Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico

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SOMMARIO 4 FRANE E ALLUVIONI: OLTRE 7 MILIONI GLI ABITANTI A RISCHIO NELL’88% DEI COMUNI ITALIANI

7 Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia 9 Popolazione a rischio frane 11 Popolazione a rischio alluvioni 12 IN SEI MESI, CONSUMATI 5 MILA ETTARI DI SUOLO 18 PIANO NAZIONALE DI OPERE E INTERVENTI DI RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

19 GLI INTERVENTI REGIONALI 31 RAPPORTO ANBI 2017: “MANUTENZIONE ITALIA: AZIONI PER L’ITALIA SICURA” 39 ANBI NAZIONALE E REGIONALI 42 GEOLOGI: I DISASTRI IDROGEOLOGICI NEL NOSTRO PAESE SONO IMPUTABILI ALLA GESTIONE SBAGLIATA DEL TERRITORIO E ALL’AZIONE ANTROPICA DEGLI ULTIMI 50 ANNI

44 ORDINE GEOLOGI – SEDI REGIONALI 48 Sistema di monitoraggio Paradigma ACRONET 50 Una soluzione innovativa per il monitoraggio in tempo reale delle piogge e la gestione del rischio idrogeologico

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52 I sistemi Erdox di Betonform 54 L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto

56 I software DOLMEN per il controllo del dissesto idrogeologico

58 Sistema di barre vibroinfisse e reti per consolidamenti

60 Controllo del territorio con Foldtani 62 Le centrifughe Getech 64 Modello idrogeologico in un’area soggetta ed esondabilità

66 Chiodatura TITAN e drenaggi DRILL DRAIN® 68 Magni TH per la manutenzione delle pareti rocciose stradali

70 Remtech Expo 2018 72 La perforazione sonica

Redazione: press@recyclind.it Pubblicità: ad@recyclind.it Edito da : Recycling Industry, Laura Veneri, Parma, Novembre 2017 P. IVA 02746090345 All Rights Reserved

Note legali Iscrizione al Roc: n. 25872

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74 Directory delle aziende del settore Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Frane e alluvioni: oltre 7 milioni gli abitanti a rischio nell’88% dei comuni italiani Supera i 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3 e P4), mappate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e quasi 6 milioni vivono in zone alluvionabili classificate a pericolosità idraulica media P2 con un tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (perimetrate nell’ambito della Direttiva Alluvioni). Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna, sono le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana, mentre i numeri più rilevanti di popolazione a rischio alluvione, nello scenario di pericolosità idraulica media P2, si riscontrano in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria. A livello comunale, è a rischio l’88,3% dei comuni italiani A presentare i dati ufficiali, elaborati nel 2015, il Rapporto ISPRA “Dissesto Idrogeologico in Italia”, che fornisce una conoscenza completa e attuale sulla pericolosità da frana, idraulica e di erosione costiera dell’intero territorio nazionale e contiene indicatori di rischio relativi a popolazione, imprese, beni culturali e superfici artificiali, di grande rilevanza per la programmazione degli interventi strutturali e non strutturali di mitigazione del rischio nel Paese. I dati e le informazioni del Rapporto, mosaicati da ISPRA sulla base delle perimetrazioni della pericolosità da frana e idraulica realizzate dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome, sono disponibili online sulla piattaforma cartografica Italia Sicura. In totale, sono 7.145 (esattamente l’88,3%), i comuni a rischio frane e/o alluvioni: di questi, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree ad elevata propensione a fenomeni franosi, 1.607 solo quelle a pericolosità idraulica, mentre in 3.898 coesistono entrambi i fenomeni. Sette le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D’Aosta, Liguria, Emilia - Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste, si aggiungono Calabria, Provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Sono, invece, 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni. I livelli elevati di pericolosità da frana e quelli medi per la pericolosità idraulica, riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2. In Italia, quasi 80.000 unità locali di imprese (circa l’1,7%) si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata per un totale di oltre 200.000 addetti a rischio. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Le regioni con il numero più alto di unità locali a rischio sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte. Esposte, invece, al pericolo inondazione nello scenario medio, 576.535 unità, per un totale di oltre 2 milioni di addetti. Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Liguria e Lombardia, sono le regioni con il numero più elevato di imprese vulnerabili al fenomeno idraulico. I Beni Culturali architettonici, monumentali e archeologici potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono 34.651 (18,1% del patrimonio totale), dei quali oltre 10.000 rientrano in aree a pericolosità elevata e molto elevata. Nello scenario di pericolosità media delle alluvioni ricadono circa 29.000 monumenti, mentre oltre 40.000 sono i beni culturali a rischio nello scenario relativo a eventi estremi P1(meno probabili, ma più intensi). Le regioni con il numero più alto di beni a rischio nello scenario medio, sono Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e Toscana. Tra i comuni, spiccano le città d’arte di Venezia, Ferrara, Firenze, Ravenna e Pisa. In Italia, il 66% delle frane censite in Europa A livello europeo, l’Italia è tra i paesi più minacciati dagli eventi di origine naturale, seconda solo alla Grecia, dal punto di vista della sismicità e della presenza di faglie capaci: eventi sismici, fagliazione superficiale, eruzioni vulcaniche, dissesto idrogeologico sono sempre sotto la lente di ingrandimento degli esperti perché abbracciano un territorio densamente popolato e industrializzato e il loro verificarsi comporta conseguenze rilevanti per i cittadini e per l’economia nazionale. Sono state 12 le vittime di eventi franosi, nel 2015. Ben 271 episodi e danni prevalentemente a rete stradale e ferroviaria. Secondo le stime, 503.282 abitanti sono residenti in aree a pericolosità di frana molto elevata, 744.397 in aree a pericolosità elevata, 1.587.177 in aree a pericolosità media e 2.132.393 in aree a pericolosità moderata e 680.197 in aree di attenzione. Delle quasi 900.000 frane censite in Europa, oltre 600.000 interessano proprio il territorio italiano. Il consumo di suolo non accenna a diminuire: coperti oltre 21.000 km2 di territorio. L’Italia è al primo posto in Europa per perdita di suolo dovuta ad erosione idrica, con valori superiori a 8 t/h per anno, contro la media europea di 2,5.

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia Il Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) finanziato nel 1997 dal Comitato dei Ministri per la Difesa del Suolo ex lege 183/89, prevede l’identificazione e la mappatura delle frane sull’intero territorio nazionale secondo modalità standardizzate e condivise. Gli Enti istituzionali preposti all’attuazione del progetto sono l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e le Regioni e le Province Autonome d’Italia. L ‘ISPRA svolge una funzione di indirizzo e coordinamento delle attività, verifica la conformità dei dati cartografici e alfanumerici, effettua le elaborazioni statistiche su scala nazionale e pubblica i dati su Internet mediante un Servizio di cartografia online (http://www.progettoiffi.isprambiente.it); le Regioni e le Province Autonome hanno il ruolo di raccolta dei dati storici e d’archivio, di mappatura dei dissesti franosi, di validazione e di informatizzazione degli stessi. L’inventario contiene le frane verificatesi sul territorio nazionale con le prime notizie storiche archiviate risalenti al 1116. I dati sono aggiornati al 2015 per le Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta e per la Provincia Autonoma di Bolzano; al 2014 per le Regioni Liguria, Emilia Romagna e Basilicata. Per le restanti Regioni i dati sono aggiornati al 2007. Complessivamente sono stati censiti 614.799 fenomeni franosi che interessano un’area di circa 23.000 km2, pari al 7,5% del territorio nazionale. Indice di franosità L ‘indice di franosità, calcolato su una maglia di lato 1 km , è pari al rapporto percentuale dell’area in frana sulla superficie della cella. I dati relativi alla regione Calabria risultano sottostimati rispetto alla reale situazione di dissesto poiché ad oggi l’attività di censimento dei fenomeni franosi è stata condotta prevalentemente nelle aree in cui sorgono centri abitati o interessate dalle principali infrastrutture lineari di comunicazione. [Fonte: Ispra]

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Popolazione a rischio frane

La stima della popolazione a rischio frane è stata effettuata sulla base della mosaicatura ISPRA (v. 1.0 del 30/09/2015) delle aree a pericolosità da frana dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), redatti dalle Autorità di Bacino , Regioni e Province Autonome, e della popolazione residente del 15° Censimento ISTAT 2011. L’ISPRA ha proceduto a una armonizzazione delle legende dei PAI in 5 classi di pericolosità: molto elevata P4, elevata P3, media P2, moderata P1 e aree di attenzione AA. L’elaborazione è stata effettuata intersecando, in ambiente GIS, le aree a pericolosità da frana con le sezioni di censimento ISTAT 2011. L’unità territoriale utilizzata per le elaborazioni è rappresentata dalle 402.678 sezioni censuarie. Il numero di persone esposte è stato stimato con il metodo di proporzionalità, moltiplicando la percentuale di area a pericolosità da frana all’interno di ciascuna sezione di censimento per la popolazione residente nella suddetta sezione. Il dato è stato quindi aggregato su base comunale. Per “popolazione a rischio frane” si intende la popolazione residente in aree a pericolosità da frana esposta al rischio di danni alla persona (morti, dispersi, feriti, evacuati). La vulnerabilità, che rappresenta il grado di perdita dell’elemento a rischio che può essere danneggiato nel corso di un evento, è stata posta cautelativamente pari a 1, in quanto una sua valutazione richiederebbe la conoscenza della magnitudo dei fenomeni franosi (velocità e volume) come pure la conoscenza del comportamento/resilienza delle categorie di popolazione (es. anziani, bambini, persone non autosufficienti). La vulnerabilità può inoltre variare anche in base al periodo dell’anno (estivo/invernale), al giorno della settimana (feriale/festivo) e all’ora (diurne/notturne) in cui si verifica l’evento. La popolazione a rischio frane in Italia, residente nelle aree a pericolosità da frana elevata P3 e molto elevata P4 dei PAI, è pari a 1.224.001 abitanti (2,1% della popolazione residente totale). Se consideriamo anche le aree a minore pericolosità e le aree di attenzione, la popolazione a rischio raggiunge 5.624.402 abitanti (9,5%). I comuni ricadenti nella prima classe, pur avendo numero di abitanti residenti in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata pari a 0, possono non avere rischio nullo per la popolazione, in quanto nel territorio dei suddetti comuni è comunque possibile l’innesco di fenomeni franosi in aree classificate a minore pericolosità. [Fonte: Ispra] Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Popolazione a rischio alluvioni

La stima della popolazione a rischio alluvioni è stata effettuata sulla base della mosaicatura ISPRA (v. 3.0 del 25/05/2015) delle aree a pericolosità idraulica media P2, con tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (D. Lgs. 49/2010), redatte dalle Autorità di Bacino , Regioni e Province Autonome, e della popolazione residente del 15° Censimento ISTAT 2011. L’elaborazione è stata effettuata intersecando, in ambiente GIS, le aree a pericolosità idraulica con le sezioni di censimento ISTAT 2011. L’unità territoriale utilizzata per le elaborazioni è rappresentata dalle 402.678 sezioni censuarie. Il numero di persone esposte è stato stimato con il metodo di proporzionalità, moltiplicando la percentuale di area a pericolosità idraulica all’interno di ciascuna sezione di censimento per la popolazione residente nella suddetta sezione. Il dato è stato quindi aggregato su base comunale. Per “popolazione a rischio alluvioni” si intende la popolazione residente in aree a pericolosità idraulica esposta al rischio di danni alla persona (morti, dispersi, feriti, evacuati). La vulnerabilità, che rappresenta il grado di perdita dell’elemento a rischio che può essere danneggiato nel corso di un evento, è stata posta cautelativamente pari a 1, non essendo disponibile, per l’intero territorio nazionale, l’informazione sui livelli idrici e sulla velocità della corrente. La valutazione della vulnerabilità richiederebbe anche la conoscenza del comportamento/resilienza delle categorie di popolazione (es. anziani, bambini, persone non autosufficienti). La vulnerabilità può inoltre variare anche in base al periodo dell’anno (estivo/ invernale), al giorno della settimana (feriale/festivo ) e all’ora (diurne/notturne) in cui si verifica l’evento. La popolazione a rischio alluvioni in Italia nello scenario P2 è pari a 5.922.922 abitanti (10% della popolazione residente totale). I comuni ricadenti nella prima classe, pur avendo numero di abitanti esposti ad alluvioni pari a 0, possono non avere rischio nullo per la popolazione, in quanto il reticolo idrografico minore nel territorio dei suddetti comuni potrebbe non essere stato oggetto di perimetrazione. [Fonte: Ispra]

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO IN SEI MESI, CONSUMATI 5 MILA ETTARI DI SUOLO Da novembre 2015 a maggio 2016, nonostante la crisi economica che ne ha rallentato la velocità, l’Italia ha consumato quasi 30 ettari di suolo al giorno, per un totale di 5 mila ettari di territorio. Come se in pochi mesi avessimo costruito 200.000 villette. Pur con una velocità ridotta, che si attesta quest’anno sui 3 m2 al secondo, il consumo di suolo continua inesorabilmente ad aumentare cancellando, al 2016, 23 mila km2 (pari alla dimensione di Campania, Molise e Liguria messe insieme), il 7,6% del territorio nazionale. E il futuro non è roseo. Le previsioni dell’ISPRA, che ha ipotizzato gli scenari di trasformazione del territorio italiano al 2050, parlano, nel migliore dei casi (interventi normativi significativi e azioni conseguenti che possano portare a una progressiva e lineare riduzione della velocità di cambiamento dell’uso del suolo), di una perdita di ulteriori 1.635 km2, di 3.270 km2 in caso si mantenesse la bassa velocità di consumo dettata dalla crisi economica e di 8.326 km2 nel caso in cui la ripresa economica riportasse la velocità al valore di 8 m2 al secondo registrato negli ultimi decenni. A fornire le stime del fenomeno, sia al 2016 che in previsione al 2050, è l’ISPRA che

