aprile 2008
nuovi percorsi
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archistudio del mese
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Riciclo e riuso in architettura
Il gioco dei volumi di Calabrese
progetto del mese
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Sport e cultura i poli del nuovo circo romano
design
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MDF, quando un creativo diventa imprenditore
ANNO 3 numero 16 euro 2,50 Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Buttare via? Via…dove?
U
no dei tratti distintivi della nostra epoca è la produzione senza precedenti di rifiuti: materiali risultanti da processi di trasformazione che mai si dissolvono, accumulandosi sistematicamente. Ma come mai la “questione rifiuti” sta assumendo una rilevanza sempre maggiore? E perché mai un tema così triviale dovrebbe riguardare proprio gli architetti? Parte della risposta è riconducibile a un paio di principi ecologici fondamentali. Il primo è che la Terra è un sistema chiuso e finito, aperto solo agli apporti esterni di energia solare: qualsiasi elemento che ne fa parte non si dissolve mai, ma si trasforma rimanendo al suo interno, sempre. Bruciare rifiuti, ad esempio, non serve ad eliminarli ma semplicemente a disperderli a livello “molecolare”. Il secondo principio è che in natura il concetto di rifiuto non esiste, mai. In un ecosistema stabile ogni prodotto di scarto per una specie è il nutriente per un’altra. È in questo modo, sulla base di un complesso sistema di interazioni di tipo simbiotico, che un sistema chiuso e finito come il nostro pianeta mantiene un equilibrio interno e la continua capacità di rigenerazione di risorse. Dati questi presupposti, è alla produzione di scorie che si accumulano progressivamente senza diventare “nutrienti” - né di catene biologiche né di cicli di produzione tecnologica - che è possibile ricondurre la quasi totalità dei problemi in campo ecologico. Affrontare questi temi, soprattutto a partire dalla riprogettazione del modo in cui abitiamo, non è semplicemente utile per evitare “emergenze rifiuti” capaci di destabilizzare governi comunali e nazionali, ma è soprattutto la chiave per garantire la nostra capacità di evoluzione e la nostra prosperità nel lungo termine. Carlo Ezechieli
OLTRE IL DETTAGLIO
Ridisegnare per innovare
Medico e dottore di ricerca, è uno dei principali oncologi svedesi ed è il fondatore di The Natural Step (TNS). Per la sua attività nel campo dello sviluppo sostenibile gli è stato riconosciuto nel 1999 il Green Cross Award per la leadership internazionale e nel 2000 il Blue Planet Prize, il “Nobel” della sostenibilità. Nel 2005 gli stata assegnata la medaglia di Social Responsibility Laureate dal Global Center for Leadership & Business Ethics. È inoltre Fellow della World Business Academy e membro del Consiglio del Georgia Institute of Technology, USA.
Karl Henrik Robèrt , fondatore di The Natural Step, delinea i principi base della sostenibilità in architettura
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arl Henrik Robèrt è un oncologo svedese di fama mondiale. Negli anni ’80, attraverso la sua attività di ricerca applicata riconosce una correlazione diretta tra inquinamento e tumori. Decide quindi di approfondire il tema dello sviluppo sostenibile e di fondare, nel 1989, The Natural Step (TNS) che è oggi una non profit internazionale che sviluppa e diffonde un approccio basato sul consenso scientifico per la sostenibilità sociale, ecologica ed economica. La rete di scienziati di TNS ha sviluppato una descrizione unificante per la sostenibilità e un
ARCHITETTURA E NATURA
metodo (il TNS framework) per trasformare strategicamente attività e organizzazioni e renderle sostenibili. Il framework TNS è utilizzato da molte organizzazioni pubbliche e private tra cui Interface, Mitsubishi Electric, IKEA, centinaia di comuni e territori e un network globale di università e organizzazioni.
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La vera soluzione non è mai quella di migliorare un sistema che non funziona, ma di disegnarne uno nuovo
”
Earthworks Il più lungo muro in terra cruda del Nord America protegge e caratterizza il centro dedicato alla cultura dei nativi americani
I
l “Nk’Mip Desert Cultural Centre” è il primo centro dedicato alla cultura dei nativi americani a Osoyoos, in British Columbia (Canada) e si inserisce in un contesto ambientale di notevole interesse all’interno del Grande Deserto Americano. Le difficili condizioni ambientali, con escursioni termiche stagionali di oltre 50°, hanno obbligato i progettisti ad
KARL-HENRIK ROBÈRT
adottare soluzioni che consentissero un efficiente controllo del microclima interno e allo stesso tempo fossero rispettose del paesaggio. La collocazione e l’orientamento dell’edificio sono le prime mosse strategiche verso il contenimento energetico: la struttura è parzialmente interrata e le aperture sono calibrate favorendo i guacontinua a pag. 2 >>>
Professor Robèrt, l’esperienza di The Natural Step è una delle pietre miliari nel campo dello sviluppo sostenibile. Come presenterebbe TNS agli architetti in 30 secondi? The Natural Step è un’organizzazione che, attraverso principi semplici e chiari, verificati con rigore scientifico, ha come obiettivo l’avanzamento verso la sostenibilità e la rigenerazione di risorse ambientali del pianeta. Non interviene risolvendo singoli problemi, dato che generalmente un problema, una volta risolto, viene sostituito da un altro, ma proponendo nuovi e fondamentali interventi di riprogettazione. Come definirebbe brevemente il concetto di “rifiuto”? È un concetto che va visto nell’ampio punto di vista del “sistema” biosfera. È qualcosa che continua a pag. 3 >>>
MILANO SALUTA LA VECCHIA FIERA
Dismissione & riciclaggio Fiera Demolition Team è il pool di aziende che sta affrontando il più complesso progetto di riqualificazione urbanistica italiano. Lo illustra il responsabile marketing e commerciale di General Smontaggi, Guido Zappa
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i è da poco concluso l’abbattimento dell’ecomostro di San Giuliano alle porte di Milano (una struttura che doveva essere adibita a hotel in stato di fermo dal 1995) e si prospetta un nuovo intervento di portata eccezionale: la dismissione dell’ex quartiere storico della Fiera di Milano. Circa 250mila mq, l’80% dei quali coperti da fabbricati di varia natura, funzione e tipologia strutturale, situati in un’area fortemente urbanizzata. Le consistenze in gioco sono molteplici: superficie coperta da fabbricati circa 150.000 mq, volumetria 2.500.000 mc, presenza di materiali contenenti amianto, volumetria di macerie stimata in continua a pag. 2 >>>
2 • IOArchitetto >>> segue dalla prima pagina
Earthworks
dagni solari passivi durante la stagione fredda. È stato realizzato un muro lungo 80 metri, alto 5,50 e largo 60 cm, che assolve molteplici funzioni: oltre a caratterizzare il progetto in modo significativo, protegge l’edificio dai venti dominanti e funge da massa di accumulo che consente di attenuare le variazioni di temperatura. Il muro, il più grande nel Nord America realizzato secondo la tecnica del pisè, è stato costrui-
to principalmente con materiali di recupero provenienti dagli scavi con l’aggiunta di cemento e coloranti (10% circa) per raggiungere l’effetto cromatico desiderato. La sostenibilità è estesa al processo costruttivo coinvolgendo nella realizzazione anche i nativi della tribù locale. Per i rivestimenti e le finiture interne è stata utilizzata una specie di pino, il “bluestain” che, a causa di un parassita infestante che ha costretto al taglio di notevoli quantità di legname, abbonda rispetto alla richieste di mercato. Tipologia costruttiva e materiali indirizzano il progetto verso una direzione precisa: contenimento energetico e sostenibilità ambientale utilizzando manodopera e materiali del luogo. Alberto Finazzi
La pianta del Centro (interni/esterni): 1.ingresso - 2. reception - 3. shop - 4. bagni - 5. uffici amministrativi 6. corte di servizio - 7. aree per i rifiuti e il loro riciclo - 8. locali di servizio - 9. laboratorio - 10. uffici 11. depositi - 12. sala di regia - 13.teatro - 14. palcoscenico - 15. sale espositive 16. display degli habitat faunistici - 17. area per dimostrazioni 18. e 19. anfiteatro all’aperto - 20. area dimostrativa esterna 21. bacino di trattenimento delle acque - 22. terrapieno panoramico 23. grande muro esterno e percorso di scorrimento delle acque
Progettisti Hotson Bakker Boniface Haden Architects + Urbanistes Architettura del paesaggio Phillips Farevaag Smallenberg Committente Osoyoos Indian Band Localizzazione Osoyoos, British Columbia, Canada Realizzazione Giugno 2006
In prima pagina: l’ingresso visto da sud-est; sopra, il teatro all’aperto e la parete rivestita in legno di pino bluestain. Le foto sono di Nic Lehoux
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Dismissione & riciclaggio OBIETTIVO RIQUALIFICAZIONE
Fondata nel 1984 da Giovanni Conte, General Smontaggi è specializzata nel settore delle riqualificazioni ambientali. Le strategie di diversificazione nei settori correlati alla bonifica ambientale le hanno permesso l’acquisizione di clienti come Fiat, Eni, Ansaldo, Pirelli e Consorzio Alta Velocità Torino-Milano. Tra i macchinari dell’azienda vi è l’escavatore ciclopico PMI 980 da 140 tonnellate (4 esemplari al mondo, unico in Italia). Alcuni importanti interventi eseguiti sono l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti a Bari e di quello di San Giuliano Milanese e la dismissione dell’area Vinavil di Villadossola (VB).
In sequenza alcune fasi dell’abbattimento dell’ecomostro di San Giuliano, alle porte di Milano. Sopra, l’impianto di soil washing realizzato presso l’area ex-IP di La Spezia.
