ivere V
novembre/dicembre 2011 n. 150
a tempo pieno Medicina Influenza: vaccinarsi?
Alimentazione Diete lampo per Natale e Capodanno
Varie Hydrobike: pedalare in acqua
MEDICINA
Diabete e Feste
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Industria farmaceutica: un settore economico sano — EDITORIALE
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Care lettrici, cari lettori, Nel 2010 le casse malati e l’industria farmaceutica svizzera hanno prodotto insieme uno studio comparativo sul prezzo dei medicamenti nel nostro Paese in rapporto alla situazione internazionale. Questo studio ha rilevato che il prezzo medio dei farmaci in Svizzera è in continua discesa, anche in confronto al resto dell’Europa. Le misure politiche di pressione sui prezzi dei medicinali originali, la scadenza dei brevetti di medicamenti a forte cifra d’affari e il conseguente aumento della quota dei generici (copie conformi di farmaci a larga diffusione) hanno fatto sì che il mercato dei farmaci abbia registrato nel 2010 il suo primo calo. La parte dei costi dei medicamenti nell’insieme dei costi della salute si è stabilizzata nel corso degli ultimi anni attorno al 10,1 % e, questo, malgrado l’aumento costante del consumo di farmaci a carico delle casse malati. Nel 2010 le esportazioni di prodotti farmaceutici sono passate a 60,6 miliardi e costituiscono così circa un terzo del volume totale delle esportazioni svizzere. L’Europa è il cliente più importante per i prodotti farmaceutici svizzeri, anche se i Paesi emergenti non cessano di aumentare la quota delle loro importazioni. L’eccedenza delle esportazioni di 35,4 miliardi, nettamente superiore a quella dell’anno precedente, riflette la forte competitività dell’industria farmaceutica svizzera, che si basa sempre su una grande produttività del lavoro e una capacità di innovazione nettamente superiore alla media internazionale. Anche la curva dell’impiego si mantiene in salita e il settore contribuisce notevolmente alla crescita economica del Paese. In questi periodi di crisi finanziarie e di Paesi sull’orlo della bancarotta, notizie di questo genere non possono che renderci orgogliosi di essere svizzeri e fieri della produttività di un settore trainante per la nostra economia.
Ennio Balmelli Portavoce OFCT
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Muove la gente.
n. 150 novembre/dicembre 2011
SOMMARIO MEDICINA
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Influenza
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Menopausa
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Pubblivivere: Guida gratuita Mepha
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Diabete
Vaccinarsi sì o no? Affrontarla con consapevolezza
Meglio informati sul diabete
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Inconciliabile con le feste?
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Diabete e comunicazione mobile
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16
Pubblivivere: Unione Farmaceutica Distribuzione Al vostro servizio da 80 anni!
ALIMENTAZIONE 24
Diete lampo
Per godersi Natale e Capodanno!
ODONTOIATRIA 26
Arte dentaria
Mestiere o professione?
VARIE
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28
Hydrobike
In acqua con sprint!
PASSATEMPO
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Vivere
a tempo pieno
Cruciverbone
Gioca e vinci un ducato d’oro!
HIGHLIGHTS 31
In farmacia
La vetrina: novembre-dicembre Find us on
Facebook www.rivista-vivere.ch
SIGLA EDITORIALE
COMITATO DI REDAZIONE
REDAZIONE
SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch
Mario Tanzi Presidente OFCT Dott. Giorgio Antognini già Presidente PharmaSuisse Ennio Balmelli Portavoce OFCT
M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile CRISTINA GEROSA Segretaria
Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.
TIPOGRAFIA NEWPRINT SA
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MEDICINA — Influenza
INFLUENZA: VACCINARSI SÌ O NO? L’influenza è una malattia virale estremamente contagiosa e imprevedibile. Arriva puntualmente ogni inverno. Siete pronti ad affrontarla? La redazione I nuovi virus sono il risultato, ad esempio, della combinazione di una versione animale con una umana, o della semplice mutazione di una animale. Questi virus recenti sono in grado di provocare epidemie a livello mondiale (pande‑ mia), come quella del 2009 causata dall’H1N1, il risultato della combinazione tra 2 ceppi suini, 1 aviario e 1 umano, che, come anticipato dagli esperti, è in pratica riuscito anche a soppiantare i “classici” H1N1 stagionali. • Tipo B — Più raro del tipo A, si manifesta quasi esclusivamente negli esseri umani. I virus di questo ceppo mutano da 2 a 3 volte più lentamente rispetto a quelli del primo e, di conseguenza, sono geneticamente meno eterogenei. • Tipo C — È il ceppo meno diffuso ed anche meno pericoloso per l’uomo.
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ur essendo nota da più di 2’000 anni, l’influenza stagionale è una delle infezioni virali delle vie respiratorie più frequenti nell’essere umano. Le epidemie d’influenza scoppiano generalmente ogni anno durante i mesi freddi, tra novembre e aprile.
Il virus E LE SUE VARIANTI
I virus dell’influenza appartengono alla famiglia degli Orthomyxoviridae e vengono suddivisi in 3 ceppi: • tipo A — Sono i più pericolosi per l’essere umano. Mutano molto veloce‑ mente, riuscendo così ad aggirare il sistema immunitario. Sono presenti anche tra gli animali, soprattutto negli uccelli acquatici selvati‑ ci e, in rari casi, possono essere trasmessi all’uomo.
Il potenziale di contagio dipende da: • virulenza e numero di ceppi influenzali in circolazione, • esistenza di un’immunità naturale pregressa nella popolazione e della sua copertura vaccinale. Quanto più il virus si è modificato rispetto all’anno precedente, tanto meno si può contare sull’immunità conferita da una precedente vaccinazione o infezione na‑ turale. Una persona infetta, ancor prima che manifesti i primi sintomi, può trasmettere il virus per contatto diretto (colpi di tosse, starnuti, strette di mano, …) o in‑ diretto (maniglia della porta, …). Si reputa che un adulto infetto sia contagioso dal giorno precedente l’appari‑ zione dei sintomi e che lo rimanga per 3–5 giorni. Invece, per quanto riguarda i bambini, sono potenzialmente contagiosi ancora prima e possono esserlo per 10 o più giorni dopo la manifestazione delle prime avvisaglie. Allo scopo di proteggere le persone ad elevato rischio di complicazioni, l’Ufficio federale della sanità pubblica raccomanda di restare a casa appena i‑ niziano i sintomi di malessere e, una volta confermata l’influenza, di restar‑ ci per qualche giorno. Il pericolo di contagio durante il periodo pre- o asintomatico è uno dei motivi prin‑
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CHECK VACCINALE Nel sito vaccinarsicontrolinfluenza.ch dell’Ufficio federale della sanità pubblica trovate un check vaccinale costituito da 10 domande che vi aiuteranno a valutare la vostra situazione. Il questionario non sostituisce tuttavia in alcun caso la consultazione medica. Le raccomandazioni di vaccinazione fornite sono comunque basate su conoscenze mediche. cipali per cui le persone che hanno contatti frequenti con i soggetti a rischio dovrebbero farsi vaccinare.
STATI INFLUENZALI?
La MALATTIA Il quadro clinico
Il decorso di un’influenza senza complicazioni è caratterizzato dalla fulminea comparsa di sintomi generali e respiratori: • febbre elevata (al di sopra di 39°C) — Sopravviene velocemente e in modo brusco, associata a dei brividi causati dall’aumento repentino della temperatura corporea; • mialgie, • artralgia, • cefalee importanti, • tosse secca, • inappetenza, • malessere, • dolori al petto, • astenia. Sono invece occasionali il naso chiuso, gli starnuti e il mal di gola, mentre, nei bambini, spesso si presentano anche nausea e vomito. I sintomi di una normale influenza scompaiono generalmente entro 3–7 gior‑ ni, anche se tosse e stanchezza possono protrarsi per più di 2 settimane. L’esatta distinzione fra un’influenza e un raffreddore, provocato da altri tipi di virus, può essere effettuata solo tramite test di laboratorio: infatti, la diagnosi clinica non è sempre facile. Comunque, durante la stagione influenzale, la probabilità di contrarre un’infe‑ zione causata dal virus dell’influenza è più elevata.
Epidemiologia e conseguenze economiche
Ogni anno si ammala circa il 5–10% degli adulti e il 20–30% dei bambini. Questi ultimi, se in età scolare, appartengono alla categoria più colpita perché: • hanno più facilmente contatti stretti con altre persone; • non conoscono ancora bene le regole dell’igiene (v. Vivere 143, pag. 11, box “Influenza: prevenzione”); • sono pure i principali responsabili della trasmissione — Data la loro giovane età, sono stati globalmente esposti meno volte, per cui hanno svi‑ luppato solo una debole immunità parziale contro questa malattia. Ciononostante, i bambini in età scolare soffrono raramente di complicazioni gravi: queste colpiscono piuttosto la popolazione più anziana, chi soffre di ma‑ lattie croniche, i lattanti e le donne incinte. In Svizzera si registrano annualmente in media 100’000-250’000 consultazioni mediche per sospetto d’influenza e 1’000-5’000 ospedalizzazioni. I costi annuali per il sistema sanitario svizzero ammontano, secondo i modelli di calcolo scientifici raccolti dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), a circa 100 milioni di franchi. Se si includono tutti i costi che ricadono sulla so‑ cietà come, ad esempio, le assenze dal lavoro, ne consegue un danno all’e‑ conomia di circa 300 milioni. Gli anziani sono sempre la categoria più colpita — il 10% dei pazienti è over 60 — e, per molti di loro, ciò significa di fatto la perdita definitiva della propria autonomia. Solo nel 5% circa dei casi viene diagnosticata una polmonite, ma negli anziani la percentuale arriva addirittura al 16%. Annualmente nel mondo muoiono 250’000-500’000 persone a causa delle conseguenze dell’influenza, di cui fino a 1’500 in Svizzera, quasi tutte anziane (92%).
Vivere novembre/dicembre 2011
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MEDICINA — Influenza
I gruppi a rischio
L’UFSP raccomanda la vaccinazione contro l’influenza ai seguenti gruppi (v. Vi‑ vere 144, pag. 13, box “Vaccinazione: a chi è consigliata?”): • gli over 65, • adulti e bambini affetti da malattie croniche, • donne incinte a partire dal 2° trimestre, • neonati prematuri, • lattanti, • pazienti residenti in case di cura o in istituti per malati cronici. Per queste persone il tasso di ospedalizzazione e il rischio di complicazio‑ ni è, a dipendenza dei casi, 2-5 volte maggiore. Le complicazioni più frequenti sono: • sinusite, • otite media, • bronchite, • polmonite, • pseudocroup (o laringite stridula), d’origine virale o da sovrainfezione batterica secondaria. Ma possono verificarsi anche altre affezioni potenzialmente letali (come pleu‑ rite, miosite, miocardite o pericardite seguita da cardiomiopatia dilatativa, infar‑ to del miocardio o shock tossico, meningite, encefalite, mielite, sindrome di Guil‑ lain-Barré).
Le persone a contatto con i gruppi a rischio
L’UFSP raccomanda la vaccinazione soprattutto a coloro che sono spesso a con‑ tatto con le persone a rischio: • i familiari, • i professionisti delle cure e dell’assistenza medica La vaccinazione è importante per proteggere le persone a rischio, ma anche il personale sanitario stesso, che è doppiamente esposto al contagio (contatti giornalieri abituali più quelli professionali). Le epidemie influenzali nosocomiali/ospedaliere, con tassi d’infezione fino al
50% fra i pazienti del reparto colpito e al 59% fra il personale, possono rivelarsi molto onerose in termini di sovraccarico di lavoro, conseguenze finanziarie e, purtroppo, talvolta anche di vite umane.
