Guida alle Tecnologie per l'Ambiente 2021

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SOMMARIO 7 il green deal europeo 8 il piano d’azione europeo per l’economia circolare 12 imballaggi di plastica: l’UE deve incrementarne il riciclaggio 16 sempre più rifiuti urbani da gestire 22 in italiA Nel 2019 riciclato il 70% dei rifiuti di imballaggi 24 rifiuti speciali, il 43% è composto da rifiuti C&D 28 end of waste, essenziali per l’economia circolare 32 Cosa abbiamo imparato Dall’emergenza sanitaria 36 Macchine movimento terra in sofferenza, ripartenza nel 2021 40 riprogrammati oltre il 50% dei cantieri di demolizione europei 41 Acqua: più investimenti per fronteggiare il cambiamento climatico 44 la neutralità climatica può essere raggiunta con obiettivi ambiziosi 46 Biometano, il carburante rinnovabile 49 la strategia europea per ridurre il metano 52 Green Jobs: occupazione e innovazione 54 L’interpol segnala un forte aumento della criminalità nel settore 56 Impianti di riciclaggio Panizzolo: qualità dei macchinari e vicinanza al cliente 58 Con gli Eco Bag di Minini l’ambiente ringrazia 60 Methor e Inventhor Type 6, i nuovi trituratori Doppstadt a rotazione lenta 62 Le attrezzature per il recycling Trevi Benne 64 Mistral Compact e Service Pack di Pellenc ST 66 Come scegliere il giusto trituratore 68 Soluzioni ingegnose per il cantiere e l’ambiente 70 Smart-plant, tecnologie che recuperano risorse dalle acque reflue 72 Un ulteriore progresso di UNTHA: il resistente sistema di taglio RC 74 STADLER produce il separatore balistico numero 1000 Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


76 La nuova AUTOSORT di TOMRA: il futuro della selezione a sensori

78 Camec: the new concept of technology 80 Stepper Screen: il nuovo brevetto di PAL per vagliare il rifiuto senza intasamenti

82 Tiger Depack, indispensabile nel riciclo 84 L’impianto pilota di riciclo molecolare, MoReTec 86 Tutti i Plus 4.0 di un impianto per la selezione 88 Intercettare e riciclare i rifiuti in PVC 90 Ecotec Solution presenta il trituratore monorotore PRONAR MRW 1.300

92 Linea Plus di VTN, per gli specialisti della demolizione

94 Il nuovo vaglio flip flow Bivitec e+ di Binder+Co 96 Bonfiglioli lancia Evox 98 Contrastare l’acidificazione dei mari 100 Hyundai consegna i primi camion XCIENT 102 IFAT 2020 è Impact Business Summit IFAT 104 Hardox HiAce è la risposta alle sfide dell’usura in ambienti acidi

106 Ecomondo e Key Energy 2020 108 SaMoTer, appuntamento nel 2021 110 Ocean Cleanup ripulisce i fiumi inquinati 112 Trasformare la CO2 in roccia 114 Geofluid 2021 per ritrovare le giuste direzioni 117 Directory del settore

Redazione: press@recyclind.it Pubblicità: ad@recyclind.it Edito da: Recycling Industry, Laura Veneri P. IVA 02746090345 All Rights Reserved Novembre 2020 Note legali Iscrizione al Roc n. 25872 Copia Gratuita Responsabilità L’editore non si assume la responsabilità di errori contenuti negli articoli pubblicati nè negli impianti pubblicitari.

Grafica e impaginazione interna

Stampato da STAMPERIA SCRL Via Mantova 79/A 43122 Parma (PR)

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il green deal europeo I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo. Per superare queste sfide, l’Europa ha bisogno di una nuova strategia per la crescita che trasformi l’Unione in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui: • nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra; • la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse; • nessuna persona e nessun luogo sia trascurato. Il Green Deal europeo è il programma per rendere sostenibile l’economia dell’UE. Per realizzare questo obiettivo occorre trasformare le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità in tutti i settori politici e rendere la transizione equa e inclusiva per tutti. Il Green Deal europeo prevede una tabella di marcia con azioni volte a: • promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare; • ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento. Attuando il piano, nel 2050 l’UE avrà un impatto climatico zero. Per conseguire questo obiettivo sarà necessaria l’azione di tutti i settori dell’economia europea, tra cui: • investire in tecnologie rispettose dell’ambiente; • sostenere l’industria nell’innovazione; • introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane; • decarbonizzare il settore energetico; • garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici; • collaborare con i partner internazionali per migliorare gli standard ambientali mondiali. L’economia circolare produrrà benefici netti in termini di crescita del PIL e di creazione di posti di lavoro, in quanto l’applicazione di ambiziose misure di economia circolare in Europa può aumentare il PIL dell’UE di un ulteriore 0,5 % di qui al 2030, Dicembre 2019 creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro. #EUGreenDeal L’Unione Europea forniràmira inoltre sostegnoilfinanziario e assistenza tecnica aiutare Il Green Deal europeo a migliorare benessere delle persone. Rendereper l’Europa le persone, le imprese e le regioni piùil nostro colpitehabitat dal passaggio all’economia verde. Si climaticamente neutra e proteggere naturale farà bene alle persone, pianeta e all’economia. Nessunoper sarà lasciato indietro.giusta”, che contribuirà a motrattaaldel cosiddetto “meccanismo una transizione bilitare almeno 100 miliardi di euro per il periodo 2021-2027 nelle regioni più colpite. L’UE intende:

Cos’è il Green Deal europeo?

Diventare climaticamente neutra entro il 2050

Proteggere vite umane, animali e piante riducendo l’inquinamento

Aiutare le imprese a diventare Contribuire a una leader mondiali nel campo transizione giusta delle tecnologie e dei prodotti e inclusiva puliti

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“Il Green Deal europeo è la nostra nuova strategia per la crescita. Ci consentirà di ridurre le emissioni e di creare posti di lavoro.”

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il piano d’azione europeo per l’economia circolare

dati e numeri della green economy

Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare è uno dei principali elementi del Green Deal europeo, il nuovo programma per la crescita sostenibile in Europa. Prevedendo misure lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti, il nuovo piano mira a rendere la nostra economia più adatta a un futuro verde, a rafforzarne la competitività proteggendo nel contempo l’ambiente e a sancire nuovi diritti per i consumatori. Prendendo le mosse dai lavori svolti a partire dal 2015 si concentra su una progettazione e una produzione funzionali all’economia circolare, con l’obiettivo di garantire che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile nell’economia dell’Unione Europea. La transizione verso un’economia circolare è già in corso, con imprese all’avanguardia, consumatori e autorità pubbliche in Europa che aderiscono a questo modello sostenibile. Il piano d’azione per l’economia circolare, presentato nel quadro della strategia industriale dell’Unione, propone misure per: - far sì che i prodotti sostenibili diventino la norma nell’Unione: i prodotti immessi sul mercato dell’UE dovranno essere progettati per durare a lungo, dovreanno essere più facili da riutilizzare, riparare e riciclare, e dovranno contenere il più possibile materiali riciclati anziché materie prime primarie. Le misure limiteranno inoltre i prodotti monouso, si occuperanno dell’obsolescenza prematura e vieteranno la distruzione di beni durevoli invenduti; - responsabilizzare i consumatori: i consumatori avranno accesso a informazioni attendibili su questioni come la riparabilità e la durabilità dei prodotti così che possano compiere scelte più sostenibili e beneficeranno di un vero e proprio “diritto alla riparazione”; - incentrare l’attenzione sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un elevato potenziale di circolarità: la Commissione Europea avvierà azioni concrete in diversi ambiti quali: • elettronica e TIC: un’”Iniziativa per un’elettronica circolare” per prolungare il ciclo di vita dei prodotti e migliorare la raccolta e il trattamento dei rifiuti; • batterie e veicoli: un nuovo quadro normativo per le batterie al fine di migliorare la sostenibilità e aumentare il potenziale di circolarità delle batterie; • imballaggi: nuove disposizioni vincolanti che definiscono cosa è consentito sul mercato dell’UE. Sono incluse prescrizioni per la riduzione degli imballaggi eccessivi; • plastica: nuove disposizioni vincolanti relative al contenuto riciclato e attenzione particolare alla questione delle microplastiche e alle plastiche a base biologica e biodegradabili; • tessili: una nuova strategia per i tessili per rafforzare la competitività e Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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l’innovazione nel settore e promuovere il mercato dell’Unione Europea per il riutilizzo dei tessili; • costruzione ed edilizia: una strategia generale per un ambiente edificato sostenibile che promuova i principi della circolarità per gli edifici; • alimenti: una nuova iniziativa legislativa sul riutilizzo al fine di sostituire, nei servizi di ristorazione, gli imballaggi, gli oggetti per il servizio da tavola e le posate monouso con prodotti riutilizzabili; - ridurre i rifiuti: l’accento sarà posto sulla necessità di evitare anzitutto i rifiuti e di trasformarli in risorse secondarie di elevata qualità che beneficiano di un mercato delle materie prime secondarie efficiente. La Commissione europea esaminerà la possibilità di introdurre un modello armonizzato a livello di UE per la raccolta differenziata dei rifiuti e l’etichettatura. Il piano d’azione prevede inoltre una serie di interventi volti a ridurre al minimo le esportazioni di rifiuti dell’UE e a far fronte alle spedizioni illegali.

dati e numeri della green economy

The European Green Deal The European Green Deal provides a roadmap with actions to boost the efficient use of resources by moving to a clean, circular economy and stop climate change, revert biodiversity loss and cut pollution. It outlines investments needed and financing tools available, and explains how to ensure a just and inclusive transition. The European Green Deal covers all sectors of the economy, notably transport, energy, agriculture, buildings, and industries such as steel, cement, ICT, textiles and chemicals. The European Union will be climate neutral in 2050. To do this, urges a European Climate Law turning the political commitment into a legal obligation and a trigger for investment. Reaching this target will require action by all sectors of our economy, including • investing in environmentally-friendly technologies • supporting industry to innovate • rolling out cleaner, cheaper and healthier forms of private and public transport • decarbonising the energy sector • ensuring buildings are more energy efficient • working with international partners to improve global environmental standards The EU will also provide financial support and technical assistance to help people, businesses and regions that are most affected by the move towards the green economy. This is called the Just Transition Mechanism and will help mobilise at least €100 billion over the period 2021-2027 in the most affected regions. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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imballaggi di plastica: se l’europa vuole raggiungere gli obiettivi di riciclo, deve incrementarne il riciclaggio

dati e numeri della green economy

Secondo un’analisi della Corte dei Conti europea, l’UE non raggiungerà i valori-obiettivo che si è posta per il riciclaggio degli imballaggi di plastica per il 2025 e il 2030. L’aggiornamento del quadro giuridico per il riciclaggio della plastica, avvenuto nel 2018, riflette le accresciute ambizioni dell’UE e potrebbe contribuire ad incrementare la capacità di riciclaggio. Tuttavia, l’entità della sfida che gli Stati membri affrontano non dovrebbe essere sottovalutata. Nuove e più precise norme in materia di comunicazione delle quantità riciclate, nonché un irrigidimento delle norme in materia di esportazione dei rifiuti di plastica, ridurranno il tasso di riciclaggio comunicato nell’Unione Europea. Secondo la Corte dei Conti Europea affinché l’UE ottenga i risultati sperati in un periodo di soli 5-10 anni, è necessaria un’azione concertata. I soli imballaggi, come i vasetti di yogurt o le bottiglie d’acqua, costituiscono circa il 40% dell’utilizzo della plastica e oltre il 60% dei rifiuti di plastica generati nell’UE. Si tratta inoltre del tipo di imballaggio con il più basso tasso di riciclaggio nell’UE (di poco superiore al 40%). Per risolvere questo crescente problema dei rifiuti, la Commissione europea nel 2018 ha adottato la strategia per la plastica, che prevedeva tra l’altro la modifica della direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio del 1994 e il raddoppio del valore-obiettivo di riciclaggio dei rifiuti di imballaggio di plastica, che passa così al 50% entro il 2025 e persino al 55% entro il 2030. Il raggiungimento di questi valori-obiettivo sarebbe un passo avanti significativo verso il conseguimento dei traguardi che l’UE si è posta in materia di economia circolare. Obiettivi di riciclaggio dei rifiuti d’imballaggio Entro il 2025

Entro il 2030

Tutti i tipi d’imballaggio

65%

70%

Plastica

50%

55%

Legno

25%

30%

Metalli Ferrosi

70%

80%

Alluminio

50%

60%

Vetro

70%

75%

Carta e Cartone

75%

85%

“Per raggiungere questi nuovi valori-obiettivo in materia di riciclaggio degli imballaggi di plastica, l’UE deve invertire l’attuale situazione, nella quale le quantità inceGuida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


nerite sono maggiori di quelle riciclate. Si tratta di una sfida difficilissima”, ha dichiarato Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’analisi. “Facendo rinascere, a causa di preoccupazioni di ordine sanitario, le abitudini dell’usa e getta, la pandemia di COVID-19 dimostra che la plastica continuerà ad essere un pilastro delle nostre economie, ma anche una minaccia ambientale sempre più grave”. Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha cercato di ovviare alle carenze del proprio quadro per i rifiuti di imballaggio. La Commissione sta programmando di modificare le norme in materia di progettazione degli imballaggi (“requisiti essenziali”), che al momento vengono giudicate inapplicabili nella pratica. Ciò, osserva la Corte, potrebbe condurre ad una migliore progettazione degli imballaggi a fini di riciclabilità e potrebbe incentivare il riutilizzo. In modo analogo, tramite nuove norme UE si vuole armonizzare e potenziare i regimi di responsabilità estesa del produttore, in modo che essi promuovano la riciclabilità (ad esempio, mediante sistemi di modulazione degli oneri o persino sistemi di cauzione-rimborso) e non solo imballaggi più leggeri, come la maggior parte di essi fa al momento. Dette modifiche sono necessarie per contribuire a raggiungere i nuovi valori-obiettivo di riciclaggio. La modifica della direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio ha introdotto criteri più rigidi per il calcolo dei tassi di riciclaggio. Le attuali cifre sono lungi dall’essere precise o confrontabili tra uno Stato membro e l’altro. I nuovi metodi di calcolo dovrebbero fornire un quadro maggiormente attendibile dell’effettiva percentuale di imballaggi di plastica che vengono riciclati. Si stima che ciò potrebbe comportare una notevole diminuzione dei tassi di riciclaggio comunicati, che passerebbero dall’attuale 42% ad appena il 30%. La sfida relativa al potenziamento della capacità di riciclaggio nell’UE è ancor maggiore se si tiene conto della recente Convenzione di Basilea, che dovrà presto essere applicata, la quale fissa condizioni più rigide per l’invio di rifiuti di plastica all’estero. Gli Stati membri dell’UE fanno elevato ricorso a paesi non-UE per gestire i propri rifiuti di imballaggio di plastica e raggiungere i rispettivi valori-obiettivo di riciclaggio. Quasi un terzo del tasso di riciclaggio di imballaggi di plastica comunicato nell’UE è ottenuto spedendo questi ultimi in paesi non-UE per farli riciclare. A partire dal gennaio 2021, però, la maggior parte delle spedizioni di rifiuti di plastica sarà proibita. La Corte avverte che ciò, assieme alla carente capacità di trattare questo tipo di rifiuti nell’UE, costituisce un ulteriore rischio per il raggiungimento dei nuovi valori-obiettivo. Rischia inoltre di condurre ad un aumento delle spedizioni illegali e dei reati legati ai rifiuti, contro i quali il quadro dell’UE è troppo debole. L’ambizione dell’UE di migliorare il riciclaggio degli imballaggi di plastica rispecchia le dimensioni della sfida ambientale posta dalla plastica stessa. Con questo nuovo approccio, l’Unione Europea ha l’opportunità di ottenere i vantaggi derivanti dal fatto di agire per prima e di rafforzare la propria posizione di leader mondiale nel riciclaggio degli imballaggi di plastica. Tuttavia, date le difficoltà e le carenze da superare, gli Stati membri dell’UE potrebbero non raggiungere i nuovi valori-obiettivo. La Corte segnala che è necessaria un’azione significativa e concertata perché l’UE possa quasi raddoppiare la quantità dei propri rifiuti di imballaggio di plastica riciclati entro il 2030. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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Plastic packaging waste: EU needs to boost recycling to achieve ambitions

dati e numeri della green economy

There is a significant risk that the EU will not meet its plastic packaging recycling targets for 2025 and 2030, according to a review by the European Court of Auditors. The update of the legal framework for plastic recycling in 2018 reflects the EU’s increased ambitions and could help boost recycling capacity. The scale of the challenge facing the Member States should not be underestimated, however. New and more accurate recycling reporting rules and a tightening of plastic waste export rules will reduce the EU’s reported recycling rate. Concerted action is thus needed to get the EU to where it wants to be in just 5 to 10 years’ time, the auditors say. Packaging alone, such as yogurt pots or water bottles, accounts for about 40% of plastic use and over 60% of plastic waste generated in the EU. It is also the type of packaging with the lowest recycling rate in the EU (slightly over 40%). To address this growing waste problem, the European Commission adopted the plastics strategy in 2018, which included updating the 1994 Packaging and Packaging Waste Directive (PPWD) and doubling the current recycling target to 50% by 2025 and even 55% by 2030. Reaching these targets would be a significant step towards achieving the EU’s circular economy goals. “To meet its new recycling targets for plastic packaging, the EU must reverse the current situation, whereby we incinerate more than we recycle. This is a daunting challenge”, said Samo Jereb, the Member of the European Court of Auditors responsible for the review. “By resuscitating single-use habits amid sanitary concerns, the COVID pandemic shows that plastics will continue to be a mainstay of our economies, but also an evergrowing environmental threat”. Over recent years, the EU has been striving to address flaws in its framework for packaging waste. The Commission is planning to revise the packaging design rules (‘essential requirements’), which at present are deemed unenforceable in practice. This could result in better packaging design for recyclability and could incentivise reuse, the auditors note. Similarly, new EU rules intend to harmonise and reinforce Extended Producer Responsibility schemes, so that they promote recyclability (for instance via fee modulation systems or even deposit-return schemes) and not only lighter packaging, as most currently do. These changes are needed to help attain the new recycling targets. The update of the PPWD introduced more rigorous criteria for calculating recycling rates. Current figures are far from being accurate or comparable across Member States. The new calculation methods should provide a more reliable picture of the actual share of plastic packaging being recycled. It is estimated that this could lead to a significant drop in reported recycling rates, from the current figure of 42% to barely 30%. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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sempre più rifiuti urbani da gestire

dati e numeri della green economy

Dopo sei anni di decrescita, sotto 30 milioni di tonnellate, nel 2018 la produzione nazionale dei rifiuti urbani torna a superare tale cifra e si attesta a quasi 30,2 con un aumento del 2% rispetto al 2017. I dati sono forniti da Ispra nel Rapporto Rifiuti Urbani 2019. La crescita è ancora maggiore se si guarda al dato pro capite: +2,2%, che in termini di quantità è pari a poco meno di 500 chilogrammi per abitante. I valori più alti di produzione pro capite si osservano per il Centro, con 548 chilogrammi per abitante, con un aumento di oltre 10 kg per abitante rispetto al 2017. Il valore medio del nord Italia si attesta a circa ai 517 chilogrammi per abitante, in crescita di 14 kg per abitante rispetto al 2017, mentre il dato del Sud si attesta a 449 chilogrammi per abitante, con un aumento di 7 kg. La produzione pro capite di questa macroarea risulta inferiore di quasi 51 chilogrammi per abitante rispetto al dato nazionale e di quasi 100 chilogrammi in raffronto al valore medio del Centro. Ad eccezione di Marche, Molise e Sicilia, tutte le regioni italiane fanno rilevare, tra il 2017 e il 2018, una crescita della produzione dei rifiuti urbani. I maggiori incrementi si osservano per il Piemonte (+5,1%), il Trentino Alto Adige (+4,5%) e la Sardegna (+3,7%). Analogamente ai precedenti anni, la produzione pro capite più elevata, con 660 chilogrammi per abitante per anno, si rileva per l’Emilia Romagna, il cui dato risulta in crescita del 2,8% rispetto al 2017. Segue la Toscana, il cui pro capite si attesta a 612 chilogrammi per abitante, che fa rilevare una crescita dell’1,8%. In tali contesti il valore è influenzato dalla tendenza all’assimilazione, che porta a computare nei rifiuti urbani anche quelli da attività artigianali, commerciali e di servizio. Guardando al dato provinciale, sono in Emilia Romagna le province che producono più rifiuti: Reggio Emilia (761 kg), Rimini (754), Ravenna (735) e Forlì-Cesena (726). Si osserva che nel 2018 l’andamento dei rifiuti è andato di pari passo con quello degli indicatori socio-economici. Tutti in crescita, quindi, i valori del PIL, della spesa per consumi finali delle famiglie residenti e non residenti, e della produzione di rifiuti. Cosa che non era accaduta nel 2017, quando si era verificato un disallineamento tra gli indicatori. Raccolta differenziata Si conferma il trend di crescita anche nel 2018 con un +2,6 punti percentuali a livello nazionale rispetto all’anno precedente, raggiungendo così il 58,1%. Nell’ultimo decennio la percentuale è aumentata di quasi 25 punti percentuali, passando dal 35,3% al 58,1%. In termini quantitativi da circa 9,9 milioni di tonnellate a 17,5 milioni di tonnellate. Un salto significativo si rileva al Sud con un aumento della percentuale di raccolta di 4,2 punti nel 2018, in particolare in Sicilia (+7,8 punti) e in Molise (+7,7 punti), seguite dalla Calabria (+5,6) e dalla Puglia (+5). Un miglioramento importante, anche se non Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


fa spostare le quattro regioni dalle ultime posizioni a livello nazionale. Sono 7 le regioni italiane che superano l’obiettivo del 65% di differenziata fissato, al 2012, dalla normativa: Veneto (73,8%), Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%), Marche (68,6%), Emilia Romagna (67,3%), Sardegna (67%) e Friuli Venezia Giulia (66,6%). Tra queste regioni, quelle che fanno registrare i maggiori incrementi delle percentuali di raccolta sono, nell’ordine le Marche, la Sardegna e l’Emilia Romagna. Percentuali ancora più alte di differenziata si registrano a livello provinciale: a Treviso, che si attesta all’87,3%, seguita da Mantova (87,2%), Belluno (83,4%) e Pordenone (81,6%). Significativa la crescita in Sicilia di Siracusa: quasi 11 punti in più di differenziata (dal 15,3% del 2017 al 26,2% del 2018) e Messina (dal 20,8% del 2017 al 28,7%). In Calabria cresce Crotone (27,3%, a fronte del 22,9% del 2017). Cosa si differenzia Tra i rifiuti differenziati, l’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia. Rappresenta il 40,4% del totale e nel 2018 registra un’ulteriore impennata con un + 6,9% rispetto al 2017. Tra 2016 e 2017 era stato solo +1,6%. Da dove viene questa tipologia di rifiuto: soprattutto da cucine e mense (67,6%) e da rifiuti biodegradabili provenienti dalla manutenzione di giardini e parchi (28,2%). Al secondo posto per quantità, carta e cartone (19,5% del totale), con 3,4 milioni di tonnellate e una crescita del 4,3% rispetto al 2017. Segue il vetro con oltre 2,1 milioni di tonnellate. La plastica fa registrare una crescita della raccolta del 7,4%, con un quantitativo complessivamente intercettato pari a quasi 1,4 milioni di tonnellate. Di tale quantitati-

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dati e numeri della green economy Fonte Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani 2019

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vo, 747 mila tonnellate sono raccolte nelle regioni settentrionali, con un valore pro capite di circa 27 chilogrammi per abitante, circa 247 mila in quelle del Centro (21 chilogrammi per abitante) e 374 mila in quelle del Sud (18 chilogrammi). Il 94% dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato è costituito da imballaggi. La raccolta differenziata comunale, infatti, si concentra sugli imballaggi per i quali è previsto un corrispettivo economico nell’ambito dell’accordo ANCI –CONAI. Uno studio effettuato da ISPRA ha evidenziato che circa il 15% dei rifiuti indifferenziati è costituito da rifiuti plastici, in gran parte non di imballaggio, che non vengono adeguatamente recuperati. Nel 2018 l’Italia ricicla il 50,8% delle seguenti tipologie dei rifiuti urbani: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno. Il nuovo pacchetto sull’economia circolare ha alzato l’asticella sul riciclaggio. Se la direttiva 2008/98 aveva fissato un target del 50% entro il 2020 per quella che si definisce “preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani”, le nuove direttive hanno innalzato il target al 55% nel 2025, al 60% nel 2030, al 65% nel 2035. Gestione dei rifiuti e impianti Il recupero di materia rappresenta la maggior porzione di gestione dei rifiuti (28%), segue il conferimento in discarica (22%, quasi 6,5 milioni di tonnellate), il trattamento biologico della frazione organica e l’incenerimento. Sono 646 gli impianti di gestione dei rifiuti urbani attivi nel 2018, in particolare 353 al Nord, 119 al Centro e 174 al Sud. Oltre la metà di questi è dedicata al trattamento dell’organico (339 impianti). In generale, l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, e non tutte le regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti. I rifiuti urbani smaltiti in discarica, nel 2018, ammontano a quasi 6,5 milioni di tonnellate, facendo registrare, rispetto alla rilevazione del 2017, una riduzione nazionale del 6,4%. Solo nel Centro Italia si è registrato un incremento (+4,3%), mentre sono scesi di oltre il 10% il Nord e del 9% il Sud. Nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 60%, passando da 15,5 milioni di tonnellate a circa 6,5. Sono 127 le discariche che sul territorio nazionale hanno ricevuto rifiuti provenienti dal circuito urbano: 56 al Nord, 25 al Centro e 46 al Sud. Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (5,6 milioni di tonnellate), il dato è in aumento del 5,8% rispetto al 2017. Su 38 impianti operativi, il 68% si trova al Nord, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna. Analizzando i flussi di rifiuti organici avviati fuori regione, i maggiori quantitativi derivano dalla Campania (circa 487 mila tonnellate) e dal Lazio (oltre 270 mila tonnellate), entrambe caratterizzate da una dotazione impiantistica non adeguata a quanto prodotto. Nel caso della Campania è il Veneto a ricevere la quota più considerevole dell’organico (49,7% del totale). Per quanto riguarda il Lazio, è invece il Friuli Venezia Giulia la regione cui sono conferiti i quantitativi maggiori (pari al 48,7%), a seguire il Veneto (23,4%). Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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Import ed export rifiuti L’esportazione dei rifiuti interessa l’1,5% dei rifiuti urbani prodotti ed è aumentata del 31% rispetto al 2017, mentre calano dell’8% le importazioni. Abbiamo portato fuori dai confini nazionali soprattutto combustibile solido secondario (45%) e rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (18%). Austria e Portogallo i Paesi cui vengono destinate le maggiori quantità di rifiuti urbani. A inviarle sono soprattutto due regioni: il Friuli Venezia Giulia e la Campania, rispettivamente 27% e 22% del totale esportato. Abbiamo, invece, importato plastica (29%), vetro (25%) e abbigliamento (22%). Soprattutto dalla Svizzera, con il 33% del totale importato: si tratta soprattutto di rifiuti di imballaggio in vetro, destinati ad impianti di recupero e lavorazione situati perlopiù in Lombardia. L’abbigliamento, invece, è destinato in massima parte alla Campania, presso aziende che ne effettuano il recupero.