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ha presentato i dati del rapporto sul consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), una raccolta di dati aggiornati, prodotti con un dettaglio a scala nazionale, regionale e comunale, grazie all’impegno del SNPA, che vede ISPRA insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome, in un lavoro congiunto di monitoraggio. Dal Rapporto emerge che dagli anni ‘50 al 2016, il consumo di suolo nazionale è passato dal 2,7% al 7,6%, con una crescita del 184%. Le colate di cemento continuano ad interessare zone a pericolosità sismica (oggi è ricoperto oltre il 7% nelle aree a pericolosità alta e quasi il 5% in quelle a pericolosità molto alta), idraulica (oltre 257.000 ettari, l’11% del totale del suolo artificiale nazionale) e da frana (circa l’11,8% del totale nazionale, con un incremento medio dello 0,2%), fascia costiera (con un aumento dell’impermeabilizzato nella fascia sotto i 300 metri, pari allo 0,15% a livello nazionale) aree protette (32.800 ettari di territorio consumato ed un aumento di ulteriori 48 ettari tra il 2015-2016) e parchi nazionali (nell’Arcipelago di La Maddalena e nel Parco nazionale del Circeo). In tutto sono 15 le regioni che hanno perso una percentuale di suolo superiore al 5%; tra queste Lombardia, Veneto (entrambe con oltre il 12%) e Campania (oltre il 10%), mentre gli incrementi maggiori in valori assoluti, sono avvenuti in Lombardia (648

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ettari di nuove superfici artificiali), Sicilia (585 ettari), e Veneto (563). Quella di Monza e della Brianza è la provincia con la percentuale più alta di consumo di suolo rispetto al territorio amministrato (oltre il 40%), con una crescita ulteriore, tra il 2015 e il 2016, di 22 ettari. Seguono Napoli e Milano (oltre il 30%), Trieste, Varese, Padova e Treviso. Tra queste, l’incremento maggiore si registra nella provincia di Treviso (186 ettari tra il 2015 e il 2016, il valore più alto a livello nazionale). Nei comuni italiani la crescita percentuale maggiore delle superfici artificiali è avvenuta a Calcio (in provincia di Bergamo, cresciuto del 9,5%), Oschiri (Olbia-Tempio, 7,4%), Altivole (Treviso, 6,9%), confermando che sono spesso comuni piccoli o medio piccoli che mostrano una maggiore tendenza a consumare suolo. Montalto di Castro (in provincia di Viterbo, con 65 ettari di nuovo consumo di suolo tra il 2015 e il 2016), Eboli (Salerno, 57 ettari), Roma (54 ettari) e Alcamo (Trapani, 52 ettari) sono i comuni dove l’incremento è stato maggiore in valore assoluto. Tra i comuni con più di 150.000 abitanti, gli incrementi maggiori sono a Roma, quindi a Torino e Bologna. Ogni italiano ha a disposizione una percentuale di suolo “sano”. Il picco di suolo libero per abitante si ha nel comune di Briga Alta (provincia di Cuneo) con oltre 1.300.000 m2 disponibili per ognuno dei suoi 39 abitanti, e in altri comuni montani poco abitati e con vasti spazi naturali. La maglia nera del 2016 va invece ad alcuni comuni della Provincia di Napoli, che registrano dagli 8 m2/ab ai 23 m2/ab di suolo non consumato.

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Preparing Europe for climate change: coordination is key to reduce risks posed by extreme weather Building stronger links between climate change adaptation and disaster risk reduction experts is more important than ever in wake of recent devastating and extreme weather events across Europe and elsewhere. Closer cooperation, including better policy alignment, will be crucial to reduce the impacts of weather- and climate-related hazards like floods, heatwaves, forest fires, or storm surges. Increasing coherence in actions and using innovative methods can improve the handling of these events, according to a report by the European Environment Agency (EEA) published. The EEA report ‘Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe — enhancing coherence of the knowledge base, policies and practices’ not only assesses current practices and level of know-how, but also highlights emerging innovative tools national, regional and local authorities are using to tackle the impacts of weather- and climate-related hazards. “The extent of devastation in the wake of forest fires, floods, storm surges not only in Europe and elsewhere has shown that the costs of not acting on climate change, as well as adaptation and prevention are extremely high. Mitigation is crucial as is ensuring effective action before, during and after a disaster. Our report shows that European countries have started preparing, but there is still much to gain from better coherence to improve resilience and reducing the risks. This should be the main goal for experts working in the adaptation and disaster risk reduction fields,” said Hans Bruyninckx, Executive Director of the European Environment Agency. Extreme weather becoming more frequent, costly Reducing the impacts of dangerous weather- and climate-related events and at the same time adapting to a changing climate have become top priorities for the European Union. The report presents 10 key natural hazards in Europe, including heatwaves, heavy precipitation, river floods, windstorms, landslides, droughts, forest fires, avalanches, hail and storm surges. These events have large impacts on human health, the economy and ecosystems and they can be made more damaging by other changes like increases in soil sealing, building in risk-prone areas, ageing population or ecosystem degradation. Climate projections show that most of these hazards will increase in frequency and severity in the next decades across Europe. The total reported economic losses caused by weather- and climate-related extremes in the 33 EEA member countries over the 1980–2016 period amounted to over EUR 450 billion. The largest share of the economic impacts was caused by floods (approximately 40 %), followed by storms (25 %), droughts (approximately 10 %) and heat waves (approximately 5 %). The insurance coverage of all these hazards is overall about 35 %. A large share of the total losses has been caused by a small Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO number of events. Regarding impacts on human health, heat waves are the deadliest especially for vulnerable groups such as the elderly, due, for example, to worsening of respiratory and cardiovascular diseases, aggravated by air pollution. Flooding, landslides and forest fires also cause fatalities, but less than heat waves. Innovation and collaboration is key to success The report showcases new models of governance between national and local levels and across sectors in Europe. These touch on spatial planning and risk prevention policies and technical measures such as raising dikes, insurance schemes and long-term financing as well as ‘nature-based’ solutions. If carried out properly, such projects can be highly efficient and cost-effective and have multiple benefits. Projects can include, for example, providing room for rivers to reduce flooding, agro-forestry projects to reduce soil erosion, and building parks and water elements that cool cities in the summer and hold run-off from heavy rainfall. Such efforts can also boost biodiversity and human well-being. Cooperation between actors is key to success, the report argues. In the Netherlands, for example, the national government, water boards, provinces and municipalities work closely together to climate proof water management in the Delta Programme. Insurers can also help to strengthen resilience, as shown by examples from Spain, France and the United Kingdom, by creating incentives for risk prevention and by helping to improve understanding of climate risks among citizens. Also city networks, working at global and EU level, are important as they foster capacity building for both disaster risk reduction and climate change adaptation actions. More action needed To further strengthen resilience, national climate change adaptation and disaster risk reduction strategies could be better integrated. More countries could perform and update comprehensive national climate change vulnerability and risk assessments. Climate services that provide climate data and projections (like Copernicus), can be better aligned with knowledge for disaster risk prevention. Improved knowledge of the economic costs of natural hazards is also important. National web-based knowledge platforms and multi-stakeholder coordination platforms can also help improve communication and in sharing information. Monitoring, reporting and evaluation of policies and actions are increasing, but more can be done and learning can be enhanced across climate change adaptation and disaster risk reduction policy areas. EU funding for actions is available but access to and use of such funding, such as for nature-based solutions, can be enhanced.

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Piano nazionale di opere e interventi di riduzione del rischio idrogeologico La mappa dei cantieri e del fabbisogno finanziario per il dissesto idrogeologico in Italia di Italiasicura. Il fabbisogno complessivo delle opere è un lungo elenco di 11.108 cantieri di cui 1340 con lavori in corso, per un fabbisogno finanziario complessivo di circa 29 miliardi di euro di cui 12.9 già programmati tra fondi europei, nazionali e regionali. Alcuni piani, come quello per le aree metropolitane vedono aperti grandi cantieri tra Genova, Milano, Firenze e in diverse altre regioni. La struttura di missione ha svolto una azione di recupero dei fondi stanziati contro il dissesto idrogeologico e non spesi negli anni 2000-2014, si tratta di un “tesoretto” da 2.2 miliardi oggi trasformati quasi tutti in cantieri. La scelta vincente è stata nel lavoro di squadra a tutti i livelli istituzionali che va ben oltre le appartenenze politiche che ha creato le condizioni per una grande opera pubblica nazionale collettiva; nella nomina dei 20 presidenti di Regione come Commissari straordinari del Governo per il contrasto al dissesto; nell’unificazione in un unico luogo, la Banca Dati Unitaria dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, dei 14 monitoraggi preesistenti e con gli stati di avanzamento dei progetti sulla piattaforma ReNDiS dell’Ispra; la lotta quotidiana per la semplificazione della burocrazia e dei ricorsi che bloccavano l’apertura dei cantieri fino alla “norma Bisagno” del decreto Sblocca Italia. “Il Piano per la messa in sicurezza del Paese - ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti - non è solo un grande impegno di risorse, ma un cambio di paradigma sull’aspetto decisivo della governance. Abbiamo individuato le priorità di intervento e agito su modalità di spesa. Oggi i Presidenti sono commissari straordinari al dissesto e in 30 giorni sono in grado di dare tutte le autorizzazioni. Credo inoltre - ha detto Galletti - che quelle norme abbiano bisogno di una revisione per renderle ancor più competitive. Il lavoro è lunghissimo, ha un orizzonte di 20 anni: è un lavoro avviato, una responsabilità presa rispetto al Paese”. “Per la prima volta l’Italia ha un Piano nazionale per la riduzione del rischio frane e alluvioni. E per la prima volta abbiamo una pianificazione non in emergenza ma ordinata e ordinaria di opere e interventi necessari e non rinviabili, e un piano finanziario con risorse vere e un monitoraggio che permette a qualsiasi cittadino di ‘visitare’ i Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO cantieri. Il contrasto al dissesto per noi significa prevenzione strutturale realizzata 365 giorni l’anno, e l’Italia può concludere, nell’arco di poco più di un decennio, la gran parte degli interventi previsti, correndo sulle progettazioni per colmare un ritardo impressionante per quasi il 90% delle opere grazie all’attivazione del primo Fondo Progetti rotativo con 100 milioni da parte del Ministero dell’Ambiente, una novità assoluta per stimolare investimenti per la massima sicurezza di circa 7 milioni di italiani che vivono nell’11% del territorio nazionale a rischio inondazioni e frane”, ha detto Erasmo D’Angelis. “Abbiamo un serio piano finanziario al 2023, presentato nel dettaglio nel libro, con risorse vere che ammontano esattamente a 12 miliardi 442 milioni da fondi europei e sviluppo e coesione, ordinari e recuperati da Italiasicura dopo una verifica con i Comuni, le Regioni e le ex Province sulla programmazione 2000-2014. È stata decisiva l’azione di semplificazione della governance e delle procedure ed è meglio spendere in prevenzione che riparare in emergenza danni per 3,5 miliardi l’anno come accade dal dopoguerra”, ha poi spiegato Mauro Grassi.

GLI INTERVENTI REGIONALI Le informazioni riportate di seguito relative al fabbisogno di interventi regionali sono elaborazioni, sviluppate dai tecnici di Invitalia, dei dati presenti nella piattaforma ReNDiS aggiornati al mese di febbraio 2017. [Fonte: Italiasicura, Il Piano Nazionale di Opere e Interventi e il Piano Finanziario per la Riduzione del Rischio Idrogeologico].

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione piemonte Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Piemonte: Sergio Chiamparino Sito web: regione.piemonte.it Mail: difesasuolo@regione.piemonte.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 417 interventi 1.179.200.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 272 interventi 196.300.000 € Interventi per la mitigazione delle valanghe 7 interventi 30.200.000 €

regione VALLE D’AOSTA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Valle d’Aosta: Augusto Rollandin Sito web: regione.vda.it Mail: r.rocco@regione.vda.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 10 interventi 99.900.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 15 interventi 141.400.000 € Interventi per la mitigazione delle valanghe 2 interventi 53.000.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 1 intervento 150.000.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione LIGURIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Liguria: Giovanni Toti Sito web: regione.liguria.it Mail: commissario.dl91@regione.liguria.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 58 interventi 684.650.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 18 interventi 29.250.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 3 interventi 7.250.000 €

regione LOMBARDIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Lombardia: Roberto Maroni Sito web: regione.lombardia.it Mail: commissarioadp@regione.lombardia.it; Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 226 interventi 793.800.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 61 interventi 57.050.000 € Interventi per la mitigazione delle valanghe 11 interventi 21.400.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 28 interventi 76.000.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Presidente e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Provincia autonoma di Trento: Ugo Rossi Sito web: provincia.tn.it Mail: serv.prevenzionerischi@provincia.tn.it

Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 32 interventi 33.700.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 43 interventi 18.050.000 €

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO Presidente Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Provincia autonoma di Bolzano: Arno Kompatscher Sito web: provincia.bz.it Mail: geologie.geologia@pec.prov.bz.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 20 interventi 43.200.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 11 interventi 19.750.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 9 interventi 11.000.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 3 interventi 9.550.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione VENETO Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Veneto: Luca Zaia; Soggetto attuatore: Tiziano Pinato Sito web: regione.veneto.it Mail: difesasuolo@regione.veneto.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 161 interventi 1.524.950.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 21 interventi 31.750.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 21 interventi 149.000.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 35 interventi 276.600.000 €

regione FRIULI VENEZIA GIULIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Friuli Venezia Giulia: Debora Serracchiani Sito web: regione.fvg.it Mail: difesasuolo@regione.fvg.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 110 interventi 378.300.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 24 interventi 20.150.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 1 intervento 2.250.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 14 interventi 38.200.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione EMILIA ROMAGNA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Emilia Romagna: Stefano Bonaccini Sito web: regione.emilia-romagna.it Mail: assterr@regione.emilia-romagna.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 226 interventi 705.500.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 121 interventi 130.350.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 2 interventi 19.700.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 24 interventi 48.800.000 €

regione MARCHE Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Marche: Luca Ceriscioli Sito web: regione.marche.it Mail: funzione.difesasuolo@regione.marche.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 81 interventi 131.750.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 133 interventi 138.800.000 € Interventi per la mitigazione delle valanghe 2 interventi 4.500.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 1 intervento 23.000.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 10 interventi 81.200.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione TOSCANA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Toscana: Enrico Rossi Sito web: regione.toscana.it Mail: direzione.difesasuolo-protezionecivile@regione.toscana.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 265 interventi 726.200.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 178 interventi 101.050.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 3 interventi 2.800.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 12 interventi 2.300.000 €

regione UMBRIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Umbria: Catiuscia Marini Sito web: regione.umbria.it Mail: direzioneambiente.regione@postacert.umbria.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 22 interventi 206.350.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 66 interventi 169.150.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 1 intervento 3.500.000 €

