Vivere gennaio-febbraio 2013 (157)

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ivere V

gennaio/febbraio 2013 n. 157

gratis

a tempo pieno Medicina Raffreddore: vade retro!

Alimentazione Dieta del vapore

Varie

Exergames: videogiochi e fitness

BELLEZZA

Mani e labbra screpolate


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Farmaci originali e generici: cosa li distingue? — EDITORIALE

3

Care lettrici, cari lettori, I farmaci originali contengono un principio attivo (la sostanza che dà l’effetto terapeutico) soprattutto chimico e qualche volta biologico. Nel loro sviluppo seguono la via classica di ricerca — sviluppo — studi clinici — autorizzazione — commercializzazione. Questo processo dura da 10 a 12 anni e costa in genere più di un miliardo di franchi. La durata della protezione del brevetto è normalmente di una quindicina d’anni e permette alle ditte fabbricanti di recuperare le somme corrispondenti agli investimenti di ricerca — sviluppo e ottenere un guadagno sufficiente per finanziare nuove ricerche. I “generici” sono medicamenti di sostituzione che hanno lo stesso principio attivo, la stessa forma galenica (compresse, supposte, sciroppo, gocce ecc.), la stessa via di somministrazione (orale, nasale, rettale ecc.), la stessa posologia (dosi prescritte) e le stesse indicazioni del farmaco originale (gli eccipienti possono variare) ma costano molto meno. Non richiedono spese per la ricerca e lo sviluppo, salvo per la loro forma galenica. Anche i costosissimi studi clinici e i dati tossicologici sono inutili. Di conseguenza, l’investimento necessario per la loro commercializzazione è minimo rispetto ad un originale e l’insieme dei processi è molto più rapido. In contropartita, non c’è protezione del brevetto. Per essere ammessi nell’Elenco delle specialità a carico delle casse malati, tutti i farmaci (originali e generici) devono essere efficaci, adeguati ed economici. Secondo l’Ordinanza sull’assicurazione malattia (OAMal art. 65c), un generico è considerato economico se il suo prezzo è fino al 60% inferiore a quello dell’originale, a seconda dei volumi di vendita. I generici potrebbero ancora permettere importanti economie in Svizzera, senza perdita di qualità. Ma l’evoluzione è ancora troppo lenta. Per stimolarla occorrono pazienti ben informati, aperti ai generici, che hanno fiducia nei loro medici e che ascoltano le spiegazioni dei loro farmacisti.

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Repubblica e Cantone Ticino Dipartimento del territorio Sezione per la protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili


n. 157 gennaio/febbraio 2013

SOMMARIO MEDICINA

6

6

11

Raffreddore Vade retro!

Mirtolo

Raffreddore, tosse, naso chiuso?

SALUTE 12

Perdita della memoria

Segno precode dell’Alzheimer?

BELLEZZA

16

16

Mani e labbra screpolate

19

Nutrienti

Come combattere il freddo?

Bellezza dall’interno

ALIMENTAZIONE 20

Dieta del vapore

Ricarica e smaltisce i rotolini!

ODONTOIATRIA 22

Problema

Erosioni dentali

VARIE

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24

Exergames

I videogiochi bruciacalorie

PASSATEMPO

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26

Vivere

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HIGHLIGHTS 27 Finalmente online!

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La vetrina: gennaio-febbraio Find us on

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SIGLA EDITORIALE

COMITATO DI REDAZIONE

REDAZIONE

SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch

Mario Tanzi Presidente OFCT Dott. Giorgio Antognini già Presidente PharmaSuisse Ennio Balmelli Portavoce OFCT

M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile CRISTINA GEROSA Segretaria

Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.

TIPOGRAFIA NEWPRINT SA


6

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ISTA

MEDICINA — Raffreddore

-VIVERE.C La sezion H/NEWS/M e del nost EDICINA ro sito ded icata alle notizie su lla medic ina.

RAFFREDDORE: VADE RETRO! È sicuramente una delle patologie più comuni a livello mondiale: consiste in un’infiammazione acuta della mucosa nasale e faringea di origine virale ed è estremamente contagioso. La redazione necessario l’utilizzo di antibiotici, che sono controindicati nella cura delle pato‑ logie virali non complicate.

Modalità di contagio

Struttura superficiale di un Rhinovirus, causa del raffreddore.

I

l raffreddore è una comunissima infezione virale a carico della mucosa delle vie respiratorie superiori, vale a dire coinvolgente naso e gola, ben‑ ché possa estendersi sino alle vie aeree inferiori. Piuttosto spiacevole, ma fortunatamente di semplice risoluzione, anche se altamente contagioso, dato che può essere trasmesso sia da malati che da portatori sani.

I virus

Nell’insorgenza del raffreddore sono spesso implicati più virus tra gli oltre 200 potenzialmente in grado di provocare la malattia. Tra questi, i più comuni sono rappresentati da: • Rhinovirus (30-80% dei casi) (dal greco “rhin” = naso), • Coronavirus (10-15%), • virus influenzali appartenenti alla famiglia degli Orthomyxoviridae (5-15%), • virus parainfluenzali umani (1-3%), • virus respiratorio sinciziale, • Adenovirus, • Enterovirus, • Metapneumovirus. Spesso all’infezione virale se ne sovrappone, dopo qualche giorno, una bat‑ terica secondaria, che può complicare il raffreddore in tracheite, bronchite, otite, sinusite o broncopolmonite. Solo in questo caso può essere utile e

La forma più comune è quella diretta: starnuti, tosse e goccioline di saliva permettono il passaggio diretto dei virus, sotto forma di aerosol, da un organismo all’altro. Anche il dialogo può diventare causa di trasmissione di‑ retta, in quanto parlando possono essere espulse, involontariamente, piccole gocce di liquido salivare. I virus responsabili del raffreddore possono resistere per circa 3 ore nell’ambiente esterno: pertanto il contagio può avvenire anche in maniera indiret‑ ta, per esempio dando la mano o manipolando oggetti contaminati. Il picco di contagiosità si verifica nei primi 2-3 giorni di malattia, mentre al termine dell’affezione il rischio è molto basso. Le probabilità d’infezione sono direttamente proporzionali al tempo di esposizione agli agenti contaminanti. La gran parte di queste infezioni virali insorge nella stagione fredda, dall’au‑ tunno fino all’inizio della primavera; in generale si osservano 3 ondate infetti‑ all’anno: • in autunno, subito dopo la riapertura delle scuole, • a metà inverno, • in primavera.

Soggetti a rischio

Il rischio di contagio aumenta considerevolmente nei soggetti debilitati o am‑ malati, le cui difese immunitarie non sono in grado di proteggerli, come chi sof‑ fre di una patologia immunodepressiva, gli anziani e i bambini: in questi ultimi, il raffreddore si manifesta con più gravità e dura normalmente qualche giorno in più. Infine, qualsiasi forma di stress può diminuire la resistenza alle infezioni abbassando le difese immunitarie.

I fattori di rischio

Aumentano il rischio di contrarre il raffreddore: • clima freddo, • vento freddo, • correnti d’aria, • aria condizionata.

I sintomi

Si manifestano dopo 1-3 giorni dall’esposizione al virus. Generalmente il quadro sintomatologico è caratterizzato dai sintomi elencati nella tabella della pagina accanto, dove sono comparati con quelli dell’influenza stagionale.

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200 000 150 000

0

Stagione

In Svizzera, ogni anno si registrano tra 100 000 e 250 000 consultazioni mediche per sospetto d’influenza (10). Circa il 10 per cento dei pazienti ha 60 anni o più. Nel 5 per cento circa dei casi viene diagnosticata una polmonite; tra le persone anziane questa quota arriva quasi al 16 per cento (11). Ogni anno, le complicazioni da influenza causano circa 1000–5000 ospedalizzazioni. Anche in questo caso, la percentuale delle persone anziane è notevolmente più elevata. Per molti di loro, ciò significa di fatto la perdita definitiva della propria autonomia. Annualmente possono morire per influenza fino a 1500 persone; il 92 per cento dei decessi si verifica fra le persone anziane (11).

STATI INFLUENZALI?

9

Fortunatamente quelle gravi sono piuttosto rare e colpiscono per lo più l’orecchio, la trachea e i bronchi. Sporadicamente il raffreddore comporta eccessivi incrementi della temperatura corporea (> 38°C): in questi casi è lo‑ gico sospettare una forma influenzale.

LA PREVENZIONE

Vivere gennaio/febbraio 2013

Fonte: Sentinella

I costi annuali per il sistema sanitario svizzero ammontano, secondo modelli di calcolo scientifici, a circa 100 milioni di franchi. Se si includono tutti i costi che ricadono sulla società, quali ad esempio le assenze dal lavoro, ne consegue un danno all’economia del Paese di circa 300 milioni di franchi (12).

Le complicazioni

• Non usare gli stessi tovaglioli o posate di chi è colpito da raffreddore. • Girarsi e portare le mani o, meglio ancora, un fazzoletto alla bocca quando si starnutisce. • Lavarsi spesso le mani, specialmente prima di mangiare. • Cercare di tenere le mani lontano dal viso, in particolare dal naso e dalla bocca — I virus dell’influenza e dei raffreddamenti s’introducono nell’organismo attraverso gli occhi, il naso e la bocca. Toccando queste parti la maggior parte delle persone, e segnatamente i bambini, trasmet‑ tono questi germi alle persone sane. • Seguire un regime alimentare equilibrato, mangiando frutta e verdura — Infatti contengono delle molecole naturali, che chiameremo “fitos”, come ad esempio le vitamine, i caroteni. Questi ultimi contribuiscono a rinforzare le difese immunitarie. • Fare dell’esercizio fisico (sport o walking) regolarmente — Aiuta a sviluppare il sistema immunitario e ad essere più resistenti. In questo mo‑ do l’organismo lotterà più efficacemente contro virus e batteri. • Evitare lo stress, riposando e rilassandosi adeguatamente — Degli studi hanno dimostrato che rilassandosi si può attivare il sistema immuni‑ tario a richiesta. In effetti le interleuchine, molecole importanti nel sistema di difesa contro i virus dell’influenza e dei raffreddamenti, aumentano nel‑ la circolazione sanguigna, rafforzando così le nostre difese. • Dormire a sufficienza — Il riposo aumenta le difese immunitarie. • Evitare l’esposizione a intemperie e sbalzi di temperatura in genere. • Respirare dell’aria fresca — Può apparire paradossale, soprattutto ri‑ spetto al punto precedente, ma l’aria fresca permette di migliorare la resi‑ stenza al freddo. Soprattutto d’inverno, con il riscaldamento, l’organismo si trova vulnerabile quando è al freddo. • Aumentare il consumo di liquidi per rendere più fluido il muco infetto e favorirne l’eliminazione — L’acqua, anche sotto forma di succo di frutta, tisane e tè, pulisce l’organismo. Bere almeno 1,5 litri al giorno per‑ mette quindi, oltre la reidratazione, anche di eliminare gli agenti patogeni, dato che con l’acqua i germi vengono diluiti, favorendone una più rapida eliminazione. • Consumare alimenti probiotici per favorire l’equilibrio della flora batterica intestinale — È stato dimostrato che mangiare yogurt una volta al giorno può ridurre del 25% la probabilità di avere un raffreddamento o un raffreddore. Si pensa che i batteri in esso contenuti possano stimolare il si‑ stema immunitario. • Fare una sauna — I risultati delle ricerche non sono ancora molto chiari. Tuttavia si pensa che 2 saune alla settimana diminuiscano di metà la pro‑ babilità di contrarre il raffreddore o l’influenza. Una teoria sosterrebbe che

2011/12

50 000

2010/11

100 000 2009/10

Raffreddore causato da altri virus Fulminea * Graduale Frequente: da 37,7 °C fino a Rara: solo circa 0,5 °C più 40,0 °C * del normale Forte, frequente * Rara Forte, frequente Rara Frequente Rara Forte, frequente Leggero, raro Forte, frequente * Da leggera a moderata Forte Leggero Più frequente rispetto a un Molto leggera, di breve banale raffreddore, dura 2–3 durata settimane Forti, frequenti Da leggeri a moderati Occasionale Frequente Occasionali Frequenti Occasionale Frequente

250 000

2007/08

Influenza

300 000

2008/09

7

Numero di casi di sospetto d’influenza

2006/07

Insorgenza dei sintomi Febbre

La seguente tabella fornisce alcune indicazioni utili per la diagnosi (8):

sono pure i principali responsabili della sua trasmissione. Vista la loro giovane età, sono stati globalmente meno volte esposti all’influenza per cui hanno sviluppato solo una debole immu-nità parziale contro l’influenza. Per contro, in età scolare i bambini soffrono raramente di complicazioni gravi. Queste colpiscono piuttosto la popolazione più anziana e le persone con malattie croniche, nonché i lattanti e le donne incinte. In tutto il mondo muoiono ogni anno dalle 250 000 alle 500 000 persone per le conseguenze dell’influenza (9).

