COSTRUZIONI E IMPIANTI
Anno 7 - n 48 - Maggio/Giugno 2013 - euro 4,50
SICILIA FARE ARCHITETTURA IN ITALIA
PAESAGGIO | CITTÀ | ARTE | CULTURA
INTERVISTA MAD ARCHITECTS / FOCUS MEDIOPADANA / LAB NUOVI MATERIALI / SPECIALE SICILIA 2013 LAQUALITÀ DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA / DESIGN LA SINDROME DELL’INFLUENZA F o n t s r l - v i a S i u s i 2 0 /a 2 013 2 M i l a n o - S p e d . i n a b b. p o s t a l e 4 5% D. L . 3 5 3 / 2 0 0 3 (c o n v. i n . 27. 0 2. 2 0 0 4 n . 4 6 ) A r t. 1 C o m m a 1 D C B M i l a n o
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MEDITERRANEO Arte, storia e cultura lasciano tracce. Non solo nella bellezza dei luoghi, che è anche fonte di reddito, ma nelle vocazioni professionali e imprenditoriali come indispensabile chiave di lettura per meglio comprendere e interpretare il mondo, l’umanità e le sue attese. La cultura non ha confini, come dimostrano gli incarichi internazionali affidati allo studio cinese Mad Architects, l’arte e la storia sì, e sono in larga parte contenuti tra le sponde del Mediterraneo. Amato e odiato dagli eredi dei barbari che tengono le leve della finanza internazionale ma sorgente di energie e passioni foriere, come la ricognizione tra i professionisti del progetto e del pensiero in Sicilia di questo numero sembra dimostrare, di una via mediterranea alla nuova architettura. Con uno stile proprio e un pensiero che può riguardare il mondo intero, alla ricerca di una bellezza responsabile che sappia andare oltre il marketing del real estate.
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MIPIM AWARDS 2013
Incontro con Ma Yansong
15 SICILIAN STYLE
L’architettura contemporanea in Sicilia
25 In copertina, Sicilia Foto di Moreno Maggi
IOARCH Costruzioni e Impianti n. 48
Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di direzione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi Grafica e impaginazione Roberta Basaglia, Cristina Amodeo
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PAESAGGI IN PIETRA
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IMMERSI NELLA NATURA
Il paesaggio diventa architettura
Aion reinventa le corti
VIVERE A PALAZZO
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NUOVI PAESAGGI SICILIANI
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Una residenza a Palazzo Sambuca
Sulla costa orientale e alle pendici dell’Etna
Contributi Francesca Emily Amato, Atto Belloli Ardessi, Ginevra Bria, Chiara Brusini, Valentina Fisichella, Alice Gramigna, Alberto Giacopelli, Mariagrazia Leonardi, Marco Penati, Franco Porto, Silvia Zotti Fotolito e stampa Pinelli Printing, Milano
Ripensare i luoghi di produzione
Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano Tel. 02 2847274 Fax 02 45474060 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Abbonamenti Tel. 02 2847274 - Fax 02 45474060 abbonamenti@ioarch.it
LA SINDROME DELL’INFLUENZA Le contaminazioni che fanno design
Prezzo di copertina euro 4,50 arretrati euro 9,00. Abbonamento (10 numeri) euro 30,00; estero euro 60,00. Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386 Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano
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MIPIM AWARDS 2013 CARLO EZECHIELI INTERVISTA MA YANSONG
POSITIVAMENTE
CONTROTENDENZA MAD ARCHITECTS È IL PRIMO STUDIO DI ARCHITETTURA CINESE INCARICATO DI GRANDI OPERE DI ARCHITETTURA ALL'ESTERO. MA YANSONG, TITOLARE E FONDATORE DI MAD, HA INCOMINCIATO AD ESSERE NOTO A LIVELLO INTERNAZIONALE DOPO AVER VINTO IL CONCORSO PER LE ABSOLUTE TOWERS, DUE TORRI RESIDENZIALI A MISSISSAUGA, NEI PRESSI DI TORONTO, LA SESTA CITTÀ DEL CANADA. UN'OPERA ORIGINALE, EMBLEMATICA E DI SUCCESSO IMMEDIATO
Temi come natura, paesaggio e ecologia - ricorrenti nel dibattito attuale - sono al centro del lavoro di Yansong, ma la sua interpretazione è particolarmente originale e felicemente controtendenza. Rispetto al tema ormai logoro di una "sostenibilità" di matrice fondamentalmente funzionalista ed esclusivamente basata sulla tecnica, Ma Yansong contrappone termini ormai quasi in disuso, ma di primaria importanza, come cultura, emozioni, bellezza. Le Absolute Towers erano quest'anno candidate ai Mipim Awards per la categoria residenziale. Non sono risultate vincitrici (questo malgrado il mio voto). Ciononostante, la cerimonia di premiazione dello scorso marzo ha offerto, come sempre, un ragguardevole panorama sulle principali attività architettoniche e immobiliari a livello internazionale, nonchè un'occasione per due chiacchiere con Ma.
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Mi dispiace che il premio non sia andato alle Absolute Towers, ma cosa ne pensi degli esiti dei Mipim Awards di quest'anno? Sono opere imponenti, enormi ma nella maggior parte dei casi piuttosto distanti dai principi secondo i quali cerco di sviluppare il mio lavoro. Quale credi siano i valori principali? Non siamo animali nè macchine, siamo esseri umani dotati di emozioni e gli spazi in cui abitiamo dovrebbero avere una qualità sufficientemente alta per corrispondere a queste emozioni. L'architettura è spesso dominata da parametri come il denaro, l'efficienza e così via, solo ora cominciamo a renderci conto che il discorso non può essere ridotto a questo. In riferimento al rapporto con la natura - tema ricorrente nel tuo lavoro - parlavi del fatto che incorporare la natura in un edificio è principalmente una questione di esperienza individuale. Credo che questo sia un discorso positivamente controtendenza. Tutto il discorso sulla natura e sulla sostenibilità si è infine tradotto nell'applicazione di tecnologie e di criteri già vecchi: gli stessi da cui alla fine dipende l'attuale condizione di insostenibilità. Se uno pensa a molte città antiche scopre invece che tutte hanno un'anima. Lo stesso centro storico, a cui tutti fanno riferimento, incorpora una coscienza ecologica incredibile e questo rappresenta il livello più alto immaginabile di integrazione con la natura. La tecnologia non necessariamente c'entra, anzi, spesso, come in molti documentabilissimi casi, invecchia molto rapidamente. Trovo notevole il tuo progetto per Roma, anche se non credo sia stato facile convincere il tuo cliente della redditività di una soluzione con un indice così basso di sfruttamento delle superfici. L'intervento si trova in un'area centrale di Roma e in una situazione urbana ampiamenAnche quest’anno il MIPIM è stato un importante occasione di incontro tra i diversi settori legati al mondo immobiliare
ECONOMIA, NAZIONI E CITTÀ
Sopra, le Absolute Towers residenziali di MAD Architects, completate dopo 6 anni di lavoro a Mississauga, Ontario, in Canada; a destra, render dell’intervento di Via Boncompagni a Roma, primo incarico in Italia dello studio cinese.
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Una finestra aperta sul futuro delle città e degli spazi che le compongono, delle nazioni e dell’economia che le sostiene. Nazione d’onore a Cannes quest’anno la Turchia, sempre più attrattiva sul piano internazionale grazie al suo elevato tasso di sviluppo. Nel suo keynote speech Ali Babacan, vice primo ministro turco, ha esposto la situazione e le aspettative di una nazione che negli ultimi dieci anni ha fatto grandi progressi, anche nel campo dei diritti umani, dove il Pil è triplicato e la distribuzione del reddito è migliorata dando origine a una nuova classe media. Gli indicatori di fiducia rimangono molto elevati anche grazie a una politica coerente. Nelle parole di Babacan: “fare promesse e mantenerle: questa è la chiave. Senza fiducia nel mercato e nella
sua gestione è impossibile dare origine a qualsivoglia attività economica. Così come è fondamentale una base legale solida e trasparente”. La fiducia favorisce gli investimenti, i consumi e la circolazione del denaro, e anche per questo l’economia turca non è stata colpita dalla crisi economica. Con un settore di mutui e prestiti orientato verso la stabilità nel lungo termine - senza ansia di superare l'incidenza (attualmente intorno al 6%) dei prestiti sul totale del Pil- e pertanto con mutui concessi solamente a tasso fisso, la Turchia è una nazione che si avvia ad affermarsi nello scenario internazionale, con la capitale Istanbul sempre più attiva ma che necessita ancora di infrastrutture e di alberghi. L’Europa d’altra parte, come tutte le economie mature, si trova secondo Jürgen Stark – già
chief analyst della BCE - in una situazione di moderata ma costante recessione: una crisi sistemica che coincide con un mutamento a livello strutturale aggravata da pesanti ritardi a livello politico-decisionale. Interessante l’osservazione che in Spagna, una delle nazioni più colpite dalla crisi del settore immobiliare, la disoccupazione in questo settore non sia mai andata oltre il 9%: "In futuro - ha proseguito Stark - sarà importante considerare un aggiustamento dell'assetto fisico rispetto all'aumento dell'età della popolazione e a un fondamentale decremento demografico e le opportunità per una crescita potenziale risiedono in un aumento della produttività". Un importante presupposto per un ripensamento delle città e, di conseguenza, della natura e delle caratteristiche degli interventi.
› MIPIM 2013 I MIPIM AWARD 2013
Categoria Futuro Culture Casbah a Malmö, Svezia. Arch. Lundgaard&Tranberg
te consolidata. Credo che a Roma, città che, come molte altre, ha superato il momento della "crescita" ed è caratterizzata da un contesto urbano ormai del tutto saturo, l'obiettivo primario, anche dal punto di vista economico, sia l'evoluzione e la qualità. Nel caso specifico esistono entrambe le condizioni. Stasera agli Awards abbiamo visto molti interventi, in generale la scala è senza dubbio impressionante. Alcuni erano in Cina: qual è la tua opinione su quello che sta succedendo ora nel tuo Paese? In Cina attualmente siamo in una situazione in cui è possibile anche realizzare interventi senza senso per poi disfare tutto e ricostruire da zero nel giro di pochi anni. Quello che secondo me rischia di mancare, in Cina come in ogni altra nazione, sono i fondamenti culturali di ciò che si sta facendo. Una crescita o meglio un'evoluzione solida e duratura da parte di una nazione non possono prescindere da un’altrettanto solida fondazione culturale. In Cina credo ci sia molto da lavorare in questo senso. Malgrado la neve, caduta a dispetto dell'inizio della primavera e della leggendaria mitezza del clima della Costa Azzurra, la serata dei Mipim Awards è stata anche quest'anno un'occasione fondamentale di scambio e di crescita. I Mipim Awards si confermano come punto di incontro tra molti protagonisti dell’architettura di questi anni, e tra questi MAD è senza dubbio una delle stelle più brillanti e rappresentative
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Categoria edifici industriali Depuratore a Pineda de Mar, Spagna. Arch. Baena Casamor Arquitectes BCQ, Lundgaard&Tranberg
Categoria shopping centre Marmara Park a Istanbul. Arch. ECE Projektmanagement
Categoria Hotel e turismo Baku Flame Towers a Baku, Azerbaijan. Arch. HOK
Categoria residenziale Isbjerget a Aarhus, Danimarca. Arch. Cebra, JDS Architects, SeARCH, Louis Paillard
Categoria futuro su grande scala Milaneo a Stoccarda. Arch. RKW Rhode Kellermann Wawrowski Architekture + Städtebau in collaborazione con ECE architects
Miglior progetto in Turchia Bosphorus City a Istanbul. Arch. Mimarlar Workshop
Categoria uffici The Squaire a Francoforte sul Meno. Arch. JSK international Architekten
Categoria recupero/riqualificazione King's Cross a Londra. Arch. John McAslan + Partners; Ingegneria Arup; Costruzione: Vinci. King’s Cross ha ricevuto anche il Premio Speciale della giuria
Carlo Ezechieli
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NUOVA STAZIONE FERROVIARIA ALTA VELOCITÀ
RITROVAMENTI PADANI Come lo scheletro di un dinosauro, la stazione Mediopadana di Reggio Emilia progettata da Santiago Calatrava segna un nuovo landmark nella Pianura Padana
In alto, nella foto ©Enrico Morosini particolare della nuova stazione Mediopadana, inaugurata lo scorso 9 giugno, A destra, render ©Santiago Calatrava e altre immagini (foto ©Carlo Vannini e ©Kai-Uwe Schulte-Bunert).
Inaugurata lo scorso 9 giugno, la nuova stazione Mediopadana di Reggio Emilia, ben visibile dalla A1 che corre parallela al percorso ferroviario, è la sola fermata intermedia sulla linea AV Milano-Bologna. La bianca struttura in acciaio-calcestruzzo e vetro lunga mezzo chilometro progettata da Santiago calatrava si sviluppa su due livelli, e copertura e banchine sono strutturalmente indipendenti dal viadotto. La copertura risulta composta da una lunga sequenza di 19 moduli, ciascuno della lunghezza di 25,4 m e costituiti dalla successione di 25 portali di acciaio a sezione chiusa sfalsati e distanziati di circa 1 m tra di loro, per un totale di 457 portali che delineano un volume sinusoidale con un dinamico effetto a onda sia verticale che orizzontale. La copertura e le banchine laterali sono protette da vetro stratificato installato tra i portali in acciaio per mezzo di telai d’alluminio. Al livello superiore si trovano i binari e le banchine della ferrovia mentre al livello in-
PIT-STOP SOTTO LE TORRI
feriore sono ubicati l’accesso alla stazione e le corrispondenze con i treni regionali e le linee pubbliche di superficie, nonché i servizi e spazi commerciali. All’esterno si sta completando la piazza-giardino. La direzione dei lavori è di Italferr, la società di ingegneria del gruppo FS Italiane, con un investimento di 79 milioni di euro stanziati da Rete Ferroviaria Italiana e Regione Emilia Romagna. La nuova stazione rientra nel programma commissionato nel 2002 a Calatrava dalla città di Reggio Emilia che prevedeva, oltre alla stazione AV, la realizzazione di tre nuovi ponti (2007), un casello autostradale e altri interventi infrastrutturali finalizzati a migliorare l’accesso e le connessioni alla città. Prossima al casello autostradale, la stazione sarà anche nodo di scambio con il traffico su gomma grazie anche al parcheggio (300 posti) in corso di realizzazionesuell’area antistante. Una nuova fermata sulla linea ferroviaria Reggio-Guastalla, consentirà poi il rapido collegamento su ferro con la vecchia stazione cittadina di P.le Marconi
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Completata la prima parte della stazione AV di Bologna Centrale Progettata da Italferr, che ha seguito anche la direzione dei lavori realizzati dall’impresa Astaldi, la nuova stazione Bologna Centrale Alta Velocità ha comportato un investimento complessivo di 530 milioni di euro per Rete Ferroviaria Italiana. Un grande vano sotterraneo di 640 metri di lunghezza a 23 metri di profondità sviluppato su 3 livelli collegati da scale mobili e ascensori fornisce accesso al piano "kiss&ride", una strada a quota -7 (ancora in fase di completamento) per soste brevi e accesso ai parcheggi, alla hall (-15) e ai quattro nuovi binari sotterranei. Il prolungamento del sottopassaggio pedonale con accesso da Piazza Medaglie d'Oro e da via de’ Carracci ricongiunge il quartiere Bolognina con il
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centro storico. Progressivamente, tra il 2014 e il 2016, saranno ultimati ulteriori parcheggi sotterranei, il ripristino di alcuni binari di superficie e l’arredo urbano definitivo. A sinistra il nuovo fronte su Via dei Carracci e, sotto, un'immagine del piano dei binari a quota -23.
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CAMERON SINCLAIR COSTRUTTORE DI PACE 2013 L’architetto inglese è il vincitore della 3^ edizione del Premio internazionale Pilosio Costruire la Pace Premiato lo scorso aprile alla fiera Bauma di Monaco di Baviera, il 39enne architetto inglese Cameron Sinclair è il fondatore di Architecture for Humanity, rete internazionale no-profit con base a San Francisco e oltre 50mila professionisti volontari che offre servizi di progettazione e di design nelle aree più difficili del pianeta. La motivazione del riconoscimento, che premia chi opera per migliorare le condizioni di vita nel mondo, è riferita al contributo dell’architetto Sinclair e della sua organizzazione nella ricostruzione di Haiti, rasa al suolo dal terremoto del 2010 che secondo alcune stime locali ha causato circa 260mila vittime e coinvolto più di 4 milioni di persone con la devastazione pressoché completa di abitazioni, strade e infrastrutture. Presente alla cerimonia di premiazione anche l’architetto Mario Cucinella, vincitore dell’edizione 2012 per il progetto A Green school for Gaza. www.architectureforhumanity.org www.premio.pilosio.com
Dario Roustayan, CEO del Gruppo Pilosio, consegna il premio a Cameron Sinclair
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MATREC Continua la collaborazione di IoArch Costruzioni e Impianti con Matrec, la prima EcoMaterials Library nata nel 2002 da un’idea dell’architetto Marco Cappellini e dedicata ai materiali ambientalmente sostenibili – riciclati e naturali – e al loro impiego nel mondo dell’architettura, del design e della produzione industriale. Materiali selezionati e segnalati da un network internazionale di professionisti, suddivisi in categorie e corredati di schede descrittive complete a disposizione degli abbonati. Per i nostri lettori Matrec propone l’abbonamento annuale a 76 euro, con uno sconto del 15% sulla tariffa ordinaria. CODICE: MATREC-IOA-13 www.matrec.it
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Agglomerato di gomma espansa, è impiegato come fonoisolante e fonoassorbente e può essere utilizzato da solo o accoppiato a cartongesso, per migliorarne le prestazioni. Disponibile in pannelli di colore nero opaco dalla texture porosa, il materiale è autoportante e mantiene inalterate nel tempo le sue caratteristiche - non delamina, non si sfi bra, non subisce idrolisi.
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IMPATTO AMBIENTALE Materiale Energia Emissioni
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14,73 kWh/kg 0,86 kg CO equiv./kg 2
Ecopolimer srl • www.ecopolimer.it
Certificazioni Remade in Italy
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Principali applicazioni Solai intermedi, coperture piane leggere o in legno
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Materiale realizzato in fi bre di kenaf – pianta erbacea della famiglia Malvaceae con fi bre molto simili a quelle delle conifere - agglomerate senza collanti o resine. Caratterizzato da stabilità dimensionale ed elevate proprietà di isolamento termico e acustico, è calpestabile e viene impiegato nelle coperture leggere o in legno dove il requisito fondamentale è lo sfasamento dell’onda termica.
IMPATTO AMBIENTALE Materiale Energia Emissioni
naturale
fibre di kenaf
da riciclo
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5,94 kWh/kg 0,61 kg CO equiv./kg 2
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Piastre fl ottanti realizzate in pelle riciclata montata su un’anima di HDF, un materiale derivato dal legno e pressato ad alta densità. Disponibili in forma di lastre o piastrelle lavorabili per foratura e taglio, con colorazione nera o marrone, fi nitura opaca e texture liscia, vengono impiegate per la realizzazione di pavimenti e rivestimenti sia in ambienti residenziali che commerciali.
EcoDomo LLC • www.ecodomo.com
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Principali applicazioni Controsoffi ttature e intercapedini in muratura o cartongesso; è particolarmente indicato per locali pubblici.
Principali applicazioni Pavimentazioni, rivestimenti per pareti, scale, porte, ascensori o mobili.
IMPATTO AMBIENTALE Materiale Energia Emissioni
naturale
legno
da riciclo
pelle 65%
7,62 kWh/kg 0,87 kg CO equiv./kg 2
parzialmente da fonte rinnovabile Altre informazioni ambientali Contribuisce ad acquisire crediti per la certifi cazione LEED
COME MADRE NATURA. ANZI MEGLIO una nuova superficie ultra-compatta per l'architettura e il design È stata presentata in anteprima mondiale a Milano lo scorso 29 maggio la nuova superficie ultra-compatta Dekton® di Cosentino, che presenta caratteristiche uniche derivanti da un nuovo processo produttivo sul quale l’azienda di Almeria ha investito 128 milioni di euro e 22mila ore di ricerca e sviluppo. Materie prime usate per produrre materiali in vetro, porcellana e superfici in quarzo subiscono una versione accelerata (4 ore invece di qualche milione di anni) dei processi di pressione e temperatura che generano le pietre disponibili in natura. Il risultato è una nuova superficie che per caratteristiche, prestazioni, durata e dimensioni oltre che per la gamma di colori e finiture già disponibili si presta a molteplici usi nel campo dell’architettura e del design: facciate continue e ventilate, pavimenti e rivestimenti, piani e superfici per cucine e bagni. www.cosentinogroup.net http:// http://italia.cosentinonews.com
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I VANTAGGI DI DEKTON Con Dekton® è possibile utilizzare lastre di grande formato e di spessore limitato riducendo il peso specifi co per metro quadro, contenendo il numero di fughe e giunzioni e velocizzando i tempi di installazione. Il materiale è indifferente all’esposizione ai raggi UV, assicurando la stabilità del colore nel tempo. L’elevata compattezza molecolare conferisce a Dekton® grande stabilità dimensionale e forte resistenza al gelo e alle macchie.
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Alta resistenza alla compressione Alta resistenza alla fl essione Grande resistenza agli urti Grande resistenza alle abrasioni e all’usura Resistenza al fuoco e al calore Elevata resistenza alle macchie Grandi formati Resistenza ai raggi UV Stabilità del colore Stabilità dimensionale Resistenza al gelo e al disgelo Grande resistenza ai graffi Spessore regolare
FORMATO
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SPESSORI
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COLORI
FINITURE 3D
12 referenze: bianco, nero, toni del grigio, granito esotico, marmo. Solid collection: Spectra, Domoos, Sirius; Halo, Zenith. Natural Collection: Naone, Sirocco, Danae, Aura lucida, opaca, ardesia colore e fi nitura “tutta massa”
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‹ LIBRI / MOSTRE
TRANSPARENCY Tecnologia e architettura per l’involucro in vetro
L’ABC DELLA PROGETTAZIONE BIOCLIMATICA Questo manuale tratta le relazioni tra contesto climatico e scelte progettuali tenendo conto non solo dell’avanzamento tecnologico ma anche della diversa geografia dei luoghi. Nella parte finale, il testo riporta alcune schede relative ad edifici realizzati prevalentemente in Italia che mostrano il rapporto tra scelte progettuali e conseguenze ambientali. All’opera è allegato un cd-rom con dati climatici, schede, tabelle, file grafici e fogli di calcolo per le verifiche e le valutazioni quantitative e una descrizione approfondita con immagini e filmati di alcune architetture presentate nel volume.
L’opera, promossa da Metra, documenta l’attuale fase di grande innovazione che interessa le facciate in vetro e alluminio, elementi fortemente caratterizzanti l’involucro edilizio soprattutto in contesti urbani. Attraverso la presentazione di alcuni casi esemplari, gli autori indagano i rapporti tra progettazione architettonica e innovazione tecnologica e l’approccio multidisciplinare all’ingegneria dell’involucro, evidenziando la tendenza verso soluzioni mirate piuttosto che applicazioni seriali. Transparency Autori Sergio Croce, Tiziana Poli Editore Arketipo 426 pp - euro 63,00
L’ALTRA ITALIA DI BELGIOJOSO Una monografia dedicata all’architetto e designer milanese che fu tra i fondatori del gruppo BBPR
Progettazione bioclimatica per l’architettura mediterranea Autore Alessandro Rogora Editore Wolters Kluwer Italia 368 pp - euro 40,00
LA BIENNALE VISTA DA BASILICO
TUTTO SULLE COPERTURE Scritto dall’architetto Gian Luca Brunetti, il testo propone ai progettisti un approccio scientifico alla progettazione di tetti e coperture offrendo un quadro completo e aggiornato delle soluzioni tecniche e dei materiali adottabili. Le coperture sono elementi fondamentali per la caratterizzazione prestazionale degli edifici e rappresentano la principale barriera costruttiva rispetto ai fattori ambientali. Riferendosi principalmente alla situazione climatica e produttiva italiana ma senza tralasciare riferimenti al resto del mondo e al passato, il manuale è corredato da una ricca iconografia di dettagli costruttivi, disegni e immagini ed è strutturato in tre parti distinte relative ai sistemi di copertura, ai rivestimenti piani e ai tetti inclinati. Coperture Autore Gian Luca Brunetti Editore Wolters Kluwer Italia 336 pp - euro 35,00
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Seguito personalmente dall’autore prima della recente scomparsa, il volume racconta per la prima volta in maniera completa i padiglioni e i giardini della Biennale attraverso lo stile iconico in bianco e nero di Gabriele Basilico. Le sue immagini, accompagnate dal contributo critico di architetti e storici dell’arte, guidano i lettori in un percorso ricco di suggestioni visive e memorie storiche alla scoperta di uno dei luoghi architettonici più famosi e visitati al mondo.
ll volume raccoglie i contributi dei docenti e degli studiosi intervenuti al convegno organizzato nel 2009 presso il Politecnico di Milano per il centenario della nascita di Lodovico Barbiano di Belgiojoso (1909-2004). Entrambi docenti presso il Politecnico di Milano, Guya Bertelli e l’architetto Marco Ghilotti rileggono il contributo professione di Lodovico Belgiojoso nell’ambito dello Studio BBPR, fondato a Milano nel 1932 assieme agli architetti Gian Luigi Banfi, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers. Il gruppo BBPR si è distinto nell’ambito della produzione italiana per una ricerca architettonica condotta nel segno dell’innovazione e, al contempo, del rispetto della tradizione. Per quanto i contributi di ogni membro non possano essere distinti dal lavoro e dai risultati comuni, il testo evidenzia il personale impegno civile e politico di Belgiojoso “alla ricerca di un Italia ‘altra’ dove l’esistenza si scontra con le dubbie verità del Paese tradizionalista e lassista”, il coinvolgimento negli anni della Resistenza e la deportazione in Germania documentata da una raccolta di scritti e disegni, l’attività professionale contrassegnata dall’interesse per un’architettura come costruzione e costante elaborazione culturale.
Gabriele Basilico. Padiglioni e giardini della Biennale di Venezia A cura di Adele Re Rebaudengo Editore Contrasto 208 pp – 39,90 euro
IL FATTURATO DI VITALI Sul n° 47 di IoARCH, a pag 40, abbiamo pubblicato una inesatta ripartizione percentuale del fatturato 2012 di Vitali SpA. Ecco quella corretta. VITALI SPA FATTURATO 2012:
Infrastrutture 50% Real Estate 15% Produzione 20% Demolizioni 15%
Lodovico Belgiojoso Architetto 1909-2004 La ricerca di un’Italia “altra” A cura di Guya Bertelli e Marco Ghilotti Editore Skira - 204 pp - euro 29,00
AL MART, LA CITTÀ IDEALE DI ADALBERTO LIBERA Dal 22 giugno all’8 settembre 2013 l’opera del grande architetto trentino in mostra al Mart di Rovereto A 50 anni dalla morte - e a 110 dalla sua nascita - il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto dedica una retrospettiva all’opera e al pensiero di Adalberto Libera (1903 -1963). Protagonista del rinnovamento dell’architettura italiana, membro del Gruppo 7 e fondatore nel 1928 del M.I.A.R, Movimento Italiano per l’Architettura Razionale, Adalberto Libera incise profondamente sulla scena nazionale per la forte determinazione nel proporre un linguaggio moderno e internazionale in linea con il Razionalismo europeo e per un’idea di architettura capace di mettere in relazione il contesto storico con le forme della città moderna. La mostra ne ripercorre la storia professionale attraverso una selezione dei progetti più significativi, con 14 grandi riproduzioni delle sue magistrali vedute prospettiche accompagnate da relazioni tecniche, materiali d’archivio, schizzi, fotografie e pubblicazioni d’epoca. MART ROVERETO, 22 GIUGNO / 8 SETTEMBRE 2013
Sopra al titolo, Strutture-terrazze sul mare, 1927-1928. A sinistra, scuola Raffaello Sanzio a Trento, 1932-1935.
living buildings technology forum Sotto, Mostra del decennale della rivoluzione fascista a Roma, 1932.
Future is green
Venerdì, 19.04.2013 si svolge presso il “TIS innovation park” a Bolzano il convegno tecnologico - il verde nelle costruzioni. Vari esperti internazionali parlano di soluzioni innovative, norme e opportunità nel campo delle costruzioni a verde.Posti limitati, partecipazione solo con registrazione. Non esitate a contattarci.
Climagrün srl | Via della Vigna 43 | 39100 Bolzano (BZ) IOARCH_48 [ 13 ] Tel 0471 91 38 32 | Fax 0471 05 07 22
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‹ DOVE ABITA LA MODA 100 ANNI DI FUTURO La storia di uno dei più famosi marchi del design italiano è raccontata in questo catalogo completo della pressoché infi nita lista di oggetti divenuti vere e proprie icone di uno stile pratico e innovativo. Iniziata a Recanati nel 1912, la storia della Fratelli Guzzini ci viene raccontata da personalità della cultura e dell’imprenditoria italiana e internazionale, tra cui Moreno Gentili (che è anche curatore del volume), Gillo Dorfl es, Diego della Valle, Oscar Farinetti, Aldo Bonomi, e dai protagonisti diretti della numerosa famiglia Guzzini, fautori di una cultura d’impresa capace di rinnovarsi nel tempo grazie all’apporto di esponenti storici del design e della comunicazione.
Carlo Donati
CONTAMINAZIONI
MINIMALI Carlo Donati contemporary villas and interiors A cura di Alessandra Coppa Editore Motta Architettura 192 pp - euro 39,00
Guzzini. Infinito design italiano A cura di Moreno Gentili Editore Skira 200 pp - euro 45,00 (italiano/inglese)
PER UNA NUOVA ARCHITETTURA DEL SUBLIME Nel successo mediatico delle cosiddette archistar, Vittorio Gregotti riscontra un rovesciamento dell'idea di sublime come identifi cazione con la cultura del capitalismo fi nanziario globalizzato ormai priva di coscienza e senso critico. Esaminando la produzione architettonica degli ultimi decenni, l'autore propone una fondamentale ricongiunzione dell'architettura non solo alla politica, ma anche al contesto e alla coscienza della storia e una nuova critica della realtà capace di proporre un cambiamento creativo dello stato delle cose. Il sublime al tempo del contemporaneo Autore Vittorio Gregotti Editore Einaudi - 240 pp - euro 18,00
(italiano/inglese)
Il volume presenta una selezione dei progetti realizzati dallo Studio Carlo Donati: edifici residenziali, ville e appartamenti, showroom e negozi. L’architettura di Carlo Donati è il risultato di un processo ibrido che nasce da un approccio minimale per poi essere contaminato da suggestioni cromatiche e grafiche ispirate, oltre che dal contesto realizzativo, dalla formazione eclettica e dal personale background culturale dell’architetto. Tuttavia, al centro del progetto ci sono sempre e comunque le
richieste della committenza, con la quale Donati cerca di creare un dialogo virtuoso: solo così l’architettura può rispondere alle esigenze funzionali e allo stesso tempo dare vita ad ambienti emozionali attraverso l’ordine, la luce e la proporzione. La ricerca di nuovi materiali e tecniche costruttive diventa un costante stimolo per la realizzazione di progetti unici che sollecitano i fruitori ad andare oltre le apparenze di superficie, verso una ”intima percezione delle cose”.
ACOUSTIC ABSORBING SYSTEM ))) Evolution Panel di Virag, alta tecnologia al servizio della libertà compositiva Ideale per cinema, teatri, bar e ristoranti, sale conferenze, ambienti di lavoro e ovunque si richieda un’elevata capacità di assorbimento acustico, Evolution Panel è il nuovo sistema di contropareti e controsoffitti che coniuga estetica, fonoassorbenza e velocità di applicazione anche su impianti esistenti, ottimizzando i costi di installazione. È composto da doghe MDF rivestite in laminato, in legno o in eco-pelle da 19 x 360 cm, fresate in superficie e forate all’interno così da formare un insieme di cavità entro le quali il suono viene assorbito e disperso. In parete i valori di fonoassorbenza sono notevoli nelle medie frequenze (4001250 hz) ed eccellenti nelle alte (1600-5000 hz). A soffitto
è particolarmente performante sulle medie e alte frequenze con un pannello di lana minerale. In entrambi i casi le prestazioni aumentano inserendo tra il Panel e la parete un pannello di lana minerale. Grazie ai diversi cromatismi e texture consente inoltre una grande libertà espressiva. Panel è disponibile in 34 diversi decorativi per mantenere la continuità progettuale. Laddove non è richiesta la fonoassorbenza, sono previsti altri due tipi di doga: la Tecnick, fresata ma priva delle forature e la Wall, priva sia di fresature sia di forature. Il sistema integrato permette la realizzazione di nicchie, librerie, contenitori, porte a battente e scorrevoli in un tutto monomaterico rigoroso ed essenziale.
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L’ampia gamma di colori e textures (laminato, legno ed eco-pelle) lascia una grande libertà di composizione ed espressione spaziale per la progettazione di ambienti di forte impatto estetico quali lounge, bar, ristoranti, alberghi, showroom, spazi espositivi.
SICILIAN STYLE paesaggio | città | arte | cultura
Selinunte, foto ©Moreno Maggi
Con il patrocinio di Assessorato Regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana
CERCAVAMO UNA REGIONE, ABBIAMO TROVATO UNA NAZIONE, CON MOLTE DIVERSITÀ DIFFICILI DA SINTETIZZARE, CHE LASCIAMO RACCONTARE AI PROTAGONISTI CHE CI HANNO ACCOMPAGNATO IN QUESTA ESPLORAZIONE. UN DATO È CERTO: IERI E OGGI, L’ARCHITETTURA SICILIANA NON PUÒ ESSERE PENSATA SENZA CONOSCERE L’ENERGIA E L’ORGOGLIO DEI SICILIANI. LO STESSO ORGOGLIO CHE DOPO IL TERREMOTO DEL 1693 PORTÒ ALLA RICOSTRUZIONE CON EDIFICI DALLE FRAGILI FACCIATE CHE COME VELE DI PIETRA SFIDAVANO CON SUPERBIA OGNI ALTRA TEMPESTA DI TERRA GLI DEI AVESSERO VOLUTO PROVOCARE. GOETHE AVEVA RAGIONE, L’ITALIA È NIENTE SENZA LA SICILIA, E HA RAGIONE ANTONIO PRESTI RICORDANDO CHE SOTTO MOLTI ASPETTI OGGI LA SICILIA È PRIMA, NON ULTIMA IN ITALIA.