La vaccinazione
Nel 2006, l’OMS ha fissato come obiettivo una copertura vaccinale del 75% per tutti i gruppi a rischio. La vaccinazione è consigliabile, oltre a coloro a stretto contatto con essi, a tutte le persone a contatto con virus influenzali ani‑ mali, onde evitare che un individuo possa essere infettato contemporaneamente da virus animali e umani, con la possibilità di un eventuale scambio di segmenti genetici e la conseguenze comparsa di nuovi tipi di virus. La vaccinazione deve essere ripetuta ogni anno, preferibilmente fra metà ottobre e metà novembre, anche se è comunque possibile farla quando la sta‑ gione influenzale è già iniziata. Si raggiunge una protezione ottimale dopo 10-14 giorni. La somministrazione avviene mediante iniezione intramuscolare o sotto‑ cutanea profonda. Ai bambini sotto i 3 anni viene somministrata metà dose: per la prima volta, l’UFSP consiglia di iniettare 2 mezze dosi a distanza di 4 setti‑ mane (il cosiddetto “priming”).
Efficacia
La vaccinazione riduce per tutti il rischio, ma non lo esclude del tutto: infatti, la sua efficacia dipende in primo luogo da alcune caratteristiche della persona (e‑ tà e difese immunitarie), come pure dalla compatibilità tra gli antigeni vaccinali e i virus circolanti in quel periodo. Il 70–90 % degli adulti sani vaccinati non si ammala. Per quanto riguarda invece le persone anziane o a rischio, esse hanno una risposta immunitaria ridotta (30–50%): ciononostante la vaccinazione li aiuta nel decorso della malattia, riducendo il tasso delle complicazioni e dei decessi.
Effetti collaterali
Tutti i vaccini distribuiti in Svizzera sono inattivati — perché contengono unica‑ mente dei frammenti di virus —, confezionati in monodosi, fabbricati utilizzan‑ do delle componenti delle uova di pollo, ma privi di tiomersal, un composto orga‑
Mal di testa?
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re mirate come, ad esempio, delle restrizioni nell’utilizzo del prodotto fino al suo ritiro dal mercato, considerando anche le dichiarazioni provenienti dall’estero e garantendo quindi un’eccellente qualità dei dati relativi alla sicurezza dei vaccini.
Le controindicazioni
Alle persone febbricitanti si consiglia d’aspettare la scomparsa dei sintomi per farsi vaccinare, perché la loro risposta immunitaria potrebbe non essere ottimale. La vaccinazione è controindicata anche in caso d’ipersensibilità a una delle componenti del vaccino o alle proteine dell’uovo. L’elevata tollerabilità dei vaccini inattivi trivalenti durante la gravidanza, già a partire dal 1° trimestre, è dimostrata da un’ampia esperienza ed evidenza scientifica che esclude qualsiasi rischio, come ad esempio la teratogenicità nel nascituro. Non sono state neppure osservate delle controindicazioni se la vaccinazione è effettuata durante l’allattamento.
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MEDICINA — Menopausa
MENOPAUSA: AFFRONTARLA CON CONSAPEVOLEZZA Vissuta con angoscia, come la fine della propria femminilità, o con serenità, come un naturale passaggio, la menopausa è, senza dubbio, una fase molto delicata, che deve essere affrontata con la consapevolezza di cosa provoca e di com’è possibile viverla nel modo migliore, cercando di miti‑ garne gli aspetti negativi. La redazione menopausa vera e propria; • Menopausa — Si manifesta dopo la premenopausa e la sua durata va da 6 mesi fino a 1 anno. • Postmenopausa — Come lo dice il termine stesso, è il periodo che segue la menopausa e anch’esso può presentare i medesimi sintomi. È interessante notare che, fino ad alcune generazioni fa, erano ancora poche le donne che vivevano oltre il periodo della menopausa.
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a menopausa, dal greco menos (mese) e pausis (cessazione), corrisponde al periodo della vita di una donna durante il quale cessano le mestruazioni (assenza per 12 mesi consecutivi), l’ovulazione e la secrezione ormonale delle ovaie: gli estrogeni si riducono del 90%, il progesterone praticamente scompare, mentre aumentano gli ormoni ipofisari. Con la menopausa termina quindi il periodo potenzialmente riproduttivo della donna. La menopausa è un processo naturale dell’invecchiamento che avviene generalmente tra i 45-55 anni, in media verso i 52: tuttavia, in alcune donne può verificarsi precocemente (prima dei 40) oppure in età più avanzata. È importante comunque distinguere la menopausa dai suoi sintomi, che possono comparire prima o anche dopo: • premenopausa — Periodo di transizione, di durata variabile (mesi o anni), fra fase fertile e menopausa, caratterizzato da turbe mestruali indotte da squilibri ormonali. Può quindi presentare sintomi molto simili a quelli della
In molti casi provocano un notevole peggioramento della qualità della vita quotidiana e dell’intesa sessuale con il partner. La (pre)menopausa si caratterizza per i seguenti sintomi: • mestruazioni — Cicli ravvicinati corti/lunghi, generalmente irregolari (flus‑ so scarso/abbondante), talvolta intervallati da perdite ematiche intermestrua‑ (spotting) fino alla loro completa cessazione. • Turbe psichiche — Irritabilità, ansietà, tristezza. • Turbe fisiche — Seni dolorosi, cefalea, emicrania, aumento di peso, vampa‑ te di calore e cistiti più frequenti. Come già detto, i disturbi della premenopausa possono essere identici a quelli della menopausa vera e propria: • amenorrea (v. Vivere 149, “Amenorrea: quando non arrivano le mestrua‑ zioni” pagg. 12-15) — È l’assenza delle mestruazioni. • Vampate di calore — Sono la conseguenza della secrezione ormonale delle catecolamine (adrenalina, …) e consistono in improvvise e intense sensa‑ zioni di calore, accompagnate dall’aumento del battito cardiaco. Si concentrano nella parte superiore del corpo, in particolare sul viso, e dura‑ no pochi minuti, ma possono manifestarsi sia di giorno che di notte. Se si ve‑ rificano durante le ore notturne sono in grado di disturbare fortemente il son‑ no perché interferiscono con la fase REM, che è quella più importante visto che assicura il vero e proprio riposo. Questo disturbo dura in media più di 10 anni dall’inizio della menopausa. • Apparato neuro-endocrino — Sbalzi d’umore, ansia, irritabilità, tristezza e depressione, calo della memoria e della capacità di concentrazione, forte af‑ faticabilità.
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I SINTOMI
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CONSIGLI UTILI
Caduta dei capelli … Capelli deboli … Unghie fragili …
• Provare ad assumere un atteggiamento positivo nei con‑ fronti della menopausa. • Praticare regolarmente dello sport. • Dedicarsi il più spesso possibile alle cose che ci procurano piacere così come a compiti nuovi, prefiggendosi degli ob‑ biettivi, come viaggi o corsi di lingue. • Parlare regolarmente con il proprio partner, per non sentir‑ si sole.
• Non esitare a rivolgersi ad un consulente psicologico in ca‑ so di difficoltà per quanto riguarda la sessualità o i proble‑ mi matrimoniali. • Apparato uro-genitale — Atrofia degli organi genitali e secchezza della mucosa vaginale con conseguente difficoltà ad avere rapporti sessuali; ci‑ stiti ricorrenti; infezioni o incontinenza urinaria più frequenti; prolasso uteri‑ no; calo del desiderio sessuale. • Apparato muscolo-scheletrico — Osteoporosi (a lungo termine); dolori a‑ gli arti e alle articolazioni. • Apparato cardiovascolare — Aumento del numero di infarti, coronaro‑ patie, ipertensione, extrasistoli e palpitazioni. È proprio durante la menopausa che la donna ha le stesse probabilità dell’uomo, quindi 4 volte maggiori che in età fertile, di manifestare dei di‑ sturbi cardiopatici come l’infarto del miocardio. Infatti, la presenza nella donna degli ormoni sessuali esercita un’azione protettiva nei confronti del‑ le malattie cardiovascolari. In particolare, sembrerebbe che gli estrogeni svolgano un ruolo importante nei meccanismi di vasodilatazione, soprat‑ tutto a livello delle arterie coronarie. Questi ormoni determinerebbero delle concentrazioni più basse di colesterolo e, in proporzione, maggiori quantità di quello della tipologia HDL (v. Vivere 145, “Lipidi: gli acidi grassi indi‑ spensabili”, pag. 15). • Cute — Secchezza causata dalla diminuzione dell’attività delle ghiandole sebacee. • Peso corporeo — L’insorgenza della menopausa è il momento in cui le donne in lieve sovrappeso vanno incontro ad un ulteriore aumento di peso, spesso sfociando in obesità conclamata. Ciò avviene perché, in tale perio‑ do, le donne affrontano le conseguenze dell’ipoestrogenismo in aggiunta alle alterazioni endocrino-metaboliche peculiari dell’obesità, esponendosi così alle relative complicanze cardiovascolari tipiche delle alterazioni del quadro lipidico, dell’assetto coagulativo e dell’insulino-resistenza. • Altri disturbi fisici — Seni dolorosi (mastiti), leucorrea, cefalea, emicra‑ nia, gambe pesanti. Oltre a quanto finora descritto, la caduta estrogenica ed il conseguente squili‑ brio del rapporto estrogeni/androgeni a favore dei secondi, ed il relativo iper‑ cortisolismo, producono modificazioni della figura corporea rappresentate da: • relativa virilizzazione; • diminuzione della massa muscolare; • aumento della massa grassa, soprattutto a livello viscerale.
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Molte donne identificano la menopausa come il segnale della fine della propria vita sessuale e del relativo piacere. In altre parole: se non è più pos‑ sibile avere figli, ciò vale anche per il sesso e il piacere. In questi casi l’ideolo‑ gia procreativa della sessualità prende il sopravvento, disturbando la vita inti‑ ma della coppia. Occorre invece mettere ben a fuoco che, malgrado la perdita delle mestruazioni e della capacità riproduttiva, la sessualità mantiene inal‑
Vivere novembre/dicembre 2011
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MEDICINA — Menopausa
medica) — Possono attenuare le vampate di calore del 60%. • Gabapentina — Permette di calmare i dolori, ma ha anche un effetto bene‑ fico contro le vampate. • Estrogeni vaginali (sotto forma di compresse, anello, crema vaginale, …) — Servono per combattere localmente la secchezza vaginale, che può influire negativamente durante i rapporti sessuali. Per questo disturbo posso‑ no essere utili anche dei gel lubrificanti in vendita in farmacia. • Trattamenti per curare l’osteoporosi, come per esempio i bifosfonati.
PER NON INGRASSARE Durante la menopausa il metabolismo della donna cambia. La massa grassa aumenta, ma soprattutto muta il modo in cui viene sfruttata l’e‑ nergia e, di conseguenza, si tende ad ingrassare facilmente se l’alimentazione è troppo ricca di zuccheri. • Non mangiare/bere zuccheri, soprattutto quelli “rapidi” (cioccolata, soda gassate, …), in particolare la sera, perché poi ci si corica e non vengono quindi bruciati dall’organismo. Mediamente gli specialisti stimano che, se l’alimentazione è troppo ricca di zuccheri ed essi sono assunti principalmente alla sera, una donna può ingrassare fino a 6 kg in un anno. Ciò non significa che non bisogna più mangiarli, dato che, nelle giuste quantità, sono comunque necessari, ma è consigliabile consumarli preferibilmente alla mattina. • Adottare un’alimentazione sana, equilibrata, ricca di frutta e cercare di mangiare regolarmente cibi contenenti acidi grassi omega-3. Già una buona alimentazione è in grado di regolare il peso corporeo. • Fare dello sport o un’attivita fisica regolarmente per aumentare il consumo di energia e limitare la presa di peso. terate tutte le sue altre caratteristiche e funzioni. Anzi, non essendo più ne‑ cessario alcun espediente contraccettivo, la sessualità potrebbe godere di una stagione persino più libera.
LA DIAGNOSI
L’AIUTO DELLE PIANTE
In funzione dei sintomi, si possono utilizzare differenti piante. La Cimicifuga racemosa è tuttavia quella più efficace per curare i disturbi le‑ gati alla menopausa avendo un effetto globale. Altre erbe consigliate sono: • iperico (o erba di San Giovanni) e melissa — Depressione (leggera o mo‑ derata). • Salvia — Sudore eccessivo (vampate di calore). • Valeriana — Turbe del sonno.
