IoArch 16 - Apr 2008

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aprile 2008

nuovi percorsi

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archistudio del mese

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Riciclo e riuso in architettura

Il gioco dei volumi di Calabrese

progetto del mese

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Sport e cultura i poli del nuovo circo romano

design

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MDF, quando un creativo diventa imprenditore

ANNO 3 numero 16 euro 2,50 Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Buttare via? Via…dove?

U

no dei tratti distintivi della nostra epoca è la produzione senza precedenti di rifiuti: materiali risultanti da processi di trasformazione che mai si dissolvono, accumulandosi sistematicamente. Ma come mai la “questione rifiuti” sta assumendo una rilevanza sempre maggiore? E perché mai un tema così triviale dovrebbe riguardare proprio gli architetti? Parte della risposta è riconducibile a un paio di principi ecologici fondamentali. Il primo è che la Terra è un sistema chiuso e finito, aperto solo agli apporti esterni di energia solare: qualsiasi elemento che ne fa parte non si dissolve mai, ma si trasforma rimanendo al suo interno, sempre. Bruciare rifiuti, ad esempio, non serve ad eliminarli ma semplicemente a disperderli a livello “molecolare”. Il secondo principio è che in natura il concetto di rifiuto non esiste, mai. In un ecosistema stabile ogni prodotto di scarto per una specie è il nutriente per un’altra. È in questo modo, sulla base di un complesso sistema di interazioni di tipo simbiotico, che un sistema chiuso e finito come il nostro pianeta mantiene un equilibrio interno e la continua capacità di rigenerazione di risorse. Dati questi presupposti, è alla produzione di scorie che si accumulano progressivamente senza diventare “nutrienti” - né di catene biologiche né di cicli di produzione tecnologica - che è possibile ricondurre la quasi totalità dei problemi in campo ecologico. Affrontare questi temi, soprattutto a partire dalla riprogettazione del modo in cui abitiamo, non è semplicemente utile per evitare “emergenze rifiuti” capaci di destabilizzare governi comunali e nazionali, ma è soprattutto la chiave per garantire la nostra capacità di evoluzione e la nostra prosperità nel lungo termine. Carlo Ezechieli

OLTRE IL DETTAGLIO

Ridisegnare per innovare

Medico e dottore di ricerca, è uno dei principali oncologi svedesi ed è il fondatore di The Natural Step (TNS). Per la sua attività nel campo dello sviluppo sostenibile gli è stato riconosciuto nel 1999 il Green Cross Award per la leadership internazionale e nel 2000 il Blue Planet Prize, il “Nobel” della sostenibilità. Nel 2005 gli stata assegnata la medaglia di Social Responsibility Laureate dal Global Center for Leadership & Business Ethics. È inoltre Fellow della World Business Academy e membro del Consiglio del Georgia Institute of Technology, USA.

Karl Henrik Robèrt , fondatore di The Natural Step, delinea i principi base della sostenibilità in architettura

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arl Henrik Robèrt è un oncologo svedese di fama mondiale. Negli anni ’80, attraverso la sua attività di ricerca applicata riconosce una correlazione diretta tra inquinamento e tumori. Decide quindi di approfondire il tema dello sviluppo sostenibile e di fondare, nel 1989, The Natural Step (TNS) che è oggi una non profit internazionale che sviluppa e diffonde un approccio basato sul consenso scientifico per la sostenibilità sociale, ecologica ed economica. La rete di scienziati di TNS ha sviluppato una descrizione unificante per la sostenibilità e un

ARCHITETTURA E NATURA

metodo (il TNS framework) per trasformare strategicamente attività e organizzazioni e renderle sostenibili. Il framework TNS è utilizzato da molte organizzazioni pubbliche e private tra cui Interface, Mitsubishi Electric, IKEA, centinaia di comuni e territori e un network globale di università e organizzazioni.

La vera soluzione non è mai quella di migliorare un sistema che non funziona, ma di disegnarne uno nuovo

Earthworks Il più lungo muro in terra cruda del Nord America protegge e caratterizza il centro dedicato alla cultura dei nativi americani

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l “Nk’Mip Desert Cultural Centre” è il primo centro dedicato alla cultura dei nativi americani a Osoyoos, in British Columbia (Canada) e si inserisce in un contesto ambientale di notevole interesse all’interno del Grande Deserto Americano. Le difficili condizioni ambientali, con escursioni termiche stagionali di oltre 50°, hanno obbligato i progettisti ad

KARL-HENRIK ROBÈRT

adottare soluzioni che consentissero un efficiente controllo del microclima interno e allo stesso tempo fossero rispettose del paesaggio. La collocazione e l’orientamento dell’edificio sono le prime mosse strategiche verso il contenimento energetico: la struttura è parzialmente interrata e le aperture sono calibrate favorendo i guacontinua a pag. 2 >>>

Professor Robèrt, l’esperienza di The Natural Step è una delle pietre miliari nel campo dello sviluppo sostenibile. Come presenterebbe TNS agli architetti in 30 secondi? The Natural Step è un’organizzazione che, attraverso principi semplici e chiari, verificati con rigore scientifico, ha come obiettivo l’avanzamento verso la sostenibilità e la rigenerazione di risorse ambientali del pianeta. Non interviene risolvendo singoli problemi, dato che generalmente un problema, una volta risolto, viene sostituito da un altro, ma proponendo nuovi e fondamentali interventi di riprogettazione. Come definirebbe brevemente il concetto di “rifiuto”? È un concetto che va visto nell’ampio punto di vista del “sistema” biosfera. È qualcosa che continua a pag. 3 >>>

MILANO SALUTA LA VECCHIA FIERA

Dismissione & riciclaggio Fiera Demolition Team è il pool di aziende che sta affrontando il più complesso progetto di riqualificazione urbanistica italiano. Lo illustra il responsabile marketing e commerciale di General Smontaggi, Guido Zappa

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i è da poco concluso l’abbattimento dell’ecomostro di San Giuliano alle porte di Milano (una struttura che doveva essere adibita a hotel in stato di fermo dal 1995) e si prospetta un nuovo intervento di portata eccezionale: la dismissione dell’ex quartiere storico della Fiera di Milano. Circa 250mila mq, l’80% dei quali coperti da fabbricati di varia natura, funzione e tipologia strutturale, situati in un’area fortemente urbanizzata. Le consistenze in gioco sono molteplici: superficie coperta da fabbricati circa 150.000 mq, volumetria 2.500.000 mc, presenza di materiali contenenti amianto, volumetria di macerie stimata in continua a pag. 2 >>>


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