2005/06

Manifestazioni cliniche

più elevata.

2004/05

zioni, i sintomi scompaiono generalmente entro 3–7 giorni, anche se tosse e stanchezza possono protrarsi per più di due settimane.

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MEDICINA — Raffreddore

nella sauna s’inali dell’aria calda (più di 80°C), che ucciderebbe i virus. Per di più la sauna fa anche bene alla pelle. • Fumare meno o smettere — Fumando si paralizzano le ciglia del naso e di conseguenza sono trattenuti meno germi. Gli esperti pensano che fuma‑ re una sigaretta potrebbe paralizzare le ciglia per almeno 30-40 minuti. • Diminuire il consumo d’alcool — Un consumo importante distrugge il fe‑ gato che è uno dei principali organi di purificazione. Inoltre, l’alcool provoca una disidratazione del corpo, ciò che è contrario alla prevenzione e al trat‑ tamento dell’influenza. • Idratare la mucosa nasale — Usare ad esempio della soluzione fisiologica o collocare un umidificatore in camera da letto. Non esitare ad applicare una pomata nasale reidratante (diverse pomate nasali in vendita in far‑ macia). • Mangiare molti alimenti ricchi di vitamina C o prendere dei medicamenti o complementi alimentari ricchi di vitamina C o di zinco. • Fare delle inalazioni di vapore calde, con o senza oli essenziali.

LA TERAPIA

La guarigione completa avviene normalmente nel giro di 5-10 giorni, ma in alcuni casi può richiedere tempi più lunghi. Se i sintomi persistono per più di 2 settimane senza attenuarsi è bene considerare l’eventuale presenza di altre pa‑ tologie, come influenza, sinusiti o allergie. La molteplicità di agenti virali coinvolti ha impedito agli studiosi di sviluppare un vaccino efficace, al contrario di quanto è avvenuto per l’influenza. Dunque non esistono cure specifiche contro il raffreddore, anche se alcuni farmaci possono alleviarne i sintomi. Inoltre, se non ci sono complicazioni, gli antibiotici non si devono usare: non aiutano, dato che il raffreddore è una malattia virale, e possono rivelarsi addirittura potenzialmente dannosi, poiché distruggono la flora batterica intestinale, fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento dell’immunità e della capacità difensiva dell’organismo, anche in presenza di catarro e muco giallognolo.

I farmaci

Il raffreddore può scomparire anche senza assumere farmaci di alcun tipo, solitamente entro 7 giorni dalla manifestazione dei primissimi sintomi; ad ogni modo, è possibile somministrare alcuni principi attivi per controllarne i sin‑ tomi, qualora il quadro sintomatologico generale del paziente peggiorasse. Quando il malato affetto da raffreddore subisce anche un’aggressione batteri‑ ca — tipica del raffreddore associato a mal di gola — è possibile assumere farmaci antibiotici per allontanare l’agente patogeno. Di seguito sono riportate le classi di farmaci maggiormente impiegate nella tera‑ pia. Spetta poi al farmacista/medico scegliere il principio attivo più indica‑ to per il paziente, in base: • alla gravità della patologia, • allo stato di salute del malato, • alla sua risposta alla cura.

Per abbassare la febbre

Il paracetamolo o acetaminofene è il principio attivo per eccellenza. La sua somministrazione è utile per abbassare la febbre, sintomo che può accompa‑ gnare il raffreddore. La sua posologia è di 325-650 mg al dì ogni 4-6 ore, in

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alternativa, 1 grammo ogni 6-8 ore, ma può variare a seconda delle condizioni del paziente, dell’età e del peso. È possibile assumerlo anche per endovena — via di somministrazione piuttosto rara nel contesto del raffreddore: 1 grammo ogni 6 ore oppure 650 mg ogni 4, per adulti e adolescenti che pesano più di 50 chili. Se il paziente pesa di meno, somministrare 15 mg/kg ogni 6 ore o 12,5 mg/kg ogni 4.

Decongestionanti nasali

Sono farmaci da banco, vendibili senza prescrizione medica, formulati come compresse, spray nasale o sciroppo. Non utilizzare il prodotto troppo a lungo. I principali principi attivi sono: • oximetazolina cloridrato, soluzione 0,025-0,05% — Applicare 4-6 spruzzi in ogni narice 2 volte al dì per le soluzioni allo 0,025%, 2-3 appli‑ cazioni 2 volte al giorno per le soluzioni allo 0,05%. • Fenilefrina — Assumere 10-20 mg (1 compressa) di principio attivo per bocca ogni 4 ore. È disponibile anche sotto forma di sospensione orale, compresse da ma‑ sticare, cerotti e compresse effervescenti. • Pseudoefedrina — È probabilmente il principio attivo più utilizzato in tera‑ pia come decongestionante nasale nel contesto del raffreddore, ma non so‑ lo. È usato sia in associazione ad altri farmaci come, ad esempio, antista‑ minici e paracetamolo, sia in monoterapia. Iniziare il trattamento assumendo per via orale 30-60 mg ogni 4-6 ore, al bisogno. Continuare la cura assumendo 120 mg di principio attivo 2 volte al dì. Non superare i 240 mg al giorno.

Per contrastare la tosse

La tosse è un fenomeno ricorrente associato al raffreddore: se è forte, è possi‑ bile assumere mucolitici — fluidificanti del muco, in caso di tosse grassa con espettorato di consistenza particolarmente densa —, ed espettoranti, per facilitare l’emissione del catarro: • Guaifenesina (espettorante) — È piuttosto potente e, per questo motivo, si raccomanda di assumerne 200-400 mg per via orale ogni 4 ore, al bisogno. Non assumere oltre 2,4 grammi al dì. È disponibile anche associata a derivati cortisonici o sedativi della tosse (ad esempio l’idrocodone), formulata sotto forma di compresse o sciroppo. • Bromexina (mucolitico) — Spesso sotto forma di sciroppo. Si raccomanda, per gli adulti, di assumere 5-10 ml, 3 volte al giorno. Per i bambini, ri‑ durre la dose iniziale a 2,5-5 ml, 3 volte al giorno. • Erdosteina (espettorante) — Derivato dell’omocisteina, ad attività mucoli‑ tica ed antiossidante. Sotto forma di sciroppi o capsule, va assunta alla dose di 600 mg/die, equamente distribuiti in 2 somministrazioni, salvo ulteriore prescrizione medica.

Curare il mal di gola

Quando il raffreddore inizia con il mal di gola, è possibile che il danno sia stato esacerbato da un’aggressione batterica. In questo caso si raccomanda di iniziare un trattamento antibiotico, sempre e solo dopo l’accertamen‑ to dell’agente patogeno coinvolto, dato che la scelta dell’antibiotico dipende dalla tipologia a cui appartiene: • claritromicina — 1 compressa da 250-500 mg ogni 12 ore.


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MEDICINA — Raffreddore

LA VITAMINA C Discutibile il suo effetto benefico per la cura del raffreddore, nonostante alcuni studi ne abbiano osservato un effetto benefico-terapeutico nella prevenzione della patologia. Sebbene la medicina ufficiale sia convinta che l’acido ascorbico non produca alcun effetto benefico nella cura del raffreddore, diversi stu‑ di — oltre a testimonianze empiriche di moltissimi utilizzatori abitua‑ li — sottolineano l’efficacia di questa vitamina, purché assunta a dosi superiori ad 1 g al giorno. Si tratta quindi di quantitativi assai superiori al fabbisogno quotidiano di vitamina C, stimato in poco meno di 0,1 g: fortunatamente stiamo parlando di una vitamina idrosolubile, che come tale presenta limitati rischi da sovradosaggio. Può infatti causare disordini gastrointestinali come pirosi e diarrea. Alla dose di assunzione quotidiana di 2 g si colloca il cosiddetto Tolera‑ ble upper intake level (UL), cioè la massima dose di vitamina C che presumibilmente non crea problemi di tossicità in individui sani. Se a scopo terapeutico, i fautori di tale pratica consigliano di assumere fino a 2-8 grammi di vitamina C al giorno, mentre a scopo preventivo e per il benessere generale della persona molti esperti consigliano integra‑ zioni quotidiane di 180-1’000 mg per tutto il periodo invernale. In conclusione, si ribadisce che l’utilizzo della vitamina C ad alte dosi non è una pratica accettata dalla medicina ufficiale, che alla luce dei numerosi studi accumulati in questi anni continua a considerarla tutto sommato inefficace nella prevenzione del raffreddore, almeno nelle persone comuni: potrebbe essere d’aiuto per gli atleti e per tutti coloro che assumono scarsi quantitativi di vitamina C con la dieta. In caso di sospetta o accertata infezione da Haemophilus influenzae, assu‑ mere 500 mg di principio attivo. Protrarre la terapia per 10 giorni. • Amoxicillina — Quando la faringite batterica viene diagnosticata fin dai primi sintomi, iniziare con 250-500 mg di principio attivo per via orale, o‑ gni 8 ore, per 7-10 giorni, oppure 500-875 mg per bocca, 2 volte al dì. In caso di diagnosi tardiva, assumere questa penicillina alla posologia di 775 mg per bocca, 1 volta al dì, un’ora prima dei pasti, per 10 giorni. Particolarmente utile in caso di sovrinfezioni da streptococco piogene.

I RIMEDI NATURALI

Attingono sia dalla medicina popolare che da quella fitoterapica moderna. È risaputo, ad esempio, che il principio attivo dell’aspirina è molto simile a quello contenuto nella corteccia di salice comune, in cui sono racchiusi diversi composti, accomunati dalle medesime proprietà antinfiammatorie

ed antipiretiche, prevenendo eccessivi rialzi febbrili. Consapevoli degli effetti collaterali dei farmaci di sintesi, molte persone ri‑ cercano un aiuto nei rimedi naturali contro il raffreddore. La differenza tra gli estratti di corteccia di salice standardizzati in salicina e l’assunzione diretta di aspirina è insita nel concetto di fitocomplesso, in altre parole l’insieme delle mo‑ lecole direttamente estratte da una fonte vegetale, tra le quali il principio attivo caratterizzante, cioè l’agente accertato che determina l’effetto terapeutico. Nel‑ la fonte vegetale, l’azione del principio attivo non è tuttavia isolata, ma coadiu‑ vata da altre sostanze ad azione sinergica o modulatrice. Ne deriva che la som‑ ministrazione del rimedio naturale può determinare minori controindicazioni ri‑ spetto all’utilizzo del principio attivo isolato chimicamente, oltre a risultare più efficace nel lungo periodo. Non sorprende dunque che, mentre una dose effi‑ cace di aspirina contiene mediamente 500 mg di acido acetilsalicilico — corri‑ spondenti a 794 mg di salicina —, le dosi giornaliere raccomandate di estratti di salice contengono quantità di salicina notevolmente inferiori (60-120 mg), il che lascia presupporre la presenza di altri componenti attivi ad azione sinergi‑ ca e modulatrice. Anche la spirea olmaria è un rimedio naturale dotato delle medesime proprietà del salice comune, potenzialmente utili quando il raffreddore si accompagna ad un lieve episodio febbrile. Una categoria di rimedi naturali particolarmente ricercata è quella degli adatto‑ geni/immunostimolanti, capitanati dall’echinacea: la loro efficacia è stata stu‑ diata soprattutto in termini preventivi, comunque assai utili, se si considera che la medicina ufficiale non è ancora in grado di curare il raffreddore in sé, ma sol‑ tanto di alleviarne i sintomi. L’efedra ha proprietà decongestionanti, utili per contrastare l’iperemia nei vasi sanguigni delle vie aeree superiori, indotta dal processo infiammatorio. Infine, esistono anche rimedi naturali diaforetici, cioè capaci di indurre un au‑ mento della sudorazione: è il caso del sambuco e del tiglio.