dati e numeri della green economy

Imballaggi e rifiuti di imballaggio Tra i flussi prioritari monitorati dall’Unione Europea rientrano i rifiuti di imballaggio, per i quali il “pacchetto economia circolare” ha definito obiettivi di riciclaggio più ambizioni al 2025 e al 2030, rispetto a quelli ad oggi vigenti. Aumenta del 3% rispetto al 2017 il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio (80,6%) dell’immesso al consumo e la plastica resta il materiale che mostra l’aumento più elevato, seguita dal vetro, dal legno e dalla carta. Tutte le frazioni di imballaggi hanno già raggiunto gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025 ad eccezione della plastica. Tale frazione, costituita da diverse tipologie di polimeri, richiede l’implementazione di nuove tecnologie di trattamento tra cui anche il riciclo chimico. Costi di gestione Cresce il costo della differenziata: + 3,46 euro l’anno per abitante e al Centro si paga di più (208,05). Nel 2018, il costo medio nazionale annuo pro capite è pari a 174,65 euro/ab per anno (nel 2017 era 171,19). La cifra è la somma di varie componenti: 56,17 euro/abitante anno per la raccolta indifferenziata, 53,60 per la differenziata, 21,41 per spazzamento e lavaggio delle strade, 35,57 per i costi comuni e, infine, 7,89 euro/abitante anno per i costi di remunerazione del capitale. Al Centro i costi più elevati (208,05 euro/ab anno), segue il Sud con 186,26 euro/ab anno. Al Nord il costo è pari a 154,47 euro/ab anno. Confermato anche per il 2018 quanto Ispra va osservando da alcuni anni sul “Pay-AsYou-Throw”, il sistema di tariffazione puntuale applicato dai diversi comuni italiani. Grazie ad uno studio condotto su un campione di 593 comuni, con una popolazione di 4 milioni di abitanti, si osserva che il costo totale medio pro-capite a carico del cittadino è inferiore rispetto ai comuni a Tari normalizzata. Il dato medio nazionale del Pay-As-You-Throw si attesta a 157,79 euro/abitante per anno. A Trento, unica città capoluogo di regione del campione ad adottare il sistema di tariffazione puntuale fa registrare, per l’anno 2018, uno dei costi pro capite più bassi, attestandosi a 153,67 €/ abitante per anno, con un livello di raccolta differenziata pari al 81,5%. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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in italiA Nel 2019 riciclato il 70% dei rifiuti di imballaggi

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Nel corso del 2019 in Italia è stato avviato a riciclo il 70% dei rifiuti di imballaggio: un totale di 9 milioni e 560mila tonnellate sui 13 milioni e 655mila immessi al consumo. Un incremento del 3,1% rispetto ai quantitativi del 2018, che aveva visto riciclare 9 milioni e 270mila tonnellate. La crescita è trainata essenzialmente da un aumento del 6,2% nel riciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta urbana. Se alle cifre del riciclo si sommano quelle del recupero energetico, i numeri lievitano: le tonnellate di rifiuti di imballaggio recuperate superano gli 11 milioni, quasi l’81% dell’immesso al consumo. Più di quattro imballaggi su cinque, insomma, evitano di finire in discarica. Sono i primi dati consolidati che CONAI annuncia nel rendere noti i risultati green ottenuti dal nostro Paese, pubblicati sul nuovo Programma Generale di Prevenzione e di Gestione degli Imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. “Il sistema nel suo complesso ha già superato gli obiettivi di riciclo che l’Europa chiede entro il 2025» commenta il presidente del Consorzio Giorgio Quagliuolo. «L’economia circolare in Italia funziona e si impone per l’efficacia del suo modello. Anche i risultati per i sei materiali di imballaggio che CONAI gestisce sono molto positivi: per quasi tutti gli obiettivi al 2025 sono stati superati. Manca solo la plastica, che però resta indietro di pochi punti percentuali, serenamente recuperabili nel corso dei prossimi cinque anni. Per questo è importante continuare a lavorare sia sulla strada dello sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo sia su quella della prevenzione, incentivando eco design e design for recycling”. Nel dettaglio, lo scorso anno l’Italia ha riciclato 399mila tonnellate di acciaio, 51mila di alluminio, 3 milioni e 989mila di carta, 1 milione e 997mila di legno, 1 milione e 54mila di plastica e 2 milioni e 69mila di vetro. 648 milioni di euro ai Comuni italiani, 421 milioni per attività di riciclo e recupero Anche nel 2019, quindi, le performance italiane nel campo dell’economia circolare sono migliorate. Un trend positivo che non si arresta, al cui consolidamento contribuisce il lavoro portato avanti con i Comuni italiani grazie all’Accordo Quadro ANCICONAI: in Italia sono oltre 58 milioni gli abitanti serviti grazie all’Accordo con ANCI per il ritiro dei rifiuti di imballaggio in modo differenziato. A stipulare convenzioni con il sistema consortile, lo scorso anno, è stato più del 92% dei Comuni italiani. Per coprire i maggiori oneri della raccolta differenziata, nel corso del 2019 CONAI ha trasferito ai Comuni del nostro paese 648 milioni di euro. “Stiamo parlando di una percentuale significativa della spesa sostenuta per la raccolta differenziata degli imballaggi che, rispetto al totale dei rifiuti urbani, rappresentano una percentuale che oscilla fra il 25% e il 28%» spiega il presidente Quagliuolo. “Si tratta di risorse provenienti dalle 800.000 aziende che, aderendo al Consorzio, si fanno carico della responsabilità di una corretta gestione degli imballaggi che immettono sul mercato, quando questi diventano rifiuti”. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


Altri 421 milioni di euro sono stati invece destinati da CONAI alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero. Del resto, lo scorso anno i quantitativi di rifiuti di imballaggio conferiti al sistema dai Comuni italiani sono cresciuti del 14,3%. “Un incremento notevole” commenta Quagliuolo. “Una delle sue cause è sicuramente il crollo dei listini del macero a fine 2019: avviare la carta a riciclo non era più profittevole. Per questo abbiamo aperto finestre che hanno consentito a molti Comuni l’ingresso in convenzione con Comieco, il nostro consorzio che si occupa degli imballaggi in carta e cartone. CONAI si è quindi fatto carico dei maggiori oneri per l’avvio a riciclo di questo materiale in un momento in cui il suo valore di mercato era negativo, dimostrando ancora una volta il suo ruolo di sussidiarietà al mercato nel considerare l’interesse ambientale superiore a quello economico”. La crescita del Centro-Sud A influenzare il +14,3% nei conferimenti al sistema CONAI ha contribuito anche lo sprint delle macro-aree geografiche del Centro e del Sud, che hanno messo a segno rispettivamente un +16,4% e un +16% di raccolta in convenzione. Crescono in particolare la raccolta della plastica, che al Centro passa da 237mila a 268mila tonnellate e a Sud da 362mila a 442mila, e quella del vetro, che balza da 314mila a 364mila tonnellate nel Centro e da 472mila a 541mila tonnellate nelle Regioni del Sud. “È naturale. Molte Regioni del Nord rappresentano già esempi virtuosi. Il Mezzogiorno, invece, ha più strada da fare, e quindi margini di miglioramento più ampi” commenta il presidente Quagliuolo. “Da parte di CONAI resta forte l’attenzione alle aree ancora in ritardo nel Sud del Paese, che richiedono impegno e risorse, soprattutto per affrontare il problema della drammatica carenza di impianti. All’Italia, però, serve anche uno sguardo di lungo periodo nell’affrontare le questioni legate al riciclo. Il costante miglioramento delle performance del Paese fa crescere l’offerta di materie prime seconde, ma a valle la domanda di materia riciclata è scarsa e debole, e va incentivata: sono urgenti norme sull’End of Waste che siano chiare e semplici, una concreta attuazione del Green Public Procurement e un’incentivazione fiscale per chi usa materie prime seconde”.

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rifiuti speciali, il 43% è composto da rifiuti da costruzione e demolizione

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Cresce la produzione dei rifiuti speciali in Italia: gli ultimi dati relativi al 2018 e pubblicati da Ispra nel Rapporto Rifiuti Speciali 2020, indicano che la produzione aumenta del 3,3% (circa 4,6 milioni di tonnellate) arrivando a superare 143 milioni di tonnellate. I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93% del totale di quelli prodotti, crescono di oltre 4 milioni di tonnellate (+3,3%), mentre quelli pericolosi di 376 mila tonnellate (+3,9%). Confermata l’incidenza del settore costruzioni e demolizioni sulla produzione complessiva: con oltre 60 milioni di tonnellate è quello che concorre maggiormente (42,5% del totale prodotto), seguito dalle attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento – ad esempio, le bonifiche - (oltre 38 milioni di tonnellate prodotte che contribuiscono al 26,5% del totale) e dall’insieme delle attività manifatturiere la cui produzione, 28,6 milioni di tonnellate, sfiora il 20%. Le altre attività economiche contribuiscono, complessivamente, alla produzione di rifiuti speciali con una percentuale dell’11% (15,8 milioni di tonnellate). Il settore manifatturiero produce il 37,1% del totale dei rifiuti speciali pericolosi, corrispondente a oltre 3,7 milioni di tonnellate. Il 33,7% è attribuibile alle attività di trattamento rifiuti e di risanamento, pari a quasi 3,4 milioni di tonnellate; segue il settore dei servizi, del commercio e dei trasporti (19,8%) con quasi 2 milioni di tonnellate, di cui 1,4 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso. La maggior parte dei rifiuti pericolosi prodotti dal settore manifatturiero deriva dal comparto metallurgico, da quello della fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici, della fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e della fabbricazione di prodotti in metalli. Al nord Italia si producono quasi 84,9 milioni di tonnellate (59,2% del dato complessivo nazionale). La produzione del Centro si attesta a 25,1 milioni di tonnellate (17,5% del totale), mentre quella del Sud a 33,4 milioni di tonnellate (23,3%). La Lombardia produce 32,3 milioni di tonnellate (38% del totale dei rifiuti speciali generati dal nord Italia), il Veneto 15,9 milioni di tonnellate (18,7% della produzione totale delle regioni settentrionali), l’Emilia-Romagna 14,5 milioni di tonnellate (17,1%) e il Piemonte 11,1 milioni di tonnellate (13,1%). Tra le regioni del Centro, i maggiori valori di produzione si riscontrano per la Toscana con 9,8 milioni di tonnellate (38,9% della produzione dell’intera macroarea) e per il Lazio (9 milioni di tonnellate, 35,8%). Al Sud, la Puglia con una produzione complessiva di rifiuti speciali pari a 8,9 milioni di tonnellate, copre il 26,5% del totale della macroarea geografica, seguita dalla Campania con 7,3 milioni di tonnellate (21,7%) e dalla Sicilia con 7,2 milioni di tonnellate (21,6%). Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi nel 2018 sono 10.813 di cui 6.232 situati al Nord, 1.880 al Centro e 2.701 al Sud. In Lombardia sono localizzate 2.138 infrastrutture, il 19,8% circa del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale. Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.425 (41% del totale). Numero di impianti raggruppati per tipologia, per macroarea, anno 2018 Tipologia impiantistica

Nord

Centro

Sud

Impianti di recupero di materia

2.655

674

1.096

4.425

653

281

590

1.524

Impianti di rottamazione

49

37

16

102

Impianti di frantumazione

22

7

8

37

Impianti di autodemolizione

Italia

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Impianti produttivi che effettuano il recupero di materia

845

231

265

1.341

Impianti di trattamento chimico-fisico biologico e ricondizionamento

400

159

124

683

1.034

344

384

1.762

235

66

52

353

47

9

26

82

Impianti di stoccaggio Impianti di coincenerimento presso attività produttive Impianti di incenerimento Impianti di discarica

176

46

90

310

Impianti di compostaggio e digestione anaerobica *

118

26

50

194

6.232

1.880

2.701

10.813

Totale

* Impianti di compostaggio e digestione anaerobica dedicati al trattamento biologico dei rifiuti urbani, che effettuano anche il recupero di rifiuti speciali (fanghi e residui agro industriali). Fonte: ISPRA

I rifiuti speciali gestiti in Italia nel 2018, superano 152 milioni di tonnellate, di cui 143 (93,7% del totale gestito) non pericolosi e i restanti 9,6 milioni di tonnellate (6,3% del totale gestito) pericolosi. Rispetto all’anno precedente si rileva un incremento del 3,7% dei rifiuti complessivamente gestiti; in particolare, le quantità avviate a operazioni di recupero aumentano di poco più del 4%, e quelle avviate allo smaltimento del 4,5%. Il recupero di materia è predominante con il 67,7% (103,3 milioni di tonnellate). Le operazioni di smaltimento rappresentano circa il 19,3% (30,7 milioni di tonnellate). Le altre forme di gestione includono il coincenerimento (1,3%), l’incenerimento (0,8%) e gli stoccaggi (10,9%). Il Nord recupera più della metà del totale dei rifiuti complessivamente gestiti a livello nazionale (53%). Il recupero di sostanze inorganiche è l’operazione più utilizzata, con oltre 58,6 milioni di tonnellate (38,4% del totale gestito). Tali rifiuti sono costituiti, perlopiù, da rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione (49,1 milioni di tonnellate) e sono generalmente recuperati in rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero dei metalli e dei composti metallici e di recupero di soGuida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


stanze organiche rappresentano, rispettivamente, il 13,8% e il 7,4% del totale gestito. Il recupero di materia è effettuato soprattutto in alcune regioni quali: Friuli Venezia Giulia dove si recupera il 78,5%, Trentino Alto Adige (77,8%), Campania (75,8%) e Lombardia nella quale si recupera il 74,5% del totale dei rifiuti gestiti nelle singole regioni. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono stati coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, con un lieve incremento pari a 29 mila tonnellate rispetto al 2017 (+1,4%). I settori produttivi che utilizzano le maggiori quantità di rifiuti in sostituzione di combustibili convenzionali sono il settore della produzione di energia elettrica, della fabbricazione di prodotti in legno, quello della raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e il settore della produzione di cemento. L’incenerimento dei rifiuti speciali con circa 1,2 milioni di tonnellate fa registrare una flessione di quasi 64 mila tonnellate (-5%). I rifiuti non pericolosi inceneriti sono quasi 772 mila tonnellate (64,5% del totale); la restante parte, pari a oltre 424 mila tonnellate (35,5% del totale), è costituita da rifiuti pericolosi. Lo smaltimento in discarica interessa circa 11,9 milioni di tonnellate di rifiuti (il 7,8% del totale gestito), di cui circa 10,6 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi. Rispetto al 2017, si registra una leggera flessione, pari a 149 mila tonnellate (-1,2%). Al Nord si smaltisce il 55,8% del totale dei rifiuti avviati in discarica, al Centro il 19,1% e al Sud il 25,1%. Circa 4,2 milioni di tonnellate sono allocate nelle discariche per rifiuti inerti (35% del totale smaltito), 6,6 milioni di tonnellate in quelle per rifiuti non pericolosi (55,9%), e circa 1,1 milioni di tonnellate nelle discariche per rifiuti pericolosi (9,1%). La quantità totale di rifiuti speciali esportata nel 2018 è pari a circa 3,5 milioni di tonnellate (2,4% della produzione totale). I maggiori quantitativi sono destinati alla Germania (957 mila tonnellate) e sono prevalentemente rifiuti pericolosi (658 mila tonnellate) prodotti dalle attività di costruzione e demolizione (oltre 324 mila tonnellate) e da impianti di trattamento dei rifiuti (285 mila tonnellate). I rifiuti importati sono pari a 7,3 milioni di tonnellate (5% dei rifiuti prodotti). L’88,4% (circa 7,2 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 1,6% (114 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi. I quantitativi più rilevanti, pari a 2,1 milioni di tonnellate, provengono dalla Germania. Significative sono anche le quantità importate dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 1 milione di tonnellate e dall’Austria, circa 828 mila tonnellate. La maggior parte dei rifiuti importati è costituita da rifiuti metallici destinati al recupero, principalmente in impianti produttivi localizzati in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia.

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end of waste, essenziali per l’economia circolare

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Il concetto di End of Waste può essere definito come quell’operazione di recupero mediante la quale un rifiuto cessa di essere tale e diviene un prodotto a tutti gli effetti. Pertanto, mediante tale processo si elimina un rifiuto dall’ambiente e si ottiene attraverso il suo recupero un prodotto. Tale concetto è uno degli emblemi dell’economia circolare. Ad oggi sono ancora pochi i decreti End of Waste emanati e quindi sono poche le categorie di rifiuto “liberate”. L’Italia ha approvato regolamenti che determinano la cessazione della definizione di rifiuto su: • CSS (Combustibile solido secondario): D.M. 14 febbraio 2013 n. 22. • Conglomerato bituminoso: D.M. 28 marzo 2018 n. 69. Regolamento di disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto del conglomerato bituminoso. • Prodotti assorbenti per la persona (PAP): DM 15 maggio 2019, n. 62. Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto da prodotti assorbenti per la persona. • PFU (pneumatici fuori uso): DM 31 marzo 2020, n. 78. • Carta e cartone: DM 24 settembre 2020. End of Waste Pneumatici Fuori Uso Il decreto ministeriale 31 marzo 2020, n. 78 “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto della gomma vulcanizzata derivante da pneumatici fuori uso, ai sensi dell’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.182 del 21/07/2020 ed è entrato in vigore il 05/08/2020. Sono circa 400.000 le tonnellate di PFU che si generano ogni anno nel mercato del ricambio e della demolizione dei veicoli interessate dal decreto e circa 25 le aziende, con oltre 1.000 addetti, che sul territorio nazionale producono granulo da utilizzare in utili ed eccellenti applicazioni nel settore degli asfalti stradali, dell’impiantistica sportiva, dell’edilizia e dell’arredo urbano da parte di aziende specializzate. Un sistema che garantisce la raccolta e il recupero della totalità dei PFU generati da pneumatici regolarmente immessi sul mercato (uno contro uno) con una raccolta capillare e costante presso gli operatori del mercato del ricambio su tutto il territorio nazionale. Si tratta di una filiera che, in 10 anni, ha trasformato gli PFU da problema da gestire a risorsa preziosa, consentendo la trasformazione in materia prima seconda di più della metà della quantità di PFU raccolta. Un settore che può rappresentare un volano per lo sviluppo di aziende e professionalità, con una sempre maggiore diffusione di utili applicazioni a beneficio dei cittadini. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


Grazie alla nuova normativa vengono definite dettagliatamente le tipologie di rifiuti ammessi alle lavorazioni negli impianti, oltre ad un sistema di test e di tracciamento che garantirà qualità e sicurezza delle applicazioni realizzate con l’utilizzo del granulo e polverino da PFU da parte di un numero sempre crescente di aziende specializzate, a partire dai conglomerati bituminosi che potranno portare significativi benefici alla rete stradale nazionale. Attraverso riferimenti comuni, gli impianti di riciclo avranno quindi la certezza di come verrà inquadrato il materiale riciclato in uscita dall’impianto, e allo stesso tempo le aziende utilizzatrici di granulo e polverino di gomma potranno contare su una certificazione di ogni singolo lotto di materiale che ne garantisce qualità, caratteristiche e sicurezza. Nel dettaglio, vengono stabiliti criteri e condizioni specifiche, nel rispetto delle quali la gomma vulcanizzata derivante da PFU cessa di essere qualificata come rifiuto, indicando: • la tipologia dei rifiuti cui il regolamento si applica • le modalità di ricevimento e accettazione dei conferimenti • alcune caratteristiche dell’impianto • le modalità di controllo e verifiche dell’output per lotti di produzione per il rilascio della dichiarazione di conformità • i vincoli di conservazione della documentazione e di tracciamento • gli impieghi consentiti e i limiti di utilizzo della GVG-Gomma Vulcanizzata Granulare. La filiera del riciclo dei Pneumatici Fuori Uso genera valore economico, occupazione, consente benefici ambientali rilevanti per il Paese, riduce le emissioni climalteran-

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ti, i prelievi di materie prime, il consumo di acqua e favorisce gli investimenti delle aziende della green economy. Un tessuto industriale articolato, sia sul fronte delle aziende di trattamento che delle aziende utilizzatrici del granulo e del polverino di gomma da riciclo dei Pneumatici Fuori Uso e che, grazie al Decreto End of Waste per la gomma vulcanizzata di PFU, potranno beneficiare di un definitivo slancio verso una sempre maggiore espansione delle applicazioni della gomma riciclata.

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End of Waste Carta e Cartone Il regolamento, firmato dal Ministro Costa a settembre 2020, stabilisce modalità e criteri in applicazione dei quali i materiali derivanti dal trattamento di carta e cartone cessano di essere rifiuti e possono essere utilizzati per altri scopi. La carta complessivamente raccolta in Italia nel 2018 si aggira intorno ai 5,3 milioni di tonnellate, cui si aggiunge quella proveniente da rese e da altre attività industriali per un totale di circa 6,65 milioni di tonnellate. La carta da macero può essere riusata come materia prima nella manifattura di carta e cartone ad opera dell’industria cartaria, nonché in industrie che utilizzano come riferimento la norma UNI EN 643. Il regolamento per l’End of Waste di carta e cartone si suddivide in 7 articoli (che definiscono gli ambiti di applicazione, i criteri ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto, gli scopi specifici di utilizzabilità), e 3 allegati: - l’allegato 1 reca i criteri generali ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto, con esplicito riferimento alla norma UNI EN 643. - l’allegato 2 individua gli scopi specifici per cui sono utilizzabili la carta e cartone recuperati. - l’allegato 3 riporta il modello della dichiarazione di conformità (DDC), redatta sotto forma di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, che reca l’anagrafica del produttore e le dichiarazioni del produttore sulle caratteristiche della carta e cartone recuperati.

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Cosa abbiamo imparato dall’emergenza sanitaria

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La crisi sanitaria ha evidenziato alcuni problemi su Covid-19 e ciclo dei rifiuti. Tra i principali l’abbandono di rifiuti come mascherine e guanti nell’ambiente, l’interessamento delle organizzazioni criminali ai servizi ambientali, alle attività di risanamento e di bonifica nonché ad altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti e la battuta d’arresto dell’economia circolare. L’emergenza epidemiologica ha ridotto il quantitativo di rifiuti prodotti. Si è avuta una decisa contrazione nella produzione dei rifiuti speciali di origine industriale ma anche dei rifiuti urbani assimilati provenienti da commercio, turismo e terziario. Si è registrato, invece, un aumento dei rifiuti urbani, anche di quelli organici. I dati forniti da Ispra alla Commissione Ecomafie che ha svolto un’interrogazione “Emergenza epidemiologica COVID-19 e gestione dei rifiuti”, sottolineano che i rifiuti urbani, nel loro complesso, sono diminuiti di circa il 10% (meno 500 mila tonnellate) nel bimestre marzo-aprile 2020. Sempre secondo le stime fornite da Ispra alla Commissione, in considerazione delle previsioni sulla riduzione del PIL, la produzione dei rifiuti urbani alla fine del 2020 potrebbe ammontare a circa 28,7 milioni di tonnellate, dato confrontabile con quello rilevato nel 2000. Relativamente invece ai rifiuti che si originano dall’uso quotidiano e diffuso di dispositivi di protezione come guanti e mascherine, ISPRA ha stimato, all’inizio di maggio 2020, una produzione complessiva di rifiuti a fine 2020 compresa tra 160mila e 440mila tonnellate, con un valore medio di 300 mila tonnellate. Queste quantità sono gestibili dal sistema impiantistico italiano senza squilibri, ma rimane auspicabile che, anche grazie all’intervento e al lavoro di sensibilizzazione svolto dalla Commissione, tali rifiuti diminuiscano. Purtroppo i presidi individuali di protezione dismessi, talvolta, vengono abbandonati in modo incontrollato nell’ambiente. Un ulteriore aumento è stato stimato nella produzione dei rifiuti sanitari, il quantitativo di rifiuti a rischio infettivo gestiti presso inceneritori o avviati a sterilizzazione, nel 2018, si è attestato a poco meno di 144.000 tonnellate. A fronte di questa produzione la potenzialità degli impianti è significativamente più elevata, pertanto non si evidenziano al momento elementi di criticità anche se, in ogni caso, l’impatto dell’emergenza sanitaria non risulti ancora stimabile con precisione. Il settore dei rifiuti sanitari pare che sia tra quelli verso i quali le organizzazioni malavitose hanno rivolto maggiormente le loro attenzioni. Il rapporto sottolinea come la criminalità abbia da sempre mostrato grande interesse per il settore della raccolta e della gestione dei rifiuti, come emerso da molteplici indagini nel corso del tempo. Dalle audizioni svolte dalla Commissione Ecomafie sono emerse alcune situazioni Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


che potrebbero risultare appetibili per la criminalità come, ad esempio, quelle legate all’aumento dei limiti quantitativi gestibili da alcuni impianti determinato con semplici ordinanze regionali derogatorie e la permeabilità a interessi illeciti mostrata da aziende, in difficoltà, che operano nel settore della gestione rifiuti. La legge n. 23 del 2020 ha inserito i servizi ambientali e le attività di bonifica nella lista delle attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione criminale, anche per questo la Commissione Ecomafie continuerà a monitorare i fenomeni di illegalità nel settore dei rifiuti, anche acquisendo informazioni dalle Autorità inquirenti e dagli enti di controllo. Nel settore del riciclo, il rapporto mette in evidenza che l’emergenza epidemiologica e il lockdown hanno comportato un “blocco dei mercati”, non inteso come effetto diretto di provvedimenti amministrativi, ma come cessazione o forte riduzione degli acquisiti dei mercati a valle delle raccolte, a causa della sospensione delle attività di molte aziende e dei consumi di materiali da riciclo. “La crisi ha evidenziato le vulnerabilità del nostro attuale sistema impiantistico di gestione rifiuti e ha dimostrato la necessità che venga elaborata a livello centrale una strategia nazionale, che definisca in una prospettiva di sistema Paese i fabbisogni regionali sulla base di criteri omogenei e di strategie gestionali affidabili”. Lo ha detto Filippo Brandolini, vicepresidente di Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, nell’audizione della Commissione Ecomafie sottolineando “che in questa emergenza epidemiologica i servizi di igiene ambientale hanno continuato a operare con continuità garantendo in sicurezza questo importante servizio pubblico essenziale per la salute pubblica con spirito di responsabilità e grande capacità di resilienza”. “Il settore - ha spiegato Brandolini - può fornire un contributo importante alla ripresa economica dopo la pandemia nell’effettuare quegli investimenti funzionali al raggiungimento degli obiettivi dati dal Pacchetto dell’Economia Circolare. La realizzazione degli impianti e l’infrastrutturazione delle filiere necessarie al pieno raggiungimento degli obiettivi del 2035 farebbero fronte al fabbisogno di trattamento della frazione organica per 3,2 milioni di tonnellate e di 2,5 milioni per il recupero energetico, per consentire l’autosufficienza con investimenti stimati in 6,6 miliardi di euro. Questi investimenti, oltre a contribuire alle ripresa economica e a ridurre la dipendenza dall’estero, sono indispensabili per la transizione all’economia circolare e forniscono un contributo per il rispetto degli impegni internazionali per la riduzione delle emissioni climalteranti”. Tra le azioni da mettere in campo per la ripartenza del settore, fondamentali per la transizione all’economia circolare, c’è il “sostegno al mercato delle materie prime seconde, che storicamente va in crisi con il calo della crescita economica e la diminuzione del prezzo delle materie prime”. E’ inoltre necessaria “una revisione sia del Codice Appalti sia dei Procedimenti Autorizzativi, con particolare riguardo alla semplificazione e alla riduzione dei tempi nei procedimenti previsti dalle norme in materia ambientale ai fini di una rapida ripresa Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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degli investimenti”. Va poi creato “un sistema di verifica per le Regioni che, a fronte della stima del fabbisogno impiantistico residuo necessario per raggiungere gli obiettivi delle direttive in tempi brevi, non provvedono alla realizzazione delle infrastrutture indispensabili, con la previsione di eventuali poteri sostitutivi”. Anche l’attuale disciplina dell’End of Waste va rivista “riducendo i tempi ed eliminando controlli ridondanti per le attività di riciclo che generano incertezza, aggravio di costi e disincentivo agli investimenti”. Importante è anche il ruolo di ARERA nel proseguire “l’azione di Autorità di regolazione forte e indipendente, a tutela degli utenti e a garanzia degli operatori del settore, per l’attivazione degli investimenti necessari a traghettare l’Italia verso un’economia circolare e decarbonizzata e a migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi ambientali per cittadini e imprese”.

