novembre/dicembre 2008
tecnologie
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archistudio
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Le nuove vie dei percorsi verticali
I nove di Cliostraat
progetto del mese
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Architettura sostenibile a Bergamo
archipremi
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BSI Architectural award
ANNO 3 numero 21 euro 2,50
www.ioarch.it Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Quell’urgenza
chiamata residenza
N
egli ultimi tempi la residenza, il “bene reale” e “solido” per eccellenza, è stata oggetto di un grande interesse a livello commerciale e speculativo. Un’attenzione che si è tradotta, malgrado i continui proclami di “progettazione sostenibile”, in un immenso mare di devastazione e spreco. Altrettanto formidabili sono stati gli investimenti ma, nonostante le innegabili urgenze in termini abitativi, inurbativi e migratori, il contributo richiesto finora all’architettura si è indirizzato non tanto alla residenza “comune”, che rappresenta la fascia dove più urge un contributo migliorativo, ma semmai al segmento “di lusso”, di iniziativa rigorosamente privata. Sono state proposte perfino self contained cities, anche se la loro progettazione, vuotata di ogni ardimento in termini di ricerca, consiste per lo più nella riproposizione di tipologie non solo note e consolidate, ma soprattutto ben visibili e commerciabili, come torri e grattacieli. In breve, una grande attenzione nei confronti della residenza, che però salvo rare eccezioni (tra queste val la pena di citare la casa da 100mila euro pubblicata in questo numero), non sembra aver avuto molte ricadute sull’architettura. Tutto questo anche se, proprio nella progettazione della residenza, risiede un notevole stimolo potenziale per l’evoluzione dei concetti di “forma libera”, così facilmente applicabili negli edifici-container ma che, nel caso della residenza, così funzionale, così concreta, e così tipologicamente “ordinaria”, perdono totalmente di efficacia. Carlo Ezechieli
ECOLOGICA, FLESSIBILE E A BASSO COSTO
Andavamo a 100K
MARIO CUCINELLA
Laureato presso la facoltà di Architettura di Genova nel 1987, ha fondato MC A a Parigi e a Bologna. Il suo lavoro è da sempre caratterizzato da uno specifico interesse per i temi legati alla progettazione ambientale e alla sostenibilità in architettura. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti sviluppando progetti su scale diverse: da edifici a ricerche tipologiche e tecnologiche, da studi sulle strategie ambientali per il controllo climatico a grandi progetti urbani. Si dedica inoltre alla ricerca di nuovi prodotti di design industriale. È Visiting Professor all’università di Nottingham.
Un’abitazione di 100 mq a 100mila euro in grado di risparmiare e produrre energia. È la proposta-provocazione dell’architetto Mario Cucinella
C
osto accessibile, profilo adattabile alle diverse esigenze e impatto ambientale ridotto sono i tre presupposti che danno vita al progetto della Casa 100K (100 mq, 100mila euro) di Mario Cucinella presentata alla Biennale di Venezia. Un progetto che nasce con l’intento di dare una risposta a domande di economicità, riduzione di emissioni inquinanti e comfort abitativo con una casa viva, colorata, che lascia spazio alle differenti identità e modalità di vivere. Il programma Casa 100K parte da un presupposto economico ed è insieme un manifesto e una sfida. Di fronte ad una promessa tanto attraente viene spontaneo chiedersi come verrà realizzata una casa capace anche di
produrre energia: armata di pannelli fotovoltaici, di sonde geotermiche, generatori eolici a pale elicoidali e attrattive tecnologiche minori al costo di 1.000 euro al mq. Quali sono o saranno i processi e le metodologie di costruzione, per ora espressi nella documentazione pubblicata sotto forma di opzioni e alternative? In quali contesti sarà possibile impiegarli? Il sistema support/infill proposto, ovvero una griglia strutturale primaria all’interno della quale introdurre tutti i “riempimenti” e le personalizzazioni necessarie, rivelatosi valido in passato, sembra una scelta senza dubbio interessante. Ma quali sono le economie di scala? Fino a che punto sarà possibile realizzare case in
grado di produrre energia? Probabilmente, dato il clima a basso tasso di HGT del Belpaese, nella maggior parte del territorio nazionale. Ma cosa succede in aree particolarmente fredde o torride? Si isola di più, d’accordo, ma sarà possibile farlo restando nel budget? Standard futuro Nonostante le questioni precedenti, che verranno inevitabilmente poste da pessimisti conservatori, la casa da 100mila euro é un progetto di portata notevolissima e che, nella certezza che un “investment wall” a prima vista imponente venga agilmente scavalcato, merita un supporto incondizionato. continua a pag. 2 >>>
HOUSING SOCIALE
Politiche della casa
in Europa
Modelli diversi per affrontare il mutato quadro sociale e le difficoltà della congiuntura economica
L’
aumento della popolazione anziana, dovuto alla crescita della speranza di vita, continua in tutta Europa, dove si registra una media di persone oltre i 65 anni pari al 17% (i picchi: 19,9 in Italia, 11,1 in Irlanda). A questa tendenza corrisponde l’aumento dei nuclei familiari e la diminuzione dei loro componenti
(oggi inferiore a 2,4 e in continua decrescita). Fenomeno simmetrico al primo è quello relativo alla crescita in molti Paesi (Spagna e Italia in testa) di giovani tra i 19 e i 30 anni che vivono con i genitori perché non sono in grado di realizzare una propria autonomia abitativa. Parallelamente si pone il fenomeno dell’immigrazione. Questi fenomeni
hanno messo in crisi sia le politiche nazionali dell’alloggio sia il mercato libero: il rapporto alloggi/nuclei familiari si è ridotto e la fragilità delle famiglie è aumentata. Ciò pone l’esigenza di nuove politiche di incremento del patrimonio di edilizia sociale (oggi il 15% dello stock abitativo). continua a pag. 3 >>>
L’INTERVISTA: RICHARD PLUNZ
Residenza
sviluppi e tendenze Dagli Usa all’Europa, le nuove vie di accesso alla residenza alla fine di un’era fondata sulla fiducia nella proprietà e nel mercato