SPECIALE SICILIA
2013_Architettura contemporanea in Sicilia Contributi e progetti 17
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ARCHITETTURA E PAESAGGIO A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA Rosario CROCETTA
RIPENSARE LA QUALITÀ di Franco PORTO
48 MESSINA_NON OMOLOGATA Renato ARRIGO 50 ACIREALE_CANDIDE GEOMETRIE GRECO ARCHITETTURE
20 INTERSEZIONI TRA STORIA E PROGETTO di Mariagrazia LEONARDI
52 MISTERBIANCO_SOSTA IN CAMPAGNA STUDIO ARCHILINE
22 PALERMO_IL CENTRO RITROVATO AUTONOMEFORME
56 CATANIA_LO STUDIO IN VETRINA SOA ASSOCIATI
24 PALERMO_ VIVERE A PALAZZO Giuseppe DI PRIMA
57 NUOVI PAESAGGI SICILIANI SCAU STUDIO
26 PALERMO_STORICO CONTEMPORANEO Giuseppe Di Prima
64 CATANIA_IL PIANO INCLINATO Salvo PULEO
28 PALERMO_GRAN CANCELLIERE Fabrizio RUFFINO
66 CATANIA_SINTESI DEGLI OPPOSTI Santa CONTARINO
30 PALERMO_PERCORSI DI LUCE Francesco LIBRIZZI
68 GIARRE_GREEN BUILDING Giuseppe SCANNELLA
32 PALERMO_GIOCHI TRA LE ANTICHE MURA 3813 STUDIO ASSOCIATO
70 CATANIA _COME UN PADIGLIONE Sebastiano ADRAGNA
34 CAPACI_VOLUMI A INCASTRO SM-ARCH
72 RAGALNA_PAESAGGI IN PIETRA OFFICINA 21
36 BAGHERIA_ IL CUORE DELLA CITTÀ Luca BULLARO
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38 CEFALÙ_CAMERA CON VISTA MF2ARCH 40 TUSA_RESISTENZA CREATIVA Antonio PRESTI 42 BARCELLONA P.G._IDENTITÀ URBANE BODAR 44 MESSINA_LEMON FACTORY UFO - Urban Future Organization 46 MESSINA_LABORATORIO AMBIENTALE OMPHALOS
PATERNÒ_LE FABBRICHE DELLA REGINA OFFICINA 21
84 MARINA DI RAGUSA_AVAMPOSTO CREATIVO GUM 86 MODICA_LUCE E MATERIA Emanuele FIDONE 88 MODICA_UN ALTRO PAESAGGIO OCCHIPINTI 89 NEL SEGNO DEL MODERNO ARCHITREND 93 RAGUSA_SOTTO LO STESSO TETTO Vincenzo LEGGIO 94 RAGUSA_VARIAZIONI DI TONO Antonio GIUMMARRA 96 RAGUSA_INTERNI DI LUCE CHIAVOLA+SANFILIPPO 97 VITTORIA_SOTTO UNA NUOVA LUCE Giovanni RIZZA 98 VITTORIA_TRAME DI COLORE Valentina FISICHELLA 100 GELA_VOLUMI A CONFRONTO Vincenzo CASTELLANA
76 MIRABELLA IMBACCARI_LA CIVILTÀ DELL’ULIVO PEK STUDIO 78 SIRACUSA_IMMERSI NELLA NATURA AION 80 CAUCANA_TRA PASSATO E PRESENTE Gianfilippo CINTOLO 82 MARINA DI RAGUSA_SOCIAL HOUSING VISTA MARE Nunzio GABRIELE SCIVERES
102 GELA_SISTEMAZIONI URBANE Roberto COLLOVÀ 104 ENNA_RINNOVO VERTICALE ATELIER DI ARCHITETTURA 106 FAVARA_ IL VILLAGGIO DELL’ARTE Andrea BARTOLI 108 CASTELVETRANO_RIGOROSO CON BRIO Orazio LA MONACA 110 MARSALA_UNA RETE GLOCAL STARDUST 112 FAVIGNANA_LE CAVE BIANCHE STUDIO CUSENZA + SALVO 114 TRAPANI_IN CENTRO SUL MARE Vito CORTE 116 TRAPANI_LEROSSETORRI Giuseppe TODARO 118 PALERMO_UN PIANO PER PALERMO 5+1 AA 120 MESSINA_MESSINA 2030 UFO - Urban Future Organization 122 DIRECTORY Fornitori di materiali prodotti e servizi per l’Architettura
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Architettura e paesaggio a sostegno dell'economia Rosario Crocetta Rosario Crocetta* è nato a Gela l’8 febbraio 1951. Dopo aver conseguito il diploma, lavora per l’ENI in diversi paesi del mondo. Parla 4 lingue: italiano, arabo, inglese e francese. Ha collaborato con l’Unità, Il Manifesto e Liberazione; nel 1987 ha pubblicato la raccolta di poesie Diario di una giostra. Suo è anche il testo Io ci credo – Gela, città della legalità pubblicato nel 2006, che racconta la sua esperienza amministrativa come sindaco. Aderisce prima al Partito Comunista Italiano e poi a Rifondazione Comunista e viene eletto prima assessore alla cultura poi alla Pubblica Istruzione per il Comune di Gela. Nel 2002 si candida a sindaco con il centrosinistra. Sembra che abbia perso per una manciata di voti, ricorre e vince, accertando la presenza di irregolarità e illeciti nella tornata elettorale cittadina. Diventa primo cittadino, facendosi portavoce della necessità di combattere Cosa Nostra e autodefinendosi "sindaco antimafia". Il suo biglietto da visita, nel 2003 appena nominato sindaco, fu il seguente: le gare d'appalto da quel momento in avanti non sarebbero più avvenute nel segreto di qualche stanza comunale ma davanti a carabinieri e polizia. In divisa. Nel corso del suo mandato si è schierato con imprenditori e commercianti vessati dalla mafia e costretti a pagare il pizzo. Nel 2007, al termine dei cinque anni, si ricandida alla carica di primo cittadino e viene riconfermato al primo turno con il 64,8% dei consensi. Nel 2008 aderisce al Partito Democratico e l’anno successivo prende 150.091 preferenze e viene eletto al Parlamento Europeo, si dimette da sindaco di Gela dopo due anni dalla riconferma. Nel 2012 diviene primo vicepresidente della Commissione speciale antimafia (Crim) dell'Unione europea. Il 28 ottobre 2012 viene eletto Presidente della Regione siciliana per il centro sinistra. Riguardo alla sua scelta di combattere Cosa Nostra ha dichiarato: “Quella della lotta alla mafia è una scelta etica e morale, e io non riesco a concepire la mia vita in maniera diversa; quindi non mi pongo il problema della paura e non mi fermerò. Sono il sindaco normale di una città normale che punta sulla legalità. La Sicilia non riuscirà a essere una regione di diritto se non affronterà il problema mafia. Senza legalità non c'è nè rinnovamento nè sviluppo economico”. * Presidente Regione Sicilia
Sono queste le basi sulle quali Rosario Crocetta pensa alla Sicilia, lavora e coltiva relazioni che permetteranno di promuovere l'economia di questa terra. Relazioni che - ci spiega in questa breve intervista - sono il preludio alla costruzione di infrastrutture capaci di collegare l’isola ai tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo, assicurandole un ruolo assolutamente centrale a livello strategico, in un’ottica di crescita economica vantaggiosa per tutti. Questo senza trascurare i collegamenti interni indispensabili per valorizzare l’immenso patrimonio culturale siciliano Quali sono i provvedimenti urgenti da adottare per attrarre investimenti pubblici e privati che favoriscano la rinascita economica della Regione? E che ruolo giocano la cultura e il progetto in questa strategia? La Regione si sta spendendo molto per rilanciare l’economia dell’isola. Ci si sta muovendo su diversi piani. In questi giorni ad esempio sto incontrando, assieme a 30 imprenditori siciliani, il governo della Repubblica tunisina, per rafforzare un ponte nel Mediterraneo che possa essere economicamente vantaggioso sia per la Tunisia sia per la Sicilia. Ad oggi infatti oltre 800 imprese siciliane operano in Tunisia e trovo sia fondamentale rafforzare i collegamenti marittimi e aerei con questa terra, per agevolare gli scambi. Incontrerò a tal proposito anche il direttore di Tunisair, per cercare di creare collegamenti tra l’aeroporto di Catania e il nuovo scalo di Comiso con quella regione. Altri progetti in cantiere e che, sono certo, saranno un volano per l’economia dei territori è la creazione dei porti turistici. Quello di Santo Stefano di Camastra sarà uno dei primi. Si tratta di un progetto di grande interesse pubblico che mira alla valorizzazione turistica ed economica della regione, progetto che dovrà essere compiuto legando allo sviluppo territoriale la tutela del paesaggio, dell'ambiente e la sicurezza della navigazione. Le infrastrutture portuali si inseriscono perfettamente nell'ottica di sviluppo che questo governo intende portare avanti, per contribuire concretamente alla valorizzazione e alla crescita economica dei nostri territori. Grandi opere infrastrutturali: è confermato l’investimento per l’alta velocità Messina-Palermo entro il 2020, e se si quando partiranno i lavori? Quali sono le altre realizzazioni infrastrutturali urgenti per l’isola? Sull'alta velocità in Sicilia a metà febbraio è stato chiuso l'accordo per il triangolo Palermo, Messina, Catania. L’obiettivo dovrebbe essere non solo la costruzione del doppio binario ma anche di mettere in collegamento gli aeroporti di Catania e Palermo. Per la prima fase, in cinque anni vorremmo riuscire a coprire questa distanza in due ore e venti (dalle attuali quattro e mezzo); poi in 10 anni in un'ora e mezzo. Entro un decennio c’è inoltre l’intenzione di realizzare un network su ferro che colleghi i porti: Catania, Augusta, Messina, Termini Imerese, Marsala,
Trapani con gli aeroporti: Catania, Trapani, Comiso e Palermo, che consentirà di togliere il centro della Sicilia dall'isolamento. Inoltre intendo avviare anche una rinegoziazione dell'area sud che collega i siti più importanti d'Europa, Siracusa, Gela, Agrigento, Eraclea e Tindari. Il costo complessivo sarà intorno ai 10 miliardi di euro, e nella prima fase sono stati stanziati già due miliardi di euro. Interventi diffusi sul costruito: quali i più urgenti e come la Regione intende favorirli? A maggio è stato firmato un protocollo di intesa tra Regione Siciliana e il Ministero della Coesione Territoriale, alla presenza del Ministro Carlo Trigilia. Attraverso la sottoscrizione di questo accordo viene ridefinita la governante del Poin. Si tratta di un programma di risorse comunitarie che da lungo tempo erano inutilizzate per difficoltà del modello organizzativo, difficoltà che sono state risolte e superate grazie a questa intesa Stato-Regione, fortemente voluta dal governo Crocetta e che rende disponibili ingenti risorse, pari a 130 milioni di euro in fase di programmazione e destinati al potenziamento degli attrattori culturali in Sicilia. I fondi potranno essere destinati alla realizzazione di poli museali di eccellenza nei centri maggiormente significativi dal punto di vista culturale e turistico dell'isola. Abolizione delle province: al di la dei possibili risparmi il nuovo assetto amministrativo potrà facilitare la stesura di Piani di Governo del Territorio coerenti e snellire i relativi processi decisionali? Assolutamente si. Burocrazia più snella e tagli alla spesa sono obiettivi primari, senza però prescindere dai servizi ai cittadini, che saranno garantiti. I risparmi saranno considerevoli per effetto della gestione commissariale, ma tengo a sottolineare che non ci saranno problemi per i dipendenti. Il governo già sta predisponendo un disegno di legge specifico sulla razionalizzazione della spesa al fine di evitare sprechi e assicurare i servizi fondamentali e le spese obbligatorie. I bisogni reali delle 9 province verranno censiti dagli ispettori nominati dall’assessorato alle Autonomie Locali che forniranno un quadro dettagliato per ogni provincia. Sonia Politi
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SPECIALE SICILIA
foto ©Moreno Maggi
RIPENSARE LA QUALITÀ UNA RIFLESSIONE SULL' ARCHITETTURA CONTEMPORANEA IN SICILIA di Franco Porto Ho aspettato quindici anni per studiare le dinamiche che sono state attuate per promuovere l'Architettura in Sicilia ed è arrivato il momento di fare il punto. Lo stato dell'Architettura contemporanea in Sicilia è notevolmente cambiato negli ultimi quindici anni anche grazie alla presenza di In/Arch. La Sicilia è un continente a sé, con i suoi paesaggi e i suoi colori sempre differenti, la lettura delle sue recenti trasformazioni potrebbe essere fatta attraverso la presentazione delle nuove infrastrutture, dei nuovi centri commerciali, dei nuovi spazi urbani o delle nuove opere paesaggistiche, ma preferisco farlo con indicatori più limitati ma più significativi. La contemporaneità è riuscita a vincere le forti resistenze della cultura della conservazione e ha trovato in numerosi progettisti gli interpreti per una nuova stagione di grandi risultati. Gli approcci proposti sono tanti e a secondo del segmento generazionale dei progettisti segnalati si mettono in evidenza modi differenti di misurarsi con il contesto cangiante delle diverse zone territoriali esaminate. Dove si è realizzata la migliore Architettura negli ultimi anni e cosa è successo contemporaneamente di importante in quest'isola nei processi urbani e territoriali? Si possono elencare almeno cinquanta opere di architettura realizzata e i loro luoghi, ma a che serve farlo? L'occasione dell'iniziativa di IoArch consente di tentare un primo bilancio di quanto si è fatto e di quali ricerche ci si può occupare per ridisegnare una nuova geografia, per un ipotetico itinerario da consigliare
Sopra, le coperture della Villa Romana del Casale a Piazza Armerina nella versione del 1957 di Franco Minissi e nel recente intervento di Guido Meli. A destra, nella foto di Baby_Cucciola da Wikimedia Commons, il sistema di piazze allineate e cinte da strutture architettoniche progettate da Franco Purini e Laura Thermes a Gibellina.
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a quanti hanno a cuore tale argomento. La Sicilia è divisibile solo tra est ed ovest e non ha un baricentro, tutto si svolge prevalentemente tra le città di Palermo e di Catania, come due grandi poli attorno ai quali orbitano tutte le altre sette provincie. Eppure al centro dell'isola, in una zona tra le più povere c'è un vero gioiello dell'architettura che è il Villaggio degli Ulivi di Leonardo Ricci a Riesi, realizzato negli anni Sessanta e nello stesso periodo in cui si realizzava Gibellina e le città del Belice colpite dal terremoto, il quartiere di Macchiatella a Gela di Enrico Mattei, il teatro incompleto di Giuseppe e Alberto Samonà e la copertura della Villa del Casale di Francesco Minissi. La ricognizione sull'attività degli studi in Sicilia mi consente di suddividerli in quattro gruppi che individuano anche quattro
modi diversi di svolgere la ricerca progettuale e la professione. Ho trovato molto interessante accomunarne alcuni secondo la loro ricerca e secondo il modo da loro scelto di portarla avanti, con la peculiarità di doverlo fare in contesti territoriali che, nonostante riguardino la stessa regione, si rivelano molto differenti a secondo delle città coinvolte. Solo in pochi casi si tratta di interventi alla grande scala e all'interno di ambiti urbani metropolitani, bensì in contesti spesso periferici e defilati ma che sono diventate vere e proprie occasioni di architettura. Un primo gruppo di studi va collocato tra la generazione dei consolidati, sia per il periodo piuttosto lungo di svolgimento dell'attività professionale e quindi le numerose occasioni di realizzazioni ma anche per la più chiara evoluzione della propria ricerca
progettuale in ambiti di opere pubbliche e private. Un secondo gruppo di studi mette la ricerca progettuale ad interagire con altri ambiti esplora con continui riferimenti internazionali che consentono dei risultati assai affascinanti, le loro opere si avvalgono di tecniche e linguaggi all'avanguardia. Un terzo gruppo, collocabile tra gli emergenti, si propone solo da qualche anno nello scenario nazionale ma già con ottimi risultati conseguiti, spesso riconosciuti da premi importanti o da pubblicazioni prestigiose. Un quarto gruppo di studi media la propria ricerca progettuale con l'impegno universitario, si segnalano in quanto figure positive con un equilibrio raggiunto tra formazione e professione. Un discorso a parte merita lo studio Maria Giuseppina Grasso Cannizzo di Vittoria in provincia di Ragusa, non collocabile la sua ricerca e il suo lavoro in nessuno dei singoli gruppi, ma in tutti contemporaneamente. Una donna che vive per l'architettura, ma che la realizza tardi trascinandovi dentro tutte le esperienze precedenti e tra queste il grande amore per l'arte di cui è grande esperta. Non è uno studio consolidato in quanto non opera da molto tempo, ma per quanto realizzato si è fatta subito notare per la grande capacità a risolvere con eleganza tutti i problemi di questo splendido lavoro, riuscendo a trasmettere una freschezza progettuale che non si riscontra neanche nei nostri giovani, che la amano e la seguono adesso anche nelle sue collaborazioni universitarie
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Franco Porto In alto da sinistra, gli interventi di Leonardo Ricci a Riesi, CL (©Giovanni Chiaramonte), Piazza Alicia a Salemi di Alvaro Siza e Roberto Collovà; il teatro di Sciacca di Giuseppe e Alberto Samonà; la Chiesa Madre di Gibellina di Ludovico Quaroni (foto di Camster da Wikimedia Commons).
Architetto laureato presso l’Università Mediterranea degli Studi di Reggio Calabria (1985), svolge attività di libera professione nel settore della progettazione architettonica con particolare riferimento alle committenze pubbliche. Fondatore e Presidente dal 1998 della Sezione In/Arch Sicilia dell’Istituto Nazionale di Architettura, dal 2012 Segretario del Consiglio Nazionale e coordinatore dei Presidenti delle Sezioni regionali dell’Istituto, dal 2013 designato dall'Istituto nel Consiglio Nazionale di Europan Italia.
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SPECIALE SICILIA
INTERSEZIONI TRA STORIA E PROGETTO Sotto, la corte di Palazzo Abatellis (foto ©Chiara Catalano) e l'intervento di ampliamento del Giardino Ibleo a Ragusa.
UNA RIFLESSIONE SULL' ARCHITETTURA CONTEMPORANEA IN SICILIA di Mariagrazia Leonardi Secondo Martì Aris intervenire sulla storia con la contemporaneità, quando necessario e in modo adeguato, carica l’antico di nuovi valori di continuità, senza contraddizioni tra le identità del passato e quelle che significano oggi la nostra cultura. Le permanenze storiche potrebbero essere immaginate come architetture o spazi interrotti da completare con gli strumenti del progetto, con la realizzazione di architetture contemporanee mediatrici capaci di riconnetterle al territorio urbano circostante o di renderle parte integrante del paesaggio. Esperienze positive di intersezione tra storia e progetto in Sicilia si attribuiscono all’architetto Franco Minissi, chiamato sin dagli anni Cinquanta dalle Sovrintendenze archeologiche locali alla realizzazione di progetti di musealizzazione di antichi siti per tutto l’ambito regionale. Contrario al trasferimento in museo di quanto potesse essere valorizzabile e fruibile in loco, Minissi proteggeva ad esempio le fortificazioni greche di Caposoprano ed evocava le antiche configurazioni della Villa romana del Casale di Piazza Armerina con l’uso di materiali che per la loro leggerezza e trasparenza limitavano l’impatto con il paesaggio che circondava i resti da proteggere. Nonostante gli esiti negativi dal punto di vista paesaggistico, compositivo e materico del più recente intervento di musealizzazione e copertura dei mosaici della Villa del Casale, in molte occasioni di progetto si è riscoperta una collaborazione multidisciplinare che, nelle sue varie sfaccettature, ha prefigurato dei comuni obiettivi operativi di rinnovo attraverso l’architettura contemporanea. Ne costituiscono validi esempi gli interventi condotti negli ultimi anni ad Ortigia da Emanuele Fidone e da Vincenzo Latina o i progetti per Selinunte di Giuseppe Guerrera.
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Eccellente intervento è stato condotto dallo Studio Architrend per l’ampliamento del Giardino Ibleo a Ragusa Ibla. Rispettosi delle diverse fasi realizzative del giardino storico e delle preesistenze architettoniche che vi si innestano, il precedente intervento di Francesco Cellini, sull’area dell’ex pineta, e quello di Architrend, costituiscono gli esiti di un pensiero unitario, dove l’architettura contemporanea si confronta in modo equilibrato con la storia. Si recupera la spazialità del chiostro del Convento dei Domenicani che era andata perduta con la costruzione, negli anni Cinquanta di una centrale Enel, dismessa negli anni Ottanta. Attorno allo spazio della Corte delle Sculture, un sistema architettonico lineare di servizio per il giardino, incornicia nelle aperture alcuni scavi archeologici e la vallata del S. Leonardo.
Da sinistra interno di Rocca delle Tre Contrade (foto ©Moreno Maggi); padiglione di accesso agli scavi dell'Artemision di Vincenzo Latina a Siracusa.
L’organizzazione dei percorsi, le relazioni con l’intorno urbano, l’accostamento di materiali tradizionali, le pietre calcaree, a quelli contemporanei, l’acciaio e il vetro, rivela la continua attenzione dei progettisti verso l’antico. Un altro interessante intervento è “Palermo - Al-halisah | EffettoMetropolitano”, elaborato dal gruppo AutonomeForme. Occasione di rigenerazione urbana di un’area della Kalsa – Al-halisah, la cittadella fortificata araba, compresa tra Via Alloro e Piazza Marina, il progetto parte dal recupero di alcuni palazzi storici e degli spazi circostanti, per definire un nuovo sistema di luoghi pubblici, culturali o ricreativi. Si propone l’ampliamento dello storico Giardino Garibaldi e su Via Alloro, di fronte al Palazzo Abatellis, oggetto di un importante allestimento museale di Carlo Scarpa, si re-
staura Palazzo Greco e si ridisegna Piazza Scopari. Si interviene poi sullo storico Palazzo Sammartino con il restauro delle parti superstiti ai bombardamenti del 1943 e con l’introduzione, in copertura, di un nuovo volume, che si presenta come una “mashrabiya contemporanea”. Nell’idea di enfatizzare l’identità del paesaggio di Santa Venerina e di migliorare la fruibilità del suo patrimonio rurale, lo Studio SCAU interpreta il restauro e il riuso dell’antico Palazzo Seminara: Rocca delle tre Contrade. Se ne recuperano l’originaria conformazione architettonica e gli elementi tipologici, formali e strutturali, eliminando le precedenti alterazioni e modificando l’architettura degli interni per migliorare la fruizione degli ambienti e facilitarne il riuso come struttura turistico-ricettiva. La contemporaneità si confronta con le preesistenze contrapponendo la leggerezza degli elementi aggiunti alla massa degli antichi volumi. Nelle scelte materiche e cromatiche il Nuovo diviene uno sfondo neutro che pone in evidenza la preesistenza storica nel suo accostarvisi. I progetti sono impostati entro un’ottica interscalare, dove la progettazione del nuovo tiene nella giusta considerazione le relazioni con le componenti del paesaggio e con le preesistenze, nell’obiettivo di colmare ogni fratturazione di memoria. E così, nel rispetto di tali interrelazioni, le direttrici dell’architettonico sottolineano le giaciture storiche del luogo, o percorsi o volumi volutamente si differenziano nei linguaggi espressivi o nei materiali, cercando nella sperimentazione contemporanea un nuovo modo di organizzare le invarianti espressive sedimentate nella memoria collettiva, e di condurre la storia nella quotidianità
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Mariagrazia Leonardi Sopra, Palermo, Palazzo Branciforte: l’antica sede della quadreria del Principe Nicolò Placido Branciforte ospita oggi la biblioteca. L’affresco del soffitto è di Ignazio Moncada di Paternò (foto ©Ezio Ferreri). A centro pagina, lo Steri (Palazzo Chiaramonte) a Palermo (foto Seier+Seier da Flickr, licenza Creative Commons)
PhD in Progetto e Recupero Architettonico Urbano e Ambientale, è docente universitario a contratto nell’ambito del macrosettore 08/D1 dal 2003. Ha curato mostre d’arte e d’architettura contemporanea e workshop internazionali di progettazione architettonica. Relatrice in convegni scientifici internazionali, Mariagrazia Leonardi è anche saggista (oltre al Progetto della Memoria, di cui parliamo su questo numero, “Didattica come sperimentazione progettuale sui nodi dell'identità urbana. Testo e contesto nella ricerca teorica”, Gangemi, Roma, 2008).
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SPECIALE SICILIA
PALERMO AL-HALISAH
IL CENTRO RITROVATO Restauro, architettura contemporanea e landscape design sono gli strumenti di rigenerazione urbana adottati da AutonomeForme per lo storico quartiere della Kalsa
Sopra, Vista di palazzo Greco dall'incrocio con Via Alloro e, a destra, il partito decorativo della facciata ottocentesca. Al centro delle due pagine, in basso, la corte interna del palazzo (foto ©Archivio
AutonomeForme Architects and LandscapeDesigners).
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Il progetto Palermo - Al-halisah interviene sul quartiere della Kalsa (in arabo Al-halisah, l'eletta) esaltando l’essenza plurima e stratificata di Palermo. Cuore del quartiere è Piazza Marina con il giardino disegnato da G. B. Filippo Basile che ospita esemplari di Ficus magnolideum tra i più antichi d’Europa. In quest’area ricca di storia insistono alcune tra le principali istituzioni culturali cittadine: Palazzo Abatellis, il Complesso dello Steri, la Galleria d’Arte Moderna, il Museo delle Marionette, il Complesso Monumentale dello Spasimo e il Teatro Libero. Permangono tuttavia molti edifici abbandonati e vuoti urbani che rappresentano un’occasione per ripensare la città consolidata proponendo nuovi spazi per la cultura. Partendo dal recupero di Palazzo Greco, Piazza Scopari e Palazzo Sammartino, il progetto determina un “dispositivo di rigenerazione ur-
bana” e definisce un sistema di piazze, giardini e spazi per la cultura e la ricettività. Su Via Alloro, di fronte a Palazzo Abatellis, il primo stralcio dell’intervento è costituito dal restauro di Palazzo Greco e dal ridisegno del piano di Piazza Scopari, un vuoto urbano determinato dal bombardamento di una parte dell’edificio nobiliare che offre una visione sullo stereometrico volume dello Steri e su Piazza Marina. L’intervento di Palazzo Greco, completato nel marzo del 2013 dopo 5 anni di lavori, interessa una superficie di circa 2.000 mq. su 5 livelli e ha riguardato il consolidamento strutturale, il restauro delle facciate, del cortile interno, della scala e delle coperture e la totale ristrutturazione degli interni per ospitarvi spazi ricettivi, 13 residenze-laboratorio caratterizzate da ampie sale e spazi espositivi al piano terra.
Diagramma urbano del progetto "Palermo - Al-halisah" con l'individuazione delle principali relazioni; sotto a sinistra, due sezioni di palazzo Greco.
AutonomeForme Architects and LandscapeDesigners Lo studio, di cui gli architetti Marco Scarpinato e Lucia Pierro sono tra i fondatori, ha come obiettivo la definizione di nuove strategie urbane attraverso l’elaborazione di progetti che partono dalle relazioni tra l’architettura, le preesistenze e il paesaggio per operare un’integrazione con il sito, alle diverse scale d’intervento. AutonomeForme lavora in rete e sviluppa numerosi progetti basati sulla collaborazione interdisciplinare. Il lavoro dello studio ha ottenuto premi e menzioni in concorsi di progettazione internazionali, è stato pubblicato su diverse riviste d'architettura italiane e internazionali ed esposto in varie mostre. www.autform.it
Gli altri interventi in programma
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Laboratori Attività libere
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In alto, rendering di Palazzo Sammartino con il previsto innesto del nuovo volume contemporaneo a due livelli, visto da Piazza Marina. Qui a destra, diagramma delle funzioni che il palazzo assumerà. Sotto, Piazza Scopari con il retro di Palazzo Greco, oggi e, nel render, come è stata riprogettata. foto ©Archivio AutonomeForme | Architects and LandscapeDesigners)
La nuova distribuzione degli interni esalta la particolare condizione di luce e le caratteristiche dimensionali e spaziali tipiche del centro storico di Palermo. A causa della complessità compositiva dell’edificio e dell’intervento proposto, le sezioni hanno costituito lo strumento di controllo principale in tutte le fasi e le scale del progetto. Tra le numerose stratificazioni riportate alla luce figurano resti datati intorno all’anno Mille, un vicolo inglobato nel palazzo e una torre d'acqua di origine araba con un residuo di catusi, tubi in terracotta che adducevano l'acqua per gravità e, sulla facciata su Via Alloro, uno tra i pochi esempi d’intonaco originale del centro storico di Palermo, restaurato attraverso un delicato intervento che ha restituito il raffinato partito decorativo ottocentesco dai colori ocra e rosso. Attualmente lo studio sta definendo il progetto di riqualificazione di Piazza Scopari e di Palazzo Sammartino. L’intervento su Piazza Scopari permetterà di riconnettere il Palazzo Abatellis con Palazzo Greco e con il complesso dello Steri che ospita il Rettorato e alcuni spazi dell’Università. Infine Palazzo Sammartino, un edificio nobiliare della seconda metà del Seicento distrutto dalle bombe e tutt’oggi abbandonato, dove il progetto prevede l’innesto di un nuovo volume a due livelli caratterizzato da una superficie porosa che, come una moderna “masrabiyya” (sistema di raffrescamento passivo tipico della tradizione costruttiva araba), capta luce e aria. Posto a margine della Kalsa e visibile anche dall’antico porto della Cala e dal Castello a Mare, il nuovo volume della Casa delle Associazioni di Palazzo Sammartino sarà una lanterna contemporanea, un faro rivolto verso la città e il suo porto
Auditorium
Auditorium
Mediateca Biblioteca
Uffici
Spazi espositivi
Ludoteca Playground Info point | Caffetteria | Bookshop
SCHEDA Località Palermo Anno di realizzazione Palazzo Greco 2008-2013, Piazza Scopari e Palazzo Sammartino in corso
Committente privato con parziale finanziamento del Comune di Palermo a seguito
di vittoria a Bando Pubblico per Palazzo Greco, Comitato civico per Piazza Scopari, Comitato delle Associazioni culturali di Palermo per Palazzo Sammartino
Progetto Lucia Pierro, Marco Scarpinato, AutonomeForme | Architects and LandscapeDesigners
Rilievi Lucia Pierro, Marco Scarpinato e Vincenzo Guagliardo Sicurezza e Direzione dei lavori Marco Scarpinato Superfici Palazzo Greco 2.000 mq, Piazza Scopari 2.000 mq, Palazzo Sammartino 3.700 mq
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SPECIALE SICILIA
RINASCIMENTO PALERMITANO Già dimora del marchese Beccadelli Bologna, marchese della Sambuca, il grande edificio della seconda metà del XVIII secolo occupa un intero isolato compreso tra le vie Alloro, Vetreria e Francesco Riso. Sulla doppia corte che collega anche visivamente Via Alloro, su cui si aprono due portali simmetrici, e Via Riso si affacciava un giardino pensile oggi trasformato in terrazza. Al piano terra, tra la seconda corte e Via Vetreria, la grande sala a tre navate su colonne in pietra di Billiemi della “Cavallerizza”. Agli inizi del Novecento il palazzo venne frazionato in modeste unità abitative e nel 1943 crollò quasi interamente sotto un bombardamento. Dichiarato pericolante, fu abbandonato definitivamente fino al grande progetto di restauro avviato nel Duemila dall’impresa Sambuca Costruzioni per la sua attuale destinazione: importanti residenze al piano nobile; luogo di eventi e incontri culturali la sala della cavallerizza; studi professionali, atelier, spazi espositivi e ristoranti per il resto del piano terra.
SCHEDA Sopra, una delle due corti di Palazzo Sambuca; a destra, l’ingresso da Via Alloro e il cannocchiale prospettico dei due cortili in sequenza. Sotto, la sala della Cavallerizza prima e dopo l’intervento di restauro.
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Località Palermo, la Kalsa Progetto/realizzazione 2001/2007 Committente Condominio Palazzo Sambuca Destinazione mista Direzione lavori Ing. Alessandra Giammona Impresa edile e impiantistica Sambuca Costruzioni srl
Importo dei lavori di restauro oltre 11 Mln di euro
”Accettare il passato per vivere nel presente, tagliare senza separare, demolire senza distruggere, scavare per trovare.”
RESIDENZA A PALERMO
VIVERE A PALAZZO Ruota intorno al grande terrazzo affacciato sulla corte interna la splendida residenza al piano nobile di Palazzo Sambuca, nel cuore della Kalsa La dimora che presentiamo in queste pagine completa degnamente il lavoro di restauro che nel 2008 ha riportato in vita il palazzo del marchese Beccadelli Bologna della Sambuca. Dallo scalone d’onore di gusto neoclassico si giunge ai saloni, trasformati da Giuseppe Di Prima in residenza privata attraverso l’inevitabile confronto con la memoria storica ma rifiutando posticce ricostruzioni stilistiche laddove le tracce originali sono state cancellate dal tempo e dagli eventi. Gli ambienti si aprono su un grande terrazzo, già giardino pensile, ricoperto di maioliche azzurre, vero e proprio “interno” senza soffitto che diventa il fulcro all’aria aperta dell’abitazione. Da qui è possibile leggere con chiarezza il ritmo dell’architettura del palazzo, segnato dalle ampie porte finestra sormontate da timpani e dalla decorazione geometrica delle facciate. Ricollegandosi all’originaria sequenza in linea delle stanze, le aperture interne sono però state tradotte in portali essenziali privi di infissi e uniti tra loro da una fascia ordinatrice di marmo bianco di
Carrara. Al ricordo della successione degli ambienti contribuiscono alcune tracce delle decorazioni parietali, frammenti circoscritti e valorizzati da grandi campiture a fondo grigio. Sul complessivo quadro neutro delle pareti emergono interventi cromatici a tinte decise: azzurro a disvelare la curvatura della volta del soggiorno, nel ricordo degli antichi affreschi di Olivio Sozzi, bordeaux per segnare l’angolo da cui parte una scala metallica integrata a una grande paretecontenitore grigia posta lateralmente. A pezzi di design di marca si affiancano arredi laccati di grigio realizzati su disegno, volumi discreti e funzionali che concorrono alla ricostruzione di un rigore geometrico che azzera i rifacimenti posticci e le superfetazioni rispetto all’impianto originario
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Sopra il titolo, l’ampio terrazzo su cui si apre l’abitazione e, accanto, una traccia di decorazione originale messa in risalto dall’intervento cromatico. A destra due immagini degli interni e a sinistra pianta e sezione. Le grandi altezze hanno permesso di ricavare un soppalco (foto ©Fabio Gambina).
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UNA VILLA A PALERMO
Sopra, da sinistra, la zona notte (protetta da una quinta in acciaio e pannelli in gesso con finitura bordeaux a mezzo stucco e aperta sul bagnoalcova) ha conservato le decorazioni originali; una vista dello studio a piano terra; un living del primo piano, conclusione del "cannocchiale" d'ingresso e aperto su un piccolo giardino d'inverno; qui sotto, la scala esterna che porta al primo piano (foto ©Giacomo Giannini)
STORICO CONTEMPORA Le ville della Conca d'Oro rievocano i fasti e le suggestioni dell'aristocrazia palermitana descritte da Tomasi di Lampedusa nel celebre Gattopardo. Villa Di Liberto ne è una testimonianza riqualificata in chiave contemporanea Eretta nel XVIII secolo quale residenza nobiliare estiva, Villa Di Liberto sorge accanto a un’antica chiesa oggi sconsacrata direttamente collegata alla dimora. Dopo un lungo periodo di silenzio, la residenza rivive ora di luce nuova grazie alla lungimirante visione di una committenza che ha compreso le potenzialità di una riqualificazione e valorizzazione contestualizzata in chiave contemporanea. L’architetto Giuseppe Di Prima ha inteso quindi porre il confronto con la storia al centro di un progetto astratto, capace di inserire le tante memorie - spaziali, costruttive e decorative entro un linguaggio contemporaneo. La villa, cui si accede attraverso un passaggio nell'originario agrumeto, conserva intatto l'impianto planimetrico originale: al piano terra gli spazi ufficio-studio e, nel luogo della chiesa, il grande vano destinato a eventi cultu-
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rali; al piano superiore, accessibile da una scala esterna, l'abitazione, in cui si viene accolti da un “cannocchiale prospettico”, citazione della sequenza delle antiche stanze, e dove una passerella vetrata aperta sul piccolo patio interno collega ingresso e zona pranzo, rendendo la luce naturale protagonista degli spazi. Ai lati di questo percorso si dispiegano gli altri ambienti che, forzati in origine dentro maglie regolari e simmetriche, acquistano nuova dinamicità grazie ad accorgimenti compositivi e soluzioni di continuità tra preesistenze e nuovi equipaggiamenti funzionali. Forte della convinzione che il meno vinca sempre, Di Prima ha lasciato il più possibile libere le strutture e fluidi i passaggi, sottraendo materia per sottolineare stratificazioni e frammenti significativi, evitando la ricostruzione stilistica. L'intero piano nobile è rivestito da un manto
ANEO
Giuseppe Di Prima (Pavia 1962) Si laurea in architettura a Palermo, dove attualmente vive e lavora, affermandosi professionalmente con alcuni progetti per residenze storiche ristrutturate in chiave contemporanea contro la banalizzazione della ricostruzione in stile. Ha collaborato con l’architetto Paolo Rizzatto alla realizzazione dello spazio Luceplan a Palermo. Attualmente è impegnato nel progetto di recupero dell'ex Abbazia di Gangivecchio a Gangi (PA), nella ristrutturazione di un’immobile nel centro storico di Palermo in collaborazione con l’architetto Francesco Librizzi, nel restauro di Palazzo Lancia di Brolo nel quartiere Albergheria a Palermo. www.archilovers.com/giuseppe-di-prima/115961/
bianco di marmo di Carrara il cui disegno a grandi lastre accoglie le preesistenze e delinea le trasformazioni apportate, dalla scala metallica a nastro percorsa da un corrimano alla quinta bordeaux con intelaiatura in ferro che funge da continuum tra la zona soggiorno e il vano letto, fino all'alcova affrescata che cela la sala da bagno. In cucina, un sistema di pareti blu notte ha il compito di mediare con lo spazio la lineare modernità delle tecnologie e degli arredi in acciaio inox
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SCHEDA Località Palermo, quartiere San Lorenzo Epoca di prima costruzione XVIII secolo Superficie mq 270 Realizzazione intervento 2005/2008 Committente privato Progetto Arch. Giuseppe Di Prima Progetto esecutivo e direzione lavori Arch. Giuseppe Di Prima
Lavorazioni acciaio inox Meccanica Lo Bianco Infissi Neriglass Lavori di falegnameria Dominici
A sinistra, le piante della casa e, a destra, la cucina e la scala metallica interna. (foto ©Giacomo Giannini)
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SPECIALE SICILIA
A sinistra, l'atrio di ingresso è attraversato da ua passerella vetrata che collega gli uffici del primo piano. Qui sopra, la scala in corten che conduce al piano interrato e la sala riunioni il cui pavimento protegge i ritrovamenti delle mura puniche della città. In basso a sinistra, la sala da pranzo (foto courtesy Ruffinoassociati e ©Fabio Gambina).
