Vivere luglio-agosto 2011 (148)

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luglio/agosto 2011 n. 148

a tempo pieno Medicina Piedi: Calli e co

Salute

Zecche: le malattie trasmissibili

Varie

E_bike: sempre piĂş apprezzata

ALIMENTAZIONE

Dieta: perdere peso, ma non il sorriso


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Uno sguardo sul futuro della farmacia — EDITORIALE

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Care lettrici, cari lettori, I commerci di dettaglio in genere — e fra questi le farmacie — sono sottoposti a continue evoluzioni di marketing. Se oggigiorno siamo ancora legati al concetto di singolo negozio specializzato con una selva di prodotti esposti alla rinfusa sulle “gondole”, l’avvenire appartiene a vaste aree d’incontro e di comunicazione, dove non si va solo per acquistare i prodotti ma per esaminare le opportunità d’acquisto. Quindi non saranno più i prodotti stessi a figurare in primo piano ma sarà l’arte e la maniera di comunicare su questi prodotti a colpire l’avventore. I clienti di domani non si accontenteranno più degli scaffali pieni di merci ma esigeranno molto di più. Per tenerli sul luogo di vendita occorrerà trasmettere delle emozioni, specie nei commerci come le farmacie in cui il cliente ha la tendenza a non soffermarsi davanti a ciò che non lo interessa. In futuro occorrerà quindi ricorrere a soluzioni di comunicazione interattiva e tecniche di messa in valore emozionale dei prodotti di marca: “Oh, che buon profumo!”; “Geniale, questo schermo interattivo! E che design, questo banco di vendita!”; “Appassionante, questo touch screen!”. Quando un cliente si sente bene in farmacia, perché l’arredamento agisce positivamente sulle sue emozioni, perché riceve un consiglio competente nella massima discrezione, perché trova tutto ciò che gli occorre per la sua salute e il suo benessere, allora automaticamente compra di più e acquista oggetti di grande valore aggiunto: lo spazzolino da denti, la thermos, la crema di bellezza e il prodotto per la pulizia, ben sapendo di poterli trovare ad un prezzo migliore nei grandi magazzini ma con la consapevolezza di aver ricevuto un prezioso complemento al prodotto e di aver vissuto un vero e proprio “avvenimento shopping”. Il giardino giapponese come decorazione avrà così più impatto che tre gondole di bric-à-brac in mezzo al locale.

Ennio Balmelli Portavoce OFCT

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n. 148 luglio/agosto 2011

SOMMARIO MEDICINA

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Piedi

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Diarrea del viaggiatore

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Sbarazzarsi di calli, verruche & Co.

La sgradevole sorpresa del turista

Colpo di sole

Sedare la pelle in fiamme

SALUTE 14

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Zecche

Potenzialmente pericolose

ALIMENTAZIONE 18

Dieta

Perdere peso, ma non il sorriso

ODONTOIATRIA 20

Rimborso delle prestazioni

Assicurazione malattia e rimborso delle prestazioni dentarie

VARIE 22

22

E-bike

Sempre più apprezzata

PASSATEMPO

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a tempo pieno

Gioca e vinci un ducato d’oro!

HIGHLIGHTS 27

In farmacia

La vetrina: luglio-agosto Find us on

Facebook www.rivista-vivere.ch

N

Vivere

Cruciverbone

EW

SIGLA EDITORIALE

COMITATO DI REDAZIONE

REDAZIONE

SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch

Mario Tanzi Presidente OFCT Dott. Giorgio Antognini già Presidente PharmaSuisse Ennio Balmelli Portavoce OFCT

M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile CRISTINA GEROSA Segretaria

Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.

TIPOGRAFIA NEWPRINT SA


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MEDICINA — Piedi

PIEDI: SBARAZZARSI DI CALLI, VERRUCHE & CO. Finalmente si possono calzare di nuovo sandali ed infradito. Ma improvvisamente ci si imbatte nel‑ la dura realtà: calli, verruche ed altri “compagni” inestetici e dolorosi sono in bella mostra. Cosa fa‑ re per sfoggiare dei bei piedi? La redazione

LE VERRUCHE

I

piedi svolgono un ruolo cruciale nella vita, cio‑ nonostante non beneficiano della nostra atten‑ zione se non quando ci causano dei problemi o fanno male. Chi vuole mantenere dei piedi sani deve accordar loro delle cure regolari ed appropria‑ te.

I CALLI

Il callo è una specifica area della pelle che è diventata relativamente più spessa e dura, normalmente in risposta ad una ripetuta frizione, pres‑ sione od irritazione nel tempo (ipercheratosi biomeccaniche). Possono essere colpite varie parti del corpo; le più affette sono il palmo delle mani, la pian‑ ta e le dita dei piedi. Per quanto concerne quelli dei piedi, possono essere molto dolorosi ed estendersi in profondità fino al pe‑ riostio. Sono riconducibili ad un modo non corretto di camminare, ad un difetto di postura o ad un paio di scarpe non idoneo. Ci sono poi casi in cui la formazione di ipercheratosi è riconducibile ad una causa non biomeccanica, cioè è originata da patologie sistemiche (infezioni del‑ la pelle da parte di batteri o virus). Il più comune è il papilloma virus che è all’origine delle verruche.

La terapia

I calli si rimuovono con cheratolitici in soluzione e cerotti: i primi, in forma liquida, consentono un utiliz‑ zo mirato che non lascia segni. I cerotti invece alle‑ viano la pressione, lenendo il dolore e proteggendo la pelle sana circostante. Si può anche fare ricorso, eventualmente dopo avere

Vivere luglio/agosto 2011

La verruca è una formazione cutanea indotta da determinati virus: il più comune è quello del papil‑ loma umano (Human Papilloma Virus — HPV) del‑ la famiglia Papovaviridae, che conta circa una ses‑ santina di varietà. Le verruche sono delle formazioni benigne costituite da un nucleo di tessuto interno, alimentato da vasi sanguigni e rivestito da vari strati di tessuto epitelia‑ le. Il virus penetra nell’epidermide e la infetta, deter‑ minandone un’eccessiva velocità di replicazione. Normalmente scompaiono spontaneamente, spes‑ so dall’oggi al domani, ma talvolta solo dopo mesi o addirittura anni. Questa persistenza è dovuta alla lo‑ ro origine virale. Le recidive, comunque, sono molto frequenti, in particolare nelle persone immunode‑ presse. Compaiono frequentemente durante l’infanzia e l’adolescenza, ma possono formarsi a tutte le e‑ tà. La loro apparizione è favorita da un indebolimen‑ to delle difese immunitarie e da un terreno ansioso, soprattutto in concomitanza con trattamenti a base di immunosoppressori. Sgradevoli alla vista, le verruche sono un problema estetico. Possono però essere molto dolorose, anche se nella maggioranza dei casi sono innocue. L’aspetto della verruca varia a seconda della se‑ de corporea colpita e del ceppo virale che l’ha provocata. Si distinguono, perciò, ad esempio: • verruche comuni o volgari (sporgenti) — Si formano soprattutto su dita, contorno delle un‑ ghie e dorso delle mani. Inizialmente dello stes‑ so colore della pelle, sono di forma tonda e gran‑ di come una capocchia di spillo. Con il tempo si trasformano in escrescenze piatte o in rilievo: il colore varia da bianco a marrone-nero, la super‑ ficie è ruvida e spesso crespata, di aspetto antie‑ stetico, somigliante ad un cavolfiore. • Verruca plantare — È una varietà di quella co‑ mune. Si trova di solito sotto la pianta dei piedi, si sviluppa in profondità a causa della pressione e‑ sercitata camminando e può essere molto dolo‑ rosa. Normalmente queste verruche interrompo‑

no il tracciato di linee e rilievi presenti sulla cute che costituiscono l’impronta del piede. Per que‑ sto motivo e per il fatto che possono presentare all’interno dei puntini scuri — microtrombi for‑ matisi in seguito allo stiramento delle papille — non è possibile confonderle con delle callosità plantari. Tendono ad essere più morbide, piatte, ricoperte da callosità e dolorose a causa della pressione e‑ sercitata durante la deambulazione. Ci sono poi verruche piane (con una superficie rela‑ tivamente liscia), filiformi e genitali. Come qualsiasi dermatosi virale, le verruche sono contagiose per semplice contatto: • cutaneo — da un individuo all’altro; • da auto-inoculazione — radendosi, grattando‑ si, ecc.; • superficiale — in luoghi molto frequentati come docce, palestre e piscine, dove il clima caldo e u‑ mido favorisce la sopravvivenza del virus in for‑ ma attiva. Mancando queste condizioni ambien‑ tali il virus non sopravvive a lungo al di fuori degli strati cutanei. Le microlesioni della pelle facilitano la penetrazione del virus. Inoltre il grado di trasmissione dipende da: • tipo di virus, • localizzazione, • stato immunitario del soggetto.

CALLI: ALLA LARGA! • Calzature di buona qualità — Accertarsi regolarmente che i piedi non presentino pun‑ ti di pressione arrossati. • Pediluvi — Con i piedi ancora umidi, risultano più facili da togliere, facendo tuttavia particolare attenzione a non ferirsi. • Creme nutrienti — Restituiscono elasticità alla pelle, rendendola anche più resistente. • Cerotti paracalli — Alleviano la pressione, ammorbidiscono i calli e ne facilitano l’a‑ sportazione. La sostanza presente in molti di essi serve anche per il trattamento delle verruche.

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ammorbidito la pelle in acqua tiepida e bicarbonato di sodio, a: • pietra pomice, • utensili con una parte di ceramica per l’abra‑ sione, • uno strumento in acciaio contenente delle pic‑ cole lamine in alluminio da cambiare periodi‑ camente.


