ivere V
gennaio-febbraio 2022 n. 211
rivista-vivere.ch
MEDICINA
L'importanza del singolo respiro
SALUTE
Le numerose innovazioni farmacologiche e tecnologiche per il diabete
MOVIMENTO
Memoria muscolare
SOMMARIO
Cara lettrice, caro lettore
MEDICINA 4 Respirare
Ogni respiro è vita
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Le numerose innovazioni
ODONTOIATRIA 7 Il morso incrociato nel bambino
MOVIMENTO 8 Memoria muscolare Come funziona?
PASSATEMPO 10 Exadoku © fizkes / Shutterstock.com (Copertina) Rasmus Holmboe Dahl / Shutterstock.com RomarioIen / Shutterstock.com (Indice)
iversi Paesi, tra cui Svizzera e Italia, applicano ancora agli assorbenti femminili un'imposta sul valore aggiunto (IVA) molto più alta rispetto a quella di prodotti meno indispensabili come il tartufo. Ma perché questa imposta crea tante discussioni? Le mestruazioni sono un processo biologico naturale che concerne circa la metà della popolazione: il tempo in cui venivano associate ad isterismi e strane credenze è fortunatamente finito. Una maggiore attenzione da parte della società alle esigenze di genere sta inoltre plasmando la sensibilità attorno a questo tema, di cui si parla sempre di più e di conseguenza lo si conosce meglio. È il momento, quindi, di mettere le donne nelle condizioni di accedere senza troppi sacrifici ai prodotti igienici necessari per affrontare il ciclo. Tamponi ed assorbenti sono cari, essendo tassati con un'aliquota normale (7,7%) e non con quella ridotta (2,5%) applicata ai prodotti di prima necessità. Secondo un'inchiesta della Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), ogni donna spende circa 2'300 franchi per l'acquisto degli assorbenti, cifra che sale a 4'500 franchi se si considerano tutti i costi legati alle mestruazioni tra i 12 e i 50 anni. In Italia, per esempio, il tartufo gode di un'IVA al 5%, mentre le opere d'arte, i francobolli da collezione o la fornitura elettrica e di gas sono al 10%. La tassazione al 22%, per intenderci, è quella che viene attualmente riservata a prodotti come il caviale, il vino, le sigarette o il carburante. La cosiddetta "tampon tax" è tornata recentemente in auge in quanto si vorrebbe una riduzione dal 22 al 10% dell'IVA sui prodotti per l'igiene femminile. Come in altri Paesi, anche da noi il tema è stato trattato sui banchi del Parlamento, ma la procedura intrapresa non è ancora terminata. Dopo un tentativo fallito nel 2016, il consigliere nazionale Jacques-André Maire non si è dato per vinto e nel 2018 è tornato con un testo più specifico ("Riduzione dell'aliquota IVA per i prodotti destinati all'igiene intima femminile"), riferendosi in particolare agli assorbenti interni/esterni e ai proteggi-slip: tuttavia, il Consiglio degli Stati deve ancora esprimersi. Per Maire è il momento di correggere le incoerenze, per lo meno sorprendenti, contenute nell'articolo 25 della LIVA e di porre fine alla disparità tra uomo e donna rispetto al costo della vita. La sua modifica non ha tuttavia trovato l'accordo unanime per l'eventuale disparità che l'abbassamento creerebbe nei confronti dei prodotti igienici maschili e il fatto che l'attuale aliquota normale sia alta e richieda quindi troppe eccezioni. Paesi come Canada, Australia, Nicaragua, Malesia, Ruanda e India hanno già abolito questo tipo di IVA e molti altri l'hanno ridotto. La più generosa rimane comunque la Scozia che, pur distribuendo gratuitamente i prodotti igienici nelle scuole e nelle università, nel novembre 2020 ha fatto un ulteriore passo avanti con un provvedimento di legge, il primo al mondo, che prevede l'accesso gratuito agli assorbenti a chi ne ha bisogno. Al contrario, in Europa è maglia nera l'Ungheria con l'IVA più alta (27%), seguita dalla Danimarca (25%).
SALUTE 6 Diabete
Gioca e vinci un pesos d'oro!