SEDE BENETTON A PALERMO
GRAN CANCELLIERE La sua storia coincide con quella di Palermo. Riletta nell'operazione di restauro che nel 2012, dopo decenni di abbandono, lo ha restituito all'antico splendore In epoca spagnola questo palazzo, nel cuore del quartiere militare di Palermo, era la sede del Cancelliere, la carica più importante dopo il Viceré. Ma già quando venne edificato, come monastero di Santa Maria de Latinis, nel 1171, l’edificio sorgeva sopra il giacimento storico delle mura puniche, antecedenti di 17 secoli. Dopo la dominazione spagnola e fino ai nostri giorni, quando Luciano Benetton decide di farne la sede dell’azienda in Sicilia, sotto alterne vicende culminate nei bombardamenti “alleati” l’edificio cade in rovina. L’operazione di restauro curata da Ruffinoassociati per riassegnare al Palazzo il ruolo di rappresentanza che già gli apparteneva diventa così un viaggio di scoperta tra gli strati che la storia ha accumulato, restituendo alla fruizione reper[ 28 ]
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ti di epoca punica ora protetti da una copertura trasparente in vetro e acciaio. L’ingresso monumentale è sulla facciata simmetrica di via Celso. Percorso uno scalone in pietra si entra nello showroom, disegnato per limitare al minimo la frammentazione degli spazi, con ampie sale spesso ricavate unendo due stanze, che assolvono la funzione di area vendita, mentre gli uffici sono schermati da sipari in vetro. Lo spazio è articolato su due livelli, con la menzionata appendice, a quota -2, dove il pavimento in vetro della sala riunioni si apre sul sito archeologico della Palermo punica. I pavimenti di tutti gli ambienti sono rivestiti in pietra grigia del bacino del Mediterraneo, modernamente riletta attraverso un taglio a doghe. Come per i pavimenti, anche le pa-
Ruffinoassociati Lo studio Ruffinoassociati viene fondato nel 2005 a Palermo da Fabrizio Ruffino (Palermo, 1966) e Silvio Calandra (Palermo, 1969), entrambi laureati in Architettura a Palermo, per realizzare architetture sartoriali, a dimensione del fruitore, attente al dettaglio e in tutte le scale del progetto, "dal cucchiaio alla città". Ruffinoassociati è uno studio di progettazione globale in quanto cura direttamente tutti gli aspetti della costruzione, dalla ricerca degli spazi, per la quale si avvale della consulenza di esperti immobiliari, agli arredi, che progetta e di cui cura direttamente la realizzazione, al paesaggio, di cui si occupa in studio l’agronomo e architetto del verde Annibale Sicurella. Senza trascurare gli aspetti tecnici e impiantistici, affrontati in un'ottica di sostenibilità ambientale.
reti, quando non vetrate, adottano un unico rivestimento, un marmorino grigio a calce, connubio tra la tradizione veneta e quella dei prospetti ottocenteschi siciliani con influenze del tadelakt magrebino. Gli interni sono valorizzati da un progetto illuminotecnico attento tanto alla qualità quanto ai consumi. Sul retro una corte interna, utilizzata per eventi di moda, conduce all’uscita secondaria su Via Candelai, e un piccolo chiostro ornato da un ulivo porta luce agli ambienti
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www.ruffinoassociati.it
Al centro, pianta del primo piano e la sezione da Via Candelai; sotto, la facciata del palazzo con l'ingresso su Via Celso; vista della reception e della sala d’attesa (foto courtesy Ruffinoassociati e ©Fabio Gambina).
SCHEDA Località Palermo Anno di progetto/realizzazione 2008/2012 Committente Benrap Sicilia Superficie coperta 1.320 mq (giardini 122 mq) Progetto Ruffinoassociati: Fabrizio Ruffino e Silvio Calandra (progetto interni con Manuela Giuliani)
Progetto di recupero Prof. Fausto Provenzano
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Francesco Librizzi Studio Francesco Librizzi (1977) si laurea in architettura a Palermo e nel 2005 fonda a Milano il suo studio, sviluppando progetti di architettura, interni, allestimenti e product design. Vincitore di riconoscimenti come il Prix Émile Hermès e la menzione d’onore per l’ampliamento del Centro culturale internazionale Loris Malaguzzi a Reggio Emilia. Il suo lavoro è stato pubblicato su riviste internazionali di architettura e costume ed esposto presso istituzioni come il Louvre e la Triennale di Milano. Tra gli allestimenti più significativi citiamo il progetto del Padiglione Italia alla XII Biennale di Architettura di Venezia nel 2010 e del Padiglione del Bahrein alla XIII edizione del 2012. Nel 2013 è stato invitato a progettare un’installazione in Triennale dedicata a Bruno Munari per il TDM6. www.francescolibrizzi.com
GALLERIA RS55 A PALERMO
SPAZI DI PASSAGGIO Superfici geometriche e sfumature di colore apportano nuova luce alla Galleria di Palermo dopo la sua trasformazione da luogo commerciale in ambiente semi-pubblico
Sopra il titolo, l'ingresso principale della galleria è su Via Maqueda; a destra, la portineria (foto ©Alberto Moncada).
Sotto, nel disegno assonometrico si legge la pianta della galleria.
Situata al piano terra di un edificio residenziale risalente agli anni ’50, la Galleria è stata per anni un piccolo ma vivace passaggio commerciale coperto situato nel cuore di Palermo. Quando due grandi marchi internazionali acquistarono tutte le unità disponibili, gli ingressi storici furono chiusi e molte vetrine rimasero inutilizzate. La Galleria perse così la sua funzione di spazio
pubblico, in quanto i proprietari, preoccupati per la sicurezza, decisero di chiudere il passaggio con due grandi cancelli portando la galleria alla quasi completa oscurità. Il progetto di riqualificazione nasce per apportare nuovo decoro e luce al passaggio coperto, risolvendone al contempo le esigenze di sicurezza e di protezione da vento e polvere. Gli ingressi sono stati definiti da due grandi vetrate scorrevoli, che permettono alla luce di filtrare attraverso fasce di vetro graduate secondo altezze differenti e di assumere calde tonalità grazie alle ampie vetrate color ambra collocate sulle fasce superiori. Di notte, la galleria è illuminata da luci lineari disposte su una griglia metallica nello spazio centrale a doppia altezza. La luce diventa così il tema principale della galleria e muta in base ai filtri colorati delle vetrate e alla nuova pavimentazione, vibrante di riflessi e realizzata con lastre rettangolari basalto dalle diverse finiture posate secondo una geometria alternata
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SCHEDA Località Palermo Anno di realizzazione 2011 Committente Condominio La Galleria Superficie 450 mq Progetto Francesco Librizzi, Massimo Tepedino Collaboratori Carolina Martinelli
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Massimo Tepedino Architetto e interior designer, vive e lavora a Londra. Dopo la laurea a Palermo, nel 2005 si trasferisce in Spagna dove collabora con Vicente Guallart e con Foreign Office Architects. Nel 2007 fonda a Barcellona lo studio External Reference di cui fa parte fino al 2011 per poi spostarsi nel Regno Unito. Ha ricevuto diversi riconoscimenti fra cui il premio nazionale Valencia Crea e il premio New Italian Blood al miglior studio di architettura Italiano under 36 con External Reference. I suoi lavori sono stati esposti al London Architecture Festival e alla Biennale di Venezia. Dal 2008 al 2011 è stato direttore del Master in Interior Design presso lo IED di Barcellona; ha insegnato presso il Politecnico di Milano, lo IUAV, l'Elisava e l'Università di Palermo. Dal 2011 è direttore del master Out (of the) Door presso Abadir-Accademia di belle arti di Catania www.massimotepedino.com
SPECIALE SICILIA
Studio 3813 Fondato a Palermo nel 2012 dagli architetti Gabriele Caroniti (Messina, 1980), Antonio Pierro (Palermo, 1976), Luigi Pintacuda ( Palermo, 1979) e Alessandro Valenza (Catania, 1975) e subito vincitore del primo premio per la Villa Comunale di Sciacca, lo studio associato 3813 si caratterizza per un approccio multidisciplinare alla progettazione che espande la propria attività dalla ricerca in campo architettonico alla comunicazione, dal video per eventi e mostre al design. Una multidisciplinarietà che permette allo studio di assecondare le esigenze della committenza, dall'immagine e comunicazione alla realizzazione del progetto costruito. www.3813.it
PALERMO, CENTRO PER L’INFANZIA KÀLOS
GIOCHI TRA LE ANTICHE MURA Complicare è facile, semplificare è difficile. Nelle parole di Bruno Munari l’essenza di un progetto che, procedendo per sottrazione, rilegge gli spazi esistenti adattandoli alle esigenze dei suoi piccoli ospiti Il progetto dello studio associato 3813 per il Centro per l'infanzia Kàlos è un intervento di rilettura di uno spazio preesistente che, modificandosi, diventa il primo luogo per la socializzazione e la formazione dei bambini. L'asilo è il risultato della trasformazione di una raffinata libreria situata all'interno del tessuto ottocentesco della città di Palermo. L’elemento caratterizzante degli spazi è costituito dall’impianto generale dominato dal susseguirsi di grandi stanze voltate. In esse, la
“Togliere invece di aggiungere vuol dire riconoscere l'essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.” (Bruno Munari, Spazio Abitabile, 1968) [ 32 ]
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pavimentazione uniforme associata al bianco delle pareti che fa da contrappunto ai soffitti decorati sottolineano la possibilità di fruizione dei diversi ambienti come un unico luogo fluido in cui svolgere attività differenti. Irradiata dalle grandi aperture e filtrata dalle decorazioni degli infissi, la luce naturale pervade le stanze in tutta la loro altezza smaterializzando gli spazi al di sopra dei luoghi deputati al gioco. L'illuminazione artificiale indiretta è stata studiata per incrementare, quando necessario, l’apporto di luce naturale e conservare l’atmosfera rarefatta degli ambienti. Gli arredi mobili permettono la massima modificabilità degli spazi che si adattano così alle azioni e alle necessità dei bambini
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Alcune immagini dell'asilo nido Kalos a Palermo. L'esploso descrive gli interventi, allo stesso tempo conservativi e funzionali, che salvaguardandone le caratteristiche architettoniche e distributive hanno reso l'edificio adatto al nuovo programma.
SPECIALE SICILIA
RESIDENZA BIFAMILIARE A CAPACI
VOLUMI A INCASTRO Il progetto di SM-Arch si apre sul mare di Isola delle Femmine con un’articolazione planimetrica che risponde pienamente al programma dei committenti e stabilisce un nuovo dialogo con la natura creando intimi spazi esterni L’elemento generatore dello sviluppo dei volumi è qui dato dal rapporto con la verticalità della montagna alle spalle e l’orizzontalità del mare in lontananza. Le forme semplici e i fronti compatti dall’andamento orizzontale rinunciano alla doppia elevazione e interpretano il senso di un’architettura radicata che, evocando l’immagine dei banchi di roccia staccati dal fianco della montagna, si propone di realizzare un’effettiva integrazione tra l’architettura costruita e il territorio. Collocati nella parte più elevata del lotto, i due corpi tangenti destinati alle unità abitative presentano una divaricazione in testa, una biforcazione a Y che garantisce un’esposizione maggiore e delimita una parte del giardino più riservata e introversa, aperta esclusivamente verso il mare e il paesaggio dell’Isola delle Femmine. Il progetto ricerca il dialogo con gli elementi della natura ormai fagocitati dalla crescita disordinata di questa periferia, elude la vista del contesto urbanizzato verso il quale si chiude, fino a riaprirsi verso la città alla quota del tetto-giardino, conquistando così un punto di vista privilegiato sul golfo. Per contrapposizione, alla semplicità dei volumi corrisponde la ricerca di un’articolazione planimetrica e spaziale più complessa che si sviluppa attorno alla continuità del [ 34 ]
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In alto, come un blocco compatto staccato dalla montagna, la casa si distingue nettamente dal disordine urbano circostante. A sinistra, la cellula a un solo piano si apre su uno spazio esterno protetto; sotto, la zona cucina dell'abitazione principale. (foto ©Salvatore Gozzo)
percorso lungo il fianco della montagna, alla compenetrazione tra le due cellule abitative, al rapporto interno-esterno, al binomio compressione-dilatazione ottenuto attraverso lo studio in sezione degli spazi. Le case costituiscono morfologicamente una sola unità ma si distinguono internamente per i rispettivi caratteri tipologici. La più grande delle due cellule residenziali, destinata a ospitare una famiglia, è concepita secondo un principio di organizzazione interna che ricerca la continuità dello spazio collettivo disposto su due livelli, riducendo al minimo le dimensioni della zona notte. Diversamente, la cellula destinata a una coppia di anziani si sviluppa su un unico piano posto in stretta relazione con il giardino esterno
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SCHEDA Località Capaci (PA) Superficie 200 mq Progetto e direzione architettonica SM-Arch Architetti Associati
Direzione dei lavori ing. Salvatore Bruno Anno di costruzione 2008-2010 Importo dei lavori 350.000 euro Impresa Ditta Provenza, Capaci Impianti F.T. Impianti, Carini
Sopra, Pianta del lotto su cui sorge la villa e, a sinistra, sezione. In alto, il tetto verde calpestabile offre un'ampia veduta sul golfo e sulla città
SM-Arch Architetti Associati Fondato nel 2005 con sede a Ragusa, lo studio è composto dagli architetti Maria Flaccavento (Ragusa, 1974), Salvatore Ingrao (Vittoria, 1962), Serafino Sgarlata (Ragusa, 1972) e Vania Santangelo (Palermo, 1975), laureati presso la Facoltà di Architettura di Palermo. In passato collaboratori di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, hanno svolto attività didattica presso le Facoltà di Architettura di Palermo ed Enna ed esperienze didattiche e professionali anche internazionali - Maria Flaccavento all’interno dello studio Herzog&De Meuron, Vania Santangelo in qualità di dottore di ricerca presso l’Institut d’Architecture de Geneve. Impegnato nella ricerca progettuale sui temi dell’abitare contemporaneo, del social housing, degli interventi sull’esistente, della riqualificazione architettonica e urbana, lo studio ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali.
(foto ©Salvatore Gozzo)
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SPECIALE SICILIA
PIAZZA GARIBALDI A BAGHERIA
IL CUORE DELLA CITTÀ La trasformazione democratica dei luoghi pubblici del centro di Bagheria
Sopra il titolo, nella foto di Daniela Cappello un'immagine di Piazza Garibaldi a Bagheria e, a destra, un particolare dell'intervento dopo la sistemazione (sotto, il cantiere in corso). A destra, l'immagine notturna mette in evidenza il sistema di illuminazione e le pietre usate per la pavimentazione. (Foto ©Luca Bullaro)
La piazza Garibaldi è uno spazio circolare che precede l'ingresso a Villa Palagonia. Grazie all'eliminazione del parcheggio si é generato un nuovo spazio pedonale caratterizzato da una grande fontana circolare che si affaccia verso il nuovo giardino pubblico. Dallo specchio d’acqua si diffonde un sistema metaforico di “onde urbane” che si espandono a partire dal centro verso la villa barocca e i suoi spazi progettati per l’uomo, e non per le automobili, di luoghi pedonali e democratici che speriamo si diffondano verso le altre zone della città. Realizzato grazie all’intelligenza dell’amministrazione comunale e dell’ex sindaco e architetto Giuseppe Fricano, l’intervento è una porzione del più ampio progetto per la trasformazione di Corso Umberto I, asse storico della città che si sviluppa fino a incorporare il perimetro esterno di Villa Palagonia e le vicine piazze Garibaldi, Ugdulena e Indipendenza. La conformazione del giardino pubblico, centro nevralgico del progetto, nasce dallo studio dei flussi pedonali e dalla volontà di creare un sistema di percorsi che si snodano attorno agli alti alberi esistenti. Alcuni allargamenti spaziali in corrispondenza dei
nodi più frequentati si configurano come piccoli luoghi di sosta con ampie sedute e uno specchio d’acqua. Le zone adiacenti al sistema dei parcheggi sono pavimentate con pietra grigia del tipo Billiemi, mentre le aree all’interno del giardino presentano ciottoli di fiume di tonalità grigia, elementi tipici della tradizione costruttiva mediterranea, intervallati da linee di pietra della larghezza di 20 cm che seguono le diverse giaciture dei filari dei marciapiedi adiacenti. Il progetto ha voluto reinterpretare il sistema delle pavimentazioni tradizionali utilizzando materiali e colori tipici ma introducendo geometrie e scansioni inedite. I muri di contenimento delle zone verdi si piegano a formare ampie sedute in c.a. rivestite con lastre di travertino. Nell’intradosso delle panche a sbalzo e quindi nascosti alla vista, i punti luce si ispirano alla trazione barocca per generare un effetto di sospensione del piano delle sedute e mettere in evidenza la tessitura e il rilievo degli elementi del pavimento. La fontana, di forma esagonale, ha il fondale rivestito in ciottoli di fiume. La seduta, a sbalzo sullo specchio d’acqua, è elemento simbolico e allo stesso tempo nodo cruciale di socializzazione
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SCHEDA Località Bagheria (PA) Anno di realizzazione 2008-2010 Committente Comune di Bagheria Progetto e supervisione Luca Bullaro Collaboratori Domenica Mistretta, Armando
Grech (3D), Santo Mineo (strutture), Paolo Rizzolo (impianti), Leonardo Lo Coco (risparmio energetico), Giulia Camerata, Maria Paula Vallejo (paesaggio)
Responsabile Unico Procedimento Paolo Mattina Direttore del cantiere Angelo Fazio
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Luca Bullaro (Palermo, 1976) Docente presso la Universidad Nacional de Colombia e dottore di ricerca in Progettazione Architettonica a Palermo. Frequenta il master Arquitectura: Critica y Proyecto presso la ETSAB di Barcellona. Ha vinto numerosi premi e concorsi in Italia e all’estero, fra i quali il concorso internazionale Misterbianco Città Possibile, il Premio Europeo di architettura sacra della Fondazione Frate Sole, il concorso internazionale Boa Vision per Piazza Papireto a Palermo, una menzione d'onore alla Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana, il concorso per Plaza Fundadores della UPB di Medellín. I suoi progetti sono stati presentati a Catania e Roma, Alicante e Barcellona, Medellín, Manizales, Cali e Bucaramanga, Santiago del Cile e Valparaiso, Buenos Aires e Rio de Janeiro.
REPORT
mf2arch / Matteo Franco e Mariano Farinella
CASA nel PARCO Il paesaggio dei Nebrodi e l'orografia dell'ampio uliveto
secondo, con partizioni strutturali esplicitate all'esterno con setti
terrazzato hanno segnato la scelta insediativa di questo
in pietra che inquadrano i grandi affacci sul panorama, rimando
progetto, una casa di vacanza studiata per una coppia con tre
ai "cunsarri" in pietra a secco della tradizione contadina.
figli che ama ospitare molti amici. Il lotto ricade all'interno del
Il vario utilizzo dei materiali, intonaco bianco per i volumi
parco regionale, su un'altura che proietta Caronia alla costa
emergenti e pietra dorata di Mistretta per le parti più a contatto
messinese, abbracciando la vista delle Eolie.
con il terreno, amplifica la complessità degli scorci prospettici e
La composizione progettuale delle parti è ispirata alla
dei percorsi di collegamento tra le parti costruite ed il ricco
tradizionale aggregazione volumetrica delle abitazioni rurali
contesto paesaggistico.
siciliane, qui regolata da una grande piastra basamentale su
Anche i serramenti, con colore a contrasto rispetto ai
due differenti quote, che delinea geometricamente il
rivestimenti di facciata, giocano un ruolo di primo piano nella
palinsesto di connessione tra l'edificio principale, destinato
definizione del progetto: gli infissi in PVC effetto legno di rovere
ad abitazione padronale, ed il corpo di fabbrica ad un'unica
di QFort hanno permesso la realizzazione di finestrature
elevazione, adibito a dependance per gli ospiti: emergente il
personalizzate, tra le quali bilici e fissi fuori squadro, con il
primo, che risulta modulato su geometrie stereometriche
risultato ultimo di un'architettura viva nella quale i punti di vista
fondate sull'intersezione di due blocchi ed esaltate da tagli
sono mirati ad evidenziare ora porzioni precise di paesaggio,
d'angolo ed aperture vetrate; disteso in orizzontale il
ora scorci di elementi costruiti.
CARONIA
SCHEDA Località Caronia, Messina Progetto Mariano Farinella Matteo Franco
Anno di realizzazione 2010-2013 Committente Claudio Ferlito Superficie 151,80 mq Volumi 214,20 mc Area del lotto 01.01.68 ha
CREDITI
Via Vitt. Emanuele, 100 94014 Nicosia (En) Tel. +39 0935 639759 Fax +39 0935 639791 spaziocasanicosia@virgilio.it
SPECIALE SICILIA
UNA RESIDENZA A CEFALÙ
CAMERA CON VISTA Due bianchi parallelepipedi si affacciano sospesi su Cefalù e il suo golfo con cornici che non nascondono il richiamo all'espressività metafisica della Finestra sul mare di Tano Festa, l'installazione della Fiumara d'Arte poco distante da qui
In queste pagine alcune immagini della residenza unifamiliare che sorge sopra Cefalù. I due "cannocchiali architettonici", complanari alla zona giorno (pianta a centro pagina), sono orientati sulla cattedrale della città e sul mare. Il basamento accoglie la zona notte e un locale-studio. Da qui la casa si apre su un sistema di corti che la distaccano dalla montagna (Foto@ Alberto Moncada).
Nella pagina di destra, sezione del corpo pergolato e pianta delle coperture.
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Situato sulla collina Sant’Elia che guarda Cefalù, il centro storico e il suo golfo, il lotto interessato dall’intervento presenta forma irregolare e cela al suo interno i resti di una piccola cava di roccia riconquistata nel tempo dalla macchia mediterranea. Il nuovo edificio, una residenza unifamiliare, si colloca ai margini di un contesto già urbanizzato, con un carattere dispositivo assolutamente autonomo rispetto agli edifici vicini, proiettandosi interamente verso lo spazio antistante. Il corpo di fabbrica è frutto di una scomposizione in due blocchi fortemente aggettanti dalla montagna, quasi ad evocare due costoni di roccia appena cavati, che ruotano incernierati, uno indicando la giacitura di corso Ruggero, l’altro puntando invece all’orizzonte marino, in un meccanismo improntato a reversibilità e leggerezza progettuali, che scaturiscono dall’equilibrio della coesistenza pieni-vuoti. Il progetto enfatizza la geometria delle forme e studia la luce specifica per gli spazi destinati alle diverse attività quotidiane, mentre la scelta delle aperture e delle chiusure è strate-
gicamente orientata al panorama. La costruzione si articola su due livelli: al piano terra basamentale trovano sistemazione ambienti studio, camere da letto e servizi che si aprono su un sistema interno di corti-giardino a cie-
lo aperto. Al piano primo vi è la zona giorno, suddivisa in due volumi: quello destinato alla sala è tutto proteso verso la cattedrale, l’altro, svuotato e allungato in un pergolato aperto verso il mare, ospita la cucina. La distribuzione
mf2arch/ Mariano Farinella e Matteo Franco Lo studio di architettura viene fondato nel 2006 dagli architetti Mariano Farinella (1977), a destra nella foto, e Matteo Franco (1978), entrambi laureati presso l’Università degli Studi di Palermo, rispettivamente nel 2004 e nel 2005. Lo studio, con sede a Cefalù (PA), opera principalmente nel territorio siciliano approfondendo tematiche legate all’abitazione mediterranea.
di questo livello è determinata dalle giaciture dei setti sempre tra loro paralleli, improntata a una fluidità unidirezionale di spazi e vedute, per non ostacolare mai la fruizione visuale del mare e del centro storico della città. L’espediente degli aggetti (sino a 3 metri) ha consentito di ridurre al minino l’altezza del muro di sostegno, permettendo in tal modo di evidenziare esclusivamente il candore dei due bianchi parallelepipedi - che si stagliano netti dal profilo della collina - e di catturare l’attenzione soltanto sulle due grandi aperture del cannocchiale architettonico puntato verso lo spazio aperto, che non nasconde il rimando all’espressività metafisica della grande Finestra sul mare della Fiumara d’arte (Tano Festa, 1989), a pochi chilometri di distanza
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SCHEDA Località Cefalù (PA) Progetto Arch. Mariano Farinella, Arch. Matteo Franco Anno di realizzazione 2009-2012 Area del lotto 446,3 mq Superficie residenza 116,89 mq Volume 133,89 mc Serramenti Spazio Casa
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SPECIALE SICILIA
FONDAZIONE E PARCO FIUMARA D’ARTE
RESISTENZA CREATIVA Quasi trent’anni fa nella fiumara di Tusa, presso la costa tirrenica con La materia poteva non esserci di Pietro Consagra nasce uno degli esperimenti di land art più interessanti del mondo Commissionata da Antonio Presti in memoria del padre prematuramente scomparso, l’opera di Consagra è la prima di un percorso artistico a cielo aperto a cui Presti dedica la vita e il suo patrimonio personale. Numerose seguiranno, diffuse sul territorio, altre opere monumentali, da Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo Schiavocampo, collocata come opera di arredo urbano lungo la strada per Castel di Lucio, al Monumento per un poeta morto di Tano
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Festa. Ma già il giorno dell’inaugurazione, il 12 ottobre 1986, si avvia un’incredibile storia parallela di accuse, cause per “abusivismo”, minacce mafiose, isolamento e irresponsabilità che sembra essersi placata solo nel 2007, con il riconoscimento ufficiale del Parco di fiumara d’Arte e l’avvio del progetto di conservazione e valorizzazione delle opere. La prima domanda che abbiamo rivolto ad Antonio Presti non poteva che riguardare un bilancio dei suoi trent’anni di impegno. Anni fa scelsi di abbracciare la politica del dono, da condividere con il popolo siciliano, che negli anni mi ha ampiamente ripagato. Oggi invece la mia regola è quella della riconoscenza verso la vita che mi ha dato le possibilità materiali e la visionarietà necessarie per guardare alla bellezza. Certo la bellezza non fa parte però dei valori del sistema politicoistituzionale, dal momento che la politica scellerata degli ultimi trent’anni ha contribuito a distruggere la conoscenza e il valore stesso della cultura. Una politica che alleva nuove generazioni ignoranti e barbare. Quindi per quel che mi riguarda ringrazio la vita che mantiene
vivo il mio cuore come un “tamburo di bellezza” che mi permette di riconoscere, donare agli altri e celebrare nelle sue innumerevoli manifestazioni la bellezza. Quali sono i suoi progetti più recenti? Nel 2010, con la Piramide del 38°parallelo di Mauro Staccioli la Fiumara d’Arte ha concluso il suo percorso di opere d’arte diffuse sul territorio. Ora sto pensando alle sorgenti d’acqua delle Madonie. L’acqua è un diritto universale, è fonte di vita e di dignità della condizione umana e il segno artistico può dare significato tangibile e concreto a questo, specie se partecipato e condiviso con i giovani, le donne, i poeti, come coloro che ogni anno, al solstizio d’estate, partecipano al rito della luce davanti alla Piramide di Staccioli. Di nuovo, come vede, l’estetica si fa promotore dell’etica.
A sinistra, l’Atelier sul Mare di Castel di Tusa, hotel-museo e luogo di incontri culturali in cui ogni stanza è stata realizzata da un artista, come (qui sopra) La stanza del profeta, omaggio a Pierpaolo Pasolini di Antonio Presti, Dario Bellezza e Adele Cambria (1994-1996).
Nell’altra pagina, la Piramide - 38° parallelo di Mauro Staccioli, inaugurata nel 2010 sull’altura di Motta d’Affermo, è l’ultima installazione del Parco Fiumara d’Arte. La materia poteva non esserci di Pietro Consagra (qui a fianco) a Fiumara di Tusa fu invece la prima, nel 1986. Sotto, Monumento per un poeta morto, ribattezzata Finestra sul mare, di Tano Festa a Villa MargiReitano.
Ci sarà uno scambio con artisti e maestranze dei paesi del Mediterraneo? Sì, per le Madonie c’è la volontà di coniugare insieme agli artisti del Mediterraneo un futuro, anche creativo. È un progetto che sta nascendo e l’idea di base è questa di segnare i punti d’acqua, il resto lo capiremo via via. Il cammino si fa camminando.
bellezza, equilibrio e armonia per il futuro. In questo momento le arti dovrebbero essere più condivise, più vicine. L’architetto e l’artista formano un binomio perfetto. Peraltro, forse anche in nome della sicilianità, io penso che rispetto all’arte oggi noi siamo i primi, non gli ultimi. È l’Italia che è indietro rispetto al contemporaneo, non la Sicilia.
In Sicilia è possibile attuare una sinergia tra arte e architettura? In che modo si potrebbe portare avanti? Certo. Ci sono tutte le premesse. Gibellina prima e la Fiumara d’arte poi sono stati grandi esempi, di integrazione originale, interamente siciliana, tra arte e progettazione capace di interpretare la contemporaneità rifuggendo dalle espressioni architettoniche della globalizzazione e proponendo un modello etico di
Una sinergia che potrebbe diventare un volano, anche dal punto di vista economico? Certamente. Si tratta di un percorso di crescita, di valorizzazione, di formazione. Questo dovrebbero comprendere i giovani architetti: che queste esperienze di architettura contemporanea possono essere coniugate benissimo con il senso dell’arte, con la bellezza dell’arte. Sono percorsi convergenti
Sopra, la Stanza della pittura di Piero Dorazio e Graziano Marini (1994-1996) e, accanto, il Labirinto di Arianna (1989), opera monumentale di Italo Lanfredini nel Parco Fiumara d’Arte a Castel di Lucio.
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ARTE E IMPEGNO CIVILE Instancabile promotore della bellezza, Antonio Presti (nella foto) abbandona gli studi in ingegneria per occuparsi dell’impresa di costruzioni di famiglia dopo la prematura scomparsa del padre. Nel 1982 dà vita all’associazione culturale Fiumara d’Arte, oggi Fondazione. Solo dopo 25 anni di battaglie, nel 2006 la legge regionale 6/06 istituisce il Parco di Fiumara d’Arte dotandolo dei fondi necessari per l’adeguata conservazione delle opere che popolano la valle e i paesi tra le pendici dei Nebrodi e la costa tirrenica. Nel frattempo, nel 1991 Presti inaugura l’albergo-museo Atelier sul Mare a Castel di Tusa, dove ogni stanza è realizzata da un artista, e negli anni successivi promuove numerose iniziative che diffondono l’arte e la cultura coinvolgendo artisti e popolazione: anno dopo anno l’estemporanea di pittura Un chilometro di tela ha trasformato Pettineo in un museo domestico, con i pezzi di tela che una volta completati vengono tagliati e donati agli abitanti; nel 1999 Presti inizia un ciclo di attività culturali e civili a Catania che sfociano nella Porta della Bellezza, prima opera monumentale del museo dell’immagine all’aperto Terzocchio - Meridiani di Luce, realizzata con 10mila bambini delle scuole del quartiere Librino (e riceve per questo la cittadinanza onoraria); dal 2010 avvia a Palermo un progetto di sculture monumentali per il risanamento del fiume Oreto, oggi ridotto a discarica. Profondamente convinto che il valore della bellezza consista nel riscatto della dignità dell’uomo, lungi dall’essere esclusiva e autoreferenziale quella di Presti è azione artistica che interviene nella vita sociale per la rinascita civile e culturale di una nuova generazione che voglia contribuire a costruire il progetto etico di una Sicilia contemporanea, orgogliosa di presentare al mondo, coltivando la bellezza, la propria intrinseca bellezza.
Valentina Fisichella
A destra, il Muro della vita (1990) a Mistretta, opera collettiva di 40 ceramisti nazionali e internazionali; sopra, l’Offerta della parola nella rettoria di San Domenico di Cefalù, un momento dell’evento itinerante “poeti in treno” (2001).
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SPECIALE SICILIA
Bodàr_bottega d’architettura Oltre a essere uno studio professionale, Bodàr_bottega d’architettura è un programma culturale che adotta la forma del laboratorio di progetto architettonico come strumento di ricerca, confronto e critica attorno all’idea della forma. Secondo Bodàr l’architettura è un potenziale strumento di determinazione sociale e culturale e il progetto si attua attraverso il carattere operativo della bottega, dove la produzione è il principale atto esplicativo del pensiero. Lo studio svolge la propria attività su ogni scala d’intervento, riservando un interesse particolare per le trasformazioni territoriali e operando in modo specifico nell’area dello Stretto. Formato da cinque architetti associati aventi una formazione affine conseguita presso l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria: Francesco Messina, Daria Caruso, Rosario Andrea Cristelli, Francesco Fragale e Giuseppe Messina, lo studio ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Tra i più recenti, oltre a quelli relativi al progetto citato, una menzione d’onore a Europan 11. www.bodar.it
EX-CENTRALE DEL LATTE A BARCELLONA POZZO DI GOTTO
IDENTITÀ URBANE A cosa serve l’architettura nelle trasformazioni urbane? Un caso esemplare
Sopra, tre foto dello stato di fatto illustrano il degrado della ex centrale del latte di Barcellona Pozzo di Gotto oggetto dell'intervento. (Foto @Archivio Bodàr_bottega d’architettura)
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Ricostruendo attraverso accurati rilievi la storia costruttiva disomogenea della centrale del latte dismessa di Barcellona Pozzo di Gotto, Bodàr ne ha svelato le caratteristiche, recuperando quanto si prestava alle nuove funzioni di centro sociale cittadino e scoprendo nell’anonimità degli spazi una dignità razionalista che ha potuto valorizzare. L’intervento restituisce alla città un pezzo di memoria collettiva, contribuisce alla riqualificazione del quartiere e attribuisce destinazioni d’uso contemporanee, anch’esse funzionali alla ri-connessione di un tessuto sociale, agli spazi un tempo dedicati alla raccolta, produzione e distribuzione del latte. Il progetto metabolizza il costruito degradato e gli attribuisce nuovo significato: il vuoto della corte su cui si aprono gli edifici manifesta già la sua vocazione di “piazza”; il corpo costruito in cemento armato rivela, nella continuità e nell’articolazione spaziale, una qualità architettonica inattesa, valorizzata con l’abbattimento dei tramezzi; nuove aperture favoriscono il dialogo tra
Sopra, particolare della rampa d'accesso nel prospetto interno; a sinistra, il portale d'ingresso, particolare della sala espositiva al primo piano; il verde e la stanza a cielo aperto. (foto anche sotto, @Studio Luce di Santino Trifi lò).
A destra, la pianta dell'intervento e alcune sezioni.
spazi aperti e chiusi; laddove mancano le coperture nasce un “giardino segreto”, luogo di incontri protetto a cielo aperto; le irresolutezze vengono trasformate in momenti di astrazione figurativa, favorendo la lettura del complesso per corpi primari; la creazione di nuovi sistemi di connessione e l’aggiunta di alcuni elementi architettonici completano la fruibilità sociale del luogo, pensato per adattarsi alle diverse esigenze dei cittadini, evitando cioè la determinazione aprioristica di una specifica funzione (biblioteca, teatro, centro di formazione) ma prestandosi a molteplici possibilità. La pulizia geometrica infine trasforma l’edificio un tempo industriale in perno in un più ampio quadro di riqualificazione urbana di cui il progetto fa parte. Progetto primo classificato al Premio internazionale Abitare il Mediterraneo e al XXI Seminario internazionale e Premio di Architettura e Cultura Urbana Costruire nel costruito di Camerino nel 2011
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SCHEDA Località Barcellona Pozzo di Gotto (Me) Anno di realizzazione 2009-2011 Committente Comune di Barcellona Pozzo di Gotto Progetto Bodàr_bottega d’architettura, Ing. Domenico Crinò, Arch. Giuseppe Grasso
Collaboratori Arch. Trieste Russitto,
Arch. Giuliana Scollo
Costo 1.050.000 euro Superficie coperta 1.200 mq Superficie esterna 900 mq
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SPECIALE SICILIA
UFO_Urban Future Organization Ufo è un collettivo internazionale di progettazione fondato a Londra nel 1996 da Andrew Yau (Hong Kong), Claudio Lucchesi (Italia), Denis Balent (Slovacchia), Jonas Lundberg (Svezia) e Steve Hardy (USA). Qualche anno dopo l’apertura degli studi di Londra e di Messina si aggiungono al gruppo Jungmook Moon (Corea del Sud), Theodoros Kanelloupolos (Grecia), Dirk Anderson (Australia), Andrei Martin (Romania) e Jackie Yang (Cina). Segue l’apertura degli studi di Goteborg, Atene, Sidney, Seoul, Pechino e successivamente Lincoln, Jeddha, Istanbul, Stoccolma, Oslo, Taipei e Rotterdam. Il gruppo, segnalato da Zaha Hadid come uno dei dieci emergenti nel panorama internazionale (in 10x10_2: 10 critici per 100 architetti, Phaidon Press) ha vinto numerosi concorsi e realizzato opere in tutto il mondo. Loro lavori sono stati pubblicati ed esposti, tra gli altri, in Triennale a Milano e in 5 edizioni della Biennale di Architettura di Venezia. Tra i riconoscimenti, l'Holcim Award (Gold Europa 2005, Silver Global 2006) con lo studio "water power" sulla ex cartiera di Amalfi. www.urbanfuture.org
CENTRO DIREZIONALE A SAN PIER NICETO
LEMON FACTORY L’edificio per uffici progettato dal team di UFO_Urban Future Organization è stato candidato al premio Mies Van der Rohe 2011 e presentato al padiglione italiano alla Biennale di Architettura 2012 La Simone Gatto produce essenze e concentrati di agrumi per a produzione di succhi di frutta. La crescita qualitativa e quantitativa della realtà produttiva, e di conseguenza l’aumento della pianta organica, ha reso necessaria la costruzione di nuovi uffici e spazi ricreativi per i soci, il personale e i visitatori. L’intervento ideato dal gruppo di progettazione internazionale UFO_Urban Future Organization, ha portato alla costruzione di un nuovo edificio sviluppato su tre livelli fuori terra.
Sopra, il dettaglio mette in evidenza i materiali utilizzati per la struttura e l'involucro
Qui e sopra il titolo, render-sezione e un'immagine della nuova sede per uffici di Simone Gatto
(foto ©Nino Calamuneri).
(render ©UFO).
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Al piano terra si trovano gli spazi pubblici che comprendono un asilo nido, una palestra, una piscina, un centro benessere e una nuova area mensa. Il primo piano è stato organizzato per ospitare i nuovi uffici dirigenziali, mentre parte dell’ultimo piano è dedicata ai laboratori e alla ricerca. Dal punto di vista concettuale, il progetto si rifà nella sua totalità strutturale e organizzativa al concetto del folding, con un percorso “a nastro” su tre livelli con fronti vetrati
Sopra, la pianta del piano terra con le funzioni semi-pubbliche e, sotto, tre immagini degli interni (foto ©Nino Calamuneri).
intervallati da pilastri inclinati. La struttura è organizzata in strisce autonome quasi indipendenti tra loro, che ai diversi livelli si aggregano per poi biforcarsi e scindersi nuovamente creando una vivacità spaziale sia in pianta sia in sezione. Il risultato è una fluida articolazione tra ambienti di lavoro e ambiti semi-pubblici, che anche attraverso la creazione di servizi che migliorano la qualità della vita lavorativa riflette e stimola il dinamismo dell'azienda
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SCHEDA Località San Pier Niceto (ME) Anno di realizzazione 2006-2009 Committenza Simone Gatto sas Progetto Urban Future Organization Team Claudio Lucchesi, Andrew Yau, Francesco Giordano, Vendula Zimanglova, Anna Liuzzo, Carmela Notaristefano.
