Vivere luglio-agosto 2012 (154)

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ivere V

luglio/agosto 2012 n. 154

a tempo pieno Medicina Vaccinazioni Prevenire i traumi sportivi

Bellezza Capelli e vacanze

Alimentazione Dieta del melone

MEDICINA

Inconvenienti in vacanza


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EDITORIALE — Fiducia

Care lettrici, cari lettori, Le malelingue continueranno a trattarli da “spiziée” (speziali, droghieri) o da “pesafüm” (letteralmente “pesa-fumo” e cioè pignoli, precisini, pedanti): invece i farmacisti figurano, anno dopo anno, nelle posizioni di testa nella classifica delle professioni più degne di fiducia in Svizzera. Lo dice un recente studio commissionato dalla rivista Reader’s Digest e condotto fra i consumatori di tutta Europa: sono state sondate 27’467 persone in 15 Paesi europei, di cui 1’506 in Svizzera. I pompieri, che mettono la loro vita in pericolo per salvare quella degli altri, sono logicamente in cima alla scala svizzera (94% di risposte “molto alta”, rispettivamente “piuttosto alta” alla domanda “Quale quota di fiducia accordate, nel vostro Paese, alle 20 professioni qui elencate?”). Poi, appena poco sotto nella classifica della fiducia, si trovano gli infermieri (92%), i piloti (92%) e i farmacisti (91%), i cui interventi sono però molto meno spettacolari rispetto a chi li precede. Giusto un passo indietro, ma sotto la barra del 90%, figurano i medici (89%), gli agricoltori (82%) e i poliziotti (81%). In quasi tutti i Paesi d’Europa, ad eccezione della… Russia, le professioni legate alla sanità occupano i primi posti di questa speciale classifica. La quota di fiducia delle professioni sanitarie è comunque più alta in Svizzera rispetto alla media europea, che assegna ai farmacisti una quota dell’83%. Al momento buono, gli svizzeri sanno dunque di chi potersi fidare!

Ennio Balmelli Portavoce OFCT

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n. 154 luglio/agosto 2012

SOMMARIO MEDICINA

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4 6

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Vaccinazioni

Pensarci per tempo!

Inconvenienti in vacanza

I guastafeste del turista

Pubblivivere Ibsa: Ialuna®

Contro la secchezza vaginale

Attività fisica e sport Come evitare i traumi?

BELLEZZA

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Capelli

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Pubblivivere: Cosmetici Buonamici

Come proteggerli e non rovinarli Dal cuore e dall’anima della Toscana

ALIMENTAZIONE 24

Dieta del melone

Perfetta anche per l’abbronzatura

ODONTOIATRIA 26

Campagna di profilassi dentale

Per un milione di sorrisi!

VARIE

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28

Filariosi

Basta una zanzara!

PASSATEMPO

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30

Vivere

a tempo pieno

Cruciverbone

Gioca e vinci un ducato d’oro!

HIGHLIGHTS 31

In farmacia

La vetrina: luglio-agosto Find us on

Facebook www.rivista-vivere.ch

SIGLA EDITORIALE

COMITATO DI REDAZIONE

REDAZIONE

SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch

Mario Tanzi Presidente OFCT Dott. Giorgio Antognini già Presidente PharmaSuisse Ennio Balmelli Portavoce OFCT

M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile CRISTINA GEROSA Segretaria

Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.

TIPOGRAFIA NEWPRINT SA


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MEDICINA — Vaccinazioni

VACCINAZIONI: PENSARCI PER TEMPO! Più di un milione di svizzeri si recano ogni anno nelle regioni tropicali, esponendosi così ad un rischio più elevato di malattie infettive. Al momento di progettare un viaggio all’estero è quindi consigliato informarsi, almeno 4-6 settimane prima della partenza, sulla necessità di particolari vac‑ cinazioni e di un’eventuale prevenzione della malaria. La redazione

PRIMA DI PARTIRE

A

lcune infezioni, come la poliomielite o l’epatite A, sono scomparse o diventate molto rare nei paesi industrializzati, men‑ tre altre, come la malaria, la febbre gialla o la dengue, sono quasi esclusivamente presenti nelle regioni subtropicali e tropicali. Queste infezio‑ ni possono causare malattie gravi se non addirittura mortali. L’osservanza di regole di prevenzione semplici diminuisce i rischi di malattie infettive: • lavarsi le mani; • consumare solo acqua minerale in bottiglia e alimenti cotti appena prima di essere assun‑ ti (diarrea del viaggiatore); • proteggersi contro le punture di zanzare (ma‑

Siccome le misure di prevenzione possono variare molto a seconda della destinazione e alcuni schemi vaccinali necessitano varie settimane, è indispen‑ sabile che, prima della partenza, i viaggiatori s’informino bene sui potenziali rischi e sulle ade‑ guate misure di prevenzione che devono adotta‑ re. L’indicazione prima di un viaggio all’estero dipende da: • obbligo per entrare in alcune Nazioni. • Caratteristiche del viaggio e della destinazio‑ ne — Regione visitata, rischio di epidemia, du‑ rata del soggiorno, tipo di viaggio (trekking, dor‑ mire presso la gente locale o in alberghi di lus‑ so), regione rurale/urbana, tempo a disposizione prima della partenza, ecc. • Criteri personali — Stato di salute, età, allergie, malattie croniche/acute, terapie in corso (corti‑ sonici, anticoagulanti, chemioterapia, …), gra‑ vidanza, cancro, problemi immunitari (AIDS, …), intolleranze o allergie a vaccini o ai farmaci con‑

EFFETTI INDESIDERATI I vaccini sono sviluppati con lo scopo di of‑ frire la migliore protezione possibile e riducendo al massimo gli effetti indesiderati. Le reazioni locali (arrossamento, dolore, tumefazione) nel punto d’iniezione sono abbastanza frequenti, ma scompaiono generalmente in alcuni giorni. Le altre reazioni, come mal di testa, febbre o stanchezza, sono più rare: tuttavia, possono apparire dopo qualche giorno. Se l’origine è vaccinale, spariscono dopo 1-3 giorni. Una leggera eruzione cutanea può essere talvolta osservata dopo la vaccinazione contro il morbillo o la varicella. Reazioni severe, per esempio allergiche, sono molto più rare. Un vaccino è raccomandato soltanto se il rischio d’effetti collaterali è molto più basso rispetto a quello inerente alla malattia. tro la malaria, ecc. Tutte le vaccinazioni di base raccomandate in Svizzera devono essere aggiornate in caso di un viaggio all’estero. È perciò importante far controllare il proprio libretto di vaccinazione in occasio‑ ne di un controllo di salute oppure creando il proprio libretto di vaccinazione elettronico sul sito

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laria, febbre dengue e chikungunya), utilizzare preservativi (HIV, epatite B, …). L’assunzione di farmaci può essere indispensabi‑ le per la prevenzione di patologie come la malaria, nelle regioni dove il rischio di contrarle è elevato. Per altre invece la vaccinazione è un modo efficace e sicuro per proteggersi. Si può farsi vaccinare da: • medico di famiglia, • specialista in malattie tropicali (medicina da viaggio), • centro specializzato.


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ATTENZIONE A • Reazione allergica severa o effetti collaterali gravi in seguito a una vac‑ cinazione — Devono essere assolu‑ tamente segnalati al medico, perché possono rappresentare delle contro‑  indicazioni ad effettuare/proseguire una determinata vaccinazione. • Febbre elevata o malattia benigna in corso — Preferibile ritardare la vacci‑  nazione di 1-2 settimane. • Vaccini a base di virus vivi attenuati (febbre gialla, morbillo, parotite, ro‑ solia, varicella, vaccino orale per feb‑  bre tifoide) — In principio sono con‑ troindicati per le donne incinte e per chi soffre di malattie come l’AIDS e/o assume dei farmaci che hanno un ef‑  fetto sul sistema immunitario. www.lemievaccinazioni.ch: basta inserire i dati concernenti le vaccinazioni fatte, quindi stabilire un bilancio vaccinale che indicherà quelle mancanti. Oltre a portare con sé il libretto delle vaccinazioni, ricordarsi di prendere anche l’elenco dei farmaci che si assumono regolarmente.

Pensarci in tempo

Come detto, alcune vaccinazioni richiedono diverse dosi prima di essere efficaci. Bisogna pre‑ vedere di effettuarle per tempo, se possibile entro 6-8 settimane prima della partenza. Tuttavia, anche se si decide all’ultimo minuto di partire, si consiglia di consultare il medico: ad esempio, un richiamo è efficace molto rapidamente ed esistono degli schemi vaccinali “accelerati”, che prevedono la somministrazione contemporanea di diversi vaccini.

QUALI VACCINAZIONI?

Certe vaccinazioni sono necessarie per tutti i viag‑ giatori, altre sono strettamente legate alla scelta della regione visitata e allo stile di viaggio adottato. Per questo motivo, è importante distinguere in 3 gruppi le vaccinazioni: • raccomandate per tutti i viaggiatori — Difte‑ rite, tetano, pertosse, morbillo, parotite, rosolia, varicella, epatite B. • Raccomandate a seconda della destinazione e del tipo di viaggio — Febbre gialla e tifoidea, epatite A, poliomielite, rabbia, influenza stagio‑ nale, meningite da meningococchi, encefalite giapponese, meningoencefalite da zecche, cole‑ ra. • Obbligatorie per entrare in taluni Nazioni — L’obbligo è stabilito dal Paese d’accoglienza e può quindi subire modifiche in qualsiasi mo‑ mento.

I COSTI Le vaccinazioni raccomandate dal calendario vaccinale svizzero (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, morbillo, parotite, rosolia, varicella) sono prese a carico dall’assicurazione malattia obbligatoria. Le altre vaccinazioni, essenzialmente destinate ai viaggiatori, sono a loro carico, sebbene alcune assicurazioni complementari possano talvolta assumerne il costo.

MORE INFOS WWW.VACCINARSI.CH Informazioni sulle vaccinazioni della Confederazione WWW.SAFETRAVEL.CH (D/F) Raccomandazioni del comitato di esperti in medicina di viaggio WWW.LEMIEVACCINAZIONI.CH Il libretto di vaccinazione elettronico svizzero

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MEDICINA — Vacanze

INCONVENIENTI IN VACANZA: I GUASTAFESTE DEL TURISTA Quando si è lontani da casa, perché in viaggio o in vacanza al mare, in montagna o in un’altra città, ci si sente più indifesi: il medico di famiglia non c’è e si è maggiormente esposti a fattori di ri‑ schio come l’irraggiamento solare, gli insetti e le attività fisiche svolte senza allenamento. La redazione

I farmaci

All’estero può essere difficile trovare gli stessi farmaci che si assumono abitualmente e ancora più complicato trovare medici che possano prescriverli. Per tale motivo, è utile farseli prescrivere prima della partenza e portarsi dietro una scorta sufficiente a coprire la durata del viaggio (v. Vivere 153, pagg. 20-23, articolo “Farmacia da viaggio: godersi spensieratamente le vacanze”).

L

e vacanze sono spesso accompagnate dal rischio di piccoli e fastidiosi disturbi che possono rovinare il meritato periodo di ripo‑ so. Oggigiorno, un numero sempre mag‑ giore di persone viaggia all’estero e, in particolare, nei Paesi tropicali. Di conseguenza, le probabilità d’imbattersi in problemi di salute aumentano a causa dei molti cambiamenti cui si è soggetti: • negli stili di comportamento, • nelle condizioni ambientali, • nel microclima, • nell’esposizione ai diversi fattori di rischio. Oltre alle regole generali — non assumere farmaci in modo superficiale, leggere sempre con attenzio‑ ne i foglietti illustrativi, seguire le indicazioni di me‑ dici e farmacisti —, ecco alcuni consigli per partire quanto meno preparati.