LO ZINCO Utilizzato soprattutto a scopi terapeutici, mentre è meno dif‑ fusa l’abitudine di integrarlo per tutto l’anno. Maggiori sono anche i rischi in tal senso, dato che dosi eccessive per più di 2 settimane, possono causare anemia, nausea, vomito, diarrea e disgeusia, cioè distorsione o riduzione del gusto. Va assunto nelle primissime fasi — entro 24 ore dalla compar‑ sa dei sintomi —, come confetti da sciogliere lentamente in bocca oppure mediante appositi spray nasali, che possono tuttavia causare perdita di sensibilità olfattiva.

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La redazione

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a sua situazione non è certo invidiabile. Per non parlare del generale malessere che accompagna questi disturbi: sensazione di testa pesante, difficoltà respiratoria, tosse insistente. In presenza di infezioni delle vie aeree la mucosa s’infiamma, si gonfia e produce un muco denso che compromette il naturale meccani‑ smo di autopulizia delle mucose. Inoltre i depositi di muco costituiscono un terreno di coltura ideale per i batteri, che possono così diffondere l’infezione dai seni paranasali e dai bronchi ad altre zone. Il principale obiettivo terapeutico deve quindi es‑ sere la rimozione del muco denso dai bronchi e dai seni paranasali intasati. Se si riesce ad elimi‑ nare il muco in questo stadio iniziale si può impedire la diffusione dell’infezione dalle vie aeree superiori (naso) a quelle inferiori (bronchi) o viceversa. Ai pri‑ mi disturbi le raccomandiamo quindi di assumere

un medicamento efficace che lenisca i sintomi e ne impedisca il peggioramento. Il principio attivo naturale mirtolo, derivante dal mirto, dall’eucalipto e dalla scorza degli agrumi, ha proprietà antisettiche. Viene trasportato dal sangue fino alle più piccole ramificazioni dei bron‑ chi e ai seni paranasali: • ripulisce le vie aeree, • scioglie i depositi di muco e ne favorisce l’e‑ liminazione, • blocca l’infiammazione. Gli attacchi di tosse si riducono, le condizioni gene‑ rali migliorano sensibilmente e, ripristinando la ven‑ tilazione nei seni paranasali, la sensazione di testa pesante diminuisce notevolmente. Le auguriamo buona guarigione.

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SALUTE — Memoria

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LA perdita dELLA memoria: SEGNO PRECOCE DELL’ALZHEIMER? Un certo grado di smemoratezza è comunque normale con l’avanzare dell’età. La redazione

LE FASI

Una perdita della memoria significativa potrebbe es‑ sere un segno della malattia di Alzheimer precoce, noto anche come fase prodromica dell’Al‑ zheimer: in altre parole, è una condizione in cui si ha una perdita della memoria superiore a quella prevista durante il normale processo di invecchiamento, mentre la capacità di svolgere rego‑ larmente le proprie attività quotidiane non appare compromessa come nelle diagnosi concla‑ mate di demenza. Quest’ultima, che non è proprio una malattia ma un insieme di sintomi irreversibili che accompagnano una patologia come l’Alzheimer, consiste invece nella perdita di funzioni cerebrali al punto da interferire nella vita quotidiana. Include an‑ che cambiamenti della personalità, dell’umore e del comportamento. È pertanto estremamente importante rivolgersi ad un medico se si hanno delle perdite di memoria significative. I risultati di uno studio durato 14 anni e condotto in Francia hanno dimostrato che i sintomi misurabili dell’Alzheimer si manifesta‑

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vano ben 12 anni prima della sua diagnosi clinica. Inoltre, negli ultimi 2-3 anni della ricerca sono emerse differenze chiave nelle capacità dei parte‑ cipanti di svolgere le proprie attività quotidiane, tra cui l’uso del telefono, la guida, l’abilità di assumere i propri farmaci e l’occuparsi delle finanze. Le informazioni derivanti da questo studio e da altri simili sono molto importanti per i professionisti del settore sanitario, in quanto significano che potrebbe essere sufficiente svolgere semplici test per monito‑ rare la salute cognitiva degli anziani. Con l’avanzare dell’età, l’occasionale perdita della memoria non ha di solito un grande impatto sulla vita di tutti i giorni. Tuttavia, se peggiora gradualmente o inizia ad avere un impatto significa‑ tivo, è tempo di rivolgersi a un medico. In un recente sondaggio svolto negli Stati Uniti e in 4 nazioni europee, oltre l’85% dei soggetti partecipanti ha affermato che se avvertisse sintomi di confusione e perdita della memoria si recherebbe dal medico per determinare l’eventua‑ le correlazione con l’Alzheimer. Una percentuale ancora maggiore (circa il 94%) ha affermato che farebbe lo stesso se la persona con questi sintomi fosse un famigliare.

i sintomi

La memoria riveste un ruolo molto importante nella vita di tutti i giorni: dal riconoscere le perso‑ ne, i luoghi, ricordare le conversazioni e le esperien‑

ze fino allo svolgimento delle attività quotidiane e domestiche, nonché alla partecipazione ad eventi famigliari, sociali e lavorativi. Come è stato detto in precedenza, le dimenticanze possono verificarsi a qualsiasi età ma con l’avan‑ zare degli anni tendiamo a preoccuparcene sempre più. Con l’invecchiamento, comunque, è normale notare un declino graduale della memoria che ci porta a essere più smemorati e talvolta forse anche confusi. Esempi di normale perdita della me‑ moria sono: • dimenticare nomi e visi, • riporre oggetti nel luogo sbagliato, • improvvisi vuoti di memoria. Proprio perché un individuo non è uguale all’altro, il modo in cui ognuno risente dei problemi legati alla memoria, e così anche la frustrazione dei famiglia‑ ri e degli amici coinvolti che ne deriva, sarà diversa da individuo a individuo. La personalità, lo stato di salute generale e le situazioni sociali sono tutti fattori importanti nel determinare l’impatto della perdita della memoria.

LE Cause della perdita della memoria

Un declino progressivo della memoria e di altre funzioni cerebrali può sfociare alla fine in demenza. Nonostante ciò, è importante non arrivare a conclusioni affrettate, in quanto vi sono varie condi‑ zioni mediche associate alla perdita della memoria.

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a perdita della memoria può sopraggiungere a qualsiasi età e non significa ne‑ cessariamente che si è affetti da un problema di natura medica. Lo stress, la de‑ pressione e l’abuso di alcolici possono tutti contri‑ buire alla perdita della memoria, così come nume‑ rosi altri fattori.


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La perdita della memoria può derivare da: • malattia di Alzheimer — È la causa più comu‑ ne di perdita della memoria significativa e pro‑ gressione a demenza. Sebbene si manifesti in maniera caratteristica nell’età avanzata, può i‑ niziare ben prima. Una perdita della memoria di lieve entità può precedere di molti anni una di‑ sfunzione cognitiva grave. Il declino cognitivo lieve (Mild Cognitive Impair‑ ment, MCI) è un termine usato spesso per de‑ scrivere i disturbi cognitivi che si presentano prima della diagnosi clinica di demenza, tutta‑ via, non tutti coloro che ricevono una diagnosi di demenza incipiente sviluppano demenza. Tra le persone con declino cognitivo lieve, il 15% circa progredisce a demenza ogni anno e il 90% di questi è dovuto alla malattia di Alzheimer. • Problemi di salute mentale — Includono de‑ pressione e ansietà, nonché problemi di entità più grave. Quando un soggetto è molto depres‑ so, può trovare difficile pensare e concentrarsi. • Stress — Se di entità grave per lungo tempo può condurre a perdita di memoria, che potreb‑ be anche rivelarsi permanente. • Menopausa — Gli ormoni potrebbero svolgere un ruolo importante. È risaputo che le donne che entrano in menopausa lamentano difficol‑ tà nel riconoscere visi, cambiamenti d’umore, mancanza di concentrazione e irritabilità. • Trauma cranico — Potrebbe interessare le a‑ ree cerebrali predisposte alla memoria. Sebbe‑ ne spesso si dica che le persone non ricordano

DATI E CIFRE DELL’ALZHEIMER Studi indicano che addirittura il 10-20% delle persone di età pari o superiore a 65 anni hanno un declino cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI). La ricerca clinica su individui affetti da questa patologia suggerisce che la conver‑ sione a demenza raggiunge il 10-15% all’anno. Comparativamente solo l’1-2% di un campione di popolazione normale, non clinica, di età corrispondente sviluppa demenza ogni anno. Non tutti i soggetti con diagnosi di declino cognitivo lieve sviluppano demenza, la cui forma più comune è l’Alzheimer, dato che le stime indicano che colpisce 25 mi‑ lioni di persone nel mondo e si prevede un drammatico aumento del numero di casi diagnosticati nel futuro immediato (circa 63 milioni di persone entro il 2030 e 114 en‑ tro il 2050 a livello mondiale). Di conseguenza, nei prossimi decenni l’impegno nel campo della prevenzione e del trattamento della demenza sarà enorme. La ricerca ha puntato sullo sviluppo di trattamenti farmacologici per questa patolo‑ gia, con crescente enfasi su una accurata diagnosi precoce nonché su un interven‑ to precoce. Se emergessero terapie preventive in grado di ritardare l’inizio della ma‑ lattia anche di 5 anni, l’impatto di questa malattia potrebbe essere dimezzato. per lo shock emotivo, nella maggior parte dei casi vi è di solito una causa fisica. • Terapia elettroconvulsiva (ECT) — È una cura per la depressione praticata di solito solamente quando gli altri metodi non hanno prodotto risul‑ tati. Ci sono pareri discordanti per quel che ri‑ guarda l’efficacia e il profilo degli effetti collate‑ rali di questa terapia. • Ragioni mediche — Pressione arteriosa eleva‑ ta, valori di colesterolo elevati, infezioni virali, de‑

ficit vitaminico, malattia epatica, problemi della tiroide, ictus, intervento chirurgico e disturbi e‑ matici, quali l’anemia. • Sostanze stupefacenti e alcol — L’abuso di alcol può portare a problemi di memoria e risul‑ tare in una specifica forma di demenza, nota co‑ me sindrome di Korsakoff. Anche alcuni farmaci soggetti a prescrizione o sostanze stupefacenti possono provocare alte‑ razioni della memoria.

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SALUTE — Memoria

Segni del morbo di Alzheimer

Cambiamenti correlati all’invecchiamento

Difficoltà nel ricordare eventi recenti.

Un certo grado di difficoltà nel ricorda‑ re eventi del passato.

Scarsa capacità di giudizio e processo decisionale.

Occasionale decisione sbagliata.

Incapacità nel gestire un bilancio.

Dimenticare un pagamento mensile.

Perdita della cognizione del tempo o della stagione.

Dimenticare che giorno è per poi ricor‑ darlo in seguito.

Difficoltà nel portare avanti una con‑ versazione e tendenza a ripetere sem‑ pre le stesse storie.

Dimenticare qualche volta quale paro‑ la usare.

Riporre le cose nel luogo sbagliato e non essere in grado di andare a ritroso lungo lo stesso percorso per poterle ri‑ trovare.

Perdere oggetti di tanto in tanto.

Cambiamenti dell’umore e della per‑ sonalità, oltre a un comportamento so‑ ciale inappropriato.

Sviluppare delle abitudini molto speci‑ fiche nello svolgere le cose e innervo‑ sirsi se la routine viene alterata.

Ritiro dal lavoro o dalle attività sociali.

