ivere V
luglio/agosto 2020 n. 202
MEDICINA Malaria
DIETA
Ferritina
BELLEZZA Sole e pelle
MOVIMENTO
Camminare: quanti passi?
n. 202 luglio/agosto 2020
SOMMARIO
Care lettrici, cari lettori,
Valentina Tanzi
Responsabile della redazione di Vivere.
edizioni
legatoria
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oro e argento a caldo
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Un microbo per fermarla?
DIETA 6 Ferritina
Le nostre scorte di ferro
BELLEZZA 8 Sole
8
La pelle va protetta!
ODONTOIATRIA 10 MIH
Ipomineralizzazione dello smalto
MOVIMENTO 12 Camminare
Quanti passi al giorno?
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PASSATEMPO 14 Cruciverbone
Gioca e vinci un pesos d’oro!
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Nel 2018, il Parlamento ha rivisto la legge federale concernente gli esami genetici sull'essere umano (LEGU) al fine di disciplinare le condizioni per l'esecuzione di esami genetici in ambito medico e non, rispondendo così alle nuove offerte commerciali derivanti dai progressi tecnologici. Si tratta in particolare dei test destinati direttamente al consumatore ("direct to consumer") ed ordinabili via Internet. Tra questi figurano per esempio la determinazione di predisposizioni a certe malattie ereditarie, l'analisi delle attitudini sportive e gli esami genealogici. La legge precisa anche le condizioni che devono soddisfare i profili del DNA allestiti per determinare la filiazione o l'identità di una persona, per esempio nel caso di un test di paternità. Il Dipartimento federale dell'interno (DFI) ha posto in consultazione due avamprogetti di revisione concernenti l'ordinanza sugli esami genetici sull'essere umano (OEGU) e l'ordinanza sull'allestimento di profili del DNA in materia civile e amministrativa (ODCA). La consultazione durerà fino al 9 ottobre e l'entrata in vigore è prevista per il 2021. La revisione dell'OEGU estende così anche ai farmacisti e ai dentisti la possibilità di prescrivere, nel loro settore, alcuni esami genetici: finora solo i medici erano autorizzati a farlo. Per gli esami non medici, la legge distingue tra quelli volti a determinare caratteristiche degne di particolare protezione, che forniscono risultati su aspetti fisiologici o personali ed altri tipi di test. La prima categoria riguarda per esempio quelli offerti e non ancora disciplinati nei settori dell'alimentazione, del fitness e della genealogia. In futuro, medici, farmacisti, droghieri, dietisti, fisioterapisti e psicologi saranno autorizzati ad effettuarli. Le altre tipologie, sono innocue nella misura in cui non rischiano di comportare abusi o discriminazioni. La garanzia della qualità costituisce uno degli obiettivi prioritari della legge e l'OEGU prevede di rafforzare gli standard dei laboratori, che dovranno ottenere un'autorizzazione dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), per eseguire gli esami non medici volti a determinare caratteristiche degne di particolare protezione. Inoltre, quelli che intendono eseguire gli esami medici dovranno ottenere anche un accreditamento. Infine, gli adeguamenti dell'OEGU e dell'ODCA precisano anche alcune disposizioni per le operazioni relative ai campioni e ai dati genetici, soprattutto a livello di sicurezza e conservazione.
MEDICINA 4 Malaria
Vivere
HIGHLIGHTS 15 In farmacia
La vetrina: luglio-agosto
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a tempo pieno
SIGLA EDITORIALE
COMITATO DI REDAZIONE
REDAZIONE
SOCIETÀ VIVA SA INDIRIZZO Casella postale 5539, CH — 6901 Lugano
MARIO TANZI Presidente OFCT
M. SC. COM. VALENTINA TANZI Responsabile
FEDERICO TAMÒ Portavoce OFCT
CRISTINA GEROSA Segretaria
TELEFONO +41 (0)91 922 68 66 FAX +41 (0)91 923 39 09 E-MAIL vivere@bluewin.ch
Gli articoli impegnano soltanto la responsabilità degli autori.
TIPOGRAFIA FONTANA SA
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MEDICINA — Zanzare
5 UN ENORME POTENZIALE
MALARIA: UN MICROBO PER FERMARLA?
Il microsporidia in questione potrebbe quindi rappresentare la svolta epocale per sconfiggere la malaria: vive nell'intestino e nei genitali degli insetti, non danneggiandoli, e dai dati raccolti finora sembra che infetti le zanzare della specie Anopheles gambiae, rendendole non più ospitali per il Plasmodium falciparum della malaria. I test condotti dallo stesso gruppo di ricerca e dal RC-University of Glasgow Centre for Virus Research nel Regno Unito, pubblicati su "Nature Communications", confermano che il microbo protegge le zanzare. "La scoperta ha un enorme potenziale per controllare la patologia. I dati finora suggeriscono che il microbo blocca al 100% la malaria", ha riferito alla BBC Jeremy Herren, dell'Icipe, che ha aggiunto: "Sarà una vera sorpresa. Penso che le persone capiranno che si tratta di un grande passo avanti".
