SOMMARIO 5 IL DISSESTO IDROGEOLOGICO TRA LE PRIORITÀ DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE 8 IL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA 15 IL 91% DEI COMUNI ITALIANI A RISCHIO IDROGEOLOGICO 17 FRANE E ALLUVIONI 22 ADAPTING TO CLIMATE CHANGE: EUROPEAN COUNTRIES ASSESS VULNERABILITY AND RISKS
24 PREPARING EUROPE FOR CLIMATE CHANGE: COORDINATION IS KEY TO REDUCE RISKS POSED BY EXTREME WEATHER
26 VORAGINI A ROMA: UNA OGNI 36 ORE 28 ARGINI DEL PO: UNA PRIORITÀ PER IL PAESE 30 AREE COSTIERE A RISCHIO INONDAZIONE 32 1998
2018: 20° ANNIVERSARIO DELLE FRANE DI SARNO E QUINDICI
34 GLI INTERVENTI REGIONALI 44 Prevenire il dissesto idrogeologico: gli strumen
esistono,
le competenze anche
46 Interven
di sistemazione di un versante sogge o a dissesto franoso
48 Nuovi indizi sulla mega frana di Crotone 50 Contrastare il dissesto idrogeologico si può. Gli strumen
esistono
52 Rischio idrogeologico a Ecomondo Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
54 La strumentazione Corr-Tek nella lo
a al
dissesto idrogeologico
56 Ancoraggi flo
an e autoperforan per la
stabilizzazione di frane e versan
58 Edilsystem e Italswiss: innovazione e affidabilità 60 Si
contamina : per la decontaminazione delle
acque so erranee servono sonde di livello resisten
Redazione: press@recyclind.it Pubblicità: ad@recyclind.it
62 Uno smart system per il controllo delle
Edito da :
inondazioni
Recycling Industry,
64 Il modello dello scolmatore del Bisagno
Laura Veneri, Parma,
66 Remtech Expo
P. IVA 02746090345
Ottobre 2019 All Rights Reserved
68 Modello idrogeologico in un’area sogge
a ed
Note legali Iscrizione al Roc: n. 25872
esondabilità
70 A Piacenza la 22° edizione del GEOFLUID
Copia gratuita
72 Pinze Trevi Benne per la movimentazione e il
Responsabilità di errori contenuti negli articoli pubblicati
disboscamento
75 ORDINE GEOLOGI
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nè negli impianti pubblicitari.
SEDI REGIONALI
78 DIRECTORY DELLE AZIENDE DEL SETTORE
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO
Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO DATI, RAPPORTI STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO TRA LE PRIORITÀ DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE Chiude Italiasicura Il Governo, il 2 luglio 2018 ha definito la chiusura di Italiasicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Il 2 luglio il decreto legge sulle disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha deciso la chiusura di Italiasicura trasferendo al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare le funzioni in materia di emergenza ambientale esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché i compiti in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche. La prevenzione al dissesto idrogeologico torna ad essere di competenza del Ministero dell’Ambiente Nel discorso in cui ha delineato i punti programmatici del suo mandato, il nuovo Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa ha evidenziato il contrasto al dissesto idrogeologico tra le priorità in essere. “Sono 6 le sfide principali - ha dichiarato - , di certo non esclusive, che la comunità globale pone a livello nazionale: •
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Proseguire e rendere più ambiziosa la lotta ai cambiamenti climatici, attraverso la leva di uno sviluppo diverso, basato su una riduzione – fino alla eliminazione – dei fattori inquinanti, specialmente nel settore della mobilità; Salvaguardare la natura, contrastare la perdita di biodiversità, valorizzare l’acqua come bene comune; Impedire il consumo del suolo e prevenire il rischio idrogeologico; Assicurare la sicurezza del territorio attraverso la prevenzione e il contrasto dei danni ambientali e la lotta alle tante terre dei fuochi presenti nel nostro Paese; Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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Governare la transizione verso l’economia circolare e rifiuti zero; Diminuire, fino ad azzerarle, le infrazioni inflitte al nostro Paese dall’Unione Europea.
In relazione al terzo obiettivo, quello del contrasto allo spreco del suolo e al dissesto idrogeologico, è mia intenzione avviare una serie di interventi diffusi in chiave preventiva di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo, anche come volano di spesa virtuosa e di creazione di lavoro nelle aree a forte rischio, oltre che azioni per responsabilizzare il cittadino sui rischi connessi alla tutela del territorio. Al riguardo sono felice di notare che per iniziativa di parlamentari di diverso colore politico è ripresa la discussione, interrottasi con la fine della scorsa legislatura, di un provvedimento che insista su tale tematica. Penso che il contrasto del consumo del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico potranno essere realizzati attraverso diverse azioni, tra cui: •
Introdurre nel nostro ordinamento una serie di regole certe e durature finalizzate a prevenire il consumo e lo spreco del suolo: 1. fermare il consumo di suolo attraverso un’adeguata politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana; 2. p r o muovere azioni Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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di sostegno alle iniziative per rilanciare il patrimonio edilizio esistente, favorendo il retrofit degli edifici; 3. introdurre il bilancio ecologico comunale. Dare nuovo impulso alle misure di contrasto del dissesto idrogeologico attraverso azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico: 1. riportando in capo al Ministero dell’Ambiente la diretta competenza sul tema che nell’ultima legislatura era stata ceduta a una struttura di missione dislocata presso la Presidenza del Consiglio. Abbiamo già posto rimedio a questa asincronia attraverso le norme contenute nel decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 2 luglio 2018, che permetteranno al Ministero dell’Ambiente di recuperare tale funzione, evitando gli ulteriori costi per la finanza pubblica richiesti dalle strutture create ad hoc dai precedenti governi presso la Presidenza del Consiglio; 2. sbloccando i fondi rotativi per la tutela idrologica del territorio e garantendo il necessario supporto nella progettazione degli interventi prioritari per la mitigazione del rischio tramite accordi di programma attuati dai Presidenti di regione in qualità di Commissari di Governo; 3. ammodernando l’infrastruttura hardware e software del Geoportale Nazionale per la prevenzione dei rischi, da inserire nel più ampio sistema europeo presso la Presidenza del Consiglio; 4. prestando particolare attenzione allo stato di salute dei boschi come strumenti di prevenzione dei rischi idrologici, anche di concerto con il MIPAAF (vedi TUF); 5. attivando processi di tutela sperimentale dei corsi d’acqua e dei fiumi; 6. coordinando l’attività delle Autorità Distrettuali nella valutazione preliminare del rischio di alluvioni e nell’individuazione delle aree a potenziale rischio significativo per garantire elaborati omogenei a livello nazionale, nonché l’aggiornamento delle mappe di pericolosità e rischio di alluvioni entro dicembre 2019”.
“La messa in sicurezza del territorio a partire dalle aree più a rischio è la più grande opera pubblica di cui il Paese ha bisogno”. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO IL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA È un consumo di suolo ad oltranza quello che in Italia continua ad aumentare anche nel 2017, nonostante la crisi economica. Tra nuove infrastrutture e cantieri (che da soli coprono più di tremila ettari), si invadono aree protette e a pericolosità idrogeologica sconfinando anche all’interno di aree vincolate per la tutela del paesaggio - coste, fiumi, laghi, vulcani e montagne – soprattutto lungo la fascia costiera e i corpi idrici, dove il cemento ricopre ormai più di 350 mila ettari, circa l’8% della loro estensione totale (dato superiore a quello nazionale di 7,65%). La superficie naturale si assottiglia di altri 52 km2 negli ultimi 365 giorni. In altre parole, costruiamo ogni due ore un’intera piazza Navona. Anche se la velocità si stabilizza ad una media di 2 metri quadrati al secondo, quella registrata è solo una calma apparente: i valori, oltre a non tener contro di alcune tipologie di consumo considerate nel passato, sono già in aumento nelle regioni in ripresa economica come accade nel Nord-Est del Paese. Tutto questo ha un prezzo, la cifra stimata supera i 2 miliardi di euro all’anno. Sono questi i dati del Rapporto ISPRA-SNPA sul “Consumo di Suolo in Italia 2018”. Quasi un quarto (il 24,61%) del nuovo consumo di suolo netto tra il 2016 e il 2017, avviene all’interno di aree soggette a vincoli paesaggistici. Di questo, il 64% si deve alla presenza di cantieri e ad altre aree in terra battuta destinate, in gran parte, alla realizzazione di nuove infrastrutture, fabbricati - non necessariamente abusivi - o altre coperture permanenti nel corso dei prossimi anni. I nuovi edifici, già evidenti nel 2017, soprattutto nel Nord Italia, rappresentano il 13,2% del territorio vincolato perso nell’ultimo anno. Spostandosi sul fronte del dissesto idrogeologico, il 6% delle trasformazioni del 2017 si trova in aree a pericolosità da frana – dove si concentra il 12% del totale del suolo artificiale nazionale – ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media. I dati della nuova cartografia SNPA mostrano come, a livello nazionale, la copertura artificiale del suolo sia passata dal 2,7% stimato per gli anni ’50 al 7,65% (7,75% al netto della superficie dei corpi idrici permanenti) del 2017, con un incremento di 4,95 punti percentuali e una crescita percentuale di più del 180% (e con un ulteriore 0,23% di incremento nel 2017). In termini assoluti, il consumo di suolo ha intaccato ormai 23.063 chilometri quadrati del nostro territorio con una crescita netta di 5.211 ettari (52 km2) nell’ultimo anno dovuta alla differenza fra nuovo consumo (5.409 ettari, 54 km2) e suolo ripristinato. Le aree più colpite risultano essere le pianure del Settentrione, dell’asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane, le fasce costiere, in particolare di quelle adriatica, ligure, campana e siciliana. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Dati regionali Nel 2017, in 15 regioni viene superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale più elevato in Lombardia (che con il 12,99% arriva a sfiorare il 13%) e in Veneto (12,35%) e in Campania (10,36%). Seguono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Liguria, con valori compresi tra l’8 e il 10%. La Valle d’Aosta è l’unica regione rimasta sotto la soglia del 3%. La Lombardia detiene il primato anche in termini assoluti, superando quest’anno i 310 mila ettari del suo territorio coperto artificialmente (il 13,4% delle aree artificiali italiane è in questa regione), contro i 9.500 ettari della Valle D’Aosta. Gli incrementi maggiori, nell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Veneto (con 1.134 ettari), Lombardia (603 ettari in più), Emilia Romagna (+456) e Piemonte (+416). Liguria, Valle D’Aosta, Basilicata e Molise sono le regioni, invece, che nel 2017 hanno avuto la minor perdita di suolo agricolo o naturale, con incrementi minori di 40 ettari. In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Veneto (+0,50%), Friuli-Venezia Giulia (+0,41%) e Trentino-Alto Adige (+0,40%; Bolzano +0,65%; Trento +0,13%). La ripresa del consumo di suolo nel Nord-Est e in altre regioni del Nord Italia può essere messa in relazione con la ripresa economica che si avverte in queste aree del Paese: nel 2016, a fronte di una crescita a livello nazionale dello 0,9% rispetto all’anno precedente, il Pil in volume ha registrato un incremento dell’1,3% nel Nord-Est, dello 0,9% nel Nord-Ovest e dello 0,8% sia al Centro che nel Mezzogiorno. La crescita economica registrata nel 2016 dal Nord-est è trainata dalla Provincia Autonoma di Bolzano (+2,2%), a cui effettivamente corrisponde l’incremento percentuale maggiore del consumo di suolo in Italia tra tutte le Regioni e le Province Autonome. Al Nord-Ovest la Lombardia segna un progresso del Pil dell’1,2%, e solo la Liguria registra una diminuzione (-0,4%). La Liguria è anche la regione italiana con l’incremento percentuale minore del suolo artificiale (+0,05%). I dati sembrano confermare, quindi, la mancanza del disaccoppiamento tra la crescita economica e la trasformazione del suolo naturale, in assenza di interventi strutturali e di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale.
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO
Localizzazione dei principali cambiamenti dovuti al nuovo consumo di suolo tra il 2016 e il 2017. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA.
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Dati provinciali Tra le province, quella di Monza e Brianza conferma la percentuale di suolo artificiale più alta, con circa il 41% di suolo consumato in rapporto alla superficie provinciale e un ulteriore significativo incremento di 35 ettari. Sopra il 20% troviamo le province di Napoli (34%), Milano (32%), Trieste (23%) e Varese (22%) e, poco al di sotto, Padova (19%) e Treviso (17%). Tra queste, la crescita percentuale maggiore è stata a Treviso (+0,49%) e Padova (+0,31%). Le uniche province rimaste sotto la soglia del 3% sono Verbano-Cusio-Ossola (2,85%), Matera (2,87%), Nuoro (2,89%) e Aosta (2,91%). Tra queste ultime solo Aosta è cresciuta in percentuale più della media nazionale (+0,29%). Le province dove il consumo di suolo netto è cresciuto di più nel 2017, in percentuale rispetto al valore del 2016, sono quelle di Viterbo (+0,91%), Verona (+0,71%), Vicenza (+0,67%), Bolzano (+0,65%), Venezia (+0,57%), Vercelli (+0,54%) e Treviso (+0,49%). Da notare che nelle quattro province venete e nella provincia di Bolzano, all’elevato incremento, corrisponde un consumo di suolo netto maggiore di 200 ettari in termini assoluti. Il record per l’ultimo anno è di Verona, che sfiora i 300 ettari di nuovo suolo artificiale, seguita da Vicenza (+239), Venezia, Treviso e Bolzano (poco sopra i 200 ettari in più). Crescite significative, comprese tra 100 e 200 ettari nell’ultimo anno, si riscontrano anche a Udine, Viterbo, Parma, Padova, Milano, Bari, Lecce, Foggia e Roma. Le province di Isernia, Savona, Lucca, Massa Carrara, La Spezia, Caltanissetta e Cosenza sono quelle, viceversa, dove la crescita percentuale netta è stata minore. In termini assoluti, la provincia di Roma è l’unica a oltrepassare la soglia dei 70.000 ettari arrivando, a causa di un incremento di altri 102 ettari dell’ultimo anno, a 72.481 ettari di suolo artificiale. Roma è seguita da Torino (circa 60.000 ettari) con un incremento di 94 ettari. Brescia supera, nel 2017, la soglia dei 55.000 ettari (78 in più nell’ultimo anno), mentre Milano si attesta sui 50.000 (+121 nel 2017). Verona (+300 ettari nel 2017), Treviso (+204), Padova +125) e Lecce (+105) hanno valori compresi tra i 40.000 e i 45.000 ettari. Più di un quinto (il 21,4%, quasi 5.000 km2) del suolo artificiale in Italia nel 2017, è concentrato nel territorio amministrato dalle 14 città metropolitane. Le province campane di Napoli e Salerno rimangono poco sotto i 40.000 ettari di suolo consumato, con un aumento annuale di 84 e 56 ettari rispettivamente. Analizzando la distribuzione territoriale del consumo di suolo, è evidente come, al di là delle maggiori aree metropolitane, le province del Nord Italia, con l’eccezione di Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Sondrio, Trento, Bolzano e Belluno, ovvero le principali province alpine, presentino percentuali di consumo di suolo generalmente sopra la media nazionale, insieme ad altre province costiere della Toscana, del Lazio, della Campania e delle Marche e, soprattutto, alle province pugliesi (con l’eccezione di Foggia) e del sud della Sicilia. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO
Consumo di suolo a livello provinciale (% esclusi i corpi idrici - 2017). Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Tipologia dei cambiamenti È stata analizzata anche la distribuzione dei cambiamenti al terzo livello nelle aree protette e nelle aree a pericolosità idraulica o da frana: all’interno delle aree EUAP (Elenco Ufficiale delle Aree Protette Italiane) la maggior parte dei cambiamenti sono dovuti a cantieri e altre aree in terra battuta (il 39,5% dei cambiamenti, pari a 29 ettari in valore assoluto), a edifici (24,3% e 18 ettari) e ad altre aree impermeabili non edificate (21,2% e 16 ettari). Un dato interessante è costituito dalle aree a pericolosità idraulica alta (P3) con tempi di ritorno fra 20 e 50 anni (alluvioni frequenti): in queste zone tra il 2016 e il 2017 si sono realizzati 196 ettari di cantieri o aree in terra battuta che incidono per il 72,3% sul totale dei cambiamenti avvenuti in queste zone. Il dato è significativo anche a livello nazionale perché rappresenta da solo il 3,6% dei cambiamenti avvenuti nell’arco di tempo considerato. In queste aree l’11,3% è rappresentato da edifici (quasi 31 ettari) e il 7,6% da altre aree impermeabilizzate, non edificate (21 ettari). Anche le aree a pericolosità da frana molto elevata (P4) ed elevata (P3) sono state interessate da nuovi cantieri e altre aree in terra battuta tra il 2016 e il 2017 (64,7% dei cambiamenti per 40 ettari), da nuovi edifici (10,9% e quasi 7 ettari) e da altre aree impermeabili non edificate (9,6% e 6 ettari). Lo 0,7% dei cantieri a livello nazionale ricade in aree a elevata o molto elevata pericolosità da frana. Distribuzione territoriale del consumo di suolo Nella Tabella della pagina seguente è riportata la distribuzione dei cambiamenti avvenuti tra il 2016 e il 2017. Nell’ultimo anno, il consumo di suolo si è concentrato nelle aree di pianura, in particolare a quota inferiore a 300 metri, dove si è registrato l’81,7% dei cambiamenti in un’area estesa per il 46,3% del territorio nazionale, e nelle aree a pendenza inferiore al 10% (84,7% dei cambiamenti in un’area che copre il 43,5% del territorio). Altre aree che hanno densità maggiore dei cambiamenti rispetto alla media nazionale (1,73 m2/ha), ovvero hanno una percentuale dei cambiamenti sul totale maggiore rispetto alla percentuale della superficie territoriale coperta, sono le aree costiere, dove ancora i cambiamenti avanzano con una densità superiore al resto del territorio e le aree a pericolosità idraulica. La densità dei cambiamenti è, invece, inferiore nelle aree protette, nelle aree montane e ad elevata pendenza, nelle aree a pericolosità sismica e da frana.