350.000 mc, circa 250.000 mq di pavimentazioni, ingenti quantitativi di rifiuti di varia natura provenienti dagli allestimenti delle strutture. Il tutto da affrontare nel minor tempo possibile garantendo il pieno rispetto delle normative vigenti e minimizzando l’impatto sulla popolazione e sulla viabilità cittadina. Per compiere questa opera imponente General Smontaggi, Cantieri Modani e Despe si sono riunite in un raggruppamento temporaneo di impresa, il Fiera Demolition Team. Con Guido Zappa, responsabile marketing e commerciale di General Smontaggi, abbiamo analizzato la complessa organizzazione che fa capo a questo e, in generale, a un intervento di dismissione e bonifica. Quali i primi passi? Abbiamo realizzato un’attenta progettazione di tutte le problematiche inerenti a un intervento così consistente all’interno di un contesto fortemente urbanizzato. Hanno compreso l’analisi
sono stati oggetto di quello che tecnicamente si chiama “streap out”, ovvero sono stati asportati tutti i materiali che sono stati conferiti a impianti per un nuovo utilizzo. In discarica viene conferita solo una minima parte dei materiali rimossi.
delle passività ambientali, l’individuazione delle possibili tecnologie applicabili per la salvaguardia dell’ambiente circostante e della salute dei lavoratori, la programmazione di dettaglio delle attività, la gestione del personale operativo presente in cantiere (con una media giornaliera di 50 persone). Dalla progettazione alla fase operativa… Questo percorso si può scomporre in più macrofasi: svuotamento selettivo dei fabbricati e bonifiche ambientali, demolizione dei fabbricati e recupero delle macerie. Lo svuotamento selettivo consiste nella rimozione di tutti gli allestimenti dei fabbricati da materiali non riconducibili a inerti, che permette di destinare al recupero la maggior parte dei rifiuti (plastica, legno, metalli, vetro) nel rispetto delle leggi nazionali e in linea con gli orientamenti delle direttive europee, nonché di quella cultura ecologica mai come oggi attuale e necessaria. La bonifica ambientale è un punto di forza di General Smontaggi; quali interventi ha compiuto a Fiera Milano e quali sono richiesti in genere? Dipende dalle realtà che andiamo
ad affrontare. In Fiera è stata fatta la bonifica da amianto e lane minerali. Siamo specializzati anche e soprattutto nella bonifica di suoli inquinati e di aree industriali dismesse. Un intervento attualmente in atto è quello relativo all’area ex IP di La Spezia che copre una superficie di 44 ettari, di cui 22 oggetto di intervento di bonifica a causa di un’elevata contaminazione da idrocarburi del sottosuolo fino a 5 metri di profondità. General Smontaggi ha scelto di effettuare interventi di soil washing e land farming. Per il primo è stata ultimata la costruzione dell’impianto con portata di 50 ton/h di materiale in entrata. Il processo di lavaggio avviene senza l’utilizzo di additivi e punta al recupero-bonifica del terreno con granulometria superiore a 65
micron per destinazione d’uso residenziale. Il restante materiale (terreno inferiore a 65 micron) viene filtro-pressato e trattato con metodica land farming, un processo di bio-attenuazione naturale. Viene sfruttata la capacità dei batteri presenti nel terreno di “mangiare” gli idrocarburi e di bonificarlo (fino al raggiungimento dei limiti per destinazione d’uso industriale). A oggi sono state trattate 150.000 tonnellate di terreno, certificato da enti di controllo e ricollocato in sito. Torniamo a Fiera Milano: il recupero dei rifiuti (plastica, legno…) è stato mirato esclusivamente al riciclaggio o anche al riuso? Per ora in Italia non si parla di riuso diretto. Prima della demolizione e della bonifica i fabbricati
Quali le tecniche per la demolizione? La fase più delicata dell’intervento è effettuata sia con sistemi di tipo tradizionale - ovvero con mezzi meccanici -, sia mediante l’utilizzo di microcariche esplosive. L’abbattimento delle polveri, problematica importantissima in questa fase, è garantito da cannon fog, sistemi di nebulizzazione dell’acqua. La minima parte da conferire in discarica ha in ogni caso dimensioni notevoli. Riguardo il destino delle macerie ottenute dalla demolizione ci siamo chiesti come fosse possibile evitarne la movimentazione extra sito. La soluzione emersa è il trattamento e recupero in loco delle macerie per mezzo di impianti mobili di frantumazione. Grazie a ciò la materia ottenuta a valle del trattamento – frantumato inerte per edilizia – potrà essere riutilizzata. Nadia Rossi
IOArchitetto • 3 In prima e nelle immagini di questa pagina: riuso e riqualificazione delle aree industriali in dismissione e realizzazione di un circuito sostenibile caratterizzano il progetto Hammarby Sjöstad, maggiore intervento di risanamento urbanistico realizzato a Stoccolma (Svezia).
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Ridisegnare per innovare
quasi sempre in nuove forme riferimenti molto chiari al passato, mentre la replica letterale in nuovi edifici di stili del passato genera inevitabilmente un falso. Il terzo è di confrontarsi con l’investment wall e, in fin dei conti, di essere coraggiosi, anche dal punto di vista economico. Carlo Ezechieli
Il diagramma illustra la sinergia tra i diversi interventi che a Hammarby Sjöstad danno vita a un ciclo virtuoso di grande interesse. La riprogettazione urbana ha coinvolto architetti di fama internazionale. risulta da processi di trasformazione ma che non trova collocazione o reintroduzione nel sistema nel suo complesso. È un prodotto che dà pertanto origine a una progressiva accumulazione di sostanze, spesso nocive, mentre in qualsiasi ecosistema la chiave di tutto è la costante possibilità di trasformare un rifiuto in un nutriente. Quali sono le mosse principali per eliminare i rifiuti, di materiali o sostanze, nell’ambito di un processo di costruzione? Penso sia il ridisegno. Il ridisegno di processi e metodologie, non semplicemente rivolto a materiali e sostanze ma anche a rifiuti “molecolari”. Questi possono avere origine non solo dal processo di costruzione in sé o in fase di approvvigionamento dei materiali ma, ad esempio, anche dai viaggi necessari sia in fase di costruzione sia da parte degli utenti una volta che l’edificio viene abitato. I rifiuti “molecolari” possono essere identificati solo attraverso un’attenta analisi di tutto il ciclo di vita dei prodotti e dei manufatti. Da questo punto di vista è importante per gli architetti considerare il lasso di tempo previsto per la vita o l’utilizzo di un determinato edificio, dato che le prospettive possono cambiare notevolmente se si tratta di progettare qualcosa destinato a durare un secolo o solo qualche anno. L’impiego infine di alcune sostanze come i metalli pesanti, che in fase di smaltimento rilasciano sostanze altamente tossiche, può essere notevolmente ridotto attraverso un efficace intervento di ridisegno, di innovazione e di miglioramento. E per migliorare è necessario proporre, modificando il modo di fare le cose ed evitando di scegliere tra il minore dei mali: tra la peste o il colera. La vera soluzione non è mai quella di migliorare un sistema che non funziona, ma di disegnarne uno nuovo. Da quest’ultimo punto di vista la funzione di The Natural Step è quella di fornire lo strumento per valutare la validità dal punto di vista ecologico delle varie scelte progettuali. Quali esperienze internazionali val la pena di citare? Molti dei presupposti che ho descritto sono contenuti nel pro-
getto di Hammarby Sjöstad, il maggiore intervento di risanamento urbanistico nella storia di Stoccolma. Non solo gli edifici, che hanno un’architettura al passo con i tempi, sono costruiti secondo logiche di sostenibilità, ma sono anche dotati di sistemi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti quotidiani attraverso una rete molto efficiente di trasporto pneumatico (Envac). È stato inoltre potenziato il sistema dei trasporti pubblici, anche con battelli, e disincentivato il possesso di auto private grazie a un ottimo sistema di car-sharing, con veicoli prenotabili online o attraverso il telefono cellulare. Quali sono stati gli sviluppi recenti di maggiore interesse nel mondo delle costruzioni? In senso generale credo che uno degli sviluppi più notevoli degli ultimi anni sia stata la possibilità di costruire case senza sistemi di riscaldamento anche in climi molto freddi. La sede del Rocky Mountain Institute in Colorado, ad esempio, è uno dei primi edifici passivi (vedi IoArchitetto novdic’07) riscaldato solo dal calore dei corpi degli occupanti e dai guadagni solari diretti. Amory Lovins (fondatore del Rocky Mountain Institute e ideatore dell’edificio, NdR) parla del concetto di “Investment wall” (letteralmente “muro di investimento”) riferendosi al progressivo assottigliamento dei margini di profitto via via che si procede con interventi che migliorano il profilo di sostenibilità, fino a scontrarsi con un vero e proprio “muro” (l’investimento non genera alcun profitto). Secondo Lovins se si ha il coraggio si superare questo ostacolo ne derivano benefici inaspettati che possono ribaltare le prospettive: proprio come nel caso degli edifici passivi che, pur essendo caratterizzati da fini-ture e dettagli molto più costosi, permettono risparmi incredibili sugli impianti, arrivando infine a costi di costruzione simili a quelli di edifici convenzionali. Per concludere: tre suggerimenti per gli architetti Il primo: approfondire la cono-
scenza del framework di TNS. Quattro principi aperti e non prescrittivi per la sostenibilità forniscono un insieme di indicazioni facilmente condivisibili su cosa non fare se si vuole evitare di creare problemi maggiori in altri luoghi o nel futuro. Il framework puo essere applicato in contesti anche molto diversi tra loro, tanto che il protocollo LEED, finora uno dei più completi e diffusi standard per la certificazione della sostenibilità ecologica degli edifici, in Canada è stato sviluppato sulla base del TNS framework. In definitiva qualsiasi compositore, in musica come in altri campi che mettano in gioco la creatività e la ricerca di un’armonia, ha una coscienza molto sviluppata su cosa non fare per concretizzare il risultato immaginato inizialmente. Il secondo suggerimento riguarda l’innovazione: permettere alla vecchia esperienza di essere fertilizzata e resa viva dal nuovo pensiero. Anche in questo caso edifici modernissimi traducono
Flashalessandrobelgiojoso
Orto coreano: prodotti della terra che crescono, prodotti dell'uomo che si accumulano
4 • IOArchitetto
brevi / camilla morlacchi PAVIMENTAZIONI PER NON VEDENTI * Una progettazione che tenga conto delle esigenze dei portatori di handi-
cap è obbligatoria dal 1996 (DPR 503). Al superamento delle barriere architettoniche si dovrebbe affiancare la capacità di “facilitare” la mobilità pedonale con soluzioni come le pavimentazioni che integrano codici tattili per segnalare i percorsi utili e quelli pericolosi a non vedenti e ipo-vedenti: scanalature parallele al senso di marcia per indicare i percorsi rettilinei; scanalature diagonali a 45% affiancate da calotte sferiche per indicare le svolte; pavimentazioni a calotte sferiche diagonali per indicare le zone di pericolo. Tra le possibili soluzioni, il sistema completo brevettato Loges in gres fine porcellanato di Casalgrande Padana (www.casalgrandepadana.com) e i masselli Diogene della serie Quarzo di Paver (www.paver.it) per esterni.