Un gruppo di ricercatori in Kenya ha scoperto che il microsporidia MB compromette la trasmissione nelle zanzare del protozoo parassita unicellulare Plasmodium falciparum della malaria, proteggendole dall'infezione. La redazione
I NUMERI DELLA MALARIA
Nel World Malaria Report 2019, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riporta i dati relativi alla patologia nel mondo nel 2018: • 228 milioni è il numero di casi stimati globalmente; • 405'000 i decessi; Vivere luglio/agosto 2020
MECCANISMO DA CHIARIRE
disinfetta la zona della puntura rinfresca e calma la pelle
STRATEGIE
Poiché la malaria si diffonde attraverso la puntura di zanzare infette, proteggendo l'insetto si blocca anche la diffusione della malattia. Per fermare la diffusione del plasmodium della malaria però, almeno il 40% delle zanzare in una regione deve essere infettato dai microsporidi. I ricercatori ora stanno valutando la strategia da seguire: se rilasciare zanzare infettate dal microsporidia in natura o utilizzare spore per sopprimere la patologia. I microsporidi formano infatti spore che potrebbero essere rilasciate in massa per infettare le zanzare. Oppure le zanzare maschio, che non "mordono", potrebbero essere infettate in laboratorio e rilasciate in natura per infettare a loro volta le femmine quando si accoppiano, in modo da diffondere il microbo.
IL CONTAGIO
Questa patologia è causata da protozoi parassiti appartenenti al genere Plasmodium, il cui ciclo biologico si svolge in due ospiti obbligati, un vertebrato, come ospite intermedio e una femmina di zanzara come ospite definitivo, detto anche vettore. Le specie di plasmodi responsabili della malaria umana si trasmettono in modo naturale da uomo a uomo mediante la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles: tuttavia si può verificare la trasmissione anche con eventi accidentali, cioè mediante contagio ematico diretto. In tutto il mondo ci sono più di 400 diverse specie di zanzare Anopheles: circa solo 60 sono in grado di trasmettere la malaria, ma sono unicamente 30 quelle che hanno la maggiore importanza come vettori di questa patologia. Nei Paesi endemici la malaria rappresenta la patologia trasmessa da vettore più diffusa al mondo: nei Paesi non endemici, invece, è la malattia d'importazione più importante, legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all'aumento dei flussi migratori.
calma dolore e prurito
Le microsporidie sono funghi, o almeno sono strettamente correlate a questo regno, e la maggior parte sono parassiti. Questa nuova specie in particolare sembra essere positiva per le zanzare anofele ed è stata trovata naturalmente in circa il 5% degli insetti studiati. Inoltre le loro infezioni sembrano durare per tutta la vita. Il meccanismo con cui riesce a proteggere le zanzare dal plasmodium della malaria non è ancora del tutto chiaro, ma si pensa che possa attivare il sistema immunitario dell'insetto, che risulta così maggiormente in grado di combattere le infezioni. Oppure la presenza del microbo potrebbe avere un profondo effetto sul metabolismo della zanzara, rendendola inospitale per il parassita della malaria.
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La tecnica del "batterio diverso"
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M
entre il mondo era impegnato a lottare contro il Covid-19, buone notizie arrivavano dal fronte di un'altra non meno pericolosa malattia: la malaria. Ancora endemica in numerosi Paesi del terzo mondo (soprattutto in Africa), ogni anno contagia oltre 220 milioni di persone e ne uccide circa 400mila in tutto il mondo, di cui moltissimi bambini di età inferiore ai 5 anni. No, non è una previsione pessimista della carneficina avviata dal coronavirus. È il bilancio di una "normale" stagione della malaria, che però, contrariamente al Covid-19, colpisce per oltre il 90% dei casi nel continente africano. È quasi un luogo comune parlare di poco entusiasmo e miseri investimenti nella ricerca di una cura efficace, proprio perché la patologia è diffusa nei Paesi poveri. Ma ora un gruppo di scienziati africani e britannici sembra aver scoperto una strada che potrebbe portare alla sconfitta globale della malattia. A bloccarla potrebbe essere non un farmaco, ma un microbo, il microsporidia MB, scoperto studiando le zanzare sulle rive del lago Vittoria, da un gruppo di ricercatori dell'International Centre of Insect Physiology and Ecology (Icipe) di Nairobi, in Kenya.