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rofessore presso la Facoltà di Architettura della Columbia University, Richard Plunz è uno dei massimi studiosi di questioni legate alla residenza. Un tema esplorato in molte pubblicazioni in cui ha mirabilmente analizzato le principali questioni riferite all’alloggio sociale negli Stati Uniti. Profondo conoscitore di realtà internazionali, ha condotto progetti di ricerca e laboratori di progettazione urbana in contesti anche molto diversi tra loro, dallo studio sul Gowanus Canal a Brooklyn, New York, al progetto di reintegrazione e recupero entro una periferia urbana in costante espansione del complesso residenziale del Corviale a Roma: una delle poche self contained cities moderniste che abbia effettivacontinua a pag. 2 >>>
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Andavamo a 100K Molte delle soluzioni proposte sono decisamente brillanti e anticipano in sintesi considerazioni e soluzioni produttive, tecnologiche e abitativo-funzionali destinate a imporsi quale standard futuro. I materiali delle strutture (sviluppati da Italcementi), ad esempio, non provengono da materie prime, ma dal riutilizzo di altri materiali. In questo modo è possibile abbattere le emissioni di CO2 già in fase di produzione. Le caratteristiche del materiale ne permettono poi il riutilizzo in fase di dismissione. Interessante è anche il profilo a livello gestionale e organizzativo. Gli schemi di aggregazione delle singole unità tipologiche permettono di formare condomini o complessi residenziali all’interno dei quali
è prevista la presenza di una serie di servizi comuni funzionali a ogni famiglia partecipante, azzerando la polverizzazione e la reiterazione di energivori oggetti-strumenti a favore di un’unificazione in grado di produrre risparmi in termini di acquisto, gestione e manutenzione. Dal locale lavanderia al sistema di raffrescamento, dal sistema di aspirazione-polvere centralizzato a quello di smaltimento e compattamento dei rifiuti a servizi di car-sharing. Si tratta di un’applicazione del concetto di “de-materializzazione”, ovvero di conversione di un bene in un servizio, teorizzato tra gli altri da Paul Hawken. Un principio che si è rivelato un punto di leva fondamentale per l’abbattimento di costi e sprechi energetici.
Per concludere, la casa 100K contiene risposte a molte delle principali e più attuali questioni nel campo abitativo: un alloggio di alta qualità architettonica e costruttiva, energeticamente ed ecologicamente responsabile che, pur rispondendo alle esigenze individuali, possa essere replicato in serie a un prezzo abbordabile. È un progetto che riprende lo spirito di altri, dalla Maison Domino di Corbu alle
Case Study Houses di John Entenza, che hanno proposto modi differenti di intendere l’abitare o di formulare soluzioni ai problemi dell’abitare. Ed è proprio della capacità di immaginare e realizzare soluzioni di questo tipo che necessita la cultura architettonica attuale, post-moderna, camaleontica e multiforme, troppo spesso veneratrice della pura apparenza. In prima e nelle immagini a fianco: progetto di condominio con alloggi a 100K (MC A). Con un fronte strada chiuso (a sinistra) gli edifici si aprono invece alla vita comunitaria sul lato interno (a destra). Le dotazioni energetiche prevedono (in alto) geotermia per il riscaldamento radiante, coperture allungate e frangisole che ospitano pannelli fotovoltaici, “minieolico” condominiale.
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Residenza
sviluppi e tendenze
RICHARD PLUNZ
Ha insegnato al Rensselaer Polytechnic Institute, alla Pennsylvania State University e ricevuto incarichi di Visiting Professor dalla Katholieke Universiteit Leuven e dal Politecnico di Torino. Nel ‘77-80 è stato Chairman della Divisione di Architettura della Columbia University dove dal 1992 è direttore dell’Urban Design Program. Nel 1991 gli è stato riconosciuto l’Andrew J. Thomas Award per il suo lavoro nel campo della residenza sociale. Tra i suoi libri: Housing Form and Public Policy in the United States (1980); Design and the Public Good. Selected Writings, 1930-1980 (by Serge Chermayeff, 1982); A History of Housing in New York City. Dwelling Type and Social Change in the American Metropolis (1990).
mente trovato realizzazione. Lo intervistiamo sul tema della residenza, profondamente legato sia ai recenti problemi a livello finanziario sia agli ultimi eventi a livello politico negli Stati Uniti. La residenza era il soggetto principale della ricerca del
Movimento Moderno. Cosa pensa degli sviluppi attuali e quali sono i rapporti con le ultime turbolenze a livello economico? È un dato di fatto che negli Stati Uniti l’abitazione stia riemergendo quale questione “legittima” in un dibattito architettonico di alto livello. Questo è legato al pendolo della politica nazionale che ha segnato un ritorno dalla Destra al Centro e al fashion side della cultura progettuale che è molto sensibile a queste tendenze. La realtà della produzione in campo residenziale è comunque piuttosto triste. In Europa le cose sono differenti: qui la residenza non è mai stata mercificata quanto negli Stati Uniti. Pensa che la residenza sociale, della quale esiste tuttora un forte bisogno, abbia un futuro nei paesi più industrializzati? L’accesso alla residenza deve essere considerato un diritto umano fondamentale sia nei paesi sviluppati sia nelle economie in via di sviluppo. La realtà è che nelle economie sviluppate la maggior parte degli interventi sono, in un modo o nell’altro, sociali, ovvero sovvenzionati con forme di sussidio differenziate in base, ovviamente, al livello di reddito. Ciò che deve accadere ora, specialmente negli Stati Uniti, è un nuovo bilanciamento
delle sovvenzioni tra la popolazione a censo più alto e quella a censo più basso. E dovremo finalmente accettare per la richiesta di alloggi, come per altre imprescindibili necessità sociali, che il governo rivesta un ruolo fondamentale, specialmente nei confronti delle fasce di popolazione economicamente più svantaggiate. L’attuale quadro di crisi economica ci pone inoltre alla fine di un’era fondata sulla cieca fiducia nella proprietà e nel mercato (che si è rivelato miseramente fallimentare), quali strumenti di soluzione della questione residenza.
di attività di produzione residenziale più orientato verso la fascia alta. Ed è cosi che, tranne che per esperienze personali di esplorazione e contatto con varie realtà globali o per sentito dire, di fatto si conosce molto poco. La Corea del Sud ad esempio sta attualmente riesaminando un’intera generazione di produzione a livello residenziale. È un programma che coinvolge un’amplissima gamma di campioni progettuali e centinaia di migliaia di unità. Anche se non viene considerata news dai media internazionali, è un’esperienza notevole.