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione LAZIO Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Lazio: Nicola Zingaretti; Soggetto attuatore: Wanda D’Ercole; Sito web: regione.lazio.it Mail: direzioneacquesuolo@regione.lazio.legalmail.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 137 interventi 466.750.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 167 interventi 190.550.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 4 interventi 16.200.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 5 interventi 6.800.000 €

regione ABRUZZO Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Abruzzo: Luciano D’Alfonso Sito web: regione.abruzzo.it Mail: commissario.dl91@regione.abruzzo.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 132 interventi 525.400.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 608 interventi 602.700.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 10 interventi 56.050.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 4 interventi 2.850.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione MOLISE Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Molise: Paolo di Laura Frattura Sito web: regione.molise.it Mail: commissario.dissestoidrogeologico@regione.molise.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 88 interventi 211.300.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 465 interventi 581.700.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 2 interventi 4.000.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 14 interventi 10.800.000 €

regione CAMPANIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Campania: Vincenzo De Luca; Soggetto attuatore: Italo Giulivo; Sito web: regione.campania.it Mail: dg08.uod03@regione.campania.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 259 interventi 1.494.400.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 26 interventi 264.050.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 239 interventi 1.097.200.000 €

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione PUGLIA Presidente di Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Puglia: Michele Emiliano; Soggetto attuatore: Antonio Pulli; Sito web: regione.puglia.it Mail: info@dissestopuglia.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 428 interventi 1.999.600.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 183 interventi 455.500.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 31 interventi 137.850.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 54 interventi 300.550.000 €

regione BASILICATA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Basilicata: Marcello Pittella; Soggetto attuatore: Donato Viggiano Sito web: regione.basilicata.it Mail: dg_ambiente.territorio@regione.basilicata.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 144 interventi 559.200.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 389 interventi 587.850.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 6 interventi 22.650.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 3 interventi 45.900.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione CALABRIA Presidente di Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Calabria: Gerardo Mario Oliverio; Soggetto attuatore: Carmelo Gallo; Sito web: regione.calabria.it Mail: info@dissestocalabria.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 256 interventi 440.100.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 601 interventi 781.400.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 45 interventi 115.550.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 15 interventi 20.850.000 €

regione SICILIA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Sicilia: Rosario Crocetta; Soggetto attuatore: Maurizio Croce; Sito web: pti.regione.sicilia.it Mail: info@ucomidrogeosicilia.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 153 interventi 684.400.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 718 interventi 1.664.850.000 € Interventi per la mitigazione dell’erosione costiera 64 interventi 379.600.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 27 interventi 73.650.000 € Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO regione SARDEGNA Presidente della Regione e Commissario Straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la regione Sardegna: Francesco Pigliaru Sito web: regione.sardegna.it Mail: lavori.pubblici@regione.sardegna.it Interventi per la mitigazione delle alluvioni: 59 interventi 920.750.000 € Interventi per la mitigazione delle frane: 18 interventi 23.550.000 € Interventi per la mitigazione di rischio di tipo misto 9 interventi 501.750.000 €

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO RAPPORTO ANBI 2017: “MANUTENZIONE ITALIA: AZIONI PER L’ITALIA SICURA” Riportiamo l’intero Rapporto Anbi 2017 “L’estate appena trascorsa ci ha lasciato con una siccità e successive alluvioni che entreranno nella storia dell’Italia, per i danni causati all’economia complessiva del Paese, ai cittadini, al made in Italy agroalimentare. Ben 12 Regioni hanno chiesto, ed alcune ottenuto, lo stato di calamità naturale, con risorse a loro destinate allo scopo di risarcire parzialmente i danni subiti dall’agricoltura. Milioni di euro sono stati spesi per operare in emergenza per riparare e ristorare danni quando invece sarebbe possibile agire in prevenzione, risparmiando e creando sicurezza e bellezza. Ci apprestiamo all’inverno e senza fare alcuna previsione su cosa non accadrà o il suo contrario, possiamo affermare, senza timori di smentite, che sarà una stagione caratterizzata da quei cambiamenti climatici che sempre più si manifestano con eventi estremi. Questo è il vero nodo che ci spinge, come ANBI e con sempre maggiore determinazione, a rilanciare iniziative come quella odierna. I cambiamenti climatici mettono a dura e nuova prova i sistemi idrici, irrigui ed idraulici e denunciano, facendole emergere con chiarezza, le condizioni di arretratezza di

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO parte del Paese e le diverse e spesso distanti sensibilità delle Istituzioni di fronte a tale nuovo scenario. Riteniamo siano necessarie, ovunque nel Paese, Istituzioni maggiormente attente, sensibili e responsabili, governate da politici e burocrazie che abbiano tali sensibilità nel loro DNA e quindi consapevoli della necessità di uscire dalla logica delle emergenze per scegliere quella della prevenzione, con una visione di lungo periodo ed integrata, capace cioè di cogliere le opportunità infrastrutturali offerte, come si sta oggi facendo, e trasformarle in fatti compiuti in grado di mitigare, quando non addirittura di scongiurare, che accadano di nuovo gli eventi dannosi. Noi riconosciamo tale sensibilità ed operatività a questo odierno tavolo e per questo siamo convinti a proseguire con quella passione e determinazione che ci contraddistingue ovunque nel Paese. L’acqua è una risorsa essenziale, da proteggere e da cui proteggersi, senz’altro da rendere accessibile a tutti, risparmiandola e tutelandola nei vari usi, riutilizzandola dopo l’affinamento laddove la si consuma. Per fare ciò oggi il nostro Paese si è dotato di una articolazione che, aldilà di dichiarazioni spesso scontate e attestanti mancata conoscenza del settore e della ripartizione di competenze e responsabilità, è certamente moderna e efficace. Programmazione, pianificazione e gestione sono integrate tra loro, ben riconoscibili e, in virtù del lavoro normativo fatto dal Ministero dell’Ambiente nel corso dell’attuale legislatura, Stato e Regioni, Autorità di bacino distrettuali e Consorzi cooperano con chiarezza di ruoli e dentro norme puntuali che favoriscono la partecipazione. Ribadiamo peraltro la modernità del 152/2006. Si registrano poi alcune difficoltà che non sfuggono a nessuno, sia nella gestione industriale del settore che in quella dell’acqua irrigua, ma si tratta di difficoltà da superare in questo come in molti altri settori di una parte del Paese, parte centrale e fondamentale, ma in ritardo nel valorizzare come meritano le esperienze di autogoverno pubblico/privato come quelle dei Consorzi ed anche le partnership pubblicoprivato nel settore industriale. Cittadini ed imprese agricole e non, avranno tutto da guadagnare da uno sviluppo ancora più diffuso della gestione integrata difesa del suolo/governo dell’acqua irrigua fatta dai Consorzi di bonifica ed anche dal settore industriale. Se poi questi due comparti riusciranno, con un confronto sereno e franco, ad attivare concrete collaborazioni capaci di sviluppare anche le necessarie innovazioni, per una migliore qualità della risorsa acqua, per una gestione più moderna ed efficace con meno sprechi e più investimenti di futuro, allora si potrà sostenere che il nostro Paese può diventare capofila di una visione strategica ricca di prospettive di futuro ed in grado di scongiurare emergenze e disastri ambientali ai quali non possiamo e non dobbiamo abituarci. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Pensate, a solo titolo di esempio, ai milioni di metri cubi di acqua depurata per la quale si spendono risorse di tutti i cittadini per sversarle nei canali dei Consorzi di bonifica, trasportarle vicino agli impianti di sollevamento – idrovore – e gettarle in mare, privando tutti di quella multifunzionalità che deve essere modernamente sfruttata per usi irrigui, energetici, ricarica della falda, contrasto al cuneo salino, fruibilità ambientale, recupero, cave, etc. Altro settore di moderna collaborazione, che dovrà essere fatta propria dall’intera filiera è quello relativo ad una nuova educazione di tutti i cittadini e delle imprese industriali ed agricole ai mutati scenari - determinati da più fattori precedentemente richiamati, maggiori usi, antropizzazione e consumo eccessivo del territorio, cambiamenti climatici, etc. - ad avere un approccio diverso ed un uso maggiormente consapevole e responsabile della risorsa acqua. L’acqua quindi, quale risorsa da difendere e da cui difendersi, dovrà essere sempre più oggetto di scelte concrete per una nuova cultura collettiva quale risorsa non infinita e soprattutto risorsa comune. In tale ottica, in cui ciascuno è chiamato a fare la sua parte, Parlamento, Regioni, Comuni, cittadini, imprese e loro rappresentanza, spetta ai decisori politici fare norme di respiro strategico capaci di affrontare i ritardi “culturali” di alcune aree del Paese e

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO le questioni strutturali. Su quest’ultimo tema oggi i Consorzi di bonifica tramite la loro Associazione Nazionale, ANBI, si sono assunti la responsabilità trasparente di fornire un pacchetto progettuale concreto e moderno in grado di dare risposte utili al Paese e alle imprese. In tale contesto si colloca anche il report sulle opere incompiute, una vicenda sgradevole ed ingiusta, non degna di un Paese occidentale e moderno, che va chiusa in una direzione o nell’altra, ma va chiusa! Noi siamo pronti a fare la nostra parte, intanto denunciandola, mostrando finalmente dove sono le responsabilità e poi assumendola come memo per l’attività dell’attuale o della prossima legislatura, creando così anche i presupposti per un contributo fattivo alla sostenibilità ambientale. ANBI ritiene, nel presentare l’8° Rapporto sulla mitigazione del rischio idrogeologico e il report sulle opere idrauliche pubbliche non ultimate, di sostenere la necessità di una forte azione integrata con le Istituzioni e con un alto valore di reputazione e credibilità nei confronti della pubblica opinione affinché tutti i cittadini e le imprese discussione, il diritto all’acqua e i relativi doveri ma anche vi sono i diritti dell’acqua e i doveri verso di essa, solo così avremo dato una risposta agli obiettivi dell’Agenda 2030 e penseremo al presente guardando al futuro delle generazioni e delle imprese che verranno dopo. Proposte Per risolvere o quanto meno alleviare la situazione di rischio idrogeologico nei territori italiani rientrati nei comprensori di bonifica l’ANBI propone il piano pluriennale di interventi aggiornato al 2017, che prevede 3.709 interventi per un importo complessivo di quasi 8 miliardi di euro. Si ritiene poi non più rinviabile provvedere da un lato a realizzare serbatoi e vasche di espansione e laminazione delle piene al fine di regolare la cospicua quantità di acqua della stagione piovosa e conservare tale risorsa per la stagione irrigua. Dall’altro lato, risulta non più rinviabile ammodernare e razionalizzare le reti consortili per lo scolo delle acque, realizzate per un territorio rurale ormai scomparso, nonché completare, ammodernare e rendere più efficienti gli esistenti impianti di irrigazione collettiva. Da tali necessità è discesa l’esigenza di un Piano nazionale di piccoli e medi invasi, nonché di infrastrutture per razionalizzare l’utilizzo della risorsa, che prevede la realizzazione, in 20 anni, di circa 2.000 interventi, per i quali i Consorzi di bonifica e di irrigazione già dispongono di oltre 400 progetti definitivi ed esecutivi. Tale piano, predisposto da ANBI, è stato condiviso dall’Unità di Missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne ha approvato finalità e specifici obiettivi. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO Infine, come prima accennato, risulta non più rinviabile la realizzazione di quelle opere, cosiddette incomplete, si tratta di dighe, impianti di irrigazione, adduttori ed altri interventi, interrotti per contenziosi sugli appalti, interruzioni del finanziamento, o altre ragioni, nonché ripristinare la capacità di invaso compromessa in molti serbatoi attualmente in esercizio. Le iniziative in corso La legge di bilancio 2017, al comma 140 dell’art. 1, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un apposito fondo con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l’anno 2017, 3.150 milioni di euro per l’anno 2018, 3.500 milioni di euro per l’anno 2019 e 3.000 milioni di euro per gli anni dal 2020 al 2032 per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, anche al fine di pervenire alla soluzione delle questioni oggetto di procedura di infrazione da parte della UE, nei settori di spesa relativi, tra l’altro, a: d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale, bonifiche; h) prevenzione del rischio sismico. Si tratta di una somma complessiva superiore a 47 miliardi di euro che sarà ripartita con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con i Ministeri interessati, in relazione