• i bambini di età inferiore a 5 anni hanno rappresentato il 67% (272'000) di tutti i decessi; • il 93% dei casi (213 milioni) e il 94% dei decessi si sono verificati in Africa; • l'85% dei decessi è concentrato in 19 Paesi dell'Africa sub-sahariana e in India; • in soli 6 Paesi si sono verificati oltre la metà dei casi di tutto il mondo — Nigeria (25%), Repubblica Democratica del Congo (12%), Uganda (5%) e Costa d'Avorio, Mozambico e Niger (4% ciascuno). • Il Plasmodium falciparum è la specie più diffusa ed è responsabile del 99,7% dei casi di malaria in Africa — Del 71% nella Regione del Mediterraneo orientale, del 65% nel Pacifico occidentale e del 50% nel SudEst asiatico. • Il Plasmodium vivax è invece la seconda specie per diffusione. Sempre secondo il Report dell'OMS, tra il 2000 e il 2014 il numero di decessi è diminuito del 40% in tutto il mondo, passando da 743'000 a 446'000. Nonostante questi progressi, l'OMS ricorda che è bene non abbassare la guardia: infatti, nel periodo 2014-2018, non sono stati fatti passi in avanti significativi nel controllo di questa malattia.
aiuta rapidamente in caso di punture d’insetti
Il concetto di controllo della patologia mediante microbi – chiamata anche "tecnica del batterio diverso" – è già stato testato con un altro tipo di microrganismo, il batterio Wolbachia, che rende più difficile per le zanzare tigre diffondere la febbre dengue. Questi approcci hanno anche il vantaggio di non essere invasivi, perché il microbo si trova già tra le zanzare selvatiche e non viene introdotto niente di nuovo. Infine, non è prevista la soppressione delle zanzare, senza un impatto sugli ecosistemi. I prossimi test in Kenya serviranno quindi per capire come si diffonde il microbo. Vivere luglio/agosto 2020
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DIETA — Ferro
7 mento della sua concentrazione nel siero. Le infiammazioni possono essere dovute ad infezioni, ma anche a processi cronici, come l'artrite reumatoide o le sindromi intestinali di malassorbimento autoimmuni (il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa). Tra i processi infiammatori, le epatiti, sia acute che croniche, si accompagnano a valori elevati di ferritina e a livelli altrettanto alti delle transaminasi. • Tumori del sangue (leucemie, linfoma di Hodgkin, carcinomi del colon, mammari e pancreatici) — I parametri ematici della ferritina spesso possono essere alterati dalla presenza di uno specifico tumore. Per tale ragione, viene considerata "un marker tumorale" a tutti gli effetti, perché è in grado di evidenziare l'alterazione di cellule neoplastiche, anche se a livello di screening della popolazione è associata ad evidenti limiti di sensibilità e specificità, dato che, per esempio, non fornisce delle indicazioni sulla localizzazione del tumore e può essere elevata anche per altre condizioni non correlate. • Abuso di alcool — L'alcool stimola la produzione di ferritina, indipendentemente dalle riserve di ferro. Inoltre provoca danni alle cellule epatiche che hanno elevati contenuti di ferritina, in quanto questo organo è il principale responsabile dell'accumulo di ferro. • Farmaci ed integratori — Consumo eccessivo di prodotti contenenti ferro. • Disturbi metabolici — Le altera-
FERRITINA: LE NOSTRE SCORTE DI FERRO La ferritina è la principale proteina di deposito del ferro all'interno delle cellule. Pertanto la sua concentrazione nel sangue riflette l'entità delle riserve del minerale nell'organismo. La redazione
PERCHÉ VA MISURATA LA FERRITINA?
I livelli sierici di ferritina vengono dosati quando si è diagnosticato, o si teme, uno stato di anemia, ossia una ridotta quantità di globuli rossi: di norma infatti le concentrazioni di ferritina nel sangue sono strettamente correlati alla quantità totale di ferro di riserva dell'organismo, metallo, come abbiamo visto, indispensabile per la produzione dei globuli rossi. I valori della ferritina permettono ad esempio di distinguere: • un'anemia da carenza di ferro — Caratterizzata da valori di ferritina bassi. • Un'anemia causata da una patologia cronica — I livelli di solito sono nella norma o alti a causa dell'infiammazione. • Una microcitosi — Condizione caratterizzata da un'anomala riduzione del volume medio dei globuli rossi, causata da una carenza di ferro (va-
lori bassi di ferritina) o da talassemia minor (valori normali o alti).
I valori normali
Variano in funzione di età, sesso e di particolari condizioni, come la gravidanza: • bambini — 6-55 nanogrammi (ng)/ mL o microgrammi/L (μg/L); • donne — 20-200 ng/mL o μg/L; • uomini — 20-500 ng/mL o μg/L; • donne in gravidanza — 10-150 ng/mL o μg/L. Si raccomanda di fare riferimento al referto del proprio laboratorio, in quanto, a seconda della strumentazione utilizzata, i valori possono variare leggermente.
