al contrario è in aumento ed
l’autosufficienza teorica in termini di mate-
zata nelle regioni del Nord (Lombardia, Emi-
esportiamo latte in Germania. Quali oppor-
ria prima in pochi anni, attualmente pari a
lia Romagna e Piemonte), ma anche in Cala-
tunità o minacce si possono prospettare nei
circa l’80%. A partire dalla fine del regime
bria, Puglia e Sicilia e Basilicata.
prossimi tre anni?”
Grande richiesta per i prodotti Made in Italy ROBERTO CAVALIERE Presidente della Copagri Lombardia e responsabile nazionale del comparto lattiero-caseario della Copagri
“Positivo il trend di crescita che ci porta verso l’autosufficienza, negativi invece gli effetti derivanti dall’aumento dei costi di produzione”
un breve lasso di tempo dall’essere esporta-
per i produttori, che sta colpendo tutta Euro-
tore di latte a importarlo dall’Italia, con prez-
pa e che è legato a doppio filo alle specula-
zi molto simili a quelli ai quali oggi viene ven-
zioni internazionali sulle materie prime, com-
duto il latte italiano oltralpe, con remunera-
ponenti essenziali per l’alimentazione del
zioni superiori a quelle nazionali e che scatu-
bestiame. Questi aumenti, che con tutta pro-
riscono da un processo gestito dal sistema
babilità si protrarranno per tutto il 2022, ri-
industriale, che in questo momento non rico-
schiano di far chiudere i battenti a moltissi-
nosce aumenti ai produttori. Vale la pena di
me aziende produttrici, con il risultato quindi
ricordare, poi, che nel 2015, con il variare
di portare a una significativa contrazione del-
della normativa sui quantitativi prodotti, il no-
la produzione lattiero-casearia nazionale e
stro Paese si è visto fautore di un importante
comunitaria. Se da un lato, quindi, non ci
aumento di produzione, che in 6 anni ha su-
preoccupa l’aumento della produzione na-
perato le due milioni di tonnellate, per un in-
zionale, vista la possibilità di puntare su nuo-
cremento produttivo che ha sfiorato il 20%.
vi mercati grazie alla grande richiesta di pro-
Tale aumento ha comportato un drastico ca-
duzioni Made in Italy, siano molto preoccu-
Secondo Roberto Cavaliere, Presidente
lo delle importazioni di latte e derivati dal
pati per i possibili effetti derivanti dall’au-
della Copagri Lombardia e responsabile na-
Nord Europa ed è stato per buona parte as-
mento dei costi di produzione, che si riversa-
zionale del comparto lattiero-caseario della
sorbito dall’aumento dell’export di prodotti
no soprattutto sui produttori, i quali conti-
Copagri, la situazione che stiamo registran-
Made in Italy, non causando quindi grosse ri-
nuano a vedersi riconoscere un prezzo del
do in questi ultimi mesi per il comparto lattie-
percussioni sul mercato. Nei prossimi tre an-
latte alla stalla inferiore di quello pagato nel
ro-caseario comunitario non è nient’altro che
ni, questo trend di crescita potrebbe conti-
lontano 1995, ovvero oltre 25 anni fa. Per ta-
un déjà vu di quanto verificatosi nel 2007,
nuare, proiettando il nostro Paese verso l’au-
li ragioni, guardiamo con fiducia ai lavori del
quando in un contesto economico molto si-
tosufficienza produttiva rispetto al consumo,
tavolo di filiera del settore lattiero-caseario
mile, caratterizzato dalla stagnazione della
obiettivo mai raggiunto prima dal nostro Pa-
convocato anche grazie alle forti sollecita-
produzione lattiero-casearia del Nord Euro-
ese, che al contrario ha sempre sofferto
zioni della Copagri, invitando tutti le parti in
pa, era diventato particolarmente vantaggio-
grossi disavanzi nel rapporto tra importazio-
causa a fare ogni possibile sforzo per addi-
so per le produzioni italiane andare sul mer-
ne e produzione. Lo scenario rischia però di
venire a un nuovo patto economico che pre-
cato tedesco; proprio la Germania, come sta
essere pesantemente condizionato dall’au-
veda l’equa correlazione tra il prezzo al con-
avvenendo in questi mesi, era passata per
mento spropositato dei costi di produzione
sumo e quello alla produzione.
Marzo/2022 Aprile/2022
19 21
DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
La parola chiave è sostenibilità GIANPIERO CALZOLARI Presidente di Granarolo S.p.A.
“È venuto il momento di mettere sul piatto una OCM LATTE”
Per Gianpiero Calzolari, Presidente di
dei mercati di sbocco rischiamo di trasfor-
Granarolo S.p.A., l’aumento di produzione
mare un’opportunità in un grosso proble-
di latte ipotizzato dall’Istituto di servizi per il
ma. Per difendere le peculiarità del latte ita-
mercato agricolo alimentare, se ben gestito
liano può essere venuto il momento di met-
può essere un’opportunità di crescita del
tere sul piatto una OCM LATTE, sulla scorta
sistema agroalimentare nazionale. La so-
di quanto avviene per il comparto ortofrut-
stenibilità può essere la chiave per valoriz-
ta. È uno strumento che può costituire una
zare gli esempi virtuosi di cui è ricca la filie-
leva per un’azione più incisiva nel tavolo di
ra del latte italiana, ma i costi di questa
confronto di filiera e che può assicurare
transizione non possono essere a totale ca-
programmazione produttiva e diffusione
rico degli allevatori. Se non accompagnere-
capillare dell’innovazione per una veloce
mo l’aumento produttivo con l’allargamento
transizione ecologica e digitale.
Etichettatura obbligatoria dell’origine per garantire trasparenza
22 20
Coldiretti ricorda che l’Italia produce solo
Un obbligo che ora è necessario estendere
COLDIRETTI
l’80% di latte rispetto al fabbisogno interno.
a tutta Europa, come previsto anche dalla
È da qui che bisogna partire per compren-
strategia Farm to Fork. La principale minac-
“La principale minaccia per gli allevatori è l’aumento esponenziale dei costi dell’energia e di conseguenza di tutti i fattori produttivi”
dere l’aumento di produzione che c’è stato
cia che mette a rischio il sistema degli alle-
dal 2015, anno della fine del regime delle
vamenti italiani ed europei è costituita
quote latte a livello europeo. L’aumento del-
dall’aumento esponenziale dei costi dell’e-
la produzione quindi risponde a esigenze di
nergia e di conseguenza di tutti i fattori pro-
autoapprovvigionamento e le stime fatte da
duttivi. Questi costi sono stati assorbiti per
Ismea per i prossimi tre anni indicano un
mesi dalle stalle senza scaricarsi sugli altri
trend ancora in crescita, che andrà a sosti-
segmenti della filiera. C’è quindi la necessi-
tuire il latte straniero di importazione. Da
tà di un maggiore equilibrio che potrà esse-
questo punto di vista l’etichettatura obbli-
re assicurato anche da una piena applica-
gatoria dell’origine per latte e formaggi in
zione della Direttiva UE contro le pratiche
Italia rappresenta uno strumento fonda-
sleali, che vieta di pagare i prodotti agricoli
mentale di trasparenza verso i consumatori.
sotto il loro costo di produzione.
Marzo/2022 Aprile/2022
DIRITTO E ROVESCIO SOSTENIBILITÀ PRIMOFOCUS PIANO
L’Italia raggiunge l’autosufficienza al 95% DANIELE BAZZOCCHI Direttore Consorzio Produttori Latte Soc. Agr. Coop. Centrale del latte di Cesena
che il nostro Paese, ha creato forti pressioni
crescita. Nonostante l’aumento dei costi di
sulle aziende agricole, non sostenute da
produzione per gli allevatori, le quotazioni a
aumenti adeguati nei prezzi del latte alla stal-
loro riconosciute nell’ultimo trimestre del
la, ha portato molti produttori a ridurre la
2021 sono state in linea con quelle dell’anno
“Le incertezze sono superiori alle opportunità per il settore lattiero caseario nei prossimi 3 anni”
mandria e quindi le produzioni di latte. Ne è
2017, dove i costi di produzione erano deci-
risultato un calo dell’offerta a livello mondia-
samente inferiori, il tutto per far comprende-
le, in alcuni Paesi più evidente a causa di
re il momento di estrema difficoltà. Non van-
maggiori vincoli ambientali. Le riduzioni nel-
no meglio le aziende di trasformazione come
È molto difficile fare previsioni a medio termi-
ropei sono state compensate dall’aumento
aumenti considerevoli nei costi energetici,
ne essendo molte le variabili che influenzano
in altri Paesi che storicamente producevano
trasporti, imballaggi, e la difficoltà di ade-
il prezzo del latte, perché in ambito mondiale
le produzioni di latte nei principali Paesi eu-
meno, tra questi l’Italia con produzioni in for-
guare i listini di vendita, soprattutto nei ca-
te crescita che hanno portato alla sua auto-
nali della GDO. Quindi con questa situazio-
in diminuzione e la domanda dai Paesi Asia-
sufficienza al 95% nel terzo trimestre 2021.
ne di incertezza legata anche alla recrude-
tici sembra rallentare, spiega Bazzocchi
Complessivamente però nel 2021, l’Unione
scenza della pandemia che ha provocato
Daniele, Direttore Consorzio Produttori Lat-
Europea ha prodotto meno latte rispetto al
forti tensioni nel mercato dei cereali e degli
te Soc. Agr. Coop. Centrale del latte di Cese-
2020, e la minore disponibilità di prodotto ha
imballaggi, le incertezze sono superiori alle
na. L’impennata dei costi delle materie prime
esercitato prezzi al rialzo sul prezzo del latte
opportunità per il settore lattiero caseario
e dell’energia, che ha colto impreparato an-
in Europa, che mantiene una tendenza in
nei prossimi 3 anni.
Marzo/2022 Aprile/2022
23 21
DIRITTO ROVESCIO FOCUS EDIRITTO E ROVESCIO
CONFAGRICOLTURA
“Riforma del settore verso nuovi modelli di produzione e nuove politiche commerciali”
24 22
Necessità di prevedere un piano di revisione del settore produzioni e conseguire un’equa redditività
aggregazione (reti d’impresa) per raggiun-
ai produttori. Sarà, quindi, necessario ana-
gere l’obiettivo di avere una maggiore con-
lizzare attentamente i rapporti all’interno
centrazione dell’offerta e conseguentemen-
della filiera lattiero casearia, con particolare
te un maggiore potere contrattuale nei con-
riferimento agli allevatori le cui produzioni
fronti della componente industriale. Le nuo-
non rientrano nei circuiti tutelati o che non
ve esigenze dei consumatori (tutela dell’am-
Il progressivo incremento dell’autosufficien-
aderiscono a cooperative. Confagricoltura
biente, del benessere animale, garanzie di
za nazionale e, soprattutto, la minore dispo-
è stata promotrice dell’istituzione di un Ta-
salubrità degli alimenti) e quelle di mercato
nibilità di latte di alcuni dei principali fornito-
volo di filiera permanente al Ministero delle
(volatilità, apertura degli scambi commer-
ri UE di materia prima hanno continuato a
Politiche Agricole proprio per discutere con
ciali, competitività) devono far riflettere sul-
determinare un forte calo delle importazioni
tutti gli attori della filiera sugli effetti della
la necessità di prevedere un piano di revi-
di latte in cisterna nei primi nove mesi del
pandemia, del rincaro dei costi di produzio-
sione del settore per migliorare le strutture,
2021 (-35% rispetto allo stesso periodo del
ne e le sfide future del settore nel collocare
la meccanizzazione, la professionalità degli
2020) attestandosi su circa 495.000 tons,
quella quantità di latte che permetterà all’I-
operatori. L’era della digitalizzazione e ro-
praticamente un terzo dei quantitativi che si
talia di raggiungere l’autosufficienza. Se
botizzazione coinvolge anche il settore agri-
importavano nel 2014. La contrazione dei
non verrà improntata una politica di svilup-
colo e può portare un miglioramento dei si-
flussi in entrata ha riguardato soprattutto
po futuro del comparto, il rischio sarà quel-
stemi produttivi e un controllo dei costi di
Germania, Austria e Francia. Visto lo svilup-
lo di crisi di mercato causate da surplus
produzione, per una sostenibilità ambienta-
po del settore degli ultimi anni, con aumen-
produttivi, minore competitività del prodot-
le ed economica. Sarà poi fondamentale
to della produzione e il possibile raggiungi-
to italiano rispetto a quelli dei competitor
creare nuovi sbocchi di mercato sia in rela-
mento dell’autosufficienza produttiva e le
esteri e rischio di invertire il trend di produ-
zione all’utilizzo delle componenti del latte
nuove sfide indicate dalla politica comuni-
zione positivo mantenendo la dipendenza
per la produzione di prodotti food e non fo-
taria e nazionale, si dovrà prevedere la rifor-
da altri Paesi. A tal proposito sembra quan-
od, ad esempio nell’ambito della nutraceu-
ma del settore verso nuovi modelli di pro-
to mai opportuno incentivare dei meccani-
tica e della cosmesi, sia incentivando l’ex-
duzione e nuove politiche commerciali,
smi virtuosi di aggregazione dell’offerta tra-
port grazie all’alto standard qualitativo e
nonché sbocchi di mercato per collocare le
mite la formula cooperativa o altri modelli di
all’affidabilità delle produzioni italiane.
Marzo/2022 Aprile/2022
FOCUS
ECONOMIA
I protagonisti dell’export lattiero caseario Le vendite hanno raggiunto i 3,9 miliardi di euro
24
Cerved Market Intelligence: la piattaforma per conoscere i Mercati, davvero. Aprile/2022 Approfondisci il Food&Beverage e i suoi 65 settori, sempre aggiornati.Marzo/2022 Scrivici a info.marketingsolutions@cerved.com
ECONOMIA
rio in risposta a una crescente domanda di
prima marca di formaggi italiani nel mondo.
specialità italiane, combinate con risposte in-
I principali mercati d’esportazione sono Ger-
novative alle nuove esigenze dei consumatori,
mania e Francia, mentre i prodotti più espor-
con l’obiettivo di sfruttare i trend di consumo
tati sono mozzarella, mascarpone e gorgon-
emergenti (qualità, salute, benessere, richiesta
zola, per i quali la quota aziendale sulle espor-
di servizi).
tazioni complessive varia tra il 30% e il 50%.
FOCUS
Le vendite all’estero della multinazionale sfio-
di Luigi Antonio FERRARO Specialista di analisi competitiva esperto del comparto lattiero-caseario Cerved Group
I
l progressivo sviluppo che ha caratteriz-
LA TOP TEN
rano i 500 Mn di euro nel 2020, in forte cre-
I primi 10 esportatori nazionali nel settore lat-
scita (+85,8% rispetto al 2019) grazie all’ac-
tiero caseario rappresentano il 61% circa
quisizione di Nuova Castelli, azienda forte-
dell’export settoriale nel 2020, pari a 3,5 mi-
mente votata all’export (oltre il 50% delle
liardi di euro. Sono grandi aziende o gruppi
vendite consolidate) e fra i principali esporta-
italiani, a eccezione della multinazionale fran-
tori di Parmigiano Reggiano nel mondo.
cese Lactalis.
2. Granarolo 1. Gruppo Lactalis Italia
Granarolo, uno dei principali gruppi dell’a-
Gruppo Lactalis Italia, oltre che leader setto-
groalimentare italiano, è il secondo player
riale indiscusso sul mercato nazionale, è il
per vendite realizzate all’estero, grazie a un
primo esportatore di formaggi italiani nel
percorso di internazionalizzazione avviato
zato il comparto lattiero caseario nazio-
mondo. Le vendite all’estero di prodotti lattie-
da alcuni anni. Importante a tal fine è stata
nale negli ultimi anni è senz’altro da attri-
ro caseari della multinazionale sono preva-
l’acquisizione del gruppo caseario francese
buirsi alle performance dell’export, e solo in
lentemente realizzate con le consociate este-
Cipf Codipal (2013), attivo nella produzione e
misura minore al mercato interno da tempo
re del Gruppo, la cui presenza capillare nel
distribuzione di formaggi freschi e stagionati
poco dinamico. Nel 2021 le vendite sui
mondo (presente in oltre 100 Paesi) e la con-
e fra i leader in Francia nelle vendite di for-
mercati esteri hanno raggiunto i 3,9 miliardi
tinua focalizzazione sui formaggi nazionali
maggi italiani. Questa acquisizione ha con-
di euro rappresentando ormai un quarto del
permettono lo sviluppo del marchio Galbani,
sentito a Granarolo di entrare in misura de-
valore della produzione. Il saldo commerciale ampiamente positivo ha sfiorato nell’ultimo anno i 900 milioni di euro, mentre fino al 2018 l’Italia versava in saldo negati-
Tabella 1 - TOP 10 DEGLI ESPORTATORI NAZIONALI NEL SETTORE LATTIERO CASEARIO Ranking
Azienda
Gruppo di controllo
Export totale (a)
var %
2019
2020
2020 /2019
Mn. Euro
Mn. Euro
Lactalis (F) Granlatte Fam. Zanetti Fam. Ambrosi
266,4 428,7 335,0 184,8
495,0 424,6 337,0 175,8
85,8 -1,0 0,6 -4,9
Gruppo Bonterre Cooperativa Fam. Trentin Fam. Auricchio Cooperativa Fam. Colla Fam. Ferrari
81,9 94,4 120,2 113,2 109,6 86,5 71,9
83,2 78,6 130,7 111,6 104,5 96,4 93,2
1,6 -16,7 8,7 -1,4 -4,7 11,4 29,6
vo, fortemente deficitario per decenni. Le esportazioni godono degli elevati standard qualitativi garantiti dalle aziende nazionali e dell’appeal dei prodotti Made in Italy. Non solo le grandi, ma anche numerose piccole e medie imprese, sono protagoniste sui mercati esteri grazie alla capacità di va-
1. 2. 3. 4. 5.
lorizzare la varietà dei prodotti della tradizione italiana sia DOP (come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Mozzarella di Bufala Campana etc.), sia non DOP (mascarpone, ricotta, crescenza), unici nel panorama produttivo mondiale. Le aziende italiane più dinamiche puntano su qualità, filiera, tradizione, legame con il territo-
6. 7. 8. 9. 10.