OLIVETTI: UNA BELLA SOCIETÀ * Meglio di ogni altra azienda, Olivetti ha interpretato il sogno che l’in-
dustria potesse diventare motore e modello per la crescita e lo sviluppo della società nel suo insieme.La mostra che si inaugura il 16 maggio a Torino presenta l’articolata e troppo rapidamente di-menticata ricchezza dell’universo Olivetti: le scelte etiche e sociali, il design, l’organizzazione industriale, le strategie di comunicazione, le prospettive politiche, il ruolo degli intellettuali, il valore dell’arte, la ricerca tecnologica, l’elaborazione di nuovi linguaggi: un vero e proprio paesaggio della modernità. Grafica, architettura, design, urbanistica, letteratura, vengono esaminati come molteplici aspetti di una moderna forma di civiltà. Dal 16 maggio al 27 luglio, a Torino, presso la Società promotrice delle Belle Arti, Viale Balsamo Crivelli 11. www.torinoworlddesigncapital.it/
BUONE PRASSI PER UNA DECRESCITA FELICE * È alla seconda edizione il premio nazionale Comuni a 5 stelle indetto
dall’Associazione dei Comuni virtuosi in collaborazione con le città del Bio e sostenuto tra gli altri dal Ministero dell’Ambiente e dall'ANCI. Il premio è aperto a tutti gli enti locali che abbiano avviato politiche di sensibilizzazione e sostegno delle buone pratiche locali nella gestione del territorio, nell’impronta ecologica della macchina comunale; nella gestione dei rifiuti, nella mobilità sostenibile o nei nuovi stili di vita. Schede descrittive delle iniziative intraprese dovranno essere inviate entro il 31 maggio 2008 all'indirizzo info@comunivirtuosi.org. Il bando completo su www.comunivirtuosi.org
11 GIUGNO: ECO REAL ESTATE FORUM * Sarà un’opportunità unica per
ascoltare William McDonough (autore con Michael Braungart di “Dalla culla alla culla” e fondatore della W. McDonough + partner Architecture and community design), conoscere le linee guida dell’US Green Building Council e conjdividere le esperienze del Trentino e le scelte ambientalmente sostenibili di Hines e del suo a.d. Manfredi Catella. Sarà il presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni a trarre le conclusioni del convegno che si svolge nell’ambito della IV edizione di EIRE, Expo del Real Estate italiano e del Mediterraneo, nei padiglioni di Fiera Milano dal 10 al 13 giugno. www.italiarealestate.it
ESPONI LA TUA IDEA DI CITTÀ * ALL’11a BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
“EveryVille è solo un agglomerato extraubano a 20 km dal cuore della città di Megalopolis. Per ora gli investitori prevedono 20mila abitanti. Alla fine, il consiglio comunale ha deciso di assumere un architetto per dare a EveryVille un punto focale: un luogo o un metodo che desse identità alla comunità, così che fra una decina d’anni, invece di sparpagliati frammenti suburbani ci sia una EveryVille dell’immaginazione e della memoria”. Sono questi alcuni degli spunti offerti da Aaron Betsky agli studenti che da tutto il mondo vorranno partecipare al concorso indetto dalla Fondazione La Biennale di Venezia, con l’opportunità unica, per i 10 premiati e i 40 selezionati, di diventare parte integrante dell’11a mostra a settembre. Iscrizioni aperte fino all’1 luglio. Bando e informazioni su http://everyville.labiennale.org
della Christofle, inizia nel 1925 e prosegue per tutta la vita, rinsaldata anche da un’amicizia personale e dal legame familiare che si crea nel 1928 con il matrimonio di Bouilhet e Carla Borletti, nipote di Gio Ponti. A quell’amicizia e collaborazione, che negli anni Cinquanta si estende all’orafo Lino Sabattini, che dei disegni di Ponti realizza innumerevoli prototipi, Christofle dedica oggi una mostra in Triennale (allestimenti e grafica di Italo Lupi) e soprattutto l’edizione in argento in serie limitata dell’intera collezione di oggetti pensati dall’architetto.
COSTRUIRE CON L’ACCIAIO: 3 SEMINARI A TORINO * ArcelorMittal, numero uno dell’acciaio nel mondo, in collaborazione
con Diset-Politecnico di Torino e Siat - società degli ingegneri e architetti di Torino, organizza tre seminari dedicati alle nuove tecnologie dell’acciaio: applicazioni nel campo dell’architettura e dell’ingegneria edile. Nel corso di ogni seminario verranno presentati interessanti casi di studio. 8 maggio - edifici a grande altezza: l’edificio Campari (Arch. Giancarlo Marzorati) e il caso milanese Citylife (Arch. Daniel Libeskind) 19 maggio – edifici a grande luce: la copertura in vetro e acciaio del Crowne Plaza Caserta (Prof. Vittorio Nascè) e il Palaisozaki a Torino (Arch. Pier Paolo Maggiora di Archea e Ing. Maurizio Teora di Arup) 3 giugno – edifici recuperati – casi di studio: il progetto di recupero dell’edificio Les Brigittines a Bruxelles e il salone ipogeo di Palazzo Carignano (Prof. Pier Giovanni Bardelli). Per informazioni: Ing. Carla Jachino carla.jachino@polito.it Ing. Davide Ambrosio davide.ambrosio@polito.it - Tel. 011 0905320 COGENERAZIONE, BIOMASSE, EFFICIENZA * ENERGETICA
LA STUDENT COMMUNITY DI AUTODESK * Per competere nel mercato mondiale del lavoro gli studenti devono
essere padroni delle conoscenze tecnologiche usate dai professionisti del mondo reale. È una delle ragioni per cui la community Autodesk (www.autodesk.com/edcommunity) dedicata a studenti e docenti delle discipline di ingegneria meccanica, civile e delle costruzioni, architettura, visualizzazione e design ha superato i 250mila studenti e docenti iscritti in tutto il mondo. Una delle caratteristiche più apprezzate del portale è la possibilità di scaricare legalmente e gratuitamente le licenze Autodesk. Secondo Rob Davidson, docente di disegno industriale all’Università di Newcastle “la nascita del portale ha fatto crescere l’entusiasmo verso la professione, perché usando gli stessi software che usano i professionisti gli studenti ritengono che i loro sforzi durante gli anni universitari potrebbero diventare più utili in una carriera futura”.
Premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino
Amsterdam, Museumplein
S
abato 10 maggio a Treviso, la cerimonia ufficiale del Premio Carlo Scarpa per il giardino sarà preceduta da un seminario che, partendo dal progetto di SvenIngvar Andersson per il Museumplein di Amsterdam, vincitore di questa 19a edizione, affronterà il tema del governo dei grandi spazi aperti urbani nel mondo contemporaneo. L’area di Museumplein non è pensata fin dall’inizio come parco pubblico ma nasce piuttosto, subito fuori le mura, per ragioni tecniche di drenaggio (di cui l’impianto odierno conserva l’impronta) rimanendo poi per secoli uno spazio di difficile definizione, testimoniata dagli innumerevoli progetti che si sono succeduti fin dal 1883, quando la si voleva destinare all’Esposizione Internazionale, e che non videro mai realizzazione. Un’altra singolarità del sito è data dal fatto che i grandi edifici che lo delimitano, dal Rijksmuseum al Conzertgebouw ai musei Stedelijk e Van Gogh, non si affacciano su di esso ma gli danno le spalle. L’incarico della municipalità sud di Amsterdam, che si rivolse a Carlo Scarpa per individuare il progettista in grado di concepire una soluzione di forte identità e di dare risposta alle domande
REFLETS D’AMITIÉ * La collaborazione artistica tra Gio Ponti e Tony Bouilhet, proprietario
L’essenza di Museumplein: un vasto prato sotto un vasto cielo. Sulla sinistra gli edifici dei musei Stedelijk e Van Gogh
Modello del parco, delimitato dal Rijksmuseum (in alto) e dall’edificio del Conzertgebouw (in basso, sull’altro lato della strada)
degli abitanti, cadde su Sven-Ingvar Andersson, che coadiuvato dall’urbanista olandese Stefan Gall portò a termine i lavori nel 1999. Il grande paesaggista scandinavo (1927-2007) concepì il Museumplein come “l’occhio del ciclone al quale dà corpo e anima la città di Amsterdam” e realizzò il suo intento di creare “un recipiente vuoto disponibile a essere colmato di vitalità fisica e spirituale”. Oggi Museumplein è, nelle motivazioni della giuria, “un luogo che parla, nonostante le visibili sofferenze gestionali, il linguaggio della misura e della dignità. Nella forma elementare del dialogo tra un vasto prato e il grande cielo, si svolge una vita che accoglie in libertà le figure della natura, luce, acqua, alberi, e le presenze di cittadini e visitatori fino i grandi raduni collettivi”.
È il tema centrale della mostra-convegno mcTER days che si terrà al Crowne Plaza Hotel Milano il 10 giugno. L’evento presenta aggiornamenti e prospettive nel campo della cogenerazione industriale e civile, delle biomasse e delle annesse modalità di risparmio energetico, con accenni alle nuove normative in materia, ai finanziamenti per le soluzioni e al risk management collegato. Nel corso del convegno verrà illustrato il caso della centrale di cogenerazione a biomasse di Tirano. Programma completo su www.mcter.com.
PROSEGUONO GLI INCONTRI GEBERIT * SULL’INQUINAMENTO ACUSTICO
Le prossime date sono: 20 maggio: Firenze, Boscolo Granducato Hotel; 5 giugno: Vicenza, Viest Hotel 10 giugno: Cagliari, T-Hotel. Nel corso dei convegni vengono illustrati prodotti, sistemi e soluzioni progettuali per il rispetto dei limiti di legge di 35 dB(A). Info e iscrizioni su www.geberit.it o per fax alla signora Mirella Zen, al numero 0041 91 6001179 L’ UNEXPECTED DESIGN DI NASTRO AZZURRO * C’è tempo fino al 31 maggio per iscriversi al primo Nastro Azzurro Design Award che propone di creare oggetti improbabili ma possibili a partire da una bottiglia di birra Nastro Azzurro. I 33 progetti selezionati saranno esposti in una mostra organizzata a Milano (T35) e Torino (Circolo canottieri Esperia) a partire da giugno 2008. Il progetto vincitore sarà premiato con un riconoscimento di 10.000 Euro. Saranno inoltre assegnati altri due premi da 2.500 Euro per la migliore innovazione tecnologica e per la migliore idea sul riutilizzo della bottiglia. www.nastroazzurrodesignaward.com
Organo ufficiale dell’Associazione International Centre of Environmental Design
Direttore responsabile Sonia Politi Direttore scientifico Carlo Ezechieli Art Director Giorgio Covucci Redazione Nadia Rossi (caporedattore), Roberta Basaglia, Alice Gramigna, Elena Sauter, Mariella Zoppi Rubriche Daniela Baldo, Alessandro Belgiojoso, Mara Corradi, Davide Crippa, Sara Ferrario, Nora Fumagalli, Camilla Morlacchi, Maurizio Molgora, Francesca Orestano, Marco Penati © Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione, salvo diversi accordi, non verranno restituiti.
