Vivere a tempo pieno 192 (Novembre-Dicembre 2018)

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ivere V

novembre/dicembre 2018 n. 192

MEDICINA

Ernia iatale

BELLEZZA Capelli e alimenti

DIETA

Buddha Bowls

SALUTE

Raffreddore e solitudine


n. 192 novembre/dicembre 2018

SOMMARIO

Care lettrici, cari lettori,

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Big news?

16 Ernia iatale

L'aiuto dell'osteopatia

SALUTE 6 Raffreddore Il ruolo della solitudine

8

BELLEZZA 8 Capelli

Gli alimenti importanti

DIETA 10 Buddha Bowls Il piatto unico perfetto!

ODONTOIATRIA 12 Ortodonzia per gli adulti

10

Che opzioni esistono?

PASSATEMPO 18 Cruciverbone

Gioca e vinci un pesos d’oro!

© Sofia Zhuravetc / Shutterstock.com (Copertina) frankie's — KOBRIN PHOTO Kiian Oksana / Shutterstock.com (Indice)

Responsabile della redazione di Vivere.

Tenerli sotto controllo

5 Raffreddore

Dal 2019, le condizioni di dispensazione dei farmaci saranno allentate. Ciò permetterà di semplificare l'automedicazione, vale a dire l'utilizzo di medicamenti senza prescrizione medica. I farmacisti e i droghieri potranno dispensare più facilmente alcuni prodotti senza prescrizione medica ma previa consulenza specialistica, e dunque sfruttare maggiormente le proprie competenze. I farmacisti potranno dispensare sotto la propria responsabilità alcuni medicamenti finora disponibili soltanto su prescrizione medica, come diversi antistaminici contro la rinite allergica stagionale (febbre da fieno). Anche le procedure di omologazione saranno semplificate. Ciò vale in particolare per i farmaci già omologati in Paesi che applicano procedure simili a quelle svizzere. Sono previste agevolazioni pure per i prodotti della medicina complementare e fitoterapeutici. Infine, per incoraggiare lo sviluppo di medicamenti pediatrici, d'ora in poi i fabbricanti beneficeranno di una maggiore protezione dalle imitazioni per 10 anni. Si prevede inoltre di accrescere la trasparenza e la sorveglianza del mercato in generale. Le esigenze in materia di farmacovigilanza, come il monitoraggio degli effetti indesiderati, saranno più elevate, al fine di disporre di maggiori informazioni sui rischi probabili o già noti. Swissmedic, l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, sarà inoltre incaricato di pubblicare maggiori informazioni, sia sui medicamenti sottoposti a valutazione che sui fabbricanti. Pubblicherà, per esempio, i suoi rapporti che spiegano le proprie decisioni in merito alle omologazioni di medicamenti per uso umano contenenti nuove sostanze. Il Consiglio federale (Cf) ha tuttavia deciso di posticipare l'entrata in vigore di altre disposizioni della legge sugli agenti terapeutici riveduta, che riguardano per esempio le pratiche in materia di vantaggi pecuniari. Visto che tali misure richiedono importanti adeguamenti delle relative ordinanze, la loro entrata in vigore è prevista per il 2020. Per contro, il Cf ha adottato 2 ordinanze di Swissmedic, una sugli emolumenti e l'altra sul personale, affinché possano anch'esse entrare in vigore già il 1° gennaio 2019.

Valentina Tanzi

MEDICINA 4 Raffreddore e influenza

Vivere

HIGHLIGHTS 19 In farmacia

La vetrina: novembre-dicembre

www.rivista-vivere.ch

a tempo pieno

SIGLA EDITORIALE

COMITATO DI REDAZIONE

REDAZIONE

SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano

MARIO TANZI Presidente OFCT

M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile

DOTT. GIORGIO ANTOGNINI già Presidente PharmaSuisse

CRISTINA GEROSA Segretaria

FEDERICO TAMÒ Portavoce OFCT

TIPOGRAFIA NEWPRINT SA

TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch

Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.


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MEDICINA — Malattie da raffreddamento

Raffreddore

Beccarsi un raffreddore o l'influenza spesso è una triste realtà dell'inverno. E anche se non c'è verso di fermare i virus una volta entrati in circolo, ci sono dei modi per rendere l'esperienza meno detestabile. Tutto si riduce al modo in cui ti prendi cura di te stesso.

Per la prima volta è stata scoperta una molecola capace di arginare il raffreddore, un'infezione contro la quale non esiste al momento nessuna arma.

CONTROLLA LO STRESS

La salute mentale e quella fisica vanno di pari passo, e lo stress può colpire il sistema immunitario.

BEVI MOLTA ACQUA

Zinco e vitamina C sono entrambi fondamentali per un sistema immunitario resistente. Cibi integrali e latte contengono zinco, mentre arance, fragole e ananas hanno un elevato contenuto di vitamina C. È possibile anche assumere un integratore.

RIPOSA DI PIÙ

Schiaccia un pisolino quando puoi, e assicurati di andare a dormire il prima possibile, per accumulare le ore di sonno ideali. Il sistema immunitario ha bisogno di riposo per rigenerarsi.

VACCI PIANO CON GLI ALLENAMENTI

Fare esercizio è fondamentale per reVivere novembre/dicembre 2018

Mantenersi sani significa restare idratati. L'acqua è fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario, e quando sei malato aumentano le probabilità di essere a corto di H2O. Bere quindi acqua, tè deteinato o bevande isotoniche e senza zucchero è il modo migliore per contrastare la disidratazione associata alla febbre.

NON SALTARE I PASTI

Anche se non hai molto appetito, dovresti sforzarti di mangiare in modo regolare. Ammalarsi è una fatica: il corpo brucia calorie per combattere contro l'indisposizione, perciò bisogna fornirgli il carburante necessario per vincere la battaglia.