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La società di consulenza Althesys durante il lockdown aveva effettuato una prima analisi sul comparto che si occupa della gestione dei rifiuti dichiarando che: “partendo dai settori indicati dal DPCM del 25 marzo 2020 (che modifica l’elenco dei codici ATECO dell’Allegato 1 del DPCM del 22 marzo 2020) e distinguendo tra quelli soggetti a restrizioni diverse, ipotizzando che nel complesso si perdano due mesi lavorativi tra fermo e ripartenza, si avrebbero tra i 4,2 e i 4,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali in meno solo nelle tre regioni più colpite: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Con una stima grossolana, i due mesi di fermo delle attività ritenute “non essenziali”, comporterebbero per le imprese che gestiscono gli speciali una perdita di fatturato intorno al miliardo di euro”.

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Macchine movimento terra in sofferenza nel 2020, ripartenza nel 2021

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Sono dati critici quelli del mercato in Italia delle macchine per costruzioni del 2020. Da gennaio a giugno vendite a -20%, ripresa nel secondo semestre 2020 (-8,7%). Per una ripartenza bisogna attendere il 2021. A causa delle misure imposte dal lockdown nazionale, da gennaio a giugno 2020, il mercato italiano dei mezzi da cantiere e per l’edilizia ha registrato una contrazione complessiva del 20%. E non va meglio nel resto del mondo, con le vendite tornate ai livelli del 2017. Lo certificano i dati elaborati da Unacea - Unione Italiana Macchine per Costruzioni e CER - Centro Europa Ricerche, presentati nel corso della 7ª edizione del SaMoTer Day. Si tratta di numeri in linea con la caduta del prodotto mondiale causata dalla pandemia, ma si potrebbe già intravedere la luce in fondo al tunnel. Lo conferma lo studio Unacea-CER: il settore, in Italia, vedrà una ripresa nel secondo semestre 2020, contenendo le perdite e chiudendo l’anno, nello scenario più ottimistico, a quota -8,7%, pari a 1.414 macchine movimento terra vendute in meno. Simili le prospettive dei sollevatori telescopici (-9,7%) e delle macchine per il calcestruzzo (-10%), mentre le stradali potrebbero avere una riduzione di appena il 2,7%. La sintesi previsionale Unacea-CER calcola anche uno scenario peggiorativo in cui nuovi shock porterebbero i cali rispettivamente al -27,8% per le macchine movimento terra, al -23,4% per i sollevatori telescopici, al -22,8% per le macchine per il calcestruzzo e al -18,3% per quelle stradali. Intanto, nel Paese, da luglio si sarebbe già tornati in una fase di espansione, grazie alla fine del lockdown e all’azione stabilizzatrice messa in campo dalle politiche economiche. E la normalizzazione dovrebbe arrivare nel 2021. La filiera vale a livello nazionale oltre 3,5 miliardi di euro e nel 2019 ha visto una crescita a doppia cifra sull’anno precedente (+16,9%), con un totale di oltre 19.500 unità vendute.

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Una crisi mondiale In tutti i paesi, la diffusione del coronavirus ha creato condizioni economiche sfavorevoli e ha comportato, a causa delle misure di contenimento, un crollo delle attività dei beni, tale da portare a una recessione di particolare gravità. La caduta del prodotto mondiale, secondo lo studio effettuato dal CER, Centro Europa Ricerche, sarà infatti nel 2020 superiore a quella sperimentata nel 2009, fino a oggi il maggior episodio recessivo dai tempi della Grande Depressione (escludendo naturalmente i periodi bellici). Downturn everywhere except China in construction equipment sales. Sharp rebound in 2021 At CECE Congress Chris Slight of Off-Highway Research presented the economic updates and the forecast of the construction equipment market. Construction equipment is a cyclical market. The industry featured synchronised global growth from 2016 to 2018 with a market peak in 2018 & 2019. In 2020 a downturn was initially foreseen at -5% in global equipment sales. However, Covid-19 has been accelerating the downturn and -15% in global equipment sales is expected at the end of 2020. Q3 and Q4 of 2020 will be crucial to understand exactly the extent of the downturn this year. In 2021 a sharp rebound is expected. In the next three years (2021-2024) the decline in global equipment is expected to hit small equipment <10 tonnes, as housebuilding and non-residential building will decrease because of the weak economic environment and confidence. Mid to large-sized equipment will be less impacted because they are used in infrastructures building, which is benefitting from long- term projects and economic stimulus from government. Infrastructures are usually more resilient than housebuilding and non-residential building. In Europe the market volume will shrink, though not as steeply as in 2009-2010. The area of Germany, Austria and Switzerland with the Nordic countries will be less impacted than UK-Ireland and southern Europe. In the UK and Ireland it is difficult to predict the extent of the downturn because of Brexit in addition to Covid-19. China is a different story. In spite of the initial decline of -9% we now foresee a 14% increase in equipment sales for 2020 with a peak to be reached at the end of the year. However, only companies present in China will benefit from the upturn, particularly indigenous OEMs including join ventures and wholly-owned Chinese brands. Globally Off-Highway Research sees a split between China and everywhere else. Other countries will see equipment sales fall by 15 to 35% in 2020, though the volumes will not be as bad as in 2009/2010. A sharp upturn is expected in 2021. However, it is difficulty to make predictions because of the high uncertainty and volatile conditions. Leaving 2020 aside, it is evident that in the medium-term, the economy will need continued support of jobs and businesses. For this large, longterm stimulus will be needed from government authorities. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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“Allo stesso tempo, la natura esterna della recessione fa sì che, una volta rimossi i vincoli amministrativi alle attività di produzione e consumo, la ripresa manifesti un passo molto rapido, tale da accorciare i tempi di ritorno alla normalità. Inoltre, non essendoci patologie del sistema economico all’origine della recessione, le autorità possono invece dispiegare appieno gli strumenti monetari e di bilancio di cui dispongono, con l’esplicito obiettivo di evitare che imprese e famiglie subiscano danni persistenti dai provvedimenti di emergenza sanitaria” si legge nel rapporto presentato al SaMoTer Day. The impact of COVID-19 forces to reschedule more than 50% of the European demolition projects

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The European Demolition Association, EDA, has prepared a specific report to analyze the impact of the COVID-19 on the European demolition companies. This report was made with the participation of companies from 18 European countries through an online survey. The impact of the COVID-19 on demolition makes 63% of projects have had to be rescheduled in Europe, leaving only 9% of planned activity intact. Although between 5 and 20% of the projects have been canceled, this percentage represents only 28% of the total number of current projects of the companies. Particularly noteworthy are Denmark (where 56% of the projects have not been affected at all) and Finland (where 100% of the projects have been rescheduled but remain in force). In general the demolition industry has temporarily stopped its activity for some weeks (53%), although there are several countries where activity has not stopped, such as Denmark, Finland, Sweden and the Netherlands. A significant percentage of companies from France and Russia, have been forced to close between 1 and more than 2 weeks. For the first half of May, nearly half of the European demolition sites are currently open, suggesting that the industry is continuing or has returned to a kind of normality. The only case where the proportion of open and closed sites currently is similar is in Greece. After getting through March and April, when several European countries had problems with the supply of personal protective equipment (PPEs), nearly twothirds of survey respondents now said they have sufficient material. Countries such as Denmark, Sweden, The Netherlands or Serbia showed hardly any incidence regarding PPEs. Asked about the reduction of staff, the numbers show how COVID has impacted in Europe in a social and economic way. A total of 64% of European demolition companies have been forced to reduce their staff, although 27% have been temporarily reduced. The economic incentives that National Authorities have implemented to mitigate the consequences of the crisis are particularly remarkable in Ireland, France and Finland where a significant percentage have reduced their staff only temporarily. The Netherlands, Denmark and Italy are the countries least hit by the layoff. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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il COVID-19 ha costretto la riprogrammazione di oltre il 50% dei cantieri di demolizione europei

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L’impatto del COVID-19 sulla demolizione ha determinato che il 63% dei cantieri abbia dovuto essere riprogrammato in Europa, lasciando inalterato solo il 9% dell’attività pianificata. Lo sostiene l’Eda, European Demolition Association, la piattaforma europea che raggruppa le associazioni nazionali di demolizioni, i fornitori, le società di ingegneria e di consulenza. Sebbene tra il 5 e il 20% dei progetti siano stati annullati, questa percentuale rappresenta solo il 28% del numero totale di progetti in corso delle aziende. Le nazioni meno colpite dalla cancellazione o la riprogrammazione dei cantieri sono state la Danimarca (dove il 56% dei progetti non è stato affatto interessato) e la Finlandia (dove il 100% dei progetti è stato riprogrammato ma rimane in vigore). In generale l’industria della demolizione ha interrotto temporaneamente la sua attività per alcune settimane (53%), sebbene vi siano diversi paesi in cui l’attività non si è fermata, come Danimarca, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi. Una percentuale significativa di aziende provenienti da Francia e Russia, sono state costrette a chiudere una o due settimane o più. Per la prima metà di maggio, quasi la metà dei siti di demolizione europei sono attualmente aperti, il che suggerisce che l’industria sta continuando o è tornata a una sorta di normalità. Nel questionario agli associati posto da Eda, alla domanda sulla riduzione del personale, i numeri mostrano come il COVID abbia avuto un impatto sociale ed economico in tutta l’Europa. Il 64% delle imprese europee di demolizione è stato costretto a ridurre il proprio personale, sebbene il 27% lo abbia ridotto solo temporaneamente. Gli incentivi economici che le autorità nazionali hanno attuato per mitigare le conseguenze della crisi sono state notevoli in Irlanda, Francia e Finlandia dove una percentuale significativa di aziende ha potuto ridurre solo temporaneamente il personale occupato. Paesi Bassi, Danimarca e Italia sono stati i paesi meno colpiti dalla cassa integrazione. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


Acqua: servono investimenti per fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico L’Italia si conferma, tra i 28 Paesi dell’Unione Europea, quello con il maggior prelievo di acqua potabile con 34,2 miliardi di metri cubi, 9,4 dei quali per uso civile. Al contempo, l’inizio del 2020 ha segnato un -75% delle precipitazioni rispetto al 2019, con una temperatura superiore di 1,65 gradi rispetto alla media storica. A fronte di fenomeni climatici estremi sempre più frequenti, per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile, sono necessari nel nostro Paese investimenti pari a 7,2 miliardi di euro: 3,9 nel Sud e nelle Isole, 1,9 al Centro e 1,3 al Nord. Lo evidenzia Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche nel “Manuale Siccità”. Situazione della rete e riuso delle acque reflue l numero di investimenti infrastrutturali che dovrebbero essere realizzati per contrastare i fenomeni di siccità sono 734, pari a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni: si tratta di serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti. Tra gli investimenti già pianificati, il 75% sono destinati a interventi per la costruzione di collegamenti di schemi idrici (3,1 miliardi) e per la riduzione delle dispersioni (2,3 miliardi). Seguono gli investimenti per nuovi approvvigionamenti (606 milioni), per serbatoi e invasi (359 milioni), per dissalatori (202 milioni) e per il riuso delle acque reflue (43 milioni). La realizzazione di tali interventi comporterebbe una maggiore quantità di acqua disponibile – intesa come acqua recuperata o come acqua supplementare prodotta - stimata in 1,7 miliardi di mc/anno. Restano comunque elementi di criticità rispetto allo stato delle infrastrutture, dovute in prevalenza alla vetustà delle reti e degli impianti: le perdite di rete sono superiori al 42%, mentre il 60% delle infrastrutture è stato messo in posa oltre 30 anni fa (percentuale che sale al 70% nei grandi centri urbani); il 25% di queste supera i 50 anni (arrivando al 40% nei grandi centri urbani). Negli ultimi anni gli investimenti realizzati dagli operatori industriali sono saliti fino a 44 euro annui per abitante (con un aumento vicino al 30% negli ultimi 7 anni), ma per raggiungere i migliori standard europei bisognerebbe salire a 80 euro. Al momento il tasso nazionale di rinnovo della rete si attesta a 3,8 metri per chilometro, il che vuol dire che al livello attuale di investimenti occorrerebbero 250 anni per sostituire l’intera rete. Una soluzione per compensare periodi siccitosi che dovrebbe diventare strutturale, è il riuso di acque depurate in agricoltura. Specialmente quando la sofferenza maggiore riguarda l’approvvigionamento da acque superficiali - cioè fiumi, laghi, bacini, Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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e sorgenti – esposte al caldo e in generale ai cambiamenti climatici. Ogni anno in Europa vengono “trattati” nei depuratori più di 40 miliardi di metri cubi di acque reflue, ma ne vengono “riusati” soltanto 964 milioni. In Italia – dove si trattano e si riusano ogni anno solo il 2% delle acque reflue – in attesa del recepimento della direttiva UE il quadro normativo del riuso impone ancora restrizioni alla sua diffusione, dal momento che è ancora vigente il DM 185/2003 che impone limiti molto restrittivi per il riuso. E invece secondo Utilitalia andrebbero applicati all’acqua gli stessi principi dell’economia circolare per ottenere effetti virtuosi.

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“Siccità invernale” e resilienza rispetto al clima che cambia L’Italia ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di situazioni climatiche estreme, in termini di temperature raggiunte nonché di scarsità di precipitazioni. Ciò ha causato diffusi regimi idrologici di magra, la mancata ricostituzione delle scorte naturali (nevai, ghiacciai, falde, laghi) e una maggiore richiesta di acqua per qualunque attività umana. A causa della sua particolare collocazione geografica, l’Italia è molto esposta agli effetti dei fenomeni climatici estremi; di conseguenza, è necessario investire in infrastrutture che favoriscano l’adattamento delle città al clima che cambia. Una parola chiave per gestire con un approccio innovativo il ciclo dell’acqua è resilienza, nell’ambito di un processo che collega cittadini, associazioni, enti istituzionali e aziende. L’acqua elemento trainante del Green New Deal Nel settore idrico gli investimenti delle utilities, che 10 anni fa si attestavano sui 0,5 miliardi annui, oggi ammontano a 3 miliardi annui e potrebbero salire a circa 30 miliardi nei prossimi 5 anni (cifra che comprende in parte anche i 7,2 miliardi necessari a fronteggiare la siccità). Per la Federazione Utilitalia è necessario ragionare su una riorganizzazione del settore idrico che parta dalla consapevolezza dell’importante sviluppo del servizio per i cittadini registrato in alcune aree del Paese grazie alla presenza di operatori industriali qualificati; per il Sud, in particolare, serve un grande piano che favorisca l’aggregazione delle imprese pubbliche esistenti sul territorio, per attrarre i privati e le grandi utilities del Centro-Nord nel capitale e nello sviluppo dei progetti.

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la neutralità climatica può essere raggiunta solo con obiettivi climatici ambiziosi

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Le emissioni di CO2 dovrebbero essere ridotte del 65% nei prossimi dieci anni rispetto al 1990 al fine di raggiungere la neutralità climatica. Per farlo occorre che il sistema energetico sia convertito al 100% ad energie rinnovabili entro il 2040 e che siano investiti 3.000 miliardi di euro necessari per raggiungere il Green Deal europeo e gli obiettivi climatici di Parigi. L’obiettivo è ambizioso, ma tecnicamente ed economicamente raggiungibile, come dimostra il recente studio dell’Università di Berlino e dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW). Il Green Deal europeo fissa un livello molto alto: l’Europa dovrebbe diventare climaticamente neutra entro il 2050. Tuttavia, questi obiettivi possono essere raggiunti solo se le emissioni di CO2 entro il 2030 diminuiranno non del 40% rispetto al 1990, ma del 65%. Per fare ciò, la produzione di energia dovrà essere completamente convertita alle energie rinnovabili entro il 2040. Gli investimenti necessari per realizzare questo obiettivo sono alti, ma daranno i risultati sperati. “Finora, la Commissione europea ha ipotizzato un obiettivo di riduzione di CO2 del 40 per cento. Ma questo non renderà l’Europa climaticamente neutra entro il 2050, come mostrano i nostri calcoli. Gli obiettivi devono essere molto più ambiziosi “, sostiene l’autore dello studio Claudia Kemfert. Gli autori hanno quindi realizzato uno studio che ipotizza una riduzione di CO2 del 65 per cento entro il 2030 rispetto al 1990, come richiede anche il Parlamento Europeo. Per poter raggiungere questo obiettivo di neutralità climatica perseguita nel Green Deal occorre convertire il sistema energetico europeo al 100% a energie rinnovabili entro il 2040. Anche con un passaggio completo alle energie rinnovabili, l’approvvigionamento energetico rimarrebbe sicuro, come mostrano i calcoli orari dello studio, anche per i paesi che finora hanno fatto molto affidamento sull’energia fossile o nucleare come Polonia e Francia. Un simile scenario consentirebbe di risparmiare circa 60 miliardi di tonnellate di CO2. “Ma non è possibile passare gratuitamente al 100% di energie rinnovabili. Per questo è necessario fare grandi investimenti“, afferma l’autore dello studio Leonard Göke. Secondo i calcoli, il fabbisogno di investimenti per le energie rinnovabili ammontano a circa 3.000 miliardi di euro. Una cifra enorme, ma compensata da risparmi di quasi 2.000 miliardi di euro, che non devono più essere spesi per l’importazione di combustibili fossili. Poiché sia l’UE che la maggior parte dei governi nazionali in Europa hanno messo insieme ampi pacchetti di aiuti a causa della crisi coronavirus, questi potrebbero costituire una buona base per sostenere gli investimenti necessari. L’obiettivo 2030 dell’UE di una maggiore riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è stato annunciato per la prima volta negli orientamenti politici della PresidenGuida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


te von der Leyen nel luglio 2019, in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 °C e di adoperarsi per mantenerlo a 1,5 °C. Nella valutazione d’impatto pubblicata e sulla base dell’ampio processo di consultazione condotto nel corso dell’ultimo anno, la Commissione ha esaminato attentamente gli effetti sulla nostra economia, sulla nostra società e sull’ambiente di una riduzione delle emissioni compresa tra il 50% e il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La valutazione d’impatto ha esaminato attentamente la combinazione degli strumenti di politica disponibili e il modo in cui ciascun settore dell’economia può contribuire al conseguimento di tali obiettivi, giungendo alla conclusione che un percorso equilibrato, realistico e prudente verso la neutralità climatica entro il 2050 impone un obiettivo di riduzione delle emissioni almeno del 55% entro il 2030. Per conseguire questa riduzione saranno necessarie azioni in tutti i settori dell’economia: solo con il contributo di tutti si può realizzare una transizione climaticamente neutra. Le emissioni di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili sono la principale fonte di emissioni di gas a effetto serra nell’UE. L’edilizia e i trasporti sono, insieme all’industria, i settori che più usano energia e rilasciano emissioni. La decarbonizzazione tanto dell’offerta quanto della domanda di energia è fondamentale per conseguire la neutralità climatica.

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Biometano, il carburante rinnovabile

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Tutti gli studi sui combustibili alternativi dal 2010 mostrano che il biometano aiuta ad abbassare i livelli di CO2 nel settore dei trasporti. Questo carburante rinnovabile è immediatamente disponibile, scalabile e contribuisce a mantenere una forte industria automobilistica all’interno dell’Unione Europea. Ora è fondamentale sfruttare il prezioso ruolo del biometano al pari della mobilità elettrica per garantire la necessaria decarbonizzazione del settore dei trasporti dell’UE. Nonostante tutti gli attuali sforzi dell’Unione Europea, il trasporto è l’unico settore che non si sta decarbonizzando, ma mostra persino un aumento delle emissioni di gas serra su base annua dal 2014. La necessità di ulteriori azioni per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti deve essere affrontata senza indugio. Lo sviluppo della mobilità elettrica verde sta avanzando ma non garantirà da solo la decarbonizzazione attesa e necessaria nel tempo e non riuscirà a coprire adeguatamente tutte le aree di trasporto. Altri carburanti verdi alternativi possono contribuire, insieme alla mobilità elettrica verde, ad accelerare la decarbonizzazione dei trasporti nei prossimi anni e garantire che i vantaggi economici rimangano nell’Unione Europea. Questi sono i motivi che hanno spinto l’EBA, European Biogas Association, a realizzare un’analisi completa sul potenziale del biometano per la rapida decarbonizzazione del settore dei trasporti. Il biometano è attualmente l’unico carburante sostenibile oltre all’elettricità verde che è prontamente disponibile e consente la rapida decarbonizzazione di tutte le aree di trasporto. È un carburante sostenibile versatile che può essere compresso a Bio-CNG o liquefatto a Bio-LNG. Il biometano è già utilizzato nei veicoli passeggeri leggeri come Bio-CNG, ma anche nel trasporto pesante come Bio-LNG e Bio-CNG. Il settore marittimo ha un interesse crescente per il biometano come carburante sostenibile e il trasporto ferroviario può sostituire l’uso del diesel con Bio-CNG o Bio-LNG. Le tecnologie per consentire l’ulteriore diffusione del biometano sono prontamente disponibili. I motori a combustione interna standard sono compatibili con il biometano. È importante sottolineare che le emissioni dipendono dal tipo di carburante utilizzato e non dalla tecnologia, in questo caso il motore. A fine vita il biometano emette CO2, ma di natura biogenica, che è diversa dalla CO2 fossile. L’impatto delle emissioni di CO2 biogeniche è compensato dal sequestro di un assorbimento di CO2 equivalente quasi simultaneo (o almeno vicino nel tempo) dalla biomassa, a differenza del carbonio fossile, per il quale il sequestro avviene su una scala temporale geologica. La CO2 biogenica e quella fossile non dovrebbero essere contabilizzate allo stesso modo. Oltre a ridurre in modo significativo le emissioni di CO2, il biometano è al centro dell’economia circolare: è il modo migliore per riciclare i rifiuti organici, per produrre prezioso gas rinnovabile e biofertilizzanti. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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Acknowledging the full potential of biomethane as transport fuel

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Despite all current efforts from the EU, transport is the only sector which is not decarbonizing but shows even an increase in GHG emissions on a yearly basis since 2014. The need for further actions to reduce emissions in the transport sector must be addressed without delay. The development of green electric mobility is advancing but will not ensure alone the expected and much needed decarbonization in time and it will fall short to adequately cover all areas of transport. Other alternative green fuels can contribute, together with green electric mobility, to speed up transport decarbonization in the coming years and make sure its economic benefits remain in the EU. Based on the factual data, the European Biogas Association (EBA) calls upon EU policy-makers to recognise the valuable role and potential of biomethane in the Strategy on Sustainable and Smart Mobility and create a level playing field allowing for this scalable green fuel to contribute to the most needed decarbonization of the transport sector on an equal footing with e-mobility. Biomethane is currently the only sustainable fuel besides green electricity which is readily available and allows for the fast decarbonization of all transport areas. It is a versatile sustainable fuel which can be compressed to Bio-CNG or liquefied to Bio-LNG. Biomethane is already being used in light passenger vehicles as BioCNG, but also in heavy transport as Bio-LNG and Bio-CNG. The maritime sector has increasing interest in biomethane as sustainable fuel and in rail transport locomotives can replace the use of diesel by Bio-CNG or Bio-LNG. The technologies to enable the further deployment of biomethane are readily available. Standard Internal gas Combustion Engines (ICE) are compatible with biomethane. This seems to be controversial as those type of engines are also used for fossil fuels. However, it is important to highlight that emissions depend on the type of fuel that is used and not on the technology, in this case the engine. The first studies on this show that ICE engines are not only performing better than the e-fueled engines in its CO2 footprint at production level, but also at the end of life phase. Biomethane does emit CO2, but of biogenic nature, which is different from fossil CO2. The impact of a biogenic CO2 emissions is offset by the sequestration of an almost simultaneous (or at least close in time) equivalent CO2 absorption from biomass, unlike fossil carbon, for which the sequestration occurs over a geological timescale. Biogenic and fossil CO2 should not be accounted for in the same way. Apart from significantly reducing CO2 emissions, biomethane is at the heart of a circular economy: it is the best way to recycle biowaste, to produce valuable renewable gas and biofertilizers. This potential of biogas and biomethane is also pointed out in the recent Farm-to-Fork strategy of the European Commission that encourages farmers to “grasp opportunities to reduce methane emissions from livestock by developing the production of renewable energy and investing in anaerobic digesters for biogas production from agriculture waste and residues, such as manure”. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


la strategia europea per ridurre il metano La Commissione europea ha presentato la strategia dell’UE per ridurre le emissioni di metano. Dopo il biossido di carbonio (CO2) il metano è il secondo più importante agente dei cambiamenti climatici. È anche un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. La lotta contro le emissioni di metano è pertanto essenziale per conseguire gli obiettivi climatici per il 2030, la neutralità climatica entro il 2050 e per contribuire all’ambizione della Commissione di azzerare l’inquinamento. La strategia definisce misure per ridurre le emissioni di metano in Europa e a livello internazionale: contiene interventi legislativi e non legislativi nei settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti, che insieme rappresentano circa il 95% delle emissioni di metano associate all’attività umana nel mondo. Per ridurre le emissioni di metano nel settore dell’energia si proporrà l’obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas e si valuterà l’opportunità di legiferare per vietare le pratiche di routine di combustione in torcia e di rilascio in atmosfera. La Commissione avvierà un dialogo con i partner internazionali ed esaminerà l’eventualità di norme, obiettivi o incentivi per le importazioni di energia nell’Unione Europea, con i relativi strumenti di esecuzione. La Commissione migliorerà la comunicazione delle emissioni prodotte dall’agricoltura attraverso una migliore raccolta di dati e promuoverà opportunità di riduzione delle emissioni con il sostegno della politica agricola comune. L’accento sarà posto principalmente sulla condivisione delle migliori pratiche nelle tecnologie innovative di riduzione del metano, diete animali e gestione della riproduzione. Contribuiranno anche la ricerca mirata sulla tecnologia, soluzioni basate sulla natura e cambiamenti alimentari. I rifiuti umani e agricoli organici non riciclabili possono essere usati per produrre biogas, biomateriali e prodotti biochimici, in modo da generare flussi di reddito supplementari nelle zone rurali ed evitare nel contempo le emissioni di metano. La raccolta di questi rifiuti sarà pertanto ulteriormente incentivata. Nel settore dei rifiuti la Commissione valuterà l’opportunità di ulteriori azioni per migliorare la gestione dei gas di discarica, sfruttandone il potenziale di consumo energetico riducendo nel contempo le emissioni, e riesaminerà la legislazione pertinente sulle discariche nel 2024. Ridurre al minimo lo smaltimento dei rifiuti biodegradabili nelle discariche è fondamentale per evitare la formazione di metano. La Commissione valuterà la possibilità di proporre ulteriori ricerche sui rifiuti nelle tecnologie del biometano. In Europa il metano è responsabile del 10% delle emissioni totali di gas a effetto Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021

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serra. Il metano è più potente dell’anidride carbonica e contribuisce alla formazione di ozono nella bassa atmosfera, un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. La riduzione delle emissioni di metano contribuisce sia a rallentare i cambiamenti climatici che a migliorare la qualità dell’aria. Le emissioni di metano prodotte dai rifiuti agricoli possono essere catturate per produrre biogas, che è una forma di energia rinnovabile, cosicché una gestione efficace delle emissioni di metano può generare reddito e investimenti anche nelle zone rurali. L’UE ha affrontato per la prima volta il problema delle emissioni di metano con una strategia adottata nel 1996. Negli anni successivi l’UE ha adottato iniziative normative che hanno contribuito alla riduzione delle emissioni di metano in settori chiave. Rispetto ai livelli del 1990 le emissioni di metano nel settore dell’energia si sono dimezzate, mentre le emissioni provenienti dai rifiuti e dall’agricoltura sono diminuite rispettivamente di un terzo e di poco più di un quinto. Nondimeno, le emissioni di metano restano una sfida seria in ciascuno di questi settori e, se non affrontate, se ne prevede un aumento significativo a livello mondiale. La strategia si concentra sulle emissioni antropiche di metano, vale a dire quelle associate all’attività umana, che rappresentano circa il 59% di tutto il metano presente nell’atmosfera, il resto è il risultato di processi naturali (emissioni biogeniche). Nell’Unione Europea, il 53% delle emissioni antropiche di metano proviene dal settore agricolo, il 26% dai rifiuti e il 19% dall’energia. Tendenze analoghe esistono a livello mondiale, con circa il 95% delle emissioni antropiche totali coperte da questi tre settori. Di conseguenza la strategia dell’UE sul metano verte su questi settori.