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MEDICINA — Piedi

PERSONE A RISCHIO: LA CURA DEI PIEDI DIVENTA VITALE Le persone appartenenti ad un gruppo a rischio dovrebbero prendere sul serio la cura dei propri piedi e sottoporsi a trattamenti regolari da un podologo. I più colpiti sono coloro che presentano un lungo processo di cicatrizzazione e/o d’infezione. Bisogna essere comunque molto prudenti an‑ che nel caso in cui si soffrisse di problemi arteriosi e venosi o di una delle seguenti patologie: • malattia arteriosa periferica occlusiva allo stadio 2; • insufficienza venosa cronica; • tutte le malattie del sistema vascolare, con un alto rischio di disturbi della cicatrizzazione e di infezioni nella guarigione delle ferite, e le infezioni (per esempio l’endoarterite obliterante, il feno‑ meno di Raynaud, ecc.); • terapia anticoagulante a lungo termine. Le sedute di podologia comportano un rischio specifico per i pazienti nei seguenti casi: • malattie metaboliche (es. diabete mellito); • malattie reumatiche (es. poliartrite cronica); • pazienti geriatrici; • pazienti con fattori neurologici (es. polinevrite, paralisi, sclerosi a placche, poliomielite, ecc.) • assunzione di determinati farmaci (es. immunosoppressori, anticoagulanti, cortisonici); • emofilia e tendenza a sanguinare; • malattie infettive. Non è raro che i pazienti con una percezione alterata o debole di dolore, pressione, lesione, freddo e caldo non si accorgano di ferite, infiammazioni e infezioni ai piedi. Una difesa meno efficace dalle infezioni — che sia dovuta a malattia od a cure — ed una circolazione sanguigna rallentata aumentano il rischio di ferite che non guariscono mai, o almeno difficilmente. Ciò si traduce, ad esempio per i diabetici, nei casi più gravi, nell’amputazione delle dita.

La prevenzione

comuni) si ottiene mediante l’utilizzo di cheratolitici, per congelamento o per bruciatura. Può essere efficace l’applicazione localizzata di a‑ cido salicilico, come pure quello lattico, di collo‑ dio elastico — o una combinazione dei tre — o tretinoide: ha un’azione cheratolitica, è infatti in grado di disgregare la cheratina, uno dei principali costituenti dell’epidermide, e quindi ridurre lo strato corneo ispessito. Si lascia per qualche giorno il cerotto sulla verruca. La tintura deve essere applicata più volte al giorno, proteggendo la pelle sana attorno alla verruca con pomata di zinco o vaselina. Lo strato corneo ammor‑ bidito si stacca nel giro di 3-4 giorni. Generalmente, La terapia basta un solo trattamento. Per le verruche plantari Di per sé, le verruche non sono pericolose. Vengono refrattarie può essere necessario ripetere il tratta‑ trattate per ragioni estetiche oppure, nel caso della mento con un intervallo di 2 settimane (3 volte al forma plantare, quando causano dolore mentre si massimo). La verruca cade nel giro di 10-14 giorni. cammina. In linea di massima è opportuno che le persone Le terapie sono molto numerose e dipendono non so‑ diabetiche (v. box “Persone a rischio: la cura dei lo dal tipo, dalle dimensioni, dalla sede delle lesioni, piedi diventa vitale”) si astengano dal trattare da ma anche dall’età delCOL soggetto. le verruche si rivolgano invece al proprio NEWPRINT PUBB 4 190x45 23-08-2005 sole 8:28 Paginae 1 La rimozione delle forme di verruche più frequenti (le medico. Anzitutto, per evitarne la trasmissione, bisognereb‑ be attenersi alle seguenti raccomandazioni: • come per le micosi, evitare di camminare a piedi nudi in luoghi come piscine e saune. In‑ dossare ciabatte o scarpe da ginnastica. • Asciugarsi accuratamente mani e piedi dopo averli lavati, non condividendo con altri l’a‑ sciugamano; • astenersi dal grattare o tagliare con oggetti affilati le verruche al fine di evitare ferite e la conseguente propagazione del virus; • rafforzare il sistema immunitario.

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Il trattamento crioterapico, ossia mediante il fred‑ do, era finora riservato ai dermatologi. Consiste nel congelamento dell’area affetta tramite azoto liquido o neve carbonica, nebulizzato localmente con una bomboletta spray: in questo modo le cellule ustiona‑ te del derma formano una bolla e si staccano dal tes‑ suto sottostante, permettendo all’epidermide di rige‑ nerarsi. In seguito, la ferita va trattata come un’ustio‑ ne e protetta dalle infezioni. Oggi le farmacie ne propongono una versione “fai da te”, sotto forma di aerosol che somministra una tem‑ peratura di -50 °C su un puntale in morbida gomma‑ piuma, “congelando” la verruca in meno di un minuto. Se le verruche sono molto numerose, a volte si ri‑ corre ad altri metodi, per esempio l’elettrocoagu‑ lazione con laser ad anidride carbonica.

LE MICOSI

Sono delle infezioni dovute a funghi microscopici che, essendo sprovvisti di clorofilla, sono condi‑ zionati ad una vita saprofitica o parassitaria. Le forme più comuni interessano: • la pelle, • i peli, • le unghie, • le mucose. Esistono diversi tipi di micosi, ognuna con caratte‑ ristiche particolari, come, ad esempio, il cosiddetto piede d’atleta. In molti casi si possono osservare delle macchie rossastre o brune, con piccole cro‑ ste o bolle, che provocano una sensazione di bru‑ ciore o prurito. Le micosi sono trasmesse all’uomo nei seguenti mo‑ di: • dall’ambiente — per inalazione o attraverso il contatto con materiali infetti. L’organismo le può contrarre dal terreno, da vegetali o dagli anima‑ li; • per contagio interpersonale — attraverso le scaglie della pelle; • per un’igiene poco accurata; • per contatto con indumenti o biancheria con‑ taminati; • frequentando docce comuni e piscine. L’infezione è favorita da condizioni di elevata umidi‑ tà sulla pelle e per tale ragione le micosi colpiscono prevalentemente sotto le ascelle, vicino all’inguine e negli spazi tra le dita. Le micosi sono anche agevolate da obesità, diabete, uso eccessivo di detergenti e terapie prolungate con antibiotici o cortisonici. La diagnosi va fatta dal medico, spesso con l’aiu‑ to di esami di laboratorio, perché è abbastanza facile confonderle con altre malattie della pelle. La comparsa di macchie stabili su pelle, unghie, ca‑ pelli o di altri segni specifici per le singole infezioni devono suggerire di effettuare una visita medica en‑

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tro breve tempo. Rivolgersi pure allo specialista se i sintomi non migliorano dopo un certo periodo di tem‑ po stabilito dal medico stesso, l’infezione si estende nonostante il trattamento o compare la febbre. Se non adeguatamente curata, una micosi può per‑ sistere a lungo, estendersi ad altre parti del corpo o diffondersi ad altri membri della famiglia. Particolarmente pericolose possono essere alcune micosi in persone con ridotte difese immunitarie (diabetici, pazienti in cura con cortisonici, persone trattate con farmaci antitumorali o affette da AIDS).

La prevenzione

• Non camminare a piedi nudi in piscina, nelle docce e negli spogliatoi comuni. • Evitare il contatto prolungato di mani e piedi con acqua e detersivi. Indossare un paio di guanti protettivi durante i lavori domestici che richiedono la frequente e prolungata im‑ mersione in acqua delle mani. • Evitare l’uso in comune coi familiari di biancheria o abiti venuti a contatto con una mico‑ si. • Lavare e stirare la biancheria a caldo. • Bollire, passare alla fiamma o gettare dopo l’uso gli strumenti taglienti come lamette, for‑ bici, rasoi ecc. usati su aree infette. • Non grattare la zona infetta per evitare la dif‑ fusione dell’infezione. • Lavarsi non troppo frequentemente, prefe‑ rendo i saponi acidi ed evitando l’utilizzo di spugne. • Asciugarsi sempre molto bene dopo ogni la‑ vaggio, perché l’umidità residua favorisce l’infezione. Per la stessa ragione non indossare costumi bagnati.

La terapia

Utilizzare i farmaci antimicotici eventualmente pre‑ scritti dal medico, seguendo attentamente le sue i‑ struzioni e ricordandosi che la cura di molte micosi può richiedere parecchie settimane o, addirittura, mesi. Particolarmente resistenti sono, ad esempio, le micosi delle unghie.

AHI! UNA VESCICA! Generalmente si formano per i seguenti motivi: • la pressione esercitata da calzature troppo strette/rigide; • l’attrito derivante dall’uso di calzini non adatti o da calzature da escursionismo o per la pratica dello scialpinismo; • la sudorazione. È possibile prevenire la comparsa delle dolorose e fastidiose vesciche utilizzando: • appositi cerotti protettori, • prodotti in polvere con funzione antitraspirante, tipo borotalco, • creme “antiattrito”, come la vaselina, • calzini sportivi in fibre sintetiche che riducono la traspirazione. Se, nonostante le nostre attenzioni, si forma comunque una vescica, non bisogna forarla, poiché funge da “cerotto” naturale e protegge anche dalle infezioni. Per leni‑ re il fastidio, applicare un cerotto idrocolloidale. La pellicola semipermeabile esterna di poliuretano consente alla cute di respirare, pur proteggendola nei confronti di sporco e batteri, mentre le particelle di idrocolloide permettono di assorbire o cede‑ re umidità, consentendo alla pelle di riacquistare l’equilibrio originale. Inoltre, visto che devono poter essere applicati su parti del corpo dinamiche e sem‑ pre in movimento come piedi e labbra, nella struttura di questa particolare tipologia di cerotti sono stati inseriti specifici elastomeri sintetici, resistenti e al contempo morbidissimi, che li rendono particolarmente elastici. Nel peggiore dei casi, in cui la vescica risulti aperta, procedere come segue: • disinfettarla, • applicare un cerotto, che ridurrà la pressione sulla lesione, farà traspirare la pelle, che risulterà anche protetta da impurità, germi e batteri. Esistono diverse forme di farmaci per curare le mico‑ si dei piedi, come ad esempio: • i triazolici — creme da applicare più volte al giorno, efficaci dopo circa un mese di trattamen‑ to. • la terbinafina — applicata una volta al giorno, è efficace dopo una settimana di trattamento. Chiedete ugualmente consiglio al vostro farmacista, il quale dispone di numerosi altri prodotti per curare efficacemente una micosi dei piedi e potrà, se il ca‑ so lo richiede, orientarvi presso un medico.