RISPARMIA LE ENERGIE

Spiacenti, ma questo significa niente aperitivi dopo l'ufficio o cene con gli amici. Quando non sei impegnato in qualcosa di vitale importanza (purtroppo, il mondo non si ferma quando ci si ammala), bisognerebbe solo rilassarsi. Concedersi il giusto riposo, permet-

tendo al proprio corpo di guarire. Spingersi oltre i limiti lo priverà dell'energia fondamentale che gli necessita per stare meglio.

NON ANDARE AL LAVORO

Gli esperti raccomandano di non trascinarsi al lavoro quando ci si è beccato un brutto virus. Il corpo non riposerà e, in più, metterai a rischio la salute dei colleghi. Gli uffici spesso sono spazi circoscritti, che presentano le condizioni ideali per la diffusione di germi.

ALLA LARGA DAL FREDDO

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Gli uffici freddi possono fare più male che bene. Se proprio non puoi prenderti un giorno libero, accertati di poter lavorare da casa, oppure indossa tutto ciò che ti serve per restare al caldo. I batteri e i virus sono in grado di svilupparsi a basse temperature: perciò, se vuoi combatterli, è meglio restare in un luogo caldo e asciutto.

CURA L'IGIENE

Lavarsi le mani per almeno 20 secondi con acqua calda e sapone, e fare attenzione a quello che si tocca, come maniglie o tavoli. Se non si ha a disposizione un lavandino e del sapone, utilizzare un igienizzante: spalmarlo su entrambe le mani fino all'assorbimento, oppure usare le salviette disinfettate per pulire l'ambiente circostante. Infine, se ci si sente uno straccio, andare dal medico. Vale soprattutto se si hanno i classici sintomi influenzali, come febbre, brividi o forte affaticamento. È fondamentale iniziare la cura entro le 48 ore dalla loro insorgenza.

© YAKOBCHUK VIACHESLAV / Shutterstock.com

stare in forma ma, una volta beccato il virus, è meglio rimandare di qualche giorno gli allenamenti. Se sei un appassionato di attività fisica, prendi in considerazione l'idea di ridurne un po' l'intensità, magari con qualche camminata leggera.

ASSUMI VITAMINE

Stati influenzali?

La redazione

La redazione

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RAFFREDDORE: BIG NEWS?

RAFFREDDORE E INFLUENZA: TENERLI SOTTO CONTROLLO

orrai assicurarti che il sistema immunitario, che dipende dall'assunzione quotidiana delle giuste sostanze nutritive, sia alimentato e supportato. L'obiettivo, una volta ammalati, è ridurre il numero di giorni in cui siamo fuori uso.

— MEDICINA

primi test, pubblicati sulla rivista Nature Chemistry, sono stati condotti su cellule umane e mostrano che la molecola impedisce al virus di invadere le cellule. "È la prima tappa di un cammino ancora lungo", ha detto il biochimico Roberto Solari, che ha condotto la ricerca nell'Imperial College di Londra con il chimico Edward Tate. "Attualmente non esistono trattamenti contro il virus del raffreddore e questa è la prima molecola capace di contrastarlo". Per i giovani e per chi è in buona salute, il raffreddore non è certamente gradevole, ma non c'è rischio di vita. È invece diverso il caso di chi soffre di asma, enfisema, bronchiti o fibrosi cistica: in questi casi anche un banale raffreddore può provocare gravi conseguenze fino al ricovero in ospedale. La molecola (Imp-1088) funziona inoltre contro altri virus, parenti di quello del raffreddore, come quelli della poliomielite e dell'afta epizootica. Il virus del raffreddore è stato finora così difficile da combattere perché ha moltissime varianti e si evolve molto rapidamente: 2 caratteristiche che rendevano impossibile trovare una molecola capace di contrastarle tutte. La soluzione è arrivata scegliendo di concentrarsi sulla proteina Nmt (N-miristoriltransferasi) che lo aiuta a invadere le cellule. Essa è preziosa per il virus, che in tutte le sue numerose versioni la utilizza per costruire lo scudo (capside) che gli permette di proteggere il suo RNA quando invade la cellula. Bloccare la proteina significa quindi bloccare il virus. Vivere novembre/dicembre 2018

Oscillococcinum®: come prevenzione, sin dai primi sintomi (febbre, brividi, dolori muscolari) o in caso di stato influenzale conclamato. PER TE E PER TUTTA LA TUA FAMIGLIA. È un medicamento omologato. Rivolgersi allo specialista e leggere il foglietto illustrativo.

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SALUTE — Solitudine

7 contorno ecc. Quando, invece, cucini per te stesso spesso non hai voglia di pensare troppo". Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista "Health Psychology", poi, chi si sente solo è più facilmente preda della pigrizia.

RAFFREDDORE: IL RUOLO DELLA SOLITUDINE

METTE AL TAPPETO IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO

Uno studio mostra che i disturbi sono percepiti più gravi da chi si sente solo. La dimensione della reale rete sociale invece non conta.

Sentirci soli ci indebolisce, letteralmente. Secondo uno studio della Ohio University del 2013, la solitudine rende meno aggressive le risposte del sistema immunitario, soprattutto in risposta a forti situazioni di stress. Le persone sole producono, infatti, livelli più elevati di proteine correlate alla presenza di infiammazioni comuni e croniche. Queste possono essere collegate a diverse condizioni patologiche come la malattia coronarica, il diabete di tipo 2, l'artrite, il morbo di Alzheimer, la fragilità e il declino delle funzionalità causate dall'invecchiamento. Secondo la ricerca, poi, chi soffre di solitudine ha più anticorpi del citomegalovirus nel sangue rispetto alle persone che, invece, hanno più relazioni sociali. Questo significa che, proprio come lo stress cronico, la solitudine provoca la riattivazione del virus e il conseguente aumento degli anticorpi.

La redazione

PIÙ SOLI, PIÙ GIÙ DI CORDA?