Impressum
SIGLA EDITORIALE VIVA SA Via al Forte, CH — 6901 Lugano Tel +41 (0)91 922 68 66 RLS_Füllinserate_I_Tabloid 210x93.pdf 11 24.04.2020 14:35:32 Fax +41 (0)91 923 39 09 E-mail redazione.vivere@gmail.com
rivista-vivere.ch COMITATO DI REDAZIONE Mario Tanzi (presidente OFCT) Federico Tamò (portavoce OFCT) REDAZIONE M. SC. COM. Valentina Tanzi (resp.) Cristina Gerosa
In Svizzera 2 milioni di persone soffrono di reumatismi. Diamo loro più forza nella vita quotidiana. C
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Valentina Tanzi Responsabile
TIPOGRAFIA Fontanaprint SA
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La mia malattia reumatica è invisibile, ma i dolori li sento ogni giorno. Nadine, 38 anni
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MEDICINA — Respiro
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RESPIRARE: OGNI RESPIRO È VITA
ne faticherebbero più degli uomini a respirare quando compiono sforzi fisici intensi. Il motivo? Le minori dimensioni delle vie aeree, che aumentano il lavoro dei muscoli dell'apparato respiratorio. Questa particolarità in futuro potrebbe aiutarci ad indagare la diversità con cui si manifestano tra i sessi alcune patologie polmonari.
RESPIRIAMO CIRCA 20 MILA VOLTE AL GIORNO E, DA QUANDO LO FACCIAMO INDOSSANDO LA MASCHERINA, PER PROTEGGERCI DAL COVID-19, ABBIAMO CAPITO QUANTO SIA IMPORTANTE OGNI SINGOLO RESPIRO.
SAPER RESPIRARE
Una delle particolarità è che, pur essendo un processo spontaneo, compiuto anche in momenti di incoscienza, come quando dormiamo, è nello stesso tempo modulabile volontariamente. Inoltre, possiamo cambiare il modo in cui respiriamo non solo momentaneamente, ma anche nel lungo periodo, apprendendo nuove abitudini attraverso numerose pratiche, tipiche per esempio dello yoga.
IL RESPIRO IN NUMERI
Gli adulti respirano dalle 12 alle 20 volte al minuto e ben 20'000 al giorno, riuscendo in media ad inalare ed
La respirazione nasale è preferibile a quella con la bocca, perché consente di "filtrare" l'aria inalata, purificandola. Secondo uno studio pubblicato sul "Brazilian Journal of Otorhinolaryngology", la respirazione orale può addirittura modificare la crescita del viso e causare alterazioni morfologiche in tutto l'organismo.
esalare circa otto litri di aria al minuto, quindi 11'520 giornalmente. Di questa, però, soltanto il 21% contiene ossigeno, mentre il 78% è azoto e l'1% argon. Quando esaliamo espelliamo il 15% di ossigeno (1'728 l al giorno). La differenza (576 litri, poco più di 0,5 m3) è ciò che consumiamo ad ogni respiro nell'arco di una giornata, portato dai polmoni alle cellule, che in cambio cedono al sangue venoso anidride carbonica, che sarà poi espirata. Naturalmente, questi numeri così "precisi" sono in realtà approssimativi: la quantità reale di ossigeno consumato varia in funzione della corporatura, dell'attività in corso, di possibili patologie… Ma quanto pesa l'aria contenuta in una stanza? Poniamo di essere in condizioni che i chimici definiscono "standard" (0 °C e 1 atmosfera di pressione) e di considerare l'aria composta solo da ossigeno e azoto. Dato che, lo dice l'equazione dei gas, un metro cubo d'aria pesa circa 1,3 kg e che in una stanza media (5 x 4 x 3 m) ce ne stanno 60 m3, il suo peso sarà 60 m3 x 1,3 kg = 78 kg, quindi quanto una persona!
L'aria che inspiriamo viene ulteriormente filtrata dai polmoni, che svolgono un ruolo fondamentale nella respirazione. Oltre ad essere delle formidabili "spugne", sono pure grandissimi: per farsene un'idea, gli alveoli polmonari sono circa 300 milioni e la superficie interna, distesa, occuperebbe un'area pari a quella di un campo da tennis (tra 70 e 100 m²).