Quali ritiene siano le esperienze recenti più significative in termini di architettura residenziale a livello internazionale? È una domanda difficile, dato che i media internazionali nel campo dell’architettura e del design, dai quali noi tutti dipendiamo, hanno dato priorità assoluta a uno spettro molto limitato
Qualche esperienza del passato di taglio sperimentale nel campo della residenza sociale in Italia si è rivelata infine piuttosto fallimentare. Tra gli altri il Corviale di Roma, sul quale lei ha recentemente sviluppato un progetto con l’Università La Sapienza. Può descriverci qualche dettaglio?
Nel corso del nostro lavoro ho acquisito nuovo rispetto per gli ideali su cui si è sviluppato il progetto del Corviale, rendendomi conto, allo stesso tempo, delle profonde limitazioni del quadro economico e culturale in cui questo intervento ha avuto origine. Credo che, in fondo, sia un programma del tutto impensabile e irrealizzabile nel contesto attuale. Nonostante tutto continua a soddisfare necessità chiaramente identificabili, anche se il suo livello di attrattività è davvero molto basso. Non mi sento comunque in condizione di biasimare il progetto per sé, come fanno molti altri. Credo infine sia possibile trovare e introdurre strategie di intervento molto concrete e tali da risolvere veramente i problemi del Corviale, e questo può rappresentare un contributo enorme alla ricerca sull’alloggio sociale, dovunque. Qual è la sua analisi della situazione attuale in Italia per
Il serpentone a sud-ovest di Roma
Autentico “diaframma che indica la conclusione della città e l’inizio della campagna” (Bruno Zevi) l’edificioquartiere sulla Portuense, il Corviale (1972-1982) trae ispirazione dall’Unità d’abitazione di Le Corbusier a Marsiglia (1947-52). Fonte di infinite polemiche (gli venne imputata anche la scomparsa del famoso “ponentino” romano), è stato disegnato dall’architetto Mario Fiorentino, che tra il 1972 e il 1975 ha coordinato un team di 20 progettisti su incarico dello IACP della Provincia di Roma. L’elemento caratterizzante è la stecca in cemento armato lunga più di 900 metri (il “serpentone”), alta 9 piani e divisa in cinque unità, che ospita 1.200 appartamenti. Altri edifici residenziali completano l’insediamento, mai terminato invece per quanto riguarda le strutture di servizio e i necessari collegamenti con il resto della città.
L’insediamento del Corviale
quanto riguarda l’architettura residenziale, e quella sociale in particolare? Ammetto di non conoscerla in modo sufficientemente approfondito, ma nel periodo di crisi economica globale che si sta profilando attualmente posso certamente vedere l’Italia e tutta la Comunità Europea come una realtà di gran lunga più adattabile agli imperativi di cambiamento negli stili di vita che presto ci investiranno. Molto più degli Stati Uniti, dove lo “Stile di Vita Americano” ha prodotto, per la maggior parte della popolazione, un repertorio di soluzioni abitative molto limitato e tendente allo spreco: sostanzialmente nella forma di varianti alla casa unifamiliare. In Italia esiste già una struttura dell’abitato capace di garantire alternative e, allo stesso tempo, una cultura che non ha mai fatto completamente suo un criterio di mercificazione dell’alloggio. A questo si aggiunge un approccio piuttosto differente nei confronti dei consumi. Quali sono gli elementi di buona architettura o sviluppo residenziale? Aperta a tutti; mix economico e culturale; un adeguato accesso a livello infrastrutturale, in particolare i trasporti; possibilità di scelta in termini di stile di vita, nell’ambito di limiti ragionevoli a livello di sostenibilità ambientale. Attrattive spaziali minime? Naturalmente, ma queste ultime sono solo una piccola parte dell’equazione. Carlo Ezechieli
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Politiche della casa
in Europa Più modelli L’Europa non ha competenza diretta sulla questione abitativa, che è gestita con diverse modalità in base ai modelli di intervento, al target di riferimento e agli operatori dell’edilizia sociale nei diversi Paesi. Riguardo i primi si possono identificare tre linee: il modello nordico, con una grossa quota di patrimonio sotto controllo pubblico con funzione calmierante del mercato, associato ad aiuti alla persona per i ceti deboli; il modello Europa centrale con un patrimonio di alloggio sociale con funzione di supporto ai ceti deboli e medi associato ad aiuti alla persona; il modello Europa del sud con una quota ridotta di patrimonio di alloggio sociale riservato ai ceti deboli, associato a politiche mirate anche alla proprietà della casa. In relazione al target di riferimento si hanno tre nuove suddivisioni: alloggio sociale per i più deboli economicamente e per gli emarginati (Inghilterra e Irlanda); alloggio accessibile a tutti (Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia); alloggio per i lavoratori nei Paesi che hanno associato la crescita economica alla creazione di una classe di lavoratori cui assicurare condizioni di vita degne (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Belgio). Rispetto agli operatori dell’edilizia sociale si possono identificare quattro modalità: intervento tutto pubblico per i più deboli (Irlanda del Nord, Italia, Spagna, Grecia) o per tutti (Svezia); mix di operatori pubblici, para-pubblici e senza scopo di lucro (Francia); settore privato senza scopo di lucro o con lucro limitato (Austria, Inghilterra, Olanda); banalizzazione totale degli operatori (Germania) dove il sistema si basa su un convenzionamento generalizzato. Un tema all’ordine del giorno nei Paesi europei è la privatizzazione degli alloggi sociali, che comprende sia la cessione delle proprietà immobiliari dello Stato a privati, sia a proprietari sociali indipendenti. Ciò significa l’abbandono del supporto dello Stato al settore dell’affitto sociale, ma definisce anche politiche che promuovono l’edilizia privata, la proprietà della casa e il passaggio da un settore dell’affitto sociale distribuito a uno sempre più residuale per i poveri.