C'è chi ama la solitudine, chi non riesce a non ritagliarsi

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SOLITUDINE E RAFFREDDORE

Naso che cola, starnuti e mal di gola e altri sintomi del raffreddore possono avere un impatto maggiore sulle persone che soffrono di solitudine. La dimensione e la qualità della rete sociale non hanno invece alcuna influenza sulla percezione del disturbo. Lo dice un recente studio che si va ad aggiungere alla crescente mole di evidenze scientifiche sulle ricadute della solitudine sulla nostra salute.

SE TI SENTI SOLO, ANCHE IL CUORE NE RISENTE

Gli adulti di mezza età che vivono da soli hanno il 24% di probabilità in più di soffrire di malattie cardiache, secondo uno studio condotto dalla Harvard University. Ma qual è il collegamento tra la sensazione di sentirsi soli e il nostro cuore? Chi soffre di solitudine non ha il "cuscinetto" dell'affetto altrui: non avendo il supporto morale o il calore di amici e parenti, si è più predisposti a risentire degli effetti negativi dello stress, che aumentano la possibilità di soffrire di disturbi cardiaci. Elevati livelli di ormoni dello stress fanno sì che nel cuore si accumuli il colesterolo. Ma non solo: pensando di non poter contare su nessuno nel caso in cui ci si senta male si è meno predisposti a dirlo a qualcuno e ad andare dal medico. Chi si sente solo, poi, generalmente fa meno attività fisica e mangia in modo disordinato: fattori, questi, non ideali per la nostra salute e per il nostro cuore.

Solitudine e isolamento sociale

Quanto conta il sentirsi soli e quanto invece l'isolamento oggettivo, la condizione di chi non ha una buona e fitta rete sociale? Se lo sono chiesto i ricercatori dell'Università di Houston e dell'Università Rice (sempre a Houston) che, per rispondere, hanno reclutato 213 volontari sani, distribuendo loro dei questionari sulla solitudine, sulla rete so-

Amplifica l'impatto dei sintomi

Coloro che erano molto soli non avevano una maggior probabilità degli altri di sviluppare la malattia, ma si sentivano peggio. E, forse quasi inaspettatamente, in questa dinamica la rete di contatti sociali di ciascuno non giocava alcun ruolo. "L'avere una rete sociale di grandi dimensioni non fa alcuna differenza", ha detto LeRoy, prima autrice dello studio. "Ad essere importante è la percezione che i soggetti ne hanno". Misurando oggettivamente lo stato di malattia, i ricercatori hanno infatti visto che la solitudine non influenza la reale gravità del raffreddore contratto ma solamente la percezione che ne ha il paziente.

Effetti su tutto l'organismo

Come ha dimostrato una recente meta-analisi di 23 studi, che hanno coinvolto un totale di 181mila soggetti dai 3 ai 21 anni, e apparsa sulla rivista dei cardiologi inglesi "Heart", la solitudine aumenta di un terzo il rischio di avere un ictus o di sviluppare una malattia coronarica (CAD), 2 delle principali cause di malattia e morte nei paesi ricchi. Non è questa l'unica revisione sistematica della letteratura. Molti studi hanno finora confermato l'importanza tanto della solitudine quanto dell'isolamento su tutti gli aspetti della salute dell'individuo, emotivi, cognitivi, fisici e comportamentali, aumentando anche il rischio di mortalità. Cresce quindi la preoccupazione per l'impatto sociale di una condizione che interessa un numero sempre crescente di persone.

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TI PRENDI MENO CURA DI TE STESSA/O

Chi soffre di solitudine potrebbe avere meno interesse nel curare il proprio corpo, ma non solo dal punto di vista estetico. Cenando o pranzando da soli è più facile porre meno attenzione in ciò che si mangia: si preferiscono cibi veloci e meno salutari. Le donne e gli uomini single dai 50 anni in su, ad esempio, mangiano meno frutta e verdura rispetto a quando erano sposati o avevano un partner. "Se cucini per altre persone, sei più predisposto a farlo in un certo modo”, spiega il ricercatore Rabin; “la cena o il pranzo dovranno essere equilibrati e contenere il piatto base, un Vivere novembre/dicembre 2018

© Stock-Asso / Shutterstock.com

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a bambini si può creare un amico immaginario o credere che i nostri giocattoli siano compagni "reali". Da adulti, gestire la solitudine è più difficile: chi si sente solo tende a chiudersi a riccio e a precludersi ogni contatto con il mondo esterno. Gli "amici", i divertimenti, il mondo vivono fuori dalla finestra ed è lì che rimangono. Mentre ci crogioliamo nella tristezza, però, la salute ne può risentire. Nei periodi in cui questa sensazione è più forte, le difese immunitarie vanno in tilt, iniziamo a fare meno attività fisica e a mangiare in modo disordinato. "Le persone che si sentono sole hanno più probabilità di soffrire di problemi di salute rispetto a chi, invece, riesce a mantenere rapporti sociali": Bruce Rabin, direttore dello University of Pittsburgh Medical Center Healthy Lifestyle Program.

un momento della giornata in cui rimanere solo con i propri pensieri. Per alcuni, però, stare da soli significa pensare, rimuginare, chiudersi ancora di più in se stessi. "All'aumentare della solitudine, aumenta anche la probabilità di soffrire dei sintomi della depressione", spiegano i ricercatori dell'Università di Chicago. "Quando sei solo, gli ormoni associati allo stress come il cortisolo si attivano e questo può portare alla depressione. Ecco perché, per chi soffre di depressione lieve, è consigliato riprendere i contatti con gli altri: può essere un buon modo di alleviare i sintomi. "Le relazioni sociali vengono spesso prescritte come un antidepressivo", spiega il dottor Rabin. Anche uno studio dell'Università del Colorado, risalente al 2009, ha evidenziato che più interazioni sociali positive si hanno, più i sintomi migliorano.

ciale e sull'umore del momento. Dopo averli infettati con un virus del raffreddore, hanno monitorato nei cinque giorni successivi i 159 di loro che si erano ammalati, indagandone tanto la percezione soggettiva dei sintomi, quanto la loro oggettiva gravità. Lo studio, apparso sulla rivista Health Psychology, ha indagato le due questioni separatamente: in primo luogo, scoprire se sentirsi soli ed essere isolati avessero, in modo indipendente l'uno dall'altro, degli effetti sui sintomi della malattia e, in secondo luogo, se la solitudine fosse più importante della condizione di oggettivo di isolamento sociale nell'influenzare la gravità dei sintomi nel paziente.

