IoArchitetto Zero issue - Oct 2005

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Numero Zero - OTTOBRE 2005

Materiali

4

Masselli in cemento per un recupero economico

Ristrutturazione

6

Da un millennio arroccata sul granito

Progetto del mese

8

Il panificio militare diventa scuola

Design

14

Waterblade l’acqua che arreda

ANNO 1 Numero Zero Mensile

Direzione, redazione, amministrazione Font srl, via Siusi 20/a, 20132 Milano tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 e-mail: info@fontcom.it Direttore Giovanna Franco Direttore responsabile Sonia Politi Redattore capo Nadia Rossi

I

oArchitetto è un nuovo giornale di cui presentiamo il numero zero. Parla di città, di case e di gente che ci vive; parla di chi è particolarmente impegnato nelle trasformazioni urbane, amministratori e politici, imprese e committenti, produttori, immobiliaristi e operatori; in particolare parla di architetti, per mettere in evidenza il loro lavoro, i risultati ottenuti e tutti i problemi legati alla professione. Non trattiamo solo di architettura però, parliamo di progetti e prodotti, di luoghi e non luoghi, ma anche di sentimenti, di estetica e di arte, di eleganza, di passioni e, perché no, di soldi, insomma di quelle cose, che quando riescono bene rendono felici. Siamo in molti noi architetti, un esercito variegato che con fatica quotidiana e qualche successo, è impegnato nella ricerca della qualità del vivere. L’impresa è improba, la foresta circostante è quella dei pugnali volanti, e spesso ci si dimentica che l’Italian Style è sempre ai primi posti nell’immagine del nostro paese nel mondo: moda, arte, design, arredamento, interiors, eleganza, cibo, recupero dei centri storici. Un primato molto pericolante. Nell’architettura contemporanea invece siamo deboli, e quello che si vede in giro viaggiando per l’Italia non è molto confortante, anzi a volte disperante, perché, anche negli edifici più continua a pag. 2 >>>

Pubblicità Font srl, via Siusi 20/a, 20132 Milano tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 e-mail: info@fontcom.it Registrazione Tribunale di Milano n. 822 del 23.12.04

stile

CACCIA DOMINIONI, MILANO E GLI ARCHITETTI

Come sempre si lavora dal cucchiaio alla città

Redazione Roberta Basaglia, Andrea Porta, Bianca Urbani Hanno collaborato Enrico Dassori, Sara De Maestri, Alberto Nepi Foto E. Giani, R. Bregani Stampa Graphicscalve srl Vilminore di Scalve BG

Esiste ancora uno italianoinarchitettura? Noto per l’eleganza, il buon gusto e la della sua città. Di come si è trasformata suo modo di intendere l’architettura.

profonda identità milanese Luigi Caccia Dominioni ci parla dagli anni cinquanta ad oggi, delle occasioni perdute e del Un parere autorevole e straordinariamente interessante.

A

rchitetto, designer, paesaggista. Luigi Caccia Dominioni vive e lavora al 16 di piazza Sant’Ambrogio a Milano, nel palazzo che fu anche la sua prima opera di giovane architetto. Una casa importante, nel cuore di questa città dove è nato, cresciuto e si è laureato nel 1936. Tra i suoi amici e compagni di corso c’erano i grandi nomi dell’architettura e del design come Livio e Piergiacomo Castiglioni, Marco Zanuso, e architetti che hanno raggiunto il successo in discipline diverse come Renato Castellani, Alberto Lattuada e Luigi Comencini, che sono diventati grandi registi cinematografici. La personalità – si capisce – è forte, ma è mischiata con una singolare semplicità e accostata a una gentilezza con la quale nasconde gli spigoli di un carattere molto deciso, tutt’altro che accomodante. Riceve tutti, anche senza appuntamento; la gente entra, gli chiede consiglio e lui risponde, garbato e sbrigativo. Vicino a lui tutto appare più semplice e più bello. Sembra che sappia distinguere immediatamente ciò che è importante da quello che non lo è, per istinto. Il motivo del suo successo? Fin da giovane riesce a capire i bisogni delle famiglie, i desideri