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Green Jobs: occupazione e innovazione

dati e numeri della green economy

Nel 2018 il numero dei green jobs in Italia ha superato la soglia dei 3 milioni: 3.100.000 unità, il13,4% del totale dell’occupazione complessiva (nel 2017 era il13,0%), secondo il Rapporto Greenltaly 2019 della Fondazione Symbola e di Unioncamere. L’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità, con un incremento del +3,4% rispetto al +0,5% delle altre figure professionali. La green economy è anche una questione anagrafica. Una importante spinta al nostro sistema manifatturiero verso la sostenibilità ambientale, infatti, è impressa dai giovani imprenditori: tra le imprese guidate da under 35, il 47% ha fatto eco-investimenti, contro il 23 delle over 35. Green economy significa anche cura sociale: il 56% delle imprese green sono imprese coesive, che investono cioè nel benessere economico e sociale dei propri lavoratori e della comunità di appartenenza relazionandosi con gli attori del territorio (altre imprese, stakeholder, organizzazioni non profit,ecc.); tra le imprese che non fanno investimenti green, invece, le coesive sono il 48%. Leadership europea nelle performance ambientali Le imprese di Greenltaly, incluse le PMI, hanno spinto l’intero sistema produttivo nazionale e il Paese verso una leadership europea nelle performance ambientali. Leadership che fa il paio coi nostri primati internazionali nella competitività. Queste oltre 430 mila imprese hanno dato all’Italia una leadership nella sostenibilità che possiamo misurare constatando che il nostro sistema industriale, con 14,8 tonnellate equivalenti di petrolio per milione di euro prodotto, è il secondo tra quelli dei grandi UE per input energetici per unità di prodotto: dietro alla Gran Bretagna (13,7, che ha però un’economia guidata dalla finanza) ma davanti a Francia (15,6), Spagna (17,3) e Germania (17,8). Stesso discorso per gli input di materia: con 285,9 tonnellate per milione di euro prodotto siamo dietro alla Gran Bretagna (240,1) ma davanti a Francia (340,5), Spagna (355,3) e Germania (399,1). Siamo i più efficienti nella riduzione di rifiuti: le nostre imprese ne producono 43,2 tonnellate per milione di euro, quelle spagnole 54,7, quelle britanniche 63,7, le tedesche 67,4 e le francesi 77,4. Oltre ai rifiuti le emissioni climalteranti: con 97,3 tonnellate di C02 equivalenti ogni milione di euro, fanno meglio di noi Francia (80,9, forte del nucleare) e Regno Unito (95,1) mentre distanziamo Spagna (125,5) e soprattutto Germania (127,8). L’attenzione delle imprese all’ambiente si legge anche nella crescita dei brevetti green in Italia: complessivamente 3.500 (10% dei brevetti europei). Con un aumento del 22% nel periodo 2006-2015, e una dinamica in controtendenza rispetto ai brevetti in generale. L’Italia è il terzo Paese al mondo, dopo Cina e Giappone e davanti a Spagna, Germania, Francia ma anche Usa, per numero di certificazioni ISO 14001.

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L’interpol rileva un forte aumento della criminalità nel settore dei rifiuti

dati e numeri della green economy

Un nuovo rapporto strategico INTERPOL sulla gestione globale dei rifiuti di plastica ha rilevato un aumento allarmante del commercio illegale di rifiuti di plastica in tutto il mondo dal 2018. Il rapporto, intitolato “Analisi strategica dell’INTERPOL sulle tendenze criminali emergenti nel mercato globale dei rifiuti di plastica”, indica che da gennaio 2018 c’è stato un notevole aumento nelle spedizioni illegali di rifiuti, principalmente dirottate verso il sud-est asiatico attraverso più paesi di transito per camuffare l’origine della spedizione dei rifiuti. Altri risultati chiave includono un aumento degli incendi di rifiuti illegali e nelle discariche in Europa e in Asia, un aumento significativo nell’uso di documenti contraffatti e registrazioni fraudolente di rifiuti. Basato su fonti di intelligence criminale di 40 paesi, il rapporto fornisce un quadro globale completo delle rotte emergenti del traffico e delle minacce di criminalità nel mercato dei rifiuti di plastica. Il rapporto sottolinea il legame tra le reti criminali e le attività di gestione dei rifiuti che vengono utilizzate come copertura per operazioni illegali, con i criminali che spesso ricorrono alla criminalità finanziaria e alla falsificazione di documenti per svolgere le loro operazioni globali. Le difficoltà nel trattamento e nel monitoraggio del surplus di rifiuti di plastica hanno aperto le porte alla criminalità nel settore dei rifiuti di plastica, sia nel commercio illegale che nel trattamento illegale dei rifiuti. Lo scorso maggio, le autorità malesi hanno avviato il processo di restituzione di quasi 4.000 tonnellate di rifiuti di plastica in 13 paesi, un segnale della determinazione del paese ad affrontare il commercio illegale di rifiuti di plastica. I rifiuti di plastica sono inviati in Malesia, principalmente dall’Europa e dal Nord America, dal 2018, quando la Cina ha chiuso le frontiere alle importazioni nel tentativo di proteggere il proprio ambiente dall’inquinamento da plastica. “Il governo cinese è impegnato nella lotta alla criminalità relativa ai rifiuti di plastica. Negli ultimi anni abbiamo modificato la legislazione per affrontarla, stabilendo procedure amministrative più forti e lanciando campagne nazionali per affrontarla, in particolare per quanto riguarda il contrabbando transfrontaliero”, ha affermato Daqi Duan, Capo dell’ufficio centrale nazionale (BCN) dell’INTERPOL e vicedirettore generale del dipartimento per la cooperazione internazionale (ministero della pubblica sicurezza). “Chiediamo alla comunità globale di lavorare insieme oltre i confini e di sfruttare al meglio le piattaforme internazionali come INTERPOL nell’affrontare le nostre responsabilità collettive e raggiungere il nostro obiettivo comune di lasciare un pianeta pulito e bello per le generazioni future”, ha aggiunto il capo della BCN Pechino. Guida alle Tecnologie per l’Ambiente 2021


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Impianti di riciclaggio Panizzolo: qualità dei macchinari e vicinanza al cliente Per molti anni le aziende di riciclaggio italiane ed europee si sono focalizzate unicamente nel recuperare le frazioni di rifiuti più pregiate, mentre quelle considerate meno nobili, avendo difficile collocazione commerciale, venivano completamente spedite in paesi orientali. Con la Chinese National Sword il mercato internazionale è profondamente cambiato, azzerando quella che era una dubbia ma sicura valvola di sfogo di molte tipologie di rottami e rifiuti. Con il piano d’azione a favore dell’Economia Circolare, dai primi mesi del 2020 l’Unione Europea sta promuovendo cicli riciclaggio End-of-Waste. Così facendo punta a mantenere il più possibile le risorse all’interno del circuito economico e mette in atto l’appello lanciato dal BIR

durante l’ultimo congresso a Budapest. Ecco quindi scendere in campo Panizzolo Recycling Systems che con i suoi prodotti può aiutare veramente le aziende a elevare le fasi di trattamento così da cogliere le opportunità di questo cambiamento e gestire l’abbondanza di rottami e metalli che il settore cerca disperatamente di reintrodurre nel ciclo produttivo. Come ha sottolineato Matteo Turatto, Sales Director di Panizzolo Recycling Systems: “Siamo un’azienda customer oriented, e dunque la soddisfazione del cliente è la nostra priorità. Ciò implica fornirgli adeguate armi per massimizzare le performance del suo business. Per questo motivo applichiamo stingenti politiche di qualità aziendale nella pro-

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gettazione e costruzione dei suoi impianti e macchinari”. Nella fase di progettazione è condizione importante che i mulini a martelli e gli impianti di raffinazione Panizzolo sappiano massimizzare le potenzialità redditizie dei metalli in output, portandoli ad una pezzatura, ad una qualità ed ad un grado di pulizia superiore agli standard di mercato. La costante attività di Ricerca e Sviluppo e un know-how trentennale sono la garanzia di una profonda conoscenza del settore e delle sue problematiche. Grazie ad un approccio ingegneristico e all’esperienza sul campo (è bene ricordare che Panizzolo Recycling Systems vanta un impianto di trattamento interno), l’azienda veneta studia e realizza soluzioni performanti dal punto di vista commerciale, tecnologico e ambientale: i mulini a martelli e gli impianti di raffinazione sintetizzano il concetto espresso dalla massima: “il tempo è denaro”, dal momento che i processi di raffinazione dei rifiuti metallici sono studiati per massimizzare l’attività produttiva e contenere i costi di produzione e manutenzione.

A lato le testimonianze di imprenditori di aziende di riciclaggio che hanno da poco acquistato macchinari Panizzolo.

Panizzolo Srl Tel +39 049 973 1038 info@panizzolo.com www.panizzolo.com

Andrea Pensotti, titolare Com.Stell Spa MULINO A MARTELLI MEGA 1500 “I mulini a martelli Panizzolo posseggono determinati dettagli che solo l’occhio di chi ci lavora ogni giorno sa cogliere. Certi accorgimenti che nascono solo con l’esperienza diretta, come il rotore, la camera di macinazione e soprattutto la culla inserita nei mulini. Tutti plus che Panizzolo ha sempre saputo ribaltare sugli impianti che progetta e che vende. Il nostro nuovo Mega 1500 lo useremo come sgrossatore, preparando il materiale per il Flex 1300 Mobile. La nostra esperienza nella lavorazione del materiale ci ha insegnato molte cose, tra cui la più importante è che un prodotto di qualità in output necessita dei giusti step di lavorazione”. Klaus Schuster, titolare Schuster Metall Recycling Smbh, MULINO A MARTELLI MEGA 1100 “Il nostro nuovo mulino a martelli Panizzolo Mega 1100 lavora principalmente profilo di alluminio, il cui output viene trasformato dalle fonderie in materia prima. Gli impianti di riciclaggio Panizzolo sono semplici da usare, non sono macchinari enormi e sono molto robusti. Totalmente adatti alle mie esigenze. Il primo mulino a martelli Panizzolo è stato il Flex 1000 Mobile drum. Il macchinario è stato all’altezza delle aspettative e ha lavorato per quasi 10 anni con una produzione media di 6 ton/h. Attualmente dal nuovo mulino Mega 1100 ottengo una produzione in output di 12 ton/h, ma arriverò anche alle 15 ton/h, in quanto sta lavorando al 70% delle sue potenzialità”. Guilherme Pina, titolare Ecofuturo IMPIANTO RAFFINAZIONE MOTORI ELETTRICI “Il mulino a martelli raffinatore non teme i metalli più gravosi, in un’unico passaggio recupero e massimizzo la qualità dei metalli, risparmio tempo, fatica e operatori coinvolti. Attualmente stiamo portando l’impianto a regime produttivo, ma abbiamo già superato le aspettative e siamo sicuri di arrivare a quasi 1 ton/ora di materiale lavorato. L’impianto di Raffinazione Compact ci permetterà di ampliare ulteriormente il range di rifiuti trattati, raffinando anche tutte quelle tipologie di fluff che trovano difficile collocazione sia in Portogallo che in Spagna”.

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Con gli Eco Bag di Minini l’ambiente ringrazia

Minini Spa trasforma i suoi valori green in un Big Bag tutto Eco. Punto di riferimento in Italia per la sua “Packformance”, così è conosciuto Minini Spa, azienda che fin dal 1928 fa del mondo del packaging una vera e propria vocazione. Attraverso i suoi Big Bag, contenitori in lamelle di polipropilene per il trasporto e lo stoccaggio industriale di prodotti solidi sfusi in diversi settori tra cui quello ecologico, conferma la sua tempra tecnologica e innovativa, pun-

tando ogni anno a crescere, cimentandosi in nuove sfide. L’azienda bresciana trasmette il suo impegno in ambito green attraverso gli “Eco Bag”, gli imballaggi più idonei allo stoccaggio e al trasporto di rifiuti, materiali pericolosi e tossico/nocivi. Gli “Eco Bag” sono sottoposti a severi test di collaudo, oltre ad essere corredati da certificati di analisi e dalle omologazioni Onu necessarie. Possono essere utilizzati nel settore ecologico e sono pensati speci-

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ficatamente per il trasporto delle merci pericolose. L’azienda di Verolanuova ha studiato, progettato e realizzato gli “Eco Bag” proprio per contenere prodotti come amianto, ceneri provenienti da inceneritori, rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata, lana di roccia, terre contaminate da PCB e metalli pesanti. “Questi materiali, potenzialmente pericolosi se in contatto con l’ambiente esterno, necessitano di essere trasportati in appositi Big Bag omologati. Per questo motivo l’interno degli “Eco Bag” è costituito da un involucro completamente impermeabile, per evitare qualsiasi fuoriuscita del materiale pericoloso anche in caso di danneggiamento o rottura della membrana interna” spiega Sebastiano Minini, Direttore Marketing e Sales dell’impresa famigliare giunta alla terza generazione. L’innovazione di Minini Spa si testimonia anche nel suo nuovo payoff “Shape the

future” che racconta essere proiettato non solo ai prodotti e all’azienda, ma anche all’ambiente. “Un progetto che mette in conto innovazioni di prodotto e di processo. Un nuovo filato in pet ricavato dalle bottiglie e la robotica applicata alla fabbricazione – senza sostituire i lavoratori”. Un rilancio innovativo che dimostra avere grandi numeri per essere ancora più eco-sostenibile. Minini Spa Tel +39 030 9360002 info@minini.it www.minini.it

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Methor e Inventhor Type 6, i nuovi trituratori Doppstadt a rotazione lenta Doppstadt presenta due nuovi modelli di trituratori a rotazione lenta. Macchine mobili e modulari che possono essere utilizzate a costi bassi di gestione e in modo flessibile, in un’ampia varietà di settori di applicazione e che si distinguono per costi di investimento contenuti e un rapido ritorno sugli investimenti. Methor Methor si basa su un nuovo approccio per Doppstadt: sfrutta per la prima volta i vantaggi della tecnologia ad alte prestazioni di Doppstadt per flussi di volume ridotti o materiali speciali ed è orientato alla massima flessibilità. Il nuovo trituratore a rotazione lenta Methor consente di risolvere rapidamente le sfide quotidiane grazie alla sua struttura modulare. La macchina è disponibile sia con motore diesel che elettrico oppure è possibile anche una variante senza trasmissione affinché il cliente la agganci a motori esterni. Methor è l’unico trituratore della cate-

goria con utensili avvitabili, e allo stesso tempo, la macchina con la più ampia selezione di denti disponibili in taglia S, M e L che possono essere sostituiti facilmente in 60 minuti, grazie allo smontaggio del rotore facilitato. I componenti interni sono di facile accesso e raffreddati in modo ottimale grazie alle ampie aperture di ventilazione. L’innovativo HydraulicDirect Drive regola continuamente le prestazioni del sistema di triturazione in base alle specifiche esigenze. Allo stesso tempo, la coppia di carico sull’azionamento è continuamente ottimizzata, il che ha un effetto positivo sui consumi e sull’usura dei componenti. Se la pressione della pompa aumenta improvvisamente a causa di un blocco, ad esempio l’azionamento passa automaticamente a un programma di inversione e in questo modo, il trituratore si protegge dai danni. Realizzato per una vasta gamma di possibili applicazioni, Methor è disponibile sia in versione scarrabile che cingolata.

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Inventhor Type 6 Il piccolo di casa è la soluzione ideale per i clienti che vogliono ottenere un notevole profitto dalla triturazione a costi contenuti. È l’erede del trituratore monoalbero DW 3060 ma è un modello della gamma Inventhor, la nuova generazione di trituratori che ha dimostrato tutta l’efficacia delle nuove tecnologie utilizzate. L’intero concetto di macchina è stato ottimizzato per garantire la facilità d’uso con una ottima accessibilità a tutti i settori della macchina e tempi di fermo ridotti al minimo. Anche su questo modello è presente la tecnologia VarioDirect Drive, il sistema che trasmette direttamente e continuamente la potenza al tamburo di macinazione e offre possibilità completamente nuove per migliorare ulteriormente l’efficienza e la flessibilità nel processo. L’intuitivo sistema operativo e il design

modulare di Inventhor Type 6 garantiscono la massima disponibilità per un’ampia gamma di applicazioni. In questo contesto, può anche essere facilmente adattato a diversi materiali cambiando rapidamente l’intero sistema di triturazione. Inoltre, il suo sistema di alimentazione del materiale assicura che il processo di triturazione proceda senza intoppi. Vanta un volume della tramoggia di ribaltamento di 2 m³, che può essere aumentato fino a ca. 5 m³ utilizzando i pannelli di fissaggio ausiliari. Doppstadt è commercializzato in Italia da Cesaro Mac Import Srl. Cesaro Mac Import Srl Tel +39 0421 231101 cesaro@cesaromacimport.com www.cesaromacimport.com

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Le attrezzature per il recycling Trevi Benne L’azienda vicentina opera dal 1992 alla costante ricerca della qualità e affidabilità dei prodotti nel segno dell’innovazione realizzando frantumatori, pinze, multi kit, cesoie per ferro, benne vagliatrici, benne da scavo e carico, attacchi rapidi ed applicazioni speciali per escavatori e pale caricatrici. Nel segmento del riciclaggio sono diverse le tecnologie che propone all’utilizzatore. Le benne ad alto ribaltamento per pale caricatrici sono attrezzature indispensabili nelle aziende che si occupano di raccolta e riciclaggio rifiuti per il carico e la movimentazione di materiale a basso peso specifico come compost, materiali leggeri e truciolati. Ideali per le aziende che operano nel settore industriale e del legno, nei rifiuti

Benna Alto Ribaltamento High Tilting Bucket

e nei consorzi agricoli, nelle discariche e nei centri di riciclaggio. La benna ad alto ribaltamento prevede l’impiego di due cilindri idraulici e di un telaio specifico posto sul retro che permette di scaricare il prodotto ad un’altezza superiore dello standard consentito. La versione con i cilindri laterali è il modello maggiormente richiesto poiché garantisce due enormi vantaggi: Benna Alto Ribaltamento High Tilting Bucket a) il materiale caricato non si incastra tra fianco e sede cilindro; b) rendono la struttura della benna più resistente alle sollecitazioni e urti laterali. Disponibile anche la benna ad alto ribaltamento con griglia di chiusura grazie alla quale si ha la possibilità di caricare e contenere una notevole quantità di materiali organici senza dispersione.

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Le pinze demolitrici e selezionatrici sono ideali per la demolizione di strutture e fabbricati di media consistenza, per la selezione mirata e il carico dei materiali di risulta in cantiere e in discarica, per una specifica separazione e movimentazione dell’inerte nei centri di riciclaggio e nella riqualificazione ambientale. E’ un’attrezzatura davvero polivalente in cantiere, decisamente maneggevole, precisa e allo stesso tempo delicata nell’impiego. Con 200/250 pezzi all’anno è l’attrezzatura più venduta da Trevi Benne. Quest’anno i modelli PMZ hanno “messo in pensione” la vecchia Serie PMG presentando quindi un perfezionamento tecnico legato all’unità di rotazione ora presentata in una conformazione “HD” (Heavy Duty) a due motori, uno snellimento nella struttura per rispondere al meglio allo stress dell’utilizzo, semplificati nella costruzione e modificati nel design. La Serie PMZ è attualmente composta da 10 modelli a partire dal PMZ 05 di 400 kg. sino al PMZ 40 di 4.100 kg. Trevi Benne Spa Tel +39 0444 760773 info@trevibenne.it www.trevibenne.it

Pinza Demolitrice/Selezionatrice Serie PMZ Selection/Demolition Grapple PMZ Series

Trevi Benne has been operating since 1992 in the constant search for quality and reliability of products in the name of innovation by manufacturing crushers, pulverizers, multi kits, metal shears, screening buckets, excavating and loading buckets, quick couplings and special applications for excavators and loaders. In the recycling segment, there are several technologies that it offers to the user. The high-tilting buckets for loaders are indispensable equipment in companies that deal with the collection and recycling of waste for loading and handling low specific weight materials such as compost, light materials and chipboards. Ideal for companies operating in the industrial and wood sector, in waste and agricultural consortia, in landfills and recycling centers. The Selection/Demolition Grapple is a truly versatile piece of equipment on site, very easy to handle, precise and at the same time delicate in use. With 200/250 pieces per year it is the best-selling equipment by Trevi Benne. This year the PMZ models have “retired” the old PMG Series thus presenting a technical improvement linked to the rotation unit now presented in a “HD” (Heavy Duty) configuration with two motors, a streamlining of the structure to meet the better to the stress of use, simplified in construction and modified in design.

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Mistral Compact e Service Pack di Pellenc ST Dal 2001, Pellenc ST sviluppa e produce macchinari di cernita intelligente destinati alla valorizzazione dei rifiuti ed all’industria del riciclo. Con un parco di più di 1800 macchine installate in tutto il mondo, occupa una posizione riconosciuta di leader nel settore a livello internazionale.

te integrata al posto di vecchi macchinari, qualsiasi sia la loro taglia, il modello o la marca esistente. Il tutto, senza trascurare capacità e qualità di selezione: Mistral Compact offre infatti gli stessi elevati standard di selezione della gamma Mistral+ e la riconosciuta eccellenza del supporto tecnico Pellenc ST.

Novità! Mistral Compact: compatta, semplice, performante Una delle principali difficoltà nei progetti di ammodernamento è quella di integrare nuovi macchinari in impianti esistenti. Per questo, Pellenc ST ha lanciato Mistral Compact: il selettore ottico più compatto sul mercato.

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Questa soluzione è stata appositamente studiata per rispondere a tutte le esigenze dei progetti di revamping, adattandosi agli spazi più ristretti. Infatti, grazie a due diverse configurazioni, Mistral Compact può essere facilmen-

Novità! Service Pack Pellenc ST: costi fissi di manutenzione La soddisfazione del cliente è sempre stata una priorità per Pellenc ST. Da oltre 15 anni, il suo staff italiano svolge con successo questa missione su tutto il territorio. Forte del proprio know-how e grazie ai feedback dei clienti, Pellenc ST ha deciso di andare ancora più lontano nell’assistenza agli utenti e di sviluppare un’offerta di servizi globale. Il suo nuovo “Service Pack”, combina interventi in loco ed a distanza, una estensione di garanzia nonchè una consulenza personalizzata sulla base delle esperienze del cliente e dei dati statistici forniti dalle macchine. Sottoscrivere il Service Pack Pellenc ST offre costi di manutenzione controllati, forte supporto locale ed una garanzia estesa per prestazioni operative superio-

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ri. Niente più sorprese nelle vostre spese, Pellenc ST vi garantisce un budget fisso assicurando la disponibilità delle vostre macchine. Il Service Pack offre al cliente gli strumenti per assicurare prestazioni superiori con tempi di inattività minimi: formazione personalizzata, visite intelligenti sulla base dell’analisi dei dati dei vostri selettori collegati a Smart & Share*, gli allarmi smart, le visite di manutenzione preventiva ed uno stock presso il cliente di parti di ricambio e di usura per supportare l’eccellenza operativa. Inoltre, un accesso 24/7 alla linea di assistenza telefonica così come un monitoraggio in tempo reale delle prestazioni delle cernitrici ottiche per ottimizzare la produttività operativa del vostro impianto. * L’applicazione Smart & Share è una soluzione web dedicata al monitoraggio delle prestazioni, al supporto di manutenzione, al reporting e alla condivisione dei dati. Questa applicazione è supportata da un server che raccoglie dati operativi così come le statistiche dalla macchina e dalle sue periferiche (Full Package). I dati sono raccolti e analizzati sotto forma di rapporto personalizzato, disponibile su un supporto web consultabile in qualsiasi momento sia dal Servizio Clienti Pellenc ST che dal cliente.

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Come scegliere il giusto trituratore Il mercato oggi presenta una vasta offerta di trituratori con differenti caratteristiche: a bassa velocità, ad alta velocità, per la triturazione primaria, secondaria, ecc., e scegliere il giusto trituratore per soddisfare le esigenze del momento può risultare estremamente difficile. Tutti i macchinari propongono una tecnologia di base, ed impostazioni particolari che potrebbero portare fuori strada nel processo d’acquisto. Nella scelta del macchinario ideale per la triturazione dei rifiuti, le caratteristiche da tenere in considerazione oggi più che mai sono quindi: • la versatilità; • la rapidità di esecuzione del lavoro; • facilità nello svolgimento delle operazioni di manutenzione.

Cambio delle griglie rapido e semplice La versatilità di un trituratore che permette di processare differenti tipologie di rifiuti, nella pezzatura desiderata, è dovuta alle sue impostazioni preliminari. Attraverso la regolazione della griglia è possibile triturare i rifiuti nelle dimensioni desiderate, ma è anche attraverso il tempo impiegato nella sua regolazione (e quindi del tempo di fermo macchina) che è calcolato il reale ricavo proveniente dal macchinario. La possibilità di cambiare la griglia in pochissimo tempo (10 minuti) fa sì che il trituratore TANA Shark sia compatibile con molti materiali come: pneumatici, tessuti, carta, RSU, ecc. Una manutenzione facile La manutenzione è un aspetto che va tenuto in considerazione nella scelta del

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nuovo trituratore da acquistare. I trituratori TANA Shark, grazie al portellone apribile permettono una manutenzione facile ed accessibile; tutti gli organi principali della macchina sono ispezionabili. Quindi anche la fase di pulizia e manutenzione giornaliera è facilitata, grazie ai carter apribili che permettono libertà di movimento fino al motore. Un altro strumento che permette di semplificare la manutenzione è il sistema ProTrack che consente di eseguire controlli da remoto. Tramite ProTrack è possibile visualizzare in tempo reale tutti i parametri della macchina, anche in funzione, ed eseguire diagnostiche senza l’intervento diretto dell’operatore.