BAROMETRO DELLE EMOZIONI
Le modalità con cui respiriamo sono strettamente legate al nostro umore, specialmente quando passiamo rapidamente da un'emozione all'altra a causa dello stress. Per questo motivo, appositi esercizi di respirazione possono aiutare a gestire le emozioni, come la rabbia e la paura, migliorando non solo l'umore, ma anche la nostra salute.
DENTRO ARIA, FUORI ACQUA
Se la respirazione consente di inalare ossigeno dall'aria, nel corso dell'espirazione espelliamo molta acqua. Secondo i calcoli della rivista "Polish Pneumonology and Allergology", a riposo espiriamo fino a 17,5 ml l'ora, quantità che aumenta di circa 4 volte quando si compie uno sforzo fisico. Espelliamo aria anche in altri modi: lo certifica la Società italiana di Chirurgia Colo-Rettale: tutti ne fanno, fino a 2,5 l al giorno. Parliamo di… flatulenze, un mix di azoto, anidride carbonica, idrogeno, metano e gas solforosi, prodotti dai batteri del colon.
DONNE E UOMINI
Stando alla rivista scientifica "FASEB Journal", le don-
Stati influenzali?
POLMONI: SPUGNE LUNGHISSIME
Per
CONTRO ANSIA E STRESS
© LeManna / Shutterstock.com
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espirare con la mascherina non è così piacevole, ma ormai ci siamo quasi abituati: dobbiamo proteggerci dal Coronavirus ed impedirne la diffusione. D'altra parte, non possiamo certo fare a meno di respirare: dobbiamo infatti immettere nei polmoni l'ossigeno necessario a far funzionare il nostro corpo. Ecco 10 curiosità scientifiche su questo affascinante meccanismo vitale.
MEGLIO CON IL NASO
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Discipline come lo yoga, incentrate sulla respirazione, possono combattere la depressione. A dimostrarlo, uno studio dell'Università della Pennsylvania, che ha misurato i suoi effetti su alcuni pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore, notando benefici pari o maggiori di quelli derivanti dall'uso di farmaci antidepressivi.
MENO FAME
Secondo uno studio pubblicato nel 2017 su "Applied Psychophysiology and Biofeedback", fare respiri più lunghi potrebbe aiutare a ridurre l'appetito: infatti, alcune tecniche di respirazione lenta si sono dimostrate molto efficaci per contrastare il desiderio di cibo, aiutando coloro che sono a dieta.
PIÙ SONNO
Una corretta respirazione è anche un toccasana per dormire meglio. Stando a uno studio pubblicato nel 2020 sulla rivista Nature ed effettuato su giovani adulti senza disturbi del sonno, rallentare la respirazione prima di addormentarsi può farci godere di un riposo più profondo ed aumentare la qualità della dormita. Vivere gennaio/febbraio 2022
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Bambini — ODONTOIATRIA
SALUTE — Diabete
DIABETE: LE NUMEROSE INNOVAZIONI
DA DUE ANNI SI SENTE PARLARE SOLO DI COVID-19, MA UN'ALTRA PATOLOGIA PIÙ STRISCIANTE SI DIFFONDE DA DECENNI: IL DIABETE.