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Distribuzione dei cambiamenti dovuti al consumo di suolo tra il 2016 e il 2017. Evidenziate le aree dove la densità dei cambiamenti è maggiore della media nazionale. Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO DATI, RAPPORTI STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO IL 91% DEI COMUNI ITALIANI A RISCHIO IDROGEOLOGICO Si aggiorna lo scenario del dissesto idrogeologico in Italia: nel 2017 è a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità. Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%); tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio. È l’ISPRA ad aggiornare la mappa nazionale del rischio nella seconda edizione del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”. Complessivamente, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (PAI - Piani di Assetto Idrogeologico) e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni). I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Le industrie e i servizi posizionati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono quasi 83 mila, con oltre 217 mila addetti esposti a rischio. Il numero maggiore di edifici a rischio si trova in Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio. Al pericolo inondazione, sempre nello scenario medio, si trovano invece esposte ben 600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori, in particolare nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria dove il rischio è maggiore. Minacciato anche il patrimonio culturale italiano. I dati dell’ISPRA individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni culturali, dei quali oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40 mila i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi più di 31 mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità. Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è importante stimare il rischio anche per lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili. I comuni a rischio idrogeologico: in nove Regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) abbiamo il 100% dei comuni è a rischio. L’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO DATI, RAPPORTI STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO FRANE E ALLUVIONI Le attuali condizioni di rischio idrogeologico in Italia sono legate, sia alle caratteristiche geologiche, morfologiche e idrografiche del territorio, sia al forte incremento, a partire dagli anni ’50, delle aree urbanizzate, industriali e delle infrastrutture lineari di comunicazione, che è spesso avvenuto in assenza di una corretta pianificazione territoriale e con percentuali di abusivismo che hanno raggiunto anche il 60% nelle regioni dell’Italia meridionale. Frane L’Italia è uno dei paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, con 620.808 frane che interessano un’area di 23.700 km2, pari al 7,9% del territorio nazionale. Tali dati derivano dall’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (Progetto IFFI) realizzato dall’ISPRA e dalle Regioni e Province Autonome secondo modalità standardizzate e condivise. L’Inventario IFFI è la banca dati sulle frane più completa e di dettaglio esistente in Italia, per la scala della cartografia adottata (1:10.000) e per il numero di parametri ad esse associati. Un quadro sulla distribuzione delle frane in Italia può essere ricavato dall’indice di franosità, pari al rapporto tra l’area in frana e la superficie totale, calcolato su maglia di lato 1 km. Circa un terzo del totale delle frane in Italia sono fenomeni a cinematismo rapido (crolli, colate rapide di fango e detrito), caratterizzati da velocità elevate, fino ad alcuni metri al secondo, e da elevata distruttività, spesso con gravi conseguenze in termini di perdita di vite umane. Altre tipologie di movimento (es. colate lente, frane complesse), caratterizzate da velocità moderate o lente, possono causare ingenti danni a centri abitati e infrastrutture lineari di comunicazione. I fattori più importanti per l’innesco delle frane sono le precipitazioni brevi e intense, quelle persistenti e i terremoti. Archiviare le informazioni sui fenomeni franosi è un’attività strategica tenuto conto che gran parte delle frane si riattivano nel tempo, anche dopo lunghi periodi di quiescenza di durata pluriennale o plurisecolare (es. frana di Corniglio, PR, 1902, 1994-2000). L’Inventario IFFI è un importante strumento conoscitivo di base che viene utilizzato per la valutazione della pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), la progettazione preliminare di interventi di difesa del suolo e di reti infrastrutturali e la redazione dei Piani di Emergenza di Protezione Civile. Ogni anno sono qualche centinaio gli eventi principali di frana sul territorio nazionale che causano vittime, feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture lineari di comunicazione primarie (172 eventi nel 2017, 146 eventi nel 2016, 311 eventi nel 2015, 211 nel 2014, ecc.). Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Mosaicatura della pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico Le aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) includono, oltre alle frane già verificatesi, anche le zone di possibile evoluzione dei fenomeni e le zone potenzialmente suscettibili a nuovi fenomeni franosi. I PAI, redatti ai sensi della L. 183/89, del D.L. 180/98 e s.m.i. (Atto di indirizzo e coordinamento 29/09/98, L. 267/98, L. 226/99 e L. 365/00) e del D.Lgs. 152/06, costituiscono uno strumento fondamentale per una corretta pianificazione territoriale attraverso l’applicazione di vincoli e regolamentazioni d’uso del territorio (es. vincolo di inedificabilità nelle aree a pericolosità molto elevata). I PAI sono strumenti dinamici che negli anni sono stati oggetto di integrazioni e modifiche da parte delle Autorità di Bacino (ora Autorità di Bacino Distrettuali), a seguito di nuovi studi e indagini, nuovi eventi idrogeologici, al completamento di interventi strutturali di mitigazione del rischio o su richiesta degli Enti locali. L’ISPRA, al fine di aggiornare la mappa della pericolosità da frana sull’intero territorio nazionale, ha proceduto, nel 2017, alla nuova Mosaicatura nazionale (v. 3.0 - Dicembre 2017) delle aree a pericolosità dei Piani di Assetto Idrogeologico, sulla base degli aggiornamenti forniti dalle Autorità di Bacino Distrettuali. In analogia con la Mosaicatura ISPRA 2015, è stata utilizzata una classificazione della pericolosità per l’intero territorio nazionale in 5 classi: pericolosità molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA. La superficie complessiva, in Italia, delle aree a pericolosità da frana PAI e delle aree di attenzione è pari a 59.981 km2 (19,9% del territorio nazionale). Se prendiamo in considerazione le classi a maggiore pericolosità (elevata P3 e molto elevata P4), assoggettate ai vincoli di utilizzo del territorio più restrittivi, le aree ammontano a 25.410 km2, pari all’8,4% del territorio nazionale. Fonte: Trigila A., Iadanza C., Bussettini M., Lastoria B. (2018). Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio. Edizione 2018. ISPRA, Rapporti 287/2018 (ISBN 978-88-448-0901-0) Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Alluvioni Un’alluvione è l’allagamento temporaneo di aree che abitualmente non sono coperte d’acqua. L’inondazione di tali aree può essere provocata da fiumi, torrenti, canali, laghi e, per le zone costiere, dal mare. La Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni (Direttiva Alluvioni o Floods Directive – FD), ha lo scopo di istituire un quadro di riferimento per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni. È stata attuata in Italia con il D.Lgs. 49/2010. Il 3 marzo 2016 sono stati approvati in sede di Comitato Istituzionale Integrato (art. 4 comma 3 del D.Lgs. 219/2010) i Piani di Gestione del Rischio Alluvioni - PGRA adottati il 17 dicembre 2015. L’approvazione dei PGRA da parte del Consiglio dei Ministri è avvenuta il 27 ottobre 2016, per quasi tutti i distretti idrografici, ad eccezione di quello della Sicilia adottato con Decreto del Presidente della Regione Siciliana del 18 febbraio 2016, ma non ancora approvato. Concluso il primo ciclo di gestione, sono state avviate le attività necessarie alla revisione/aggiornamento degli adempimenti della FD relativamente al secondo ciclo di gestione. Mosaicatura della pericolosità idraulica L’ISPRA, al fine di aggiornare la mappa della pericolosità idraulica sull’intero territorio nazionale, ha proceduto nel 2017 alla nuova Mosaicatura nazionale (v. 4.0 - Dicembre 2017) delle aree a pericolosità idraulica, perimetrate dalle Autorità di Bacino Distrettuali. La mosaicatura è stata realizzata secondo i tre scenari di pericolosità del D. Lgs. 49/2010: elevata P3 con tempo di ritorno fra 20 e 50 anni (alluvioni frequenti), media P2 con tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (alluvioni poco frequenti) e bassa P1 (scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi). Le aree a pericolosità idraulica elevata in Italia risultano pari a 12.405 km2, le aree a pericolosità media ammontano a 25.398 km2, quelle a pericolosità bassa (scenario massimo atteso) a 32.961 km2. Le Regioni con i valori più elevati di superficie a pericolosità idraulica media, sulla base dei dati forniti dalle Autorità di Bacino Distrettuali, risultano essere EmiliaRomagna, Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto. Dal confronto tra la mosaicatura nazionale SPRA 2017 e quella del 2015, emerge un incremento dell’1,5% della superficie a pericolosità idraulica elevata P3, del 4% della superficie a pericolosità media P2 e del 2,5% della superficie a pericolosità bassa P1. Gli incrementi sono legati all’integrazione della mappatura in territori precedentemente non indagati (es. reticolo idrografico minore), all’aggiornamento degli studi di modellazione idraulica e alla perimetrazione di eventi alluvionali recenti. Gli incrementi più significativi della superficie classificata a pericolosità media hanno riguardato la regione Sardegna, il bacino del Po in regione Lombardia, i bacini delle Marche, il bacino del Tevere in regione Lazio, il bacino dell’Arno e quelli regionali toscani, i bacini della Puglia. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Adapting to climate change: European countries assess vulnerability and risks The EEA report ‘National climate change vulnerability and risk assessments in Europe 2018,’ is the first review of how the 33 EEA member countries (including the 28 European Union Member States) have assessed the risks from climate change, and how they used this information in developing adaptation policies to address these risks. Adaptation is key to ensure that the EU as a whole is better prepared to handle the impacts of heat waves, floods, droughts and storm surges. The report is based on a survey which was completed by 24 of the 33 EEA member countries. Information for additional countries was gathered from Climate-ADAPT – the European climate adaptation platform – and other public sources of information. The report aims to promote a better understanding among experts and policymakers involved in adaptation planning. The findings will contribute to better informed decision making and adaptation in key vulnerable sectors, such as agriculture, fisheries, biodiversity protection, spatial planning and infrastructure development. They will also help inform the European Commission’s on-going evaluation of the EU Adaptation Strategy. National assessments that evaluate vulnerabilities and risks from climate change to various sectors form the most important source of information for the development of national climate adaptation policies. Many assessments do not stop at identifying risks, but they also identify suitable adaptation measures to reduce these risks. The EEA report recommends that such assessments should consider climate change jointly with other relevant developments, such as population changes and economic development. The report also identified knowledge gaps in current assessments, for example, how climate impacts outside Europe can affect Europe through trade relationships or climate-induced migration. The report suggests that continued engagement with key stakeholders in sectors vulnerable to climate change is essential for improving assessment results and their uptake in adaptation policies. Adaptation to climate change shares common features with disaster prevention and risk reduction. Therefore, learning between these two policy areas and consideration of national risk assessments in climate change assessments can improve adaptation planning. Based on the experiences reported, the report recommends regular updating of national climate change vulnerability and risk assessments, about every five years, to ensure that adaptation plans and policies are kept abreast of the latest developments in science and society.
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Availability of national climate change impact, vulnerability and risk (CCIV) assessments
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Preparing Europe for climate change: coordination is key to reduce risks posed by extreme weather Building stronger links between climate change adaptation and disaster risk reduction experts is more important than ever in wake of recent devastating and extreme weather events across Europe and elsewhere. Closer cooperation, including better policy alignment, will be crucial to reduce the impacts of weather- and climate-related hazards like floods, heatwaves, forest fires, or storm surges. Increasing coherence in actions and using innovative methods can improve the handling of these events, according to a report by the European Environment Agency (EEA). Extreme weather becoming more frequent, costly Reducing the impacts of dangerous weather- and climate-related events and at the same time adapting to a changing climate have become top priorities for the European Union. The report presents 10 key natural hazards in Europe, including heatwaves, heavy precipitation, river floods, windstorms, landslides, droughts, forest fires, avalanches, hail and storm surges. These events have large impacts on human health, the economy and ecosystems and they can be made more damaging by other changes like increases in soil sealing, building in risk-prone areas, ageing population or ecosystem degradation. Climate projections show that most of these hazards will increase in frequency and severity in the next decades across Europe. The total reported economic losses caused by weather- and climate-related extremes in the 33 EEA member countries over the 1980–2016 period amounted to over EUR 450 billion. The largest share of the economic impacts was caused by floods (approximately 40%), followed by storms (25%), droughts (approximately 10%) and heat waves (approximately 5%). The insurance coverage of all these hazards is overall about 35 %. A large share of the total losses has been caused by a small number of events. Regarding impacts on human health, heat waves are the deadliest especially for vulnerable groups such as the elderly, due, for example, to worsening of respiratory and cardiovascular diseases, aggravated by air pollution. Flooding, landslides and forest fires also cause fatalities, but less than heat waves. Innovation and collaboration is key to success The report showcases new models of governance between national and local levels and across sectors in Europe. These touch on spatial planning and risk prevention policies and technical measures such as raising dikes, insurance schemes and long-term financing as well as ‘nature-based’ solutions. If carried out properly, such projects can be highly efficient and cost-effective and have multiple benefits. Projects can include, for example, providing room for rivers to reduce flooding, agroforestry projects to reduce soil erosion, and building parks and water elements that Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO cool cities in the summer and hold run-off from heavy rainfall. Such efforts can also boost biodiversity and human well-being. Cooperation between actors is key to success, the report argues. In the Netherlands, for example, the national government, water boards, provinces and municipalities work closely together to climate proof water management in the Delta Programme. Insurers can also help to strengthen resilience, as shown by examples from Spain, France and the United Kingdom, by creating incentives for risk prevention and by helping to improve understanding of climate risks among citizens. Also city networks, working at global and EU level, are important as they foster capacity building for both disaster risk reduction and climate change adaptation actions. More action needed • To further strengthen resilience, national climate change adaptation and disaster risk reduction strategies could be better integrated. • More countries could perform and update comprehensive national climate change vulnerability and risk assessments. • Climate services that provide climate data and projections (like Copernicus), can be better aligned with knowledge for disaster risk prevention. Improved knowledge of the economic costs of natural hazards is also important. National web-based knowledge platforms and multi-stakeholder coordination platforms can also help improve communication and in sharing information. • Monitoring, reporting and evaluation of policies and actions are increasing, but more can be done and learning can be enhanced across climate change adaptation and disaster risk reduction policy areas. • EU funding for actions is available but access to and use of such funding, such as for nature-based solutions, can be enhanced. Background The EU’s climate change adaptation strategy aims to mainstream climate change into other EU policies including disaster risk prevention. The EU civil protection mechanism puts emphasis on the prevention of natural and technological hazards and also aims to mainstream disaster risk management into other EU policies. The data on economic, human health and ecosystem impacts of past disasters is fragmented and incomplete. Countries are increasingly setting up national databases on impacts of disasters, which will in future lead to more comparable and consistent data, and contribute to improving policies and actions.