Gruppo Lactalis Italia Granarolo Zanetti Ambrosi Industria Casearia Gruppo Bonterre Parmareggio Agriform Trentin Gennaro Auricchio Consorzio Latterie Virgilio Colla Sterilgarda Alimenti
(a) Export complessivo, può comprendere prodotti extrasettoriali (Fonte: Cerved)
Marzo/2022 Aprile/2022
25
FOCUS
ECONOMIA
Tabella 2 - PROPENSIONE ALL'EXPORT DEI PRINCIPALI ESPORTATORI NAZIONALI NEL SETTORE LATTIERO CASEARIO Ranking
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
9. 10.
Azienda
Zanetti Trentin Ambrosi Industria Casearia Gennaro Auricchio Consorzio Latterie Virgilio Granarolo Gruppo Lactalis Italia Gruppo Bonterre Parmareggio Agriform Sterilgarda Alimenti Colla
Fatturato totale
Export totale (a)
Export/ fatturato
2020
2020
Incidenza %
Mn. Euro
Mn. Euro
514,4 212,2 396,3 257,6 300,0 1.280,0 1.635,9
337,9 130,7 175,8 111,6 104,5 424,6 495,0
65,5 61,6 44,4 43,3 34,8 33,2 30,3
384,1 161,3 377,4 394,6
83,2 78,6 93,2 96,4
21,7 48,7 24,7 24,4
italiana nel settore dei formaggi DOP, sia sul mercato interno che sui mercati esteri dove il gruppo realizza quasi 162 milioni di euro nel 2020, il 30% del fatturato complessivo. Andamento diversificato per le due aziende: in crescita le vendite estere di formaggio e burro Parmareggio (+1,6%), mentre sono in sensibile calo le esportazioni di Agriform (-16,7%), penalizzate in particolar modo dai dazi USA (storicamente il Paese di maggior peso nel portafoglio export). La cooperativa possiede Agriform USA che sviluppa a fianco del partner importatore negli USA, l’incremento dell’import di formaggi italiani e parallelamente l’accesso a ulteriori quote di importazione. Funzionale allo sviluppo dell’export l’acquisizione da parte di Parmareggio (2020) del 60% della Bertozzi
(a) Export complessivo, può comprendere prodotti extrasettoriali (Fonte: Cerved)
Corporation of America che si occupa di commercializzare sul mercato statunitense
terminante nel mercato francese con i for-
completo e prodotti con un alto contenuto di
formaggi italiani confezionati in diversi forma-
maggi italiani freschi e stagionati. Altre ac-
servizio sia per la GDA che per l’Ho.Re.Ca. I
ti, in particolare Parmigiano Reggiano.
quisizioni (a titolo d’esempio Midland Food
prodotti più esportati sono le DOP Grana
Group nel 2018, consolidato distributore di
Padano, Parmigiano Reggiano e Provolone.
L’azienda persegue da anni una politica di
prodotti alimentari freschi-surgelati nel Regno Unito) hanno portato il Gruppo a svilup-
4. Ambrosi Industria Casearia
internazionalizzazione e di diversificazione
pare continuamente le vendite sui mercati
Il Gruppo Ambrosi, focalizzato nel Grana Pa-
sui mercati esteri, grazie anche a una gam-
esteri, che complessivamente nel 2020 han-
dano e Parmigiano e diversificato nei for-
ma di prodotti incentrati sui principali for-
no superato il 33% del fatturato consolidato.
maggi freschi, occupa una posizione di asso-
maggi DOP italiani e una particolare atten-
I principali mercati di destinazione sono la
luto rilievo nell’ambito del settore lattiero ca-
zione al servizio. Tale politica ha portato l’a-
Francia e il Regno Unito.
seario italiano, e si pone fra i principali espor-
zienda a realizzare la gran parte del fatturato
tatori settoriali. Realizza all’estero vendite per
all’estero, quasi il 62% nel 2020 (130,7 Mn di
3. Zanetti
175,8 milioni di euro (2020), oltre il 44% del
euro), in crescita dell’8,7% rispetto al 2019
Terzo attore dell’export lattiero caseario in
fatturato totale. Primi paesi per esportazioni
nonostante l’impatto della pandemia. La so-
valore assoluto è Zanetti (337 Mn di euro nel
sono la Francia e gli Stati Uniti, grazie anche
cietà possiede due filiali, Trentin USA che si
2020), primo per propensione con il 65,5%
al supporto delle controllate estere Ambrosi
occupa della commercializzazione di for-
del fatturato complessivo realizzato fuori dai
Emmi France e Ambrosi Food Usa.
maggi nel mercato nordamericano e Trentin Deutschland che svolge servizi commerciali
confini nazionali. L’azienda si contraddistin-
26
6. Trentin
gue per perseguire una politica di penetra-
5. Gruppo Bonterre
pre e post vendita rivolti ai clienti tedeschi.
zione commerciale soprattutto sui principali
Quinto player per fatturato sui mercati esteri
A sostegno delle strategie di sviluppo
mercati esteri dove si avvale della collabora-
è il Gruppo Bonterre, gruppo agroalimentare
aziendale, nel 2020 è entrato a regime il
zione delle controllate Zanetti Suisse, Zanet-
che, oltre a Parmareggio e cooperativa agri-
nuovo stabilimento produttivo a Pegogna-
ti Usa e I.C.E.F. S.A. (Francia) che presidiano
cola Agriform, comprende anche Grandi Sa-
ga (MN), in zona DOP per la stagionatura,
i mercati maggiormente strategici. L’azienda
lumifici Italiani. L’accordo tra Parmareggio e
deposito e lavorazione del Parmigiano Reg-
è in grado di fornire ai clienti un assortimento
Agriform ha dato vita alla più grande realtà
giano e di altri formaggi stagionati.
Marzo/2022 Aprile/2022
ECONOMIA
FOCUS
TOP 4 (MN DI EURO). Fonte: Cerved
LE AZIENDE ITALIANE PUNTANO SU QUALITÀ, FILIERA, TRADIZIONE, LEGAME CON IL TERRITORIO E RISPOSTE INNOVATIVE ALLE NUOVE ESIGENZE DEI CONSUMATORI
Aprile/2022 Marzo/2022
27
FOCUS
ECONOMIA
7. Gennaro Auricchio
e altri duri), conferiti dai soci, realizza all’este-
fidabilità, la sicurezza e la costanza qualita-
Il gruppo conta 9 unità produttive in Italia e 2
ro un fatturato pari a 104,5 Mn di euro, circa il
tiva della produzione e punta su un elevato
filiali commerciali all’estero e ha una forte
35% del fatturato totale nel 2020. Le vendite
livello di servizio al trade. Gli investimenti
propensione all’export con una presenza in
relative alle due principali DOP (Grana Pada-
nel nuovo sito produttivo e logistico di Fi-
oltre 60 Paesi nel mondo tra America, Austra-
no e Parmigiano Reggiano) incidono per circa
denza (PR), in fase di completamento, sono
lia, Europa, Emirati Arabi ed Estremo Oriente.
il 90% dell’export complessivo. I primi merca-
funzionali ai progetti di espansione.
Le vendite estere incidono per oltre il 43%
ti UE in termini di valore sono Germania, Fran-
del fatturato complessivo. Gennaro Auricchio
cia e Inghilterra, mentre Stati Uniti e Giappone
10. Sterilgarda
detiene il marchio Locatelli negli Usa (il Pecori-
rappresentano i maggiori mercati extra-UE.
Fra i primi produttori nazionali di latte UHT, panna UHT, mascarpone e ricotta, Sterilgar-
no Romano Locatelli è fra i più conosciuti nel
28
mercato statunitense) The Ambriola Com-
9. Colla
da ha posto alla base della strategia azien-
pany, uno dei più grandi importatori e distribu-
L’azienda, focalizzata nel Parmigiano Reg-
dale il raggiungimento di standard qualitativi
tori di formaggi italiani e di Prosciutto di Parma
giano e Grana Padano, realizza quasi un
elevati e costanti, che associati a un’innova-
negli USA e anche la Hispano italiana, azienda
quarto delle vendite sui mercati esteri. Nel
tiva tecnologia per le produzioni sterili ha
di importazione di prodotti italiani in Spagna.
2020 registra una sensibile crescita dell’ex-
permesso un continuo sviluppo delle vendi-
port (+11,4%) grazie esclusivamente ai Paesi
te sui mercati esteri. Presente in 60 Paesi, le
8. Consorzio Latterie Virgilio
UE (+34%), mentre evidenzia un calo nei pa-
esportazioni dell’azienda sono in forte cre-
Il gruppo, specializzato nella produzione, sta-
esi Extra UE (-8%) da imputarsi ai dazi USA.
scita nel 2020 (+29,6%); sfiorano un’inci-
gionatura e commercializzazione di formaggi
L’azienda, ben posizionata nella distribuzio-
denza del 25% sul fatturato complessivo e
grana (Grana Padano, Parmigiano Reggiano
ne moderna, ha sviluppato al massimo l’af-
riguardano prevalentemente il mascarpone.
Aprile/2022 Marzo/2022
RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.lwt.2021.112507
Effetto della stagionatura in fossa sui composti volatili e sulle caratteristiche sensoriali del tradizionale formaggio di fossa italiano Effect of aging pit on volatile compounds and sensory attributes of traditional Italian Fossa cheese. LWT, Volume 153, gennaio 2022 D. De Santis, M. Fidaleo Questo lavoro ha valutato come la composizione chimica e il colore, le caratteristiche sensoriali e le proprietà aromatiche (valutate tramite HS-SPMEGC), del formaggio di fossa, un prodotto tipico italiano locale stagionato in fosse sotterranee appositamente progettate, siano influenzate dalla fossa utilizzata per la
maggior parte delle caratteristiche studiate. L’analisi multivariata dei
maturazione. Quattro fosse di diversa profondità, da 2,5 a 3,4 m, so-
dati ha rivelato che molte proprietà del formaggio, compreso il gra-
no state riempite con sacchi di formaggio impilati uno sopra l’altro
dimento generale, erano correlate tra loro e con la profondità della
per la stagionatura di 90 giorni. Sono stati raccolti e analizzati cam-
fossa. La profondità della fossa, e quindi le diverse pressioni, e l’u-
pioni di formaggio prelevati da varie posizioni all’interno di ciascuna
midità hanno causato differenti perdite di siero e grasso che influen-
fossa. I risultati hanno mostrato differenze statisticamente significa-
zano la composizione chimica del formaggio, le proprietà sensoriali
tive tra i formaggi stagionati nelle fosse di diverse dimensioni per la
e la produzione di composti organici volatili (VOC).
DOI: 10.3168/jds.2021-20589
Percezione dei consumatori sugli ingredienti lattiero-caseari essiccati: sani, naturali e sostenibili? Consumer perception of dried dairy ingredients: Healthy, natural, and sustainable?. Journal of Dairy Science, dicembre 2021 AN. Schiano, PD. Gerard, MA. Drake
30
Il consumismo consapevole sta crescendo, insieme alla domanda dei
salutare è complessa e varia tra le categorie di prodotti e tra i prodotti
consumatori di prodotti lattiero-caseari socialmente consapevoli o al-
all’interno di una categoria. L’obiettivo di questo studio è di caratteriz-
ternative lattiero-casearie. Per posizionare con successo i prodotti lat-
zare le definizioni dei consumatori dei termini sostenibili, naturali e sa-
tiero-caseari, in particolare quelli convenzionali, in questo mercato in
lutari. Per raggiungere questo obiettivo, i ricercatori hanno condotto
continua evoluzione, i produttori e i trasformatori devono capire come
un sondaggio online per determinare l’importanza di 63 indicazioni
utilizzare strategicamente i messaggi sia all’interno che all’esterno
sull’etichetta per le suddette definizioni da parte dei consumatori. È
della confezione, in linea con le percezioni dei consumatori. Tuttavia,
stato anche indagato il ruolo dell’adescamento con le informazioni
la percezione del consumatore di attributi come sostenibile, naturale e
sulla lavorazione degli ingredienti essiccati e sulla percezione di que-
Aprile/2022
>
RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.foodchem.2021.131043
Effetti dei coagulanti microbici da Rhyzomucor miehei su composizione, caratteristiche sensoriali e tessiturali dei formaggi a pasta dura a lunga stagionatura Effects of microbial coagulants from Rhyzomucor miehei on composition, sensory and textural characteristics of long-ripened hard cheeses. Food Chemistry, Volume 370, 15 febbraio 2022 P. D’Incecco, JA. Hogenboom, V. Rosi, G. Cabassi, L. Pellegrino Il crescente utilizzo di sostituti del caglio comporta la valutazione delle loro prestazioni su diversi tipi di formaggio. È stata studiata la produzione di formaggio a pasta dura utilizzando coagulanti microbici da Rhyzomucor miehei (MC) o caglio di vitello (CR) di diversi produttori in tre caseifici industriali. I formaggi sono stati analizzati dopo 9, 12, 16 e 18 mesi di stagionatura. Sono
lante. Gli stessi formaggi avevano anche profili sensoriali significati-
state riscontrate lievi differenze nella composizione del formaggio
vamente differenti a 9 mesi di stagionatura. I trattamenti non differi-
tra i trattamenti, principalmente legate al contenuto di grassi. I for-
vano nella composizione degli aminoacidi liberi né nei parametri re-
maggi prodotti con uno dei tre MC hanno mostrato una proteolisi
ologici, indipendentemente dal periodo di maturazione. La lunga
primaria più lenta sia su αs1- che αs0-caseina, rispetto ai corrispon-
stagionatura dei formaggi a pasta dura appiana eventuali differenze
denti formaggi CR, indicando una diversa attività di questo coagu-
imputabili al MC.
sti termini da parte dei consumatori. All’interno della categoria degli
>
ingredienti lattiero-caseari essiccati, esiste un’ampia sovrapposizione cognitiva tra i termini sostenibile, naturale e salutare. Il priming non ha influito sulle definizioni dei consumatori di nessuno di questi termini. Le dichiarazioni relative alla certificazione sono state considerate tra quelle meno importanti, mentre quelle che erano semplici da leggere e visualizzare erano considerate tra le più importanti. Le affermazioni relative al benessere degli animali o agli ingredienti e alla lavorazione semplici e minimi sono state considerate dai consumatori importanti per tutti e 3 i termini. L’età e, in misura minore, il genere hanno influito sull’importanza attribuita ai 3 termini e hanno anche influenzato la loro stessa definizione. La comprensione di queste definizioni fornisce informazioni su come formulare messaggi di marketing ed educativi pensati per ciascun segmento di consumatori.
Aprile/2022
31
RICERCA INTERNAZIONALE
DOI: 10.1016/j.idairyj.2021.105254
Aumento della proporzione di grasso omogeneizzato nel latte da formaggio: effetto sulle proprietà casearie Increasing the proportion of homogenised fat in cheese milk: Effect on cheese-making properties. International Dairy Journal, Volume 126, marzo 2022 MP. B. Vigneux, W. Villeneuve, Y. Pouliot, M. Britten La regolazione della proporzione di grasso omogeneizzato nel lat-
vamente più piccoli con un carico proteico maggiore rispetto a
te da formaggio viene proposta come mezzo per controllare me-
quelli nella panna omogeneizzata (P <0,05). Il contenuto di umidità
glio la resa e la composizione del formaggio. Il latte o la panna
della cagliata, la ritenzione di grasso, le rese effettive e adeguate
omogeneizzati sono stati utilizzati per standardizzare il latte a fini
all’umidità aumentavano con la proporzione di grasso omogeneiz-
caseari con proporzioni variabili di grasso omogeneizzato. I globu-
zato nel latte, mentre il modulo di conservazione della cagliata di-
li di grasso nel latte e nella panna omogeneizzati sono stati analiz-
minuiva. L’intensità di questi effetti era maggiore nel latte rispetto
zati per dimensione, carico proteico e potenziale zeta. Sono state
alla panna quando veniva applicata l’omogeneizzazione. La rego-
misurate le proprietà di coagulazione dei latti e sono state determi-
lazione della proporzione di grasso omogeneizzato nel latte a fini
nate la composizione e le proprietà reologiche della cagliata mo-
caseari è un approccio conveniente per aumentare la resa e con-
dello. I globuli di grasso nel latte omogeneizzato erano significati-
trollare la composizione del formaggio.
DOI: 10.1016/j.lwt.2021.112430
Efficacia di un cocktail di batteriofagi nel ridurre il gonfiaggio precoce del formaggio causato da Escherichia coli Effectiveness of a bacteriophage cocktail in reducing cheese early blowing caused by Escherichia coli. LWT, Volume 153, gennaio 2022 R. Tabla, A. Gómez, JE. Rebollo, F. Molina, I. Roa
32
La produzione di gas e il successivo deterioramento del cibo dovuto
maggi di controllo e quelli inoculati con fagi. Tuttavia, questi risultati
alla comparsa di fessure, crepe o buchi sono conseguenze indeside-
hanno anche rivelato una riduzione della crescita di E. coli all’inizio
rabili della crescita di E. coli saprofita nel formaggio. Quindi, lo svilup-
della fermentazione con il trattamento dei fagi. Inoltre, l’analisi delle
po di inibitori della crescita di questo batterio è di particolare interes-
immagini delle fette di formaggio ha mostrato una notevole riduzione
se nella produzione di formaggi a pasta molle e a latte crudo. Questo
del numero di occhi e dell’area occupata dai fori di gas durante la
studio indaga l’effetto inibitorio di un cocktail di quattro colifagi sele-
maturazione del formaggio. Pertanto, l’uso di batteriofagi come
zionati sulla crescita di E. coli nel formaggio. L’analisi microbiologica
agenti di biocontrollo fornisce un approccio efficace per combattere
ha mostrato che l’evoluzione della carica batterica totale durante la
la crescita precoce di E. coli senza alterare sensibilmente i parametri
produzione e la stagionatura del formaggio era paragonabile tra i for-
microbiologici o fisico-chimici di questi alimenti fermentati.