Le prospettive In tutta Europa la questione della casa è tornata a essere una preoccupazione in primo piano. Le domande in graduatoria hanno ovunque dimensioni impressionanti: in Francia 1,3 milioni di famiglie, in Inghilterra 1,7 milioni, in Italia 600 mila. A fronte di ciò le strategie della politica della casa si stanno evolvendo verso un riequilibrio delle tendenze storiche: i Paesi con scarso patrimonio di alloggi in affitto sociale si organizzano per disporre di un’offerta sufficiente per rispondere alla scarsità di risorse che non permette di accedere ai prezzi di mercato; i Paesi con importanti patrimoni in affitto e alto indebitamento pubblico si liberano progressivamente dei propri alloggi a favore degli occupanti. Il settore privato è sempre più interessato a occuparsi dell’alloggio sociale, tuttavia mancano le regole per una fattiva collaborazione con il pubblico. Infine, la crisi finanziaria mondiale sta modificando i dati del problema casa, sul piano della domanda e dell’offerta. Sulla prima essa incide in modo pesante nei Paesi con un forte tasso di proprietari, in quanto la precarizzazione dei rapporti di lavoro rende difficile mantenere l’impegno dei mutui. Sul piano dell’offerta rende più difficile l’accesso al credito da parte degli investitori e rischia di rendere più difficile l’equilibrio finanziario degli investimenti nell’affitto. Gli operatori dell’edilizia sociale si stanno organizzando per rispondere a questa nuova sfida. In Italia si rileva una nuova attenzione per la casa in affitto da parte di investitori privati, in particolare del settore etico (fondazioni bancarie e cooperative di abitazione), che propongono alloggi in affitto a prezzi inferiori a quelli di mercato, grazie alla possibilità accordata da alcuni Comuni e Regioni di ricevere aree gratuite e contributi alla costruzione. Il settore dell’affitto “intermedio” si rivela un’importante prospettiva per il futuro: risponde al bisogno di casa di parte della popolazione esclusa da ogni aiuto a causa del reddito superiore a quello dell’edilizia pubblica, che oggi non trova più risposta nel mercato. Anna Maria Pozzo
Il piano casa Mentre scriviamo è in fase di analisi da parte delle Regioni il cosiddetto Piano Casa. La bozza di DPMC prevede un finanziamento statale fino al 30% degli alloggi da affittare a canone sostenibile, anche trasformabile in riscatto; un contributo extra di 10.000 euro se gli alloggi conseguono un fabbisogno energetico inferiore del 50% rispetto a quello richiesto dal Dlgs 192/2005; l’obbligo di locazione per almeno 25 anni a un canone non superiore al 70% del canone concordato. Concluso tale termine verrà offerta agli inquilini un’opzione di acquisto, in forma individuale o collettiva, a un prezzo pari al costo iniziale dell’abitazione rivalutato dell’inflazione reale registrata tra la data di rilascio del certificato di agibilità e il momento dell’offerta. L’offerta avverrà nel caso in cui gli inquilini abbiano mantenuto un tasso di morosità inferiore al 5% e non abbiano danneggiato l’alloggio. In seconda battuta gli alloggi potranno essere offerti, alle stesse condizioni, al Comune; in ultima istanza potranno andare sul libero mercato.
ANNA MARIA POZZO
In prima pagina e qui sopra: il Villaggio Olimipico di Torino, lotto 4 (Camerana/Rosental), foto di R. Goerner. La progettazione collettiva (un team internazionale di 15 studi di architettura coordinato da Benedetto Camerana) ha dato vita a un insediamento articolato dove la densità non penalizza il benessere abitativo e bioclimatico e la varietà formale e tipologica. Sotto, il complesso abitativo comunitario Guglmugl (Les Palétuviers) a Linz (arch. Matzinger-Hollriegel), composto da singole unità raggruppate attorno a un'area di ritrovo che può essere usata tutto l'anno indipendentemente dalle condizioni climatiche.
Flashalessandrobelgiojoso Shanghai. La torre cresce, le vecchie case della Cina degli anni Settanta vanno scomparendo.
Architetto, direttore tecnico di Federcasa dal 1985. Si occupa in particolare di problemi di riqualificazione urbana e di rapporti internazionali. Dal 1988 al 1997 è stata responsabile della segreteria di Europan. Dalla stessa data partecipa alle attività del Cecodhas (Comité Européen de Coordination de l'Habitat Social), che svolge un ruolo di promozione e coordinamento dell'edilizia residenziale sociale, dove è relatore del gruppo di lavoro Sviluppo Urbano Sostenibile. È stata responsabile di ricerche sull'edilizia residenziale pubblica svolte per conto del CER e del CNR.