Ingegneria strutturale Ignazio Faranda Climatizzazione Daikin Superficie totale 1.285 mq Volumetria totale 5.260 mc Area sistemata a giardino 5.000 mq
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SPECIALE SICILIA
ANDREA CAPORALI_Studio Omphalos Nato a Enna nel 1974 e laureato in architettura presso l’Università degli Studi di Palermo, dal 2003 svolge attività didattica presso lo stesso Ateneo e l’Università Kore di Enna. La sua attività di ricerca è focalizzata sulla centralità del progetto architettonico nel contesto urbano e territoriale e riserva un’attenzione particolare all’architettura per la liturgia, con progetti che ricevono premi e menzioni, e alle tematiche della progettazione legate al paesaggio. Organizza anche eventi culturali di livello internazionale legati all'architettura e alle arti visive. Nel 2007 fonda con l’architetto Maurizio Campo lo studio Omphalos, con sede a Enna, di cui nel 2010 entrano a far parte anche Roberta Andaloro, agronomo, e Gianluca Ferraro, architetto. Oltre che di architettura e paesaggio, lo studio si occupa di ingegneria con l'Ing. Giuseppe Cristaldi, di sicurezza con Anna Dantoni, e di formazione professionale in collaborazione con Eureka Engineering, l'unico centro di formazione ufficiale Autodesk e Adobe in Sicilia. www.omphalosarchitettura.it
STAZIONE PER BUS A IDROGENO A MESSINA
LABORATORIO AMBIENTALE Un progetto pilota commissionato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dall’Istituto di Tecnologie Avanzate Nicola Giordano di Messina
Nelle fotografie di Santo Eduardo Di Miceli alcune immagini della nuova struttura per la manutenzione, il rifornimento e il ricovero di un autobus a idrogeno a Messina. La vocazione ambientale del progetto di ricerca del CNR si riflette nelle scelte architettoniche e nelle soluzioni costruttive e paesaggistiche di Omphalos.
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La struttura progettata dall’architetto Andrea Caporali e dall’agronomo Roberta Andaloro di Omphalos a servizio di un autobus cittadino alimentato a idrogeno, un progetto di ricerca dell’ITAE, viene inaugurata in questi giorni alla presenza del Ministro dell'Ambiente. Il complesso è costituito da una serie di piccoli edifici che assolvono diverse funzioni: un deposito per l'idrogeno, un elettrolizzatore e uno spazio nel quale verrà collocata una colonnina per l’erogazione dell’idrogeno. Questi volumi, di diversa sagoma e dimensione, sono stati unificati e protetti da un’unica grande copertura, predisposta per l’installazione di membrane fotovoltaiche di ultima generazione, sorretta da una serie di pilastri cruciformi realizzati con profili scatolari in metallo successivamente coperti da pannelli di rivestimento in Dibond (un composito di alluminio) imbullonati su alette di ancoraggio appositamente predisposte. I prospetti degli edifici sono stati rivestiti da un sistema di facciata ecosostenibile composto da una serie di doghe ottenute dalla miscelazione di residui di legno e polimeri
zione tipiche dell’ambiente mediterraneo: Phoenix dactylifera, Yucca rostrata, Aeonium arboreum, Echinocactus grusonii, Aloe marginata, Ferocactus stainesii, Cleistocactus strusii, Agave verde, Aloe ferox, Euphorbia milii e altre essenze xerofite. In relazione con il valore paesaggistico dell’area, il progetto della pertinenza esterna ha tenuto conto del duplice rapporto che questa struttura avrà con la zona d’ingresso della sede del CNR da un lato e con il waterfront dello stretto di Messina su quello opposto
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SCHEDA Località Messina Anno di realizzazione 2013 Committente CNR_ITAE di Messina Progetto architettonico Arch. Andrea Caporali Progetto paesaggistico Dr. Agr. Roberta Andaloro Collaboratore Gianluca Ferraro Impresa Salvatore Maione srl
Parcheggio autobus
Seduta
Pertinenza esterna
termoplastici, riciclabili al 100% e a manutenzione zero. Il progetto include anche una pertinenza esterna utilizzabile per meeting e presentazioni a scopo didattico della tecnologia ad idrogeno. Nell’ottica della sostenibilità ambientale, anche la progettazione paesaggistica dell’area verde prevede l’utilizzo di essenze che richiedono un basso apporto idrico e di manuten-
Area manovra autobus e parcheggio
Parcheggio
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SPECIALE SICILIA
Renato Arrigo
VILLA UNIFAMILIARE A MESSINA
NON OMOLOGATA La villa si distacca dagli stilemi locali che caratterizzano le abitazioni della zona residenziale dove sorge, adottando un linguaggio universale più vicino alla cultura dei committenti
Nella foto sopra la villa vista dal parco; a sinistra, dall'alto: il terrazzo affacciato sulla città e sullo Stretto; la scala schermata da un pannello in vetro; scorcio dello spazio a doppia altezza a piano terra (sotto, la relativa pianta) (foto ©Maria Teresa Furnari).
Quando Renato Arrigo incontra l’antico compagno delle elementari il cantiere è già in corso, ma lo schema tradizionale non appaga i desideri dell’amico, siciliano come Arrigo ma che nel frattempo ha sposato una donna straniera. Si vorrebbe abitare per intero la bellezza del luogo, dentro e fuori casa, godere delle viste straordinarie sullo Stretto e la vicina Calabria, farsi accarezzare, o abbagliare, dalla luce delle diverse stagioni. Per forza di cose il nuovo progetto prende corpo quasi in corso d’opera, se ne discute tra i muri e i pilastri già eretti. Dagli schizzi Arrigo passa velocemente agli esecutivi e trasforma anche travi e pilastri. Interviene sulle aperture e definisce la facciata con moduli in legno di grandi dimensioni che insieme al bianco dell’intonaco e al vetro dei parapetti conferiscono alla casa un’impronta non convenzionale. Lavora sugli inter-
ni con rigorosa pulizia. Particolari oscuranti scorrevoli “rasoparete” schermano quando necessario le aperture, altrimenti a soli vetri che portano all’interno, come quadri, i migliori scorci del paesaggio. Giochi di vuoti nei doppi livelli dell’ingresso e dello studio amplificano gli effetti della luce naturale sugli ambienti. Il parco, che con le essenze del luogo smorza i tratti contemporanei dell’involucro, diventa un’estensione dell’abitazione, con percorsi studiati rispetto all’orografia del lotto e installazioni outdoor che rendono godibili i punti più panoramici. Lo studio della luce assume particolare importanza anche in esterno. Arrigo “annega” faretti a incasso nella resina cementizia del grande terrazzo e nei percorsi che collegano esterno e piano cantinato, abbinandoli a faretti da esterno monoe bi-direzionali. Il risultato non è solo un edificio ma un’amicizia ritrovata e la riscoperta di un linguaggio comune, come quello insegnato a scuola dal vecchio maestro, arricchito da quarant’anni di esperienze diverse, ricongiunte dalla sicilianità
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SCHEDA Località Messina Anno di realizzazione 2013 Superficie coperta 500 mq circa Progetto Arch. Renato Arrigo Direzione dei lavori Arch. Renato Arrigo Impresa Alveario Infissi e scuri Mendolia serramenti Vetri Cometa Vetri di Aldo Muscarà Parquet Onofrio Dell'Acqua Cementizio terrazze Comi Salvatore
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Dopo la laurea in architettura nel 1986 all’Università di Reggio Calabria, Renato Arrigo apre il proprio studio a Messina dove mescola passione e impegno quotidiano per una committenza privata e pubblica, con un approccio riduzionista che gli è valso apprezzamenti critici, il premio intitolato a G. B. Vaccarini Quadranti di architettura 2010 e il premio PIDA per l’architettura alberghiera nel 2012. All’opera anche su prototipi di industrial design e progetti di comunicazione pubblicitaria, Arrigo ha partecipato a mostre a Parigi, Barcellona, Riyadh. www.renatoarrigo.com
SICILIANI UNDER 40 Pubblicata lo scorso anno, questa ricognizione (l’unica, ci pare) dei migliori progettisti siciliani nati dopo il 1972 testimonia una realtà vitale e complessa che supera gli stereotipi regionali e si afferma come caso unico nel panorama architettonico italiano, conservando un forte legame con il territorio anche quando oltrepassa i confi ni fi sici dell’isola per affermarsi in altri contesti nazionali. 30<40 A cura di Diego Barbarelli. Luigi Prestinenza Puglisi, Francesco Trovato Editore LetteraVentidue Edizioni - 200 pp - euro 18,00
COSTRUIRE IN SICILIA
Edilizia privata in Sicilia Autore Giuseppe Monteleone Editore Dario Flaccovio 1118 pp - euro 58,00
Giunto ormai all’8^ edizione, quest’imponente volume costituisce la prima raccolta dettagliata di dati tecnici, nozioni pratiche e riferimenti tecnicigiuridici in materia urbanistica e edilizia specifi ca del territorio siciliano. Redatta con un linguaggio chiaro dall’architetto e urbanista Giuseppe Monteleone, si articola in tre sezioni distinte: una prima parte dedicata alle opere edilizie minori non soggette a permessi da parte dell’amministrazione comunale, una seconda alle trasformazioni urbanistiche ed edilizie del territorio e infi ne, un questionario del tecnico e appendici legislative.
Paesaggi culturali
STORIA E ARCHITETTURA COME LA PROGETTAZIONE CONTEMPORANEA PUÒ VALORIZZARE IL NOSTRO PATRIMONIO STORICO MONUMENTALE E INSTAURARE NUOVI LEGAMI CON IL PASSATO
Sono poche le realtà che presentano una stratificazione storica così vasta e complessa quanto l’Italia, territorio in cui spesso il progetto contemporaneo viene percepito come elemento di rottura, alieno se non addirittura una minaccia al patrimonio storico, culturale e ambientale. Mariagrazia Leonardi, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Catania, esplora in questo volume le relazioni tra presente e passato in alcune aree del bacino del Mediterraneo, dedicando un’attenzione particolare alla lettura e alla ricostruzione della storia del paesaggio e ad alcuni esempi di valorizzazione ambientale, urbana e architettonica condotti o in corso di realizzazione negli ultimi anni in Sicilia. Il tema del rapporto tra progetto contemporaneo e memorie del passato viene analizzato alle diverse scale, offrendo al contempo alcune strategie per la riqualificazione delle permanenze che tengano conto delle esigenze imposte dallo sviluppo territoriale e urbano odierno.
Il progetto della memoria A cura di Mariagrazia Leonardi Editore Gangemi Editore 256 pp euro 28,00
Là dove domina la tensione volumetrica, segnata dal piccolo patio d’ingresso, ha inizio l’esperienza spaziale data dall’aggregazione geometrica dei tre quadrati planimetrici. Influenzato dalle preesistenze naturali del lotto, il progetto, guarda a queste, come risorse per aumentare la vivibilità dell’ambiente interno affidando all’elemento trasparente dell’infisso il raggiungimento del benessere. I sistemi adottati per le ampie vetrate (taglio termico Schuco AWS 65 e ASS 50) contribuiscono ad ottenere un’elevata efficienza prestazionale generale dell’unità abitativa, favorendo la penetrazione della luce e assicurando il miglior isolamento termico. www.sicilcima.it
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©satoarchitetto
Volutamente contemporanea, ed immersa nello splendido paesaggio etneo, casa a, dell’arch. Sebastian Carlo Greco, fa della continuità visiva tra l’articolato spazio interno e l’orizzonte esterno, il suo punto di forza.
SPECIALE SICILIA
CASA "A" AD ACIREALE
CANDIDE GEOMETRIE Una successione di volumi squadrati instaura un dialogo con il panorama esterno per mezzo di ampie aperture vetrate
Sopra, vista d'insieme della villa e, qui a fianco, l'ingresso dall'esterno e dall'interno, con il patio quadrato che amplifica lo spazio (foto ©satoarchitetto).
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Posta sulla parte alta di un lotto verde, la casa gode una vista panoramica, dominata a ovest dalla presenza maestosa dell’Etna e rivolta verso la costa ionica a est. Il linguaggio architettonico dichiaratamente contemporaneo della costruzione intende instaurare una stretta relazione con il luogo in cui s’inserisce, cercando di amplificare il rapporto con la luce e i colori del paesaggio circostante. L’edificio nasce dalla revisione di un progetto precedente e ne conserva l’impianto planimetrico, con tre quadrati sfalsati tra loro che dettano la disposizione degli ambienti nel piano a quota giardino e nel primo livello. In alzato l'edificio è caratterizzato da una gerarchia dei volumi che segue la geometria di base, con il corpo posto a sud che presenta una sola elevazione fuori terra e i restanti volumi su due livelli. L'ingresso della casa si colloca nel punto di maggior compressione geometrica dei volumi, con un telaio in cemento armato che delimita un piccolo patio quadrato amplificando lo spazio interno d'accoglienza. La cromia bianca delle pareti esterne è interrotta unicamente dal color legno del volume aggettante, caratterizzato da un rivestimento brise-soleil a lamelle verticali
posto a sud-ovest del corpo più alto. Ulteriori interventi di colore sono rappresentati dalle finiture orizzontali dei pavimenti dei terrazzi e dalle soglie in pietra lavica grezza dei varchi e delle copertine dei muri. Le ampie aperture vetrate garantiscono una continuità tra gli ambienti interni e il giardino con grandi pini e querce.
Caratterizzato dalla continuità spaziale della zona giorno, l’interno è segnato da una doppia altezza che dilata lo spazio in verticale e dalla continuità materica delle superfici grigie del pavimento. Il candore delle pareti è interrotto unicamente dalla scala metallica di colore rosso che connette il piano terra al primo e dai toni caldi della zona notte, più intima e frammentata
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Sotto, la pianta del piano terra e la sezione al punto indicato in pianta. A destra altre due immagini degl iinterni (foto ©satoarchitetto).
Studio Greco Architetture Sebastian Carlo Greco (Catania, 1981) dopo la laurea in Architettura a Siracusa e alcune collaborazioni, tra cui quella con l’architetto Giovanni Romeo che gli vale una menzione a Quadranti d’Architettura 2009, premio G.B. Vaccarini, apre nel 2010 il proprio studio ad Acireale. Nel 2011 il Comune lo incarica della progettazione dei servizi per un parco lineare ciclo-pedonale lungo il tracciato di una ferrovia dismessa. Con il progetto di Casa A nel 2012 entra nella selezione 30<40 di Luigi Prestinenza Puglisi. Attualmente segue progetti di edilizia residenziale privata e i lavori di riqualificazione di Villa Belvedere su incarico del comune di Acireale. http://europaconcorsi.com/authors/2144648452
SCHEDA Località Acireale, CT Anno di realizzazione 2012 Superficie 600 mq Progetto architettonico Arch. Sebastian Carlo Greco
Progetto strutturale Ing. Salvatore Patanè
Importo lavori 600.000 euro Infissi SicilCima srl
I due collegamenti verticali della casa: la scala rossa in metallo del soggiorno e, a destra, quella che conduce al piano interrato (foto ©satoarchitetto).
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SPECIALE SICILIA
COUNTRY BOUTIQUE HOTEL SULLA COSTA ORIENTALE
SOSTA IN CAMPAGNA Sopra, i diversi corpi, antichi e contemporanei, si possono osservare in sequenza, dalla casa padronale, sul fondo (un dettaglio del tipico intonaco della zona qui sotto), ai locali agricoli ai nuovi volumi vetrati che affacciano sul giardino.
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In una tenuta di 13 ettari misurati innesti contemporanei trasformano gli spazi per regalare luce, silenzio e benessere ai viaggiatori A nord di Catania, poco distante dalla costa ionica, la campagna di una volta diventa un hotel per pochi ospiti: nove in totale le camere, distribuite tra l’antica casa padronale, l’edificio in passato destinato alla conservazione del vino e il parco, all’interno di un solido minimale caratterizzato da grandi vetrate, grigio all’esterno e interamente rivestito in pietra lavica all’interno. Al primo piano dell’antica casa padronale sono state ricavate quattro camere con alte coperture a volta e grandi aperture, con infissi in legno di castagno, affacciate sul mar Ionio da una parte e sull’Etna dall’altra. Il candore delle pareti e degli arredi realizzati su misura domina gli ambienti, che presentano pavimenti in doghe di legno di rovere, rivestimenti in grandi lastre di pietra lavica ed elementi di design contemporaneo. Sullo stesso livello della casa padronale e rivolta verso il panorama dell’Etna, una suite è composta dai due ambienti del living e della camera da letto con il bagno racchiuso in un cubo di vetro. Sempre al primo piano, la grand suite gode di una splendida vista del mare e del golfo di Taormina grazie all’ampia terrazza rivestita in pietra bianca con para-
petto in vetro. Quest’area di 100 mq include due camere da letto, una sala lettura arredata con chaise longue e il living con camino adiacente incorniciato da grandi lastre di pietra lavica rifinita a “occhio di pernice". La cantina e l’antico palmento, dove in passato avveniva la pigiatura dell'uva per produrre il mosto riposto in grandi vasche, è stata ripristinata e trasformata in ristorante e lounge-bar. Il recupero ha lasciato a vista la dura pietra delle pareti, le basole di pietra lavica levigate dal tempo, la sequenza delle
Studio Archiline Antonio Iraci (Misterbianco, 1961) si laurea nel 1988 presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria e nel 1989 fonda lo studio Archline. Nel gestire l’intero processo di creazione dall’ideazione al cantiere, lo studio si occupa di edilizia residenziale privata, opere commerciali, industriali e pubbliche, strutture ricettive e di design industriale. Nel corso della sua vasta attività professionale ha realizzato architetture a piccola e grande scala, sperimentando una nuova concezione estetica attraverso segni di puro minimalismo che hanno por tato lo studio ad acquisire numerose commesse in Italia e all’estero. Al momento sono in corso progetti e realizzazioni di residenze in Sicilia, Puglia, Lombardia, Veneto e Serbia. Dello studio fanno par te anche l’architetto Carla Maugeri (Catania, 1978) responsabile di progetto dell’hotel Zash, e cinque professionisti.
Sotto, piante della casa padronale e, dall'alto: i nuovi volumi contemporanei; bagno e zona living di una delle suite; il torchio nell'ambiente dove è stato ricavato il ristorante.
volte a crociera in calce e pietra pomice, le vasche e il torchio con la pesante trave pressante ottenuta da un albero di quercia. Due distinti ambienti sono destinabili a incontri: un’area più ampia per un numero massimo di 50 ospiti è situata nel vecchio palmento e include una zona bar con accesso diretto al giardino, mentre un altro spazio più intimo e riservato è stato ricavato al piano terra della casa padronale per piccoli incontri o colazioni di lavoro, con un foyer adiacente da cui si accede alla terrazza con vista sul mare. In questo ambiente fitness significa semplicemente, come un tempo, godere del parco, del silenzio e dell’aria, di corsa o semplicemente
camminando, ma al termine della passeggiata gli ospiti più “sportivi” incontreranno comunque un’area stretching attrezzata
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SCHEDA Località Archi – Riposto (CT) Progetto Country Boutique Hotel Zash Committente privato Anno di progetto/Realizzazione 2009/2012 Superficie del lotto 130.000 mq Superficie coperta 600 mq Progetto Archline: Arch. Carla Maugeri, Arch. Antonio Iraci
Direzione dei lavori Arch. Antonio Iraci
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SPECIALE SICILIA
UNA VILLA A SAN GREGORIO
MARE MINIMALE Bianco, blu e azzurro: mediati dalla luce e dal rigore delle linee, i colori fondono esterno e interno in questa residenza con piscina alta sul mare Distribuita su più livelli, la villa è progettata secondo un rigoroso schema geometrico caratterizzato da tagli orizzontali e dall’alternarsi di superfici piene e trasparenti. L’ingresso colpisce per il candore totale delle pareti e l’ampiezza degli spazi, che si dilatano nell’area living e si sviluppano nei tre diversi ambienti della cucina, della zona convivio-salotto e della sala da pranzo. Gli ambienti risultano completamente aperti sul panorama rivolto verso il mare grazie alle ampie aperture vetrate e al continuum visivo dettato dalla pavimentazione in gres
chiaro, a cui si contrappongono i toni scuri del pavimento in listelli di legno della zona solarium attorno alla piscina e della terrazza panoramica. Il nucleo interno della villa è caratterizzato da una torre in vetro attorno alla quale si avvolge una scala con gradini sospesi ricoperti in corian grigio. La scala conduce alla zona notte con la stanza padronale il cui letto è rivolto verso la grande vetrata della terrazza. La camera è stata realizzata con arredi dalle tonalità monocromatiche costruiti su misura per non interrompere il senso di continuità con le forme architettoniche. Nel bagno, concepito come una spa, una grande vasca incassata nel pavimento e un’ampia cabina doccia
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SCHEDA Località San Gregorio (CT) Anno di realizzazione 2008-2011 Committente privato Progettazione e direzione dei lavori arch. Antonio Iraci
Strutture studio Archline Superficie 218 mq Impresa di costruzione Avellino Serramenti Sicilcima Sopra il titolo, lo spazio a doppia altezza aperto sul grande terrazzo (a destra) e sulla piscina; a sinistra, uno scorcio dall’ingresso (foto© Mario Bucolo).
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SPECIALE SICILIA
SOA_SPAZIO OLTRE L'ARCHITETTURA I giovani di SOA. Da sinistra in senso orario: gli architetti Eleonora Bonanno e Maria Manuli, gli ingegneri Francesco Puglisi, Alessandro Tabuso, Alberto Marletta e Maria Elena Mazzaglia, l'architetto Valeria Spampinato. Età media: 32,8 anni.
Lo studio associato nasce a Catania nel 2012 dall’iniziativa di sette professionisti, ingegneri e architetti under 35 che credono nella filosofia e nella cultura del confronto e della collaborazione. Intenzionati a far convergere le proprie esperienze universitarie e lavorative all’interno di una “bottega”, i giovani progettisti decidono di riunirsi e realizzare uno Spazio Oltre l’Architettura dove poter coltivare e condividere le loro molteplici passioni e allargare il campo d’azione. SOA è un luogo d’incontro tra competenza e creatività per avvicinare il ruolo dell’architetto e dell’ingegnere alla collettività. Lo studio diventa così officina di idee in cui architettura, fotografia, pittura, comunicazione, arte e grafica confluiscono in un unico contenitore. www.soaassociati.eu
SOA_SPAZIO OLTRE L’ARCHITETTURA A CATANIA
LO STUDIO IN VETRINA Sette giovani professionisti trasformano il proprio studio di progettazione in officina creativa aperta al pubblico e alle contaminazioni artistiche Il progetto SOA_Spazio oltre l'Architettura nasce per rivoluzionare il concetto tradizionale di studio trasformandolo da luogo riservato in spazio aperto: un open space al piano terra di un complesso storico catanese nel quale, oltre alle attività di progettazione, si svolgono iniziative culturali aperte legate al mondo dell’arte e della formazione che spesso danno vita a forme di coinvolgimento attraverso eventi e installazioni in luoghi pubblici. Lo studio di progettazione diventa laboratorio, luogo di pensiero e di manualità, punto d’incontro e di contaminazioni creative aperto. L'intervento ha messo in risalto le qualità dello spazio: grande luminosità, linee pulite e assenza di vincoli distributivi. L’ambiente si articola in due aree principali: una zona operativa e una sala riunioni, separate unicamente da una grande libreria che assicura continuità allo spazio. Accanto ai due ambienti principali sono presenti piccole aree di accoglienza, consultazione ed esposizione con arredi mobili per la massima flessibilità e poliedricità. Nella zona operativa una sottile lastra riduce l’altezza del soffitto e accoglie corpi illuminanti simili a tagli di luce. A questa linearità si contrappone, come un'esplo[ 56 ]
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sione, l’installazione luminosa della zona riunioni, formata da cinque elementi geometrici di diverse misure, realizzati a mano in legno e carta, dalle tinte naturali, alcuni sospesi altri appesi al soffitto, che interrompe il rigore formale dell’ambiente. Una contrapposizione anche cromatica tra la zona di rappresentanza, nera, e quella operativa, bianca
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Nelle foto, alcune immagini dello spazio catanese di SOA, luogo aperto alle contaminazioni culturali dove oltre all'architettura, all'ingegneria e agli oggetti si progettano nuove forme di socialità. Luci Light Design.
SCAU Studio Fondato nel 1980 come studio consociato di progettazione architettonica e urbanistica dall’ingegnere Angelo di Mauro e l’architetto e ingegnere Angelo Vecchio (Santa Venerina, 1955), nel 2000 si rinnova in Scau Studio Srl come società di progettazione integrata per l’architettura e l’urbanistica. Nel 2001 vengono associati in qualità di partner l’architetto Koncita Santo e il geometra Alfio Cavallaro e dal 2002 la società adotta il Sistema Classificazione Qualità ISO 9001. Con un approccio di tipo multidisciplinare e un team di professionisti specializzati, lo studio ha affrontato negli anni le più svariate tipologie d’intervento sia privato che pubblico nei settori dell’architettura, del restauro, dell’arredamento e del paesaggio, unendo all’esperienza maturata sul campo le più innovative ricerche tecnologiche. Scau Studio ricerca una costante integrazione tra le opere e il paesaggio circostante, attraverso la profonda comprensione del patrimonio locale e degli elementi che lo caratterizzano, integrandoli con tecnologie sostenibili che minimizzino l’impatto ambientale. www.scau.it
NUOVI PAESAGGI SICILIANI Un caso esemplare dell'approccio dello studio al patrimonio storico architettonico locale Rocca delle Tre Contrade è una dimora padronale posta ai piedi dell’Etna e la sua posizione panoramica abbraccia con lo sguardo l’intera costa jonica. Il progetto di recupero ha conservato l’originaria conformazione architettonica con i suoi elementi tipologici, formali e strutturali, eliminando le improprie alterazioni accumulatesi negli anni. La serie di interventi progettuali ha consentito di trasformare il vecchio edificio in hotel di charme, con 12 suite ciascuna diversa dall'altra sia nelle funzioni che negli spazi. Il vecchio palmento accoglie ora gli ampi spazi del soggiorno e gli ambienti con vista panoramica per ricevere gli ospiti. La cantina è stata trasformata in uno spazio a doppia altezza volutamente moderno e segnato dalla presenza di un setto in cemento armato faccia a vista. Qui il soppalco, che ospita la zona pranzo e la cucina, risulta staccato dalla struttura esistente con punti d'affaccio Sopra, Rocca delle Tre Contrade, circondata da agrumeti; a sinistra dall'alto, la piscina a sfioro realizzata su uno dei terrazzamenti, e una vista degli spazi ricavati nel palmento, ora adibito a laboratorio gastronomico (foto ©Moreno Maggi)
e scorci prospettici. Il nuovo programma include un laboratorio gastronomico con annessi servizi e dispense e la vecchia cisterna, adeguatamente restaurata, accoglie la raccolta di vini della casa. Lo spazio esterno con gli antichi terrazzamenti, gli agrumi e le maestose essenze arboree è stato interamente recuperato e arricchito da una serie di percorsi di risalita che consentono di raggiungere più agevolmente l’ampia terrazza a basamento del palazzo. Uno dei terrazzamenti, un tempo a limoni, è stato trasformato in una suggestiva vasca in cui l’acqua sfida il vuoto grazie a un sistema a sfioro nascosto nel muro retrostante in pietra lavica, confondendosi con l’azzurro del cielo e del mare all’orizzonte
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ROCCA DELLE TRE CONTRADE Località Acireale (CT) Anno di progetto/completamento 2007/2012 Progetto e direzione artistica SCAU Studio:
Angelo Vecchio, Angelo Di Mauro, Koncita Santo, Alfio Cavallaro
Collaboratori Antonella Virzì, Rosa Strano Strutture Carmelo Lanzafame Direzione lavori Francesco Greco Progettazione impianti Enrico Greco Imprese edili Ediltecnica Restauri srl, Salvatore Messina srl, Carmelo Messina srl
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SPECIALE SICILIA
PALAZZO MUNICIPALE DI ZAFFERANA ETNEA
NEL SEGNO DELLA STORIA Un intervento di restauro e ampliamento condotto nel segno di un grande rigore formale e di una corretta rilettura stilistica delle preesistenze storiche Il riuscito connubio tra storico e contemporaneo del palazzo comunale di Zafferana Etnea (in alto) trova riscontro anche nella sistemazione della piazza confinante a sud (sotto) (foto ©Giovanni Chiaramonte).
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Il progetto di recupero e ampliamento del palazzo municipale di Zafferana Etnea, danneggiato dal sisma del 1984, è stato orientato principalmente sull’eliminazione dei corpi aggiuntivi e di una incongrua sopraelevazione realizzata negli anni ‘60, nonché delle ambiguità formali derivanti dai diversi interventi che si sono succeduti nel tempo. L’intervento consta di due fasi
distinte ma intrinsecamente connesse: il restauro e la ristrutturazione, con una chiara distinzione tra il nuovo e l’esistente. Per salvaguardare l’identità storica dell’edificio, nella prima fase di restauro è stato riproposto il sistema costruttivo impiegato in origine e i materiali tradizionali, sia per i rivestimenti che per le finiture. L’intervento di ampliamento invece è stato
incentrato sulla definizione di nuovi volumi congruenti con l’esistente in modo da garantire l’omogeneità funzionale. La ristrutturazione ha comportato la ridefinizione dello spazio interno secondo le attuali esigenze. La nuova distribuzione infatti soddisfa le esigenze operative degli uffici senza interferire con il carattere originario degli spazi interni restaurati. L’elevata altezza degli ambienti voltati nella porzione esistente ha consentito, in fase di ampliamento, di raddoppiare il numero dei piani e di aumentare conseguentemente la superficie a disposizione per gli uffici. Le aperture dei nuovi corpi sono generate dalla necessità di uniformarsi con il manufatto esistente: il raddoppio binato dei livelli rispecchia nelle dimensioni quello delle grandi vetrate della facciata principale e risulta contenuto all’interno di un sistema finestrato che maschera i nuovi solai. Gli spazi interni del vecchio edificio assolvono prevalentemente la funzione di rappresentanza mentre nella nuova ala sono stati allocati i vari settori dell’amministrazione del Comune. Perimetrata da corridoi
di distribuzione, la corte centrale offre una ricca serie di scorci visuali che permettono una lettura immediata dell’intero edificio. Per le pavimentazioni sono stati utilizzati in larga misura marmi di origine siciliana come il Perlato Sicilia, la pietra di Billiemi, il rosso di Castellammare e la pietra lavica, disposti secondo trame che ne combinano i diversi colori
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SCHEDA Località Zafferana Etnea (CT) Committenza Comune di Zafferana Etnea Anni di progetto/realizzazione 1986-2005/1989-2009 Progetto Angelo Vecchio, Angelo di Mauro con Santi Garagozzo
Superficie coperta 912 mq Volume 11.527 mc
Sopra, focus sull'innesto tra i due corpi del palazzo municipale; sotto, la scala inserita nell'edifiico storico e la nuova grande aula consigliare (foto ©Giovanni Chiaramonte).
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SPECIALE SICILIA
PALAZZO CORVAJA A GIARRE
IL NUOVO NELL’ANTICO Una ristrutturazione condotta nel profondo rispetto di un passato non lontano ma di cui sembrano essersi perse le tracce L’edificio: una vetusta casa baronale. Il progetto: più che un restauro, una nuova costruzione, con la manipolazione degli spazi e dei volumi mediante un approccio dialettico tra preesistenza e nuove strutture, autonome nelle parti e nel linguaggio. L’operazione di trasformazione diventa occasione di indagine approfondita sui caratteri originali di questa residenza un tempo rurale ma ormai inglobata nel tessuto urbano, un’operazione di riqualificazione attuata attraverso la demolizione di alcuni corpi di fabbrica e di superfetazioni più recenti. La configurazione dell’insieme avviene mediante la creazione di un’articolata successione di spazi esterni, conformati a patio, vere “stanze” all’aperto definite ciascuna da forti presenze: la cappella, la fontana, il pozzo, la palma, e con la realizzazione di alcuni nuovi manufatti lungo il perimetro degli stessi. La scala interna viene demolita e con gli [ 60 ]
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In alto, nella foto grande l'ingresso di Palazzo Corvaja e nelle altre immagini, vista da nord-est e la piscina coperta nel nuovo corpo costruito a sud (Foto ©Giovanni Chiaramonte).
A sinistra, la planimetria dell’intervento.
SCHEDA Località Giarre (CT) Anno di realizzazione 2004-2009 Committente privato Progettazione e direzione lavori Angelo Vecchio, Angelo di Mauro
Collaboratori Alfio Cavallaro, Perla Maria Fiamingo, Marco Giannetto, Caterina Piro, Antonella Virzì
Progettazione paesaggistica Angelo Vecchio, Ermanno Casasco
Strutture Carmelo Lanzafame Progettazione Impianti
Salvatore Gregalli, Orazio De Gregorio
Superficie lotto 7.500 mq Superficie coperta 710 mq Volume 5.300 mc Impresa
Cogif srf - Franco Scavo, Sebastiano D’Aquino
Realizzazione giardino Leone Gardening
stessi marmi ricostruita in un altro vano di pari dimensioni, creando una distribuzione dell’insieme più consona a moderni standard di vita. Il primo piano viene destinato esclusivamente alla zona notte (ribaltando in parte l’organizzazione di questo tipo di edifici in cui la residenza padronale era confinata al primo piano); il piano terra, nel suo rapporto immediato con l’esterno, accoglie gli ambienti diurni; la cantina, nel suo spazio quasi basilicale, viene trasfor-
mata in un grande soggiorno. Nuovi volumi, sottolineati da un intonaco grigio chiarissimo tendente al bianco, nettamente diverso dal rosso dell’edificio principale, accolgono verso nord la zona servizi, il garage e sull’altro lato la piscina coperta, che con il suo volume chiude la quinta verso il confine sud. La preesistenza e il paesaggio diventano luoghi fisici a cui rapportarsi, ambienti esterni fortemente connotati, oggetto di contemplazione, visibili attraverso infissi realizzati con sapienza artigianale. L'intervento ha dedicato grande attenzione al progetto dello spazio verde, dal disegno planimetrico alla cura nella scelta delle essenze arboree. Il parco trova il suo momento di maggiore enfasi nell’area antistante il prospetto principale della residenza. Qui, allo spazio geometricamente modulato, fa riscontro il gorgoglio dell’acqua delle fontane, che anima l’intero ambiente
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A sinistra, due immagini dei nuovi corpi e del passaggio pergolato che li collega; a destra immagini del parco che circonda la villa, oggetto di un approfondito progetto del paesaggio. La valorizzazione degli esterni ha preso spunto dalla presenza di elementi fortemente connotati, vere e proprie "stanze all'aperto" inserite nella proprietà (Foto © Giovanni Chiaramonte).
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SPECIALE SICILIA
CASA LRG A GIARRE
ALL’OMBRA DEL PATIO Una villa unifamiliare su doppia elevazione rivisita con rigore contemporaneo l’antica tipologia dell’edificio a corte In alto, il portico che si sviluppa intorno all'ulivo; sotto, l'ingresso dalla strada e il fianco nord, circondato dal giardino (Foto© Moreno Maggi)
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Dominato dalla presenza di un grande ulivo, il patio diventa fulcro dell’intera abitazione ed è collegato visivamente e fisicamente agli ambienti interni grazie alle ampie vetrate presenti sia nella zona giorno che nella zona notte. Attraverso un lungo pergolato, dalla strada si
accede all’ingresso, scandito da un’alta vetrata continua che segna la doppia altezza della zona giorno. La distribuzione degli ambienti avviene su un unico livello ad eccezione dell’area relax, accessibile dalla camera matrimoniale, e della biblioteca-studio, che si affaccia sulla
zona living. La presenza di un camino vivacizza il soggiorno della zona pranzo, adiacente alla cucina, e si connette ad un secondo camino nel portico sulla corte interna. Gli spazi esterni si sviluppano su livelli differenti e sono tra loro collegati da un’ampia scala. Il gioco di
SCHEDA Località Giarre (CT) Anno di realizzazione 2008-2012 Committente privato Progettazione e direzione dei lavori Angelo
Vecchio, Angelo Di Mauro, Koncita Santo, Alfio Cavallaro
pieni e vuoti, luce e ombra scandito dai diversi volumi si sviluppa ulteriormente nella scelta dei materiali di finitura, utilizzati sempre secondo una logica di contrasto visivo e tattile che contrappone la pietra bianca alla pietra lavica, l’acciaio al legno, i marmi al parquet
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Collaboratori Perla Maria Fiamingo Strutture Carmelo Lanzafame Superficie del lotto 1.300 mq Superficie coperta 152 mq Volume 1.513 mc Sopra, dai piedi della scala esterna che collega le diverse quote del giardino la porzione di edificio che accoglie la zona notte appare come una moderna torre (Foto© Moreno Maggi)
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SPECIALE SICILIA
MIXED USE IN CENTRO A CATANIA
IL PIANO INCLINATO Come la città, anche l'edificio, con le linee diagonali in facciata che ne riflettono l'orografia, sembra correre verso il mare
Sopra, il nuovo blocco residenziale in centro a Catania si adatta alla pendenza del sito, sottolineandola con ampi parapetti-fioriera bianchi che corrono esternamente alla parete ventilata della facciata principale. Sotto, una sezione dell'edificio (foto ©Valerio D'Urso).