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ai programmi presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato. Si ricorda che con D.P.C.M. del 21 luglio 2017 è stato ripartito detto finanziamento assegnando alla voce d) un totale di 857 milioni di euro ed alla voce h) un totale di 5.238 milioni di euro. Il Mipaaf ha in corso un finanziamento di 300 milioni di euro sul PSRN per la realizzazione di opere di irrigazione di rilevanza nazionale, nonché sul FSC un ulteriore finanziamento di 295 milioni di euro per interventi nel campo delle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle esondazioni, bacini di accumulo e programmi collegati di assistenza tecnica e consulenza. Il contributo dei consorzi di bonifica Gli interventi presentati dai Consorzi di bonifica attestano l’importanza di azioni finalizzate a garantire sul territorio una corretta regolazione idraulica e da quest’anno anche il difficile approvvigionamento irriguo. I Consorzi di bonifica, enti pubblici economici di autogoverno, forte espressione di sussidiarietà, sono costretti ad affrontare con sempre maggior frequenza contrasto ai cambiamenti climatici, consumo del suolo e le difficilissime situazioni idrauliche che ne derivano impegnando uomini, mezzi e risorse finanziarie dei privati consorziati per attenuare i danni. Gli organi di informazione più attenti al territorio hanno sempre posto in evidenza la positiva azione svolta dai Consorzi per ridurre i danni connessi agli eventi alluvionali. Sempre più si registrano significative, autorevoli ed importanti testimonianze da parte di rappresentanti delle istituzioni comunitarie, nazionali e regionali che affermano pubblicamente il rilevante ruolo dei Consorzi di bonifica. I Consorzi con proprie risorse assicurano al territorio in via ordinaria una costante azione preventiva di manutenzione degli impianti idraulici, corsi d’acqua, canali, argini. Attualmente, però il sistema di difesa idraulica richiede azioni di manutenzione straordinaria per poter garantire un funzionamento idoneo a ridurre il rischio connesso al mutato regime delle piogge e all’aggravata fragilità del territorio. Si ricorda che i Consorzi, sono attivi su oltre 17 milioni di ettari, più della metà del Paese, nei quali rientra tutta la pianura, la maggior parte della collina e una parte minore della montagna, nell’ambito di comprensori idraulicamente definiti a livello nazionale, i cui confini comprendono unità idrografiche omogenee. I Consorzi hanno realizzato e provvedono alla manutenzione e all’esercizio di un immenso patrimonio di impianti, canali e altre infrastrutture destinate alla difesa del suolo (circa 200 mila chilometri di canali di scolo e irrigui, 800 impianti idrovori, 22 mila briglie, etc.). I Consorzi svolgono funzioni sia di gestione delle acque che di difesa dalle acque garantendo quella gestione integrata acqua e suolo il cui collegamento, oggi auspicato Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO con forza dall’Europa, fa parte della storia delle aggregazioni consortili del nostro Paese e della innovazione laddove pubblico e privato si intersecano positivamente. Oggi ancora di più, che nel passato, risultano essere fondamentali per la gestione di attività collettive di area vasta e per quella capacità di “ascolto” del territorio che la loro sussidiarietà consente. I Consorzi rivendicano con forza ed orgoglio tale loro fondamentale ruolo per il quale posseggono conoscenza e specifiche professionalità tecniche, garantite da una organizzazione presente capillarmente sul territorio, dedicata al controllo ed alla gestione di un imponente patrimonio di impianti e canali. Va riconosciuto che la modesta superficie di pianura per ben 7,1 milioni di ettari è servita da opere di scolo e di questi, 1,2 milioni di ettari richiedono il sollevamento meccanico dell’acqua, cui provvedono i Consorzi con risorse dei propri consorziati. Infatti gli oneri di manutenzione ordinaria delle opere realizzate e gestite dai Consorzi sono a carico dei consorziati, tenuti a pagare annualmente i relativi contributi consortili. Nel 2016 sono ammontati a 650 milioni di euro gli importi versati ai Consorzi da parte di 7,8 milioni di contribuenti per la gestione delle opere di bonifica idraulica e di irrigazione. Come è noto gli oneri per la manutenzione ordinaria, sono a carico dei privati consorziati; occorrono invece investimenti pubblici per la manutenzione straordinaria in

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO tutto il Paese, oggi sempre più necessaria ad adeguare gli impianti in relazione alla profonda trasformazione subita dal territorio e al mutato regime delle piogge, recuperando danni di scellerate scelte urbanistiche, di condoni edilizi, di mancata cultura nelle scelte strategiche di lungo periodo. L’autoriforma e la semplificazione l’intesa Stato-Regioni 2008 Da 250 a 116 Consorzi di bonifica. I Consorzi, a differenza di altre istituzioni, hanno dato risposta tempestiva a quelle esigenze di riordino territoriale e conseguenti fusioni da tempo auspicate anche per altri settori. I Consorzi di bonifica, infatti, attraverso un intenso processo di fusioni ed incorporazioni, sono attualmente 116 di bonifica rispetto ai 250 degli anni settanta. Nello stesso periodo il territorio sul quale essi operano non ha subito riduzioni ma si è accresciuto. Si tratta pertanto di un significativo e serio processo di ammodernamento con connesse sensibili riduzioni di spesa. Il settore rappresenta inoltre un esempio virtuoso di applicazione del principio costituzionale di competenza concorrente, Stato-Regioni. Infatti il Protocollo di Intesa sottoscritto dallo Stato e dalle Regioni il 18 settembre 2008 ha consentito un quadro di disciplina regionale condiviso e adeguato ai più moderni criteri di politica del territorio, nel rispetto dei principi fondamentali desunti dalle leggi statali e concordemente riconosciuti dalle Regioni”.

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ANBI nazionale e REGIONALI ANBI ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI TUTELA GESTIONE TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE Via di Santa Teresa 23 00198 Roma RM Telefono +39 06 844321 e-mail: anbimail@anbi.it ANBI Abruzzo Via Gizio, 36 - 66013 Chieti Scalo CH c/o Consorzio Bon. Centro-Bacino Saline-Pescara-Alento-Foro Telefono 0871 58821 e-mail: bonifica.abruzzo@alice.it ANBI Basilicata Piazza S.M. Assunta - 85020 - Gaudiano PZ Telefono 0972 82811 ANBI Calabria Via Filippo Turati, 22 - 88046 Lamezia Terme CZ Telefono 0968 448655 e-mail: info@urbicalabria.it Sito www.urbicalabria.it ANBI Campania Via Giovanni Porzio, 4 - Centro Direzionale Isola F/2 - 80143 Napoli NA c/o Consorzio bon. Conca di Agnano Telefono 081 7347440 ANBI Emilia Romagna Via Ernesto Masi, 8 - 40137 Bologna BO Telefono 051 333102 e-mail: segreteria@anbiemiliaromagna.it Sito www.anbiemiliaromagna.it ANBI Friuli - Venezia Giulia Viale Europa Unita, 141 - 33100 Udine UD c/o Consorzio bon. Pianura Friulana Telefono 0432 275311 E-Mail info@bonificafriulana.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ANBI Lazio Via Fosso di Dragoncello, 172 - 00124 Roma RM c/o C.B. Tevere e Agro Romano Telefono 06 561941 e-mail: info@anbilazio.it segreteria.generale@bonifica.latina.it Sito www.anbilazio.it ANBI Liguria Via Paci, 2 - 19038 Sarzana SP c/o Consorzio bon. Canale Lunense Telefono 0187 620145 - 0187 620205 e-mail: info@canalelunense.it ANBI Lombardia Via Fabio Filzi, 27 - 20124 Milano MI Telefono 02 58325177 e-mail: urbim@urbimlombardia.it Sito www.urbimlombardia.it ANBI Marche Via L. Guidi, 30 - 61121 Pesaro PU c/o Consorzio di Bonifica delle Marche Telefono 0721 31002 e-mail: segreteria@bonificamarche.it ANBI Molise Via Cairoli, 31 - 86039 Termoli CB c/o Consorzio Bon. Trigno e Biferno Telefono 0875 705546 e-mail: unioneregionalebonifichemolise@gmail.com ANBI Piemonte Via Negroni, 7 - 28100 Novara NO Telefono 0321 675211 e-mail: anbi.piemonte@gmail.com ANBI Puglia Via Dalmazia, 127 - 70121 Bari BA Telefono 080 5531551 e-mail: urbi@anbipuglia.it Sito www.anbipuglia.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ANBI Sardegna Via Santa Barbara, 30 - 08100 Nuoro NU c/o Consorzio bon. Sardegna Centrale Telefono 0784 233000 e-mail: consorzio.nurra@tiscali.it alec40it@yahoo.it A.S.C.E.B.E.M. Via G. B. Lulli, 42 - 90145 Palermo PA c/o Consorzio bon. n. 2 Telefono 091 333983 e-mail: ascebem@gmail.com Sito www.ascebem.it ANBI Toscana Via Cavour, 81 - 50129 Firenze FI Telefono 055 283283 e-mail:info@anbitoscana.it Sito www.anbitoscana.it ANBI Trentino-Alto Adige Via Brennero, 262/e - 38121 Trento TN Telefono 0461 827176 e-mail: claudio.geat@ctb.tn.it ANBI Umbria Via Arco di Druso, 37 - 06049 Spoleto PG c/o Consorzio della Bonificazione Umbra Telefono 0743 260263 e-mail:consorzio@bonificaumbra.it c.marcucci@bonificaumbra.it ANBI Veneto Lista di Spagna, 122 - 30121 Venezia VE Telefono 041 716533 - 041 716399 e-mail: segreteria@anbiveneto.it Sito www.anbiveneto.it ANBI Valle d’Aosta Via della Collina, 26 - 11010 Saint Pierre AO c/o unités des communes valdôtaines Grand Paradis Loc. Champagne, 53 - 11018 Villeneuve AO Telefono 0165 921807

* Fonte www.anbi.it

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO geologi: I disastri idrogeologici nel nostro Paese sono imputabili alla gestione sbagliata del territorio e all’azione antropica degli ultimi 50 anni “Nell’ultimo cinquantennio si è assistito alla crescita incontrollata dei centri abitati e delle periferie metropolitane, avvenuta troppo in fretta e con poca attenzione alle conseguenze dell’azione antropica sul territorio. Il conto sempre più consistente, in termini di perdita di vite umane e danni al patrimonio edilizio e infrastrutturale, è sempre di più riconducibile a questo”. È il grido di allarme che arriva dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, in occasione del Convegno “Valtellina 30 anni dopo: cultura, normativa e politica del territorio quali cambiamenti?” tenutosi il 22 settembre 2017 nell’Auditorium S. Antonio di Morbegno. L’incontro, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Lombardia e con la Fondazione Centro Studi del CNG, vuole non soltanto ricordare le vittime dell’alluvione, ma anche ripercorrere l’evoluzione tecnica e normativa che si è raggiunta trent’anni dopo il disastro idrogeologico nonché trarre spunti di riflessione utili per il futuro. Trent’anni fa, nel mese di luglio, l’intera valle alpina venne colpita dal disastro: la grande alluvione del 1987. Le frane e le esondazioni provocarono 53 morti, migliaia di sfollati, la distruzione di interi centri abitati, di strade, ponti e danni ingenti per un totale di circa 4000 miliardi di lire. “Siamo il Paese – denuncia il Presidente del CNG – dove ogni anno si perdono circa 500 kmq di superficie naturale o agricola trasformati in cemento, edifici e nuove infrastrutture, dove assistiamo al progressivo abbandono di vaste aree agricole (secondo l’Istat circa 300 mila ettari di superficie agricola utilizzata in dieci anni), e dove da qualche decennio non si fanno più regolari interventi di manutenzione”. “Tutto ciò – prosegue – ha degradato il territorio, rendendolo sempre più esposto e vulnerabile e in questo quadro si inseriscono i cambiamenti climatici, che determinano eventi piovosi estremi, che scaricano al suolo centinaia di millimetri di pioggia in meno di un giorno. Ma se le violente precipitazioni spesso sono la causa scatenante di frane e alluvioni, i disastri che ne derivano sono imputabili a decenni di gestione sbagliata del territorio e delle aree considerate ad elevato rischio idraulico ed idrogeologico” denuncia Peduto. Il Presidente del CNG dà qualche dato: il primato delle frane lo detiene il nostro Paese. Infatti, secondo l’ultimo rapporto dell’ISPRA, oltre il 70% di tutte le frane del continente europeo – circa 530 mila – si verificano in Italia; dal dopoguerra ad oggi Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO il danno stimato, causato da eventi alluvionali o franosi, supera ormai i 60 miliardi di euro. Inoltre, in base ai dati OCSE, dal 1963 al 2012, ben 782 comuni italiani hanno subito inondazioni e frane con conseguenti ingenti danni se non vittime e la mancata prevenzione costa all’Italia in media lo 0,2% del PIL annuo. “Le cause del dissesto idrogeologico nel nostro Paese – afferma Peduto – sono: i cambiamenti climatici, la sconsiderata gestione del territorio, la mancanza di un’efficace politica di prevenzione e di convivenza con il rischio che non fanno altro che amplificare la potenza degli eventi e dei conseguenti danni”. “Per questo ripetiamo da anni che, in ragione dello stato di dissesto del Paese, è fondamentale affiancare agli interventi strutturali, una serie di misure ed azioni ‘non strutturali’, quali i monitoraggi e i presidi satellitari, strumentali e tecnico-specialistici, se davvero vogliamo conseguire gli obiettivi di salvaguardia e tutela del territorio. Ricordiamo – continua – che ancora tanti comuni, o sono addirittura privi di Piani di Protezione civile comunali (PPCC) o li hanno solo sulla carta, piani virtuali che puntualmente si rilevano del tutto inefficaci in caso di evento, privi di scenari di pericolosità e senza i piani di emergenza per la salvaguardia dell’incolumità delle persone nelle aree a maggior rischio”. “Quello che chiediamo alle forze politiche – conclude il Presidente del CNG -, considerato che siamo alla fine della legislatura, è di prendere impegni concreti sui temi della difesa del suolo, di investire su normative efficaci e su un piano di manutenzione e di risanamento idrogeologico, anche attraverso l’adozione di opportune e necessarie misure ‘non strutturali’, a partire dai presidi territoriali. La messa in sicurezza dei territori, anche attraverso la realizzazione di opportune misure di ‘prevenzione civile’ non è più derogabile, credo che il Paese abbia già versato un tributo elevatissimo in termini di perdita di vite umane, di distruzioni e di degrado del territorio, che impone una forte responsabilizzazione collettiva e risposte più mature e concrete dalla classe politica”. Cos’è cambiato 30 anni dopo l’alluvione in Lombardia? A rispondere alla domanda è Gaetano Butticé, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Lombardia. “Nonostante siano stati fatti passi avanti in questi trent’anni – denuncia Butticé -, per raggiungere l’obiettivo di una soddisfacente prevenzione del rischio idrogeologico mancano ancora parecchi tasselli: manca la diffusione sul territorio di un’adeguata cultura geologica – prosegue il geologo, – mancano le competenze tecniche negli Enti locali, manca una strategia coordinata della prevenzione, mancano i controlli sull’applicazione delle norme di governo del territorio e, purtroppo, in qualche caso manca proprio la volontà di rispettare le regole”.