L’omeopatia
Spesso gli ormoni di sintesi utilizzati come terapia allopatica sono in contrasto con l’azione fisiologica della natura femminile. L’omeopatia interviene invece nella gestione della sintomatologia ed è di grande aiuto per accompagnare e sostenere le donne in questo importante momento della loro vita. Infine, l’omeopatia specializza i rimedi in base alle personalità e alle risposte individuali. • Actaea racemosa (Cimicifuga) — Pianta erbacea perenne rizomatosa dell’America Settentrionale, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae. Il rimedio è adatto ad una donna eccitata, paurosa, logorroica che durante il malessere ha l’impressione di impazzire o di avere la testa “immersa in una
Anche se la menopausa non è una malattia, un medico può comunque “diagno‑ sticarla”, individuandone i sintomi. Come abbiamo visto in precedenza, alcune donne presentano già i primi disturbi verso i 30-40 anni, ad esempio con delle mestruazioni irregolari. L’anno scorso, all’apertura del 26° Congresso annuale dell’ESHRE — la Socie‑ tà europea di riproduzione umana ed embriologia — alcuni ricercatori iraniani hanno presentato un semplice test del sangue, in grado di indicare con precisio‑ ne quando una donna entrerà in menopausa. L’esame si basa sulla misurazione dei livelli dell’ormone antimulleriano (AMH) secreto dalle ovaie e, in futuro, potrà essere utile per pianificare il desiderio di maternità, ma, per il momento, non si sa se verrà commercializzato. La menopausa è una fase estremamente delicata, segnata da modificazioni pro‑ fonde, psichiche e fisiche. Ogni donna reagisce in modo diverso e il suo approccio può fornire le prime informazioni utili in merito alla scelta del rimedio più adatto. Infatti, come è stato detto in precedenza, alcune la vivono come un lutto, una perdita di una parte importante di sé stesse, mentre, per altre, è un sollievo, un modo per vivere la sessualità senza preoccupazioni.
I farmaci
Esiste per il medico la possibilità di prescrivere dei trattamenti a base di ormoni di sostituzione (terapia ormonale sostitutiva in menopausa, conosciuta anche con l’abbreviazione inglese THS), che tuttavia comportano rigorose raccomandazioni severe e sono da evitare per le donne a rischio. Solo il medico potrà prescrivervi il trattamento appropriato a base di ormo‑ ni, dopo avere ben discusso con voi i rischi e i relativi benefici. Oltre alla THS esistono rimedi alternativi (v. Vivere 149, “Amenorrea: quando non arrivano le mestruazioni”, pag.23-08-2005 15) e anche alcuni farmaci: NEWPRINT PUBB 4 COL 190x45 8:28 Pagina 1 • antidepressivi a basso dosaggio come la venlafaxina (su prescrizione
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VAMPATE: COSA FARE? • Evitare di indossare certi tipi di abiti, quelli troppo caldi o di tessuto sintetico come il nylon. • Applicare dell’acqua fredda o del ghiaccio sul corpo, o farsi una doccia fredda per mantenere bassa la temperatura. • Rilassarsi, magari ricorrendo alle tecniche di rilassamento, come quelle basate sulla respirazione. • Evitare di fumare, perché le favorisce. • Fare dello sport o dell’esercizio fisico regolarmente. Secon‑ do uno studio, le donne che praticano uno sport le hanno meno frequentemente e anche di minore durata. • Evitare di bere bevande calde o alcoliche durante le vam‑ pate, o di consumare piatti molto speziati. • Regolare bene la temperatura della camera da letto, mante‑ nendola possibilmente fresca. • Il consumo giornaliero di 400 UI di vitamina E può aiutare ad alleviarle. Parlatene con il vostro medico o farmacista di fi‑ ducia, perché se si supera questa dose questa vitamina può diventare nociva.
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nube”. I flussi sono abbondanti e dolorosi e questa accentuazione è legata allo sta‑ to emotivo. La paziente soffre anche di forti stati di depressione e tristezza. Questa pianta è anche utile contro le vampate. • Lachesis (veleno del crotalo Lachesis muta, Surucucù) — È il rimedio indicato quando la menopausa aggrava tutti i sintomi già presenti, soprat‑ tutto quelli cardiovascolari come le palpitazioni e le turbe epatiche. Altri sintomi sono delle intense e frequenti vampate al volto; cefalea conge‑ stizia; sudorazione. Generalmente, questo rimedio è adatto per donne i cui disturbi migliorano con le secrezioni (leucorrea, mestruo, diarrea). Le donne “Lachesis” sono estremamente loquaci, vivaci e allegre, ma anche molto gelose, ipersensibili, diffidenti e si offendono facilmente. Durante la menopausa soffrono di crisi depressive, caratterizzate dalla paura di essere abbandonate o escluse. • Sepia officinalis (inchiostro di seppia) — È uno dei principali rimedi nella cura dei disturbi femminili e serve anche per contrastare i forti stati depres‑ sivi della menopausa. La donna in questione piange, si sente triste, è irritabile, insoddisfatta, pro‑ va indifferenza verso i propri familiari e le persone care. La sfera psichica è quindi la più compromessa, come nel caso dell’Actaea, ma la donna Sepia soffre anche di sintomi fisici gravosi come stanchezza, cefalea e dei forti do‑ lori nella regione lombare. La paziente peggiora con l’inattività e il riposo, migliora invece mantenendo‑ si attiva e occupata, con il ballo e lo sport. La donna “Sepia” è di una bellezza spesso inavvicinabile, snella, caratte‑ rizzata da forte pigmentazione. È attiva, sportiva, ma lunatica ed irritabile a causa di disturbi ormonali. • Glonoinum (nitroglicerina) — È il rimedio più indicato per le vampate. La paziente accusa forti afflussi di sangue al volto, che provocano un’intensa cefalea con battiti arteriosi al corpo, alla testa e al collo. Tutti i sintomi migliorano in un ambiente fresco.
• Sulphur (zolfo) — Anche questo rimedio serve contro le vampate che però sono accompagnate da palpitazioni e sudori. La donna soffre anche di bru‑ ciore ai piedi, al corpo e nella zona vulvare: questi disturbi peggiorano se ci si gratta. La donna “Sulphur” è robusta, calorosa e amante dell’aria aperta. Ha un ca‑ rattere aggressivo, autoritario, arrogante, presuntuoso, nervoso, ostinato. Ciononostante è anche dinamica, estroversa, disordinata, egoista e caotica. Infine tende ad avere una postura curva (spalle cadenti). • Thuja occidentalis (tuia occidentale o albero della vita) — Si utilizza quando sono presenti un forte sovrappeso, ritenzione idrica e cellulite loca‑ lizzata. L’apparato genitale è il più colpito e possono comparire micosi vul‑ vo-vaginali, leucorrea densa e verdastra. Sono molto frequenti anche di‑ sturbi più gravi come polipi, cisti e dolori ovarici concentrati sul lato sinistro. La donna “Thuja” è ansiosa, agitata, ipersensibile e ha paura di avere una malattia incurabile. Il suo carattere è anche riservato, insicuro, coscienzioso ed irritabile. È una persona sempre di fretta, con una cattiva memoria e del‑ le fissazioni. La menopausa si presenta con sintomi più o meno acuti ma abbraccia una fase molto lunga e quindi spesso le problematiche diventano anche croniche. In quel caso il medico curante può prescrivere dei rimedi ad alta diluizione (dalla 200 CH in poi). Per la terapia mirata e distribuita nel tempo vanno bene tut‑ te le diluizioni dalla 5 alla 30 CH.
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MEDICINA — Pubblivivere: Guida gratuita “Meglio informati sul diabete”
IL DIABETE STA AVANZANDO IN TUTTO IL MONDO Sempre più persone soffrono di diabete mellito di tipo 2. Da tempo questa malattia del metaboli‑ smo, comunemente chiamata “diabete senile”, non riguarda più principalmente persone anziane: anche i bambini e i giovani adulti ne sono colpiti con frequenza in continuo aumento. Diabetes_Ratgeber_i_UG_2708_i 10.06.11 16:48 Seite 2 Guida per i pazienti
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Guida per i pazienti
«Diabete»
Tabelle Liste di scambio per i carboidrati: per 10 g di carboidrati Vari tipi di pane, patate, prodotti a base di cereali e cibi farinacei 10 g di carboidrati (circa. 50 – 70 kcal) sono contenuti in:
Meglio informati sul diabete
Pane 1 /2 fetta (20g)
Pane bigio, pane bianco, treccia, panini, cornetti pane integrale, pane Graham, pane ai cereali pane croccante di segala fetta biscottata «Darvida»
/2 fetta (25g)
1
11/2 fetta (15g) 1 grande (15g) 3 fette (15g) Patate 1 grande come un uovo (60g) 1 cucchiaio (80g) 50g 40g 20g Pasta, riso 2 cucchiai (50g) 15g
peso crudo: riso, pasta peso dopo cottura: riso, pasta
Legumi 20g 50g
peso crudo: lenticchie, ceci, piselli gialli peso dopo cottura: lenticchie, ceci, piselli gialli
Diversi 15g 25g
Quelli con l’arcobaleno
30g 3 – 4 (30g) 15g 2 cucchiai (60g) 2 cucchiai (70g) 1
L’
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) constata un forte au‑ mento del diabete mellito di tipo 2. Il motivo principale di questa evo‑ luzione è lo stile di vita nelle nazioni industrializzate dell’Occidente. Molte persone mangiano più di quanto occorra al loro organismo, so‑ no in sovrappeso o addirittura obese e svolgono troppo poca attività fisica. Circa il 25% degli interessati non sa di soffrire di diabete. In media la malattia si scopre dopo circa 9 anni. Spesso la diagnosi è posta solo quando si sono già manifesta‑ te delle complicazioni.
Un processo lento
Il diabete mellito di tipo 2 non nasce da un giorno all’altro e talvolta non causa alcun disturbo per degli anni. La malattia comincia con una cosiddetta resistenza all’insulina. L’insulina è un ormone che regola il bilancio dello zucchero nell’or‑ ganismo facendo in modo che le cellule assorbano dal sangue lo zucchero (glu‑ cosio) proveniente dall’alimentazione e lo elaborino. In caso di resistenza all’in‑ sulina però questo effetto è perturbato e le cellule assorbono meno glucosio. Per reazione, il pancreas produce dapprima una maggior quantità d’insulina. Mentre i tassi sanguigni dello zucchero (“valori glicemici”) restano normali, la concentra‑ zione dell’insulina nel sangue sale di molto, fino ad arrivare all’esaurimento del‑ le cellule che la producono. Finora non è stato chiarito in modo definitivo quali sono le cause della resistenza all’insulina. Oltre a fattori genetici, un sovrappeso
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patate puré di patate patate arrosto, crocchette di patate patatine fritte patatine Chips
fiocchi d’avena, farina, cornflakes, popcorn impasto per dolci, impasto con lievito, impasto per pizza pasta sfoglia marroni con guscio peso crudo: Bulgur, couscous, semola di mais, semolino cotto: Bulgur, couscous peso dopo cottura: polenta Farmer naturale
Frutta 10 g di carboidrati (circa Tipo
Mela Albicocche Ananas Banana Pera More Clementine Fragole Fichi freschi Pompelmo Mirtilli Lamponi Melone giallo con buccia Ribes rosso Ribes nero Cachi Carambole Ciliegie Kiwi Litchi Mandarini Mango Mirabelle Pesche noci Arancia Papaia Frutto della passione Pesca Prugne Mirtilli rossi Mele cotogne Rabarbaro Uva Cocomero
soprattutto nella zona addominale, la sedentarietà e un’alimentazione non equi‑ librata e con troppi grassi assumono un ruolo nella sua insorgenza. La resisten‑ za all’insulina si può ridurre notevolmente cambiando lo stile di vita. Importante è eliminare il sovrappeso, svolgere un’attività fisica regolare, curare un’alimenta‑ zione sana e rinunciare a fumare.
I primi sintomi
Se i valori glicemici sono cronicamente troppo alti si parla di diabete mellito di tipo 2. Ne sono sintomi tipici sete eccessiva e minzioni frequenti, perché l’orga‑ nismo cerca di eliminare con l’urina, attraverso i reni e la vescica, lo zucchero in eccesso. Vi si accompagnano stanchezza, prurito e difficile guarigione delle fe‑ rite. Le persone colpite sono più soggette alle infezioni, perdono peso, si sentono fiacche, ma spesso danno per scontato questo stato permanente e vanno dal medico solo quando il diabete ha già causato delle conseguenze. Un altro sinto‑ mo del diabete di tipo 2 possono essere dei disturbi della vista. Se la glicemia sale ulteriormente si verifica un’iperacidità dell’organismo. Gli ammalati hanno una respirazione forte e il loro respiro ha odore di frutta. In casi estremi il diabete può causare perdita della conoscenza e coma diabetico.