Prima di partire Checkup medico

È opportuno verificare il proprio stato di salute

Le vaccinazioni (v. pagg. 4-5, articolo “Vaccinazioni: pensarci per tempo!”) Il mal di viaggio.

Per il mal di mare, d’aria e d’auto sono efficaci spe‑ cifici farmaci in pasticche, gomme da masticare o cerotti, da chiedere al proprio medico/farmacista.

Una volta arrivati Il jet lag

A volte è necessario affrontare lunghi viaggi aerei per raggiungere la meta della vacanza. La causa del jet lag, cioè dello sfasamento d’orario dovuto ad un nuovo fuso orario, è dovuta al fatto che il ritmo sonno-veglia viene alterato. I suoi eventuali disturbi sono: • nausea, • senso di spossatezza, • depressione del tono dell’umore. Il disturbo, in ogni caso, è proporzionale al numero di ore di “sfasamento”: per esempio, un viag‑ gio dalla Svizzera verso l’Estremo Oriente causerà maggiori disturbi rispetto ad uno in Turchia. Cercare di adeguare l’alimentazione a questo cambiamento è di grande utilità per la salute e può

contribuire a superare più velocemente quel fru‑ strante senso di stordimento. Il menu del perfetto viaggiatore in aereo cambia a seconda del luogo di destinazione: • verso ovest — I cibi proteici (carne, pesce, latte e latticini) impegnano la digestione ed aiutano a rimanere svegli. È consigliabile, inoltre, cercare di rimanere sve‑ gli durante il volo, non cedendo al senso di stan‑ chezza, e di dormire solo quando tramonta il so‑ le nella località di destinazione. • Verso est — Consumare alimenti leggeri quali frutta, pasta, riso, yogurt e succhi di frutta. Cercare anche di dormire e, in ogni caso, quando si arriva a destinazione, abituarsi in fretta ai ritmi del nuovo Paese, alimentandosi secondo gli ora‑ ri locali. Può essere utile, già qualche giorno prima di partire, spostare gli orari dei pasti e del sonno di 1-2 ore.

L’alta quota

Un repentino sbalzo di altitudine e, quindi, di pres‑ sione atmosferica può influire negativamente sul‑ la salute: • inappetenza, • nausea, • spossatezza, • insonnia, • mal di testa. Ecco alcuni consigli: • “arrampicarsi in alto e dormire in basso”; • salire con un andamento a “denti di sega”, e non troppo velocemente, facendo delle soste, soprattutto se per altitudini superiori ai 2’000 metri. Naturalmente sarebbe opportuno un controllo medico prima del viaggio per evidenziare eventuali patologie a carico del sistema cardiocircolatorio o respiratorio: l’organismo, infatti, ad alte altitudini deve far fronte ad inusuali condizioni di carenza di

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Vivere luglio/agosto 2012

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prima della partenza: in particolare le donne dovreb‑ bero controllare la possibilità di essere incinte, dato che i viaggi lunghi o stressanti potrebbero compro‑ mettere il regolare andamento della gestazione.


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PREVENZIONE ALIMENTARE L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato in 10 punti la base della prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti: • Scegliere prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità, ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature. • Cuocere bene i cibi in modo che tutte le parti, anche le più interne, raggiungano una temperatura di almeno 70°C. • Consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura. • Se non vengono mangiati subito, vanno messi velocemente in frigorifero, dove comunque la loro permanenza deve essere li‑  mitata. Se il cibo deve essere conservato per lungo tempo è preferibile surgelarlo. • I cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura prima del consumo. • Evitare ogni contatto fra cibi crudi e cotti. • Curare particolarmente l’igiene delle mani per la manipolazione degli alimenti. • Tutte le superfici della cucina, gli utensili ed i contenitori devono essere accuratamente puliti. • Proteggere gli alimenti dagli insetti, dai roditori e dagli altri animali. • Utilizzare solo acqua potabile. Inoltre altri consigli utili sono: • Bere soltanto acqua e bevande imbottigliate e sigillate. • Non aggiungere ghiaccio alle bevande. • Frutta e verdure crude vanno consumate solo dopo averle sbucciate e lavate con acqua “sicura”. • In mancanza di acqua potabile, consumarla solo dopo bollitura o con l’aggiunta di qualche disinfettante. • Non acquistare generi alimentari da venditori ambulanti. • Curare l’igiene personale — Usare acqua potabile anche per lavarsi i denti.

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MEDICINA — Vacanze

ossigeno e di basse temperature. Inoltre, chi svolge attività fisica (trekking) deve fare attenzione al proprio fabbisogno energetico, munendosi di cibo idoneo e bevande che reintegri‑ no la perdita di liquidi. Infine non sottovalutare l’intenso sole del giorno, equipaggiandosi con appositi indumenti, occhiali e protezioni solari, e le basse temperature not turne.

Il sole

Per quel che riguarda le zone molto calde del piane‑ ta, bisogna evitare i colpi di sole o di calore: • astenersi dall’esercizio fisico nelle ore più calde; • vestire abiti adatti al clima, leggeri, ben ventilati e possibilmente di cotone; • proteggersi con cappelli e occhiali da sole; • evitare le scottature usando i filtri solari pro‑ tettivi — Le radiazioni UV, oltre a provocare danni alla pelle, possono avere effetti cancero‑ geni (v. Vivere 153, pagg. 6-11, articolo “La pelle e il sole: un organo sensibile da proteg‑ gere”). L’adattamento ad un nuovo ambiente richiede alla pelle un po’ di tempo e, purtroppo, le malattie cuta‑ nee sono molto frequenti fra i viaggiatori: ciono‑ stante possono essere prevenute con semplici mi‑ sure d’igiene personale come, per esempio, la pu‑ lizia delle mani. Sempre per evitare spiacevoli con‑ seguenze, come la pigmentazione irreversibile, non bisognerebbe mai mettersi del profumo prima di e‑ sporsi al sole.

La pressione bassa

Il caldo contribuisce ad abbassarla e chi general‑ mente soffre di pressione bassa ne subisce partico‑ larmente gli effetti. Un po’ di zucchero può essere utile per rialzare un piccolo sbalzo di pressione, ma è consigliabile con‑ sultare il medico o il farmacista per farsi indicare i medicinali più opportuni.

Gli occhi

Luce forte, acqua del mare e vento possono met‑ terli a dura prova: usare quindi dei buoni occhiali da sole e, per alleviare le eventuali irritazioni, se non molto intense, colliri decongestionanti.

La disidratazione

Durante l’estate bisogna bere molto, almeno 1 litro e ½ di acqua al giorno: infatti, il caldo e il su‑ dore portano a perdere molti più liquidi, che bisogna reintegrare. L’acqua, però, non deve essere troppo fredda, per evitare blocchi della digestione e con‑ gestioni, e preferendo la liscia alla gassata.

Moderazione a tavola

Con il caldo, anche i processi digestivi sono me‑ no efficienti. Limitare gli alcolici e preferire, quin‑ di, i cibi leggeri; in particolare, frutta e verdura permettono di evitare problemi di: • cattiva digestione, • stipsi, • diarrea, • bruciore di stomaco. Durante un viaggio è fondamentale “assaggiare” le

Vivere luglio/agosto 2012

CONTRASTARE GLI INSETTI • Evitare, se possibile, di uscire fra il tramonto e l’alba. • Indossare abiti di colore chiaro e non acceso — Le maniche e i pantaloni devono essere lunghi e coprire la maggior parte del corpo. • Evitare l’uso di profumi. • Applicare sulla cute esposta dei repellenti per insetti a base di N, N-dietil-n-toluamide o di dimetilftalato — Ripetere l’applicazione ogni 2-3 ore se necessario, ad esempio in caso di sudo‑ razione intensa. I repellenti per insetti e gli insetticidi a base di piretroidi possono essere spruzzati anche diret‑ tamente sugli abiti. • Alloggiare preferibilmente in stanze dotate di aria condizionata — In sua mancanza, di zanza‑ riere alle finestre, curando che queste siano in ordine e ben chiuse. • Usare zanzariere sopra il letto — Rimboccare i margini sotto il materasso, verificando che nes‑ suna zanzara sia rimasta all’interno. È anche molto utile impregnare le zanzariere con insetticidi a base di permetrina. • Spruzzare insetticidi a base di piretro e di permetrina nelle stanze di soggiorno — In alternativa, usare le serpentine antizanzare al piretro o i diffusori, elettrici o a batteria, che contengano tavolette impregnate con piretroidi. • Utilizzare con attenzione gli insetticidi, per esempio non applicarli sulla cute irritata o escoria‑ ta, o in presenza di bambini o negli ambienti chiusi. specialità del posto ed i cibi caratteristici, ma con qualche piccola precauzione se si viaggia in Pae‑ si esotici: infatti, molti viaggiatori vanno incontro a disturbi gastroenterici, spesso non gravi e di breve durata. Non necessariamente questi males‑ seri dipendono dalla non salubrità dei cibi, ma spes‑ so è solo questione di tempo affinché l’apparato di‑ gerente si abitui ad una diversa alimentazione. A causa di una minor efficacia delle difese immu‑ nitarie, devono avere qualche attenzione in più le donne in stato interessante, gli anziani e i bam‑ bini. Il primo consiglio è quello di acquisire informazioni sul Paese meta del viaggio: il clima e lo svilup‑ po economico spesso condizionano il livello igienico generale ed in particolare quello dei cibi. So‑ prattutto in estate o nei Paesi caldi aumenta il ri‑ schio di tossinfezioni alimentari, causate dalla tem‑ peratura ambientale più elevata, che favorisce la moltiplicazione dei microrganismi nel cibo. Inoltre, il pericolo aumenta se si consumano dei cibi crudi. Tuttavia, la presenza di microrganismi patogeni non è sempre evidente: gli alimenti contaminati possono mantenere le loro caratteristiche di colo‑ re, odore e sapore. Gli esploratori coloniali sembra avessero un loro “mantra del viaggiatore” che, a proposito di alimenti, recitava: “cuocilo, lavalo, sbuccialo o dimenticalo”. Adottare norme igieniche nell’assumere ogni cibo e bevanda che si consuma durante il viaggio è fon‑ damentale per ridurre il rischio di contagio. Alcune malattie trasmesse da cibo e bevande sono: • la diarrea del viaggiatore (v. Vivere 148, pagg. 10-12, articolo “Diarrea del viaggiatore: la sgradevole sorpresa del turista”), • la febbre tifoide, • il colera, • l’epatite A.

Gli insetti

Zanzariere, zampironi, repellenti in pomata e spray sono, ad esempio, generalmente efficaci per tenere lontane le zanzare. Ma chi è stato pizzicato può provare a mettere del ghiaccio sulla puntura, oppure premere su di essa con qualcosa di piccolo, come un’unghia o il cappuccio di una penna. Ri‑ correre, invece, a creme solo in caso di prurito in‑ tenso e gonfiore. Sono numerose le infezioni di grave natura che vengono trasmesse da insetti o da altri vettori co‑ me, per esempio, le mosche e gli acari. Ecco alcu‑ ne malattie che si possono contrarre: • malaria, • febbre gialla, • dengue, • encefalite giapponese e quella trasmessa da acari, • chikungunya.