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO VORAGINI A ROMA: UNA OGNI 36 ORE Raddoppia il numero delle voragini nella città di Roma: dai 21 eventi registrati al 31 marzo del 2017, la capitale passa a 43 sprofondamenti nello stesso mese del 2018. Roma sprofonda e lo ha fatto nel 2017 al ritmo di una voragine ogni 3/4 giorni e, se il trend dei primi tre mesi è confermato per tutto il 2018, lo farà al ritmo di 1 ogni 36 ore. Basti pensare che negli ultimi 8 anni il numero medio degli eventi romani è cresciuto in maniera esponenziale: da 128 voragini (16 eventi ogni anno) a più di 720 (oltre 90 all’anno). Per rimettere in sesto solo le 8 aree più a rischio della capitale sono necessari 8 milioni di euro. A dichiararlo l’ISPRA in occasione della presentazione del “Primo Rapporto su rischio alluvioni, frane e cavità sotterranee di Roma”, nato dalla collaborazione tra Autorità di Distretto Idrografico dell’Italia centrale, Italia Sicura ed ISPRA. Diverse le aree considerate a rischio, ma quelle maggiormente interessate dalla formazione di grandi voragini si concentrano nella porzione orientale della città. In particolare il Municipio V, il Municipio VII, il Municipio II (quartieri Tuscolano, Prenestino, Tiburtino), insieme al centro storico e le aree dell’Aventino del Palatino e dell’Esquilino rappresentano le zone più colpite. Nella porzione occidentale di Roma invece il Municipio che conta più voragini è il Municipio XI, seguito dal Municipio XII (quartieri Portuense e Gianicolense). La causa principale della formazione delle voragini capitoline è la presenza di numerose cavità sotterranee, che si concentrano per lo più nella porzione orientale della città, di origine antropica scavate dall’uomo a vario titolo, principalmente per l’estrazione dei materiali da costruzione. Questi vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie. Finora l’Ispra ha censito e mappato 32 km2 di gallerie sotterranee che giacciono sotto il tessuto urbano, ma molte aree sono anGuida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO cora sconosciute: manca all’appello, ad esempio, la grande Catacomba scomparsa di San Felice, sulla Via Portuense, che costituiva uno dei principali cimiteri della Roma cristiana del IV-V sec. L’ISPRA infine stima i costi: agli 8 milioni necessari per la progettazione e la bonifica degli otto siti più a rischio vanno aggiunti 3 milioni di euro - 1 milione l’anno per almeno 3 anni - per completare il censimento e la mappatura delle zone con presenza di cavità sotterrane. Per la capitale, dunque, il costo totale ammonta a 11 milioni di euro. Le voragini nelle Regioni Tra le regioni più colpite dai fenomeni di sprofondamento naturale, la Campania, la Sardegna, la Puglia e il Lazio. In particolare per quest’ultima regione, l’Ispra ha prodotto una “Carta di suscettibilità” ai fenomeni di sprofondamento e sono state individuate 33 aree a rischio, con un totale di 393 voragini censite. Una normativa ad hoc è stata realizzata dalle Regioni Lazio e Sardegna, dalle Autorità di Bacino dell’Abruzzo e della Puglia, le quali prevedono sia il monitoraggio delle aree edificate che di quelle su cui si intende costruire. La Regione Sardegna ha individuato finora 45 aree a rischio sinkhole, di cui 27 localizzate nelle zone minerarie metallifere e lignitifere del Sulcis-Iglesiente. Così, dopo aver censito le voragini di tipo naturale sul territorio italiano l’ISPRA, consapevole della loro importanza, dal 2009 ha iniziato il monitoraggio e lo studio dei sinkholes antropogenici nelle aree urbane. In cima alla classifica delle città esposte, oltre a Roma e Napoli, anche Cagliari, Palermo e Messina. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ARGINI DEL PO: UNA PRIORITÀ PER IL PAESE Presentati a Ferrara i risultati delle ricerche, delle verifiche tecniche e degli accurati monitoraggi svolti da Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e AIPo. Obiettivo: raddoppiare la sicurezza con interventi per adeguare le arginature a piene fluviali con tempi di ritorno di 200 anni. Un “progetto speciale” da oltre 500 milioni di euro per raddoppiare la sicurezza degli oltre mille chilometri di argini del Po, il principale corso d’acqua italiano: è la proposta emersa dalla giornata di studio “Sistema arginale del fiume Po: progetti per la mitigazione del rischio alluvioni” svoltasi a Palazzo Roverella, in cui sono intervenuti Meuccio Berselli (Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po) e Luigi Mille (Direttore dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po). Oltre a Francesco Balocco (Assessore Trasporti, Infrastrutture, Opere pubbliche, Difesa del suolo della Regione Piemonte e Presidente del Comitato di Indirizzo AIPo), Paola Gazzolo (Assessore Ambiente, difesa del suolo e protezione civile della Regione Emilia-Romagna), Pietro Foroni (Assessore al Territorio e protezione civile della Regione Lombardia), Angelo Borrelli (Capo Dipartimento della Protezione Civile). Nel corso dell’iniziativa è stato presentato lo studio, frutto delle elaborazioni degli Uffici Tecnici dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e di AIPo, che ha esaminato dettagliatamente con le tecniche disponibili più avanzate l’intero sistema arginale (652 km) del Po, dalla fonte del Monviso arriva fino al Delta per immettersi poi nel mare Adriatico. Un’opera pluricentenaria che da sempre ha svolto con efficacia un ruolo essenziale di difesa idraulica dei territori sottesi e che necessita costantemente di attente e puntuali cure di manutenzione e consolidamento attraverso l’impiego delle più innovative metodologie d’intervento e in tempi utili. È ormai chiaro infatti che alcuni fenomeni come i mutamenti climatici e i relativi effetti (non completamente ponderabili nell’entità in cui si manifestano) e un’urbanizzazione progressiva – che ha gradualmente ridotto l’area fluviale e il complesso sistema di ramificazioni minori – incidano sull’equilibrio e la dinamica dei flussi, per cui si rende necesGuida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO saria un’attenzione particolare per garantire la massima efficienza ed efficacia delle arginature. Comprendere al meglio l’attuale contesto non solo è opportuno, ma può diventare uno strumento per la conservazione di questo straordinario e ricco patrimonio valoriale, economico-produttivo, culturale legato al Grande fiume. Si tratta perciò di avviare una costante e capillare opera di sensibilizzazione su questi temi di carattere generale, strategici e collettivi, attraverso uno scambio-confronto tra i soggetti direttamente coinvolti nella gestione del Po, per arrivare a definire livelli sempre più alti di sicurezza a tutela dei territori, dei cittadini e delle attività economiche. Le criticità rispetto al sormonto nel tratto Ticino - Mare Fonte: Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e AIPo
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO AREE COSTIERE A RISCHIO INONDAZIONE Sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione per l’innalzamento del Mar Mediterraneo sia a causa dei cambiamenti climatici che delle caratteristiche geologiche della nostra penisola. È quanto stima l’ENEA attraverso nuove misure che indicano una ‘perdita’ di decine di chilometri quadrati di territorio entro fine secolo. In Italia continentale sono state individuate quattro località, tutte sul versante adriatico: tre in Abruzzo – Pescara, Martinsicuro (Teramo) e Fossacesia (Chieti) – e una in Puglia – Lesina (Foggia) – con previsione di arretramento delle spiagge e delle aree agricole. Le altre tre zone individuate sono tutte sulle isole con differenti estensioni a rischio, dai 6 km2 di perdita di territorio a Granelli (Siracusa), ai circa 2 km2 di Valledoria (Sassari), fino a qualche centinaio di m2 a Marina di Campo sull’Isola d’Elba (Livorno). “Finora le nostre proiezioni di aumento del livello del mare si sono basate su dati dell’IPCC, la maggiore istituzione mondiale per il clima, che stimano l’innalzamento globale delle acque marine fino a quasi 1 metro al 2100. Ma questi dati difettano di dettagli regionali e per colmare questa lacuna stiamo realizzando un modello unico al mondo che combina diversi fattori, come la fusione dei ghiacci terrestri – principalmente da Groenlandia e Antartide – l’espansione termica dei mari e degli oceani per l’innalzamento della temperatura del Pianeta, l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi e dalle maree, ma anche l’isostasia e i movimenti tettonici verticali che caratterizzano l’Italia, un paese geologicamente attivo dove si manifestano con grande frequenza bradisismi e terremoti anche nelle aree costiere”, spiega il climatologo Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio di “Modellistica climatica e impatti” dell’ENEA. “Il Mediterraneo, infatti, ha caratteristiche del tutGuida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO to particolari: prima di tutto assomiglia più a un lago che a un mare, in quanto bacino semichiuso ‘alimentato’ principalmente dall’Oceano Atlantico, attraverso le Stretto di Gibilterra, ma anche dal Mar Nero attraverso lo Stretto dei Dardanelli. Questo travaso di acque avviene perché l’Atlantico è più alto di 20 cm e il Mar Nero di 50 cm rispetto al Mediterraneo, il cui livello è comunque stimato in crescita nei prossimi anni per l’aumento delle temperature”, conclude Sannino. La mappatura delle sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione va ad aggiungersi a quelle già individuate dall’ENEA nell’area costiera dell’alto Adriatico compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, nel golfo di Taranto e nelle piane di Oristano e Cagliari. Ma altri tratti di costa a rischio sono stati rilevati in Toscana – Versilia - nel Lazio – Fiumicino, Fondi e altre zone dell’Agro pontino – in Campania – piane del Sele e del Volturno – e in Sicilia – aree costiere di Catania e delle isole Eolie. “Negli ultimi 200 anni il livello medio degli oceani è aumentato a ritmi più rapidi rispetto agli ultimi 3 mila anni, con un’accelerazione allarmante pari a 3,4 mm l’anno anno solo negli ultimi due decenni. Senza un drastico cambio di rotta nelle emissioni dei gas a effetto serra, l’aumento atteso del livello del mare entro il 2100 modificherà irreversibilmente la morfologia attuale del territorio italiano, con una previsione di allagamento fino a 5.500 km2 di pianura costiera, dove si concentra oltre la metà della popolazione italiana”, sottolinea il geomorfologo Fabrizio Antonioli dell’ENEA. Take urgent action to combat climate change and its impacts Climate change is increasing the frequency and intensity of extreme weather events such as heat waves, droughts, floods and tropical cyclones, aggravating water management problems, reducing agricultural production and food security, increasing health risks, damaging critical infrastructure and interrupting the provision of basic services such water and sanitation, education, energy and transport. • •
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From 1880 to 2012, average global temperature increased by 0.85°C. Oceans have warmed, the amounts of snow and ice have diminished and sea level has risen. From 1901 to 2010, the global average sea level rose by 19 cm as oceans expanded. The Arctic’s sea ice extent has shrunk in every successive decade since 1979. Global emissions of carbon dioxide (CO2) have increased by almost 50 per cent since 1990. Emissions grew more quickly between 2000 and 2010 than in each of the three previous decades.
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DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO 1998 – 2018: 20° ANNIVERSARIO DELLE FRANE DI SARNO E QUINDICI Il 5 maggio, il Consiglio Nazionale dei Geologi, l’Ordine Geologi Campania e l’Associazione Italiana di Geologia Applicata hanno organizzato il Convegno “20 anni dopo Sarno: cosa è cambiato” a Salerno. Era la notte tra il 5 e 6 maggio 1998 quando una vasta colata di fango causava la morte di 160 persone nei comuni di Sarno, Siano, Bracigliano (in provincia di Salerno) e Quindici (Avellino). “A venti anni da quel terribile 5 maggio del 1998 abbiamo riunito il gotha degli studiosi e delle istituzioni insieme ai rappresentanti delle principali forze politiche per fare il punto sullo stato dell’arte in materia di difesa del suolo e per consegnare alla politica idee e proposte per la messa in sicurezza del Paese, affinché non ci siano altre Sarno”. Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio dei Geologi intervenendo al convegno. “Quel 5 maggio – continua Peduto - costituì una svolta nella lotta al dissesto idrogeologico e nella percezione, anche a livello istituzionale, della vulnerabilità del territorio italiano. In questi anni sono state fatte cose importanti e altre meno, ma sono ancora tante le azioni da mettere in campo per conseguire compiutamente l’obiettivo della messa in sicurezza dei territori e della tutela della pubblica incolumità, anche attraverso la realizzazione di opportune misure di ‘prevenzione civile’, non più derogabili, tenuto conto anche dei cambiamenti climatici in atto. Il Paese ha già pagato un tributo notevole in termini di perdita di vite umane, di distruzioni e di degrado del territorio, dunque, è necessario ottenere, oltre a una forte responsabilizzazione collettiva, delle risposte più mature e concrete dalla classe politica” conclude il Presidente del CNG. Al centro del convegno c’è il tema del rischio alluvioni e frane nel nostro Paese, oltre a quello della politica di gestione e mitigazione del rischio idrogeologico. “I drammatici eventi di Sarno, Bracigliano, Siano e Quindici del 1998, paradigma di quello che viene definito ‘rischio idrogeologico’, hanno all’epoca dimostrato e confermato la fragilità di un territorio, quello campano, ma in generale quello italiano, di cui non si è tenuto in considerazione nelle attività di pianificazione e nell’uso del suolo”. A dirlo è Francesco Maria Guadagno, Presidente Associazione Italiana di Geologia Applicata e Ambientale (AIGA). Cosa è cambiato a due decenni di distanza? “Venti anni dopo, nonostante i grandi progressi su diversi piani, sia tecnico-scientifici (sugli eventi) sia normativi, - spiega Guadagno - la consapevolezza sui rischi da frana e da alluvione non appare ancora ben matura nei cittadini e negli amministratori, anche e soprattutto, in relazione alle azioni di mitigazione e riduzione degli stessi. Ciò è dimostrato da quello che è avvenuto successivamente anche in altre aree del Paese, ad esempio in Liguria o in Sicilia, aprendo scenari incerti sulla effettiva sicurezza di una nazione Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
DATI, STUDI, RAPPORTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO che, peraltro, ha iniziato a sperimentare gli effetti del mutamento del regime delle piogge anche a causa dei cambiamenti climatici. È necessaria, di conseguenza, una rinnovata azione conoscitiva che consenta di finalizzare gli interventi di riduzione dei rischi sia da frana sia da alluvione”. Una delle conseguenze di Sarno fu il cosiddetto “decreto Sarno”, poi convertito nella legge n. 267 del 1998 insieme ad altre normative di settore che hanno favorito ed accelerato la realizzazione dei PAI (Piani di Assetto Idrogeologico) delle ex Autorità di Bacino. Cosa resta oggi di quella tragedia? “Il convegno è servito per ricordare tutte le attività intraprese nel settore della prevenzione del rischio idrogeologico negli ultimi venti anni, ma soprattutto per definire quali possano essere le ulteriori azioni necessarie per evitare che tragedie simili possano ripetersi” afferma Egidio Grasso, Presidente Ordine dei Geologi della Campania. “Tra le tante azioni possibili, - continua Grasso - oltre all’aggiornamento delle carte del rischio, alla digitalizzazione dei dati, alla redazione di nuovi tematismi, si potrebbe pensare a un’efficace campagna di divulgazione mirata ad aumentare la consapevolezza del rischio nel cittadino. In quest’ottica, l’Ordine dei Geologi della Campania ha, da poco, costituito un gruppo di lavoro formato da circa cento geologi, disponibili a collaborare per la divulgazione dei rischi geologici tra i cittadini del domani: gli studenti. Il primo esperimento si è tenuto il 7 maggio con la manifestazione #maipiùSarno che ha avuto l’obiettivo di diffondere nei cittadini la consapevolezza del rischio, partendo dagli alunni di numerose scuole secondarie di primo e secondo grado.
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GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE PIEMONTE Approvata la variazione di bilancio: il provvedimento ha aperto spazi finanziari per 82 milioni in due anni da destinare alle comunità locali, in gran parte (61 milioni) per interventi sul dissesto idrogeologico. “Se si considerano inoltre i 40 milioni del FSC proprio sul dissesto idrogeologico e i 35 sulla viabilità, avremo in due anni una massa di risorse di 135 milioni, importanti per interventi cruciali sul territorio da tanto tempo attesi”, commenta il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna. Con la nuova legge vengono iscritti a bilancio 200 milioni del capitale sociale di FinPiemonte, per reindirizzarli poi con appositi capitoli di bilancio a favore del sistema economico piemontese: “Oltre 140 milioni finanzieranno la legge 34, dedicata all’industria, alle PMI, all’artigianato e al commercio, ma non mancano i fondi per il turismo (oltre 18 milioni), il sostegno al lavoro e la formazione professionale (quasi 13 milioni), le imprese culturali (8,5 milioni). 5 milioni, infine, serviranno a migliorare la qualità dell’aria, aiutando il rinnovo del parco veicoli delle aziende artigianali e commerciali. Uno sforzo che, unito a quello contro il dissesto idrogeologico e il ripristino post alluvioni, segnala l’attenzione che questa Giunta dà all’ambiente e al territorio”.
REGIONE LIGURIA Continua la sinergia tra Regione Liguria e i Comuni liguri per la sicurezza. Assegnati 480mila euro a quattro Comuni liguri colpiti dagli eventi alluvionali del 2012. Comune di Camogli: sono stati stanziati 280mila euro per mettere in sicurezza il versante compreso tra gli abitati di S. Rocco di Camogli e Mortola, un’imponente falesia attiva, classificata ad alto rischio frana. Le risorse consentiranno di consolidare il versante attraverso il posizionamento di pali e tiranti e attivare un sistema di monitoraggio tramite sensori e centraline che controllano eventuali evoluzioni del ciglio della falesia. Comune di Isola del Cantone: sono stati stanziati circa 18.000 euro per monitorare un movimento franoso fra gli abitati di Borgo e Montessoro. Comune di Nasino: sono stati stanziati 22.000 euro per monitorare un movimento franoso in località Casale. Comune di Luni: sono stati stanziati circa 140.000 euro per intervenire su dissesti dovuti all’alluvione del novembre 2012 in località S. Rocco.
