Anno 9 - n 61 - dicembre 2015 - euro 4,50
TRA FRANCIA E ITALIA
CHIESE DEL XXI SECOLO Mario Cucinella Architects
NEL NIDO DI GUASTALLA Diller Scofidio+Renfro
BROAD MUSEUM
Architettura Matassoni
LA CASA CARTESIANA FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano - Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 DCB Milano
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La lunga storia delle città è la storia della civiltà. Oggi come ieri la loro organizzazione spaziale e infrastrutturale, fondata su ragioni pratiche e razionali, produce un risultato più ampio della somma delle singole funzioni fino a diventare parte della nostra memoria. Che le abbiamo vissute realmente o meno basta una musica, un’immagine o un racconto per immaginarci seduti a un caffè di SaintGermain o a interrogarci, tra le rovine di un’antica città siriana, sulle vite che la animavano duemila anni fa. Per questo oggi ci sentiamo tutti Valeria Solesin, Raphael Hilz e Khaled Assad.
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5 PROGETTARE PER LO SPIRITO
38 L’ICEBERG
16 UNO STUDIO IN CHIESA
44 EFFICIENZA E INNOVAZIONE
Nuove chiese in Francia e in Italia
CLS Architetti a Milano
In copertina particolare della nuova cattedrale di Créteil (foto ©Udo Zembok).
Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di direzione Myriam De Cesco Carlo Ezechieli Antonio Morlacchi Grafica e impaginazione Cristina Amodeo Alice Ceccherini
26 LA VOLTA E IL VELO Il Broad Museum a LA di Diller Scofidio+Renfro
30 LA BUONA SCUOLA
Il nido di Mario Cucinella Architetti a Guastalla
Contributi Atto Belloli Ardessi Gianandrea Barreca Moreno Maggi Elisa Elena Mosca, Silvia Zotti Pubblicità pubblicita@ioarch.it Fotolito e stampa Errestampa
Giussaniarch: edificio per uffici a Milano
21 UNA CITTÀ NELLA CITTÀ Schmidt Hammer Lassen Architects a Malmö
IOARCH Costruzioni e Impianti n. 61
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TRA PARIGI E PALMYRA
Arapiles: complesso polifunzionale a Almeria
49 QUALITÀ RITROVATA
Le tre pole di 3C+t Capolei Cavalli all’Aventino
55 LA CASA CARTESIANA Una villa di Architettura Matassoni in Toscana 65 LETTERE DA MOLTO LONTANO Tra globale e locale: OBR a Jaipur
Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano Tel. 02 2847274 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Abbonamenti T. 02 2847274 - Fax 02 45474060 abbonamenti@ioarch.it
Prezzo di copertina euro 4,50 arretrati euro 9,00. Abbonamento (6 numeri) euro 27,00; estero euro 54,00. Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386 Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano
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‹ DESIGNCAFÈ
V MEDAGLIA D’ORO ALL’ARCHITETTURA ITALIANA ASSEGNATO A MASSIMO CARMASSI IL PRINCIPALE PREMIO ITALIANO DI ARCHITETTURA. PREMI ALLA CARRIERA A LUIGI CACCIA DOMINIONI, MARIO BELLINI, FRANCO PURINI E FRANCESCO VENEZIA Ad essere premiato, l’11 dicembre scorso, è stato il progetto di recupero, sviluppato da Massimo Carmassi con Gabriella Ioli Carmassi, ISP e IUAV Studi e Progetti, del silos di ponente e del panificio militare della caserma Santa Marta a Verona per l’adeguamento ad aule e ambienti della facoltà di Economia dell’Università di Verona. Come i precedenti interventi di Carmassi, anche quello di Verona, svolto su un edificio di metà Ottocento di notevoli dimensioni, è – nelle parole della giuria - un’opera di architettura contemporanea realizzata in stretto rapporto con le preesistenze che oltre al recupero materiale delle parti antiche evidenzia, riportandoli alla luce, la natura degli spazi originari resi fruibili per le nuove funzioni con interventi
ex-novo che non negano la propria contemporaneità. Un insegnamento importante a livello europeo se è vero che l’intervento sull’esistente sarà sempre più il terreno principale su cui sviluppare il progetto La Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana, organizzata ogni tre anni dalla Triennale di Milano, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e da Made Expo, ha poi assegnato un premio speciale all’opera prima a B22 per l’edificio 11 dell’housing sociale Cascina Merlata, il premio speciale alla committenza privata a Isabella Seragnoli di Coesia per il MAST di Bologna e il premio alla committenza pubblica al comune di Aquileia per l’aula di Cromazio e la sistemazione delle piazze della Basilica di Aquileia, realizzati
su progetto di GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati. Sette le menzioni d’onore: per Renato Rizzi e il suo teatro shakesperiano di Danzica; Cino Zucchi per l’ingresso alla galleria Vedeggio-Cassarate; MoDus Architects per i collettori di acqua calda per la rete di teleriscaldamento di Bressanone; Pietro Carlo Pellegrini per il recupero di una ex-fornace di Riccione trasformata in scuola media; Attilio Stocchi per l’allestimento Librocielo; ASF Italia per la nuova scuola secondaria di Roong in Cambogia; Morpurgo De Curtis Architetti Associati per il memoriale della Shoah di Milano. Ben quattro le medaglie d’oro alla carriera: a Luigi Caccia Dominioni, Mario Bellini, Franco Purini e Francesco Venezia.
Nelle foto sopra, Massimo Carmassi, Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2015 (foto ©Gianluca di Ioia), e una delle gradinate d’accesso al piano interrato poste sulle testate dell’ex-panificio militare della caserma Santa Marta a Verona. Accanto, particolare del sottotetto. Schermi leggeri suddividono gli smbienti interni (foto ©Mario Ciampi).
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› OCCH
Dal centro alle periferie ai nuovi luoghi del lavoro: adeguando il programma liturgico alle esigenze di una società liquida, la chiesa riafferma la propria presenza sul territorio. Dalla Francia all’Italia, alcuni esempi recenti. E uno studio di architettura milanese che dall’insediamento in una chiesa affrescata trae energia e ispirazione per il proprio lavoro
PROGETTARE PER LO SPIRITO
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‹ CHIESA E CITTÀ
AMPLIAMENTO DELLA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME A CRÉTEIL
INNESTI SPIRITUALI Due gusci in legno si congiungono sopra l’altare come due mani in preghiera illuminate da una fascia di vetro colorato che da est a ovest simula nei colori il percorso del sole. Progetto di Architecture-Studio
Nella pagina di apertura, l’interno della cattedrale di Créteil, con l’assemblea raccolta a semicerchio intorno all’altare. Il progetto di ampliamento di ArchitectureStudio conferisce monumentalità all’edificio accrescendone la presenza e la visibilità all’interno della città (foto ©Yves Mernier).
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L’edificio progettato da Charles-Gustave Stoskopf, inserito con discrezione nel paesaggio urbano e privo di monumentalità, che sorgeva in luogo di questa cattedrale partiva dall’idea diffusa negli anni Settanta di una Chiesa che si mescola tra la gente fino a confondersi col tessuto urbano circostante. Créteil (famosa per il grand ensemble du Mont-Mesly, progettato anch’esso da Stoskopf e considerato un riuscito esempio di mixité multiculturale) allora contava 60mila persone. Oggi gli abitanti sono più di 90mila e la città, dove ha sede anche l’Università Val-de-Marne con 30mila studenti, conta cinque chiese cattoliche, dieci sinagoghe, una moschea che raccoglie più di 4mila fedeli, una chiesa
protestante, quattro chiese evangeliche e un tempio buddista. Alla fine degli anni Duemila, con il vescovo Michel Santier emerge l’esigenza di dare maggiore visibilità alla cattedrale e di raddoppiarne la capacità di accoglienza, e nel 2009 viene incaricato del progetto di ampliamento Architecture-Studio, che per i Chantiers du Cardinal (organizzazione interdiocesana dell’Île-de-France) aveva già progettato la chiesa di Notre-Dame de l’Arche de l’Alliance, nel 15° arrondissment parigino. Del precedente edificio, lo studio mantiene l’entrata originale a misura d’uomo e il presbiterio, mentre progetta una nuova forma per l’assemblea, creando uno spazio comune
con le sedute disposte a forma di auditorium in cui i fedeli sono chiamati a partecipare attivamente alle celebrazioni liturgiche, e realizza un nuovo fonte battesimale che, in linea con l’altare, segna l’asse liturgico della nuova cattedrale. La navata semicircolare è protetta da due gusci sferici in legno lamellare che si congiungono verticalmente sopra l’altare, a 22 metri d’altezza, creando una volumetria monumentale che risalta anche tra gli edifici residenziali alti del quartiere. L’interno si presenta come un insieme di 130 archi in legno lamellare di abete, ciascuno con un proprio raggio di curvatura, disposti a una distanza di 56 cm l’uno dall’altro, con un asse di orientamento parallelo all’asse
› CHIESA E CITTÀ
liturgico, la cui reiterazione conferisce dinamismo all’insieme. All’intersezione dei due gusci un’ampia finestratura passante di vetrate colorate si estende da est a ovest per una lunghezza di oltre 55 metri. Progettata da Udo Zembok e basata sui tre colori primari della luce (rosso, verde, blu), la vetrata è l’unica fonte di luce naturale della struttura e diventa metafora della spiritualità. Si viene a creare così uno spazio omogeneo e avvolgente che secondo le ore e le stagioni apporta all’ambiente liturgico differenti tonalità e luminosità. La dotazione artistica comprende il fonte battesimale (di Anne Bernot), la statua della Vergine (di Françoise Bissara-Fréreau) e una sta-
Il nuovo complesso diocesano è costituito dal vescovado preesistente, un campanile a guglia e il nuovo corpo che ospita lo spazio liturgico, uno spazio espositivo, una sala conferenze, un auditorium e un café letterario (foto ©Luc Boegly). In alto, sezione e pianta della cattedrale (courtesy Architecture-Studio).
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‹ CHIESA E CITTÀ tua del Cristo Accogliente di Benoit Mercier. Alto 45 metri, il campanile a guglia, staccato dal corpo dell’edificio, segnala l’ingresso alla cattedrale, scandito dal suono delle tre campane della vecchia torre campanaria. Tra la cattedrale e il vescovado (edificio che non è stato toccato dall’opera di ampliamento), è stata inserita una zona culturale con una galleria espositiva, una sala conferenze, un auditorium e un piccolo café letterario indipendenti dal programma liturgico e aperti alla comunità. Il costo dell’opera, di soli 9 milioni di euro, è stato sostenuto dai Chantiers du Cardinal, dalla città di Créteil, da donazioni di privati, tra cui lo stesso Architecture-Studio, e da iniziative culturali promosse dalla diocesi finalizzate alla raccolta di fondi. La prima celebrazione ufficiale è avvenuta il 20 settembre 2015, presieduta dal cardinale André Vingt-Trois insieme a trenta vescovi francesi e africani
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SCHEDA Località Créteil (Val-de-Marne), Francia Anno di realizzazione 2009- 2015 Committente Associazione diocesana di Créteil (mons. Michel Santier) e Associazione Chemin des arts
Project manager Les Chantiers du Cardinal Progetto originario Charles-Gustave Stoskopf Progetto di ampliamento AS Architecture-Studio Progetto strutturale T/E/S/S Progetto vetrata Pascale e Udo Zembok Direttore artistico Udo Zembok Progetto illuminotecnico 8’18” Arredi liturgici Vincent Guiro Impianto acustico AVA Superficie 1.400 mq Altezza della cattedrale 22,40 m Altezza del campanile 44,50 m Costo totale 9 milioni di euro
LUCE RGB Conoscenza comune è che la luce sia di per sé invisibile e diventi percepibile all’occhio umano solo quando riflette su un materiale o vi passi attraverso, manifestandosi sotto forma di colori a seconda degli indici di rifrazione dei raggi che la compongono. In particolare tre sono i colori primari generati, dalla cui combinazione si possono ottenere gli altri: rosso, verde, blu. Basandosi su questo concetto Udo Zembok, l’artista tedesco con studio a Mentone, ha realizzato la vetrata all’intersezione dei due gusci. I colori si evolvono partendo da due punti base e culminano allo zenith: a est le vetrate in un colore blu-verde salgono sfumando in tonalità turchese-verde man mano che raggiungono la sommità. Dalla base occidentale partono dai toni blu-viola e arrivano alla tonalità rosso-arancio dello zenith. In questo modo il colore delle vetrate e la luce filtrata da esse creano all’interno della struttura una particolare atmosfera che simbolicamente rimanda alla Trinità: il rosso simboleggia Dio padre, l’amore creativo, il fuoco divino; il verde, segno di vita, rinascita e rinnovamento spirituale è metafora di Cristo risorto mentre il blu, simbolo di eternità, spiritualità e unione con lo spirito celeste rappresenta la Vergine Maria. [8]
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Architecture-Studio Fondato a Parigi nel 1973, lo studio ha sedi anche a Shangai, Pechino, San Pietroburgo e Venezia. Costituito da 12 architetti associati che collaborano con 150 tra architetti, urbanisti, designer e interior designer di 25 diverse nazionalità, Architecture-Studio è un gruppo che crede vivamente nell’importanza dello scambio di idee, dello sforzo comune, del confronto e della conoscenza condivisa. Trai i progetti, Il Parlamento Europeo a Strasburgo, l’Istituto del mondo Arabo a Parigi con Jean Nouvel, la chiesa di Notre-Dame de l’Arche d’Alliance, la ristrutturazione del campus Jussieu, dell’Auditorium della Maison de la Radio e della business school Novancia a Parigi. Lo studio è attivo anche in Cina e in Medio Oriente dove si è occupato del Centro Culturale Onassis ad Atene, del Centro Culturale Jinan, di una galleria d’arte a Shangai, dell’Hotel Rotana ad Ammam, del Centro Culturale Muscat in Oman, del Teatro nazionale del Bahrain e del lungomare di Lusail in Qatar. www.architecture-studio.fr/en
A sinistra, dettaglio esterno e interno della vetrata realizzata da Udo Zembok (foto ©Luc Boegly).
Schema tridimensionale del posizionamento della vetrata di Udo Zembok all’interno della struttura dell’edificio (immagini ©Udo Zembok).
› CHIESA E CITTÀ
PASTORALE IN BANLIEUE Rinnovamento, tradizione e sperimentazione negli edifici di culto dell’Île-de-France. Resoconto da un viaggio di studio organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana
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‹ CHIESA E CITTÀ
Maison d’eglise di Saint-Paul-de-la-Plane, Saint-Denis Tra il centro cittadino di Saint-Denis e lo Stade-deFrance ampi interventi di ristrutturazione urbana cercano di indirizzare e governare la trasformazione sociale. Il complesso, progettato dallo studio Berger Anziutti Architectes, vincitori di un concorso a inviti, si differenzia dal contesto con forme curve che seguono una pianta a ∞, simbolo dell’infinito, con due anelli asimmetrici che racchiudono la chiesa e un giardino. Il presbiterio, completamente vetrato, si apre sul giardino mentre il resto degli ambienti riceve luce da 12 aperture zenitali poste lungo il perimetro. La facciata è rivestita da fasce orizzontali in alluminio ancorate alla struttura in acciaio. Nelle parole del vescovo Pascal Delannoy, che l’ha dedicata ufficialmente nel 2014, Saint-Paul-de-la-Plane è “uno spazio in cui tutti possano sentirsi accolti, anche coloro che non sanno cosa stanno cercando” (foto ©Cristiano Cossu, courtesy CEI, anche la foto alla pagina precedente).