I bagni

Un consiglio sempre valido è di non fare mai un ba‑ gno da soli in zone isolate. Fare attenzione in particolare se si vuole fare un ba‑ gno in acque dolci e stagnanti: infatti, oltre a rap‑ presentare un “serbatoio” di zanzare, che fungo‑ no da vettori per agenti patogeni per l’uomo come il plasmodio della malaria, c’è il rischio di contrarre altre parassitosi, per esempio la Schistosomiasi. Per i bagni in acque marine,non entrare in contatto con animali velenosi, come pesci pietra, pesci scorpioni e coralli. Indossare sempre dei sandali o delle ciabatte, sia a riva che sugli scogli, mentre sulla spiaggia è meglio usare un asciugama‑ no.


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MEDICINA — Pubblivivere: Ialuna

Ialuna® CONTRO LA SECCHEZZA VAGINALE La secchezza vaginale è un problema comune. Visto che molte donne rifiutano ogni forma di tera‑ pia sostitutiva, i preparati idratanti locali assumono sempre più importanza. Ialuna® è un prodotto naturale molto ben tollerato.

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Fase infiammatoria

Fase di proliferazione

Fase d’epitelizzazione

La SECCHEZZA VAGINALE

A partire dai 40 anni, una donna su due/tre soffre di disturbi legati alla menopausa. La secchezza vaginale ne fa spesso parte. Essa si traduce in una sensazione di prurito o bruciore a livello della vagina, spesso accompagnata da dolori, a volte forti, durante i rapporti sessuali. La secchezza vaginale può anche comparire nella fase prepube‑ rale, dopo il parto o durante il periodo in cui si assume la pillola contraccettiva. Oggigiorno i trattamenti per i disturbi della menopausa sono numerosi. Si continua a prescrivere gli estrogeni nei casi più gravi o ad alto rischio di osteoporosi. La terapia ormonale sostitutiva in menopausa serve a compensare al meglio possibile la mancanza di estrogeni e di progesterone: è efficace, ma comporta alcuni rischi.

I PREPARATI IDRATANTI LOCALI

Applicati regolarmente, hanno lo stesso effetto dei sostituti ormonali per il trattamento dei sintomi quali prurito, irri‑ tazioni e dolori durante i rapporti sessuali. Questi preparati sono consigliati alle donne che non vogliono far ricorso alla terapia ormonale sostitutiva1. I trattamenti a base di acido ialuronico sono particolarmente adatti, perché questo acido è una molecola naturale presente in molti tessuti del nostro organismo e quindi non è allergico. Questo acido è un componente importante della matrice extracellulare, che dà forma a tessuti ed organi, ne assicura l’elasticità, fungendo anche da riserva d’acqua. Esso procura quindi un’idratazione particolarmente durevole, mantenendo un ambiente fisiologico vagi‑ nale ottimale, svolgendo pure un’azione antiflogistica e favorendo la cicatrizzazione.

IALUNA®

Ialuna® è un ovulo senza ormoni per il trattamento della secchezza vaginale. È volutamente privo di conservanti come i parabeni, per garantirne una buona tollerabilità. Infatti i parabeni sono immagazzinati negli organi e possono provocare delle reazioni allergiche, in particolare su una pelle strapazzata. La vitamina E neutralizza i radicali liberi ed influisce sulle funzioni cellulari durante i processi infiammatori1. La camomilla e la Centella asiatica alleviano i tessuti e limitano le infiammazioni, mentre l’acido ialuronico ha un duplice effetto: idrata durevolmente la mucosa vaginale, favorendo la cicatrizzazione dei tessuti lesi, anche dopo il parto o interventi ginecologici. Allo stesso tempo, Ialuna® mantiene la flora vaginale, evitando quindi l’insorgenza di nuove infezioni batteriche. Ialuna® è consigliato a tutte le età come terapia singola o d’accompagnamento per il trattamento dei disturbi vagi‑ nali non aggressivi, come secchezza vaginale, prurito, irritazione e atrofia vaginale, per esempio dopo la chemio‑ terapia. Riferimenti 1 Johnston SL, et al. The detection and management of vaginal atrophy. SOGC. Joint Committee Clinical Practice Gynaecology and Urogynaecology. J Obstet Gynaecol Can. 2004; 26(5): 503–515.

Vivere luglio/agosto 2012


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MEDICINA — Traumi

ATTIVITÀ FISICA E SPORT: COME EVITARE I TRAUMI? L’attività fisica e lo sport aumentano il benessere fisico e psichico: mantengono la salute e l’efficienza fino in età avanzata. Ciononostante, ogni attività sportiva comporta il rischio d’infortunio e molti traumi sono causati da preparazione insufficiente e carenze d’equipaggiamento. La redazione • 1 caso di decesso, • 10 d’invalidità, • 1’000 incidenti sportivi. Le lesioni principali sono: • contusioni/distorsioni (35,5%), • fratture ossee e sublussazioni (28,4%), • lesioni di tendini, legamenti, muscoli (21,3%), • ferite aperte (8%), • lesioni delle parti molli (7,2%), • lesioni dentarie (4%), • lesioni di nervi o del cervello (2,9%), • lussazioni (2%).

Chi ha più di 35-40 anni e non pratica da tempo un’attività sportiva regolare dovrebbe sottoporsi a visita medica prima di iniziare ad allenarsi. Lo stesso consiglio vale per coloro che soffrono di: • ipertensione arteriosa, • sovrappeso od obesità, • disturbi di vario genere (cardiovascolari, …), • traumi, • diabete o altre malattie di base. Oltre a farsi visitare, bisognerebbe assolutamente riferire al medico dei propri progetti sportivi. Si consiglia anche di: • valutare il rischio — Rispettare i propri limiti fisici, non sopravvalutare sé stessi ed avere il coraggio di rinunciare. • Osservare le disposizioni, i divieti e le regole. Infine, la visita medico-sportiva è indicata, in particolare, per quegli sport che richiedono all’organismo uno sforzo estremo come, per esempio, la ma‑ ratona. Inoltre, è una buona occasione per fare il punto della situazione per quel che riguarda la salute del nostro corpo. Nei test di rendimento, l’efficienza viene valutata con un cicloergometro o con un tapis roulant, con lo scopo di mettere a punto un piano di allenamento perso‑ nalizzato.

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e lesioni da sport sono la conseguenza di incidenti o sforzi inade‑ guati. Esistono alcune misure in grado di minimizzarne il rischio. Praticando lo sport preferito spesso la gioia e l’entusiasmo sono più grandi delle conoscenze che abbiamo dei limiti di sollecitazione del no‑ stro corpo.

I RISCHI DELLO SPORT

Un comportamento inadeguato, come per esempio: • passare dalla scrivania direttamente al percorso fitness, • allenarsi senza un aver fatto una fase di riscaldamento, • sforzi eccessivi ed incuranza delle misure di sicurezza, può ben presto porre fine ai buoni propositi e causare una lesione in tempo record. In questo modo, lo sport praticato nel tempo libero diviene ogni volta un potenziale rischio per la salute.

Le statistiche

Annualmente in Svizzera su 40’000 sportivi si verificano:

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LA PREVENZIONE Il check up e la visita medico-sportiva

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L’alimentazione

Gli sportivi dovrebbero seguire un’alimentazione equilibrata, accompagnata da un generoso apporto di liquidi. Uno sportivo che si allena 3-4 volte alla settimana consuma circa 2’000 calorie in più, che dovrebbero essere fornite da un regime equilibrato, costituito da: • patate, • frutta, • prodotti integrali, • verdura, • carne magra, • derivati del latte magro. Ricordarsi che l’ultimo pasto prima di un allenamento o di una gara va con‑ sumato 3 ore prima dello sforzo. L’organismo sotto sforzo ha bisogno di molti liquidi, sostanze minerali e vitami‑ ne: inoltre, negli sforzi estremi di resistenza occorre rispettare un sufficiente ap‑ porto di elettroliti, nutrienti, vitamine e minerali. La carenza di liquidi può causare: • vertigini, • disturbi circolatori, • crampi muscolari. In casi d’emergenza, le condizioni di deficit dovrebbero essere riequilibra‑ te con i rispettivi integratori nutrizionali, in particolare il magnesio, che pro‑ tegge dai crampi muscolari.

L’equipaggiamento

Qualsiasi tipo di materiale sportivo, dalla mountain bike, ai pattini inline fino al giubbotto per l’aquafit, svolge il suo scopo nel migliore dei modi ed è più sicuro se funziona in maniera impeccabile. Pertanto, occorre sottoporlo regolarmen‑ te a manutenzione. L’equipaggiamento deve anche essere adatto al tipo di sport che s’intende praticare: • scarpe — Ogni sport richiede la sua scarpa specifica, così come ogni terre‑

CAUSE: TOP 10 1) Allenamento insufficiente (deficit di condizione fisica). 2) Tecnica errata. 3) Riscaldamento insufficiente. 4) Infrazione di regole o mancanza di disciplina. 5) Eccessiva stanchezza (riposo insufficiente). 6) Sforzi eccessivi. 7) Infezioni (malessere fisico). 8) Convalescenza da lesioni troppo breve. 9) Equipaggiamento carente. 10) Fattori ambientali quali umidità, freddo, ecc. — In questi casi oc‑ corre un abbigliamento specifico. no un adeguato profilo delle suole. Ad esempio, durante la corsa, una calzatura adatta consente uno svolgimen‑ to corretto del passo, attenua, stabilizza ed eventualmente corregge delle malposizioni. Inoltre, le dita devono avere spazio a sufficienza e le scarpe che arrivano oltre il malleolo proteggono anche dalle lesioni all’articolazione ti‑ biotarsica. Ricordarsi di sostituire per tempo le scarpe consumate. Bisogna anche prestare attenzione alla scelta delle calze perché, se troppo spesse, possono causare vesciche soprattutto quando si suda o ci si bagna i piedi.

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MEDICINA — Traumi

• Intensità — Va incrementata lentamente, non richiedendo all’organismo delle prestazioni eccezionali in breve tempo, evitando così di sottoporre ad un eccessivo sforzo alcune parti corporee.

• Attrezzatura — Adattare il materiale alle proprie condizioni personali (pre‑ stazioni ed età), facendosi consigliare da una persona competente, per e‑ sempio al momento dell’acquisto della racchetta da tennis (e della relativa cordatura). In particolare nel tennis, nello squash o nel badminton conviene preferire delle racchette “salva-articolazioni” (incordatura e palline). Quando viene consigliato un equipaggiamento di sicurezza, questo va sem‑ pre indossato: le statistiche degli incidenti, la funzione di protezione imme‑ diata e, non da ultimo, il buon senso dovrebbero spingere le persone a non trascurare l’equipaggiamento di protezione personale. • Abbigliamento — La tenuta sportiva è funzionale, resistente agli strappi, leggera, si adatta alle forme anatomiche, permette la traspirazione (permea‑ bilità al sudore) regolando il bilancio termico dell’organismo, non stringe. Usare sempre un abbigliamento adeguato alle condizioni meteorologiche, grazie al quale è possibile contrastare vento, pioggia e calore. • Protezione della pelle — Proteggersi dai raggi del sole. Inoltre, mantenere lo stato protettivo della cute, scegliendo dei prodotti per la doccia liporesti‑ tuenti. Ma anche il miglior materiale serve solo se il proprio comportamento viene ade‑ guato alle specificità esterne o al terreno, e se la tecnica richiesta non è troppo elevata per il livello personale.

• Preparazione accurata e progressiva — Non pensare subi‑  to alle prestazioni.