U
na patologia cronica non trasmissibile di cui soffrono, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, 422 milioni di persone (1 adulto su 11), il 70% di casi in più rispetto al 2000, ben il quadruplo rispetto a 30 anni fa: una cifra che purtroppo raggiungerà i 700 milioni entro il 2045. Il diabete è ormai entrato fra le 10 cause di morte: non solo, può pure provocare ictus, cecità, infarti, insufficienza renale e l'amputazione degli arti. Era il 1921 quando due scienziati canadesi, F. Banting e il suo assistente C. Best, isolarono l'estratto di insulina. I primi esperimenti arrivarono un anno dopo, su un ragazzo di 14 anni affetto da diabete di tipo 1: il destino di Leonard sembrava già segnato, ma già dopo un solo giorno, la glicemia si era normalizzata e la sua vita non era più in pericolo. Ancora oggi, la terapia insulinica più utilizzata è quella delle iniezioni giornaliere. Tuttavia, negli ultimi anni la terapia
è cambiata profondamente, grazie all'apporto di numerose innovazioni farmacologiche e tecnologiche. Gli sviluppi hanno interessato particolarmente i farmaci con nuove molecole che, oltre al controllo glicemico, hanno aggiunto benefici cardiovascolari, renali e ponderali. Anche le innovazioni tecnologiche, soprattutto nel campo dei microinfusori per la somministrazione insulinica e dei sensori per la misurazione glicemica, hanno portato una migliore gestione della terapia e del compenso glicemico. Ad esempio, per il controllo del glucosio, basta avvicinare lo smartphone al sensore applicato al braccio e, tramite un'applicazione, si può consultarne il valore. Queste app permettono anche di comunicare direttamente con la cartella digitale del paziente, riportando tutti i dati relativi ai parametri vitali, così che il medico curante, o il diabetologo, può intervenire con suggerimenti terapeutici mirati. I dati sono condivisi in modo sicuro a distanza, un dettaglio non secondario con il Covid-19, dal momento
che i diabetici sono soggetti a rischio. Molte altre novità nella gestione del diabete arrivano pure dallo sviluppo dei cosiddetti "wearables", cioè dispositivi indossabili in maniera comoda e diretta, coi quali si può controllare la patologia e prevenirne i rischi e l'aggravarsi. Ma la tecnologia e l'innovazione non si fermano mai – come dimostrato dalla presentazione ad un TEDx da parte di Claudio Cobelli, Professore emerito di Bioingegneria all'Università di Padova – di un rivoluzionario pancreas artificiale, che permetterà ai diabetici di tipo 1 di dimenticare la malattia, grazie all'ausilio di un algoritmo di controllo, un sensore e un microinfusore intraperitoneale per la somministrazione di insulina. Tutto connesso in modalità wireless. L'algoritmo che controlla il rivoluzionario pancreas bionico, o le app per il controllo del glucosio, sono la dimostrazione di come l'intelligenza artificiale stia diventando sempre più indispensabile anche nella gestione del diabete.
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IL MORSO INCROCIATO NEL BAMBINO
IL MORSO INCROCIATO LATERALE RAPPRESENTA UNA DELLE ANOMALIE DENTALI PIÙ COMUNI RISCONTRATE TRA I BAMBINI: È CARATTERIZZATO DA UNA INCONGRUENZA TRASVERSALE TRA LE DUE ARCATE DENTALI, DOVE NORMALMENTE È LA SUPERIORE AD ESSERE DEFICITARIA (TROPPO STRETTA) RISPETTO ALLA INFERIORE. Dr. Luca Casella e Dr. Matteo Cassina, specialisti in ortodonzia (CH) SSO - Ticino, CISI e STOCH (stoch.ch)
P
uò interessare anche solo singole coppie di denti della dentatura decidua (di latte) o permanente. Il morso incrociato anteriore è invece piuttosto raro e, se interessa tutti gli incisivi, può essere sovente associato anche a deviazioni della relazione scheletrica sagittale tra le due ossa mascellari (progenia). Il morso incrociato che raccoglie tutto il segmento laterale sopravviene di regola già con l'eruzione dei canini e dei molari di latte e si consolida con la crescita dei primi molari permanenti. Una correzione spontanea del problema solitamente non avviene. L'indicazione per la correzione è data se è presente la componente funzionale di occlusione: con morso incrociato le due arcate dentali non sono coordinate (trasversalmente) e ad ogni movimento di massima chiusura della bocca la mandibola subisce un