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Il progetto dell’architetto Salvatore Puleo nasce dalla sperimentazione per conferire un’immagine esclusiva a un semplice blocco residenziale, nel pieno centro di Catania, destinato a ospitare botteghe e appartamenti. La posizione del lotto si rivela adatta allo scopo, perché l’intero prospetto longitudinale della costruzione affaccia su un’ampia strada in discesa che apre la vista sul mare sovrastando la città. La conformazione del sito e il forte dislivello impongono uno slittamento del blocco costruito, che viene diviso in due corpi adiacenti sfalsati e tra loro collegati.
Il complesso, che occupa una superficie coperta di 600 mq e si sviluppa in altezza per circa 20 metri, assume così una conformazione a C, libera su tutti i lati, che favorisce l’ingresso della luce in tutti gli ambienti. I corpi edificati vengono ricuciti in facciata, quasi con un’operazione “ago e filo”, con la creazione di una trama di linee inclinate che si traducono in parapetti in silicato bianco assoluto, con macchie di verde a coronamento. In posizione arretrata, una pelle in gres metallico dai riflessi cangianti si stacca dal perimetro della costruzione creando una camera di ventilazione per il raffrescamento della facciata rivolta a sud. Nella parte alta dell’edificio, pareti e coperture diventano trasparenti assicurando agli ultimi livelli luce zenitale e una totale apertura verso il mare in lontananza. La distribuzione razionale e funzionale degli spazi prevede diverse tipologie di appartamenti, tutti serviti da collegamenti verticali e ascensori che arrivano sino ai superattici. La scelta delle tecnologie applicate è orien-
tata al contenimento dei consumi energetici, con infissi a taglio termico a elevata tenuta, impianti autonomi, facciata ventilata, pannelli termici e fotovoltaici in copertura. Conformemente all’obiettivo iniziale, le soluzioni formali, i materiali e le finiture esterne conferiscono all’edificio il giusto grado di modernità, interrompendo la continuità di stile del contesto circostante
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Plustudio Appassionato d'arte in tutte le sue forme, subito dopo la laurea l’architetto Salvatore Puleo (1957) inizia a occuparsi di interior design e con un gruppo di giovani nel 2000 esordisce al Salone del Mobile di Milano. Fonda poi il suo Plustudio dove, con l’architetto Angela Catanese, intraprende un percorso verso nuove forme di architettura adottando uno stile, da lui stesso definito minimal baroque, che coniuga la tradizione siciliana alla linearità contemporanea e in cui l'attenta cura dei particolari rende ogni opera unica. Il portfolio dello studio si arricchisce nel tempo di progetti per ristrutturazioni, nuove costruzioni, allestimenti, riqualificazioni di negozi, cliniche, uffici, ville, spazi urbani, musei, alberghi, in Sicilia e sul "continente". Nella foto, Salvatore Puleo e Angela Catanese
A sinistra, le ampie superfici vetrate inondano di luce i superattici, articolati anche su tre livelli, con ampie viste panoramiche sopra la città fino al mare
Dall'alto, ancora tre immagini dell'edificio di Catania: scorcio di un terrazzo: in copertura sono installati pannelli di solare termico per la produzione di ACS e moduli fotovoltaici; una vista di dettaglio dal basso dei parapetti e del rivestimento della facciata principale; in quota gli stessi parapetti-fioriera si distaccano dalle ampie vetrature di facciata a taglio termico
(foto ©Valerio D'Urso).
(foto ©Valerio D'Urso).
SCHEDA Località Catania Anno di realizzazione 2011-2013 Committente Grassi Costruzioni Progetto architettonico Plustudio Superficie coperta 600 mq Serramenti Carriglio
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SPECIALE SICILIA
CASA CONTARINO A CATANIA
SINTESI DEGLI Pratica e poetica dell’architettura nel recupero di un’abitazione dove gli spazi assumono una dimensione spirituale
Pianta del piano terra dell'abitazione di Catania, aperta solo sul giardino interno (nella foto in alto a destra). Nella foto grande, il vuoto a tutt'altezza aperto sui lucernari percorso da una passerella in vetro che non ostacola la discesa della luce; a destra, il giardino e la zona giorno, dove la colorazione della pavimentazione in gres che si richiama la pietra lavica e i mattoni di Giarre creano un ambiente caldo (foto ©Giuseppe Famoso).
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L’intervento, nel cuore di Catania, è l’abitazione privata dell’architetto Santa Contarino, che superando le restrizioni dell’Utc è riuscita a ripristinare, fondendoli insieme, due piccoli corpi di fabbrica che si trovavano in condizioni degradate. Oltre che attraverso l’unica apertura a sud, verso un piccolo giardino interno, e le bucature, opportunamente ampliate e dotate di nuovi infissi in acciaio, l’organismo respira e si nutre della luce zenitale che, proveniente dai nuovi lucernari, scende attraverso uno spazio a doppia altezza non interrotto dalle passerelle-ponte realizzate con struttura in ferro e vetro trasparente. Le aperture contribuiscono, secondo i prin-
foto ©Diana Borinato
Santa Contarino
Sopra, mobile contenitore disegnato dall'architetto; accanto, prospetto-sezione della proprietà (foto ©Giuseppe Famoso).
Laureata presso lo IUAV nel 1987, l’architetto Santa Contarino vive e lavora a Catania. Ispirata dagli insegnamenti di estetica di Massimo Cacciari, fonda la propria metodologia progettuale sulla filosofia, la mitologia e la psicologia. Consolida la parte pratica del “fare” architettura presso un’impresa di Catania e grazie a una collaborazione con l'architetto Giacomo Leone. Segue corsi sul restauro conservativo, la bioarchitettura e la progettazione alberghiera (con Marco Piva presso il Politecnico di Milano) specializzandosi nel campo dell'accoglienza ricettiva: ha curato la ristrutturazione di diverse strutture alberghiere tra cui l'hotel Kore di Agrigento e il Cristal Palace di Palermo e la trasformazione dell’Hotel President di Palermo in Ibis Styles. Per la stessa catena tre anni fa ha realizzato il nuovo Ibis Styles di Acireale.
SCHEDA Località Catania Progettista e committente Santa Contarino Progetto/realizzazione 2004/2007 Superficie complessiva (compresi soppalchi) mq 218 Superficie giardino mq 95 Impresa edile MP Belpasso Pavimenti e arredo bagno Corsaro Sebastiano Srl
OPPOSTI cipi dell’architettura bioclimatica, alla ventilazione naturale e migliorano il dialogo con lo spazio esterno, sul quale si affaccia ora una pensilina calpestabile in vetro e acciaio. L’ambientazione interna gioca con la luce, smorzandola e assorbendola con materiali e colori specifici, come la parete in cocciopesto blu colbalto che al piano superiore circonda i lucernari aperti sullo spazio a doppia altezza; un gioco di linee e di rotazioni geometriche apparentemente casuali ordina in maniera dinamica i vari elementi strutturali e il design dei mobili realizzati su misura; i setti in mattoni artigianali di Giarre creano un ambiente caldo, accogliente e legato alla tradizione. Tradizione ripresa all’esterno svelando e recuperando la tecnica costruttiva delle 'ntoste che caratterizzano l’unica facciata esterna sul giardino: una muratura in pietra lavica intervallata da file di mattoni
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Sopra, nel living della zona notte una scala-libreria realizzata in lamiera su disegno conduce a un soppalco; a destra, al primo piano la parete in cocciopesto blu cobalto smorza la luce zenitale (foto ©Giuseppe Famoso)
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SPECIALE SICILIA
SEDE PIANTE FARO A GIARRE
GREEN BUILDING Scelte architettoniche e bioclimatiche innovative per le funzioni produttive, amministrative e di rappresentanza di una grande azienda florovivaistica Armonizzare le volumetrie specificamente produttive con quelle amministrative e relazionare l’architettura con il contesto circostante: questi gli obiettivi dell'architetto Scannella nell'affrontare la progettazione del complesso aziendale. Agendo in primo luogo sul volume del capannone per connetterlo formalmente alle altre funzioni con una tramatura delle superfici. I classici pannelli in c.a. prefabbricato del corpo industrializzato sono stati trattati come elementi modulari orizzontali sovrapposti dipartentisi però da una significativa zoccolatura intonacata alta quasi 4 metri, operando tagli e allineamenti che ne smaterializzano il più possibile la serialità e riprendendo sui fronti alcuni elementi caratterizzanti l’edificio per uffici, come il sistema di frangisole applicati a filo facciata. Il progetto complessivo presenta in pianta una chiara articolazione delle funzioni: il corpo per gli uffici in parte si adagia all’edificio industriale ma lascia un’ampia zona interstiziale pensata come una grande serra-soggiorno a doppia altezza aperta verso ovest e verso l’Etna. Rifuggendo dalla logica del blocco, gli uffici presentano una planimetria articolata, con fronti composti da macroelementi vetrati, pieni o velati da un grande e continuo pannello frangisole in legno che svolge una doppia funzione, bioclimatica e di elemento ordinatore [ 68 ]
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dei volumi. L’edificio è articolato su tre livelli, con una serra decorativa a piano terra, depositi e archivi al piano interrato e un ampio spazio relax/mensa per il personale nella parte centrale a ridosso di una scala in corten. Questa zona è delimitata verso la scala da una grande parete trasparente che si ripete sui tre livelli e, sul lato opposto, da una vetrata che apporta luce naturale e si affaccia su una vasca-cascata. Al piano terra una grande hall centrale collega due distinte aree funzionali: quella commerciale con uffici chiusi a destra e la zona operativa per la gestione dei carichi e delle attività produttive a sinistra, con uffici trasparenti e convergenti verso una piccola corte interna a doppia altezza sormontata da una vela vetrata. Lo stesso schema si ripete al primo piano, dove è presente anche una sala conferenze affacciata sul mare con una grande terrazza, sulla serra decorativa interna e attraverso questa sulla corte interna e infine verso il paesaggio dell’Etna. Facendo ampio ricorso alle trasparenze, il progetto è andato alla ricerca di un costante scambio tra ambienti interni ed esterni, con grandi superfici vetrate che catturano gli ampi spazi a prato e consentono di focalizzare lo sguardo su alcuni esemplari secolari di olivo e carrubo. Punti luce radenti si confrontano con l’esplosione luminosa dei quattro getti di una vasca-fontana di 100 mq che trasla all’esterno l’impronta della terrazza posta sulla hall d’accesso. I due elementi sono collegati idealmente da un piano in legno di teak presente anche nell’articolato pavimento della serra decorativa.
Giuseppe Scannella Architetto Giuseppe Scannella (Catania, 1953) consegue la laurea in architettura nel 1979 presso l’Università degli Studi di Palermo. La sua attenzione è rivolta alle diverse scale dell'architettura, dall’oggetto all’edificio al sistema urbano. Con il suo studio di Catania si dedica a progetti di restauro, di recupero, di nuove edificazioni e di urbanistica. All’intenso lavoro di studio e progettazione, l’architetto Scannella affianca altre attività di giornalismo, di formazione e la partecipazione a numerosi convegni e seminari. Si occupa inoltre attivamente di politiche per la professione ottenendo riconoscimenti istituzionali in campo territoriale e nazionale. www.scannella.it
Posto a un livello inferiore rispetto alla strada, l’accesso al complesso avviene attraverso due portoni in corten caratterizzati da un disegno di pieni e vuoti. I portoni sono incorniciati da due pareti inclinate in doghe laviche poste tra listelli inox e illuminati, assieme ai loghi aziendali in acciaio scatolato, da luci radenti. Particolare attenzione è stata posta agli aspetti bioclimatici e alla sostenibilità, con il massimo ricorso a materiali a km zero, un attento isolamento dell’involucro, delle fondazioni e delle coperture e accorgimenti progettuali quali il frangisole ligneo e lo spazio interstiziale tra il blocco uffici e la zona produttiva, vera serra bioclimatica in inverno e camino di ventilazione naturale in estate per gli uffici che vi si affacciano. Ventilazione che nei capannoni è invece favorita da aperture a shed motorizzate, mentre il fotovoltaico orientato a sud in copertura copre quasi per intero il fabbisogno elettrico dell’edificio
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SCHEDA
In queste pagine, alcune immagini della sede di Piante Faro. Sopra, la planimetria del sito e, sotto, la sezione del corpo uffici dove questo si affaccia sull'ampia serra bioclimatica che funge da elemento di connessione tra i diversi volumi (foto@Moreno Maggi).
Località Giarre (CT) Anno di realizzazione 2005-2010 Committente Piante Faro di Venerando Faro Progetto e direzione lavori Arch. Giuseppe Scannella
Coordinamento tecnico Noumea Building Consulting srl
Collaboratori ing. N. Ruberto (impianti tecnologici),
ing. A. Distefano (sicurezza), dott. D. Bella (geologo)
Strutture Ing. L. Bosco; Ing. C. Russo Arredi su disegno Ebanisteria Fiorito Opere a verde Piante Faro Superficie complessiva 147.564 mq Superficie edificabile 51.993 mq Superficie parco 7.015 mq Superfici piazzali/parcheggi/viabilità 9.683 mq Superficie coperta edifici 5.095,10 mq Volume edifici 47.828,93 mc
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SPECIALE SICILIA
RESIDENZA PER IL TEMPO LIBERO A PIANO TAVOLA
COME UN PADIGLIONE La piscina diventa la grande platea della zona living, con cui dialoga attraverso le ampie vetrate completamente apribili. I dislivelli presenti permettono di creare una zona notte raccolta Nettamente distinto dal contesto rurale circostante, caratterizzato da muri a secco in pietra lavica che proteggono gli agrumeti, l'intervento, entro un lotto la cui recinzione e la piscina erano preesistenti, si sviluppa su due livelli: un piano "seminterrato" ma interamente aperto su una corte giardino di per-
tinenza grazie alla naturale orografia del terreno, che ospita la zona notte, e il piano terra con la zona giorno che come un podio domina sul grande basamento in cui è collocata la piscina e, grazie alle grandi aperture vetrate, ne amplifica lo spazio esterno prolungandolo visivamente fino all'interno della casa.
Quando nel periodo estivo il clima permette di aprire totalmente gli infissi esterni, la zona living si integra totalmente con la zona solarium ai margini della piscina permettendo una piena fruizione degli spazi. Per quanto riguarda l'aspetto compositivo, è possibile leggere il piano superiore come una grande piastra che si poggia sul podio e, ripiegandosi su se stessa come una sorta di origami, diventa allo stesso tempo parete e copertura. I bianchi gradini che collegano il podio con il basamento sono stati enfatizzati nell'intento di ricreare una sorta di teatro all'aperto rivolto verso la piscina, che costituisce il fulcro attorno al quale si sviluppa l’intervento. La piscina e le opere di recinzione sono frutto di interventi precedenti che seguono un linguaggio differente, al quale si è preferito non fare riferimento
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Sopra, la piscina è elemeno scenografico centrale che regola le scelte relative alle aperture del piano superiore; a sinistra, una vista del giardino raccolto sul quale si apre la zona notte della casa.
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Sebastiano Adragna Architetti Lo studio viene fondato a Catania nel maggio 2011 dall'architetto Sebastiano Adragna (Avola, 1974), laureato nel 2006 presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Catania. Avvalendosi della collaborazione dell'architetto Roberta Perrone e saltuariamente di figure professionali esterne, lo studio si occupa della progettazione di architetture residenziali, sia ex novo che ristrutturazioni, di interior design, di spazi commerciali, showroom e strutture ricettive. www.sebastianoadragna.com
Premio europeo di architettura sacra
SCHEDA Località Piano Tavola, Misterbianco, CT Anno di realizzazione 2012 Committente privato Progetto Arch. Sebastiano Adragna, Ing. Francesco Rapisarda
Corpi illuminanti Light Design Srl, Sant'Agata Li Battiati, CT
Sopra, un render del progetto per il centro parrocchiale di Villasmundo, Melilli (SR) sviluppato come tesi di laurea da Sebastiano Adragna e Alessandro Mauro nel 2006 e vincitore, l'anno successivo, del Premio europeo di architettura sacra bandito dalla Fondazione Frate Sole. Oggi sono in corso le procedure per la realizzazione dell'opera, con grandi porte in bronzo che aprono il lotto verso la città proteggendolo nel contempo dal "rumore" urbano circostante.
Accanto, pianta del lotto e del piano terra. A destra, dall'alto: vista dal giardino dell'involucro opaco che avvolge parete e copertura insieme; una vista notturna del living; lo scalone con parapetto in vetro che collega living e piscina; uno scorcio di un bagno. Sotto, sezione dell'intervento.
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SPECIALE SICILIA
Architettura e poesia
CASA PER LE VACANZE A RAGALNA
PAESAGGI DI PIETRA Sulle pendici sud dell’Etna, un’architettura ispirata alla natura per una residenza di vacanza minimale che diventa parte integrante del paesaggio
In queste pagine, acquarelli originali di Francesco Finocchiaro raccontano il pensiero progettuale poi sviluppato nei disegni tecnici esecutivi. Nella foto a destra, il terrazzo che si apre sul fronte della casa (foto ©Francesco
Finocchiaro).
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Questo progetto è una risposta alla perdita di senso del paesaggio costruito, che, smarrita la sua necessità, si produce in esotismi ingiustificati, dando vita a un disordine che in particolare qui, dalle periferie urbane del catanese sembra risalire, come magma, le pendici dell’Etna. Per secoli la cultura contadina ha modellato le campagne dando forma al paesaggio e tracciando schemi e geometrie che questo progetto rilegge ora in chiave contemporanea per realizzare un ambiente di vacanza con il minore impatto ambientale e la maggiore integrazione possibile con il luogo. Gli antichi terrazzamenti, sorretti da muri nati dalla terra con fatica manuale, ispirano l’intervento: una terrazza di pietra a livello dell’ingresso è l’estensione esterna dell’abitazione minimale e insieme, come un podio, il nuovo “campo” del cittadino del XXI secolo che ha perduto il rapporto con la terra.
Sentieri tra pietre. Etna di fuoco. Giaciglio segreto nascosto da alberi sacri. Un vento che sfiora la carne con foglie di vetro. Papaveri rossi dentro montagne Fiori selvaggi invadono il tempio costruiscono l’altare di Era. Profumano le sue vesti con candelabri d’incenso. Le mura di Argo con ferro rovente proteggono la reggia. Solenni custodiscono il talamo fino alle terrazze del cielo. Torre di Babele lontano le coste di Ortigia la montagna del dio e un paesaggio di foglie parlanti. Le mani dell’uomo scultura della terra Regina e Dea incoronata nel luogo del pozzo antico dove mille ventagli soffiano la luna de plata. Francesco Finocchiaro
Officina21 Francesco Finocchiaro - Stefania Marletta L’architetto Francesco Finocchiaro (1965) e il designer Stefania Marletta (1976), entrambi di Catania, dove si sono laureati, sviluppano ricerche e progetti su tutte le scale, dal masterplan al disegno industriale. La loro attività è legata al gruppo Officina21, laboratorio di ricerca e osservatorio sull’architettura e sui paesaggi contemporanei, con sede a Catania. Da sempre attenti alle dinamiche di trasformazione del contesto ambientale e sociale, hanno pubblicato saggi, partecipato a mostre e workshop internazionali e ricevuto numerosi riconoscimenti. Loro progetti sono stati presentati anche presso la Reale Accademia di Spagna a Roma e la Esquela Tecnica Superior di Madrid. Entrambi svolgono attività di ricerca e docenza presso il dipartimento di Architettura dell’Università di Catania sviluppando temi relativi alle campagne urbane, waterfront e comunità giovanili con Zaira Dato e Riccardo Dell’Osso. Hanno collaborato tra gli altri con Pasquale Culotta, Bruno Gabrielli, Giuseppe Guerrera e Jesus Aparicio Guisado.
LA CASA DEL DIAMANTE
www.officina21.org
Svelare per scoprire il significante tra le pieghe dell’imperfezione. Nell’intervento di recupero di un’abitazione catanese, la struttura diventa fonte di ispirazione per dare un carattere deciso all’appartamento creando un soffitto che, riproducendo plasticamente l’aspetto di un telo, con le sue molteplici sfaccettature riflette la luce come il taglio di un diamante e crea sorprendenti giochi di ombre.
Nascosta nella pietra una scala conduce alla terrazza “soprana” in copertura, da cui lo sguardo si allarga invece fino al mare. Parzialmente scavata nella terra, adeguatamente protetta da solai aerati e moderne guaine impermeabilizzanti, l’abitazione, con i servizi necessari, protetta da un muro con tre semplici bucature, la soglia e due finestre, aperto a sud. Questo “terzo paesaggio”, né rurale né urba-
no, costruito con materiali semplici, pietra, acciaio, mattone, legno, vetro, prende forma dalla montagna e si raggiunge attraverso un percorso dove l’irregolarità della natura si trasforma impercettibilmente, un passo dopo l’altro, in architettura e costruzione, oltrepassando una porta in ferro che segnala il terzo elemento compositivo fondamentale, anch’esso affondato nella nostra coscienza da tempi remoti: il recinto
SCHEDA Località Etna sud, Ragalna CT Anno di realizzazione 2005-2009 Consulente del paesaggio Stefania Marletta Collaboratori al progetto
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Nelle due foto in alto, particolare del portone in ferro di ingresso alla proprietà e la scala in pietra che conduce al terrazzo in copertura (foto ©Francesco Finocchiaro).
Qui sotto, i prospetti est e sud.
Angelo Perri, Rosa Maria Tomasello, Giuseppe Mirenda, Massimo Inzerillo, Mariolina Mirone
Strutture e tecnologie
Giuseppe Ciccia, Raffaele Bovo
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SPECIALE SICILIA
COMPLESSO DI SAN FRANCESCO ALLA COLLINA A PATERNÒ
LE FABBRICHE DELLA REGIN Un laboratorio multidisciplinare di architettura svela le tracce di una “città invisibile”. Un giacimento prezioso e un paesaggio culturale per la Valle del Simeto
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Il progetto di recupero e ricomposizione del complesso di San Francesco a Paternò risale agli anni ’60 con un primo incarico affidato all’architetto Francesco Minissi. L’attuale intervento, che porta le firme di Luigi Bosco, Pasquale Culotta, Francesco Finocchiaro e Giuseppe Guerrera, ricompone un frammento di storia della città che il tempo aveva sepolto. Il progetto di recupero (in attesa di finanziamento per il completamento interno) condotto in maniera interdisciplinare con il contributo di archeologi, geologi e ricercatori, ha svelato le stratificazioni e le trasformazioni della fabbrica, da antica agorà a cappella di Ruggero, da tempio di Venere a taverna, da palazzo a monastero di benedettini e francescani. Quale nuova vita si prefigura per un luogo così rilevante? In primo luogo la ricerca della “sincerità”: recuperare la fabbrica donata ai francescani dalla regina Eleonora d’Aragona significa assicurare la verità storica delle innumerevoli stratigrafie rinvenute, restituendole alle future generazioni. Dopo anni di ricerche, i monumenti sull’acropoli si possono considerare occasionali nella loro configurazione spaziale, con un modello urbano di matrice greco-romana compatibile con gli scavi archeologici già effettuati dalla sovrintendenza di Catania oltre alle ricerche realizzate all’interno del cantiere di San Francesco. La presenza delle merlature allineate lungo il lato ovest, risalenti al secolo XI, e l’ortogo-
nalità della chiesa di San Francesco riconducono al probabile tracciato del cardo e del decumano. Lo studio della metrologia applicata all’impianto urbano e ai monumenti dell’acropoli ha confermato la corrispondenza tra le fabbriche, lo schema dell’impianto cimiteriale e i sistemi di misurazione grecoromana. Le ricerche geologiche, chimico-fisiche e storiche hanno permesso di individuare tracce rilevanti di strutture antropiche compatibili con quel modello urbano. L’intervento in corso pone le basi per un rilancio dell’intera area e gli spazi restituiti potrebbero costituire il nucleo di un futuro parco archeologico dell’acropoli. All’interno dell’ex-convento il progetto prevede uno spazio espositivo, bookshop e caffetteria a piano terra, oltre all’aula conferenze nella chiesa annessa, mentre gli ambienti superiori potranno ospitare uffici, laboratori, archivi per funzioni connesse al museo o all’ente del parco. La configurazione spaziale
NA esalta il rapporto tra il sito e il paesaggio mettendo in relazione l’ex monastero con la città, l’Etna e il mare. Uno spazio reinterpretato con un sapiente equilibrio tra pieni e vuoti, unificando la percezione degli ambienti interni attraverso un uso diffuso del bianco sulle superfici - siano esse storiche o contemporanee, di metallo o intonacate, lisce o grecate come l’intradosso dei nuovi solai – e delegando alla differenza morfologica la lettura delle stratificazioni temporali. Unica eccezione, il pavimento di argilla cotta esagonale diventa una traccia discreta della matericità originaria. La ricerca di un nuovo paradigma per la valorizzazione dell’acropoli di Paternò infine non può prescindere dall’elaborazione di una strategia unitaria immaginando sistemi di copertura come allegoria del paesaggio naturale, fruibili sia a quota archeologica che a quota copertura, e trasformando l’acropoli stessa in spazio per installazioni di arte contemporanea
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demolizione demolizione e ricostruzione ricostruzione
In alto, due immagini degli interventi finora eseguiti. Nella pagina di sinistra, il sito e la sua localizzazione spaziale. Sopra, pianta del piano terra con la legenda degli interventi eseguiti e, a sinistra, la sezione DD' (foto ©Nunzio Battaglia).
SCHEDA Località Paternò (CT) Anno di progetto/realizzazione
2003/2012 (conclusione primo lotto)
Progetto architettonico Pasquale Culotta,
Luigi Bosco, Giuseppe Guerrera, Francesco Finocchiaro
Direzione lavori Giuseppe Guerrera, Luigi Bosco, Tania Culotta, Francesco Finocchiaro
Geologi Giuseppe Fiorito, Paolo Salanitri, Giovanni Cavallaro, Salvo Caruso
Archeologa Ivana Vacirca Rilievo archeologico
Angelo Perri, Rosa Maria Tomasello
Consulenti strutturali
Giuseppe Gaeta, Walter Pantò, Marco Muratori, Daniela Distefano Rup Domenico Amodeo
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SPECIALE SICILIA
FRANTOIO A MIRABELLA IMBACCARI
LA CIVILTÀ DELL'ULIVO
Una struttura efficiente e moderna al servizio di una tradizione millenaria valorizza l’antica ricchezza dell’entroterra agricolo siciliano
Sopra, l'ingresso dell'azienda con la vasta tettoia che protegge l'area di conferimento delle olive. Il flusso produttivo è interamente in linea, come evidenziato nella sezione, fino alla fase finale dell'imbottigiliamento e del carico. Nell'immagine piccola a destra, vista sull'area dei silos di conservazione, a quota -1: qui pareti e fascia di servizio sono rivestiti in teak (foto ©Custodio Muscarello).
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Forte di un’esperienza lunga più di un secolo, l’azienda Berretta rappresenta il punto di riferimento di una vasta area dedita all’olivicoltura situata nell’entroterra siciliano fra le provincie di Catania, Enna e Caltanissetta. Il nuovo frantoio Berretta progettato da Pekstudio si trova a circa 3 km dal centro abitato di Mirabella Imbaccari. L’edificio presenta uno sviluppo longitudinale e un’organizzazione planimetrica composta da due ambiti esterni contrapposti coperti da una tettoia e da un’ampia sala centrale di circa 1.500 mq in cui sono collocate tutte le funzioni dell’oleificio. La struttura del frantoio è in acciaio verniciato, lasciata a vista negli elementi portanti verticali; l’involucro è realizzato con lamiere verniciate con alcune sezioni di facciata continua. La distribuzione interna segue la logica dettata dalle esigenze produttive, dallo scarico delle olive per la spremitura fino alla fase finale dell’imbottigliamento. Nella parte anteriore si sviluppa la catena di molitura organizzata su due linee parallele di lavorazione aventi ognuna dodici tramogge. Parallelamente alla catena di moli-
tura sono stati ricavati i volumi sovrapposti degli uffici e della foresteria, collegati attraverso una rampa esterna la cui linea segue e sottolinea la controsoffittatura del blocco uffici. Dalla molitura, l’olio viene stivato all’interno di silos in acciaio con azoto collocati in batteria all’interno di un’apposita area ad atmosfera controllata individuata da una depressione di circa un metro rispetto alla quota di calpestio. Le pareti che circondano la zona dei silos sono rivestite con listoni di legno di teak, cosi come la pavimentazione della fascia di servizio che conduce ai silos, dell’area reception e il percorso lineare che conduce allo showroom, un blocco nero nelle cui pareti è stata ricavata perimetralmente una feritoia espositiva illuminata. Il ciclo di lavorazione si conclude nell’area dedicata all’imbottigliamento, caratterizzata da un volume a nastri bianchi intervallato da fasce in policarbonato traslucido realizzato in prossimità della parte posteriore dell’edificio e connesso all’ampia zona protetta da tettoia dove avviene il carico delle confezioni. L’area esterna presenta un ampio piazza-
SCHEDA Località Mirabella Imbaccari (CT) Anno di realizzazione 2011-2013 Committenza Frantoi Berretta Progetto Pekstudio Lotto di riferimento 8.000 mq
Superficie coperta 2.200 mq
Dimensioni area aziendale
20 Ha con circa 7.000 alberi di ulivo secolare
Involucro Sicilcima srl Strutture e involucro La F.I.A.Z.
Illuminazione Los Project
Spaccato assonometrico dello stabilimento
Pekstudio Giuseppe Merendino (1963) nasce negli Stati Uniti e si laurea alla facoltà di Architettura di Firenze. Nel 2000 fonda Pekstudio a Floridia (SR). La sua attività professionale spazia dalla progettazione architettonica all’interior e visual design. Realizza per privati, aziende e pubbliche amministrazioni. Katia Pistritto (1971) si laurea in architettura alla facoltà di Roma la Sapienza. Fa parte dal 2000 del pekstudio di cui è cofondatrice. Svolge attività professionale prevalentemente in ambito progettuale svolgendo il ruolo di coordinatore di progetto all’interno dello studio. Carmelo Iocolano (1975) è laureato presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania. Dal 2005 fa parte di Pekstudio con la qualifica di designer. Dal 2010 dirige la sezione di comunicazione dello studio denominata iPek: www.ipek.it Christian Quadarella (1980) si è laureato in Architettura presso la facoltà di Siracusa. Dal 2010 collabora con il Pekstudio. Nel 2012 ha svolto un periodo di internship a Dublino presso lo studio ABGC Architects. Andrea Inguanti (1992) studente. Dall'inizio del 2013 svolge il suo tirocinio presso Pekstudio curando la comunicazione sui social. www.pekstudio.it. (foto ©pekstudio, da sin. Carmelo Iocolano, Katia Pistritto e Giuseppe Merendino)
le che accoglie, nel periodo di raccolta, le batterie dei cassoni di olive trasportate dai produttori della zona. L’edificio, che di fatto vive un breve periodo di frenesia produttiva nei mesi di ottobre e novembre, durante i restanti 10 mesi di riposo accoglie i visitatori dell’azienda. Inoltre, la proprietà sta catalogando una serie di reperti della coltura e della cultura dell'ulivo da collocare all’interno della struttura per dar vita a un piccolo percorso museale dedicato alla tradizione contadina
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Sotto, vista dell'ingresso verso il volume degli uffici e la scala che porta al piano superiore. Qui la pavimentazione è in resina
(foto ©Custodio Muscarello).
SPECIALE SICILIA
COMPLESSO RESIDENZIALE A SIRACUSA
IMMERSI NELLA NATURA Sviluppate a spirale intorno a una fresca corte interna, le abitazioni si aprono su un paesaggio straordinario fondendosi col terreno. La vegetazione che ne riveste fianchi e coperture svolge anche importanti funzioni ambientali Nel render in alto, le residenze viste dall'ampio spazio naturale antistante. Sotto, la pianta del piano terreno e il prospetto sud-ovest: ogni casa si sviluppa a spirale intorno a una corte interna e orienta la forma e le aperture per cogliere la vista migliore del paesaggio, assicurando nel contempo la necessaria privacy.
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Nel punto piĂš alto del promontorio che circoscrive a nord il porto di Siracusa e a sud la baia del Plemmirio, I Ramarri (questo il nome delle cinque residenze) si aprono su un paesaggio di grande bellezza. Godendo di spettacolari tramonti, le case guardano a nord-ovest il porto naturale di Siracusa con l'Etna sullo sfondo, e a sud-ovest il mare aperto e le baie che si susseguono fino a Capo Passero, il corno piĂš a sud della Sicilia. Abbandonando il concetto di tipologia a schiera, ogni edificio varia dal precedente per rivolgere le aperture al proprio paesag-
gio, verso il quale muove mentre si ritrae dal vicino garantendo la privacy. Dallâ&#x20AC;&#x2122;ampio spazio aperto antistante, le residenze, per effetto di tetti-giardino ascendenti, il cui manto vegetale ne ricopre anche i fianchi, sembrano sollevarsi discretamente dal suolo confondendosi con il paesaggio. Inclinandosi fino a fondersi con il terreno, le falde, che seguono una prototipo abitativo organizzato a spirale, favoriscono la raccolta delle acque meteoriche che attraverso un gorgo alimentano una cisterna scavata nella roccia sotto la corte interna. Le acque raccolte sono utilizzate per il
Studio AION
giardino e servono il sistema di raffrescamento passivo della casa, mentre nei mesi piovosi un troppo pieno calibrato attentamente trasforma in specchio d’acqua interno la corte, permettendo poi all’eccesso di defluire verso la campagna e il mare. Ogni casa trova nella corte interna il fulcro di un movimento centripeto che investe tutto lo spazio domestico, dalla terrazza aperta sul panorama fino agli ambienti più raccolti del piano seminterrato, che della corte cinge il vuoto. La corte rafforza la continuità dello spazio interno, sezionandolo mentre questo le si avvita intorno per godere della sua intima quiete e della fresca ombra che offre. Lì la ruvida evidenza della roccia è messa a nudo, rivelando il banco compatto nel quale sono scavate le fondazioni e ricavati i seminterrati. Una consistenza materica che si protrae fin nelle funzioni interne, definite da una topografia scultorea di cemento faccia vista e cinte da una massa muraria spessa e semicieca, che emerge austera dal suolo per
sostenere l'involucro del piano superiore. Il movimento centripeto innescato dal vuoto attorno al quale si organizzano gli ambienti interni coinvolge anche questo piano, deformandone l'involucro e trascinando l'intero paesaggio dentro e sopra le abitazioni. Ricoperti dalla vegetazione sia sui tetti che sui fianchi a mezzogiorno, i gusci lignei che alloggiano i piani sopraelevati sono retti da capriate snellissime e dall'apparenza precaria, quasi fossero promenade leggere protette da rigogliosi pergolati. Squarciati da grandi vetrate a nord e a tramonto, i gusci ospitano le funzioni diurne e offrono generose vedute al riparo dalla calura estiva. Collegando il parco antistante ai giardini pensili, la spirale distribuisce le funzioni e le connette a un percorso continuo ed ascendente, offrendo a tutti gli ambienti della casa accesso diretto al giardino. Il percorso si snoda fin sopra gli edifici conducendo ad ammirare il paesaggio dal punto esterno più alto
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Andrea Di Stefano (Catania,1973) e Aleksandra Jaeschke (Stalowa Wola, Polonia, 1976), entrambi laureati presso l'Architectural Association di Londra, nel 2005 danno inizio alla propria collaborazione fondando lo studio AION e stabilendone la sede legale a Siracusa nel 2008. Parallelamente ai progetti e agli studi di fattibilità commissionati, lo studio gestisce iniziative di ricerca e workshop per studenti e contribuisce al dibattito internazionale con convegni e pubblicazioni. AION ha partecipato a numerose conferenze e mostre internazionali: lo studio era presente al Padiglione Italiano dell'Expo di Shanghai 2010 e alla XIII Biennale Internazionale di Architettura di Buenos Aires. Inoltre, ha preso parte nel 2012 ad Architektur! Storie di architettura contemporanea tra l'Italia e la Germania, una serie di conferenze tenutesi al MAXXI di Roma. Nel 2010 Andrea Di Stefano e Aleksandra Jaeschke hanno vinto il premio newitalianblood figurando tra i Top 10 architetti under 40 in Italia e in Polonia e ricevendo il premio Europe 40 Under 40 per il 2011. www.a-i-o-n.com
SCHEDA Località Siracusa Anno di progetto/realizzazione 2012/2014 Committenza privata Progetto Andrea Di Stefano, Aleksandra Jaeschke Team Salvo Pappalardo Rendering Massimo D'Aiello Engineering Daniele Catania
Dall'oasi di frescura della corte interna, ricavata nella roccia, i percorsi (nel diagramma sopra a sinistra) proseguono fino alla sommità della copertura, permettendo di cogliere viste spettacolari. La struttura in cemento armato, evidente nelle sezioni a lato, si protrae in esili capriate con tamponamenti in legno nella parte superiore (nel render a destra) fino a giungere alla grande apertura sul paesaggio e sul mare.
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SPECIALE SICILIA
VILLA CINTOLO A SANTA CROCE CAMERINA
TRA PASSATO E PRESENTE Affacciata sul mare nell'estremo lembo della Sicilia sud-orientale, Villa Cintolo riflette nella sua architettura una coerenza stilistica che oltrepassa il trascorrere del tempo
Sopra, due viste del nuovo intervento e, sotto, il corpo originario caratterizzato dalle trame di pilastri in muratura che svolgono anche funzioni di ombreggiatura.