LA DIAGNOSI
Per constatare la presenza del diabete, come primo passo si determina la glice‑
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mia a digiuno. Se con due misurazioni il valore supera 7 mmol/l si tratta di un indizio di diabete. La diagnosi è considerata sicura se la glicemia dopo il pasto supera per due volte 11,1 mmol/l. Se ci sono dei dubbi in merito alla diagnosi il medico può effettuare una prova di carico con glucosio: il paziente beve un liqui‑ do molto zuccherato e con delle analisi del sangue, eseguite prima della prova e a intervalli regolari dopo l’assunzione del liquido, si accerta come l’organismo e‑ limina lo zucchero.
per bocca. In questo ambito ci sono differenti terapie, che in parte si possono an‑ che associare. In caso di insuccesso di tutti gli antidiabetici orali, anche i diabeti‑ ci di tipo 2 devono iniettarsi insulina. Il successo del trattamento del diabete di‑ pende da diversi fattori. Studiosi dell’Istituto di medicina di famiglia dell’Univer‑ sità di Zurigo hanno accertato che comunicazioni regolari del paziente al medi‑ co, un team d’assistenza multidisciplinare con una formazione adeguata e l’i‑ struzione dell’ammalato hanno l’effetto più durevole sulla glicemia a lungo ter‑ mine, sulla pressione arteriosa e anche sul tasso sanguigno del colesterolo. Per questo studio i ricercatori sono stati insigniti del Premio di ricerca sulla medicina di famiglia 2011, offerto ogni anno dalla Mepha.
Il trattamento Lebensmittelpyramide_i_mepha 21.10.11 10:46 Seite 1 Per molte persone la diagnosi di diabete costituisce anzitutto uno shock. Ma il diabete di tipo 2 è una malattia che non ci si deve semplicemente limitare a su‑ bire. Nel suo trattamento l’istruzione del paziente, l’attività fisica regolare, il pas‑ saggio ad un’alimentazione a contenuto ridotto di calorie e di zuccheri, la corre‑ zione del sovrappeso e la misura nel consumo di bevande alcooliche svolgono un ruolo importante. Questi adattamenti dello stile di vita possono permettere di ri‑ nunciare a una cura medicamentosa o per lo meno ritardarne l’inizio. Se dopo tre mesi non hanno un effetto sufficiente si somministrano dei farmaci antidiabetici
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Quindi, la giusta alimentazione dei diabetici comprende quanto segue: 1) Prodotti a base di cereali integrali, riso, mais, pasta, patate Piramide alimentare – raccomandazioni per un’alimentazione e bevande sani e piacevoli 2) Verdure e insalata 3) adulti. Frutta fresca per 4) Legumi © 2005 Schweizerische Gesellschaft für Ernährung SGE 5) Derivati magri del latte 6) Carne magra, tutte le specie di pesce fresco, cibi contenenti uova, tofu. Vivere novembre/dicembre 2011
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MEDICINA — Diabete
DIABETE E FESTE: DUE PAROLE INCONCILIABILI? Le feste natalizie sono ormai alle porte e nelle case si comincia a parlare di menù specifici per l’occasione. Purtroppo non tutti possono mangiare allo stesso modo, e un occhio particolare va dedicato ai diabetici. La redazione
L’apporto calorico
La dieta ideale per il diabete non è affatto complessa o restrittiva; l’apporto calorico giornalie‑ ro è uguale a quello di un soggetto sano, in rapporto a fattori come: • costituzione fisica, • sesso, • età, • statura • attività lavorativa. Avendo come obiettivo il raggiungimento ed il man‑ tenimento del peso corporeo ideale, se non vi è la
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necessità di ottenere rapidamente una sua diminu‑ zione, con una riduzione di circa 900 calorie al gior‑ no si può ottenere una perdita di peso di circa 3 kg al mese, che può essere ulteriormente incrementata praticando giornalmente una moderata attività fisica (passeggiare a piedi o pedalare in piano in bicicletta, portare a spasso il cane, non usare ascensori, recar‑ si a piedi al lavoro, …).
La ripartizione delle calorie fra gli alimenti
Quotidianamente bisogna valutare attentamente l’assunzione degli zuccheri semplici ad assorbimento rapido (glucosio e saccarosio), dando la preferenza a quelli complessi ad assorbimento lento (amido): • carboidrati (50-55% della quota giornaliera complessiva di calorie) — Almeno l’80% deve essere costituito da amido ed il restante da zuc‑ cheri non insulinodipendenti e fibre. • Fibre — Devono essere assunte in quantità ele‑ vate, soprattutto quelle idrosolubili, che sono in grado di rallentare l’assorbimento intestinale dei carboidrati e del colesterolo. • Proteine (15%-20%) — Almeno 1/3 devono es‑ sere di origine animale e quindi ricche di ammi‑ noacidi essenziali.
• Grassi (25%-30%) — Possibilmente di origine vegetale, ad alto contenuto di acidi grassi polin‑ saturi, utili nella prevenzione delle malattie car‑ diovascolari. Anche l’apporto di vitamine e sali minerali deve essere adeguato.
Gli equivalenti
Con il termine di “equivalente” si intende quell’a‑ limento che può essere sostituito da altri dello stesso gruppo o di uno diverso che abbiano comunque un contenuto simile di nutrienti. Questo principio permette al diabetico di pianificare i pasti a seconda dei propri gusti. Di seguito verrà illustrato un esempio dei tanti mo‑ di per scambiare gli alimenti mantenendo inalterato l’apporto calorico e cioè raggruppandoli in base al loro contenuto di zuccheri: • Equivalente latte = 10 g di carboidrati 200 ml di latte magro, 1 vasetto di yogurt natu‑ rale • Equivalente frutta = 10 g di carboidrati 100 g di pera, 130 g di pesca, 80 g di uva • Equivalente pane (per cereali e legumi) = 25 g di carboidrati 50 g di pane bianco, 100 g di spaghetti cotti, 70 g di pizza.
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n’alimentazione ben bilanciata costituisce la cura essenziale del diabete: in‑ fatti, una dieta controllata e sana serve soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, mediante un corretto apporto di tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo. Al contrario, un’alimentazio‑ ne eccessiva rispetto alle proprie reali necessità au‑ menta il fabbisogno d’insulina, costringendo il pan‑ creas ad un’intensa attività allo scopo di produrne a sufficienza per fronteggiare tale richiesta. In questi casi, quindi, raggiungere e mantenere il peso idea‑ le con una dieta appropriata è spesso sufficiente per ottenere un buon controllo del diabete stesso.
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MEDICINA — Diabete
LE ABBUFFATE: CONSIGLI PRATICI “Abbuffarsi” in occasione di festività e ricorrenze è sempre un errore, tanto più per il diabetico. Purtroppo è consuetudine cambiare drasticamente abitudini nel periodo natalizio: invece, è pos‑ sibile festeggiare senza rischi seguendo alcune facili regole di buon senso: • limitare i pasti tradizionali solo alle occasioni veramente importanti; • per i giorni “non di festa”, meglio ritornare alla propria alimentazione abituale, evitando di fini‑ re il pasto con i dolci avanzati, o utilizzandoli a colazione; • non esagerare, assaggiando un po’ di tutto in piccole porzioni e fermandosi quando si è sazi; • non abusare mai di bevande alcoliche, per il loro potenziale effetto di mascherare i sintomi dell’ipoglicemia ed al contempo bloccare la risposta dell’organismo all’ipoglicemia stessa; • non utilizzare la frutta secca come “passatempo” durante la tombola del pomeriggio o il dopo‑ cena; • aumentare del 20% circa la dose di “insulina pronta” che va iniettata prima del pasto o, se tale insulina non è prevista dal normale schema terapeutico per quella determinata ora, iniettare un supplemento di 4-6 unità di insulina pronta in tale occasione; • in caso di terapia con ipoglicemizzanti orali, aumentare la dose di mezza compressa; • in previsione di una cena particolarmente ricca, consumare un pasto più leggero, riducendo ovviamente le dosi di insulina o di ipoglicemizzanti orali. Altre equivalenze sono: • 20 g di burro (= 1 cucchiaio da minestra) = 25 g di riso; • 4 g di cacao amaro in polvere (= 1 cucchiaio da caffè) = 8 g di zucchero; • 1 fetta biscottata = 2 cracker • 40 ml di caffè = 125 ml di tè o 250 ml di caffelatte • 75 ml di aperitivo = 150 ml di vino o 180 ml di spumante
GLI ALIMENTI E I PASTI
Fondamentale per la dieta del diabetico è la sua cura, basata su un’accurata scelta degli alimen‑ ti e un giusto equilibrio fra i pasti. Per prevenire puntate iperglicemiche postprandia‑ li e le ipoglicemie, chi soffre di diabete deve consu‑ mare 3 pasti principali (colazione, pranzo e ce‑ na), intercalati da 3 merende (a metà mattina, a metà pomeriggio e prima di andare a letto). In questo modo viene garantito un costante apporto di glucidi sull’arco della giornata.
Le merende
Sono dei piccoli spuntini che: • evitano ipoglicemie; • riducono la fame, per rendere meno abbondanti i pasti principali. L’alimento ideale è sicuramente lo yogurt, naturale o alla frutta, che possiede, fra l’altro, importanti pro‑ prietà farmacologiche (antibatteriche, antitumorali, antinfettive e metaboliche). La quantità di carboidrati da assumere con ogni merenda è compresa fra 10 e 30 g.
CUCINARE I metodi di cottura
I metodi di cottura degli alimenti consigliati sono: • ai ferri,
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• alla griglia, • in forno, • a vapore, • a bagnomaria, • al cartoccio. Per i fritti bisognerebbe utilizzare l’olio d’oliva oppure di semi, non superando mai, durante l’u‑ tilizzo, i 180 °C: inoltre, l’olio non deve diventare scuro e non si deve formare del fumo. Rischi ana‑ loghi esistono anche con le margarine quando ven‑ gono scaldate oltre i 100°C. Infine, i legumi e le verdure vanno cotti in pochissima acqua ed a recipiente chiuso, per non disper‑ derne il patrimonio vitaminico e minerale.
I condimenti
Preferire i grassi di origine vegetale (olio di oliva o di semi), limitando quindi il consumo di quelli ani‑ mali (burro, lardo, pancetta, …) e dei grassi cotti in generale. Non è necessaria una particolare limitazione del sale, se non in presenza di ipertensione, nefropatie croniche o altre controindicazioni. Eccetto che nei casi di ipertiroidismo, è meglio utilizzare quello con aggiunta di iodio — sull’etichetta potrebbe trovarsi la menzione “iodato” o “iodurato” —, che viene ven‑ duto anche nella sua varietà iposodica. Si possono utilizzare liberamente tutte le spezie (pepe, paprica, peperoncino, senape, noce moscata, cannella, zafferano, zenzero, semi di finocchio, timo, maggiorana, salvia, rosmarino, basilico, alloro, men‑ ta, ...), come pure succo di limone, aceto, estratti di carni, estratti/dadi per brodo.
I dolcificanti
Il saccarosio, ovvero il comune zucchero da ta‑ vola, va abitualmente evitato. Lo si può sostitui‑ re con altri edulcoranti naturali, quali il fruttosio, o artificiali, come saccarina, ciclamato, asparta‑ me o acesulfame, che hanno un potere dolcifican‑
te maggiore rispetto a quello del saccarosio, ma non possiedono alcun valore energetico e quindi non ap‑ portano calorie. Sono largamente impiegati come dolcificanti per diabetici e nelle diete ipocaloriche, ma non vanno comunque consumati in quantità ec‑ cessive. I prodotti dietetici “per diabetici” non possono essere consumati liberamente, in quanto forniscono sempre calorie, che dovranno ovviamente essere incluse nel loro computo totale consumato giornal‑ mente.
menù: COSA BERE E MANGIARE? Aperitivi
• Succhi di pomodoro o spremute di frutta fresca e senza zucchero. • Evitare: bibite del commercio e i cosiddetti “amari”.