Sentirsi talvolta stufi del lavoro, degli obblighi familiari e sociali.

Difficoltà nuove nel comunicare oral‑ mente e per iscritto.

Avere qualche volta difficoltà nel tro‑ vare le parole giuste.

Difficoltà nel comprendere le immagi‑ ni.

Difficoltà visive dovute all’età, correla‑ te a deficit oculari.

Difficoltà nello svolgimento di compiti familiari a casa, al lavoro o nel tempo libero

Necessità occasionale di aiuto nell’im‑ postazione di dispositivi tecnologici.

Sono a rischio ALZHEIMER?

Sono numerosi i fattori di rischio associati all’Al‑ zheimer. Alcuni possono essere ridotti conducendo una vita sana e con un supporto medico ap‑ propriato: • Età — È il fattore di rischio maggiore. Più si in‑ vecchia, più probabile è lo sviluppo di demenza. • Genetica — Sono 3 i geni associati all’insor‑ genza precoce dell’Alzheimer ereditario. Altri, invece, sono responsabili di un maggior rischio di manifestarlo tardi, ossia dopo i 65 anni. • Stile di vita — È stato dimostrato che l’inattività mentale e fisica, l’obesità di mezza età, il consu‑ mo di alcol e il tabagismo possono aumentare il rischio di Alzheimer. • Condizioni mediche trattabili — Rappresenta‑ no un maggior rischio di Alzheimer, ad esempio, l’ictus, il diabete, l’ipertensione e l’ipercoleste‑ rolemia di mezza età e la depressione. • Trauma cranico — Esiste una sempre maggior evidenza che può aumentare il rischio di svilup‑ pare l’Alzheimer.

PREVENIRE LA Perdita della memoria

È importante sapere che il peggioramento senile della memoria non è necessariamente inevitabi‑ le: il cervello è come un muscolo del corpo e de‑ ve essere utilizzato per rimanere in forma. Le scelte dello stile di vita possono anche proteg‑ gere da un futuro declino le persone che presentano forme lievi di perdita della memoria correlate all’e‑ tà. Le strategie che possono proteggere la salute del cervello:

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• Riduzione dello stress — Organizzarsi per tempo, bilanciare lavoro e tempo libero, avere a‑ spettative realistiche e concedersi regolarmen‑ te intervalli per rilassarsi. • Attività mentale — Fare le parole crociate e i puzzle, leggere o svolgere attività che impegna‑ no dal punto di vista intellettuale (v. in seguito il paragrafo “La ginnastica mentale”). • Dieta — Bere 6 bicchieri di acqua al giorno, mangiare cibi a basso contenuto di grassi e tan‑ ta frutta e verdura. Evitare i fritti e assumere le vitamine antiossidanti E e C e proteine nonché, nello specifico, grassi omega 3. È nozione comune che per migliorare la memo‑ ria sia necessario assumere alimenti ricchi di fo‑ sforo, come il pesce; tuttavia non tutti sanno che questo minerale si trova in buone quantità anche in altri alimenti, prima fra tutte la carne. Inoltre il fosforo non è l’unico responsabile di un miglio‑ ramento della memoria, ma un giovamento si potrà avere anche dall’assunzione di fitonutri‑ enti, presenti, ad esempio, nei mirtilli. Maggiore attenzione andrà prestata anche alle sostanze da evitare per aiutare il processo di concentrazione e quello mnemonico. Infatti non bisognerebbe assumere, o quanto meno limitare il consumo di alcol, tabacco e sostanze ecces‑ sivamente stimolanti, come il caffè. Per il resto, il punto fondamentale da seguire rimane un’ali‑ mentazione variata e ben bilanciata, conceden‑ dosi qualche pausa per distendere il cervello, magari mangiando qualche quadretto di ciocco‑ lato, che apporta glucosio, utilizzabile immedia‑ tamente dal cervello.

• Esercizio fisico — Regolare, compresa un’a‑ deguata attività aerobica. Partecipare a sport e attività con un basso rischio di trauma cranico. Esercitarsi quanto più possibile in un’attività fi‑ sica che impegni mente e corpo, ad esempio ot‑ timo in tal senso è il pilates, che rilassa i musco‑ li e contemporaneamente lo spirito. D’altronde lo avevano già capito anche gli antichi romani (“Mens sana in corpore sano”). • Contatto — Restare in contatto con le persone e continuare a svolgere attività utili.

Integratori e farmaci

Gli integratori che possono essere utilizzati per un miglioramento della memoria sono i multivitaminici o gli integratori di magnesio, poiché questo elemento agisce nella regolamentazione dell’e‑ quilibrio nervoso e nella trasmissione degli sti‑ moli elettrici, alla base del processo mnemonico. Altri integratori o farmaci che si possono utilizza‑ re sono quelli che contengono: • guaranà — Grazie alla presenza di metilxanti‑ ne, derivati simili alla caffeina, migliorano con‑ centrazione e capacità di memorizzare. • Eleuterococco — Ha proprietà adattogene, che permettono all’organismo di normalizzarsi in ca‑ so di stress e di migliorare le funzioni mnemoni‑ che. Lo si trova in medicinali ed integratori, sot‑ to forma di pastiglie o gocce. • Propoli — Agisce sulla memoria grazie al quan‑ titativo di amminoacidi in esso presenti. Questi stimolano il metabolismo, portando al massimo la resa intellettuale e quindi quella mnemonica.

Prodotti di erboristeria

Tra i prodotti fitoterapici più frequenti per l’aumento della memoria è possibile citare il Panax ginseng, una pianta usata nella medicina tradizionale cinese dalle proprietà toniche e stimolanti grazie al conte‑ nuto di ginsenosidi che esplicano una funzione en‑ docrina a livello neurologico, capace di stimolare l’asse ipotalamo/ipofisi, migliorando il grado di at‑ tenzione e il livello di apprendimento mnemonico. Altro prodotto indicato è il Ginkgo Biloba, che aiuta la circolazione celebrale viste le spiccate proprietà vasoattive. Poiché la memoria rischia di andare in tilt in situa‑ zioni di stress e di ansia, potranno essere usate an‑ che delle erbe adatte a contrastare il nervosismo, quali la Rodiola rosea, che quindi favorirà il rilas‑ samento, la concentrazione e la memorizzazione, così come l’assunzione di tisane alla melissa.

La ginnastica mentale

Non s’intende, come molti credono, solo il miglioramento della memoria, bensì si fa riferimento all’insieme degli esercizi utili a stimolare l’attività cerebrale in tutti i suoi aspetti cognitivi, per evitarne l’invecchiamento. Se è vero infatti che la salute del corpo fa bene anche alla mente, è anche vero che solo questo non basta: il cervello è proprio come gli altri organi, per cui per mantener‑ lo in forma va adeguatamente allenato.

Leggere un testo senza spaziatura

Con l’aiuto del computer, copiare nel proprio pro‑ gramma di scrittura una serie di testi o articoli tro‑


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vati in rete. In seguito, modificarli annullando tutti gli spazi, in modo che le parole risultino unite, come per esempio: “Leguidepercasosonolettoriespertidiunametadi‑ viaggioodiunargomentolegatoalturismoadisposi‑ zionedelledomandeditutti”. Se si fa questo esercizio in compagnia, lo si può tra‑ sformare in un gioco, dividendo il brano scelto e fa‑ cendo leggere un pezzo a ciascuno: quando un gio‑ catore sbaglia dà un punto all’altro.

Rovesciare le frasi

Leggere una frase una sola volta e poi pronunciarla al rovescio senza leggere, partendo quindi dall’ulti‑ ma parola fino ad arrivare alla prima.

Usare l’alfabeto

Ripetere a voce alta delle associazioni composte con coppie di lettere dell’alfabeto, a partire dalla “A” da associare ad una lettera a metà dell’alfabeto, come la “L”, e proseguendo con le successive let‑ tere, ottenendo quindi una catena di questo tipo: A-L; B-M; C-N; D-O; E-P; procedendo fino alla fine. Questo esercizio può essere reso più difficile pro‑ cedendo per coppie invece che per singole lettere. Altro sistema è invece quello di creare un ciclo con le lettere in questo modo: S-T-U-V-Z; T-U-V-Z-S; U-V-Z-S-T; V-Z-S-T-U; Lo scopo principale è di stimolare la concentrazio‑ ne: infatti, nella nostra mente l’alfabeto è “conser‑ vato” in modo uniforme. Con questo esercizio lo al‑ leniamo a scomporlo e per farlo facciamo uno sfor‑

zo mentale e quindi ginnastica mentale.

Associare lettere e numeri

Far corrispondere all’alfabeto una numerazione cre‑ scente: l’alfabeto italiano è composto da 21 lette‑ re, per cui la corrispondenza sarà A-1, B-2, C-3… S-17, T-18 ecc. In seguito creare delle catene, al‑ ternando la prima lettera ed il primo numero (A-1) con l’ultima lettera e l’ultimo numero (Z-21) come nell’esempio che segue: A/1 – Z/21 – B/2 – V/20 – C/3 – U/19 – D/4 – T/18 Si può fare questo esercizio anche in modi diversi, come iniziando dall’ultima lettera dell’alfabeto, op‑ pure iniziando la catena con il numero invece che con la lettera. Anche in questo caso il fine ultimo è quello di svi‑ luppare la capacità di mantenere viva l’attenzione su quello che si sta facendo, e laddove si cada in errore capire cosa ci ha distratti e ricominciare.

Le serie numeriche

I numeri offrono diversi spunti per validi esercizi. Pensare dei numeri a più cifre e pronunciare solo il risultato della loro somma, per esempio: 25=7 (2+5); 38 = 11 (3+8). Questo esercizio riesce ancora meglio se si fa in coppia a botta e risposta in cui l’uno chiama “25” e l’altro risponderà “7”. Utilizzando carta e penna ripetere a voce una serie numerica e, mentre lo si fa, scriverne un’altra, in questo modo: pronunciare 5, 10, 15… e scrivere 60, 58, 56…

Oppure a coppie di numeri: dire 2 – 3, 4 – 6, 6 – 9, mentre si scrive 5 – 6, 10 – 12, 15 – 18 ecc.

Giochi enigmistici

Il cruciverba o il sudoku, ad esempio, sono strumen‑ ti utili al mantenimento dell’attività cerebrale: se‑ condo diversi studi giochi di questo tipo, se effet‑ tuati con una certa costanza, sono in grado di alle‑ nare la mente dando degli ottimi risultati nel tempo.

Le carte da gioco

Possono essere un aiuto divertente che comporta l’applicazione cerebrale. Ogni gioco ha le sue regole e necessita di un certo grado di attenzione da parte del giocatore perché questi possa vincere la parti‑ ta. La concentrazione è uno dei fattori della mente che più facilmente si perde con l’invecchiamento. Il gioco delle carte può stimolare la mente proprio in questo senso: infatti, richiede intelligenza per effet‑ tuare la propria strategia e attenzione per control‑ lare quella degli altri giocatori. Oltre che i tradizionali giochi, con le carte si può an‑ che allenare la memoria: disporre tutte le carte co‑ perte su un tavolo, ad ogni turno girarne una cop‑ pia, eliminando di volta in volta quelle che hanno lo stesso valore, per esempio 6 di cuori e 6 di picche. Quindi, se nel sollevare una carta ci si accorge che quel valore lo si era già visto prima, bisognerà ricor‑ dare (memoria visiva) in quale posizione fosse. Per renderlo più divertente lo si può fare in compagnia di una o più persone a turno: chi alla fine avrà più carte vince.


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BELLEZZA — Freddo

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mani e labbra SCREPOLATE: COME COMBATTERE IL FREDDO? Rimedi anti-freddo: anche in città è tempo di idee per mani e labbra contro le basse temperature. La redazione Non bisogna comunque dimenticare che le mani screpolate possono manifestarsi anche durante i mesi più caldi: imputati, in questo caso, sono i pericolosissimi raggi solari UV che, a lungo andare, possono tra l’altro danneggia‑ re anche le fibre di collagene ed elastina, ponendo le basi per la formazione di macchie sulla pelle (lentigo solari). Nella lista dei fattori di rischio non mancano le abitudini cosmetiche sbaglia‑ te: • lavaggi eseguiti con detergenti aggressivi, troppo sgrassanti e di scar‑ sa qualità; • asciugatura non perfetta; • abuso di detersione. Da ultimo — ma non certo per importanza — le mani screpolate risentono dell’influenza genetica: non a caso, i membri della stessa famiglia tendono spesso ad accusare questo disturbo.