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Residenza estiva della famiglia Cintolo, la villa è situata in un lotto trapezoidale su un promontorio rialzato affacciato sul mare. Il corpo originario dell'edificio è stato realizzato tra il 1968 e il 1975 dall’architetto Giovanni Cintolo, scomparso nel 2012; il nuovo intervento architettonico è stato pensato come un’addizione ai due corpi di fabbrica esistenti, un garage e un gazebo ristrutturati e riadattati a uso abitativo, ai quali è stato aggiunto un nuovo volume costituito da due appartamenti della superficie di circa 70 mq realizzato tra il 2009 e il 2012. La pianta dell’edificio assume una forma irregolare che segue l’andamento curvilineo del muro di recinzione, che separa la villa dalla strada litoranea e determina un diverso allineamento tra i tre volumi che compongono l’insieme edificato. Il nuovo corpo di fabbrica si sviluppa su due livelli e presenta una diversa articolazione volumetrica rispetto agli edifici attigui preesistenti, sviluppati su un unico piano ma con differenze di quota superate da gradini interni che collegano la zona giorno alla zona notte. Le due nuove unità abitative hanno una tipologia a schiera e un’organizzazione planimetrica simile, con la zona giorno che si affaccia verso l’esterno e una camera da letto al piano terra, mentre al primo piano ciascun appartamento ha una seconda camera da letto. L'impianto del nuovo intervento segue un linguaggio architettonico coerente
con l’aspetto esterno della precedente costruzione, caratterizzato dalla predominanza di pareti piene rivestite con lastre di travertino. Le aperture si concentrano sul lato sud, mentre a nord sono nascoste da un fronte brise-soleil costituito da una fitta trama di pilastri in muratura. La struttura in cemento armato è lasciata a vista e riprende l’aspetto dei telai presente nei portici e nelle finestre della costruzione esistente, conferendo un carattere unitario all'insieme. La scelta dei materiali dell’involucro esterno è stata orientata al risparmio energetico e all’isolamento termico. Per limitare le dispersioni di calore e il surriscaldamento degli spazi interni durante la stagione estiva sono stati installati infissi in alluminio a taglio termico con vetrocamera
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Gianfilippo Cintolo (Ragusa) l’architetto Gianfilippo Cintolo si è laureato a Palermo nel 1998 con una tesi sperimentale sulla riqualificazione e il recupero di un quartiere del centro storico di Ragusa Ibla mediante l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. Fino al 2001 ha lavorato come collaboratore alla progettazione per la società d’ingegneria Pro. Ge.Co di Ragusa. Dal 2002 si dedica all’attività di architetto come libero professionista nello studio di Ragusa collaborando con l’ing. Roberto Cintolo - e con il padre, l’architetto Giovanni Cintolo, scomparso nel 2012 - incentrando la propria attività nella realizzazione di interventi di recupero di edifici privati e commerciali e nella progettazione e arredamento d’interni di edifici residenziali nel Ragusano.
SCHEDA Località Caucana, loc. di Santa Croce di Camerina (RG) Anno di realizzazione 2009-2012 Progetto Studio Cintolo Direzione dei lavori Arch. Gianfilppo Cintolo
bagn o
cuc praninazo letto
cuc praninazo bagn o
letto
patio
L’articolata pianta del lotgto con i corpi costruiti (in evidenza gli interventi di ampliamento).
SPECIALE SICILIA
RESIDENZE A2M A MARINA DI RAGUSA
SOCIAL HOUSING VISTA MARE Trasformando i vincoli economici e fisici in opportunità, Nunzio Gabriele Sciveres e Maria Giuseppina Grasso Cannizzo realizzano un’architettura di qualità per l’edilizia residenziale a basso costo
Sopra, un'immagine generale e, sotto, il masterplan dello sviluppo di edilizia abitativa sociale a Marina di Ragusa. Evidenziata in giallo l'abitazione A7, nell'immagine in basso a centro pagina, e le sue pertinenze (foto ®Filippo Poli).
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Alla base del progetto per le case unifamiliari di Marina di Ragusa c’è la ricerca del massimo risultato in termini di comfort ambientale e qualità dello spazio domestico al minor costo possibile. Se l’aggregazione a schiera risulta ottimale in termini economici, la conformazione del lotto (trapezoidale e a pendenza quasi costante) suggerisce un’inversione dello schema tradizionale, con la disposizione delle unità abitative secondo una giacitura ortogonale rispetto alla direzione nord-sud e
alla linea di massima pendenza, distribuendo su 6 fasce, profonde 5 metri ciascuna e orientate in direzione est-ovest, le 25 unità e aggregandole per il lato corto, al contrario di quanto avviene nella tradizionale tipologia "a schiera". Si alternano così volumi edificati e spazi aperti, mentre un percorso carrabile ad anello serve tutte le unità, a loro volta distinte per forma di articolazione e aggregazione delle parti in 10 tipologie differenti, scongiurando così l’uniformità tipica della
A destra, pianta e alcune immagini dell'abitazione A7, una delle 10 tipologie architettoniche sviluppate per assicurare al complesso una buona variabilità compositiva. Ogni abitazione dispone di ampi spazi aperti sui due fronti (foto ®Filippo Poli).
schiera e contribuendo a diversificare, per altezza e articolazione dei volumi, l’insieme costruito. Ogni tipologia prevede ampi spazi aperti, pergole e aree esterne pavimentate. Disposte su pareti opposte, ampie aperture a porta-finestra stabiliscono una maggiore continuità tra interno ed esterno, favoriscono la ventilazione naturale e garantiscono la doppia esposizione. Lo sviluppo del giardino anche lungo il fronte laterale delle case migliora la privacy di patii e verande: tali ampie zone ombreggiate previste all'esterno moltiplicano di fatto la superficie abitabile delle case, tutte con vista sul mare
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Nunzio Gabriele Sciveres Architetto Nunzio Gabriele Sciveres (Vittoria, 1978) studia architettura presso il Politecnico di Milano laureandosi nel 2003 con una tesi di ricerca sui “Selforganizing landscapes”. Durante gli studi partecipa al programma Erasmus all’Escuela Tecnica Superior de Arquitectura de Sevilla e a workshop internazionali in Spagna, Portogallo e Italia. Dal 2004 al 2009 lavora con Maria Giuseppina Grasso Cannizzo a Vittoria e dal 2008 collabora come cultore della materia ai corsi del Prof. Massimo Curzi presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 2009 apre il suo studio a Milano, nel 2010 insegna Interior Design al master internazionale di NABA e nello stesso anno riceve il primo premio all’opera prima G. B. Vaccarini Quadranti d’Architettura. Nel 2012 il progetto A2M Social Housing è tra i finalisti del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana e tra i dieci finalisti di A.prize 2012-Exposynergy premia l'architettura. Il portale web New Italian Blood lo ha inserito nella Top 10 dei giovani architetti italiani per il 2013. Nunzio Gabriele Sciveres vive e lavora tra Vittoria e Milano. www.sciveres.com
SCHEDA Località Marina di Ragusa Anno di realizzazione 2005-2011 Progetto preliminare M. G. Grasso Cannizzo, Nunzio Gabriele Sciveres Progetto definitivo ed esecutivo Nunzio Gabrielve Sciveres Direzione dei lavori Nunzio Gabriele Sciveres Calcoli c.a. e direzione lavori delle strutture Annalisa Spadola Collaboratori progetto definitivo Elvira Cascione, Renato Juarez Corso, Giulia Dozzio Cagnoni, Paola Mongiu
Progetto interni alloggio A7 Nunzio Gabriele Sciveres, Giuseppe Gurrieri Collaboratori progetto esecutivo Elvira Cascione, Giuseppe Gurrieri Direzione cantiere Paolo Ravalli
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SPECIALE SICILIA
CAFFÈ-RISTORANTE A MARINA DI RAGUSA
L’AVAMPOSTO CREATIVO Simile a una torretta d’avvistamento sul lungomare, l'edificio amplifica il concetto di spazio urbano grazie all'inaspettata “piazza verticale” che ospita installazioni temporanee di arte contemporanea
Sopra, da sinistra in alto, due ambienti interni del locale: al primo piano e a piano terra, e il fianco che appare ora come un prolungamento verticale, sul fianco e sulle vetrate della costruzione, di Piazza Torre. A destra, scorcio dalla veranda coperta del primo piano (foto ©Natale Defino, Giuseppe Gurrieri).
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Insieme al vecchio faro, il Met è l’ultimo avamposto costruito sul nuovo lungomare di Marina di Ragusa e si colloca al centro dei due vuoti urbani di piazza Dogana e di Piazza Torre, realizzata sul sedime dell’antico magazzino Camperia. Le richieste fatte dalla committenza agli architetti Valentina Giampiccolo e Giuseppe Minaldi dello studio GUM di Ragusa, incaricati del progetto di riqualificazione, hanno imposto la conversione dell’edificio da residenziale a commerciale per creare un caffè-ristorante su due livelli. L’intervento prevedeva inoltre la trasformazione del terrazzo al primo piano in veranda coperta e la conservazione delle peculiarità stilistiche e delle aperture del prospetto su piazza Dogana anche laddove esse perdevano la propria funzione originaria. La struttura presentava due prospetti liberi, uno cieco e un terzo, quello su piazza Torre,
non finito con travi e pilastri in c.a. a vista. Tale caratteristica permane nel prospetto finale che è stato pensato come estensione verticale della piazza per sopperire alle sue mancanze dal punto di vista del verde, dell’arredo urbano, dei punti di aggregazione: uno spazio trasformabile in una cornice per esposizioni temporanee all’aperto. Partendo dalla maglia strutturale di travi e pilastri, è stato disegnato un reticolo che acquisisce tridimensionalità in prossimità della veranda sovrastante e che presenta, nei punti d’intersezione delle ortogonali, un modulo che accoglie il sistema d’illuminazione della facciata e diventa supporto per possibili installazioni artistiche. Gli interni subiscono un medesimo processo di “riduzione” allo schema geometrico della struttura portante: al piano terra, le aree funzionali sono intese come blocchi
DA VUOTO URBANO A PIAZZA D’ARTE Nel luglio 2011, in occasione dell’apertura del locale, lo studio GUM insieme al grafico Carlo Scribano ha realizzato la prima installazione sul prospetto-piazza verticale del MET: “il taglialegna e l’usignolo”, una composizione modulare di 80 casette in legno per uccelli. Successivamente, nel luglio dello scorso anno è nato CARGO, un progetto d’arte urbana e collettivo con un calendario di eventi espositivi a cadenza annuale. Nel mese di agosto seguente, le 80 casette sono state personalizzate da altrettanti creativi, esposte per 20 giorni e in seguito vendute all’asta: seguendo le intenzioni no-profit del progetto, il ricavato di ogni mostra è destinato a finanziare l’installazione successiva.
Nella foto piccola in alto, la prima esposizione di Cargo: 80 casette in legno decorate da altrettanti artisti appese al modulo che regge il sistema di illuminazione (foto ©Natale Defino, Giuseppe Gurrieri).
monolitici, con pilastri in cemento lasciato a vista e un cubo metallico che ospita i servizi rivestito esternamente in ferro nero con finitura ossidata e internamente in alluminio perlescente. La scala e il piano superiore sono totalmente immersi in tonalità turchesi che richiamano le acque del mare su cui affaccia la veranda vetrata
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SCHEDA Località Marina di Ragusa (RG) Anno di realizzazione 2011 Committenza Food & Service Superficie 160 mq Strutture ing. Ingallinera Impresa Renova Restauri Illuminazione La Luce, Ragusa
Studio GUM Non solo architettura: lo studio di progettazione GUM di Ragusa, fondato da Valentina Giampiccolo e Giuseppe Minaldi, organizza e promuove azioni anche nell’ambito delle arti visive. Valentina Giampiccolo (Ragusa, 1977), laureata presso la Facoltà di Architettura di Siracusa nel 2007, dopo un periodo di lavoro a Lisbona ritorna nella città natale per iniziare una serie di esperienze con vari studi di progettazione. Giuseppe Minaldi (Catania, 1973), diplomato all’Accademia di Belle Arti di Catania nel 1999, dopo anni di esperienze nell’ambito della progettazione d’interni e di elementi di arredo fonda nel 2006 con l’architetto Carlo Guarneri lo studio di progettazione Strane Sfere. Nel 2007 s’iscrive alla Facoltà di Architettura di Siracusa e nel 2010 si trasferisce a Ragusa dove fonda lo studio GUM con Valentina Giampiccolo. Lo studio è stato selezionato nel marzo 2012 dall'Associazione Nazionale Architettura e Critica tra i migliori architetti siciliani under 40 nell'ambito della manifestazione Architects meet in Selinunte e nell’ottobre 2012, in seno al concorso internazionale SAIE Selection 2012 riservato a progettisti under 40, per il progetto per Casa DCS. realizzato in collaborazione con l’architetto Giuseppe Gurrieri e vincitore del terzo premio nella categoria Housing Requalification. www.studiogum.it
Casa Francavilla a Modica / Le divisioni interne di una vecchia abitazione sono state eliminate per apportare nuova luce
UNA CASA SENZA PORTE A Modica Alta Studio GUM sta realizzando una serie di interventi per trasformare alcune abitazioni in alloggi per vacanze. Una volta concluso, questo progetto configurerà una sorta di albergo diffuso nel quartiere più antico della città, risalente al periodo di ricostruzione dopo il terremoto del 1693. Nel caso di Casa Francavilla qui brevemente descritto, uno sviluppo planimetrico a L conduceva all’unico ambiente luminoso della casa attraverso un susseguirsi di stanze buie. Per questo sono stati demoliti due tramezzi trasversali, sostituendoli con un unico tramezzo longitudinale e creando un nuovo varco tra il soggiorno e la zona notte. Il solo spazio chiuso è adesso il bagno, delimitato comunque da pareti trasparenti. Arredi e tende permettono di ottenere diversi livelli di privacy. La casa è stata completata con arredi di modernariato, di cui Giuseppe Minaldi e Valentina Giampiccolo sono appassionati ricercatori.
SCHEDA Località Modica (RG) Anno di realizzazione 2012 Committente privato Progetto Studio GUM Strutture ing A.Infantino, ing. G.Dimartino Impresa Renova Restauri srl Superficie 53 mq
Sopra, la pianta originaria e, sotto, la soluzione adottata. A sinistra due immagini dell'abitazione di Modica (foto ©Francesco Trovato).
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SPECIALE SICILIA
Emanuele Fidone Nato a Modica, si laurea in architettura nel 1984 presso l'Università Iuav di Venezia. Dal 2000 insegna Progettazione architettonica all’Università degli Studi di Catania - Facoltà di Architettura di Siracusa, città dove vive e lavora. Nel 2005 è visiting researcher presso la Escuela Tècnica Superior d'Arquitectura di Barcellona, mentre dal 2008 al 2010 insegna all’Università degli Studi di Bologna presso la Facoltà di Architettura Aldo Rossi, sede di Cesena. Ha tenuto lezioni, seminari e critiche in varie università e istituti italiani e stranieri. Tra i suoi più recenti interventi progettuali, oltre al Centro Polivalente di Modica, figurano il polo servizi turistici nell’ex mercato coperto di Ortigia, il recupero della Basilica paleocristiana di San Pietro a Siracusa, il recupero del complesso conventuale di Santa Maria del Gesù a Modica - intervento con l’architetto Bruno Messina menzionato tra i finalisti 2012 del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana. Nel 2004 è tra i finalisti (capogruppo Luigi Snozzi) per il concorso per la Nuova Stazione di Alta Velocità di Napoli Afragola; nel 2006 vince con l’architetto Bruno Messina il concorso per il centro storico di Sulmona e nel 2007 è tra i finalisti del concorso Rimesse in gioco del Comune di Roma.
CENTRO CIVICO POLIVALENTE A MODICA
LUCE E MATERIA
http://ec2.it/emanuelefidone
In equilibrio dinamico tra vuoti e pieni, rette e diagonali, ombre e squarci di colore, il progetto di Emanuele Fidone gioca sui contrasti e disegna una fitta trama di rampe e percorsi interni che connettono i grandi volumi costruiti con il contesto ambientale
Sopra, Vista della loggia verso la rampa-terrazzo e, a destra, l'ingresso dalla pineta
(foto ©Lamberto Rubino).
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Il progetto risponde a un duplice obiettivo che guarda sia alle relazioni che intesse con l'assetto urbano circostante sia alla peculiare situazione orografica e ambientale del sito stesso. Mentre le adiacenti costruzioni pubbliche si configurano come organismi chiusi e autonomi, l'edificio è una struttura completamente aperta alla città e, nel confronto spaziale a scala urbana, si pone in modo baricentrico rispetto al contesto creando una sorta di grande fondale porticato (di 86 metri di lunghezza per 8 di altezza), margine della nuova “piazza" antistante e parte integrante del progetto. L'accesso pedonale avviene dall'alto, dalla strada principale, attraversando una piccola e fitta pineta pensata quale primo elemento del progetto. Un sistema di rampe e scale collega le
diverse parti e livelli dell'edificio con il terreno acclive. L'estrema flessibilità della struttura è caratterizzata dalla trama aperta dei percorsi diversificati in una successione percettiva degli spazi aperti e dei recinti (pineta, rampaterrazza, loggia, sala ipetrale, passaggio aereo, sala e così via). La fabbrica si suddivide in tre elementi principali: il lungo corpo dei servizi, l'ambulacro a doppia altezza e la sala polivalente. In altezza l'edificio è concepito come costituito da due parti distinte: una porzione basamentale in conglomerato cementizio a vista, che si attesta sul crinale del dislivello della pineta quasi come estensione naturale del sito; una parte superiore completamente bianca che ingloba sia le coperture dell'ambulacro che la sala
A sinistra, prospetto della corte interna; a fondo pagina, il passaggio aereo che attraversa la sala polivalente
(foto ©Lamberto Rubino).
L'esploso assonometrico descrive le funzioni e l'intervento, che nella sua totalità assume scala urbana.
polivalente. Il corpo dei servizi si configura superiormente come una grande rampa con terrazzo aperto verso la pineta e la corte interna. Nel piano inferiore l'alto ambulacro, ideato come una sorta di strada interna, diventa luogo privilegiato di incontro e collegamento tra i vari servizi che si dispiegano lungo il suo percorso. La sala polivalente a doppia altezza è pensata come un grande spazio flessibile. L’opera è stata realizzata utilizzando materiali e strutture low-tech a basso costo. La parte basamentale, pensata quale contrappunto del soprastante volume bianco, è costituita da uno spesso muro in cemento faccia a vista lavato. Il cemento è utilizzato anche per quasi tutta la pavimentazione mentre il gesso riveste le pareti; solo la parte superiore della sala polivalente è realizzata con un rivestimento in pannelli in legno mineralizzato grezzo segnato da sottile fughe in legno. L’uso del colore gioca un ruolo complementare al progetto: i tagli di luce che segnano il soffitto dell’ambulacro a doppia altezza e la loggia superiore sono caratterizzati da una
soffusa luce di riflesso di colore giallo che ricorda il polline della pineta e si riverbera sulle bianche pareti laterali, mentre le facciate interne della sala ipetrale ripropongono il colore intenso dell’indaco, complementare del giallo. Il passaggio aereo che attraversa la sala, rivestito da una doppia lamiera microforata, è segnato in alto da un doppio taglio continuo di luce zenitale che lo rende volume sospeso diffusore di luce cangiante
COPERTURA
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SCHEDA Località Sacro Cuore, Modica (RG) Anno di realizzazione 2006 -2010 Committente Comune di Modica Progetto Emanuele Fidone Progetto esecutivo e direzione lavori
2°LIVELLO giochi tv giardino interno terrazza
Emanuele Fidone, Amilcare La Corte
Consulenti Francesco Cacciatore, Angelo Barone Collaboratori Salvo Romano, Alessandro Mauro, Davide Patanè, Piero Cavallo, Salvatore Binanti
campo bocce
Impresa F.lli Sireci, Caltavuturo Superficie coperta 1200 mq Importo lavori 870.000 euro
sala polivalente pineta
ingresso pedonale
1°LIVELLO
bar ristoro
pluriuso servizio sociale coordinamento ambulatorio medico bagno nuova piazza verde pubblico
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SPECIALE SICILIA
Spaziocchipinti
CENTRO COMMERCIALE A MODICA
UN ALTRO PAESAGGIO
Con sede a Vittoria, Spaziocchipinti è un gruppo interdisciplinare di architetti, paesaggisti, urbanisti e designer. Dopo la laurea in architettura presso il Politecnico di Milano e l’Ecole supérieure d’architecture Paris la Villette, Fausta Occhipinti (1980) si specializza in architettura del paesaggio a Versailles con Gilles Clément. Collabora con Gilles Clément, Pascal Hantel, Bernard Raichen, Michel Pena. Nel quadro del dottorato di ricerca in "Architettura dei parchi, dei giardini e assetto del territorio" presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, conduce una ricerca sul territorio degli Iblei. Suoi progetti sono stati esposti presso la Biennale di paesaggio di Barcellona 2004 e il Pavillion de l’Arsenal a Parigi. Produce vino e olio dalle sue proprietà secondo i metodi dell’agricoltura biodinamica. www.spaziocchipinti.it
Piante aromatiche nel parcheggio e verde tropicale per la food court. Dialogo degli opposti nel progetto del verde per il centro commerciale La Fortezza
In alto, il giardino botanico che completa i percorsi esterni e il parcheggio del centro commerciale; qui sotto la parete di verde verticale che completa il primo piano (a destra dettaglio, in basso il progetto botanico) vista dalle scale mobili.
Inaugurato nel dicembre 2011, con 85 negozi su un’area di 70mila mq il centro commerciale La Fortezza di Modica serve un bacino di 200mila abitanti. Chiamata dal committente per “decorare” con verde artificiale due pareti cieche nello spazio interno, Fausta Occhipinti propose invece di realizzare – più o meno allo stesso costo - una vera parete verde verticale. Dal momento che il clima controllato di questi ambienti si avvicina a quello del sottobosco di una foresta tropicale, la scelta è caduta su 70 essenze di quell’ecosistema, piantumate su diversi tessuti in feltro idratati da un impianto automatico di irrigazione. Il progetto di verde, condiviso dalla proprie-
tà, venne poi esteso all’area esterna. Qui, la paesaggista che vive tra Vittoria e la Francia ha realizzato un giardino botanico di piante aromatiche, creando un singolare contrasto tra la dimensione urbana del vasto parcheggio e la calma monastica dell’orto. Piante e relative targhette descrittive, posate in filari sfalsati di 45° rispetto ai percorsi, vengono percepite già approssimandosi al parcheggio in auto e apprezzate dai visitatori, almeno a giudicare dal fatto che nella zona cresce il numero di piante aromatiche messe a dimora negli orti e sui terrazzi delle abitazioni vicine. Esempi di contaminazione virtuosa talvolta possono arrivare anche dai luoghi più improbabili
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Luce di Performance in Lighting Curato da Matteo Iuliani e dallo staff di progettazione di Performance in Lighting, il progetto illuminotecnico esalta le singolarità del Centro a partire dal giardino botanico: il parcheggio è illuminato da 60 System Square Bar di SBP Urban Lighting su palo cilindrico alti 8 metri fuori terra con braccio tipo Square Bar e proiettori con ottica stradale Square 02 con lampada a ioduri metallici da 150W. L’accesso è marcato da un’illuminazione intensa e omogenea con lampade fluorescenti lineari su profili in estruso d’alluminio Isthar, mentre la richiesta di un sistema d’illuminazione continuo, lineare e non invasivo che marcasse lo sviluppo dei corridoi nei due livelli (per un totale di 2 km) è stato risolto con il sistema di lampade fluorescenti ad alta efficienza Spittler SL 787 incassate nei controsoffitti. Illuminata dal sistema su palo System Park Sky di SBP montato su pilastri laterali che ne seguono la pendenza, un’imponente scala mobile conduce alla food court e al giardino verticale, valorizzati con incassi a scomparsa DM225 2x26W di Spittler.
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Architrend Architecture Fondato a Ragusa nel 1989 da Gaetano Manganello e Carmelo Tumino (entrambi 1960), Architrend Architecture ha ormai raggiunto una considerevole esperienza nella realizzazione di strutture ricettive, edilizia agevolata, ville unifamiliari, spazi commerciali, edifi ci per il terziario e il commercio. La forte identità dei lavori dello studio, con evidenti richiami al programma case study houses americano degli Anni ’50, manifesta la convinzione degli architetti che un nuovo linguaggio, libero da subalternità nei confronti di un passato spesso immaginario, sia non solo possibile ma necessario, rispondendo a una diffusa quanto delusa domanda di modernità che sale dall’isola, oggi con più forza di vent’anni fa. Cambiare perché tutto cambi quindi, senza paure e confrontandosi quotidianamente con le diffi coltà del “fare” architettura. www.architrend.it
NEL SEGNO DEL MODERNO Pensato per valorizzare e promuovere i prodotti caseari regionali il progetto era tra quelli esposti al Padiglione Italia della Biennale Architettura 2012 nelle quattro stagioni dell'architettura italiana Il progetto per la cacioteca nasce per raccogliere e valorizzare i principali prodotti caseari della tradizione siciliana e le tipologie nazionali e internazionali di particolare interesse. L’edificio si presenta come una struttura in cemento armato grigio collocata in posizione seminterrata in un’area contigua all’attuale sede del consorzio. Le scelte insediative del progetto hanno inteso defi nire un’architettura contemporanea in grado di instaurare uno stretto dialogo con la struttura adiacente, una masseria ottocentesca recuperata, e con il territorio circostante: l'impatto con il paesaggio viene mediato dalla grande copertura praticabile trattata a giardino.
Sopra, le ampie pensiline in vetro accentuano la conformazione planimetrica e la modernità della cacioteca regionale, che si confronta direttamente con la struttura storica dell'edificio principale. A destra, la grande sala interna articolata su due livelli (foto© Umberto Agnello).
La cacioteca è composta da una grande sala multifunzionale semicircolare e da un percorso espositivo in quota aperto su di essa. L’ambiente si presenta come una grande caverna interrata e scavata nella roccia, con le varie celle di stagionatura dei formaggi tipici esposte su due livelli e una parete interamente vetrata sul prospetto adiacente la sede del consorzio che instaura un rapporto di continuità visiva tra le due strutture. L’intero complesso è caratterizzato da forme articolate e dinamiche, ambienti e percorsi interni che permettono punti di vista diversi e una continuità spaziale garantita dall’uso di pochi e selezionati materiali: vetro, legno, cemento e acciaio
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SCHEDA Luogo Ragusa Anno di realizzazione 2007-2010 Committente Consorzio Corfilac Progetto Architrend Architecture, Arch. Gaetano
Manganello, Arch. Carmelo Tumino Dr. Agr. Vincenzo Firullo, Ing. Salvatore Campo
Superficie lotto 66.310 mq Superficie coperta 1.230 mq Importo dei lavori 1.500.000 euro
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SPECIALE SICILIA
RESIDENZA PRIVATA A RAGUSA
AMPIE VEDUTE Rinunciando a qualsiasi mimetismo la villa costruisce con elementi contemporanei un rapporto dialettico di valorizzazione del paesaggio Malgrado il progressivo smarrimento dell’originaria identità, il sito dove è ubicata la villa ha mantenuto alcune delle caratteristiche del baglio, il cortile intorno al quale erano radunate le costruzioni in pietra delle masserie. Prima esigenza del progetto è stata quella di stabilire un intenso rapporto con la bellezza del territorio, con i suoi valori paesaggistici costruendo, con elementi contemporanei, un rapporto dialettico di reciproca valorizzazione. Tale relazione viene affidata in primo luogo a tre cornici lineari, slittate tra loro, che inquadrano e sottolineano le vedute sul paesaggio. A una facciata chiusa con muri in pietra rivolta a nord fanno da contrappunto le facciate sud e est, aperte sul giardino mediante grandi vetrate. La copertura inclinata è resa leggera dallo stacco vetrato sui muri perimetrali. Il basamento della villa è sollevato dal terreno, creando una linea d’ombra continua e una sensazione di leggerezza, mentre gli slittamenti, le asimmetrie e l’articolazione delle pareti creano una ricercata idea di movimento.
La villa si sviluppa su tre livelli: il piano terra ospita il soggiorno a doppia altezza, la cucina e la zona-pranzo che si prolunga in uno spazio esterno protetto, la camera padronale. Nel vasto ambiente del soggiorno, con vetrate ad angolo senza profili metallici, una scala a sbalzo in acciaio e gradini di legno collega ad un soppalco con camera e zona studio o scende verso il piano interrato che ospita altre due camere e un grande ambiente living affacciato su un patio incassato nel terreno. I prospetti della costruzione sono quasi interamente intonacati in bianco, a sottolineare il legame con il contesto mediterraneo. Le superfici interne sono rivestite in listoni di rovere, mentre la pavimentazione della zona ovest esterna è in gres porcellanato grigio-cemento
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SCHEDA Luogo Ragusa Anno di realizzazione 2007 Progetto Architrend Architecture, Gaetano Manganello, Carmelo Tumino
Collaboratori Patrizia Anfuso Fernando Cutuli Lotto 13.000 mq Superficie coperta piano terra 130 mq, piano
interrato 180 mq
Volume fuori terra 390 mc
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Sopra, una vista d'insieme della villa con le grandi cornici che dilatano e insieme delimitano lo spazio; una sezione e la pianta del lotto. A sinistra, una vista dell'ampio soggiorno su due livelli con la scala a sbalzo (foto© Umberto Agnello).
SCHEDA Anno di progetto/realizzazione 2010/2013 Progetto e direzione dei lavori Luciano Cirincione
UFFICI E STABILIMENTI DI LBG SICILIA A RAGUSA
PULIZIA FORMALE
Consulenza progetto architettonico Architrend Architecture: Gaetano Manganello, Carmelo Tumino
Calcoli strutturali Luciano Cirincione, Rosario Tomasi Direzione lavori Giovanni Licitra Impresa costruttrice Prodeco Spa Facciata continua uffici Cassarino Infissi
Nuova identità per un’azienda agroalimentare che crea valore sul territorio esportando farina di carrube in tutto il mondo La modernizzazione dell’azienda, che produce farina per l’industria farmaceutica e alimentare dai semi dell’albero del carrubo (Ceratonia siliqua), tipica coltivazione del territorio, comporta la riorganizzazione dell’intero ciclo produttivo con l’introduzione di nuove tecnologie e macchinari. Il programma di ampliamento diventa occasione per una totale riprogettazione dei volumi e degli spazi interni capace di restituire all’azienda un’immagine di efficienza e produttività. Il complesso produttivo viene rivestito con una
pelle di pannelli coibentati di alluminio bianco che enfatizza la linearità dei volumi interrotta unicamente dalla torre dei silos alta 25 m. Il corpo uffici viene inglobato in un nuovo volume vetrato, lungo 46 metri, sopra il quale si posa, in posizione sfalsata rispetto all’ingresso principale, un secondo volume aggettante di 30 metri di lunghezza. L’aggetto conferisce leggerezza al volume di base, la cui facciata in vetro continuo è delimitata dalla presenza di due fasce marcapiano. L’ingresso principale degli uffici è segnato da una
pensilina costituita da una sottile lastra a sbalzo. Negli interni dominano le superfici chiare e lucide. Dalla reception con il lungo bancone in plex opale e la retrostante parete in vetro acidato si accede agli uffici al piano terra. Una scala in acciaio e vetro conduce al primo livello dove sono stati disposti una grande sala direzionale, un’area per riunioni e il laboratorio di sperimentazione e controllo della qualità, posto all’angolo nord ovest del volume aggettante, con una grande vetrata attraverso cui è visibile l’intera area produttiva
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Sotto, il complesso produttivo; in alto a sinistra, il nuovo corpo uffici aggettante e, a destra, due immagini degli interni (foto ©Moreno Maggi).
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SPECIALE SICILIA
ARCHITREND OFFICE Una griglia modulare per la struttura in cemento armato e ampie superfici vetrate per l'edificio dove ha sede lo studio, 500 mq alla periferia di Ragusa
SCHEDA Luogo Ragusa
Sopra, l'edificio che ospita la sede di Architrend Architecture a Ragusa. Sotto e a destra, due immagini degli interni, una delle due scale esterne e la pianta dello studio (foto© Umberto Agnello).
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Situato in un’area in espansione della periferia ovest di Ragusa, l’edificio si sviluppa su tre livelli - due fuori terra e uno interrato - e accoglie la sede dello studio Architrend, dell’impresa edile TeaM srl e alcune attività artigianali. Su una struttura in cemento armato definita da colonne poste negli assi di una griglia regolare di 120 cm, la costruzione è interamente rivestita in vetro. La distanza dei montanti in alluminio, posti tra di loro a 240 cm, segue la griglia dimensionale creando un ritmo costante nelle facciate. L’edificio è caratterizzato da una grande cornice al primo piano in cemento faccia a vista, con altezza uguale (50 cm) a quella dei pannelli standard di carpenteria utilizzati. Posta a filo degli sbalzi esterni, la cornice definisce il volume del primo piano creando un distacco rispetto alle facciate vetrate del piano terra. Ampi sbalzi lungo tutto il perimetro dell’edi-
ficio proteggono le vetrate dal sole e garantiscono un microclima interno ottimale, favorito anche dalle tende esterne in lamelle di alluminio, regolabili elettronicamente da centraline che elaborano i valori dell’incidenza solare e del vento, e dalle vetrate a vetrocamera con gas argon e vetro interno basso emissivo magnotronico (coefficiente di dispersione pari a 1,4). L’accesso al primo piano è definito da due sottili scale laterali in acciaio con gradini in pietra e parapetti in vetro. Gli arredi degli uffici sono realizzati su disegno in laminato bianco e definiti anch’essi dalla griglia modulare, come i giunti di dilatazione della pavimentazione esterna in cemento industriale. Pannelli fotovoltaici installati in un’area libera del lotto soddisfano ampiamente il fabbisogno energetico dell’edificio, i cui impianti sono gestiti da un sistema di domotica avanzato
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Anno di realizzazione 2008 Progettisti Architrend Architecture, Gaetano Manganello, Carmelo Tumino
Collaboratori Patrizia Anfuso, Ferando Cutuli, Marco Garfì
Lotto 5.000 mq Superficie primo piano 500, piano terra 500 mq, piano interrato 1.200 mq
Volume completo fuori terra 3.750 mc Domotica Vantage
Qui accanto, la scala a giorno che sale dal soggiornopranzo occupa uno spazio a tripla altezza ben visibile anche dall'esterno (foto in basso). Nelle altre foto, dettaglio della zona notte e l'abitazione come appare dall'esterno.
VLA Studio Vincenzo Leggio (Ragusa, 1978) si laurea in architettura nel 2006 a Catania. Durante il periodo universitario collabora a diversi progetti, tra cui lo studio della struttura dell'hangar per dirigibili di Augusta condotta dal gruppo di ricerca del Prof. Takayoshi Aoki. Partecipa a diversi concorsi di progettazione e dal 2006 al 2009 è collaboratore alla didattica nei corsi di progettazione architettonica presso la facoltà di architettura di Catania. Apre il suo studio professionale a Ragusa nel 2010. www.vincenzoleggioarchitetto.com
SCHEDA Località Ragusa Anno di realizzazione 2010-2012 Committenza privata Progetto arch. Vincenzo Leggio Strutture ing. Rosario Tomasi Paesaggista agr. Maria Giardina Superficie 675 mq
UNA VILLA A RAGUSA
SOTTO LO STESSO TETTO Un involucro performante avvolge in una sola architettura tre abitazioni distinte. Per tre generazioni della stessa famiglia Come un foglio di carta, una cornice grigia avvolge questa abitazione alla periferia di Ragusa, (con)fondendo pavimento, pareti e copertura e riunendo in un unico corpo tre distinte unità. Grandi aperture vetrate al piano terra favoriscono un rapporto diretto tra interno e esterno, mentre al primo piano un ampio terrazzo si estende lungo entrambe le unità duplex. In ognuna di esse, una scala a giorno staccata di 5 cm rispetto alle pareti domina l’ingresso e la zona soggiorno-pranzo, con uno spazio vuoto a tripla altezza che collega visivamente i diversi piani. Una parete in pietra locale con finitura a spacco fa da fondale alla scala tra piano terra e primo piano, mentre al primo piano una scala a sbalzo sul soggiorno collega alla mansarda. La struttura della villa è in c.a. con tamponamenti in blocchi di poroton e lana di roccia di ben 50 cm: 12 cm all’esterno per scaricare velocemente il calore accumulato durante il giorno; 8 cm di lana di roccia e 30 di poroton verso l’interno per contrastare le escursioni termiche. L'abitazione è inoltre provvista di moduli fotovoltaici e di pannelli di solare termico integrati in copertura e invisibili dall'esterno grazie alla cornice architettonica. Oltre all’ACS, il
solare termico alimenta anche l’impianto di climatizzazione a pavimento, integrato da una canalizzazione VRF per la climatizzazione estiva. La ricerca dell’efficienza energetica riguarda anche gli infissi, in alluminio a taglio termico con vetri bassi emissivi, camera e pellicola che riduce le immissioni sonore all'interno della casa e all’esterno con lamelle in alluminio comandate elettronicamente per controllare l’apporto di luce e limitare l’effetto serra
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SPECIALE SICILIA
EDIFICIO PLURIFAMILIARE A RAGUSA
VARIAZIONI DI TONO Distribuite su più livelli all’interno di un unico complesso edificato, tre singole unità abitative progettate dall’architetto Antonio Giummarra mantengono la propria indipendenza e separazione grazie a una sapiente distribuzione degli spazi e a minime variazioni di forma e colore
Sopra, una vista d'insieme dell'edificio che affronta in maniera originale la tipologia "a schiera" con una soluzione che conserva l'unitarietà architettonica salvaguardando nel contempo l'autonomia di ogni singolo nucleo abitativo (foto @Antonio Giummarra). A destra la pianta del primo piano: i collegamenti verticali sono assicurati da un ascensore che connette anche fisicamente i diversi corpi e da due scale interne, quella che collega il primo piano con il sottotetto realizzata in acciaio e vetro su disegno dell'architetto.