L’allenamento

ALLENAMENTO: CONSIGLI UTILI • Condizioni di salute — Niente sport in caso di semplice ma‑  lessere, influenza o febbre. • Bere — Se lo sforzo dura più di 1 ora bere regolarmente,  prima di aver sete, perché la sensazione si manifesta sem‑ pre in ritardo. • Limiti personali — Tenerne conto, sforzandosi comunque, ma senza pretendere troppo.

• Miglioramenti — Si notano sempre solo dopo 2 sessioni. Perciò, pensare anche alla rigenerazione (dormire a suffi‑ cienza, bere molto e seguire un’alimentazione equilibrata). • Condizioni meteorologiche e temperature esterne — Ade‑  guare l’attività, in caso di temperature elevate (calore) o for‑ te umidità, perché favoriscono una maggior perdita di liqui‑  di. • Altitudine — Prestare particolare attenzione se si superano  i 2’000 m (per gli Over 60 già oltre i 1’600 m). • Intervalli di riposo — Inserirne a sufficienza tra le varie ses‑  sioni. • Variare — Il più possibile a livello di forza, resistenza, coordi‑  nazione, … • Riscaldamento e defaticamento —Riguardano ogni sport. • Tecnica specifica — Acquisire un buon livello tecnico della disciplina che si pratica. • Equipaggiamento (vestiti, scarpe e attrezzatura) — Uno buono può proteggere dai disturbi da sovraccarico.

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Quelli con l’arcobaleno

Quando si inizia la pratica di uno sport, l’organismo ha bisogno di tempo per po‑ tersi abituare al nuovo tipo di sforzo: per questo motivo, non bisogna quindi ec‑ cedere le prime volte. Piuttosto, cominciare ad allenarsi per un tempo infe‑ riore, ma per più volte: infatti, spesso la circolazione si è già adattata alla nuo‑ va condizione, mentre risultano in ritardo ossa, muscoli e legamenti.

Lo stretching

Il termine deriva dall’inglese e lo si può tradurre con “allungare” o “stirare”: è un metodo che accompagna l’allenamento per migliorare la mobilità e fa‑ vorire la rigenerazione dopo l’attività. Ma neppure lo stretching può offrire una reale protezione dalle lesioni, sebbene costituisca uno stimolo alla cre‑ scita dei tendini e ne migliori la resistenza. Lo stretching dovrebbe quindi es‑ sere svolto da tutti coloro che intendono fare dell’attività sportiva: inoltre, la tec‑ nica non dipende dalla mobilità preesistente. I muscoli reagiscono in modo differente a sforzi eccessivi, troppo ridotti o monotoni: alcuni tendono ad accorciarsi e quindi a perdere estensibilità, altri ad indebolirsi e a perdere forza. Questo fenomeno porta ad uno squilibrio muscolare chiamato “dysbalance”. Lo stretching va quindi fatto sia in fase di riscaldamento, per allungare e rafforzare (esercizi dinamici), che di defaticamento (esercizi statici): in questa fase, i muscoli fortemente sollecitati ten‑ dono a contrarsi ed accorciarsi e lo stretching avrà un effetto rilassante, favo‑ rendo la rigenerazione. In sintesi, con lo stretching si:


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STRETCHING: BUONO A SAPERSI • Se l’apparato locomotore ha raggiunto la “temperatura d’esercizio” l’effetto di stiramento è più pronunciato — Per questo motivo, nella fase di riscaldamento è importante riscaldare adeguatamente la muscolatura, per esempio facendo jogging o saltellando. • Stirando i muscoli assumere una posizione comoda per evitare crampi — Quando si raggiunge la posizione di massimo allungamento, espirare sempre. • Stirare per 10-30 secondi senza provare dolore. • Lo stretching non è una gara — Evitare allungamenti eccessivi o forzati perché sono dolorosi. • Dedicare lo stesso tempo agli esercizi di stiramento del lato destro e di quello sinistro del corpo, anche se un lato risponde meglio. • Dopo ogni stiramento, tornare lentamente alla posizione di partenza. • Evitare lo stretching troppo intenso in caso di stanchezza. • Non fare esercizi di stiramento frenetici o forzati a freddo — Si evitano così lesioni a muscoli e tendini. • Attenzione: solo in determinati casi, come nello stretching dinamico, si possono fare delle oscillazioni. • prevengono e trattano gli accorciamenti muscolari, • favorisce il rilassamento e la rigenerazione, • migliora la mobilità. Oltre alla componente fisica lo stretching ne ha anche una psichica: infatti, calma e rilassa e, di conseguenza, ha un effetto positivo non solo sulle prestazioni, ma anche nella vita quotidiana. Gli esercizi di stiramento e di rafforza‑ mento sono perciò adatti per prevenire danni e disturbi da sovraccarico.

Il riscaldamento (warm up)

Prima di ogni attività sportiva è indispensabile una fase di riscaldamento (warm up) generale: un corpo ben riscaldato è più efficiente e soprattutto meno

soggetto a traumi. Si distinguono 2 tipologie: • generale — Indipendente dal tipo di sport che si pratica, serve a preparare l’apparato locomotore, il cuore e la circolazione all’imminente sollecitazione. Di solito si concretizza in una corsa leggera, nel saltellare e saltare. Ha un’in‑ tensità medio-bassa e dura 5-10 minuti. • Specifico — Tiene invece conto dei movimenti tipici della specialità sportiva praticata, imitandoli con intensità crescente. Spesso comprende degli esercizi di stretching dinamico. Termina con brevi sprint, salti e movimenti specifici dello sport a piena intensità. Questa fase di riscaldamento dura circa 10-20 minuti.

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MEDICINA — Traumi

Le regole del warm up sono: • aumentare lentamente e progressivamente l’intensità dello sforzo. • Scegliere un’intensità tale da poter ancora chiacchierare con i compa‑ gni — La sensazione soggettiva di sforzo dev’essere leggera o moderata. • Proporsi un impegno che sia efficace — Preparandosi così anche psico‑ logicamente all’allenamento/gara. • Il riscaldamento passivo — Mediante l’applicazione di prodotti per il mas‑ saggio che riscaldano, o di creme per sportivi che sciolgono i muscoli, si au‑ menta l’effetto del warm up attivo ma non lo si può sostituire.

I SEGNALI D’ALLARME Quando si fanno degli sforzi fisici occorre prestare attenzione  ai seguenti segnali d’allarme: • dispnea (affanno), • vertigini e malessere, • dolori al petto e sensazione di oppressione, • battito del cuore molto rapido o polso irregolare.

Il defaticamento (cool down)

Dopo una sollecitazione fisica intensa, che sia un allenamento o una gara, non si deve semplicemente “staccare”, ma il corpo va riportato gradualmen‑ te allo stato di riposo. Un defaticamento (cool down) in scioltezza, senza sforzo ed associato ad e‑ sercizi mirati e leggeri di stretching favorisce ed accelera i processi di rige‑ nerazione e recupero, importantissimi per l’efficacia dell’allenamento. Il defaticamento o recupero attivo ha la stessa importanza del riscaldamento effettuato prima dello sforzo. Le regole a cui bisogna prestare attenzione sono: • riabituare gradualmente il corpo all’attività normale. • Riportare progressivamente il polso a circa 80-100 battiti al minuto. • Sciogliere e stirare leggermente i gruppi di muscoli contratti dallo sfor‑ zo. • Bere abbondantemente, reintegrando i liquidi persi. • Solo dopo aver eseguito i punti precedenti, passare all’igiene personale (doccia, sauna, …). • Riempire i depositi d’energia — Nelle prime ore successive allo sforzo, il muscolo assorbe particolarmente bene i carboidrati (zuccheri).

FAVORIRE IL RECUPERO

Dopo un allenamento si deve pensare già al successivo. Oltre alle regole precedentemente menzionate, occorre prestare attenzione anche al recu‑ pero: • Doccia e igiene personale — L’alternanza di acqua calda e fredda aumen‑ ta la circolazione sanguigna, contribuendo notevolmente al recupero. Termi‑ nare sempre con un getto freddo. L’uso regolare di saponi e prodotti cosmetici per la doccia rimuove il naturale strato protettivo acido della pelle, favorendo la penetrazione di germi pato‑ geni. Di conseguenza, è consigliato adoperare preferibilmente emulsioni e saponi neutri. • Massaggi — Quelli defaticanti sono particolarmente efficaci se associati all’utilizzo del calore, sotto forma di bagni o aria calda. È sconsigliato sottoporsi ad un massaggio intenso subito dopo un’attività sportiva che ha richiesto grossi sforzi. I massaggi sono anche da evitare in presenza di lesioni muscolari recenti di qualsiasi genere, di pelle lesa da e‑ scoriazioni, screpolature o ferite, di infiammazioni delle vene o di malattie della pelle. • Sauna — Se fatta regolarmente, cioè 1-2 volte alla settimana, durante la fa‑ se di allenamento migliora la circolazione sanguigna e rafforza il sistema im‑ munitario. Da evitare invece dopo allenamenti/gare intensi, perché un’ulteriore perdita di liquidi ostacolerebbe la rigenerazione. • Sonno — È senz’altro la forma di rigenerazione più importante. Dormendo, l’organismo trasforma il duro lavoro compiuto nell’allenamento in un bene‑ ficio in termini di efficienza. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che gli sportivi che non4dormono a sufficienza hanno prestazioni buone.1 La NEWPRINT PUBB COL 190x45 23-08-2005 8:28 meno Pagina durata ottimale del sonno varia molto da una persona all’altra, ma chi fa

In tutti questi casi bisogna cessare subito lo sforzo e consul‑  tare un medico. La ripresa dell’attività fisica avverrà quindi so‑  lo dopo l’accertamento e l’eventuale trattamento. sport ha bisogno in media di 8 ore per notte.

Traumi e disturbi da sport

Si distinguono: • lesioni acute, • disturbi da sovraccarico, che, se trattati in maniera inappropriata, possono diventare dei disturbi cronici.

I traumi acuti

Le loro caratteristiche: • si verificano improvvisamente (incidente); • sono causati da un infortunio; • dolori immediati, ben localizzati e acuti; • sintomatologia classica (ematoma, tumefazione, arrossamento, dolore e limitazione/perdita della funzione). Rotture di legamenti, contusioni, strappi, distorsioni (come quella dell’articola‑ zione del piede o di quella tibiotarsica) sono tutti esempi di questa tipologia di traumi.

Il danno/la sindrome da sovraccarico

I disturbi da sovraccarico nascono da uno squilibrio tra la tolleranza al carico e uno sforzo prolungato per un certo tempo, vale a dire che si verificano quando, a causa di un carico massimale, si sommano diverse lesioni mini‑ me del tessuto interessato che, a un certo punto, non possono più essere compensate. I disturbi da sovraccarico si caratterizzano per: • dolori diffusi e sordi, che aumentano a poco a poco — In principio il dolo‑ re si manifesta soltanto durante l’attività, successivamente anche a riposo. • Comparsa dei dolori in correlazione al carico. • Essere causati da un infortunio non ben definito. • Essere riconducibili a un carico monolaterale, oppure al sovraccarico di alcuni gruppi muscolari. Come esempi possono essere menzionati la tendinite del tendine d’Achille, lo sperone calcaneare, la frattura da fatica, il gomito del tennista e il ginocchio del corridore, indurimenti muscolari e periostiti (infiammazioni della membrana che avvolge l’osso).