I coltelli sono serrati al rotore grazie a viti e ad un sistema di ancoraggio progettato appositamente da TANA. I controcoltelli sono invece inseriti in sede nel portellone senza bisogno di viti di serraggio. Sia i coltelli che i controcoltelli sono reversibili. I trituratori TANA Shark, sono progettati per offrire la massima resa in termini di prestazioni, versatilità, velocità e sicurezza d’utilizzo. Lavorare con questi macchinari permette un risparmio in termini di tempo e di denaro, offrendo al contempo la massima qualità nel prodotto finito.

Cambio coltelli e controcoltelli Il processo di cambio dei coltelli e controcoltelli è eseguito con estrema facilità grazie al portellone laterale apribile che dà rapido accesso alla tramoggia e al rotore.

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Soluzioni ingegnose per il cantiere e l’ambiente Anche nei cantieri più complessi basta cambiare prospettiva e nell’adottare soluzioni che facilitano il lavoro, quello che prima sembrava difficile e costoso, diventa semplice. Con le unità di MB Crusher ogni difficoltà viene risolta, in fretta e senza troppi costi. “A volte i clienti ci sorprendono e” - raccontano da MB Crusher - “in modo davvero brillante risolvono delle situazioni problematiche utilizzando i nostri macchinari in un modo che mai avremmo pensato. Piante infestanti addio! In Francia, una valle montana del sud-est è stata “invasa” dalla pianta Reynoutria japonica (comunemente detta Poligono del Giappone): più di 1000 metri quadri nei quali la biodiversità era a rischio. Come eliminare la tremenda pianta infestante senza la necessità di portare ton-

nellate di terra movimentando camion? L’idea geniale è stata usare la benna selezionatrice MB-HDS320 per frantumate i rizomi, che dopo essere marciti, non sono stati più in grado di rigenerarsi e infestare. Un vero successo che ha salvato la zona in modo totalmente ecologico. Al porto il lavoro non si ferma mai Siamo al porto di Conakry, in Guinea, che ogni anno registra un traffico di circa 2 milioni di tonnellate di merci. È previsto un intervento di ben 774 milioni di dollari, che include tra le altre cose il ripristino della pavimentazione dell’area di movimentazione e deposito container, ormai deformata per il continuo stoccaggio di materiali molto pesanti. Eliminare gli attuali masselli autobloccanti in calcestruzzo per rinforzare il sottosuolo e posarne di nuovi non è cosa da poco, soprattutto perché le attività

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portuali non si possono fermare e far passare altri camion per lo smaltimento del materiale avrebbe creato ancora più problematiche. La “geniale” soluzione adottata dal cantiere è stata utilizzare un Frantoio mobile MB Crusher BF80.3: con quest’unico macchinario, agile e di ridotte dimensioni, sono riusciti a frantumare sul posto i masselli esistenti riducendoli alla granulometria di 0-3 cm. A questo punto li hanno miscelati al sottofondo esistente, creando un impasto di ottima qualità capace di sopportare i carichi gravosi. Il tutto in pochissimo spazio, senza movimentare camion e riutilizzando il materiale di scarto: tre goal perfettamente riusciti. MB Spa Tel +39 0445 308148 info@mbcrusher.com www.mbcrusher.com

MB Crusher machines facilitate the work, increase business and take care of the environment Even in complex jobsites a change of perspective and new processes solves problems, makes the job easier and generate revenue. With MB Crusher units difficulties are overcome: fast, easily and cost-effective. “Sometimes, however, customers surprise us,” MB Crusher says. “In a truly brilliant way, they solve problematic situations using our machinery in a way we would have never thought.” At the port, work never stops Conakry Port, Guinea, 2 million tons of goods get trafficked every year. A 774 million dollar restoration project was underway, which included the restoration of the handling and storage area, which had begun to deform after continuous storage and movement of heavy cargos. Elimination of the existing self-blocking concrete blocks used to reinforce the subsoil is no easy task, let alone trying to replace them while the port activity continued. The ingenious solution the construction site adopted was using a BF80.3 crusher bucket: with this agile and compact unit, they managed to crush the existing blocks on the spot, reducing them to a size of 0-3 cm. They then mixed the crushed material with the existing sub-base, creating a quality mixture capable of withstanding heavy loads. All done in a small space, without using trucks and disposing of waste material: three successfully attained goals.

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Smart-plant, tecnologie che recuperano risorse dalle acque reflue

Biotecnologie che riducono i consumi energetici e le emissioni di gas serra restituendo all’ambiente acqua depurata. Questi i risultati di Smart-plant, progetto Horizon 2020 finanziato dalla Commissione europea per valorizzare e trasformare gli impianti di depurazione esistenti in vere e proprie bioraffinerie in grado di recuperare, dalla acque reflue, materiali di valore economico come cellulosa, fosforo, metano e bioplastiche. Partito a giugno 2016, il progetto si è concluso, contando all’attivo l’implementazione di 9 tecnologie innovative a ridotta impronta di carbonio per la depurazione di acque reflue, un sistema intelligente di supporto alla decisione e diversi prodotti bio-based recuperati dalle stesse acque reflue. Il gruppo di ricerca in Ingegneria chimica dell’ambiente e dei bioprocessi del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona ha contribuito in maniera

strategica alla ricerca, con studi dedicati all’implementazione di 2 delle tecnologie messe a punto durante l’azione d’innovazione europea. Le tecnologie sono state implementate, testate e validate fino a scala industriale nell’impianto di depurazione di Carbonera (Treviso), gestito dall’azienda Alto Trevigiano Servizi. Un primo studio, dal titolo “Sieving of municipal wastewater and recovery of bio-based volatile fatty acids at pilot scale” è stato pubblicato sulla rivista scientifica Water Research, con autori Cinzia da Ros e Vincenzo Conca coordinati da Nicola Frison e David Bolzonella, docenti di Impianti chimici in ateneo, in collaborazione con l’università Politecnica delle Marche. “Il recupero di materia organica primaria dalle acque reflue municipali permette di ottenere per ogni abitante fino a 10

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kg di cellulosa (carta igienica) per anno” spiega Nicola Frison. “In questo lavoro, il processo di recupero della cellulosa tramite un filtro rotativo dinamico è stato accoppiato ad un’unità di fermentazione acidogenica per produrre acidi grassi volatili, potenzialmente recuperabili e utilizzabili in diversi processi industriali come precursori chimici di origine biologica. In questo modo, sarebbe potenzialmente possibile valorizzare il fango di depurazione trattato fino a 100 € per tonnellata (peso secco), rendendo più circolare il trattamento delle acque reflue municipali”. Lo studio “Long-term validation of polyhydroxyalkanoates production potential from the sidestream of municipal wastewater treatment plant at pilot scale” è stato pubblicato sulla rivista scientifica Chemical Engineering Journal, e condotto su un impianto a scala pilota. La ricerca ha dimostrato, in condizioni reali, la fattibilità di integrare processi avanzati di rimozione dell’azoto da digestati anaerobici con la produzione di precursori di bioplastiche da fanghi di depurazione. “Grazie all’applicazione di particolari regimi operativi è possibile rimuovere via-nitrito l’azoto contenuto all’interno delle “acque madri” e selezionare al contempo una biomassa in grado di accumulare elevate percentuali di bioplastiche all’interno delle cellule” evidenzia Frison. “Tale tecnologia permetterebbe di ottenere un ricavo fino a 11 volte superiore a quello ottenuto dalla sola produzione di biogas in un impianto convenzionale di depurazione, incrementando così la sostenibilità del processo e la possibilità di upscaling dello stesso a livello industriale. In questa prospettiva, gli impianti di depurazione

esistenti potrebbero diventare vere e proprie bioraffinerie volte al recupero di prodotti ad alto valore aggiunto”. La ricerca “A knowledge discovery framework to predict the N2O emissions in the wastewater sector” pubblicata sulla rivista scientifica Water Research, ha visto la collaborazione tra i ricercatori del dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo veronese, l’università Politecnica delle Marche e l’università di Brunel (Inghilterra). “L’analisi dei dati è stata utilizzata per monitorare e predire le emissioni di N2O (ossido di diazoto) da un impianto in piena scala per la rimozione via-nitrito dalle acque di ritorno della digestione anaerobica” spiega Frison. “Lo studio ha messo in evidenza che le emissioni totali di N2O prodotte dal processo rappresentavano fino al 7.6% dell’azoto trattato, contribuendo fino al 97% sull’impronta di carbonio complessiva di tutto il sistema. L’utilizzo combinato dei modelli SVM (macchina di supporto vettoriale) e SVR (regressione di supporto vettoriale) ha permesso di predire in maniera accurata l’accumulo e successiva emissione di N2O all’interno del sistema, permettendo così di evitare l’utilizzo di costosi sensori ad hoc che spesso necessitano di coste e frequenti manutenzioni”. Smart Plant www.smart-plant.eu

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Un ulteriore progresso di UNTHA: il resistente sistema di taglio RC dei trituratori serie XR Con il sistema di taglio RC per i trituratori serie XR, UNTHA ha sviluppato un nuovo tipo di geometria dei coltelli che garantisce un’introduzione aggressiva del materiale, portate elevate e un materiale in uscita molto omogeneo. Il robusto meccanismo di taglio è stato sviluppato per la triturazione primaria di materiali particolarmente ingombranti e che presentano parti intriturabili. Il sistema RC (Ripper Cutter) rappresenta la nuova generazione di sistemi di taglio della classe XR. È la terza variante che va ad aggiungersi al sistema di taglio C (Cutter) e al sistema di taglio XC (X-Cut-

ter). Dopo un’approfondita analisi delle esigenze dei clienti, intense indagini di mercato e uno scambio di informazioni con i potenziali clienti, in un periodo di tempo di 12 mesi è stato creato il nuovo concetto di taglio RC. La domanda di un nuovo sistema di taglio era particolarmente elevata tra gli operatori del settore. Il team di Ricerca e Sviluppo di UNTHA ha tenuto conto delle esigenze del mercato quando ha deciso di perfezionare il preesistente sistema di taglio R: l’eliminazione dello spintore comporta una maggiore apertura e profondità della macchina, minori costi di manutenzione e riparazione e un ottimale rapporto prezzo/prestazioni. Durante la messa in funzione di diversi modelli pre-serie, sono emersi anche altri vantaggi: il nuovo sistema di taglio, grazie alla nuova geometria dei coltelli, è in grado

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di arrivare a capacità di produzione notevolmente superiori alle 100 tonnellate all’ora nel trattamento dei rifiuti solidi urbani. Ciò corrisponde ad un aumento delle prestazioni di circa il 50% rispetto al sistema precedente. Efficiente e flessibile Un ulteriore vantaggio è che la bassa percentuale di frazioni fini presente nel materiale in uscita lo rende ideale per la combinazione con tecnologie di separazione ottica, agevolando così il trattamento a valle del materiale pre-triturato. L’efficienza del sistema di taglio riduce anche il consumo di energia. Il sistema RC trova i suoi campi di applicazione nella triturazione dei rifiuti solidi urbani, dei rifiuti ingombranti e commerciali e del legname di scarto. A seconda delle esigenze, il trituratore può essere dotato di barre a griglia o di griglie forate. Con questo sistema di taglio è possibile raggiungere una pezzatura omogenea da 300 a 100 mm in un unico passaggio. Il trituratore può essere configurato con varie potenze di azionamento ed è disponibile sia con l’azionamento a risparmio energetico UNTHA Eco Power Drive sia con il potente azionamento UNTHA Power Drive. “La sfida particolare nello sviluppo del sistema di taglio RC è stata quella di raggiungere la robustezza necessaria per far fronte a tutti i tipi di intriturabili. Questo sistema risulta particolarmente resistente proprio grazie alla particolare forma dei denti”, spiega Martin Mairhofer, Managing Director di Ecotec Solution, distributore esclusivo per l’Italia del marchio UNTHA.

Il concetto di saldatura che aumenta la durata Per ridurre ulteriormente i costi di manutenzione e riparazione, UNTHA ha sviluppato un proprio concetto di saldatura per il sistema di taglio RC. Al termine della durata dei coltelli e della barra statore, l’operatore del trituratore XR li può saldare in autonomia, riportandoli sul banco.

Ecotec Solution sarà presente ad Ecomondo, dove presenterà il nuovo sistema di taglio UNTHA RC e dove sarà possibile vedere con i propri occhi la robustezza dei trituratori serie XR. “Invitiamo tutti coloro che sono interessati a scoprire l’affidabilità e l’innovazione delle tecnologie UNTHA a venire a visitarci”, conclude Martin Mairhofer. Ecotec Solution Srl è distributore esclusivo in Italia di Untha. Ecotec Solution Srl Tel +39 0473 562437 info@ecotecsolution.com www.ecotecsolution.com

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STADLER produce il separatore balistico numero 1000

STADLER ha raggiunto un importante traguardo con la produzione del suo separatore balistico numero 1000. La macchina STT5000_6_1 è stata acquistata da Vaersa, un’azienda spagnola, e consegnata al loro impianto di selezione di imballaggi leggeri a Castellón, dove ora è al lavoro con piena soddisfazione del cliente. Innovazione continua che anticipa le esigenze del cliente Leader mondiale nel mercato dei separatori balistici, STADLER è stato il pioniere di questa soluzione altamente efficiente ed economica. Sviluppato agli inizi degli anni ‘90, il prodotto è stato costantemente migliorato a livello di prestazioni ed efficienza. Al 2000 risalgono due importanti innovazioni: il telaio inclinabile brevettato, che ha eliminato la necessità di inclinare l’intera macchina e di regolare i nastri trasportatori, e le pale con griglie di vagliatura forate.

Nel 2002, STADLER ha ampliato la sua offerta di separatori balistici STT2000 con un nuovo modello sviluppato appositamente per la separazione di carta e cartone, con pale a Z brevettate. Nello stesso anno, individuata una nuova esigenza del mercato, STADLER ha lanciato l’STT5000 per materiali pesanti, come RSU e rifiuti industriali. Più di recente, STADLER ha identificato una nuova richiesta del mercato relativa al riciclo di materiali molto pesanti, un settore in rapida crescita. Per rispondere a questa esigenza, ha sviluppato l’STT6000 per la selezione dei rifiuti da costruzione e demolizione, per l’estrazione in discarica e persino per i rifiuti solidi urbani con elevate impurità. Il Vice-responsabile Ricerca e Sviluppo di STADLER, Christian Nordmann, sottolinea i vantaggi principali della macchina: “Non c’è bisogno di pre-selezionare o pre-sminuzzare il materiale in ingresso. Inoltre, a differenza dei tamburi di

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vagliatura, che separano il materiale solo in due frazioni, l’uscita a tre frazioni dell’STT6000 consente di rimuovere facilmente le impurità, poiché sono ancora nella loro dimensione originale”. I separatori balistici STADLER sono estremamente flessibili e possono essere adattati per soddisfare requisiti molto specifici. Ad esempio, l’azienda ha progettato separatori balistici con meno pale per adattarsi ai piccoli spazi degli impianti di selezione del Giappone. Ha inoltre creato macchine con pale più lunghe o più corte per soddisfare esigenze specifiche. È anche possibile assemblare fino a tre moduli di separatori balistici uno sopra l’altro o in serie per ottenere migliori frazioni. STADLER Italia Srl Tel +39 0523 17277-68 pietro.navarotto@w-stadler.de www.w-stadler.de/it

STADLER celebrates history of pioneering innovation with milestone of 1,000th ballistic separator STADLER has reached an impressive milestone with the production of its 1,000th ballistic separator. The machine STT5000_6_1 was purchased by a Spanish company, for their light packaging sorting plant, where it is now operating to the customer’s full satisfaction. A global market leader in ballistic separators, STADLER has pioneered this highly efficient solution. Development started in the early 1990s and since then important innovations, like the patented pivoting frame, paddles with screened perforation and new models developed for specific materials, were introduced to the market. STADLER ballistic separators are extremely flexible and can be adapted to match specific requirements, like fewer, longer or shorter paddles to address very particular needs. It can also assemble up to three ballistic separator modules on top of each other or serially to achieve better output fractions.

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La nuova AUTOSORT di TOMRA: il futuro della selezione a sensori TOMRA Sorting Recycling progetta e realizza tecnologie per la selezione a sensori per il settore del riciclo e della gestione dei rifiuti. Ad oggi, sono oltre 6.000 i sistemi TOMRA installati in 100 paesi del mondo. Il 9 giugno, durante un lancio globale online, TOMRA ha presentato due ultimissime tecnologie di selezione: la nuova generazione di AUTOSORT® e AUTOSORT® SPEEDAIR. Questo sistema di selezione a sensori, compatto, altamente flessibile e aggiornabile, riunisce in sé le più recenti tecnologie di TOMRA per fornire una selezione precisa e a velocità elevata, anche con i materiali più complessi, addirittura impossibili da individuare con le tecnologie convenzionali. Questo grazie all’utilizzo della più ampia gamma di sensori di TOMRA e dei dati ricavati durante il

processo per classificare gli oggetti in maniera corretta. Grazie all’integrazione della tecnologia SHARP EYE e FLYING BEAM®, oggi di serie, AUTOSORT® offre prestazioni qualitativamente costanti in termini di precisione di selezione di tutte le frazioni target, anche nelle applicazioni più difficili. Disponibile su richiesta il nuovo DEEP LAISER, un sistema di deep learning (AI) integrabile nell’AUTOSORT® con funzione di riconoscimento degli oggetti in 3D. AUTOSORT® SPEEDAIR è la seconda novità lanciata da TOMRA: si tratta di un componente aggiuntivo della gamma AUTOSORT® progettato per stabilizzare materiali leggeri come pellicole plastiche o carta sul nastro d’accelerazione (grazie a ventole con getti d’aria a velocità controllata che generano un flusso

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d’aria costante sul nastro trasportatore, aumentando la stabilità del materiale). Raddoppiando la velocità dei nastri d’accelerazione fino a 6 metri al secondo, la produttività è molto più alta e la qualità del materiale in uscita è costantemente elevata. I clienti beneficiano così di un migliore ritorno dell’investimento, oltre che di minori costi di installazione e di gestione. Fabrizio Radice, Vice President e Responsabile Sales & Marketing Global di TOMRA Sorting Recycling, commenta: “Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per garantire che i nostri prodotti soddisfino costantemente le loro esigenze e quelle dei loro clienti finali. Il nostro sistema AUTOSORT® di nuova generazione è un’innovazione entusiasmante, in quanto il suo utilizzo di sensori versatili e di software intelligente permetterà di soddisfare le richieste di tutta una serie di applicazioni di selezione attuali e future”. TOMRA Sorting Recycling Tel +39 0521 681082 www.tomra.com/recycling

The new AUTOSORT by TOMRA: the future of sensor-based sorting TOMRA Sorting Recycling designs and manufactures sensor-based sorting technologies for the global recycling and waste management industry. To date, more than 6,000 TOMRA systems are installed in 100 countries around the world. On June 9th, during a global online launch, TOMRA presented two latest sorting technologies: the new generation of AUTOSORT® and AUTOSORT® SPEEDAIR. This compact, highly flexible and upgradeable sensor-based sorting system combines TOMRA’s latest technologies to provide precise, high-speed sorting, even with the most complex materials that are impossible to detect with conventional technologies. This is thanks to the use of the widest range of TOMRA sensors and data obtained during the process to classify objects correctly. AUTOSORT® SPEEDAIR is the second product launched by TOMRA: it is an add-on to the AUTOSORT® range designed to stabilize lightweight materials such as plastic film or paper on the acceleration belt.

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Camec: the new concept of technology

Fortemente orientata allo sviluppo del prodotto, oggi Camec riesce a garantire una continua innovazione tecnica, che da sempre rappresenta uno dei principali punti di forza dell’azienda. Da questa innovazione continua nascono 3 divisioni di successo: recycling, handling ed industrial, dove Camec gestisce un portafoglio clienti di elevato prestigio in tutto il mondo. Oltre alla progettazione e alla costruzione fino alla fornitura “chiavi in mano” dei suddetti impianti, Camec offre un servizio personalizzato a 360° con studi di fattibilità, simulazione 3D, revamping, manutenzione ordinaria e straordinaria e assistenza post-vendita, anche da remoto. Nella divisione recycling, in particolare, Camec si occupa di sviluppo e progettazione di macchine e impianti di riciclaggio per il trattamento di rifiuti industriali e urbani. Grazie ad un know-how sviluppato negli anni e sostenuto da una continua ricer-

ca tecnologica, siamo in grado di operare in quasi tutti i settori di riciclaggio e trattamento rifiuti interfacciandoci con le più svariate problematiche. La sintesi dell’esperienza Camec nella costruzione delle macchine per riciclaggio la ritroviamo in particolare in una delle nostre ultime realizzazioni denominata LCM520/20. Il doppio rotore si incontra in questa particolare configurazione con l’uso di utensili intercambiabili e l’applicazione di griglie di selezione che permettono di ottenere una pezzatura costante e controllata: in questa linea sono applicati tutti gli accorgimenti e le caratteristiche delle macchine finora prodotte per avere un processo affidabile e tecnologico. Lo spostamento su gomma che la rende semovente in autonomia mediante motore elettrico e il sistema di deferrizzazione montato sui nastri di evacuazione del materiale triturato, evidenziano la cura per il dettaglio e la professionalità con le quali Camec analizza e soddisfa costantemente le esigenze del cliente. Più che un semplice fornitore, ci consideriamo pertanto un partner strategico per soddisfare le necessità del Cliente, ecco perché più che macchine noi offriamo soluzioni. Per noi il cliente è sempre al centro dell’attenzione e la persona riveste il ruolo più importante nel grande processo di ascolto che si deve creare tra fornitore e

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cliente. Con uno sguardo al futuro, la recente costituzione della nuova sede Camec Iberica, nel poligono industriale di Barcellona e le alleanze strategiche in Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Bulgaria, evidenziano la forte spinta espansionistica verso l’estero che Camec ha deciso di intraprendere. Oggi siamo lieti di presentarvi un nuovo concetto di triturazione: ecco a voi CAMEC, la storia di un’azienda tutta italiana, proiettata in un panorama internazionale. Camec Srl Tel +39 049 552115 info@camec.net www.camec.net

Strongly oriented to product development, today Camec is able to guarantee continuous technical innovation, from where are born 3 successful divisions: recycling, handling and industrial. As a recycling division, in particular, we deal with the development and design of machines and recycling plants for the treatment of industrial and urban waste. We also offer a 360° personalized service with feasibility studies, 3D simulation, revamping and after-sales assistance. We therefore consider ourselves a strategic partner to satisfy the Customer’s needs, that’s why more than machines we offer solutions. The summary of Camec’s experience in the construction of recycling machines is also found in one of our latest creations called LCM520 / 20: here all the precautions and characteristics of the machines produced so far for have a reliable and technological process. The movement on rubber that makes it self-propelled by an electric motor and the deferrization system mounted on the evacuation belts of the shredded material, highlight the attention to detail and professionalism with which Camec constantly analyzes and satisfies the customer’s needs. Recently, the establishment of a new headquarters, Camec Iberica, in the industrial area of Barcelona, as well as the strategic alliances in Canada, the United States and Bulgaria, highlight the strong expansion drive Camec has decided to follow. Today we are glad to present a new concept of shredding: this is CAMEC, the story of an all-Italian company, projected into an international panorama.

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Stepper Screen: il nuovo brevetto di PAL per vagliare il rifiuto senza intasamenti Questo particolare sistema di Vagliatura, secondo il brevetto EP2552606, permette di trattare materiali difficili abbattendo drasticamente i fermi macchina superando le problematiche dei tradizionali vagli a dischi, i quali soffrono tremendamente l’impigliamento e l’attorcigliamento di corpi lunghi e filamentosi presenti sempre in buona quantità nel rifiuto. Lo Stepper Screen sviluppato da PAL è la risposta a chi cerca una soluzione vagliante con la logica del vaglio a dischi ma senza fermi macchina e sistematici interventi di pulizia. Innovativo nel Sistema di scuotimento e avanzamento del flusso, il sistema di palette a moto alternato, impedisce ai materiali filamentosi di attorcigliarsi (non ci sono organi in completa rotazione) e

separa il materiale in più frazioni. Ideale per trattare diversi tipi di rifiuto, nel settore industriale con presenza di metalli e materiali filamentosi di notevoli dimensioni, negli impianti di compostaggio, nel settore della selezione delle plastiche in alternativa al vaglio Balistico. Le numerose esperienze finora fatte sul campo hanno già dimostrato l’ultima evoluzione di questa macchina è in grado di lavorare su materiali notoriamente difficili con rese assimilabili o spesso migliorative rispetto ai tradizionali vagli a dischi o a tamburo, si tratti di materiale organico (FORSU), compostato misto dopo biocella, plasmix, legno riciclato o addirittura rottami metallici o da demolizione auto. I profili sono definiti in modo da consentire nei movimenti contrappo-

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Stepper Screen: the new PAL’s patent for a clog free screening of waste

sti di due lame adiacenti l’avanzamento del flusso di materiale lungo il treno di alberi. Il piano di vagliatura, potrà lavorare orizzontale o leggermente in discesa (-3,5°) a seconda della tipologia e quantità di materiale ed è formato da una serie di alberi oscillanti (nessuna rotazione) che supportano speciali palette di lunghezza minima circa 230 mm e distanza minima tra gli alberi porta-palette di circa 190mm. I rulli dispari operano con moto oscillante in opposizione di fase rispetto ai rulli pari, in modo da garantire l’avanzamento del materiale. Il sottovaglio passa attraverso la luce (sezione di Vagliatura) tra le palette, la sezione di Vagliatura può essere regolata entro limiti di ±20%. PAL Srl Tel +39 0422 852 300 info@pal.it www.pal-greendivision.it

Thanks to the innovative flow shaking and forwarding system, the alternate motion paddle system prevents filamentous materials from wrapping around (no completely rotating parts) and separates the material into different fractions. This special screening system perfectly processes difficult-to-handle material allowing to drastically cut machinery downtimes and routine cleaning, thus overcoming the issues of traditional disc screens. The Stepper Screen developed by PAL is the answer to those looking for a screening solution based on the disc screen logic. Stepper Screen is the ideal solution for processing various types of waste, either in the industrial field with large size metals and filamentous materials, or in composting plants, or in the plastics sorting field as an alternative to the Ballistic screen. Our great deal of experience already gained in the field has proven that the recent evolution of the machine is capable of handling difficult-to-process materials with performances that are comparable or even better than those of traditional disc or drum screens, regardless of whether processing organic material (OFMSW), mixed compost after biocell, plasmix, recycled wood or even metal scrap and metal from car wreck.