IPERFERRITINEMIA Cause
I livelli aumentano fisiologicamente con l'età e sono in genere più elevati negli uomini rispetto alle donne, nelle quali risultano ulteriormente aumentati in caso di assunzione di anticoncezionali ormonali come la pillola. Anche un eccessivo consumo di carne rossa può far aumentare le concentrazioni. La ferritina può anche risultare elevata a causa di diverse condizioni: • emocromatosi — Comporta un maggior assorbimento di ferro a livello intestinale, quindi di quello introdotto tramite l'alimentazione (spesso legata a valori superiori a 1000 ng/mL). • Porfiria — Questo gruppo di malattie rare è conseguente ad un'alterazione enzimatica coinvolta nella sintesi dell'eme (costituente non proteico dell'emoglobina). • Infiammazioni acute e croniche — In questi casi la ferritina si comporta come una proteina di risposta all'infiammazione, con il risultato di un au-
Sintomi
Possono variare in funzione della causa scatenante di tale incremento, ma più frequentemente si riscontrano: • mal di stomaco, • dolore articolare, • senso di debolezza, • astenia, • dolore al petto.
IPOFERRITINEMIA Cause
Valori bassi di ferritina indicano una condizione di ridotto contenuto di ferro: l'ipoferritinemia può essere molto pericolosa e talvolta indicare la presenza di disturbi o patologie anche molto gravi. Una delle più frequenti forme di ferritina bassa è l'anemia sideropenica, una forma causata da carenza di ferro dovuta ad un alterato assorbimento o da un'aumentata eliminazione. Le cause più comuni di ferritina bassa nel sangue sono: • deficit nutrizionali — Malnutrizione, dieta eccessiva o una vegetariana/vegana non correttamente pianificate.
Sintomi
Nelle sue fasi iniziali non può presentare alcun sintomo, grazie alla capacità di adattamento dell'organismo: ma, man mano che le riserve finiscono e che il corpo inizia a richiedere più ferro di quanto ne venga immesso, il soggetto può notare alcuni sintomi, tra i quali: • spossatezza, • pallore, • inappetenza o anoressia, • irritabilità, • maggiore suscettibilità al freddo, • perdita di capelli, • mancanza di concentrazione, • facile irritabilità.
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Vivere luglio/agosto 2020
• Ridotto assorbimento intestinale — Per esempio a causa di patologie infiammatorie croniche intestinali, come la celiachia. • Emorragie dovute a traumi, ulcere… • Stillicidi — Lenta ma costante perdita di sangue, per esempio a livello gastrointestinale dovuta ad un tumore. • Ipocloridria — Cattivo funzionamento dello stomaco, che secerne un insufficiente quantitativo di succhi gastrici, necessari al corretto assorbimento del metallo. • Ulcere gastroduodenali — Lesioni dello stomaco e del duodeno che si accompagnano a perdite di sangue. • Gravidanza e flusso mestruale; • anemia emolitica cronica; • artrite reumatoide.
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a ferritina, dal punto di vista chimico, è una proteina dalla forma globulare: una sorta di sfera, costituita dalle catene della molecola avvolte su sé stesse, di peso elevato e caratterizzata da un guscio proteico e da una parte centrale, ove si deposita il metallo. È prodotta da quasi tutti gli organismi viventi, compreso l'uomo, dove assolve la funzione di gestione delle scorte di ferro, mantenendo il delicato equilibrio tra carenza e sovraccarico, attraverso la capacità di accumulare il metallo e poi, in condizioni di necessità, rilasciarlo rapidamente con lo scopo di renderlo prontamente utilizzabile. Quando richiesto, il ferro viene liberato dal guscio in cui si trova e si lega alla transferrina, una proteina circolante che si occupa di trasportarlo alle cellule responsabili dell'eritropoiesi, il processo di sintesi dei globuli rossi. La ferritina può contenere fino a 4'500 ioni di ferro (Fe3+), che, se fossero liberi di circolare come tali, diventerebbero invece rapidamente tossici per le cellule che lo contengono.
La maggior parte della ferritina si trova a livello tissutale, essenzialmente: • nel fegato, • nella milza, • nel tessuto eritropoietico (il midollo osseo). La ridotta concentrazione nel sangue, dove funziona da trasportatore, è tuttavia direttamente proporzionale alle quantità totali e quindi la sua valutazione consente di ottenere una stima realistica della quantità di ferro di scorta dell'organismo. Quest'ultimo è un elemento essenziale, cioè che deve necessariamente essere introdotto con la dieta, e che tra le molte funzioni che ricopre, consente ai globuli rossi di trasportare l'ossigeno a tutte le cellule.
zioni del metabolismo, come l'obesità, l'ipercolesterolemia, il diabete e l'ipertensione arteriosa, provocano un aumento di ferritina. • Trasfusioni multiple di sangue; • abuso di alimenti ricchi di ferro; • sindrome emofagocitica (ferritina superiore a 3000 ng/mL); • malattia di Still (ferritina superiore a 3000 ng/mL).