I disturbi cronici

Come è stato detto in precedenza, se i dolori e i disturbi durano parecchie settimane si parla di decorso cronico:

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Principi generali di trattamento

Lo scopo del trattamento di qualsiasi lesione da sport deve essere la completa guarigione. Un trattamento immediato ed adeguato può favorire il decorso della guarigione e limitare, per quanto possibile, il danno, costituendo il pri‑ mo passo di un’efficace riabilitazione.

I traumi acuti

Proseguire l’attività sotto l’effetto di analgesici può causare un danno irre‑ parabile. Pertanto, continuare l’allenamento nonostante il dolore (da evitare as‑ solutamente), così come una ripresa troppo precoce dell’allenamento dopo u‑ na lesione da sport, determina una guarigione inadeguata con insufficiente for‑ mazione di cicatrici: inoltre, la resistenza allo sforzo diminuisce e nei casi estre‑ mi si può arrivare alla disabilità sportiva. Il primo e più importante trattamento per qualsiasi trauma acuto può essere fatto subito dallo stesso infortunato, in base alla regola del primo soccorso “Rest, Ice, Compression and Elevation (RICE)”: • Rest (riposo) — Cessare subito lo sforzo, evitare qualsiasi movimento ed immobilizzare la parte interessata. In questo modo si stabilizza l’emorragia causata dal trauma. Evitare di massaggiare la lesione in atto per non aggravarla. • Ice (ghiaccio) — Refrigerare è la misura immediata più importante. La cir‑ colazione sanguigna locale viene ridotta, contrastando la tumefazione, cioè la formazione di un ematoma. L’azione del freddo comporta anche una netta diminuzione del dolore e della reazione infiammatoria. Utilizzare dei cubetti di ghiaccio o una confezione surgelata di piselli in un panno. Sono particolarmente adatti anche i Cool-Packs, buste contenenti sostanze plastiche deformabili in un astuccio protettivo, che possono essere messe nel freezer, o uno spray/una compressa raffreddanti, analgesici, da tenere sempre pronti nella sacca da sport. In mancanza di ghiaccio, si posso‑ no adoperare anche acqua fredda corrente, acqua gelata in un sacchetto di plastica o impacchi freddi, sebbene l’effetto sia minore. Attenzione a non adoperare mai il freddo in caso di ferite aperte. Evitare an‑ che il contatto diretto del ghiaccio o degli spray refrigeranti con la pelle (pe‑ ricolo di congelamento) o il ricorso ad un trattamento a base di calore che causerebbe una dilatazione dei vasi sanguigni e darebbe origine a nuovi san‑ guinamenti. La procedura indica di refrigerare la sede della lesione per 24 ore, con pause di 10 minuti ogni ora. • Compression (compressione) — Subito dopo la refrigerazione, si dovrebbe applicare un bendaggio compressivo per arrestare il sanguinamento nel tes‑ suto e minimizzare il gonfiore e l’ematoma. Con l’ausilio di una benda elastica della larghezza di 6-8 cm, si applica una compressa di garza imbevuta di acqua fredda o trattata con uno spray refri‑ gerante. Non dovrebbe essere tanto stretta da interrompere la circolazione del sangue. Dopo mezz’ora, la compressa può essere brevemente allentata per consentire la circolazione normale nella parte lesa. Successivamente, re‑

frigerare di nuovo e riapplicare la compressa di garza. • Elevation (elevazione) — La parte lesa va disposta con cautela in una posi‑ zione rialzata e comoda, tale da ritrovarsi più in alto rispetto al cuore, in mo‑ do che sia facilitato il reflusso del sangue dalla regione interessata al cuo‑ re e anche la riduzione del gonfiore. Di regola, gli ematomi sono innocui e dopo alcuni giorni scompaiono da soli. Tuttavia, se localizzati nel cranio o nella cavità oculare possono essere pe‑ ricolosi. Un particolare rischio sussiste anche per le persone che assumono medicamenti anticoagulanti e che si feriscono. In questo caso, i farmaci im‑ pediscono la coagulazione e si possono verificare sanguinamenti estesi.

I disturbi da sovraccarico e i dolori cronici

• Cercare la causa (sovraccarico, sollecitazioni sbagliate, allenamento) — Consultarsi con l’allenatore e il proprio medico. • Eliminare la causa (pausa nell’attività sportiva, attività sostitutive, tera‑ pia specifica). • Coadiuvare la guarigione in diversi modi (rigenerazione, sauna, frizioni, alimentazione, …).

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BELLEZZA — Capelli

CAPELLI: COME PROTEGGERLI E NON ROVINARLI Se si pensa ad abbronzarsi, le prime cose che vengono in mente sono le creme solari. Spf 10, 20, 50. Creme viso, creme corpo, burro di cacao, doposole… Spesso tendiamo a dimenticarci di proteggere anche i capelli dal sole: è facile rendersi conto che anche loro, anzi soprattutto loro, sono continuamente esposti ai raggi solari. La redazione

PRIMA DI PARTIRE Gli antiossidanti e le proteine

Un mese prima di esporsi al sole, fare il pieno di carotenoidi e altri antiossidanti in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi. Da assumere per bocca al mattino durante la colazione, poiché vengono assorbiti meglio. Le proteine utili per la bellezza dei capelli sono: • la taurina, • la fenilalanina, • la cheratina, • il triptofano, • gli amminoacidi, che costituiscono lo strato esterno del fusto, proteggendolo dalle aggressioni ambientali, presenti negli integratori specifici per capelli.

Dal parrucchiere sì, ma con criterio

Andare dal parrucchiere è un’ottima soluzione se si ha: • una chioma indomabile, • bisogno di tinta, colpi di sole o decolorazioni. Ma bisogna ricordarsi che soprattutto queste ultime, utilizzando trattamenti chi‑ mici, rendono i capelli più vulnerabili agli effetti negativi dei raggi solari. Di conseguenza, è meglio quindi rimandare questi trattamenti al rientro dalle ferie:

Vivere luglio/agosto 2012

anche la chioma ha bisogno di riposare!

Prendere il sole, proteggendo i capelli

Come la pelle, pure i capelli hanno bisogno di uno schermo che li protegga dai raggi solari. In commercio esistono moltissimi prodotti specifici, sotto forma di oli, gel/fluidi e spray, da applicare (su tutta la lunghezza, evitando il cuoio capelluto) ancor prima di recarsi in spiaggia, che creano una sorta di guaina protettiva impermeabile alla salsedine od al cloro delle piscine: essa avvolge il fusto del capello, proteggendolo dagli ultravioletti e preservandone colore, idratazione, forza, morbidezza e luminosità. Questa tipo‑ logia di prodotti contiene, infatti, filtri UV, vitamine ed estratti vegetali emol‑ lienti e idratanti, come il pantenolo. Meglio evitare i prodotti profumati che potrebbero scatenare fenomeni d’interazione con i raggi solari, con il rischio di fotosensibilizzazioni.

Usare un cappello: fashion e protezione allo stesso tempo

Un altro metodo per proteggere i capelli dal sole e, allo stesso tempo, essere all’ultima moda, è indossare un bel cappello, che scherma fino al 40% i rag‑ gi solari. Il cappello è l’accessorio che completa il look, attira lo sguardo degli altri, ri‑ vela il proprio stile e valorizza il portamento. L’unica cosa importante è sceglierlo in paglia o cotone perché lascerà respirare la cute e non creerà umidità, che è causa della formazione di radicali liberi che invecchiano i capel‑ li. Ce ne sono di tutti i tipi e colori: • Romantica — Il cappello di paglia, molto elegante, protegge la pelle e gli

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A

lcune piccole accortezze possono aiutare a mantenere una chioma morbida e luminosa, evitando così di tornare dalle ferie con i capelli ridotti come una scopa di saggina. Di seguito, ecco i consigli per sal‑ vaguardare la salute dei capelli e proteggerli da sole e salsedine.


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BELLEZZA — Capelli

COME SPAZZOLARLI? La spazzolatura fa bene ai capelli, perché questo movimento ripetuto permette di: • far arrivare gli oli naturali su tutta la capigliatura, nutrendola e dandole lucentezza; • stimolare la microcircolazione del cuoio capelluto; • eliminare le impurità; • dare più volume ai capelli. Si consiglia di spazzolarsi i capelli per 1 minuto tutti i giorni, mattina e sera. Cominciare sempre dalle punte, insistendo delicatamente per sciogliere i nodi, risalendo poi fino alla radice. Si evita così di rompere la fibra capillare e distruggere la luminosità dei capelli. Fatto ciò, a te‑ sta in giù, spazzolare i capelli dalla nuca alla fronte e poi dai lati verso il centro della testa. I gesti non devono essere troppo vigorosi o aggressivi. Si sconsiglia anche di spazzolarli quando sono ancora bagnati, perché più fragili. È importante anche spazzolare i capelli con la giusta spazzola: • Districare — Pettine a denti larghi. • Capelli lunghi — Per valorizzarli, usare una spazzola larga e piatta, fatta con peli di cinghiale o di maiale. • Tagli corti — Spazzola piccola e piatta. • Capelli ricci — Non hanno un buon rapporto con le spazzole. Per districare e ridefinire i riccioli, provarne una piccola e rotonda, oppure usare le dita. Tuttavia, esiste un pettine per i capelli ricci, di legno di faggio lubrificato e con i denti larghi, che non rompe la fibra capilla‑ re e riesce a districare anche i nodi più difficili. • Fare la riga, perfettamente diritta o a zig zag — Pettine a coda. Evitare assolutamente le spazzole di metallo, che rompono il capello e graffiano il cuoio capelluto, così come quelle di plastica, che strappano i capelli e producono elettricità statica. Le spazzole, come i pennelli per il trucco, vanno pulite con acqua e sa‑ pone 1 volta alla settimana. occhi dal sole. In vimini, intrecciato e a falda larga, sta bene con i capelli sciolti ed è il cappello che le donne chic indossano in vacanza, in riva al ma‑ re. Sempre glamour, si abbina al bikini o ad una tunica bianca. E se si vuole un look da vera star, non bisogna dimenticare un bel paio di occhialoni neri e degli orecchini a cerchio dorati. • Fashion — E se, al posto del cappello, un po’ troppo rigido, si optasse per qualcosa di molto femminile, come un bel foulard a fantasia? Bisognerebbe sceglierlo quadrato, preferibilmente di seta e non troppo grande, in modo da riuscire a legarlo facilmente. 2 modi per indossarlo? Stile pirata, annodato sul lato, o tipo fascia hippy chic. • Dandy chic — Il borsalino, simbolo del mistero, dello stile un po’ maschile, è perfetto con un tailleur 3 pezzi. Si consiglia di sceglierlo blu scuro oppure di paglia e d’indossarlo con jeans e t-shirt. Per uno stile trendy e rétro, metterlo sui capelli sciolti e indossare un vestito a fiori svolazzante. • Sport chic — Il berretto colorato non si mette solo per fare jogging o gioca‑ re a beach volley. Lo si può abbinare all’ultimo paio di scarpe da ginnastica, scegliendone uno colorato, originale e alla moda. Attenzione però a non e‑ sagerare, ostentandone uno con la marca troppo in vista. In conclusione, una piccola astuzia: i negozi vintage sono una miniera d’oro per i cappelli, così come i mercatini dell’usato, dove se ne trovano di belli e stilosi, a prezzi abbordabili.