Aprile/2022
FOOD, FRESH & CONVENIENCE
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FORMAZIONE
TECNICA
A Scuola “Con le mani nel latte” Un caseificio produttivo statale in cui gli studenti sviluppano abilità pratiche e competenze professionali Francesca De Vecchi Tecnologa alimentare
L
a Scuola Casearia, sede coordinata
fre, oltre alla formazione teorica, anche la
sono una base solida su cui continuare a
dell’Istituto di Istruzione Superiore
pratica professionale.
costruire. A questa si aggiungono la profes-
“Stanga” di Cremona, è presente a
Una scuola profondamente legata alla real-
sionalità e la passione delle persone impe-
Pandino (CR) dal 1954 ed è parte di una isti-
tà socio-economica, produttiva e culturale
gnate nei vari ambiti che coltivano cono-
tuzione scolastica altamente complessa,
del territorio in cui è nata e opera. Ne abbia-
scenza e saper fare, unici motori capaci di
che riunisce le scuole di agraria del cremo-
mo parlato con Carla Bertazzoli, docente e
creare innovazione e aprire nuovi orizzonti
nese e del cremasco e vanta la presenza di
direttrice della Scuola Casearia.
tutti da esplorare.
per l’Agricoltura e l’Ambiente, conosciuto
Come si è trasformata la scuola in questi sessant’anni?
fin dalle origini come Scuola Casearia poi-
“Con le mani nel latte” la Scuola Casearia
Perché la Scuola Casearia rappresenta un unicum nel panorama nazionale?
ché da sempre specializzato nella forma-
ha attraversato oltre sessant’anni di storia e
Perché è l’unica realtà formativa che gesti-
zione di tecnici della filiera lattiero-casearia.
vuole continuare a essere protagonista in-
sce, come azienda speciale e con persona-
Scelta di campo legata alla tradizione della
novando nel solco della tradizione. Gli anti-
le dell’Istituto, un caseificio produttivo stata-
Scuola e al territorio, perché il percorso of-
chi valori e l’esperienza acquisita nel tempo
le. È proprio il caseificio, che potremmo de-
due aziende agrarie e di un caseificio. Pandino è sede dell’Istituto Professionale
34
Aprile/2022
TECNICA
FORMAZIONE
finire come il core business della Scuola, lo spazio in cui gli studenti, attraverso una didattica laboratoriale ormai consolidata da decenni, sviluppano abilità pratiche e competenze professionali. La Scuola forma tecnici il cui tasso di occupazione lavorativa dopo il diploma è molto elevato. Quest’ultimo aspetto si realizza grazie alla stretta collaborazione con AssoCasearia Pandino, associazione che riunisce i diplomati della Scuola Casearia di Pandino, e al rapporto diretto e quotidiano con le aziende del settore, dalle multinazionali presenti sul territorio ai piccoli caseifici a conduzione familiare.
Come si svolge la didattica? Nel caseificio didattico, completamente attrezzato, gli allievi eseguono esercitazioni
per completare la preparazione in un ambito
allievi possono alloggiare e studiare con
pratiche di trasformazione di latti di varie
agroalimentare più ampio.
l’assistenza costante di personale educativo dipendente dal MIUR. Il Convitto può
specie – vacca, capra, pecora e bufala – in numerosi prodotti caseari – formaggi fre-
Da chi è frequentata la Scuola?
ospitare fino a 46 convittori, oltre a semi-
schi, stagionati e a pasta filata, latte fermen-
La Scuola facilita la frequenza anche da
convittori che rientrano in famiglia al termi-
tato, ricotta, gelato – che vengono curati an-
parte di studenti e studentesse provenienti
ne della giornata scolastica e di studio.
che durante l’eventuale periodo di stagiona-
da diverse regioni d’Italia e anche dall’este-
tura e successivamente posti in vendita nel-
ro, grazie alla presenza di un moderno Con-
Qual è la durata dei corsi?
lo spaccio interno. Annessi al caseificio so-
vitto/College annesso alla Scuola. Si tratta
Il percorso formativo dura 5 anni: è mirato
no presenti laboratori di chimica e microbio-
di una struttura ampia e luminosa, dotata di
all’acquisizione di conoscenze, abilità e
logia lattiero-casearia dove le materie prime
aule studio attrezzate, aula video e spazi
competenze professionali e ha come obiet-
in entrata e i prodotti realizzati vengono sot-
comuni, oltre a 23 stanze, ciascuna fornita
tivo l’inserimento lavorativo oppure la pro-
toposti alle operazioni di controllo. Sono
di bagno e attrezzata con scrivania, libreria
secuzione con studi universitari o entro per-
inoltre presenti un microbirrificio e una serra
e collegamento a internet. Qui le allieve e gli
corsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS).
Aprile/2022
35
FORMAZIONE
TECNICA
In particolare, presso la nostra sede è attivo
bilità di studenti in uscita. Il percorso qua-
e innovazione didattica, con percorsi di ap-
un percorso ITS, giunto quest’anno alla se-
driennale non deve essere visto come uno
prendimento personalizzati, un bilancio for-
sta edizione, essendo l’Istituto Stanga so-
sconto, ma come un modo nuovo di fare
mativo per ciascun studente, docenti tutor,
cio della Fondazione Agrorisorse. Tale per-
scuola, investendo nello specifico su meto-
un modello didattico che raccorda diretta-
corso consente l’acquisizione del diploma
dologie innovative e sulla qualità dell’inse-
mente gli indirizzi di studio ai settori produt-
di “Tecnico superiore specializzato nei pro-
gnamento, più che sulla quantità, tenendo
tivi di riferimento. Nel nostro Istituto appli-
cessi di trasformazione, gestione e valoriz-
conto delle attività didattiche fuori dall’aula.
chiamo metodologie didattiche per un ap-
zazione della filiera lattiero-casearia”.
Le attività di PCTO (Percorsi per le Compe-
prendimento induttivo, attraverso esperien-
tenze Trasversali e l’Orientamento) sia pres-
ze di laboratorio e in contesti operativi, per
Quali sono i programmi per il prossimo futuro?
so il caseificio didattico per attività di pro-
mezzo di analisi e soluzione di problemi le-
duzione, vendita e marketing dei prodotti
gati alle attività economiche di riferimento;
Dall’anno scolastico 2023/2024, verrà atti-
caseari o presso aziende del territorio, si
inoltre lavoro cooperativo per progetti e at-
vato il percorso sperimentale per l’otteni-
svolgono durante il periodo di sospensione
tivazione di percorsi di alternanza scuola-
mento del diploma di maturità in quattro an-
dell’attività didattica e durante le vacanze
lavoro già dalla seconda classe del biennio.
ni, secondo una proposta del ministero ri-
estive, natalizie e pasquali.
volta, da quest’anno, anche agli istituti prole è fortemente motivata dal fatto che il no-
È un modo per offrire concrete prospettive di occupabilità…
stro Istituto ha, da sempre, un numero di
L’ultima riforma degli istituti professionali ha
dattiche sono supportate da quelle labora-
richieste di diplomati, da parte di alcune tra
voluto trasformare le scuole professionali in
toriali-esperienziali, soprattutto per le disci-
le più importanti aziende del settore lattie-
scuole dell’innovazione, aperte e concepite
pline tecniche. In particolare, durante le
ro-caseario italiano, superiore alla disponi-
come laboratori di ricerca, sperimentazione
esercitazioni, è molto frequente l’articola-
fessionali. La sperimentazione quadrienna-
36
Che valore date all’aspetto laboratoriale?
Aprile/2022
Da sempre, presso la Scuola, le attività di-
TECNICA
FORMAZIONE
zione del gruppo classe, anche grazie alla
stico (con la stipula di apposite convenzio-
scenze tecniche nel settore delle produzioni
presenza in organico di docenti con com-
ni), per un monte ore annuo minimo di 210
agricole, dell’allevamento, dei servizi per l’a-
petenze tecnico-pratiche. Le discipline ca-
ore (o più in base alla personalizzazione dei
gricoltura, nella gestione del territorio e nella
ratterizzanti il nostro percorso di studi, oltre
percorsi), da svolgersi in orario curricolare
valorizzazione dei prodotti agricoli, agroin-
alle esercitazioni presso il caseificio didatti-
e/o extracurricolare, anche estivo. Com-
dustriali e agroforestali. In particolare, il per-
co e i laboratori di biologia e chimica appli-
prendono: tirocini aziendali, visite didatti-
corso che si svolge a Pandino ha, da sem-
cata ai processi di trasformazione, sono
che ed esperienze in aziende del settore;
pre, una curvatura verso il settore lattiero-
Agronomia del territorio agrario e forestale,
viaggi di istruzione strettamente attinenti il
caseario, ambito in cui è sorta la Scuola Ca-
Tecniche delle produzioni vegetali e zootec-
percorso di studi e che prevedano attività
searia e si è evoluta seguendo le varie rifor-
niche, Economia agraria e legislazione di
con valenza professionalizzante; partecipa-
me dell’istruzione professionale, ma sempre
settore agraria e forestale, Gestione e valo-
zione a convegni, eventi fieristici, manife-
nel solco della tradizione lattiero casearia
rizzazione delle attività produttive e svilup-
stazioni; attività di internazionalizzazione
che caratterizza il territorio. Sono però fre-
po del territorio e sociologia rurale, Indu-
come tirocini, stage e progetti di alternanza
quenti le richieste di diplomati, anche dall’e-
strie Agrarie - produzioni casearie, trasfor-
all’estero e infine, incontri a valenza profes-
stero, a cui alcuni studenti si rivolgono, sol-
mazione dei prodotti agricoli e marketing.
sionalizzante con testimonial del mondo del
lecitati dalle attività di internazionalizzazione
lavoro e delle professioni.
organizzate. La Scuola infatti vuole stimola-
Quali attività sono previste per l’acquisizione delle competenze trasversali e l’orientamento (PCTO)?
Con quali competenze il vostro diplomato si inserisce nel mondo del lavoro?
corsi tipo le esperienze di Erasmus+, svolte
Prevediamo progetti presso il nostro Istituto
Il diploma permette di svolgere mansioni
ta all’innovazione, che vuole essere un tratto
e anche in ambienti esterni a quello scola-
che richiedono una certa autonomia e cono-
distintivo della Scuola.
re gli studenti a valutare anche possibili per-
Aprile/2022
nel corso degli anni con scambi culturali con numerosi Paesi europei, a riprova della spin-
37
TECNICA
PROFESSIONE
Curiosità e condivisione: così Achille De Luca fa vivere l’azienda di famiglia 38
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PROFESSIONE
TECNICA
Francesca De Vecchi Tecnologa alimentare
I
n attività dal 1975, il caseificio F.lli Starace lavora latte vaccino a crudo per la produzione di formaggi tipici della Regione
Campania. Abbiamo fatto una lunga chiac-
chierata con Achille De Luca, ingegnere informatico per (prima) scelta e imprenditore caseario per tradizione e curiosità. L’uomo che da 31 anni “sussura ai Caciocavalli” ci ha raccontato come ha costruito la sua professione e anche il successo della piccola azienda di famiglia tra tradizione e rinnovamento, curiosità e condivisione del sapere.
Come è cominciata la sua avventura nel caseificio di famiglia? Laureato in ingegneria elettronica, non ho mai frequentato scuole casearie in senso stretto, ma la mia famiglia si è da sempre occupata di produrre formaggio. Da mio nonno, a mio padre, ai miei zii sono stati
Ing. Achille De Luca, Amministratore Unico del caseificio F.lli Starace
tutti casari e io sono letteralmente cresciuto
rato in due aziende multinazionali dell’infor-
mia strategia aziendale è stata quella di
in caseificio. Subito dopo la laurea ho lavo-
matica, ma all’inizio degli anni ’90, a causa
condividere e continuare sulla strada intra-
della malattia di mio padre, sopraggiunta
presa dai miei nonni e zii anche perché pre-
improvvisamente, sono entrato in azienda
vedevo che quel tipo di lavorazione avrebbe
per seguirne innanzitutto gli aspetti ammini-
dato all’azienda un vantaggio competitivo
strativi, data la mia esperienza pregressa di
nel mercato dei prodotti caseari di pregio.
direttore di filiale. Ho affrontato una prima
Approfittando di un finanziamento, abbiamo
razionalizzazione di alcune attività in azien-
fatto investimenti importanti per razionaliz-
da; e poi ho cominciato ad affiancare gli
zare la produzione e per contenere i costi di
esperti di produzione – mio padre e mio zio
gestione. Nel 1993 ho partecipato alla costi-
– per cercare di capire e carpire i segreti
tuzione del Consorzio Caciocavallo Silano
“del casaro”, che come ben sappiamo sono
DOP, di cui oggi il caseificio F.lli Starace è
sempre ben gelosamente custoditi. Per la
uno dei due soli produttori presenti in Cam-
mia formazione sono state fondamentali,
pania. Abbiamo quindi proseguito tenendo
però, la curiosità e la voglia di apprendere.
sempre ben presente l’importanza di modernizzarsi nel solco della tradizione e di
Filatura della pasta per Mozzarella Aversana
Come si è evoluto negli anni il suo ruolo, anche dal punto di vista delle competenze che ha dovuto acquisire?
continuare con lo sviluppo di nuovi prodotti:
F.lli Starace lavora ancora oggi, come face-
mo stati i primi a commercializzare in modo
vano i fondatori, partendo da latte crudo. La
continuativo il caciocavallo dell’emigrante in
Aprile/2022
per esempio qui è nato il Caciocavallo con i peperoni cruschi – tipici della cucina lucana – e, l’anno scorso, quello allo zafferano. Sia-
39
TECNICA
PROFESSIONE
Caciocavallo Silano DOP, la marchiatura a fuoco
TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Il Caciocavallo dell’Emigrante ha una storia che racconta della nostalgia per le tradizioni di casa e della creatività che aiuta a sopportarla. È da queste che è nato il caciocavallo farcito, meglio conosciuto come Caciocavallo dell’Emigrante, un formaggio a pasta filata semi stagionato con all’interno soppressata dolce o piccante stagionata, inserita nel caciocavallo durante la fase di formatura, rigorosamente a mano. Il Vallo di Diano è stato da sempre terra di viaggiatori ed emigranti in cerca di lavoro, magari Oltreoceano. Gli Stati Uniti, terra di destinazione per tanti, proibivano l’introduzione di prodotti a base di carne fresca di maiale, salumi compresi. Un po’ per ingegno e un po’ per necessità, qualcuno pensò, quindi, di nascondere il salame all’interno del caciocavallo, così che sfuggisse ai controlli della Dogana. Come tutti i prodotti compositi, le due materie prime concorrono al sapore finale per crearne un terzo che è diverso e superiore a quello del solo formaggio o del solo salume. Dalla tradizione all’innovazione di prodotto con un occhio ai prodotti e produttori del territorio. Durante la pandemia, in collaborazione con l’azienda Agnes - Le forme dello Zafferano di Sala Consilina, è nato il Cacio d’Oro, il caciocavallo “impreziosito” con stimmi di zafferano prodotti nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Diverse le proprietà riconosciute allo zafferano: stimola il buonumore, ha proprietà antiossidanti, riduce le infiammazioni, è un rimedio contro l’insonnia. Il progetto rappresenta l’intenzione dell’azienda di realizzare un’intera linea che abbini prodotti salutari del territorio circostante ai caciocavalli di sua produzione.
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Aprile/2022
PROFESSIONE
sinergia con un salumificio artigianale della
notificata la presenza di una qualche allerta
dere e la caparbietà di raggiungere il risulta-
nostra zona, chiedendo per questo prodot-
sanitaria in zona), per non far perdere il risul-
to, senza farsi scoraggiare dalle difficoltà.
to, la cui storia si perde negli anni, una pro-
tato degli sforzi quotidiani degli allevatori,
tezione per la denominazione. Per la nostra
assicurando loro anche una continuità di
dimensione l’attenzione alla qualità del pro-
reddito.
dotto è stata una strada obbligata; penso
Abbiamo quindi costi di produzione supe-
che non avremmo potuto e non potremmo
riori rispetto al prodotto industriale, a fronte
essere competitivi altrimenti.
di una qualità non comune. Nel nostro pun-
C’è però anche un modo di fare l’imprenditore che può fare la differenza sulla preparazione e la costruzione delle competenze di chi viene assunto in azienda…
to vendita il prodotto più richiesto è la moz-
Credo che il segreto di una buona impresa
Come avete adattato (anche in termini di igiene e sicurezza) le produzioni artigianali dei vostri formaggi tipici alle esigenze del mercato moderno?
zarella filata e mozzata a mano; che abbia-
sia la volontà di costruire un ambiente dove
mo deciso di produrre, come si faceva una
le conoscenze siano, nel limite del possibi-
volta, un po’ per sfida, un po’ per memoria
le, condivise. La nostra azienda attualmen-
di famiglia. La scommessa è stata vinta.
te ha 6 dipendenti, tra cui un casaro e un
Al mercato estero, supportati da rivenditori
aiuto-casaro, per poter assicurare sempre
Quando parliamo di qualità noi ci riferiamo
e agenti, destiniamo principalmente i pro-
la continuità e la costanza del processo
alle materie prime e alla lavorazione. Usia-
dotti stagionati, come caciocavalli, nelle va-
produttivo. La nostra filosofia è quella di
mo latte esclusivamente del Parco Nazio-
rie declinazioni, e ricottine affumicate.
avere, in ogni ruolo, una sorta di back-up
nale del Cilento Vallo di Diano, il più grande
delle conoscenze, aspetto che ho appreso ai tempi del mio lavoro da informatico.
aromi e profumi, che derivano dalle erbe
Pensa che oggi, in un mondo del lavoro in cui si bada sempre di più alla specializzazione, sia possibile che un giovane possa fare un percorso di costruzione della professionalità, in ambito caseario, come il suo?
che assaporano.