LUIGI CACCIA-DOMINIONI

Architetto, designer, urbanista, Luigi Caccia Dominioni è una delle figure più rappresentative dell’architettura lombarda contemporanea. Laureato a Milano nel 1936, ha sempre espresso attraverso i suoi lavori una personale eleganza e un gradevole equilibrio tra il rispetto della tradizione e la forte capacità di innovazione. Viene definito un piantista, nel senso che tutti i suoi progetti partono dal dentro, nascono con l’idea di realizzare i desideri e soddisfare i bisogni delle persone, delle famiglie, delle collettività.

di scultura s’intendeva, era nato un 7 dicembre. Era scritto. Io sono nato architetto e lavoro con l’intento di far bello. Studio le case e le loro piante in modo tale che la gente dentro ci stia bene, quella è la differenza tra me e gli altri architetti. Io sono un piantista, questo è il mio mestiere e lo dico sempre! Il che significa far nascere le case dal di dentro, partendo dal letto, dal tavolo da pranzo... Dai particolari si arriva al generale, non il contrario. delle persone, li interpreta e li realizza. Caccia Dominioni ha il senso del bello, ce l’ha dentro e lo esprime nelle cose che fa per sé e per gli altri. Per questo è tanto amato, e tanto invidiato da suscitare gelosie e polemiche, ogni volta che fa qualcosa. E di cose ne ha fatte moltissime nella sua lunga e fortunata carriera. Il tavolo dello studio è immenso e pieno di carte, faldoni, libri. Gli ospiti vanno e vengono, parlano sottovoce per non disturbarlo e lo saluta-

Sarebbe stato di gran lunga meglio fare dei progetti più seri, posati e tranquilli, ma conoscendo bene la città

no piegandosi un pochino. Per parlare tranquilli scendiamo, una scaletta breve e sotto incon-

triamo un altro spazio bellissimo. Architettura come medicina. Una volta era una facoltà che si sceglieva per passione. È stato così per lei? Sì. Ma c’è da dire una cosa, lei deve sapere che io sono nato il 7 dicembre, il giorno di Sant’Ambrogio. Io mi sentivo attratto in modo particolare dalle opere del Bernini, sono andato a vedere sui libri alla voce Bernini Gian Lorenzo e mi sono accorto che anche lui, che

Le sue case sono molto eleganti e molto personali. In Valtellina piuttosto che a Montecarlo, e soprattutto qui a Milano. Dica architetto, che cosa pensa della Milano di oggi? Milano è un disastro in questo momento, non le sembra? Secondo me, a mio parere. Un disastro perché le cose importanti si fanno senza quel minimo necessario discernimento. Si chiamano grandi, bravissimi architetti per poter fare delle continua a pag. 2 >>>

PAESAGGI URBANI IN MOVIMENTO: NOVITÀ, ARCHITETTURA, TRASFORMAZIONI E SPECULAZIONE

L’architettura fra arte,

tradizione e modernità

arte del costruire,

S

embra che l’architettura, almeno nelle sue più recenti e celebrate occasioni, abbia sposato una dimensione decisamente artistica. Le diffuse tendenze verso il “fine a se stesso” e la “totalità estetica” spingono a trasformare tutto in opera d’arte e l’architetto-artista, non è tale in nome

di

F.O.Ghery Praga 1992

della sua abilità tecnica, ma della sua capacità di concettualizzare, di dominare la tecnica. La storia, tuttavia, ci ha insegnato che, quando il pericolo di omologazione intellettuale è concretamente percepito, scatta negli interessati un salvifico istinto critico, quello che viene altrimenti definito istinto di soprav-

ENRICO DASSORI

vivenza. Agli architetti (la maggior parte) esterni a quel ristretto club di personaggi che formano il cosiddetto star system (orribile esempio di globalizzazione del linguaggio) non resta che attivare i sani meccanismi della coscienza critica per non farsi continua a pag. 3 >>>

FAVOREVOLI&CONTRARI

Il polo della

discordia

Un programma ambizioso e di ampio respiro. Molto ammirato, ma al contempo discusso e contrastato. Il progetto di riqualificazione del vecchio polo espositivo milanese - la storica Fiera - promette di far parlare a lungo di sé. Dite la vostra! a pag. 2 >>>


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