Shampoo delicato contro i lavaggi frequenti

Ovviamente d’estate i lavaggi diventano più frequenti: andando al mare o in pi‑

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scina tutti i giorni, lo shampoo viene fatto più spesso e, se troppo aggressi‑ vo, rischia di indebolire il capello. Sceglierne sempre uno delicato o di quelli appositi che fanno parte delle li‑ nee di prodotti solari per capelli: infatti, contengono vitamine ed ingredienti idratanti che restituiscono nutrimento e li proteggono dalla disidratazione. Ricordarsi comunque di lavarli per eliminare dalla cute sudore, sebo, prodotti solari, sabbia, sale o residui di cloro.

Come farsi lo shampoo?

I capelli parlano della persona: devono essere sempre perfetti, puliti e ben petti‑ nati. Affinché brillino e respirino, bisogna quindi prendersene cura e seguire le seguenti fasi: • Fase 1: un tipo di shampoo per ogni capigliatura — Scegliere uno sham‑ poo adatto al proprio tipo di capelli (normali, grassi, secchi, sottili, ricci, colo‑ rati). I principi attivi presenti nella composizione della formula sono studiati per curare la fibra capillare. In caso di capelli molto secchi si può utilizzare una maschera come sham‑ poo. Va lasciata in posa per qualche minuto, in seguito massaggiare la testa sotto il getto d’acqua e, infine, sciacquare. • Fase 2: un lavaggio diverso per ogni capigliatura - Grassi — Sono il risultato di una produzione eccessiva di sebo e anche il cuoio capelluto ne risente, visto che appare irritato. Conviene quindi lavar‑ li abbastanza spesso ma delicatamente per curare il capello e rispettare il pH della cute. - Secchi — La produzione di sebo è insufficiente, le scaglie del capello troppo aperte e quindi la fibra capillare non è più liscia. Bisogna lavarli i‑ dratandoli e nutrendoli allo stesso tempo, per restituire loro morbidezza ed energia. - Sottili, ricci o colorati — Possono essere al contempo anche secchi, gras‑ si o normali. In particolare quelli colorati sono resi più fragili dalla tintura o dalle mèches fatti a ripetizione. Per mantenerli belli e in salute si consiglia di alternare uno shampoo/trat‑ tamento con un altro in funzione delle diverse esigenze. Ad esempio, uno speciale per capelli colorati con uno per capelli sottili o ricci. - Problema specifico (caduta, capelli troppo grassi o rovinati) — Com‑ prare uno shampoo specifico, preferibilmente in farmacia, e seguire i con‑ sigli del proprio dermatologo. • 3° tappa: le regole fondamentali - Lavare i capelli ma non troppo (durante la vita di tutti i giorni) — Da‑ to che spesso troppa igiene uccide le autodifese naturali. L’ideale è 2 volte alla settimana, qualunque sia il tipo di capello. - Non utilizzare mai troppo prodotto perché a lungo andare rovina il ca‑ pello. • 4° tappa: istruzioni per l’uso - Cominciare col bagnare i capelli sotto la doccia, o immergendo la te‑ sta nella vasca. - Mettere una noce di shampoo nel palmo della mano e applicarlo sui capelli. - Aggiungere un po’ d’acqua, far fare la schiuma e massaggiare — Per un benessere totale, insistere su alcuni punti, premendo con la punta delle dita, su entrambi i lati del cranio, la cima del capo e scendendo poi fino al‑ la nuca, per attivare la microcircolazione. - Sciacquare e rimettere una goccia di shampoo per lavare bene, una seconda volta. - Sciacquare nuovamente, abbondantemente — Prima con acqua calda, poi tiepida, per eliminare bene tutti i residui di shampoo. - Concludere con un getto d’acqua fredda — Per conferire brillantezza e forza ai capelli.

Nutrire i capelli dopo l’esposizione solare

Un’altra cosa importante per ridurre i danni del sole è utilizzare prodotti che restituiscano ai capelli la giusta idratazione e nutrimento, come collagene, aloe vera ed oli vegetali (mandorle, semi di lino, jojoba, oliva). Un’altra possibilità sono i prodotti a base di cheratina, che vanno a ricostituire le squa‑ me che costituiscono i capelli. In alternativa si possono usare i prodotti ap‑ positi: • balsami,


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Caduta dei capelli? Unghie fragili?

I RIMEDI NATURALI Si può tranquillamente abbondare, facendone 1 applicazio‑  ne alla settimana. Con tuorlo d’uovo, alle mandorle dolci, al miele, all’avocado, al burro di karité… Alcuni prodotti hanno degli effetti particolarmente benefi‑  ci: • olio d’oliva — Prima di andare a dormire, arrotolare i capel‑  li in un asciugamano con un impacco d’olio d’oliva. Al mat‑ tino avranno ritrovato forza e brillantezza. Da fare 1-2 volte  al mese. • Limone e aceto — Mescolarli con acqua tiepida e metterli sui capelli prima di fare lo shampoo. Lavarsi i capelli come al solito e massaggiare il cuoio capelluto per 2-3 minuti. Dopo averli sciacquati, applicare nuovamente la soluzio‑ ne, lasciar riposare e risciacquare il tutto un’ultima volta. I  capelli saranno di nuovo lisci e brillanti. • Lievito di birra in capsule — Da assumere come integra‑ tore alimentare per dare lucentezza ai capelli. • Olio d’argan — Nutre e rivitalizza i capelli spenti e secchi. Applicarlo su tutta la lunghezza prima dello shampoo, in‑  sistendo in particolar modo sulle punte. • maschere idratanti specifiche doposole, • spray con o senza risciacquo. In ogni caso, in estate bisogna bere più acqua perché i capelli, così come la pelle, tendono a seccarsi maggiormente con l’esposizione solare.

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Scegliere e usare il balsamo

Le aggressioni sono permanenti e i capelli ci rimettono, indebolendosi. Sole, inquinamento, stress, spazzola, tinture… rendono il balsamo un must per tutte le donne che vogliono prendersi cura dei capelli. Per altre, invece, questo prodotto conserva ancora un alone di mistero: troppo pesante, grasso, per applicarlo ci vuole troppo tempo… Quale tipologia di balsamo scegliere, dipende dalla natura del capello e soprattutto dal risultato che si desidera ottenere: • effetto volumizzante per i capelli sottili, • ricci perfetti, • effetto luce protettivo per i capelli colorati, • effetto luce per capelli devitalizzati… Tuttavia, c’è una costante: il balsamo serve prima di tutto ad idratare e facilitare il districamento, per capelli lisci e più morbidi. Se si hanno i capelli secchi, è comunque meglio usare creme o maschere, che sono più dense e nutrienti. La modalità d’uso dipende dallo stato di salute dei capelli: si raccomanda, quindi, di utilizzarlo 2-3 volte alla settimana durante la cura, per passare poi a 1 volta alla settimana. Bisogna usarlo dopo lo shampoo, in modo tale che la sua azione sia efficace e rapida: • tamponare i capelli dopo lo shampoo. • Applicare il balsamo sulla capigliatura e massaggiarla delicatamente con la punta delle dita — Questo piccolo massaggio provocherà un calo‑ re che accentuerà i benefici della cura. Se i capelli sono lunghi, applicare il prodotto dalle punte fino a metà del ca‑ pello, lasciando 3-4 cm di distanza dalle radici. Se invece sono corti, sarà sufficiente un’applicazione sulle punte. • Lasciar agire per almeno 3 minuti e risciacquare abbondantemente — I balsami hanno tendenza ad appesantire il capello.

ASCIUGARE I CAPELLI

• Asciugare bene i capelli con un asciugamano di spugna, spazzolarli/ pettinarli e strofinarli nuovamente con un altro asciugamano pulito ed

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Come agisce la biotina?

Nelle cellule delle radici dei capelli e delle unghie si forma la «cheratina», sostanza che rende unghie e capelli brillanti, solidi e forti. La biotina aiuta la divisione cellulare nelle radici dei capelli e delle unghie e ciò aumenta la formazione della cheratina. I vostri capelli e le vostre unghie ritroveranno vigore e bellezza.

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BELLEZZA — Capelli

SORVEGLIARE L’ALIMENTAZIONE I capelli vanno nutriti nel modo corretto durante l’estate, con un’alimentazione equilibrata, ricca di sostanze preziose per la loro salute e con un occhio di riguardo anche per la linea, che, in vista dell’imminente prova costume, deve essere impeccabile. I ca‑ pelli hanno una composizione ben precisa, costituita per circa l’80% di proteine specializzate, le cheratine, e di amminoacidi. Di  conseguenza, la dieta salva chioma ha come protagonisti: • le proteine e gli amminoacidi, come la cisteina, le metionina, l’arginina e la lisina; • la vitamina B — Vero toccasana per la produzione sebacea del bulbo pilifero; • la vitamina A — Grazie alla sua azione antiossidante, protegge i capelli dal processo d’invecchiamento; • I sali minerali, come il ferro, il rame e lo zinco, quest’ultimo favorisce la ricrescita. Via libera, quindi, agli alimenti ricchi di: • proteine e amminoacidi essenziali (carne bianca, pesce, latte, uova, soia e cereali); • vitamine del gruppo B (lievito di birra, legumi e verdure verdi, cereali, mandorle, noci, latticini); • vitamine del gruppo A (frutta, verdura di colore rosso e arancione); • sali minerali (cereali integrali, legumi, carne rossa, crostacei, latte, spinaci, pesce e molluschi); • zinco (lenticchie, tuorlo d’uovo, frutti di mare). asciutto. • Lasciarli asciugare naturalmente se sono ondulati o ricci — Evitare il phon che gonfia e dà troppo volume. • Usare un asciugacapelli a termostato se i capelli sono lisci o lunghi.

una volta a casa

Il periodo immediatamente successivo alle vacanze è molto delicato e bisogna continuare a curare la chioma in modo da tutelarla da problemi come sec‑

chezza ed increspature del capello. Di conseguenza, sì agli impacchi ricosti‑ tuenti, ai massaggi del cuoio capelluto e allo shampoo con prodotti non aggres‑ sivi. Da evitare permanenti, stiraggi e tinte. Si consiglia di andare dal proprio parrucchiere di fiducia e spuntare i capelli, per eliminare così le doppie punte, che si sono facilmente create a causa delle aggressioni di agenti esterni (sole, vento e sale). Se si opta anche per farsi applicare una maschera professionale ricostituente, la chioma apparirà morbida, lucente e forte. A Schtifti Foundation project

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Cosmetici Buonamici:

dal cuore e dall’anima della ToscaNA Per la prima volta in Svizzera cosmetici a base di purissimo olio extra vergine di oliva.

Gel doccia e bagno delicato

• Un’ideale carezza che deterge senza aggredire la pelle. • Studiato per detergere senza danneg‑ giare il naturale film idrolipidico della nostra pelle. • A base di foglie di Amamelide.

Scrub corpo delicato

Crema corpo nutriente

• Crema dotata di alto potere nu‑ triente ed idratante per ripristina‑ re l’equilibrio idrolipidico che, fin dalle prime applicazioni, risulterà morbida ed elastica. • Arricchita con olio di Jojoba e burro di Shorea per una azione sinergica.

• La preziosa formulazione a base di olio extravergine di o‑ liva e nocciolo di oliva maci‑ nato consente di esfoliare la pelle rendendola vitale e lu‑ minosa. • Con burro di Karité, ad azione emolliente e nutriente. • L’uso regolare almeno una volta alla settimana, aiuta la pelle a rimanere più tonica.