Trattamento cosmetico

MANI SECCHE E SCREPOLATE

Sono il risultato di tutte le aggressioni termiche, chimiche e fisiche che o‑ gni giorno si abbattono sulle nostre mani. L’utilizzo smodato di detergenti ag‑ gressivi, gli sbalzi di temperatura e la scarsa attenzione nella loro cura possono alterare la naturale barriera idrolipidica che riveste l’epidermide: in questo modo la pelle perde progressivamente la propria elasticità intrinseca, apparen‑ do visibilmente screpolata, desquamata ed irritata.

L’identikit

• Al tatto — Ruvida, disidratata, poco elastica e secca. • La trama — Irregolare, caratterizzata da piccole rughe e desquamazioni. • Il colorito — Ingrigito, spento, apparentemente poco sano. Il fenomeno delle mani screpolate si accompagna normalmente ad altri distur‑ bi, quali: • arrossamento, • formazione di microtaglietti, • calore al tatto, • la tipica sensazione di avere la “pelle che tira”.

Cause

La comparsa di screpolature sulla pelle — conosciute anche col nome di raga‑ di — delle mani è favorita da un intreccio di fattori di natura differente. Tutti sappiamo che le mani screpolate sono una condizione caratteristica dei mesi più freddi; quanto detto ci fa giustamente pensare che il fenomeno sia in qual‑ che modo influenzato dal clima. In effetti, quanto ritenuto dal pensiero comune trova anche un effettivo riscontro scientifico. Dal momento che le mani vengono solo di rado riparate dal clima mediante l’ausilio di guanti, risultano quindi con‑ tinuamente esposte all’azione del vento e del freddo, i principali responsabili delle screpolature della pelle e delle labbra. Ciononostante, anche lo smog, l’inquinamento e le polveri possono svolgere un ruolo importante nella for‑ mazione delle screpolature.

Vivere gennaio/febbraio 2013

Rimedi e prevenzione

Per prevenire le mani screpolate nei mesi invernali o per migliorarne l’aspetto, ecco alcuni importanti suggerimenti: • evitare quanto possibile il contatto con detersivi, solventi ed altre sostanze irritanti — Indossare sempre i guanti in lattice (oppure realizzati con vinile o materiali ipoallergenici, in caso di allergia al lattice) per lavare le stoviglie, i vestiti o quant’altro.

CREME IDRATANTI La pelle delle mani screpolate presenta una scarsa quantità di sebo e di acqua negli strati superficiali dell’epidermide. Di conseguenza, le creme idratanti sono indubbiamente indicate, preferendo le formulazioni con‑ tenenti glicerina, sorbitolo, acido ialuronico, pectine, mucillagini e proteine della seta. Inoltre, possono essere impreziosite con altre sostanze funzionali per velocizzare la guarigione delle ragadi, come calen‑ dula e iperico.

© Veronika Vasilyuk / Shutterstock.com

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ltre al viso, le parti del corpo che più risentono dell’inverno sono mani e labbra: delicate e fragili, sono spesso soggette a screpolature, microtagli e arrossamenti. Il vento e il freddo in‑ fatti aggrediscono la pelle che tende a seccarsi e danneggiarsi.

La pelle secca e screpolata è bisognosa di protezione, idratazione e nutrizione. A partire da questo presupposto, la cosmesi punta a migliorare l’aspet‑ to delle mani screpolate, prevedendo l’applicazione di più prodotti ad azione specifica. La scelta dei cosmetici giusti non deve essere indirizzata semplicemente verso creme idratanti ed ammorbidenti: la “cura” deve infatti già iniziare dalla detersione. Ecco dunque che i saponi ed i detergenti devono essere selezionati con cura: preferire indubbiamente quelli delicati, a pH neutro, meglio ancora se impreziositi con principi attivi funzionali nutrienti e protettivi, come, per esempio, l’olio di cocco. Le creme emollienti, idratanti e nutrienti dovrebbero essere distribuite sul‑ le mani più volte al giorno, soprattutto prima di uscire di casa e prima di coricarsi la sera. Le cosiddette “creme da giorno” dovrebbero assorbirsi veloce‑ mente per evitare che l’untuosità residua ostacoli i movimenti e le normali azio‑ ni quotidiane. Per quelle “da notte”, invece, si consigliano prodotti anche più o‑ leosi e profondamente nutrienti. Da scartare le creme troppo profumate: i profumi possono infatti irritare la pelle o, nel peggiore dei casi, favorire persino fenomeni allergici.


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CREME EMOLLIENTI ED OCCLUSIVE Sono indispensabili per ammorbidire la pelle, evitando nel contempo che l’acqua dell’epidermide evapori. Le creme realizzate con l’olio di cocco sono estremamente efficaci: una loro applicazione costante restituisce tono ed elasticità alle pelli aride. Anche l’olio di jojoba — che in realtà è una cera liquida —, il burro di karité o di cacao, l’olio di mandorle dolci e quello di ricino sono tutti ingredienti funzionali largamente utilizzati nella realizzazione di cosmetici emollienti per mani screpolate. • Non utilizzare saponi o detergenti eccessivamente sgrassanti — Ri‑ muovono/danneggiano il film idrolipidico. Preferire quindi i prodotti molto delicati, con un pH compatibile con quello della cute. • In inverno, prima d’uscire di casa, proteggere sempre le mani con dei guanti di pile o lana — Si evita così che l’aria ed il freddo aggrediscano la pelle, favorendo le screpolature. • Bere almeno un paio di litri d’acqua al giorno — Per assicurare all’or‑ ganismo un’adeguata idratazione anche dall’interno. • Stimolare la microcircolazione delle mani — Alternare getti di acqua fredda e calda durante il lavaggio. • Applicare regolarmente una crema dall’azione emolliente e idratante, anche d’estate. • Durante i mesi estivi, utilizzare una crema solare per proteggere la pelle dai raggi UV. • Non fumare. • Evitare i luoghi eccessivamente inquinati. • Assicurare all’organismo una giusta dose di vitamine e minerali — Prediligere gli alimenti ricchi di ferro, riboflavina, niacina e vitamina E.

LE SCREPOLATURE DELLE LABBRA

Le labbra, non contenendo melanina — il pigmento che protegge la pelle dai raggi solari —, sono molto più soggette a screpolarsi e a spezzarsi verticalmente e, nei casi gravi, a fessurarsi fino al punto di bruciare e sanguinare. Con il freddo la situazione peggiora: non a caso, l’aria fredda e le basse tempera‑ ture sono i 2 fattori maggiormente coinvolti nella comparsa di questo inestetismo, che talvolta assume i caratteri di vero e proprio disturbo patologico. Quando le labbra secche diventano un problema non risanabile mediante i nor‑ mali trattamenti, è necessario richiedere un consulto da parte del medico per accertare l’assenza di eventuali patologie e allergie di fondo. È molto importante non sottovalutare questo problema, visto che delle labbra screpolate

CREME ANTIAGE Le mani screpolate costituiscono un fenomeno sempre più ricorrente tra le persone di età non più giovanissima, le quali dovrebbero utilizzare delle creme in grado di posticipare o migliorare i segni dell’invecchiamento cutaneo precoce. Le creme più indicate sono formulate con: • Olio di avocado — Ha proprietà protettive solari, antirughe e stimolanti del rinnovamento cutaneo. • Ceramidi — Conferiscono un aspetto vellutato e morbido a pelli estremamente disidratate e screpolate. • Vitamine antiossidanti (A ed E). • Estratto di melograno — È ricco di vitamine, polifenoli e flavonoidi e ha proprietà spiccatamente antiossidanti.

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BELLEZZA — Freddo

possono dare il via ad infezioni batteriche e portare alla formazione di ul‑ cere nella bocca.

Cause

La principale va ricercata nella drastica riduzione della loro componente acquosa: asciugandosi molto rapidamente, le labbra si seccano e, screpolando‑ si, creano dolore e fastidio. Normalmente le labbra rimangono “scoperte” per i seguenti motivi: • agenti atmosferici — Troppo caldo/freddo, sbalzi di temperatura e il freddo e il vento tipici dei mesi invernali. Non a caso, soggiornare all’aria aperta in alta montagna nei mesi invernali determina una profonda secchezza. Per comprendere perché le labbra sono così sensibili e suscettibili al freddo, è bene fare un passo indietro ed analizzare le caratteristiche principali della loro pelle. Infatti, è molto più sottile rispetto alla cute di qualsiasi altra parte del corpo, ed i vasi sanguigni sottostanti sono molto visibili, tanto che sono i responsabili del tipico colore rosato. Inoltre, contengono un minor numero di melanociti e non contengono follicoli piliferi, ghiandole sudoripare o ghiando‑ le sebacee. Sulla superficie, le labbra presentano una sottile pellicola oleosa, una naturale arma di difesa contro la perdita d’umidità. Quando questo film protettivo viene rimosso o danneggiato, le labbra perdono il loro naturale baluardo difensivo. • Le radiazioni UV solari od artificiali — Favoriscono una rapida evapora‑ zione dell’umidità naturalmente presente nelle labbra. • Cause interne — Scarsa assunzione di vitamina C, poca idratazione, man‑ canza di principi nutritivi provenienti da frutta e verdura. • Cause patologiche — Le labbra screpolate, a volte, sono il sintomo di di‑ sturbi anche importanti come infezioni di natura batterica, dermatite atopi‑ ca, sclerodermia, psoriasi, allergie da contatto. • Cattive abitudini — Comportamenti e vizi come, ad esempio, uno tra tutti, il tabagismo, perché fumare fa seccare le labbra e il passo verso la screpola‑ tura è breve. Anche l’abitudine di leccarsi le labbra influisce negativamente sul loro aspet‑ to, dato che la lingua, o meglio la saliva, va a rimuovere lo strato protettivo. • Motivi cosmetici — L’applicazione di prodotti non idonei, troppo aggressi‑ vi e di qualità scadente può infatti causare screpolature e secchezza. Basti pensare, ad esempio, alla stesura di un rossetto che contiene pigmenti od altre sostanze allergizzanti. Le labbra reagiscono, si seccano, fino a creare, nei casi più gravi, delle vere e proprie reazioni allergiche.

Sintomi

La secchezza non esordisce sempre con gli stessi sintomi: la gravità del pro‑ blema dipende sia dalla causa che l’ha indotto, sia dal grado di umidità presente nelle labbra. Ad ogni modo, le labbra secche sono normalmente accom‑ pagnate da sintomi come: • bruciore, • rossore, • gonfiore, • sensazione di “pelle che tira”, • desquamazione e screpolature. Quando la pelle diventa particolarmente asciutta, lo stiramento delle labbra può provocare vere e proprie crepe dolorose che sovente possono perfino sangui‑ nare (ragadi sanguinanti).

Trattamenti e consigli

Garantire alle labbra un’idratazione costante è senza dubbio il primo interven‑ to protettivo da mettere in atto per prevenirne la secchezza. Un’ottima protezione per le labbra contro gli agenti esterni è l’utilizzo costante e regolare di creme idratanti o stick a base oleosa: l’impiego di prodotti dall’azione idratante, nutriente ed emolliente costituisce la prima linea difensi‑ va contro le labbra secche. Le sostanze più indicate per proteggere la pelle dagli agenti atmosferici sono indubbiamente gli ingredienti vegetali che ripristinano la funzione barriera della pelle delle labbra. Tra questi, i più degni di nota sono: • il burro di karité, • il burro di cacao, • gli oli vegetali — Olio di avocado, olio di germe di grano, olio di borragine, olio di mandorle dolci, olio di oliva, ecc.