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IOArchitetto • 5
Nuovi percorsi progettuali / daniela baldo
A fianco: il recupero del White Stag Block/University of Oregon ha previsto il recupero degli edifici esistenti, il riuso di legno e mattoni e l’utilizzo di materiali reperibili a poca distanza dall’abitato. A sinistra: ha certificazione LEED il Vancouver Hilton Hotel & Conference Center di Washington. In basso: materiali edili pronti per essere riutilizzati (foto Planetreuse.com)
Riciclo e riuso in architettura
Costruire reimpiegando parti di edifici e progettare in un’ottica di futuro riutilizzo dei materiali dalle discariche, creando meno rifiuti e promuovendo un approccio di collaborazione tra architetti, ingegneri, costruttori e proprietari per una progettazione integrata. Il riuso può aiutare i gestori in due modi: da un lato permette loro di comprare materiali a prezzi ridotti, dall’altro di vendere il materiale rimanente al completamento di un progetto. A ogni acquisto fatto attraverso il sito, PlanetReuse.com fornisce una documentazione per la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental
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er l’architettura del futuro si prospetta un nuovo scenario attraverso l'analisi di esperienze già condotte in altri paesi e finalizzate all’individuazione di processi di progettazione e produzione che recuperano e trasformano materie prime mediante la strategia del riciclo. Al fine di ottimizzare il processo di riutilizzo dei materiali/componenti si sta affermando -in alternativa alla demolizione- la decostruzione, intesa come processo sistematico di disassemblaggio delle parti costituenti l'edificio da dismettere. Ciò consente di ottimizzare –estendendola- la vita utile dei prodotti di costruzione. Il recupero dei materiali provenienti da attività di costruzione e demolizione si configura pertanto come un’importante soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti dell’edilizia e presenta vantaggi non soltanto ambientali ma anche economici. Infatti si riducono i costi di smaltimento, il materiale riciclato acquista un valore commerciale per il produttore e si riduce il prezzo per l’acquirente a fronte di prestazioni paragonabili al materiale nuovo. Inoltre, è garantita una maggiore tutela delle risorse non rinnovabili dell’ambiente. Per poter eseguire il recupero, il riutilizzo e il riciclo bisogna innanzitutto predisporre un progetto architettonico che preveda l'utilizzo di materiali e tecniche di assemblaggio che rendano possibile la successiva separazione, quindi il riutiliz-
zo. Varie sono le esperienze nel mondo di progettisti attenti all’ambiente che hanno sperimentato queste tecniche. Negli USA William McDonough, in Germania Werner Sobek progettano con tecniche di assemblaggio/disassemblaggio in modo che tutte le componenti utilizzate siano completamente riciclabili al fine di minimizzare l’uso delle risorse. Il settore edile svolge in termini percentuali un ruolo importante nel quadro del consumo delle risorse nazionali e mondiali. Recenti dati pubblicati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) parlano chiaro: si è calcolato che il settore edilizio produce il 22% dei rifiuti tra demolizione e costruzione, generando rilevante inquinamento atmosferico e consumando risorse non rinnovabili; per questo molti affermano che il futuro della costruzione bioecologica è nel riuso e nel recupero. Seconda mano Come trovare materiali da costruzione di recupero e di riciclo da selezionare per un progetto? Il primo sito web mondiale che connette chi acquista e chi vende materiali di questo genere e attrezzature da tutti i Paesi del mondo e permette loro di acquistare i prodotti online è www.planetreuse.com, affiliato al World Resources Institute, e al US Green Building Council. Planetreuse mira a deviare i prodotti esistenti e i materiali
Design). In questo scenario, realtà aziendali con forte consapevolezza ambientale si pongono obiettivi importanti a riguardo. Osserviamo due interessanti esperienze. Un caso esemplare è quello di Interface, produttrice di moquette, che intende sostenere l’ambiente col fine di eliminare tutte le forme di rifiuti dalle strutture aziendali. Dal 1994 il risparmio totale legato all’attività di
eliminazione rifiuti è stato di più di 107 milioni di dollari con una riduzione dei costi del 48%. Area Pavimenti ha pensato di lanciare una serie di prodotti particolari partendo da materiali di riuso con la serie Cubo Covering. L’obiettivo è valorizzare ciò che normalmente viene sprecato e trasformarlo in qualcosa di unico e prezioso come i listelli di legno che compongono le botti barrique che danno un prodotto ricercato. I casi descritti indicano la strada che nel futuro eviterà di riempire il mondo di discariche con materiali che spesso sono anche tossici.
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L’archistudio del mese / alice gramigna
Il gioco dei volumi di Calabrese
Nei suoi progetti gli edifici disegnano una nuova morfologia urbana con inedite soluzioni di spazi chiusi e aperti
ROMOLO ROBERTO CALABRESE
Nasce a Milano nel 1966 e qui si laurea in architettura al Politecnico nel 1998. Durante gli anni della sua formazione universitaria collabora con lo studio di Aldo Rossi in Italia e a Monaco di Baviera, in Germania. Non appena laureato costituisce rrc associati – Milano. Lo studio in questi anni ha progettato edifici istituzionali, impianti sportivi, centri scolatici, spazi commerciali, residenze collettive e ha partecipato a numerosi concorsi di architettura. Nel 2007 ha vinto il primo premio per la progettazione di un isolato urbano a Saragozza in Spagna nell’ambito della trasformazione urbana in atto per l’Expo 2008. Nel 2003 apre una sede della rrc studio architetti a Cap D’Ail – Francia.
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ondato nel 1999 da Romolo R. Calabrese, lo studio rrc ha sede a Milano, sua città natale. Dopo un intenso apprendistato in diversi studi durante gli anni della formazione, lavorando al fianco di validi professionisti appartenenti al team dello studio milanese di Aldo Rossi, la decisione di mettersi in proprio è stata quasi spontanea. Oggi, a nove anni dalla sua genesi, con la vittoria del primo premio per la costruzione di tre edifici residenziali e di terziario nell’ambito del rinnovamento per l’Expo 2008 di Saragozza, questo dinamico studio è sul trampolino di lancio verso il successo. Il progetto è situato in un’area adiacente alla nuova stazione progettata dall’architetto Ferrater, alle porte dell’Expo Internazionale, vicino al fiume Ebro. La posizione strategica, a cavallo tra un vuoto urbano e il
Concorso internazionale per il nuovo centro ricreativo di Chiasso: la proposta rcc prevede originali soluzioni di raccordo delle diverse quote urbane e di fruizioni spaziali interne/esterne
nuovo masterplan interessato a interventi infrastrutturali e di urbanizzazione, fanno di questo intervento un simbolo e un’icona della città spagnola. L’impianto proposto si articola in un basamento alto 8,5 metri, ben ancorato a terra e attraversato da percorsi che richiamano una maglia urbana, al quale si contrappone il rigore dei tre corpi verticali colorati che, staccati di un metro dalla base, sembrano fluttuare leggeri. Lo zoccolo a livello del terreno, a destinazione prevalentemente commerciale, è pensato per compensare il dislivello di quota esistente tra il piazzale della stazione e la strada ed è composto da corpi vetrati che come “frammenti urbani” generano spazi di ritrovo e aggregazione. Gli edifici in linea sono di 10 piani e raggiungono un’altezza totale di 43 metri. L’elemento caratterizzante è il trattamento
Tre edifici residenziali e di terziario in costruzione a Saragozza in concomitanza con l’Expo 2008
delle facciate continue, ritmate da pieni e vuoti e giocate su variazioni cromatiche differenti per ciascun corpo. La facciata ventilata è composta da un primo strato con vetro U-glass che si sovrappone a elementi in muratura e pannelli scorrevoli, che chiudono finestre a tutta altezza. Sempre sulla strada dei concorsi
internazionali nasce il progetto per la nuova palestra e centro ricreativo di Chiasso. Il motore generatore del progetto è la necessità di raccordare le diverse quote urbane e articolare l’interno e l’esterno in una sorta di vortice che attrae i futuri utenti. Ne risulta un sistema di spazi pubblici che si compenetrano a vicenda e nel quale
appunto interno ed esterno, pur esplicando funzioni differenti, presentano la medesima importanza concettuale e progettuale. Anche in questo caso l’elemento che dialoga con il tessuto urbano alla quota del terreno è una piastra-piattaforma, di poco rialzata, che genera una piazza urbana, sagomata secondo un andamento morbido, quasi fosse
una rampa per skaters. Un affascinante disegno bidimensionale segna, come linee di penna, tracciati curvilinei lungo tutto il suo sviluppo. Questo gioco plastico di volumi è dettato dalla definizione delle diverse funzioni: la copertura si alza in corrispondenza dell’ingresso pedonale, dove trova spazio anche il deposito di biciclette, mentre si appiattisce per raccordarsi con la quota della strada e consentire l’accesso alla piazza. L’illuminazione naturale degli spazi seminterrati destinati a palestre e pareti per l’arrampicata è garantita dalla fila di finestre a nastro che seguono il profilo della costruzione e la rendono particolarmente visibile anche di notte. Questo concorso, datato luglio 2007, pur non avendo ricevuto il primo premio e quindi rimanendo su carta, ha già riscosso commenti molto favorevoli.
IOArchitetto • 7
nuove tecnologie / nadia rossi
Progetto Rialto
alza i palazzi L
a salvaguardia della città di Venezia richiede più interventi tra loro sinergici. Tra questi si è da poco inserita una nuova tecnica finalizzata al sollevamento degli edifici più preziosi per salvarli dall’acqua alta restituendo l’agibilità ai piani bassi. Una tecnica messa a punto da Soles – impresa generale di costruzioni specializzata in fondazioni speciali, consolidamenti e serbatoi pensili per acqua - e Mattioli – tra le maggiori imprese di costruzione italiane. Lo scorso marzo hanno presentato Progetto Rialto che potrà contribuire al sollevamento di edifici o di porzioni di territorio urbano lagunare con interventi assimilabili a manutenzioni cittadine. Una tecnica già utilizzata con successo per opere di fondazioni e consolidamento all’Ara Pacis a Roma, la nuova Cittadella Giudiziaria a Venezia, la viabilità accessoria Fiumicino-Roma e di cui è stata data una dimostrazione dinamica nel corso dell’operazione di sollevamento di un edificio dei primi del Novecento a Forlì. Un elemento fondamentale di questo intervento complesso ma
8 centimetri al giorno Sviluppo in pianta dell’edificio: 500 mq Peso: ˜ 1.500 tonnellate Entità del sollevamento: 100 cm Velocità di sollevamento: 1,0 cm/ora Inizio lavori: 15 novembre ’07 Inizio sollevamento: 15 marzo ’08
effettive necessità nonché di effettuare successivi interventi. Presente all’evento il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che ha sottolineato come solo la sinergia di più interventi può dare risultati interessanti per Venezia. Nonostante non si possa applicare a tutti gli edifici della città, Progetto Rialto può costituire una soluzione per alcuni immobili: un primo intervento è stato ipotizzato su Palazzo dei Camerlenghi.