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Tiger Depack, indispensabile nel riciclo Tiger Depack è un sistema brevettato per la separazione solido liquido; ideale per diverse tipologie di prodotto in ingresso. Negli ultimi dieci anni le esigenze del mercato hanno portato alla creazione di una gamma di prodotti che offre tre macchine con caratteristiche molto diverse per dimensioni e capacità di produzione: • Tiger HS 10, prodotto di partenza che fino al 2017 era conosciuta con il nome Tiger HS 640: è la macchina da cui è iniziato tutto e che ora conta oltre 80 modelli in tutto il mondo. • Tiger HS 20, progettata per affrontare capacità di trattamento più elevate fino a 20t/h in base al materiale trattato. • Tiger HS 5, la più piccola, per volumi di produzione contenuti fino a 5 t/h in funzione della matrice inserita. La gamma prodotti Tiger Depack si compone inoltre di allestimenti specifici per la lavorazione di particolari tipologie di materiali come il pulper, i sovvalli: • Tiger Depack PPS (Paper Pulp Solution), è progettato specificamente per l’uso in cartiera per il trattamento del pulper. • Tiger Depack OSC è ottimizzato per il trattamento dei sovvalli derivanti dal trattamento dell’organico da raccolta differenziata.

I campi di applicazione della linea Tiger Depack si ampliano di anno in anno con la richiesta di macchinari dedicati allo specifico trattamento di materiali. Tutto è partito dalla “semplice” separazione del contenuto dall’imballaggio che lo riveste per ottenere matrici pulite e separate adatte al riutilizzo. Allo stato attuale, i campi di applicazione dei macchinari Tiger Depack sono divisi in tre settori. - Il settore principale è il depackaging. Questa è la necessità di separare l’imballaggio e il suo contenuto in matrici riutilizzabili pulite, come, ad esempio, l’imballaggio degli alimenti scaduti o gli scarti di mense o alimentari della grande distribuzione. In questo caso, il vantaggio per il cliente è quello di ottenere due matrici che sono riutilizzabili: organico e imballaggio che possono essere così introdotti in cicli successivi di lavorazione come biogas e mangimi per l’organico e produzione di materia prima seconda per gli imballaggi.
 - Il secondo campo di applicazione è il trattamento del rifiuto organico proveniente da raccolta differenziata. Tiger Depack applicata al trattamento dei rifiuti organici (FORSU) esprime la sua massima efficienza sia con trattamento

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a secco che a umido sia del rifiuto tal quale che del sovvallo da ricircolo. Grazie a Tiger Depack, la frazione organica viene pulita dai materiali plastici (sacchetti e impurità) e al contempo viene omogeneizzata per i successivi trattamenti di digestione o compostaggio. Dall’esperienza acquisita con l’applicazione di Tiger Depack, da un peso del 27% di plastica e organico avviato a smaltimento si passa al solo 7% di plastiche pulite con un recupero totale dell’organico. - Il terzo campo di applicazione è all’interno dei cicli di produzione. Data la sua capacità di inserimento in catene di produzione che sono già operative il modello più piccolo è quello più indicato. La produzione industriale genera rifiuti per il controllo di qualità: ad esempio, etichette storte sugli imballaggi e prove a campione su lotti di prodotti. Inserendo Tiger Depack nel processo di produzione, è possibile dividere il prodotto, recuperare imballaggi e contenuto evitando la produzione di rifiuti alla fonte. Cesaro Mac Import Srl Tel +39 0421 231101 cesaro@cesaromacimport.com www.cesaromacimport.com

Tiger Depack is an indispensable machine for recycling Tiger Depack line is represented by three machines very different from each other in terms of size and of production capacity: • Tiger HS 10, the starting point. Untill 2017 was known as Tiger HS 640. At the moment 80 models of this version are worlwide. • Tiger HS 20, developed to cope with a major capacity of treate-ment: up to 20 tonn/h depending on the materials treated. • Tiger HS 5Tiger HS 5, the smallest, produces up to 5 tonn/h according to the input material. Specific equipments to work particular materials, like pulper or scraps, are part of the Tiger Depack line of products. • Tiger Depack PPS (Paper Pulp Solution), the model especially-designed for paper mill and for the treatment of pulper. • Tiger Depack OSCTiger Depack OSC built up to work the scraps deriving from the treatment of the organic part of waste collection. The uses of Tiger Depack line increases year by year thanks to the demand of machines able to offer specific treatment for specific materials.

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A Ferrara avviato il nuovo impianto pilota di riciclo molecolare, MoReTec LyondellBasell, una delle più grandi aziende al mondo nel settore delle materie plastiche, della chimica e della raffinazione, ha annunciato l’avvio dell’impianto di riciclo molecolare MoReTec nel sito di Ferrara. LyondellBasell è proprietaria della tecnologia d’avanguardia di riciclo MoReTec il cui obiettivo è quello di riportare i rifiuti di plastica post-consumo alla loro forma molecolare da utilizzare come materia prima per la produzione di nuovi prodotti di plastica. “Eliminare i rifiuti plastici dall’ambiente e far progredire l’economia circolare sono i punti cardine della nostra società per quanto riguarda la sostenibilità” ha dichiarato Jim Seward, LyondellBasell Senior Vice President Ricerca e Sviluppo, Tecnologia e Sostenibilità. “Con la nostra avanzata tecnologia di riciclo, restituiamo alla catena del valore volumi maggiori di rifiuti (di plastica) destinati a produrre nuovi materiali per applicazio-

ni di alta qualità, assicurando così il loro valore il più a lungo possibile nel tempo.” I nuovi materiali plastici creati con la tecnologia MoReTec di LyondellBasell possono essere utilizzati anche per settori merceologici vincolati da severi requisiti normativi, come quello dell’imballaggio alimentare e dei dispositivi medici per il settore medicale. LyodellBasell conduce ricerca di base per portare l’industria dei polimeri verso il riciclo all’avanguardia per le plastiche. A luglio 2018, l’azienda ha annunciato una fattiva collaborazione con l’Istituto di Tecnologia Karlsruhe in Germania per portare avanti il proprio impegno nel riciclo molecolare che ha provato l’efficienza della tecnologia MoReTec su scala nei laboratori; a Ottobre 2019, la società ha annunciato la costruzione di un impianto pilota a Ferrara. Oggi, grazie alla ricerca e sviluppo dei gruppi di lavori in Germania, Italia e Stati Uniti, la società sta lavorando attivamente per esplorare le potenziali applicazioni su scala commerciale. “Il nuovo impianto di riciclo molecolare MoReTec prosegue la tradizione di innovazione, ricerca e sviluppo di nuove tecnologie a Ferrara” ha dichiarato Antonio Mazzucco, Direttore Centro di Ricerca Giulio Natta di Ferrara, LyondellBasell. “Insieme ai nostri colleghi in Germania e negli

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Stati Uniti, siamo orgogliosi di contribuire a una tecnologia che è proiettata al futuro con l’obiettivo di affrontare concretamente il problema dei rifiuti plastici facendo progredire la circolarità dei prodotti in plastica. L’aver scelto il sito di Ferrara per la costruzione dell’impianto pilota MoReTec” conclude Mazzucco “è un grande riconoscimento per tutti i colleghi del Centro Ricerche Giulio Natta per il loro profondo impegno e la loro conoscenza. Dopo aver speso alcuni decenni a sviluppare nuovi processi e nuovi catalizzatori per polimerizzare, il sito studia soluzioni per invertire il processo (de-polimerizzare) grazie all’enorme know-how dei suoi ricercatori, ingegneri e tecnici.” L’impianto pilota è in grado di processare tra 5 e 10 chilogrammi (kg) all’ora di rifiuti di plastica domestici e si basa sulla nostra ricerca finora. Tale impianto (pilota) ha lo scopo di comprendere l’interazione tra i vari tipi di rifiuti nel processo di riciclo molecolare, di fare test di differenti catalizzatori e di confermare la temperatura di processo e il tempo necessario per decomporre il rifiuto di plastica in molecole. L’obiettivo è quello di completare tutti questi test nei prossimi anni per poter pianificare un impianto su scala industriale. Lo sviluppo della tecnologia MoReTec rientra nell’impegno di LyondellBasell della conversione delle plastiche in nuove plastiche ed è complementare alle altre soluzioni circolari messe in atto dalla società al fine di ridurre i rifiuti di plastica e far progredire l’economica circolare, tra cui: • Sviluppo di nuovi modelli di business per il riciclo meccanico: nel marzo 2018, LyondellBasell ha preso il controllo del 50% di Quality Circular Polymers (QCP), una joint-venture con SUEZ. QCP utilizza il processo di riciclo meccanico per produrre dai rifiuti di plastica pellet di qualità superiore per applicazioni che spa-

ziano da elettrodomestici, flaconi di bottiglie per detergenti e valigie. Utilizzo di materie prime rinnovabili per la produzione delle plastiche: nell’aprile 2019, LyondellBasell ha prodotto plastiche partendo da materie prime rinnovabili, come oli esausti di cottura e oli vegetali, dalle quali è stato possibile realizzare nuovi articoli di plastica utilizzabili nei settori dell’imballaggio alimentare, dei giocattoli e degli articoli di arredamento.

Il lavoro di questa tecnologia è iniziato nel Centro Tecnologico di Houston (HTC) negli Stati Uniti quando sono stati testati diversi tipi di catalizzatori potenzialmente adatti per la tecnologia di riciclo molecolare. Lo sviluppo di questa tecnologa su scala pilota è proseguito in Germania, unendo i sistemi catalitici di LyondellBasell nel centro di Ricerca di Francoforte e il reattore dell’Istituto di Tecnologia Karlsruhe (KIT). L’impianto pilota di Ferrara si basa su questa ricerca e sta testando i catalizzatori più promettenti. Il Centro Tecnologico di Houston continua a lavorare sui catalizzatori, sta effettuando test sui rifiuti di plastica all’olio di pirolisi che serviranno come materia prima, sviluppando nuove tecniche analitiche per la caratterizzazione dei rifiuti di plastica e dell’olio di pirolisi, e ricercando tecniche di post-trattamento sull’olio di pirolisi per migliorarne la qualità. LyondellBasell www.lyondellbasell.com

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Tutti i Plus 4.0 di un impianto per la selezione dei rifiuti

Italproget srl ha concluso con successo l’avviamento di un nuovo impianto per la produzione di combustibile solido secondario (CSS) da rifiuti in provincia di Bolzano. La soluzione di Italproget, realizzata per il cliente su misura delle sue esigenze e della sua realtà, rappresenta un impianto totalmente automatizzato e potenziato da molteplici sistemi legati all’Industria 4.0. Si tratta di digital technologies come software avanzati e dispositivi tecnologici che promuovono la creazione di una produzione interconnessa, digitalizzata e automatizzata. I Plus 4.0 Installati 1. Gestione da remoto e set-up L’impianto dispone di un centro di controllo che integra i protocolli di comunicazione delle macchine installate, monitora da remoto il loro funzionamento insieme a quello dell’intero impianto e genera in real-time set di statistiche, indicatori e report favorendo l’interazione con le macchine e la riduzione dei costi di gestione.

Il sistema migliora la produttività dell’impianto stabilendo diversi set-up (ricette) di impostazioni predefinite in base alle caratteristiche del materiale da processare. Il cliente ha inoltre a disposizione un piano di manutenzione centralizzato e personalizzato, studiato per ogni macchina che compone la linea, con avvisi per la manutenzione programmata e notifiche/ allarmi in caso di guasti. Questo aumenta la produttività del processo favorendo la diminuzione dei fermi impianto. 2. Gestione e manutenzione impianto e macchinari da tablet industriale Il cliente ha a disposizione il tablet industriale Italproget, connesso con il PLC di gestione dell’impianto, che permette di interagire con l’intero sistema. In particolare, permette di monitorare tutte le funzionalità dell’impianto (stato, consumi, avvisi) oltre alla quantità di materiale lavorata, separata e relativa qualità. Rappresenta quindi in sostanza una riproduzione del touch panel installato sul quadro generale dell’impianto.

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Attraverso il tablet è inoltre possibile il comando manuale in sicurezza dei macchinari installati, avendo quindi la possibilità di monitorare in tempo reale gli interventi di manutenzione da effettuare e lo storico dei controlli già effettuati. 3. Sistema antincendio Il cliente ha scelto di installare un sistema antincendio sui nastri trasportatori in uscita dal trituratore primario. Tale sistema funziona tramite sensori di fiamma e telecamere termiche. Il sistema consente di rilevare la fiamma e/o il calore di un corpo in modo estremamente preciso, permettendo anche di identificarne e valutarne la gravità impostando diverse soglie di allarme e preallarme. Il cliente ha scelto un impianto di spegnimento che funziona ad acqua ma, a seconda delle esigenze, può essere realizzato anche a schiuma. 4. Pesatura dinamica Sull’impianto sono stati installati quattro sistemi di pesatura dinamica in continuo: sono pese integrate sui nastri trasportatori in ingresso e in uscita dall’impianto che permettono di monitorare l’input e gli output di processo (CSS, scarti, ecc.). I sistemi sono inoltre predisposti per ar-

chiviare le pesature della giornata e generare dei file con archivio storico per poter controllare la produzione dei giorni precedenti. 5. Controllo qualità Sul nastro di evacuazione del raffinatore è installato un sistema per l’analisi continua del CSS. Questo sistema assiste gli operatori nella gestione della linea in quanto elabora indicatori in tempo reale sulle caratteristiche del flusso fornendo il livello di cloro, il potere calorifico e il tasso di umidità. Il sistema include un display per la visualizzazione e il monitoraggio a bordo macchina e sul touch panel dell’impianto. I dati ricavati possono essere utilizzati per generare archivi storici e report oppure per impostare/regolare la gestione dell’impianto in base alla qualità del materiale in transito. Italproget Tel. +39 0543 448979 info@italproget.it www.italproget.it

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Intercettare e riciclare rifiuti in PVC conviene all’ambiente e all’economia

PVC Forum Italia e VinylPlus® hanno presentato gli ultimi risultati ottenuti dal WREP (Waste From Demolition Collection of Recycling Pilot Scheme), il progetto che ha l’obiettivo di individuare, intercettare e riciclare i rifiuti in PVC provenienti da scarti urbani, rifiuti ingombranti e rifiuti speciali derivanti da attività di costruzione e demolizione. Dando seguito ai buoni risultati dello schema pilota del 2018, realizzato in collaborazione con Veritas (la Municipalizzata dell’area veneziana), che ha permesso di inviare al riciclo in un anno circa 135 ton di cui l’89% sono state trasformate in PVC riciclato e riscontrando un risparmio nel bilancio economico pari al 43%, nel 2019 il progetto WREP è stato esteso al territorio servito da ETRA SpA, che comprende il bacino del Brenta, dall’Altopiano di Asiago al Bassanese e alla Provincia di Padova. L’accordo di collaborazione tra ETRA e WREP includeva un progetto pilota sviluppatosi nel periodo temporale tra giu-

gno 2019 e giugno 2020, suddiviso in quattro fasi: • pianificazione delle attività congiunte; • formazione degli operatori interni di ETRA; • intercettazione e raccolta del PVC a fine vita per renderlo disponibile per il riciclo; • raccolta ed elaborazione di tutti i dati disponibili per valutare i vantaggi e i punti critici da migliorare in future successive sperimentazioni. La fase di sperimentazione operativa si è svolta nei mesi tra il 1° ottobre 2019 e il 31 marzo 2020, coprendo i 60 comuni che affidano ad ETRA SpA il ciclo integrato dei propri rifiuti, comuni che contano 536.688 abitanti e 44 centri di Raccolta complessivi. L’effettivo quantitativo di rifiuti in PVC (CER 191204) selezionati, pressati ed imballati che ETRA ha inviato all’impianto di riciclo nel corso dell’intera fase operativa di sperimentazione è stato di 46,66

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ton, di queste, 42,08 ton provenivano da rifiuti in PVC ingombranti e speciali, che corrispondono al 2,04% del totale dei rifiuti conferiti. I rifiuti ricevuti dall’impianto di riciclo sono stati interamente lavorati, recuperando 43,25 ton che sono state trasformate in granuli di PVC, pari al 92,69%. Dal punto di vista economico, la fase di sperimentazione operativa ha riscontrato un bilancio positivo di 5.864 €, ciò significa che la gestione del rifiuto in PVC secondo il modello WREP ha generato un risparmio del 48% rispetto all’avvio a smaltimento della stessa quantità di rifiuto. Dal punto di vista ambientale, la gestione del rifiuto e del successivo riciclo del PVC nell’intera fase di sperimentazione operativa ha consentito di evitare l’emissione in atmosfera di circa 270 ton di CO2 rispetto al suo smaltimento e alla produzione dello stesso quantitativo di PVC recuperato a partire da materia prima vergine. Uno degli elementi essenziali al successo del progetto pilota riguarda la formazione degli operatori degli impianti coinvolti nella sperimentazione, che ha fornito gli strumenti per riconoscere, separare e selezionare gli elementi in PVC mirando alla quantità, ma soprattutto alla qualità del materiale raccolto. La formazione, svolta sia in aula che “sul campo” da docenti qualificati di PVC Forum Italia, ha

coinvolto 13 operatori di ETRA dei Centri di raccolta e dell’Impianto di Selezione e 9 operatori delle società esterne impiegati nell’Impianto di Selezione. Grazie alla collaborazione con ETRA, il progetto WREP 2019 è entrato a far parte del progetto europeo Circe 2020, supportato dal Interreg CENTRAL Programme EUROPE e finanziato nell’ambito dell’European Regional Found of Development con l’obiettivo di espandere il modello di economia circolare nei distretti produttivi di 5 Paesi dell’Europa Centrale. Visti i positivi risultati ottenuti, ETRA SpA e PVC Forum Italia hanno deciso di sottoscrivere una nuova convenzione per proseguire con il progetto sino a novembre 2020, consentendo così di confermare e, se possibile migliorare, i risultati ottenuti. PVC Forum Italia Tel: +39 02 33604020 info@pvcforum.it www.pvcforum.it

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Ecotec Solution presenta il trituratore monorotore PRONAR MRW 1.300

La gamma di trituratori mobili per il riciclaggio del marchio Pronar è stata ampliata con una macchina monorotore a rotazione lenta. Il nuovo trituratore trova il suo campo di applicazione nella lavorazione di tutti i tipi di rifiuti, verde, legname di scarto, compost, biomassa, carta, plastica, pellicole e molto altro. “Il marchio Pronar convince per le elevate prestazioni, la componentistica di alta qualità e l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Essendo un’azienda in costante movimento e che presta molta attenzione alle esigenze dei clienti, è sempre in grado di portare innovazione, sia trovando

soluzioni più performanti per le macchine esistenti, sia espandendo la propria linea inserendo nuovi modelli”, dichiara Martin Mairhofer, Managing Director di Ecotec Solution. Il nuovo trituratore monorotore MRW 1.300 è dotato di un rotore in acciaio ad alta resistenza di lunghezza pari a 3 m, che viene prodotto utilizzando la tecnica del taglio a getto d’acqua. Questa tecnologia garantisce un’elevata resistenza in tutta la sezione trasversale dello stesso. Il rotore standard è dotato di 42 coltelli e di un sistema di sostituzione facile e veloce.

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L’efficienza e la sicurezza del sistema di triturazione sono garantite da un contropettine regolabile, che da una parte permette di regolare la pezzatura del materiale in uscita e dall’altra consente di espellere materiali di grandi dimensioni e intriturabili, proteggendo così il trituratore da eventuali danni. Altra caratteristica tecnica di rilievo è il sistema di inversione elettrica montato di serie, che permette di ruotare il rotore in qualsiasi direzione senza avviare il motore a combustione. Questa soluzione permette di rimuovere eventuali ostruzioni che bloccano il processo di lavorazione. Il modello MRW 1.300 possiede un potente motore Volvo Penta da 550 CV e la trasmissione diretta dal motore al rotore permette di ridurre notevolmente il consumo di carburante. Per proteggere il motore, la trasmissione, il rotore e i coltelli, il sistema utilizza una frizione idrocinetica che assorbe gli urti che si generano nel gruppo di trasmissione. Gli esperti progettisti di casa Pronar hanno sviluppato una macchina dalle elevate prestazioni, rispettosa dell’ambiente e che soddisfa gli standard di qualità richiesti dagli operatori del settore. Ciò è stato possibile grazie all’impiego di motori conformi agli attuali standard di emissione e ad un design studiato ad hoc che garantisce un esercizio silenzioso e migliora il comfort degli operatori. Il trituratore Pronar MRW 1.300 è montato su un telaio gommato, che consente un trasporto rapido senza l’utilizzo di

equipaggiamenti speciali o la necessità di richiedere permessi. Dotato di ABS e controllo di trazione, che ne migliorano notevolmente la sicurezza, il trituratore può essere trasportato fino ad una velocità di 100 km/h. Altri componenti che migliorano il comfort dell’operatore e aumentano la sicurezza comprendono il sistema di lubrificazione centralizzata, che agevola la corretta lubrificazione di tutti gli elementi più importanti e il sistema per la pulizia automatica del radiatore, che permette di evitare il surriscaldamento in condizioni di lavoro polverose. Ecotec Solution Srl è distributore esclusivo in Italia di Pronar. Ecotec Solution Srl Tel +39 0473 562437 info@ecotecsolution.com www.ecotecsolution.com

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Linea Plus di VTN, per gli specialisti della demolizione VTN Europe, l’azienda veneta specializzata nella produzione di attachment, presenta la nuova linea specifica per la demolizione dotata di booster. Dopo aver svelato il primo modello in occasione del Bauma 2019 (CK 22 Plus+), ora la Linea Plus è composta da 4 gamme di prodotti declinati in ben 12 modelli. I modelli della linea Plus+ disponibili con booster sono: • CK+ PLUS: Multi Kit con Booster • FP+ PLUS: Frantumatore Rotativo con Booster • HP+ PLUS: Pinza per Demolizione con Booster • VF+ PLUS: Frantumatore Fisso con Booster

Cosa è il booster? Il booster è un sistema che permette di incrementare la potenza di un cilindro idraulico intensificando la pressione interna di utilizzo rispetto a quella in entrata. I vantaggi sono molteplici nelle attrezzature dedicate alla demolizione. È un dispositivo che nel ciclo di lavoro, durante la fase di chiusura della ganascia, fa sì che la macchina operatrice eroghi maggiore pressione nel momento in cui è richiesto uno sforzo superiore. I vantaggi sono plurimi e si traducono in maggiore forza di taglio e frantumazione, cicli di lavoro più veloci, sfruttamento ottimale della macchina operatrice,

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riduzione dei consumi di carburante, minor impatto ambientale, maggiore produttività, redditività e convenienza. Grazie al booster è possibile settare la pressione dell’escavatore a meno bar di quella ideale per un’attrezzatura convenzionale, garantendo risparmio di carburante. Come tutte le altre attrezzature prodotte da VTN, anche la nuova linea Plus è costruita in acciaio Hardox, che offre una resistenza all’usura e una resilienza insuperabile. VTN è parte del programma Hardox in My Body che certifica la qualità delle materie prime utilizzate. La produzione delle attrezzature VTN non abbraccia solo il settore della demolizione. Particolarmente degna di nota è la divisione dedicata al settore del recycling, che vede un’ampia gamma di prodotti specifici per il recupero e il trattamento di ogni tipologia di rifiuti e per la movimentazione degli stessi. Ci riferiamo ad esempio alle benne frantoio, alle benne vagliatrici, alle benne selezionatrici o alle pinze specifiche per la movimentazione senza dimenticare la linea dedicata ai rottami e ai metalli con le cesoie serie CI-R.