Ho molta stima della generazione dei giova-
chi condivide che per chi impara: trasferire
Una volta raccolto, il latte non viene pasto-
ni d’oggi. Hanno le prerogative per fare an-
le conoscenze fa crescere di valore la pro-
rizzato per evitare di distruggere la caratteri-
che meglio di quanto abbiamo fatto noi,
fessionalità del discente. In questi anni di
stica flora caseogena. Per garantire la stessa
grazie a maggiori opportunità e risorse; in
pandemia, tra l’altro, è stata la nostra sal-
sicurezza microbiologica di un latte pastoriz-
più hanno dalla loro parte la facilità di usare
vezza perché siamo riusciti a non fermare
zato facciamo controlli a monte, sulle stalle,
e capire i mezzi informatici ma soprattutto il
mai la produzione, anche nei periodi di
molto stringenti. Il latte viene pastorizzato
mondo di Internet. Sono convinto, però, che
massima diffusione dei contagi, che co-
solo per la produzione di caciotte e in caso
la differenza la facciano sicuramente la vo-
stringevano i lavoratori a stare a casa per
di emergenze (quando per esempio viene
glia di comprendere, la curiosità di appren-
lunghi periodi.
parco antropizzato di Italia, all’interno del quale operiamo. Quasi tutta la materia prima proviene da allevamenti di montagna (dai 600 metri fino a più di 1000 metri): le mucche al pascolo garantiscono un latte estremamente ricco e intenso in termini di
TECNICA
Aprile/2022
Nella nostra azienda, tutte le conoscenze, dal funzionamento di un impianto di produzione al processo di creazione di un formaggio, sono condivise da almeno due persone, in modo da evitare qualsiasi interruzione. È un approccio gratificante sia per
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NORMATIVA
PILLOLE LEGISLATIVE
Etichettatura nutrizionale: non solo dibattito tra Nutri-score e Nutrinform Battery Anche la Corte di Giustizia interviene sulle modalità di espressione delle dichiarazioni nutrizionali
Avv. Sara Checchi Studio Legale Gaetano Forte
L 42
a strategia “From Farm to Fork”[1] prevede tra i
In seguito alla pubblicazione del suddetto documento, sul
propri obiettivi lo sviluppo di un consumo alimen-
tema dell’etichettatura nutrizionale si è sviluppato un vero
tare sostenibile: tra le azioni per raggiungere que-
e proprio dibattito sulla validità del sistema Nutri-score,
sto risultato vi è la necessità di fornire ai consumatori gli
proposto dalla Francia, consistente in un logo raffigurante
strumenti necessari, come ad esempio l’etichettatura
cinque colori (dal verde al rosso, con gradazioni cromati-
nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio, per
che intermedie) e cinque lettere (dalla A alla E) combinati
compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sosteni-
tra loro in base alla presenza di elementi considerati posi-
bili a vantaggio della salute e della qualità della vita.
tivi (verdura, fibre, frutta…) e negativi (zuccheri, sale, gras-
Aprile/2022
PILLOLE LEGISLATIVE
si saturi…). Ne risulta quindi l’immagine di un semaforo che
tuale riportato nell’icona si configura come un indicatore
se reca la A e il colore verde indica il via libera verso quell’a-
numerico della copertura del fabbisogno giornaliero. Le ico-
limento, considerato nutrizionalmente molto valido, mentre
ne AR consentono quindi di capire quanto i nutrienti conte-
se riporta una diversa lettera e un colore tendente al rosso
nuti in un dato alimento (di solito energia, zuccheri, grassi,
avverte della scarsa appetibilità a livello di valori nutrizionali
grassi saturi e sale in quanto le percentuali delle AR sono in-
per l’eccessiva presenza, ad esempio, di zuccheri.
dicate all’interno di icone poste sul Front Of Package) con-
NORMATIVA
tribuiscono percentualmente alle esigenze quotidiane di un
Nutrinform Battery
adulto di riferimento.
La soluzione italiana è stata invece quella del Nutrinform
Tali sistemi di etichettatura rispondono a quanto disposto
Battery[2] che utilizza come base scientifica le AR (assun-
dall’articolo 35 del Reg. 1169/2011, in materia di informazioni
zioni di riferimento di cui all’allegato XIII parte B del Reg.
sugli alimenti ai consumatori, che disciplina alcune forme di
1169/2011) realizzando una sorta di evoluzione delle attua-
espressione e presentazione dei valori nutrizionali supplemen-
li icone AR attraverso lo sviluppo di una forma grafica che
tari rispetto a quelle di cui all’articolo 32, paragrafi 2 e 4 (100 g
sia di più facile comprensione per il consumatore e che gli
e come % delle A.R.) e all’articolo 33 (porzione/unità di consu-
consenta quindi di comprendere in maniera immediata
mo) e alla presentazione di cui all’articolo 34, paragrafo 2.
quanto la porzione dell’alimento che si andrà a consumare
In merito al calcolo del valore energetico e delle quantità di
contribuisce al suo fabbisogno di energia e degli altri nu-
sostanze nutritive (art. 31 paragrafo 3 del Reg. 1169/11) e
trienti su cui deve essere posta una particolare attenzione.
alle relative modalità di espressione per porzione o per
Le AR rappresentano infatti le quantità giornaliere medie
unità di consumo (art. 33 del Reg. 1169/11) è recentemen-
raccomandate di energia e nutrienti, quindi il valore percen-
te intervenuta la Corte di Giustizia[3].
Reg. (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori Dichiarazione nutrizionale Articolo 31 Calcolo … 3. Il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive di cui all’articolo 30, paragrafi da 1 a 5, si riferiscono all’alimento così com’è venduto. Se del caso, tali informazioni possono riguardare l’alimento dopo la preparazione, a condizione che le modalità di preparazione siano descritte in modo sufficientemente particolareggiato e le informazioni riguardino l’alimento pronto per il consumo. Articolo 32 Espressione per 100 g o per 100 ml … 2. Il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive di cui all’articolo 30, paragrafi da 1 a 5, sono espressi per 100 g o per 100 ml Articolo 33 Espressione per porzione o per unità di consumo 1. Nei seguenti casi il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive di cui all’articolo 30, paragrafi da 1 a 5, possono essere espressi per porzione e/o per unità di consumo, facilmente riconoscibile dal consumatore, a condizione che siano quantificate sull’etichetta la porzione o l’unità utilizzate e sia indicato il numero di porzioni o unità contenute nell’imballaggio: a) oltre alla forma di espressione per 100 g o per 100 ml di cui all’articolo 32, paragrafo 2; b) oltre alla forma di espressione per 100 g o per 100 ml di cui all’articolo 32, paragrafo 3, per quanto concerne le quantità di vitamine e sali minerali; c) oltre o in luogo della forma di espressione per 100 g o per 100 ml di cui all’articolo 32, paragrafo 4. 2. In deroga all’articolo 32, paragrafo 2, nei casi di cui all’articolo 30, paragrafo 3, lettera b), la quantità di sostanze nutritive e/o la percentuale delle assunzioni di riferimento fissate nell’allegato XIII, parte B, possono essere espressi soltanto per porzione o per unità di consumo. Quando le quantità di sostanze nutritive sono espresse soltanto per porzione o per unità consumo in conformità del primo comma, il valore energetico è espresso per 100 g o per 100 ml nonché per porzione o per unità di consumo.
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43
NORMATIVA
PILLOLE LEGISLATIVE
Nutrinform Battery
Il problema sottoposto alla valutazione della Corte di Giustizia
Hamm ha annullato la sentenza di primo grado e l’associa-
Un’impresa tedesca che produce e commercializza muesli
dinanzi alla Corte di giustizia federale, la quale ha deciso di
con cioccolato è stata intimata dall’Unione federale delle
sospendere il procedimento e adire la Corte europea sotto-
organizzazioni e delle associazioni dei consumatori della
ponendole le seguenti questioni pregiudiziali:
Germania di rispettare i requisiti previsti dal regolamento
1) Se l’articolo 31, paragrafo 3, secondo comma, del rego-
(UE) 1169/2011 relativi all’etichettatura nutrizionale. Nella
lamento [n° 1169/2011] debba essere interpretato nel
confezione del prodotto alimentare in oggetto erano ripor-
senso che tale disposizione si applica esclusivamente
tate le seguenti dichiarazioni nutrizionali:
ad alimenti che richiedono una preparazione e per i
»
sulla parte laterale dell’imballaggio (lato stretto della
quali sono specificate le modalità di preparazione.
scatola di cartone), sotto il titolo “Informazione nutrizio-
2) In caso di risposta negativa alla prima questione: se l’e-
nale” erano riportate le indicazioni sul valore energetico
spressione ‘per 100 g’ di cui all’articolo 33, paragrafo
e sulle quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidra-
2, secondo comma, del regolamento sulle informazioni
ti, zuccheri, proteine e sale, in riferimento, per un verso,
alimentari significhi solo 100 grammi del prodotto così
a 100 g di prodotto così come venduto, e, per altro ver-
com’è venduto, o invece – perlomeno anche – 100
so, a una porzione di 40 g di muesli preparato con 60
»
zione dei consumatori ha proposto ricorso per cassazione
grammi dell’alimento dopo la preparazione”.
ml di latte contenente l’1,5% di grassi;
In altre parole il giudice del rinvio chiede se, e a quali con-
sulla parte anteriore dell’imballaggio (campo visivo prin-
dizioni, si possano fornire, sulla parte anteriore dell’imbal-
cipale della scatola di cartone) erano ripetute le infor-
laggio di un prodotto alimentare, informazioni nutrizionali
mazioni concernenti il valore energetico e le quantità di
volontarie che non si riferiscono all’alimento così come è
grassi, acidi grassi saturi, zuccheri e sale in relazione
venduto, bensì a porzioni dell’alimento dopo la preparazio-
unicamente alla porzione del prodotto dopo la prepara-
ne con ingredienti supplementari.
zione (vale a dire con l’aggiunta di 60 ml di latte).
44
Secondo l’associazione dei consumatori, l’operatore del
La soluzione prospettata dalla Corte di Giustizia
settore alimentare avrebbe violato l’articolo 33 del regola-
La Corte europea ha rilevato che il prodotto in questione
mento 1169/11 in quanto sulla parte anteriore dell’imballag-
(muesli con cioccolato) può essere preparato in modi di-
gio dei muesli il valore energetico era indicato non per por-
versi (es. con yogurt, frutta, marmellata, miele) rispetto alla
zione del prodotto così come venduto bensì solo per por-
modalità (con latte) indicata in etichetta ovvero può anche
zione del prodotto dopo la preparazione (cioè con l’aggiun-
essere consumato senza alcuna preparazione.
ta del latte). Poiché tale intimazione non ha avuto alcun
Secondo i giudici di Lussemburgo: “qualora, come nel caso
seguito, l’associazione ha proposto ricorso dinanzi al Tribu-
di specie, un alimento possa essere preparato con modali-
nale regionale tedesco che l’ha accolto. Tuttavia in seguito
tà diverse, le informazioni relative al valore energetico e alle
all’appello dell’azienda, il Tribunale superiore del Land di
quantità di nutrienti dell’alimento dopo la preparazione in
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PILLOLE LEGISLATIVE
NORMATIVA
NOTE [1] Comunicazione della Commissione europea del 20.5.2020 [2] Decreto 19 novembre 2020 del Ministero Dello Sviluppo Economico: Forma di presentazione e condizioni di utilizzo del logo nutrizionale facoltativo complementare alla dichiarazione nutrizionale in applicazione dell’articolo 35 del regolamento (UE) 1169/2011, pubblicato nella GU del 07.12.2020 [3] Causa C-388/2020 del 11.11.2021
conformità al suggerimento del produttore non consentono
tichettatura nutrizionale volontaria di un alimento preimballa-
il confronto con gli alimenti corrispondenti di altri produttori,
to, come quella del prodotto in questione, che può essere
dato che il calcolo del valore energetico e delle quantità di
consumato con diverse modalità di preparazione, non è con-
sostanze nutritive di un prodotto che può essere preparato
forme ai requisiti previsti dal regolamento n. 1169/2011 se le
con modalità diverse è, per definizione, incerto in quanto
informazioni relative al valore energetico e alle quantità di so-
necessariamente variabile in funzione della modalità di pre-
stanze nutritive sono fornite per un’unica modalità di prepara-
parazione. La mancanza di comparabilità non può neppure
zione anziché riferirsi anche, per 100 g, alla forma dell’alimen-
essere sanata dal fatto che i valori di una porzione sono in-
to così com’è venduto. Ne consegue che l’articolo 31, para-
dicati altrove sull’imballaggio, unitamente ai valori per 100 g
grafo 3, secondo comma, del regolamento n. 1169/2011 deve
del prodotto così come è venduto. [..] la circostanza che l’e-
essere interpretato nel senso che tale disposizione si applica
lenco degli ingredienti sia riportato sull’imballaggio del pro-
esclusivamente agli alimenti che richiedono una preparazione
dotto di cui trattasi non consente da sola di escludere che
e la cui modalità di preparazione è predeterminata.
l’etichettatura di tale prodotto e le relative modalità di realizzazione possano essere tali da indurre in errore l’acquirente. Per analogia, le singole informazioni che compaiono sulla
CONCLUSIONI
parte anteriore dell’imballaggio non consentono il confronto
L’etichettatura nutrizionale è un aspetto fondamentale per
tra prodotti e le indicazioni supplementari che figurano al-
la tutela della salute dei consumatori e il legislatore deve
trove sull’imballaggio con quantità di riferimento diverse so-
essere in grado di interpretare le esigenze di sostenibilità
no semplicemente idonee a disorientare ancor di più il con-
elaborate dalle recenti strategie politiche europee. Sarà es-
sumatore quanto alla comparabilità con altri prodotti”.
senziale individuare specifici criteri guida per evidenziare
In sintesi, secondo la Corte le informazioni nutrizionali così co-
nell’etichetta la scelta dei nutrienti e dei componenti nutri-
me erano fornite nell’etichetta dei muesli in oggetto non erano
zionali dei prodotti alimentari senza indurre in errore il
facilmente comprensibili dal consumatore finale, pertanto l’e-
consumatore.
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Board and online submission and review system EDITORS IN CHIEF Milena Brasca (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Giovanna Contarini (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi)
SCIENTIFIC EDITORIAL BOARD Federico Baruzzi (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Bari) Luciana Bava (Università degli Studi di Milano) Giovanni Cabassi (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Cinzia Caggia (Università di Catania) María Remedios Carrasco Sánchez (QueRed Zafra, Spain) Bianca Castiglioni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Lodi) Fabio Coloretti (Università di Bologna) Roberto Consonni (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Maria Luisa Dettori (Università degli Studi di Sassari) Paolo Formaggioni (Università degli Studi di Parma) Piero Franceschi (Università degli Studi di Parma) Elena Franciosi (Fondazione Edmund Mach, San Michele all’Adige) Monica Gatti (Università degli Studi di Parma) Giorgio Giraffa (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria-CREA, Lodi) Yesid González Torres (Fundación Universitaria Juan de Castellanos, Tunja, Colombia) Nadia Innocente (Università degli Studi di Udine) Alejandra A.Latorre (Universidad de Concepción, Chillan, Chile) Camilla Lazzi (Università degli Studi di Parma) Massimo Malacarne (Università degli Studi di Parma) Lucia Monti (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria -CREA, Milano) Luisa Pellegrino (Università degli Studi di Milano) Giovanni Piredda (Agenzia Regionale per la Ricerca in Agricoltura, Sassari) Luca Settanni (Università degli Studi di Palermo) Tiziana Silvetti (Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR, Milano) Andrea Summer (Università degli Studi di Parma)
HONORARY BOARD MEMBERS Giuseppe Losi
Scienza e tecnica lattiero casearia uses an online submission and review system for all papers evaluation. of the review process whenever they need to. The link to the editorial system is http://stlcj.edmgr.com, it is also available on the Journal website: www.stlcjournal.it. The Authors are invited to submit their manuscripts through the online editorial system; manuscripts sent by e-mail, post or fax are not considered for publication. All the Authors should read carefully the Guide for Authors before starting their submissions. Full information about the manuscript preparation are available on the Journal website. mation. Through a menu, a general topic area should be selected: these will help to match manuscripts to the best available editors and reviewers. Reviewers will access papers via the editorial system platform and will be invited and sent to it by email.
forms are available on the Journal website: www.stlcjournal.it
Scientific papers / Original article
Scienza e Tecnica Lattiero-Casearia / Vol 72, n.2, 48 - 55, 2022
Flavio Tidona1, Lucia Monti1, Milena Povolo1, Barbara Bonvini1, Giorgia Fergonzi1, Stefania Barzaghi1, Francesco Locci1, Luisa Pellegrino2, Giovanna Contarini1, Domenico Carminati1*
La qualità e sicurezza del formaggio Provolone Valpadana piccante prodotto con latte crudo stoccato a due diverse temperature Quality and safety of strong type Provolone Valpadana cheese produced with raw milk stored at two different temperatures CREA - Centro di ricerca Zootecnia e Acquacoltura, Via Antonio Lombardo 11, 26900, Lodi, Italia Università degli Studi di Milano, Dip. DeFens, Via Celoria 2, 20133 Milano, Italia
1 2
Received: Jul 06, 2021 Accepted: Jan 03, 2022 DOI: 10.36138/STLC.02.2022.01
*Corresponding author:
Domenico Carminati
CREA-ZA Via Antonio Lombardo 11, 26900, Lodi, Italia domenico.carminati@crea.gov.it
Abstract Objective: The aim of this work was to study the effect of raw milk stored at 6° and 12°C for 60 h on Provolone Valpadana PDO cheese characteristics. Microbiological, chemical, and hygienic aspects were considered, as well as the sensorial quality. Materials and Methods: Microbiological analyses to determine different bacterial groups, hygiene indicators and pathogens, and chemical composition analysis were carried out both on milk after storage and on cheeses during ripening. Proteolysis by capillary electrophoresis, free amino acids by ion exchange HPLC, volatile compounds by SPME/GC/MS were also evaluated. Sensory pro-
48
2022; (2)72: 48 - 55
perties of the cheeses were estimated by triangular test. Results: None of the experimental cheeses showed hygienic problems, despite the high microbial load of milk used. Anyway, the use of milk stored at 12°C for 60 h turned to be critical for cheesemaking and cracks in ripened cheese were detected, not observed using milk stored at 6°C. Keywords: J
Raw milk
J
Food safety
J
Proteolysis
J
Volatile compounds
J
Sensory properties
Riassunto Obiettivo: studiare gli effetti dell’uso di latte crudo stoccato a 6° e 12°C per 60 ore sulle caratteristiche di Provolone Valpadana DOP piccante, valutando aspetti microbiologici, igienici, chimici e di qualità sensoriale. Materiali e metodi: sul latte dopo stoccaggio e sui formaggi prodotti sono state effettuate sia analisi microbiologiche per determinare microrganismi filo-caseari, indicatori d’igiene e patogeni, sia analisi di composizione chimica. Sui formaggi sono stati valutati anche la proteolisi per elettroforesi capillare, gli amminoacidi liberi per HPLC e la frazione volatile per SPME/GC/MS. Le proprietà sensoriali sono state valuta-
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te mediante test triangolare. Risultati: Nessuno dei formaggi prodotti ha evidenziato problematiche di tipo igienico-sanitario nonostante le elevate cariche microbiche del latte utilizzato. Con il latte stoccato a 12°C per 60 ore sono state rilevate criticità in fase di trasformazione, che hanno portato alla comparsa di fessurazioni nel prodotto finale, non riscontrate utilizzando il latte stoccato a 6°C. Parole chiave: J
Latte crudo
J
Sicurezza alimentare
J
Proteolisi
J
Frazione volatile
J
Proprietà sensoriali
DOI: 10.36138/STLC.02.2022.01 © 2022 QUINE
Scientific papers / Original article
Flavio Tidona, Lucia Monti, Milena Povolo, et al.