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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO ORDINE GEOLOGI – SEDI REGIONALI ABRUZZO piazza Ettore Troillo, 27 - 65127 Pescara PE Tel: 085 6921317 e-mail: segreteria@geologiabruzzo.it | Web Site: www.geologiabruzzo.it BASILICATA via Zara, 114 - 85100 Potenza PZ Tel: 0971 35940 e-mail: segreteria@geologibasilicata.it | Web Site: www.geologibasilicata.it CALABRIA via de Filippis, 320 - 88100 Catanzaro CZ Tel: 0961 77001 e-mail: segreteria@ordinegeologicalabria.it | Web Site: www.ordinegeologicalabria.it CAMPANIA via Stendhal, 23 - 80133 Napoli NA Tel: 081 5514583 e-mail: campania@geologi.it | Web Site: www.geologicampania.it EMILIA ROMAGNA via Guerrazzi, 6 - 40125 Bologna BO Tel: 051 2750142 e-mail: amministrazione@geologiemiliaromagna.it Web Site: www.geologiemiliaromagna.it FRIULI VENEZIA GIULIA passo Goldoni, 2 - 34122 Trieste TS Tel: 040 367788 e-mail: geologifvg@libero.it | Web Site: www.geologifvg.it LAZIO via Flaminia, 43 - 00196 Roma RM Tel: 06 36000166 e-mail: ordine@geologilazio.it | Web Site: www.geologilazio.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO LIGURIA via XXV Aprile, 4/3 - 16123 Genova GE Tel : 010 2474295 e-mail: ordine@geologiliguria.it | Web Site: http://nuke.geologiliguria.it LOMBARDIA Via G.B.Pirelli, 26 – IV piano – 20124 Milano MI Tel: 02 66981130 e-mail: segreteria@geolomb.it | Web Site: www.geolomb.it MARCHE C.so Garibaldi, 28 - 60121 Ancona AN Tel: 071 2070930 e-mail: ordine@geologimarche.it | Web Site: http://www.geologimarche.it MOLISE via Kennedy,7 - 86100 Campobasso CB Tel: 0874 418633 e-mail: segreteria@ordinegeologimolise.it | Web Site: www.ordinegeologimolise.it PIEMONTE via A.Peyron, 13 - 10143 Torino TO Tel: 011 4374215 e-mail: segreteria@geologipiemonte.it | Web Site: www.geologipiemonte.it PUGLIA via Junipero Serra - 19 70125 Bari Tel: 080 5484811 e-mail: info@geologipuglia.it | Web Site: www.geologipuglia.it SARDEGNA via Marche, 16 - 09127 Cagliari CA Tel: 070 4560952 e-mail: geologi.sardegna@tiscalinet.it | Web Site: www.geologi.sardegna.it SICILIA viale Lazio, 2/a - 90144 Palermo PA Tel: 091 6269470 e-mail: info@geologidisicilia.it | Web Site: www.geologidisicilia.it Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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NUMERI, DATI, PROGETTI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO TOSCANA via V.Fossombroni, 11 - 50136 Firenze FI Tel: 055 2340878 e-mail: ordine@geologitoscana.it | Web Site: www.geologitoscana.it TRENTINO ALTO ADIGE via G.B. Trener 8 - 38121 Trento TN Tel: 0461 980818 e-mail: info@geologitrentinoaltoadige.it Web Site: http://www.geologitrentinoaltoadige.it/it/ UMBRIA via Martiri del Lager, 58 - 06128 Perugia PG Tel: 075 5011116 e-mail: ordine@geologiumbria.it | Web Site: http://www.ordinegeologiumbria.it VALLE D’AOSTA via Porta Pretoria, 41 - 11100 Aosta AO Tel: 0165 40872 e-mail: assprofvda@tin.it | Web Site: www.geologivda.it VENETO via XX Settembre, 23 - 30174 Venezia Mestre VE Tel: 041 981186 e-mail: info@geologiveneto.it | Web Site: www.geologiveneto.it

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Sistema di monitoraggio Paradigma ACRONET Grazie a questo nuovo modello proposto da Fondazione ACROTEC, è possibile aumentare il numero di stazioni di misura sul territorio. Il rilevamento dei parametri ambientali è di cruciale importanza per il monitoraggio degli eventi atmosferici, l’osservazione della loro variazione nel tempo permette, infatti, di prevedere con un certo anticipo se tali fenomeni hanno alta probabilità di evolvere in precipitazioni intense o magari a carattere alluvionale. Se aumentasse la distribuzione e la densità delle stazioni di misura sul territorio, sarebbe possibile cogliere tutti quei fenomeni atmosferici particolarmente intensi e circoscritti che, sono stati la causa delle recenti alluvioni. Il monitoraggio idro-pluviometrico in tempo reale già

operato dalle reti regionali dovrebbe quindi essere raffittito e integrato con strumenti adeguati. Questa necessità, in genere, si scontra con un problema di ordine economico; Paradigma ACRONET nasce per superare questa difficoltà che impedisce nei fatti di strumentare correttamente il territorio. Adottando il paradigma, si possono realizzare e installare sistemi di monitoraggio completi a costi molto contenuti, ma che al contempo rispettano rigorosi standard professionali di affidabilità, precisione e accuratezza richiesti dalle reti regionali. Fondazione ACROTEC ha pensato di semplificare l’assemblaggio e l’utilizzo degli strumenti, fornendo dei pratici Kit di montaggio e installazione “fai-da-te”. Chiunque può essere in grado di montarli o addirittura costruirli da solo: secondo il nuovo schema di hardware libero, tutti i documenti progettuali, i disegni tecnici, gli schemi elettronici e la lista delle componenti di tutti gli apparati sono gratuitamente disponibili in rete. Tutti i dati misurati sono sempre dispo-

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nibili gratuitamente e in tempo reale sulla piattaforma web del progetto (www. acronetwork.org) da cui, in relazione al superamento di soglie di allarme possono essere impostate notifiche via email o sms. Inoltre, sono consultabili da smartphone attraverso l’applicazione Telegram® (@AcronetBot). Infine è stata realizzata una speciale configurazione che prevede, come terminale remoto, un pannello informativo luminoso in grado di rappresentare i livelli di allerta regionale e/o di allarme comunale in atto. Il controllo del pannello è garantito dalla stessa piattaforma web del progetto da cui si può controllare, in ogni momento, lo stato di attivazione del pannello. Fondazione Acrotec Tel +39 019 2303917 acronet@acronet.cc www.acronet.cc

By adopting the new model proposed by ACROTEC Foundation, it is possible to increase the number of monitoring systems in the field, capturing all those particularly intense and circumscribed atmospheric phenomena that have been the cause of recent floods. The real-time monitoring of water levels and rain precipitation already carried out by the regional networks should therefore be refined and integrated with appropriate tools. This requirement usually conflicts with a problem of economic order; the ACRONET Paradigm was born to overcome this difficulty that prevents the territory from being instrumental. By adopting the Paradigm, it becomes feasible to realize and install Open Hardware monitoring systems with low costs to be considered, while at the same time meeting strict professional standards. The ACROTEC Foundation has been thinking of simplifying the assembly and use of monitoring and control tools, providing practical DIY kits to be mounted and installed in full autonomy by end users. All measured data are always available free of charge and in real time on the project web infrastructure (www.acronetwork.org) and can be also viewed by smartphones via the free Telegram® application (@AcronetBot).


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Una soluzione innovativa per il monitoraggio in tempo reale delle piogge e la gestione del rischio idrogeologico Smart Rainfall System è un innovativo strumento di supporto decisionale per l’analisi del rischio idrogeologico e di resilienza territoriale basato sulla localizzazione in tempo reale della precipitazione (si può prevedere di avere una risoluzione dell’ordine dei 100 m) e sull’anticipazione dei deflussi nei bacini urbanizzati e naturali. SRS provvede all’osservazione continua delle condizioni atmosferiche sfruttando un fenomeno ben noto nel settore delle telecomunicazioni: l’attenuazione delle onde elettromagnetiche in presenza di precipitazioni atmosferiche (v. ITUR P.838). I sensori SRS, elaborano infatti informazioni pluviometriche a partire dall’analisi del segnale TV satellitare a microonde (prevalentemente la banda Ku, tra 10,70 e 12,75 GHz) ricevuto dalle comuni antenne paraboliche che siamo abituati a vedere sui tetti delle case.

Il paradigma infrastrutturale è quello dell’Internet of Things (IoT): si tratta infatti in una rete di stazioni di misura dislocate nell’area da monitorare in maniera potenzialmente estesa e capillare, che inviano continuativamente piccoli pacchetti di dati al server centrale di SRS. Sulla base delle informazioni analizzate, la piattaforma web-GIS di SRS crea dinamicamente mappe pluviometriche interattive e ad alta risoluzione di tutta l’area monitorata e le rende disponibili ai propri utenti, tramite un servizio online (via web e su dispositivi mobili).

Stazione di misura SRS operativa nell’area della discarica di Monte Scarpino (Genova)

Indicazione del livello di pericolosità

Il servizio include l’integrazione del dato pluviometrico con la stima del livello idrometrico atteso in punti critici del sistema di drenaggio monitorato. Ciò è reso possibile dall’esecuzione in continuo di simulazioni afflussi/deflussi con un approccio semi-distribuito al fine di prevedere tempestivamente le conseGuida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


guenze delle precipitazioni e fornire un allertamento automatico al superamento di soglie di rischio.

Il sistema di rappresentazione web-GIS di SRS

SRS si distingue inoltre per i bassi costi di implementazione e manutenzione: le stazioni di misura SRS sfruttano infrastrutture già attive (telecomunicazioni satellitari, reti internet e mobili) e sono realizzate con componenti di mercato a basso costo. Inoltre, ogni sensore SRS ha un consumo energetico paragonabile a quello di un comune caricabatteria per dispositivi mobili. Per SRS è stato riconosciuto il brevetto a livello italiano nel 2014 (brevetto nazionale UIBM n. 0001412786) di cui è in corso la procedura di estensione del brevetto a livello europeo (EU n. EP2688223). Artys Srl Tel +39 010 098 0181 info@artys.it www.artys.it

The ARTYS Smart Rainfall System (SRS) is an innovative real-time rainfall monitoring system that provides a short-term anticipation of the hydrogeological risk level. Its principle of operation relies on the analysis of the satellite television signals (DVB-S) received by commercial parabolic dishes (which are an intrinsic part of the sensor) as captured by low-cost sensor boxes. Each SRS box is able to provide one-minute data to the central SRS server that computes real-time rainfall intensity maps. Since SRS exploits existing telecommunications infrastructures and IoT-based technologies (cost efficient and easy to install/maintain sensors), it allows the deployment of large amount of sensing sites due to the low cost of both installation and maintenance, and with the prospects of decades of use. This allows a huge and robust coverage of large areas at a very low cost (just the SRS sensor box), thanks to the participation of citizens in rainfall data collection, and social media could be used as an open publish-subscribe infrastructure for the sensor. The areal one-minute precipitation measurements provided by a network of SRS sensors are used to predict the water level expected in the drainage system. This is possible thanks to a continuous rainfall-runoff model that allows an anticipation time approximated to the “concentration time” of the basin, activating an automatic alert when risk thresholds are exceeded.


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I sistemi Erdox di Betonform Da oltre 40 anni sul mercato, Betonform produce quattro linee di prodotto: elementi prefabbricati in calcestruzzo per l’allestimento di aree urbane e giardini, nonché lavorazioni speciali per designer, la linea di blocchi per la realizzazione di muri di contenimento a secco Löffel, impiegato per muri di sostegno, elementi antirumore in varie forme e materiali e le barriere Erdox, che rappresentano la più moderna e funzionale soluzione come consolidatori di terreno e fermaneve. Con impianti di produzione e uffici di vendita a Gais (BZ) e Medesano (PR) Betonform commercializza i suoi prodotti in Italia e nel mondo, inoltre ha aperto una sede logistica a Lima (Perù) per avere una presenza più marcata nel promettente mercato sudamericano. La continua attività di ricerca e svilup-

po, le certificazioni ISO 9001:2008, UNI EN 1090, UNI EN ISO 3834-3 11/2006 e SOA OS34 Class III, la lunga e pluriennale esperienza nel settore è garanzia di qualità nel design, nella tecnica, nei prodotti, nei materiali impiegati e nel servizio offerto. I prodotti Betonform sono costantemente sottoposti ad accurate verifiche sperimentali. I sistemi Erdox sono una delle più efficienti innovazioni votate alla risoluzione di problematiche legate al dissesto idrogeologico. Le barriere Erdox sono strutture metalliche a geometria piramidale, modulari, in acciaio, a mono-ancoraggio, dal peso contenuto, versatili e di facile impiego. Possono essere ancorate tramite fondazioni costituite da piastre in calcestruzzo armato, opportunamente dimensionate, o a tiranti, a seconda delle soluzioni progettuali più adeguate. La struttura Erdox Terra è particolarmente indicata per la riprofilatura di pendii soggetti a fenomeni franosi, la sistemazione di versanti o canaloni con problemi di colate detritiche o di fango, opere di sottoscarpa stradale, consolidamento spondale o realizzazione di briglie filtranti.