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l terzo viaggio studio di Arte Architettura Liturgia, esperienze internazionali, organizzato dall’ufficio per i beni culturali ecclesiastici, dall’ufficio liturgico e dal servizio per l’edilizia di culto della CEI, quest’anno si è svolto a Parigi e in alcune diocesi dell’Île-de-France. Qui negli ultimi anni sono molte le nuove chiese costruite e i riassetti interni, artistici e funzionali, realizzati, con un processo in divenire di successivi adeguamenti della funzione liturgica ai nuovi stili di vita e di lavoro e all’esigenza di costruire comunità aperte e attive. Nella Chiesa, si sa, la veloci-
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tà del cambiamento non si misura in mesi o anni ma lungo i secoli, e lo sterminato patrimonio di edifici di culto costruiti nel corso di quasi due millenni richiede una costante opera di adeguamento. D’altra parte la velocità dello sviluppo urbano e l’esigenza pastorale di edificare cappelle, chiese e cattedrali là dove le comunità vivono, impongono ritmi di costruzione che fanno di parrocchie e conferenze episcopali grandi committenti sia per quanto riguarda la progettazione architettonica sia per il corredo artistico e liturgico. Un compito affrontato soprattutto a partire dalle periferie, dove si concentra la stragrande maggioranza della popolazione e dove maggiori possono presentarsi i segni di disagio sociale e culturale. Tali processi di adeguamento alle mutate condizioni sociali incrociano peraltro analoghi percorsi di ripensamento delle strategie urbanistiche pubbliche. Mentre le parti metropolitane (soprattutto a nord-est della città) realizzate negli anni Sessanta per accogliere milioni di nuovi “francesi metropolitani” provenienti da Algeria e Tunisia vengono ripensate per essere riportate a canoni decenti di convivenza civile attraverso l’imposizione di nuovi insediamenti (è il caso per esempio di Saint-Denis) i nuovi pezzi di città che sorgono su grandi aree exindustriali come Billancourt (ex-stabilimenti Renault) presentano tipologie residenziali miste che dovrebbero essere in grado di prevenire fenomeni di aggregazione anti-sociale, di violenza e di degrado. Se nel Novecento il punto era quello di accogliere grandi masse di fedeli, contadini fino a pochi anni prima e ora operai nelle grandi fabbriche seguendo uno schema architettonico e liturgico risalenti al Concilio di Trento (altare e – nelle cattedrali – presbiterio separati dall’assemblea, ambone trascurato a favore del pulpito sopraelevato, opere
d’arte didascaliche o utili a sottolineare la distanza tra i ministri del culto e i fedeli), oggi l’esigenza è quella di accogliere, offrire conforto e finanche riposo a individui che spesso hanno perso un preciso ancoraggio sociale e smarrito con esso l’idea stessa di comunità. Allo stesso modo sono cambiati gli stili di vita: i consumi e le scelte materiali hanno guadagnato punti nella scala dei valori e il bisogno di spiritualità ha cercato altre strade, dallo joga allo psicanalista. Interessante quindi da questo punto di vista l’esperienza delle maison d’eglise: luoghi di incontro “liquidi”, come liquida è diventata la struttura sociale, che sorgono in aree e quartieri diversi, dalla Défense, dove non risiede nessuno ma in cui nei giorni lavorativi si riversano 80mila persone, ad aree della classe media, dove funzionano come luoghi di incontro di mamme e bambini, a zone multietniche come Saint-Denis, che
› CHIESA E CITTÀ organizza incontri multiculturali nelle ore di pausa dal lavoro. Sono luoghi di culto assistiti su base volontaria da personale laico e che paradossalmente la domenica rimangono chiusi, esattamente come gli uffici in mezzo ai quali sorgono: ambiti di sollievo, di cura e di attenzione. Poche settimane dopo il viaggio studio, atti terroristici condotti in nome di un Dio hanno insanguinato Parigi. Il concetto stesso di “civiltà”, che ha la stessa radice di “città”, è stato messo in discussione, prima da sedicenti combattenti islamici e poi da neofascisti che fanno appello alle radici cristiane d’Europa per tracciare fossati ed erigere muri. Il difficile percorso della convivenza, che è anche un processo di progressivo affinamento degli spazi entro i quali le comunità possono nascere e crescere, oggi ha ancora più bisogno delle riflessioni attente della chiesa cattolica e del contributo intelligente della progettazione architettonica e artistica Antonio Morlacchi
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Maison des familles, presso la Maison Saint François de Sales, Boulogne-Billancourt
La cattedrale di Sainte-Geneviève et Saint-Maurice a Nanterre (Hauts-de-Seine) Costruita tra il 1925 e il 1935 dagli architetti Georges Pradelle e Yves-Marie Froidevaux, trasformata in cattedrale nel 1966. Nel 1974 viene realizzata una nuova facciata caratterizzata da una porta monumentale in ottone, stagno e piombo di Pierre Sabatier e da un’asola vetrata. Tra il 2012 e il 2013 la diocesi mette mano a un completo intervento di restauro, diretto da Jean-Marie Duthilleul e Benoît Ferré, che include un complesso intervento di adeguamento liturgico. Al centro del coro viene conservato l’altare in travertino degli anni Trenta mentre Duthilleul disegna e realizza, sempre in travertino, una nuova cattedra e un battistero, dotato sia di fonte per infusione sia di vasca per immersione. Tutto l’arredo mobile della chiesa viene rifatto in legno di rovere in toni caldi e chiari, armonizzati con le cromie dei dipinti ad affresco degli anni Trenta che coprono una superficie di circa 1.500mq
Inaugurato nel 2013, il complesso sorge nel nuovo quartiere Trapèze, sull’area dismessa delle officine Renault, destinato ad accogliere più di 15mila abitanti. Malgrado offra specifici servizi pastorali non si tratta di una nuova parrocchia ma di un luogo di ascolto, condivisione, informazione e di servizi. Progettata dallo studio Brenac e Gonzales, la maison si propone come volume nettamente distinto dal contesto abitativo per forma e carattere (cladding in zinco). La torre campanaria è rivolta verso la rete viaria mentre il cuore del complesso è costituito da un patio centrale che apporta luce senza aumentare le bucature su strada. Gli ambienti interni, rivestiti in listelli di legno, sono flessibili: altare, ambone e tabernacolo possono essere il centro di una piccola cappella ma diventano il presbiterio di un’ampia aula rimuovendo il tramezzo che la separa dalla grande sala polifunzionale (foto ©Cristiano Cossu, courtesy CEI).
(foto ©Cristiano Cossu, courtesy CEI).
Tra gli organizzatori del viaggio di studio in Francia Mons. Giancarlo Santi (al centro nella foto), che ha fondato e diretto per molti anni l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana; a sinistra Don Stefano Russo, laureato in architettura, che quell’ufficio ha diretto dal 2005 sino ad oggi, e Don Valerio Pennasso, dall’1 settembre di quest’anno a capo dell’Ufficio Beni Culturali e responsabile anche del Servizio Nazionale per l’edilizia di culto al posto di Mons. Giuseppe Russo, che ha concluso il suo mandato (foto ©Cristiano Cossu).
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‹ CHIESA E CITTÀ Concorsi
CON LO SGUARDO RIVOLTO ALLA CITTÀ Concluso anche l’ultimo concorso nazionale per tre nuove chiese, ora la CEI punta a favorire l’incontro tra tutti i soggetti interessati alla qualità del tessuto urbano Ormai da diversi anni il servizio per l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana promuove concorsi di progettazione a inviti per la costruzione di nuove chiese, l’ultimo dei quali si è concluso con l’aggiudicazione dei bandi a Tamassociati, Romano Pretolani e Studio Kuadra. Nati con lo scopo di offrire qualità e assistenza in primo luogo a committenze (le parrocchie) talvolta impreparate e per favorire fin dalle prime fasi della progettazione una collaborazione sinergica tra le diverse figure coinvolte, i concorsi hanno avuto anche il merito di promuovere un’architettura di qualità che troppo spesso è mancata negli anni precedenti (quasi 5.000 le chiese costruite in Italia negli ultimi 50 anni, 15 i progetti completati negli ultimi cinque) anche grazie alle linee guida predisposte dal Servizio per l’Edilizia di Culto e alla figura del project manager che guida i committenti nella preparazione dei bandi. Abbandonata la formula del concorso aperto, ritenuta troppo impegnativa per la mole di proposte raccolte, i concorsi sono sempre a invito e, per garantire obiettività nella valutazione, negli ultimi anni la partecipazione avviene in forma anonima. Naturalmente non sono mancate le critiche: sulla composizione delle giurie e sui compensi di partecipazione, recentemente innalzati del 30%. All’ultimo concorso hanno in ogni caso partecipato 120 studi, poi ridotti a una short list di 30 (dieci per ogni località coinvolta). I prossimi passi del servizio, oggi ricompreso nell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI, riguardano sotto l’aspetto tecnico lo sviluppo di software per il controllo dei costi della manutenzione (per la manutenzione programmata nel caso di edifici esistenti) e l’avvio di un percorso partecipato tra tutti gli stakeholder che alzando lo sguardo oltre la progettazione delle singole chiese porta l’attenzione della Chiesa sugli spazi urbani al di fuori dei centri storici.
Parrocchia di Santa Maria del Volto di Romiti, quartiere della periferia di Forlì (diocesi di Forlì-Bertinoro) Parrocchia della Resurrezione di Nostro Signore, quartiere di Valignano, Viareggio (diocesi di Lucca) Il progetto vincitore, dello studio TAMAssociati, sostituirà una struttura prefabbricata molto amata dalla comunità fin dagli anni Settanta ma fortemente degradata.
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La nuova chiesa, per la quale è stata attivata una campagna di fund raising, sostituirà il teatro dove si svolgono attualmente le funzioni liturgiche e i container destinati al catechismo dei ragazzi. Vincitore il progetto dell’architetto Romano Pretolani.
› CHIESA E CITTÀ
LA PIETRA E GLI ULIVI Il complesso parrocchiale Mater Redemptoris di Cinisi era il terzo oggetto del concorso nazionale indetto dalla CEI. Il bando è stato vinto da Studio Kuadra
Nel render di Studio Kuadra, la nuova chiesa vista dal parco che fiancheggia il sagrato. A destra, l’inquadramento planimetrico (courtesy Studio Kuadra).
A breve distanza dall’aeroporto FalconeBorsellino e in un’area aperta sugli aspri rilievi che culminano nella montagna Longa, il progetto vincitore della chiesa di Cinisi, dedicata alla madre di Gesù, disegna un monolite in pietra locale parzialmente inserito nel terreno e una torre campanaria isolata che spezza l’orizzontalità del volume principale. Un diaframma in tufo separa dal terreno circostante un giardino piantumato a ulivi sul quale si apre, protetto da una grande vetrata, un lato dell’unica navata, generando la doppia impressione dell’esterno che “entra” nell’aula dell’assemblea e di uno spazio ipogeo quale la nuova chiesa di fatto non è. Impressione accentuata dall’uso della luce, che provenendo principalmente dall’alto illumina lo spazio interno in maniera indiretta, grazie a uno sfalsamento della copertura. Un secondo elemento di contatto con l’esterno è la sorgente d’acqua che scaturisce dal giardino e scorre ad alimentare il fonte battesimale praticabile anche per immersione. Lo spazio dell’assemblea si apre a est verso un ampio sagrato, disegnato come accogliente e piacevole luogo di incontro della comunità. Sul retro dell’area di intervento
si sviluppa invece la parte di servizio dove trovano sede la cappella feriale (dotata di ingresso autonomo), la nursery, la casa canonica, il salone parrocchiale e le aule catechistiche che affacciano su un’area verde per il
gioco. Tutti i percorsi sono privi di barriere architettoniche. L’area di parcheggio per i fedeli è collocata in posizione defilata, a una quota inferiore rispetto all’ingresso della chiesa, e la sua
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‹ CHIESA E CITTÀ
L’assemblea disposta a semicerchio intorno all’altare (si noti l’ambone collocato all’interno dell’assemblea stessa). La sezione mette in evidenza lo spazio esterno a ulivi che sembra appartenere all’interno della chiesa. A destra, il fonte battesimale (render courtesy Studio Kuadra).
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presenza mitigata da una cortina di verde. L’organizzazione degli spazi ecclesiali attribuisce grande importanza al Verbo, collocando l’ambone all’interno dell’assemblea, leggermente decentrato rispetto all’altare, che è di dimensioni contenute, mentre il tabernacolo, collocato in una colonna sospesa da terra a rappresentare “il pane che scende dal cielo”, trova posto in un piccolo ambiente segnato da un taglio trasversale nella pa-
rete al di là della quale si apre il piccolo spazio di raccoglimento della cappella feriale. Tutti i punti liturgici della chiesa poggiano su un tappeto pavimentale musivo i cui decori si ispirano a quelli del vicino Duomo di Monreale. La costruzione prevede una struttura portante in cemento armato isolata esternamente a cappotto e rivestita con un sistema di facciata ventilata in lastre di pietra locale
fibrorinforzata poggiate su una sottostruttura di alluminio, e una copertura in travi di acciaio. Aperture regolabili in sommità, oltre all’apporto di luce naturale, nella stagione estiva favoriranno un naturale effettocamino di risalita dell’aria calda accumulata nell’ambiente. Un impianto di termoregolazione provvederà al necessario riscaldamento in prossimità degli orari di fruizione e al ricambio d’aria integrale
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› CHIESA E CITTÀ
Studio Kuadra Fondato nel 2001 dall’architetto Andrea Grottaroli (Torino, 1972) e dal designer Roberto Operti (Cuneo, 1963), lo studio Kuadra, che ha sede a Cuneo, si occupa in maniera pluridisciplinare di progettazione architettonica pubblica e privata, interior design, disegno industriale, allestimenti commerciali e fieristici. Lo studio si occupa inoltre di graphic design, (dallo studio dell’immagine coordinata alla creazione di logotipi e siti internet). All’attività professionale Kuadra affianca la partecipazione a concorsi di architettura e design. Tra i riconoscimenti fin qui ricevuti, il premio PAI 2008 nella categoria Spazi Urbani con il memoriale della deportazione ebraica e il Premio Nazionale Giovani Architetti In/Arch-Ance 2014 per la Banca di Credito Cooperativo di Caraglio. www.kuadra.it
SCHEDA Località Cinisi (PA) Committente Diocesi di Monreale Progetto Studio Kuadra Team Andrea Grottaroli, Roberto Operti, Manuel Giuliano, Giorgia Angonova Menardi, Ivan Sordello, Claudio Martini, Andrea Carlevaris, Gian Piero Tuozzo, Mattia Galliano, Francesco Rovera
Liturgista Don Francesco Mollo Artisti Gabriele Garbolino, Fabio Narducci
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‹ CHIESA E CITTÀ
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› CHIESA E CITTÀ
SAN PAOLO CONVERSO, MILANO
UNO STUDIO IN CHIESA Nel centro di Milano, CLS Architetti ha progettato e realizzato i propri uffici all’interno di una ex-chiesa. Dove, tra arte e storia, da un anno lavorano i 60 collaboratori dello studio
A sinistra, la libreria accanto all’altare. In alto, la struttura in ferro a forma di parallelepipedo che ospita la zona di lavoro e gli uffici. A destra, la sala riunioni all’ultimo piano della struttura metallica (foto courtesy CLS Architetti).