Disponibile nelle farmacie, drogherie e nei negozi di prodotti naturali e dietetici. Gli integratori non vanno intesi quali sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita.

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BELLEZZA — Capelli

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9 Alghe

CAPELLI: GLI ALIMENTI IMPORTANTI

Ricche di iodio e altri minerali come magnesio, zinco e calcio, sono pure una fonte importante di vitamina B. Le specie più indicate sono spirulina, wakame e nori.

È una fonte importante di vitamine del gruppo B, in particolare di acido folico. Magnesio e zinco sono altri componenti in grado di fornire forza ai capelli. Altri frutti consigliati sono: kiwi, limone, pompelmo ed arancia.

Contiene vari polifenoli, come la catechina e l'epicatechina, potenti antiossidanti. È inoltre ricco di proteine ed elementi minerali importantissimi per il corpo umano e tali da intervenire direttamente sulla circolazione sanguigna del cuoio capelluto. Primo fra tutti lo zinco, che ha il compito di sostenere l'attività delle cellule germinative della matrice e, di conseguenza, determinarne la crescita o la caduta, quando ve ne è carenza.

Noci

I loro oli forniscono elastina e contribuiscono alla crescita. Contengono pure acidi grassi omega-3, biotina, vitamina E e rame, così come arachidi, mandorle, nocciole e semi di girasole: tutti utili per rinforzare e prevenire la caduta.

Farina d'avena

UOVO

Una spezia dalle molteplici proprietà benefiche: la capsaicina è un vasodilatatore e persino la sua applicazione in sede locale può aiutare l'afflusso di sangue alla cute, stimolare i bulbi piliferi a rimanere produttivi e contrastare problemi quali la caduta dei capelli. Vivere novembre/dicembre 2018

DIETA E CAPELLI Dieta vegetariana errata

Che uno scarso apporto proteico possa essere la causa di capelli deboli e tendenti alla caduta è confermato dalla ricerca scientifica: ad esempio, una ricerca svolta dallo studioso R.B. Bradfield nel 1981 ha dimostrato che la mancata assunzione di alimenti proteici causa già in 14 giorni la riduzione del diametro del bulbo, seguito da atrofia e perdita delle guaine, riducendone la resistenza alla trazione e aumentandone la probabilità di caduta.

YOGURT GRECO

È ricco di proteine − 2 volte in più rispetto a quello tradizionale − e agevola il flusso di sangue al cuoio capelluto, grazie alla presenza di vitamina B5, nota anche come acido pantotenico. La caratteristica di questo acido è proprio quella di fortificare il fusto del capello, favorendone la ricrescita.

1 compressa 1 volta al giorno • Diminuisce la caduta dei capelli • Migliora la qualità di capelli e unghie • Aumenta lo spessore di capelli e unghie

Spesso dovuta a diete per perdere peso eccessivamente restrittive, che riducono l'apporto di tutti i principali nutrienti dei capelli e persino del minimo indispensabile di carboidrati. A fronte di una propensione genetica alla perdita dei capelli, questa condotta è davvero deleteria e rischia di accelerare notevolmente il diradamento.

PATATA DOLCE

Fonte di proteine ricche di lisina (amminoacido chiave per la salute dei capelli), vitamina D ed acidi grassi omega-3, che contribuiscono alla crescita dei capelli e a mantenere l'integrità delle cellule cutanee. Caratteristiche simili le possiedono anche sardine e gamberetti, che sono in grado di fornire anche la vitamina B12, il ferro e lo zinco.

biotina.ch

Alimentazione insufficiente

Scarsissimo consumo di frutta e verdura © Subbotina Anna / Shutterstock.com

PEPERONCINO

Contiene zinco, ferro e gli omega-6, che forniscono i nutrienti per una crescita ottimale. Altri cereali integrali utili a questo scopo sono la quinoa e il riso integrale, importante fonte di magnesio e selenio.

Copre il fabbisogno di proteine e ferro, ma l'uovo è soprattutto ricco di vitamine del gruppo B tra cui la biotina (conosciuta un tempo come Vitamina H), fondamentale per lo sviluppo del midollo osseo e la salute di pelle e capelli. Conosciuto per le sue proprietà emulsionanti e rivitalizzanti, il tuorlo in particolare è molto ricco di elementi nutritivi naturali: protidi, lecitina e minerali, tra cui lo zolfo, che contrasta i capelli deboli e sfibrati, preservandone flessibilità ed elasticità.

MA ANCHE... Salmone

in seguito a carenza di biotina.

Banana

CIOCCOLATO FONDENTE

Particolarmente ricca di beta-carotene, antiossidante naturale che protegge la chioma dall'opacità, donandole lucentezza. In più, stimola le ghiandole seborroiche nel cuoio capelluto al fine di mantenere ben oleata la cute e prevenire la secchezza dei capelli. La presenza di minerali come il magnesio, inoltre, favorisce lo sviluppo di enzimi che intervengono sia nella produzione di melanina che nella ricrescita capillare.

In caso di disturbi della crescita di capelli e unghie

Fonte eccellente di ferro, contengono anche beta-carotene, acido folico e vitamina C, componenti che permettono lo sviluppo di follicoli piliferi forti e sani. Anche le altre verdure a foglia verde hanno le stesse proprietà.