movimento laterale che la fa deviare dalla sua posizione centrata naturale. Associata si riscontra spesso una mancanza di spazio per l'eruzione degli incisivi permanenti superiori. Per questo motivo e per la componente funzionale, si cerca di correggere questa malocclusione già in giovane età. Il periodo più indicato va grossomodo dai 6 agli 8 anni; si attende di norma l'eruzione dei primi molari superiori per poter agganciare l'apparecchiatura in maniera stabile alla dentatura. Prima, l'intervento è sconsigliato sia per non caricare inutilmente i giovanissimi pazienti, sia per evitare di intervenire una seconda volta, se i primi molari superiori dovessero erompere a loro volta in morso incrociato. A dipendenza dell'entità del deficit trasversale nell'arcata superiore, esistono due protocolli di espansione: uno "lento" con apparecchi rimovibili ed uno "rapido" scelto in caso di maggiore necessità ad espandere il palato. Il protocollo terapeutico per i casi di netto deficit trasversale è costituito da un'espansione basale rapida dell'osso mascellare con apparecchiatura fissa, non rimovibile. Il dispositivo, dopo la prima fase attiva di 2-3 settimane, viene lasciato in bocca come contenzione per un periodo variabile tra i 4 ed i 6 mesi o, in casi particolari, sino a 10-12. Dopo i primi giorni di adattamento è di norma ben sopportato e non pregiudica in maniera significativa né l'assunzione di cibo, né la fonazione. Corollario spesso benvenuto dopo l'espansione basale del palato è una
dilatazione delle vie aeree superiori a livello delle coane nasali: la respirazione risulta migliorata con possibile diminuzione del russamento, a beneficio di una maggiore ossigenazione e un sonno più tranquillo e riposante. Ricordiamo però che questa pratica deve essere solo ed unicamente adottata in presenza di un deficit dell'arcata dentale superiore in relazione con quella inferiore: un palato stretto, se ben coordinato con il mascellare inferiore, non deve essere allargato, pena la creazione iatrogena di gravi anomalie di occlusione. Non può pertanto diventare un protocollo standard per il miglioramento della respirazione nasale di bambini in età prescolare o scolare. A sostegno della stabilità della correzione ortodontica, e per migliorare la respirazione, l'ortodontista può consigliare ai pazienti in tenera e giovane età, la rimozione delle adenoidi e/o delle tonsille.
Vivere gennaio/febbraio 2022
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MOVIMENTO — Allenamento
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MEMORIA MUSCOLARE: COME FUNZIONA?
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Ogni attività implica una sequenza di tensione e rilassamento muscolare. Nel tempo, con la continua pratica, qualsiasi azione, come andare in
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bicicletta, diventa automatica e riprodotta senza dover pensare ai singoli movimenti. Tutto ciò si spiega con la "memoria muscolare", ossia l'apprendimento e la memoria di nuove abilità, che si verificano essenzialmente nel cervello: in altre parole, i cambiamenti cerebrali che avvengono durante l'attività fisica e la memoria, alterano le informazioni che il cervello invia ai muscoli, modificando così i loro movimenti. Uno studio dell'Università di Oslo ha evidenziato come lo sforzo che il muscolo ha eseguito durante l'allenamento è stato memorizzato: responsabili di questo processo sono le fibre muscolari, che sembrano in grado di
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ESISTE UNA MEMORIA MUSCOLARE CHE CONSENTE DI RECUPERARE LA MASSA ANCHE DOPO UNO STOP DALL'ALLENAMENTO. muscoli sono deputati al movimento e sono cruciali non solo per la locomozione, ma anche e soprattutto per diverse funzioni vitali, come la circolazione sanguigna e la respirazione. Le cellule muscolari hanno la possibilità di contrarsi e di rilassarsi, in risposta a stimoli nervosi ed ormonali: questo alternarsi coordinato di eventi dà origine al movimento.
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"registrare" le diverse informazioni a livello epigenetico. Avendo memorizzato questi dati, ed essendosi adattati per il principio della supercompensazione, i muscoli affronteranno quindi condizioni simili con maggior facilità. Si potrebbe dunque affermare che, prescindendo dal concetto di "decondizionamento", una volta ritornati alla condizione basale, non è rilevante da quanto tempo – certo non 15 anni! – una persona abbia smesso di allenarsi: le fibre rimangono infatti intatte e i muscoli tendono a recuperare il loro volume.
E QUANDO SI SMETTE DI ALLENARSI?
La costruzione della massa muscolare e lo sforzo non saranno quindi va-
nificati del tutto: infatti, il corpo tende a memorizzare tutti gli sforzi a cui è stato sottoposto nel recente passato, offrendo vantaggi a lungo termine, anche una volta interrotti gli allenamenti.
Cosa fare dopo lo stop
Nonostante si debba ricominciare dopo l'inattività, a livello di apprendimento motorio sarà tutto invariato. Nel riprendere è tuttavia necessario considerare gli effetti del "detraining": • Gradualità — Alternare giorni di allenamento con altri di riposo ed aumentare poco per volta, sia il volume che l'intensità. Bisognerebbe iniziare con esercizi di stretching posturali e successivamente con quelli per la crescita muscolare e di resistenza.