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Queste strutture permettono di utilizzare per il riempimento tutto il terreno presente in sito, sono parzialmente pre-assemblate in stabilimento quindi i tempi di installazione sono notevolmente abbattuti rispetto a metodologie tradizionali, sono completamente filtranti e questo rende l’inerbimento molto agevole, essendo elementi modulari si può evitare di sbancare tutta l’area d’intervento ma si può procedere effettuando sbanchi settoriali riducendo notevolmente il rischio di destabilizzare ulteriormente l’area da consolidare. Betonform dispone di uno staff tecnico in grado di supportare progettisti e imprese nella fase di progettazione dei lavori ed è in grado di provvedere assistenza tecnica per tutto il corso dei progetti e delle opere. Betonform non si limita a fornire un prodotto ma ha l’obiettivo di mettere a disposizione la propria esperienza nel settore Betonform Srl Tel +39 0525 420 549 informazioni@betonform.it www.betonform.it

For over 40 years on the market, Betonform produces four product lines: Concrete products for urban and garden design as well as special custom design, the Löffel concrete blocks used for the construction of retaining walls, noise barriers in various shapes and materials and the Erdox system, one of the greatest innovations in the field of slopes stabilization and anti-avalanche solutions. Erdox barriers are metallic structures with pyramidal shape, modular, with a mono-anchoring, low weight and easy to install. The foundation can be made with an armed concrete plate or with a tie rod, depending on the most appropriate design solutions. Erdox Terra is suitable for the reprofiling of slopes, stabilization of slopes or gullies with debris-flow or mudflow problems, scarp road protection, retaining walls, bank protection or filtering bridles. Erdox structures allow to use for the filling all the soil already on site, they are provided partially pre-assembled, so the installation times are greatly reduced compared to classical methods, they are completely filtering, so they get green easily, and they allow to do sectorial excavations reducing the risk to destabilize more the area.


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L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto I WSN per il monitoraggio frane nascono nel 2010 nell’ambito di una sperimentazione congiunta di CAE con l’Università di Bologna. Ad oggi quella tecnologia, con l’implementazione di qualche ulteriore sviluppo, è ben consolidata e ha permesso a CAE di installare quasi 200 nodi in tutta Italia. Ogni rete di monitoraggio WSN si inserisce all’interno di un concetto più ampio di sistema che, oltre alla rete di sensori a campo, prevede: • una stazione base, posta all’esterno dell’area in movimento, con funzioni di coordinamento e acquisizione della rete a campo, che può eventualmente integrare sensori meteo; • uno o più sistemi di comunicazione; • una centrale da dove controllare la rete e visualizzare i dati; • un eventuale sistema di allarme.

I nodi wireless CAE, detti W-Point, sono energeticamente indipendenti e sovraintendendono ai processi di campionamento, registrazione e prima elaborazione dei dati, ognuno è dotato di 3 ingressi analogici, estendibili fino a 12, e 2 input/output digitali. Ai W-Point possono essere interfacciati tutti i sensori geotecnici comunemente utilizzati nell’ambito del monitoraggio dei fenomeni franosi, i quali possono essere affiancati anche da un sistema di monitoraggio GPS in RTK per il controllo delle deformazioni superficiali. La forza principale di questa soluzione è data dalle logiche di funzionamento. In particolare, si tratta di sistemi “multi-hop”, in cui non è necessario configurare a monte le tratte di comunicazione tra i vari nodi, perché queste si autoconfigurano dinamicamente. Ciò consente di modificare agevolmente la geometria della rete a campo e di adattarla in base all’evoluzione del dissesto, senza dover intervenire sulla configurazione «software», ma semplicemente spostando il W-Point. Questa possibilità permette al sistema di sopravvivere ad eventuali malfunzionamenti se progettato con le opportune ridondanze.

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La flessibilità di questi strumenti consente di adattarsi, con semplicità e rapidità, ai diversi contesti operativi e di rispondere con efficienza alle diverse necessità dei clienti, che vanno dal monitoraggio di contesti logisticamente sfavorevoli, dove la posa dei tradizionali cavi risulterebbe complessa o onerosa, all’attivazione in condizioni di emergenza di sistemi di monitoraggio e allarme finalizzati alla pubblica incolumità. I WSN possono infatti essere utili non solo per il monitoraggio dei dissesti franosi, ma anche nella gestione di altri scenari legati al rischio idrogelogico, consentendo di mitigare il predetto rischio e di gestire le emergenze.

CAE Spa Tel: +39 051 4992711 info@cae.it www.cae.it


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I software DOLMEN per il controllo del dissesto idrogeologico Il dissesto idrogeologico è l’insieme dei processi morfologici che degradano il suolo e indirettamente i manufatti; tra gli eventi più catastrofici vi sono le frane. Le azioni attuabili in relazione a questo rischio sono la previsione, la prevenzione e la mitigazione degli effetti. Per prevenire frane e smottamenti si può partire da uno studio della stabilità dei pendii e da una corretta progettazione delle opere di sostegno grazie all’utilizzo dei software geotecnici e geologici CDM DOLMEN. IS GeoPendii è il software dedicato all’analisi di stabilità di pendii in terreni sciolti basato sui più noti metodi all’equilibrio limite. I tipi di intervento che si possono inserire sono muri di sostegno, tiranti, terre rinforzate e palificate. Per le terre armate viene eseguito il calcolo delle ve-

rifiche esterne, interne e composte; per i tiranti e le palificate è disponibile una relazione di predimensionamento. IS Muri è il software dedicato all’analisi a elementi finiti, secondo NTC e Eurocodici, di muri controterra a sezione costante o variabile, con contrafforti, denti, pali e tiranti. Il profilo del terreno è rappresentato da una spezzata, può essere composto da più strati e un materiale di riempimento sopra la mensola di fondazione di monte. Esegue le verifiche a ribaltamento, a scorrimento, a capacità portante e a stabilità globale. Tra i risultati ci sono le sottospinte idrauliche e le verifiche geotecniche. IS Paratie consente di calcolare paramenti flessibili per i quali l’interazione terreno-struttura viene analizzata in campo non lineare con isteresi prendendo in conto la deformabilità del paramento. Permette di inserire una o due paratie di materiale e sezione qualunque, anche variabili lungo l’altezza, e di definire degli step temporali che rappresentano scavi, disposizione di tiranti, puntoni e vincoli posticipati, introduzione di falde, modifiche alla stratigrafia e ai carichi. Effettua una stima dei cedimenti a monte della paratia.

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IS GeoMassi è il software che esegue il calcolo di caduta massi tridimensionale su un versante utilizzando il metodo “Lumped Mass ibrido” associato a un’analisi statistica. La morfologia del pendio viene importata da software GIS tramite un DTM. Fornisce strumenti avanzati per la progettazione degli interventi di protezione: le barriere paramassi di cui si definisce l’altezza, la posizione dei montanti e i parametri SEL e MEL. I principali risultati sono traiettorie, velocità, energie cinetiche e distanza di arresto dei massi.

CDM DOLMEN Srl Tel +39 011 4470755 dolmen@cdmdolmen.it www.cdmdolmen.it

To prevent landslides you can start from a study of slope stability and a proper design using CDM DOLMEN geotechnical software. IS GeoPendii is the software for slopes stability analysis. You can insert walls, tiebacks, Mechanically stabilized earth and piles. For reinforced soil it runs the calculation of external, internal and composite verifications; for tiebacks and piles there is a predisposition report. IS Muri is the software dedicated to the analysis, according to Eurocodes, of containing walls with counterforts, keys, piles and tiebacks. Soil horizons can be composed of several layers. It performs rolling, sliding, carrying capacity and global stability verifications. IS Paratie calculates flexwalls for which the soil-structure interaction is analyzed in a non-linear field. It allows to define a time steps that represents excavations, introduction of tiebacks, struts, changes to soil horizons and loads. It makes an estimate of back subsidences. IS GeoMassi is the software that computes the three-dimensional calculation of rock fall on a slope using the Lumped Mass hybrid method associated with a statistic analysis. Slope morphology is imported from GIS software through a DTM. It provides advanced tools for design of barriers.


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Sistema di barre vibroinfisse e reti per consolidamenti Il sistema, ideato all’inizio per il consolidamento di muri esistenti, soprattutto a secco, è di semplice esecuzione, efficace, di basso impatto e soprattutto, di costi decisamente contenuti. I suoi elementi essenziali sono costituiti da semplici barre ad aderenza migliorata di diametro 12 ma anche 14 mm, con lunghezze 1.0-4.5 m, tutte realizzabili con tagli da barre con L= 6.0m senza sfridi, con risalti accentuati per aumentare l’attrito nel terreno, con un’estremità a punta asimmetrica ed una pressata per agire contro una rondella da utilizzare singolarmente o con profili saldati a formare dei ripartitori per la trasmissione degli sforzi agli elementi da sostenere/contenere. Tali barre si pongono in opera per semplice vibroinfissione con uso di martello elettrico o compressore ad aria, muniti di punta con estremità femmina per accogliere le teste delle barre da vibroinfiggere, ma anche

con semplici mazze. Le barre, per effetto della punta asimmetrica, si insinuano nel terreno anche cambiando direzione quando incontrano ostacoli e vi si ancorano per attrito con forze di qualche centinaio di kg, fino a 1 t per barre da 4.5 m. Il sistema non è applicabile se a tergo sono presenti sabbia, grossi sassi o scaglie e roccia. La scelta della punta asimmetrica, vista inizialmente come sistema per ottenere 2 punte con un unico taglio, si è rivelata fortunata perché la deviazione della barra, al pari dei chiodi che, infissi nel legno incontrano i nodi e deviano dal percorso rettilineo, divengono difficilmente estraibili. Il sistema proposto consente di utilizzare le parti profonde del terreno stabile, raggiunte agevolmente dalle barre vibroinfisse, per contenere quelle instabili, utilizzando materiali e at-

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trezzature di costo decisamente contenuto ed è attuabile con personale dotato di manualità e buon senso. Le stesse barre in combinazione con reti accoppiate possono essere utilizzate per il consolidamento di terreni e in particolare di sponde, argini e creste di piccole frane. Le reti accoppiate possono essere reti elettrosaldate speciali con reti in fibra di poliestere (PET), a maglia 3.5 x 3.5 mm, del tipo Hate 23.142 della ditta Huesker di Trieste, che presenta maggiore resistenza meccanica, alla luce e ai cicli di gelo e disgelo. Può però essere adoperata anche la rete preaccoppiata GS di Borghi Spa costituita da rete metallica a doppia torsione, zincata, a maglia 8 x 10 cm e dalla stessa rete a maglia fitta di Huesker. In questo caso però l’ancoraggio della rete metallica deve avvenire con legature in filo di ferro doppio zincato sotto le teste schiacciate delle barre. A mio avviso, con barre in plastica riciclata aventi anima in acciaio, potrebbero essere consolidate anche sponde in argilla e spiagge in sabbia. Attendo qualche riciclatore disponibile a fare delle prove per migliorare la sicurezza dei nostri corsi d’acqua e coste. Ing. Facchinato Francesco Tel +39 333 7233856 f.facchinato@gmail.com

This is a system for consolidation of existing, mainly dry stones walls, of simple execution, effective, low impact and above all of very low costs. The essential element of the system consists of simple 12-14 mm diameter, improved adhesion steel rods, with lengths of 1.0-4.5 m, with accentuated elevations to increase friction in the ground, with an asymmetric tip and a pressed one, provided with dividers for the transmission of the forces to the supporting / holding elements, to be put in place simply by vibration with the use of a good electric hammer, equipped with a female end tip to accommodate the heads of the rods to be fixed, but also with simple hammers. The same rods in combination with special coupled nets can be used for the consolidation of soils, particularly small ridges, shores and shingles. In fact the erosion of the shores occurs because the water subsequently removes grains that support the others and the nets held by the fixed by vibration rods prevent this removal from occurring.


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Controllo del territorio con Foldtani La Foldtani opera a protezione e difesa del territorio dal dissesto idrogeologico. Un team di Geologi, Agronomi, Biologi, Ingegneri Idraulici e Naturalisti è in grado di seguire ogni aspetto ambientale per poter giungere ad un ripristino corretto di aree sottoposte a frana, alluvionamento, ecc. La direzione del Dr. Geol. Nicolodi Francesco (con oltre 20 anni di esperienza ed esponente lombardo dell’AIPIN – Associazione Per Ingegneria Naturalistica) coadiuvata dalla Dr.ssa Agr. Nicolodi Anna ha portato a compimento molte opere di rinaturazione di aree colpite dal dissesto idrogeologico. Si possono citare numerose opere lungo il corso del Fiume Lambro e dei suoi affluenti, come la Bevera di Molteno, Il Rio Gambaione, il Lam-

bro di Molinello e la Bevera di Renate. La Foldtani ha collaborato con numerosi Enti, quali EXPO 2015, Il Parco Regionale della Valle del Lambro, AIPO e diversi comuni. Insieme a realtà di volontariato locale, come il Comitato per la Difesa delle Bevere, si è giunti capillarmente sul territorio brianzolo, favorendo anche una cultura più attenta all’ambiente circostante. Grazie ad indagini geotecniche, idrogeologiche, sismiche, l’azienda è in grado di fornire un valido supporto alla gestione delle attività urbanistiche e costruttive. Numerosissime sono le indagini svolte con il Penetrometro Dinamico Superpesante, nelle Province di Como, Lecco, Varese, Milano, Pavia e Monza. Punto di forza è il recupero di aree di frana tra

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cui Cascina Tremolada a Veduggio con Colzano (MB), dove Foldtani ha gestito l’evento franoso del 2009, impedendo che esso giungesse a danneggiare la vicina strda e l’abitato, e nel 2017 ha progettato e seguito il suo ripristino. Numerosissimi sono gli studi idrogeologici per la terebrazione di pozzi per acqua (a vario uso, anche geotermico), per cui l’azienda ha eseguito oltre 300 opere, e gestione delle sorgenti e degli acquiferi in Lombardia, Emilia Romagna e Svizzera. Foldtani Srl Tel: +39 0362 1908081 info@foldtani.it www. foldtani.it


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Le centrifughe Getech Il principio su cui si basa il funzionamento delle centrifughe Getech è quello di sfruttare la differenza di peso specifico tra le sostanze che devono essere separate. La separazione avviene dentro ad un contenitore cilindrico-conico, chiamato tamburo, che viene fatto ruotare ad alta velocità da un motore elettrico per elevare migliaia di volte la forza di gravità. Il prodotto viene immesso nella centrifuga a mezzo di un tubo di alimentazione, la rotazione fa depositare sulle sue pareti interne il solido mentre il liquido forma un anello più interno, il cui spessore è determinato dalla posizione dei livelli di fuoriuscita, attraverso i quali ne uscirà chiarificato. All’interno del tamburo vi è la coclea, la cui funzione è quella di trasportare verso l’esterno il prodotto solido, che poi sarà scaricato da un sistema di evacuazione. Per la separazione di alcuni tipi di solidi si rende necessario l’utilizzo di additivi naturali o chimici, che facilitano la separazione.