La redazione

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Spinaci

Cioccolato fondente, peperoncino, yogurt greco, patata dolce e uova: ecco alcuni esempi di cosa mettere nel piatto per preservare la chioma e avere capelli naturalmente robusti, morbidi e luminosi.

l benessere dei capelli, si sa, passa anche attraverso ciò che mangiamo. Specialmente se si è reduci da una dieta un po' rigida o da una lunga serie di trattamenti, che hanno sfibrato il capello rendendolo più fragile. Quando si vive in città, poi, smog e stress rischiano di compromettere ulteriormente lo splendore della chioma, opacizzandola. La salute dei capelli, la loro ricrescita e l'alimentazione quotidiana sono quindi indissolubilmente legate. È sufficiente vedere la composizione chimica dei capelli per rendersi conto che essi sono costituiti per il 65-96% da proteine solide quali la cheratina, nota come sostanza capace di rinforzare i capelli, e per il resto da acqua, grassi, pigmenti e oligoelementi. Se poi si pensa al fatto che la cheratina del capello è composta da 2 amminoacidi essenziali, la cistina e la lisina, chiamati "essenziali" proprio perché l'organismo non è in grado di produrli, allora diventa evidente che queste sostanze vanno assunte attraverso l'alimentazione, oppure con degli appositi integratori: non c'è altra via. Una dieta carente di esse rende i capelli fragili e sottili, favorendo la comparsa di doppie punte. La scelta di cibi ricchi di sostanze nutritive, specifiche per fortificare e nutrire la fibra capillare, può fare la differenza nel processo fisiologico di difesa e riparazione dei capelli.

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Esistono persone che trovano gli agrumi e la verdura cibi insipidi e poco attraenti fino al punto di non mangiarli mai. Inutile dire che questa condotta alimentare, se non compensata dall'uso di integratori per capelli, riduce enormemente la varietà di sostanze essenziali. La mancanza di vitamina A, per esempio, rende la cute secca e i capelli secchi e opachi. Ecco perché un'alimentazione che ignora le vitamine e alcuni importanti oligoelementi come il magnesio è sbagliata e, invece di rinforzare i capelli, ottiene il risultato esattamente contrario. Vivere novembre/dicembre 2018

È un medicamento omologato. Leggere il foglietto illustrativo. Disponibile nelle farmacie e drogherie. Biomed AG, 8600 Dübendorf © Biomed AG. 07.2017. All rights reserved.

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DIETA — Piatto unico

11 GLI INGREDIENTI

BUDDHA BOWLS: IL PIATTO UNICO PERFETTO!

E quali sono gli ingredienti fondamentali? In genere le ricette sono sostanziose e prevedono una base di carboidrati integrali come pasta, quinoa o patate dolci, guarnita con diversi ortaggi, un'elevata percentuale di proteine, noci, semi e condita a piacimento. La ciotola contiene in genere: • il 25% circa di carboidrati — Cereali o pseudocereali come riso integrale, farro, avena, quinoa, miglio; • il 15% di proteine — Possibilmente vegetali, di soia come tofu e tempeh oppure legumi come fagioli, ceci e lenticchie; • il 35% di verdure, • il 10% di salsa, • e il 15% di grassi, condimento ed ingredienti extra — Scegliere un grasso vegetale come avocado, olio extravergine d'oliva, tahine (crema di sesamo), semi oleosi e frutta secca. Vuoi ridurre gli sprechi di cibo? Le Buddha Bowls sono perfette per riutilizzare le verdure avanzate e altri alimenti.

Grandi ciotole colme di ingredienti freschi di stagione, perfette come piatto unico a pranzo, anche da portare al lavoro. Se non le hai mai assaggiate, provane una adesso! La redazione te quello che ci vuole. Si può preparare con moltissimi ingredienti, ma c'è una regola di base che si deve rispettare se ci si vuole avvicinare alle autentiche.

LA STORIA

COSA SONO?

A prima vista potrebbero sembrare Vivere novembre/dicembre 2018

grandi insalate, ma chiamarle così sarebbe davvero sminuente. Nei menù dei ristoranti più di tendenza a Londra, New York o Sidney le trovate indicate appunto come "Buddha Bowls" – letteralmente: le ciotole del Buddha. Di recente hanno fatto la loro comparsa nei libri e sul web, oltre che – ovviamente – in un numero sempre crescente di ristoranti con anima salutista. Sono decisamente un piatto unico, che nasce vegetariano, ma al quale si può aggiungere anche carne o pesce. Attualmente sono il piatto unico da asporto più desiderato da chi lavora in un ufficio e vuol mangiare qualcosa di sano, veloce da preparare, energizzante e soprattutto saziante. I vantaggi sono subito evidenti: in un momento in cui cerchiamo soluzioni che non ci appesantiscano, che possano essere facilmente stagionali e ci aiutino a mangiare più verdura, una ciotola del Buddha è esattamen-

LA PREPARAZIONE

Il bello delle Buddha Bowls è che non

ste proporzioni. Scegliere dunque un cereale (o simile) come base, preferibilmente integrale: riso, bulghur e grano saraceno, ma si possono utilizzare anche noodles di riso o di grano duro, di soia, quinoa, miglio… una versione più italiana e mediterranea potrebbe prevedere farro oppure orzo. Aggiungere poi le proteine e le verdure crude (a volte anche cotte, ma brevemente, appena scottate), queste ultime in gran quantità. • Estetica (mise en place) — La ciotola va composta sistemando gli ingredienti separatamente, come in un disegno, e non mescolando tutto insieme come si fa con le classiche insalate. Privilegiare i colori differenti, sia per garantire una varietà di vitamine e principi nutritivi più ampia, sia per rendere il suo sapore più interessante e mai noioso. • Stagionalità — Le Buddha Bowls sono rigorosamente preparate con prodotti freschi, stagionali e quanto più possibile locali. Niente mais in scatola, dunque! Si può però aggiungere una buona vinaigrette o citronnette.