Gli antipasti
• A base di pesce, meglio se crudo • Prosciutto magro o altri affettati (2-3 fette) • Qualche tartina o cracker farcito (3-4) • Cocktail di pesci o carni • Olive e sottaceti • Crudités • Verdure sottolio ma senza esagerare • Limitare al minimo i fritti • Evitare: salumi troppo grassi, sfogliatine, tor‑ tine al formaggio, gipfel al prosciutto, salse molto elaborate e la maionese.
I primi
I diabetici non devono necessariamente rinunciare alla pasta: infatti, questo alimento è costituito da carboidrati complessi, cioè a lento as‑ sorbimento. • 1 piatto di pasta asciutta o di riso (50 g circa = 1 fondina piena fino al bordo dell’incavo), condito con pomodoro o carne. • Cappelletti o tortellini (15 circa). • Ravioli (12) asciutti o in brodo. • Evitare: tutte le minestre molto elaborate. Per quanto riguarda il sugo, è importante che sia leggero, senza panna e grassi animali. Per questo motivo, una persona che soffre di diabete può an‑ che mangiare degli gnocchi di patate, comunque sempre controllando il condimento.
I secondi
• Tutte le qualità di carne (prefiribilmente bianca)/ pesce cotte al forno, alla griglia, ai ferri, alla pia‑ stra e senza eccessivi grassi. • Evitare: carni/pesci molto grassi, fritti, stufa‑ ti, brasati, carni impanate o con molto sugo. Va benissimo anche la classica chinoise: evitare però le salse a base di maionese, preferendo come base il formaggio fresco. Invece delle patatine fritte, servire ad esempio del riso selvaggio. E perché non servire un prosciutto o un filetto di maiale in crosta di pane? La pasta contiene già dei glucidi e quindi bisogna semplicemente accompa‑ gnarlo con dell’insalata e dei legumi.
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MEDICINA — Diabete
MANGIARE FUORI? COME FARE? Il piacere e la necessità di mangiare fuori casa con amici e colleghi non devono esse‑ sere frenati dal diabete. Il diabetico può seguire una dieta alimentare perfettamente normale adottando dei semplici accorgimenti che gli evitano le complicazioni deri‑ vanti dall’ipoglicemia o dall’iperglicemia prolungate. Basta scegliere cibi che siano compatibili con la dieta prescritta e stimare, con una certa precisione, la quantità di quello che viene servito soprattutto, ma non solo, per quanto riguarda l’ammontare della quota di carboidrati contenuta nell’alimento che si è scelto di mangiare. Que‑ sto perché, come è facile comprendere, quantità di carboidrati diverse da quelle che si è solitamente abituati ad assumere in un determinato pasto alterano l’abitua‑ le andamento della glicemia dopo quel pasto e quindi rendono necessario un ag‑ giustamento della terapia ipoglicemizzante. Come fare se si viene invitati ad una cena in pizzeria fra colleghi per festeggiare Ca‑ podanno? La pizza è un alimento costituito in prevalenza da amido — una media ne può contenere fino a 100 g — e in minore percentuale da proteine e grassi. Dopo a‑ verne mangiata una, la glicemia tenderà inevitabilmente ad innalzarsi in tempi relati‑ vamente rapidi. Perciò è necessario che prima si abbia l’avvertenza di ordinare un buon piatto di verdura cruda, in modo da introdurre una certa quantità di fibre che, per il loro effetto di rallentare l’assorbimento dei carboidrati, potranno ridurre il pic‑ co glicemico dopo il pasto. • Evitare: legumi o patate, oppure consumarli in sostituzione del pane.
I dolci
• Macedonia di frutta fresca senza zucchero. • Se si è rinunciato ai carboidrati in precedenza, ci si può godere una pallina di gelato. Preferire i gusti a base di latte o alla crema, evitando i sor‑ betti, che sono come degli sciroppi zuccherati ghiacciati e fanno aumentare rapidamente il tas‑ so glicemico. • Come detto prima ci sono in vendita prodotti spe‑ cifici per diabetici, privi di glucosio. Questo vale anche per torroni, panettoni e pandori. In ogni caso, si raccomanda moderazione soprat‑ tutto nei cosiddetti “dolci per diabetici” (ciocco‑ lata, biscotti, marmellata, ecc.) che, pur conte‑ nendo generalmente una quantità di glucidi infe‑ riore a quella dei prodotti “normali”, apportano comunque calorie in misura elevata. • Evitare: frutta secca/sciroppata e la macedo‑ nia in scatola.
Le bevande
• Acqua. • Vino rosso, bianco o rosato secco (<2% di gluco‑ sio) e non superando la quantità di circa 1/2 litro al giorno. • Spremute di frutta fresca senza zucchero. • Evitare: bibite del commercio e la birra, que‑ st’ultima se non specificatamente prevista dalla propria dieta. L’acqua è indispensabile e non va limitata, come erroneamente si crede. Essa non apporta calorie, mentre le altre bevande — fatta eccezione per tisane, tè e caffè non zuccherati — apportano ca‑ lorie sia sotto forma di zuccheri (succhi di frutta, bibite di vario tipo, ecc.) che sotto forma di alcol (vino, birra, aperitivi, superalcolici, ecc.). Per le bevande alcoliche è consentito, salvo spe‑ cifiche controindicazioni, il consumo come indicato
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durante i pasti. La birra, che contiene più del 2 % di zuccheri, costi‑ tuisce un altro apporto energetico, per cui, qualora se ne faccia uso abituale, è necessario includerla nel computo totale delle calorie concesse. I superalcolici (ad esempio whisky, cognac, gin, vodka e grappa) possono essere gustati solo occa‑ sionalmente, sempre a stomaco pieno e mai lontano dai pasti, in quanto possono determinare facilmente una condizione di ipoglicemia, inibendo i meccani‑ smi di liberazione del glucosio dal fegato durante il digiuno. Infine andrebbero eliminate tutte le bevande dolcificate, i cosiddetti “amari” e gli aperitivi, che i‑ nevitabilmente contengono zucchero, anche se in misura variabile.
…E IN VACANZA?
Chiedete al vostro diabetologo un certificato, pos‑ sibilmente redatto anche in lingua inglese se andate all’estero, attestante lo stato diabetico, la terapia i‑ poglicemizzante praticata ed eventuali altre terapie concomitanti. È anche utile farsi prescrivere dei far‑ maci per eventuali emergenze (antibiotici, disinfet‑ tanti intestinali, antidiarroici, glucagone per le crisi i‑ poglicemiche). La dieta va seguita anche in vacanza, scegliendo cibi compatibili con l’alimentazione prescritta e cer‑ cando di stimare, ad occhio e croce, le quantità ser‑ vite. Evitare di fare un pasto unico e abbondante, ma mantenere le proprie abitudini, per non dover mo‑ dificare gli orari e le dosi dell’insulina o degli antidia‑ betici orali.
L’IMPORTANZA DELL’ATTIVITÀ FISICA
Indipendentemente dall’essere diabetici oppure no, una regolare e moderata attività fisica consente di mantenere sano l’organismo. Oltre a scongiurare il rischio di numerosi disturbi, è particolarmente utile per coloro che soffrono di diabete perché:
• induce modifiche positive del metabolismo, del sistema cardiocircolatorio, delle funzioni ormonali e del sistema nervoso; • contribuisce a mantenere bassi i valori della glicemia — Determina un miglior utilizzo del glucosio e abbassa i livelli dei grassi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue. Che si tratti delle settimane dell’Avvento o delle fe‑ ste natalizie, per mantenere il bilancio energetico equilibrato basta camminare quotidianamente per 30 minuti. Non esiste la scusa del cattivo tem‑ po, ma solo un cattivo abbigliamento. Inoltre, pro‑ prio grazie alle vacanze, si ha maggiormente l’op‑ portunità di poter camminare immersi nella natura, specialmente in montagna. Se proprio non si riesce a mettere il naso fuori dalla porta, bisognerebbe op‑ tare per la cyclette davanti alla televisione o usci‑ re a ballare. Uno dei consigli pratici più semplici da seguire per il diabetico è quello di inserire l’attività fisica all’interno della routine della giornata, svolgendola al‑ le ore più idonee in relazione ai pasti e alla sommini‑ strazione insulinica o quando è più opportuno ridur‑ re la glicemia. L’attività fisica contribuisce: • all’abbassamento del tasso glicemico; • ad aumentare il benessere generale dell’indi‑ viduo; • ad aiutare nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per cominciare, non bisogna correre subito 10 km! Anzi, proprio al contrario, non occorre strafare: co‑ minciando, ad esempio, a camminare di più e a pre‑ ferire le scale all’ascensore fino al terzo piano, au‑ mentando di un piano ogni settimana, fino a com‑ piere l’intera salita a piedi. L’allenamento è molto importante perché favorisce l’adattamento progressivo allo sforzo da parte del sistema circolatorio, del metabolismo e dell’apparato muscolare. È consigliabile iniziare con 15 minuti di camminata al giorno, aggiungendo 5 minuti per volta, fino a rag‑ giungere l’ora. Quando si è in grado di camminare per questo tempo senza sentirsi stanchi si può pro‑ vare ad aumentare il ritmo del passo, che deve esse‑ re comunque sempre regolare, senza strappi o ac‑ celerazioni, accompagnato da una respirazione pro‑ fonda e regolare. Ideale sarebbe allenarsi in un par‑ co, in un bosco o in una zona alberata.
Il battito cardiaco
Un buon metodo di controllo del proprio corpo è la verifica del battito cardiaco, che si può effet‑ tuare ponendo un dito sul polso o sul lato della tra‑ chea, in corrispondenza della carotide. Durante la sessione di allenamento, le pulsazioni non devono mai superare: • 140 battiti al minuto (bpm) negli under 30; • 130 bpm fra 30 e 50 anni; • 120 bpm per gli over 50. Oltre questi livelli bisogna ridurre lo sforzo e, se la frequenza non scende, è necessario fermarsi e ripo‑ sare. Se dall’attività fisica si volesse passare allo sport vero e proprio, dovete consultarvi col vostro medico, che valuterà quale sport è più idoneo al vostro caso e quali precauzioni saranno necessa‑ rie.
Pubblivivere: Gli innovativi glucometri BGStar® e iBGStar® — MEDICINA
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DIABETE E COMUNICAZIONE MOBILE:
Più libertà, comfort e flessibilità! I nuovi glucometri BGStar® e iBGStar® di Sanofi sono la soluzione ideale per le persone diabetiche con uno stile di vita attivo. Una tecnologia di misurazione innovativa, un’interfaccia utente intuitiva e strumenti di comunicazione moderni, permettono ora ai pazienti di controllare, sempre e ovunque, l’andamento della glicemia, con benefici quali una maggiore sicurezza nelle decisioni terapeutiche e una maggiore autono‑ mia nella vita quotidiana. Anche lo scambio di dati con il proprio medico, di facile esecuzione, contribuisce a migliorare l’autogestione del diabete. cazione permette anche di inoltrare comodamente i dati via e-mail al medico curante o all’infermiere di diabetologia. L’invio elettronico dei valori visualizzati consente a bambini e ragazzi di mettersi in contatto con i genitori praticamente in tempo reale e definire i passi da intraprendere successivamente.
BGStar®: conferme, funzioni di allarme e analisi di tendenza immediatamente visualizzabili sul display
Simile nel design a un telefono cellulare, il glucometro BGStar® dispone di diver‑ se funzioni di feedback, quali segnali di avvertimento del rischio di ipoglicemia o iperglicemia, conferme positive e allarmi di promemoria programmabili. Delle faccine (smiley) indicano se il valore misurato rientra nell’intervallo di tolleranza. Con la funzione di commento, oltre all’indicazione dell’orario dei pasti, si posso‑ no aggiungere annotazioni personali ai singoli valori. L’ampio display retroillu‑ minato e i comodi tasti permettono di visualizzare e gestire i dati in maniera fa‑ cile e chiara, il che è particolarmente importante anche nel colloquio con il me‑ dico. Il software che accompagna BGStar® permette di accedere rapidamente a informazioni chiave in forma grafica, personalizzate dall’utente, come i valori medi pre- e postprandiali e le medie registrate nell’arco di 14, 30 e 90 giorni. Anche BGStar®, come iBGStar®, misura la glicemia velocemente, ovvero entro 6 secondi, e può immagazzinare fino a 1.865 misurazioni.