Getech Srl nasce in scia alla Gennaretti Spa e può contare oggi su di una esperienza consolidata, grazie a 30 anni di ricerca, sviluppo ed applicazioni sul campo. La Gennaretti Spa venne fondata nei primi anni ’80, e già allora l’obiettivo principale dei fondatori era quello di costruire sistemi centrifughi ad elevata tecnologia che, per materiali impiegati, affidabilità e servizi integrati potessero dare una risposta innovativa a qualsiasi esigenza in termini di separazione solido-liquido. La passione e l’obiettivo di un continuo miglioramento hanno indotto a tenere nella massima considerazione tutti gli aspetti, sia tecnologici che funzionali, tramite l’ingegnerizzazione dei processi e del prodotto. L’ azienda è cresciuta gradualmente ma costantemente, fino a diventare una delle più importanti realtà produttive ed un apprezzato partner commerciale sia in Italia che all’estero. Da sempre lo studio e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia hanno guidato le scelte aziendali. Tradizionalmente la ricerca ha avuto come obbiettivo i materiali, i trattamenti e le geometrie costruttive. Oggi, tuttavia, la crescente esigenza di prestazioni globali qualitativamente superiori, rende necessario concentrare le attenzioni sull’intero “sistema”, dedicando sempre più risorse anche alla realizzazione di controlli, protezioni ed automazioni. Quanto raggiunto con la politica di sviluppo adottata può essere osservato

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nella nuova produzione di macchine centrifughe, i sistemi GHT, che presentano numerose novità tecnologiche: • Avviamento ad inverter (nelle altre produzioni era a frizione). • Controllo elettronico coclea con metodo PWM. • Collegamento via modem per assistenza remota. • Comunicazione in rete ethernet dei segnali. • Lubrificazione ad olio in continuo. • Panel PC o Pannello operatore a Touch Screen. • Variazione automatica di rotazione. Quanto raggiunto in termini di tecnologia e performance, va visto non come punto di arrivo, ma come stimolo per ulteriori miglioramenti; la produzione continuerà ad essere proiettata verso la ricerca di sistemi sempre più efficienti, per rispondere in tempi brevi e con soluzioni all’avanguardia alle eventuali richieste del mercato. Per la ricerca applicata, e per alcuni incarichi specifici, la società si avvale della collaborazione di Università italiane ed estere e di consulenti al massimo livello di specializzazione nei vari campi. GetechSrl Tel +39 0731 200200 info@gennaretti.com www.getech.it

Getech srl was established in the footsteps of Gennaretti Spa and today can count on consolidated experience, thanks to 30 years of research, development and application in the field. Gennaretti Spa was established in the early 1980’s, and even then the main objective was to build high-tech centrifugal systems which, due to the materials used, reliability and integrated services could give an innovative response to any requirements in terms of solid-liquid separation. Passion and the objective of continuous improvement have led to taking all aspects, both technological and operational into utmost account, via the engineering of the processes and products. The company has grown gradually but constantly, until it has become one of the most important manufacturing companies and an appreciated business partner both in Italy and overseas.


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Modello idrogeologico in un’area soggetta ed esondabilità Nel presente articolo si riporta a titolo di esempio un lavoro di modellizzazione idraulica che lo studio Idrobussetti ha svolto per un cliente che doveva avviare un’attività in provincia di Piacenza. Nello studio si è fatta una prova di esondabilità per il dimensionamento dell’argine da edificare. Si sono visti tutti i vincoli da rispettare espressi nel PGRA e nella direttiva 2007/60/CE con uno studio climatico dell’area.

Figura 1. Esempio di vincolo.

La zona oggetto dello studio è sita in un’area produttiva e, guardando il colore blu intenso della carta, la classificazione è P3 - H (Alluvioni frequenti: tempo di ritorno tra i 20 e 50 anni, elevata probabilità). Successivamente si è provveduto ad uno studio climatico.

Per realizzare una classificazione climatica corretta è stata preso come riferimento la stazione di Zibello, essendo la stazione più vicina all’area di interesse inserita negli annali idrologici, in partico-

lar modo è stato preso come riferimento l’anno 2006. Si sono effettuate delle considerazioni geomorfologiche a tutela dell’area. Come si evince dalla figura successiva, le frecce in nero, in base ad un rilievo sul posto, indicano dove il corso d’acqua potrebbe erodere (sponda erosiva) e quindi esondare. Si nota, invece, che dove è si-

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tuata la proprietà del committente, siamo in una sponda di tipo deposizionale, meno a rischio di esondazione con un moto molto meno turbolento.

E successivamente un calcolo idraulico per una previsione empirica nei momenti di piena.

Conclusioni Vincoli L’area è a rischio di elevata esondabilità con un tempo di ritorno di 20 anni. La mappa del rischio classifica la zona come R3. Inquadramento geografico e geologico L’area si trova in una zona di bassa pianura dove sono prevalenti litologie di tipo limoso sabbioso. Inquadramento climatico Il clima prevalente in base alla scala Koppen è il Cfa ed è molto evidente la differenza di piovosità tra montagna e pianura, dove nella prima abbiamo una piovosità annuale di oltre i 1000 mm, mentre nella seconda intorno ai 600 mm. Si notano che i maggiori picchi di precipitazione si evidenziano prevalentemente in autunno e primavera. Inquadramento geomorfologico Il corso dell’Arda nella zona di interesse ha un andamento meandriforme, dovuto ad una pendenza dello 0.3%. La proprietà del committente, si trova in una sponda di tipo deposizionale. Inquadramento idraulico e idrogeologico La portata critica per le condizioni prossime all’esondabilità è pari a 70 mc/s. In base alla formula di Chezy, la portata che viene smaltita è pari a 68 mc/s dunque c’è rischio esondazione nelle sponde erosive. Si consiglia un argine di 1.5 m dalla quota della sponda di sinistra idrografica. Idrobussetti fabio.bussetti@idrobussetti.it www.idrobussetti.it


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Chiodatura TITAN e drenaggi DRILL DRAIN® La chiodatura dei terreni con micropali TITAN utilizzata in combinazione con i drenaggi DRILL DRAIN® è una tecnologia innovativa per la prevenzione del dissesto idrogeologico e permette la stabilizzazione e la sistemazione dei versanti con opere permanenti. Indipendentemente dalle caratteristiche del terreno, la posa dei chiodi, micropali TITAN avviene in un’unica fase con perforazione diretta utilizzando come asta di perforazione la barra cava, che rimarrà in opera come armatura, provvista di una punta di perforazione a perdere (scelta in funzione del tipo di terreno) ed iniettando attraverso il cavo della barra ed i fori della punta di perforazione una sospensione acqua/cemento che sostiene il foro e costituisce il corpo d’iniezione del chiodo. Il tutto in un’unica fase. In combinazione con l’opera di chioda-

tura, è spesso necessaria la realizzazione di drenaggi profondi che permettano la captazione dell’acqua in profondità impedendo che essa interessi la parte superficiale del terreno con i conseguenti effetti negativi sulle proprietà dello stesso terreno. Il nuovo sistema di drenaggio perforato DRILL DRAIN®, utilizzato con successo in molti paesi, permette la facile realizzazione di drenaggi profondi, stabili e di adeguata resistenza. La posa avviene allo stesso modo e con le stesse macchine impiegate per la realizzazione dei micropali e chiodi TITAN, ma iniettando attraverso il cavo della barra l’apposita sospensione filtrante DRILL DRAIN®: si ottiene un corpo drenante avente un coefficiente di permeabilità pari a circa 10-4 m/s. Il corretto funzionamento del sistema di drenaggio è un fattore molto importante per

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quanto concerne la durabilità dell’opera di sistemazione del versante: il funzionamento del drenaggio Ischebeck DRILL DRAIN® si differenzia dal funzionamento dei classici sistemi di drenaggio (acqua drenata grazie a tubi con aperture di piccole dimensioni le quali si possono ostruire) in quanto qui tutto il corpo d’iniezione drena l’acqua generando un volume drenante molto maggiore permettendo dunque di captare e drenare volumi di acqua molto superiori rispetto ai dreni tradizionali. Le macchine necessarie per la posa di tali chiodi e drenaggi hanno dimensioni e peso ridotti e permettono l’esecuzione di opere anche in condizioni di spazio ristretto e in zone di difficile accesso. I micropali TITAN, con cui si realizzano i chiodi, in accordo con le NTC 2008, sono omologati per l’impiego permanente da specifica omologazione tecnica che fornisce i dati per la progettazione e i parametri per la posa. Friedr. Ischebeck Gmbh Tel 39 040 340 6378 export@ischebeck.de www.ischebeck.com

Soil nailing with TITAN micropiles used in combination with DRILL DRAIN® drainages is an innovative technology to prevent the hydrogeological instability. Both, soil nails and DRILL DRAIN® drainages are installed with the same method by direct drilling injecting a cement suspension for the nails and a special granular DRILL DRAIN® grout for the drainages through the hollow steel tendon. The TITAN micropiles used for the soil nails are approved for permanent application with a technical approval that contains the data for the design and the installation. DRILL DRAIN® is new and consists of the well-known TITAN 40/27, but in this case surrounded by a grout body that functions as a filter material with a permeability coefficient of about 10-4 m/s. DRILL DRAIN® drainages, successfully used in many countries, allow the installation of deep and stable drainages in all ground type with little and light machines and are superior to the common drainage systems thanks also to the bigger drainage body that can capture and drain a bigger volume of water than the little openings of the common drainage tubes.


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Magni TH per la manutenzione delle pareti rocciose stradali Magni Telescopic Handlers è sempre alla ricerca di nuovi modi per semplificare e migliorare il lavoro degli operatori in ogni campo, perciò si è mossa anche nel settore delle manutenzioni delle pareti rocciose stradali per i casi in cui sia necessaria l’istallazione di reti paramassi tramite tiranti e funi direttamente innestate sulla parete tramite fori nella roccia. Per questa operazione i mezzi Magni TH rappresentano una scelta ideale in quanto permettono di raggiungere l’altezza desiderata facilmente e con l’utilizzo del Trapano Perforatore sviluppato da Correct Maskin AS, dealer Magni per la Norvegia, la perforazione risulta essere

veloce ed efficiente. I modelli Magni RTH su cui questo accessorio può essere montato sono RTH 6.30 SH, RTH 5.35 S e RTH 5.39 S con rispettivamente 33, 38 e 42 m di altezza massima di lavoro. L’utilizzo dei mezzi Magni TH per questo tipo di lavoro è già pienamente operativo nei paesi nordici, soprattutto in Norvegia, dove tale applicazione viene ormai eseguita in questo modo da un paio d’anni ed il desiderio è quello di poter estendere anche al resto dell’Europa questa efficiente ed utile applicazione. Magni RTH con perforatore CD4200 Il concessionario Norvegese per Magni TH Correct Maskin AS fornisce un accessorio speciale per la perforazione di pareti rocciose verticali che è utilizzato insieme al radiocomando Hetronic e può essere montato sui telescopici rotativi. Il radiocomando Hetronic opera e controlla tutte le funzioni della macchina ed anche tutte le funzioni del trapano perforatore. Questa speciale applicazione può essere fornita anche con un PDS “Proximity Detection System” per aumentare la sicurezza dell’operatore durante il lavoro.

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Questo accessorio è molto efficiente per tutti i tipi di lavori di perforazione, dai più standard a quelli più speciali, e contribuisce anche a migliorare l’ambiente e la sicurezza del personale che esegue il lavoro. La Perforatrice fornita da Correct Maskin AS può fare fori con profondità fino a 4200 mm senza aver bisogno di aggiungere speciali prolunghe alla perforatrice. L’applicazione può essere fornita con una barra di perforazione aggiuntiva, aumentando la profondità di foratura fino a 8000 mm. Correct Drill 4200 EP Specifiche Tecniche CD 4200 EP: - Martello Idraulico Montabert HC20 /HC50 ppure TEI TE260HT/TE360 - Adattatore per l’innsesto R32/38 maschio / Femmina, Titanio 30/40 - Capacità di perforazione: Profondità fino 8.000 mm con prolunga aggiuntiva, diametro del foro 25-90 mm - Altezza di lavoro con Magni 6.30 SH fino a 33 m. Magni Telescopic Handlers Srl Tel +39 059 8630545 commerciale@magnith.com www.magnith.com

Always looking for new ways to simplify and improve the work of the operators in every field, Magni Telescopic Handlers with its Norwegian Dealer Correct Maskin AS can now propose on the market its top class models Magni RTH 6.30 SH, RTH 5.35 S and RTH 5.39 S with the drilling tool attachment developed by Correct Maskin AS to do the maintenance of stone walls on roadsides when it is necessary to install parachute nets by ties and ropes directly grafted on the wall through holes in the rocks. This is a very efficient combination for all kinds of special drilling, which also improves the working environment and safety of the personnel performing the job. The drilling application from Correct Maskin AS can drill holes with depth until 4200 mm without connecting multiple lengths. The application can be delivered with a single rod handler increasing the drilling depth up to 8.000 mm. It can also be delivered with PDS “Proximity Detection System” for increased safety for the personnel working the application. Furthermore to that, it is possible to operate and control all machine functions and all functions in the drilling application with an Hetronic radio remote control.