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Quelli con l’arcobaleno

I prodotti topici, come creme o tinture, vanno appli‑ cati non solo sulla zona colpita, ma anche su quelle limitrofe, allo scopo di evitare la diffusione dell’in‑ fezione. Anche per le micosi esistono dei rimedi naturali, come: • olio essenziale dell’albero del the — applica‑ re 1-2 gocce sulla parte interessata; • calendula — da utilizzare sotto forma di poma‑ ta, tintura o spray.


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MEDICINA — Diarrea

DIARREA DEL VIAGGIATORE: LA SGRADEVOLE SORPRESA DEL TURISTA Giunti finalmente a destinazione, tutto è proprio come descritto nel prospetto: l’albergo è pulito, la spiaggia bella, il tempo splendido. Non resta che godersi le vacanze in tutta serenità. Ma ecco che in agguato potrebbe esserci la fastidiosa diarrea del viaggiatore, di cui si ammala più della metà dei turisti e dalla quale ci si può proteggere con un’adeguata igiene alimentare. La redazione possono disidratarsi rapidamente.

LA PREVENZIONE

Una buona igiene personale e alimentare costi‑ tuiscono la miglior prevenzione. Lavarsi sistematicamente le mani prima di mangiare, evitando di utilizzare l’asciugamano comune che si trova nelle toilette dei ristoranti, bensì con dei fazzoletti o delle salviette usa e getta. L’assunzione di probiotici, che altro non sono che dei microrganismi vivi presenti nell’intestino, costi‑ tuisce una prevenzione efficace: essi regolano infat‑ ti l’ecosistema intestinale e ne stimolano le difese contro i batteri estranei e gli agenti patogeni. I probio‑ tici, come i lieviti medicinali e i lactobacilli, sono an‑ che indicati per il trattamento della diarrea e posso‑ no essere assunti da adulti e bambini. La posologia per la profilassi è la stessa a tutte le età: due capsu‑ le quotidiane, qualche giorno prima della partenza e durante il soggiorno nel Paese a rischio.

A

dipendenza della destinazione e della du‑ rata del viaggio, circa il 50-70% dei viag‑ giatori si ammalano di diarrea acuta. Dal punto di vista medico, è innocua e nella maggior parte dei casi i disturbi spariscono da so‑ li dopo alcuni giorni. Tuttavia non è sempre così: se dura più di 3-5 giorni, se le feci contengono sangue/muco oppure se sopraggiunge la febbre è necessario consultare immediatamente un me‑ dico, soprattutto se il malato è un bambino picco‑ lo, una donna in stato interessante o una persona anziana; in questi casi la forma acuta di questa patologia può portare rapidamente alla disidrata‑ zione del corpo e causare gravi danni alla salute.

LA TRASMISSIONE

La diarrea del viaggiatore è causata da condizioni igieniche inadeguate abbinate al cambiamento delle abitudini alimentari e al clima caldo-umido: bisogna infatti dare al corpo il tempo necessario per acclimatarsi, evitando di esporlo a temperature ec‑ cessive all’inizio del soggiorno. La diarrea può essere generata da numerosi micror‑ ganismi quali batteri, virus e parassiti che procurano fastidiosi disturbi durante le vacanze o al

Vivere luglio/agosto 2011

rientro. La causa più comune è un batterio chiamato Escherichia coli. Nella maggior parte dei casi la trasmissione avvie‑ ne per via fecale-orale, in altre parole attraverso cibi o bevande contaminati o mani sporche. Infine, in estate la diarrea ci colpisce anche a casa ed è generalmente originata da un consumo ele‑ vato di bevande gassate e gelate o da un eccesso di frutta e verdura cruda: ciononostante la terapia è i‑ dentica alla variante del viaggiatore.

LA Distribuzione geografica

Questa patologia è diffusa a livello mondiale: il ri‑ schio di contrarla però aumenta nei Paesi caratteriz‑ zati da scadenti condizioni igieniche.

i Sintomi

La diarrea si verifica spesso in modo brutale e può essere accompagnata da crampi addomina‑ li e talvolta anche da vomito e febbre. Nella maggior parte dei casi i sintomi scompaiono spontaneamente dopo 2-5 giorni senza il ricorso so ad una terapia specifica. Tuttavia, è importante compensare rapidamente le perdite diarroiche, spe‑ cialmente nei bambini piccoli e negli anziani, che

Se, malgrado le precauzioni prese, non si riesce ad evitare la diarrea, occorre innanzi tutto reintegrare i liquidi e i sali minerali persi, bevendo quindi mol‑ to. Se possibile, bere spesso e in piccole quantità — a cucchiai per i bambini piccoli — bevande leggermente zuccherate a base di cola. Sono an‑ che indicati: • il the nero lasciato in infusione per almeno 5 mi‑ nuti, • il brodo, • l’infuso di camomilla. Si può fare anche ricorso alla seguente semplice so‑ luzione di elettroliti: • 1 litro di acqua bollita o di the nero con 1 cucchiai‑ no raso di sale e 8, sempre rasi, di zucchero (op‑ zionale: 1 tazza di succo di frutta). Esistono comunque in farmacia sia delle soluzio‑ ni di elettroliti che dei preparati specifici per combattere la diarrea. I concentrati in polvere non do‑ vrebbero comunque mai mancare nella propria far‑ macia da viaggio. In assenza di sangue o muco nelle feci, si può assumere un medicamento antipropul‑ sivo per l’intestino, come la loperamide, per alcuni giorni: tuttavia, non combatte l’infezione ed è scon‑ sigliata per i bambini, se non su prescrizione medica.

Le piante medicinali

Gli infusi curativi a base di piante medicinali di

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LA TERAPIA


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LA PREVENZIONE IGIENICA La prudenza è particolarmente raccomandata nei Paesi con uno scarso livello di pulizia. Bisogna seguire alcune semplici regole d’igiene personale ed alimentare: • lavarsi le mani con del sapone prima di mangiare e non utilizzare gli asciugamani comuni delle toilette. • La regola “boil it, cook it, peel it, or forget it” (bollilo, cuocilo, pelalo o dimenticalo) è fondamentale. Cibi o bevande contaminati sono la principale causa di diarrea. • Mangiare solo cibi cotti o arrostiti scaldati ad almeno 60 °C e consumarli rapidamente. • Gli alimenti in attesa di essere serviti vengono rapidamente infestati dalle mosche che trasmettono facilmente i microbi. Inoltre le persone malate non devono preparare pasti o bevande. • Non acquistare alimenti da venditori ambulanti. • Bere unicamente bibite in bottiglia/lattina, se possibile frizzanti. Farsi aprire la bottiglia al tavolo o, se la si acquista, verificare che sia ben sigillata. Non bere mai “a canna”, ma utilizzare una cannuccia che proviene da un imballaggio sigillato. • Bere soft drink, caffè e the, preparati al momento con acqua bollita, senza l’aggiunta di latte. • L’acqua filtrata, la birra e il vino sono generalmente bevande sicure. • Se possibile, avere un bicchiere personale (di plastica che si richiude a soffietto o una tazza di metallo smaltato). • Se non si ha a disposizione dell’acqua imbottigliata, bisogna assolutamente bollirla per almeno un minuto o disinfettarla chimi‑ camente, aggiungendo del cloro sotto forma d’ipoclorito di sodio. • Per la pulizia dei denti è consigliato l’uso di acqua bollita o minerale. • Non esiste ancora un vaccino contro la diarrea del viaggiatore e nessuno dei numerosi farmaci in libera vendita ha dimostrato di essere efficace a titolo preventivo. Gli antibiotici possono ridurne il rischio, ma non sono raccomandati per un uso prolungato a causa dei potenziali effetti collaterali.

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MEDICINA — Diarrea

CIBI “OFF LIMITS” • frutti di mare crudi, in particolare le ostriche, o non completamente cotti; • piatti freddi di pesce o di salumi (tartare, ta‑ gliata, …); • insalate e verdure crude; • frutta sbucciata da terzi; • latte e prodotti lattiero caseari non cotti o pastorizzati; • semifreddi, creme e gelati non confeziona‑ ti; • piatti dei buffet freddi; • acqua del rubinetto come bevanda, ghiac‑ cio o utilizzata per lavarsi i denti. comprovata efficacia esplicano un’azione non solo curativa, ma anche preventiva nei problemi gastro‑ intestinali, come la diarrea, la flatulenza, la stipsi o la gastrite (infiammazione gastrica). Regolano il bilan‑ cio idrico e sono ben tollerati, grazie all’uso di acqua calda bollita. Le piante ricche di tannini come la tormentilla, la

corteccia di quercia, il mirtillo nero e l’alchimilla, e‑ splicano un’azione protettiva sulla parete intestinale irritata, mentre la camomilla e la salvia ne attenuano l’eventuale infiammazione.