Vivere gennaio/febbraio 2013

L’HERPES LABIALE È una patologia infettiva e contagiosa caratterizzata dalla comparsa di piccole vescichette fastidiose e pruriginose sulla cute e sulle mucose della zona delle labbra. L’infezione erpetica può degenerare e propagarsi anche su guance e palato. Il ceppo virale responsabile è l’Herpes simplex (HVS-I). Per saperne di più v. Vivere 151, pagg. 10-13, articolo “Herpes labiale: il fuoco sulle labbra!” o vai su rivista-vivere.ch/archivio dove trovi i più recenti numeri passati. • Le cere — Ad esempio la cera liquida di jojoba o quella d’api. Da preferire i prodotti arricchiti con vitamine ed acidi grassi polinsaturi (o‑ mega 6) come l’olio di germe di grano, l’olio estratto dai semi di girasole e dal mais. In farmacia si possono acquistare anche prodotti arricchiti di sostanze cicatrizzanti, utili per accelerare la riparazione della pelle secca e screpolata delle labbra: sostanze come iperico, propoli, olio di ricino, aloe e lanolina sono particolarmente adatte per ripristinare in tempi relativamente brevi il film protettivo alterato sulle labbra.

Rimedi e prevenzione

Oltre al trattamento cosmetico, è possibile ridurre il bruciore che affianca spes‑ so e volentieri le labbra secche, migliorandone nel contempo l’aspetto, con la messa in pratica di alcuni piccoli suggerimenti: • applicare uno stick, meglio se ricco di sostanze emollienti e lenitive (vedere il pragrafo precedente) — Prima di uscire da casa e tutte le volte che si avverte una sensazione di secchezza, soprattutto quando fa partico‑ larmente freddo. • Non umidificare continuamente le labbra con la lingua — La saliva può acuire il problema, dato che contiene degli enzimi digestivi acidi e aggressivi che peggiorano l’irritazione. Soprattutto in presenza di spaccature è meglio evitare di inumidirle, anche se sembra che dia sollievo. Infatti le labbra ten‑ deranno a seccarsi di più, e si corre il rischio che si creino anche delle mi‑ croferite. Talvolta lo si fa così spontaneamente che neanche ci se ne accorge. Cerca‑ re di ovviare al problema portando sempre con sé un buon burrocacao da u‑ tilizzare al bisogno. • Seguire una dieta sana ed equilibrata — Le labbra sono tra le parti del corpo che per prime risentono di squilibri nutrizionali, ed è quindi di grande aiuto seguire un regime alimentare equilibrato e ricco di vitamine, sali mi‑ nerali e sostanze antiossidanti, soprattutto ferro, riboflavina, niacina, la vita‑ mina E e quelle del gruppo B. Sono dei validi ausili per affrontare le basse temperature dei mesi invernali. • Un’adeguata idratazione interna — Bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno. • Evitare le bevande acide in presenza di labbra secche — Per esempio, il contatto con i succhi d’agrumi può accentuare la tipica sensazione di bru‑ ciore. • Preferire i rossetti cremosi e di qualità. • Smettere di fumare. • Prima di coricarsi, applicare sulla pelle un prodotto a base di ossido di zinco — Alcune persone, soprattutto quelle che assumono una posizione prona durante il sonno, tendono a far gocciolare la saliva dalla bocca. Talvol‑ ta, questo comportamento può favorire le screpolature delle labbra. Per ov‑ viare a questo inconveniente, uno stick a base di ossido di zinco risulta il ri‑ medio efficace. • Proteggere le labbra con fattori di protezione solare. • Scrub rigenerante, in particolare in inverno — Una volta alla settimana applicare uno specifico scrub per eliminare le pellicine, ammorbidire ed i‑ dratare la pelle, preparando le labbra anche al trucco. Infine non dimenticate che ogni tanto è buona regola massaggiarsi le lab‑ bra con uno spazzolino dalle setole morbide per togliere eventuali pellicine e riattivare la circolazione.


Nutrienti — BELLEZZA

NUOVO IN TICINO

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BELLEZZA DALL’INTERNO Con i cosmetici e con nutrienti specifici si cura la pelle e la si protegge dagli agenti atmosferici (freddo, caldo, sole ecc.). La qualità della pelle dipende in misura preponderante dalla disponibilità all’interno dell’organismo di elementi nutritivi indispensabili.

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Rinforzano il rendimento mentale Aumentano la resistenza allo stress Sostengono la rigenerazione delle cellule Rallentano il processo d’invecchiamento del corpo – grazie alla sostanza naturale OM24®

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l collagene della pelle la rende elastica ed è sintetizzato dall’organismo unicamente se sono disponibili diversi micronutrienti. Per la sintesi otti‑ male del collagene sono necessari la vitamina C, le vitamine del gruppo B, come l’acido folico, le vitamine B6 e B12, lo zinco e gli aminoacidi.

Determinati grassi proteggono la pelle e la mantengono elastica

Un eccesso di grassi animali saturi, di acidi grassi trans e un apporto insuffi‑ ciente di acidi grassi insaturi, contenuti in frutti oleaginosi, semi e pesce, inci‑ dono negativamente sulla pelle. Una carenza di acidi grassi essenziali, forniti per esempio dalle capsule di olio di pesce e di enotera, provoca la formazione di rughe, la disidratazione e l’invecchiamento cutaneo prematuro.

Gli antiossidanti proteggono la pelle

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Fattori esterni come i raggi UV e l’inquinamento dell’ambiente, che aumenta‑ no la produzione di radicali liberi, figurano tra le concause di molte alterazioni cutanee. Un apporto sufficiente di antiossidanti, come le vitamine C ed E, i ca‑ rotenoidi, lo zinco, il selenio, il coenzima Q10 e l’estratto di foglie di tè svilup‑ pato dai ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo, protegge dall’ossidazio‑ ne agendo dall’interno dell’organismo e contribuisce a prevenire macchie di pigmentazione e rughe.

4protection Tablets & Capsules con il complesso naturale OM24® L’elevato potenziale antiossidante rallenta l’invecchiamento delle cellule e le sostiene nella protezione di strutture vitali. Tablets e Capsules influenzano la vitalità in modo positivo. Esse migliorano il benessere generale, sostengono la capacità di concentrazione durante carichi elevati e migliorano la resistenza nei confronti di stress mentale e fisico.

Curare la pelle dall’interno con i nutrienti

Preparati multivitaminici equilibrati, antiossidanti e capsule a base di olio di pesce o compresse e capsule con l’estratto sopracitato forniscono importanti elementi costitutivi per una pelle sana. Anche una regolare integrazione ali‑ mentare con questi prodotti rientra nella cura della pelle, quanto i cosmetici u‑ sati ogni giorno.

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ALIMENTAZIONE — Dieta

IVERE.CH La sezion /NEWS/AL e del nostr IMENTAZIO o sito ded NE icata alle notizie su ll’alimenta zione.

DIETA DEL VAPORE: RICARICA E SMALTISCE I ROTOLINI! Stanchi? Stressati? Avete fatto tardi qualche sera? Concedetevi una dieta ricca di sali minerali. La redazione re grassi o condimenti di altro genere.

• Giorni 1, 3, 5 e 7 ––1 tè verde con ½ cucchiaino (cc) di zucchero [10 cal] ––2 fette biscottate (20 g) con 1 cc di marmella‑ ta [129 cal] • Giorni 2, 4 e 6 ––1 caffè d’orzo con ½ cc di zucchero [10 cal] ––25 g di muesli [91 cal] ––1 bicchiere di latte parz. scremato [46 cal]

Spuntini

V

i trascinate da giorni, e non sapete bene perché. Siete un pochino stressati, d’ac‑ cordo; avete fatto le ore piccole per qual‑ che sera; cercate di andare in palestra il più possibile. Nulla di speciale, dato che questa è la vostra routine. Eppure siete stanchi e non sapete come correre ai ripari. La soluzione esiste ed è più semplice di quello che si pensi: • qualche ora di sonno in più, • un’alimentazione più ricca di sali minerali e vitamine. È un classico del periodo dopo feste, soprattut‑ to se durante le vacanze natalizie si è mangiato in maniera disordinata, bevuto troppi alcolici e — persino — fumato. Può darsi che un mese di eccessi e di affanni abbia prodotto una gran quantità di radicali liberi. Per combatterli l’organismo deve attingere alle proprie riserve di antiossidanti — come le vitami‑ ne A ed E, oppure il selenio. Svuotando il “magaz‑ zino” di nutrienti per contrastare l’invecchiamento cellulare, però, si è rimasti senza energie: di conse‑ guenza, se si vuol ritrovare le forze, bisogna ricostituire queste riserve. La dieta deve quindi essere ricca di frutta e verdura. Ma questo non basta a ti‑ rarvi su, perché molti nutrienti spariscono durante la conservazione e la preparazione dei cibi: per assicu‑ rarsi piatti colmi di vitamine e minerali è necessario scegliere il metodo di cottura al vapore, che evita la dispersione dei preziosi nutrienti. Quando si cuoce al vapore, usare sempre un coper‑ chio, e non mettere mai il cibo a contatto con l’ac‑ qua: in questo modo, infatti, i nutrienti non possono né sciogliersi, né evaporare. Questa tipologia di cottura è anche la più light in assoluto, perché permette di cucinare un pasto intero senza usa‑

Vivere gennaio/febbraio 2013

• Mattutino — 1 yogurt parzialmente scremato (125 ml) [45 cal]. • Pomeridiano — 1 caffè d’orzo zuccherato [20 cal]

Condimenti giornalieri

Si può contare su 4 cc di olio d’oliva (20 g, 180 cal) e 2 di parmigiano grattugiato (10 g, 39 cal). Se spe‑ cificato, l’uso di olio o di parmigiano vanno sottratti dal totale.

Giorno 1

• Pranzo ––Coscia di pollo (200 g) arrosto con insalata ric‑ cia (100 g) e 3 ravanelli [200 cal] ––Insalata di patate prezzemolate (200 g) [170 cal] ––Insalata verde mista (200 g) [35 cal] • Cena ––Risotto (60 g) ai funghi (10 g di quelli secchi), aglio, prezzemolo e brodo di verdure [183 cal] ––Insalata calda di zucca (100 g) con fagioli cotti (100 g), 2 cipolle rosse, 1 cc di aceto balsami‑ co e 1 di olio d’oliva, 1 rametto di rosmarino e sale [180 cal] ––Insalata di rucola (50 g) e carote (150 g) [57 cal]

Giorno 2

• Pranzo ––Rigatoni (55 g) ai peperoni (150 g) con capperi e aglio [252 cal] ––Prosciutto crudo (60 g) [122 cal] ––Insalata mista con pomodori (100 g) e lattuga (100 g) [34 cal] • Cena ––Minestrone di verdure miste (200 g) [100 cal] ––Branzino (2 filetti, 150 g) con peperoni rossi (150 g), 1 scalogno, 2 cucchiai (Cc) di brodo vegetale, 1 di vino bianco e 2 di trito di prez‑

ANEMIA E IPOTENSIONE A tavola non avete sgarrato e anche al lavoro è un momento positivo e non vi sentite stressati dai colleghi e dagli orari. Eppure… le energie vi hanno abbandonati e “viaggiate” in riserva. Di seguito, scoprite perché: • stanchezza psicologica — Gli sbalzi d’u‑ more sono normali, soprattutto tra le gio‑ vani donne. Può essere che la stanchezza si accompagni a un periodo in cui il morale è un po’ giù. Organizzate qualche momento divertente e questa sensazione di stanchezza ve la di‑ menticherete. • Di reazione — Capita spesso che ci si senta a terra proprio quando si va in vacanza, o durante i fine settimana. Se si è sempre molto dinamici, appena ci si ferma si avverte un calo di tensione. È facile scambiare questo “cambio di marcia”, magari unito a un po’ di noia, con la stanchezza. Non fermatevi di colpo. Intraprendete qual‑ cosa di divertente anche durante il tempo libero, per non trovarvi improvvisamente disoccupati e… stanchi. • Da ipotensione — Le donne in età fertile soffrono spesso di pressione bassa. L’i‑ potensione lascia senza forze e dà sintomi molto simili alla stanchezza. Se si segue una dieta ricca di sali minerali e si beve tanta acqua, preferibilmente con un buon “residuo fisso”, si contrasta l’ipotensione e ci si sente di nuovo in forma. • Per l’anemia — Le mestruazioni abbondanti e una dieta poco equilibrata possono da‑ re carenze di ferro nel sangue (anemie), che provocano un calo di energie e stanchezza. Bisogna quindi assicurarsi con la dieta una buona dose di ferro, puntando sulla carne e sulle verdure a foglia verde. ––zemolo, salvia, rosmarino e basilico, 1 spic‑ chio d’aglio e 1 cc d’olio [284 cal] ––Insalata verde mista (200 g) [35 cal]