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GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE VENETO Terminati i lavori sul sito della frana della Busa del Cristo, in località Sant’Andrea di Perarolo di Cadore (Bl). Diverse le opere oggetto dell’ultimo intervento effettuato: dai rilievi con tecnologia avanzata alla regolazione delle acque meteoriche superficiali, procedendo poi con la sigillatura delle fessurazioni presenti nel terreno, per concludere con l’implementazione dei sistemi di monitoraggio topografico e geotecnico attivi sul versante. “Innanzitutto abbiamo provveduto ad un rilievo aerofotogrammetrico Lidar con l’ausilio di droni – spiega l’assessore regionale alla difesa del suolo, Gianpaolo Bottacin – per acquisire una mappatura delle fessurazioni presenti sulla sponda sinistra del torrente Boite, al fine di procedere con interventi puntuali volti a rafforzare la sicurezza del centro abitato”. Si è quindi proceduto con un trattamento di sigillatura delle fessurazioni sul versante di frana e della canaletta in cemento armato posta a regimazione delle acque meteoriche a monte della ex linea ferroviaria. “La sigillatura delle fessurazioni registrate nel terreno del corpo della frana è stato eseguito saturando i vari punti rilevati con resina e schiume – dettaglia l’assessore – per bloccare le infiltrazioni d’acque meteoriche che rischiavano di aggravare la situazione”. Dal punto di vista dei materiali impiegati, l’operazione è stata eseguita con apposita schiuma poliuretanica monocomponente, ambientalmente compatibile. “Dopo la sigillatura, a ulteriore garanzia – prosegue Bottacin –, si è proceduto con l’impermeabilizzazione, posizionando e ancorando al terreno, nei punti a rischio smottamento, una serie di teli impermeabili, funzionali alla raccolta delle acque meteoriche che vengono poi convogliate da un canale di raccolta in polietilene del diametro di 60 centimetri fino allo scarico nel canale esistente al di fuori dell’area a rischio”. Sono stati, inoltre, implementati i sistemi di monitoraggio topografico e geotecnico già attivi sul versante di frana, a fini preventivi, con l’installazione di due fessurimetri a lunga estensione, necessari al monitoraggio degli spostamenti, e di due fessurimetri ad asta dedicati al controllo dei movimenti del paramento murario presente a monte della ex linea ferroviaria. L’implementazione del sistema di controllo è stato completato dall’installazione di una centralina necessaria alla gestione di tutti i dati acquisiti dai vari sistemi di monitoraggio e convogliati in una piattaforma web dedicata, con allarmi a superamento di soglia. Gli interventi effettuati per l’implementazione del monitoraggio topografico hanno invece riguardato l’adeguamento del box di alloggiamento della stazione robotizzata attiva su postazione fissa esterna all’area di frana, con realizzazione di ulteriori fori finestra e l’installazione di condizionatore, utile alla stabilizzazione della temperatura interna al box, oltre all’installazione di ulteriori dodici punti di lettura sul versante con prismi ottici. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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GLI INTERVENTI REGIONALI PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Uno studio idrogeologico del 2009 ha rivelato il potenziale pericolo rappresentato dal Rio Rieper nel comune di Anterselva di Mezzo nel caso di eventi meteorologici eccezionali. “Per le sue particolari caratteristiche geologiche il letto trasporta acqua solo nel caso di eventi meteorologici eccezionali, che si verificano al’incirca ogni 30-50 anni” spiega Rudolf Pollinger, direttore dell’Agenzia provinciale per la Protezione civile. L’ultimo evento catastrofico di questo tipo si verificò il 5 agosto 1931 e interessò la parte nordoccidentale dell’abitato. Vista la rarità di questi episodi, negli ultimi 50-60 anni sull’area di rischio sono sorti nuovi insediamenti abitativi e il letto originario del rio è scomparso. Per contenere il pericolo rappresentato dalle potenziali frane, l’Ufficio sistemazione bacini montani est dell’Agenzia provinciale della protezione civile, in collaborazione con il Comune di Rasun-Anterselva ha sviluppato un progetto finanziato grazie al Fondo Unico Regionale. Sono iniziati i lavori di realizzazione delle opere, l’intervento prevede la realizzazione al di sopra dell’abitato di una diga di deviazione alta fra i 7 e gli 8 metri e larga oltre 300, rafforzata lateralmente con massi ciclopici. Dal lato della valle la diga verrà ricoperta con materiale terroso e assumerà un aspetto tale da risultare il meno impattante possibile dal punto di vista visivo rispetto al contesto circostante. Dal lato nord-occidentale dell’abitato la diga di deviazione terminerà in un bacino di deposito di prossima realizzazione capace di contenere fino a 24.000 metri cubi di materiale. Massi ciclopici dal lato a monte e materiale terroso sul lato a valle renderanno anche questa opera meno impattante dal punto di vista paesaggistico. Le acque superficiali potranno essere rimosse senza problemi grazie a una nuova condotta derivata dal Rio Anterselva, a 450 metri di distanza. I lavori di realizzazione sarano completati entro la metà del 2019 e l’intervento costerà complessivamente 1,9 milioni di euro.
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Gli interventi approvati dalla Provincia di Trento, oggetto del cofinanziamento con fondi europei (Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Fesr 2014 – 2020) per 6 milioni di euro e che hanno un importo complessivo di progetto di oltre 9.700.000 euro, riguardano opere in parte programmate nell’ambito del vigente Piano degli interventi di sistemazione idraulico e forestale 2014-2018, e in parte programmati nell’ambito del precedente Piano degli interventi di sistemazione idraulico e forestale 2010-2013. Gli interventi oggetto del provvedimento riguardano il fiume Adige, a Trento, il torrente Albola a Riva del Garda, il fiume Fersina a Trento, il rio Val di Ronco a Cavalese, il fiume Brenta a Levico e Caldonazzo. La rimanente parte degli interventi, per un cofinanziamento complessivo Fesr che sarà di 3 milioni di euro, sarà programmata nell’ambito del prossimo aggiornamento del Piano degli interventi 2014-2018 in materia di sistemazione idraulica e forestale, previsto nel corso del 2018. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA Ammontano a 870 mila euro le risorse che la Regione ha incrementato a favore dei Comuni per compiere interventi di difesa del suolo lungo la rete idrografica del Friuli Venezia Giulia. Lo ha deciso la Giunta regionale approvando un’apposita delibera che va ad incrementare uno stanziamento già definito in passato dall’Esecutivo al medesimo scopo e del valore di 1.050.000 euro. I criteri con i quali sono stati approvati i progetti proposti dai Comuni riguardano lavori di piccola manutenzione in prosecuzione di lotti già eseguiti o a completamento di precedenti interventi. La priorità è stata poi assegnata a quelle opere inserite in territori particolarmente vulnerabili in base alla perimetrazione dei piani di assetto idrogeologico (Pai) dei vari bacini idrografici, per la presenza di edifici strategici (ospedali, scuole, centri di ricovero, sedi di protezione civile, caserme), centri abitati, strade ed altre infrastrutture. Inoltre hanno ricevuto il via libera i lavori immediatamente cantierabili per avanzato iter progettuale o semplicità esecutiva. Ciò è avvenuto laddove le amministrazioni hanno già acquisiti i necessari nulla osta o autorizzazioni ma anche per interventi di piccola entità, in modo che i Comuni possano affidare le opere in tempi stretti e concluderle entro il presente esercizio finanziario.
REGIONE MARCHE La Regione ha dato avvio ad importanti opere pubbliche a difesa della costa in un tratto particolarmente critico. Vengono messi in sicurezza gli arenili, con effetti benefici per il turismo balneare, le opere civili, viarie e ferroviarie. L’intervento di difesa della costa riguarda il paraggio dal Fiume Potenza al Fosso Pilocco nei Comuni di Porto Recanati e Potenza Picena. Un intervento che prevede un investimento complessivo di 15,26 milioni di euro – di cui 3,05 finanziati dalla Regione mediante il Fondo europeo di sviluppo regionale, quattro milioni dal Ministero delle infrastrutture e trasporti, quattro da RFI e 4,21 dal Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico - e riguarda un tratto di costa particolarmente ampio, di circa tre km.
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GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE EMILIA ROMAGNA Ora le risorse - 74 milioni di euro - sono certe. Un via libera atteso dalle comunità locali per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, a partire dalle due nuove casse di espansione per i fiumi Baganza e il nodo idraulico di Colorno, in provincia di Parma, e Senio, nel ravennate, oltre al completamento di quella del Lavino, nel bolognese. E sempre in provincia di Bologna interventi per la sicurezza idraulica del Sillaro, il potenziamento dell’impianto idrovoro “Il Conte” a Sala Bolognese e per intervenire su due frane a Montefiorino, in provincia di Modena. Tutte opere previste dal Protocollo d’intesa siglato lo scorso dicembre dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’allora ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. Ora, la Corte dei Conti ha registrato l’atto predisposto dal precedente Governo, che stanziò i fondi, rendendo disponibili le risorse. Ciò significa che si può partire per ultimare la progettazione e avviare i cantieri. La Giunta regionale ha infatti approvato il provvedimento che programma gli interventi e individua i soggetti che dovranno realizzarli: Aipo; Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile; Consorzio della Bonifica Renana e Comune di Montefiorino. Gli interventi Cassa di espansione del Baganza (Pr): 55 milioni - Ottenuta la disponibilità delle risorse, Aipo potrà approvare il progetto definitivo per la realizzazione della cassa di espansione del Baganza e pubblicare la gara europea per l’affidamento della progettazione esecutiva. Si tratta di un intervento che assicurerà la sicurezza idraulica dei territori di Parma e Colorno. Cassa di espansione del torrente Senio (Ra): 8,5 milioni - Nei Comuni di Brisighella, Faenza e Riolo terme, l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile procederà all’approvazione del progetto definitivo. Nodo idraulico bolognese: 7,4 milioni - Sono ora disponibili i fondi per le opere di completamento della cassa di laminazione per la riduzione delle piene del torrente Lavino a Rivabella di Zola Predosa (5,6 milioni) e per il completamento dei lavori per il deflusso delle acque lungo il torrente Sillaro (circa 1,8 milioni) tra Imola e Medicina (Bo) e Argenta (Fe). Inoltre, il Consorzio della Bonifica Renana potrà concludere e procedere all’approvazione del progetto esecutivo per potenziare l’impianto idrovoro “Il Conte” a Sala Bolognese. In provincia di Modena, 1,5 milioni di euro serviranno infine a consolidare l’abitato di Montefiorino e l’area di frana che minaccia Farneta. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE TOSCANA Ammonta a 4 milioni e 270mila euro il secondo stralcio del Documento operativo per la difesa del suolo appena approvato dalla giunta. Sono tutte risorse che andranno a finanziare una serie di opere e progetti per la riduzione del rischio idraulico in Toscana, inseriti in un cronoprogramma ben definito cui verrà dato corso nel 2018. Sono 10 gli interventi principali per un ammontare complessivo di circa 3 milioni e 500mila euro. • La cassa di laminazione in località Castelletti (PO) per 1 milione e 500mila euro di competenza della Regione Toscana che si avvale del Consorzio di bonifica 3 medio Valdarno; • la manutenzione straordinaria sul torrente Gragnana in località Padula e Molino di Sorgnano a Carrara per 380mila euro di competenza della Regione che si avvale del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord; • il consolidamento della frana di S. Martino di Montemagno (PI) Lotto 1 – Regimazione acque e consolidamento a valle per 323mila euro, di competenza del Comune di Calci (PI); • la messa in sicurezza del versante in frana in via Giovetto a Vagli di Sotto (LU), intervento di 262mila euro di competenza del Comune; • il consolidamento del versante nei pressi della strada comunale Capannelle – La Moma a Barga (LU), intervento da 250mila euro di competenza del Comune; • opere di mitigazione del rischio idrogeologico sulla strada comunale di Farnocchia nel comune di Stazzema (LU) per 223mila euro di competenza del Comune; • interventi urgenti per il ripristino della sede stradale in località Baroncoli nel comune di Calenzano (FI) per 194mila euro, intervento di competenza del Comune; • manutenzione straordinaria dei torrenti Egola, Bocca D’Usciana e dello Scolmatore del Valdarno inferiore per 150mila euro, intervento di competenza della Regione Toscana; • opere idrauliche limitrofe all’aeroporto di Marina di Campo (LI), opere per 100mila euro per le quali la Regione si avvale del Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa. • il consolidamento del versante su strada comunale per Vico Pamcellorum nella frazione di Vico Alto a Bagni di Lucca (LU) per 100mila euro di competenza del Comune. Saranno corretti, adeguati o addirittura eliminati: i tombamenti di fiumi e torrenti sono gli obiettivi del nuovo bando regionale che sarà mirato a rimuovere, dove si può, le coperture dei corsi d’acqua in Toscana. La giunta regionale ha approvato le direttive che serviranno a emanare un bando da 1 milione di euro utile a selezionare progetti destinati alla riduzione del rischio idraulico che è legato ai tombamenti dei corsi d’acqua. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE MOLISE l vertici della Regione Molise hanno partecipato ad una riunione presso la Direzione generale del Ministero dell’Ambiente per fare il punto sullo stato di attivazione degli interventi sulle frane di Petacciato e di Civitacampomarano. Presenti anche i rappresentanti di Ferrovie italiane e di Anas atutostrade, per quanto di competenza, oltre ai rappresentanti dell’Autorità di bacino. Il presidente della Regione Toma, quale commissario di governo per il dissesto idrogeologico, acquisita la disponibilità delle risorse per l’intervento di mitigazione della frana di Petacciato, ammontanti a circa 41 milioni di euro, ha dato il via alle procedure preordinate all’intervento stesso. Per quanto riguarda il dissesto di Civitacampomarano, il commissario ha disposto l’acquisizione dello studio preliminare dell’intervento redatto a cura del Comune. Il Governo regionale, attento sin dal suo insediamento ai problemi idrogeologici del territorio, ha accelerato l’impiego di tutte le risorse disponibili e l’acquisizione di nuove e importanti risorse finanziarie.
REGIONE ABRUZZO La giunta regionale ha approvato il programma di difesa idrogeologica per il rischio frane sul territorio regionale. L’investimento complessivo ammonta a 20 milioni di euro, a valere sui fondi del Por Fesr 2014-2020. I progetti finanziati riguardano: consolidamento e risanamento dissesto idrogeologico di località Padula nel Comune di Cortino (un milione 240mila); consolidamento versante frana prossimità chiesa Santa Maria Assunta a Tossicia (un milione 500mila euro); consolidamento e mitigazione rischio idrogeologico nella frazione Villa Popolo di Torricella Sicura (un milione); consolidamento del Comune di Farindola (un milione 706mila); stabilizzazione versante in frana località Paduli di Campli (2 milioni 120mila); consolidamento versante nord a Castelnuovo di Campli (un milioni 100mila); mitigazione rischio idrogeologico Colle Fortezza di Isola del Gran Sasso (un milione 450mila); risanamento idrogeologico frazioni Ioannella, Villa Sciarra e Case Mancini a Torricella Sicura (166mila); consolidamento località Macchia da Sole nel Comune di Valle Castellana (2 milioni 200mila); dissesto frazione Vallicella di Pizzoli (un milione 360mila); messa in sicurezza del versante esposto a frana da crollo in località Castelnuovo di Campli (5 milioni 950mila); risanamento dissesto idrogeologico in frazione Cerqueto a Fano Adriano (355mila). Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE CALABRIA Presentati gli interventi in materia di difesa del suolo. Gli interventi sono attuati nel quadro programmatico del Patto per lo Sviluppo della Calabria che, in coerenza con il programma già approvato dalla Giunta Regionale, destina alla difesa del suolo un investimento di 317 Milioni di euro, tra i quali 233 Milioni di euro (per 140 interventi), a valere sulle risorse Fondo di Sviluppo e Coesione - FSC (corrispondente a quasi un quinto dell’intero stanziamento del fondo, pari a 1.198.700.000) e 84 Milioni di euro (per 41 interventi), a valere sul POR (FESR - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). La Legge di Bilancio 2018 ha stabilito che le risorse destinate dai Patti per lo Sviluppo al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico, confluiscono direttamente nella contabilità speciale dei Presidenti delle Regioni in qualità dei Commissari Straordinari delegati con i compiti, le modalità e i poteri attribuiti dalla Legge 116/2014. Il programma di larga scala per la difesa del suolo è finalizzato a ridurre in misura significativa il livello di rischio su tutto il territorio regionale, come sottolineato negli interventi del dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici Luigi Zinno e del Soggetto attuatore per il Commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria, Carmelo Gallo. “Il programma che parte impiega un volume rilevante di risorse - ha affermato il presidente Oliverio-; sarà oggetto di cronoprogrammi che dovranno essere seguiti scrupolosamente. Abbiamo chiuso una prima parte - ha aggiunto- recuperando i ritardi sull’APQ del 2010, del quale era impegnato meno del 10%, con rischio di perdita di risorse. Una circostanza assurda in una regione che ha noti problemi di dissesto. Inizia un nuovo percorso che riteniamo non debba riprodurre quello che è successo in passato, una nuova esperienza guidata dall’intento di garantire efficacia ed efficienza all’attuazione degli interventi”. “I problemi della difesa del suolo e della sistemazione idrogeologica- ha messo in rilievo Oliverio- sono molto vasti. Si tratta di una prima tranche di interventi. Abbiamo scelto il metodo di non frammentare gli interventi, ma agire per opere organiche, che affrontino e risolvano i problemi, non parte di essi. Questa mole di risorse entro la fine dell’anno deve entrare in cantiere. La struttura del Commissario sarà di supporto al lavoro che verrà svolto. Noi- ha concluso- stiamo avanti senza pause, avendo ad unico metro e metodo la risoluzione dei problemi. Con lavoro sinergico potremo realizzare l’importate obiettivo cui tendono gli interventi”.