Il regime alimentare

La dieta astringente deve essere preferibilmente leggera e digeribile a base di fette biscottate, mine‑ stre, brodi, riso in bianco — cotto in acqua salata — e banane, per recuperare i sali e il potassio perso. Nei primi 2-3 giorni di malattia si dovrebbero evita‑ re: • cibi molto speziati, grassi o con un effetto las‑ sativo; • latte e latticini (ad esempio yogurt, “petitsuisse”, flan e formaggi bianchi). Per i neona‑ ti utilizzare il latte senza lattosio; • frutta e verdura crudi; • uova; • alcool; • caffè e bevande gassate. Invece, privilegiare per lo stomaco e l’intestino: • pasta e riso; • patate; • carne grigliata, prosciutto o pesce magro pas‑ sati in padella; • purè di carote (diluito può essere bevuto dai bambini nel biberon); • gelatina o composta di mele cotogne.

Per i casi più gravi

Se c’è febbre, sangue/muco nelle feci o diarrea

molto abbondante o che dura più di 2-5 giorni e non si riesce a consultare un medico, è possibile sottoporsi ad un breve trattamento antibiotico a base di ciprofloxacina o azitromicina per 1-3 giorni. In ogni caso, la sua assunzione deve essere discussa con il proprio medico prima della partenza. Se possibile, bisognerebbe comunque consultare un dottore perché potrebbe trattarsi non della diarrea del viaggiatore, bensì di una malattia potenzialmente pericolosa come la febbre tifoide o la malaria. Prelevare un campione di feci che il medico potrà e‑ saminare per verificare l’eventuale presenza di pa‑ rassiti (ameba), o coltivare per trovare dei batteri (Shigella, Salmonella). Una volta fatta la diagnosi, il medico stabilirà un adeguato trattamento a base di antibiotici o parassiticidi. Se chi soffre di diarrea del viaggiatore è un bambino bisogna sempre consultare un medico, dato il maggior rischio di disidratazione e di contrarre la malaria. Inoltre bisogna dissetarlo e nutrirlo in pic‑ cole ma frequenti dosi.

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Sole — MEDICINA

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COLPO DI SOLE: SEDARE LA PELLE IN FIAMME Li si ritrova ogni estate: schiena in fiamme, spalle arrossate e naso spelato. Dolorosi oggi, pericolosi domani. Perché ogni colpo di sole è uno di troppo e aumenta il rischio di cancro alla pelle. La redazione

© Yuri Arcurs / shutterstock

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uando ci si brucia con un ferro da stiro o Ia fiamma di una candela, ci si accorge subi‑ to che la pelle è stata ferita: il dolore è in‑ tenso, la zona lesionata ustionata e si for‑ ma rapidamente una bolla. Un colpo di sole è anch’esso una scottatura. Ma, dato che I’esposizione ai raggi solari è inizialmente piacevole, non si è sempre consapevoli del rischio che si corre. Inoltre, spesso la reazione delle cellule cutanee ustionate si fa attendere qualche ora. Il modo migliore per evitare tutto ciò è, come sem‑ pre, optare per Ia prevenzione e imparare a trattare all’occorrenza le conseguenze di un bagno di sole eccessivo.

CHE COS’È IL COLPO DI SOLE?

È un’infiammazione acuta, per lo più causata da

un’eccessiva esposizione ai raggi UVB, che in‑ taccano la pelle piuttosto superficialmente, danneg‑ giando il tessuto cellulare e producendo una reazio‑ ne flogistica: • la pelle diventa rossa; • aumenta il flusso sanguigno nella zona interessata che provoca il tipico “riscaldamen‑ to”; • del liquido fluisce nei tessuti, portando alla formazione di bolle sull’epidermide. D’altro canto, i raggi UVA penetrano più in profondi‑ tà, intaccando il collagene del derma e comportan‑ do una perdita di elasticità della cute. Tra l’altro, con‑ tribuiscono alla comparsa prematura delle rughe. A dosi molto alte, anche gli UVA possono causare le scottature. Il rischio a lungo termine di un colpo di sole è una maggiore probabilità del cancro alla pelle: i rag‑ gi UVA e UVB sono corresponsabili dell’80% dei ca‑ si. Infatti gli UV danneggiano il patrimonio genetico (DNA) e le cellule possono subire delle mutazioni ma‑ ligne.

Le parti più colpite

Spalle, busto, piedi e viso, in particolare iI naso, sono le principali zone più a rischio. Inoltre, gli uomini che soffrono di calvizie devono stare attenti anche alla testa.

I SOGGETTI PIÙ A RISCHIO

Le persone con il tipo di pelle 1, 2 o 3 (v. Vivere 147, pag. 12, articolo “Protezione solare: una scottatura è sempre di troppo”), cioè da molto chiara a moderatamente chiara, sono le più sensi‑ bili e quindi più minacciate. Particolare cautela occorre per la pelle e gli occhi dei

bambini (v. Vivere 142, pag. 20, box “Bambini: che fare?”): i meccanismi di difesa della cute non sono ancora completamente formati. Infatti, si sviluppano solo a partire dal quarto anno d’età. Anche la mela‑ nina, il pigmento responsabile dell’abbronzatura, è prodotta in quantità sufficiente solamente dalla pu‑ bertà. Infine, la pelle dei bambini è più sottile rispetto a quella degli adulti. Anche gli anziani devono fare attenzione: infatti, pu‑ re la loro cute è già danneggiata da anni di esposi‑ zione ai raggi UV e spesso anche sottile.

I RIMEDI

Nell’ambito del primo soccorso, sono consigliate le creme o le Iozioni rinfrescanti (“Cold Cream”) e impacchi umidi. Hanno ugualmente un effetto calmante le preparazioni contenenti una piccola percentuale di cortisonici, come per esempio quelle da polverizzare sulla zona colpita. Anche l’aloe vera è un toccasa‑ na per le scottature provocate dal sole. Allo stesso modo, gli antistaminici sotto forma di gel si pos‑ sono applicare sulla pelle, alleviando il prurito e le ustioni.

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Un potente fattore di protezione cardiovascolare La vitamina E è di moda e la sua fama è assolutamente giustificata. Questa vitamina riduce durevolmente il rischio di arteriosclerosi e stimola la circolazione sanguigna. Inoltre, rinforza i tessuti muscolari e connettivi, combatte efficacemente le patologie reumatiche di natura infiammatoria e i dolori muscolari, oltre a contrastare i radicali liberi. Scegliete una vitamina E naturale, ricavata dagli oli vegetali: BIORGANIC CAPSULE VITAMINA E-200/E-400 GISAND. Leggete il foglietto esplicativo. Gisand AG, Schläflistrasse 14, 3013 Bern


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SALUTE — Zecche

ZECCHE: POTENZIALMENTE PERICOLOSE In Svizzera, la zecca Ixodes ricinus è la più comune tra la decina di specie presenti. In Ticino, da qualche anno, si è insediata una nuova varietà, la Rhipicephalus sanguineus, di origine africana, che potrebbe portare malattie sconosciute alle nostre latitudini. In Svizzera si contano annualmente 3’000-5’000 infezioni da zecche. La tendenza è in aumento. Le principali malattie trasmesse sono la borreliosi di Lyme e la meningoencefalite estiva da zecca. La redazione niche e psichiche. La reazione del singolo soggetto è imprevedibile. La stagione delle zecche è soprattutto il periodo compreso tra primavera e au‑ tunno. In Svizzera, le principali malattie che possono essere trasmesse dalle zecche sono: • la borreliosi di Lyme, • la meningoencefalite estiva da zecca. Comunque possono trasmettere più di 50 altre patologie; fortunatamente la maggior parte è molto rara. Ecco alcuni esempi: • Ehrlichiosi — Malattia dovuta a batteri, che causa mal di testa, febbre e dolori muscolari. • Febbre da zecca — Presente soprattutto nel Mediterraneo, provoca febbre e rash. I principali agenti responsabili sono le rickettsie, un genere di micror‑ ganismi considerati una forma intermedia tra batteri e virus. • Babesiosi (molto rara) — Anch’essa tipica del bacino mediterraneo, ha come sintomi febbre, affaticamento, crampi muscolari.

L

infezione si manifesta soltanto presso un terzo delle persone contagiate attraverso la comparsa dell’eritema migrante (fase precoce). Anche se le zecche sono rimosse subito e in modo corretto, esiste pur sempre la possibilità di una malattia, il cui decorso può variare da soggetto a sog‑ getto. Alcuni non si ammalano, altri invece sono confrontati con malattie orga‑

CHI SONO LE ZECCHE

Sono degli acari ectoparassiti (organismi che vivono sopra degli altri di specie differente, traendone i mezzi necessari per il sostentamento) e se ne conoscono circa 850 specie. Non sono insetti, ma parenti di ragni e scorpioni. Si sono adattate alla vita parassitaria e si nutrono del sangue di animali più grandi come mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e casualmente anche dell’uomo.

LA PREVENZIONE • Vestirsi con abiti chiari per vedere le zecche che vi aderiscono. • Indossare possibilmente scarpe chiuse ed alte sopra la caviglia, abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi infilati nelle calze per impedire alla zecca di intrufolarsi sotto i vestiti. • Usare un repellente efficace contro le zecche, sulla pelle ed eventualmente anche sui vestiti. l’efficacia di questi prodotti è limitata nel tempo (4 ore circa). Inoltre vanno impiegati con cautela nei bambini. Gli spray naturali, a base di oli essenziali, e chimici (a base di dietiltoluamide) sono entram‑ bi efficaci, ma ciò non implica una protezione assoluta. • Camminare al centro del sentiero ed evitare il più possibile il contatto con la vegetazione bassa del sottobosco. • Nelle escursioni e nei giochi evitare il contatto con arbusti e cespugli, come pure i sentieri erbosi e il sottobosco poco battuti. • Dopo la passeggiata controllare attentamente i vestiti e tutto il corpo, compresi avambracci, cuoio capelluto (specialmente nei bambini) e regione in‑ guinale. Se possibile cambiare i vestiti. • Per gli animali domestici, usare un repellente o un collare contro le zecche e controllare l'animale giornalmente. Non tutte le zecche sono portatrici di agenti patogeni e trasmettono malattie. Si richiede particolare attenzione nella ricerca delle ninfe, perchè essendo molto piccole (1 mm) è facile non vederle.