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Situato in una zona di Ragusa in fase di espansione, l’edificio plurifamiliare è costituito da un fabbricato per civile abitazione con tre unità abitative indipendenti dislocate su più livelli - piano interrato, piano terra, primo piano e sottotetto. L'impostazione progettuale mira a soddisfare l'esigenza di indipendenza e separazione dei committenti pur rimanendo all’interno di un contesto unitario. Il complesso infatti, distinto in tre corpi collegati tra loro da vani ascensore a pareti vetrate, insiste su un unico lotto urbanistico avente un'estensione di 1.200 mq. Ogni unità abitativa presenta una superficie utile di circa 60 mq per piano. Alla regolarità dei corpi di fabbrica, identici per forma e volume, fa da contrappunto sia la sequenza irregolare degli aggetti esterni (balconi e pensiline), sia l'alternarsi delle pendenze delle coperture, enfatizzate ulteriormente dai diversi colori dei rivestimenti maiolicati. Le zone giorno, poste al piano terra, si caratterizzano per la presenza di un volume interamente rivestito in legno, al cui interno sono
occultati armadi contenitori e locali di servizio (bagno ospiti, ripostiglio e lavanderia). Uno spazio verticale a doppio volume, nel quale si colloca una sinuosa scala a chiocciola con struttura in metallo e vetro, caratterizza l'interno di ciascuna abitazione e collega il
primo con il secondo piano. Grazie a un’apertura finestrata posta a livello della copertura, l'interno è abbondantemente illuminato dalla luce naturale che dall’alto filtra attraverso la silhouette trasparente della scala giungendo fino all’ingresso a piano terra
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Antonio Giummarra Antonio Giummarra (Ragusa, 1970) si laurea in architettura a Firenze nel 1994 col massimo dei voti e dopo un periodo di tirocinio presso alcuni studi del capoluogo toscano intraprende la libera professione aprendo il proprio studio a Ragusa nel 1996. Nello stesso anno vince il primo Premio Europeo di Architettura per gli impianti sportivi bandito dal Coni. Particolarmente attivo anche nel campo del disegno d’interni e dell’allestimento, lo studio dell’architetto Giummarra unisce l’attitudine sperimentale progettuale alle competenze professionali di una consolidata rete di consulenti specialistici per realizzare strutture commerciali, uffi ci, opifi ci e numerosi interventi di riuso e riadattamento di edilizia esistente. www.antoniogiummarra.com
A sinistra dall'alto, lo spazio aperto a tutt'altezza che permette alla luce di filtrare dall'alto inondando il piano terra; la cucina si apre sul giardino; la scala a chiocciola che collega il primo piano al piano sottotetto (qui sotto uno dei disegni di progetto di Giummarra) occupa il vano a tutt'altezza ma la sua trasparenza non ostacola il passaggio della luce (foto@Antonio Giummarra).
SCHEDA Località Ragusa Anno di realizzazione 2010 - in corso Committente privato Progetto Antonio Giummarra Importo dei lavori 900.000 euro Impianti elettrici e di illuminazione Siet Srl Vetrate termoacustiche e vetri d'arredo Lavet Srl Carpenterie metalliche e infissi in alluminio Comet Srl Parquet General Parquet Cucine Arezzi Cucine Snc Impresa edile Iacono e Barone Srl Posa pavimenti e rivestimenti Fratelli Gambini Srl Fornitura pavimenti e rivestimenti Ciasam Società Cooperativa
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SPECIALE SICILIA
STUDIO LEGALE A RAGUSA
LEGGEREZZA MATERICA Architettura degli interni che si serve della luce e della materia per ridisegnare in chiave contemporanea un ambiente degli anni Quaranta Chiavola+Sanfilippo Architetti Fondato a Ragusa nel 2008 da Gianluca Chiavola e Isabella Sanfilippo, lo studio si occupa di progetti residenziali e di interior design concentrandosi sul dettaglio e sulle relazioni tra forme, luce e materiali. Nato a Melbourne nel 1977, Gianluca Chiavola si laurea in Architettura allo IUAV nel 2004 con Massimo Carmassi, con il quale nei tre anni successivi collabora a Firenze su numerosi progetti, tra cui la riqualificazione del Porto fluviale di Roma, prima di trasferirsi a Ragusa. Isabella Sanfilippo (Catania, 1981) nel 2007, all’indomani della laurea allo IUAV, conseguita con Massimo Carmassi, fa ritorno in Sicilia affiancando all’attività di libero professionista una collaborazione con Boffi Studio conclusa nel 2012 www.csarchitetti.it
SCHEDA Località Ragusa Anno di realizzazione 2010 Committente Privato Progetto Chiavola+Sanfilippo architetti, Gianluca Chiavola, Isabella Sanfilippo
Superficie 95 mq Budget 220.000 euro Corpi illuminanti La Luce, Ragusa Arredi Home Line, Ragusa
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Allo stato di fatto, lo spazio interessato dall’intervento di ristrutturazione curato dagli architetti Gianluca Chiavola e Isabella Sanfilippo era suddiviso in tre settori segnati da muri portanti in blocchi di pietra: una rigida tripartizione affrontata assorbendo i setti divisori all’interno di elementi liberi collocati in modo da organizzare lo spazio in maniera fluida e caratterizzarlo con continui cambi di prospettiva e scorci inattesi. Tali elementi architettonici hanno preso la forma di un paramento lapideo posto tra la reception e la sala d’attesa, di armadiature in rovere a separazione degli uffici, di una libreria a tutta altezza collocata all’interno dell’ufficio principale, connessi tra loro tramite vetri opalini che rendono tutti gli ambienti permeabili alla luce. La reception è caratterizzata da un grande desk scuro la cui forma segnala e ordina i percorsi. La parete di fronte al banco di ingresso è rivestita con lastre in pietra di Ragusa di diverso spessore e di dimensione variabile, la cui texture geometrica è animata da giochi di ombre creati dalla luce proiettata da tre corpi illuminanti incassati a pavimento. Nella sala d’attesa, un etereo pannello realizzato in Corian piegato tra-
slucido filtra la luce esterna e funge da contrappunto leggero alla presenza monolitica degli elementi in pietra e legno. La scelta dei materiali e dei colori è stata suggerita dalla volontà di ricreare un’atmosfera elegante e sobria che si addice alle attività di uno studio legale
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Sotto, la pianta dopo l'intervento. Nelle foto, sopra il titolo la sala d'attesa e l'ufficio principale; in basso, altre immagini dello studio legale (foto ©Giorgio Biazzo e ©Gianluca Chiavola).
EX-CENTRALE ELETTRICA HENRIQUEZ A VITTORIA
SOTTO NUOVA LUCE Il recupero di un’archeologia industriale e la sua trasformazione in spazio pubblico è un’operazione culturale che parte dalla storia per rilanciare il futuro della città
Sopra, dal fianco sud-est della excentrale elettrica si accede al cortile coperto attraverso una passerella che corre sopra una vasca d'acqua (vuota nella foto). Sotto, le sezioni ilustrano gli interventi realizzati. In basso a destra, il fronte principale su Piazza Henriquez (foto ©Giorgio Biazzo).
Il recupero dell’ex centrale elettrica di Vittoria si pone nel novero degli interventi di valorizzazione di quei contenitori a carattere industriale che hanno rappresentato per le città siciliane dei primi del Novecento l'inizio di una condizione sociale avviata verso la modernità. Gli indispensabili interventi per la messa in sicurezza delle antiche strutture sono stati accompagnati da un attento progetto architettonico capace di assegnare nuova dignità e funzionalità a luoghi prima preclusi al pubblico ma inscindibilmente legati alla storia recente della città. Lo spazio esterno è stato riqualificato con una pavimentazione in pietra calcarea dura disposta a lisca di pesce, in continuità materica con le preesistenze del sito.
Una nuova struttura in vetro e acciaio si integra, sovrapponendosi, agli edifici esistenti richiamandone la connotazione industriale. Gli elementi strutturali della copertura in acciaio e vetro della corte interna articolano lo spazio favorendo giochi di luci e ombre. Da questo cortile si accede al corpo principale, dove una seconda struttura metallica forma il nuovo solaio di copertura per il piano terra pluriuso creando un nuovo livello soppalcato destinato a spazio espositivo. La leggerezza dell’acciaio e del vetro si contrappone matericamente alla massa muraria del volume preesistente: la scelta dei materiali e la complessiva neutralità cromatica mirano alla massima flessibilità dei singoli ambienti
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SCHEDA Località Vittoria (RG) Anno di realizzazione 2005-2008 Progetto e direzione lavori arch. Giovanni Rizza, ing. Gerlando Errore
Collaboratori Arch. Gaetano Manganello,
Arch. Carmelo Tumino, Ing. Francesco Faro
Responsabile della sicurezza Ing. Franco Castano Impresa costruttrice C.E.A. (Giarre) per il Consorzio Nazionale "Ciro Menotti" di Ravenna
Giovanni Rizza, Gerlando Errore Giovanni Rizza (Ragusa, 1954) si laurea presso la facoltà di Architettura di Palermo nel 1985. La sua attività spazia dalla progettazione architettonica e d’interni all’urbanistica, collaborando con i professori Cervellati, Costa e Urbani per la redazione del PRG di Ragusa. Realizza numerosi interventi sia privati che pubblici, tra cui un sistema di collegamento verticale nel centro storico di Ragusa Ibla e Ragusa superiore e, più recentemente, il completamento del complesso scolastico IPSIA sempre a Ragusa. Gerlando Errore (Agrigento 1964) si laurea in Ingegneria civile nel 1989 a Palermo. Vince un dottorato di ricerca presso l’Istituto di Tecnica ed Economia dei Trasporti e frequenta l’Università di Leeds e la Westminster University di Londra. Esperto nel settore dei lavori pubblici, ha svolto incarichi per Vodafone, Rayway, Regione Sicilia, Consorzio Autostradale Siciliano Cas, Roma Metropolitane, Salcef, Terna.
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SPECIALE SICILIA
DUE PIAZZE A VITTORIA
TRAME DI COLORE Soglia urbana aperta sul paesaggio, le piazze disegnano con colori primari memoria e tradizioni del luogo. Arte e cultura per riordinare, con un costo contenuto, ritagli di città e spazi dimenticati Realizzato su un’area di circa 1.600 mq, il progetto di recupero coniuga urban design e sostenibilità. Si tratta infatti della prima azione compiuta per volontà del Comune di Vittoria quale compensazione, realizzata con fondi privati, a fronte della costruzione di impianti fotovoltaici sul territorio comunale come previsto dal dispositivo Pears (Piano Energetico Ambientale Regionale Siciliano). In un’ottica volta a contrastare il fenomeno della widespread urbanization, l'AmminiSopra il titolo, elemento peculiare dell'area triangolare che si apre lungo Via San Martino è la vista sulla Valle dell'Ippari e sui Monti Iblei, resa fruibile con la demolizione della precedente muratura. La quinta disordinata delle costruzioni (qui a destra) è stata risolta con pannelli in legno che riprendono il motivo dei colori primari che contraddistingue l'intervento. (foto ©Salvo Carpino, Ignazio Castrogiovanni)
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strazione ha individuato la necessità di rigenerare quest'area della città che, seppur centrale, era rimasta a margine dell'attenzione politico-amministrativa. L'intervento interpreta i caratteri del contesto e le peculiarità del quartiere urbano e della valle dell'Ippari che ne delimita uno dei margini. L’obiettivo è la valorizzazione dei punti di forza e il recupero di una valida dimensione qualitativa e funzionale dei luoghi dell’abitare.
Intervenendo su un’area già edificata, il progetto tende a costruire una regola degli spazi aperti sopperendo alla mancanza di una vera regolamentazione del costruito. Proiettandosi sul suolo urbano, gli edifici diventano protagonisti dell'intervento: sono le demarcazioni di confine tra le unità edilizie a generare un palinsesto geometrico semplice, tessuto da linee e angoli retti che, lungi dall'imporre un disegno autoreferenziale, scandiscono sul suolo il ritmo delle costruzioni circostanti. Il valore paesaggistico è incrementato dalla sinergia arte-architettura che cita i colori primari nella loro essenza mediterranea con linee d’ispirazione neoplasticista ed elementi scultorei modulari che segnano direttrici importanti e punti di vista privilegiati. È ancora il colore, nella continuità dei suoi tracciati, a sottolineare uno degli elementi fondamentali del progetto: le quinte murarie dietro le palme, ricavate per sottrazione materica, si configurano come
soglia e interfaccia che consente finalmente il dialogo tra i due diversi paesaggi culturali dei monti Iblei e del centro storico della città. Le linee a pavimentazione rappresentano inoltre la trasposizione in piccola scala dei tracciati ortogonali che conferiscono ordine e continuità alla struttura urbanistica di Vittoria, città di fondazione spagnola del XVII secolo: si crea così, oltre alla corrispondenza biunivoca tra le abitazioni e il suolo pubblico, un dialogo visibile tra il progetto e la città
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Valentina Fisichella (Vittoria, 1977) Svolge dal 2005 la professione di architetto tra Milano e la Sicilia, occupandosi di lavori pubblici, consulenze specialistiche e committenze private parallelamente all’attività scientifica di ricerca e didattica universitaria. Dottore di ricerca in progettazione architettonica dal 2009, già docente a contratto presso il Politecnico di Milano, Valentina Fisichella è stata consulente di Coni Servizi a supporto delle attività di progettazione e direzione lavori per MilanoSport. Tra gli altri riconoscimenti professionali, ha ricevuto due segnalazioni alla mostra-premio Architettura oggi! tenutasi a Ragusa nel dicembre 2012.
SCHEDA Località Vittoria (RG) Anno di realizzazione 2011- 2012 Importo lavori: 139.155 euro Committente AB Azimut srl per Comune di Vittoria Progetto e dir. dei lavori Arch. Valentina Fisichella Collaboratore Geom. Salvatore Intoci Ceramiche F.lli Cilia Ceramiche
L'altra piazza oggetto dell'intervento è uno slargo che si apre lungo Via del Quarto prima che questa prosegua con una scalinata. I semplici arredi urbani (sotto, un dettaglio) si ricollegano qui alla tradizione di sedersi all'aperto davanti a casa, con le linee ortogonali che riportano sul piano orizzontale i limiti tra gli edifici. (foto ©Salvo Carpino, Ignazio Castrogiovanni)
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SPECIALE SICILIA
RESIDENZA UNIFAMILIARE A GELA
VOLUMI A CONFRONTO Tre volumi che convergono lungo linee oblique e ortogonali a definire l’unitarietà dell’edificio tre diversi rivestimenti materici a stabilirne la convivenza con l'intorno contraddittorio
Nelle foto, la villa si impone per singolarità compositiva e materica e la sua geometria contribuisce a riordinare il paesaggio del contesto. Qui sotto un'immagine dal giardino e, a destra, la scala interna in vetro.
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L’intervento progettuale ha portato alla realizzazione di una residenza unifamiliare sviluppata su due livelli adibiti distintamente a spazi pubblici e privati, serviti e serventi. Al fine di offrire una percezione unitaria, in pianta e in prospetto, della residenza nel suo complesso e simultaneamente del rapporto tra la stessa e il contesto urbano in cui è ubicata, l'architetto Vincenzo Castellana ha sviluppato un tracciato regolatore in cui emergono principalmente le direzioni dell’asse del
lotto e dell’orientamento nord-sud. Di conseguenza, è stata elaborata una composizione esterna caratterizzata da tre volumi che s’incastrano con direzioni ortogonali e trasversali secondo la medesima angolazione della direttrice nord-sud. In questo modo è stato possibile comporre un edificio unitario ma vivo, espressione di una sintesi di elementi contrari, linee ortogonali e linee oblique, vuoti e pieni, volumi e superfici, finito e non finito, che demarcano una differenza di potenziale. È questo il principio progettuale dell’abitazione, costruita in un contesto urbano caratterizzato dalla coesistenza di diverse situazioni sociali, che non lascia indifferenti di fronte all’identificazione di un linguaggio architettonico definito “tettonica dei contrari”. Seguendo tali principi contrastanti, per l’involucro dei tre volumi compositivi sono stati utilizzati rivestimenti materici di pietra lavica locale resi differenti nel trattamento superficiale: il volume ad ovest in
marmo lucido si incastra all’interno del solido a est, il cui guscio materico è costituito esattamente dalla superficie di stacco dei bancali di cava, valorizzata dai segni della punzonatura adoperata per l’estrazione delle lastre di marmo. La composizione risultante rende visibile e comprensibile il confronto che si genera tra diversi attori nella realizzazione di un unico obiettivo
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SCHEDA Località Gela (CL) Anno di realizzazione 2010 Progetto Arch. Vincenzo Castellana, Arch. Rosanna Zafarana
Superficie lotto mq 2.160 Superficie edificata mq 390 Impresa Mondello Spa Lavorazione acciaio Fer.Met Snc
Studio Castellana Vincenzo Castellana (Milano, 1970), laureato presso la Facoltà di Architettura di Palermo dove collabora ai corsi di scenografia e progettazione architettonica, si occupa di progetti di industrial e interior design, di architettura, grafica e comunicazione. Fondatore della comunità del buon prodotto DesignOrientity, ha partecipato ai workshop della Triennale di Milano per The New Italian Design. Nel 2008 fonda con Vanni Pasca la delegazione Sicilia dell’ADI di cui è presidente. Con lo studio collabora l’architetto Rosanna Zafarana http://ec2.it/studiocastellana
In alto a sinistra, una composizione grafica dei volumi con il mare sullo sfondo. A sinistra, pianta del piano terra e i prospetti dell'abitazione.
SPECIALE SICILIA
IN CENTRO STORICO A GELA
SISTEMAZIONI URBANE Il centro storico di Gela ritrova nuove relazioni e connessioni nel disegno minuzioso di Roberto Collovà. Frutto di un accurato rilievo e di una forte consonanza culturale con gli elementi materiali costitutivi della città. In questa pagina, Piazza Salandra, il nuovo sagrato della chiesa in basole di pietra calcarea bianca e di pietra lavica nera.
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Gela, 77mila abitanti, giace su un’altura che corre parallela alla linea del mare e sopra l’insediamento di una delle prime colonie greche in Sicilia. Le piazze che si aprono nel tessuto urbano ortogonale del centro stori-
co, talvolta monumentali e talvolta frutto di vuoti o occorrenze episodiche, segnano le intersezioni tra il Corso Vittorio Emanuele e le strade che scendono verso il mare, in direzione nord-sud. Del progetto complessivo dell’architetto Roberto Collovà, vincitore del concorso indetto dall’Amministrazione Comunale nel 1993, che prevedeva interventi omogenei su tre piazze e lungo il Corso Vittorio Emanuele, è stato completato finora l’incarico riguardante Piazza Salandra e i suoi dintorni, mentre gli interventi relativi al resto del Corso e alle piazze Umberto, San Francesco e Martiri della Libertà (queste ultime aggiunte in seguito) sono in attesa di finanziamento. Soprattutto, cancellato per vicende locali l’incarico riguardante Piazza Roma, la trasformazione della piazza destinata a mercato ha smarrito l’originaria unitarietà dell’intervento. L’approccio progettuale di Collovà è consistito fin dall’inizio nella ricerca di una misura del disegno adeguata alle diverse situazioni, di una sua intrinseca “necessità”, evitando esercizi di forma tanto inutili quanto ingiustificati. Il disegno ordinario riguarda la pavimentazione carrabile in ba-
sole di pietra calcarea bianca e di pietra lavica nera, diversamente distribuite lavorando sull’addensamento e sulla miscela cromatica. Riguarda in diverso modo le pavimentazioni delle superfici pedonali, accresciute per via della riduzione delle sezioni carrabili e ottenute dalla disposizione di basolette cubiche di 10 cm di lato, di pietra lavica e calcarea, disposte casualmente e annegate in un getto di cls con pietrisco lavico-calcareo, trattato con ritardanti e lavato a pressione. Nuove tessiture orizzontali su cui si innestano, nel progetto, gli arredi urbani in pietra, le lampade realizzate su disegno, la vegetazione e misurati interventi decorativi che sconfinano nell’arte.
Roberto Collovà Architetto e fotografo, Roberto Collovà (Palermo, 1943) ha insegnato alla Facoltà di Architettura di Palermo e all’Accademia di Architettura di Mendrisio; ha tenuto conferenze, corsi e workshop in diverse scuole e istituzioni culturali italiane ed europee. Suoi lavori sono stati esposti anche alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano e all’Accademia di Francia e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. È stato membro della Giuria del Mies van der Rohe Award 2005, advisor del BSI Swiss Architectural Award 2008 e delle recenti edizioni del Young Architects Program MaXXI / MoMa PS1. Vive e lavora a Palermo.
Piazza Umberto I e Corso Vittorio Emanuele Da un’artificiosa monumentalità, tipica degli interventi della seconda metà dell’Ottocento, a un’articolazione dello spazio in parti capaci di rispondere a differenti modalità di fruizione sociale e a un compito topografico, perno di una rotazione dell’asse urbano di 90°, in direzione della casa Municipale (opera di Salvatore Cardella), della Piazza San Francesco e della costa. Il progetto consegue i due obiettivi attraverso il ripristino dell’antico Pomerio a fianco della chiesa Madre, che riprende la quota originaria più alta di 80 cm e forma così un sagrato laterale che è, allo stesso tempo, un nuovo spazio laico. Piazza Salandra Questa piazza ha su un fianco, che coincide con la via De Sanctis, uno strappo: un attraversamento degradato, risultato del crollo di una parte del convento dei Padri Agostiniani, la cui corte è ricomposta da un recente brutto edificio scolastico. Al muro finestrato della scuola si contrappone, sul lato opposto,
la lunga parete laterale del Teatro Comunale che si conclude con una sezione archeologica, impronta di una cappella. Quel taglio è un passaggio speciale per il centro storico, soprattutto se collegato alle rudimentali gradonate e rampe costruite negli anni passati e che scendono fino alla circonvallazione. Curiosamente questi accidenti hanno reso l’interstizio adatto a diventare un luogo che può avvalersi di qualità come vegetazione, profumi, frescura, rumore dell’acqua corrente, colori. È qui che l’architetto ha disegnato di più, per costruire un luogo mai esistito; c'è una fontana, il muro come un palinsesto, i nuovi fogli di lamiera a schermare le finestre della scuola e una pavimentazione mista di lastre di pietra calcarea bianca e getti di cls grigio, bianco o nero, di varia dimensione, forma e grana, scostata dai muri laterali per far posto a due pareti di gelsomini e alle piante striscianti. Il passaggio si conclude con una terrazza affiancata da due rampe di scale, come un frammento delle mura ricostruito in pietra lavica su un punto del loro tracciato, dove cresce un carrubo
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Dall'alto in senso orario, vista sul passaggio-bastione verso la scuola elementare, dettaglio delle lamiere colorate disegnate per la parete della scuola, una delle rampe del bastione e la sua parte terminale. A destra, lavori di costruzione di Piazza Salandra e dettaglio della pavimentazione del passaggio-bastione. Tutte le foto del servizio sono di ©Roberto Collovà.
SCHEDA Località Gela Anno di realizzazione 2006-2012 Committente Comune di Gela Progetto Roberto Collovà Sicurezza e assistenza Direzione Lavori Francesco Nicita
Collaboratori Giuseppe Fascella, Leonardo Foto, Antonio Molica Bisci, Raffaella De Simone, Maria Di Gregorio, Marco Enia, Simona Perrotta, Silvia Urbano
Impresa Società consortile a.r.l. Piazza Salandra C.V.E.
Corpi illuminanti design Roberto Collovà, produzione O-Luce Milano
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SPECIALE SICILIA
Atelier di architettura Fondato nel 2004 dagli architetti Sebastiano Fazzi (Enna,1975) e Giuseppina Farina (Augusta, 1978), lo studio opera sul territorio siciliano e nei suoi progetti di abitazioni a differente scala conduce una specifi ca ricerca sui modi dell'abitare contemporaneo e sul tema della trasformazione del costruito. L’attenzione dei due professionisti all’evoluzione dell'architettura e della città contemporanea si traduce nella partecipazione a concorsi internazionali di progettazione. www.atelierdiarchitettura.it
A sinistra, l’esterno dell’abitazione di Enna; sotto, il patio interno a tutta altezza con i lucernari che portano luce in tutti gli ambienti; una sezione dell’intervento (Foto@ Fabio Marino)
UN'ABITAZIONE A ENNA
FIAT LUX Conservazione fuori, rinnovo totale dentro. Soluzioni e tecnologie per vivere in Classe A nel centro storico Complici la nostalgia del committente per imprecisati bei tempi andati e lo stress burocratico che assorbe le energie del professionista, spesso gli interventi sul costruito storico, sia esso più o meno di pregio, diventano dei lifting. Qui invece si tratta di un trapianto di organi, che ha posto rimedio alle gravi carenze strutturali dell’edificio trasformandone al contempo drasticamente la vivibilità. In questa casa, il cui fronte nel centro storico di Enna si apre sulla vallata dominata dal Castello di Lombardia, è necessario entrare per rendersi conto della qualità della luce, delle finiture, della distribuzione degli spazi raggiunta dal progetto con pochi, geniali interventi: il riposizionamento dei collegamenti verticali e la creazione di un patio interno con finestre a soffitto che inondano di luce tutti gli ambienti, disposti su tre piani. Il gusto e la cura del dettaglio hanno fatto il resto, trasformando un’abitazione povera in una moderna residenza urbana.
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Le scelte di materiali e tecnologie per gli indispensabili interventi strutturali sono state da subito orientate anche al miglioramento delle prestazioni dell’edificio: calcestruzzi additivati con sostanze cristallizzanti e impermeabilizzanti, reti FRP per il rinforzo delle pareti perimetrali, solai aerati, sottofondi termoisolanti a base di inerti superleggeri, pacchetti ventilati per la copertura finita poi con i coppi originali, generale alleggerimento della struttura. A lavori conclusi, l’abitazione ha ottenuto la certificazione energetica in classe A
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SCHEDA Località Enna Anno di realizzazione 2008-2011 Committente privato Progetto arch. Sebastiano Fazzi e Giuseppina Farina
Superficie netta lotto 65 mq Superficie calpestabile 172 mq Calcolo delle strutture ing. Massimo Vicari
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SPECIALE SICILIA Arte per tutti, a tutte le ore del giorno e della notte, in mezzo alla strada e tra la gente comune. È questa la missione di Farm Cultural Park, un progetto sperimentale di arte contemporanea e ospitalità diffusa creato da Florinda Saieva e Andrea Bartoli nel centro storico di Favara
FARM CULTURAL PARK
IL NUOVO VILLAGGIO DELL' ARTE
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Farm Cultural Park è un centro culturale e turistico diff uso insediato nella parte più antica del centro storico di Favara, paese che dista solo 6 km dalla Valle dei Templi di Agrigento. Cuore pulsante delle attività culturali è il borgo dei Sette Cortili, sorta di kasba siciliana attiva dal mese di giugno del 2010. Una programmazione culturale dirompente ha caratterizzato i primi due anni di vita del progetto, con mostre temporanee e installazioni permanenti, residenze per artisti, workshop con giovani e bambini, presentazioni di libri, concorsi di architettura, lettura portfolio di artisti e numerosissime presentazioni in Italia e all’estero che hanno permesso all’iniziativa di vincere nel 2011 il Premio Cultura di Gestione di Federculture. L’intento di Farm Cultural Park è di consegnare alla città di Favara una nuova identità legata alla contemporaneità, alla sperimentazione e all’ospitalità e di diventare la seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento. FKP nasce dalla “follia” di Florinda Saieva e Andrea Bartoli, una giovane coppia di professionisti che ha deciso di non trasferirsi all’estero, di restare in Sicilia, di non lamentarsi di quello che non accade, di diventare protagonisti di un piccolo ma significativo cambiamento e di restituire ai loro figli, Carla e Viola, un piccolo pezzo di mondo migliore. Nato in origine come borgo che ospitava il personale di servizio dei limitrofi Palazzi Nobiliari, i Sette Cortili si sono rivelati, per la dimensione contenuta degli interventi di riqualificazione necessari, il punto di partenza strategico del progetto FKP. Le
Andrea Bartoli (nella foto) ha promosso a
Favara la cultura del contemporaneo in tutte le sue forme di espressione: artisti, architetti, designer, cuochi, grafici e creativi di ogni disciplina sono i benvenuti nel centro culturale e turistico diffuso di Farm Cultural Park.
Sotto, l’aspetto originario delle piccole abitazioni del centro storico di Favara che, una volta riqualificate (a destra), assumono nuova destinazione culturale e turistica.
casette del borgo, su due o al massimo tre livelli, denominate “camera e dammuso”, sono state ristrutturate nel rispetto della loro architettura originaria, eliminando quando esistenti superfetazioni di epoche successive. Solo gli infissi originari in legno sono stati sostituiti con degli infissi in ferro e si è scelto il bianco latte di calce antica per le facciate che ospitano installazioni permanenti e interventi temporanei di artisti nazionali ed internazionali. Diverse casette sono destinate ad attività culturali e project room e ogni quattro mesi cambiano pelle per ospitare nuovi artisti e nuove idee. Pensando alla sostenibilità di FKP, si è immaginato sin dall’inizio che il progetto dovesse affiancare all’attività di produzione culturale una serie di servizi ricettivo-turistici in funzione della sua posizione strategi-
ca molto vicina alla Valle dei Templi. I Sette Cortili ospitano così anche spazi destinati ai servizi: un bookshop con opere multiple di giovani artisti e oggetti di design, un corner Moët et Chandon, una sandwicheria, una project room per cuochi e aspiranti tali e un barbecue-garden, spazio apprezzato per la socializzazione. Sono stati realizzati anche uffici con sale riunioni, una piccola biblioteca tematica di architettura per stagisti e studenti del territorio, e tutti i bagni destinati al pubblico nascono da progetti di artista (l’ultimo realizzato, definito “toilette motivazionale” dove rimettere in discussione la propria vita, è stato denominato Stay Hungry Stay Foolish in omaggio a Steve Jobs). Farm Cultural Park è già dotata di una residenza per artisti a Favara - un appartamento con giardino privato che può ospita-
re fino a 4 artisti contemporaneamente - e di una masseria del Settecento a Butera (a circa 80 Km da Favara) dove vengono realizzati con gli artisti residenti i progetti più sperimentali legati alla micro-architettura o al public design. Tanto è stato già fatto, ma moltissimo ancora è da fare. All’interno dei Sette Cortili infatti nuovi progetti sono in fase di completamento: uno spazio destinato alla formazione (che verrà gestito in collaborazione con la Fondazione Fitzcarraldo e che avrà un segmento formativo gratuito sulla micro-imprenditorialità dedicato ai residenti del quartiere, per aiutarli a costruire il loro futuro professionale e economico), un ostello da destinare a residenza per artisti con 14 posti letto, l’ampliamento dello spazio espositivo e il rafforzamento delle proposte food and beverage
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SPECIALE SICILIA
ALTHEA PALACE HOTEL A CASTELVETRANO
RIGOROSO CON BRIO A pochi chilometri da Selinunte, rigore e pulizia formale segnalano la volontà di offrire servizi alberghieri di livello internazionale
Sopra il titolo e qui sotto, il 4 stelle Althea di Castelvetrano e un dettaglio delle logge colorate aggettanti (foto ©Rosa Maria D'Antoni).
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L’intervento consiste nell’ampliamento e sopraelevazione di un piccolo albergo in posizione strategica presso lo svincolo autostradale di Castelvetrano, oggi in grado di offrire 120 posti letto, rafforzandone la capacità di attrazione pur nell’intorno misto e disordinato nel quale sorge. La distribuzione dei servizi annessi è stata risolta con molta chiarezza evitando sovrapposizioni rispetto al nucleo centrale
delle camere. Sono state così individuate tre aree distinte distribuite su tre livelli differenti: hall d’ingresso e sala ristorante a piano terra: beauty farm e parcheggi al piano interrato; una sala polivalente nella sopraelevazione del terzo piano. La scelta dei materiali utilizzati per le rifiniture esterne si lega alla tradizione locale ed è stata dettata da un’attenzione particolare al contesto, con l’utilizzo di intonaco bianco e rilucente e di pietrame a secco su uno dei lati dell’edificio. Per gli ambienti interni invece si è preferito scegliere uno stile fluido esaltato dall’ampio utilizzo di superfici continue e materiali semplici. Il rigore compositivo degli esterni, scanditi dalla geometria delle logge colorate che emergono in aggetto dai prospetti (quasi una “firma” dell’architetto La Monaca), si contrappone alla plasticità degli interni, con il legno che plasma gli spazi curvilinei di hall centrale e bar, alternando tonalità chiare e scure. Il risultato è la realizzazione di un’architettura moderna che denota una certa dose di spirito ludico, evidente nella libertà compositiva degli arredi e negli oblò colorati del
Corpo A (esistente)
Corpo B (progetto)
Tunnel di collegamento (progetto)
Studio La Monaca Fondato nel 1990 da Orazio La Monaca (Castelvetrano, 1957), laureato presso la Facoltà di Architettura di Palermo, lo studio, che vanta più di 300 progetti realizzati, ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Finalista alla III edizione (2009) della Medaglia d’Oro all’Architettura italiana, ha partecipato al Padiglione Italia alla XII Biennale di Venezia e esposto in mostre in Italia, Spagna e Libano. L’attività di ricerca dello studio muove dal paesaggio alla città, dall’edificio al design: ogni progetto è ideato attraverso l’utilizzo della luce, della materia e di combinazioni sensibili tra superfici e volumi, sperimentando in sintonia con la storia locale e applicandone i principi in chiave contemporanea. Nell’ultimo anno ha ricevuto incarichi per la realizzazione di edifici in Africa e a Dubai. www.lamonacaarchitetto.it Corpo B
controsoffitto della sala ristorante, senza rinunciare a una severa disciplina compositiva e alla ricerca di razionali soluzioni funzionali, come ad esempio il mobile attrezzato della sala ristorante che, provvisto di ruote, rimodula di volta in volta la disposizione interna dello spazio. L’edificio affronta inoltre in maniera originale una dialettica tra opaco e trasparente, nella continua ricerca di un rapporto visivo con l’esterno che è propria dell’architettura dello studio
Corpo A
LA CASA COMUNALE DI CASTELVETRANO Completato nel 2008 su terreni confiscati alla mafia, il progetto, sviluppato da Orazio La Monaca con Santo Giunta, Leonardo Tilotta e Simone Titone (nella foto ©Lamberto Rubino), ha ricevuto i premi di architettura Ance Catania, Quadranti di architettura G. B. Vaccarini ed è stato finalista alla III edizione della Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana nel 2009. Corpo A
Corpo B
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SCHEDA Località Castelvetrano (TP) Anno di realizzazione 2009-2012 Committente Seltur srl Progetto Orazio La Monaca Collaboratori Vincenzo Mangiaracina, Francesco
Cannova, Rosa Maria D’Antoni, Clara Agate, Ignazio Marino
Tipologia intervento elevazione e nuova costruzione
Destinazione turismo/ospitalità Superficie del lotto 8.845 mq Superficie coperta 1.084 mq Volume di progetto 13.550 mc Impianti Salvatore Palermo Impresa esecutrice Clemente Costruzioni srl
A sinistra e sopra, schema dell'ampliamento e i 4 prospetti dell'edificio. A destra due immagini degli interni: la hall e la sala ristorante, con gli oblò colorati che connotano il controsoffitto (foto ©Rosa Maria D'Antoni).
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SPECIALE SICILIA
EAC 2010 > Tema: Non finito. Luogo: l’incompiuto monumento ai Mille di Marsala. Progetto d’architettura associabile: Casa 4, residenza unifamiliare già realizzata a Marsala che sviluppa il tema del “non finito” in architettura (foto ©Carla Athayde).
L’EFFIMERO PER TRASFORMARE IL PAESAGGIO
UNA RETE GLOCAL Come un hub, Stardust* a Marsala connette saper fare, talenti tecnologie e capacità artistiche internazionali
EAC 2011 > Tema: Togliere. Luogo: Il sistema delle cave di Marsala. Progetto selezionato dalla Biennale Europea di Architettura del Paesaggio, Barcellona. Progetto d’architettura associabile: Stardust* Studio-Loft (in costruzione a Marsala) che si fonda sul tema del recupero di architettura esistente usando materiali locali e mettendo in sinergia tradizione costruttiva e innovazione (foto ©Carla Athayde).