INTRODUZIONE Il Provolone Valpadana DOP (PV) è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto con latte di vacca intero raccolto nella zona di origine che, come riportato nel Disciplinare di produzione, deve essere trasformato entro 60 ore dalla prima mungitura. La tipologia piccante è prodotta con latte crudo o al massimo termizzato, utilizzando caglio in pasta di agnello o capretto. La stagionatura varia in base alla pezzatura e per forme superiori ai 15 kg, riservate al tipo piccante, il minimo è di 3 mesi (1). Nel rispetto dei requisiti previsti dal Reg. (CE) 853/2004, il latte appena munto deve essere raffreddato alla stalla a ≤8°C in caso di raccolta giornaliera e ≤6°C in caso di raccolta non giornaliera, trasportato a <10°C ed eventualmente stoccato fino al momento della trasformazione a ≤6°C (2). La refrigerazione preserva la qualità microbiologica e igienica del latte, impedendo o ritardando la crescita di microflora ambientale contaminante, ma anche della microflora lattica filocasearia, importante per la maturazione di formaggi a latte crudo a lunga stagionatura (3, 4). Una refrigerazione a temperature ≤7°C favorisce lo sviluppo di batteri psicrotrofi, che da minoritari (meno del 10%) possono arrivare a rappresentare oltre il 75% del microbiota totale del latte crudo (5). Molti psicrotrofi producono enzimi idrolitici, proteasi e lipasi anche termoresistenti, che possono causare alterazioni delle caratteristiche reologiche e organolettiche del latte e dei derivati (6). Pseudomonas spp. e Bacillus spp. sono i batteri psicrotrofi più frequentemente isolati da latte refrigerato, ma anche patogeni come Listeria monocytogenes e Yersinia enterocolitica possono compromettere la qualità igienica e la sicurezza della materia prima. Un aumento della temperatura di stoccaggio del latte fino a 12°C, oltre a favorire lo sviluppo della flora lattica filo-casearia, potrebbe consentire di uniformare le modalità di raccolta e stoccaggio del latte a quelle
Figura 1 - Composizione in amminoacidi liberi dei formaggi nel corso della stagionatura a 90, 120 e 180 giorni (F6, formaggio da latte stoccato a 6°C per 60 ore; F12, formaggio da latte stoccato a 12°C per 60 ore). Figure 1 - Free amino acids composition of cheeses during ripening at 90, 120 and 180 days (F6, cheese from milk stored at 6°C for 60 h; F12, cheese from milk stored at 12°C for 60 h).
adottate per altri formaggi a lunga stagionatura, riducendo i costi a favore della sostenibilità della filiera. Obiettivo di questo lavoro è
stato sottoposto ad analisi microbiologiche (Tab. II), determinazione
stato valutare e confrontare la composizione chimica e le caratteri-
di pH e acidità titolabile, e composizione di base mediante Milko-
stiche microbiologiche di interesse igienico-sanitario di formaggio
Scan™ FT2. A 90, 120 e 180 giorni di stagionatura, da forme diver-
Provolone di tipo piccante prodotto con latte crudo stoccato a 6° e
se sono stati prelevati campioni di formaggio per valutare: parametri
12°C per 60 ore.
microbiologici di igiene e sicurezza (Tab. II); contenuti in sostanza secca (ISO 5534/IDF 4, 2004), sostanza grassa (ISO 3433/IDF 222, 2008), proteine (ISO 8968-1/IDF 20-1, 2014), frazioni azotate (ISO
MATERIALI E METODI
17997-1/IDF 29-1, 2004; ISO 8968-4/IDF 20-4, 2016), lattosio (7),
Le due produzioni sperimentali di Provolone piccante di pezzatura >
proteolisi in elettroforesi capillare zonale (CZE) (8), amminoacidi libe-
15 kg (F6 e F12) sono state realizzate presso un caseificio consorzia-
ri in HPLC a scambio ionico (9), frazione volatile con tecnica SPME/
to in due giorni diversi a distanza di una settimana, adottando la tec-
GC/MS (10). Le analisi sono state effettuate su due diverse aliquote
nologia del formaggio DOP (dettagli operativi delle lavorazioni ripor-
di formaggio prelevate dalla stessa forma. I formaggi giunti a matu-
tati in Tab. I). Il latte crudo utilizzato per la caseificazione, stoccato a
razione minima (90 giorni) sono stati sottoposti a valutazione senso-
6°±1° e 12°±1°C per 60 ore (T60-6° e T60-12°, rispettivamente), è
riale mediante test triangolare con un panel di 27 assaggiatori.
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Tabella I - Principali parametri dei due processi di trasformazione. Table I - Main cheesemaking parameters. Lavorazione 1 (latte T60-6°)
Lavorazione 2 (latte T60-12°)
Quantità di latte lavorato (q)
95.0
90.0
Acidità sieroinnesto (°SH/50 ml)
25.0
23.0
Quantità sieroinnesto utilizzato (lt)
130
105
Acidità di miscela (°SH/50 ml)
6.42
6.20
T coagulazione (°C)
37.8
37.3
t di presa (min)
8
3
t di taglio (min)
14
8
T 1° cottura (°C)
44.0
43.0
T 2° cottura (°C)
50.5
50.0
Durata lavorazione (min)
47
38
pH cagliata allo scarico
6.28
6.05
T cagliata allo scarico (°C)
50.0
49.8
pH cagliata alla filatura
5.09
5.00
T cagliata prima della filatura (°C)
38.0
37.5
T cagliata in filatura (°C)
65.0
65.0
T = temperatura; t = tempo
Figura 2 - Formaggi PV F6 (A) e F12 (B) a 90 giorni di maturazione. Figure 2 - PV cheeses F6 (A) and F12 (B) after 90 days of ripening.
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Tabella II – Analisi microbiologiche effettuate sui campioni di latte crudo e formaggi. Table II – Microbiological analyses carried out on raw milk and cheese samples. Analisi microbiologiche
Latte
Formaggi
Metodo (bibliografia)
Carica batterica totale
x
x
ISO 4833-1, 2013
Batteri psicrotrofi
x
-
(5)
Batteri lattici
x
-
(11)
Batteri lipolitici
x
-
(5)
Batteri proteolitici
x
-
(5)
Pseudomonas spp.
x
x
ISO 13720, 2010
Escherichia coli
x
x
(11)
Coliformi totali
x
x
(11)
Stafilococchi coag. pos.
x
x
ISO 6888-2, 2004
Sporigeni anaerobi lattato-fermentanti
x
x
(11)
Listeria monocytogenes
x
x
ISO 11290-1, 2017
Escherichia coli STEC
x
x
ISO 16654, 2001 AOAC method 010407, 2004
Tabella III - Composizione chimico-fisica e caratteristiche microbiologiche del latte dopo stoccaggio a 6°C (T60-6°) e 12°C (T60-12°) per 60 ore. Table III - Chemical composition and microbiological characterization of the milk after storage at 6°C (T60-6°) and 12°C (T60-12°) for 60 h. Latte T60-6°
Latte T60-12°
Grasso (g/100 g)
3.89
3.83
Proteine (g/100 g)
3.46
3.50
Lattosio (g/100 g)
4.76
4.69
pH
6.55
6.45
Acidità titolabile (°SH/50 ml)
3.40
4.00
Carica batterica totale*
6.88±0.07
7.88±0.03
Batteri psicrotrofi*
6.20±0.07
7.22±0.05
Batteri lipolitici*
6.16 ±0.02
7.41±0.14
Batteri proteolitici*
2.00±0.14
6.69±0.17
Batteri lattici*
3.87±0.08
6.55±0.02
Pseudomonas spp.*
4.00±0.09
5.86±0.08
E. coli*
1.85±0.04
3.00±0.07
Coliformi totali*
3.30±0.06
3.98±0.25
Stafilococchi coag. pos.
1.70±0.06
1.00±0.12
Sporigeni anaerobi lattato-fermentanti**
3.46±0.15
3.37±0.28
*valori medi ± DS espressi come log UFC/ml **valori medi ± DS espressi come log MPN spore/lt
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Tabella IV - Caratterizzazione microbiologica dei formaggi a 90, 120 e 180 giorni di stagionatura. Table IV - Microbiological characterization of cheeses at 90, 120 and 180 days of ripening. Formaggio F6 (latte T60-6°)
Formaggio F12 (latte T60-12°)
90 gg
120 gg
180 gg
90 gg
120 gg
180 gg
Carica batterica totale*
6.83±0.01
7.11±0.03
5.61±0.09
7.64±0.08
7.36±0.04
6.92±0.10
Pseudomonas spp.*
< 2.00
< 2.00
< 2.00
< 2.00
< 2.00
< 2.00
Coliformi totali*
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
E. coli*
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
Stafilococchi coag+*
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
< 1.00
Sporigeni anaerobi lattato-fermentanti**
0.96±0.34
0.56±0.16
1.36±0.32
1.36±0.47
0.96±0.26
1.63±0.39
*valori medi ± DS espressi come log UFC/g **valori medi ± DS espressi come log MPN spore/g
52
RISULTATI E DISCUSSIONE
igiene sono risultati al di sotto dei limiti di rilevabilità dei metodi (< 10
Il latte crudo conservato a 6° (T60-6°) o 12°C (T60-12°) per 60 ore e
o < 100 UFC/g) in tutti i formaggi (Tab. IV), risultato attribuibile alle fa-
utilizzato per la caseificazione a PV presentava valori di grasso e
si di cottura in caldaia, di filatura della cagliata acidificata ed alla pro-
proteine simili, ma con alcune differenze in termini di pH e acidità ti-
lungata stagionatura in grado di ridurre la sopravvivenza dei micror-
tolabile (Tab. III), evidenziando nel latte T60-12° fenomeni di acidifi-
ganismi, e di assicurare una buona qualità igienica del prodotto. An-
cazione, confermati anche dal parziale consumo di lattosio. Questo
che patogeni come L. monocytogenes ed E. coli STEC non sono
ha comportato una coagulazione più rapida del latte T60-12° rispet-
mai stati ritrovati nei formaggi.
to a T60-6° e il raggiungimento di un valore di pH più basso in fase di
La composizione chimica del PV sperimentale ha rispettato i requi-
filatura (Tab. I), sebbene compreso nell’intervallo 4.70-5.20 previsto
siti previsti dal disciplinare per la tipologia piccante oltre i 6 kg: teno-
dal disciplinare di produzione del PV (1). La carica batterica totale
re massimo di acqua non superiore al 43% e valori di grasso/so-
(CBT) del latte T60-6° e T60-12° è risultata superiore a 6 e 7 log
stanza secca compresi tra 44% e 54%. Il formaggio, inoltre, è risul-
UFC/ml, rispettivamente (Tab. III), valori al di sopra del limite di
tato naturalmente privo di lattosio (Tab. V). Il caglio in pasta di ca-
300.000 UFC/ml (5.48 log UFC/ml) previsto dal Reg. N. 853/2004
pretto e/o agnello utilizzato per la caseificazione apporta enzimi lipo-
per il latte crudo di vacca dopo stoccaggio refrigerato in caseificio.
litici che nel corso della maturazione liberano composti sapidi che
Batteri psicrotrofi e lipolitici sono i gruppi microbici che presentava-
conferiscono al Provolone piccante il tipico sapore. La chimosina re-
no le cariche più elevate. I batteri proteolitici hanno evidenziato il
sidua del caglio, parzialmente inattivata dalle temperature di cottura
maggior incremento di carica dopo stoccaggio a 12°C rispetto a
e filatura della cagliata, la plasmina del latte e le proteasi termostabi-
6°C. Batteri lattici, Pseudomonas spp. ed Escherichia coli sono risul-
li di origine microbica, contribuiscono invece alla degradazione pro-
tati mediamente da 10 a 100 volte più elevati dopo stoccaggio a
teica nel corso della maturazione (12, 13). L’analisi elettroforetica
12°C. Le cariche di coliformi totali, stafilococchi coagulasi positivi e
CZE ha evidenziato una degradazione nel tempo soprattutto
sporigeni anaerobi lattato-fermentanti non hanno mostrato differen-
dell’αs1- e della β-caseina, con formazione di αs1-I caseina e
ze tra le due temperature (Tab. III). I patogeni L. monocytogenes e E.
γ-caseine, specifici prodotti di reazione di questi enzimi. I processi
coli STEC sono risultati assenti in 25 ml.
degradativi sono risultati più spinti in F12 che in F6; infatti, in F6
Nel formaggio PV prodotto con latte T60-12°C (F12) la CBT è risul-
l’αs1-I caseina è presente in quantità doppia fino a 120 giorni, seb-
tata sempre più elevata rispetto al formaggio prodotto con latte T60-
bene poi venga degradata velocemente a 180 giorni. Anche l’azoto
6°C (F6). Tuttavia, batteri potenzialmente alterativi e indicatori di
non caseinico (NCN) e non proteico (NPN), espressi sul totale delle
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proteine, hanno mostrato valori crescenti con il procedere della ma-
so la citrullina come intermedio di reazione, sono sistemi metabolici
turazione in entrambe le produzioni, tendenzialmente sempre sem-
che si attivano in ambiente acido (14). Tra i formaggi F6 e F12 si so-
pre più marcata per F12 rispetto a F6. Inoltre, i tracciati elettroforeti-
no rilevate differenze anche nella composizione della frazione volati-
ci hanno evidenziato alcune degradazioni aspecifiche, anche in que-
le, rappresentata da circa 60 composti appartenenti principalmente
sto caso più marcate in F12 (Tab. V), probabilmente causate da pro-
alle classi chimiche di chetoni, aldeidi, alcoli, esteri e acidi (Tab. VI)
teasi termostabili prodotte da batteri proteolitici e Pseudomonas
derivanti dalle reazioni biochimiche in fase di maturazione (15). Nella
spp., presenti in cariche più elevate nel latte T60-12° (Tab. III), che
frazione volatile di entrambi i formaggi, gli acidi volatili liberi di origi-
potrebbero aver contribuito alla degradazione proteica nel corso
ne lipolitica sono risultati i più abbondanti, in particolare butirrico ed
della maturazione (6, 12, 13).