Gestione semplificata del diabete: ora mediante la hotline telefonica Diabetes-care
È
sufficiente inserire le strisce reattive e avviare la misurazione per co‑ noscere, oltre al valore attuale della glicemia, anche una panoramica dei propri valori sulla base di “outlier” evidenziati visivamente, analisi di tendenza significative, diverse statistiche e molto altro ancora. Gra‑ zie a una combinazione di fattori quali una tecnologia di misurazione ultrapreci‑ sa, strumenti di comunicazione moderna e interfacce utente dall’utilizzo intuiti‑ vo, BGStar® e iBGStar®, i nuovi glucometri di Sanofi, sono i compagni ideali per le persone diabetiche con uno stile di vita dinamico e attivo. Da decenni al servizio dei pazienti diabetici con penne e prodotti a base di insu‑ lina, Sanofi ha ascoltato con attenzione le loro esigenze e ha messo a punto due glucometri che, con un comfort di utilizzo, una flessibilità funzionale e una pre‑ cisione più elevata, offrono loro le due caratteristiche più ricercate: autonomia e sicurezza. A scuola, sul posto di lavoro, in viaggio o nel tempo libero.
iBGStar® e App versatili fanno dell’iPhone® il sistema ideale per il monitoraggio della glicemia
Con il suo design elegante e ultracompatto, iBGStar® è il primo glucometro che si collega senza fili a un iPhone o a un iPod Touch. L’apposita applicazione iBGStar® Diabetes Manager, disponibile gratuitamente nell’App Store di Apple, permette ai pazienti diabetici di analizzare con facilità i valori della glicemia tra‑ smessi e archiviati automaticamente nell’iPhone, di gestirli o corredarli con im‑ portanti informazioni aggiuntive, riguardanti ad esempio l’apporto glucidico o la dose di insulina, o con annotazioni circa particolari attività fisiche. Questa appli‑
Grazie a BGStar® e iBGStar® l’autogestione della glicemia diventa più discreta, facile e comoda e si integra meglio nella vita quotidiana. In più, l’elevata preci‑ sione e la facilità di analisi semplificano la gestione del diabete per tutti perché, se le misurazioni sono precise e regolari, sia i pazienti che i loro familiari, ma anche l’infermiere di diabetologia o il medico possono prendere decisioni tera‑ peutiche più fondate. E un buon autocontrollo della glicemia è decisivo per i pa‑ zienti, sia in termini di qualità di vita che di mantenimento della salute. Sanofi ha recentemente ampliato la propria offerta di servizi per il diabete con una hotline di consulenza gratuita per la Svizzera, alla quale pazienti e fami‑ liari possono rivolgersi per domande inerenti la misurazione della glicemia. La Diabetes-care line, contattabile gratuitamente al numero telefonico 0800 87 0800, è attiva 7 giorni su 7 (risposta entro 24 ore).
iPhone e iPod touch sono marchi registrati di Apple Inc. negli USA e in altri paesi. Dynamic Electrochemistry è un marchio registrato di AgaMatrix Inc. negli USA e in altri paesi.
MORE INFOS WWW.Bgstar.ch Il sito di BGStar® e iBGStar®
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MEDICINA — Pubblivivere: Informazione Unione Farmaceutica
AL VOSTRO SERVIZIO
DA 80 ANNI!
Un nuovo traguardo per Unione Farmaceutica Distribuzione SA. Mattia Keller, Direttore
L
e origini dell’azienda risalgono al 1931, quando un gruppo di farmacisti ticinesi lun‑ gimiranti fondò una centrale d’acquisto e la chiamò Unione Farmaceutica. Allora i me‑ dicamenti in commercio erano pochi, l’isolamento geografico rispetto ai centri di produzione e la di‑ pendenza dai grossisti d’oltre Gottardo provocavano grandi difficoltà nella gestione delle farmacie ticine‑ si: era infatti già intervenuta quella trasformazione irreversibile dell’attività del farmacista costituita dal progressivo abbandono delle preparazioni eseguite nel proprio laboratorio, sostituite da quelle prodotte su scala industriale. Nel 1965 venne dato inizio ai lavori di costruzione della nuova sede a Barbengo, per poter disporre di u‑ na struttura adeguata alle nuove esigenze logistiche
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e amministrative: la nuova struttura fu inaugurata nel 1970 e venne accompagnata dall’introduzione del primo elaboratore per la gestione degli ordini della clientela. Nel 1992 vennero introdotti i primi sistemi di auto‑ mazione del magazzino e della gestione delle scorte. Due anni dopo fu introdotto il primo software specia‑ lizzato per la gestione delle ordinazioni delle farma‑ cie, all’interno delle quali erano stati installati dei ter‑ minali dedicati a questo scopo. Ciò permise di infor‑ matizzare la gestione delle farmacie e delle banche dati, a tutto vantaggio della qualità offerta al pazien‑ te. Oggi Unione Farmaceutica Distribuzione SA (UFD) — che conta un centinaio di dipendenti — è u‑ na realtà ticinese, moderna e dinamica, certificata secondo i più elevati standard di qualità ISO 9001: 2008. Come grossista farmaceutico completo e membro della società mantello Pharmalog è in gra‑ do di offrire una gamma completa di prodotti, ga‑ rantisce l’accesso semplice e veloce a uno stock di 20’000 articoli farmaceutici ed affini e, entro 24 ore, a ulteriori 40’000 grazie al collegamento informati‑ co completamente automatico tra il magazzino e le strutture dei partner d’oltre Gottardo. La rete logisti‑ ca di UFD permette di fornire un servizio di distribu‑ zione capillare ed efficace sull’intero territorio can‑ tonale e del Moesano, dove si effettuano consegne più volte al giorno e dove si ritirano gratuitamente i
medicamenti scaduti delle economie domestiche ti‑ cinesi. Grazie alle strutture basate a Barbengo-Lugano, UFD offre servizi di alta qualità con un assortimento completo e si differenzia chiaramente dalla concor‑ renza a vantaggio dei clienti ticinesi e, in ultima ana‑ lisi, del paziente. La qualità in cifre • numero dipendenti: 96 • chilometri percorsi in un anno: circa 585’000 • flotta veicoli adibiti alle forniture: 16 furgoni, età media 3 anni, tutti muniti di filtro antiparticolato • numero di articoli disponibili a Barbengo: circa 20’000 • numero di confezioni consegnate in un anno: circa 5’462’000 (previsione 2011)
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ALIMENTAZIONE — Diete lampo
DIETE LAMPO: PER GODERSI NATALE E CAPODANNO! Il freddo è arrivato e Giulia è più pigra del solito e ha voglia di coccolarsi con “cose buone”, sinonimo di cibi ricchi di grassi e zuccheri. Ultimamente, poi, si è lasciata un po’ andare, ha messo su qualche chilo e, sconsolata, sta già pensando alle imminenti Feste Natalizie, quando dovrà fare i conti con la bilancia. Ti senti come Giulia? Allora preparati per i festeggiamenti con due diete lampo. Da metà dicembre ai primi di gennaio anche la buongustaia più esigente non ha di che lamentarsi. La redazione
A DIETA PRIMA DI NATALE: PER GIOCARE IN ANTICIPO
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e luci scintillanti delle decorazioni natalizie fanno brillare gli occhi di Giulia. Mentre sol‑ leva il bicchiere per l’ennesimo brindisi del‑ la serata, è molto orgogliosa di poter sfog‑ giare il suo ultimo vestito elegante, tutto spacchi e scollature, perfetto per l’occasione. Per finire, Giulia ha deciso di godersela fino in fondo, di non farsi rovinare la festa da un abito stretto o da un brufolo sulla punta del naso. Per questo ha adot‑ tato la prima dieta lampo, per prepararsi alle Fe‑ ste ed arrivarci in perfetta forma, senza, tuttavia, doversi mortificare con settimane di penitenza a base di minestrine e foglie d’insalata scondite. Giulia si è comunque lasciata trascinare dalla bal‑ doria, ma sempre con un pizzico di furbizia: tra una folle serata e l’altra, ha concesso al suo fisico un breve periodo di “ristrutturazione” pre-Capodan‑ no (la seconda dieta), per mantenere una forma perfetta, ma anche per sentirsi piena di energie. I festeggiamenti fanno sì bene allo spirito, ma troppo spesso sono “pericolosi” per la linea e l’organismo, che ne risente soffrendo piccoli disturbi come acidi‑ tà di stomaco, mal di testa o quei famosi problemini intestinali tipici del periodo natalizio. A Natale i pa‑ sti si fanno sempre più elaborati, in un crescendo di piatti tipici e sapori regionali che ha il suo culmine con il pranzo di Natale e il cenone di S. Silvestro. Se una cena dicembrina “pesa”, alcolici compresi,
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Passo numero 1: è necessario preparare l’organi‑ smo per affrontare le feste in piena forma. All’inizio di dicembre, bisogna quindi puntare su un regime che “pulisce” il sangue e rinforza le difese intestinali. Carne, condimenti e alcol in abbondanza: ecco che cos’è generalmente in sintesi una cena natalizia. Per contrastare questo pasto supercalorico, prima dei festeggiamenti potete, ad esempio, seguire que‑ sta dieta, che vieta carne, uova e cibi grassi. Inutile dire che anche gli alcolici sono un tabù. In compen‑ so, si farà il pieno di proteine attraverso legumi e pesce, quest’ultimo ricco anche di omega-3, prezio‑ sissimi per cuore e arterie. Dopo sette giorni di dieta, trigliceridi e colesterolo saranno ai loro minimi storici e, di conseguenza, il sangue sarà pulito. Anche la pelle ci guadagnerà, apparendo più tonica e luminosa, pronta a splende‑ re sotto l’albero. Passo numero 2: trasformare l’intestino in un oro‑ logio svizzero, mangiando tante verdure e insalate, ricche di acqua e fibre. Se poi si aggiunge un pizzico di movimento tutti i giorni, ecco che alla fine sarete pronti a digerire an‑ che i sassi. Il tutto perdendo circa due chili, così che potrete riprenderli, senza sensi di colpa, durante le‑ feste.
Colazione
1 tè verde con 2 fette biscottate con marmellata [121 cal]
Spuntini
• Mattutino —1 kiwi [88 cal] • Pomeridiano — 1 pera [70 cal]
Condimenti (valide anche per la seconda dieta) • 4 cucchiaini di olio d’oliva [180 cal]
• 2 cucchiaini di parmigiano [39 cal]
Giorno 1
• Pranzo ––Riso bollito (60 g) con zucchine (200 g) salta‑ te in padella [224 cal] ––Insalata (150 g) mista di radicchio, rucola, se‑ dano e finocchi [35 cal] • Cena ––Crema di porri (200 g) e patate (200 g) [228 cal] ––Sogliola (150 g) alla griglia [125 cal] ––Uva (150 g) [92 cal]
Giorno 2
• Pranzo ––Penne (60 g) con broccoli (150 g) e cipolla (20 g) [258 cal] ––Insalata di spinaci (200 g) con carote (100 g) e ceci in scatola (50 g) [146 cal] • Cena ––Merluzzo (150 g) al forno con pomodori (150 g) [132 cal] ––Bietole (200 g) saltate in padella [34 cal] ––1 caco [143 cal]
Giorno 3
• Pranzo ––Lenticchie in scatola (70 g) con dadolata di pomodori, cipollotto e sedano a dadi (250 g) [291 cal] ––Cavolfiore lesso (200 g) con aceto [50 cal] • Cena ––Minestra di riso (70 g) con un po’ di prezzemo‑ lo e un cucchiaino di dado liofilizzato [244 cal] ––Carciofi (250 g) in insalata accompagnati da un’arancia affettata [106 cal]
Giorno 4
• Pranzo ––Orecchiette (60 g) con catalogna [242 cal] ––Puntarelle (150 g) con 2 filetti d’acciuga e una spruzzata di prezzemolo [40 cal] ––Cavolfiore lesso (200 g) con aceto [50 cal] • Cena ––Cuscus (60 g) con tonno in scatola al naturale
© loriklaszlo / shutterstock
sulle 2’000 calorie, a Natale se ne consumano più di 3’000 e 2’500 per l’ultimo dell’anno. Senza contare torrone e dolcetti spizzicati durante i pomeriggi freddi. Ecco perché è fondamentale inter‑ rompere il “calendario” delle mangiate natalizie con la seconda dieta.