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brevi / camilla morlacchi positivi sull’ambiente, porta a significativi ritorni economici sia in termini di riduzione dei costi industriali e in materie prime sia di vantaggi competitivi sui mercati internazionali. Con il marchio Green Made l’azienda di maniglie e complementi d’arredo di Terno d’Isola (BG) certifica un progetto avviato quattro anni fa che con un investimento di 7 milioni di euro ha ridotto significativamente le emissioni di polveri e il consumo di metano e nichel. Un processo tuttora in corso che comporta l’introduzione di una nuova cultura organizzativa e di impresa. www.colombodesign.it
Un’anteprima della
Milano che verrà
L
e torri di CityLife fanno da sfondo al nuovo centro congressi che nasce dalla rifunzionalizzazione dei padiglioni 5 e 6 di Fieramilanocity. Mario Bellini ridisegna i suoi padiglioni per ricavarne il più grande centro congressi d’Europa, con un totale di 18.000 posti a sedere, un auditorium da 1.500 posti, una sala plenaria per 4.500 persone, altre 73 sale modulari e 54.000 mq espositivi a supporto. L’intervento, che si inquadra nel più ampio progetto di trasformazione dell’intera area nord-ovest di Milano, prevede anche la valorizzazione degli 800 metri di camminamento sopraelevato a pergolato dell’attuale stecca, creando un percorso ciclabile a quota +7 che alla fine collegherà Parco Sempione al Monte Stella. Elemento caratterizzante e unificante del nuovo intervento la grande copertura aerea, argentea e semitrasparente (Bellini la descrive come una cometa, per la sua “coda” di 200 metri che scende a coprire l’ingresso) delle nuove volumetrie, con fotovoltaico integrato capace di rendere energeticamente autosufficiente il nuovo centro congressi. Il progetto è stato presentato ufficialmente lo scorso 14 novembre da Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano, Leonardo Carioni, presidente di Sviluppo Sistema Fiera, l’on. Maurizio Lupi, a.d. di Fiera Milano Congressi, e Carlo Masseroli, assessore allo sviluppo del territorio del comune di Milano. Presenti il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente della provincia Filippo Penati e il presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni.
UN’ONDA METALLICA PER IL CENTRO SERVIZI * YACHTING LAB NAVICELLI
Per l’ampliamento della sede della Navicelli SpA, società pubblica che gestisce i servizi dell’omonima idrovia e del porto di Pisa, l’architetto Roberto Pasqualetti ha progettato tre “onde” rivestite con nastri di alluminio Prefalz® di Prefa dello spessore di 7 mm aggraffate alla copertura e alle pareti dell’estensione di 2.000 mq e “appoggiate” all’edificio esistente, una curiosa costruzione a forma di nave degli anni ’20. Per il rivestimento di facciata è stato invece applicato un profilo ondulato forato che chiude l’edificio dall’esterno ma non impedisce la vista dall’interno. Il centro ricerche nasce al servizio della filiera della nautica da diporto che si è sviluppata in Darsena e lungo i
LA MEMBRANA FOTOVOLTAICA DERBISOLAR * Impermeabilizzazione e produzione di energia in una sola mossa: la nuova
membrana che Derbi-gum ha presentato a SAIE unisce una base impermeabile ai pannelli fotovoltaici di tipo amorfo prodotti da Unisolar®. Particolarmente leggero, Derbisolar è adatto per coperture con bassa portata di peso e per realizzare impianti fotovoltaici a limitato impatto estetico in totale integrazione architettonica (con i conseguenti vantaggi dal Conto Energia). www.derbigum.it LA CRISI VELOCIZZERÀ L’INNOVAZIONE * È la conclusione di Federico Della Puppa (IUAV), uno dei relatori di
16 km del canale, costruito in epoca medicea, che congiunge il porto di Pisa a quello di Livorno.
Constructa 2008, che vede nella promozione pubblica di interventi diffusi sul territorio - e non solo nelle grandi opere - il volano in grado di far ripartire gli investimenti e la crescita. Con particolare attenzione alla rigenerazione, che nei prossimi anni costituirà la parte più consistente dell’attività nel mercato delle costruzioni. La tre giorni veneziana organizzata da fischer Italia, con 8 workshop, 50 relatori e 600 partecipanti è stata un fondamentale momento di dibattito per l’intera filiera.
* I WALL DECOR DIUnaOLIVIA collezione di 150 decori vinilici, declina-
ti ciascuno in 30 diverse varianti cromatiche per arredare con singolari effetti trompe l’œil casa e studio: è la proposta di Olivia Couture, laboratorio creativo milanese nato dalla sensibilità di Tiziana Gabbani e Francesca Mariani, milanesi, diplomate all’Accademia di Comunicazione, coppia creativa già attiva nel mondo della moda e della pubblicità. Il sito www.oliviacouture.it permette di visualizzare l’intera gamma, guida passo passo nell’applicazione e offre un servizio di e-commerce.
I VINCITORI DI ALLUMINIO/INNOVAZIONE * La riconversione di un rudere in centro enogastronomico a Genzano di Lucania (Fabio Lovaglio e Gianluigi Branciroli, UniPescara-Chieti); la riqualificazione di una scuola media con l’uso dell’alluminio nei sistemi di oscuramento di facciata e di rifrazione della luce dal cavedio interno (Elena Covili e Roberto Balduzzi, PoliMI); alluminio, policarbonato e cemento per un polo culturale diffuso capace di ridisegnare un intero quartiere periferico a Milano (Luca Rudelli e Ermanno Cirillo, UniPavia): sono i tre progetti vincitori del premio Alluminio/Innovazione istituito dal Politecnico di Milano e da Novelis in collaborazione con Almeco. Controllata dal gruppo indiano Hindalco, primo produttore di alluminio al mondo, Novelis, presente in Italia con 2 stabilimenti e 4 centri distributivi, vanta un’esperienza di più di 40 anni nel settore dell’alluminio preverniciato (coil coating).
* GOBBETTO: I PRIMI 50 ANNI Da commodity industriale a mate-
riale dell’arte, dell’architettura e del design: questa la scommessa di Giancarlo Gobbetto, imprenditore, sperimentatore e artista che ha trasformato la resina nella pietra filosofale che avrebbe consentito di disegnare nuovi mondi. Progetto grafico di Italo Lupi, curato da Fortunato D’Amico, il volume Gobbetto: i cinquant’anni, presentato in Triennale Milano lo scorso 20 ottobre e all’Auditorium Parco della Musica di Roma il prossimo 5 dicembre ripercorre la storia della re-sina, dal monolitico sintetico Monosint all’epossidico fluorescente e termosensibile Poliepo. E degli architetti e artisti che l’hanno utilizzata. www.gobbetto.com
ECO-COMPATIBILI CONVIENE * La strada intrapresa da Colombo Design dimostra che perseguire la
sostenibilità ambientale nei processi produttivi, oltre agli effetti
FRANK LLOYD WRIGHT PRIVATO * Tony Vaccaro fotografò Frank Lloyd Wright nel 1957, per la rivista Look.