esanoico. La quantità di acidi rilevata nei formaggi analizzati mostra
Nei formaggi analizzati, la maggior parte dell’azoto solubile è rap-
un incremento progressivo con l’aumentare dei giorni di maturazio-
presentato da NPN, ossia prodotti secondari della proteolisi, deri-
ne, con un andamento confrontabile tra F6 e F12. Per quanto riguar-
vanti dall’azione di proteasi e peptidasi batteriche che rilasciano
da le altre classi di molecole, PV F12 ha mostrato un elevato conte-
peptidi a basso peso molecolare e aminoacidi liberi (AAL), che a lo-
nuto in alcoli ed esteri, che già a 90 giorni di maturazione erano pre-
ro volta diventano substrato di reazioni cataboliche. Infatti, a fronte
senti in quantità superiore a quella ritrovata in F6 a 180 giorni. Il di-
di un contenuto totale di AAL leggermente minore nel formaggio F12
verso tenore in carica microbica del latte di partenza ha determinato
(Tab. V), si è ritrovato un quantitativo maggiore di acido
una differente evoluzione dei complessi fenomeni biochimici che av-
γ-amminobutirrico (GABA) e ornitina, due prodotti del catabolismo
vengono nella pasta del formaggio durante la sua maturazione. In
microbico (Fig. I). Sia il GABA, dalla decarbossilazione dell’acido
particolare, l’elevato contenuto in esteri in PV F12 potrebbe derivare
glutammico, che l’ornitina, dalla degradazione dell’arginina attraver-
dall’attività di esterasi endocellulari batteriche, liberatisi a seguito di
Tabella V - Composizione chimica dei formaggi a 90, 120 e 180 giorni di stagionatura. Table V - Chemical composition of cheeses at 90, 120 and 180 days of ripening. Formaggio F6 (latte T60-6°)
Formaggio F12 (latte T60-12°)
90 gg
120 gg
180 gg
90 gg
120 gg
180 gg
Sostanza secca (g/100 g)*
60.17±0.01
62.41±0.04
63.87±0.16
62.02±0.05
62.26±0.37
62.85±0.24
Grasso (g/100 g)*
30.51±0.06
31.36±0.26
32.34±0.57
32.40±0.12
31.47±0.30
31.78±0.04
Grasso/secco %
50.70±0.10
50.24±0.42
50.63±0.91
52.24±0.20
50.54±0.57
50.57±0.20
Proteine (g/100 g)*
24.17±0.00
25.82±0.91
25.41±0.25
24.48±0.00
25.18±0.41
25.47±0.17
Lattosio (mg/100 g)*
<10.0
<10.0
<10.0
<10.0
<10.0
<10.0
NCN/Ntot %
16.2±0.1
15.0±0.6
17.1±0.4
16.0±0.2
17.6±0.5
20.8±0.2
NPN/Ntot %
14.9±0.1
13.5±0.5
15.5±0.4
13.7±0.1
15.3±0.4
18.2±0.2
FAA (g/100 g proteina)
8.16
9.38
10.61
6.67
8.80
10.09
αs1-caseina (g/100 g)*
4.80
4.31
4.04
4.01
2.53
2.55
β-caseina (g/100 g)*
6.65
6.05
6.10
6.71
3.52
4.71
αs1-I caseina (g/100 g)*
1.47
2.70
1.69
1.70
4.45
1.76
γ-caseine (g/100 g)*
1.79
2.21
2.37
1.81
2.68
3.32
Altre degradazioni (g/100 g)*
0.54
0.91
0.64
0.90
1.81
1.04
*Valori medi ± DS espressi su 100 g di formaggio tal quale
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Tabella VI - Composizione volatile dei formaggi (dati espressi come valori di unità di area x 10-6). Table VI - Volatile compound composition of cheeses (values are expressed as area units x 10−6). Formaggio F6 (latte T60-6°)
Formaggio F12 (latte T60-12°)
90 gg
120 gg
180 gg
90 gg
120 gg
180 gg
chetoni
80.7±4.0
48.0±0.4
98.9±9.4
70.1±7.9
9.5±3.6
31.2±7.8
aldeidi
16.4±0.6
31.8±1.1
69.5±3.9
10.7±0.4
13.1±5.6
16.2±4.8
alcoli
78.6±3.1
267.9±12.5
121.4±1.1
402.9±36.5
848.1±39.0
808.9±9.0
esteri
15.8±1.6
58.3±2.1
62.9±8.0
109.0±18.9
192.3±11.9
308.4±8.7
acidi
1354.5±200.4
2226.3±179.5
2533.5±135.7
1521.9±35.0
1757.2±264.6
2141.3±54.3
Valori medi±Deviazione standard
lisi della cellula nel corso della maturazione
entro i primi 90 giorni di maturazione (perio-
test triangolare per valutare se fossero rile-
(16). Lo stoccaggio prolungato del latte può
do non oggetto di controlli analitici), può
vabili differenze: i due formaggi sono risul-
causare modifiche degli equilibri salini con
aver contribuito all’insorgenza di difetti di
tati significativamente diversi fra loro (n =
passaggio di calcio e fosforo dalla forma
struttura nel formaggio maturo con com-
27, posto α ≤ 0.05), con una preferenza (per
colloidale a quella solubile (17). Questo fe-
parsa di fessurazioni (Fig. 2B). I formaggi F6
gusto e, secondariamente, consistenza)
nomeno, probabilmente associato ad un
e F12 a 90 giorni di stagionatura sono stati
per il formaggio F6 espressa dal 56,3% de-
possibile sviluppo di batteri contaminanti
sottoposti ad analisi sensoriale mediante
gli assaggiatori, rispetto al 43.7% per F12.
CONCLUSIONI I formaggi prodotti sperimentalmente utilizzando latte stoccato a
zione, indipendentemente dalle condizioni di stoccaggio del latte
6 e 12°C per 60 ore non hanno presentato problemi di natura igie-
che sono state testate, non presentando differenze nel contenu-
nico-sanitaria, anche quando prodotti con latte in caldaia con ca-
to in macrocostituenti nel corso della stagionatura. Tuttavia, il ri-
riche microbiche elevate, evidenziando l’efficacia del processo di
scontro di alcuni difetti di natura tecnologica per le forme prodot-
lavorazione del PV tipo piccante nel ridurre o eliminare microflore
te con latte stoccato a 12°C, e il loro minor gradimento all’assag-
contaminanti. Per la composizione chimica, tutti i formaggi sono
gio, hanno confermato possibili criticità nel trasformare tale ma-
risultati rispondenti ai requisiti previsti dal Disciplinare di produ-
teria prima.
RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il Consorzio Provolone Valpadana DOP per la collaborazione. FINANZIAMENTI ALLO STUDIO Questo studio è stato finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) nell’ambito del Progetto “Effetti della temperatura di stoccaggio sulla sicurezza e qualità del latte crudo e sulle caratteristiche del Provolone Valpadana DOP (TEMPRO)” (D.M. 16837 del 11/04/2019). CONFLITTO DI INTERESSE Gli autori dichiarano che non esistono conflitti di interesse economico da parte di uno o più autori.
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Flavio Tidona, Lucia Monti, Milena Povolo, et al.
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Giuliana Garofalo, Gabriele Busetta, Antonio Alfonzo, Nicola Francesca, Giancarlo Moschetti, Luca Settanni, Raimondo Gaglio*
Effect of red wine soaking on the microbiological profile, total phenolic content and sensory aspects of an ovine pressed cheese Effetto dell’immersione in vino rosso sul profilo microbiologico, contenuto totale in composti fenolici e aspetti sensoriali di un formaggio ovino a pasta pressata Received: Sep 30, 2021 Accepted: Nov 24, 2021 DOI: 10.36138/STLC.02.2022.02
*Corresponding author:
Raimondo Gaglio
Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Ed. 5, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze, 90128, Palermo, Italy E-mail: raimondo.gaglio@unipa.it
Abstract The aim of this study was to produce an ovine pressed cheese with high polyphenol content. To this purpose, fresh Primosale Pecorino cheese was soaked for seven days in Nero d’Avola wine (NDW) and was indicated as experimental cheese production (EP). The final cheese was characterized for its microbiological, chemical and sensory characteristics. Specifically, cheese making was performed with pasteurized ewes’ milk and a commercial starter culture. Control cheese production (CP) did not include the soaking phase in NDW. Plate counts confirmed the dominance of the commercial starter until 109 CFU/g in both CP
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and EP cheeses. The soaking in NDW increased cheese total phenolic compounds (TPC) of 0.36 g GAE/ kg. Sensory evaluation indicated that EP cheese was mostly appreciated by the panelists. This work indicated that soaking in NDW represents a promising strategy to produce a fresh ovine cheese with a high TPC content well appreciated by consumers. Keywords: J
Nero d’Avola wine
J
Commercial starter culture
J
Ewe’s milk
J
Ovine cheese
J
Total phenolic content
Riassunto Lo scopo del presente studio è stato quello di produrre un formaggio ovino a pasta pressata ad elevato contenuto in polifenoli. A tal fine, un formaggio della tipologia Pecorino Primosale è stato immerso per sette giorni in vino rosso della cultivar Nero d’Avola (NDW) e ha rappresentato la produzione sperimentale (EP). Il prodotto finito è stato caratterizzato dal punto di vista microbiologico, chimico e sensoriale. La produzione del formaggio è stata eseguita utilizzando latte di pecora pastorizzato e una coltura starter commerciale. La produzione di formaggio controllo (CP) non ha incluso la fase di immersione nel NDW. Le conte in piastra hanno confermato la dominanza dello starter commerciale che ha raggiunto livelli
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pari a 109 UFC/g in entrambi i formaggi. L’immersione in NDW ha determinato un incremento dei composti fenolici totali del formaggio pari a 0,36 g GAE/kg. La valutazione sensoriale ha evidenziato come la produzione sperimentale di formaggio sia risultata la più apprezzata dai giudici. Questo lavoro ha chiaramente mostrato che l’immersione in NDW rappresenta una strategia promettente per produrre formaggi ovini innovativi con un contenuto fenolico totale elevato e apprezzati dai consumatori. Parole chiave: J
Vino Nero d’Avola
J
Coltura starter commerciale
J
Latte di pecora
J
Formaggio ovino
J
Contenuto fenolico totale
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Giuliana Garofalo, Gabriele Busetta, Antonio Alfonzo et al.
INTRODUCTION
matic cell count 4.01 Log, fat 6.15%, protein 5.51%, casein 4.11%, and
In recent years, the dairy sector is being more and more active in
lactose 4.36%. Commercial freeze-dried starter preparation LYOBAC-
proposing novel products to enlarge milk derived product portfolio
D NT included two defined strains of Lactococcus lactis as declared by
to encounter the increasing demand of consumers for novel healthy
the producer company Alce International s.r.l. (Quistello, Italy).
dairy foods with distinct organoleptic characteristics (1, 2). Although dairy products are rich in proteins, minerals, vitamins and short
Cheese productions and sample collection
chain fatty acids (3), they are basically poor in functional and bioac-
Cheese productions were performed under controlled conditions at a
tive compounds (4). For this reason, academic institutes and private
dairy pilot plant of the dairy factory “Biopek”, located in Gibellina (Tra-
industry research and development units are focusing on the use of
pani, Italy). The production was performed applying “Primosale” type
natural resources in order to improve the organoleptic, hygienic and
pressed cheese technology during February 2021. Twenty-five liters of
functional properties of cheeses (5, 6). Hence some cheeses have
pasteurized (72°C for 15 s) whole ewe’s milk was cooled at 38°C and
been fortified with fruit and vegetables by-products (7) or covered by
transferred into plastic vats previously sanitized with a PROMOX P900
non-conventional products (8). Among the last products, “Imbriago”
solution (Leggiuno, Italy). The milk was inoculated with the commercial
cheese produced in north-eastern Italy is left under wine or grape
starter culture under slow agitation for 30 min and 7.5 mL of liquid ren-
pomace of different red and white cultivar for a while (9).
net (Fromase® 220 TL, DSM Bright Science Brighter Living, Heerlen,
So far, this production process has only been applied to bovine and
Netherlands) was added. After curdling, the coagulum was manually
goat milk cheeses, e.g. “Ubriaco di Rabosa” cheese (8) and “Murcia
broken with a stainless-steel curd beater until reaching the dimension
al vino” cheese (10), respectively. Regarding ovine dairy products,
of rice grains. After whey draining, the curd was hand pressed into
Gaglio et al. (11) and Barbaccia et al. (12) performed studies on the
cylindrical, perforated plastic molds and subjected to cooking under
enrichment of Pecorino “Primosale” cheeses with grape pomace
hot deproteinized whey (75°C) for 1 h. The cheeses were salted in sa-
powder (GPP) from fermented red Vitis vinifera cv. Nero d’Avola and
turated brine for 6 h, dried for 24 h at room temperature and ripened for
evaluated their effect on nutritional, sensory and microbiological
30 d at 13°C and 80% of relative humidity. At the end of the process,
traits of the final cheeses, but no wine soaking as a step to enrich
two cheeses representing the experimental production (EP) were soa-
cheeses in phenolic compounds has been applied yet.
ked for 7 d in NDW (Fig. 1a) at 13-15°C and then ripened for 20 d fol-
Pecorino “Primosale” is a traditional Sicilian fresh-pressed cheese
lowing the scheme reported by Innocente et al. (7). All other cheeses
made from ewes’ milk (13), which is commonly consumed after a ve-
represented control production (CP) (Fig. 1b) and were ripened without
ry short ripening time (14). The purpose of the present research was to
wine immersion. Cheese productions were carried out in triplicate in
perform for the first time the production of “Primosale” cheese by
three consecutive weeks. Samples of wine, raw milk, pasteurized milk,
soaking in Nero d’Avola wine (NDW) at pilot plant scale level using a
freeze-dried starter preparation, inoculated milk after addition of starter
commercial starter culture. The specific objectives of the present stu-
culture, curds, and final cheeses were collected for analyses.
dy were to: (i) monitor the commercial starter lactic acid bacteria (LAB) during cheese production; (ii) evaluate the total phenolic content of fi-
Microbiological analyses
nal cheeses; (iii) evaluate the sensory traits of the final cheeses.
Liquid (wine and milk) samples (1 mL) were directly serially diluted in Ringer’s solution (Sigma-Aldrich, Milan, Italy), while solid (freeze-dried starter preparation, curd and cheese) samples (10 g) were first
MATERIALS AND METHODS Raw material and starter culture Red wine of Nero d’Avola cultivar was provided by the winery “Di Bella Vini S.r.l.” located in San Giuseppe Jato (Palermo, Italy). The NDW was characterized by pH 3.43, total acidity 9.67 g/L (as tartaric acid), volatile acidity 0.27 g/L (as acetic acid), reducing sugars 0.25 g/L, ethanol 13.04 % vol, glycerol 14.62 g/L, malic acid 0.02 g/L and lactic acid 1.99 g/L. Whole ewes’ bulk milk used for cheese production came from sheeps of Valle del Belìce breed and was characterized as follows: pH 6.61, so-
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Figura 1. Final cheeses. a, experimental cheese; b, control cheese.
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homogenized in 90 mL of sodium citrate [2% (w/v)] solution in the
medical Technology Co. Ltd. Shenzhen, China) as described by Bar-
Bag-Mixer 400 stomacher (Interscience, Saint Nom, France) for 2
baccia et al. (12). The reagent Enzytec™ Polyphenols Cod. E2530
min at the maximum speed (blending power 4) and then serially dilu-
used for the determination was purchased from R-Biopharm AG
ted in Ringer’s solution (Sigma-Aldrich).
(Darmstadt, Germany). The final concentrations of polyphenols were
Cell suspensions of wine, raw milk and pasteurized milk were subjected
then reported as g of gallic acid equivalent (GAE)/L for wine or g GAE/
to plate count for the enumeration of pro-technological, spoilage and pa-
kg of product for cheeses. All measurements were performed in du-
thogenic microorganisms following the approach of Cruciata et al. (15).
plicate.
Cell suspensions of freeze-dried starter preparation, inoculated milk after addition of reactivated starter culture, curds and cheeses were
Sensory evaluation
analyzed for total mesophilic microorganisms (TMM) on plate count
Sensory evaluation of CP and EP cheeses was performed by a
agar (PCA), incubated aerobically at 30°C for 72 h and LAB exclusi-
descriptive panel of 11 assessors (six women and five men aged
vely on Media 17 (M17) agar, incubated aerobically for 48 h at 30°C
between 23 and 62 years old). The judges were trained specifical-
(16). PCA and M17 media were purchased from Biotec (Grosseto,
ly following the ISO 8589 (17) indications and were asked to score
Italy). Plates counts were performed in duplicate.
10 descriptors including intensity of odor and aroma, sweet, salt, bitter, acid, adhesiveness, hardness, humidity, and the overall as-
Total phenolic content
sessment (8). The assessors scored the level of each attribute
Total phenolic content (TPC) of wine and cheese samples was eva-
with a mark on a 7-point hedonic scale (0 = extremely low; 7 = ex-
luated through the analyzer iCubio iMagic M9 (Shenzhen iCubio Bio-
tremely high).
Raw milk 7
a
Pasteurized milk
a
6 a
Log CFU/mL
5 4
b
b a
3
a
a b
2 1 0
b TMM
Mesophilic coccus LAB
Mesophilic rod LAB
Enterococci
b Enterobacteriaceae
b CPS
b E. coli
Bacterial counts Figura 2. Microbial loads (Log CFU/mL) of raw and pasteurized milk samples. Abbreviations: TMM, total mesophilic microorganisms; CPS, coagulase-positive staphylococci; E., Escherichia. Results indicate mean values and standard deviation of six determinations (carried out in duplicate for three independent productions). Different superscript letters indicate significant differences on microbial concentrations according to Duncan test between raw and pasteurized milk samples for p < 0.05.
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Table 1. Growth of commercial starter LAB during cheese production. Samples
RESULTS Microbiological evolution during cheese productions
Bacterial counts
The microbiological counts of NDW did not reveal the presence of
TMM
L. lactis
Dried starter culture
10.42 ± 0.31
10.64 ± 0.25
Inoculated milk
6.96 ± 0.24
7.15 ± 0.25
ewes’ milk before and after pasteurization are reported in Fig. 2. Sta-
Curd
7.81 ± 0.21
8.01 ± 0.22
tistical significant differences (p < 0.0001) were observed among raw
any pro-technological, spoilage and pathogenic microbial populations. The levels of the different microbial groups investigated in
and pasteurized milk for the levels of all microbial groups object of in-
Cheese CP
9.21 ± 0.27a
9.04 ± 0.24a
EP
9.15 ± 0.29a
9.12 ± 0.21a
p value
0.806
0.686
vestigation. The results of L. monocytogenes and Salmonella spp. are not reported in Fig. 2, because their levels were below the detection limit for both bulk milks processed. Mesophilic coccus LAB were found at the same level (106 CFU/mL) of TMM, while mesophilic
Units are CFU/g.
Results indicate mean values ± S.D. of six plate counts (carried out in duplicate for three independent productions). Data within a column followed by the same letter are not significantly different according to Duncan test. Abbreviations: TMM, total mesophilic microorganisms; CP, control production; EP, experimental production.
rod LAB were two Log cycles lower. After pasteurization, this microbial population was recorded at about 3 Log cycles lower. Enterococci were detected only in raw milk (2.25 Log CFU/mL). The levels of undesired microbial groups, such as members of Enterobacteriaceae family, CPS and E. coli in raw milk were in the range 102–103 CFU/mL and decreased below the detection limit in pasteurized milk.
Statistical analyses
The levels of TMM and mesophilic coccus LAB of all samples analysed
Microbiological data were subjected to One-Way Variance Analysis
are reported in Table 1. Commercial starter culture was dominated by me-
(ANOVA) using XLStat software version 7.5.2 for Excel (Addinsoft,
sophilic coccus LAB with levels of 10.64 Log CFU/g. Inoculated milk sho-
New York, USA). The Duncan test was applied to evaluate the level
wed levels of mesophilic coccus LAB at about 107 CFU/mL. After curdling,
of significance between control and experimental samples. p < 0.05
TMM and mesophilic coccus LAB were counted at 108 CFU/g, while in the
was considered significant.
final CP and EP cheeses, their levels were above 9.0 Log CFU/g.