La struttura di San Paolo Converso, risalente al XVI secolo e affrescata dai fratelli Giulio, Antonio e Vincenzo Campi, si articola in una chiesa anteriore aperta al pubblico − un’unica aula con volta a botte interamente dipinta, affiancata da cappelle laterali, al cui centro si trova l’altare − e una chiesa posteriore che era riservata alle monache di clausura del convento annesso. Le due sezioni comunicano visivamente tramite la lunetta superiore della parete dell’altare. Il progetto di CLS ha conservato questa organizzazione degli spazi collocando nella chiesa anteriore la reception e la biblioteca, la prima sala riunioni nella zona di collegamento tra le due parti e la zona di lavoro nella sezione posteriore. Qui, su una superficie a terra di 17 metri per 8, è stata costruita una struttura in ferro di quattro piani che ospita gli uffici e le diverse aree della progettazione. I piani sono collegati da una lunga scala in ferro che attraversa il parallelepipedo per tutta la sua lunghezza. All’ultimo piano si trovano gli uffici dei soci e la sala riunioni
che si aggetta nella parte anteriore attraverso la lunetta dominando interamente lo spazio con un’unica vista. La struttura in ferro, libera su tutti i lati, non intacca la costruzione originaria e permette altresì di ammirare a diversi livelli gli affre-
schi. Al piano inferiore infine, nella cripta con volte a crociera poggianti su una doppia fila di quattro colonne del XVI secolo, è stata creata la biblioteca dei materiali, il laboratorio dei plastici e la cucina. L’intero progetto utilizza il tubolare in ferro
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‹ CHIESA E CITTÀ 5
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CLS architetti Gli architetti Giovanna Cornelio, Massimiliano Locatelli e Annamaria Scevola, fondano a Milano nel 1993 lo studio CLS architetti, a cui si associa Davide Agrati nel 2005. La progettazione, nei suoi diversi scenari, è la base portante dello studio, che spazia da architetture di nuova costruzione ad abitazioni private a negozi e showroom in tutto il mondo, con un approccio di progettazione totale che comprende lo studio dei dettagli e il disegno su misura di arredi, la cui realizzazione viene affidata a una rete di esperti artigiani in un eccellente connubio di tradizione e innovazione. www.clsarchitetti.com
Cripta 1 service entrance 2 samples niche 3 kitchen 4 bathroom 5 canteen 6 printers 7 service room 8 archive 9 wardrobe 10 star to church
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Pianta del piano terra e della cripta e sezione dell’edificio. Sotto, l’ingresso principale su Corso Italia. Nella pagina a destra, una vista dal basso della volta a botte dipinta e l’area caffetteria/mensa nella cripta (foto courtesy CLS Architetti).
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Sezione 1 workstations, 2 samples niche, 3 kitchen 4 stair to church, 5 waiting area, 6 meeting room 7 printers, 8 library
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nero naturale la cui sezione è ripetuta in scale diverse sia nella realizzazione della struttura portante sia negli elementi di arredo come le scrivanie e le librerie disegnate per questo spazio. Il materiale di rivestimento che uniforma visivamente le diverse zone è la gomma grigia che ricopre il pavimento e i piani lavoro. Le luci sono il risultato di uno studio illuminotecnico, condotto insieme a Flos, conclusosi con la produzione su misura di neon soffiati agganciati direttamente ai tubolari in ferro. Gli affreschi e i volumi sono illuminati con un complesso sistema di luci. La particolarità del luogo ha richiesto inoltre [ 18 ]
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uno studio di acustica per garantire una corretta insonorizzazione dell’open space sui 4 livelli. Sconsacrata dal 1808, quando Napoleone chiuse il convento, e adibita inizialmente a magazzino, negli anni Trenta del Novecento la chiesa venne ristrutturata dall’architetto Paolo Mezzanotte per ospitare concerti di musica sacra; per le sue eccellenti qualità acustiche divenne poi sala di registrazione musicale con grandi artisti come Maria Callas e Mina, fino alla chiusura definitiva nel 1982, e alla nuova vita come studio di architettura che le ha dato ora CLS Architetti
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› CHIESA E CITTÀ
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‹ DESIGNCAFÈ ACCORCIARE LE DISTANZE SOCIALI Elemental è la società fondata nel 2001 da Alejandro Aravena (Santiago del Cile, 1967) per alleviare concretamente la qualità della vita delle persone più povere con servizi che coprono l’intero spettro dello sviluppo urbano invece di sperare in un riequilibrio delle diseguaglianze. Oltre alla costruzione di strutture e abitazioni pubbliche, lo studio sviluppa anche nuovi approcci per la riorganizzazione delle risorse e del potenziale della città attraverso progetti dedicati alle infrastrutture e ai trasporti. Il volume documenta l’attività sociale e la storia dello studio di architettura e mette in luce le strategie di finanziamento utilizzate, come per esempio la costruzione partecipativa che coinvolge direttamente gli utenti.
Storie di architettura Conversazioni con Adine Gavazzi A cura di Francesco Gnecchi Ruscone, Adine Gavazzi 288 pp - 18,00 euro ISBN 978-8-8953-9991-1 Elemental. Incremental housing and participatory design manual A cura di Alejandro Aravena e Andrés Iacobelli Editore Hatje Cantz 512 pp - euro 49,80 | edizione bilingue (inglese-spagnolo) ISBN: 978-3-7757-3460-8
SALVARE UN CAPOLAVORO DEL MODERNO Considerata come uno degli edifici più funzionali del suo tempo, la biblioteca di Vyborg progettata nel 1935 da Alvar Aalto è stata sottoposta a un’opera di restauro per «salvare un capolavoro moderno» iniziata nel 1994 e conclusasi nel 2013. Il volume, che si presenta come seguito di Avar Aalto Library in Vyborg. Saving a Modern Masterpiece, presenta in dettaglio, attraverso testi, foto e disegni, i singoli progetti della ristrutturazione completati tra il 2010 e il 2013.
Alvar Aalto Library in Vyborg. Saving a Modern Masterpiece, Part 2 A cura di Eric Adlercreutz, Maija Kairamo e Tapani Mustonen Editore Rakennustieto Publishing 128 pp - euro 55 | edizione in inglese ISBN: 978-952-267-101-1
EXPO E RINNOVO DI MILANO
UN MODELLO DI TRASFORMAZIONE
Schede critiche aggiornate con disegni di progetto, immagini e contributi dei protagonisti delle evoluzioni architettoniche milanesi, con un approfondimento sull’area Expo. Suddiviso in quattro macro-aree (Milano centro, la periferia storica, la Grande Milano e Expo Milano 2015), il volume curato da Maria Vittoria Capitanucci è un eccellente compendio della nuova stagione dell’architettura milanese.
Il volume descrive il processo di definizione dell’area di Milano Porta Nuova in tutte le sue fasi e raccoglie le voci dei diversi protagonisti che hanno operato per la realizzazione del progetto, dai promotori ai developers, dalla pubblica amministrazione ai progettisti che hanno lavorato sull’area: da Cesar Pelli a Stefano Boeri allo studio Kpf, solo per citare gli autori dei tre masterplan Garibaldi, Isola e Varesine.
Milano Architettura. La città e l’Expo A cura di Maria Vittoria Capitanucci Editore Skira 208 pp - euro 29,00 | edizione Ita/Eng ISBN 978-88-572-2853-2 (I) -2854-9 (E)
Milano Porta Nuova. L’Italia si alza A cura di Luca Molinari e Kelly Russell Catella Editore Skira 360 pp - euro 65,00 | edizione Ita/Eng ISBN 978-88-2243-1
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CINQUANT’ANNI DA ARCHITETTO
Dal 1949 al 2004. Francesco Gnecchi Ruscone, fino al giorno in cui, compiuti 80 anni ha chiuso lo studio, non ha avuto né frontiere né frenate. La vita gli ha dato due doni rari e preziosi: la curiosità intellettuale e la capacità di relazionarsi con gli altri. Senza pregiudizi e senza presunzioni. Docente e discepolo. Generoso nel dare. Avido di imparare. Il suo Storie di architettura è popolato di grandi e grandissimi architetti di quegli anni fertili e impagabili, suoi amici, colleghi, maestri. Eppure non è questo che fa speciale il libro. È il fil rouge che lega episodi, incontri, testimonianze, lavori, con lo spirito di Francesco. Parole che non si possono parafrasare. Ma ascoltare: «Un cliente che ti chiede una casa? Un architetto è solo un architetto. Non un confessore o uno psicanalista. È solo la casa, e non il cliente, che dobbiamo progettare». Oppure «Un giorno sono andato al QT8 di Milano per fotografare una casa che avevo costruito una ventina di anni prima. Mentre mi aggiravo per il giardino è uscito un signore. Gli ho spiegato cosa facevo. Mi ha quasi abbracciato dicendomi quanto fosse felice di vivere lì, gli spazi del suo appartamento comodi e ben organizzati, gli alberi del giardino cresciuti nel posto giusto. Il più bel premio alla carriera mai ricevuto». E ancora: «Posso solo raccomandare che si valuti sempre al massimo il contributo di chi ci affida l’incarico. Aggirare quel contributo o, peggio, ignorarlo in nome di una maggiore libertà, pensare “so meglio io che cosa occorre”, non è solamente arroganza o vanità, è un danno sicuro al successo del progetto». Sui concorsi: «Il vero pericolo dei concorsi sono le giurie. Spesso i giurati vengono scelti tra augusti luminari dell’architettura e discipline contingue che non hanno un particolare interesse per l’opera da progettare... questo offre loro la tentazione di mostrare quanto siano spregiudicati e aggiornati, privilegiando progetti stravaganti, disegnati più per lasciare un segno che per risolvere il problema proposto». È sbagliato lasciare un segno? «Non è sbagliato. È sbagliato farne lo scopo primo del progetto, ridurre l’architettura al suo solo linguaggio». Ma gli architetti sono utili alla società? «Ci sono tanti modi per rendersi utili. Comunque vale sempre la vecchia regola su cui è fondata la mia educazione: ogni privilegio è un debito, e i debiti si pagano. Essere architetti è certamente un privilegio. Godiamo del lusso di offrire i nostri servizi a gente che ce li richiede in un momento felice, di speranza, di sguardo rivolto al futuro. In confronto a noi, medici e avvocati hanno sempre a che fare con gente nei guai».
› EVOLUZIONI URBANE
CENTRO POLIFUNZIONALE A MALMÖ
UNA CITTÀ NELLA CITTÀ Hotel, centro congressi e sala concerti in un unico complesso fra i canali di Malmö. Una cittadella hi-tech dinamica e funzionale, progettata dallo studio Schmidt-Hammer-Lassen Architects e nominata al Kasper Salin Prize 2015, il più prestigioso premio svedese d’architettura
Volumi cubici e parallelepipedi di diverse dimensioni e orientamenti, ciascuno destinato a una funzione diversa costituiscono la piccola città che nel complesso appare come una scultura architettonica (foto ©Adam Mørk).
Inaugurato lo scorso maggio, il centro polifunzionale Malmö Live rappresenta l’esito di un concorso di progettazione vinto nel 2010 da un team formato dallo studio Schmidt Hammer Lassen Architects con la consulenza di Skanska, Akustikon, SLA e Nordic Choice Hotels. Il programma progettuale prevedeva la realizzazione di un complesso di 54.000 mq destinato ad ospitare un hotel, un centro congressi e una sala concerti, includendo inoltre 27.000 mq destinati a usi commerciali e residenziali e l’organizzazione dell’area urbana circostante. Il centro polifunzionale è stato pensato come una costruzione aperta e dinamica e per diventare un nuovo punto di riferimento urbano, traducendo secondo un linguaggio architettonico lo spirito della città
di Malmö. Il contesto urbano ha fortemente influenzato le scelte dei progettisti per quanto riguarda non solo l’uso dei materiali e dei colori, ma anche le dimensioni delle diverse parti del complesso, che sorge nella zona di Universitetsholmen. Il punto di partenza dell’impostazione progettuale è rappresentato dalla moderna tradizione architettonica scandinava, incentrata su una chiara organizzazione funzionale e su un layout del piano terra aperto e liberamente accessibile. Il complesso è formato da una serie di volumi cubici e parallelepipedi la cui impostazione regolare è resa dinamica dal variare delle dimensioni e degli orientamenti in rapporto agli allineamenti e alle altezze degli edifici circostanti, mentre le facciate sono definite da un disegno geometrico omogeneo che
conferisce all’insieme una valenza quasi scultorea. La sistemazione degli spazi esterni ha previsto inoltre la realizzazione di un’area comune dedicata ad attività ludiche, zone verdi e due grandi ponti di legno che connettono il complesso con la superficie acquatica circostante. Ispirandosi al modello di una piccola città, le differenti funzioni sono organizzate in aree separate e specifiche. L’entrata principale è situata sul versante nord ed è caratterizzata da una loggia che fronteggia la piazza antistante, mentre sul fronte sud i visitatori accedono direttamente dalla nuova passeggiata realizzata sul fianco del canale. Pensata come uno spazio pubblico direttamente connesso con l’esterno, la lobby attraversa il piano terra offrendo punti
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‹ EVOLUZIONI URBANE
di sosta e piccole rientranze dove i visitatori possono fermarsi per godere della vista sul canale e le aree verdi. All’interno, tre grandi masse architettoniche traducono in scala l’idea di “una città nella città” e sono destinate rispettivamente ad ospitare una sala concerti, un centro conferenze e uno spazio d’uso flessibile. Dal punto di vista formale, il concept d’interior è piuttosto semplice e i vari spazi sono accomunati dall’utilizzo di calcestruzzo nero con finitura ruvida, pietra, legno e ottone ad eccezione della sala da concerto, un ambiente più intimo rifinito in rovere e ottone e progettato in stretta collaborazione con gli specialisti di Akustikon per assicurare la migliore resa sonora possibile. Il risultato è una composizione di elementi cubici studiati da un punto di vista funzionale per rispondere al meglio alle esecuzioni musicali. La sala è completata da un sistema di illuminazione integrato nelle pareti che muta con il variare delle sinfonie eseguite
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1. THE CHINESE LAMPS The project is conceived as an open and democratic building where the ground floor is a public space. We wish to strengthen this effect by allowing the urban pavement continuing throughout the building and lifting the foyer level while at the same time opening the north/south ground floor facades.
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2. THE FOYER CLADDING The three main halls (Concert Hall / Black Box / Congress Center) are cladded with precast concrete elements (1200x8000mm), with three different depths, creating a vivid expression and breaking down the scale of these huge volumes.