Sopra: intercapedine creata dal rialzo dell’edificio. A centro pagina dispositivi e momenti del sollevamento dell’edificio.
concettualmente semplice, è il Palo Soles a struttura mista di acciaio e calcestruzzo che viene infisso staticamente nel terreno a mezzo di speciali martinetti idraulici, senza ricorrere a percussioni o trivellazioni. Grazie a ciò sono ridotte le interferenze negative nell’ambiente geologico e nell’ecosistema ariaacqua-suolo. Inoltre il terreno sul quale insiste la palificata risulta migliorato nelle sue caratteristiche strutturali. Step by step Dopo un accurato rilievo al fine di determinarne lo stato, la massa e l’ubicazione del baricentro, il piano terra viene sgomberato, il pavimento e il terreno sottostante sono rimossi. Si ha quindi il posizionamento delle scatole-guida dei pali predisposte con tiranti di sollevamento e dell’armatura, cui segue il getto della platea di fondazione che si integra con le murature esistenti per garantire il sostegno dell’edificio. In cia-
Il fabbricato sul quale è stato effettuato l’intervento dimostrativo è un edificio interamente in muratura del primo Novecento situato in via del Santuario a Forlì
scun punto di infissione viene inserito un palo sul quale è applicato un dispositivo di spinta; i dispositivi (suddivisi sulla pianta dell’edificio in tre gruppi indipendenti) sono azionati in modo sincronizzato da una centrale oleodinamica. L’estensione dei gruppi in sequenza produce il sollevamento dell’edificio che avviene in maniera isostatica ed è così lento da evitare qualsiasi danno alle murature (durante i lavori è possibile soggiornare nell’abitato). Concluso il sollevamento l’edificio poggia su nuovi pali che risultano veri e propri pilastri di sostegno. Si può infine procedere con le opere di finitura e il ripristino di murature e accessi. I tempi previsti per il sollevamento sono di 10 mesi (7 per strutture e sollevamento, 3 per le opere di finitura e riqualificazione). Il costo dell’operazione di innalzamento è stimato in 2500 euro al mq. La flessibilità del sistema consente di modulare l’entità del sollevamento in base alle
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il progetto del mese / È FIRMATO DA SANTIAGO CALATRAVA IL PROGETTO DELLA CITTÀ DELLO SPORT, ISPIRATO AL CIRCO MASSIMO MO
oli Sport e cultura i poli
nuovo circo roma ma
Due strutture a forma di ventaglio ospitano stutture sportive e le piscine dei mondiali di nuoto che si terranno a Roma il prossimo anno; sul versante opposto l’alto profilo della nuova sede del rettorato universitario di Tor Vergata. Tra esse un grande parco urbano luogo di incontri ed eventi culturali
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anno preso il via nel marzo del 2007 e si concluderanno nel 2009 (anno in cui la Capitale ospiterà i mondiali di nuoto) i lavori della Città dello sport firmata dall’architetto Santiago Calatrava. Un progetto che si articola su 50 ettari di terreno dell’Università Tor Vergata alla periferia est di Roma e si ispira al Circo Massimo (ma lungo il doppio), con un viale incorniciato da una doppia fila di cipressi per tutta la lunghezza. Alle estremità si trovano le strutture che costituiscono gli elementi caratterizzanti del nuovo complesso sportivo-universitario, concepito come un Campus da una parte la Città dello sport, dall’altra la nuova sede del rettorato dell’Università di Tor Vergata. Tra esse un grande parco urbano fortemente caratterizzato dal lungo viale che collega i due edifici principali e che potrà ospitare incontri ed eventi culturali. Ulteriori strutture previste nel progetto ospiteranno 1500 alloggi per studenti e nuove sedi universitarie. Dà armonia al tutto l’acqua, che costituisce una presenza costante attorno e verso gli edifici e attraversa il parco. Le strutture si caratterizzano per la leggerezza e la trasparenza, che permette alla luce di diffondersi al loro interno e crea un piacevole effetto
luminoso all’esterno, accentuato dai riflessi dell’acqua. Saranno messe a dimora specie mediterranee come cipressi, pini e olivi.
di due identici ventagli in cemento, acciaio e metallo posti simmetricamente tra loro e di una serie di infrastutture esterne.
volumi, pur comunicanti tra loro, sono indipendenti: si potranno svolgere e ospitare diversi eventi in programma contemporaneamente.
Ventagli La Città dello sport si trova nelle vicinanze del nuovo svincolo Terranova dell’autostrada Roma-Napoli. Il progetto del complesso sportivo si compone
Le due strutture principali sono destinate a ospitare rispettivamente il Palasport (realizzato per più discipline) con tribune per 15 mila spettatori e il Palanuoto (4 mila persone). I due
All’interno del complesso trovano spazio anche palestre, laboratorio, aule per la formazione, centro fitness e di riabilitazione nonché uffici e negozi. Esternamente l’area destinata allo
sport avrà una pista di atletica e una piscina all’aperto. Torre Sul versante opposto si trova la torre destinata a divenire la nuova sede del rettorato universitario di Tor Vergata, che si presenta come una spirale avvolta su se stessa, una sorta di vite snodata verso il cielo.
IOArchitetto • 9
del
mano Nella pagina a fronte, la doppia struttura a ventaglio del nuovo Palasport/Palanuoto, ben visible dall’autostrada Roma-Napoli, caratterizza la Città dello sport in costruzione a Roma Ha forma di spirale avvolta su se stessa la nuova sede del rettorato dell’Università di Tor Vergata. Gli elementi metallici verticali svolgono al contempo funzione strutturale e formale Sotto: il perimetro ovale di cipressi delimita le pertinenze del nuovo Palanuoto/Palasport e richiama alla memoria le forme del Circo Massimo.
SANTIAGO CALATRAVA
Nato a Valencia (Spagna) nel 1951, si laurea in architettura nel 1975, quindi si iscrive alla Scuola Politecnica Federale (ETH) di Zurigo dove consegue la laurea in ingegneria civile (1981); qui apre il suo primo studio. L’anno seguente progetta il Bach de Roda Bridge a Barcellona, il primo di numerosi ponti che gli hanno dato fama internazionale. Ha partecipato a numerosi concorsi in Europa e in America; la maggior parte delle sue opere realizzate si trova in Svizzera, Germania, Francia, Spagna, Canada. Il suo stile combina una concezione visuale dell’architettura all’interazione con i principi dell'ingegneria. Architetto-scultore e architetto-ingegnere, ha nel disegno, nell’architettura e nella scultura gli elementi fondanti della sua ricerca. Nel 2005 ha vinto la medaglia d’oro dell’American Institute of Architects.
In basso la piscina coperta del Palanuoto: le strutture si caratterizzano per la trasparenza, che permette alla luce di diffondersi all’interno, limitando l’uso di fonti artificiali
Il profilo verticale della torre è accentuato dalle colonne di metallo che disegnano la struttura trasparente; la luce penetra attraverso la superficie vetrata e – quando illuminata la notte – ne fa una sorgente luminosa. Al suo interno trovano spazio circa 7 mila metri quadri di uffici distribuiti sui diversi livelli della struttura. Il penultimo piano ospiterà gli uffici del rettore e l’ultimo un grande salone con vista panoramica sulla città. Alla base della torre un portico dà accesso a un’area multi-servizio con un ampio atrio che accoglie la reception interna, una caffetteria e uno spazio espositivo. Al livello sottostante un parcheggio e uno spazio per tutti i servizi di supporto. L’intera porzione sotterranea dell’edificio è coperta da due specchi d’acqua simmetrici che rispecchiano la torre. Coerentemente con le linee guida del progetto l’intero complesso del rettorato è circondato da un’area piantumata. Le camminate sono delineate da file di cipressi, mentre la vista globale è arricchita con cespugli e piante mediterranee. La presenza costante dell’acqua, che richiama anche la tradizione delle antiche terme romane comunica un senso di armonia e di relax.
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archidesigner / mara corradi
La concretezza
dell’immagine PHILIPPE NIGRO
Nasce nel 1975 a Nizza. Consegue il Bac F12/Arts Appliqués nel 1993, il BTS (brevetto di tecnico superiore) Industrial Design nel 1995 e il DSAA (diploma superiore d’arti applicate) Industrial Design e Interior Design a Parigi nel 1997. Nel 1999 si trasferisce a Milano e inizia la collaborazione con Michele De Lucchi, progettando per grandi imprese italiane come Alias, Artemide, Banca Intesa e Poltrona Frau. Negli stessi anni sviluppa un percorso indipendente. Il VIA in Francia finanzia suoi progetti che nel 2008 saranno introdotti sul mercato da alcune aziende italiane.
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hilippe Nigro vive e lavora principalmente a Milano, la città in cui il progetto ha accolto la comunicazione come una
Schizzo e prototipo della libreria Spiral, realizzato grazie agli “Aides à projet VIA 2005” (foto VIA). La scelta del compensato al posto del legno massello è dovuta alla migliore resistenza e resa in tensione
definizione della funzionalità. Per questa ragione colpisce vedere un ragazzo che lavora nella città dell’immagine realizzare progetti tanto pragmatici.
Per smaterializzare il volume della libreria, studia una lastra di acciaio, alleggerita da tagli per l’intera lunghezza, realizzati al laser o tranciati, che piegata e poi saldata costituisce un modulo. La composizione dei diversi moduli rettangolari, incastrati l’uno nell’altro, realizza la struttura e al contempo il supporto per i libri. CrossUnit, sviluppata all’interno del programma di Aides à projet VIA (Valorisation de l’Innovation dans l’Ameublement) 2007, sarà presentata al pubblico da Sintesi nel 2008. Grazie alla padronanza nel trattamento della schiuma poliuretanica raggiunta dai Compagnons du Devoir, Philippe Nigro ha potuto sviluppare il progetto dei divani Intersection, che saranno presentati prossimamente da Ligne Roset. Solo in apparenza incastrati gli uni negli altri, i volumi semplici delle sedute, ottenuti per strati di schiuma a diversa densità, sono assemblati nei telai nascosti alla base. Liberato da vincoli strutturali, questo processo permette uno sviluppo articolato delle forme in pianta e in alzato, che si completa con la dichiarazione cromatica dei tessuti, per un uso dinamico della seduta. Sperimentando sulla resistenza del legno messo in tensione, Nigro ha ideato la configurazione formale della libreria Spiral, prototipata nel 2005 grazie al VIA e libera per la produzione. Ciascun ripiano è composto da due assi di compensato di betulla assemblati a pettine. L’effetto è quello di un’unica mensola che corre lungo due montanti in acciaio, a cui è fissata meccanicamente così da stare in equilibrio. Disassemblata, la “spirale” si compatta nello spessore di 3 assi di legno. Questi i primi segni del lavoro di Philippe Nigro, un giovane designer francese che utilizza la ricerca laboratoriale per descrivere la nuova ritualità degli oggetti.