Giorno 3

• Pranzo ––Pasta [60 g di ditalini] e fagioli cotti [80 g],

© Venus Angel / Shutterstock.com

IL MENÙ Colazione


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con sedano [50] e aglio [283 cal] ––Spinaci al vapore con limone a rondelle [62 cal] • Cena ––Minestra di scarola (50 g) con patate [100 g], cipolla (50 g) e riso (30 g) [224 cal] ––Involtini di pesce (120 g di filetto di sogliola e 30 g di salmone) con prezzemolo, erba cipol‑ lina, 1 spicchio d’aglio, ½ bicchiere di vino bianco, 1 limone, 5 foglie di sedano e 1 cc d’olio [217 cal] ––Insalata verde mista (200 g) [35 cal]

LA COTTURA AL VAPORE È uno fra i metodi più antichi ed efficaci di cuocere i cibi. Esistono in commercio vari tipi di pentole/vaporiere per la cottura al vapore, anche elettriche, e gli ultimi modelli di forni casalinghi sono accessoriati con la funzione “vapore”, che normalmente e‑ ra prevista unicamente in quelli professionali. Ma se si vuole sperimentarla, non so‑ no necessari grandi accessori e i risultati sono sempre squisiti. Si possono cuoce‑ re più alimenti in una sola volta, semplicemente disponendoli su livelli diversi in al‑ tezza, utilizzando, ad esempio:

Protection et renforcement du système immunitaire

Giorno 4

• una pentola larga e alta;

• uno o più cestelli di bambù, acciaio o silicone; BIORGANIC Vitamin C-1000

• una o più griglie con piedini; • Pranzo prévenir les maladies infectieuses et les refroidissements ––Pennette (70 g) al cavolfiore (200 g) con a‑• pour • un coperchio. • pour améliorer la respiration cellulaire glio, 1 foglia di alloro e pepe in grani [295 cal] Per cuocere vapore bisogna: lesaltissus osseux et dentaires ––Bistecca (150 g) ai ferri con erbe aromatiche• pour fortifier una pentola des di acqua • riempire • pour activer la guérison plaiesper circa ½ del suo volume — All’acqua si possono [190 cal] spezie o delle erbe aromatiche. ––Insalata di lattuga (200 g) con succo di limone• pouraggiungere procurer dedelle l’élan, du bien-être et de la vitalité [28 cal] • Metterla sul fuoco e aspettare che l’acqua bolla. Veuillez lire la notice d’emballage · Gisand SA, Schläflistrasse 14, 3013 Berne • Cena • Sistemare nella pentola il/i cestello/i, a seconda di quanti alimenti si vogliono cuo‑ ––Crema di zucca (100 g) con patate (100 g) e cere insieme — Creare i livelli utilizzando delle griglie con piedini, ognuna delle cipolla (50 g) [141 cal] quali si appoggia sul bordo del cestello inferiore. ––Ricotta (100 g) con erbe aromatiche [146 cal] • Tagliare le verdure a pezzi di dimensione omogenea. ––Finocchi (200 g) gratinati con 1 cc di parmi‑ giano e 1 d’olio [18 cal] • Sistemare carni, pesci o altri alimenti che richiedono cotture più lunghe nella par‑ te inferiore — Controllare che il primo cestello, quello più in basso, non sia mai a Giorno 5 contatto diretto con l’acqua. La cottura deve avvenire con il vapore, non per am‑ • Pranzo mollo. ––Orecchiette (70 g) con cime di rapa (100 g), ½ • Sull’ultimo cestello porre il coperchio, largo quanto la pentola, in modo che il va‑ filetto di acciuga e aglio [288 cal] pore non venga disperso. ––Insalata verde mista (200 g) con vinaigrette di • Se l’acqua si riduce, aggiungerne dell’altra, poca per volta e sempre bollente. limone [35 cal] • Cena I tempi di cottura in generale dipendono dalla quantità e dallo spessore dei cibi, ––Rigatoni (65 g) ai carciofi (2 cuori) con prez‑ ma in media ci vogliono 8-20 minuti al massimo: zemolo e aglio [270 cal] • 8-10 minuti per 100-150 g di pesce o carne; ––Barchette di zucchine (2) con tonno (80 g), 5• zur Abwehr von Infektions- und Erkältungskrankheiten minuti per le verdure. foglie di maggiorana, pane (30 g) e 1 cc d’olio• für• 10-15 eine schnellere Wundheilung [200 cal] • zur Kräftigung der Knochen- und Zahnsubstanz (50 g) [233 cal] ––Insalata verde mista (200 g) con salmone af‑ ––Insalata di lattuga (200 g) [28 cal] • für eine bessere Zellatmung ––Insalata di cavolfiore (100 g) con carote (100 fumicato (30 g) [80 cal] • für Schwung, Wohlbefinden Lebensfrische g), 1 mazzetto di crescione eund 1 cc d’olio [120 • Cena Giorno 6 cal] ––Passato di verdure miste (200 g) [100 cal] • Pranzo Packungsbeilage · Gisand AG, Schläflistr. 14, 3013 Bern ––FrittataSie (1 die uovo) con spinaci (100 g) [159 cal] ––Spiedini di carne (100 g di pollo, 80 g di man‑ ––Linguine (50 g) alle vongole (100 g) con aglioBitte beachten zo) con peperone rosso (30 g) [230 cal] e prezzemolo [253 cal] ––Insalata calda di broccoli (100 g) con patate ––Broccoli (200 g) al vapore con il succo di un li‑ Giorno 7 mone [54 cal] • Pranzo (100 g), cipolla (100 g), 1 limone, prezzemolo, 1 presa di zenzero in polvere [facoltativo] e 1 • Cena ––Spaghetti (70 g) al pomodoro (100 g) con ci‑ ––Fusilli (60 g) con zucchine (100 g) e cipolla polla (50 g) [255 cal] cc d’olio [152 cal]

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ODONTOIATRIA — Erosioni dentali WWW.RIV

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LE EROSIONI

IVERE.CH La sezion /NEWS/OD e del nostr ONTOIATR o sito ded IA icata alle notizie su ll’odontoia tria.

DENTALI

Grazie alle campagne di prevenzione della Società svizzera odontoiatri SSO la popolazione svizzera è ben informata sulle principali malattie dei denti, come ad esempio la carie. La diminuzione dei casi di carie è da considerarsi davvero spettacolare: fino al 90% in meno sull’arco di 50 anni. Tale risultato è frutto della grande campagna di sensibilizzazione dei dentisti svizzeri per motivare i pazienti ad osservare una dieta meno zuccherata e a migliorare la loro igiene orale. Dr. med. dent. Valentin Huwiler, membro SSO Ticino — STMD Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)

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urtroppo negli ultimi anni si è notato un netto aumento del fenomeno delle erosioni dentali: una patologia dovuta agli acidi, in questo caso non prodotti dai batteri, che corrodono la superficie dei denti. Gli acidi possono essere di origine alimentare (succhi di frutta, energy drink, bevande isotoniche, soft drink ecc.) o di origine gastrica, per esempio in indivi‑ dui con patologie di riflusso gastro-esofageo o di vomito frequente come la bu‑ limia o l’anoressia. Essendo molto aggressivi, gli acidi dissolvono la superficie del dente come il sole scioglie un ghiacciolo. Con l’aumentare della frequenza del contatto tra i denti e gli acidi, la distruzione dello smalto diventa più visibile. Inizialmente le erosioni non causano sintomi, ma più l’erosione si fa importante, più i pazienti possono manifestare un’ ipersensibilità dei denti, talvolta anche molto dolorosa, e dei larghi difetti dello smalto che rendono necessario un inter‑ tervento ricostruttivo da parte del medico dentista.

Come ben sappiamo: “meglio prevenire che curare!”

© Grendelkhan / wikipedia.org — Bruce The Deus / wikipedia.org

La strategia principale per combattere le erosioni dentali è la diminuzione del tempo di contatto tra gli acidi e i denti. Ciò significa che occorre identificare pre‑ cocemente i disturbi di riflusso d’acido gastrico (in collaborazione con medici specializzati) e abbassare drasticamente il consumo di alimenti e bevande aci‑ de. La maggior parte dei casi d’erosione dentale sono causati da un consumo in‑ controllato e prolungato di bevande gasate zuccherate (anche nelle versioni con poche o addirittura senza calorie!), di tè freddo o di energy drink. Per prevenire le erosioni occorre innanzitutto ridurre il tempo di consumo di tali bevande: meglio bere tutta la bottiglietta in un sol colpo che sorseggiarla con calma. Dopo il consumo di alimenti acidi è inoltre consigliabile risciacquare la bocca con acqua o con una soluzione fluorata. Durante una seduta di controllo il vostro medico dentista SSO può diagnosticare l’eventuale presenza di erosioni dentali e consigliarvi dei prodotti idonei per pro‑ teggere i denti.

Vivere gennaio/febbraio 2013


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VARIE — Exergames

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HOME FITNESS E VIDEOGAMES: I VIDEOGIOCHI BRUCIACALORIE Fare fitness divertendosi: per chi è pigro e non ha voglia di iscriversi in palestra, ecco un’alternativa divertente per svolgere un po’ di attività fisica. La redazione

L’INATTIVITÀ FISICA

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d eccoci qui, come ogni anno dopo le Fe‑ ste Natalizie, a pensare ad ogni stregone‑ ria possibile per perdere i kg il più veloce‑ mente possibile. Ovviamente questo pro‑ blema non assilla chi svolge attività fisica costante‑ mente. Per smaltire i chili di troppo accumulati durante le Feste, evitando le sedute in palestra ma stando comodamente nel salotto di casa pro‑ pria, i videogiochi legati al fitness sembrano i‑ deali! Da alcuni anni ha preso piede la moda di mantenersi in forma senza uscire di casa. Per Na‑ tale molti si sono fatti regalare console e videogio‑ chi proprio con questo scopo.

Allenarsi grazie a un videogioco: perché no?

Se piove, fa freddo o non si ha voglia di uscire di casa, se si odia fare ginnastica, si ha un sovrappe‑ so rilevante e/o si è molto complessati, può essere un buon modo per muoversi un po’. Ciononostante, siccome non c’è nessuno che possa controllare, si corre il rischio di fare movimenti sbagliati e di farsi male. Inoltre, va bene solo se associato a un’altra attività fisica, all’aria aperta se possibile. Ovviamente l’attività fisica regolare va abbinata ad una corretta alimentazione, che non significa dieta e privazioni ma semplicemente la capacità di scegliere i cibi che il corpo assimila meglio, senza farli depositare sotto forma di grasso. Da alcuni è vista un po’ come l’evoluzione delle vi‑ deocassette di allenamento degli anni ’90. La nascita nel 2007 di questa nuova specie video-ludica è dovuta ai sistemi di gioco di ultima gene‑ razione, che consentono di giocare senza tene‑

Vivere gennaio/febbraio 2013

È un importante fattore di rischio per molte malattie croniche, come il diabete, le malattie cardio‑ vascolari e il cancro, ed è stimata complessivamen‑ te come la causa di 1,9 milioni di morti premature all’anno. Nel 2004 l’OMS ha istituito la “Strategia globale per la dieta, l’attività fisica e la promozio‑ ne della salute”, riconoscendo il ruolo fondamenta‑ le che l’attività fisica svolge nella prevenzione delle malattie e nella promozione della salute a lungo ter‑ mine.