Calcestruzzo nero con finitura ruvida, pietra, legno e ottone caratterizzano gli ambienti interni. A sinistra, l’area comune dedicata ad attività ludiche che fronteggia la piazza antistante il complesso (foto ©Adam Mørk).
3. THE ACOUSTIC CHAMBERS The innermost cores of the three halls are cladded with acoustic wood panels, according to each hall’s specific acoustic requirements. Each hall has however its own variation of the so-called Mondrian pattern.
› EVOLUZIONI URBANE In pianta risaltano le tre grandi masse architettoniche che ospitano una sala concerti, un centro conferenze e uno spazio d’uso flessibile. Sotto, gli interni della sala concerti, realizzati con finiture in rovere e ottone (foto ©Adam Mørk).
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‹ EVOLUZIONI URBANE schmidt hammer lassen architects Fondato ad Aarhus nel 1986, lo studio danese è composto da un team di 150 professionisti guidati dai fondatori Morten Schmidt, Bjarne Hammer, John F. Lassen, Kim Holst Jensen e Kristian Lars Ahlmark, assieme ai partners Chris Hardie e Rong Lu ed ha i propri uffici ad Aarhus, Copenaghen, Londra, Shanghai e Singapore. Riconosciuto tra le firme più apprezzate e premiate in Scandinavia, lo studio negli anni ha costruito una reputazione internazionale sulla capacità di realizzare architetture in grado di interagire con il contesto urbano e sull’attenzione data alla luce naturale, alla funzionalità e alla sostenibilità come parti integranti del progetto. www.shl.dk
SCHEDA Località Malmö Anno di realizzazione 2012-2015 Committente Città di Malmö (sala concerti), Skanska Sverige AB (hotel e centro congressi)
Progetto architettonico Schmidt Hammer Lassen Architects
Progetto paesaggistico SLA Consulenza strutture Ruben Gianolio, Prekon AB Consulenza acustica Akustikon Superficie lotto 35.000 mq Slp 43.000 mq Superficie costruita 92.000 mq Contractor Skanska Sverige AB
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Sopra, alcuni spazi interni, semplici e lineari. Sotto la sezione CC’ evidenzia l’impostazione geometrica regolare del complesso Malmö Live (foto ©Adam Mørk).
CONTROPARETE FONOASSORBENTE
PAVIMENTO VINILICO DECORATIVO www.evolutionpanel.com www.evolution-virag.com
‹ LUOGHI DELL’ARTE
BROAD MUSEUM A LOS ANGELES
LA VOLTA E IL VELO Elementi-chiave del progetto di Diller Scofidio+Renfro, per il museo dedicato alla collezione di arte contemporanea di Eli e Edythe Broad, la volta e il velo: una grande volta a più livelli protetta da un esoscheletro in cemento e acciaio rinforzato con fibra di vetro in grado di filtrare la luce naturale Lo studio DS+R è risultato vincitore di un concorso a invito per la realizzazione di un nuovo museo dedicato a una delle più importanti collezioni di arte contemporanea al mondo (circa 2.000 opere), posseduta dai filantropi Eli e Edythe Broad. L’edificio sorge sulla Grand Avenue, area centrale di Los Angeles caratterizzata da un’elevata concentrazione di istituzioni culturali. Inaugurato lo scorso settembre, il museo è stato progettato dallo studio Diller Scofidio + Renfro - in collaborazione con Gensler. [ 26 ]
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Esternamente, l’edificio si presenta come un parallelepipedo dalla rigida e pura forma geometrica caratterizzato da una sorta di “velo” che l’avvolge e si solleva alle estremità dei lati, in corrispondenza degli accessi ai visitatori, lasciando intravedere la struttura interna del museo. La superficie porosa del rivestimento esterno è realizzata in cemento e acciaio rinforzati con fibra di vetro, in grado di assorbire e riflettere la luce solare contribuendo al nitido candore dell’edificio. Gli interni sono caratterizzati dalla presenza di una enorme volta che diventa elemento prota-
gonista soprattutto all’ultimo livello espositivo. La volta, elemento centrale dell’edificio, ospita non solo la zona espositiva, come succede nella maggior parte dei musei, ma anche l’archivio della collezione che sosterrà l’attività di prestito della The Broad Art Foundation. L’edificio si sviluppa su tre piani interrati destinati a parcheggio (344 posti auto) e tre piani che si ergono sopra la linea del terreno. Al piano terra sono stati realizzati due accessi pedonali sulla Grand Avenue, un atrio pubblico, il negozio del museo, una
› LUOGHI DELL’ARTE
In alto, il museo visto dalla Gran Avenue
(foto©Benny Chan, courtesy of The Broad and DS+R).
A destra una vista notturna dell’edificio
(foto©Iwan Baan, courtesy of The Broad and DS+R),
la lobby con la scala mobile (foto©Hufton
+Crow, courtesy of The Broad and DS+R) e l’atrio d’ingresso (foto©Iwan Baan, courtesy of The Broad and DS+R).
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‹ LUOGHI DELL’ARTE
Diller Scofidio + Renfro Caratterizzato da un approccio interdisciplinare che integra l’architettura alle arti visive e dello spettacolo, lo studio di progettazione con sede a New York è guidato dai soci Elizabeth Diller, Ricardo Scofidio e Charles Renfro, coadiuvati da un team di designer, artisti e architetti. Tra i progetti recenti, il Lincoln Center for the Performing Arts, la riqualificazione e l’ampliamento della Juilliard School, l’ampliamento della School of American Ballet, High Line - un parco urbano realizzato su una ex-sopraelevata per 1,5 miglia attraverso il quartiere Chelsea (tutti a New York); la Brown University Creative Arts Center di Providence, l’Institute of Contemporary Art di Boston, il complesso residenziale Slither a Gifu in Giappone e il padiglione Blur, sul lago di Neuchâtel, commissionato da Swiss Expo. www.dsrny.com
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galleria espositiva, uno spazio multimediale e un archivio della collezione. Da questo livello inoltre si diramano una scala mobile, inserita in un tunnel, che raggiunge la galleria al terzo piano, un ascensore vetrato di forma cilindrica e un corpo scale che connettono ai piani superiori. Al secondo livello, l’archivio della collezione è visibile ai visitatori attraverso aperture vetrate poste in corrispondenza del vano scala centrale che conduce dalle gallerie del terzo livello fino all’atrio del primo piano. L’ultimo livello sorprende i visitatori con uno spazio espositivo aperto dominato dalla volta porosa e abbondantemente illuminato dalla luce naturale che filtra attraverso le aperture vetrate e i lucernari. Il progetto ha previsto inoltre, su richiesta della committenza, la realizzazione di una piazza pubblica arricchita con ulivi e spazi all’aperto per picnic, film, spettacoli ed eventi educativi all’aperto e la sistema-
zione degli accessi pedonali e delle strade dell’area circostante. Il progetto mira inoltre a essere riconosciuto tra le istituzioni museali più ecosostenibili ed efficienti e al conseguimento della certificazione Leed Silver grazie alla realizzazione di stazioni di ricarica elettrica per le auto, di parcheggi per le biciclette, di soluzioni per il recupero dell’acqua piovana dal tetto ai giardini situati al li-
Circa duemila le opere di arte contemporanea della Broad Collection, tra cui i lavori di Joseph Beuys, Jeff Koons, Roy Lichtenstein Ed Ruscha, Cindy Sherman, Cy Twombly e Andy Warhol. vello della strada e all’adozione di rubinetteria ad alta efficienza in grado di ridurre i consumi idrici del 40% e, infine, al facile accesso da parte del pubblico, favorito dalla realizzazione nelle adiacenze di una nuova stazione della metropolitana (la cui apertura è prevista per il 2020)
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› LUOGHI DELL’ARTE
SCHEDA Località Los Angeles Anno di realizzazione 2011-2015 Committente Eli e Edythe Broad Progetto architettonico Diller Scofidio + Renfro Progetto esecutivo Gensler Progetto strutturale Nabih Youssef Associates, Leslie E. Robertson Associates
Impianti ARUP Facciate seele GmbH / Willis Construction SLP 11.150 mq Costo 140 milioni di dollari
Sopra, al terzo piano l’openspace espositivo, con un soffitto alto circa 7 metri, è sovrastato da lucernari e dal velo che filtrano la luce naturale (foto©Iwan Baan, courtesy of The Broad and DS+R).
A destra, dall’alto, installazione con tre opere di Roy Lichtenstein (foto©Bruce Damonte, courtesy of The Broad and DS+R); Under the table
di Robert Therrien e l’Oculus Hall (foto©Elizabeth Daniels, courtesy of The Broad and DS+R).
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‹ OCCH
ASILO D’INFANZIA DI GUASTALLA
LA BUONA SCUOLA Leggero, accogliente, sicuro. Il paesaggio si confonde con l’edificio e penetra all’interno nel progetto di Mario Cucinella per il nido di Guastalla, inaugurato lo scorso settembre
Sopra il titolo, una vista d’insieme del fronte sudovest, con l’ingresso dietro il quale si apre il giardino d’inverno. A destra, planimetria e progetto del paesaggio (Foto ©Moreno Maggi).
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Strade ordinarie di un’ordinaria periferia di paese. Persone, biciclette, la tranquillità di vite normali. Poco prima, i due edifici scolastici che il terremoto aveva reso inagibili, e i container che per tre anni avevano ospitato i bambini di Guastalla. Poi una creatura sorprendente. Bassa, lunga, vetrata, ritmata da una sequenza di portali di legno chiaro, dritti fin sopra la copertura del corpo edilizio, come i platani di questo paesaggio ibrido, mezza città e mezza campagna ma libero dai segni scomposti di un commercio volgare. Nella luce di un sabato mattina di metà set-
tembre, all’inaugurazione del nido che ospiterà 120 bambini c’è tutto il paese. Siamo in provincia di Reggio Emilia, qui la cura e l’educazione dei bambini è una cosa seria, Reggio Children è solo l’espressione più nota di un impegno pubblico costante, in cui le amministrazioni investono seriamente, pensando al welfare più che ai voti. Il nuovo asilo-nido di Guastalla, soprannominato “carlotta balena” perché entrarci è come stare nella pancia della balena di Pinocchio, nasce da una gara di appalto integrato indetta nel 2013. Budget 3,5 milioni di euro finanziato da Regione, Comune (1,2
milioni, non male per un comune di 15mila abitanti) e da una gara di solidarietà scattata dopo il terremoto. Il progetto vincitore, dello studio di Mario Cucinella, è il frutto di tre originali considerazioni: il punto di vista di un bambino di tre anni, ben diverso da quello di un adulto anche solo per la scala in cui l’ambiente si presenta alla sua esperienza; la leggerezza; l’efficienza. La bellezza di un progetto di architettura nasce dalla sua “necessità” e si riconosce quando valutazioni di ordine pratico ed economico si fondono in una forma che non si
› OCCH
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‹ A MISURA DI BAMBINO
limita a rispondere alle funzioni richieste ma ne offre, attraverso l’uso, di nuove, e possibilmente, come in questo caso, accoglienti, protettive e stimolanti. Fino a ieri le scuole erano contenitori, scatole chiuse per una pedagogia intesa come sinonimo di “inquadramento” sociale, e i nidi d’infanzia erano poco più che depositi temporanei di giovani vite fin quando papà o mamma non fossero tornati dal lavoro. Le cose sono evidentemente cambiate, e a Reggio più che altrove, ma gli edifici in cui si svolgono spesso no, tanto che la questione dell’edilizia scolastica è salita nell’attenzione del governo del Paese. Certo, per ovvie ragioni di agibilità e sicurezza in primo luogo.
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E con la speranza che investimenti in questa direzione rimettano in moto ingranaggi inceppati dell’economia. Ma un architetto non gioca al piccolo Keynes e si mette invece nei panni degli utenti, che in questo caso sono bambini 0-3 anni, educatori e famiglie. L’asilo-nido di Guastalla nasce così. Poggiato sul terreno con la leggerezza di un uccello, infilato tra gli alberi come un elemento della natura, aperto su un paesaggio costruito dall’uomo in ogni suo punto focale: dalla lontananza agricola al close-up del giardino che lo circonda, spazio di esplorazione al pari delle aule interne per conoscere da vicino il mondo che verrà quando, passati i tre anni di età, i piccoli
utenti lasceranno questa tana protetta. La forma e l’organizzazione degli ambienti, il calore dei materiali, i colori, la trasparenza che porta luce e apertura verso l’esterno sono stati concepiti in accordo con gli aspetti pedagogici per favorire esperienze sensoriali e lo sviluppo e l’espressione delle peculiarità individuali. Il progetto di Cucinella si basa sulla semplicità e sull’interazione tra ambienti interni ed esterni. Lo scheletro strutturale è costituito da 50 portali in legno lamellare di abete (18 x 4,5 m, spessore 160 mm) sagomati singolarmente con macchine a controllo numerico e disposti parallelamente a una distanza
Come un nido in un bosco, la struttura è allo stesso tempo aperta verso l’esterno e uno spazio accogliente e sicuro dove rifugiarsi e imparare (Foto ©Moreno Maggi). Sotto, lo schema energetico dell’edificio
› A MISURA DI BAMBINO
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‹ A MISURA DI BAMBINO
di 1,56 metri. I portali sono intervallati da lastre di vetro basso-emissivo, mentre i lati corti e il retro dell’edificio sono definiti da pareti opache in tavolato a tre strati, coibente in lana di roccia, telo traspirante impermeabile e rivestite da listelli verticali in legno di larice. I servizi sono collocati in volumi bassi in cls armato gettato in opera, tamponati in laterizio ad elevato potere isolante e rivestiti all’esterno di listelli verticali, sempre in le-
gno di larice. L’insieme poggia su una platea in cls armato di 40 cm di spessore (calcolati per ridurne al minimo la deformabilità: i carichi gravanti su di essa sono pari al peso del terreno asportato) che assicura la rigidezza necessaria per accogliere le lastre in vetro. La realizzazione dell’asilo ha previsto l’uso di materiali naturali a basso impatto ambientale - in primis il legno, sicuro e ideale per garantire l’isolamento termico degli
SCHELETRO STRUTTURALE
interni. L’elevata coibentazione, la distribuzione ottimale delle superfici trasparenti, il ricorso a sistemi all’avanguardia per il recupero dell’acqua piovana e l’inserimento in copertura di pannelli fotovoltaici consentono di ridurre al minimo il ricorso a impianti meccanici per soddisfare i fabbisogni energetici dell’edificio. Le soluzioni impiantistiche assicurano un ottimo comfort abitativo riducendo al mi-
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Lo schema statico dei telai è composto da pilastri incernierati alla base e con il nodo trave-pilastro schematizzato come incastro. La controventatura di falda è garantita dal pannello strutturale prefabbricato mentre la controventatura fuori dal piano del telaio è assicurata dalla presenza delle pareti prefabbricate nella parte posteriore e da una serie di controventi in acciaio a croce di sant’andrea nella parte frontale dove è presente il vetro. Le giunzioni sono state sviluppate per ottenere il massimo risultato estetico, funzionale, pratico e di sicurezza statica ai carichi agenti. Il nodo trave/colonna è risolto con una giunzione sviluppata con barre filettate metalliche incollate nella testa del pilastro e agganciate mediante bulloni nelle travi. Tale giunzione, schematizzabile come un incastro, ha consentito un’elevatissima prefabbricazione negli stabilimenti di produzione, rapidità di montaggio e un’eccellente qualità estetica. Nessun elemento metallico è visibile e il tutto risulta nascosto. Per il giunto pilastro-fondazione la scelta è ricaduta su un elemento metallico che separa il legno dal cemento della fondazione per ovvi motivi di durabilità: una “scarpetta” metallica collegata mediante lama interna e spinotti all’elemento in legno e vincolata alla fondazione mediante tirafondi metallici annegati nel getto strutturale. [ 34 ]
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Sopra, pianta, sezione e una vista notturna del nido (foto ©Moreno Maggi). Sotto, sezione del modulo di facciata principale.