In alto tre immagini della libreria Cross-Unit: a sinistra, prototipo della libreria che sarà presentata nel 2008 da Sintesi, a destra del titolo prototipo di moduli incastrati (foto VIA); Al centro prototipo realizzato per il VIA nel laboratorio Stampass, in provincia di Milano
Accanto: disegno dei divani Intersection, dove l”intersezione” tra le sedute è evidenziata dal cambio di disegno e di colore sul tessuto
Sotto: prototipo del divano Intersection presso il Laboratorio di Polybe et Malet a Stains (Parigi), dove si notano le differenti densità della schiuma poliuretanica utilizzata
IOArchitetto • 11
design / marco penati
MDF, quando un creativo diventa imprenditore Lo stile che si evolve nello showroom
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o show room di MDF Italia a Milano è un limbo bianco. Pareti, soffitti, pavimenti sono di un candore assoluto. Ma stranamente, complice un sapiente studio dell’esposizione alla luce della strada, in via della Chiusa (un angolo di urbanistica medievale di Milano), non risulta essere un ambiente accecante. Anche gli oggetti esposti sono spesso dello stesso colore, con pochi tocchi di tonalità e di materie diverse che li rendono percepibili. Per conoscere MDF Italia bisogna partire da qui. Ce lo spiega Bruno Fattorini, che è l’imprenditore e insieme il creativo dell’azienda. Una storia tutta particolare la sua. Inizia negli anni ’70 che lo vedono direttore commerciale di Boffi, una firma storica delle cucine di design. Successivamente, negli anni ‘80 fonda prima Casa Kit e poi Joint. Due esperienze, condotte con altri soci, molto innovative del concetto di produrre e arredare. Forse troppo. L’esperienza si chiude, ma nel frattempo le sue competenze si sono allargate e dall’aspetto commerciale iniziale la passione lo porta a progettare direttamente. Per questo, nel ‘92, da solo, fonda MDF Italia. Il primo prodotto è una felice intuizione. La produzione del sistema Bookcase, in ciliegio, che è una reinterpretazione di un classico mobile inglese, dove le antine vetrate scompaiono a ribalta all’interno del vano. La novità sta nelle proporzioni e nella perfezione del meccanismo di nuova concezione, che nell’originale era piuttosto elementare. Successivamente una libreria in alluminio, Minima, che viene segnalata per il Compasso d’Oro: un prodotto
ancora in vendita e insuperato nella sua assoluta semplicità. Semplicità che è alla base della filosofia dell’azienda. Non minimalismo, ci tiene a dire Fattorini: semplicità, che è una cosa diversa, che deve creare identità e riconoscibilità. E si ottiene con la perseveranza, a volte addirittura con la rinuncia a provare con oggetti eclatanti, che fanno tanto immagine ma che non concorrono alla stratificazione di cose giuste, oneste, necessarie al “popolo che cerca qualcosa” come lui definisce affettuosamente il suo pubblico. Poi, nel 2000 inizia la collaborazione con giovani progettisti. Straordinario il successo di Random, una libreria costituita da sottili paratie di pannelli spessi solo 6 mm che si intersecano ortogonalmente creando spazi di diversa volumetria. Più che arredamento sembra una piccola architettura, una composizione da osservare come uno spazio Zen. Tutto questo è ben visibile nello show room, e a questo punto ci viene confidato perché siamo stati ricevuti qui e non in azienda. Perché questo spazio ne è il motore, il centro dove convergono incontri, strategie e, soprattutto, verifiche. In questo luogo Fattorini mette a frutto la sua esperienza di venditore, spiega e ascolta. Registra reazioni, opinioni e soprattutto emozioni di chi entra e chiede informazioni e acquista i suoi prodotti. Per cui il polso è sempre, costantemente, controllato e se serve, le notizie che giungono dalla vendita vengono trasferite sul prodotto e lo cambiano, lo migliorano. Come di prammatica chiediamo a Bruno Fattorini quali sono i
Bruno Fattorini
In alto la libreria Random, ADI Design Index 2006, design Neuland Industrie Design. Sotto Bookcase, rivisitazione e reingegnerizzazione della classica libreria inglese, design Bruno Fattorini.
programmi per il futuro ma la risposta ci lascia a bocca aperta: ha appena ceduto l’azienda. Ma come, un’attività in sviluppo, una reputazione consolidata? ”Proprio per questo - commenta - è tempo di passare ad altro… l’età fa vedere le cose in maniera diversa, muta la cognizione del tempo”. Però Fattorini rimane ancora Art Director nonché presidente onorario di MDF. Perché è vero che bisogna cambiare, rinnovarsi. Ma anche conservare una cultura, una formula di impresa che è andata formandosi e raffinandosi attraverso gli stimoli dell’ambiente.
Obiettivo 30 milioni di euro L’acquisizione di MDF da parte di Fratus, Cassina e Maggini punta a costruire intorno al marchio e allo stile di MDF, già oggi presente in più di 40 paesi dove sviluppa il 75% del suo giro d’affari, una nuova piattaforma di offerta in grado di competere sul piano internazionale anche attraverso un processo di integrazione e complementarizzazione con gli altri marchi del gruppo.
A destra Minima, libreria (selezione ADI 2003). Design Bruno Fattorini. In basso a sinistra tavolo Colors, design Bruno Fattorini Sotto: il sistema Elevenfive, design Bruno Fattorini, arreda lo showroom di via della Chiusa
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in vetrina / Nuovi orizzonti
Warm welcome
Innovazione e contenuti estetici
Controllo
Mappe di
Climatizzazione
Nuova edizione per i Concept Wood, decorativi in legno multilaminare di Alpi che arricchiscono il legno di orizzonti nuovi, unendo alla percezione di naturalità effetti cromatici e profondità che danno una nuova dimensione a mobili, porte, pavimenti, complementi, oggetti. Per l’anno in corso il team della divisione Ricerca e Sviluppo in collaborazione con la designer Elisabetta Tanesini ha realizzato una collezione che descrive una mappa di emozioni con texture originali e colori dove dominano argento, blu, azzurro e verde in infinite gradazioni. I nomi si rifanno a figure mitologiche, rappresentate da gruppi di stelle: Apus, Auriga e Draco, Andromeda, Cassiopea… atmosfere astrali nelle tendenze del design.
Ambienti ad alto valore aggiunto con A8 di Argoclima, climatizzatore in pompa di calore basato sulla tecnologia Full DC Inverter – SVPWM 180° che garantisce la massima efficienza energetica (COP fino a 5). Può essere installato a parete o incassato a muro nei colori bianco satinato o nero con texture in carbonio. È particolarmente silenzioso grazie alla modulazione Full DC Inverter e il controllo della potenza termica è in diretta relazione con quello della velocità dei ventilatori che in prossimità della temperatura desiderata permette alla pressione sonora di abbassarsi fino a 20 dB(A).
Hoasis Plus è il terminale di controllo con schermo digitale retroilluminato di Bpt capace di gestire l’illuminazione, la termoregolazione, l’irrigazione, le automazioni di tende, le tapparelle e altro ancora. È indicato per piccoli spazi e ambienti vasti e complessi; la programmazione e la modifica dei parametri di funzionamento del sistema si effettuano direttamente dal terminale senza la necessità di modificare le installazioni esistenti. Il terminale è di utilizzo semplice e intuitivo. Vari menu raggruppano i comandi relativi alle zone termiche, alle luci, alle automazioni, ai timer e agli scenari. Le possibilità di gestione si moltiplicano con la programmazione da PC.
Per maggiori informazioni: Alpi Modigliana (FC) • Tel. 0546 945411 • www.alpi.it
Per maggiori informazioni: Argoclima Gallarate (VA) • Tel. 0331 755111 • ww.argoclima.com
Per maggiori informazioni: Bpt Cinto Caomaggiore (Ve) • Tel. 0421 241241 • www.bpt.it
emozioni
di design
Linee eleganti
Riscaldamento in forma Fitness è la nuova linea di elementi radianti proposta da Brandoni; con le sue linee eleganti riprende il disegno della spalliera ginnica. La particolare forma aggiunge all’efficienza del radiatore la praticità di avere sempre a disposizione un comodo appoggio per gli asciugamani della stanza da bagno. Due le versioni: Fitness (tubo a sezione rotonda) e Fitness QD (sezione quadrata) disponibili in due altezze – 900 e 1600 mm – per un’unica larghezza di 500 mm. Le colorazioni disponibili sono bianco, colorato e l’elegante finitura in cromo. Per maggiori informazioni: Brandoni Castelfidardo (AN) • Tel. 071 7822026 www.brandoni.com Il segreto c’è…
Un miraggio di parquet Miraggio di Parquets Marty è un’esclusiva nel mondo del parquet. Basate sull’associazione di 2 lamelle, le aste concepite secondo questo brevetto ricreano in modo naturale due aspetti molto in voga: la presenza unica di un’asta larga e la singolarità della materia legno. Disponibile nelle essenze rovere decor sbiancato spazzolato, rovere decor natura spazzolato, rovere cognac spazzolato e rovere tinto wengè spazzolato, misura mm 2000 (lunghezza) x 184 (larghezza) x 14 (spessore). Miraggio si posa flottante su solette in cemento, rivestimenti in PVC, piastrellature, vecchi parquets. Per maggiori informazioni: Parquets Marty Italia • Cremona (CR) • Tel. 0372 437578 • www.parquets-marty.com
globale
Numerose finiture
Benessere
sinuoso
Il Gruppo Ragaini è stato tra le prime aziende del settore a sperimentare nuovi materiali (dalla ghisa alla pressofusione di alluminio per arrivare agli acciai inox) e a considerare i termosifoni dei veri e propri oggetti d’arredo valorizzandone l’aspetto estetico. La continua ricerca sulla lavorazione industriale dei metalli, della loro pressofusione o profilatura, ha inoltre permesso di evolvere funzionalmente anche la parte interna dei corpi scaldanti. La superficie interna teflonata assicura minore usura del corpo scaldante e maggiore durata. Il radiatore Elixir è disponibile in numerose finiture, con riporti laterali in legno, in plexiglass o in alluminio.