Vaccaro trascorse con il grande architetto 15 giorni nella grande tenuta di Taliesin, nel Wisconsin, dove Wright viveva e insegnava. Wright aveva 90 anni, Vaccaro 35. Ne nacque un ritratto inedito che è diventato il soggetto della mostra, sponsorizzata da fischer Italia, presentata in anteprima a Constructa 2008 e visitabile, fino al 20 novembre, ai Giardini della Biennale a Venezia. Il catalogo che l’accompagna, oltre alle straordinarie immagini di Tony Vaccaro, riporta il testo esclusivo di una intervista audio a Frank Lloyd Wright in cui il grande architetto parla della sua vita e dei suoi concetti di architettura organica. Mostra e catalogo a cura di Andrea Morelli. Realizzazione: associazione Balbino del Nunzio di Padova.
Organo ufficiale dell’Associazione International Centre of Environmental Design
Direttore responsabile Sonia Politi Direttore scientifico Carlo Ezechieli Art Director Tuny Parrella Redazione Nadia Rossi (caporedattore), Roberta Basaglia, Alice Gramigna, Elena Sauter, Koki Yoshida, Mariella Zoppi Rubriche Daniela Baldo, Alessandro Belgiojoso, Mara Corradi, Davide Crippa, Sara Ferrario, Nora Fumagalli, Camilla Morlacchi, Marco Penati, Joe Zaatar © Diritti di riproduzione riservati.
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Passaggio sulle cascate di Gudbrandsjuvet Come il design avvicina alla fruizione di un luogo senza diventarne il protagonista
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e cascate di Gudbrandsjuvet sul fiume Valldøla sono famose in Norvegia poiché, per quanto non particolarmente alte, suscitano fascinazione in chi le visita. Lo stretto e profondo taglio che il fiume ha inciso nella roccia, continuando ad eroderla, forma una suggestiva scogliera. In autunno una grande massa d’acqua si scarica dai ghiacciai provocando un ruggito che risuona in tutta la valle. Ogni anno migliaia di turisti transitano dalla località di Geiranger fjord verso Trollstigen e si fermano a visitare le cascate. Per questo nel 2003 è iniziato un progetto di valorizzazione del paesaggio di Gudbrandsjuvet. Lo studio norvegese Jensen & Skodvin a cui è stato affidato ha previsto piattaforme di osservazione, ponti, un centro servizi e un hotel panoramico composto da piccole residenze indipendenti distribuite lungo il fiume. Gli interventi, con un comune filo conduttore concettuale nel rispetto e nella valorizzazione del contesto, si sono sviluppati secondo espressioni formali differenti derivanti soprattutto da scelte materiche distinte. La piattaforma belvedere principale a sbalzo è una lastra di acciaio dello spessore di 25 mm tagliata al laser e finita con trattamento epossidico, che si connette al ponte come se fossero una sola superficie. La ringhiera è composta da tubi piegati e saldati verso l’interno a seguirne l’andamento, garantendo così ai turisti che desiderano sporgersi di ammirare le cascate in sicurezza nei diversi punti di osservazione: tale parapetto non manca di rispettare l’intorno, con una soluzione che protegge e separa ma comunque non interrompe né
Progetto Jensen & Skodvin Arkitektkontor as (Jan Olav Jensen, Børre Skodvin con Torunn Golberg, Torstein Koch, Anne Lise Bjerkan) Attività 2003 - 2008 Ubicazione Gudbrandsjuvet, Norvegia Superficie intervento sulle cascate 600 mq Superficie piattaforme e ponti 350 mq Superficie centro servizi 350 mq Superficie hotel 800 mq Facciate in vetro Norske Metallfasader AS Rivestimenti in legno Martinsons Tre AS Credits photos Jensen & Skodvin Arkitektkontor as
oscura la visione del paesaggio. La piattaforma che guarda verso il parcheggio è realizzata invece con elementi prefabbricati in calcestruzzo, distribuiti uno dopo l’altro - come sottolinea la relazione di progetto - come la catena di una bicicletta: uniti visivamente negli angoli, i blocchi di calcestruzzo sono ruotati per seguire l’andamento orografico del luogo. Anch’essi a sbalzo sul fiume, sono caratterizzati da parapetti alternati nello stesso materiale e in lastre di vetro trasparente che creano un piacevole ritmo di visioni. Il centro servizi, ancora in fase di progettazione, è stato sviluppato secondo lo stesso principio base: elementi prefabbricati in calcestruzzo, fatti come moduli di ambienti che inglobano pavimento, pareti, pilastri e copertura, possono essere distribuiti più facilmente, connettendosi l’uno all’altro agli angoli, in modo che l’edificio assecondi globalmente l’orografia del territorio. Ospitalità essenziale Nella vicina località di Åndalsnes è in corso di completamento un hotel composto da piccole unità abitative autonome, staccate le une dalle altre e disposte lungo il corso del fiume Valldøla. Di un’estrema essenzialità, sono sollevate dal suolo con un sistema di pilastri a piccolo diametro (4 cm) che perforano la roccia senza operare una distruzione del suolo, come invece accade in caso di costruzioni standard con fondamenta, e preservando altresì la vegetazione esistente. Tale struttura consente loro di assumere una pianta libera, non condizionata dai livelli del terreno. Sono proposte in diverse tipologie di circa 25 mq ciascuna e
La passeggiata sulle cascate di Gudbrandsjuvet. Il ponte separa la piattaforma belvedere in due parti, una caratterizzata da ringhiera in tubi piegati dall’andamento curvilineo, l’altra da lastre prefabbricate in calcestruzzo e vetro, posate in modo da seguire l’andamento orografico del luogo. Sotto, piccole unità abitative autonome formano l’hotel nella vicina località di Åndalsnes.
rivestite con pannelli di legno di pino protetti all’esterno da trattamento con solfato di ferro, che ne attenua il colore naturale, e all’interno da mordente. Interrompono i muri in legno due grandi pareti in vetro che fanno “entrare” il paesaggio. Non è stata prevista coibentazione in quanto le residenze sono pensate solo per soggiorni estivi. Coinvolgendo i campi dell’architettura e della pianificazione territoriale, il Tourist project Gudbrandsjuvet è in realtà un intervento di design, per far sì che l’uomo possa introdursi nell’elemento naturale e usarlo. Pressoché invisibile sul territorio, è testimonianza di come il design possa entrare a far parte del contesto naturale, assumendone i segni per renderlo fruibile, senza la presunzione di emergere come segno autonomo.