1 Impermeabilizzazione in PVC. 2 OSB 22mm. 3 Morale in legno dim 45x85 mm. 4 Lamiera di chiusura in alluminio sp. 20/10 mm. 5 Isolamento di lana minerale densità 70kg/mc. 6 Sigillatura strutturale. 7 Vetro esterno 88.2 temperato serigrafato+20 mm argon+Vetro interno 44.2 basso emissivo. 8 Tenda a rullo con cavetti di scorrimento in acciaio inox. 9 Isolamento di lana minerale sp 20 cm densità 70kg/mc. 10 Rivestimento in perlinato. 11 Puntone in acciaio inox. 12 Pavimentazione in legno (in gres nei bagni e in cucina). 13 pavimento radiante. 14 massetto alleggerito per impianti. 15 Isolamento tipo styrodur densità 35kg/ mc. 16 Barriera al vapore. 17 Soletta armata. 18 Vespaio areato in casseri modulari a perdere.
› A MISURA DI BAMBINO
et; non nonimmo untilium tarit. Icae niur hales iam prox mus; hos in sesside novis. Ipionfece tus omnertuus consules tem de incum telut graribemum hil utem (Foto ŠMoreno Maggi).
Mario Cucinella - MCA Mario Cucinella (Palermo, 1960), si laurea a Genova con Giancarlo De Carlo nel 1987 e dal 1987 al 1992 lavora nello studio di Renzo Piano come responsabile di progetto, prima a Genova e poi a Parigi, dove nel 1992 fonda Mario Cucinella Architects (MCA), che dal 1999 diventa Srl con sede a Bologna. Lo studio, che si occupa anche di ricerca e disegno industriale, conta sugli associati Francesco Barone e David Hirsch e comprende circa trenta collaboratori. Dal 2004 Mario Cucinella è visiting professor presso l’Università di Nottingham. Particolarmente interessato ai temi legati alla progettazione ambientale e alla sostenibilità in architettura, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Tra le sue realizzazioni più significative: il Sino Italian Ecological Building (SIEEB) a Pechino, la nuova sede del Comune di Bologna, il Centre for Sustainable Energy Technologies (CSET) di Ningbo, la sede della società 3M a Milano e il centro direzionale Santander a Milano. www.mcarchitects.it
nimo il fabbisogno di risorse ambientali (l’edificio è in classe A) e i costi di gestione e manutenzione. L’impianto di riscaldamento è a pannelli radianti con posa a pavimento suddiviso per zone e termostato in ogni ambiente, alimentato da un refrigeratore di liquido monoblocco in pompa di calore aria/ acqua, integrabile all’occorrenza da una caldaia a condensazione. Il rinnovo dell’aria è assicurato da recuperatori di calore a flussi incrociati, accoppiati a deumidificatore e dotati di due ventilatori centrifughi a doppia aspirazione. Oltre a un impianto fotovoltaico, il progetto ha previsto in copertura l’installazione di un impianto solare termico centralizzato per la produzione di acqua calda sanitaria, costituito da 4 collettori a tubi sottovuoto e un bollitore verticale in acciaio da 1.500 litri. Per quanto riguarda l’illuminazione, il progetto ha previsto soluzioni altamente efficienti: lampade a led e fluorescenti, rilevatori di presenza nelle aree di passaggio e servizi, sensori di luce diurna nelle aule. Tutte le superfici vetrate a sud-est sono protette da tende filtranti che regolano l’irraggiamento solare. È stato inoltre realizzato un impianto di recupero delle acque meteoriche per l’irrigazione delle aree verdi e per gli usi non potabili
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Spazi a misura di bambino, con appositi vani dove nascondersi e osservare la natura circostante che cambia a seconda delle stagioni e della posizione del sole (Foto ©Moreno Maggi).
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› A MISURA DI BAMBINO
KLOBEN
PHI PORTE
METRA
La collezione di porte laccate Phila
Poliedra-Sky 50 e NC 65 STH porte
Punto di riferimento per i progettisti, Kloben è l’azienda italiana specializzata a livello nazionale e internazionale nella produzione di collettori solari sottovuoto con i quali propone soluzioni dedicate ai sistemi completi per l’integrazione al riscaldamento a bassa temperatura, per l’acqua calda sanitaria e per più complessi sistemi di Solar Heating&Cooling. SKY PRO CPC è il collettore solare sottovuoto più performante al mondo con il quale l’azienda propone soluzioni innovative in grado di ridurre notevolmente la dipendenza da fonti fossili, assicurando al contempo il massimo comfort.
La collezione PhiLa di Phi Porte, azienda impegnata in ricerca e collaborazioni con designer, progettisti e architetti per comprendere e interpretare al meglio le esigenze del mercato e proporre soluzioni innovative, è nata per rispondere all’esigenza di disporre di una gamma di colori in linea con le odierne esigenze di arredo. Porte per interni, personalizzabili, dal design pulito, accessoriate con cerniera a totale scomparsa con regolazioni su tre assi e serrature magnetiche, realizzabili in una gamma di 20 colori matt che si armonizzano con l’ambiente in cui vengono inserite, come quelle adottate nel nido di Guastalla.
Il sistema per facciate continue METRA Poliedra-Sky 50 adottato nel nido di Guastalla è caratterizzato da un design innovativo e da elevate performance in termini di tenuta, isolamento e resistenza. Con una dimensione del profilato di soli 50 mm Poliedra-Sky 50 contribuisce a rendere lo sviluppo delle facciate continue leggero e contemporaneo valorizzando ogni progetto. Il sistema per porte NC 65 STH garantisce una notevole resistenza all’effrazione consentendo all’utilizzatore di vivere il proprio habitat nel pieno comfort e nella massima sicurezza.
KLOBEN - TURCO GROUP SRL
PHI PORTE - RA.BEN SRL
METRA SPA
Via dell’Artigianato, 58 37051 Bovolone VR T. 045 9237300 info@kloben.it | www.kloben.it
Z.I. Macchiareddu, 9° Strada 09010 Uta CA T. 070 5489155 info@phiporte.com | www.phiporte.com
Via Stacca, 1 25050 Rodengo Saiano BS T. 030 68191 servizioclienti@metra.it | www.metra.it
Il comfort dal sole
SCHEDA Località Guastalla (RE) Anno di realizzazione 2014-2015 Committente Comune di Guastalla Superficie 1.500 mq Budget 1650 euro/mq Progetto Mario Cucinella Architects Team Mario Cucinella, Marco Dell’Agli (responsabile di progetto), Alberto Casarotto, Irene Sapenza, Alberto Bruno, Yuri Costantini (modello)
Consulenza paesaggistica Marilena Baggio Rendering Cristian Chierici – CC79 Strutture Geoequipe Studio Tecnico Associato Progettazione Elettrica e Meccanica Area Engineering srl
Acustica Ing. Enrico Manzi Lavori edili Scisciani e Frascarelli Impresa Edile Strutture in legno Rubner Holzbau SpA Progetto e installazione facciate e infissi Promo Spa Sistema di facciata e porte esterne Metra Spa Impianti Saitec Company srl Solare termico Kloben - Turco Group Srl Ventilazione meccanica controllata RDZ Spa Porte interne Phi Porte - Ra.Ben Srl Illuminazione di emergenza Linergy Srl
LINERGY
Illuminazione di emergenza high tech
RDZ
Aria pulita e ambienti salubri
Estetica e design sono le linee guida seguite da Linergy, specialista in illuminazione di emergenza, nella progettazione delle lampade Lyra Evo e Prodigy così da adattarsi alle scelte architettoniche. Il modello LYRA EVO, 100% segnalazione, distanza di visibilità superiore ai 30 m, è installato a bandiera nelle aree comuni e in prossimità delle uscite di emergenza per facilitare l’indicazione delle vie di esodo, mentre la compatta PRODIGY (cm 24 x 11), 100% led, moderna e minimalista, durevole nel tempo e dalla luminosità sorprendente si inserisce perfettamente negli ambienti didattici del nido di Guastalla.
Comfort significa anche qualità dell’aria: aria fresca, ricca di ossigeno, prelevata dall’esterno, filtrata e deumidificata. Per garantire un ambiente salubre e il massimo benessere termo-igrometrico al nido d’infanzia di Guastalla, RDZ ha proposto l’installazione delle unità per il trattamento dell’aria UC 1000. Queste macchine svolgono la funzione di ventilazione meccanica con recupero di calore abbinata a quella di deumidificazione estiva e integrazione di potenza sensibile. Tutto ciò assicura il controllo dell’umidità nei locali e aria sempre nuova e pulita senza spreco di energia.
LINERGY SRL
RDZ SPA
Via A. De Gasperi, 9 63075 Acquaviva Picena AP T. 0735 5974 info@linergy.it | www.linergy.it
Viale Trento, 101 33077 Sacile PN T . 0434 787511 rdzcentrale@rdz.it | www.rdz.it
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‹ ARCHITETTURA E CITTÀ
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› ARCHITETTURA E CITTÀ
NUOVI UFFICI DEL GRUPPO MEDIOBANCA, MILANO
L’ICEBERG
Levigato e compatto, del colore del ghiaccio, il volume scavato del nuovo blocco per uffici progettato da giussaniarch a Milano riordina la cortina edilizia dell’intero isolato Sono due le caratteristiche più evidenti del nuovo edificio per uffici, finalista del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2015 e risultato di un intervento di demolizione e ricostruzione, progettato da Roberto GiussanI e Andrea Balestrero: il filtro tecnologico a doppia membrana in vetro serigrafato dell’involucro e la piccola piazza dell’ingresso scavata nel volume. Entrambi
segnalano l’intenzione riuscita di ricreare un rapporto di continuità tra lo spazio della città e quello dell’edificio. Leggermente staccato dal fronte stradale da una piccola superficie a verde, il volume compatto, filtrato da un involucro tecnologico a doppia membrana vetrata che può rimanere muto e chiuso (lasciando comunque (segue a pagina 43)
Sopra il titolo, il nuovo edificio per uffici di via Siusi a Milano. A sinistra, le scale nella hall di ingresso e l’inquadramento del complesso nella città. Accanto, dettaglio della piazza scavata nel volume dell’edificio (foto ©Andrea Martiradonna).
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‹ ARCHITETTURA E CITTÀ
BELLEZZA PERFORMANTE L’involucro omogeneo e continuo del nuovo edificio milanese è formato da una facciata ventilata composta da moduli di 190 cm di altezza disegnati da giussaniarch e progettati e realizzati da Stahlbau Pichler negli stabilimenti di Bolzano, poi trasportati a Milano per il montaggio e la posa in opera. Ogni modulo è formato da una pelle prestazionale interna in vetri basso emissivi con stratigrafia 8/16 argon/4.4 con pvb acustico e trasmittanza pari a 1,1 W/m²K. Le parti cieche sono realizzate con pannelli isolanti con 180 mm di lana di roccia con una trasmittanza termica di 0,88 W/m²K. La pelle esterna è costituita da lame in vetro serigrafato bianco la cui apertura, in corrispondenza delle finestre dei piani, si regola automaticamente in base alle condizioni climatiche, assumendo diverse posizioni per schermare l’incidenza diretta dei raggi solari. La soluzione, che connota esteticamente l’edificio e la sua presenza nell’intorno, presenta notevoli vantaggi dal punto di vista del risparmio energetico, certificato in fase di test fino al 50% rispetto a un involucro convenzionale. Vantaggi dovuti sia alla scelta dei materiali sia soprattutto alle moderne tecniche di prefabbricazione. [ 40 ]
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A sinistra dall’alto, una fase della posa delle cellule dell’involucro e l’aspetto che assume la facciata quando la pelle esterna in vetro serigrafato dei moduli si apre.
STAHLBAU PICHLER progetta, produce e costruisce in tutta Europa strutture in acciaio e facciate continue. La capacità di dar vita alle architetture più evolute unendo la creatività italiana alla precisione tedesca è la caratteristica peculiare dell’azienda. La sede di Mediobanca a Milano, progettata da Giussaniarch, ne rappresenta la perfetta sintesi. www.stahlbaupichler.com
‹ ARCHITETTURA E CITTÀ
Il giardino pensile interno che conclude idealmente l’asse del verde del vicino Parco Lambro. Sotto, pianta del nuovo complesso e, a destra, un’immagine della piazza di ingresso (foto ©Andrea Martiradonna).
giussaniarch Roberto Giussani/Andrea Balestrero Associati dal 2009, Roberto Giussani (Milano, 1957) e Andrea Balestrero (Genova, 1970) sono entrambi laureati in Architettura (Giussani al Politecnico di Milano, Balestrero all’Università di Genova) e iscritti all’Albo degli Architetti di Milano. Con sede a Milano, lo studio opera nell’ambito della progettazione architettonica, urbana e d’interni, dall’allestimento espositivo alle abitazioni private, dal paesaggio agli edifici collettivi, tenendo conto del contesto fisico, culturale e sociale. www.giussaniarch.com
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› ARCHITETTURA E CITTÀ
entrare la luce all’interno), o dialogare con l’intorno schierando le lamelle in vetro serigrafato della prima pelle in funzione di brise-soleil, porta ordine nel linguaggio architettonico affastellato e confuso dell’isolato. L’ampia piazza protetta dalle ali traslucide dei volumi che lì si interrompono e che media il passaggio verso gli ambienti privati degli uffici e del centro elaborazione dati interno, pavimentata in lastre bianche e nere di conglomerato cementizio che si estendono sui rivestimenti murali, è privata ma appare pubblica, aperta sull’incrocio delle tre vie del quartiere e in asse con il sistema verde del vicino Parco Lambro che il progetto fa proseguire all’interno, in forma di giardino pensile collocato sopra i blocchi funzionali, oltre la hall d’ingresso, fulcro e snodo distributivo di tutti i flussi. Una recinzione continua in profilati metallici dipinta di bianco definisce con regolarità e precisione il fronte stradale e prosegue anche all’interno della piazza, declinandosi in ampie sedute. Il nuovo complesso è organizzato su sei piani, due dei quali interrati adibiti a parcheggio, e costruito con struttura portante in pilastri di cls e orizzontamenti formati da solette piene. Il rivestimento tecnologico di facciata prosegue oltre l’ultimo piano in modo da schermare gli impianti tecnologici posti in copertura
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SCHEDA Località Milano, Via Siusi Anno di realizzazione 2010-2014 Committente Mediobanca Innovation Services Progetto architettonico giussaniarch Roberto Giussani, Andrea Balestrero
Collaboratori Eugenio Feresin, Michele Nebuloni, Costanza Ronchi
Costruzioni edili Itinera Spa Progetto illuminotecnico Rossi Bianchi Lighting Design Progetto del verde Stefano Baccari Progetto esecutivo strutturale Simete (Ing. Stefano Dalmasso)
Progettazione impiantistica Prodim (Ing. Matteo Bo) Progettazione antincendio Studio Progess SRL (Ing. Giuseppe Amaro)
Realizzazione delle facciate Stahlbau Pichler Srl Realizzazione pavimenti Mariotti Fulget Srl Realizzazione degli impianti Gozzo Impianti Spa Realizzazione del verde Cappellini Lazzaro Snc Superficie 4.960 mq
MARIOTTI
Diamante 3D per le pavimentazioni Lastre in agglomerato di cemento vibropressato a doppio strato: uno composto da una miscela di cemento bianco, inerti di marmo ed ossidi e uno da una miscela di sabbie silicee macinate e cemento grigio. Elevata compattezza, alta resistenza a flessione e all’usura, basso assorbimento d’acqua e bassa porosità le caratteristiche della superficie delle lastre, trattata a mezzo di spazzolatura per le finiture interne e mediante sabbiatura per le finiture da esterno e di rivestimento degli uffici Mediobanca.