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RemTech Expo 2018 6.000 visitatori qualificati dai 5 continenti (Europa, America, Asia, Africa, Australia); 300 espositori specializzati da Italia, Europa e Mondo; delegazioni Turche, Romene, Brasiliane, Cinesi e Indiane; Amministrazioni pubbliche, General contractor e Stazioni appaltanti, in rappresentanza della quasi totalità delle nazioni Europee; 400 tra i massimi esperti mondiali di tutela del territorio; oltre 100 sessioni congressuali di alto profilo, tecnico, tecnologico e scientifico, sono questi i numeri dell’edizione 2017 di RemTech Expo. “Il bilancio di questa undicesima edizione di RemTech Expo – sottolineano con soddisfazione Silvia Paparella, pm di RemTech Expo, e Filippo Parisini, Presidente di Ferrara Fiere Congressi, “è il migliore di sempre e consolida la centralità di Ferrara nel palinsesto internazionale sui segmenti ambientali. Manifestazione di grande eleganza e profonda crescita che ha registrato un +30% rispetto all’edizione precedente”. RemTech Expo è l’unico evento internazionale permanente specializzato sulle bonifiche dei siti contaminati, rischi

ambientali e naturali, manutenzione e riqualificazione del territorio. Si compone di otto segmenti: RemTech e RemTech Europe sulle bonifiche dei siti inquinati, Coast per la tutela della costa, porti e sedimenti, Esonda in materia di dissesto idrogeologico e frane, con Focus sui temi del Climate e Climate Change, Sismo sulla mitigazione del rischio sismico, Inertia per la sostenibilità delle opere e il riutilizzo dei materiali, RigeneraCity in tema di rigenerazione urbana e il social housing, ChemTech, sulla riconversione e chimica circolare e Focus su rischio e decommissioning nucleare. Tra i Partner istituzionali, la Commissione Europea, il JRC-EC, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Camera dei Deputati, il Ministero dell’Ambiente e la Regione EmiliaRomagna. Si rivolge a una Community qualificata e ampia, composta da società private, enti pubblici, università, centri di ricerca, associazioni, professionisti. Si caratterizza per un’area espositiva specializzata, sessioni congressuali tecnico-tecnologicoscientifiche di elevato livello, tavoli di confronto, corsi di formazione per operatori, autorità e decision maker. Il Programma verte ogni anno su: evoluzione normativa, caratterizzazione, analisi dei rischi, tecnologie, ricerca, innovazione, monitoraggio, controlli, territorio, industria, sostenibilità. Prevede, inoltre, gli Stati Generali delle Bonifiche, la Conferenza Nazionale dell’Industria e dell’Ambiente, la RemTech Europe International Conference, la Conferen-

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za Nazionale dei Porti, la Conferenza Nazionale e Internazionale sul Rischio idrogeologico e sui Fiumi, il Green Public Procurement National Meeting, il Congresso Nazionale sulla conoscenza e il rischio sismico. Delegazioni straniere, composte da buyer e interlocutori chiave, partecipano proattivamente mediante incontri bilaterali, workshop, tavole rotonde, allo scopo di avviare rapporti di business con le imprese di RemTech Expo. Tra i Paesi target extra Europei, Cina (piattaforma tecnologica 3iPET), India (TECO project), Sudafrica, Brasile. Appuntamento a RemTech Expo 2018 dal 19-21 Settembre 2018. Ferrara Fiere Congressi Tel.+39 0532 909495 www.remtechexpo.com

RemTech Expo (September 19-21, 2018) is the only permanent international event dedicated to reclamation of contaminated sites, environmental and natural hazards, maintenance and upgrading of the territory. Segments: RemTech and RemTech Europe on the reclamation of polluted sites, Coast for Coast Guard, Ports and Sediments, Esonda on hydrogeological and landslides, Sismo on mitigation of seismic risk, Inertia for the sustainability of works and re-use of materials, RigeneraCity on urban regeneration and social housing, ChemTech on reconversion and circular chemistry. Institutional Partners: European Commission, JRC-EC, Presidency of the Council of Ministers, House of Representatives, Ministry of the Environment, Emilia-Romagna Region. Appointments: regulatory evolution, characterization, risk analysis, technology, research, innovation, monitoring, control, territory, industry, sustainability. It also envisions the General States of Reclamations, the National Conference on Industry and Environment, the RemTech Europe International Conference, the National Port Conference, the National and International Conference on Hydrogeological Risk and Rivers, the Green Public Procurement National Meeting, the National Congress on Knowledge and Seismic Risk. Foreign Delegations: China (3iPET Technology Platform), India (TECO project), South Africa, Brazil.


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La perforazione sonica In una frana è quasi sempre molto difficile caratterizzare in modo affidabile il corpo di frana dal punto di vista geotecnico.

Per esempio i sondaggi 1,2,3,4 (se correttamente eseguiti...) potrebbero dare risposte molto differenti. Le indagini geognostiche e le prove in sito normalmente effettuate (prelievo campioni, prove di laboratorio, prove SPT, Vane Test, Pressiometriche, dilatometriche, ecc) raramente – se e quando eseguibili - danno un quadro completo ed affidabile della situazione. Infatti... la stratigrafia è quasi sempre caotica. La strumentazione di monitoraggio della deformazione del corpo franoso (inclinometri) richiede molta cura nell’installazione e molto tempo per avere i risultati dei rilievi (eseguiti manualmente... ). Per contro la strumentazione di monitoraggio automatico è sempre molto costosa.

Nuovo metodo per lo studio e monitoraggio di eventi franosi nel contesto della difesa idrogeologica del territorio Il progetto consiste nell’impiego dell’innovativa perforazione SONICA molto più efficiente e rapida per l’esecuzione di perforazioni finalizzate allo studio delle frane, sia per i sondaggi a carotaggio continuo che soprattutto per perforazioni a distruzione di nucleo abbinate al mwd (monitoring while drilling: diagrafia dei parametri di perforazione). I fori così eseguiti vengono strumentati con stringhe di inclinometri (low-cost, connessi in rete) per il rilievo automatizzato della deformata e per early warnings in real time. Vantaggi (rispetto alla metodologia attualmente impiegata): • Esecuzione di campagne di indagini per lo studio delle frane in tempi molto ridotti. • Ottenimento di profili mwd in real-time simili a grafici penetrometrici in qualsiasi tipo di materiale. • Impiego di perforatrici molto più “agili” rispetto a quelle standard (in termini di ingombri, consumo di acqua, accessibilità). • Monitoraggio con sensori inclinometrici (epiezometrici) tra loro connessi, gestibili in remoto e con attivazione di early warnings. • Costi sostanzialmente ridotti (30÷70%) a parità di verticali di indagine. Perforazione sonica – sonic drilling La perforazione sonica sfrutta il principio

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di due masse rotanti eccentriche ad altissima velocità che provocano una vibrazione sulle aste di perforazione con una frequenza che arriva a 180 Hz (quindi sonica) e una ampiezza che arriva a circa 1 cm, innescando anche fenomeni di risonanza che contribuiscono ad aumentare l’energia trasmessa al terreno; ciò si traduce in una efficienza molto più elevata (rapidità) unita a una straordinaria qualità delle carote. A parità di potenza una perforatrice sonica è meno pesante e non richiede acqua. Le perforatrici soniche possono essere di piccole dimensioni. Mwd: monitoring while drilling: diagrafia dei parametri di perforazione Connettendo tutte le componenti della perforatrice (spinta, coppia, pressione fluido) a un data logger sincronizzato con la profondità si ottiene un grafico delle grandezze che concorrono al processo di perforazione, e – dopo taratura -

si ottiene il grafico della cosiddetta ENERGIA SPECIFICA che ricorda un Log penetrometrico e (come questo) può essere impiegato in sostituzione/complemento a un sondaggio a carotaggio continuo. I recenti sviluppi nel campo elettronico portano a ritenere facilmente realizzabile un sistema di monitoraggio low-cost composto da moduli in cui vi è un inclinometro triassiale, alimentazione e connessione USB. Alcuni di questi possono essere facilmente posizionati all’interno di un foro di piccolo diametro in modo da definire la deformata del corpo di frana, e connessi via USB e GSM in un Network. Possono essere impostati segnali di allarme in modo da allertare in real-time gli smar tphone in caso di pericolo (Early Warnings)

Massimo Sacchetto Tel +39 392 8428775 maxsacchetto@gmail.com


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DIRECTORY DELLE AZIENDE DEL SETTORE Fondazione Acrotec via Magliotto 2, 17100, Savona campus Tel +39 019 2303917 e-mail: acronet@acronet.cc - Sito web: www.acronet.cc Prodotti: Un nuovo modello di progettazione, realizzazione, diffusione, ed installazione a campo di sistemi di monitoraggio ambientale Open Hardware rilasciati in modalità Open Source. Artys Srl Piazza della Vittoria, 9/3, 16121 - Genova Tel +39 010 0980160 e-mail: info@artys.it - Sito web: www.artys.it Prodotti: Startup innovativa, spin-off dell’Università di Genova. Sviluppa tecnologie avanzate e si occupa della loro produzione e attivazione. Le soluzioni proposte sono determinanti per la gestione dei rischi ambientali, per la gestione della mobilità urbana, per la sicurezza di tutti gli enti e per quella dei cittadini e delle attività produttive e commerciali. Betonform Srl Loc. Brozzoli, 27 - 43014 Medesano (PR) Tel +39 0525 420 549 e-mail: informazioni@betonform.it Sito web: www.betonform.it Prodotti: Muri di sostegno, barriere antirumore, barriere foniche, barriere fonoassorbenti, biomuri, muri vegetali, muri verdi, muri a secco, muri sottoscarpa stradali, protezione del suolo, muro ecologico, protezione versanti, barriere di sicurezza, paravalanghe, fermaneve, consolidatore per erosione, frane, dighe, briglie o erosione spondale fiumi e mare, ecc.

ECOmondo Via Emilia, 155, 47921 Rimini (RN) Tel +39 0541 744111 Sito web: www.ecomondo.it Prodotti: Piattaforma tecnologica per la Green e Circular Economy nell’area Euro-Mediterranea.

Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


DIRECTORY DELLE AZIENDE DEL SETTORE CAE Spa Via Colunga, 20 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) Tel +39 051 4992939 e-mail: info@cae.it - Sito web: www.cae.it Prodotti: Progetta, installa e manutiene sistemi di monitoraggio e allertamento multirischio.

CDM DOLMEN Srl Via Drovetti 9/F – 10138 Torino Tel +39 011 4470755 e-mail: dolmen@cdmdolmen.it - Sito web: www.cdmdolmen.it Prodotti: Software di calcolo strutturale e geotecnico e resistenza al fuoco. IS GeoPendii, IS Muri, IS Paratie, IS GeoMassi.

Foldtani Srl Via Rossini, 102 - 20832 Desio (MB) Tel +39 0362 1908081 e-mail: info@foldtani.it - Sito web: www.foldtani.it Prodotti: Lo studio di geologia Foldtani segue il cliente in tutte le sue esigenze, assicurando un sistema di controllo delle azioni e garantendo i risultati. Inoltre possiamo gestire tutti gli adempimenti della sicurezza direttamente a contatto con l’utente finale, anche per i cantieri, le cave e le bonifiche. Analisi Chimiche, Dissesti e Frane, Geologia e Geotecnica, Idrogeologia, Indagini ambientali, Novità, Terre e Rocce da Scavo.

IDROBUSSETTI Via Giovanni Guareschi 8 - 43123 Parma Tel +39 338 2411837 - e-mail: fabio.bussetti@idrobussetti.it Sito web: www.idrobussetti.it Prodotti: Fitodepurazione, trattamento acque e depurazione, dissesto idrogeologico, relazioni geologiche e prove geognostiche.

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DIRECTORY DELLE AZIENDE DEL SETTORE Friedr. Ischebeck Gmbh Tel +39 040 340 6378 e-mail: export@ischebeck.de - Sito web: www.ischebeck.de Prodotti: Produzione e vendita di sistemi per la geotecnica: micropali TITAN, drenaggi DRILL DRAIN®, chiodature.

Magni Telescopic Handlers srl Via Magellano, 22 – 41013 Castelfranco Emilia (MO) Tel +39 059 8630811 e-mail: commerciale@magnith.com - Sito web: www.magnith.com Prodotti: Progettazione e produzione di sollevatori telescopici, fissi e rotativi, per il sollevamento di cose e persone in ambito edile, industriale e ambientale.

recycling industry Versione italiana: www.recyclind.it English language: www.recyclind.com e-mail: press@recyclind.it Prodotti: giornale online di informazione su rifiuti e riciclaggio industriale, recupero materia ed energia, green economy, dissesto idrogeologico. In sinergia con le riviste: Guida alle Tecnologie per l’Ambiente e Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico. remtech expo Via della Fiera, 11 - 44124 Ferrara Tel +39 0532 909495 - e-mail: info@remtechexpo.com Sito web: www.remtechexpo.com Prodotti: Evento specializzato sulle bonifiche dei siti contaminati, la protezione, il dissesto idrogeologico e la riqualificazione del territorio.

Sani Rino Via Aldo Moro, 13/B - 43035 Felino (PR) Tel +39 0521 831189 e-mail: info@sanirino.it - Sito web: www.sanirino.it Prodotti: produzione di calcestruzzo, scavi, demolizioni e recupero di rifiuti edili. Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico 2018


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