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BELLEZZA — Abbronzatura
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SOLE: LA PELLE VA PROTETTA!
L'estate porta a pensare alle giornate da trascorrere in spiaggia, abbronzandosi e regalandosi, ogni tanto, un bagno rinfrescante.
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ensare di trascorrere giornate piacevoli, abbronzando il proprio corpo, non deve però indurre ad assumere rischi elevati a carico della pelle, dato che anche una sola elevata esposizione senza le adeguate protezioni, può rivelarsi dannosa e causare il semplice invecchiamento precoce fino, nel peggiore dei casi, alla comparsa del melanoma, il più pericoloso dei tumori cutanei. Non bisogna nemmeno pensare che l'"abbronzatura di base" protegga dalle scottature: questa infatti è una leggenda metropolitana che ha iniziato a circolare negli Anni '90.
PERCHÉ PROTEGGERSI?
I primi giorni sono quelli più pericolosi: la sensazione del sole sulla pelle è gradevole e la sua azione determina la formazione di vitamina D, indispensabile al metabolismo osseo, ma anche al benessere cutaneo, oltre ad aiutare a migliorare numerose patologie, come la psoriasi per la quale non è stata ancora trovata una cura definitiva. Una bella abbronzatura esige sempre una protezione sicura ed efficace. Troppo spesso l'esposizione viene effettuata in modo errato, sottovalutando gli effetti che i raggi possono avere. In particolare, come è stato accennato,
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La redazione
nei primi 3-4 giorni sarebbe necessario prendere in considerazione l'utilizzo di un filtro solare adeguato, capace di difenderci dagli eritemi. Il prodotto va applicato correttamente più volte al giorno, per evitare inutili sovraesposizioni. Per abbronzarsi in sicurezza, l'esposizione deve essere dunque graduale, iniziando con pochi minuti il primo giorno, da aumentare progressivamente nelle giornate successive. Questa accortezza permette di stimolare la produzione di melanina, la sostanza secreta naturalmente dall'organismo e che, oltre a determinare l'effetto di imbrunimento caratteristico dell'abbronzatura, aiuta pure la cute a difendersi dall'azione aggressiva dei raggi solari. È pure importante seguire sempre queste regole: • evitare le ore più calde della giornata, stando magari all'ombra o indossare indumenti e cappelli adeguati; • non esporre direttamente i bambini piccoli; • usare sempre la protezione solare. Tali norme comportamentali dovreb-
bero ormai far parte della quotidianità estiva di ciascuno di noi. La pelle va pure preparata dall'interno, con l'assunzione di integratori a base di antiossidanti, beta-carotene, licopene, vitamina C ed E. Bisogna iniziare circa un mese prima, per poi fare dei cicli più o meno lunghi, in base alle proprie necessità. Un altro fattore da non trascurare è rappresentato dall'idratazione: occorre bere almeno 2 litri di acqua, in quanto aiuta ad eliminare le tossine, riequilibrare i sali minerali persi durante l'esposizione e a mantenere la pelle liscia ed elastica. Ci si idrata anche mangiando frutta e verdura, alimenti in grado di stimolare pure la produzione di melanina. Per proteggere la nostra pelle dimentichiamoci infine di far ricorso al lettino solare: i raggi emessi dalle lampade sono infatti più intensi e concentrati di quelli solari, proprio per garantire un'abbronzatura in tempi brevi. Di conseguenza, aumenta così il rischio di scottature e danni cutanei: esporsi alle lampade solari significa quindi aumentare concretamente il rischio di tumori. In virtù di quanto appena espo-
sto, in alcuni Paesi, come l'Australia o il Brasile, queste apparecchiature sono vietate, mentre in altri il loro utilizzo non è consentito ai minorenni (Svizzera), alle donne in gravidanza e a coloro che soffrono di neoplasie cutanee.
I BENEFICI DELL'ESPOSIZIONE AL SOLE
I benefici sono innumerevoli: • è un antistress naturale — Il sole diffonde il buonumore, in quanto potenzia la produzione di serotonina, l'ormone del benessere. Dopo l'esposizione ci si sente quindi energici e rigenerati. • Alleato per le ossa — La luce solare stimola la produzione della vitamina D, che consente la produzione del calcio, essenziale per le ossa e per allontanare il rischio d'osteoporosi. • Concilia il sonno — Il sole incide positivamente sulla sua qualità, perché incentiva la produzione di melatonina di notte e la regolarizzazione del ciclo sonno-veglia. • Migliora la pelle — I raggi sono ritenuti efficaci per dermatiti e psoriasi.