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VTN Europe Spa www.vtneurope.com


Il nuovo vaglio flip flow Bivitec e+ di Binder+Co: vagliare ad un altro livello

Lo specialista austriaco di tecnologie per il trattamento delle materie prime e dei materiali riciclabili Binder+Co è da decenni un produttore affermato a livello mondiale per la fornitura dei sistemi di vagliatura flip flow BIVITEC. Ora presenta l’ultima innovazione della serie flip flow: il vaglio BIVITEC e+. “Innovazione in Binder+Co non significa solo sviluppare nuove macchine, ma anche offrire ai clienti la possibilità di ottenere il massimo beneficio possibile dalle preziose materie prime e dai preziosi materiali riciclabili durante il processo di trattamento”, spiega Martin Mairhofer, Managing Director di Ecotec Solution, l’azienda bolzanina che distribuisce in esclusiva in Italia il marchio Binder+co. L’obiettivo dell’ampliamento della gamma prodotti è quello di offrire ai clienti una soluzione economica in termini di investimenti e di costi di gestione. Per raggiungere questo obiettivo, Binder+Co ha combinato due ingegnose tecnologie di vagliatura in un’unica macchina: i bassi carichi dinamici dovuti al bilanciamento della massa del vaglio a risonanza e il sistema flip flow BIVITEC. Il risultato di questa fusione è una macchina leggera e di conseguenza, una

minore potenza motrice. Ciò significa che con il BIVITEC e+ si può risparmiare fino al 40% in termini di peso e fino al 65% in termini di energia, rispetto ad una macchina convenzionale. I bassi carichi dinamici del più recente vaglio flip flow di Binder+Co permettono un dimensionamento più compatto della sottostruttura, riducendo significativamente i costi di investimento. Questa caratteristica diventa interessante anche quando bisogna installare il BIVITEC e+ in impianti già esistenti, poiché la sottostruttura presente può essere utilizzata senza necessità di ampliamenti o rinforzi. Il BIVITEC e+ può essere progettato sia con singolo piano vagliante sia a più piani e può essere sovrapposto. Un ulteriore vantaggio di questo tipo di vaglio flip flow è la possibilità di regolare le caratteristiche di oscillazione. Ogni piano di vagliatura può essere impostato

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singolarmente, il che risulta particolarmente vantaggioso quando bisogna lavorare con una sola macchina sia materiali difficili sia materiali facili da vagliare che richiedono tagli granulometrici differenti. I campi d’applicazione del BIVITEC e+ vanno dalla sabbia, ghiaia, pietrisco, sale, minerali ai più diversi impieghi nell’ambito del riciclaggio, come la vagliatura del legno, degli scarti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, delle materie plastiche, del vetro e del compost. “A inizio anno abbiamo installato e reso operativo uno dei primi vagli BIVITEC e+ per la lavorazione di car fluff e in occasione di Ecomondo esporremo questo nuovo vaglio flip flow di Binder+Co sul nostro stand. Invitiamo tutti colori che sono interessati ad approfondire questa nuova tecnologia di vagliatura a venire a visitarci“, afferma Martin Mairhofer. Funzionamento Il BIVITEC e+ è dotato di un’unità di vagliatura non oscillante, in cui sono presenti due telai di vagliatura che si muovono in direzioni opposte. I due telai sono azionati da un eccentrico e sono così ben sincronizzati che le loro masse si controbilanciano a vicenda. Di conseguenza, si verificano solo forze dinami-

che residue molto limitate, che possono essere trasmesse alla sottostruttura senza l’utilizzo di ulteriori molle. Tra le traverse di entrambi i telai di vagliatura sono montati dei tappetini flessibili, che vengono alternativamente distesi e compressi. Questo crea un effetto “frusta” che, combinato con un‘inclinazione del piano di vagliatura di circa 15° - 25°, assicura il passaggio del materiale e una vagliatura precisa. Poiché l’unità di vagliatura non oscilla, può essere collegata direttamente con le tramogge di scarico e le strutture circostanti. Se la tramoggia di scarico è dimensionata in modo adeguato, può fungere da supporto per il vaglio. Ecotec Solution Srl è distributore esclusivo in Italia di Binder+Co. Ecotec Solution Srl Tel +39 0473 562437 info@ecotecsolution.com www.ecotecsolution.com

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Bonfiglioli annuncia il lancio della nuova piattaforma di motoriduttori Evox Efficienza, affidabilità, modularità e prestazioni sono stati i fattori chiave alla base dello sviluppo della piattaforma EVOX. Grazie a un concetto di modularità migliorata, EVOX rappresenta un passo avanti per la gamma di prodotti Bonfiglioli, con soluzioni per un ampio spettro di applicazioni. La selezione senza compromessi dei componenti commerciali, l’ampio uso dei processi di macinazione degli ingranaggi e la progettazione specifica di ingranaggi “a bassa rumorosità” rendono EVOX un prodotto di punta in termini di affidabilità ed efficienza. I primi prodotti della piattaforma EVOX introdotti da Bonfiglioli sul mercato, sono i riduttori coassiali CP ed i motori elettrici BXN, MXN (IE3/NEMA Premium) e MNN (IE1/NEMA Standard) di altissima qualità ed elevata efficienza. Le sinergie tra questi due nuovi concetti creano un sistema di motoriduttori efficienti, forti, di dimensioni ridotte e semplici. I riduttori lineari saranno rilasciati per la prima volta in 6 diverse dimensioni: 55, 100, 200, 335, 500, 650 Nm con potenza motore compresa tra 0,12 e 15

kW IE3. La piattaforma EVOX è caratterizzata da un nuovo design semplice e pulito, adatto a qualsiasi ambiente di applicazione caratterizzato da protezione superficiale C3/C4 opzionale o da classificazione ATEX (protezione antideflagrante). Il riduttore EVOX CP è ideale anche per applicazioni che esigono maggiore precisione, grazie alla ridotta configurazione del gioco disponibile nel catalogo standard. EVOX CP aiuta inoltre ad eliminare qualsiasi frizione sperimentata dal cliente grazie a un’innovativa soluzione di lubrificazione, che consente di utilizzare il motoriduttore in qualsiasi posizione di montaggio, risolvendo così la necessità di cambiare il livello dell’olio e la configurazione dei tappi dell’olio. In tal modo i nostri clienti avranno la libertà e la flessibilità di utilizzare il prodotto in qualsiasi orientamento. I motoriduttori saranno disponibili sia in versione compatta che flangiata IEC, consentendo ai clienti di scegliere tra un motore standardizzato e una configurazione dimensionalmente ottimizzata. Il motore BXN, lo standard IEC e il motore

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MXN , la versione compatta, condividono la maggior parte della configurazione e delle opzioni, tra cui freno dinamico, encoder incrementali e assoluti, sensori termici e interruttori. Dotata di connettori a 9 PIN, per un massimo di 8 tensioni diverse a 50Hz o 60Hz di alimentazione con un solo avvolgimento, la nuova morsettiera del motore standard è adatta ai mercati UE, USA, India e Australia. Ulteriori 6 avvolgimenti sono adatti per il resto del mondo. Il team di ricerca e sviluppo Bonfiglioli ha progettato l’intera piattaforma EVOX per consentire il monitoraggio delle condizioni e la manutenzione predittiva, sia con sensore che sensorless. Durante lo sviluppo del motoriduttore EVOX CP, è stato sviluppato un modello matematico completo che mette in relazione i comportamenti termici dei motoriduttori con le variabili elettriche. Ciò consentirà un monitoraggio efficace delle condizioni sensorless e una manutenzione predittiva gestita direttamente dai nostri inverter AxiaVert che fungono da computer edge. Nel prossimo futuro la piattaforma EVOX includerà ulteriori estensioni della gamma di prodotti. Bonfiglioli Tel +39 051 6473111 info@bonfiglioli.com www.bonfiglioli.com

Bonfiglioli, announces the launch of the new helical in-Line geared motor under the newly born EVOX Platform. Bonfiglioli - the Italian drive specialist – is announcing Bonfiglioli’s new geared motor platform that sets an innovative approach for the geared motor market. Efficiency, reliability, modularity and performance were the drivers behind the development of the EVOX geared motor platform. Thanks to an enhanced modularity concept, EVOX represents a step forward for Bonfiglioli’s product range, with solutions for a wide spectrum of applications. The uncompromised selection of commercial components, the broad use of gear grinding processes, and specific “low noise” gear design make EVOX a benchmark product in terms of reliability and efficiency. The first products of the EVOX geared motor platform are the new Helical InLine Gearmotor CP combined with the new Asynchronous IE3/NEMA premium high efficiency electric motors. The synergies between these two new concepts create an efficient, strong, small and simple gearmotor ecosystem. The in-line gear units will be first released in 6 different sizes: 55, 100, 200, 335, 500, 650 Nm with motor power between 0.12 and 15 kW IE3. The EVOX Platform is characterized by a new simple and clean design, suitable for any application environment furtherly featured by optional C3/C4 surface protection or by ATEX rating (explosion proof protection). The EVOX CP gear unit is ideal also for higher precision demanding applications, thanks to the reduced backlash configuration available in the standard catalogue. EVOX CP also helps eliminate any customer experienced friction, thanks to an innovative lubrication concept that allows the gearmotor to be used in any mounting position, thus overcoming the need of changing oil level and oil plugs configuration.

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Contrastare l’acidificazione dei mari rimuovendo carbonio dall’atmosfera Con il progetto Desarc-Maresanus, condotto dal Politecnico di Milano e dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, si esplorano nuove strategie per il contrasto ai cambiamenti climatici e all’acidificazione degli oceani. Desarc-Maresanus ha studiato un processo di alcalinizzazione per contrastare allo stesso tempo due problemi ambientali di grandissima rilevanza: l’aumento delle concentrazioni di biossido di carbonio (CO2) in atmosfera e l’acidificazione degli oceani, che ne è una conseguenza. Il processo consiste nello spargimento di idrossido di calcio sulla superficie del mare che, combinandosi in un processo spontaneo con acqua, aumenta la capacità tampone delle acque marine verso l’acidità e permette di contrastare la diminuzione del pH; questo favorisce la rimozione di CO2 dall’atmosfera. Durante lo studio, sono stati analizzati in dettaglio la fattibilità tecnica ed economica di questo processo, il suo bilancio ambientale, nonché i benefici per il comparto marino, con un focus sul Mediterraneo.

Il prof. Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano e Project Leader della ricerca, spiega: “I risultati raggiunti ci danno fiducia che sia possibile rimuovere CO2 dall’atmosfera a prezzi non proibitivi, dando anche una risposta al grande problema dell’acidificazione del mare. Servono altre ricerche, sia riguardanti il processo tecnologico che delle interazioni con l’ambiente, ma questi primi risultati sono promettenti”. La ricerca Desarc-Maresanus ha già raggiunto alcuni importanti risultati: •

lo studio dei modelli ha mostrato che lo spargimento di idrossido di calcio sulla superficie del mare permetterebbe di contrastare la tendenza di acidificazione del Mediterraneo. L’idrossido di calcio rilasciato si combina in un processo spontaneo con acqua e CO2, che aumenta la capacità tampone delle acque marine verso l’acidità, e permette di contrastare la diminuzione del pH;

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lo studio condotto con un modello fluidodinamico ha confermato l’elevata dispersione dell’idrossido di calcio se rilasciato nella scia di una nave, suggerendo la possibilità di spargerne grandi quantità con navi già esistenti o dedicate. L’idrossido di calcio rilasciato in forma di sospensione liquida si dissolve grazie alla grande turbolenza della scia della nave; sono stati studiati diversi scenari di spargimento dell’idrossido di calcio nel Mediterraneo, con diversi tipi di navi, ed è stato valutato anche il potenziale di spargimento a scala globale in base ai dati sul traffico navale esistente. Lo spargimento da parte delle navi già esistenti si presenta come la soluzione più efficiente; sono stati studiati sistemi innovativi per stoccare la CO2 che non deve essere emessa in atmosfera, alternativi al tradizionale stoccaggio geologico, valutando la fattibilità di diverse opzioni, fra cui lo stoccaggio sottomarino in forma di bicarbonati o tramite capsule di vetro. Su queste ultime sono state effettuate simulazioni di dettaglio per valutarne la resistenza meccanica. Sono state

discusse le condizioni che potrebbero rendere le diverse opzioni più o meno vantaggiose, in relazione al contesto locale, nonché le ulteriori ricerche necessarie per garantire di ridurre al minimo i potenziali impatti ambientali; •

sono disponibili diversi metodi per rimuovere CO2 dall’atmosfera, e i costi stimati per il nuovo processo studiato sono allineati agli elevati prezzi della CO2 nel mercato del carbonio, previsti nei prossimi decenni;

le valutazioni effettuate con la metodologia dell’analisi del ciclo di vita (LCA) mostrano come siano possibili diverse varianti del processo, che possono utilizzare differenti tipi di combustibili che presentano un diverso ventaglio di benefici, criticità e sfide tecnologiche che dovranno essere affrontate in futuro.

“I tempi sono maturi per proporre qualcosa di veramente ambizioso nel contrasto ai cambiamenti climatici e all’acidificazione degli oceani. I confortanti risultati del progetto giungono nel momento più propizio, proprio quando stiamo entrando nel decennio decisivo per affrontare queste sfide epocali, e quando anche l’Unione Europea sta proponendo strategie forti e concrete di mitigazione” - dichiara il prof. Mario Grosso, responsabile scientifico della ricerca per il Politecnico di Milano.

DESARC-MARESANUS Programma di ricerca DEcreasing Seawater Acidification Removing Carbon info@desarc-maresanus.net

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Hyundai consegna i primi camion XCIENT Fuel Cell in Europa Hyundai ha consegnato in Europa le prime sette unità di XCIENT Fuel Cell, primo camion elettrico a idrogeno prodotto in serie al mondo, come parte delle 50 unità che saranno immesse sulle strade svizzere quest’anno. La consegna di XCIENT Fuel Cell ai primi clienti in Svizzera segna inoltre l’ingresso ufficiale dei veicoli commerciali di Hyundai nel mercato europeo, evento che rappresenta una pietra miliare verso l’espansione del brand nei mercati del Nord America e della Cina. “La consegna di XCIENT Fuel Cell apre un nuovo capitolo non solo per la spinta di Hyundai nei confronti dell’idrogeno, ma anche per il suo uso come fonte di energia pulita da parte della comunità globale”, ha commentato In Cheol Lee, Executive Vice President e Head of Commercial Vehicle Division di Hyundai Motor. “La consegna è solo l’inizio, in quanto apre la porta a infinite possibilità per la mobilità pulita. Con il lancio di successo dei primi camion XCIENT Fuel Cell in Europa, annunciamo con orgoglio il nostro piano di espansione anche in Nord America e in Cina, dove stiamo già facendo notevoli progressi”. In un contesto in cui la domanda per soluzioni di trasporto pulite continua a crescere, la capacità di produzione di XCIENT Fuel Cell raggiungerà le 2.000 unità all’anno entro il 2021 per spingerne l’espansione in Europa, negli Stati Uniti e in Cina. L’incremento della capacità produttiva verrà supportato da un investimento di 1,3 miliardi di dollari, in aggiunta a quel-

lo da 6,4 miliardi precedentemente annunciato per la creazione di un ecosistema a supporto di una società a idrogeno. Una tappa fondamentale per l’espansione globale dei camion a idrogeno di Hyundai è rappresentato dal successo del lancio di XCIENT Fuel Cell in Europa: i sette clienti che hanno ricevuto il primo lotto di camion XCIENT Fuel Cell trasporteranno beni di consumo per tutta la Svizzera emettendo nient’altro che puro vapore acqueo. Le operazioni potranno contare sul sostegno di un affidabile ecosistema green a idrogeno. Nel 2019, Hyundai ha istituito la Hyundai Hydrogen Mobility (HHM), una joint venture con l’azienda svizzera H2 Energy. HHM collabora poi con Hydrospider, un’altra joint venture creata tra H2 Energy, Alpiq e Linde. I clienti usufruiranno dei camion XCIENT Fuel Cell in leasing tramite HHM, secondo una formula payper-use che non richiede un investimento iniziale. Hyundai estenderà il successo ottenuto in Svizzera in mercati europei più ampi, con l’istituzione di soluzioni e reti di partnership in Austria, Germania, Paesi Bassi e Norvegia, Come parte del piano di espansione della produzione, Hyundai programma di fornire 1.600 camion a idrogeno entro il 2025. Per supportare il crescente sistema a idrogeno in Svizzera, Hyundai ha un piano che prevede più di 100 stazioni di rifornimento a idrogeno, abbastanza non solo per i veicoli commerciali, ma anche per le auto a idrogeno. Hyundai vuole anche agire come collante nel settore,

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per portare diversi operatori all’interno della catena dell’idrogeno come parte del suo impegno verso la creazione di valore. XCIENT è alimentato da un sistema a idrogeno da 190-kW con due pile fuel cell da 95-kW. Sette grandi serbatoi di idrogeno offrono una capacità combinata di stoccaggio di circa 32,09 kg di idrogeno. XCIENT Fuel Cell offre un’autonomia di 400 km, che si ottiene grazie a un equilibrio ottimale tra le richieste specifiche dei potenziali clienti delle flotte commerciali e l’infrastruttura di ricarica in Svizzera. Il tempo per il rifornimento richiede circa tra gli 8 e i 20 minuti.

Hyundai www.hyundai.it

Hyundai Motor’s delivery of XCIENT Fuel Cell Trucks in Europe heralds its commercial truck expansion to global markets. The world’s first mass-produced fuel cell electric heavy-duty truck has been delivered to customers in Switzerland, with a total of 50 hitting the roads there this year. The delivery of XCIENT Fuel Cell marks the official entry of Hyundai’s commercial vehicles in the European market, a touchstone for the company’s expansion into the North American and Chinese commercial markets. Production capacity of the XCIENT Fuel Cell will reach 2,000 units per year by 2021 to support its expansion into Europe, the U.S. and China as demand for clean mobility grows. The increase in capacity will be backed by a USD 1.3 billion investment in addition to a previously announced USD 6.4 billion stake in establishing a hydrogen ecosystem to support creation of a hydrogen society.

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IFAT 2020 si è trasformato in Impact Business Summit IFAT

L’emergenza sanitaria internazionale ha cancellato molte fiere ed eventi a livello internazionale. Inizialmente IFAT 2020, prevista per maggio 2020, era stata spostata a settembre 2020, ma, a seguito di un sondaggio tra gli espositori, si è deciso di annullarla. La prossima edizione sarà dal 30 maggio al 3 giugno 2022. Così, gli organizzatori, hanno deciso di organizzare, al posto della manifestazione in presenza il primo Impact Business Summit IFAT completamente digitale tenutosi dall’8 al 10 settembre 2020. Tre giorni di contatti commerciali e scambi di conoscenze, con un’ampia gamma di tecnologie dal riciclaggio alla gestione dell’acqua, colloqui virtuali 1: 1 e discussioni su una vera economia circolare. “La pandemia COVID-19 ci costringe tutti a esplorare nuovi orizzonti: abbiamo realizzato il primo Business Summit digitale di impatto IFAT”, ha spiegato Stefan Rummel, amministratore delegato di

Messe München. I tre giorni dell’evento sono stati ricchi di networking B2B e scambi di conoscenze per l’industria dell’ambiente internazionale. “Nel 2021, vogliamo offrire nuovamente i formati digitali. E poi ci sono i preparativi per IFAT 2022 che sono appena iniziati. Le aziende possono ora registrarsi come espositori”. L’evento digitale si è basato sul catalogo degli espositori IFAT con oltre 3.000 società quotate e sui loro prodotti e soluzioni. Durante l’evento, si sono svolte 154 presentazioni di prodotti e si sono potuti prenotare più di 1.400 incontri individuali. Il programma delle conferenze parallele prevedeva 20 sessioni e circa 70 relatori. Gran parte di questo è stato realizzato dai partner IFAT e dagli spin-off IFAT da Cina, India e Africa. Circa 2.100 partecipanti da 104 paesi hanno partecipato all’evento. L’argomento chiave del Summit IFAT era come realizzare un’economia circolare, proprio come nel Solution Tour “Da una tazza di yogurt a un nuovo prodotto riciclato”. Gli esperti hanno identificato tre misure principali: rendere i prodotti più riciclabili, sensibilizzare gli utenti finali a una migliore selezione preliminare e stabilire quote da parte dei responsabili po-

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litici (UE) in modo che più materiale riciclato possa essere incorporato nei nuovi prodotti di plastica. Interessanti anche le dichiarazioni sull’intelligenza artificiale nel settore ambientale: “L’intelligenza artificiale nel settore delle tecnologie verdi ha l’influenza più diretta e più forte sulla gestione del cambiamento climatico e dell’economia circolare”, ha affermato il dottor Philipp Gerbert, Direttore di applyAI. Tuttavia, l’intelligenza artificiale deve prima eliminare la propria impronta di CO attraverso le emissioni derivanti dal consumo di energia dei data center. Il Prof. Dr. Ralf Boris Wehrspohn, membro del consiglio di amministrazione della Fraunhofer-Gesellschaft, ha sottolineato le numerose potenziali applicazioni nel settore idrico, che si tratti del monitoraggio online dell’acqua potabile, di impianti di trattamento delle acque reflue più economici e resilienti o della gestione sostenibile dell’acqua nelle città.

IFAT www.ifat.de/en

Three days of business contacts and knowledge transfer—that was the first completely digital IFAT impact Business Summit held from September 8 to 10, 2020, featuring a wide range of technologies from recycling to water management, virtual 1:1 talks and discussions on ways towards a real circular economy. “The COVID-19 pandemic is forcing us all to explore new horizons—we have realized the first digital IFAT impact Business Summit,” explains Stefan Rummel, Managing Director of Messe München. The three days of the event were packed with B2B networking and knowledge transfer for the international environmental industry. “In 2021, we want to offer digital formats again. And then there are the preparations for IFAT 2022 that have just begun. Companies can now register as exhibitors.” The digital summit was based on the IFAT exhibitor portal with more than 3,000 listed companies and their products and solutions. During the event, 154 Product Presentations took place and more than 1,400 one-on-one meetings could be booked. The parallel conference program featured 20 sessions and around 70 speakers. Around 2.100 participants from 104 countries used the summit’s offer.

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Hardox HiAce è la risposta alle sfide dell’usura in ambienti acidi Il settore del riciclo impone sfide particolari all’acciaio. I rifiuti solidi urbani, spesso chiamati semplicemente spazzatura, sono un esempio di materiale che crea un ambiente a basso pH acido, il quale accelera l’usura nei cassoni degli autocarri per il trasporto dell’immondizia e nei container dei rifiuti. Altre condizioni che hanno lo stesso effetto sono quelle che si creano quando si trasporta il cippato e quando sono presenti sostanze chimiche come solfati e cloruri. Hardox®HiAce è stato concepito per resistere a queste condizioni. A bassi livelli di pH, il meccanismo di usura è diverso da quello di un ambiente più neutro. L’acidità ossida la superficie dell’acciaio, rendendolo più soggetto a usura anche se il cassone o il container è realizzato in materiale duro. Hardox HiAce rallenta drasticamente il processo di ossidazione, poiché con-

sente alla piena durezza del materiale di contrastare l’usura. In un ambiente normale, Hardox HiAce offre le stesse prestazioni di un acciaio da 450 HBW. Ma in condizioni con livelli di pH più bassi, la durata utile dell’attrezzatura è fino a 3 volte superio rerispetto a quella di un acciaio da 400 HBW. Oltre all’ulteriore resistenza all’usura in ambienti acidi, Hardox HiAce presenta la resilienza necessaria per essere impiegato come materiale strutturale in autocarri per il trasporto dell’immondizia, container di riciclaggio, cassoni ribaltabili, cassoni di dumper e altri prodotti che movimentano carichi pesanti. Hardox® HiAce funziona anche in condizioni di congelamento, con un’energia d’impatto garantita di 27 J a -20 °C (20 ft-lb a -4°F). È disponibile nella gamma di spessori da 4 a 25,4 mm (5/32 - 1 in.). Hardox HiAce presenta proprietà meccaniche simili a quelle di Hardox 450. Può

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The recycling business poses particular challenges to steel. Municipal solid waste, often referred to simply as garbage, is one example of a material that creates a low pH acidic environment that accelerates wear in garbage truck bodies and refuse containers. Other conditions that have the same effect are when transporting wood chips and if chemicals such as sulfates and chlorides are present. Hardox® HiAce has been developed to withstand these conditions. At low pH levels, the wear mechanism is different than in a more pH-neutral environment. The acidity oxidizes the steel’s surface, making it more prone to wear even if the body or container is made with a hard material.

essere lavorato con gli stessi macchinari utilizzati per altre qualità Hardox. La maggiore resistenza all’usura negli autocarri per il trasporto dell’immondizia e in altre attrezzature consente di utilizzare lamiere più sottili senza comprometterne la durata utile. Una lamiera d’acciaio più sottile significa più carico utile a pieno carico. E quando si viaggia a vuoto, un autocarro di peso inferiore risparmia carburante e riduce le emissioni di CO2. SSAB Swedish Steel Spa Tel +39 030 9058811 www.ssab.it

Hardox® HiAce introduces new opportunities to fight acidity and corrosion Hardox® HiAce drastically slows down the oxidation process, allowing the full hardness of the material to counteract wear. In a regular environment, Hardox® HiAce will perform the same as a 450 HBW steel. But in conditions with lower pH levels, the equipment service life is up to 3 times longer compared to a 400 HBW steel. Apart from the additional wear resistance in acidic environments, Hardox® HiAce has the toughness it takes to perform as a structural material in garbage trucks, recycling containers, tipper and dump bodies and other heavy-duty equipment. Hardox® HiAce also works in freezing conditions, with a guaranteed impact energy of 27 J at -20 °C (20 ft-lb at -4°F). It is available in thicknesses of 4-25.4 mm. Hardox® HiAce has similar mechanical properties as Hardox® 450. It

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Ecomondo e Key Energy 2020: cruciali per il futuro del paese Profondamente innovative: come sempre. In presenza e digitali, accessibili e sicure, per liberare il potenziale di mercato e conoscenza che il Green Deal europeo mette al centro delle agende governative in Europa. Così saranno Ecomondo e Key Energy 2020, i saloni di Italian Exhibition Group dedicati all’economia circolare e alle fonti energetiche rinnovabili che si terranno alla fiera di Rimini da 3 al 6 novembre. “Abbiamo reagito al massimo delle nostre energie, come sappiamo fare - ha dichiarato Lorenzo Cagnoni, Presidente di Italian Exhibition Group - ed eccoci qui, grazie alla fiducia degli espositori e delle aziende che hanno voluto confermare la loro partecipazione. Ecomondo e Key Energy mostreranno quanto il sistema fieristico sia essenziale per il business e le aziende”. “Una parola che abbiamo imparato a declinare in questi mesi - ha sottolineato l’Amministratore delegato di IEG Corrado Peraboni - è innovazione. E noi abbiamo introdotto una forte dose di innovazione per organizzare queste manifestazioni. Abbiamo lavorato su differenti protocolli di sicurezza, dal montaggio degli stand al catering, per rendere sicura l’esperienza anche prima di entrare in fiera. IEG ha preso in carico tutti i costi dello sforzo organizzativo per i protocolli di sicurezza, perché i nostri espositori possano pensare solo a incontri di business e conoscenza. Ecomondo e Key Energy saranno manifestazioni ibride: in presenza e con un nostro canale digitale finalizzato al b2b”.

“Rispetto al 2019 avremo il 70% degli spazi occupati - ha annunciato Alessandra Astolfi, Group Brand Manager Green and Technology Division di IEG - un dato che in un momento come questo appare davvero straordinario. Abbiamo analizzato i bisogni di espositori, associazioni d’impresa e comunità scientifica, predisposto tre ingressi, 26 sale per Ecomondo e 10 per Key Energy, allestito un set televisivo per la trasmissione in streaming degli appuntamenti. Sottolineo la spinta sulle start up, la presenza della Commissione europea e dei nostri Ministeri di riferimento”. “Il Green Deal - ha spiegato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile - si configura come chiave fondamentale per l’utilizzo dei 209 miliardi del Recovery Fund, un’occasione storica per il cambiamento del modello di sviluppo. Perciò l’edizione di quest’anno degli Stati Generali della green economy dovrà contribuire a cogliere questa opportunità. Se pensiamo al nuovo target europeo di riduzione delle emissioni al 55%, potete immaginare il cambiamento nel sistema energetico. E poi la mobilità sostenibile, la qualità ecologica del sistema alimentare, i temi climatici, ma anche la qualità della vita. Le politiche di green economy hanno efficacia se riescono a insediarsi nelle città”. “La scelta europea di alzare gli obiettivi climatici - ha sintetizzato il professor Gianni Silvestrini, Presidente del Comitato scientifico di Key Energy- ci obbliga ad accelerare moltissimo su rinnovabili,

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efficienza e mobilità elettrica. È una grande opportunità per questa manifestazione, se pensiamo solo al potenziale di crescita del settore fotovoltaico, mercato destinato a decuplicare la potenza annua installata grazie al combinato disposto di riduzione dei prezzi e del nuovo traguardo proposto dalla Commissione. Elementi che fanno sperare solidamente nella crescita di settore e di una manifestazione che ha i suoi capisaldi nelle rinnovabili, l´efficienza energetica e la mobilità elettrica e la smart city”. “Questa edizione - ha concluso il professor Fabio Fava, Presidente del comitato scientifico di Ecomondo - parte con una buona notizia, e cioè che l’economia circolare è al centro delle strategie dell´Europa e del nostro Paese. L’impatto del Covid19 sulle filiere e sull’innovazione delle stesse, come la digitalizzazione industriale, nei servizi e la rigenerazione ambientale, saranno fattori decisivi nell´implementazione di questo paradigma. Ecomondo è una manifestazione pioniera da sempre, per cui raccogliamo la sfida del Green Deal europeo, ci confrontiamo con l’irruzione della pandemia, per mostrare come l’industria e suoi servizi hanno reagito a questa crisi”. Ecomondo www.ecomondo.com

Profoundly innovative: as always. Live and virtual, accessible and safe, to unleash the market and knowledge potential that the European Green Deal puts at the centre of governments’ agendas in Europe. This will be Ecomondo and Key Energy 2020, the Italian Exhibition Group expo dedicated to the circular economy and renewable energy sources which will be held at Rimini expo centre from 3rd to 6th November. Italian Exhibition Group President Lorenzo Cagnoni stated, “We reacted with the utmost energy, as we know how, and here we are, thanks to the trust of the exhibitors and the companies who wanted to confirm their participation. Ecomondo and Key Energy will show how the expo system is essential for business and companies”. “A word we have learned to decline in its entirety in recent months”, stressed IEG CEO Corrado Peraboni, “is innovation”. And we have introduced a large amount of innovation to organize these expos. We have worked on different safety protocols, from the setting up of the stands to the catering, to ensure the experience is safe even before entering the expo”.