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© Richard Bartz / Wikipedia.org

• Cautela nello sdraiarsi per terra nei boschi, sui prati, nei giardini e nei parchi.


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SALUTE — Zecche

Vivono preferibilmente in un microclima temperato e umido: l’habitat prefe‑ rito, come ad esempio quello svizzero, è rappresentato da luoghi ricchi di ve‑ getazione erbosa e arbustiva come prati, boschi, parchi e giardini. Le zecche sono quindi frequenti in zone con abbondante sottobosco e terreno ricco di hu‑ mus.

ca si lascia cadere al suolo. Una volta adulta si riproduce: la femmina depone migliaia di uova al suolo e poi muore. Il ciclo vitale dura dai 2 ai 6 anni.

LA IXODES RICINUS Habitat

In Svizzera, questa specie trasmette all’uomo la borreliosi di Lyme e la menin‑ goencefalite estiva da zecca. Altre malattie d’importanza medica come la babesiosi e l’ehrlichiosi sono molto rare nel nostro Paese. Queste stesse malattie possono anche essere tra‑ smesse agli animali.

Di 0,5-6 mm di grandezza, questa zecca si trova in tutta Europa, tranne che in Islanda, e nel Nord Africa (Tunisia e Marocco). In Svizzera è presente nei boschi, nelle relative zone confinanti e sui bordi dei sentieri. Diventa rara so‑ pra i 1’500 m. La Ixodes ricinus non vola, non salta e non cade dagli alberi, ma vive nella bas‑ sa vegetazione (erba, cespugli e sottobosco) dove trova un microclima fre‑ sco e umido, in attesa del passaggio di un ospite animale od umano. Di solito è attiva da marzo a ottobre e trascorre l’inverno al suolo.

Ciclo di vita

Quello della Ixodes ricinus comprende tre stadi: • larva, • ninfa, • adulto (maschio o femmina). Durante tutta la sua vita si nutre solo tre volte, una volta per ogni stadio. Tra un pasto e l’altro trascorrono quindi diversi mesi, durante i quali la zecca dige‑ risce, muta nello stadio successivo e aspetta sull’erba il passaggio di un nuo‑ vo ospite. I pasti durano 2-3 giorni per la larva e 6-7 per la femmina, dopo di che la zec‑

COME TOGLIERLE • Rimuovere la zecca afferrandola saldamente con una pin‑ zetta il più possibile aderente alla cute, ed effettuando u‑ na trazione costante e decisa, ma non brusca, verso l’alto, con una delicata rotazione per evitarne la rottura. • Togliere la zecca il più presto possibile. Se la zecca rimane attaccata per meno di 12 ore, la probabilità di contrarre u‑ na malattia è molto bassa. • Disinfettare la puntura. Tuttavia, ciò non esclude la tra‑ smissione delle malattie. • Documentare il morso (quando? Dove? Quando è stata ri‑ mossa?) • Conservare la zecca in un apposito recipiente in vetro per eventuali analisi. • Controllare il morso nei giorni e nelle settimane successi‑ ve. • Se dovessero insorgere delle complicazioni (febbre, mal di testa, rossore della pelle, dolori alle articolazioni) consul‑ tare il medico. • Non usare liquidi (acqua, benzina, olio, alcool, colla, ecc.): potrebbero provocare un aumento della salivazione e il ri‑ gurgito della zecca, aumentando il rischio di un’eventuale trasmissione di microrganismi. • Se si schiaccia la zecca o non si riesce a toglierla com‑ pletamente, lasciando nella pelle il suo apparato boccale (comunemente chiamato testa), non allarmarsi: non è vero che ricresce o che entra nella circolazione sanguigna. La “testa” verrà eliminata con la ricrescita della pelle. Se ci si sente poco sicuri, chiedere al proprio farmacista di fiducia di togliere lo scomodo ospite.

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Malattie trasmesse

LA Rhipicephalus sanguineus

La Rhipicephalus sanguineus sensu lato è probabilmente la specie più diffusa al mondo, grazie alla sua preferenza per i cani che ne ha facilitato la propa‑ gazione. Nelle regioni tropicali e subtropicali è diffusa all’interno e all’esterno delle abi‑ tazioni. Nei climi più freddi, invece, è generalmente presente in case, apparta‑ menti e strutture legate ai cani. Queste zecche si sono ben adattate alle condizioni climatiche e alla vegetazione dei Paesi del bacino mediterraneo: sono invece assenti nel Nord Eu‑ ropa dove il clima non ne permette la sopravvivenza. In Svizzera, al nord delle Alpi, ci si può imbattere occasionalmente in questa zecca, in quanto importata da cani al ritorno da un soggiorno in una zona endemica (per esempio il bacino mediterraneo). Invece, al sud delle Alpi e più precisamente in Ticino, due specie distinte (Rhipicephalus sanguineus sensu stricto e Rhipicephalus turanicus) si sono insediate alla fine degli anni ’90, rappresentando comunque delle specie rare nel Cantone.

Ciclo di vita

È uguale a quello della Ixodes ricinus. Durante tutta la sua vita, anch’essa si nutre solo tre volte, una per ogni stadio, preferendo il sangue dei cani: in lo‑ ro assenza, sfrutta anche gli altri animali e casualmente l’uomo. I pasti durano 2-3 giorni per la larva e 7-9 per la femmina, dopo di che la zecca si lascia cadere al suolo. La Rhipicephalus sanguineus s.s. mostra una preferenza per i cani domestici. Occasionalmente, se non li trova, si nutre del sangue di altri animali, come ad esempio di quello dei bovini, e, solo accidentalmente, di quello umano. Inve‑ ce, la R. turanicus ha gusti meno difficili: adora i micromammiferi, i bovini, le capre e anche i cani. Anche questa specie fa riferimento all’uomo solo casual‑ mente.

Malattie trasmesse

Nelle regioni mediterranee la R. sanguineus s.s. può trasmettere la febbre mediterranea botonnosa, la variante di Israele e la febbre Q. Queste malattie, come pure la babesiosi, possono essere trasmesse anche agli animali.

LE PRINCIPALI MALATTIE La borreliosi di Lyme (presente in Ticino)

È causata da un batterio, la Borrelia burgdorferi sensu lato e il nome provie‑ ne da una cittadina americana nella quale, alla metà degli anni ’70, furono os‑ servati i primi casi. La malattia è presente nell’emisfero nord. In Svizzera, tra il 5 e il 50% delle zecche sono portatrici di questo batterio a seconda dei boschi. In Ticino, questo valore si aggira attorno al 15%. L’incidenza della malattia è molto difficile da quantificare, poiché i casi positivi non vengono notificati all’Ufficio federale della sanità pubblica: ciononostante, si stima che annualmente siano circa 3’000 le persone interessate. La borreliosi di Lyme può interessare la pelle, le articolazioni, il sistema cardiaco e quello nervoso. I sintomi sono molto diversi e il decorso può variare no‑ tevolmente da un caso all’altro. La malattia si sviluppa in 3 fasi che generalmente sono consecutive. Nel 10-40% dei casi appaiono solo la 2a e/o la 3a fase: • 1a fase (3-32 giorni di incubazione) — Attorno al punto della morsicatura appare una macchia rossa (eritema migrante), che si espande progressiva‑ mente, prendendo la forma di un anello, per poi scomparire. Questa fase può essere accompagnata da uno stato febbrile e da mal di testa.


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ZECCHE VS ANIMALI DOMESTICI Le zecche possono trasmettere agli animali queste stesse malattie, comprese la babesiosi e la ehrlichiosi. In Ticino queste malattie sono state finora riscontrate solo sporadicamente. Spesso queste infezioni non provocano sintomi clinici e le forme gravi sono rare. • 2a fase (da settimane a mesi dopo la morsicatura) — I sintomi posso‑ no interessare le articolazioni (artrite), il cuore, la pelle o i nervi (paralisi del nervo facciale, meningite). • 3a fase (da mesi a anni dopo) — Appaiono dei disturbi di carattere croni‑ co, cutanei o neurologici. Si constata spesso la paralisi del viso. Il trattamento per la borreliosi di Lyme consiste in una cura di antibiotici adattata ai sintomi. La terapia è molto efficace soprattutto nella fase iniziale. Attualmente non esiste alcun vaccino e la malattia viene combattuta ricor‑ rendo agli antibiotici.