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ODONTOIATRIA — MIH
11 della morfologia della corona a causa di importanti perdite di smalto, ipersensibilità, formazione di carie più frequente.
MIH: IPOMINERALIZZAZIONE DELLO SMALTO
EZIOLOGIA
La questione dell'eziologia occupa da molti anni, non solo i genitori dei bambini interessati, ma anche la ricerca in campo odontoiatrico. La causa non è però ancora stata chiarita, per cui non esiste alcuna strategia per evitare l'insorgere dell'MIH. Il disturbo dello sviluppo del dente deve essere intervenuto tra l'ottavo mese di gravidanza e il quarto anno di vita, perché è in questo periodo che avviene l'amelogenesi dei primi molari e degli incisivi. L'eruzione di questi denti avviene solo da 4 a 6 anni più tardi, per cui una correlazione anamnestica è spesso difficile da stabilire. Le cause prese in considerazione possono essere: • esogene (influssi infiammatori, traumatici o fisici da radiazioni) — Causano manifestazioni solitarie, asimmetriche, prevalentemente unilaterali che coinvolgono singoli denti. • endogene (stati di carenza temporanei o limitazioni funzionali dirette) — Hanno come conseguenza un danneggiamento dell'apposizione normale delle cellule. • genetiche — Il numero dei geni responsabili per lo sviluppo dei denti è incredibilmente elevato. Si stanno quindi cercando eventuali mutazioni nella loro sequenza che potrebbero essere responsabili per i cambiamenti del fenotipo. Viene anche discusso un evento multifattoriale. La gamma di variazioni di possibili fattori di influsso comprende problemi di salute durante la gravidanza o il parto, mancanza di ossigeno, disturbi nel bilancio minerale (variazioni dei livelli di fosfato di calcio) e l'allattamento (eccesso di diossina dal latte materno). Inoltre potrebbero avere influsso sulla formazione di ipomineralizzazioni dei denti permanenti malattie infettive durante i primi quattro anni di vita o l'assunzione di penicillina. Sono stati discussi anche i seguenti aspetti: • taglio cesareo, • complicazioni durante il parto, • cattiva salute durante i primi tre anni di vita, • problemi gastrointestinali, • polmoniti, • febbre alta ricorrente, • morbillo e varicella prima dei quattro anni di vita, • reddito, • luogo di crescita (città o campagna), • asilo nido, • livello di vitamina D nel siero elevato.
Con MIH (acronimo di molar and incisor hypomineralisation) si intende l'ipomineralizzazione dello smalto di origine sistemica che coinvolge uno o più molari permanenti, con frequente interessamento anche degli incisivi. Il fenomeno appare in tutto il mondo, con una prevalenza che varia molto fra i diversi Paesi e che colpisce tra il 5 e il 15% dei bambini. Dr. med. dent. Tazio Gada, SSO/SSO-Ticino Per la Commissione di Informazione della Svizzera Italiana (CISI)
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QUADRO CLINICO E DIAGNOSTICA
Il quadro classico colpisce solo i primi molari e gli incisivi, anche se all'interno di una dentatura possono apparire differenze considerevoli. I primi molari sono solitamente colpiti più spesso e in misura più estesa degli incisivi. Analogamente gli incisivi superiori sono più colpiti degli inferiori. Così, in caso di coinvolgimento degli incisivi inferiori, bisogna contare con grande probabilità su una ipomineralizzazione dei primi molari permanenti e degli incisivi superiori. Nella maggioranza dei casi è colpito solo un primo molare permanente, poi due, in misura minore quattro e infine tre. Il disturbo di mineralizzazione ai primi molari si distingue clinicamente in tre gradi: • grado 1 — Forma leggera. Singole colorazioni/opacità da bianco crema a giallo marrone sulle superfici masticatorie e/o delle cuspidi del terzo coronale superiore, rispettivamente sulle superfici vestibolari degli incisivi, nessuna perdita di smalto, nessuna ipersensibilità. • grado 2 — Forma media. Sui molari smalto prevalentemente malformato giallo marrone, tutte le cuspidi più o meno interessate, piccole ipoplasie su singole cuspidi, sugli incisivi è interessata quasi tutta la superficie vestibolare. • grado 3 — Forma grave. Disturbi della mineralizzazione su ampie superfici, colorazioni estese giallo marroni, difetti Vivere luglio/agosto 2020
Trybol AG, Rheinstrasse 86, CH-8212 Neuhausen, www.trybol.ch
© Fotografie med. dent. Danilo Avolio
Natura pura
ipomineralizzazione dello smalto dei primi molari, spesso associata a quella degli incisivi permanenti, è una delle maggiori problematiche dello smalto dei denti dei bambini. La prima descrizione di denti MIH risale ad uno studio epidemiologico del 1987 svolto in Svezia. La prevalenza ammontava, a dipendenza degli anni di nascita, fino al 15%. Il termine odierno di ipomineralizzazione di molari e incisivi viene usato per questo quadro clinico solo da circa 15 anni. Ai bambini e ai ragazzi colpiti può causare importanti disturbi, l'attività masticatoria può essere ridotta, cibi caldi e freddi provocano dolori, l'igiene orale limitata, perché lo spazzolare i denti fa male, talvolta basta l'aria fredda per provocare dolori pungenti.