Total phenolic content The results of TPC content are reported in Fig. 3. NDW was characterized by a concentration of TPC of 2.3 g GAE/L. According to Duncan test, statistically significant differences (p < 0.0001) were found for TPC levels among cheeses. As expected, the amount of TPC detected in CP cheeses was lower than that registered for EP cheeses. In particular, the average TPC content of CP cheeses was 1.01 g GAE/kg while that of EP cheeses was 1.37 g GAE/kg.
Sensory test The results of the sensory evaluation performed by the panelists on CP and EP cheeses are reported in Fig. 4. The spider graph clearly Figura 3. Total polyphenolic content (TPC) of NDW and cheese samples. Units are g GAE/L for NDW sample and g GAE/Kg for control and experimental cheese samples. Abbreviations: NDW, Nero d’Avola wine; CP, control production; EP, experimental production. Results indicate mean values and standard deviation of six determinations (carried out in duplicate for three independent productions). Different superscript letters indicate significant differences on TPC according to Duncan test between control and experimental cheese samples for p < 0.05.
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shows that the soaking step in NDW led to the production of Primosale cheeses characterized by a sensory profile particularly different from that generally recognized for traditional Primosale cheeses. Except for salt and bitter that were scored similarly, all other sensory traits evaluated were influenced by the soaking step. In particular, NDW soaking increased odor and aroma intensity, acid perception, adhesiveness and hardness, but influenced negatively sweet and
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Figura 4. Spider diagrams corresponding to the descriptive sensory analysis of cheeses. Abbreviations: CP, control production; EP, experimental production.
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humidity. The overall assessment clearly indicated that the cheeses
DISCUSSION
soaked in NDW were particularly appreciated by the judges and rea-
This study was carried out to evaluate the effect of wine soaking using
ched a score higher than that registered for traditional Primosale
red Nero d’Avola cultivar on the microbiological characteristics, total
cheese.
phenolic content and sensory aspects of the ovine pressed Primosa-
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le cheese. The experimental production was carried with a pilot plant
cus LAB above 7 Log CFU/mL. Barbaccia et al. (12) observed this
using a commercial starter culturecomposed of lactococci as LAB.
behavior in ewes’ milk inoculated with the same commercial starter
The wine used for cheese immersion did not evidence the presence
culture used for the production of ovine pressed cheeses. After coa-
of any of the microbial groups investigated confirming that the filtra-
gulation, an increase of the TMM and L. lactis levels was observed in
tion process used before bottling was effective in removing microor-
curd due to whey draining as previously reported by Settanni et al.
ganisms (18). Ewes’ milk before pasteurization hosted levels of TMM
(20). However, the levels of these microbial groups reached values
above the European limit of <500.000 CFU/mL for raw ewes’ milk
above 9 Log CFU/g in CP and EP cheeses highlighting that the soa-
(19). High levels of TMM are often detected in raw ewe’s milk from
king phase in NDW did not alter the microbiological parameters of
Valle del Belìce breed (20, 21) and this is imputable to the microbial
the final cheeses. A similar trend was previously reported by Gaglio et
contamination of the udder surface, that occurring during the milking
al. (11) for ovine pressed cheeses produced with GPP addition at pi-
procedures or during transport or to the growth of indigenous micro-
lot plant scale level and selected individual L. lactis strains used as
organisms of milk thanks to the thermal conditions applied during
fermenting agents in place of the commercial starter preparation.
storage (22). After pasteurization, the levels of TMM, mesophilic
The amount of TPC detected in NDW in our study was 2.3 g GAE/L
coccus and rod LAB, decreased by about 3 log cycles, showing the
comparable with the values reported by Gervasi et al. (26) for the sa-
ability of the indigenous milk bacteria to survive during the pasteuri-
me wine typology. Regarding final cheeses, our results confirmed
zation process (23; 24). A similar trend was previously observed for
that the soaking phase in NDW determined an increase of 0.36 g
ewe’s milk by Barbaccia et al. (12) and Gaglio et al. (11, 25). The pre-
GAE/kg of TPC in EP cheeses. Barbaccia et al. (12) reported similar
sence of the pathogenic bacteria L. monocytogenes and Salmonel-
findings with GPP addition.
la spp. was never revealed while members of Enterobacteriaceae fa-
The panelists evaluated all cheeses for their sensory attributes and
mily, coagulase-positive staphylococci (CPS) and E. coli, were de-
evidenced several differences among CP and EP cheeses. Experi-
tected at very low cell densities in raw milk and their levels were be-
mental cheeses showed a higher complexity of odor and aroma inten-
low the detection limit in pasteurized milk. The same trend was pre-
sity. Similar results were observed by Gaglio et al. (11) and Barbaccia
viously observed by Barbaccia et al. (12).
et al. (12) who tested red wine grape pomace of NDW to fortify ovine
The analysis of milk after commercial starter culture addition, compo-
Primosale cheese. With regard to the overall assessment, the cheeses
sed of defined strains of L. lactis, showed levels of mesophilic coc-
soaked in NDW were the most appreciated ones by the panelists.
CONCLUSIONS This study provided, for the first time, an analysis of the microbio-
Moreover, soaking phase enriched Primosale cheese with TPC,
logical, chemical and sensory characteristics of an ovine pressed
increasing its antioxidant properties. Further studies are being
cheese soaked in NDW. The results revealed that the soaking
prepared to better evaluate the real beneficial effect on human he-
phase did not affect the microbiological parameters of the final
alth through the determination of the antioxidant bioavailability of
cheeses and resulted in a general appreciation by the panelists.
these dairy products.
CONFLICT OF INTEREST DISCLOSURE All authors declare that they have no conflict of interest inherent the present paper FUNDING This work was financially supported by the project for industrial research Prog. F/050267/03/X32-COR 109494-CUP: B78I17000260008 of the Ministry of the Italian Ministry of Economic Development, General Management for Business Incentives.
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15. Cruciata M, Gaglio R, Scatassa ML, Sala G, Cardamone C, Palmeri M, et al. Formation and characterization of early bacterial biofilms on different wood typologies applied in dairy production. Appl Environ Microbiol. 2018; 84:e02107–17. 16. Aureli P, Fiore A, Scalfaro C, Franciosa G. Microbiological and molecular methods for analysis of probiotic based food supplements for human consumption. Rapporti Istisan. 2008. 17. ISO. Sensory Analysis e General Guidance for the Design of Test Rooms. International Standardization Organization (ISO): Geneva, Switzerland, 2007; volume ISO 8589. 18. Gialleli AI, Kallis M, Bekatorou A, Kanellaki M, Koutinas AA. Continuous cold pasteurisation of contaminated wine using Nano- and micro-tubular cellulose. Food Bioproc Tech. 2015; 8(3):539–547. 19. Regolamento CE n. 853/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004. Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. 2004; L139/:55. 20. Settanni L, Gaglio R, Guarcello R, Francesca N, Carpino S, Sannino C et al. Selected lactic acid bacteria as a hurdle to the microbial spoilage of cheese: application on a traditional raw ewes’ milk cheese. Int Dairy J. 2013; 32:126-132. 21. Bonanno A, Di Grigoli A, Vitale F, Di Miceli G, Todaro M, Alabiso M et al. Effects of feeding diets supplemented with medicinal mushrooms myceliated grains on some production, health and oxidation traits of dairy ewes. Int J Med Mushrooms. 2019; 21:89-103. 22. Franciosi E, Settanni L, Cologna N, Cavazza A, Poznanski E. Microbial analysis of raw cows’ milk used for cheese-making: Influence of storage treatments on microbial composition and other technological traits. World J Microbiol Biotechnol. 2011; 27:171-180. 23. Rynne NM, Beresford TP, Kelly AL, Guinee TP. Effect of milk pasteurisation temperature on age-related changes in lactose metabolism, pH and the growth of non-starter lactic acid bacteria in half-fat Cheddar cheese. Food Chem. 2007; 100:375-382. 24. Gaglio R, Gentile C, Bonanno A, Vintaloro L, Perrone A, Mazza F et al. Effect of saffron addition on the microbiological, physicochemical, antioxidant and sensory characteristics of yoghurt. Int J Dairy Technol. 2019; 72:208-217. 25. Gaglio R, Restivo I, Barbera M, Barbaccia P, Ponte M, Tesoriere L et al. Effect on the antioxidant, lipoperoxyl radical scavenger capacity, nutritional, sensory and microbiological traits of an ovine stretched cheese produced with grape pomace powder addition. Antioxidants. 2021; 10(2):306. 26. Gervasi T, Oliveri F, Gottuso V, Squadrito M, Bartolomeo G, Cicero N et al. Nero d’Avola and Perricone cultivars: determination of polyphenols, flavonoids and anthocyanins in grapes and wines. Nat Prod Res. 2016; 30(20):2329-2337.
Aprile/2022
DOI: 10.36138/STLC.02.2022.02 © 2022 QUINE
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DALLEAZIENDE AZIENDE DALLE
Perchè affidarsi a un tecnico che conosce i fermenti lattici
P
rodotti erborinati e a crosta fiorita sono produzioni che ri-
rinati o ancora muffettati, la scelta del fermento diventa
chiedono la presenza di microrganismi non acidificanti
fondamentale per pilotare la tecnologia a favore della
per ottenere particolari caratteristiche nel formaggio
struttura che il formaggio dovrà avere, con l’obiettivo di
pronto al consumo. Quali colture lattiche scegliere?
rendere il più possibile bilanciata e armonica la presenza,
“Questa domanda apre un mondo immenso. È una do-
il gusto, l’aroma degli ingredienti aggiunti o delle muffe svi-
manda semplice che necessita di risposte molto com-
luppate.
plesse – troppo per risolverla in poche righe – proviamo a
Inoltre oggi la ricerca sta mettendo a disposizione e
sintetizzare un concetto. Ogni forma batterica può carat-
continuamente esplorando forme batteriche naturali
terizzare o partecipare alla caratterizzazione del formag-
con caratteristiche specifiche a creare antagonismo a
gio, ci sono soluzioni tecnologiche in cui il mix di fermenti
batteri patogeni o anti-caseari, innescando così una
selezionati utilizzati prevede la presenza di forme che sa-
protezione biologica per i nostri prodotti, siamo alle so-
ranno in realtà più utili in maturazione che in acidificazione.
glie di nuove meravigliose sfide e opportunità!
Per questo affidarsi a un tecnico, che conosce i fermenti
I fermenti lattici selezionati sono naturali, recuperati in na-
lattici, le loro caratteristiche peculiari e le reazioni nel loro impiego in mix e in tecnologie specifiche, è la scelta più opportuna. Così sia per le lavorazioni più tradizionali, che per le trasformazioni in formaggi aromatizzati speziati (pepe, olive, tartufo, noci, semi, etc.) o erbo-
tura, mantenuti e riprodotti per garantire replica certa di risultato; il buon mix di questi in produzione concorre a portare valore aggiunto a un lavoro duro, ma affascinante come quello del casaro; la conoscenza di questo complesso mondo unitamente all’esperienza guadagnata in tanti anni con le ‘mani nel latte’, fa la differenza nella proposta. E voi, che fermento userete oggi per il vostro formaggio?” Simone Pegorini, tecnico casaro
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MARZO/2022 Aprile/2022
DALLE AZIENDE
Controllo delle superfici di lavoro: ricerca di Listeria patogena
L
isteria monocytogenes è responsabile della listeriosi,
sere utilizzato efficacemente nei programmi HACCP.
una tra le più diffuse tossinfezioni alimentari. Il batterio
I microorganismi sono recuperati dalla superficie utiliz-
presenta resistenza alle basse temperature e scarse
zando un apposito tamponcino pre-umidificato, che
necessità nutritive, pur essendo sensibile al trattamen-
viene poi trasferito in una provetta contenente un bro-
to termico. Il rischio di contaminazione nelle varie fasi
do di coltura cromogenico. Dopo incubazione in ter-
di produzione alimentare è mitigato dall’applicazione di
mostato per 24-48 h a 37°C la crescita di eventuali
adeguati processi di igienizzazione.
ceppi patogeni di Listeria determina il viraggio di colo-
Il kit SwabSure ListeriaP rileva specificamente ceppi pa-
re del brodo da giallo a turchese-blu. Il meccanismo ri-
togeni di Listeria monocytogenes e Listeria ivanovii, diffe-
leva la Fosfolipasi-C, un enzima specifico del ceppo
renziandoli con un netto viraggio di colore da quelli inof-
patogeno di Listeria. Il metodo è altamente sensibile (fi-
fensivi come Listeria innocua. Il kit “tutto in uno”, confor-
no a 1 CFU/campione) e selettivo: la crescita di ceppi
me alla ISO 18593:2018, necessita di pochi passaggi
non target e quindi di falsi positivi è esclusa grazie
operativi, non richiede particolari attrezzature e può es-
all’effetto combinato di antibiotici e composti inibenti.
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Aprile/2022
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STORIA LATTIERO-CASEARIA CULTURA FORMAZIONE LABORATORIO
San Lucio Martire, Stampa della Raccolta Bertarelli, Milano
SAN LUCIO DI CAVARGNA Protettore degli operatori e delle attività lattiero casearie VINCENZO BOZZETTI
66
In vita santo e misericordioso, in morte marti-
tettore di tutti gli operatori del mondo lattiero
re di carità. Questo fu San Lucio di Cavargna!
caseario. Le note che seguono accennano
Acclamato Santo prima dal popolo e poi dalla
brevemente alla storia, ai luoghi, all’Oratorio
Chiesa, è riconosciuto e venerato come pro-
montano, al culto e all’iconografia del Santo.
Aprile/2022 Aprile/2022
LABORATORIO FORMAZIONE CULTURA STORIA LATTIERO-CASEARIA
mentre per quello vecchio, avido e avaro, gli
(Lago di Lugano), e quindi appartiene al ba-
interessi andavano di male in peggio.
cino idrografico del fiume Ticino. La Val Ca-
A tal punto e nel buio della coscienza preci-
vargna è una parte della catena montuosa
pitata nell’odio, nell’invidia e nell’egoismo,
delle Prealpi Luganesi (dette anche Prealpi
spuntò la malapianta del satanico crimine.
del Ceresio o Prealpi Lombarde Occidentali,
Poco conta se fu lo stesso vecchio padrone
dove svettano le cime simbolo del Gazziro-
o un sicario al soldo, sta di fatto che Lucio fu
la, 2116 m) e del Pizzo di Gino (2445 m) che
ucciso impietosamente a fil di lama il 12 lu-
costituiscono il fronte sud delle Alpi Lepon-
glio di anno ignoto e anche per questo suo
tine. Il Paese di Cavargna è protetto dalla
tragico martirio, il popolo montano riconob-
valanghe dal soprastante “bosco sacro” del
be subito in lui San Lucio di Cavargna, eleg-
Dolai, oltre il quale iniziano clivi e pianori pa-
La storia di San Lucio di Cavargna
gendolo alla protezione di tutti gli operatori
scolivi. Da Cavargna parte una strada ster-
Lucio di Cavargna nacque nel Basso Medio-
della produzione, trasformazione e distribu-
rata in salita (carrozzabile con fuori strada
evo, probabilmente tra il XII-XIII secolo, in
zione del latte e latticini. L’odierno nome di
che porta al versante sud del Passo San Lu-
una famiglia poverissima e sin da giovinetto
San Lucio ebbe in passato varie declinazio-
cio (1541 m) e quindi al Rifugio San Lucio
conobbe le dure fatiche della vita alpigiana.
ni: San Luguzzone, Sant’Uguzzo, Sant’U-
(1554 m), dal quale si può procedere per il
Temprato dalle canicole estive e dalle gelide
guccione. In tutti i casi però, le varie espres-
Rifugio Gazzirola (1974 m). Al versante nord
intemperie invernali, prima trovò lavoro co-
sioni linguistico-dialettali fanno sempre riferi-
del Passo di San Lucio, posto sul naturale
me garzone di pastore e, avendo imparato
mento al pastore e casaro nato in Val Cavar-
spartiacque-confine tra Svizzera e Italia, si
con pazienza, umiltà e dedizione il mestiere
gna e Martire di carità. Se qualche razionali-
accede da Lugano, attraversando la Val
di accudire e gestire gli armenti in affidamen-
sta potrebbe dubitare che la morte di San
Colla e passando per Bogno. Una comoda
to e l’arte di trasformare il latte in formaggio,
Lucio sia vero martirio, perché non avvenne
strada asfaltata si dipana sino ai 1451 m
divenne pastore e casaro, a cui potevano es-
in odio al Vangelo o in difesa della Fede, val-
della Capanna di San Lucio in territorio sviz-
sere dati armenti da gestire sui pascoli alpini.
ga allora la ferma risposta scritta dell’anoni-
zero. Adiacente alla Capanna e al Passo
Lucio però non fu solo un uomo pieno di abi-
mo agiografo cremonese nel 1857: “Il gran
(non transitabile da autovetture), in territorio
lità e risorse tecniche, fu soprattutto ammira-
Dottore delle scuole, San Tommaso ne toglie
italiano, vicino al confine, tra il 1289 e il 1359
to per la sua generosità e misericordia.
ogni difficoltà, col dir che basta per il martirio
fu costruita la chiesa dedicata al Santo.