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ALIMENTAZIONE — Dieta

DIETA DEL MELONE: PERFETTA ANCHE PER L’ABBRONZATURA Il melone è il re della dieta estiva: davvero buonissimo, pieno di vitamine e sali minerali, ma so‑ prattutto perfetto per perdere qualche chiletto e per aiutare l’abbronzatura e l’idratazione. La redazione

LE PROPRIETÀ DEL MELONE

Nel melone troviamo tante sostanze preziose per il benessere e la linea. Innanzitutto l’acqua (90 g ogni 100 di melone) che aiuta a contrastare la sete e il caldo. Bere, lo abbiamo ripetuto tante volte, è importantissimo per conservare un buona salute, ma lo è ancora di più in estate, quando si suda molto, per mantenere costante la temperatura corporea. Se non si beve a sufficienza — almeno 1,5-2 l al giorno — o non si mangiano alimenti ricchi di acqua, come il melone appunto, si rischia di lasciare il no‑

Tintarella sicura con il betacarotene

Il vero punto di forza del melone, che rende questo frutto ancora più prezioso rispetto ad altri vegetali altrettanto ricchi di acqua e potassio, è il suo conte‑ nuto di betacarotene e vitamina C. Il betacarotene è un pigmento che l’organismo trasforma in vita‑ mina A e che si accumula nello strato adiposo del‑ la pelle, proteggendola dall’aggressione dei raggi ul‑

travioletti. Aiuta così a conservare più a lungo l’abbronzatura e a prevenire scottature ed eritemi solari, evitando il precoce invecchiamento dovu‑ to all’esposizione al sole. Inoltre, difende gli occhi dal rischio, immediato, di congiuntiviti e dai dan‑ ni alla cornea e alla retina, che compaiono a distan‑ za di anni, causati dalle radiazioni solari. Invece, la vitamina C — 200 g di melone ne forniscono 64 mg, poco più del fabbisogno giornaliero che è di 60 mg — interviene nella produzione del collagene e serve a mantenere la pelle, non solo quella del viso, tonica ed elastica.

IL MENÙ Colazione

––Frullato con melone (100 g), albicocche (100 g), pesca gialla (50 g), 2 cubetti di ghiaccio [75 cal] ––Fette biscottate integrali (20 g) [76 cal] ––1 cucchiaino di miele (5 g) 15 [cal]

Spuntini

• Mattutino — Yogurt magro alla frutta (125 g) 45 [cal] • Pomeridiano — Latte parzialmente scremato (150 ml) [69 cal]

1 FETTA HA In 100 g di melone con la polpa giallo-arancio ci sono: • 33 calorie • 90,1 g di acqua • 7,4 g di zuccheri • 0,7 g di fibre • 8 mg di sodio • 333 mg di potassio • 189 mcg di vit. A • 32 mg di vit. C

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C

on l’estate finalmente tornano a tavola i frutti più gustosi e colorati, tra cui il me‑ lone, un frutto decisamente versatile, che si può mettere nel nostro menù in diverse varianti. Ora che bisogna affrontare la prova costu‑ me, meglio ingegnarsi in una dieta fresca e gustosa.

stro corpo a secco. Con quali conseguenze? Pelle e labbra disidratate e grande stanchezza sono i primi segnali d’allarme, da non sottovalutare. E non biso‑ gna credere che basti bere quando se ne avverte la necessità: infatti, il senso di sete è controllato dall’ipotalamo — una ghiandola importante del cervello — che non è sempre preciso nell’avvisarci. Bisogna dunque imparare a fare rifornimento di liquidi anche quando si pensa di non a‑ verne la necessità. E se non si ha voglia di una bi‑ bita, puntare sul melone: i vantaggi saranno ancora più numerosi. Il melone è particolarmente ricco di potassio, un minerale che, insieme all’acqua, al cloro, al sodio e ad altri sali, viene perso dall’organismo con la sudorazione, ed è quindi importante cercare di re‑ integrarlo a tavola. Il potassio serve, per esempio, a regolarizzare la pressione sanguigna contra‑ stando l’eccessivo abbassamento causato dal cal‑ do. Inoltre, è utile per il buon funzionamento dei muscoli e del sistema nervoso, contenendo, di conseguenza, la stanchezza psicologica e fisica che molte donne accumulano prima della partenza per le vacanze. Infine, insieme all’acqua, stimola la diuresi, dando una mano ad eliminare scorie e tossine, a sgonfiarci e a contrastare la cellulite, che spesso si forma proprio a causa del ristagno di liquidi nei tessuti.


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FAMIGLIE A CONFRONTO Solo quelli gialli sono ricchi di betaca‑  rotene: • Cantalupo — Di forma sferica, a spic‑  chi pronunciati. Ha la buccia grossa, rugosa, e la polpa di un intenso co‑ lore giallo-arancio. • Retinato — La buccia, piuttosto sotti‑  le, è tutta cosparsa di un reticolo fit‑ tissimo. La forma è quasi sferica, la polpa di un bel giallo-arancio. • Liscio — Ha la buccia liscia, gli spic‑ chi appena pronunciati. La polpa è sempre di colore giallo-arancio. • Invernale — Ha forma ovoidale, la buccia rugosa, di colore verde scuro o giallo intenso. La polpa è chiara, perché è povera di betacarotene.

Condimenti

Ogni giorno si può contare su 3 cucchiaini d’olio d’o‑ liva (15 g, 135 cal) e su 2 di parmigiano grattugiato (10 g, 38 cal). Quando è specificato l’uso di olio o di parmigiano, bisogna sottrarli dal totale.

Giorno 1

• Pranzo ––Toast al prosciutto con 2 fette di pane (40 g), prosciutto cotto (20 g) e fontina (20 g) [272 cal] ––2 palline di gelato al melone (80 g) [114 cal] • Cena ––Spaghetti (50 g) ai pomodorini (70 g) e un po’ di origano [176 cal] ––Tagliata di manzo all’origano (100 g) [120 cal] ––Insalata verde mista (200 g) [35 cal] ––Sorbetto di melone e anguria ottenuto da 1 fetta di melone (100 g) e 1 di anguria (150 g), succo di limone (½) e ½ cucchiaio di vaniglia in polvere [80 cal]

Giorno 2

• Pranzo ––Prosciutto crudo magro (60 g) e melone (240 g)

[167 cal] ––Spremuta di pompelmo (200 ml) [52 cal] • Cena ––Gnocchi al pomodoro e basilico (200 g) [280 cal] ––Fiocchi di “cottage cheese” (100 g) [115 cal] ––Insalata di pomodori (200 g) [34 cal] ––Macedonia di melone e banane (200 g) [98 cal]

Giorno 3

• Pranzo ––Pizza alle verdure (200 g) [300 cal] ––Melone (240 g) [79 cal] • Cena ––Bucatini (50 g) ai peperoni (50 g) [180 cal] ––Filetti di nasello (50 g) in umido con pomodo‑ rini (60 g), olive nere (10 g), capperi (10 g), ¼ di bicchiere di vino bianco, 1 cucchiaino d’olio [150 cal] ––Insalata verde con cipollotti (200 g) [35 cal] ––2 palline di gelato di pesca e melone (80 g) [114 cal]

Giorno 4

• Pranzo ––Carpaccio di bresaola (100 g) [151 cal] ––Macedonia di frutta con melone (200 g) [84 cal] • Cena ––Pasta (50 g) con la ricotta (30 g) [215 cal] ––Frittata (2 uova) con spinaci (100 g), 1 cucchia‑ io di parmigiano e 1 cucchiaino d’olio [265 cal] ––Insalata di finocchi (200 g) [18 cal] ––Macedonia di melone e prugne (200 g) [75 cal]

Giorno 5

• Pranzo ––Insalata caprese con pomodori (150 g) e moz‑ zarella (100 g) [268 cal] ––Frullato di melone e fragole (200 g) [60 cal] • Cena ––Spaghetti (40 g) con le vongole (40 g) [160 cal] ––Melone (½, circa 400 g) con gamberetti lessati (70 g), succo di limone (½) e 1 cucchiaino d’o‑ lio [185 cal] ––Insalata verde (200 g) [35 cal] ––Dadini di melone (150 g) al vino bianco frizzan‑ te (100 ml) [120 cal]

Giorno 6

LA DIGESTIONE L’unico difetto del melone è che è difficile da digerire. Come l’anguria e i cetrioli — che appartengono alla stessa famiglia delle cucur‑ bitacee — può, a volte, complicare la digestione. Come rimediare? Per renderlo meno “indigesto”, basta aggiungere un pizzico di sale e di pepe o cercare di mangiarlo sempre da solo, come spuntino. Chi non ha problemi di stomaco, può provare il melone non soltanto accompagnato al prosciutto crudo o al salame, ma anche con formaggi duri e dal sapore deciso o piccante, come il pecorino stagionato, il parmigiano e il roquefort. Servito a temperatura ambiente, tagliato a dadini, è ottimo anche come contorno di carni, in particolare quella di maiale, e di pesci cotti in agrodolce. Non è invece indicato per la preparazione di primi piatti, perché è molto ricco di acqua e ha un sapore davvero troppo dolce. (20 g) e 2 cucchiaini d’olio [300 cal] ––2 palline di gelato di melone e pesca (80 g) [114 cal] • Cena ––Risotto (50 g) allo zafferano [180 cal] ––Petto di pollo (100 g) al limone (succo di 1 limo‑ ne), 1 cucchiaino d’olio e prezzemolo [100 cal] ––Insalata di zucchine (150 g) [16 cal] ––Melone al limone (150 g) [50 cal]

Giorno 7

• Pranzo ––Insalata di melone (320 g), grana (50 g), pomo‑ dorini a ciliegia (150 g), cipollotti (50 g), lattu‑ ga (150 g) e 2 cucchiaini d’olio [366 cal] ––Sorbetto di melone e anguria [80 cal] • Cena ––Pizza margherita (70 g) [190 cal] ––Insalata di lattuga e pomodori (200 g) [36 cal] ––1 bicchiere di birra (125 ml) [42 cal] ––2 palline di gelato al melone (80 g) [1140 cal]

• Pranzo ––Insalata riccia (150 g) con melone (320 g), cap‑ peri (20 g), emmental (30 g), prosciutto cotto

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ODONTOIATRIA — Campagna di profilassi dentale

I nostri dentisti. Da 125 anni.

PER UN MILIONE

DI SORRISI

I medici dentisti della Società Svizzera Odontoiatri (SSO) e della SSO sezione Ticino, tramite la loro Com‑ missione di informazione (CISI), hanno lanciato e sostenuto finanziariamente la campagna di profilassi dentale “Per un milione di sorrisi”: un milione di sottopiatti di carta per ricordare l’importanza di lavarsi i denti anche se si pranza fuori casa. Dr. med. dent. Giancarlo Bernasconi, membro SSO Ticino — STMD* Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)

D

a alcuni anni la diminuzione delle carie nei nostri giovani, come pure nel resto della popolazione, sembrava un fattore acquisito: recentemente si è purtroppo dovuto constatare una costante tendenza al peggioramento della situazione. Ciò riguarda principalmente quella categoria di persone che mangia spesso fuori casa: gli allievi che frequentano i ristoranti scolastici, gli operai che devo‑ no mangiare sul posto di lavoro, gli impiegati che pranzano alla mensa o al ri‑ storante con poco tempo a disposizione. In un gran numero di ristoranti e mense della Svizzera italiana sono stati distribuiti un milione di sottopiatti di carta con divertenti illustrazioni del no‑ to disegnatore di fumetti Buche unite a brevi didascalie per ricordare col sorriso l’importanza di spazzolare i denti anche quando si pranza fuori casa, mantenendo così un’ottima salute della bocca e, non da ultimo, risparmian‑ dosi dolori e costi per cure dentarie.