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• Quantità — Si consiglia di partire con 30-45 minuti ed aumentare progressivamente. L'ideale, per riprendere il ritmo, è di allenarsi per un totale di 150-300 minuti a settimana. • Intensità — Va modulata in base alle condizioni fisiche e alla preparazione atletica allo stato attuale. • Frequenza — Alternare una moderata attività aerobica con esercizi di rafforzamento muscolare e flessibilità. • Modalità — Usare attrezzi come il tapis roulant, cyclette, corda o step, per le attività cardio. Invece, per il tono muscolare, macchinari specifici, oppure manubri o elastici, da integrare negli esercizi a corpo libero. Non dimenticare mai stretching e defaticamento.
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PASSATEMPO — Sudoku
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Crisi epilettiche
Primi soccorsi
Una crisi epilettica è una disfunzione temporanea dei neuroni nel cervello. Il cervello di solito si stabilizza e la crisi termina dopo un certo periodo di tempo. Ci sono diversi tipi di epilessia e di crisi.
Un hexadoku è un sudoku 16x16: ogni casella può contenere un numero (0-9) o una lettera (A-F). Per risolverlo, è necessario completare tutte le celle, senza utilizzare lo stesso valore più volte nella stessa colonna/riga o regione.
Per maggiori dettagli: www.epi-suisse.ch/primo-soccorso
Per aiutare la persona durante un attacco, è necessario...
o www.epi.ch/soccorsi
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S·O·S 2
DURANTE
1
4
A
B
2 Proteggere la testa
A) Mantenere la calma B) Togliere oggetti pericolosi
3
×
3
Allentare i vestiti
S·O·S 1
5
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Mettere in posizione laterale di sicurezza
Diventare sostenitore: rega.ch/sostenitori
Inserzione gratuita
Ci siamo, grazie ai sostenitori. Ogni anno la Rega aiuta oltre 11’000 persone in emergenza.
4
6
Esaminare le potenziali lesioni
CONDIZIONI
Cartolina postale da inviare a "VIVERE a tempo pieno", Via Al Forte 3, 6900 Lugano o e-mail a vivere@bluewin.ch. Termine: 2 MARZO 2022.
Fra coloro che indovinano la soluzione, verrà sorteggiato il fortunato lettore. Sono esclusi dalla partecipazione tutti i collaboratori di VIVA SA. Non verrà tenuta alcuna corrispondenza. Nessun pagamento in contanti. Si escludono le vie legali. Il vincitore sarà avvisato personalmente.
SOLUZIONE: SOLUZIONE NR. 210: Giugno pungente contadino piangente
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Guardare l’orologio per stabilire l’orario della crisi AZIONE
DOPO
IMM
EDIATA in caso di crisi epilet tiche Allenta i vestiti, cos ì posso res Non blo pirare. ccare i mo vimenti. Non ins erire nulla tra i den Mettimi ti. qualcosa di morbi In caso do sotto di lesion la testa. e o se i con chiamare vulsioni un medic durano più o o 14 4 di 3 minu ti: Dottore (Nom
Cercare una tessera SOS con informazioni mediche. e/telefono)
TESSER
A
SOS
STAI CA LMO - HO Qu
L‘EPILESS esta car ta aiuta IA in caso di a fare la cosa giusta crisi epi lettica.
per FürleMen pers
sche onen con mit
epile Epilepsie ssia
CO SA NON FA R E Non inserire nulla tra i denti Non cambiare la posizione della persona Non bloccare i movimenti
Non dare niente da bere Non scuotere la persona e non gridare, questo non fermerà la crisi.
C H IA MA R E IL 1 4 4 . . . Se la crisi dura più di 3 minuti Se la persona non riprende coscienza Se riparte una nuova crisi Se la persona colpita non respira più regolarmente
In caso di lesioni gravi Se ha dei problemi respiratori dopo una crisi in acqua Se è la prima crisi Se non siete a vostro agio nella situazione
Rimanere e rassicurare
Vivere gennaio/febbraio 2022 per persone con FürleMenschen mit epilessia Epilepsie
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