MARIOTTI FULGET SRL Loc. Stazione, 13 27040 Arena Po PV T. 0385 70356 info@mariotti-spa.com | www.mariotti-spa.com
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‹ LEED IN CLIMI CALDI
EDIFICIO DEL GRUPPO CAJAMAR AD ALMERIA
EFFICIENZA E INNOVAZIONE In Spagna un nuovo edificio per uffici flessibile e funzionale, con un elevato grado di efficienza energetica e sostenibilità progettato dallo studio Arapiles
Contrasto estetico è stato fornito alla nuova struttura grazie alla creazione di 3 diversi tipi di facciata protette da 3 diversi rivestimenti: pannelli in GRC, lastre di ceramica e lastre Dekton® (foto©David Frutos).
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Con una slp di 19.000 mq distribuiti su 3 piani interrati e 5 fuori terra, la nuova sede di Cajamar all’interno del Parco ScientificoTecnologico di Almeria accoglie, oltre agli uffici della cassa rurale e di credito cooperativo spagnola, quelli di altre aziende. Per questo motivo il concept progettuale ha previsto sia la massima flessibilità degli spazi, con una progettazione architettonica e strutturale che offrisse la massima luce ai piani definendo la posizione delle colonne portanti in prossimità del perimetro dell’edificio, sia la polifunzionalità, con una serie di funzioni collettive accessorie fruibili da tutti i tenant. Il complesso comprende infatti un nido d’infanzia che può accogliere 74 bambini, un ristorante/ caffetteria di 620 mq, una palestra, 450 mq di aule di formazione, e dispone di 135 posti auto ai piani interrati.
› LEED IN CLIMI CALDI
La composizione dei volumi e le diverse scelte di facciata, in base all’orientamento . La scelta di colori chiari aiuta a contenere l’effetto isola di calore
(in alto foto ©Fernando Alda, in basso foto©David Frutos).
Particolare attenzione è stata dedicata all’efficienza energetica, specie estiva, con uno studio dell’orientamento e la definizione di rivestimenti di facciata diversi in funzione dell’esposizione. Qualificanti anche sul piano formale, i rivestimenti includono due facciate ventilate, una in pannelli rinforzati di cemento fotocatalitico con proprietà autopulenti e l’altra in Dekton® color Sirocco, mentre il prospetto vetrato (con vetri Saint Gobain a taglio termico e camera di Argon interna di 20 mm) è protetto da lamelle schermanti di alluminio dello spessore di 5 mm (ogni lamella è alta 3,60 metri). Per la pavimentazione esterna, anch’essa in lastre di Deekton®, è stato scelto invece un colore chiaro (Danae), con un elevato indice di riflettenza solare (SRI >78) che contribuisce a ridurre l’effetto “isola di calore”. Il sistema di climatizzazione è basato su
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‹ LEED IN CLIMI CALDI
Arapiles arquitectos asociados 15 SLP Studio fondato nel 2012 come evoluzione della collaborazione professionale svolta dal 1984 dai due fondatori Luis Fernández Martínez e Luis Pastor Rodriguez, lo studio, con sede ad Almería, opera nell’ambito della disciplina architettonica e urbanistica. Con l’intento di rispondere a tutte le esigenze dei committenti con la massima qualità ed efficienza, lo studio ha realizzato opere di nuova costruzione, ristrutturazione e restauro urbano, di interni e di arredi. www.arapilesarquitectos.com I soci di Arapiles: dall’alto in senso orario Luis Fernández Martínez, Alfonso Monje de Pro, Maria del Mar Fernandez Viciana, Segundo Cañadas Espinar.
Alcune immagini dell’interno del complesso
(foto©David Frutos, nella pagina accanto foto©Fernando Alda).
SCHEDA Località Parco Tecnologico di Almeria (PITA), Spagna Committente Cajas rurales Unidas Superficie 19.608,13 mq Progetto Arapiles arquitectos asociados 15 SLP (Luis Fernández Martínez, Maria del Mar Fernandez Viciana, Alfonso Monje de Pro, Segundo Cañadas Espinar), Antonio Pérez Garcia
Facciata GRC Istituto Eduardo Torroja (CSIC) Rivestimenti facciata ventilata Cosentino Group, Neolith
Rivestimenti pareti, scale, pavimentazione Cosentino Group
un impianto aria-acqua a quattro tubi, configurato con portata variabile. La produzione di acqua calda e refrigerata per soddisfare le esigenze di climatizzazione durante tutto l’anno e per l’acqua sanitaria è soddisfatta da unità Climaveneta in grado di lavorare in base ai reali carichi dell’edificio, modulando la potenza erogata e quindi riducendo al minimo i consumi energetici complessivi. Un altro intervento di rilievo consiste nella Smart Tank®, un bacino che raccoglie le acque meteoriche e quelle prodotte dalla condensazione dei fan-coil, utilizzata sia per lo scambio di calore aria-acqua sia per i fabbisogni non potabili del complesso. In copertura, parzialmente a tetto verde, sono collocati 140 pannelli fotovoltaici per una potenza totale installata di 44,10 kW/p
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› LEED IN CLIMI CALDI
Dekton® dentro e fuori Ottenuto dalla miscela di materie prime utilizzate in edilizia, vetro, materiali porcellanati e superfici in quarzo, sottoposto a un processo tecnologico (TSP) di accelerazione delle modifiche metamorfiche alle quali è sottoposta la pietra naturale, Dekton® si presenta come un materiale duro e compatto, caratterizzato dall’assenza di porosità, difetti, punti deboli e zone di tensione. Elevata resistenza ai raggi uv, al freddo e al gelo,
all’idrolisi, all’abrasione, alla flessione, facilità di manutenzione, stabilità cromatica, alta resistenza ai graffi e alle macchie, senza che il suo aspetto e le sue proprietà subiscano alterazioni rende le grandi lastre Dekton® adatte agli gli interni, agli esterni e alle le zone ad elevato transito. La combinazione di tali rivestimenti ha creato, nel complesso, una struttura omogenea e uniforme sia all’interno che all’esterno dell’edificio.
Facciata ventilata realizzata in colore Sirocco, tinta uniforme e con poche venature. Utilizzate lastre di spessore 12 mm nei formati 2.46x0.71 m e 1.22x0.71 m.
Pavimentazioni interne/esterne realizzate in lastre colore Danae, ispirato al travertino, con spessore 12 mm. Formati utilizzati: 1.33x1.36 m e 1.33x1.26 m (per le lastre di grandi dimensioni), 1.55/1.67x1.36 m e 1.67/1.71x0.51 m (per le lastre trapezoidali).
COSENTINO GROUP Headquarters Italia Via Trentino Alto Adige, 69 30030 Pianiga VE T. 041 5103096 www.cosentino.com www.dekton.it Showroom Milano Piazza Fontana, 6 20121 Milano MI T. 02 89092730 citymilano@cosentino.com italia.cosentinonews.com
Rivestimenti bagno e altri ambienti interni realizzati in colore Kadum, spessore 12 mm. Formato utilizzato: 2.40x0.80 m (per lastre di grandi dimensioni).
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‹ DESIGNCAFÈ
50 ANNI DI MARMOMACC SI È CONCLUSA LO SCORSO OTTOBRE LA 50^ EDIZIONE DI MARMOMACC, IL SALONE INTERNAZIONALE DI VERONA DEDICATO AL COMPARTO MARMO-LAPIDEO A CUI HANNO PARTECIPATO 1.524 AZIENDE PROVENIENTI DA 55 PAESI La manifestazione è un laboratorio dove cultura, tendenze e innovazione vengono presentate agli operatori attraverso progetti e sperimentazioni realizzati dalle aziende in collaborazione con architetti e designer. Per l’edizione 2015 gli spazi fieristici sono stati organizzati in tre poli: The Italian Stone Theatre, dedicato alla produzione Made in Italy espressa nel materiale lapideo e nei macchinari e nelle tecnologie di lavorazione del marmo; Architecture&Design con una mostra dedicata ai progetti vincitori dell’International Award Architecture in Stone e le sperimentazioni presentate dalla Stone Academy; l’area esterna dell’Urban Design Park, un giardino dove natura e architettura si incontrano. Tra le iniziative intraprese da Marmomacc, l’International Award Architecture in Stone 2015 curato da Vincenzo Pavan, il premio biennale riservato a opere di architettura realizzate in pietra, giunto ormai alla XIV edizione.
Volume con leggeri aggetti sovrapposti e un coronamento a shed che si confronta con lo sviluppo urbano della città caratterizzano il Museo Jumex a Città del Messico progettato da David Chipperfield Architects, 2013 (foto ©Simon Menges).
Il Giant’s Causeway Visitors Centre ad Antrim nell’Irlanda del Nord ricorda il sentiero in colonne basaltiche a forma esagonale che secondo la leggenda fu costruito dai giganti per raggiungere la Scozia. Progetto Heneghan Peng Architects, 2014 (foto ©Marie-Louise Halpenny).
I premi dell’International Award Architecture in Stone 2015: in alto, forme elementari in continuità col carattere intrinseco del materiale lapideo per gli Edifici a torre in Hagenholzstraße a Zurigo progettati da Max Dudler in collaborazione con Atelier WWW, 2013 (foto ©Stefan Müller). Accanto, Sancaklar Mosque a Istanbul di EAA Emre Arolat Architects, 2012 (foto ©Cemal Emden).
THE ITALIAN STONE THEATRE Curato dal designer Raffaello Galiotto e dall’architetto Vincenzo Pavan, il padiglione dedicato al Made in Italy era articolato in due nuclei di diversa identità spaziale. Il primo, dedicato ai materiali, formato da installazioni ispirate ai concetti di orizzontalità e verticalità: Carpets of Stone, un collage di pavimenti litici di diversi autori disposto in un percorso segmentato che mostra le infinite sfaccettature texturali e cromatiche offerte dal materiale nella sua composizione bidimensionale e Lithic Vertigo, una serie di installazioni tridimensionali concepite come isole in cui pareti, scale e rampe mettono in mostra le potenzialità della pietra in varie componenti costruttive. Il secondo nucleo espositivo metteva invece in luce, attraverso la mostra sperimentale Digital Lithic Design, l’interazione di strumentazioni e macchinari digitali con il progetto di design. Due opere esposte nel padiglione del made in Italy: Stone sky di Giuseppe Fallacara con Pimar (mostra Carpets of Stone) e Look at my backstep di Patricia Urquiola con Budri (mostra Lithic Vertigo). (foto ©Luca Morandini)
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› RESIDENZIALE
ROMA, COMPLESSO LE TRE POLE
QUALITÀ RITROVATA Efficienza energetica, aree verdi e comfort abitativo per il complesso residenziale all’Aventino, progettato dallo studio 3C+t Capolei Cavalli Architetti Associati
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‹ RESIDENZIALE
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› RESIDENZIALE
Ampi spazi verdi destinati ad uso comune e terrazzi dall’andamento curvilineo che offrono viste panoramiche sull’ambiente circostante caratterizzano i 70 appartamenti delle tre palazzine. Finiture in legno, pietra e marmo sono state utilizzate per completare gli spazi interni alle abitazioni e gli ambienti comuni. A sinistra, le sculture dedicate alle 3 pole, collocate nella hall di ogni edificio e la sezione del vano scale.
R
icco di parchi e ville l’Aventino, il più meridionale dei sette colli di Roma, ha conservato nei secoli l’impronta aristocratica che assunse in epoca imperiale. Qui, tra le vie Marco Polo e Beccari, su un lotto di forma trapezoidale delimitato a nord dal parco della Casa del Jazz e a sud dal fascio ferroviario Ostiense, sorge il nuovo complesso residenziale Le Tre Pole progettato dallo studio romano 3C+t. Si tratta di tre palazzine, di cinque e quattro piani, distribuite secondo una planimetria che, sfruttando al meglio la conformazione del lotto, ricava tra l’una e l’altra ampi spazi verdi privati, in parte a copertura dei box sotterranei, su cui affacciano gli ampi terrazzi dall’andamento curvilineo dei 70 appartamenti che compongono il complesso: abitazioni per il mercato libero, con tagli da 50 a 150 mq, in alcuni casi distribuite su due piani, in posizione invidiabile, a 2 km dal centro cittadino e a due passi dal collegamento AV di Roma Ostiense e dall’omonima stazione della metropolitana. In un mercato immobiliare dove, quand’anche interessanti per posizione, taglio e finiture, molti annunci si concludono con l’inevitabile “classe energetica G”, il complesso residenziale delle Tre Pole, che ha ottenuto la certificazione energetica A e A+, conferma invece l’attuale indirizzo verso la qualità totale, abitativa e ambientale, dei progettisti, degli sviluppatori e dei committenti più attenti, a Roma e in Italia. Il fabbisogno energetico è integrato da bat-
terie di pannelli fotovoltaici posti in copertura. Un sistema di recupero delle acque piovane si presta infine all’uso per l’irrigazione delle aree verdi comuni. La climatizzazione interna è affidata a un sistema a pannelli radianti a bassa temperatura posti a soffitto, soluzione che offre un miglior benessere ambientale. Le controsoffittature, come tutte le pareti interne e le contropareti, sono realizzate a secco con lastre a tecnologia brevettata (Habito Activ’air). Una scelta che assicura un elevato isolamento acustico e soprattut-
to termico, il che ha permesso ai progettisti di utilizzare, nei rivestimenti di facciata e delle parti comuni interne, materiali di pregio caratteristici della tradizione romana moderna per gli edifici residenziali di prestigio. Ma perchè le tre pole? Il nome dato al complesso si ritrova nell’atrio di ingresso delle palazzine, che accoglie gli ospiti con tre opere d’arte originali disegnate dallo studio 3C+t e realizzate dall’artista Paolo Hermanin con riferimento alle tre figlie di Marco Polo (l’indirizzo delle residenze)
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‹ RESIDENZIALE
3c+t Capolei Cavalli Architetti Associati Caratteristica dello studio Capolei-Cavalli fin dal 1960 è l’intreccio tra professione e attività didattica e di ricerca, entrambe svolte perseguendo un reciproco completamento. Negli anni il lavoro di progettazione si è sviluppato attraverso i filtri delle sue implicazioni politiche, sociali, storiche, tipologiche ed economiche, mentre l’insegnamento universitario si è arricchito dell’esperienza derivante dalla pratica della professione. Oggi nello studio operano, insieme al professor Giancarlo Capolei, i partner Fabrizio e Pierfrancesco Capolei, Giunio Valerio e Paolo Romano Cavalli e circa 10 collaboratori. Tra i lavori recenti, il complesso residenziale Stamperie 152 in via Urbana a Roma e il progetto per la Marina di Rodi Garganico. www.capoleicavalli.it Nella foto, da sinistra, Paolo Romano Cavalli, Pierfrancesco Capolei, Giunio Valerio Cavalli, Giancarlo e Fabrizio Capolei.