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(100 g), sedano (50 g) e ceci in scatola (50 g) [377 cal] ––1 mandarino [58 cal]
Giorno 5
• Pranzo ––Insalata di fagiolini bolliti (200 g) e 1 cipollotto [40 cal] ––1 pera con scaglie di grana (40 g) [210 cal] • Cena ––Crema di carote (200 g) e patate (200 g) [280 cal] ––Trancio di pesce spada (200 g) ai ferri [162 cal] ––Finocchi (200 g) in insalata [18 cal]
Giorno 6
• Pranzo ––Spaghetti (60 g) con melanzane (100 g) e qual‑ che fogliolina di menta [230 cal] ––Insalata verde (150 g) impreziosita da cimette di broccoli (100 g) [55 cal] • Cena ––Mix alla griglia (300 g) di radicchio, indivia e melanzane [60 cal] ––Carpaccio di tonno (150 g) al limone [239 cal] ––Uva (200 g) [123 cal]
Giorno 7
• Pranzo ––Pesce persico alle erbe con verdure al vapore [199 cal] ––Insalata verde mista (150 g) e pomodori (200 g) [69 cal] ––Ananas fresco a discrezione. • Cena ––Minestrone di verdure (200 g) arricchito con del riso (40 g) [235 cal] ––1 banana [117 cal]
LA DIETA TRA NATALE E CAPODANNO
Siete sopravvissuti ai bagordi natalizi e desiderate smaltire la fetta di panettone di troppo? Vi proponia‑ dieta di 3 giorni per poi godersiPagina il cenone di 1 2x65_shmo una 17.5.2005 12:54 fine anno… Dopo numerosi giorni di orari sballati, aperitivi e ce‑ ne pesanti, i ritmi biologici spesso vanno in tilt. Si dorme quindi male, si digerisce peggio e di giorno possono comparire mal di testa, stanchezza e un senso di pesantezza. Ma non bisogna allarmarsi:
––2 cuori di carciofo (240 g) affettati con sedano (100 g), spicchi di mandarino (80 g) e un cuc‑ chiaino d’olio [175 cal] • Spuntino pomeridiano ––1 mela [57 cal] • Cena ––Aperitivo — Centrifugato di lattuga (100 g), pomodoro (100 g) e cetriolo (50 g) [43 cal] ––Orata (200 g) al forno con un cucchiaino d’o‑ lio e 1 limone a spicchi [226 cal] ––Insalata di fagiolini al vapore (200 g) e cipol‑ la (50 g), insaporita con un cucchiaino d’olio [94 cal] ––Spuntino — 1 yogurt light (125 ml) [45 cal]
l’organismo ha solo bisogno di armonia. Imponen‑ dogli degli orari ferrei per 3 giorni, anche i cicli ormo‑ nali torneranno in sesto. Anche lo stomaco chiede pietà: aiutiamolo suddividendo le calorie consumate in una giornata in tanti piccoli pasti, ciascuno com‑ posto da pochi ingredienti diversi. La seconda dieta proposta è dissociata, cioè carbo‑ idrati e proteine sono mangiati separatamente, ma saziante, perché i cereali integrali danno energia per tutto il pomeriggio. Ogni giorno sono concessi 1 frul‑ lato e 1 centrifugato dall’azione disintossicante o drenante, e 1 yogurt che aiuta a ripristinare la flo‑ ra batterica intestinale. Infine vale, come sempre, il consiglio di bere molta acqua.
Giorno 1
• Colazione ––1 yogurt scremato (125 ml) con müsli (25 g) [136 cal] • Spuntino mattutino ––Frullato di ananas (100 g), kiwi (100 g), mirtil‑ li (50 g) e un goccio d’acqua a piacere. Dolcifi‑ carlo con un cucchiaino di zucchero di canna [117 cal] • Pranzo ––Penne integrali (70 g) con pomodoro (50 g), un cucchiaino di olio e uno di grana [426 cal] ––Insalata verde (150 g) con 1/2 mela, 3 noci e aceto balsamico [91 cal] • Spuntino pomeridiano ––1 pera [53 cal] • Cena ––Aperitivo — Centrifugato di pomodoro (100 g), sedano (100 g) e succo di limone [46 cal] ––Fesa di tacchino (150 g) ai ferri con trevisana (150 g) e melanzane (150 g) [208 cal] ––Insalata di carote (150 g) e cannellini (100 g) con un cucchiaino d’olio [174 cal] ––Spuntino — 1 yogurt light (125 ml) [45 cal]
Giorno 3
Giorno 2
• Colazione ––1 tè verde e 2 fette biscottate integrali spal‑ mate con un cucchiaino di miele [131 cal] • Spuntino mattutino ––Frullato di fichi freschi (50 g), banana (100 g) e latte parzialmente scremato (50 ml) [112 cal] • Pranzo ––Spaghetti integrali (70 g) ai carciofi (150 g) con polpa di pomodoro (50 g) e un cucchiaino d’o‑ lio [334 cal] ––Finocchi (200 g) in insalata con uva (120 g) e aceto balsamico [92 cal] • Spuntino pomeridiano ––1 caco [143 cal] • Cena ––Aperitivo — Centrifugato di lattuga (100 g), pomodoro (100 g) e cetriolo (50 g) [43 cal] ––Centrifugato di zucchina (100 g), pomodoro (100 g) e succo di limone (50 g) [35 cal] ––Petto di pollo arrosto senza pelle (150 g) con carote (150 g) saltate in padella con un cuc‑ chiaino d’olio [407 cal] ––Spuntino — 1 yogurt light (125 ml) [45 cal]
• Colazione ––1 caffè d’orzo accompagnato da 6 biscotti in‑ tegrali (30 g) [128 cal] • Spuntino mattutino ––Frullato di mirtilli (100 g), banana (150 g), suc‑ co d’arancia (50 ml) e yogurt magro (80 g) [156 cal] • Pranzo ––Grano ai legumi (70 g) profumato alle erbe con cannellini (100 g) e borlotti (50 g) [387 cal]
Tassi sanguigni aumentati dei lipidi! BIORGANIC OMEGA-3 Gisand, il concentrato d’olio di pesce naturale all’elevata dose di 1200 mg, ottenuto da pesce d’alto mare • abbassa in modo naturale i tassi sanguigni aumentati dei lipidi • copre il fabbisogno quotidiano di acidi grassi omega-3 altamente insaturi • non contiene conservanti Presti attenzione al foglietto illustrativo • Gisand AG, Schläflistrasse 14, 3013 Bern
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ODONTOIATRIA — Arte dentaria
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ARTE DENTARIA:
MESTIERE O PROFESSIONE? La prevenzione delle malattie dell’apparato masticatorio ha spostato il baricentro terapeutico, dando alle cure dentarie un nuovo significato: la responsabilità della salute orale è sempre più affidata ai pazienti stes‑ si. La professione di medico dentista non attrae più gli studenti svizzeri, creando una mancanza di profes‑ sionisti. Questi dati emergono da un bilancio redatto nell’agosto 1969 dalla Commissione Federale per le cure den‑ tarie all’attenzione del Dipartimento Federale degli Interni. Dr. med. dent. Giancarlo Bernasconi, membro SSO Ticino – STMD Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)
FONDAZIONE DELLA SSO
Per ferma volontà del medico e Gran Consigliere ar‑
Vivere novembre/dicembre 2011
DA MESTIERE A PROFESSIONE
Quasi dieci anni di sforzi congiunti delle autorità can‑ tonali e della SSO portano il Consiglio Federale, nel novembre 1886, a riconoscere che un’esperienza puramente tecnica non è sufficiente per l’esercizio della professione di dentista. La nuova legge entra in vigore nel gennaio 1888, scaduto il termine referen‑ dario, con l’introduzione delle denominazioni “Medi‑ co dentista / Zahnarzt / dentiste”. La dentaria passa così da mestiere artigianale a professione medica li‑ berale basata su una formazione universitaria rego‑ lamentata. I programmi di formazione prevedevano come base una maturità federale seguita da un esa‑ me di medicina generale, un esame propedeutico specifico e due anni di pratica presso un medico dentista autorizzato ufficialmente. Queste solide ba‑ si legali permettono alla SSO di profilarsi in una di‑ mensione sociale, entrando nella salute pubblica con un ruolo chiave per le cure della carie, patologia esplosa grazie al consumo indiscriminato di zucche‑ ri, proponendo pure trattamenti gratuiti per i più indi‑ genti. L’accresciuto bisogno dei medici dentisti di informa‑ zioni scientifiche serie ed aggiornate ha portato la SSO a sostenere la pubblicazione della “Revue et
archives suisses d’odontologie” (1877), diretta dal Professor Camille Redard di Ginevra, diventata in se‑ guito “Rivista trimestrale di odontologia”(1891), or‑ gano ufficiale della SSO e dal 1923 “Rivista mensi‑ le svizzera di odontologia”. La diffusione di una unità di dottrina conferisce al‑ la categoria una spiccata identità professionale co‑ struita su un linguaggio specialistico proprio di una comunione di interessi. Anche le necessità econo‑ miche non sono dimenticate, tanto che nel 1920 si crea il “Sindacato SSO” che permette ai soci di ac‑ cedere all’acquisto centralizzato ed all’ingrosso dei materiali di consumo.
L’INTEGRAZIONE NELLA MEDICINA
Già nel 1899 la prima revisione della Legge sanitaria porta la durata complessiva degli studi ad otto se‑ mestri. La seconda revisione del 1912 riconosce ai medici dentisti, dopo dura lotta, la rappresentanza in seno al Comitato Direttore degli esami federali di medicina, ma solamente con lo statuto di membri straordinari. Negli anni Venti si pone la tematica del riconoscimento dei diplomi conseguiti in università straniere, particolarmente interessante per quei me‑ dici ticinesi che si sono formati in Italia. Nel 1935 è ufficializzata e protetta la denominazione “medico dentista / Zahnartz / médecin-dentiste”, riservata a chi ha assolto uno studio universitario, a differenza dell’“odontotecnico operatore autorizzato / Zahnbe‑ handler-Dentisten / dentiste”, con formazione otte‑ nuta solo nelle Scuole professionali. Una ulteriore revisione del 1994 tende a ridurre le differenze nella formazione di base tra medici e medici dentisti. Gli esami per il conseguimento del Dottorato vengono separati dall’esame di diploma federale, diventano facoltativi e sono prerogativa dei singoli atenei. A partire dal 1958 la SSO introduce il concetto di “o‑ dontostomatologia” nell’ottica di una riduzione pro‑ gressiva delle cure dentarie restaurative a favore di misure di prevenzione sempre più mirate e radicali. In quest’ottica è indispensabile stimolare e sostene‑ re la ricerca scientifica. Basilare è pure il migliora‑ mento della formazione specifica del personale ausi‑ liario, che gioca un ruolo sempre più importante nel‑ la gestione ed esecuzione pratica della profilassi cli‑ nica.