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cco una moda che ci piace molto: le Buddha Bowls non sono solo un highlight per gli occhi. Ricche di verdura fresca, fibre di alta qualità e superfood croccanti, queste ciotole coloratissime sono più di un semplice food trend. C'è poi qualcosa di confortante nell'idea di mangiare dentro una grande ciotola, specialmente se ha un bel colore! I suoi bordi rialzati rendono comodo raccogliere il cibo anche sui lati, la forma rotondeggiante sta bene sul piatto in tavola quanto su un vassoio se si vuole mangiare sul divano. Le dimensioni possono essere tali da definire, da sole, la quantità della porzione. E, ovviamente, sono perfette per i piatti unici, che di recente costituiscono la versione preferita per il pranzo, sia che ci si trovi a casa che in ufficio.

L'origine del nome è incerta: di sicuro queste seducenti ciotole straripanti di ingredienti multicolori non sono un'invenzione di Buddha e hanno davvero poco a che fare anche con il buddismo. L'unica spiegazione plausibile per il nome è la seguente: queste ciotole ricordano il ventre tondo di Buddha, perché in genere sono ricolme di cibo e a volte presentano persino una leggera incurvatura che supera l'orlo. Ricercando un po' più a fondo, però, ci si imbatte nel cosiddetto Oryoki, una forma particolare di condivisione del cibo che deriva dai monasteri zen. È un modo di mangiare ritualizzato e meditativo. Per godersi appieno il gusto, il pasto viene consumato in completo silenzio. Le Buddha Bowls ricordano anche l'antico rituale dei monaci buddisti di bussare casa per casa con una ciotola vuota tra le mani che i fedeli riempivano con offerte di cibo, fiori e incenso. Nella religione buddista l'offerta di cibo e di oggetti rituali è un rito molto importante e viene unito in questo nuovo trend culinario con l'attenzione e la cura che la cultura orientale ripone nel cibo. Le Buddha Bowls si ispirano all'idea secondo la quale il cibo deve nutrire corpo e spirito come una medicina e la cucina è un modo per prendersi cura di sé. Per tutti coloro che non riescono ad abituarsi a questo nome, ne esistono altri come "Hippie bowl", "Grain bowl" o "Rainbow bowl".

esistono regole rigide. Nella creazione di una ciotola ricca di sapore la creatività non conosce limiti. Gli ingredienti dovrebbero essere semplicemente sani, colorati e nutrienti e, insieme, dare vita a un pasto genuino. Non c'è dubbio, la tendenza è nata negli account Instagram e nei blog dedicati alla salute. Vegane, vegetariane o di carne? Anche in questo caso non ci sono regole, ognuno è libero di scegliere secondo i propri gusti. Come detto, la ricetta non serve: queste deliziose preparazioni sono assemblate al momento con quello che c'è in casa, più o meno. Per essere una vera Buddha Bowl e non una semplice insalata, si deve tuttavia osservare 3 facilissime regole: • proporzione — La prima regola riguarda la composizione, che può essere fatta abbinando moltissimi ingredienti diversi tra loro, ma seguendo appunto una certa proporzione fra quelli indicati nel paragrafo precedente. Non serve pesare gli ingredienti, ma è bene sapere che, perché sia ben bilanciata, la ciotola deve rispettare que-

Dispositivo medico CE 0426 | Leggere il foglio illustrativo. Melisana AG, 8004 Zurigo, www.femannose.ch Sponsor membro della società svizzera per le persone con incontinenza

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ODONTOIATRIA — Ortodonzia

ORTODONZIA PER GLI ADULTI: CHE OPZIONI ESISTONO? L'ortodonzia è quella branca della medicina dentaria che si occupa della correzione della malposizione dei denti e delle ossa mascellari: inizialmente richiesta e praticata solo sui bambini e sugli adolescenti, è andata sempre più diffondendosi anche tra gli adulti.

Vitamina D3 indispensabile per una crescita sana di ossa e denti

Dr. Matteo Cassina, medico dentista, Specialista in ortodonzia (CH) Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)

S

e alcuni decenni fa la proposta di valutare un raddrizzamento della dentatura da parte del dentista poteva apparire inverosimile al paziente non più in età scolare, oggi sono i genitori stessi che domandano allo specialista in ortodonzia di dedicarsi a loro dopo aver curato i propri figli. Il meccanismo biologico che permette il movimento di uno o più denti all'interno della struttura che li sostiene si attiva ad ogni età e non si esaurisce con la fine della crescita; nell'adulto tuttavia avviene con velocità inferiore di circa un terzo rispetto al giovane. Lo spostamento ortopedico delle ossa mascellari in presenza di gravi anomalie di occlusione può avvenire invece solo fino all'età della pubertà: in seguito richiede sovente il ricorso alla chirurgia maxillo-facciale. In occasione della prima visita specialistica in ortodonzia vengono valutati e chiariti gli aspetti che indicheranno a che condizioni il trattamento sarà possibile. Nell'adulto, a differenza che nel bambino, spesso sussistono limitazioni

oggettive e soggettive che limitano o addirittura rendono impossibile la cura stessa. La presenza di estese ricostruzioni protetiche (corone, ponti o addirittura impianti), malattie parodontali gravi con perdita di osseo alveolare (denti traballanti), cattiva igiene orale, essere forte fumatore sono alcuni dei fattori oggettivi che possono costituire una controindicazione al trattamento. Sono tuttavia gli elementi soggettivi che spesso limitano nel paziente adulto le possibilità terapeutiche o lo dissuadono dall'iniziarla. Come accennato prima, lo spostamento dei denti che ne permette il raddrizzamento è possibile ad ogni età, ma richiede l'applicazione di forze adeguate sul dente stesso che devono essere continue sull'arco delle 24 ore. Gli apparecchi ortodontici per l'adulto, di qualsiasi genere essi siano, vanno portati sull'arco di tutta la giornata, non solo la notte o nel fine settimana. Richiedono una cura ed una igiene ottimale e devono essere controllati con periodicità dal dentista. I trattamenti si estendono normalmente su lunghi periodi, raramente inferiori all'anno, a volte per 2 o più. Più che nel giovane e nel bambino, dove ormai l'eventuale cura ortodontica è diventata quasi una routine, nell'adulto è un passo che va valutato con attenzione ponderando tutti i diversi aspetti. Gli apparecchi ortodontici possono essere suddivisi in due categorie principali: • fissi, • amovibili. Gli apparecchi fissi (la "ferrovia" o "trenino", come vengono chiamati ormai in gergo corrente) si sono imposti fin dagli anni sessanta del secolo scorso come il mezzo più efficace nei trattamenti di ortodonzia: se si desidera la perfezione nel risultato combinata con la brevità nel trattamento rappresentano l'unica valida alternativa.

