IoArch 35 - Oct 2010

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La torre del vento di Bolzano

Polins dello Studio Marco Acerbis

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Michele De Lucchi sul Mar Nero

Una nuova idea di fabbrica

19 Marco Ferreri tra arte e design

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www.ioarch.it

Anno 5 - n°35 - ottobre 2010 - euro 3,20 - Pubblicità: Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano - tel. 02 2847274 fax 02 45474060 - pubblicita@fontcom.it - Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano

La forma

della tecnologia

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alcolo e automazione, due settori in continua crescita e la cui evoluzione sta avendo conseguenze concrete sulle tecnologie con cui si progettano e realizzano opere di architettura. La capacità di calcolo è il motore trainante di questa rivoluzione. Un computer di 30 anni fa, grande quanto una stanza, non era a in grado di svolgere operazioni banali ed oggi alla portata di un semplice cellulare-palmare. Il Finite Element Method (FEM), ad esempio, ora gestibile da convenzionali PC e programmi freeware, permette calcoli strutturali o fisico-tecnici e soluzioni in precedenza inimmaginabili. Raffinati concetti di biomimesi come la Soft Kill Option (SKO), principio secondo il quale in natura qualsiasi elemento ridondante viene eliminato, sono oggi applicabili grazie specifici software, a strutture o a prodotti di disegno industriale. Da soluzioni informatiche dipendono tecnologie di comunicazione, che a loro volta permettono flessibilità, tempi e logistiche nel lavoro terziario differenti rispetto al passato e pertanto, nuove esigenze, nuove tipologie e nuovi spazi. Macchine del tipo Computer Aided Machine (CAM) consentono infine di realizzare oggetti o perfino edifici, come nel caso dei grandi plotter 3D di tipo “Contour Crafting”, in breve tempo e in modo del tutto automatizzato. Molte traslazioni paradigmatiche in architettura, la più recente l’Architettura Moderna, sono state spinte da innovazioni in campo tecnologico. Nonostante il recente proliferare di forme gratuite ed arbitrarie, promosse forse più da logiche di mercato e di apparenza che non da una reale comprensione del contesto tecnologico e dei metodi di produzione, la tecnologia apre ancora una volta nuove frontiere progettuali. L’estensione di queste frontiere e la fondatezza di nuove soluzioni dipende principalmente dalla capacità dei progettisti. Carlo Ezechieli

carlo ezechieli intervista Matthias sauerbruch

Sbarco a venezia

Lo studio tedesco Sauerbruch&Hutton si è aggiudicato il primo premio al concorso per il progetto di M9, il Museo del ‘900 a Mestre. Matthias Sauerbruch ci racconta, insieme alla sua filosofia di lavoro, a pagina 3 >>> il motivo per il quale Mestre non poteva essere un luogo più adatto per questo progetto

nuovi architetti / carlo ezechieli

Pensiero verticale La torre come self-contained city: un lavoro di tesi che è valso a Filippo Martines il premio Nardi ’09

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e tesi di laurea sono spesso un’occasione di messa a punto delle teorie e degli interessi dei docenti. Altrettanto spesso sono motivo di noia o la proposizione di ipotesi fantasiose, neanche lontanamente affrontabili in altre sedi. E più raramente, pur con soluzioni ambiziose e di non facile realizzazione, sono proposte brillanti capaci di esprimere, con un eccellente lavoro di sintesi, le condizioni che caratterizzano la nostra epoca. Alla luce di queste considerazioni, la tesi di laurea di Filippo Martines, vincitore nel 2009

del Premio Nardi, è sicuramente un caso notevole in termini di innovazione e di riscoperta della tipologia della torre. Innanzitutto si parla di torre non tanto in termini di “bigness”, di semplice immagine e di puro mercato come sembra essere la tendenza oggi prevalente, ma in termini di sperimentazione tecnologica e di proposizione di nuovi modelli abitativi. La torre contemporanea diventa in questo lavoro di tesi una vera e propria self-contained city: un sistema abitato compatto, caratterizzato a pagina 2 >>>

in principio c’è la conchiglia Produrre cemento e materiali per l’edilizia sottraendo anidride carbonica all’ambiente. In natura “si costruisce” così

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a produzione di cemento è responsabile del 5% circa delle emissioni di anidride carbonica (CO2) dovute alle attività dell’uomo. Per produrre una tonnellata di cemento la quantità di CO2 emessa è stimata tra 0.8 e 1.1 tonnellate. Tali emissioni sono dovute per il 40% circa al combustibile fossile utilizzato per “cuocere” le materie prime nei forni e per il restante 60% al processo di calcinazione che trasforma il calcare in calce. Da molti anni si discute della necessità di ridurre le emissioni di questo gas ormai unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori responsabili del surriscaldamento globale del pianeta. a pagina 5 >>>


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