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E
saminiamo l’evoluzione storica dal XIX se‑ colo ai nostri giorni. All’inizio era la legge: la Legge federale sull’esercizio delle professioni mediche del 1877. Prima di questa data i Cantoni avevano la competenza esclusiva, decidendo le modalità di for‑ mazione ed i permessi per praticare una professio‑ ne sanitaria. Con una Legge sanitaria federale che unifica i titoli acquisiti al termine degli anni di forma‑ zione si favorisce la libera circolazione delle profes‑ sioni liberali sul territorio della Confederazione. La legge del 1877 istituiva un Comitato Direttore per gli esami federali di medicina, nominato direttamen‑ te dal Consiglio Federale e garante della formazione propedeutica dei candidati: si tentava così di con‑ trollare la problematica degli abusi nei permessi e di ridurre il numero dei ciarlatani che proliferavano grazie ai controlli lacunosi delle autorità cantonali. Questa legge non concerneva però né dentisti, né levatrici, né ortopedici in quanto considerate attivi‑ tà basate sul semplice apprendimento pratico e ma‑ nuale. La legge entra in vigore nel 1880, accettata dal Consiglio degli Stati con la risicata maggioranza di tre voti.
goviese Friedrich Wellauer, già attivo da tempo con una cinquantina di colleghi nell’Associazione dei Dentisti Svizzeri, si riunisce per la prima volta a Zuri‑ go, nel febbraio 1886, la Società Odontologica Sviz‑ zera, l’attuale SSO, alla presenza e con il coinvolgi‑ mento di numerose autorità politiche di diversi can‑ toni. I rappresentanti dei Governi cantonali presen‑ ti indirizzano al Consiglio Federale una petizione ri‑ chiedente l’integrazione dei dentisti nella Legge sa‑ nitaria. I cantoni universitari si dichiarano pronti ad aprire le loro Facoltà di medicina agli studenti di dentaria. Ginevra, avanti sui tempi, aveva già fon‑ dato una École Dentaire nel 1881! Sarà poi la prima Facoltà al mondo ad attribuire un diploma di Stato di “Chirurgien dentiste”, precedendo Berlino (1884), Parigi (1893), Vienna ed altre (1898). Nel 1895 Zu‑ rigo apre sperimentalmente corsi di tre anni con quattro studenti, resi definitivi nel 1898, e sarà poi la prima università a creare un Dottorato in medicina dentaria nel 1914.
Anche noi dentisti abbiamo fatto dei progressi in questi ultimi 125 anni.
La macchina a motore n. 1 di Carl Benz del 1886
www.sso.ch
I nostri dentisti. Da 125 anni.
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VARIE — Hydrobike
HYDROBIKE: IN ACQUA CON SPRINT! Dall’evoluzione delle attività dell’aquafitness nasce l’hydrobike: la sintesi dei vantaggi prodotti dalla pedalata e di quelli offerti dalla ginnastica in acqua. Giorgio Bene, guida DIMB (Deutsche Initiative Mountain Bike) sia le spalle che la testa. Da non dimenticare che tale pratica è resa particolarmente piacevole anche dalla temperatura dell’acqua, di circa 28 °C, con tutti i vantaggi che questo fattore comporta.
I VANTAGGI
IN COSA CONSISTE?
È un frutto della continua evoluzione delle specialità acquafitness che, dagli anni Ottanta, cercano di va‑ lorizzare ambienti di lavoro alternativi all’aria. L’hydrobike fa parte di quelle tecniche d’allenamento, sempre più specifiche, che mirano ad impegnare maggiormente attività muscolare e si‑ stema cardiocircolatorio. La bicicletta, costruita in acciaio anticorrosivo, è ancorata sul fondo della piscina, nella parte dove l’acqua è più bassa, ad una profondità variabile tra i 110 e i 150 cm. Questa “specialissima” è dotata di rapporti che permettono di regolare il carico d’acqua, e di conseguenza lo sforzo, per consen‑ tire ad ognuno di trovare il proprio assetto ottimale. La resistenza deve essere settata prima di iniziare la lezione ed è regolabile su vari livelli: l’intensità del lavoro cambia con il variare della pedalata. L’allenamento non avviene in totale immersione: infatti, il manubrio rimane a pelo d’acqua e la sel‑ la, che è regolabile, permette di avere la superficie all’altezza del busto, mantenendo, quindi, emerse
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Dimagrire divertendosi
Chi vuole perdere peso, o scolpire cosce e glutei, può ben sperare: pedalando in acqua ci si sotto‑ pone a un continuo massaggio idrico che stimola la circolazione e combatte la cellulite, aiutando a bruciare ed eliminare i grassi, riducendo quindi drasticamente gli inestetismi dovuti ai cuscinet‑
LA BICICLETTA? ACQUATICA E STAZIONARIA Una delle peculiarità tecniche dei modelli più evoluti di hydrobikes è un innovativo si‑ stema di pale elicoidali, di derivazione marina, che si adeguano all’andatura e alla forza impressa dalle gambe di chi sta pedalando. Ad esempio, diminuendo la spinta della pedalata, le pale automaticamente tendono ad avvicinarsi all’apertura iniziale, consentendo all’utente di riposarsi senza interrompere la sua azione. Inoltre, grazie alla particolare forma delle pale, durante il movimento si crea una corrente d’acqua che lambisce gambe e bacino, garantendo così un massaggio tonificante senza, tuttavia, compromettere la stabilità delle biciclette. L’ulteriore opzione è costituita da una ghiera, posta nel corpo del maxi-rotore bre‑ vettato, che consente di calibrare lo sforzo, aumentandone o diminuendone l’inten‑ sità, grazie all’apertura delle pale gestita da un sistema di molle a spirale.
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edalare piacevolmente in acqua, a ritmo di musica, seguendo le indicazioni dell’i‑ struttore, e utilizzando delle bike simili a quelle dello spinning: è l’hydrobike, o acquabike, o hydrospinning, una delle ultime arri‑ vate tra le discipline che sviluppano il movimento in acqua sfruttandone le proprietà. È una ginnastica che ha già raggiunto una gran popolarità tra gli utenti che desiderano mantenersi in forma e divertirsi nel fresco e rilassante ambiente di una piscina.
È un allenamento indicato sia per la preparazio‑ ne atletica che per la riabilitazione. Con l’hydrobike possono essere sviluppate in modo ottimale le capacità di: • resistenza aerobica, • forza, • coordinazione, • mobilità. Questo perché la pedalata in acqua si svolge con‑ temporaneamente in due elementi diversi: l’aria e, appunto, l’acqua. I vantaggi di quest’attività sono notevoli: • permette di compiere uno sforzo mantenendo basso il livello delle pulsazioni del cuore — La frequenza cardiaca si riduce del 10% rispetto a quanto avviene fuori dall’acqua. • Stimolazione dei vasi sanguigni e linfatici — Conseguente miglioramento generale della cir‑ colazione e del drenaggio dei fluidi corporei, che favoriscono la cura delle varici agli arti inferiori, dell’ipertensione e della ritenzione idrica. La pressione idrostatica, dovuta all’immersione parziale del corpo, garantisce un’iperattivazione della circolazione, con un ritorno più immediato del sangue al cuore. Per questo motivo, diventa possibile lavorare con carichi non tollerabili in un
diverso contesto di lavoro. • Lo sforzo è solo in apparenza leggero — Il corpo risulta tonificato, senza indurre in soffe‑ renza chi svolge questa attività. La pedalata riduce la formazione d’acido lattico, così da avvertire un minor dolore muscolare nei giorni seguenti la prima lezione. • Miglioramento del tono e dell’elasticità muscolare — La muscolatura diventa fine e grade‑ vole. L’hydrobike è un allenamento costante degli ad‑ dominali e di muscoli normalmente poco solleci‑ tati in altri sport. Inoltre, svolge una migliore os‑ sigenazione della muscolatura e ha su di essa un effetto rilassante. • Riduzione delle sollecitazioni sulle articolazioni e dispersione delle tensioni muscolari. • Grazie alla quasi totale assenza di gravità, le articolazioni di caviglie e ginocchia, così come la colonna vertebrale, non sono sovracca‑ ricate. • Rischio minimo di incidenti durante l’esecuzione degli esercizi — Si ha quindi una netta ri‑ duzione della possibilità di traumi o contratture. • Un rimedio efficace a stanchezza e stress.
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ti adiposi. Inoltre, lo sforzo impiegato per contrastare la resistenza naturale dell’acqua produce un importante dispendio calorico, dovuto anche alla perdi‑ ta di calore del corpo al suo interno. Va sottolineato che attraverso quest’attività si riproducono molti de‑ gli stimoli tipici del ciclismo e dello spinning: infatti, come in queste attività, tra i benefici vi è il notevole consumo calorico, calcolato, per 45 minuti d’allenamento, in 700-800 Kcal per gli uomini, e 500-600 Kcal per le donne, dispendi energetici comun‑ que superiori a quello che permette, ad esempio, la bicicletta fuori dall’acqua. Se il vostro obiettivo poi è tonificare anche le braccia, potete utilizzare appositi attrezzi per au‑ mentare l’intensità del lavoro.
LA LEZIONE TIPO
Una sessione d’hydrobike dura circa 50 minuti e può essere strutturata in diversi modi, in base al tipo d’obiettivo che si vuole raggiungere. Cambiando la resistenza della pedalata, e quindi aumentando l’in‑ tensità dell’allenamento, si può lavorare su tonifica‑ zione, dimagrimento o potenziamento muscolare. La musica, che accompagna la lezione, alterna ritmi tra i 120 e i 160 Bpm (battiti per minuto, unità di mi‑ sura della frequenza musicale), toccando l’apice nel‑ la fase centrale dell’allenamento (ritmi elevati di cir‑ ca 130-140 Bpm), per poi tornare a livelli meno in‑ tensi durante il defaticamento. Ogni allenamento è fatto di tante, diverse e diverten‑ ti andature dai nomi fantasiosi, come:
RIABILITAZIONE? MEGLIO IN ACQUA Grazie all’ambiente in cui si opera, l’acqua, l’hydrobike è un’attività molto efficace anche in campo riabilitativo, dato che non ha controindicazioni. Chiaramente l’attività in acqua non sostituisce le tecniche di riabilitazione tradizionali, ma ne può rappresentare un efficace complemento. Lo conferma il fatto che molti fisioterapisti si stanno specializzando proprio in questo ambito e molte piscine sono ormai dotate di attrezzi specifi‑ ci destinati ad aiutare, in particolare, chi è colpito da dolori articolari, posttraumatici, o coloro che sono portatori di handicap. Infatti, in acqua, il peso del corpo grava di meno sulle varie parti, faci‑ litando, per esempio, i pazienti che hanno subito un intervento ortopedico, dato che le articola‑ zioni sono alleviate da sollecitazioni e carichi eccessivi. • Ruscello — È l’andatura base, a bassa veloci‑ tà, che si compie da seduti; • Onde — Si alterna la posizione seduta a quella in piedi; • Controcorrente — Pedalata nel senso opposto; • Rapida — Quando si passa da una pedalata bassa e lenta ad una più spinta; • Risalita del fiume — Si pedala sollevati dalla sella con le braccia lontane, parallele e appog‑ giate al manubrio.
limpionici o specifici pantaloncini da ciclismo. Poiché i pedali sono realizzati a gabbia, simili a quel‑ le delle bicicletta da corsa, è indicato anche l’uso delle scarpette di gomma, o almeno di un paio di calzini, per non avere la sensazione che vi stiano per scappare i pedali da sotto i piedi. Sono inconve‑ nienti che possono capitare, quando si pedala in pre‑ senza di un alto tasso d’umidità!
L’abbigliamento
È sufficiente un costume da bagno tradizionale, anche se sono consigliati i costumi da nuoto o‑
La collana fa rilassare quei punti sulla nuca nei quali si concentrano i nervi che collegano la testa al corpo. Grazie a questo rilassamento il vostro corpo manterrà il suo flusso energetico ed il suo equilibrio naturale. I cerotti si possono apporre direttamente sui punti in cui il flusso dell’energia è ostacolato.
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ALTARI PAGANI
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SOLUZIONE N. 149 Sighignola
Errata corrige: Ci scusiamo per l’errore grafico legato alla lettera numero 9, che doveva esse‑ re la prima della definizione “Simili alle cetre”. Per l’estrazione, sono state con‑ siderate corrette anche le risposte “Sighignoaa”.
a) Cartolina postale da spedire a: 'VIVERE a tempo pieno', C.P. 5539, 6901 Lugano. b) E-mail da inviare a: vivere@bluewin.ch. Se non specificato, si autorizza VIVA SA ad utilizzare l’indirizzo e-mail per le proprie attività di marketing. Fra tutti coloro che avranno indovinato la soluzione, verrà sorteggiato il fortunato lettore. Sono esclusi dall’estrazione tutti i collaboratori di VIVA SA. Non verrà tenuta alcuna corrispondenza. Nessun pagamento in contanti. Si escludono le vie legali. Il vincitore sarà avvisato personalmente. Il termine di spedizione è il 25 GENNAIO 2012.
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In farmacia — HIGHLIGHTS
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