Per maggiori informazioni: Gruppo Ragaini Loreto (AN) • Tel. 071 750721• www.grupporagaini.com Nuovo concept
I vestiti della
collezione bagno
Idee e concept senza limiti per l’ambiente bagno e la casa in genere nella proposta Playone Generation, design Francesco Lucchese, di Fir. Ogni elemento trasforma l’ambiente bagno in una sorta di living, un’area abitativa che si identifica nello stile di vita o negli interessi di chi la possiede. A questa linea si applica il programma Glamour Style, che immagina e veste i prodotti con nuovi materiali e texture, conferendo originalità ed eleganza. Grazie a ciò non sono solo oggetti utili e funzionali, ma anche elementi capaci di suscitare emozioni. Nell’immagine, una realizzazione Chrome & Color caratterizzata da texture colorata, smaltata su base cromata.
Per maggiori informazioni: Fir Italia Vaprio d’Agogna (NO) • Tel. 0321 996423 • www.fir-italia.it
IOArchitetto • 13
Cura del dettaglio
Risultato assicurabile
Il sifone
Isolamento termico in kit
che arreda Tra le novità di Ravani Sifoni spicca il sifone con rubinetto Gaudì, frutto di un’innovativa ricerca stilistica e di ricerca tecnologica. Si distingue per l’armonia delle linee e la proporzione delle forme. L’ottone è stato modellato per ottenere giochi di luce che si riflettono tra i vari lati del sifone: ne deriva un elemento d’arredo che appare diverso da ogni angolazione, realizzato per animare e abbellire oltre che per adempiere con funzionalità lo scopo per cui è nato.
Il sistema di isolamento termico a cappotto Marcotherm di San Marco è un “pacchetto” di prodotti che garantisce un significativo risparmio energetico, in linea con le recenti normative in materia. È costituito da un kit di componenti, ciascuno con un ruolo preciso, il cui funzionamento è stato messo a punto secondo le procedure europee ETAG 004 e verificato da test di laboratorio e di cantiere. L’intero sistema è assicurabile con una polizza decennale ed ha ottenuto la marcatura CE. Marcotherm è certificato con classe di reazione al fuoco B s2d0.
Per maggiori informazioni: Ravani Sifoni Lumezzane S.S. (BS) • Tel. 030 827221 www.ravanisifoni.com
Per maggiori informazioni: Colorificio San Marco Marcon (VE) • Tel. 041 4569322 www.san-marco.it
Qualità dell’aria e degli ambienti
Gioco di rilievi
Clima di alta tecnologia Tappeto floreale La nuova linea residenziale di Ferroli si distingue per l’estetica dei prodotti, la ridotta rumorosità e la qualità dell’aria degli ambienti interni. L’utilizzo di DC Inverter ad alta tecnologia consente un avviamento rapido e il raggiungimento in breve tempo delle condizioni desiderate. È stata ridotta la velocità di rotazione del compressore con un conseguente risparmio energetico, senza compromettere il livello di comfort. Il climatizzatore monosplit Charm Inverter e il multisplit Flex Inverter si abbinano alle unità interne Charm e Genius (nella foto), dalla linea accattivante e moderna, che ne permette l’inserimento anche in ambienti dal design essenziale. L’utilizzo di filtri a carboni attivi assicura la migliore pulizia dell’aria.
Per maggiori informazioni: Ferroli San Bonifacio (VR) Tel. 045 6139411 www.ferroli.it Interruttori vicini alla porta
I progetti Xtra curati da Silvia Stanzani sono caratterizzati da una doppia valenza: ambienti completi e allo stesso tempo totalmente personalizzabili. Le lastre e gli oggetti sono modulari tra loro al fine di ottenere infinite possibilità compositive. Le lastre 60x60 xtra-ordinary attraverso un sofisticato gioco di rilievi creano un tappeto floreale che supera il confine tra pavimento e rivestimento. Lo smalto lucidissimo crea giochi dall’effetto bagnato sui toni estremi del bianco e del nero, riflessi madreperlati sulle nuances più calde del beige e del marrone.
Per maggiori informazioni: XtragranitiFiandre Castellarano (RE) Tel. 0536 819611 www.granitifiandre.it Cinque in uno
Tutto il calore del legno
Controtelaio
Nuovo standard di riscaldamento
Eclisse Luce è il controtelaio dotato di un esclusivo sistema brevettato per l’inserimento di cablaggi. Nella parete in cui è alloggiato è possibile avere punti luce, interruttori, termostati, prese telefoniche, eliminando soluzioni scomode e poco funzionali. Nella versione Unico le scatole elettriche sono 5 per lato, nella versione Estensione, per due ante speculari, è possibile predisporre una sola anta o entrambe, arrivando fino a un massimo di 20 scatole elettriche.
Knoconwood sono i primi radiatori realizzati non in acciaio ma in legno di PProject. Montano l’innovativo Low-H2O Energy Saver di Jaga che garantisce risparmio energetico e una elevata potenza scaldante utilizzando un fluido connettivo a basse temperature. Grazie a ciò possono essere usati in combinazione con pompe di calore, caldaie ad alto rendimento, a condensazione o sistemi solari termici. La variante freestanding ha forma allungata (da 110 a 210 cm), la sua altezza raggiunge solo 40 cm da terra compresi i piedini e la profondità 21 cm. Diverse le tipologie e finiture del legno: quercia naturale o sbiancata, faccio naturale o sbiancato, acero naturale, noce, zebrato, mogano quercia wenge.
attrezzato
Per maggiori informazioni: Eclisse Pieve di Soligo (TV) • Tel. 0438 980513 • www.eclisse.it
Prestazioni
superiori
Vip è il Very Important Profile di Strato che arreda spazi e luci finestra conferendo eleganza e stile all’ambiente. Lo compongono 5 strati – legno, resina, alluminio interno/esterno, profilo in Pvc – uniti in un unico profilo. Dotato di un giunto scorrevole in resina e un profilo d’alluminio anti-effrazione, Vip esprime in soluzioni raffinate la bellezza delle essenze più pregiate (ciliegio americano, rovere europeo, noce canaletto) nel lato ambiente, la forza dell’alluminio all’esterno. Vasta la gamma degli accessori che comprendono tende, zanzariere, griglie, vetro-camera speciali, maniglie, sistemi di apertura e chiusura, oltre alle classiche a battente, a tirata e spinta, con la possibilità ribalta, per soddisfare qualsiasi esigenza di comfort, isolamento, sicurezza, luminosità e climatizzazione. Per maggiori informazioni: Strato Monfalcone (GO) • Tel. 0481 722222 • www.finestrestrato.com
Per maggiori informazioni: PProject Lecco • Tel. 0341 220376 • www.celsiusitalia.it • www.jaga.be
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culturaldesign / davide crippa
Passaggio a San Salvario ti devo raccontare un segreto … Il caso speciale “San Salvario” all’interno di Geodesign Torino
G
eodesign, curato da Stefano Boeri, è probabilmente l’evento più significativo di Torino World Design Capital 2008; l’evento ipotizza una nuova strategia progettuale per pensare al prodotto come stratificazione di complesse dinamiche sociali, esito di un dialogo con il territorio, con la memoria e con la ricerca senza trascurare il suo più immediato interlocutore: l’uomo. Non un prodotto figlio di uno “schizzo d’autore” regalato ai posteri da designer o artisti glamour, non frutto del marketing aziendale ma esperimento progettuale e sociale. Un design che parte dalle comunità urbane, dai protagonisti quotidiani della città, dalle loro esigenze (espresse e non) e dai loro desideri. Workshop coinvolgono gli abitanti nel processo mettendoli al lavoro insieme a designer e tecnici di varie aziende per realizzare nuovi oggetti, forse nuove, inconsapevoli e spontanee icone contemporanee. Geodesign ha individuato trentatre temi di progetto da indagare e su cui lavorare propositivamente; di questi trentatre casi di studio ben sei si trovano nel quartiere di San Salvario. Proprio dalla nostra esperienza diretta nel quartiere deriva questo racconto: “Passaggio a San Salvario” è un percorso tra le vie della città ascoltando e “riflettendo” la città stessa. E’ questo un caso speciale di Geodesign in cui siamo stati coinvolti come designers e coordinatori di una pluralità di soggetti: un’intera categoria di settore, rappresentata da Confartigianato Torino,
Progetti in corso a San Salvario: lo schema di funzionamento del dispositivo che dovrà raccogliere e distribuire le testimonianze della comunità
l’intero quartiere come comunità con cui dialogare, e tre distinte realtà di progettisti: il gruppo interdisciplinare ghigos, NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano con l’artista Stefano Boccalini e l’architetto Davide Crippa e lo IAAD (Istituto d’Arte Applicata e Design) di Torino con il designer Umberto Rondolino. Il quartiere di San Salvario è una realtà vitale e per questo complessa, con 14mila abitanti di 115 diverse etnie, tre moschee, una sinagoga, una chiesa cattolica, un tempio valdese, l’esercito della salvezza e una serie di associazioni tra cui l’Agenzia di Sviluppo di San Salvario. In un sistema così complesso ci sembrava semplicistico legare le nostre scelte operative a una comunità specifica e abbiamo per questo preferito fare riferimento a un concetto più ampio e attuale di comunità: di sentimento, di interessi e desideri. Abbiamo ipotizzato un dispositivo che permetta di conoscere il territorio nelle sue trame più nascoste, invertendo il punto d’arrivo con quello di partenza: l’”oggetto” che costruiremo non deriva da un rapporto diretto con una comunità che ne è artefice e committente al tempo stesso, ma riflette la volontà di conoscere la complessità che le varie comunità esprimono nella loro coabitazione del territorio.
MOSTRE
La ceramica protagonista di Architectural Food Otto designer hanno interpretato il legame tra ceramica, cibo e Italia. Le opere in mostra alla Triennale di Milano in occasione de I Saloni 2008
D
opo sit_down_please di Mario Botta nel 2007, Ceramic Tiles of Italy torna in Triennale Milano con la mostra Architectural Food, promossa da Confindustria Ceramica e organizzata da Edi.Cer. Il progetto ha focalizzato due aspetti fondamentali di questo materiale: la produzione industriale, fondata sull’innovazione sia prestazionale sia estetica da un lato, e dall’altro lato la flessibilità creativa di otto designer che hanno interpretato il tema del cibo utilizzando prodotti di serie. Le otto interpretazioni, molto diverse tra loro, hanno avuto in comune la caratteristica di presentarsi quali oggetti ospitali e accoglienti incentrati sulla tradizione del cibo italiano (era presente
coniugare una manifattura artigianale con processi di produzione industriali su larga scala. In rapida rassegna le otto soluzioni protagoniste dell’evento.