se) per il suo potere remineralizzante e/o sigillatura dei solchi e delle fissure. Il medico dentista si trova confrontato con una situazione sconfortante: ripetute perdite di otturazioni, fratture dello smalto in molari appena erotti e dall'aspetto poroso. Il loro restauro è reso difficoltoso dalla facilità con cui si sgretolano. Possono rapidamente capitare fratture dei bordi delle otturazioni in composito e fratture chipping alle cuspidi che sopportanto la forza masticatoria. In età adulta è immaginabile la ricopertura del dente per mezzo di una corona. In caso di compromissione massiccia di un primo molare si può prendere in considerazione la sua estrazione. Questa deve però avvenire solo dopo un'attenta valutazione ortodontica. È indispensabile un'analisi precisa dello spazio, della problematica nelle tre dimensioni e dell'età di sviluppo e di eruzione dei denti del bambino. Nel mascellare superiore ci si può aspettare una chiusura dello spazio spontanea, se si estrae il dente prima dell'undicesimo anno d'età. Riassumendo si può dire che il trattamento di difetti in denti ipomineralizzati acquista sempre maggiore importanza nello studio odontoiatrico. A causa dell'ipersensibilità pronunciata spesso un'adeguata igiene orale non è possibile. Sono quindi importanti una diagnosi precoce e un trattamento globale. In questo modo aumentano le possibilità di ottenere una riabilitazione soddisfacente dell'aspetto estetico, ma soprattutto di quello funzionale.
COSA FARE DI FRONTE ALLA DIAGNOSI DI MIH?
Bisogna innanzitutto riprendere la terapia comprovata per denti sani non danneggiati. Questa consiste a casa nel pulire i denti con dentifricio fluorurato e settimanalmente spazzolare con un gel al fluoro, nello studio dentistico nella profilassi intensiva dei denti colpiti, con pulizia e seguente applicazione di una lacca fluorata ad alta concentrazione (per es. Duraphat), di CPP/ACP (casein phosphopeptide amorphous calcium phosphate, per es. GC- Tooth MousVivere luglio/agosto 2020
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MOVIMENTO — Walking
13 ma, che si può stimare sottraendo a 220 la propria età. Non ci si deve però nemmeno accontentare dei passi, dato che è molto importante allenare anche: • la forza, • la postura, • l'equilibrio, • la coordinazione. Solo l'insieme delle attività aiuta a mantenerci davvero in salute.
CAMMINARE: QUANTI PASSI AL GIORNO?
Non sempre è necessario raggiungere i famosi 10'000 passi al giorno. Per le donne dopo i 70 anni, ad esempio, possono esserne sufficienti 7'500. Ma il numero "magico" non esiste. (2'700 passi) hanno corso un maggior rischio di morire. Man mano che venivano aumentati i passi, è calato anche il rischio di mortalità, fino appunto alla soglia dei 7'500 passi, oltre alla quale questo rischio si è stabilizzato.
IL NUMERO "MAGICO"
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a anni l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma non solo, ci avverte che per stare in salute e vivere a lungo dobbiamo fare 10'000 passi ogni giorno. Anzi no, almeno 3 volte alla settimana. Poi la pubblicazione di un nuovo studio cambia le carte in tavola e i passi precipitano a 3'000 (sospiro di sollievo), basta che siano a ritmo sostenuto (novembre 2016). L'anno dopo, un gruppo di scienziati inglesi diffonde un nuovo contrordine: i canonici 10'000 non bastano più e ne servono addirittura altri 5'000 per mantenere il cuore in salute, salendo quindi a 15'000. L'ultimo studio sul tema, pubblicato l'anno scorso a giugno su "Jama", si concentra sulle donne anziane (età media: 72 anni). La ricerca ha concluso che il segreto per la longevità al femminile è camminare 7'500 passi al giorno. Insomma, una volta arrivati alla terza età, non sarebbe necessario raggiungere l'obiettivo dei 10'000 passi al giorno: ne bastano meno. Senza esagerare con la pigrizia però, perché le volontarie che si sono mosse meno Vivere luglio/agosto 2020
Quelli citati sono solo alcuni degli innumerevoli studi pubblicati sulle riviste scientifiche, ognuno dei quali propone una sua "ricetta". Ma tutti questi numeri così in contraddizione, non rischiano di generare confusione? "La verità è che non esiste un numero magico uguale per tutti e non ha senso fissarsi sui numeri", avverte Gianfranco Beltrami, docente di Scienze motorie all'Università di Parma e vicepresidente della Federazione Medicina sportiva italiana. Non è possibile generalizzare perché entrano in gioco molti fattori: • età, • peso, • eventuali patologie. In genere non si può chiedere a un Over 70 di camminare come un ventenne, ma talvolta può succedere l'opposto: sarà l'anziano, con fisico asciutto ed allenato, senza problemi di artrosi o alla schiena, a percorrere i 10'000 passi, cosa non consigliata ad un giovane obeso che, caricando troppo le articolazioni, rischia di rovinarsi le ginocchia. Dicono che 7'500 passi sono l'ideale per una donna anziana? Ma se soffre di scompenso possono essere troppi. Non tutti, tra l'altro, svolgono gli stessi lavori. Chi sta in ufficio e fa una vita sedentaria ha certamente più bisogno di camminare di un muratore, un operaio, un postino o di una persona impegnata tutto il giorno nel fare le pulizie. C'è da aggiungere che chi magari gio-
COME AVVICINARSI AI 5-10'000 PASSI?