La meningoencefalite da zecca (non presente in Ticino)

La meningoencefalite estiva da zecca (TBE — Tick-borne encephalitis — o FSME — Frühsommer-Meningoenzephalitis) è causata dal virus TBE che provoca un’infezione bifasica. Si considera che mediamente il 25 – 40% delle zecche sono vettori di questa malattia del sistema nervoso centrale. Il virus TBE è stato messo in evidenza in alcune zone delimitate (i focolai na‑ turali), che ricoprono la maggior parte del continente europeo, della Russia e dell’Estremo Oriente. In Svizzera, i focolai si concentrano soprattutto a nord-est e sull’altipiano. In queste zone a rischio, il 0,5-3% delle zecche è portatore di questo virus. Per il momento, nessun focolaio è stato trovato in Ticino. Un recente studio (2010) condotto dal Laboratorio di Spiez ha permesso di rea‑ lizzare una mappa della propagazione del virus TBE in Svizzera sulla base del tasso d’infezione delle zecche. Lo studio ha identificato due nuovi focolai in Vallese, finora considerato esente dal virus. Dal 2004 al 2006 si è verificato un forte aumento dei casi (da 132 a 252) e l’apparizione di nuovi focolai nell’ovest della Svizzera. La raccomandazione di farsi vaccinare se si vive nelle zone a rischio e la sensibilizzazione verso la problematica hanno probabilmente permesso la diminuzione dei casi: infatti nel 2007 sono state registrate 111 persone contagiate e 123 nel 2008. Solo nel 10-30% dei casi di morsicatura da zecca infetta appaiono i sintomi della 1a fase e solo nel 10% di questi si sviluppa anche la 2a fase. • 1a fase (3-14 giorni di incubazione) — I sintomi sono simili a quelli di un’influenza (febbre, mal di testa e dolori alle membra). • 2a fase (dopo un intervallo di 8 giorni) — La malattia si propaga al si‑ stema nervoso centrale (meningoencefalite). Per questa malattia non esiste alcun trattamento specifico. È disponibile però la vaccinazione, che è efficace e ben tollerata, ma consigliata solo a coloro, a‑ dulti e bambini dai 6 anni, che vivono o frequentano a lungo le zone a rischio. Si procede a 3 iniezioni nell’arco di 12 mesi e si consiglia in seguito di fare i richiami.

MORE INFOS WWW.ti.ch/GOSA Gruppo operativo salute & ambiente (GOSA) www.zeckenliga.ch Lega svizzera dei malati vittime delle zecche (LIZ)

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Mal di testa?

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ALIMENTAZIONE — Dieta

DIETA: PERDERE PESO, MA NON IL SORRISO Alle soglie dell’estate, un ripensamento al proprio corpo e al peso si fa più frequentemente e non solo perché arriva “il bikini-time”. Voglia di cambiamento? Il vostro girovita si è allargato durante l’inverno? Fate più fatica ad entrare nei vestiti estivi dello scorso anno, salire le scale rappresenta una tortura, come pure la solita pedalata del fine settimana? Evelyne Battaglia Richi, dietista dipl. Sup

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completare a sufficienza questa differenza. Attenzione però: un regime alimentare equilibrato non può fare a meno né di carboidrati, né di grassi, né di proteine. La riduzione energetica deve avveni‑ re su tutti i fronti e senza eccessi, per evitare di fare una dieta carente che consuma i muscoli invece del grasso accumulato.

SAPEVATE CHE…?

Lunedì

IL MENÙ SETTIMANALE Colazione: a scelta

Martedì

Nell’arco della nostra vita, in media della durata di 80 anni, ne dedichiamo almeno 3 all’alimentazione. Mangiare è un’atto quotidiano, ripetuto e prezioso, da valorizzare con il giusto spirito. Bisogna quindi prevedere ogni giorno del tempo sufficiente per mangiare con calma e in un ambiente rilassato. Se ci si nutre mentre si sta guardando la TV, leggen‑ do o lavorando al PC, a cosa si dedica veramente la propria attenzione? Al pasto o all’attività svolta?

• Opzione 1 ––the o caffè senza zucchero ––uno yogurt naturale o magro alla frutta ––una porzione di frutta di stagione (100-150 g) ––2-3 fette biscottate o cereali da colazione in‑ tegrali • Opzione 2 ––the o caffè senza zucchero ––una tazza di latte scremato ––un panino al latte o integrale con un cucchia‑ ino di marmellata

Spuntini

250-450 g di frutta di stagione (variare i colori) per spezzare la fame tra i pasti.

Condimenti

Utilizzare al massimo 1-2 cucchiai di olio (extraver‑ gine d’oliva o di colza) al giorno o 1 cucchiaio di olio e 2-3 noci.

Le quantità

Le variazioni delle quantità indicate servono per mo‑ dificare il livello calorico, che dipende da molti fat‑ tori come sesso, età, composizione corporea, livello di attività fisica e allenamento. Per questo motivo, di regola gli uomini hanno un fabbisogno energetico maggiore delle donne. Un frutto, uno yogurt natura‑ le/magro o una fetta di pane in più a pasto possono

• Pranzo ––Spaghetti (peso crudo: 50-70 g), aglio, olio e peperoncino ––Insalata di stagione a piacere ––Nota: condire gli spaghetti con poco olio d’o‑ liva • Cena ––Insalata tipo nizzarda: pomodori, fagiolini verdi cotti a piacere, 1 patata bollita a cubetti (150250 g) e tonno naturale (80 g) • Pranzo ––Tortilla spagnola: sbattere 1-2 uova e cuocer‑ le con 1 cipolla affettata, 1 zucchina trifolata, 1 spicchio d’aglio tritato e sale ––Insalata di stagione ––Pane integrale (50-80 g) • Cena ––Pinzimonio estivo: ravanelli, pomodorini, caro‑

E LE DIETE ALLA MODA? Quella del minestrone ormai è supe‑ rata, mentre quelle provate dai perso‑ naggi VIP come la Dieta Dukan di Kate Middleton (iperproteica e bassa in car‑ boidrati), la giapponese (a base es‑ senzialmente di pesce) o quella dove si mangia solo cibi crudi sono forse più alla moda, ma non certo più equili‑ brate. Si può arrivare anche agli estre‑ mi (esagerati) con la dieta del sondino nasogastrico o, per i golosi, a quella del cioccolato al peperoncino.

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gni anno appaiono nuove diete miracolo che asserviscono e fanno sognare tutti coloro che vogliono perdere i chili di trop‑ po. Oltre alle diete alla moda, c’è anche chi si fornisce via Internet di prodotti, sotto forma di capsule, polverine o bevande tipo infusi, che sfug‑ gono tuttavia ad ogni controllo nutrizionale e farma‑ cologico e possono causare anche problemi di salu‑ te molto più gravi del sovrappeso stesso che si vuol eliminare. La salute è meglio salvaguardata, anche per chi è in sovrappeso, da una dieta equilibrata moderatamente ipocalorica e un aumento dell’atti‑ vità fisica quotidiana. Per iniziare, bastano le seguenti indicazioni per e‑ quilibrare il peso senza perdere il sorriso: • mangiare in modo variato; • ridurre gradualmente di circa un terzo le quantità abituali; • concedersi almeno tre momenti di pausa dedicati esclusivamente ai pasti, ovunque ci si trovi; • consumare frutta e/o verdura ad ogni pasto, mangiandola di preferenza all’inizio; • evitare il più possibile gli alimenti ricchi di grassi e/o zuccheri; • bere 1-2 litri di acqua ogni giorno, rinuncian‑ do alle bevande alcoliche o zuccherate; • bere sempre prima di mangiare. Bisogna quindi cambiare il proprio modo di mangia‑ re: di seguito viene proposto un menù settimanale a‑ datto al periodo estivo, moderatamente ridotto in e‑

nergia, per poter ridurre il peso in modo sano e pia‑ cevole. Provateci, ma non aspettatevi di dimagrire due volte più velocemente di quanto siete ingrassa‑ ti! Abbiate costanza, chiedete sostegno a chi vi sta vicino e soprattutto mangiate con piacere: non è cer‑ to il “castigo nutrizionale” che vi farà tornare più in forma!


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Mercoledì

• Pranzo ––Insalata mista di stagione a piacere ––“Strascetti tipo alla romana”: fesa di vitello (100 g) trifolata e saltata in padella con 1 cuc‑ chiaio di olio d’oliva e distribuita sopra l’insa‑ lata ––Pane integrale (50-80 g) • Cena ––Insalata di farro o riso tipo caprese: farro/riso integrale (peso crudo: 50-70 g) cotto e con‑ dito con pomodorini freschi, basilico fresco spezzettato e una mozzarella magra a cubetti.

Giovedì

Terribile ma innocuo?

Mal di schiena

• Pranzo ––Pasta integrale (peso crudo: 50-70 g), sugo di pomodoro fresco e ricotta (100 g) ––Insalata verde di stagione a piacere • Cena ––Carpaccio di finocchio o zucchine: piatto con 1 finocchio tenero crudo affettato sottile o 1-2 zucchine medie scottate, affettate sottilissi‑ me con scaglie di parmigiano (30-40 g), suc‑ co di limone, pepe e origano fresco ––Pane integrale (50-80 g)

Venerdì

• Pranzo ––Insalata di riso allo zafferano, piselli e pepero‑ ni: riso (peso crudo: 50-70 g) cotto con zaffe‑ rano, condito con piselli verdi cotti (60-90 g) e strisce di peperoni grigliati, limone, prezzemo‑ lo e basilico tritati. ––insalata verde a piacere • Cena ––Prosciutto e melone: prosciutto crudo magro (80 g) e ½ melone piccolo.

Sabato

• Pranzo ––Zucchine in carpione con bistecca: 1-2 pic‑ cole zucchine affettate e cotte al dente con maggiorana fresca. Marinate con aceto bian‑ co, maggiorana e poco olio. ––Fettina di tacchino o pollo (100 g) ai ferri ––Pane ai cereali (50-80 g). • Cena ––Couscous mediterraneo: couscous (peso cru‑ do: 50-70 g) cotto, condito con capperi dissa‑ lati, pomodorini, ½ cetriolo nostrano a dadini, 3-4 acciughe spezzettate (o 100 g di gambe‑ retti lessi e prezzemolo tritato), limone e un cucchiaio d’olio ––Insalata verde di stagione a piacere

Domenica

• Pranzo ––Tartare di carne alla piemontese: macinata di

manzo (70 g) magrissima e fresca (o 70 g di bresaola) condita con limone, poco sale e par‑ migiano (20 g) grattugiato grosso. ––Pane toast ai cereali (50-80 g) ––Insalata mista di stagione a piacere. • Cena ––Piccola pizza Marinara o vegetariana senza o con poco formaggio ––Carote o insalata verde di stagione a piace‑ re.