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GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE BASILICATA Finanziati con 2,3 milioni di euro gli interventi urgenti di protezione civile, in conseguenza dell’aggravamento del vasto movimento franoso nel territorio del comune di Stigliano (Matera). Il governatore lucano aveva avviato un’intensa collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, per ottenere la dichiarazione di Stato di emergenza, riconosciuta dal Consiglio dei ministri a dicembre dello scorso anno. In seguito, a gennaio, c’è stata un’intesa fra il Dipartimento della Protezione civile e la Regione Basilicata che ha dato ulteriore impulso al procedimento. I 2,3 milioni di euro messi a disposizione dal governo (Ministero dell’Economia e delle finanze) si aggiungono ai circa tre milioni di euro già investiti dalla Regione Basilicata e ai due interventi del commissario straordinario per la mitigazione del dissesto idrogeologico, che ammontano a sette milioni di euro.
REGIONE CAMPANIA Approvato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del mare, l’elenco degli interventi dei comuni campani ammessi a finanziamento sul Fondo di progettazione per il dissesto idrogeologico. Grazie al lavoro istruttorio svolto dalla Regione Campania, sono 55 i comuni che potranno usufruire di un finanziamento di oltre 12 milioni di euro per la progettazione di interventi fondamentali per la mitigazione del rischio idrogeologico. Coinvolte tutte le Province della Regione Campania. Tra i tanti comuni ammessi, due importanti finanziamenti comprendono la città di Napoli, uno per il completamento della conca di Agnano e l’altro per l’adeguamento del collettore Arena Sant’Antonio di Soccavo, per un totale di circa 250 mila euro di progettazione. Questi due interventi interessano in particolare la riqualificazione del bacino che insiste sull’area di Bagnoli ex Italsider. 19 gli interventi per la provincia di Caserta, 10 per i comuni della provincia di Benevento, 8 per la provincia di Salerno, tra cui il comune di Amalfi per il risanamento dei costoni sulla strada amalfitana, 7 per la provincia di Avellino. Gli interventi sono stati individuati sulla base della graduatoria del Sistema RENDIS e sulla base delle priorità individuate per il rischio imminente. Si tratta di un importante finanziamento per i comuni campani. Fondamentale sarà avviare le progettazioni e velocizzare la pubblicazione delle gare per i lavori in modo da avviare quanto prima gli interventi su costoni, acquedotti e spiagge. La Regione metterà a disposizione dei comuni in supporto tecnico necessario. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
GLI INTERVENTI REGIONALI REGIONE SICILIA Lavori per oltre cento milioni di euro in Sicilia aggiudicati o sbloccati negli ultimi mesi per dare corso a ben 42 interventi sparsi in tutta l’Isola. L’opera più importante dal punto di vista economico, con un finanziamento di trenta milioni di euro, prevede la riqualificazione ambientale e il risanamento igienico-sanitario dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte a Messina. Altri due interventi di notevole impatto finanziario (23 milioni di euro) riguardano la mitigazione dell’erosione costiera ad Avola, in provincia di Siracusa, e a Ispica nel Ragusano. In particolare, nel Comune avolese si interverrà sulla fascia costiera per un tratto di costa di circa 3,5 chilometri, mentre nel territorio di Ispica gli interventi riguarderanno il litorale della frazione di Santa Maria del Focallo per una lunghezza complessiva di 6 chilometri. Con sette milioni di euro, invece, verranno completati i lavori di consolidamento della zona est dell’abitato di Ravanusa, in provincia di Agrigento. Altri cinque milioni di euro per le progettazioni esecutive di opere contro il dissesto idrogeologico in Sicilia. Si tratta di un Fondo di rotazione che ha già assegnato alla Regione 10,9 milioni di euro che si aggiungono ai 5,1 milioni di questa fase. Le risorse saranno gestite dalla struttura del Commissario del governo nazionale contro il dissesto idrogeologico, guidata dal presidente della Regione Nello Musumeci. In questa tranche vengono destinati i fondi alla progettazione di trentadue opere, tra le quali rientrano: il risanamento del versante sud e sud-est di Ragusa Ibla (importo dell’opera 3,4 milioni di euro, progettazione finanziata 104mila euro); il consolidamento della via del Santuario nel territorio di Alessandria della Rocca, in provincia di Agrigento (un milione di euro, 122mila euro); la mitigazione del rischio idrogeologico degli agglomerati urbani della frazione Zappa nel Comune di Raccuja, nel Messinese (2,2 milioni di euro, 204mila euro); gli interventi finalizzati alla mitigazione del rischio da crollo dalle pareti di monte Gallo nel Comune di Palermo (quattro milioni di euro, 450mila euro); la mitigazione del rischio idrogeologico dell’area denominata Pantanelli nel Comune di Siracusa (6,2 milioni di euro, 222mila euro); la difesa idraulica finalizzata alla protezione idrogeologica del centro abitato, contrada Gala nel Comune di Maniace in provincia di Catania (quattro milioni di euro, 57mila euro). Tra gli interventi finanziati anche la progettazione esecutiva del ripascimento artificiale della spiaggia nel Comune di Campofelice di Roccella in provincia di Palermo (45 milioni di euro, 512mila euro), primo esempio di progetto integrato dove le opere previste sono finalizzate sia alla mitigazione del rischio e alla tutela che al recupero degli ecosistemi e della biodiversità. Gli ulteriori interventi, di importi inferiori, sono distribuiti nell’intero territorio regionale. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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Prevenire il dissesto idrogeologico: gli strumenti esistono, le competenze anche Codevintec conosce il dissesto idrogeologico da 45 anni. Da sempre studia e porta in Italia i sistemi più avanzati e le tecnologie più performanti, per studiare la Terra, le sue bellezze nascoste, i suoi pericoli. I professionisti, i tecnici e gli scienziati hanno a disposizione molti strumenti per contrastare le instabilità - naturali o strutturali: Monitoraggio frane e edifici in tempo reale Gli interferometri radar di Metasensing controllano le minime deformazioni, movimenti e vibrazioni sia di elementi naturali instabili (smottamenti del terreno, cave), che di strutture e infrastrutture (ponti, cavalcavia, dighe). Fino a 4 km di distanza. Con precisione di 0,01 millimetri! Uno strumento non invasivo, compatto, facile da installare e in grado di operare anche in situazioni di lavoro difficili,
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Interventi di sistemazione di un versante soggetto a dissesto franoso Obiettivo di questo breve articolo è sintetizzare lo studio effettuato per il ripristino di un’area sita in Provincia di Parma in cui si è verificato un dissesto franoso causato dai lavori di realizzazione di un nuovo fabbricato. Lo scopo del lavoro effettuato è stato quello di fornire alla proprietà un progetto di sistemazione dell’area per renderla stabile e di nuovo fruibile e di dare indicazioni sui costi delle operazioni di ripristino. In seguito ai diversi sopralluoghi effettuati si è potuto constatare l’esistenza di smottamenti nella parte retrostante la nuova abitazione e di fenomeni di dissesto che hanno interessato anche il lotto adiacente alla costruzione oltre che l’area posta a monte della stessa. Da un esame del sito si è potuto verificare l’abbondante presenza di acqua non adeguatamente regimata che, non trovando un adeguato sfogo, dava luogo
a fenomeni di stagnazione e infiltrazione con evidente assorbimento da parte del terreno il quale perdendo le proprie caratteristiche geotecniche dava luogo a fenomeni di collasso e frana. Il nuovo edificio non rilevava fenomeni di dissesto strutturale. Al fine di preservare la nuova costruzione al momento erano state poste in opera solamente misure emergenziali atte a far defluire le acque superficiali che consistevano nell’apertura di alcune canalette superficiali. Il proprietario chiedeva allo scrivente un parere sulle opere da realizzare per rendere nuovamente fruibile l’area a scopo privato dato che al momento il lotto risulta parzialmente inagibile. Si consigliava di realizzare una serie di dreni profondi disposti a spina di pesce per captare le acque profonde oltre che di realizzare una serie di gradonature (specie nella zona retrostante la casa) per stabilizzare il pendio specialmente
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laddove si presenta più acclive. Tutto questo a fronte di un progetto di massima che comprende il rilievo topografico preciso dell’area che possa permettere una conseguente stima del dimensionamento delle lunghezze dei dreni e dei volumi di terreno da movimentare al fine di individuare un preventivo (anche di massima) di spesa. Gli interventi di sistemazione del versante sono stati: • realizzazione di un sistema di canalizzazione superficiale per la regimazione delle acque meteoriche; • realizzazione di drenaggi profondi lungo il versante a monte della strada; • realizzazione di gradonature a sostegno del versante nella zona posta a monte dell’edificio esistente e dell’area posta più ad ovest; • opere di rimodellazione morfologica del versante.
Tutte le opere sopra descritte sono finalizzate a regimare le acque meteoriche superficiali, drenare la falda superficiale in quanto l’allontanamento dell’acqua comporta un miglioramento delle caratteristiche geotecniche e geomeccaniche del materiale argilloso che governa la stabilità del versante. Dott. Geol. Antonio Di Lauro Tel 0521 230861 Cell 3356354760 geologo04@gmail.com
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Nuovi indizi sulla mega frana di Crotone Un gruppo di ricerca guidato dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs), in collaborazione con l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) di Venezia e con le Università di Padova, della Basilicata e della Calabria, ha fatto luce sull’origine del lento e imponente movimento franoso, definito dagli studiosi megalandslide, che da milioni di anni coinvolge il settore marino e costiero a sud di Crotone, interessando un’area di quasi 500 km2 e uno spessore di circa 1,5 km. I risultati sono pubblicati su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. Studi precedenti avevano già fornito indicazioni di un fenomeno di scivolamento massivo a scala regionale che coinvolge l’area marina crotonese e l’entroterra
per qualche decina di chilometri, ipotizzando un lento movimento del bacino verso il mare. Con questo nuovo lavoro, attraverso diversi metodi di indagine geofisica - analisi di dati sismici, carotaggi profondi, nuovi rilievi morfo-batimetrici e satellitari - i ricercatori hanno ottenuto un’immagine più chiara e dettagliata del fenomeno. “Abbiamo scoperto che il megalandslide di Crotone è avvenuto in due fasi e con dinamiche differenti. La prima è stata innescata da un evento tettonico risalente a circa 3,7 milioni di anni fa ed è proseguita per almeno 1 milione di anni”, afferma Massimo Zecchin, ricercatore dell’Ogs, coordinatore dello studio e primo autore dell’articolo. “Questa fase è stata caratterizzata da uno scivolamento di massa verso mare (in direzione sudest) relativamente veloce, almeno 6,7 mm/anno, e da ulteriori franamenti molto rapidi ora sigillati da sedimenti più recenti. La seconda fase, iniziata circa 500.000 anni fa, e tuttora in atto nell’area marina, ha avuto una dinamica molto più lenta, con movimenti del settore marino della frana che generalmente non superano velocità di 1 mm/anno. Grazie alle nuove analisi effettuate, abbiamo accertato che la mega frana scivola sopra una superficie di distacco basale inclinata di 3-4° verso mare, probabilmente impostata su uno strato di salgemma, che collega un dominio tettonico estensionale nel
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settore di entroterra con uno compressivo in quello sottomarino”. Per avere un quadro completo i ricercatori hanno studiato i dati rilevati dai satelliti. “Nel settore di entroterra, le informazioni geologiche sono state integrate con le misure dei movimenti del suolo attuali ottenute dalle immagini Sar (Synthetic Aperture Radar) acquisite dal satellite dell’Agenzia spaziale italiana Cosmo-SkyMed e da registrazioni Gps”, prosegue Luigi Tosi ricercatore Cnr-Ismar, tra gli autori dello studio. “L’analisi di questi dati ha evidenziato una variabilità dei movimenti del suolo con anomalie locali, ma non uno spostamento omogeneo con direzione verso sud-est alla grande scala spaziale, come si osserva invece nell’area marina”. “La diversità di comportamento tra il settore marino e di entroterra farebbe escludere l’estensione attuale del processo nel territorio retrostante l’area costiera di Crotone, a differenza di quanto ritenuto in precedenza”, precisa Zecchin. “Il movimento del megalandslide nel settore marino, attualmente molto lento verso sud-est, è un fenomeno naturale che non deve destare particolare preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza della popolazione. Tuttavia, sarebbe importante sviluppare un appropriato piano di monitoraggio per controllarne l’evoluzione”, concludono i ricercatori. Cnr-Ismar www.cnr.it
The Crotone Megalandslide Large-scale submarine gravitational land movements involving even more than 1,000 m thick sedimentary successions are known as megalandslides. The study by Cnr-Ismar prove the existence of large-scale gravitational phenomena off the Crotone Basin, a forearc basin located on the Ionian side of Calabria (southern Italy), by seismic, morpho-bathymetric and well data. The study reveals that the Crotone Megalandslide started moving between Late Zanclean and Early Piacenzian and was triggered by a contractional tectonic event leading to the basin inversion. Seaward gliding of the megalandslide continued until roughly Late Gelasian, and then resumed since Middle Pleistocene with a modest rate. Interestingly, the onshore part of the basin does not show a gravity-driven deformation comparable to that observed in the marine area, and this peculiar evidence allows some speculations on the origin of the megalandslide.
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Contrastare il dissesto idrogeologico si può. Gli strumenti esistono. Codevintec conosce il dissesto idrogeologico da 45 anni. Da sempre studia e porta in Italia i sistemi più avanzati e le tecnologie più performanti, per studiare la Terra, le sue bellezze nascoste, i suoi pericoli. I professionisti, i tecnici e gli scienziati hanno a disposizione molti strumenti per contrastare le instabilità naturali o strutturali: Piccolo drone idrografico per rilievi di strutture sommerse Echoboat è un concentrato di tecnologie: lungo solo 1,8 metri rileva ad alta risoluzione i fondali e le parti sommerse di strutture e infrastrutture. Dove l'uso di imbarcazioni tradizionali è problematico o addirittura impossibile. È molto compatto e leggero, trasportabile facilmente anche in una station wagon. È completamente autonomo o pilotabile in remoto. Equipaggiabile con multibeam, piatta-
forma inerziale, side scan sonar interferometrico, ADCP e altri strumenti di rilievo. √ indagini in porti, fiumi, laghi √ controlli delle parti sommerse di ponti e dighe √ rilievi in bacini idroelettrici, cave, lagune √ impianti di depurazione √ bacini idrici, dighe e acque interne in generale Echoboat è disponibile - anche a noleggio - nudo o già strumentato per le indagini subacquee a costi che segnano un punto di svolta nelle modalità di rilievo del mondo sommerso. Mappature rapidissime del sottosuolo con georadar 3D 3D-Radar produce georadar che rilevano il sottosuolo ad alta velocità e con un'incredibile precisione. Nel campo delle infrastrutture, 3D-Radar è ideale per indagare lo stato delle pavimentazioni (determina gli spessori delle coperture), fornisce informazioni preziose sulla presenza o intrusione di mate-
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riali, individua persino eventuali cavità o criticità, sia in infrastrutture orizzontali (vedi le pavimentazioni) sia verticali (pensiamo alle strutture in calcestruzzo di un viadotto). È molto utile in fase di pianificazione di un intervento infrastrutturale, ma anche per compiere delicate operazioni archeologiche. √ analisi di grandi strutture e infrastrutture √ valutazione della pavimentazione stradale √ ricerca UXO, fusti e cavità √ mappatura estensiva di sottoservizi √ indagini archeologiche e forensi √ survey geologici, glaciologici, stratigrafici e idrogeologici Codevintec Italiana Srl Tel +39 02 48302175 info@codevintec.it www.codevintec.it
Since 1973 Codevintec selects the best technologies to survey and monitor Earth and its beauties and risks. Professionals and scientists have reliable instruments at disposal to counteract the hydrogeological instability Hydrographic drone EchoBoat is a portable, autonomously controlled ASV, developed for hydrographic survey applications. The multipayload vehicle features portability, improved thrust, and large payload capacity. It is manufactured from high quality marine materials and components and easily disassembles for transport and shipping. √ mines, sewage treatment plants √ rivers, contaminated lakes √ ponds and harbors… A fully equipped system is available for rental from Codevintec. High-speed, high density 3D subsurface imaging The 3D-Radar GPR systems are designed for high-resolution 3-dimensional subsurface mapping using innovative radar and antenna technology. The Step-Frequency technology produces multiple evaluations from just one application. Ground coupled antennas supply deeper penetration, high resolution at all depths. Air coupled antennas offer highway speed collection and excellent surface & near surface resolution. √ Road & Bridge Inspection √ Railroad Inspection √ Archaeology √ Utility Mapping √ Mine/IED/UXO Detection
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Rischio idrogeologico a Ecomondo Ecomondo inaugura una nuova area dedicata al rischio idrogeologico. Il nuovo settore di Ecomondo è dedicato ai sistemi e soluzioni di prevenzione per il rischio idrogeologico e i principali rischi climatici, le inondazioni e l’erosione delle coste. La fiera, dal 6 al 9 novembre 2018 a Rimini, sviluppa i temi dei grandi cambiamenti in atto nella galassia dell'economia green, con un approccio sempre più internazionale e di business. Alla 22a edizione di Ecomondo grande attenzione sarà rivolta all'economia circolare, fino a qualche anno fa solo teorizzata e oggi, grazie all'attuazione di normative e finanziamenti utili ad alimentarla, prassi in atto nei Paesi industriali più sviluppati.