SCHEDA Località Roma Anno di realizzazione 2015 Committente Navarra Iniziative Immobiliari Srl Progetto 3C+t Capolei Cavalli Architetti Associati Direzione artistica arch. Fabrizio Capolei D.L. ing. Cesidio Serafini Responsabile commessa arch. Francesco Norcia Direttore di cantiere arch. David Miranda Superficie lotto 11.750 mq Volume totale fuori terra 27.000 mc Costi costruzione 20 milioni euro Impresa costruttrice Italiana Costruzioni Spa
Accanto, la pianta del quarto piano. Sopra, vista di dettaglio dei terrazzi con le soluzioni progettate ad hoc per ospitare il verde privato.
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› RESIDENZIALE
BOFFI
GRUPPO ROSSI
PORCELANOSA
Travertino in e outdoor
Soluzioni per il bagno
La ricerca formale e tecnologica e un mix di innovazione e tradizione hanno reso Boffi, nata nel 1934 come laboratorio di mobili da cucina, una realtà famosa nel mondo. I prodotti sono stati esibiti alla Triennale di Milano, al MoMA di New York e all’Expo ‘85 di Tsukuba in Giappone. Il nuovo corso dell’azienda, iniziato negli anni Ottanta quando Roberto Gavazzi nuovo CEO affianca Paolo Boffi insieme al direttore Creativo Piero Lissoni, ha segnato un percorso di crescita nel mondo del design che ha portato alla creazione di un sistema completo di arredo bagno, all’apertura di flagship store nelle principali città del mondo e ora all’acquisizione di un’icona del design: De Padova.
Il Gruppo Rossi è una Società impegnata, in Italia e all’estero, nella fornitura di materiali finiti: marmo, pietra, granito e materiali affini, e nella posa in opera di pavimentazioni, facciate ventilate e lavori edili in genere. Lavori di restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti a tutela culturale e ambientale, opere fluviali, di sistemazione idraulica e di bonifica, sono le altre attività svolte dall’azienda. Per Le Tre Pole ha realizzato per l’esterno: rivestimenti degli edifici, scale e copertine muretti in Travertino Paglierino di Tivoli finitura spazzolata; per gli interni: pavimenti ingressi e rivestimenti scale in Travertino Rosso Persiano e Travertino bianco S. Caterina finitura lucida.
Per le residenze Tre Pole, Porcelanosa ha fornito tutti i rivestimenti, i pavimenti, i lavabi, le rubinetterie, le vasche idromassaggio e i box doccia con cristalli temperati anticalcare. Per i pavimenti è stata scelta la linea Ston-Ker nella variante Aston Arena da 59,6 x 59,6 cm, effetto resina cemento; per le pareti la linea Japan da 31,6 x 90 cm effetto carta da parati. Ston-Ker è un materiale straordinario e resistente, disponibile in molteplici formati e finiture. I lavabi, tutti realizzati su misura per questo progetto, sono in Krion, un nuovo materiale antibatterico, ignifugo e termoformabile che Porcelanosa propone in 85 colori.
BOFFI SPA
GRUPPO ROSSI SRL
PORCELANOSA ROMA SPA
Via Oberdan, 70 20823 Lentate sul Seveso MB T. 0362 5341 info@boffi.com | www.boffi.com
Viale Tiziano, 3 00196 Roma T. 06 36091212 impreserossi@libero.it | www.impreserossi.com
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Design italiano per l’abitare
NA.GEST. GLOBAL SERVICE Facility management su misura
NUOVA MALEGORI Paesaggi da vivere
Attraverso un team di specialisti distribuiti presso vari presidi sul territorio, la società Na.Gest. del gruppo Italiana Costruzioni svolge i servizi tecnici agli immobili e alle persone per numerose realtà dei settori terziario, industriale e pubblico. Le sue principali aree d’intervento si riferiscono alla gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti tecnologici (riscaldamento, climatizzazione, ascensori, impianti elettrici) e interventi di manutenzione e ristrutturazione edile.
Parte del gruppo Italiana Costruzioni, la società nasce dalla volontà di interpretare e curare l’ambiente in tutte le sue forme: parchi, giardini, piazze, strade, aree verdi pubbliche e private. Nuova Malegori vanta decenni di esperienza nell’ambito delle gestioni del territorio anche grazie ai moderni sistemi integrati di global service. Il paesaggio e la costruzione dello stesso, insieme alla cura ed alla salvaguardia, costituiscono la sua missione principale.
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Via A. Stoppani, 15 - 00197 Roma T. 06 802161 roma@navarragestioni.it | www.navarragestioni.it
Via A. Stoppani, 15 - 00197 Roma T. 06 802161 www.nuovamalegori.it
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‹ DESIGNCAFÈ
XXI TRIENNALE DI MILANO DAL 2 APRILE AL 12 SETTEMBRE 2016 RITORNA A MILANO DOPO 20 ANNI DI INTERRUZIONE L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLA TRIENNALE. SI SVOLGERÀ AL PALAZZO DELL’ARTE E IN ALTRI LUOGHI DELLA CITTÀ 21st Century. Design after Design. Questo il titolo della prima Triennale del XXI secolo, che lancia una sfida all’apparente collasso del mondo contemporaneo, alle sue contraddizioni, incoerenze, incertezze. Per proporre, affidandosi al progetto e ai progettisti che ne vorranno analizzare e individuare ogni possibile indizio, nuovi “punti cardinali” e prospettare le fondamenta della cultura che verrà. Manifestazione riconosciuta dal BIE (il Bureau International des Expositions, lo stesso che regolamenta le esposizioni internazionali e universali come Expo), la XXI Triennale prevede tre diverse forme di partecipazione: quelle “ufficiali”, di carattere governativo o di organismi delegati dai Paesi che aderiranno all’invito che è stato diramato dal Ministro degli Affari Esteri e trasmesso per vie diplomatiche; quelle di istituzioni ed enti territoriali e culturali come Università e centri e associazioni per l’Architettura e il design; e infine le partecipazioni “under 35”, aperte ai giovani professionisti che operano in diversi ambiti del progetto e a Scuole con gruppi di studenti. La selezione di quest’ultima forma di partecipazione, per la quale è prevista l’assegnazione a titolo completamente gratuito di piccoli spazi per periodi limitati nell’arco dei sei mesi, avverrà, a cura di una giuria, tra coloro che
Scalone d´onore e vestibolo del piano superiore del Palazzo dell´Arte (soffitto eseguito da Seguso vetri d´arte, su disegno di Giuseppe Capogrossi), X Triennale di Milano, 1954, foto ©Ancillotti.
avranno risposto alla call lanciata dalla Triennale con progetti di qualsiasi natura, purchè rispondenti al tema 21st Century. Design after design (termine di presentazione 10 gennaio). Nata a Monza nel 1923, l’Esposizione Triennale si trasferì a Milano nel 1933, anno in cui venne inaugurato il Palazzo dell’Arte, oggi punto di riferimento della vita culturale della città.
Vestibolo d’ingresso e atrio, Baldessari e Grisotti, pavimento di Attilio Rossi, soffitto di Lucio Fontana, IX Triennale di Milano, 1951.
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Introduzione alla Mostra del grande numero: Rassegna del prodotto individuale ad alto livello tecnologico, Pio Manzù, William Lansing Plum e Richard Sapper, XIV Triennale di Milano, 1968 - foto ©Publifoto.
VILLA N A BUCINE
LA CASA CARTESIANA Sulle colline aretine, una residenza non convenzionale è definita da piani ortogonali e spazi multilivello organizzati, funzionalmente e visivamente, intorno a una corte centrale
OCCH ARCHITETTURA ITALIANA ‹ NUOVA
Pianta del piano terra, del primo e secondo piano del complesso, progettato attorno a un patio centrale con la funzione di fulcro intorno al quale si svolge l’attività domestica. In apertura, un terrazzo esterno (foto ©Architettura Matassoni).
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l progetto degli architetti Alessandro e Leonardo Matassoni per questa residenza monofamiliare sulle colline di Bucine, in provincia di Arezzo, si basa sull’assunto che la ricchezza dell’architettura dipenda dalle relazioni tra gli spazi e dalla loro esperienza dinamica. Di conseguenza, l’unità abitativa è stata organizzata attorno a un patio centrale, che diventa il fulcro funzionale e visivo della vita domestica. Questa logica compositiva consente una certa reciprocità tra i vari ambienti diurni creando scorci e percorsi inattesi intorno al nucleo-cavedio. La zona cucinapranzo e lo spazio living con le aree necessarie alla circolazione sono stati messi in contatto diretto con l’esterno ricorrendo a una notevole permeabilità visiva, filtrata solo parzialmente dalla massa fogliare delle canne di bambù piantate al centro del patio, generando un tutt’uno privo di destinazioni funzionali eccessivamente rigide. La funzione baricentrica del cortile è in parte contraddetta dalle aperture perime-
› NUOVA ARCHITETTURA ITALIANA
trali enfatizzate dalla proiezione centrifuga di alcuni elementi architettonici, spinti fino ai limiti estremi dell’area disponibile, di superficie molto limitata rispetto al volume edificabile consentito.
“La nostra attitudine è per un’architettura che possa agire a un livello di percezione più profondo, in un certo senso più primitiva, capace però di dialogare con la dimensione psicologica, inconscia, e creare paesaggi artificiali più vicini alla natura stessa della vita” Alessandro e Leonardo Matassoni
La villa è definita da angoli retti e superfici piane che creano elementi architettonici funzionali, alternanza di pieni e vuoti, verde e acqua integrati negli elementi della costruzione. A destra, la piscina coperta vista dal patio interno e scorcio serale di un ambiente al piano superiore (foto ©Architettura Matassoni).
Gli architetti hanno lavorato sulla consistenza e sulla massa del costruito destrutturandola gradatamente e cercando di raggiungere un’architettura che potesse slanciarsi verso l’esterno, con elementi via via più leggeri a cui sono stati affidati importanti ruoli funzionali – come il setto che segna l’asse dell’ingresso principale diventando una lunga trave sospesa in corrispondenza dell’accesso pedonale su strada. La zona notte al primo piano è contraddistinta da una disposizione più privata e una
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‹ NUOVA ARCHITETTURA ITALIANA
Architettura Matassoni Entrambi laureati a Firenze, Alessandro e Leonardo Matassoni operano presso il proprio laboratorio di architettura vicino ad Arezzo. Specializzato nella progettazione di edifici residenziali per committenti privati, lo studio spazia anche nel campo del riuso e della ristrutturazione di edifici esistenti, dell’interior, del disegno industriale e dell’arte dei giardini e affronta il progetto con un approccio “artigianale”, specie nella una prima fase progettuale, attraverso la costruzione di modelli di studio a grande scala. Una parte importante dell’attività degli architetti Matassoni è rappresentata dalla pubblicazione di articoli su presS/Tletter, la voce dell’Associazione Italiana di Architettura e Critica fondata da Luigi Prestinenza Puglisi, che ha curato anche due mostre personali dello studio tenutesi a Roma nel 2012 presso La Casa dell’Architettura e nel 2014 presso Interno 14, lo spazio romano dell’Aiac.
connotazione “atmosferica” dovuta alle variazioni della luce naturale che filtra attraverso tagli lineari ricavati in copertura. In generale, il linguaggio espressivo di questa architettura è stato condizionato fin dalla fase progettuale dalla predilezione della committenza per angoli retti e superfici piane, che ha spinto i progettisti a cercare di superare la staticità connaturata a questa impostazione iniziale attraverso la disarticolazione strategica dei volumi, ottenuta mediante l’utilizzo di masse sospese e piani slittati gli uni rispetto agli altri. In fase di costruzione, altre considerazioni della stessa natura hanno spinto verso l’adozione di un effetto total white e una progressiva semplificazione dei materiali utilizzati: semplice intonaco per tutte le superfici verticali, con l’eccezione di alcuni setti rivestiti con pannelli metallici - pareti ventilate realizzate con pannelli laminati di alluminio - e travertino abbinato a superfici flottanti in legno di accoya per le superfici orizzontali esterne. Anche dal punto di vista energetico, le soluzioni di carattere tecnologico, come impianti solari e radianti, sono state ridotte al minimo a vantaggio di sistemi passivi e low tech che garantiscono il controllo del microclima interno attraverso i flussi naturali d’aria fresca provenienti dalle zone verdi esterne
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SCHEDA Località Bucine (AR) Anno di realizzazione 2015 Committente privato Progetto Architettura Matassoni - architetti Alessandro e Leonardo Matassoni
Consulenti ing. Alessandro Romei (strutture), ing. Claudio Chiassai (impianti)
Superficie lotto 1194 mq ca. Volume fuori terra 1173 mc ca. Impresa AL.CA. costruzioni Pavimentazioni esterne in accoya Mealli Flooring Landscape Trenti Vivai Piante
Sopra, cancello e corte carrabile (sulla destra lo sporto del terrazzo verde sopra i box); qui accanto, il percordo pedonale e la scala che conduce all’ingresso, al piano intermedio. In alto a destra, il solarium sul quale si apre la piscina coperta (foto ©Architettura Matassoni).
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AL.CA.
TRENTI VIVAI PIANTE
MEALLI FLOORING
Al.Ca costruzioni di Cavoto Luciano & C. è un’impresa edile che risponde alle complesse richieste del mercato offrendo ampia assistenza in fase progettuale e intervenendo a tutto campo nella realizzazione di nuovi edifici e opere di restauro e ristrutturazione. Azienda che opera tra Arezzo e il Valdarno, Al.Ca costruzioni si avvale di una rete di artigiani locali specializzati per la pavimentazione, i rivestimenti e le finiture dei manufatti edili.
Trenti Vivai Piante è situata nel Valdarno aretino con due sedi, una a Terranuova Bracciolini (AR) lungo la A1 e l’altra a San Giovanni Valdarno, lungo la statale che collega Arezzo a Firenze. Oltre alla produzione e vendita di piante ornamentali da esterno, l’azienda realizza giardini intervenendo sia nei piccoli spazi verdi sia in parchi pubblici e privati. Con il proprio personale qualificato, Trenti segue ogni fase di cantiere dal sopralluogo al progetto fino alla realizzazione del giardino con efficienza e professionalità.