Tile a tile di Lorenzo Gecchelin
anche un lavoro dedicato al rito del Kebab). Filo comune l’unione di tre mondi: la piastrella, il cibo e l’Italia, che hanno molti elementi di contatto tra loro. Primo tra tutti l’eccellenza mondiale del cibo che trova nel nostro Paese una sede di elezione, al pari della ceramica, che tutto il mondo apprezza e riconosce. Quindi la capacità di
• Italian Kebab dei fratelli Adriano Design, in collaborazione con Edilcuoghi Ceramiche • World Wave di Enrico Azzimonti con Casalgrande Padana • Big Dish di Odoardo Fioravanti con Majorca • Oro in bocca di Nicola Gallizia con Florim Ceramiche • Tile A Tile di Lorenzo Gecchelin con Ragno • TileFilm di Luca Nichetto con Marazzi
• Buoni Appetiti di Matteo Ragni con Etruria design • Hai mangiato la foglia? di Maurizio Sala con Emilceramica
Le istallazioni con cui i designer hanno interpretato il connubio tra cibo e ceramica
È nata così l’idea di progettare un archivio mobile, in grado di acquisire informazioni direttamente sul campo, che possa aggirarsi tra le vie e i cortili per raccogliere le testimonianze e il vissuto delle persone in tutte le loro possibili forme (testi, racconti orali, ricette, favole, video, disegni, suoni, sapori e odori). L’archivio raccoglie e dà: ascolta, registra, cataloga e offre, sempre disponibile per acquisire nuovi “dati” o mettere in comune quelli che già conserva. Ciò che viene restituito al quartiere attraverso l’archivio è dunque una base su cui costruire un senso di appartenenza che non sia solamente legato alla storia del territorio e alle storie dei suoi abitanti, ma capace anche di costruire nuove appartenenze. Le comunità, infatti, oggi non sono solo quelle che ci consegna la storia, ma anche quelle che di volta in volta riusciamo a costruire per identificarci all’interno di un sistema sociale che molto spesso non ha la capacità, proprio nei suoi organi costituitivi, di rappresentarci. L’archivio mobile diventa cosi una piattaforma che permette al quartiere di incontrarsi e di condividere inediti possibili modi di vita e su cui instaurare nuovi percorsi condivisi. Con la capacità di divulgare le testimonianze raccolte, sussurrandole allo spazio urbano che voglia ascoltarne i segreti.
IOArchitetto • 15
archilibri /
architetti artisti / nadia rossi
I percorsi di Linde Burkhardt Un viaggio fra narrazione orientale e realismo occidentale ha ispirato la collezione Kublaigiar ed è perfettamente sintetizzato dai Percorsi di questa interessante artista tedesca
“A
nche le strade sono quello che oggettivamente sembrano essere: per l’uno che si reca dai suoi cari, sono troppo lunghe; troppo corte, per chi teme di arrivare alla sua destinazione” scrive Linde Burkhardt, la designer tedesca che ci invita su percorsi sinuosi, sentieri, tragitti disegnati dalla natura e
a scoprire l’incanto insito in ogni viaggio. Un suo oggetto di studio costante è rappresentato dall’influenza che i luoghi e gli oggetti esercitano sulle persone. In questa logica ha disegnato per Fornace della Cava, di Maria Rosaria Perdicaro queste decorazioni ceramiche con sculture in acciaio che appaiono come punti fermi lungo i tra-
vagliati, ma allo stesso tempo morbidi, percorsi in rilievo. Monofusioni interamente formate, spatolate e decorate a mano per impreziosire ogni abitazione e traslare al suo interno una più profonda spiritualità. Sfondo ideale per queste ideazioni è il prugna, uno dei nuovi colori, appositamente concepiti
LINDE BURKHARDT
Nata a Singen am Hohentwielm (Germania) nel 1937, studia a Zurigo e si specializza a Berlino e Amburgo. La Burkhardt è una donna poliedrica, ricca di interessi e molto attiva: insegna, dipinge, progetta e organizza mostre. Ad Amburgo si è occupata di interventi nello spazio pubblico con il gruppo Urbanes Design. La sua ricerca nel campo del design riguarda lo studio plastico delle forme, le relazioni con il mondo delle lettere e dei segni, la potente influenza che il colore esercita sulle persone. Ha disegnato tappeti e ceramiche per Driade ed è stata incaricata da Alessi di studiare possibili abbinamenti tra acciaio e ceramica, oggi esposti al Museo Alessi a Crusinallo. Ultima sua creazione sono appunto i Percorsi, inseriti nella collezione Kublaigiar.
per interpretare la filosofia e le atmosfere oniriche del Kublaigiar, un intreccio di culture e passioni contrastanti in equilibrio tra Oriente e Occidente. Il colore dello spirito, in grado di agire sull’inconscio, dando forza interiore ed ispirazione. Rappresenta il valore medio tra terra e cielo, tra passione e intelligenza, tra amore e saggezza.
Monofusione interamente formata, spatolata, decorata a mano e con incastonate sculture in bronzo.
Riciclare in architettura - Scenari innovativi della cultura del progetto A cura di Virginia Cangemi Clean - www.cleanedizioni.it Pp 330 - 30 euro Il testo raccoglie i risultati di una ricerca a cui hanno partecipato cinque Università italiane e propone un nuovo modo di progettare e di costruire in architettura, in funzione della tutela ambientale. Attraverso l’analisi di esperienze già condotte in altri Paesi, l’individuazione di processi di progettazione e produzione che recuperano e trasformano la materia prima attraverso la strategia del riciclo Bovisa in una goccia Nuovi equilibri per un quartiere in trasformazione di Francesca Cognetti - Polipress, www.polipresseditore.it 128pp - 8,00 euro Milano, 2007, il tessuto del quartiere Bovisa e le grandi aree industriali che hanno segnato il suo passato si sono modificati caratterizzando questa parte del territorio come una porzione periferica ma fortemente attrattiva, legata sempre più saldamente ai temi della ricerca, della formazione e della creatività, senza comprometterne totalmente la dimensione storica locale. La ricerca si interroga Trattato di architettura Renato De Fusco - Editori Laterza www.laterza.it - 348 pp - 36,15 euro Un trattato che aiuta a recuperare la visione complessiva di questa disciplina, uno strumento per conoscere e praticare oggi il mestiere di architetto. Consolidato e nuovo si uniscono in queste pagine che utilizzano solide metodologie e sperimentazioni inedite: storicismo, strutturalismo, semiologia, tendenze del razionalismo, del
si configura un nuovo scenario per l’architettura del futuro, dove bisognerà programmare il ciclo di vita, i tempi e le modalità per una dismissione controllata, evitando demolizioni traumatiche per l’ambiente e per l’economia urbana.
sul trasferimento di questo “modello spontaneo” all’interno di una politica in cui la valorizzazione di un ampio campo di risorse economiche, sociali e territoriali, può costituire elemento di innesco di positivi processi di sviluppo.
post-modern e del decostruttivismo si affiancano a nuove proposte, al fine di creare una griglia di criteri e norme.
designcontest /
Oltre l’automobile
Un tocco luxury al mondo del caffè
1.200 adesioni e 300 prototipi per la prima edizione di C-Design di Citröen
Premiati a Milano i vincitori del concorso di design Nespresso CoffeeLuxury. 334 i lavori presentati dagli studenti di design di tutto il mondo
P
er premiare i progetti vincitori del premio internazionale C-Design: Combine, Connect, Create, Citröen ha scelto l’ultimo piano del grattacielo Pirelli, location inusuale per un concorso originale, che chiedeva di progettare oggetti di uso comune a partire dal riutilizzo di 100 diversi componenti di automobili. Del resto l’innovazione, stilistica oltre che tecnica, è nel Dna di Citröen, che con il designer italiano Flaminio Bertoni ha dato vita nei decenni a vere icone del mondo automobilistico come la 2CV, la Traction Avant (11 BL) e la DS (in francese Déesse, dea). L’adesione al concorso ha superato tutte le aspettative, con 1.200 iscrizioni e 300 prototipi consegnati da 40 Paesi, tra i quali sono stati selezionati i 10 finalisti e infine i 3 vincitori. Il primo premio di 10.000 euro è andato al bulgaro Ognyan Bozhilov per la sua Citröen sledge: non proprio un oggetto di uso comune ma bello e visionario; secondo premio di 6.000 euro a Roland Kaufmann, austriaco (che si è guadagnato anche una menzione speciale per la forza comunicativa del Citröen Kite, un aquilone double-chevron) per il suo geniale e ironico tombino stradale composto da un cerchione Citröen. Infine, terzo premio al giovane romano Valerio Stramaccioni per il nuovo complemento d’arredo cparé, costruito con cristalli delle vetture. Da ricordare l’ironica Citronette, l’immaginaria baguette che riproduce il marchio Citröen creata da Francesco Costacurta che noi proponiamo diventi il logo della seconda edizione del concorso.
C
Dall’alto: c-paré di Valerio Stramaccioni, Citröen sledge di Ognyan Bozhilov e Citröen drain di Roland Kaufmann
offeeLuxury è stato il tema della seconda edizione del concorso Nespresso Design Contest che ha invitato gli studenti di design di tutto il mondo a esplorare il lusso come stato mentale, modo di pensare, costante ricerca di qualità, perfezione e raffinatezza anche (e sopratutto aggiungiamo noi) nella semplicità. Il concetto di lusso è molto importante per Nespresso che lo persegue attraverso caffè porzionati Grand Cru, macchine da caffè eleganti e un puntuale servizio alla clientela. Una giuria composta da designer internazionali ha selezionato i tre vincitori su un totale di 334 lavori presentati. Il primo premio è stato conferito a Hanika Perez e Brice Genre della Université Toulouse Le Mirail (Francia) per il progetto Untitled, un’originale macchina da caffè “a schermo piatto” che cambia aspetto grazie all’aumento progressivo della temperatura dell’acqua. Secondo Andreas Diefenbach della Staatliche Akademia der bildenden Kunste Stuttgart (Germania) con Pearl, una macchina da caffè a forma di perla in ceramica e metallo ricoperto di oro rosso. Dedicato a chi viaggia in aereo il progetto terzo classificato: Enjoy it while flying di Telekes Tamás della Moholy-Nagy University of Art and Design di Budapest (Ungheria). Menzione speciale ai coperchi ideati per preservare l’aroma del caffè e riconoscere la propria tazzina messi a punto da François Saububray della EID Tolone (Francia).
Untitled
Pearl
Enjoy it while flying
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