La 12° edizione di Key Energy si conferma catalizzatore e propulsore di business per tutti i settori, sempre più strategici, delle energie rinnovabili e dell´efficienza energetica. Due eventi top in contemporanea che si svilupperanno su 129.000 i metri quadri di superficie espositiva pronti ad ospitare oltre 1.300 imprese, con una partecipazione che lo scorso anno salì a 116.000 presenze, oltre 90.000 buyer qualificati. Alla proposta dell'esposizione si aggiungono più di 200 tra eventi, incontri e seminari con al centro i più stringenti temi d´attualità, per mettere sul doppio binario della circular economy e delle energie rinnovabili le nuove sfide, le normative italiane ed europee (dal pacchetto euro-
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peo sulla Circular Economy, alla Strategia Europea sulle Plastiche), le case history all´avanguardia, le buone pratiche, e un focus speciale sulla SEN, Strategia Energetica Nazionale, con le sue declinazioni. Tutto, grazie al supporto di comitati scientifici d´altissimo profilo, presieduti dal Prof. Fabio Fava (Ecomondo) e dall´Ing. Gianni Silvestrini (Key Energy), tra i massimi esperti nelle rispettive discipline in Italia e all´estero. E in stretta collaborazione con le principali associazioni rappresentative dell´intera galassia industriale nazionale e in Europa (elenco in allegato, ndr). Gli eventi faro disegneranno le tendenze nei vari settori industriali, con eventi strategici su Marin Litter, bonifiche dei siti industriali e rigenerazione dei territori, in un'ottica strategica e applicativa, per una platea di oltre 20.000 persone, individuata tra gli operatori che parteciperanno a Ecomondo e Key Energy. Un programma utile ad anticipare e favorire i processi, in stretto dialogo con i protagonisti dei vari settori: da quello del recupero e valorizzazione dei rifiuti alla filiera della bioeconomia, delle energie rinnovabili e dell´efficientamento energetico, passando dalla rigenerazione urbana e dalle smart cities. Con un orizzonte divenuto imprescindibile: l'Ecodesign. Ovvero, riprogettazione in chiave eco dei sistemi produttivi, sociali ed economici.
Ecomondo www.ecomondo.com
Hydrogeological risk The new sector of Ecomondo dedicated to systems and solutions for preventing hydrogeological risk and major climate-related risks, flooding and coastal erosion. At Ecomondo, the platform par excellence of the complete waste cycle (a sector that in Europe has an overall turnover of 155 billion euros), the focus will be on Bioeconomy, with industrial excellences, the latest in new material, biorefineries and bio methane. An innovative expo project will highlight the manufacturing and service enterprises that have made Ecodesign their new ´mantra.´ There will be in-depth coverage of new approaches for putting the circular economy model into effect in the packaging, textile-fashion, building and automotive chains. The recent European strategy on plastic will be a reference point in once more highlighting an issue that was also discussed at the 2017 edition. Plus Global Water Expo, with the most important enterprises operating at European level in the management and exploitation of water resources. More space will be dedicated to soil remediation and sediments, upgrading of sites and port areas. Other issues on the agenda: prevention and management of hydrogeological risks, treatment and purification of indoor and outdoor air, monitoring emissions and gaseous effluents. Following the opening of Ecomondo, the appointment with the States General of the Green Economy, promoted by Consiglio generale della Green Economy (general council of green economy).
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La strumentazione Corr-Tek nella lotta al dissesto idrogeologico Il contrasto al dissesto idrogeologico si fonda su una base di dati ambientali precisi, affidabili e disponibili in tempo reale. Corr-Tek Idrometria Srl è in grado di fornire soluzioni tecnologiche sempre innovative, proponendo la strumentazione più adatta agli operatori del settore, in funzione dei singoli progetti. L’appartenenza al gruppo OTT Hydromet offre la possibilità di proporre ai propri Clienti prodotti di marchi affermati, coprendo l’intera gamma di applicazioni nelle acque superficiali, sotterranee e nella meteorologia. Dai freatimetri alle aste idrometriche, dai sensori di livello e velocità, dalle sonde multiparametriche ai correntometri, dalla registrazione autonoma alla trasmissione dei dati, dai pluviometri alle stazioni meteo compatte, dai terminali di campo ai software di elaborazione dati,
dalla gestione reti ai servizi web, Corr-Tek Idrometria soddisfa tutte le esigenze tecnico – economiche. La qualità e professionalità delle installazioni, dei servizi di riparazione, manutenzione e di calibrazione strumenti, la competenza nelle attività di formazione insieme ad una assistenza post-vendita di primissimo livello fanno di Corr-Tek Idrometria un parter affidabile, riconosciuto da un portafoglio Clienti pubblici e privati, distribuito su tutto il territorio nazionale. Idrometri radar e sensori di misura della velocità superficiale I sensori OTT RLS e OTT SVR utilizzano la tecnologia ad impulsi radar per misure di livello idrometrico e di velocità superficiale, senza contatto con l’acqua. Robusti, leggeri ed impermeabili possono essere installati su manufatti mediante semplici supporti, al di sopra della superficie da monitorare. La tecnologia radar rende le misure estremamente affidabili, senza deriva ed indipendenti dalle condizioni ambientali come variazioni di temperatura, pioggia, nebbia, etc. Collegati ad un datalogger IP OTT NetDL, grazie ai consumi estremamente ridotti, costituiscono una stazione di misura della portata in tempo reale, alimentata da un pannello fotovoltaico, con necessità di manutenzione praticamente nulla.
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EcoLog 800 OTT ecoLog800 è una sonda multiparametrica autoregistrante per la misura dei parametri conducibilità, livello e temperatura di acque sotterranee o superficiali. Dotata di modem e di antenna integrati per la teletrasmissione dei dati via SMS/ GSM/GPRS a server FTP o HTTP, è alimentata da una batteria al litio, sostituibile, con autonomia di diversi anni. Il cavo inestensibile è dotato di capillare per la compensazione delle variazioni della pressione barometrica.
Corr‐Tek Idrometria Srl Tel: 045 8750041 corr‐tek@corr‐tek.it www.corr‐tek.it
Corr-Tek Idrometria Srl, an OTT Hydromet group partner, distributes established brands like OTT, Lufft, Adcon, Hydrolab, and others. It covers the full range of groundwater and surface water application, and general meteorology observation. From contact gauges to staff gauges, from level to surface velocity sensors, from water quality multi-parameter probes to current meters, from autonomous recording to data transmission, from weighing rain gauges to compact weather stations, from field terminals to data processing software, from network management to web services, Corr-Tek Idrometria meets all technical project requirements, according to the budget. The high quality of the installations, of repair, maintenance and calibration services, the competence in training activities together with a highest level post-sales assistance make Corr-Tek Idrometria a reliable partner, recognized by public and private customer portfolio, throughout the national territory.
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Ancoraggi flottanti e autoperforanti per la stabilizzazione di frane e versanti L’Ancoraggio Flottante Sirive® rappresenta una delle più importanti innovazioni tecniche nel campo della stabilizzazione delle frane a livello internazionale. Frutto di anni di ricerca in collaborazione con università e territorio, nasce dall’idea di estendere l’impiego degli ancoraggi autoperforanti Sirive® alla stabilizzazione di frane in terra. La tecnica prevede l’installazione di ancoraggi autoperforanti compositi Sirive® come elementi di rinforzo cementati che ‘cuciono’ il terreno raggiungendo il substrato stabile. Esternamente queste barre non sono collegate a una parete continua ma solo a delle piastre, appoggiate sul versante e ricoperte con terra, da cui il nome di ‘flottante’: il pendio viene infine rinverdito in modo naturale. Questo sistema riduce l’impiego di materiali e i tempi di installazione e permette una perfetta integrazione ambientale e paesaggistica.
Quando si evidenzia un problema di frane medio-profonde, si pensa alla sistemazione con tradizionali opere di sostegno e rinforzo, quali paratie di pali e tiranti o muri di sostegno. Ma queste sono opere rigide che possono andare facilmente in crisi a causa delle grandi spinte e deformazioni a cui sono soggette. Gli ‘ancoraggi flottanti’ agiscono invece da ‘rinforzi passivi puntuali’, pensati come veri e propri ‘freni interni’, che assorbono per attrito importanti sforzi orizzontali fino a fermare il movimento della frana. Il sistema si integra perfettamente con il metodo osservazionale previsto dalle NTC 2018 ed è stato testato e monitorato in una decina di frane con ottimi risultati. Il progetto di ricerca sull’Ancoraggio Flottante Sirive®, condotto assieme all’Università di Padova, è stato premiato dall’Associazione Geotecnica Italiana come migliore contributo tecnicoscientifico al Convegno Nazionale di Geotecnica del 2014, e ha vinto il primo premio del concorso FOIV 2017 per la
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prevenzione e la tutela del territorio. Altre applicazioni dei sistemi autoperforanti Sirive® Gli ancoraggi autoperforanti Sirive® nelle loro applicazioni più diffuse, vengono impiegati per realizzare Soil Nailing, chiodature e ancoraggi passivi in opere sia temporanee che permanenti, per l’incremento della stabilità di versanti, muri di sostegno e per la realizzazione di fronti di scavo di altezze anche superiori ai 30 m. I sistemi autoperforanti possono essere abbinati ad altre tecniche, come il Tubodrain Sirive®, un dreno autoperforante in acciaio forato, installabile con perforazione senza rivestimento con una punta a perdere che trascina il tubo in avanzamento, con velocità e resa eccezionali. Oppure i Supergabion Sirive®, gabbioni rigidi a ‘moduli continui’ in rete metallica elettrosaldata, con un sistema di rinforzi interni che ne incrementano la resistenza e semplificano la posa, collegabili agli ancoraggi autoperforanti con speciali piastre per una perfetta resa strutturale ed estetica. Sirive S.r.l. Tel. 0444 459406 info@sirive.it www.sirive.it
Sirive® Floating Anchor represents a groundbreaking innovation in landslide stabilization. It consists of installing Sirive® Composite bars, i.e. passive sub-horizontal reinforcements grouted with a strong foundation in the bedrock, coupled with external concrete slabs then covered with soil, hence the name of ‘floating’. The slope is finally greened. This reduces material, cost and installation time, thus allowing a perfect environmental and landscape integration. Since the floating anchor is a modular and flexible technique, it can support slope deformations without losing effectiveness, slowing down the landslide progress until it completely stops, even with the observational method. In their most common applications, geotechnical engineering employs Sirive® self-drilling anchors in Soil Nailing walls, passive anchors both in temporary and permanent works, slope stabilization, retaining structures and excavations. They can be combined to other tecniques as Sirive® Tubodrain and Sirive® Supergabions.
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Edilsystem e Italswiss: innovazione e affidabilità Edilsystem Srl e Italswiss Engineering Srl uniscono le proprie esperienze per proporre sistemi innovativi nel settore delle fondazioni. La trentennale esperienza delle società è una garanzia di qualità e affidabilità. La Edilsystem Srl in collaborazione con prestigiose università italiane e con i migliori ingegneri sul territorio nazionale, ha messo a punto un nuovo sistema di consolidamento delle fondazioni denominato “GEOSYSTEM minipalo technology®”” che combina cementi espandenti o resine poliuretaniche a barre in acciaio cave autoperforanti, attraverso l’impiego di macchinari di piccole dimensioni tra i quali la pompa miscelatrice MARMOTTA prodotta nelle varie versioni dalla Italswiss Engineering Srl. Il nuovo sistema GEOSYSTEM minipalo tecnology®, consiste nell’inserimento di barre autoperforanti cave in acciaio ad
elevata resistenza disponibili nei diametri 32/38/51 mm, con l’impiego di macchinari a rotopercussione, fino a raggiungere gli strati più profondi e compatti del terreno, riducendo notevolmente i disagi e i tempi di lavoro.
L’iniezione nel terreno di una miscela cementizia espandente di elevata resistenza (GEO-XP) appositamente studiata e ideata per il consolidamento di terreni in abbinamento al minipalo GEOSYSTEM®, ne incrementa notevolmente la resistenza a compressione perché ha la capacità di riempire tutti i vuoti. Il primo tratto del “minipalo GEOSYSTEM®”, testa di ancoraggio, verrà iniettato con una specifica micromalta cementizia antiritiro a rapido indurimento (GEO ANCHOR), capace di trasferire le sollecitazioni dell’armatura metallica alle fondazioni dell’edificio, mentre per il secondo tratto la miscela cementizia è del tipo espandente ecocompatibile (GEO XP).
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La pompa miscelatrice MARMOTTA grazie alle sue caratteristiche funzionali e dimensionali si adatta perfettamente all’impiego sopra descritto perché può pompare miscele di diverse densità fino a pressioni elevate di 60-80 bar permettendo di raggiungere e saturare tutti i vuoti anche a notevoli profondità. In particolare la malta espandente GEO XP che richiede il pompaggio immediato perché l’espansione avviene rapidamente. La pompa Marmotta è perfettamente in grado di eseguire questa operazione a regola d’arte. La Italswiss propone anche sistemi di controllo di portata e pressione delle miscele iniettate e la registrazione dei valori su chiavetta USB. Italswiss Engineering Srl arrigo.scarin@italswiss.net www.italswiss.com Edilsystem Srl info@edilsys.it www.edilsys.it
Edilsystem and Italswiss have been combining their long-lasting experience to propose innovative systems in the foundation sector. Edilsystem’s “GEOSYSTEM minipalo technology®” is a new consolidation method that employs expansive cements and polyurethane resins injection through self-drilling anchors with the use of a compact machine like Italswiss Marmotta grout pump. It permits to save time and to work in stricted areas. Marmotta grout pump works perfectly for this application thanks to its specifications and a compact size. Equipped with control systems for flow rate and pressure, Marmotta permits to show and register all the data on USB pendrive.
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Siti contaminati: per la decontaminazione delle acque sotterranee servono sonde di livello resistenti Per la bonifica dei siti contaminati servono sonde di livello resistenti alle sostanze pericolose aggressive presenti in queste aree. In mancanza di misure di sicurezza e a seconda delle caratteristiche del terreno, con le piogge, le sostanze pericolose penetrano fino a raggiungere le acque sotterranee nella quale è possibile riscontrare composti di metalli pesanti, sostanze organiche e sali. Per guidare e monitorare il processo di decontaminazione servono delle sonde di livello. A causa del numero elevato di sostanze che possono essere disciolte in acqua, non esiste una soluzione che funzioni in modo affidabile per ogni situazione. Occorre considerare diversi aspetti del livello come di seguito descritti:
Corpo esterno Nella maggior parte delle applicazioni un acciaio inossidabile di buona qualità, come quello utilizzato dalla STS, è sufficiente a proteggere la cella di misura dalle sostanze aggressive. Se c’è contatto con acqua salata bisogna optare per un corpo in titanio. Nel caso in cui si prevedono effetti galvanici occorre scegliere una sonda di livello in PVDF.
