IoArch 19 - Sep 2008

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Torino, due torri disegnano la nuova porta di Spina Uno

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Marketing e architettura

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Intervista con Luisa Bocchietto nuovo presidente ADI

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settembre 2008

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XXIII CONGRESSO MONDIALE DEGLI ARCHITETTI

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l 23° Congresso mondiale degli architetti dell’UIA è stato un notevole concentrato di eventi e di dibattiti sul tema attuale e, in parte, rivoluzionario: “Trasmettere l’architettura”. Dopo anni di isolazionismo intellettuale, l’architettura sta infatti ricominciando a dialogare nuovamente con la collettività. È una pratica di cui si era ormai persa la memoria: l’architettura Moderna, assorbita dagli imperativi funzionalisti, dal simbolico ammutinamento contro la storia e dal ruolo demiurgico dell’architetto, l’aveva progressivamente abbandonata. Il “populismo-pop”, alla Robert Venturi, l’aveva ripresa, ma quasi esclusivamente in chiave simbolica e di ironica reazione al Moderno. Il Post-Modernismo razionalista degli anni ’70 e ’80 l’aveva rifiutata, se non addirittura disprezzata, barricandosi nelle aule. Testi come From Bauhaus to Our House di Tom Wolfe (1981, trad. Maledetti Architetti) o frasi del tipo: “…se incontri un architetto, picchialo senza pietà” citata, tra gli altri, nel documentario Sketches of Gehry, hanno origine in questo clima, e indicano uno scollamento totale tra le aspettative del pubblico e il lavoro degli architetti, visti come pericolosi traduttori di ragionamenti assurdi in forme costruite. Ultimamente, il progressivo riavvicinamento tra pubblico e architettura, spinto in gran parte dell’accresciuta consapevolezza del valore aggiunto dal “buon design” in termini di marketing culturale e aziendale, si sta sviluppando con gran forza, anche se talvolta con spettacolarità gratuita, alimentato da una formidabile macchina pubblicitaria. Il Congresso di Torino ha anticipato il dibattito su questo tema, con il grande merito di saperlo ridimensionare e mantenere sotto controllo, evitando di rivolgerlo esclusivamente alle superstar del momento: promuovendo architetti emergenti, coinvolgendo teorici notevoli come Michael Sorkin, e premiando architetti di grandissimo valore, ma semisconosciuti, come Teodoro González de León. Carlo Ezechieli

L’architettura

nella società globale Si moltiplicano gli appuntamenti e i partecipanti agli eventi legati all’architettura. Momento favorevole al superamento di una visione disciplinare volta al singolo manufatto per giungere a una professionalità consapevole del proprio ruolo sociale

I

Il XXIII Congresso mondiale degli architetti, organizzato a Torino dal 29 giugno al 3 luglio dall’UIA (Unione Internazionale Architetti) e dal CNAPPC (Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) ha riscontrato una partecipazione che certamente è possibile definire straordinaria sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Gli iscritti, provenienti da 119 diversi paesi, sono stati oltre 10mila, i giornalisti accreditati 300, di cui oltre 100 stranieri, più di 600 relatori hanno animato oltre 100 sessioni di lavoro programmate al Lingotto di Renzo Piano. Alcuni grandi ARCHIVISION /

La richiesta di parlare di architettura contribuisce concretamente a determinare l’evoluzione dell’architetto in un operatore territoriale pienamente consapevole del proprio ruolo sociale

nomi della cultura architettonica mondiale, da Kengo Kuma a Massimiliano Fuksas, da Mathias Klotz a Peter Eisenman, da Terunobu Fujimori a Dominique Perrault, hanno tenuto le loro affollatissime lectio magistralis nel Palavela progettato da Pier Luigi Nervi. Incontri, conferenze, dibattiti, mostre e numerosi eventi collaterali per alcuni giorni hanno trasformato Torino nella capitale mondiale della nostra disciplina, fornendo una panoramica trasversale ai molti argomenti che collegano architettura e società, focalizzando l’attenzione dei partecipanti su quali

Città aperta al futuro

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ome si chiama la nuova Torino nata tra il 1984 e il 2006? È una città già adulta, bambina, adolescente? Ed è donna o uomo? Che stile di vita esprime? E le architetture, ne sono lo scenario ideale, generano i pensieri e le illusioni coerenti, oppure no? Camminando nelle architetture della città, si hanno due impressioni, che si precisano confrontando gli oggetti con le politiche:

L’INTERVISTA / MARIO VIANO

Torino, crescita

condivisa Dal vecchio Piano regolatore a un documento su cui aprire la discussione per tracciare il percorso dello sviluppo futuro. In chiave metropolitana

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orino cresce e si trasforma. Una trasformazione che le darà un nuovo volto, ma che procede con il chiaro obiettivo della conservazione della propria identità e del coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici, sociali della città. Far convivere sviluppo e consenso è possibile? Torino risponde di sì. E apre lo sguardo al nuovo orizzonte metropolitano. A pochi giorni dalla pubblicazione degli “Indirizzi di politica urbanistica” abbiamo intervistato l’assessore all’urbanistica, edilizia privata e patrimonio del comune di Torino, Mario Viano. continua a pag. 2 >>>

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non esiste più un tempo lineare. Non viviamo in una diacronia, ma in una sincronia; la somma dei luoghi e delle provenienze degli abitanti dà vita a una città senza un tempo precisato e anche i ritmi della città sono multipli. Ci si alza ad ore diverse, si consuma territorio in orari diversi. Spesso si arriva anche al conflitto. Le piazze deserte o quasi al mattino, mentre tutti gli abitanti delle case che vi si affacciamo sono appena usciti per spostarsi al lavoro, sono dense di fruitori la sera e la notte, mentre gli stessi spazi privati tornano ad essere occupati. Non è un caso, anche se forse non era voluto: la riqualificaziocontinua a pag. 3 >>>


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