Infatti, dalle sue copiose, se non anche mira-
il soffrire con intrepidezza la morte, al fine di
Questi luoghi sin dagli albori della civiltà cri-
colose caseificazioni, otteneva tanto for-
sostener con essa una di quelle virtù che ci
stiana furono inseriti nella diocesi milanese
maggio sufficiente per consegnare la giusta
furono raccomandate da Cristo […]. È vero
anziché comasca e furono coinvolti nella
e dovuta quantità al padrone del gregge e
che il barbaro omicida non lo uccise per odio
“Guerra dei dieci anni” tra Como e Milano
dei pascoli, ma anche per fare la carità ai po-
contro la Fede, ma lo uccise però per odio
(1118-1127). Passando di signoria in signo-
veri affamati. Invero, questa sua generosità
contro il suo operare, contro le sue massime,
ria sino alla istituzione della Pieve di Porlez-
la pagò cara quando il padrone, fortemente
contro la sua carità. […] siccome il Battista
za, i territori furono inclusi nel Ducato di Mi-
contrario alle carità, lo cacciò con empietà e
dicesi Martire dello zelo, della pudicizia
lano, con il quale condivisero le sorti fino al-
accusa di furto, lasciandolo così senza greg-
Agnese, egli a ragione si può chiamare Mar-
la fine del XVIII secolo, allorquando – nel
ge, ovvero senza latte, quindi senza formag-
tire della carità”.
1786 – la Lombardia austriaca fu suddivisa
L’Oratorio di San Lucio, sotto la neve, Foto C. Fazzini
gio. Dopo un iniziale ma breve scoramento,
in province, e Cavargna, pur rimanendo ag-
Lucio ben presto trovò un nuovo padrone
I luoghi del Santo
gregato alla stessa Pieve di Porlezza, fu in-
che ben volentieri gli affidò un nuovo gregge,
Cavargna è un Paese di montagna situato a
serito in provincia di Como
grazie al quale otteneva abbondante latte
1071 m, nell’omonima vallata in provincia di
per produrre nuovamente doviziosi latticini e
Como che taglia a nord la direttrice Menag-
L’Oratorio montano di San Lucio
quindi ricominciare la sua magnanima carità
gio-Lugano, sul confine con la Svizzera. La
L’origine della chiesa montana di San Lucio di
ai poveri. Nel nuovo contesto gli affari anda-
Val Cavargna è attraversata da ovest a est
Cavargna è carente di precisi riferimenti stori-
vano a gonfie vele per il nuovo padrone,
dal torrente Cuccio, affluente del Ceresio
ci, mentre invece è ricca di elementi primor-
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STORIA LATTIERO-CASEARIA CULTURA FORMAZIONE LABORATORIO
diali dell’antropizzazione, essendo posta orto-
nuvola che in cielo il martire e un altro am-
gonalmente sui percorsi di crinale, propri della
miccante che sembra scendere in chiesa o
sua epoca storica. Secondo l’ipotesi elabora-
risalire da essa verso il cielo. Storiche le visi-
ta da L. M. Belloni, sul valico fra la Val Cavar-
te dei cardinali milanesi: C. Borromeo nel
gna e la Val Colla, già esistente in epoca roma-
1542, F. Borromeo 1606, F. Visconti 1682, G.
na vi fosse un “segno votivo” pagano, evoluto
Pozzobonelli 1735 e 1751, A. C. Ferrari 1895
prima in un “sito” di culto dedicato a San Na-
e 1917, I. Schuster 1938, G. B. Montini 1957,
bore (12 luglio) e, dopo il martirio di San Lucio,
G. Colombo 1964, C. M. Martini 1982.
tra il 1289 e il 1358, a San Luguzzone. Il primo documento grafico della chiesetta del 1570, conservato presso l’Archivio Storico della Diocesi di Milano, mostra la planimetria di una navata divisa in tre campa-
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Il culto di San Lucio, la Teca di Codogno e i Tinelli di Guzzafame di Pieve Delmona Il culto del Santo di Cavargna, oltre che nei
te, con presbiterio a pianta rettangolare
territori limitrofi, evidenzia una consistente
con sacrestia addossata, mentre oggi l’O-
diffusione nel Canton Ticino ( nel 1300-1400
ratorio mostra in pianta il portico, quattro
unito al Ducato di Milano dei Visconti e degli
campate, alle quali si aggiunge il presbite-
Sforza ) in Lombardia e in Emilia per opera
rio con sacrestia addossata. In passato la
dei magnani e calderai cavargnini. Spesso
facciata d’ingresso era posizionata più o
erano loro, durante le lunghe trasferte a dif-
meno vicino alla base dell’attuale torre.
fondere la devozione a San Lucio nel mondo
Rilevanti interventi di manutenzione e con-
piccolo della trasformazione casearia. Anco-
solidamento esterno sono stati realizzati in
ra oggi, in molti caseifici di produzione dei
varie epoche (1909, 1921, 1944). Tra i mag-
formaggi è facile trovarvi appese (nei pressi
giori sono quelli realizzati grazie alla guida di
delle caldaie di lavorazione) le immagini del
Don Federico Scanziani (1929-2004) parro-
Santo martire. Oltre ai luoghi profani esisto-
co di Cavargna dal 1957 al 2004, con dieci
no anche una cinquantina di luoghi sacri o
anni di campagne di lavori (1987-1998). Im-
religiosi dedicati a San Lucio. Tra i tanti ne ri-
portanti gli interventi dell’architetto L. M. Bel-
cordiamo due in particolare: la Teca di Codo-
loni e della restauratrice dr.sa Paola Villa e i
gno è conservata nella cappella dedicata a
finanziamenti della Soprintendenza per i Be-
San Biagio, nella chiesa principale, e reca la
ni Ambientali ed Architettonici di Milano. La
scritta “Reliquiae S. Lucii”. La teca piramida-
cronologia degli affreschi varia dal XV al XVIII
le in marmo rosso, contenente i resti umani
secolo e vede accostati diversi stili, manuali-
del Santo, è venerata sin dal secolo XVII,
tà e sensibilità culturali. Nella prima campata
quando i formaggiai, per disposizioni del Se-
(l’ultima a esser stata aggiunta alla prece-
nato di Milano, erano tenuti a iscriversi al Pa-
dente costruzione) si vede ciò che rimane
ratico. Anche in Francia, San Lucio è ricor-
degli affreschi degli episodi della vita e
dato, infatti in onore del Santo nel 1969 il
dell’uccisione di San Lucio. Sulla volta del
grande “formaggiaio” Pierre Andruet, ha fon-
presbiterio della quinta campata, sovrastan-
dato Guilde Internationales des Fromagères
te l’altare, si apprezza la “Gloria di San Lu-
- Confrérie de Saint Uguzon. Una venerazio-
già devoto a San Lucio, comprò dei terreni
cio”, attribuita a Giovan Battista Pozzo: cin-
ne particolarmente motivata è quella testi-
da quelle parti e costruì la Cascina Guzzafa-
que angioletti sono indaffarati intorno al san-
moniata dalla Cappella di San Lucio, presso
me e su un pilastro fece fare un affresco con
to, uno lo incorona, un altro impugna il col-
la Cascina Guzzafame di Pieve Delmona
la dedica a San Lucio, “protettore de’ casari
tello e una forma di formaggio, un terzo por-
(Gadesco-Pieve Delmona, CR). Agli inizi del
e difensore de’ bestiami”. Quando nel 1746
ta la palma del martirio, un altro sospinge la
’700, Francesco Alchè, mercante di rame,
scoppiò la gravissima epidemia bovina, per
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San Lucio Martire e i poveri, dipinto su rame della Chiesa di Cavargna, Foto V. Bozzetti
Il martirio di San Lucio, dipinto su tela, opera di Giuseppe Peroni ( 1762), Galleria Nazionale, Pilotta, Parma, Foto Galleria Nazionale Parma
LABORATORIO FORMAZIONE CULTURA STORIA LATTIERO-CASEARIA
La carità di San Lucio, dipinto su tela, opera di Francesco Paglia (1675), Chiesa di San Giuseppe, Brescia, Foto Ed. La Scuola, Brescia
Oratorio di San Lucio, Volta presbiterio, San Lucio in gloria, opera di GB Pozzo, Foto Valtellina
intercessione del Santo, implorato da tanta
“Martirio di San Lucio”, opera di Giuseppe
fede e devozione, il bestiame di Guzzafame
Peroni, della Galleria Nazionale del Com-
rimase in vita. Non solo, nei pressi dell’im-
plesso monumentale della Pilotta, a Parma,
magine di San Lucio, da un fosso asciutto
4) il quadro sparito! Il quadro era nella Chie-
scaturì una sorgente proprio sul confine tra
sa di San Bernardino alle Ossa a Milano, ed
le parrocchie Vescovato e Pieve Delmona, e
era un’opera firmata da Ignazio Manzoni, re-
così nacque un aspro contenzioso tra i due
alizzata nel 1845, probabilmente su com-
gruppi dei fedeli, entrambi desiderosi di “in-
missione del Pio Consorzio di san Lucio
testarsi” la protezione del Santo. L’arguto
Martire, fondato nell’anno 1835, canonica-
Vescovo di Cremona, monsignor Litta, nel
mente eretto nel Santuario Vescovile di San
1747, ordinò di porre sulle rive opposte e di
Bernardino alla Ossa in Milano. Il quadro fe-
chiudere lo sbocco principale del fosso, in
delmente riprodotto nella stampa a colori di
modo che l’acqua entrasse nei tinelli e il pri-
metà Ottocento, conservata a Milano nella
mo a riempirsi avrebbe decretato la parroc-
Raccolta Achille Bertarelli, presso il Castello
chia di appartenenza. Il tinello sul lato di Pie-
Sforzesco. Eugenia Bianchi nel sopra citato
ve Delmona si riempì, mentre quello di Ve-
testo del 2000 così lo descrisse: “Il dipinto,
scovato rimase quasi asciutto. Così, ancora
oggi svilito dal mediocre stato di conserva-
oggi, San Lucio della Val Cavargna protegge
zione, rimediabile con opportuno restauro,
Pieve Delmona e tutti i suoi fedeli, anche se
rappresenta il santo al centro. In costume
di un’altra parrocchia…
da pastore, nell’atto di offrire un pezzo di formaggio ad un povero storpio, circondato
L’iconografia di San Lucio e il quadro sparito?
dalla sua famiglia. Analogamente deve aver
Giorgio Grandi, nel libro del 2000 [7] riporta
a terra, dipinte sullo sfondo di un casolare,
e commenta oltre una sessantina di raffigu-
dove si trova un fanciullo intento a tagliare
razioni, di certo sono molte e diverse. Però
una forma di formaggio. A sinistra in primo
sin dalla prima, datata 1279 e ritrovata a Lu-
piano vi è un secchio ricolmo di latte, men-
gano, San Lucio risultava miseramente ve-
tre in lontananza s’intravede un contadino
stito nell’atto di donare formaggio ai poveri.
che conduce al pascolo alcuni animali”.
Ora, pur scusandomi, ne ricordo solo quat-
Chiunque sia in grado di dare notizie in me-
tro: 1) la bella icona su rame della Scuola
rito al quadro scomparso è pregato di con-
Lombarda del secolo XVI della Chiesa di
tattare la rivista. Sarà nostro dovere infor-
Cavargna, 2) la pala “La Carità di San Lucio”
mare gli operatori del settore lattiero case-
della chiesa di San Giuseppe a Brescia, 3) il
ario e tutti quanti interessati al dipinto.
fatto con le due figure che mangiano sedute
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NEWS
ORIGIN INFORMA
Riforma della politica di promozione
I
l 21 febbraio, durante la riunione del Consiglio dei ministri dell’agricoltura, 19 Paesi dell’UE hanno chiesto alla
Commissione europea di non escludere il vino e la carne dalla futura politica di promozione dei prodotti agricoli europei. In questa occasione, la Polonia ha presentato una relazione della delegazione polacca a nome delle delegazioni austriaca, belga, bulgara, irlandese, italiana, lettone, lituana, polacca, portoghese, spagnola e ungherese. Come promemoria, la Commissione europea sta preparando una proposta legislativa per rivedere questa politica, e, tra le possibili azioni, vi sarebbe quella di non fornire più aiuti comunitari per la promozione di prodotti alimentari che non sono ottenuti secondo metodi sostenibili: vino e carne potrebbero essere esclusi.
Gestione del rischio nella nuova PAC
L
a nuova PAC destinerà il 3% delle risorse del primo pilastro a un fondo mutualistico nazionale. Tra le novità, l’aggiunta di alcune fitopatie e infestazione
parassitarie assicurabili o assoggettabili a copertura mutualistica e l’ampliamento delle colture per le quali è possibile sottoscrivere le polizze agevolate o aderire ai fondi di mutualizzazione, tra le quali il nocciolo e il latte bovino. Inoltre, per i fondi di mutualizzazione e IST sono state ampliate le tipologie di spesa ammissibili al sostegno pubblico, introducendo anche gli interessi sui mutui commerciali contratti per il pagamento delle compensazioni agli agricoltori aderenti. Il nuovo quadro strategico prevede tre livelli di intervento, il primo costituito dal Fondo mutualistico nazionale, con una copertura obbligatoria quale condizionalità di ingresso nel sistema di gestione del rischio. Il secondo livello è connesso, invece, alla fase di adattamento e mitigazione del rischio, con l’utilizzo di polizze agevolate, fondi mutualistici e la riassicurazione, mentre il terzo livello stabilirà gli interventi regionali, quali le misure di prevenzione e mitigazione come le reti antigrandine, di risk assessment e preparazione al rischio nonché gli interventi ex post.
Innovativo additivo per mangimi per ridurre le emissioni di metano delle mucche da latte
L
a Commissione europea ha annunciato, il 23 febbraio, che gli Stati membri hanno approvato la commercializzazione nell’UE di un
innovativo additivo per mangimi, il 3-nitroossipropanolo, che potrebbe ridurre le emissioni di metano dalle mucche da latte del 20-35%, senza influire sulla produzione.
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ORIGIN INFORMA
NEWS
Salute del suolo
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a Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare contributi per una valutazione d’impatto sulla salute del
suolo. L’obiettivo della futura legge sulla salute del suolo è quello di specificare le condizioni per un suolo sano, determinare le opzioni per il monitoraggio del suolo e stabilire le regole per un uso sostenibile e per il suo ripristino. Periodo per l’invio di commenti: 16 febbraio 2022 - 16 marzo 2022.
Presentazione sistema italiano di etichettatura Nutrinform
L
’etichettatura nutrizionale fronte pacco, il Nutriform Battery, realizzata da un gruppo
di lavoro composto da esperti di quattro ministeri, Salute, Agricoltura, Esteri e Sviluppo Economico, oltre che da scienziati e rappresentanti agricoli e industriali, è uno strumento in grado di aumentare le conoscenze nutrizionali sul prodotto. Infatti, favorisce scelte consapevoli per i consumatori e comportamenti più responsabili dei produttori, basandosi su dati oggettivi tesi a misurare il valore nutrizionale della dieta complessiva piuttosto che di singole categorie di alimenti. Alla presentazione del sistema di etichettatura Nutriform, tenutasi alla Farnesina, è intervenuto anche il Ministro Patuanelli, ribadendo l’impossibilità per il nostro Paese di accettare modelli di omologazione delle produzioni agroalimentari, come invece desiderato da altri Paesi. Il Ministro ha inoltre ribadito l’importanza delle DOP e IGP, facenti parte di un’agricoltura distintiva e di eccellenza e, per tale motivo, inadatte a un sistema di etichettatura che non fornisce informazioni, ma condiziona soltanto il mercato.
In arrivo bando per fotovoltaico su tetti agricoli
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ntro il 31 marzo, in attuazione del PNRR, sarà pubblicato il bando per accedere ai
finanziamenti per la misura “Parco Agrisolare”. L’intervento prevede l’installazione dei pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, aumentando così la sostenibilità e l’efficienza energetica del settore. Le domande del bando saranno gestite dal GSE, indicato dal MIPAAF quale attuatore della linea di intervento del PNRR.
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GRATTUGIA
Anelli sconosciuti e ignorati
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resto il pianeta Terra sarà popolato da otto miliardi di esseri umani; erano quattro miliardi mezzo secolo fa, due miliardi un secolo fa, un miliardo due secoli fa. Ovviamente – in sintesi – mentre si dimezzano i tempi del raddoppio della popolazione, nel contempo si raddoppia anche la domanda alimentare. Agli inizi dell’Ottocento,
Thomas Robert Malthus si poneva seri dubbi sulla sostenibilità dell’ecosistema terrestre e ancora oggi viene citato dai fautori del controllo delle nascite. Rinuncio a questo dibattito perché mi sembra fuorviante confutare idee di ieri con i parametri di oggi. Cerco, invece, di cogliere il senso dell’ecosostenibilità del macrorganismo Terra, oggi declinato nell’inclusivo approccio di “One Health”. Seppur in ritardo, oggi l’Umanità è consapevole – chi più e chi meno – dell’inquinamento delle acque e dell’atmosfera, al contrario ignora ancora o non conosce l’interdipendenza dei suoli con i vegetali e quindi con la complessa e complicata filiera alimentare mondiale. Concetto declinato nella terminologia lattica in: suolo, foraggi, lattifera, latte e latticini. “Nel suolo vive più dell’80% della biodiversità globale, è una sorta di macrorganismo di gigante ma delicato”, dichiarava il prof. Ettore Capri dell’Università del Sacro Cuore di Piacenza (si veda Scienza e Tecnica lattiero casearia n°4/2021). Chiaramente il suolo con i vegetali rendono dei servizi all’Umanità che non riusciamo nemmeno a calcolare, ma che dovremmo imparare a conoscere e a gestire nel migliore dei modi, soprattutto se non vogliamo rischiare di avere seri problemi di sicurezza alimentare! Infatti, per rispondere alla crescente domanda di prodotti lattiero caseari nel 1800 si passò dalle VINCENZO BOZZETTI
cascine ai primi caseifici, negli Anni ’20 si iniziò con la meccanizzazione e l’utilizzo dell’energia fossile. Negli Anni ’70 furono azzerati gli scarti di caseificazione e si consolidò l’impiego della catena del freddo. In futuro avremo nuove tecnologie per acquisire una rinnovata sostenibilità economica e, speriamo, anche per un miglior equilibrio sociale (leggi disparità socio-economiche africane) e per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane, quindi avere una maggiore e migliore contezza del suolo e del regno vegetale. Due grandi anelli da capire in una nuova visione integrata multifunzionale e multidimensionale Volete dire la vostra? Scrivete a: editorialoffice.stlc@quine.it
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