ca a calcetto o a tennis tre volte alla settimana, fa già un'attività fisica intensa e per queste persone i passi sono già superati dagli sport che praticano regolarmente.
• Quando devi aspettare, cammina — Evita di stare seduto quando arrivi in anticipo per un appuntamento o devi aspettare il treno o il tuo volo. • Parcheggia lontano — Sicuro di dover cercare posto proprio sotto casa? Non sarebbe meglio lasciare la macchina ad un isolato di distanza? • Se ancora non lo hai, considera la possibilità di prendere un cane — È il compagno ideale per la tua passeggiata. Questa idea non ti passa per l'anticamera del cervello? Se un tuo amico ne ha uno, accompa-
Perché proprio 10'000 passi?
La storia è stata spiegata da un bravo giornalista di un importante quotidiano inglese, il "The Guardian", che ha raccontato come questo target sia nato da una campagna di marketing giapponese nella metà degli anni Sessanta. Si era all'indomani dei Giochi olimpici di Tokio (1964) e un signore, poi diventato un imprenditore, inventò il primo contapassi: lui si chiamava Yoshiro Hatano e l'aggeggio fu battezzato manpo-kei. Intervistato dal giornalista del "Guardian", David Bassett, direttore del Dipartimento di chinesiologia e studi sullo sport dell'Università del Tennessee, dichiarava che non c'era alcuna prova che associasse questa distanza ad un particolare stato di salute: hanno solo ritenuto che fosse un numero indicativo di uno stile di vita attivo e teoricamente sano. Oggi, questo obbiettivo è diventato qualcosa di molto simile a una moda, anche grazie alla progressiva diffusione dei cosiddetti tracker, dispositivi che consentono di tenere traccia non solo del nostro movimento ma anche di una serie di parametri vitali.
NON SOLO PASSI
Per garantirsi tutti i benefici possibili, un adulto sano dovrebbe percorrere ogni giorno i fatidici 10'000 passi, che corrispondono a circa 5-6 Km. Come si può facilmente immaginare, anche l'andatura conta: quella "giusta" deve riuscire a portare la frequenza cardiaca a circa il 70-80% di quella massi-
Allevia
GIOVANE – Camminata con velocità ed ampiezza del passo in funzione dell'allenamento di almeno un'ora per 5 giorni alla settimana. ADULTO – Come per il "giovane", ma della durata di almeno 45 minuti per 5 giorni alla settimana. ANZIANO – Come per il "giovane", ma della durata di almeno mezz'ora per 5 giorni alla settimana. OBESO – Camminare 15 minuti. Esercizi per mantenere la forza ed irrobustire le articolazioni. Quando cala il peso, si possono aumentare i passi. PER CHI HA DOLORI ALLA SCHIENA – Esercizi posturali per rafforzare la schiena. Una volta rinforzata la muscolatura, camminare 10 minuti e poi aumentare i passi. CARDIOPATICO – Camminare lentamente, aumentando gradualmente i passi a seconda della gravità della patologia. PROBLEMI ALLE ANCHE – Meglio evitare la camminata. È invece opportuno lavorare in completo scarico con la cyclette oppure optare per il nuoto. gnalo quando esce con Fido. • Ascolta musica — Non solo ti farà compagnia, ma aumenterai naturalmente il ritmo della camminata. • Alzati e vai di persona — Invece di inviare un'e-mail, vai alla scrivania del tuo collega.
• Dimentica l'ascensore — Non solo salire, ma anche scendere le scale conta come fare dei passi e brucia calorie. E poi, vuoi mettere che bella figura salire le scale a piedi al centro commerciale o in stazione mentre la folla si accalca sulla scala mobile?
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