Sonda di livello ATM/NC resistente chimicamente con corpo esterno in PVDF
Svolgimento di un processo di decontaminazione
Cavo della sonda Molto più critica è la scelta del cavo della sonda. Al centro del cavo della sonda si trova un piccolo tubo di aerazione che serve per la compensazione della pressione relativa. Se il materiale del cavo non è resistente al 100%, gli elementi possono diffondersi
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attraverso la guaina del cavo e raggiungere il chip del sensore tramite il foro di aereazione. A seconda dei materiali previsti, gli utenti della STS possono ricorrere a cavi in PE, PUR o FEP (quest’ultimo adatto a temperature fino a 110 °C). Serracavo La resistenza alla compressione delle sonde di livello varia da produttore a produttore. Tutte le sonde della STS sono resistenti alla compressione fino a 250 metri. In caso di installazionI difficili, è necessario invece l’uso di un serracavo. Fissaggio In caso di utilizzo in acqua corrente o in serbatoi, la sonda può essere fornita di un filetto G ½” all’uscita del cavo (montaggio su tubo). Protezione contro le esplosioni Nelle applicazioni in cui sono previste diverse sostanze pericolose, è indispensabile prestare attenzione anche alla protezione contro le esplosioni, come descritto nella direttiva ATEX relativa agli standard internazionali.
STS Italia S.r.l. Tel. 02 57607073 info-italia@stssensors.com www.sts-italia.it
For the remediation of contaminated sites, level probes that are resistant to aggressive dangerous substances in these areas are needed. In the absence of safety measures and depending on the characteristics of the land, with the rains, the dangerous substances penetrate until reaching the groundwater in which it is possible to find compounds of heavy metals, organic substances and salts. Level sensors are needed to drive and monitor the decontamination process. Due to the large number of substances that can be dissolved in water, there is no solution that works reliably for every situation. Several aspects of the level must be considered as described below: External body (housing): In most applications a good quality stainless steel, like the one used by STS, is sufficient to protect the measuring cell from aggressive substances. If there is contact with salt water you have to opt for a titanium body. If galvanic effects are expected, a PVDF level probe must be selected. Probe cable: The choice of the probe cable is much more critical. At the center of the probe cable is a small aeration tube used to compensate for the relative pressure. If the cable material is not 100% resistant, the elements can spread through the cable sheath and reach the sensor chip through the air vent. Depending on the expected materials, STS users can use PE, PUR or FEP cables (the latter suitable for temperatures up to 110 ° C). Strain relief: The compressive strength of the level probes varies from manufacturer to manufacturer. All STS probes are compressive resistant up to 250 meters. In case of difficult installations, it is necessary to use a cable clamp instead. Fixing: In case of use in running water or in tanks, the probe can be supplied with a G ½ "thread at the cable outlet (pipe mounting). Explosion protection: In applications where various hazardous substances are expected, attention must also be paid to explosion protection as described in the ATEX International Standards Directive.
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Uno smart system per il controllo delle inondazioni
L’Icar-Cnr ha progettato un sistema intelligente per il controllo decentrato in tempo reale delle reti di drenaggio urbano, al fine di mitigare i danni prodotti da allagamenti ed eventi piovosi estremi. Lo studio, condotto in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile dell’Università della Calabria e il Comune di Cosenza con il supporto del progetto Pon Res-Novae, è stato pubblicato su Jnca. Durante eventi piovosi intensi, gli allagamenti prodotti dalla saturazione della rete di drenaggio ed il sovraccarico degli impianti di depurazione rappresentano un potenziale rischio per la vita umana, le risorse economiche e l’ambiente. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Network and Computer Applications (Jnca) le applicazioni dell’Internet of Things (IoT) possono essere d’aiuto per prevedere, gestire ed arginare questo genere di fenomeni.
“Nell’articolo proponiamo di dotare le condotte delle reti di drenaggio di sensori e paratoie elettromeccaniche intelligenti, coordinate da un algoritmo di consenso decentralizzato e controllate localmente attraverso un regolatore che consente di definire il grado di apertura della paratoia in modo da regolarne il deflusso e la portata dell’acqua nella condotta" - spiega Andrea Vinci, ricercatore dell’Icar-Cnr e tra gli autori dello studio. “Per mitigare tali fenomeni, i sistemi distribuiti di controllo in tempo reale rappresentano una soluzione valida e conveniente. Il metodo mira a ottimizzare la capacità di invaso della rete di drenaggio urbano, in modo da utilizzare le porzioni più scariche per accumulare gli eccessi ed evitare allagamenti e sovraccarico degli impianti di depurazione a valle della rete. L’approccio decentrato permette al sistema di superare guasti ed ostruzioni in punti specifici delle condotte”. “L’introduzione di sensori intelligenti nelle tubature permette di rilevare costantemente dati su qualità, quantità e pressione dell’acqua lungo le reti di scolo. Utilizzando questi dati, adeguati algoritmi permettono alle paratoie di agire in tempo reale, determinandone l’apertura e chiusura così da deviare le acque in eccesso nelle aree meno cariche ed evitare
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fenomeni disastrosi”, aggiunge Giandomenico Spezzano, dirigente di ricerca dell’Icar-Cnr. “Questi algoritmi sono definiti ‘di gossip’, poiché si ispirano allo scambio di informazioni fra gli esseri umani. I nodi, nel nostro caso le paratoie, convergono su un unico valore che indica l’altezza media dell’acqua nelle condotte, minimizzando e ottimizzando l’utilizzo dei canali di comunicazione”. Per validare lo studio, sono state eseguite simulazioni sul sistema di drenaggio della città di Cosenza, considerando i fenomeni piovosi più intensi e dannosi degli ultimi anni. Gli esperimenti sono stati condotti utilizzando una versione personalizzata del software di simulazione Swmm (Storm Water Management Model) e mostrano, a fronte anche di eventi piovosi estremi, una riduzione significativa degli allagamenti e degli sversamenti di acque non depurate. “Con l’aiuto dell’IoT è possibile gestire i fenomeni alluvionali contribuendo, nel contempo, a risolvere il problema della scarsità idrica per l’agricoltura”, conclude Patrizia Piro, ordinario di idraulica presso il Dipartimento di ingegneria civile dell’Università della Calabria. Cnr-Ismar www.cnr.it
In an urban environment, sewer flooding and combined sewer overflows (CSOs) are a potential risk to human life, economic assets and the environment. To mitigate such phenomena, real time control systems represent a valid and cost-effective solution. This paper proposes an urban drainage network equipped by sensors and a series of electronically movable gates controlled by a decentralized real-time system based on a gossipbased algorithm which exhibits good performance and fault tolerance properties. The proposal aims to exploit effectively the storage capacity of the urban drainage network so as to reduce flooding and CSO. The approach is validated by considering the urban drainage system of the city of Cosenza (Italy) and a set of extreme rainfall events as a testbed. Experiments are conducted by using a customized version of the SWMM simulation software and show that the CSO and local flooding volumes are significantly reduced.
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Il modello dello scolmatore del Bisagno Il Consiglio Superiore dei lavori pubblici presso il Ministero delle Infrastrutture ha approvato all’unanimità il progetto esecutivo dello scolmatore del Bisagno. Dopo le prove tecniche sul modello in scala dello scolmatore organizzate a Santhià nella stazione idrometrica sperimentale si conclude l’istruttoria sul progetto. Dopo questa fase si passerà alla Valutazione di Impatto Ambientale da parte di Regione Liguria, per poi arrivare, a fine 2018, al bando di gara per l’affidamento dei lavori. Il modello dello scolmatore del Bisagno Duecentotocinquanta metri di fiume ricostruiti in scala a Santhià, fra i canali della ex Stazione Idrometrica Sperimentale di inizio Novecento, investiti da una
massa d’acqua per simulare una piena: serve anche questo per progettare lo scolmatore del Bisagno e valutare l’efficacia delle soluzioni progettuali. Anche in tempi di rendering computerizzati altamente raffinati, la tradizionale prova diretta sul modello fisico – organizzata da un'azienda torinese specializzata in ingegneria idraulica – resta un passaggio necessario per simulare al meglio le situazioni reali. In particolare sono analizzate le risposte del modello, che in scala 1:43 riproduce l’opera di presa e i primi 100 metri della galleria, a fronte di una massa d’acqua “sporcata” di detriti, alberi e fango, quale è quella tipica di un’alluvione. La gara per l'assegnazione dei lavori La gara per l’assegnazione dei lavori partirà entro la fine del
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2018; il cronoprogramma prevede 1395 giorni di cantiere a partire dai primi mesi del 2019 per finire entro il 2022. Il lavoro dei progettisti ha consentito di ridurre significativamente i tempi previsti (da sei a quattro anni) e di risolvere le maggiori criticità. Il passaggio delle escavatrici più impattanti accanto agli impianti sportivi della Sciorba (piscina e pista di atletica) viene evitato con una galleria di servizio che parte più a valle, nell’area dell’ex canile municipale ora inutilizzata, e raggiunge il tracciato dello scolmatore a circa 600 metri di distanza dalla Sciorba. Da quel punto le scavatrici di ultima generazione procederanno a un ritmo tra i 15 e i 20 metri al giorno, tre volte più veloce dei tempi necessari con i metodi tradizionali, più lenti e meno impattanti sia come vibrazioni sia come quantità di terra movimentata, che verranno invece impiegati nel primo tratto adiacente agli impianti sportivi. Dal punto di ingresso delle scavatrici allo sbocco a mare il tracciato è lungo 6 km e procede a una profondità tale da evitare altre servitù in superficie. Altro vantaggio acquisito dalla nuova ipotesi progettuale è l’intercetto del Rio Sciorba, inizialmente non previsto, un corso d’acqua che nelle valutazioni tecniche non era considerato pericoloso ma che in condizioni di piena contribuisce comunque ad aumentare la portata complessiva del Bisa-
gno. Inoltre a compensazione dei disagi per i residenti sono previsti lavori di regimentazione delle acque nella zona delle piscine. Lo smarino verrà utilizzato per il ripascimento delle spiagge di Genova e Arenzano dopo adeguati trattamenti (frantumazione e lavaggio). La stima è di 800mila metri cubi di materiale: se ne possono recuperare per il ripascimento 600. I restanti 200 possono servire per la produzione del calcestruzzo interna al cantiere (dove è prevista l’installazione di un impianto di betonaggio). Ciò che rimane da questo ulteriore trattamento andrà in discarica.
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RemTech Expo Una veste rinnovata ed ampliata, nove segmenti tematici di cui tre inediti, un'articolata esposizione di servizi qualificati, una sessione di conferenze di alto profilo tecnico e scientifico, un'intensa attività di networking nazionale e internazionale, scuole, academy, hub internazionali e poli di innovazione, è questa la rappresentazione di una comunità colta che va in scena a Ferrara. "RemTech Expo" spiega il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Paolo Govoni “rappresenta una piattaforma concreta e fattiva di dialogo, di business e di progresso per tante imprese, a partire dal nostro tessuto territoriale". "Nel 2018 RemTech Expo segna un +10% con 300 imprese presenti in fiera, dimostrando ancora una volta di saper traguardare orizzonti ancora inesplorati e dagli ampi margini di azione per quanto riguarda il campo della tutela del territo-
rio e della sostenibilità" prosegue Filippo Parisini, Presidente di Ferrara Fiere Congressi "quest'anno inoltre il contesto fieristico è stato completamente ripensato e potenziato dopo un intervento da 4.5 milioni di euro". "Tra le novità dell'edizione 2018" spiega la General Manager di RemTech Expo Silvia Paparella "meritano un posto di primo piano, l’introduzione dei tre nuovi segmenti tematici, Rigeneracity, Climetech e Chemtech, l’istituzione dei quattro tavoli di confronto misti (pubblici e privati) voluti dal Sistema Nazionale Snpa e da RemTech Expo, 1.Bonifiche e Sedimenti; 2.Rischi Naturali e Clima; 3.Economia Circolare e Gestione Rifiuti; 4.Industria e Innovazione, l’avvio di RemBook, uno strumento innovativo di studio del mercato delle bonifiche e degli impatti del sistema sull’economia del Paese, la sessione "off " (Innovative) Live Demonstration, i premi e le menzioni speciali consegnati nell'ambito di Smart Coast, Smart River, Gestione delle Emergenze e il premio Innovazione dedicato alle start up innovative". L’agenda è ricca e articolata e prevede momenti
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congressuali "faro" accreditati, sessioni parallele e incontri tecnici. Numerose sono inoltre le conferenze in agenda dedicate a reti e infrastrutture con riflettori puntati su argomenti di massima attualità. Key note lecturer sono Francois Grether, Architetto Francese e padre della rigenerazione urbana mondiale, Fabiano Ventura, esploratore e fotografo dei cambiamenti climatici e volti noti della televisione tra i quali Andrea Giuliacci del centro Epson Meteo. Agli studenti è dedicato un programma di laboratori “su misura” inerente i temi della salvaguardia del territorio, economia circolare, sostenibilità e sicurezza. Ferrara Fiere Congressi Tel +39 0532 909495 www.remtechexpo.com
RemTech Expo is the only permanent international event dedicated to reclamation of contaminated sites, environmental and natural hazards, maintenance and upgrading of the territory. Segments: RemTech and RemTech Europe on the reclamation of polluted sites, Coast for Coast Guard, Ports and Sediments, Esonda on hydrogeological and landslides, Sismo on mitigation of seismic risk, Inertia for the sustainability of works and reuse of materials, RigeneraCity on urban regeneration and social housing, ChemTech on reconversion and circular chemistry. Institutional Partners: European Commission, JRC-EC, Presidency of the Council of Ministers, House of Representatives, Ministry of the Environment, Emilia-Romagna Region. Appointments: regulatory evolution, characterization, risk analysis, technology, research, innovation, monitoring, control, territory, industry, sustainability. It also envisions the General States of Reclamations, the National Conference on Industry and Environment, the RemTech Europe International Conference, the National Port Conference, the National and International Conference on Hydrogeological Risk and Rivers, the Green Public Procurement National Meeting, the National Congress on Knowledge and Seismic Risk. Foreign Delegations: China (3iPET Technology Platform), India (TECO project), South Africa, Brazil.
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Modello idrogeologico in un’area soggetta ad esondabilità Nel presente articolo si riporta a titolo di esempio un lavoro di modellizzazione idraulica che lo studio Idrobussetti ha svolto per un cliente che doveva avviare un’attività in provincia di Piacenza. Nello studio si è fatta una prova di esondabilità per il dimensionamento dell’argine da edificare. Si sono visti tutti i vincoli da rispettare espressi nel PGRA e nella direttiva 2007/60/CE con uno studio climatico dell’area.
Per realizzare una classificazione climatica corretta è stata preso come riferimento la stazione di Zibello, essendo la stazione più vicina all’area di interesse inserita negli annali idrologici, in partico-
Figura 1. Esempio di vincolo.
La zona oggetto dello studio è sita in un’area produttiva e, guardando il colore blu intenso della carta, la classificazione è P3 - H (Alluvioni frequenti: tempo di ritorno tra i 20 e 50 anni, elevata probabilità). Successivamente si è provveduto ad uno studio climatico.
lar modo è stato preso come riferimento l’anno 2006. Si sono effettuate delle considerazioni geomorfologiche a tutela dell’area. Come si evince dalla figura successiva, le frecce in nero, in base ad un rilievo sul posto, indicano dove il corso d’acqua potrebbe erodere (sponda erosiva) e quindi esondare. Si nota, invece, che dove è si-
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tuata la proprietà del committente, siamo in una sponda di tipo deposizionale, meno a rischio di esondazione con un moto molto meno turbolento.
E successivamente un calcolo idraulico per una previsione empirica nei momenti di piena.
Conclusioni Vincoli L’area è a rischio di elevata esondabilità con un tempo di ritorno di 20 anni. La mappa del rischio classifica la zona come R3. Inquadramento geografico e geologico L’area si trova in una zona di bassa pianura dove sono prevalenti litologie di tipo limoso sabbioso. Inquadramento climatico Il clima prevalente in base alla scala Koppen è il Cfa ed è molto evidente la differenza di piovosità tra montagna e pianura, dove nella prima abbiamo una piovosità annuale di oltre i 1000 mm, mentre nella seconda intorno ai 600 mm. Si notano che i maggiori picchi di precipitazione si evidenziano prevalentemente in autunno e primavera. Inquadramento geomorfologico Il corso dell’Arda nella zona di interesse ha un andamento meandriforme, dovuto ad una pendenza dello 0.3%. La proprietà del committente, si trova in una sponda di tipo deposizionale. Inquadramento idraulico e idrogeologico La portata critica per le condizioni prossime all’esondabilità è pari a 70 mc/s. In base alla formula di Chezy, la portata che viene smaltita è pari a 68 mc/s dunque c’è rischio esondazione nelle sponde erosive. Si consiglia un argine di 1.5 m dalla quota della sponda di sinistra idrografica. Idrobussetti fabio.bussetti@idrobussetti.it www.idrobussetti.it
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A Piacenza la 22° edizione del GEOFLUID Dal 3 al 6 ottobre Piacenza Expo aprirà i battenti per ospitare la 22° edizione del GEOFLUID, la fiera italiana specializzata nei comparti delle perforazioni e dei lavori nel sottosuolo, per la ricerca e l’estrazione dei fluidi sotterranei, per le fondazioni speciali, i consolidamenti e le relative applicazioni geologiche, idrogeologiche, geofisiche, geotecniche, per le bonifiche delle falde e dei siti inquinati. Un appuntamento importante, che segna tra l’altro i quaranta anni di attività di questa esposizione biennale ormai riconosciuta come un momento
di incontro e di approfondimento unico, autorevole e imprescindibile per gli operatori del settore. In questi anni la manifestazione é costantemente cresciuta in proposta espositiva, presenza di visitatori qualificati e internazionalità.