Mealli è un’azienda specializzata in progettazione e realizzazione di pavimentazioni in legno su misura, caratterizzate da qualità dei materiali, possibilità di personalizzazione e durevolezza nel tempo, disponibili in una vasta gamma di tipologie di legno. In particolare il legno acetilato Accoya®, un materiale durevole, stabile, sostenibile, atossico, facilmente lavorabile, resistente ai raggi UV e agli agenti atmosferici, ottenuto tramite un processo di acetilazione, utilizzato per la realizzazione dei decking esterni di Villa N.
Costruzioni, ristrutturazioni e restauri
AL.CA COSTRUZIONI Via Ticino, 21 52028 Terranuova Bracciolini AR T. 348 3825369 www.alca-costruzioni.it
Realizzazione di parchi e giardini
TRENTI VIVAI PIANTE Terza Strada Poggilupi, 29/A - 52028 Terranuova B.ni AR T. 055 9199164 - trentipiante@gmail.com V. Gruccia, 130/C - 52027 San Giovanni Valdarno AR T. 055 9110109 - info@trenti.it | www.trenti.it
Decking in Accoya
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NUOVI SVILUPPI URBANI XII EDIZIONE DI URBANPROMO E PREMIO URBANISTICA 2015 Centrata anche quest’anno sulla rigenerazione urbana, si è svolta dal 17 al 20 novembre in Triennale Milano la XII edizione di Urbanpromo, la manifestazione nazionale di riferimento per il marketing urbano e territoriale organizzata da INU-Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit. Recupero degli ex opifici, post expo, beni comuni, riuso, housing sociale, sharing economy, iniziative e innovazioni per migliorare l’efficienza degli edifici e trasporto pubblico urbano alcuni dei temi trattati nei quattro giorni di convegni. Nel corso della manifestazione è stato conferito il Premio Urbanistica 2015 nella categoria Qualità delle infrastrutture e degli spazi pubblici alla Fondazione CRT Torino per il progetto di recupero e valorizzazione in chiave culturale e scientifica delle OGR, le ex Officine Grandi Riparazioni di Torino, sulla base di una votazione online da parte dei visitatori di Urbanpromo. Trasformate, su progetto dello Studio Carlo Ratti Associati, da polo per le riparazioni dei veicoli ferroviari in un sistema di spazi polivalenti destinati a produzioni artistiche e culturali, all’innovazione e alle start up nell’ambito delle nuove tecnologie, le OGR si inseriscono nel più ampio progetto di sviluppo dell’area urbana di Porta Susa.
NZEB I REQUISITI MINIMI PER LE NUOVE COSTRUZIONI E PER LE RISTRUTTURAZIONI
RISPARMIARE ENERGIA Il primo ottobre 2015 è entrato in vigore il Decreto Requisiti Minimi, che recepisce la Direttiva Europea a Energia Quasi Zero (nZEB), fissando nuovi metodi di calcolo in materia di prestazioni energetiche per gli edifici di nuova costruzione e per le ristrutturazioni. La direttiva europea 2010/31/CE del 19 maggio 2010 ha imposto infatti agli Stati membri di fissare i requisiti minimi di efficienza energetica degli edifici, in vista dell’obiettivo a “Energia Quasi Zero” previsto per il 2020. Si apre così la strada agli nZEB buildings (Nearly Zero Energy), gli edifici ad elevate prestazioni energetiche che minimizzano i consumi utilizzando energia da fonti rinnovabili, elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, sistemi di ombreggiamento e garantendo un’adeguata qualità dell’aria interna e un’illuminazione naturale idonea, in accordo con le caratteristiche architettoniche dell’edificio. Il decreto è disponibile in pdf sul sito del Ministero: www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/DM_ requisiti_minimi.pdf
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‹ DESIGNCAFÈ Alcuni prodotti della selezione ADI Index 2015. Dall’alto in senso orario, le lastre ceramiche Florim Magnum Oversize di formato cm 160 x 320 spessore 6 mm; la lampada Sisifo di Scott Wilson (Artemide); le sedute Vela realizzate da Tecno con lo studio Llevore Altherr Molina; la morfologia organica della vasca a due sedute DR di Marcio Kogan e Mariana Ruzante (Agape), il sistema modulare di sedute Zinta di Llevore Altherr Molina per Arper.
ADI Design Index 2015 UN LAVORO DI SELEZIONE E RACCOLTA DEI PROGETTI DI DESIGN PIÙ INNOVATIVI PRODOTTI NEL 2014 L’ADI Design Index annuale, che raccoglie il lavoro di ricerca e selezione svolto dall’osservatorio permanente e dalle commissioni territoriali di ADI, è un termometro relativo che misura lo stato di salute della progettazione e del design industriale nel nostro Paese. Relativo perché la sua scala di anno in anno si adatta all’evoluzione della cultura del progetto. Molte cose sono cambiate dai tempi del boom economico: cresce da un lato la dimensione del meta-progetto: non più o non tanto “cosa” produrre per alimentare un meccanismo ben oliato di produzione-consumo ma “come” creare, organizzare e alimentare sistemi economici e produttivi capaci di adeguarsi ai cambiamenti planetari e ai nuovi stili di vita; dall’altra parte l’ineluttabile necessità di includere, in quello stesso meccanismo, le componenti ambientali in passato trascurate: quella delle risorse prelevate al pianeta in termini di materiali e di energia e quella dello smaltimento e del riuso. Quest’anno sono stati 758 i candidati e circa 150 i progetti, selezionati in 11 categorie, cui si aggiunge la targa Giovani, che concorreranno, insieme alla selezione 2014 e a quella del prossimo anno, al Compasso d’Oro ADI 2016.
Premi Innovazione Ogni anno, tra i selezionati per il Design Index, vengono assegnati anche tre Premi per l’Innovazione, ai progettisti e alle imprese il cui prodotto si distingua per l’innovazione nei materiali, nei processi, nelle tecnologie, oppure nel cambiamento dei comportamenti individuali e sociali, nella critica, nella ricerca applicata. Premi Innovazione 2015 sono il sedile doccia Tuck-Type, progettato da Gianni Arduini e Marco Frigerio per Thermomat Saniline; il sistema di edilizia prefabbricata Moretti More di Moretti e la start-up Orange Fiber, sorta su progetto di Adriana Santonocito e Omar Amato per produrre fibre tessili per la moda dai sottoprodotti della lavorazione degli agrumi.
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I tre progetti vincitori del Premio Innovazione 2015: da sinistra in senso orario il sedile Tuck- Type, di Gianni Arduini e Marco Frigerio per Thermomat Saniline, il sistema di edilizia prefabbricata Moretti More di Moretti e Orange Fiber, start-up nata su un progetto di Adriana Santonocito e Omar Amato per realizzare fibre tessili dagli scarti di lavorazione degli agrumi.
LETTERE DA MOLTO LONTANO
GIANANDREA BARRECA Se è vero che l’architettura è la rappresentazione della cultura del tempo in un determinato luogo è anche vero che è innanzi tutto molto importante saper scegliere a quale aspetto della cultura locale sia interessante guardare. Modernità e tradizione, necessita globali e particolari sembrano a volte essere inconciliabili, incapaci di produrre quel cortocircuito positivo capace, attraverso l’architettura, di valorizzare e far progredire la cultura del posto in cui essa si posa. Paolo Brescia e Tomaso Principi, che qui ci scrivono da Jaipur, ci stanno provando con le trame e gli orditi dei tessuti locali, immaginando la facciata come una frontiera in grado di ospitare tradizione e modernità, artigianato e industria, moda e design di prodotto.
OBR - COMPLESSO A JAIPUR
TRA GLOBALE E LOCALE UN PROGETTO PARAMETRICO CARATTERIZZATO DA FACCIATE ISPIRATE AI MOTIVI DEI TESSUTI DEL RAJASTAN E FORMATE DA ELEMENTI IN CERAMICA PRODOTTI ARTIGIANALMENTE Attualmente in costruzione, il progetto che abbiamo sviluppato riguarda un cluster nelle immediate vicinanze dell’aeroporto di Jaipur. Il complesso comprende quattro edifici di uguale altezza (30 m) ma di dimensioni diverse, per una superficie costruita complessiva di 45.000 mq. Gli edifici sono disposti in
un sistema di elementi paralleli che seguono l’orientamento nord - sud con vista panoramica sul paesaggio circostante. Il concept architettonico si basa su una composizione di otto schermi verticali che ricoprono gli edifici con un alternarsi di pieni e di vuoti. Estendendosi oltre gli edifici, gli scher-
mi creano un effetto sorprendente di sovrapposizioni e di progressive trasparenze. Il design delle facciate trae ispirazione dalla tradizione tessile dell’India, sviluppando in edilizia lo schema costitutivo dei tessuti artigianali e dei motivi decorativi indiani tradizionali. Esattamente come i tessuti che
Render del complesso in costruzione a Jaipur, fortemente caratterizzato dal pattern colorato degli otto schermi ceramici che definiscono ogni edificio e le corti che li separano (courtesy OBR).
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LETTERE DA MOLTO LONTANO
vengono prodotti grazie a un sistema strutturale di tana (l’ordito) e bana (la trama), gli schermi sono composti da un sistema di elementi orizzontali in ceramica sospesi su cavi metallici verticali, così da apparire, alla grande scala, come un macrotessuto di Lehariya, il pattern a onde tipico della tradizione del Rajastan. Il cromatismo delle facciate varia dal rosso all’indaco, caratterizzando ogni schermo in modo diverso e generando, per ognuna delle corti interne che si aprono tra un edificio e l’altro del complesso, una specifica identità, per rafforzare il senso di appartenenza e promuovere uno spirito di comunità gli abitanti e gli ospiti del complesso. Gli schermi delle facciate tengono insieme architettura contemporanea e tradizione artigianale locale, definendo così una specifica sostenibilità socio-culturale del progetto: gli elementi in ceramica, studiati e sviluppati nelle loro caratteristiche tecniche con i produttori di Jaipur, vengono realizzati a mano. La loro disposizione seriale d’altra parte estende il significato del termine “molteplicità”: la ripetizione (artigianale), infatti, non è mera moltiplicazione (industriale),
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ma un modo per dimostrare la magnificenza dei manufatti e dell’iconografia locale, ovvero la loro adattabilità alla sensibilità del design moderno. Crescendo dalla scala ridotta dei manufatti arts&craft alla scala più ampia dell’architettura, l’intrinseca molteplicità dei prodotti fatti a mano diventa evidente valorizzando il processo di progettazione parametrico della facciata e la vita delle persone coinvolte nel processo di costruzione. Una forma di sostenibilità ambientale, culturale e sociale che andando oltre la classica dicotomia pubblico/privato è in grado di combinare esigenze economiche globali con la cultura indiana e, più specificamente, con le tradizioni locali di Jaipur.
Così come trama e ordito definiscono il pattern tipico dei tessuti locali (in alto) allo stesso modo gli schermi delle facciate sono concepiti come un tessuto composto di “n” elementi ceramici. Ogni elemento dello schermo è fabbricato artigianalmente in loco. Sotto, studio delle rotazioni dei singoli elementi.
LETTERE DA MOLTO LONTANO
OPEN BUILDING RESEARCH
Pianta del complesso e, sopra, disegni di dettaglio del sistema di aggancio delle facciate e degli elementi ceramici (sezioni trasversale e longitudinale).
Studio emergente tra i più premiati, Open Building Research opera da sempre in un’ottica internazionale e di ricerca che, partendo dall’osservazione dei nuovi modi di abitare e di condividere gli spazi urbani, sviluppa progetti in grado di promuovere, attraverso l’architettura, un nuovo senso delle comunità nelle quali le opere si inseriscono. Fondato nel 2000 da Paolo Brescia (1970, laurea al Politecnico di Milano) e Tommaso Principi (1970, laurea all’Università degli Studi di Genova), che si erano conosciuti lavorando presso lo studio di Renzo Piano, OBR opera dapprima tra Genova, Milano, Londra e New York e in seguito estende il proprio raggio d’azione verso Oriente (Mumbai) e l’Africa (Accra). Il primo riconoscimento arriva nel 2007, con l’Award for Emerging Architecture del RIBA; i più recenti il Premio Internazionale per l’Architettura e il Design di Ance e In/ Arch e l’A+ Architizer Award 2014. Menzione d’onore della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana nel 2009 (e finalisti nel 2015) e Premio Ad’A per l’Architettura Italiana 2013, con i propri progetti OBR ha partecipato a numerose esposizioni internazionali, ultima la XIV Biennale d’Architettura di Venezia 2014. www.obr.eu
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‹ DESIGNCAFÈ
UN MONDO DI ARCHITETTURA Con gli ultimi volumi presentati alla recente Fiera del Libro di Francoforte salgono a 14 i titoli (sempre in inglese, alcuni in più lingue) della collana di guide di architettura di DOM Publishers. Titoli piuttosto eterogenei, che comprendono singole città e vasti territori, ma esaminandoli uno per uno scopriamo che sono utili così. Per esempio per conoscere la storia del costruito e ottenere informazioni puntuali sugli episodi contemporanei più significativi della costa orientale della Cina, o conoscere Slavuych, l’ultima città sovietica, costruita ex-novo nel 1986 in seguito alla catastrofe nucleare di Chernobyl. Tre i titoli che riguardano l’Italia: oltre a Venezia e Milano, già pubblicate, la nuova aggiornatissima guida all’architettura di Torino.
25 Verde, l’edificio di 66 appartamenti in Via Chiabrera 25 a Torino. Progetto Luciano Pia, 2007-2012
Monumento commemorativo posto all’ingresso del quartiere Yerevan a Slavutych (Ucraina) con le sculture in pietra realizzate da Arsham Shaginyan. Progetto Stefan Lazaryan foto ©Ievgeniia Gubkina
Potato Head Beach Club Restaurant a Bali, progetto Andra Matin foto ©Sonny Sandjaya
Il famoso nido d’uccello, lo stadio olimpico di Pechino progettato da Herzog & De Meuron con AI Wei Wei, 2004-2008 foto ©Evan Chakroff, Addison Godel
Facciata di una abitazione nella Shwedagon Pagoda Road a Yangon, in Birmania foto ©Manuel Oka
Architectural Guide Turin A cura di Cristiana Chiorino, Giulietta Fassino, Laura Milan Editore DOM publishers 232 pp - euro 38 (in inglese) ISBN 978-3-86922-411-4
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Architectural Guide Slavutych A cura di Ievgeniia Gubkina Editore DOM publishers 200 pp - euro 28 (in inglese) ISBN 978-3-86922-424-4
Architectural Guide Yangon A cura di Ben Bansal, Elliot Fox, Manuel Oka Editore DOM publishers 400 pp - euro 38 (in inglese) ISBN 978-3-86922-375-9
Architectural Guide China A cura di Evan Chakroff, Addison Godel, Jacqueline Gargus Editore DOM publishers 388 pp - euro 48 (in inglese) ISBN 978-3-86922-348-3
Architectural Guide Indonesia A cura di Imelda Akmal Editore DOM publishers 350 pp - euro 38 (in inglese) ISBN 978-3-86922-425-1
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