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VARIE — Animali domestici

LA FILARIOSI: BASTA UNA ZANZARA! La filariosi cardiopolmonare è una patologia che può colpire i cani e subdola, in quanto si manifesta clinicamente molto tempo dopo la penetrazione del parassita nell’organismo del nostro amico a 4 zampe. La redazione

I FATTORI DI RISCHIO

I fattori che condizionano la diffusione della filaria sono: • la densità delle zanzare; • il clima e l’ambiente — Habitat ideale per le zanzare sono le zone umide e paludose dove la temperatura anche in inverno non scende troppo sotto lo zero. • La presenza di ospiti definitivi.

L

a filariosi cardiopolmonare, ormai nomina‑ ta più sinteticamente “filaria”, è una malattia parassitaria causata da un verme nematode (Dirofilaria immitis): le sue larve microscopiche sono trasmesse al cane (o‑ spite definitivo) dalle zanzare (ospite intermedio), attraverso il loro pasto di sangue.

IL CICLO VITALE DELLA DIROFILARIA

Le zanzare sono degli insetti ematofagi, cioè si nutrono di sangue. In particolare, quelle della famiglia Culicidae, generi Culex, Aedes ed Anopheles, pungendo un animale infetto, ingeriscono col san‑ gue le microfilarie (larve di 1° stadio L1): all’in‑ terno del vettore biologico (zanzara), dopo circa 7 giorni, maturano in larve L2, per poi svilupparsi, do‑ po altri 6-7 giorni, in larve infettanti L3. A questo punto migrano nell’apparato buccale della zanzara, la quale, pungendo un nuovo ospite per ci‑ barsi del suo sangue, trasmette il parassita. Le larve, attraverso il sottocute dell’animale, migrano nei capillari, per trasformarsi, dopo circa 6-12 gior‑ ni, in larve L4: queste, per diverso tempo, migrano all’interno dell’ospite definitivo dove mutano, tra il 50° ed il 70° giorno, allo stadio adulto L5, per poi insediarsi, entro il 120° giorno, nel cuore e nelle arterie polmonari. A 6 mesi dalla penetrazione delle larve L3 nell’a‑ nimale, i parassiti diventano sessualmente maturi e cominciano a produrre le microfilarie. Do‑ po la fecondazione, la femmina vivipara — cioè che non deposita uova ma partorisce la prole — rilascia le microfilarie L1 in circolo, le quali, soprattutto nelle

Vivere luglio/agosto 2012

I sintomi

Come detto in precedenza, prima che i parassiti del‑ la filaria raggiungano la maturità sessuale e si inse‑ dino a livello cardiaco e delle arterie polmonari, pas‑ sano svariati mesi. Inoltre, prima che i parassiti a‑ dulti raggiungano un numero tale da provocare dei sintomi evidenti, trascorre un ulteriore lasso di tem‑ po. Dunque, quando il proprietario nota dei segni di malattia nel proprio animale, questo è stato in‑ festato già da parecchi mesi o anche anni. I cani colpiti da filaria solitamente vengono divisi in 4 classi sintomatiche, a seconda della gravi‑ tà dell’infestazione, che corrisponde al numero dei parassiti adulti presenti nelle arterie polmonari e nel cuore, quindi alla durata dell’invasione della filaria nell’animale. • Classe 1 (forma subclinica o lieve) — Il cane non ha modificazioni dello stato di salute, si pre‑ senta bene, non mostra segni e sintomi di malat‑ tia, ma agli esami di laboratorio risulta però po‑ sitivo al test di ricerca degli antigeni della filaria. In pratica, i parassiti sono presenti ma non pro‑ vocano ancora danni così grandi da compromet‑ tere la salute del cane. • Classe 2 (forma moderata) — I parassiti han‑ no raggiunto, all’interno delle arterie polmonari e del cuore destro (quella parte del cuore che rice‑ ve il sangue venoso e lo “pompa” ai polmoni), di‑ mensioni e numero tali da determinare sintomi quali affaticamento, tosse occasionale, scarso rendimento con dispnea (difficoltà respiratoria) sotto sforzo, possibili soffi cardiaci (alterazioni della funzionalità delle valvole cardiache) e pos‑ sibile perdita di peso. • Classe 3 (forma grave) — La filaria ha parassi‑

tato l’animale da così tanto tempo da aver rag‑ giunto dimensioni e numero tali da provocare numerosi danni al cuore e alle arterie polmonari. Scarsa condizione fisica (il cane si presenta an‑ che dimagrito), dispnea o tachipnea (aumento di frequenza del respiro), tosse, anemia, aumento di volume dell’addome, insufficienza cardiaca destra, epistassi (perdita di sangue dal naso), al‑ terazioni polmonari e fenomeni tromboembolici. • Classe 4 (sindrome della vena cava) — I pa‑ rassiti sono così grandi e numerosi da occupare non solo le arterie polmonari e il cuore destro, ma da risalire nell’atrio destro fino alla vena cava (grande vaso che porta sangue al cuore), ostru‑ endola e compromettendo gravemente la vita dell’animale.

LA Prevenzione

Per ridurre la possibilità che la zanzara venga in contatto col nostro animale si possono utilizzare sostanze repellenti e impiegare regolarmente degli insetticidi. Bisognerebbe inoltre tenere i cani in posti chiusi — soprattutto di notte quando cominciano ad es‑ serci le zanzare — e, se possibile, utilizzare delle zanzariere. Un altro metodo, più sicuro ed efficace, è quello di trattare costantemente l’animale con delle sostanze che non permettano lo sviluppo del paras‑ sita adulto. Non è una vaccinazione, bensì un trat‑ tamento contro le L3 e L4, per evitare che queste diventino adulte e provochino la malattia. Visto che la trasmissione del parassita è limitata ai mesi cal‑ di, in quanto le zanzare compaiono in primavera e scompaiono in autunno, il trattamento di prevenzione dovrebbe andare da aprile a novembre. La profilassi si può incominciare già in animali che abbiano un’età di 6-8 settimane. Esistono diversi prodotti che agiscono sugli stadi larvali in questione: • milbemicina ossima — Somministrata ogni 30 giorni per via orale, cominciando entro 1 mese dalla comparsa delle zanzare e terminando con l’ultima compressa entro 30 giorni dalla loro scomparsa. • Selamectina — Applicata mensilmente, in so‑ luzione spot on, sulla cute alla base del collo, con la prima applicazione entro 1 mese dalla com‑ parsa delle zanzare e l’ultima entro 1 mese dal‑ la loro scomparsa. • Moxidectina In soluzione spot on, da applicare almeno 1 mese

© FotoJagodka / shutterstock

ore notturne, si concentrano nella circolazione pe‑ riferica (vasi cutanei). Le zanzare, che iniziano a comparire proprio al crepuscolo, pungendo l’animale per cibarsi del suo sangue assumono le microfilarie (L1) e così il ciclo ricomincia.


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prima della prevista comparsa, poi mensilmente fino a 30 giorni dalla scomparsa. Sotto forma di compresse orali, che si iniziano a somministrare entro 1 mese dalla comparsa e si continua, con cadenza mensile, fino al mese suc‑ cessivo la scomparsa. In soluzione iniettabile che, una volta iniettata per via sottocutanea, entro 30 giorni dalla comparsa, ha un’efficacia che dura per tutta la stagione di rischio. • Ivermectina — Sotto forma di tavolette masti‑ cabili, si comincia a somministrarle, ogni 30 giorni, entro 1 mese dalla prima esposizione, per terminare con l’ultima dose entro 1 mese dall’ul‑ tima. Essendo sostanze che agiscono sugli stadi larvali precedenti a L5, la loro efficacia va fino al 50°-55° giorno dall’instaurarsi dell’infestazione.

LA TERAPIA

Dato che la filaria si manifesta clinicamente molto tempo dopo la penetrazione del parassita, è bene e‑ seguire — nei cani che non abbiano mai subito u‑ na profilassi, o in quelli che si sospetta siano stati “scoperti” per un certo tempo — un test per la ricerca degli antigeni della filaria. Questo esame, molto semplice e per niente invasivo o doloroso, si esegue dal veterinario ad un prezzo moderato. Nel caso venga diagnosticata la filariosi cardiopolmonare, dopo aver valutato lo stato di salute del cane si esegue la cosiddetta “terapia adulticida”, un trattamento che permette di uccidere i paras‑

siti adulti insediati nel cuore e nelle arterie pol‑ monari. Si ricorda che è estremamente importante la precocità con cui si diagnostica la patologia. Ad esempio, un cane appartenente alla Classe 1 avrà buone prospettive di guarigione; uno invece di Clas‑ se 4 sarà molto grave, tanto da dover intervenire chirurgicamente per rimuovere i parassiti, senza poi avere molte speranze che esso sopravviva.

L’EVOLUZIONE RECENTE

La popolazione dei vettori (zanzare) è aumentata numericamente, ma soprattutto è cambiata nella sua composizione: Aedes albopictus (zanzara tigre) è diventata oggi, assieme alla tradizionale Cu‑ lex pipiens, il vettore principale. Quest’ultima è atti‑ va nelle ore serali e notturne, mentre la zanzara tigre lo è di giorno. Di conseguenza, oggigiorno il rischio di trasmissione delle filarie copre tutte le 24 ore. Una volta che le microfilarie sono state assunte dal‑ la zanzara, devono attraversare 2 fasi di sviluppo per divenire in grado, tramite un nuovo pasto di sangue da parte della stessa zanzara, di trasmettere la ma‑ lattia. Questo periodo va da 8 a 20 giorni: a tempera‑ ture più elevate corrisponde un intervallo più breve. L’innalzamento delle temperature accorcia perciò i tempi di sviluppo ed aumenta quindi il numero dei cicli di trasmissione tra la primavera e l’autunno. Inoltre, il periodo di attività delle zanzare, e dunque il periodo in cui le filarie possono essere trasmesse, si prolunga sempre più, fino a comprendere i mesi autunnali, consigliando una prevenzione che arrivi fino a novembre.

Un numero elevato di cani resta ancora oggi non sottoposto ad alcuna prevenzione in merito. Que‑ sti soggetti costituiscono un “serbatoio”, mante‑ nendo sempre elevato il rischio d’infestazione. Un ulteriore aspetto registrato negli ultimi anni è l’al‑ largamento delle zone a rischio, conseguenza anche questa dell’aumento della popolazione delle zanzare e dei cambiamenti climatici. La fi‑ laria, tradizionalmente presente in tutta la Pianura Padana, nelle fasce pedemontane, in Toscana ed in Sardegna, si è recentemente estesa sia in direzione Nord, interessando il Canton Ticino, che a Sud, raggiungendo l’Umbria, l’Abruzzo, la Puglia e proba‑ bilmente già anche il Lazio. Anche in tutta la Spa‑ gna e nelle regioni centro-meridionali della Francia la prevenzione è vivamente consigliata. L’aumento della temperatura, l’estendersi delle monoculture agrarie e l’uso di pesticidi sempre più potenti, che hanno selezionato le specie più resistenti, hanno portato all’aumento delle popo‑ lazioni di zanzare e conseguentemente della diffu‑ sione della filaria. Negli ultimi 15 anni il continuo aumento della popolazione canina ha costituito un fattore deter‑ minante per l’incremento dell’incidenza della pa‑ tologia: questo perché il cane rappresenta il luogo dove il parassita può evolvere ad adulto e riprodursi. Inoltre, lo spostamento degli animali durante il periodo estivo ha facilitato l’introduzione del pro‑ blema anche in zone che fino a pochi anni fa erano indenni.

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