Nei bambini

Ad esempio, quasi la metà dei bambini in età prescolare non svolge i livelli raccomandati di attività fisica prescritti dall’American Academy of Pediatrics. Molti studi hanno cercato le strategie per ridurre l’inattività fisica tra i giovani. Un bambino di età compresa fra gli 8 e i 10 anni trascorre all’incirca 65 minuti al giorno giocando ai videogiochi. L’83% dei ragazzi americani ha accesso ad almeno una console nella propria ca‑ mera. Le attività davanti allo schermo sono quindi molto apprezzate dai ragazzi e i tentativi di limitarle incontrano resistenze. Invece di competere con que‑ ste attività, una strategia alternativa è di sostituire il tempo passivo passato davanti allo schermo.

Exergaming: un videogioco non vi dimagrirà!

I videogiochi che richiedono attività fisica oltre al convenzionale controllo con la mano sono indicati come videogiochi attivi (Active Video Games — AVGs) o exergaming — parola ingle‑ se composta da “exercise” (esercizio fisico) e “ga‑ ming” (giocare tramite un’interfaccia video) e costi‑ tuiscono una tecnologia emergente che potreb‑ be aiutare a superare molti degli attuali ostacoli all’attività fisica. In questa categoria rientrano tut‑ ti i videogiochi in cui si fa movimento, inclusi quelli sportivi e di ballo con rilevamento della posizione. L’exergaming si basa su una tecnologia che richede appunto anche il movimento del corpo o comunque una reazione fisica. Questo genere è stato interpre‑ tato come il ribaltamento dello stereotipo dei videogiochi, considerati come un’attività sedentaria,

QUANTE KCAL SI BRUCIANO? Il nutrizionista inglese Ian Marber ha calcolato quante calorie si possono bruciare in una sessione di gioco con le varie console. Calcolando che sono circa 1’440 le calorie incamerate in un tipico pranzo del periodo natalizio, ec‑ co come fare per smaltirle giocando: • 26 partite di boxe — Chi non doves‑ se farcela, potrà “accontentarsi” di smaltire soltanto 1 porzione di cap‑ pone in 20 minuti di incontri. • Meno di 3 ore e ½ di balli sfrenati. • 25 minuti con un videogame classi‑ co — Sufficienti ad eliminare le calo‑ rie di salatini e vol-au-vent. per promuovere uno stile di vita attivo. I videogiochi exergames sono anche visti come un’evoluzione tecnologica mirata a rendere il gioco più divertente e dinamico.

I CONTRARI

Bambini fraccomodi ma non troppo. È quello a cui pensano tutti i genitori che invece di comprare un semplice videogame ai figli ne acquistano uno inte‑ rattivo. Ma così non è: per un po’ di tempo si è pensato che in un mondo invaso dalle realtà virtuali i videogiochi interattivi potessero essere un buon sostituto delle attività fisiche svolte all’aria a‑ perta, ma sembra non sia altro che un’illusione. La (presunta) conferma arriva da una ricerca del Children’s Nutrition Research Center del Baylor College of Medicine di Houston, pubblicata sulla rivista Pediatrics e rilanciata dal New York Times. Gli exergames non portano a nessun incremento dell’attività fisica media e, quindi, non producono nessun beneficio rilevante sulla salu‑ te.

La ricerca

Lo studio del Baylor College ha preso in esame un campione di 78 ragazzi dai 9 ai 12 anni, con indi‑ ce di massa corporea superiore a quello mediano e, evento piuttosto raro, sprovvisti in precedenza di

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re il controller in mano e rilevano con precisione i movimenti. Questi allenatori virtuali infatti ci seguono passo passo aiutandoci a rimanere in for‑ ma e, in alcuni casi, inseriscono forme di gioco che rendono l’esercizio fisico divertente e coinvol‑ gente.


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una console per videogiochi. A ciascun parteci‑ pante ne è stata fornita una con 2 videogiochi: metà del gruppo ha potuto scegliere tra 5 titoli che richiedevano un’elevata partecipazione fisica (calcio, baseball, danza); all’altra metà sono stati invece riservati titoli più classici, da giocare passivamente davanti al monitor, in maniera se‑ dentaria. Nessuno è stato tuttavia esortato a utiliz‑ zare frequentemente i giochi, lasciando piena liber‑ tà di fruizione. Da quel momento tutti i partecipanti sono stati seguiti per un periodo di 13 settimane, monitorati periodicamente. Le giovani cavie ovviamente sono state contentis‑ sime di seguire il programma fissato dai ricercato‑ ri, visto che non solo l’unico obbligo era di giocare quanto raccomandato, ma avendo seguito ad hoc il programma hanno anche potuto tenere la console che gli era stata data in dotazione.

Nessuna differenza

del genere. Questa volta però a essere testati sa‑ ranno i giochi che immergono i partecipanti in realtà virtuali. L’obiettivo è sempre lo stesso: veri‑ ficare se è possibile fare più movimento fisico fa‑ cendone meno. L’allenatore, il Personal Trainer, il Maestro, sono davvero divenute delle figure professionali sostituibili con un software ad alta tecnologia? Per i contrari dunque gli exergames sono l’ultima del‑ le innumerevoli trovate per milioni di persone — le stesse che hanno già acquistato pedane vibranti, oscillanti, basculanti, elettrostimolatori ecc. — che hanno già provato i più svariati regimi alimenta‑ ri e sono alla continua ricerca del miracolo. Infine, i contrari sostengono che i programmi, nonostante le numerosi opzioni, siano assolutamente standardizzati e molto probabilmente i‑ nefficaci per ottenere i risultati desiderati. Di conseguenza, preferire un allenamento mirato e specifico che si basa sulle proprie caratteristiche fi‑ siche e che vada a colpire i punti più critici. La tecnologia non può sostituirsi all’esperienza di per‑ sone che hanno studiato e conoscono le tecniche più veloci, efficaci e sicure per rimettervi in for‑ ma.

Per misurare i livelli di attività fisica compiuta men‑ tre giocavano, i bambini dovevano indossare un marchingegno chiamato “accelerometro”. Ebbene, questo strumento di misurazione non ha trovato alcuna differenza nell’attività complessiva svolta nell’arco della giornata tra il gruppo fornito dei gio‑ chi più sfrenati e quelli che giocavano a videoga‑ I FAVOREVOLI mes più sedentari. I videogiochi per il fitness funzionano, secondo uno I risultati finali, secondo il team del Baylor College, di‑ studio promosso dall’Università di Chester in In‑ mostrano l’assenza di qualsiasi effetto benefico de‑ ghilterra, coordinato da Stephen Smallwood e gli exergames sulla salute, almeno per quanto ri‑ pubblicato sulla rivista Arch Pediatr Adolesc guarda gli adolescenti. “Non c’è stata nessuna dimo‑ Med.. Paragonati ai videogiochi sedentari, gli ex‑ strazione che i ragazzi che avevano ricevuto i video‑ ergames sono associati ad un aumento della fregiochi attivi — si legge nella ricerca — fossero più quenza cardiaca, del consumo di ossigeno e del‑ attivi in generale, o in qualsiasi momento, rispetto a la spesa energetica. In generale, funzionano come quelli che avevano ricevuto i videogiochi passivi”. ginnastica. Almeno questo è quanto emerso dai ri‑ Secondo Anthony Barnett, uno degli autori dello sultati della ricerca che ha coinvolto 18 ragazzi, di studio, si tratterebbe di un fenomeno di bilancia‑ età tra gli 11 e i 15 anni, che quotidianamente mento piuttosto noto: “Quando si prescrive un au‑ hanno giocato a questi videogames bruciando il mento dell’attività fisica — afferma — il livello glo‑ 150-263% in più rispetto ai giochi sedentari tradi‑ bale rimane inalterato, in quanto i soggetti compen‑ zionali. Quindi, secondo questo studio, a livello fisi‑ sano riducendo altre attività fisiche durante il giorno”. co non esistono differenze con gli sport, cambia Una precedente ricerca pubblicata sul Journal of piuttosto l’approccio alla socialità e al tempo Strength and Conditioning Research, riporta il libero. New York Times, aveva monitorato per 12 set- Vero è, e questo è inconfutabile, che alcuni video‑ timane un piccolo campione di utenti (bambini games tradizionali sono diseducativi e pericolosi per e adulti) impegnati con il videogioco più noto di la salute, inducendo alla sedentarietà e stressando questo genere. Ma anche in quel caso i risultati non in particolare alcune parti del corpo, come occhi e erano stati incoraggianti: dopo circa 6 settimane, schiena, senza entrare in merito al “tempo di utiliz‑ tutti i partecipanti avevano mostrato un drastico zo”, fattore che incide parecchio nel discorso. calo di interesse per il gioco e il tempo medio tra‑ Pediatri, psicologi e ricercatori dell’Università scorso facendo attività fisica era crollato da 22 a dello Utah, in seguito a uno studio prospettico 4 minuti al giorno nell’arco di un paio di mesi. L’i‑ sull’uso dei videogiochi, sostengono che gli exernappellabile risposta? Abbandonare i videogiochi e games fanno bene alla salute e allontanano il riaffidarsi allo sport reale, per tentare di cambiare le schio di obesità e cancro. Nello specifico, lo studio proprie abitudini. ha dimostrato come siano in grado di riattivare non NEWPRINT PUBB 4 già COLpreparando 190x45 il prossimo 23-08-2005 1 del cervello ma anche quelle I ricercatori stanno trial 8:28 solo le Pagina funzionalità

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E LE APP? Il lancio degli smartphone ha dato il via al boom delle app per il fitness. Ma il fai-da-te va preso con le molle, special‑ mente se si è alle prime armi. “La tecnologia va bene ma quando c’ è un allenatore dietro” afferma Marcello Ambrogi, tecnico di atletica leggera, che allena dilettanti ma anche l’o‑ stacolista olimpica italiana Marzia Caravelli. “Per praticare uno sport a livello amatoriale non basta un programmino sul cellulare, per‑ ché va analizzata la persona a livello fisiolo‑ gico, il suo stile di vita, l’età, il suo universo insomma. E per farlo serve l’occhio di un al‑ lenatore”. E l’esperienza nessuna tecnologia può sostituirla. fisiche. Ciò vuol dire che i videogiochi potrebbero essere ben presto impiegati come vera e propria terapia contro diverse problematiche di salute, dall’obesità al cancro, dal morbo di Parkinson alle malattie che limitano le attività motorie. Carol Brugges, pediatra e studiosa presso l’Università dello Utah nonché responsabile di questa ricerca sulle potenziali qualità benefiche dei videogiochi sulla salute, non nasconde che i risulta‑ ti ottenuti siano ancora in una fase puramente sperimentale e che per avvalorare qualsiasi teoria sarà necessario estendere lo studio ad un numero mag‑ giore di pazienti volontari. Infatti, per ora, sono stati osservati e monitorati solo piccoli gruppi di persone affette da varie patologie, tra cui obesità e cancro, ed in particolare sono stati studiati gli effetti degli exer‑ games su bambini in chemioterapia, affetti da gravi forme di obesità o che avevano subito infarti. La terapia con i videogiochi in questi piccoli pazienti si è tuttavia dimostrata molto efficace sia sull’umore che sul metabolismo. Per i ricercatori, però, gli exergames possono a‑ vere una valenza terapeutica soprattutto se abbinati ai farmaci. Questo vuol dire che i videogiochi da soli di certo non possono combattere un tumore o uno stato di forte sovrappeso ma, se inseriti in un programma di cure adeguate, possono aiutare a superare il problema di salute sia fisicamente che mentalmente. Non a caso, è stata messa a pun‑ to una serie di exergames volti a promuovere l’atti‑ vità fisica e combattere la sedentarietà. Inoltre, al‑ cuni videogiochi sono stati realizzati allo scopo di educare agli effetti collaterali delle terapie tu‑ morali, di informare sulla corretta gestione del diabete e di aiutare a superare gli stati depressi‑ vi che alcune malattie possono comportare.

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