IL CONSIGLIO IN PIÙ • Se si pratica quotidianamente dell’attività fisica per una durata superiore ai 30-60 mi‑ nuti: aggiungere 1 panino integrale (50-60 g) o 2 frutti. Bere almeno ½ litro di acqua in più. • Se si pratica quotidianamente dell’attività fisica per una durata inferiore ai 30-60 mi‑ nuti: iniziare subito a fare quotidianamente del movimento moderato (camminare, nuoto, bicicletta) per almeno 30 minuti, senza mo‑ dificare la propria dieta.

Giornata della salute

Relazioni specialistiche Esposizione Consulenza

Lugano Palazzo dei Congressi Venerdì, 16 settembre 2011 Ore 15.00 – 20.00

Settimana d’azione contro il reumatismo dal 12. al 16. 9. 2011

te, sedano verde, cetrioli e rape a piacere. Sal‑ sa a base di aceto balsamico, erbette fresche e capperi tritati. ––1 büscion ticinese fresco ––Pane integrale (50-80 g)


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ODONTOIATRIA — Rimborso delle prestazioni

I nostri dentisti. Da 125 anni.

Assicurazione malattia e

rimborso delle prestazioni dentarie In occasione del 125mo anniversario della Società svizzera di odontoiatria (SSO) presenteremo nei prossimi numeri degli articoli commemorativi apparsi sulla rivista mensile di odontostomatologia che trattano delle diverse problematiche e dei diversi tipi di professioni nella storia della medicina dentaria. Gli articoli originali sono stati scritti dal gruppo del professor Dr. Vincent Barras dell’Istituto di storia della me‑ dicina dell’Università di Losanna e adattati e tradotti dai membri della Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI) della SSO. Dr. med. dent. Marco Ponti, membro SSO Ticino – STMD Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)

L

a questione dell’assunzione dei costi delle prestazioni dentarie da parte dell’assicurazione malattia è sorta negli anni ’70. La doppia proposta, iniziativa popolare e controprogetto del Consiglio federale, per una mo‑ fica dell’articolo 34 della Costituzione federale riguardante la Legge sull’assicurazione malattia è stata bocciata l’8 dicembre 1974 dal 41% dei cit‑ tadini svizzeri e da tutti i Cantoni. L’iniziativa popolare chiedeva l’inclusione di tutte le terapie dentarie nell’assicurazione sociale, mentre le Autorità federali e‑ rano dell’idea che con questo sistema sarebbe venuta a mancare l’autorespon‑ sabilità del cittadino e che ciò avrebbe provocato un abuso nel consumo delle prestazioni d’assistenza con conseguente esplosione dei costi delle casse mala‑ ti. Il Consiglio federale si era quindi allineato all’opinione di una commissione di

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esperti costituita ad hoc, la “Flimsvorlage”, che distingueva tra chi aveva cura dei propri denti e chi tralasciava l’igiene orale. Questa commissione proponeva che solo la chirurgia orale e le visite di profilassi venissero accolte tra le prestazioni obbligatorie, mentre i costi per le riabilitazioni protesiche e le cure conservative dei denti sarebbero stati a carico di un’assicurazione facoltativa. Le terapie orto‑ dontiche non sarebbero state riconosciute né dalle prestazioni obbligatorie né da quelle facoltative, con la motivazione che si trattava di cure volte a correggere problemi di estetica. Secondo le Autorità federali la “Flimsvorlage” soddisface‑ va le richieste di due iniziative parlamentari: quella del Consigliere di Stato san‑ gallese Paul Hofmann che richiedeva che le malattie gravi dei denti venissero considerate come le altre malattie generiche e quella del Consigliere nazionale turgoviese Wilfried Naegeli che consigliava per le prestazioni dentarie un’assi‑ curazione separata, cosa peraltro già introdotta da alcune compagnie assicura‑ tive. Per studiare le conseguenze di queste iniziative la Società svizzera di odon‑ toiatria SSO incaricò una commissione, che giunse alla conclusione che a cau‑ sa di possibili pressioni da parte delle casse malati la qualità delle prestazioni dentarie si sarebbe abbassata. Basandosi sulla comprovata relazione tra un’in‑ sufficiente igiene orale, elevato consumo di zuccheri e incidenza della carie, si decise di introdurre misure di profilassi su larga scala e le campagne per l’igiene orale e per la profilassi della carie divennero il cavallo di battaglia della SSO con‑ tro l’integrazione delle cure dentarie nell’assicurazione obbligatoria o facoltati‑ va. La SSO era quindi contro l’iniziativa popolare, ma sosteneva il controprogetto perché come desiderato incentivava la responsabilità del paziente, dovendo as‑ sumere quest’ultimo la salute orale a proprio carico. È con questi argomenti che la SSO si recò dunque a Palazzo federale per discutere direttamente coi politici e far valere la propria opinione. Nel 1973 il Consigliere di Stato Hofmann ammise che l’inclusione di tutte le cure dentarie nell’assicurazione malattia avrebbe pro‑ vocato un’esplosione dei costi, inoltre sarebbe stata discriminante verso tutti quei pazienti che praticando un’igiene orale ottimale avrebbero usufruito di mi‑ nori prestazioni. Dopo il rifiuto di entrambe le proposte di modifica a livello costituzionale fu quin‑ di mantenuta la Legge sull’assicurazione malattia del 1911 e le prestazioni den‑ tarie rimasero escluse dall’assicurazione di base. Nonostante ciò 35 iniziative parlamentari tra il 1975 e il 1980 hanno richiesto l’adeguamento del catalogo delle prestazioni per diversi tipi di patologie. Nel 1981 il Consiglio federale ha presentato un nuovo progetto sulla base delle norme già esistenti nella Costituzione, ma il destino di questo nuovo disegno sa‑ rà tema del prossimo articolo.

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VARIE — E-bike

E-BIKE: SEMPRE PIÙ APPREZZATA Perché non abbinare un po’ di attività fisica agli spostamenti quotidiani, senza fare troppa fatica, risparmiando tempo, evitando lo stress del traffico e godendo dell’aria aperta? Nel 2010 in Svizzera una bici nuova su 9 era un’e-bike: la bicicletta elettrica ha un notevole succes‑ so e le vendite raddoppiano annualmente dal 2005.

L

a bicicletta elettrica supera se stessa: in‑ fatti, in Svizzera, nel corso del 2010 — secondo i dati di vélosuisse, associazione svizzera dei fornitori di biciclette — ne sono state acquistate 39’200, pari all’11,2% delle vendite del nuovo (351’000) e ben 22 volte più nu‑ merose di quanto registrato nel 2005 (1’800). Anche l’anno scorso, come in passato, in cima alla classifi‑ ca ci sono sempre i modelli sportivi (195’500).

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L’e-bike è rispettosa dell’ambiente, la sintesi del‑ le tecnologie più avanzate e costituisce un mezzo di spostamento confortevole, grazie allo sfrutta‑ mento del supporto del motore elettrico. Inoltre è sempre più utilizzata ed apprezzata da ampi seg‑ menti della popolazione. Grazie all’alta affidabilità, ai bassi costi di manutenzione, ad un’elevata maneg‑ gevolezza e a prestazioni degne di nota, le biciclette elettriche possono essere sfruttate per molteplici usi. Solo fino a qualche anno fa, erano sfoggiate in città come mezzo di trasporto esotico da un manipolo di fans in cerca di individualismo: oggigiorno invece si presentano in numerosi modelli e varianti e hanno conquistato ogni tipologia di ciclista, dal mountain biker fino allo stradista, e tutti i cittadini perseguitati dagli ingorghi. La bicicletta tradizionale (“citybike”), equipaggiata di fanalini, parafanghi, portabagagli, ecc., sta venendo soppiantata proprio dall’e-bike: in‑ fatti le vendite nel 2010 sono diminuite di 15’000 u‑ nità (116’000) rispetto all’anno precedente.

IL MOTORE

La pedalata è assistita da un motore elettrico che, nella maggior parte dei modelli, si inserisce nel mo‑ mento in cui il ciclista preme sui pedali. Questo dispositivo consente di raggiungere velo‑ cità considerevoli con uno sforzo contenuto, o di

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affrontare agevolmente una salita. Si distinguono due tipologie di biciclette elettriche: • con motore integrato ed accumulatore; • tradizionale con kit di conversione — I cari‑ chi maggiori sulla bicicletta devono essere tenu‑ ti in considerazione. È dunque indispensabile far‑ si consigliare da un rivenditore specializzato. Sul mercato si sono imposte tre tipologie di moto‑ re: • sistemato nel mozzo anteriore — Utilizzato spesso sui modelli economici, questo genere di propulsore può anche essere installato, senza grosse spese, su una bicicletta classica. • centrale sulla pedaliera — Si trova general‑ mente sui modelli della fascia di prezzo medio-superiore. È un sistema che richiede importan‑ ti costi di sviluppo, tuttavia presenta i vantaggi dell’ottimale ripartizione del peso e della costru‑ zione compatta. • piazzato nel mozzo posteriore — Sovente montato in un secondo tempo. Il modo di costru‑ zione è semplice, ma rende complicata la sosti‑ tuzione della ruota. Inoltre, la massa relativamen‑ te elevata aggiunta alla ruota può avere un effet‑ to negativo sul comportamento stradale. Le varie tipologie di e-bike possono anche essere suddivise in base alla potenza del motore e dell’assi‑ stenza alla pedalata:

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VARIE — E-bike

I VANTAGGI • È pratica — È particolarmente indicata per percorrere i brevi tragitti quotidiani. In Sviz‑ zera quasi la metà dei tragitti effettuati in auto giornalmente è inferiore ai 5 Km! Que‑ sta distanza, durante la quale il motore di un’auto, ancora freddo, emette più sostan‑ ze inquinanti e consuma più carburante, è facilmente percorribile in bici! • Si risparmia tempo — Non si resta imbottigliati nel traffico e, una volta a destinazione, non bisogna trovare parcheggio. Sui brevi tragitti, l’e-bike può quindi rivelarsi un mezzo più rapido dell’auto. • Fa bene alla salute — L’utilizzo regolare contribuisce notevolmente a migliorare lo stato di salute. Si fa movimento, evitando sforzi troppo sostenuti e quindi di arrivare sudati a destinazione. • Si risparmiano soldi e si preserva l’ambiente — Un’e-bike consuma l’equivalente e‑ nergetico di 1 dl/100 km di benzina e non produce alcun tipo di emissione. • È trandy e divertente — Si è sensibili alla protezione dell’ambiente e responsabili verso l’avvenire e le future generazioni. I‑ noltre, l’e-bike trasforma in divertimento gli spostamenti quotidiani, che in genere sono fonte di stress e tensione. • Potenza fino a 0,25 kW, cat. standard (pedala‑ ta assistita fino a 25 km/h) — Casco non obbli‑ gatorio, come pure la licenza di condurre (ecce‑ zione: 14–16 anni categoria M). Bisogna avere almeno 14 anni e dotare la bicicletta di vignetta. • Potenza superiore a 0,25 kW (pedalata assi‑ stita illimitata fino a 55 km/h) — Le differen‑ ze con la prima tipologia sono il possesso della li‑ cenza di condurre M e l’applicazione della relati‑ va targa.

Bici elettrica e sicurezza

La bicicletta fa bene, è divertente, ecologica ed es‑ sendo trasportabile sui mezzi pubblici è anche e‑ stremamente versatile. La versione elettrica con‑ sente inoltre di circolare più velocemente, ma con la velocità aumentano anche i rischi d’infortunio. La legge non impone di indossare il casco, ma l’upi, l’Ufficio prevenzione infortuni, considera imperativo indossarne uno da ciclista. Rispetto alle bici convenzionali, con un’e-bike si viaggia mol‑ to più velocemente con lo stesso sforzo. Inoltre, la bicicletta è più pesante. Entrambi questi fattori con‑ corrono ad allungare inaspettatamente lo spazio di frenata. Al primo sguardo, gli altri utenti della strada non pos‑ sono distinguere un’e-bike da una tradizionale, e ne sottovalutano spesso l’andatura più sostenuta. L’upi quindi consiglia: • uno stile di guida attento e difensivo;

Vivere luglio/agosto 2011

• adeguare la velocità, in particolare se si tra‑ sporta un bambino; • ricordarsi che lo spazio di frenata è maggio‑ re; • accendere le luci anche di giorno, in modo che gli altri vi vedranno meglio; • indossare sempre il casco.

Quale modello scegliere?

Visto che l’offerta si fa sempre più vasta, diventa dif‑ ficile per i potenziali acquirenti compiere una scelta oculata. Nell’ambito di E-bike Ticino, i rivenditori partner offrono gratuitamente la possibilità di te‑ stare un’e-bike per due giorni. I modelli più apprezzati, in particolare tra i pendola‑ ri desiderosi di contenere le spese e di preservare l’ambiente, sono le versioni rapide, che fanno parte della categoria dei ciclomotori o dei ciclomotori leg‑ geri. Di seguito, ecco alcuni criteri che possono orientare la scelta verso il modello più adatto alle proprie esi‑ genze.

Uso previsto

Esistono e-bike che, per la forma del telaio e la loro autonomia, si prestano maggiormente ad un utilizzo in ambito urbano, mentre altre sono più indicate per le attività di cicloturismo.

Autonomia della batteria

Dipende dall’uso previsto e dalla possibilità di ricari‑ care il veicolo a destinazione. I modelli più prestanti sono dotati di batterie al litio, più leggere, durevoli e senza “effetto memoria”.

Prestazione e velocità

Sono direttamente proporzionali alla potenza del motore. Per viaggiare prevalentemente in città, di regola non è necessario disporre di un’assistenza alla pedala‑ ta che consenta di superare i 25 km/h: una potenza motrice di 250 watt è quindi ampiamente sufficien‑ te. Al contrario, i ciclisti che si spostano frequente‑ mente in campagna o in montagna necessitano di u‑ na potenza di almeno 250 W. Un’assistenza alla pedalata fino a 25 km/h è quasi sempre sufficiente. I più sportivi daranno indubbia‑ mente la preferenza a un “ciclomotore leggero”, con maggiori prestazioni.

Costo e garanzia della batteria

Il prezzo, che dipende soprattutto dal tipo di batteria, è indubbiamente un fattore decisivo nella scelta. Al momento dell’acquisto è dunque importante presta‑ re particolare attenzione alla durata della garanzia della batteria (da 1 a 5 anni), o all’eventuale possi‑ bilità di prolungarla a pagamento. Inoltre è bene ac‑ certarsi di poter contare su un affidabile servizio post vendita. A prima vista, il prezzo delle e-bike può sembrare molto elevato. Tuttavia, risulta adeguato se si riflet‑ te sulla tecnologia — motore elettrico e batterie di ultima generazione — di cui sono equipaggiate. La qualità del prodotto è legata ai costi. Questa consta‑ tazione vale anche per le componenti installate dal costruttore, in particolare i freni, i rapporti o le ruote. Al fine di promuoverne la diffusione, alcuni Co‑

muni del Ticino e del Moesano hanno deciso di of‑ frire degli incentivi finanziari. Il consumo di energia delle biciclette elettriche è con‑ tenuto: generalmente, la ricarica dell’accumulatore costa 6-9 cts, per un prezzo dell’elettricità di 20 cts/kWh.

ARCOBALENO AL 50% Per il 10o anno consecutivo a luglio e agosto è riproposta l’azione di succes‑ so “L’aria cambia. C’è Arcobaleno al 50%”. La campagna, contemplata dal Piano di risanamento dell’aria, permet‑ te di acquistare il titolo di trasporto del‑ la Comunità tariffale Ticino e Moesa‑ no col 50% di sconto. Inoltre oltre 100 Comuni, offrono un ulteriore sconto ai loro domiciliati. Si tratta dunque di un’eccellente occasione per contribui‑ re alla riduzione dello smog estivo e scoprire i vantaggi di questo titolo di trasporto. L’anno scorso gli abbonamenti vendu‑ ti sono stati 32’111, il 3,5% in più rispet‑ to al 2009. Per maggiori informazioni: www.arcobaleno.ch.

LE offertE “Treno+Bici” L’azione regionale “Treno+bici” 2011 è un’opzione particolarmente interessante e a modico costo, promossa dal Dipartimento del Territorio e dalle FFS, assieme a TILO, che permette di acquistare con forti sconti sia la carta giornaliera e l’abbonamento annuale per bicicletta. A ciò si aggiunge il biglietto speciale Ceneri-Bici (adulti 5.- CHF, ragazzi 3.-), che consente di percorrere la pista ciclabile che attraversa il Ticino evitando le erte del Monte Ceneri: si sale con la bici sul treno a Giubiasco e si scende a Rivera. Per avere il buono sconto di 100.- CHF sull’abbonamento annuale bici bisogna possedere il ti‑ tolo di trasporto Arcobaleno (o un abbonamento generale FFS) e richiederlo alla Comunità tariffale Ticino e Moesano. Ulteriori informazioni: www.tilo.ch.

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Gli anni del secolo

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PARI IN MARLEY

Desco sacro

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§ 3

Spara a raffica

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Allegro Cuor di dotto

Topo… ginevrino

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8

Mai usata

Quasi unica

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AmaNTE DI Radames

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5 Pesce prelibato

Indossa il saio

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Mosca soporifera

Il padre dei Moschettieri

§ Non ha eguali

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2 Il fiabesco Peter

Nome d’uomo

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Costruì il Labirinto

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Colore, vernice

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Partita a tennis

Un trampoliere d’acciaio

In coppia con lei

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Un colpo all’uscio

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Il noto Jones SÌ a Londra

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Famoso, Cons. conosciuto in Geremia

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Calura

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Il nome di Battiato

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Dispari in Medina

Olio inglese

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Terna al poker

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Un cereale

Uncini da pesca

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Sono anche eoliche

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PAROLA CHIAVE

Noto attore ticinese (2 parole: 3 e 6 lettere)

CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE

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Si tende per tirare

Lingue di terra 6

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Faceto, divertente ATTRAVERSA BERNA

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Equivale a 30 grammi

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Malattia polmonare

Torre Fu ucciso Squadra centrale nel bagno nerazzurra Mire, mete

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Raganella

Folletti nordici

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Popolavano Cuzco

Né voi, né loro

Stuolo di banditi

§ Né caldi, né freddi

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§ Sopra Minusio

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SOLUZIONE N. 147

a) Cartolina postale da spedire a: 'VIVERE a tempo pieno', C.P. 5539, 6901 Lugano. b) E-mail da inviare a: vivere@bluewin.ch. Se non specificato, si autorizza VIVA SA ad utilizzare l’indirizzo e-mail per le proprie attività di marketing. Fra tutti coloro che avranno indovinato la soluzione, verrà sorteggiato il fortunato lettore. Sono esclusi dall’estrazione tutti i collaboratori di VIVA SA. Non verrà tenuta alcuna corrispondenza. Nessun pagamento in contanti. Si escludono le vie legali. Il vincitore sarà avvisato personalmente. Il termine di spedizione è il 14 SETTEMBRE 2011.

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Vi lavorano le mondine

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Si dice consegnando

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Banali, insulsi

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Dato anagrafico

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