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L’autorevolezza e il livello di internazionalizzazione ormai raggiunto dal GEOFLUID è confermata anche dai dati dell’ultima edizione del 2016, che ha chiuso con un totale di 338 espositori e 10.500 visitatori, di cui il 75% italiani e il 25% esteri, provenienti da 83 diversi Paesi. GEOFLUID è infatti una fiera di nicchia con il plus di una elevatissima specializzazione: i contatti sono mirati e il visitatore è competente e interessato. Su una superficie di oltre 30.000 m2 verrà presentata un’offerta merceologica ampia e diversificata, che coinvolge trasversalmente tutte le tipologie di macchine e attrezzature destinate alla perforazione, alla ricerca e all’estrazione dei fluidi sotterranei. Geofluid - Piacenza Expo Tel +39 0523 602711 www.geofluid.it
2018 is undoubtedly a special year for Geofluid, the most inclusive and qualified Italian exhibition specialized in the sectors of drilling and underground works. It’s important for research and extraction of underground fluids, special foundations and ground consolidation and for geological, hydrogeological, geophysical, geotechnical and land reclamation applications of groundwater and polluted sites. This year Geofluid –scheduled in Piacenza from 3rd to 6th October – celebrates its first 40 years, with over 30.000 square meters of the exhibition center “le Mose” (500 mt from Piacenza Sud Exit of the A1). From its origins Geofluid accompanies the development and evolution of its reference market. The exhibition has grown in size, product sectors, prestige and international authority, thanks to its specialized approach, the presence of leading companies and qualified visitors. In 2016 edition the total number of visitors was over 10.500, 75% were Italians and 25% came from 83 different Countries. As in previous editions, this year Geofluid will be developed though thematic areas: GEOTECH – GEOTUNNEL – GEOCONTROL – NODIG – GEOTERMIA.
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Pinze Trevi Benne per la movimentazione e il disboscamento delle forti piogge si accumulino legname e detriti che possono favorire straripamenti ed esondazioni pericolose. Le pinze realizzate da Trevi Benne sono particolarmente idonee a questo tipo di interventi.
Le operazioni necessarie per la mitigazione del rischio idrogeologico passano anche attraverso la cura del territorio e la pulizia degli alvei. Per questo motivo le sponde dei fiumi e dei torrenti richiedono scarpate solide e la movimentazione dei massi e delle rocce è essenziale per la realizzazione di difese spondali. Così come necessaria è la scrupolosa pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti per evitare che a causa
Pinza serie PMG La pinza PMG è una pinza mordente indicata sia per la demolizione di strutture di media consistenza, sia per la movimentazione e selezione di materiali di varia natura. È presente in 12 modelli da 75 a 3870 kg ed è particolarmente indica-
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ta per la selezione e il posizionamento di massi. È indicata per le aziende movimento terra per il ripristino di aree o scarpate sottoposte a fenomeni franosi. Pinza serie WT La pinza è progettata per l’abbattimento e il disboscamento di tronchi, di cespugli ad alto fusto e per il diradamento di arbusti di differenti dimensioni. Disponibile in 6 modelli con peso da 340 a 2.060 kg e per escavatori da 4,5 a 35 ton, è in grado di afferrare tronchi da 150 a 500 mm. È ideale per le aziende che eseguono manutenzione del verde stradale, per i consorzi di bonifica e per le imprese che operano nel settore ecologico e di valorizzazione ambientale. La pinza presenta indiscutibili vantaggi: • Indicata per operare in punti critici e di difficile accesso lungo cigli stradali, ripide scarpate, argini e frutteti. • Assicura alta produttività rendendo il materiale di risulta adatto alle successive fasi di trasformazione (cippatura, triturazione, biomassa, etc.). • Possibilità di regolazione dell’apertura di taglio in base al diametro del fusto. • Possibilità di avere una branchia centrale di accumulo per favorire tagli multipli. La Wood Line serie WT è stata presentata al pubblico per la prima volta in occasione della Fiera INTERMAT nel 2012, oggi
il prodotto ha subito un’evoluzione in risposta a specifiche esigenze suggerite dall’utilizzatore. Di seguito l’upgrade tecnico apportato alla nuova serie di pinze abbattitrici Serie WT: 1. migliorato l’accesso per l’ispezione e la taratura al sistema idraulico; 2. asse di rotazione rialzato per aumentare la stabilità e il bilanciamento in fase di lavoro; 3. adottate soluzioni specifiche strutturali per affrontare le condizioni di maggiore stress lavorativo; 4. abbassata la posizione della lama per avere un taglio più regolare e omogeneo con minor residuo di fibre di legno; 5. aumentata l’area di espulsione del residuo del tronco tagliato; 6. sostituito il sistema di autolubrificazione sulle boccole con un sistema di ingrassaggio manuale più efficace nel medio e lungo termine. Trevi Benne Spa esporrà alla fiera Eima 2018: Pad. 25 bis – Stand A51. Trevi Benne S.p.A. Tel 0444 760773 info@trevibenne.it www. trevibenne.it
RIFERIMENTI GEOLOGI
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RIFERIMENTI GEOLOGI ORDINE GEOLOGI – SEDI REGIONALI ABRUZZO piazza Ettore Troillo, 27 - 65127 Pescara PE Tel: 085 6921317 e-mail: segreteria@geologiabruzzo.it www.geologiabruzzo.it BASILICATA via Zara, 114 - 85100 Potenza PZ Tel: 0971 35940 e-mail: segreteria@geologibasilicata.it www.geologibasilicata.it CALABRIA via de Filippis, 320 - 88100 Catanzaro CZ Tel: 0961 77001 e-mail: segreteria@ordinegeologicalabria.it www.ordinegeologicalabria.it CAMPANIA via Stendhal, 23 - 80133 Napoli NA Tel: 081 5514583 e-mail: campania@geologi.it www.geologicampania.it EMILIA ROMAGNA via Guerrazzi, 6 - 40125 Bologna BO Tel: 051 2750142 e-mail: amministrazione@geologiemiliaromagna.it www.geologiemiliaromagna.it FRIULI VENEZIA GIULIA passo Goldoni, 2 - 34122 Trieste TS Tel: 040 367788 e-mail: geologifvg@libero.it www.geologifvg.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
RIFERIMENTI GEOLOGI LAZIO via Flaminia, 43 - 00196 Roma RM Tel: 06 36000166 e-mail: ordine@geologilazio.it www.geologilazio.it LIGURIA via XXV Aprile, 4/3 - 16123 Genova GE Tel : 010 2474295 e-mail: ordine@geologiliguria.it www.geologiliguria.it LOMBARDIA Via G.B.Pirelli, 26 – IV piano – 20124 Milano MI Tel: 02 66981130 e-mail: segreteria@geolomb.it www.geolomb.it MARCHE C.so Garibaldi, 28 - 60121 Ancona AN Tel: 071 2070930 e-mail: ordine@geologimarche.it www.geologimarche.it MOLISE via Kennedy,7 - 86100 Campobasso CB Tel: 0874 418633 e-mail: segreteria@ordinegeologimolise.it www.ordinegeologimolise.it PIEMONTE via A.Peyron, 13 - 10143 Torino TO Tel: 011 4374215 e-mail: segreteria@geologipiemonte.it www.geologipiemonte.it PUGLIA via Junipero Serra - 19 70125 Bari Tel: 080 5484811 e-mail: info@geologipuglia.it | www.geologipuglia.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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RIFERIMENTI GEOLOGI SARDEGNA via Toscana 7 - 09127 Cagliari CA Tel: 070 4560952 e-mail: geologi.sardegna@tiscalinet.it www.geologi.sardegna.it SICILIA viale Lazio, 2/a - 90144 Palermo PA Tel: 091 6269470 e-mail: info@geologidisicilia.it www.geologidisicilia.it TOSCANA via V.Fossombroni, 11 - 50136 Firenze FI Tel: 055 2340878 e-mail: ordine@geologitoscana.it www.geologitoscana.it TRENTINO ALTO ADIGE via G.B. Trener 8 - 38121 Trento TN Tel: 0461 980818 e-mail: info@geologitrentinoaltoadige.it www.geologitrentinoaltoadige.it UMBRIA via Martiri del Lager, 58 - 06128 Perugia PG Tel: 075 5011116 e-mail: ordine@geologiumbria.it www.ordinegeologiumbria.it VALLE D’AOSTA via Porta Pretoria, 41 - 11100 Aosta AO Tel: 0165 40872 e-mail: assprofvda@tin.it | www.geologivda.it VENETO via XX Settembre, 23 - 30174 Venezia Mestre VE Tel: 041 981186 e-mail: info@geologiveneto.it | www.geologiveneto.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
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DIRECTORY DELLE AZIENDE DEL SETTORE CODEVINTEC ITALIANA SRL Via G. Labus, 13 - 20147 Milano Tel (+39) 02 48302175 - Fax (+39) 02 48302169 e-mail: info@codevintec.it - Sito web: www.codevintec.it Prodotti: Tecnologie per le Scienze della Terra e del Mare: • Strumenti per Geofisica marina e terrestre • Sistemi per rilievi dei fondali e delle coste • Vulcanologia e Monitoraggio sismico • Studio del sottosuolo • Navigazione, Posizionamento e misura di assetto, anche sott’acqua CORR‐TEK IDROMETRIA SRL Via Garibaldi 5 int. 33 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR) Tel (+39) 045 8750041 - Fax (+39) 045 9251730 e‐mail: corr‐tek@corr‐tek.it - Sito web: www.ott.com Prodotti: Distributori per l’Italia di OTT Hydromet, Hydrolab, Sea-Bird (acque interne), Valeport (off-shore). Freatimetri. Aste idrometriche. Sensori di livello ad encoder, pressione, pneumatici e radar. Acquisitori dati per falde ed acque superficiali, con modem GSM/SMS/GPRS. Mulinelli idrometrici, correntometri elettromagnetici e doppler, sistemi ADCP. Sistemi fissi per misure di portata su fiumi/canali. Pluviometri a peso. Disdrometri. Reti di stazioni idro-meteo. Sonde multiparametriche per analisi dell’acqua. Strumenti oceanografici. CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Piazzale Aldo Moro, 7 - 00185 Roma Tel (+39) 06 49931 - Fax (+39) 06 4461954 Sito web: www.cnr.it Prodotti: Con sette dipartimenti tematici che abbracciano campi di ricerca ampi e diversificati e una rete di ricerca capillarmente distribuita su tutto il territorio nazionale all’interno della quale operano migliaia di ricercatori e studiosi, il Cnr è il più grande e importante Ente di ricerca del nostro Paese, depositario di un patrimonio unico di saperi e competenze. ECOMONDO Via Emilia, 155 - 47921 Rimini (RN) Tel (+39) 0541 744111 Sito web: www.ecomondo.it Prodotti: Piattaforma tecnologica per la Green e Circular Economy nell’area Euro-Mediterranea. L’area Rischio Idrogeologico è il nuovo settore di Ecomondo dedicato ai sistemi e soluzioni di prevenzione per il rischio idrogeologico e i principali rischi climatici, le inondazioni e l’erosione delle coste.
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EDILSYSTEM SRL Via del Piombo, 4 - 06134 Perugia Tel (+39) 075 5918115 - Fax (+39) 075 5918115 e‐mail: info@edilsys.it - Sito web: www.edilsys.it Prodotti: • Consolidamento terreni e fondazioni • Perforazioni carotaggi e fondazioni • Materiali compositi vetro-carbonio • Consolidamenti e risanamenti strutturali • Deumidificazione • Risanamento strutture in legno • Impermeabilizzazione • Isolamento termico GEOFLUID Via Tirotti,11 Fraz.Le Mose - 29122 Piacenza Tel (+39) 0523 602711 - Fax (+39) 0523 602702 Sito web: www.geofluid.it Prodotti: Manifestazione fieristica ad alta specializzazione nel comparto delle perforazioni e dei lavori nel sottosuolo. La manifestazione si sviluppa attraverso le aree tematiche: Geofluid - Geotech - Geotunnel - Geocontrol - Geofluid Green
IDROBUSSETTI Via Giovanni Guareschi 8 - 43123 Parma Tel (+39) 338 2411837 e-mail: fabio.bussetti@idrobussetti.it Sito web: www.idrobussetti.it Prodotti: Fitodepurazione, trattamento acque e depurazione, dissesto idrogeologico, relazioni geologiche e prove geognostiche.
ITALSWISS ENGINEERING SRL Strada romana di sotto, 27 - 28877 Ornavasso (VB) Tel (+39) 0323 837116 - Fax (+39) 0323 835369 e-mail: arrigo.scarin@italswiss.net - Sito web: www.italswiss.com Prodotti: Opera nel consolidamento di terreni, fornendo macchine e attrezzature per la miscelazione e l’iniezione di cemento, vari tipi di packers (idraulici, gonfiabili, meccanici) e accessori tra cui tubi valvolati, barre autoperforanti e centratori. L’azienda propone nuove soluzioni per l’ancoraggio di barre e chiodi, il riempimento di cavità e l’eliminazione di infiltrazioni d’acqua, grazie alle pompe per resine bicomponenti e a prodotti specifici. Distribuisce la pompa miscelatrice “MARMOTTA”. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2019
RECYCLING INDUSTRY Versione italiana: www.recyclind.it English language: www.recyclind.com e-mail: press@recyclind.it Prodotti: Giornale online di informazione sulle tecnologie e i processi di recupero di materia, riciclaggio industriale, energia, green economy, dissesto idrogeologico. In sinergia con le riviste: Guida alle Tecnologie per l’Ambiente e Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico.
SIRIVE SRL Via Antonio Fogazzaro, 71 – 36073 Cornedo Vicentino (VI) Tel (+39) 0541 744111 info@sirive.it - Sito web: www.sirive.it Prodotti: Sirive® è il primo marchio con produzione completamente italiana di barre autoperforanti ad uso geotecnico e relativi accessori. Dal 1989 il know-how acquisito nel campo delle opere speciali dall’impresa Dalla Gassa è stato costantemente trasferito nella produzione delle barre autoperforanti e di altri prodotti innovativi per l’ingegneria geotecnica. STS ITALIA SRL Via Lambro 36 - 20090 Opera (MI) Tel (+39) 02 57607073 - Fax (+39) 02 57607110 e-mail: info-italia@stssensors.com - Sito web: www.sts-italia.it Prodotti: • Trasduttori di pressione • Trasmettitori di pressione e temperatura • Sonde di livello • Sonde di livello per fluidi aggressivi • Sonde di livello e temperatura • DataLogger per misure di livello, temperatura e conducibilità • Sonde multiparametriche • Sistemi di teletrasmissione con registrazione dei dati di livello • Sonde per la misura dell’Ossigeno Disciolto • Sonde per la misura della Torbidità • Sonde per la misura del ph / Redox • Sonde per la misura della Conducibilità
TREVI BENNE SPA Via Bergoncino, 18 - 36025 Noventa Vicentina (VI) Tel (+39) 0444 760773 e-mail: info@trevibenne.it - Sito web: www.trevibenne.it Prodotti: Sviluppo, produzione e commercializzazione di tecnologie ed attrezzature per macchine movimento terra per i settori demolizione, movimentazione e riciclaggio, scavo e carico, forestale.
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Sottocontrollo. L’interferometro Metasensing monitora in tempo reale frane e deformazioni. Oltre il millimetro!
Monitoraggio ambientale Magnetometri, interferometri da terra…
Studio del sottosuolo Georadar, sismica, geoelettrica…
CODEVINTEC Tecnologie per le Scienze della Terra
Ingegneria civile Georadar 3D, laser scanner, inclinometri…
Monitoraggio sismico Sismometri, Strong Motion, reti Early Warning… tel. alle +39Tecnologie 02 4830.2175 info@codevintec.it | www.codevintec.it Guida contro il |Dissesto Idrogeologico 2019