Scusimanonhocapitobene / nora fumagalli
Voglio un
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vicerè
o visto il nuovo strumento urbanistico di un comune lombardo sotto i 5.000 abitanti, redatto dopo la legge urbanistica regionale che ha, a mio avviso, delle autentiche grandi potenzialità innovative. E ho visto l’ennesimo vecchio PRG fatto solo di zonizzazione. Ho parlato con i consueti amministratori che, pur sforzandosi, non sanno concepire altro che uno sviluppo indefinito dell’insediamento residenziale, non essendosi accorti che gli anni Sessanta sono passati. Che non hanno nessuna cultura e soprattutto nessuna idea di uno sviluppo possibile per il territorio nel secolo XXI. Pagano la benzina un euro e mezzo al litro e contemporaneamente pensano ad un futuro di saturazione totale del loro territorio già esausto con tante belle villette e magari qualche altro bel centro commerciale. E poiché l’Italia è costituita per l’80% da piccoli comuni, questa è la politica di governo reale di quel bene collettivo, finito, complesso, problematico che è il territorio italiano e queste le persone che lo governano, di fatto segando il ramo su cui tutti noi stiamo seduti.
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tecnologie / nadia rossi
Le nuove vie dei percorsi
verticali
Ascensori, piattaforme e montacarichi sono presenze importanti per assicurare il movimento rapido di persone e oggetti all’interno di edifici di nuova realizzazione e già esistenti. Cresce l’attenzione al comfort e al design degli ambienti cabina, per assicurare trasporti piacevoli e sicuri. Spesso - come in hotel e centri commerciali panoramici esterni. Grande attenzione anche a velocità, organizzazione dei flussi e risparmio energetico
Alte prestazioni per il segmento high rise Dal piano 0 al 30° in 14 secondi. A Genova l’ascensore più veloce e tecnologico d’Italia
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on i suoi 108 metri di altezza, la Torre Piacentini, realizzata nel 1940 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini, è stata considerata per molto tempo il grattacielo più alto d’Italia e rimane tra i più alti edifici della penisola. L’intervento di modernizzazione che ha interessato l’edificio ha compreso l’installazione dell’ascensore Schindler 7000 destinato a servire esclusivamente gli studi televisivi di Primocanale, situati al 29° piano. Con una corsa di circa 100 metri, la cabina si muove alla velocità di 6 m/s. La gestione del traffico è affidata al sistema di controllo ID, in grado di identificare i passeggeri grazie a una scheda elettronica con
micro-chip o tramite un codice PIN da digitare sulla pulsantiera posta all’esterno della cabina, che presenta un design high-tech: acciaio inox e specchi, cielino a illuminazione spot su base in acciaio lucido, pavimento in marmo ricomposto nero, accessoriata con un monitor al plasma per la visione della programmazione dell’emittente. www.schindler.com Visto da vicino Portata di 630 kg, 8 persone - velocità 6 m/s, corsa max 92,3 m - arresti: 5 in linea - azionamento con motore senza riduttore Gearless, a variazione di frequenza - porte di piano resistenti al fuoco EI60 - sicurezza: paracadute progressivo di cabina, limitatore di velocità, ammortizzatori oleodinamici di fondo fossa
KLIMAHOUSE 09 4A FIERA INTERNAZIONALE SPECIALIZZATA PER L’EFFICIENZA ENERGETICA E LA SOSTENIBILITÀ IN EDILIZIA BOLZANO, 22 - 25 GENNAIO 2009 ORE 9.00 - 19.00
Le nuove dimensioni dell’ascensore Le soluzioni su misura di Sele
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e con l’installazione Next Floor, presentata in settembre ad Abitare il Tempo, Sele ha voluto esplorare in termini di design e comfort le potenzialità della cabina ascensore, uno dei punti di forza di questa azienda interamente italiana è l’opportunità offerta a progettisti, costruttori e proprietari di immobili di migliorare l’organizzazione dello spazio eliminando il locale macchinario (impianti Special). Innovativa e conveniente dal punto di vista dei consumi è la versione Monofase, azionata da un sistema monofase a 220 v collegabile alla presa di casa: la soluzione per edifici già esistenti che mancano di strutture adatte a ospitare un impianto tradizionale. Un’altra novità a 220 v è la piattaforma elevatrice SHL, di ingombri ridotti e facile installazione. La gamma Sele comprende poi i consolidati impianti Idro ad azionamento oleodinamico e quelli a fune Elettro, per intensi flussi di traffico. www.selesrl.com
Smaltimento rapido del traffico Velocità, sicurezza e comfort a 30 Kmh
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www.klimahouse.it FIERA BOLZANO SPA I Alto Adige I Italia SPONSORS + PARTNERS
MEDIA PARTNER
161 metri della torre principale della nuova sede di Regione Lombardia saranno serviti da 8 impianti elevatori da 1.800 kg di portata di ThyssenKrupp Elevator Italia, due dei quali con velocità di 8 m/s; altri 19 ascensori di analoga portata ma a velocità più contenuta (2 m/s) serviranno i 4 edifici sinusoidali da 45 metri che completano l’opera. Caratterizzati da velocità, sicurezza e comfort, assicureranno il trasporto rapido dei flussi degli oltre 3.000 dipendenti di Regione Lombardia e del pubblico esterno. Un’importante soluzione è il sistema DSC - Destination Selection Control che ridurrà i tempi di attesa del 25% utilizzando un terminale con pannello operativo touch screen posizionato nell’area di attesa degli ascensori: i passeggeri scelgono il piano di destinazione e il terminale indica loro su quale ascensore salire. Niente più pulsantiere in cabina, ma il solo indicatore di posizione che segnala le destinazioni raggiunte. www.thyssenkrupp-elevator-italia.com