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ODONTOIATRIA — Ortodonzia

Nell'adulto possono essere presenti difficoltà maggiori che non nel giovane, soprattutto a livello di affollamento (mancanza di spazio), che costringono con maggiore frequenza all'estrazione di denti. La decisione spesso è facilitata dal fatto che gli elementi da rimuovere possono essere in uno stato di conservazione (parodonzio o ricostruzioni protetiche) non più ottimale.

L'APPARECCHIO FISSO

Come appunto suggerisce il nome, viene posato all'inizio del trattamento, non viene mai più tolto per tutta la durata della cura e la sua rimozione al termine della stessa non lascia traccia alcuna sulla superficie dei denti su cui era incollato. La tecnica attuale ha permesso una miniaturizzazione degli attacchi, come pure il ricorso a materiali trasparenti (porcellana), che li rendono meno visibili. I controlli, normalmente mensili, sono dedicati all'attivazione meccanica degli elementi che determinano il risultato pianificato. L'alta sofisticazione permette un controllo ottimale dei movimenti della dentatura, soprattutto quando, come accennato sopra, siano stati rimossi dei denti o si debbano eseguire spostamenti o raddrizzamenti importanti. La complessità dell'apparecchio fisso ne fa tuttavia uno strumento da affidare esclusivamente nelle mani dello specialista.

L'apparecchio interno o linguale

Stabilito che la soluzione fissa rimane ancora oggi la più

efficace, la richiesta sempre maggiore di correzioni ortodontiche negli adulti ha spinto industria e dentisti a cercare soluzioni che accontentassero il desiderio di rendere il più possibile invisibile e confortevole l'apparecchio stesso. La prima risposta, arrivata già diverse decine di anni fa, è stata lo spostamento dell'apparecchiatura alla superficie linguale (interna) dei denti: il principio biomeccanico resta lo stesso dell'apparecchio fisso tradizionale, ma il suo riposizionamento interno lo rende invisibile. Tuttavia questo ha reso la meccanica stessa meno efficiente, dovendo agire in spazi ancora più ristretti, rendendo pertanto il trattamento più lungo. L'accesso all'apparecchio, trovandosi all'interno della bocca e dietro ai denti, è più difficile ed ogni singola visita di controllo diventa più complessa ed impegnativa. Inoltre la fonazione (parlare), con tutti gli attacchi in perenne contatto con la lingua, diventa più difficoltosa, soprattutto per persone costrette per la loro attività a colloquiare frequentemente. Per questi motivi l'apparecchio interno o linguale rimane uno strumento di nicchia, che non ha mai trovato applicazione su larga scala, non da ultimo per i costi molto più elevati rispetto alla variante tradizionale.

LE MASCHERINE AMOVIBILI

Una tecnica di cura completamente diversa è invece costituita dalle mascherine amovibili, offerte oggi in molteplici varianti, che vanno sempre più diffondendosi per la loro facilità d'uso e per il comfort elevato. Una serie di ferule trasparenti in resina da sostituire e da portare sempre, eccetto che per i pasti, e quindi per almeno 22 ore al giorno, sposta passo dopo passo i denti nella posizione desiderata. Molto ben accettate e richieste dai pazienti adulti, hanno però proprio nella loro natura di tecnica relativamente semplice la limitazione maggiore: cure complesse combinate con estrazioni di denti o con spostamenti importanti non sono più alla portata di questa variante terapeutica. O, se lo sono, rendono il trattamento così lungo da far propendere eventualmente per la soluzione con l’apparecchio tradizionale.

Concludendo si può ben affermare che ormai la correzione della malposizione dei denti è tecnica acquisita e molto diffusa anche negli adulti. La difficoltà maggiore per lo specialista in ortodonzia sta tuttavia nel conciliare la qualità del risultato con le esigenze di pazienti non disposti od oggettivamente impossibilitati ad accettare tipi di cura normalmente impiegati nei bambini e nei giovani. Nell'adulto ogni trattamento andrà valutato in maniera assolutamente personalizzata ed individuale, ricorrendo alle molteplici varianti terapeutiche che offrono le tecniche di ultima generazione. Vivere novembre/dicembre 2018

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MEDICINA — Ernia iatale

17 TIPI DI ERNIE IATALI • bruciore retrosternale;

ERNIA IATALE: L'AIUTO DELL'OSTEOPATIA D.O. Fabrizio Maffeis DIAGNOSI

L'ernia iatale può essere diagnosticata dal gastroenterologo mediante una esofagogastroduodenoscopia (EGDS) e/o con una radiografia del digerente. La pHmetria e la manometria, che misurano rispettivamente l'acidità e la pressione all'interno dell'esofago, possono dare dei segni indiretti dell'ernia, ma a parere dello scrivente risultano superflui qualora sia possibile e non controindicata l'esame più certo, che rimane quello endoscopico.

L

IL MECCANISMO DI PRODUZIONE a medicina tradizionale offre DELLE ERNIE IATALI

una serie di trattamenti farmacologici per attenuare la sintomatologia oppure un intervento chirurgico che risolve quasi sempre il problema. Oltre alla medicina tradizionale possiamo prendere in considerazione anche il trattamento osteopatico che, attraverso tecniche di manipolazione, può ottenere ottimi risultati attenuando e in alcuni casi risolvendo la problematica in modo definitivo.