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SaMoTer, appuntamento al 2021 La 31ª edizione di Samoter e la 9ª di Asphaltica posticipate al 2021. I due saloni di Veronafiere dedicati a macchine per costruzioni e filiera del bitume e delle infrastrutture stradali danno appuntamento a espositori e operatori all’anno prossimo, da mercoledì 3 a domenica 7 marzo 2021. La decisione è stata condivisa dal comitato di indirizzo delle due manifestazioni, nel quale siedono con Veronafiere le case costruttrici, gli stakeholder e le associazioni di settore Unacea e Siteb, preso atto del perdurare dello scenario di incertezza internazionale legato al Covid-19. Riprogrammato nelle nuove date 2021 anche il debutto a Samoter di ICCX Southern Europe, il principale evento sulla prefabbricazione in calcestruzzo per l’Europa meridionale, realizzato in collaborazione con ad-media GmbH.

“Come sempre sono stati ascoltati i nostri clienti, con la volontà di tutelare il comparto – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Insieme a tutti i partner abbiamo individuato all’inizio di marzo 2021 il momento migliore per organizzare Samoter e Asphaltica. Si tratta soltanto un pit-stop, con i motori sempre accesi per studiare con tutta la community di riferimento un percorso promozionale di avvicinamento al prossimo anno, già con una prima tappa fisica ad ottobre. Le nuove date 2021 consentiranno alle due manifestazioni di essere le prime ad inaugurare in Europa il calendario delle fiere dedicate al mondo delle costruzioni. Il riposizionamento garantirà poi una maggiore rappresentatività a livello di grandi gruppi internazionali e sponsor, permettendo di intercettare la ripresa del mercato che vedrà il riavvio della

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cantieristica anche grazie alle risorse del Recovery Fund”. “Dopo aver consultato la nostra base associativa mediante un sondaggio flash – dichiara Mirco Risi, presidente di Unacea – ci siamo convinti che nel 2020 non ci sono le condizioni di mercato per un evento all’altezza di quello che deve essere il Samoter. Accogliamo positivamente quindi lo spostamento su marzo 2021 della manifestazione che si posiziona in modo da valorizzare gli auspicati effetti di crescita derivanti dalle misure espansive annunciate a livello europeo e nazionale”. SaMoTer customercare@samoter.com

www.samoter.it

31st edition of SaMoTer and 9th edition of Asphaltica postponed to March 2021. Veronafiere’s two shows for the construction equipment and bitumen and road infrastructure value chains will meet exhibitors and operators next year, from Wednesday 3 to Sunday 7 March 2021. The decision was shared by the steering committee for the two events comprising manufacturers, stakeholders and industry associations alongside Veronafiere Unacea and SITEB after noting the persistent scenario of international uncertainty linked with Covid-19. “As always, we listen to our customers with the intention of safeguarding the sector,” explained Giovanni Mantovani, CEO of Veronafiere. “Together with all our partners, we identified the beginning of March 2021 as the best time to organise SaMoTer and Asphaltica. This is only a pit stop: the engines are still up and running so that we can join the entire reference community in defining a promotional path in the run-up to next year. An initial physical stage is already scheduled in October. The new 2021 dates will mean that the two events will be the first to inaugurate the calendar of specific trade fairs for the world of construction in Europe. Rescheduling these events will ensure broader representativeness in terms of large international groups and sponsors, thereby intercepting the recovery on the market in the wake of resumption by construction sites, not the least thanks to resources made available by the Recovery Fund.”

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Ocean Cleanup ripulisce i fiumi inquinati dai rifiuti di plastica Ocean Cleanup è un’organizzazione no profit olandese che sviluppa tecnologie avanzate per liberare la plastica dagli oceani del mondo. Mira a ripulire i 1.000 fiumi più inquinanti del pianeta entro la fine del 2025. The Ocean Cleanup ha sviluppato Interceptor ™, la soluzione per intercettare l’inquinamento da plastica dei fiumi. È in grado di estrarre 50.000 kg di rifiuti al giorno, raggiungendo anche i 100.000 kg al giorno in condizioni ottimizzate. Ad oggi sono stati costruiti quattro Interceptors ™; due sistemi sono già operativi a Jakarta (Indonesia) e Klang (Malesia). Un terzo sistema è in Vietnam a Can Tho nel Delta del Mekong (Vietnam), mentre il quarto è a Santo Domingo (Repubblica Dominicana). Oltre a queste sedi, la Tailandia ha firmato per implementare

un Interceptor ™ vicino a Bangkok, e altri accordi sono in fase di completamento tra cui uno nella contea di Los Angeles (USA). Come funziona Ocean Cleanup Interceptor? Ocean Cleanup Interceptor ™ è ecologico e alimentato al 100% da energia solare, con batterie agli ioni di litio integrate che gli consentono di funzionare giorno e notte senza rumori o fumi di scarico. Il sistema è ancorato al letto del fiume e utilizza il flusso naturale del fiume per catturare la plastica. È progettato per un funzionamento autonomo in continuo, eliminando la necessità di pericolosi lavori manuali. La sua barriera galleggiante utilizzata per dirigere l’immondizia nel sistema si estende solo su una parte del

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fiume; non interferirà con le altre navi e non danneggerà la sicurezza, né impedirà il movimento della fauna selvatica - requisiti critici quando si opera nei grandi fiumi. Un computer di bordo connesso a Internet monitora le prestazioni del sistema, il consumo di energia e lo stato dei componenti. L’associazione è pronta per lanciare sul mercato il primo prodotto derivante dai rifiuti raccolti nei mari e nei fiumi. The Ocean Cleanup www.theoceancleanup.com

The Ocean Cleanup, the Dutch nonprofit organization developing advanced technologies to rid the world’s oceans of plastic, has brought the first batch of ocean plastic to shore following their first mission in the Great Pacific Garbage Patch. Boyan Slat, Founder and CEO of The Ocean Cleanup, announced that this plastic trash will be transformed into sustainable products, that will be sold to help fund the continuation of the cleanup operations. To confirm the origin of these future plastic products, The Ocean Cleanup has worked with DNV GL, an international classification society, to verify plastic that is removed from the ocean. The Ocean Cleanup invented Interceptor to prevent the unrelenting flow of plastic pollution into the world’s oceans. The Interceptor™, under development by The Ocean Cleanup since 2015, complements the organization’s founding mission by attacking the flow of plastic garbage at its source, the world’s vast network of rivers. The Interceptor™ is the first scalable solution to intercept river plastic pollution and can be deployed around the world. It is capable of extracting 50,000 kg of trash per day.

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Trasformare la CO2 in roccia, eliminandola dall’aria

Ridurre la quantità di anidride carbonica che si trova nell’atmosfera è una priorità per Audi, che punta a diventare carbon neutral entro il 2050. Per raggiungere questo ambizioso risultato si adottano tecnologie all’avanguardia e le misure più innovative per la protezione del clima: una di queste è proprio il processo di conversione messo a punto dalla startup elvetica Climeworks, con cui Audi sta collaborando. Il progetto prevede di catturare l’aria dall’ambiente, filtrare la CO2 che si trova al suo interno e infine trasportarla nel sottosuolo, dove attraverso un processo naturale si trasforma in roccia. Il progetto è stato attivato in Islanda, dove Climeworks ha costruito un impianto in grado di filtrare ogni anno 4.000 tonnellate di anidride carbonica presenti nell’atmosfera, mineralizzandole sottoterra. Di queste, 1.000 tonnellate contribuiranno a migliorare il bilancio di sostenibilità di Audi.

Un ciclo virtuoso Nella prima parte del processo l’aria viene aspirata dall’ambiente e convogliata in un collettore. Qui passa attraverso un filtro speciale selettivo che cattura e fissa la CO2 grazie al materiale adsorbente, ossia un materiale in grado di accumulare una sostanza gassosa sulla sua superficie, attraverso un processo chimicofisico. Quando il filtro è saturo, viene riscaldato a 100° C utilizzando il calore di scarto prodotto dal vicino impianto geotermico, provocando il rilascio delle molecole di anidride carbonica. A questo punto, l’aria che è stata privata della CO2 torna nell’atmosfera, mentre l’anidride carbonica accumulata viene portata sotto la superficie terrestre, dove i processi naturali la mineralizzano, senza lasciare tracce. La forza dell’acqua Il trasporto a 2.000 metri sottoterra è ga-

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rantito dall’acqua della centrale elettrica di Hellisheiði che scorre attraverso l’impianto. Quando si trovano in profondità, le molecole di CO2 hanno una reazione naturale con la roccia basaltica e attivano un processo di mineralizzazione: in questo modo vengono convertite in carbonati, con un processo che dura diversi anni, e permette di immagazzinare in modo permanente la CO2 nel sottosuolo. L’acqua, invece, ritorna nel ciclo della centrale geotermica. Sguardo al futuro L’impianto di Climeworks sarà in funzione 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, con una capacità di filtraggio di 4.000 tonnellate di CO2 all’anno. Per ottenere lo stesso risultato in modo naturale servirebbero 80.000 alberi. La tecnologia sviluppata da Climeworks permette di immagazzinare nel sottosuolo, in modo efficace e permanente, il 90% della CO2 filtrata dall’aria. Inoltre, è un sistema scalabile e riproducibile per grandi quantità – offre quindi un enorme potenziale per il futuro. L’energia geotermica L’Islanda è uno dei molti luoghi della Terra che offre le condizioni ideali per que-

sto processo: l’origine vulcanica la rende una delle aree geotermiche più potenti del mondo. Questo vuol dire che grandi quantità di energia e calore provenienti dal pianeta possono essere convertiti in elettricità in modo economico e virtualmente neutro per quanto riguarda la CO2. Inoltre, la roccia islandese ha la composizione ideale per immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica. Un approccio olistico “Audi collabora con Climeworks dal 2013; due anni fa la partnership ha portato alla costruzione di uno stabilimento a Hinwil (Svizzera) che filtra la CO2 dall’aria e la fornisce all’industria delle bevande per convertirla in acido carbonico. Audi sta anche supportando la start-up svizzera con il suo know-how tecnologico, ad esempio per lo sviluppo di nuovi prototipi di scambiatori di calore. Audi Volkswagen Group

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Geofluid 2021 per ritrovare le giuste direzioni Piacenza Expo sta lavorando in modo incessante alla prossima edizione di Geofluid che si svolgerà dal 15 al 18 settembre nel centro fieristico di Piacenza. La manifestazione fieristica internazionale più importante per il settore del drilling&foundations trova nuovi stimoli dalla crescente proliferazione dei temi di attualità per i visitatori professionali. Geotermia, cantieri 4.0 del sottosuolo, nuove tecnologie trenchless, dewate-

ring e acque sotterranee, transizione energetica, riduzioni delle emissioni in atmosfera e geoingegneria, nuovi materiali per il trasporto dei fluidi e nuove normative sui macchinari sono i temi che affiancheranno la parte espositiva di Geofluid 2021. Specializzazione, felice collocazione temporale, attualità dell’aggiornamento professionale, ripresa dei contatti internazionali costituiscono il valore aggiunto della manifestazione che consentiranno alle aziende espositrici di presentare le proprie attività nel migliore contesto espositivo possibile. L’edizione 2021 rappresenterà ancora di più un momento strategico per capire in che modo l’economia continentale, le commesse internazionali e i grandi lavori sulle infrastrutture pubbliche potranno generare indotto per il prodotto interno lordo. La prossima edizione si appresta quindi ad essere momento importante per pianificare i futuri lavori nel

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settore delle perforazioni, delle fondazioni e del sottosuolo. Verranno mantenuti i principali comparti come GEOTECHNOLOGY – GEOTUNNEL- GEOCONTROL – NODIG – GEOTERMIA, e a questi verranno affiancate una serie di iniziative divulgative sulla fase di transizione energetica e della Blue Economy. Geofluid 2021 vede già riconfermata la quasi totalità dei 280 espositori diretti per una edizione che vedrà coinvolto, grazie alla stagione favorevole, tutto il territorio al fine di offrire un’esperienza fieristica completa alle aziende partecipanti e ai visitatori professionali. L’ultima edizione ha registrato un afflusso di oltre 11.000 operatori professionali provenienti da ben 86 paesi esteri. Piacenza Expo sta già predisponendo i layout espositivi e i nuovi protocolli nel pieno rispetto del distanziamento sociale e delle normative in vigore sulla sicurezza. Visitare ed esporre a Geofluid 2021 rappresenterà un modo protetto e sicuro per stringere accordi commerciali, informarsi e avviare relazioni professionali, promuovere efficacemente la propria produzione, acquisire visibilità internazionale. Geofluid geofluid@piacenzaexpo.it www.geofluid.it

Piacenza Expo is working on the next edition of Geofluid that will take place from 15 to 18 September 2021 in the exhibition center of Piacenza. The most important international trade fair for the drilling&foundations sector will address current issues such as: Geothermal energy, 4.0 underground construction sites, new trenchless technologies, dewatering and groundwater, energy transition, reductions in atmospheric emissions and geoengineering. The 2021 edition will be a strategic moment to understand how the continental economy, international orders and major works on public infrastructure can generate GDP in the future. The next edition will be an important moment to plan future work in the drilling, foundation and underground sector. To the traditional exhibition sectors (GEOTECHNOLOGY - GEOTUNNEL- GEOCONTROL - NODIG - GEOTHERMIA) will be added a series of informative initiatives on the phase of energy transition and the Blue Economy. Latest edition data: over 11,000 professional operators from as many as 86 foreign countries. Geofluid 2021 is preparing an edition that will offer a safe exhibition experience in compliance with anti covid regulations for both exhibitors and visitors.

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banca mondiale www.worldbank.org Prodotti: La Banca Mondiale (The World Bank) è la principale organizzazione internazionale per il sostegno allo sviluppo e la riduzione della povertà.

Binder+Co www.binder-co.it Prodotti: Sistemi singoli e impianti di trattamento completi per l’industria del riciclaggio. Distribuito in Italia da Ecotec Solution

BONFIGLIOLI Via Giovanni XXIII, 7/A 40012 Lippo di Calderara di Reno (BO) Tel +39 0516473111 - info@bonfiglioli.com www.bonfiglioli.com Prodotti: Produce e distribuisce una gamma completa di motoriduttori, dispositivi di azionamento, riduttori epicicloidali e inverter per i settori dell’automazione industriale, dei macchinari mobili e dell’energia rinnovabile.

camec Via Borgo Vicenza 128 35013 Cittadella (PD) Tel +39 049 552115 info@camec.net - www.camec.net Prodotti: Esperti di progettazione e assemblaggio di macchine, automazioni industriali, lavorazioni meccaniche di precisione e montaggio di carpenterie. Per la divisione Riciclaggio: macchine​ ​e​ ​impianti​ ​chiavi​ ​in​ ​mano​ ​per​ ​il riciclaggio​ ​di​ ​differenti​ ​materiali.

Consorzio Italiano Compostatori cic@compost.it www.compost.it Prodotti: Organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo della frazione organica dei rifiuti dei sottoprodotti e ha come finalità la produzione di compost e biometano.

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direcory delle aziende del settore

audi www.audi.it Prodotti: Casa automobilistica tedesca, fondata nel 1909 come August Horch Automobilwerke GmbH. Appartiene al Gruppo Volkswagen.


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cib - consorzio italiano biogas segreteria@consorziobiogas.it www.consorziobiogas.it Prodotti: Consorzio che rappresenta il biogas e il biometano agricolo. Agricoltura sostenibile per energia rinnovabile.

Doppstadt www.doppstadt.de Prodotti: Impianti e macchine per rifiuti urbani e speciali, produzione di cdr, legno, frazione organica da rifiuto, verde da potatura, biomassa, macerie e rifiuti da cantiere, ghiaia, sabbia, terra contaminata, fanghi. Distribuito in Italia da Cesaro Mac Import

Cesaro mac import Via delle Industrie - 30020 Eraclea (VE) Tel +39 0421 231101 cesaro@cesaromacimport.com www.cesaromacimport.com Prodotti: Attrezzature e impianti per il TMB, biotrituratori, compostaggio, digestione anaerobica dei rifiuti, mescolatori miscelatori, trattamento meccanico e selezione, trituratori e frantumatori, vagli.

FONDAZIONE CMCC www.cmcc.it Prodotti: Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), mira a promuovere la conoscenza nel campo della variabilità climatica, le sue cause ed impatti e le interazioni con il clima globale, attraverso lo sviluppo di simulazioni ad alta risoluzione dei modelli dell’atmosfera e dell’oceano, della superficie e dell’idrologia sotterranea, degli impatti ambientali e socio-economici.

ECOmondo Via Emilia, 155, 47921 Rimini (RN) Tel +39 0541 744111 www.ecomondo.it Prodotti: Piattaforma tecnologica per la Green e Circular Economy nell’area Euro-Mediterranea.

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direcory delle aziende del settore

cece Committee for European Construction Equipment info@cece.eu www.cece.eu Prodotti: Associazione europea delle macchine per costruzioni. Rappresenta e promuove l’industria delle macchine per costruzioni ed i settori ad essa collegati.


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Etra info@etraspa.it www.etraspa.it Prodotti: Etra - Energia Territorio Risorse Ambientali è una multiutility a totale proprietà pubblica e si occupa di gestione del servizio idrico integrato e gestione dei rifiuti. L’attività di Etra si svolge nel bacino del fiume Brenta, che si estende dall’Altopiano di Asiago ai Colli Euganei, comprendendo l’area del Bassanese, l’Alta Padovana e la cintura urbana di Padova.

GEOFLUID www.geofluid.it Prodotti: mostra internazionale dedicata alla geotermia, alle tecnologie e alle attrezzature per la ricerca, l’estrazione e il trasporto di fluidi sotterranei. Si tiene alla fiera di Piacenza. La prossima edizione si terrà dal 15 al 18 Settembre 2021.

ECOTEC SOLUTION Via Bolzano 2 -39011 Lana (BZ) Tel +39 0473 562437 info@ecotecsolution.com www.ecotecsolution.com Prodotti: Macchine per la raccolta, il trattamento ed il recycling dei rifiuti. Vagli, trituratori, raffinatori, separatori, frantumatori, imballatrici, dosatori, contenitori, compattatori, selettori.

European Environment Agency www.eea.europa.eu Prodotti: L’Agenzia europea dell’ambiente è un’agenzia dell’Unione europea il cui compito è fornire informazioni indipendenti e qualificate sull’ambiente. L’Agenzia opera con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile e contribuire al conseguimento di miglioramenti significativi e misurabili dell’ambiente in Europa.

ifat www.ifat.de Prodotti: IFAT è il principale salone internazionale di tecnologie per l’ambiente. La prossima edizione si terrà a Monaco di Baviera dal 30 Maggio al 3 Giugno 2022.

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enea www.enea.it Prodotti: L’ENEA è l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile.


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ispra www.isprambiente.gov.it Prodotti: L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca, sottoposto alla vigilanza del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

istituto nazionale di statistica www.istat.it Prodotti: L’Istituto nazionale di statistica è un ente pubblico di ricerca italiano che si occupa dei censimenti generali della popolazione, dei servizi e dell’industria, e dell’agricoltura, di indagini campionarie sulle famiglie e di indagini economiche generali a livello nazionale.

Italproget Strada Provinciale 4 del Bidente, 16/N 47014 Meldola (FC) Tel +39 0543 448979 info@italprogetfc.it www.italprogetfc.it Prodotti: Italproget pensa, progetta e realizza soluzioni chiavi in mano e su misura per la selezione di tutti i tipi di rifiuti.

LyondellBasell www.lyondellbasell.com Prodotti: LyondellBasell è una delle più grandi aziende al mondo nel campo dei materiali plastici, dei prodotti chimici e della raffinazione. Grazie ai suoi dipendenti presenti in tutto il mondo, LyondellBasell produce materiali plastici e prodotti che sono la chiave per trovare soluzioni alle sfide moderne.

mb Via Astico, 30/A - 36030 Fara Vicentino (VI) Tel +39 0445 308148 info@mbcrusher.com www.mbcrusher.com Prodotti: Attrezzature, macchinari ed accessori per i settori movimento terra, demolizioni e riciclaggio applicabili a qualunque tipo di escavatore.

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ipaf Tel +39 02 67739015 italia@ipaf.org - www.ipaf.org/it Prodotti: Promuove l’uso sicuro ed efficace dei mezzi mobili di accesso aereo nel senso più ampio del termine, mettendo a disposizione consigli e informazioni di natura tecnica, influenzando e interpretando la legislazione e gli standard, organizzando iniziative sulla sicurezza e offrendo programmi di formazione.


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Montagna 2000 Via F. Corridoni , 6 43043 Borgo Val di Taro (PR) Tel +39 0525 922211 www.montagna2000.it Prodotti: Multiutility a totale proprietà pubblica per la gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti nei Comuni del Taro e del Ceno.

nlmk www.eu.nlmk.com Prodotti: NLMK Clabecq produce lamiere in acciaio di diversi spessori che variano da 3 a 120 mm per i settori delle costruzioni, costruzione navale, energetico, per il trasporto e macchine movimento terra, per i produttori di attrezzature per attività estrattive. Tra i prodotti specifici, gli acciai Quard® Quend®.

The Ocean Cleanup www.theoceancleanup.com Prodotti: è una fondazione il cui scopo è sviluppare tecnologie per l’estrazione dell’inquinamento causato dalla plastica dagli oceani e prevenire che ulteriori frammenti di plastica si immettano nelle acque oceaniche.

PAL SRL Via delle industrie 6/B - 31047 Ponte di Piave Tel +39 0422 852 300 info@pal.it - www.pal-greendivision.it Prodotti: PAL è un’azienda italiana fondata nel 1978, la sede centrale e il polo produttivo sono situati a Ponte di Piave (Treviso) con un’altra filiale produttiva a San Giorgio di Nogaro (Udine). “GREEN DIVISION” è il dipartimento di PAL per la produzione e lo sviluppo di tecnologie dedicate al settore ambientale, fornendo macchine di nostra produzione e impianti completi, dall’ingegneria al montaggio.

panizzolo Via Tiziano Vecellio, 8 35028 Piove di Sacco (PD) Tel +39 049 973 1038 info@panizzolo.com www.panizzolo.com Prodotti: Impianti e macchine per la macinazione e il trattamento dei rifiuti (ferrosi, metallici e altri ancora). Vasta gamma di impianti completi con mulini a martelli, trituratori e sistemi di separazione.

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direcory delle aziende del settore

Minini info@minini.it www.minini.it Prodotti: Minini commercializza il Fibc (Flexible Intermediate Bulk Container) meglio conosciuto come Big Bag, un sistema di imballaggio, stoccaggio e trasporto innovativo, con grandi potenzialità di utilizzo in diversi settori.


pellenc Tel +33 4 90094790 sav@pellencst.com www.pellencst.com Prodotti: Sviluppa selettori ottici per rifiuti domestici e industriali. Le tecnologie utilizzate per selezionare i materiali sono il medio e il vicino infrarosso, le tecnologie di visione e di induzione. La società elabora continuamente nuove soluzioni di selezione destinate al riciclaggio dei materiali.

pronar www.pronar.pl Vagli a tamburo mobili e cingolati per effettuare la separazione dimensionale di materiali. Hanno compatte dimensioni di trasporto e sono progettati come rimorchio dotato di omologazione europea. Distribuito in Italia da Ecotec Solution

pvc forum italia Tel +39 02 33604020 info@pvcforum.it www.pvcforum.it Prodotti: PVC Forum Italia è l’associazione italiana che riunisce le principali aziende di produzione, compoundazione e trasformazione del PVC, i produttori di additivi e di macchine trasformatrici.

recycling industry www.recyclind.it www.recyclind.com press@recyclind.it Prodotti: giornale online di informazione su rifiuti e riciclaggio industriale, recupero materia ed energia, green economy, dissesto idrogeologico. In sinergia con le riviste: Guida alle Tecnologie per l’Ambiente e Guida alle Tecnologie contro il Dissesto Idrogeologico.

remtech expo Via della Fiera, 11 - 44124 Ferrara Tel +39 0532 909495 info@remtechexpo.com www.remtechexpo.com Prodotti: Evento specializzato sulle bonifiche dei siti contaminati, la protezione, il dissesto idrogeologico e la riqualificazione del territorio.

samoter Fiera di Verona Tel +39 045 8298561 customercare@samoter.com www.samoter.it Prodotti: Salone Internazionale Macchine per Costruzioni. La 31a edizione si svolgerà dal 3 al 7 Marzo 2021.

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ssab Swedish Steel Spa Via G. Di Vittorio, 6, 25016 - Ghedi (BS) Tel +39 030 905 8811 www.ssab.it Prodotti: Produzione di acciai altoresistenziali ed antiusura. Hardox® è la lamiera antiusura ideale per le attrezzature del riciclaggio e della demolizione.

stadler www.w-stadler.de Prodotti: progettazione, produzione e montaggio di sistemi e componenti per lo smaltimento e il riciclaggio di rifiuti. La sua gamma di prodotti comprende separatori balistici, nastri trasportatori, vagli rotanti e delabeler.

steinert www.steinertglobal.com Prodotti: Separatori per il settore recycling. Separatori magnetici, separatori ad induzione, separatori NIR, separatori balistici, separatori, a raggi X, ecc. Distribuito in Italia da Cesaro Mac Import

TIGER DEPACK Tel +39 0421 231101 info@tigerdepack.com www.tigerdepack.com Prodotti: Tiger Depack è un sistema brevettato per la separazione solido liquido. Ideale per diverse tipologie di prodotto in ingresso.

TOMRA Sorting Recycling Strada Martinella, 74 - 43124 Alberi (PR) Tel +39 0521 681082 TSS-Service.IT@tomra.com www.tomra.com/recycling Prodotti: Progettazione e realizzazione di tecnologie per la selezione basate su sensori per il settore del riciclaggio e della gestione dei rifiuti.

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SENNEBOGEN www.sennebogen.com Prodotti: Macchine per la movimentazione e il sollevamento di materiali. Movimentatori telescopici, caricatori gommati, cingolati o fissi. Distribuito in Italia da Cesaro Mac Import


trevi benne Via Bergoncino, 18 36025 Noventa Vicentina (VI) Tel +39 0444 760773 info@trevibenne.it - www.trevibenne.it Prodotti: Sviluppo, produzione e commercializzazione di tecnologie ed attrezzature per macchine movimento terra per i settori demolizione, movimentazione e riciclaggio, scavo e carico, forestale.

UNTHA Shredding TechnolOgy www.untha.com Prodotti: Sviluppo e produzione di trituratori monoalbero, bialbero e quadrialbero per rifiuti e riciclaggio. Distribuito in Italia da Ecotec Solution

utilitalia www.utilitalia.it Prodotti: Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee. Nasce dalla fusione di Federutility (servizi energetici e idrici) e di Federambiente (servizi ambientali).

vecoplan ag Tel +49 2661 62670 welcome@vecoplan.de www.vecoplan.com

vinylplus www.vinylplus.eu Prodotti: VinylPlus® è il programma volontario di sviluppo sostenibile dell’industria europea del PVC. Attraverso VinylPlus, l’industria europea del PVC intende contribuire alla creazione di un quadro di sostenibilità a lungo termine per l’intera filiera.

VTN Europe Via dell’Artigianato, 41/43 36026 Cagnano di Poiana Maggiore (VI) Tel +39 0444 864211 vtn@vtngroup.com - www.vtneurope.com Prodotti: Sviluppo, produzione e commercializzazione di tecnologie e attrezzature per la demolizione, la frantumazione, il riciclaggio e il movimento terra.

Prodotti: Produzione di macchine e sistemi per l’industria delle risorse e del riciclaggio: triturazione, trasporto, rilavorazione di legno, biomasse, plastica, carta e altri materiali riciclabili quali rifiuti domestici e industriali.

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3 - 6 NOVEMBER 2020

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