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Se l’effimero è l’elemento concettuale comune alle arti, secondo Stardust* anche l’architettura, per durare di più, deve essere concepita come temporanea. Forse un ossimoro o forse no, se si osservano i paesaggi contemporanei della precarietà, ciascuno con le proprie caratteristiche in Sicilia, in Italia e nel mondo, e dei quali occorrerà finalmente prendere atto per mettere in moto trasformazioni architettoniche e territoriali socialmente e ambientalmente sostenibili. Francesco Ducato e Carla Athayde, i due soci di Stardust*, sono del resto poco interessati alle definizioni: preferiscono tradurre i concetti in “fare” e “agire” concreti, misurandosi con le complessità burocratiche, organizzative e produttive e con la realtà dei conti economici. Partendo dalle relazioni stabilite nel corso delle loro precedenti esperienze interna-
zionali e cogliendo le opportunità delle nuove tecnologie (Internet ma anche i voli low-cost), dal 2010 organizzano ogni anno a Marsala, in collaborazione con l’Istituto Elisava di Barcellona, l’Ephemeral Arts Connection (EAC - www.ephemeralartsconnection.wordpress.com), un workshop inter-
La scienza ha ormai dimostrato che siamo polvere di stelle [stardust]. Siamo un esempio vivente, qui sulla terra, del fenomeno prodigioso dell’idrogeno che si trasforma in coscienza umana. Dobbiamo essere degni di questo miracolo. Paolo Soleri (alla Biennale di Venezia, giugno 2000) nazionale in cui artisti di varie discipline, da tutto il mondo, confluiscono a Marsala lavorando per dieci giorni su un tema e un luogo associato. Le ricerche si intrecciano definendo una coerenza dell’approccio artistico genera-
Stardust* Francesco Ducato. Siciliano. Architetto, artista e professore in università internazionali / www.francescoducato.com Carla Athayde. Brasiliana e Spagnola. Esperta in turismo, produttrice e fotografa / www.carlaathayde.com Opera sullo sfondo: "Rosa Nuova". Francesco Ducato, Palermo, 2000.
Il primo lavoro importante dello studio è stato il design e la produzione della mostra di Cloud 9/Enric Ruiz Geli (Barcellona - Spagna) all’Università della California di Los Angeles. Poi hanno collaborato con Bob Wilson a New York, il miglior scenografo del mondo secondo il New York Times, la cui prima esperienza lavorativa è stata con Paolo Soleri, uno dei riferimenti italiani più cari a Stardust*, ad Arcosanti. In seguito lo studio si è associato con Cloud 9 per il design di interni del Media-TIC a Barcellona, di cui Francesco Ducato era stato architetto di progetto. Poi il rientro in Sicilia e la creazione dell'hub attorno al quale ruotano le iniziative di Ephemeral Arts Connection. www.stardustudio.com
EAC 2013 > Tema: Network. Luogo: la rete di pescherie storiche Krakeslottet Senja, Norvegia. A Marsala avverrà l’Ephemeral Pill (7 e 8 Settembre 2013), focalizzato sulla rete dei bagli in cui sarà presentato anche il prototipo del volume sull’EAC che Stardust* sta sviluppando con Actar Publishers (Barcellona & New York).
le e a conclusione vengono realizzate una installazione effimera e una performance aperte al pubblico. Ogni edizione dell’EAC può essere idealmente associata a un progetto d’architettura che Stardust* ha sviluppato o sta sviluppando in Sicilia. Le azioni di Stardust* contribuiscono in questo modo alla diffusione di una cultura contemporanea globale in contesti locali fortemente caratterizzati. Gli effetti sono la trasformazione del paesaggio in modo innovativo, creativo e responsabile e la formazione di nuove generazioni di makers
EAC 2012 > Tema: Limite. Luogo: gli Hangar Nervi a Marsala. Progetto selezionato dalla Biennale Europea dello Spazio Pubblico (Roma). Progetto d’architettura associabile: Archea Spazio Caffè, idealmente legato agli hangar Nervi per il suo sistema strutturale continuo (realizzato però attraverso processi CAD-CAM), in cui non esiste differenziazione tra elementi verticali e orizzontali (foto ©Carla Athayde).
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Attualmente lo studio sta lavorando a progetti d’architettura su maggiore scala, tra i quali questo progetto di albergo 4 stelle a Siracusa per Addauro Srl, a breve in cantiere.
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SPECIALE SICILIA
Studio Cusenza+Salvo Rosario Cusenza si laurea a Firenze con G. Klaus Koenig. Collabora per due anni con Leonardo Ricci al corso di urbanistica e contemporaneamente intraprende un lungo sodalizio professionale con Cristiano Toraldo di Francia, fondatore del Superstudio insieme ad Adolfo Natalini, con il quale progetta e realizza un teatro all'aperto e una banca. La lunga frequentazione dell'ambiente dell'avanguardia fiorentina degli anni '70 risulterà determinante per la sua formazione professionale e intellettuale. Maria Salvo si laurea a Firenze e subito intraprende l'attività professionale con Rosario Cusenza fondando nel 1980 lo studio omonimo. Lo studio ha ricevuto numerosi premi partecipando a concorsi di progettazione nazionale e internazionale, mostre e seminari. Diversi lavori sono pubblicati su riviste e libri di architettura. Nel 2012 ha partecipato alla XIII Biennale di Architettura di Venezia. Il progetto che pubblichiamo è stato finalista alla Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana 2012 della Triennale di Milano e ha vinto il premio Pida 2011 come miglior progetto di struttura ricettiva. www.studiocusenzasalvo.it Nella foto grande, tutti i tamponamenti sono in blocchi di tufo faccia a vista, in continuità con le pareti di calcarenite che definiscono il perimetro dell'area; sotto, un fianco del blocco camere visto dalla corte che conduce alla piscina, a quota -12 rispetto al piano di campagna (foto ©Rosario Cusenza).
In alto, una vista dall'alto del complesso alberghiero; a destra, la pianta alla quota del piano di cava e, sopra, le sezioni cc' e bb'.
UN ALBERGO A FAVIGNANA
LE CAVE BIANCHE Zero consumo di suolo e recupero ambientale nella trasformazione in albergo di una cava dismessa di Favignana, dove i volumi dialogano con le pareti di pietra
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Pesca del tonno e estrazione di calcarenite tufacea, la pietra bianca tipica dell’isola, erano le principali attività produttive di Favignana, che per questo presenta numerosi spazi ipogei, a fossa e a galleria. Oggetto del progetto, coordinato con la Soprintendenza di Trapani, era il recupero della maggiore di queste cave, una fossa ampia 9.500 mq posta 12 metri sotto il piano di campagna su un lotto di 13mila metri quadri di estensione complessiva, con la realizzazione di una struttura alberghiera. Il progetto si prefissava l’obiettivo di non modificare gli spazi di fondo cava e i profondi muri di calcarenite, veri monoliti spessi fino a 5 metri, che hanno perciò fissato il dimensionamento e lo sviluppo planimetrico e altimetrico del complesso ipogeo. L’albergo è formato da una sequenza di volumi che dalla quota di campagna arrivano fino a quella di escavazione, parizalmente separati
Sopra, un'altra foto del complesso. Il corpo con copertura inclinata sul fondo è la hall; a destra, vista interna dei ponti che collegano i due corpi di fabbrica delle camere e una vista interna della reception (foto ©Rosario Cusenza).
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Pianta 1. reception - hall 2. camere 3. sala prima colazione 4. cucina 5. deposito 6. bar 7. piscina 8. bacino d'acqua 9. ufficio 10. sala lettura e TV 11. scala ed ascensore
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l’uno dall’altro da tagli verticali che lasciano filtrare la luce che illumina dall’alto gli spazi interni. L'edificio realizzato al piano di campagna è pensato come un grande muro -con rare aperture- che delimita il confine tra l'area d’intervento e la strada comunale Fanfalo. Procedendo verso il piano di scavo, all'interno della sequenza di spazi ordinati dalle grandi e spesse pareti esistenti si trovano gli altri volumi costruiti. L'edificio che accoglie le camere è suddiviso
in due parti, distanziate l'una dall'altra da una feritoia che taglia il blocco in tutta la sua altezza. La luce naturale penetra dall'alto all'interno dei tre piani di elevazione: una soluzione mutuata dai pozzi di luce che venivano realizzati per illuminare l'attività lavorativa all'interno delle cave. Il blocco di tufo faccia a vista è l'unico materiale utilizzato per la costruzione degli edifici che, come nella tradizione costruttiva locale, ha permesso di reinterpretare la poetica del "non finito"
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SCHEDA Località Isola di Favignana Anno di realizzazione 2008 Committente/Impresa Egadi Factory Progetto Rosario Cusenza e Maria Salvo Superficie lotto 13.000 mq Superficie edificata 3.500 mq
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SPECIALE SICILIA
RESIDENZA LA GANCIA A TRAPANI
IN CENTRO SUL MARE
Un premio anche alla committenza per questo attento intervento di restauro nel cuore della città del sale e della vela
Sopra da sinistra, la Gancia vista dai portici di Piazza Mercato (è l'edificio sulla destra, all'imbocco di via Mura di Tramontana); un ambiente interno, con il nuovo solaio in acciaio e cotto decorato; l'ingresso. Sotto, il roof garden aperto sul mare. Nella pagina di destra, una delle 60 tele che decorano gli ambienti e particolare della scala (foto ©Baldo Messina e ©Andrea Pitari).
Il complesso della Gancia, collocato in posizione privilegiata nel centro di Trapani di fronte a un mare tuttora balneabile, abbandonato da decenni versava in condizioni disastrose quando l’architetto Vito Corte nel 2008 avviò un complesso progetto di restauro per il ripristino degli spazi originariamente occupati da un convento e la loro trasformazione in moderno residence alberghiero. Le venti unità che ne sono state ricavate, insieme agli spazi comuni, tra cui un roof garden e un solarium, sono il risultato dell’attenta ricognizione svolta, dall’adozione di materiali biocompatibili e filologicamente corretti e della passione per la storia del luogo e per l’arte. Le strutture murarie, le volte e gli archi, testi-
monianze di magisteri sapienti con l’arenaria locale, sono state recuperate senza alcun intervento con calcestruzzo armato, ma effettuando le necessarie integrazioni con materiali compatibili e tecniche analoghe all’originario consolidando, solo dove necessario, con fibre di carbonio e fissando con silicato di etile e caseina naturale. Solo ad alcune murature particolarmente instabili è stato applicato il “metodo CAM”, con fascette di acciaio tensionate. Il materiale per gli intonaci interni ed esterni è stato realizzato in cantiere con pozzolana campana importata dai luoghi d’origine e grassello di calce stagionata, mentre per le finiture superficiali sono stati utilizzati prodotti a base di grassello di calce stagionata,
SCHEDA Località Trapani Anno di progetto/realizzazione 2008/2010 Committente La Gancia Srl Progettazione archtettonica e interior design Vito Corte
Direzione lavori e sicurezza Vito Corte Calcoli strutturali Antonio Di Giovanni Progettazione impiantistica Giovanni Di Garofalo Geotecnica Giuseppe Mura
A destra, pianta del secondo piano e sezione dell'edificio. La residenza si sviluppa su 5 piani, con spazi comuni al p.t. e all'ammezzato, tra cui la chiesa del Carmine (in origine l'edificio ospitava un convento). A sinistra, uno schizzo lungo il percorso progettuale seguito alle prime ricognizioni; negli ambienti diverse pavimentazioni in vetro liberano alla vista elementi originari restaurati come il pozzo in oggetto.
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Vito Marcellomaria Corte
Vito Corte (Trapani, 1961), si laurea in architettura a Palermo con Pasquale Culotta. Dal 1987 realizza numerosi lavori su diverse scale per una committenza pubblica e privata e partecipa a numerosi concorsi e premi di architettura, ricevendo premi e segnalazioni. Ha ricoperto incarichi associativi e istituzionali. È docente a contratto di Storia dell’Architettura Contemporanea presso l’Università di Palermo, corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura. www.vitocorte.it
aggregati di polvere di marmo, terre naturali e ossidi preparati per lo scopo. Alcune superfici interne sono state trattate a encausto con cera d’api. I nuovi solai sono stati realizzati con una tecnica originale che assicura il migliore comportamento statico e si configura come un intervento reversibile e modulare, con putrelle in acciaio e mattoni decorati. Molti dei solai conservati sono stati invece ricostruiti con la tecnica tradizionale dei cufulari trapanesi, con correnti in segati di tufo a secco che creano un’intercapedine ventilata in grado di assicurare un ottimo isolamento termico ed acustico. Antiche cisterne recuperate raccolgono le acque meteoriche per usi sanitari. L’impianto elettrico è dimensionato per illuminazione a basso consumo e a led, mentre l’illuminazione esterna è calibrata per evitare l’inquinamento visivo notturno. I parquet sono in legno naturale, incollato con prodotti minerali e lucidato a cera, mentre tutte le vernici sono ad acqua. Ampi spazi di progettazione sono stati infine dedicati ad altre tecniche costruttive per il risparmio energetico, in particolare per l’utilizzo di energia solare e nell'attenzione posta alla ventilazione naturale degli ambienti
60 INSTALLAZIONI ARTISTICHE L’intervento di Vito Corte per la residenza La Gancia si è esteso anche alla progettazione di alcune stampe artistiche su tela che, ispirate alle composizioni in computer-art di Margot Krasojevic e destinate ad arredare gli interni, ricollegandosi al luogo, alla storia e ai temi affrontati durante il lungo lavoro di restauro richiamano alla memoria degli ospiti, oltre all'abate G. B. Amico, originario autore della fabbrica nel XVII secolo, le maestranze e i tecnici che hanno operato a regola d'arte per restituire questi spazi imponenti e già abbandonati alla fruizione secondo i costumi attuali.
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SPECIALE SICILIA
HOUSING A TRAPANI
LEROSSETORRI Progettare per trasformare. Gli edifici diventano un nuovo landmark urbano e sono un manifesto di una nuova generazione di professionisti che non si arrende alla mediocrità, etica ed estetica, del contesto Nell’area oggetto dell’intervento erano presenti una serie di tensioni fra elementi variegati, tipici di una realtà marginale, e incombeva la presenza, o meglio il vuoto, recintato e invalicabile, della caserma militare con le sue torri d’acqua, unico gesto verticale la cui forza si scontrava con le edificazioni della zona.
Modello dell'intervento e, in alto a sinistra, l'edificio B (in primo piano il corpo scala) (foto ©Santo Eduardo Di Miceli)
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Dare a questo contesto anonimo un’identità urbana diventava l’obiettivo principale dell’intervento. Prendendo spunto dalla prescrizione di Piano (PRG), che prevedeva l’allungamento della strada che costeggia la caserma, dividendo il lotto in due, si è quindi pensato di progettare due edifici che avessero funzione di porta e cerniera di interconnessione urbana, per migliorare un contesto che nell’ultimo ventennio non è stato in grado di acquisire una forma architettonica degna: l’edificio di abitazione, nelle città siciliane, presenta un’aberrazione procedurale e una ripetizione tipologico-formale che induce allo scetticismo sulla possibilità di costruire un’immagine dignitosa della città. Per questo Lerossetorri è anche un manifesto di una nuova generazione di professionisti che non si arrendono alle quotidiane difficoltà dell’esercizio della professione tout court. Per "scrivere" questo manifesto Giuseppe Todaro ha fatto scelte molto
precise: semplicità formale, uso del colore per accentuare la presenza urbana, recinto come limite fra pubblico e privato, linguaggio architettonico difforme dal contesto e accurata lettura del luogo per sintetizzare e risolvere le situazioni più complesse che ruotano attorno ad esso. Gli edifici diventano due punti di riferimento dell’area e “si appropriano” dello spazio occupandolo in profondità. Per mantenere l’aspetto esterno il più pulito possibile la presenza dei balconi è stata ridotta al minimo, sono stati creati cavedi per gli impianti e si è optato per infissi con sistemi di oscuranti interni, evitando di fare ricorso al repertorio formale dell’edilizia residenziale isolana. Lerossetorri sono anche un atto di semplificazione nei confronti di un lotto di progetto con innumerevoli giaciture. I due volumi compressi fra due torri e attraversati da una strada diventano sistema e comunicano la
Giuseppe Todaro (Erice, 1976) Laureato nel 2002 all’Università degli Studi di Palermo, presso la quale è stato assistente in progettazione architettonica e professore a contratto, attualmente l’architetto Giuseppe Todaro è docente del seminario itinerante di progettazione Villard de Honnecourt. Nel 2004 fonda lo studio Giuseppe Todaro Architect con sede a Trapani. La sua attività spazia dall’architettura alla progettazione urbana all’interior design, con progetti che hanno avuto visibilità nazionale e internazionale in mostre e pubblicazioni. www.todaroarchitect.com
Qui accanto un'immagine dell'edificio A (foto ©Santo Eduardo Di Miceli).
loro presenza dando forma all’intorno. Il colore diventa progetto, definendo una voluta scomposizione formale - corpo scala rosso, solai grigi, parapetti rosa e blocco abitato bianco - e accentua la riconoscibilità del luogo nel tessuto urbano, tangibile anche attraverso la lettura dall’alto della città. Tutto è essenziale, il colore viene utilizzato come strumento di identificazione formale delle diverse parti, segnale del desiderio di innovazione di questa città e
strumento di comunicazione del progetto nel territorio. Dal confronto con le torri d’acqua prendono spunto le due torri rosse. La scritta Lerossetorri, in negativo sui rispettivi recinti dei due edifici, comunica e divulga ai fruitori dello spazio, attraverso l’associazione del nome all’immagine costruita, l’intenzione urbana. La loro natura di nuovo landmark urbano è confermata dagli abitanti della zona: “io abito vicino Lerossetorri”
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SCHEDA Località Trapani Committente C.T. immobiliare srl Anno di realizzazione 2005-2007 Studio di progettazione Giuseppe Todaro Architect Design team G. Todaro, R. Tumbiolo Area costruita 1.400 mq - Volume 5.600 mc Budget 1.300.000 euro Intonaco rosso Weber Saint-Gobain Arredi AP Arredamenti
Il Colore della facciata: un connubio tra scelta funzionale e finalità estetica
In alto al centro, Lerossetorri nel contesto urbano, ben visibili anche dall'alto; sotto, dettaglio di una scala. un particolare della rampa per disabili e, accanto al titolo, il concept dell'intervento (foto ©Santo Eduardo Di Miceli).
L’edificio, fortemente caratterizzato dalla scelta del Colore, svolge il ruolo di elemento di richiamo e di riferimento rispetto al contesto urbano, oltre che di originalità per la sua valenza estetica. La scelta della finitura colorata appare qui determinante: il particolare tono di rosso appartiene alla serie “Speciale” delle 21 tinte disponibili nella mazzetta colori Weber (che conta ben 211 colori), tinte dai colori vivi, a pigmentazione molto ricercata nelle esecuzioni d’Autore. weber.cote mineral R, il rivestimento colorato protagonista di questo splendido esempio di Architettura contemporanea, è un prodotto a base di silicati di potassio che si differenzia dalle altre proposte di mercato per la vasta gamma di colori stabili alla luce, l’ottima resistenza agli agenti atmosferici, l’eccellente aderenza su qualsiasi tipo di supporto e la facilità applicativa. Il prodotto è caratterizzato da una grande versatilità nei campi d’impiego: ideale per la protezione e decorazione di superfici esterne ed interne di tutte le tipologie edilizie, soprattutto nelle zone ad elevata esposizione all’aerosol marino, è idoneo anche come decorazione nei sistemi di isolamento termico a cappotto della gamma weber.therm.
WEBER SAINT-GOBAIN Via Sacco e Vanzetti 54 - Fiorano Modenese (Mo) - Tel. 0536-837111 www.e-weber.it | info@e-weber.it
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SPECIALE SICILIA
Area Velodromo All’interno del Parco della Favorita in posizione più accessibile e meno congestionata, il progetto individua quest’area come il sito ideale per innalzare il nuovo stadio del Palermo Calcio. La posizione potrebbe innescare un processo di riqualificazione dell’intera area.
Area Fiera del Mediterraneo e Cascino Qui il potenziamento delle strutture espositive parte da una proposta di recupero dei vecchi edifici degli anni ’50 cui affiancare nuovi padiglioni e un edificio porta di ingresso al nuovo quartiere con funzioni di auditorium e centro-congressi. L’intervento apre una nuova direttrice nord-sud, da Monte Pellegrino verso il Parco Cascino, a sua volta riqualificato con un nuovo blocco commerciale/residenziale, e la città.
Ucciardone e mercato ortofrutticolo Il trasferimento delle funzioni carcerarie restituirà alla città un’area da sempre preclusa, che verrà resa a verde e residenziale in stretta connessione con lo sviluppo del percorso della linea metropolitana B e con la creazione di piste ciclopedonali a contorno, fino all’area dell’ortofrutticolo i cui saloni voltati a botte potranno essere trasformati nel luogo della cittadella della scienza e della tecnica.
Area del Teatro Politeama Già oggi le contigue piazze Castelnuovo e Ruggero Settimo rappresentano il baricentro della vita cittadina, che il progetto prevede di estendere come percezione oltre l’attuale cortina di edifici che ne costituiscono il bordo con un sistema a salire di terrazze e giardini pensili dove collocare l’Urban Center come spazio culturale, osservatorio sulle trasformazioni urbane e spazio condiviso per la costruzione di scenari partecipati.
Area della Cala e del mercato ittico Le trasformazioni orografiche avvenute nel corso del tempo hanno portato al parziale insabbiamento del Castello a Mare che, perduta la funzione cui aveva assolto nei secoli, è stato progressivamente occupato da capannoni, cantieri navali e fabbriche di ogni genere. Intento del progetto è la restituzione di quest’area alla città, facendo leva sull’archeologia e sullo sport per ricostruire il fronte verde/blu un tempo protetto ogni notte da approdi ostili con la catena.
La Zisa Già oggi, dopo precedenti interventi, una delle zone più culturalmente attive di Palermo, l’area della Zisa presenta occasioni di allargamento ben più estese dei giardini che fronteggiano l’edificio storico, mediante interventi “leggeri” di ramificazione verde capaci di riconnettere il parco all’ex area industriale retrostante, da trasformare, con la ristrutturazione dei capannoni esistenti, in nuovo distretto delle arti e dello spettacolo con annessa scuola di cinema.
Piazza Einstein Obiettivo del progetto è la rivalutazione di un’area che le funzioni di snodo prioritario di traffico verso il centro cittadino hanno privato di significato e di vivibilità, con l’edificazione di un nuovo quartiere residenziale e di un edificio pubblico per eventi completo di spazi commerciali, ripristinando nel contempo il sistema di verde con la messa a dimora, più densa verso il Viale della Regione Siciliana, di alberi di alto fusto.
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GRANDI MASTERPLAN
UN PIANO PER PALERMO Da 5+1AA sette progetti urbani per una visione della città del XXI secolo L’incarico che nel 2011 Confindustria Palermo affida allo studio 5+1 AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo consiste nella definizione di una strategia di intervento che, partendo da aree di proprietà pubblica presenti nella città, promuova una riqualificazione complessiva del tessuto urbano. Ne è premessa una logica di partecipazione tra il pubblico, che dispone delle aree, e il capitale privato per dare vita a soluzioni che possano produrre sviluppo garantendo al contempo agli operatori privati un adeguato ritorno dell’investimento. La ricognizione operata dallo studio ha individuato sette aree specifiche, per ognuna delle quali gli architetti hanno individuato i fattori di criticità e le potenzialità mettendo a punto una specifica ipotesi di intervento finalizzata all’attribuzione di nuove funzioni. Premessa metodologica del lavoro di 5+1AA è la città policentrica: sottraendosi a una logica meramente fondiaria, la rifunzionalizzazione di aree che hanno smarrito la loro originaria ragione crea nuovi flussi in-
nescando processi virtuosi di rigenerazione che coinvolgono l’intero tessuto urbano. Esattamente al contrario della mela marcia, che basta da sola a rovinare il raccolto, casi puntuali e virtuosi migliorano l’intorno, diventano attrattori di investimenti e di comportamenti positivi e generano un diffuso desiderio di protezione da parte degli abitanti che ne favorisce la manutenzione. La strategia messa a punto per Palermo, che presentiamo in queste pagine, è punto di partenza per la valutazione delle opportunità attraverso un confronto democratico e consapevole che potrà dare concreto avvio, e con esso nuovo sviluppo, a un lungo processo di rigenerazione urbana
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Sopra il titolo, l'area della Fiera del Mediterraneo nel progetto di riqualificazione sviluppato da 5+1AA; a sinistra, lo sviluppo previsto per il quartiere della Zisa, dove una "ramificazione verde" riconnette l'area con il centro cittadino di Piazza Politeama da un lato e con l’ex-area industriale alle spalle dall'altra. Nella pagina di sinistra, le 7 aree di intervento proposte (tutto il materiale illustrativo © 5+1 AA).
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SPECIALE SICILIA
GRANDI MASTERPLAN
MESSINA 2030 Nella ricucitura tra la città e il suo mare le prospettive di sviluppo urbano per i prossimi vent'anni
Un'immagine complessiva del progetto per il waterfront di Messina. Il centro polifunzionale descritto nei render è riconoscibile sull'estrema destra del piano (tutto il materiale illustrativo © UFO).
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Da sempre Messina è città nuova. Per vicende storiche o naturali, più che di stratificazioni la storia urbana è fatta di demolizioni e ricostruzioni. Più del catastrofico terremoto del 1908 poterono gli interventi del XIX secolo, con l’avvento della ferrovia, a separare la città dal mare, per secoli fonte di ricchezza data la posizione privilegiata lungo le rotte che collegavano l’Oriente con il Nord, tanto da guadagnarsi l’appellativo di città del Levante. Ridisegnando una superficie complessiva di 860mila metri quadrati lungo un fronte di
più di due chilometri prossimo al mare, da sud fino a ciò che rimane della Real Cittadella costruita dagli spagnoli sulla falce nel 1681, il piano coordinato da Favero&Milan Ingegneria cerca oggi di ricostruire nell’ottica del XXI secolo questo rapporto interrotto. Due gli elementi che danno un senso concreto al progetto: la costruzione del porto turistico Marina di Santa Cecilia, rivolto sia ai residenti sia ai turisti, che richiamerà investimenti con un effetto di trascinamento sulle aree vicine; e il futuro trasferimento dell’ap-
prodo dei traghetti provenienti da Villa San Giovanni a Tremestieri. Organizzato su sei grandi aree di intervento, l’intero progetto, che prevede diverse densità volumetriche, conta su un sistema dei parchi fortemente riconoscibile nelle sue varie funzioni e articolazioni, con dossi e terrazzamenti che filtrano le zone edificate da una parte e la spiaggia attrezzata e protetta dall’altra. A nord, nell’area compresa tra la Real Cittadella e la Stazione Marittima, i due edifici del centro servizi polifunzionale, pensati
IL GRUPPO DI PROGETTAZIONE
Capo-progetto Tommaso Tassi – Favero&Milan Ingegneria Laureato in Ingegneria Civile-indirizzo Geotecnica a Padova nel 1995, dal 1999 è partner in Favero&Milan Ingegneria
Masterplan e progetto del Centro Servizi polifunzionale UFO-Urban Future Organization Nelle foto, Andrew Yau, direttore di UFO Londra, e il team di UFO Messina. Da sinistra Franco Giordano, Carmela Notaristefano, Claudio Lucchesi e Anna Liuzzo
Nei render, due immagini del centro polifunzionale previsto nell'area più a nord del piano, tra la Cittadella e la Stazione Marittima; qui sopra, render del porto turistico Marina di Santa Cecilia e del quartiere VerdeAbitare che potrà sorgere alle sue spalle (tutto il materiale illustrativo ©UFO).
secondo i principi dell'architettura bioclimatica, sono i più riconoscibili del piano: una torre per uffici e servizi di 87 metri d'altezza e l'auditorium con 600 posti, acquario e museo del mare, in un parco a terrazzamenti utile anche per isolare la zona dai fasci ferroviari. Il linguaggio architettonico del complesso definisce un nuovo landmark urbano e nuove forme di interazione con il pubblico, con il verde che circonda e "entra" nel centro. Più a sud, i 48mila mq di slp prevista per il quartiere Cittadella ridisegnano l'area ferroviaria racchiusa tra i terminali di Viale Europa e Via Santa Cecilia. Un sistema di terrapieni, giardini pensili e piazze sopraelevate servirà a superare la frattura urbana causata dai binari. Adiacente al nuovo porto turistico, il quartiere VerdeAbitare prevede lo sviluppo a bassa densità di 24mila mq di ville urbane. Maggiore intensità edificatoria si raggruppa
invece intorno a Piazza Europa, una piazza verde interamente pedonale prevista su sedimi ferroviari dismessi come prolungamento verso il mare del Viale Europa. Verso sud, la porzione più ampia del masterplan (143mila mq di slp) definisce infine un sistema urbano integrato nella città esistente, alla quale si incerniera con blocchi, ad andamento longitudinale, trasversali a Via La Farina, in un’alternanza di pieni e vuoti ottenuta con interruzioni, tagli, gradonature e arretramenti che privilegiano le visuali sullo Stretto e la relazione con il mare. Un sistema a densità variabile, maggiore verso la città, con piani terra degli edifici a destinazione commerciale, e via via più bassa verso il mare. Tetti giardino integrati ai gradoni del sistema parco ricostruiscono anche qui una naturalità del luogo, lasciando intatta anche per successivi sviluppi immobiliari la nuova relazione con la natura che il masterplan si propone di creare
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foto © Peter Guenzel
Masterplan e piano particolareggiato aree Marina e Centro Servizi Benedetto Camerana – Camerana&Partners Architetto e paesaggista, avvia lo studio di Torino nel 1997. Tra le opere principali, il villaggio olimpico per i XX Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 e il Campus universitario Einaudi sulle aree ex-Italgas a Torino nel 2012.
Landscape Erika Skabar Le soluzioni dello studio, che nel tempo si è specializzato nella progettazione a grande scala di opere pubbliche complesse e quindi nella necessaria collaborazione con le diverse competenze coinvolte –urbanisti e architetti, geologi, ingegneri, agronomi- concorrono a costruire un ambiente sostenibile e alla conservazione delle risorse naturali. Del gruppo fanno parte anche: Idrotec per lo studio idraulico per il porto Ing. Marcello D'Alia per la sicurezza Alfredo Natoli geologo
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ARTEFACTS
LA SINDROME DELL’INFLUENZA SILVANA ANNICHIARICO CI PARLA DI QUESTA NUOVA EDIZIONE DEL TRIENNALE DESIGN MUSEM, UN PERCORSO IN TRE ATTI GIOCATO SUL TEMA DELLE CONTAMINAZIONI E SULL’IMPORTANZA CHE SCAMBI, PRESTITI E INCLUSIONI HANNO AVUTO NELL’EVOLUZIONE DEL DESIGN ITALIANO
In queste pagine una breve rassegna fotografica della Sindrome dell’influenza, TDM6. Sopra il titolo, l’installazione Tratto minimo di Lorenzo Damiani suggerisce un modo diverso di mettere in relazione autore (in questo caso i Castiglioni), oggetto e visitatore (foto ©Paolo Rosselli).
La sesta versione del Triennale Design Museum si presenta come un percorso in tre atti, curato da Pierluigi Nicolin e allestito da Pierluigi Cerri. Nella prima parte sono presentate dieci installazioni dedicate ai maestri del periodo d’oro del design italiano. Segue il racconto delle vicende del periodo successivo fatto, nella maggior parte dei casi, dai testimoni dell’epoca. Il tema della memoria prende il posto del tema dell’eredità. L’allestimento moltiplica con un gioco di specchi gli oggetti e gli schermi con le interviste che evocano la situazione del design successiva agli anni Sessanta. E infine il Design espone vetrine di creativi e imprese d’eccellenza. Ne parliamo con Silvana Annicchiarico, dal 2007 direttrice del Triennale Design Museum. Il titolo che guida e precede la sesta edizione del Triennale Design Museum, La sindrome dell’influenza, quale dichiarazione di poetica sottende? Con Design. La Sindrome dell’Influenza si cerca di mettere a fuoco quella rete di influssi, suggestioni, scambi, prestiti e →
A sinistra, Ecosistema Alessi di Alessandro Mendini: un paesaggio costruito da uno scenario tratto dall’opera Forme ascensionali del futurista Gerardo Dottori, percorso dai trenini che portano in un mondo di fiaba una quantità di prodotti in miniatura dell’azienda di Omegna (foto ©Paolo Rosselli).
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ARTEFACTS
Silvana Annichiarico dal 2007 direttrice del Triennale Design Museum
Dall’alto a sinistra in senso orario, L’attimo delle idee di Paolo Ulian, una selezione di opere e oggetti di design anonimo che hanno sicuramente influenzato il lavoro di Vico Magistretti; Munari: percorsi a mezz’aria di Matilde Cassani e Francesco Librizzi; il basamento telescopico girevole progettato da Albini viene usato da Marco Ferreri per i frammenti di una scultura del ‘300. (foto ©Paolo Rosselli).
inclusioni che hanno sollecitato, stimolato e arricchito i percorsi progettuali del design italiano. Un design capace di diventare continuamente altro, di fondersi con i modelli che lo ispirano o con gli interlocutori a cui si rivolge, in una pratica ininterrotta di camouflage - di assimilazione, di mascheramento, di mimetismo - che diventa un altro dei tratti distintivi della sua identità mutevole e cangiante.
Sopra, lo spazio nero di Back and Forth di Ferruccio Laviani per Kartell e Trasloco, the game is (never) over di Alessandro Scandurra, rievocazione della figura di Ettore Sottsass (foto ©Paolo Rosselli).
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La sindrome dell’influenza, quale tipo di legame, o meglio, quale grado di continuità mantiene con la Grafica italiana del precedente TDM5? Esistono punti di contatto oppure prevalgono le novità? Come un puzzle, anno dopo anno, il Triennale Design Museum cresce e si sviluppa aggiungendo, a ogni successiva edizione, una nuova tessera al grande mosaico che sta cercando a poco a poco di comporre. Il soggetto è sempre lo stesso, quello definito con la domanda che apriva la prima edizione archetipa, quella del 2007: “Che cosa è il design italiano?”. A questa domanda-matrice le diverse edizioni che si sono finora susseguite hanno dato una risposta differente, a partire da un’angolatura prospettica o da un punto di osservazione ben definito e sempre mutevole. Tanti tragitti, tanti scorci, tanti panorami, ma un unico paesaggio, sottoposto di volta in volta a visioni, vedute e ricognizioni differenti. Forse, più che a un puzzle, il Triennale Design Museum assomiglia a un
polittico: cioè a una rappresentazione composta da tante tavole diverse, ognuna delle quali ha una sua autonomia e una sua compiutezza estetica e concettuale, anche se poi - osservate tutte insieme, nella cornice che le delimita e le sostiene – danno vita a una veduta che, almeno nelle intenzioni, è molto più che la semplice somma delle parti che la compongono. Come direttore devo garantire la tenuta della cornice, la coesione delle pale del polittico, l’originalità degli sguardi che le hanno generate, la forza del legame che connette ogni singola pala con la precedente e con la successiva. Da questo punto di vista mi sento di dire che la sesta edizione è, al pari delle precedenti, di nuovo spiazzante, di nuovo capace di aprire varchi e squarci inattesi. A suo modo di vedere, la nuova veste del TDM6, a livello tematico, come rappresenta e mette in scena la capacità di assimilazione del Design? Quali intuizioni si evincono e sono leggibili lungo il percorso? Se è vero che nello scenario complesso della modernità creare significa prima di tutto saper combinare in modo nuovo, sorprendente e inatteso qualcosa che esiste già, il nostro intento iniziale era quello di andare a indagare le fonti di ispirazione del design italiano in aree culturali diverse dalla nostra, dalla scuola del Nord Europa di Alvar Aalto a quella americana degli Eames. L’obiettivo era di provare a ricostruire quella rete di influssi,
Una vista del nuovo percorso espositivo di TDM6 ((foto ©Paolo Rosselli).
folgorazioni, suggestioni, imitazioni, rivisitazioni, riletture, alterazioni e riproposizioni che il design italiano ha saputo tessere e assemblare nel corso degli anni, unendo la sua innata curiosità con la sua altrettanto congenita vocazione al pragmatismo e all’assimilazione. Un’edizione dedicata alla geografia degli scambi, insomma. Ma il Triennale Design Museum è un museo in progress. Così, a mano a mano che la suggestione iniziale prendeva forma e corpo, l’intelligenza
Sopra, Pierluigi Cerri per Unifor con La precisione del dettaglio; accanto, Light feeds the future di Margherita Palli per Artemide. Nella foto piccola a destra l’installazione di Mario Bellini per Cassina ricorda l’acquisizione dei diritti di fabbricazione e distribuzione della LC2 di Le Corbusier, un successo così ingombrante da oscurare tanti progetti successivi. (foto ©Paolo Rosselli)
del curatore Pierluigi Nicolin la torceva e la riplasmava in maniera nuova e personale, declinando il tema dell’influenza nelle modalità che illustra egli stesso con il risultato museologico concreto di questa sesta edizione e con il saggio introduttivo in catalogo. Nella prima sezione dedicata ai maestri, Pierluigi Nicolin affida la definizione di Design a designer contemporanei che interpretano, fra gli altri, progetti di Magistretti, Castiglioni, Scarpa, Sottsass e Munari. Quali installazioni, secondo lei, sono le più evocative? Tutte le installazioni hanno le proprie specificità. Per esempio, amo tanto il lavoro che ha fatto Paolo Ulian su Magistretti. È pura poesia. Lorenzo Damiani ha saputo invece cogliere un’attitudine tipica dei fratelli Castiglioni: la capacità di inventare una nuova modalità di comportamento. Sonia Calzoni con l’installazioni dedicata a Carlo Scarpa fa vedere come si possa traguardare gli spazi. Alessandro Scandurra nell’installazione su Ettore Sottsass fa una sintesi di Oriente e Occidente, unendo sacralità e gusto pop. Matilde Cassani e Francesco Librizzi esasperano la leggerezza munariana, creando una grande macchina celibe. Quale augurio, infine, auspicare nei confronti di un iter sul Design che terminerà il 23 febbraio del 2014? Mi auguro che il museo continui a essere un caso museologico assolutamente innovativo e sperimentale, conosciuto, studiato e amato in tutto il mondo. In alcuni casi anche un esempio o un modello imitato: a significare che non solo nel design italiano, ma anche nelle istituzioni che lo rappresentano, i percorsi dell’influenza non sono mai a senso unico
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