Ad ogni movimento respiratorio il diaframma scende: si abbassa la pressione in cavità toracica, aumenta in cavità addominale. La differenza pressoria "attira" i visceri addominali verso la cavità toracica. La tonicità delle fibre longitudinali dell'esofago agisce nello stesso senso. Se i meccanismi di stabilizzazione dell'esofago, visti in precedenza, sono deficitari, può sopraggiungere un'ernia iatale da scivolamento, la più frequente. L'ernia iatale rappresenta lo stadio fi-

nale dello stress meccanico sulla giunzione gastro-esofagea. Per eccesso di trazione da parte dell'esofago e per la differenza pressoria tra torace e addome una porzione gastrica viene trascinata al di sopra del diaframma (ernia iatale da scivolamento). Oppure una parte di stomaco passa attraverso lo iato esofageo del diaframma accanto all'esofago (ernia iatale da rotolamento). In entrambi i problemi è fortemente predisponente una limitazione di movimento del diaframma, che mantiene la cupola diaframmatica abbassata. Inoltre l'accentuazione delle curve della colonna (cifosi), porta ad un tendenziale accorciamento dell'esofago, altra importante causa predisponente. Altre concause: • struttura longilinea, • posture con braccia in alto e lavori pesanti, • perdita di elasticità dei tessuti causa invecchiamento. Nota: un ernia iatale può accompagnarsi ad una contrattura dell'anello muscolare periesofageo del diaframma e può comparire una sindrome vegetativa da compressione dei nervi vaghi.

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Ogni anno in Svizzera sono 500 le persone a cui viene diagnosticato l'HIV. L'infezione è ancora incurabile ma, grazie alla disponibilità di ottimi medicamenti, l'AIDS non si sviluppa. Usare il nuovo "autotest VIH®" di Mepha è semplice: occorre una gocciolina di sangue, che si ottiene pungendosi un dito. Il risultato del test è visibile dopo soli 15 minuti. L'utilizzo dell'"autotest VIH®" è illustrato passo passo in un video (autotest-sante.com − lingua CH-IT). Da notare che il test rileva soltanto le infezioni da HIV contratte da almeno 3 mesi. Il nuovo test di Mepha presenta il grande vantaggio di poter essere eseguito in maniera semplice e anonima. Può essere acquistato senza ricetta, sia in farmacia che in drogheria. Mepha Pharma AG, 4010 Basilea

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Molte persone soffrono di sintomatologia gastrica, specie di ernia iatale con conseguente pirosi, acidità, dolore addominale, reflusso, nausea. A questa sintomatologia si associa spesso tutta una serie di problematiche muscolo-scheletriche quali lombalgia, dorsalgia, dolore alla spalla sinistra, cervicalgia e cefalea.

• Ernia iatale da scivolamento (più frequenti) — Per trazione verso l'alto dell'esofago rispetto al diaframma. • Ernie da rotolamento — Una parte della grande tuberosità dello stomaco passa in cavità toracica attraverso l'orifizio esofageo del diaframma. • Ernie miste — Si combinano i meccanismi dei tipi precedenti.

• dolore toracico a sinistra; • dolore alla spalla sinistra; • dorsalgia; • eruttazioni; • rigurgito o rigurgito notturno; • cervicalgia; • cefalea; • lombalgia.

ERNIA E REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO

In caso di reflusso gastro-esofageo è sempre consigliato: • evitare tabacco, caffè, cioccolato, alcool e alimenti grassi; • evitare bevande ed alimenti liquidi a cena; • evitare pasti abbondanti; • dieta in caso di sovrappeso; • tenere alta la testa del letto; • evitare posture con busto flesso in avanti e non sdraiarsi dopo aver mangiato; • evitare cinture ed indumenti stretti sull'addome.

Un'ernia iatale da scivolamento può esistere senza RGE (Reflusso GastroEsofageo) e un RGE può sopraggiungere senza ernia iatale, ma nel 70% delle ernie iatali c'è reflusso e soltanto il 3% dei reflussi sono senza ernia iatale: infatti l'ernia iatale da scivolamento "apre" l'esofago e facilita il reflusso.

Sintomi clinici

• Pesantezza o gonfiore epigastrico postprandiale; • tensione addominale dopo i pasti; • sensazione di pirosi/bruciore allo stomaco dopo i pasti;

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Prevenzione

Trattamento osteopatico

In osteopatia è consuetudine dire

che non esiste un protocollo perché ogni caso e ogni persona sono a sé, ma personalmente, per questa problematica, testo e se ne ritengo il caso tratto le seguenti componenti anatomiche: • diaframma e colonna; • eventuali limitazioni di movimento vertebrali e costali; • mediastino, legamenti vertebropericardici e fasce cervicali; • stomaco, mobilizzazione piccola e grande curva e induzione fasciale; • piloro; • duodeno; • fegato; • cardias (tecnica specifica per l'ernia iatale); • trattamento cranio-sacrale. Solitamente con circa 4 sedute si riscontrano notevoli miglioramenti, da una riduzione dei sintomi generici a una scomparsa dei principali. Nella speranza di augurarvi buon appetito, concludo con un frase del film Scoop di Woody Allen: "Un emozione nella mia vita è una cena senza bruciori di stomaco".


18 PASSATEMPO — Cruciverbone

CRUCIVERBONE: VINCI UN PESOS D'ORO! 8

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moschettieri

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§ Amante di Radames

5

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Mosca soporifera

Non ha eguali

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§

§

2

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Il fiabesco Peter

Nome d'uomo

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§

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8

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§

6

§

Mire, mete

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Uncini da pesca

§

Sono anche eoliche

§

1

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Stuolo di banditi

§ Né caldi, né freddi

4

3

4

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6

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§ Colore, vernice

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