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archistudio del mese / alice gramigna
I nove di Cliostraat Una visione laterale dell’architettura espressa con sensibilità e misura
Nella foto da sinistra: Alessandra Raso, Matteo Pastore, Cristina Casula, Stefano Mirti, Francesca Sassaroli, Matteo Raso, Stefano Testa, Alessandra Esposito, Luca Poncellini
CLIOSTRAAT
Nuova biblioteca pubblica, Legnano (MI) Luca Poncellini, Stefano Testa / CLIOSTRAAT con: Alberto Sasso, Massimo Teghille, Federica Doglio
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liostraat è un attivo studio torinese, un gruppo flessibile di nove progettisti di età compresa tra i 32 e i 45 anni. Il nome è un omaggio al progetto cult La Scuola all’aria aperta, progettata ad Amsterdam da Bijvoet e Duiker nel 1930. I nove di Cliostraat si sono conosciuti all’università di Torino e in seguito sono stati catalizzati dalla figura dell’architetto Corrado Levi, artista, scrittore, collezionista e docente di composizione architettonica a Milano. Hanno iniziato a lavorare insieme in forma stabile a partire dal 1991. Artefice di un’architettura sensibile e misurata, costruita attorno alle esigenze dei fruitori, che diventano soggetti attivi nell’appropriazione spontanea degli spazi e dei luoghi urbani, rovesciando l’interpretazione delle funzioni della città fisica, Cliostraat presenta nel suo portfolio progetti importanti. Primo fra tutti, in ordine temporale, l’intervento a Quarrata, in provincia di Prato, con la biblioteca multimediale, la casa delle culture e gli spazi aperti. È uno dei pochi esempi in cui il vincitore di un concorso Europan (terza edizione, 1991) ha avuto la possibilità di vedere realizzato il suo progetto. Partendo dall’idea di creare una nuova identità al centro della città toscana, nata attorno ad una fabbrica che nel passato ne occupava fisicamente il centro, il gruppo ha lavorato in sinergia con altri gruppi sia italiani sia stranieri alla redazione di un Piano guida. Quello che emerge, dopo 11 anni di minuzioso lavoro sul campo, è un tessuto urbano molto disegnato nel quale dominano i due edifici principali, vere icone simboliche dell’intervento. Nonostante le iniziali perplessità, i pratesi oggi sembrano aver percepito la passione e l’entusiasmo con cui sono stati pensati questi spazi. A conferma che l’architettura non è necessariamente un gesto eclatante, ma edifici o spazi che suscitino emozioni. Lavoro di ricucitura di un’area marginale è invece l’intervento del Parco Dora a Torino, terminato di realizzare nel 2007. Il progetto fa parte di un ridisegno dell’intero parco, caratterizzato dalla filosofia della rinatura-
lizzazione delle sponde fluviali. L’ex area industriale sulla quale sono stati chiamati a intervenire gli architetti di Cliostraat si affaccia su un nuovo contesto residenziale e sull’ex manifattura di tappeti Paracchi. Da qui la suggestione a disegnare lo spazio verde con un particolare gioco di tessiture frammentate a formare una sorta di ordito di colori e profumi, interrotto e scandito da tre passerelle in legno che escono a sbalzo sul fiume per offrire insolite vedute sull’insieme. Recentemente Cliostraat è stato sotto i riflettori internazionali, in quanto gruppo selezionato alla Biennale di Venezia 2008 per presentare un progetto teorico in merito al dibattito sul problema dell’emergenza abitativa nelle grandi metropoli. Ribaltando le ipotesi di partenza in maniera quasi provocatoria e analizzando il problema anche dal punto di vista sociologico, Cliostraat punta l’attenzione su quella quota di giovani che, consumato l’amore-attrazione per la grande città, sognano la vita lontano dalla città. Sfruttando le possibilità di comunicazione consentite dalle reti tecnologiche e di infrastrutture già oggi disponibili, nasce quindi l’ipotesi di de-localizzare la qualità della vita per riappropriarsi di una qualità architettonica e paesaggistica come quella offerta dalle nostre Alpi, cuore dell’Europa dal punto di vista geografico. La questione implica una nuova concezione di “centro”, quale catalizzatore dell’agire umano e delle attività sociali, non necessariamente legato a una concentrazione fisica della grande città come in passato, ma piuttosto come rete diffusa di azioni soggettive di qualità elevata. Sogno o futuro prossimo?
Centro pagina: l’area di pertinenza dell’ex manifattura Paracchi nel Parco Dora a Torino. Foto Timothy Heys-Cerchio A fianco: installazione alla Biennale di Venezia 2008 attualmente in corso, all'interno della mostra "L'Italia cerca casa" ospitata al Padiglione Italiano, a cura di Francesco Garofalo. “Ri-Abitare le Alpi” Stefano Testa, Luca Poncellini / CLIOSTRAAT con il contributo di: Mauro Piazzi, Paolo Martalò, Fabio Giannetti - IPLA spa Timothy HeysCerchio, Alberto Sasso
È uno studio di progettazione che lavora nel campo dell'architettura, dell'arte e del design. Nasce nel 1991 a Torino tra i banchi della Facoltà di Architettura, come progetto collettivo basato sull'idea di un lavoro di gruppo nel territorio urbano e di una pratica capace di contaminare le procedure e le tecniche di osservazione dell'architettura e dell'urbanistica con quelle dell'arte, della fotografia, del cinema. Sodalizio in itinere, Cliostraat ricerca la convivenza interdisciplinare di forme espressive diverse, tese alla generazione di immaginari nuovi. www.cliostraat.com
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il progetto del mese /
TECNICHE COSTRUTTIVE A BASSA ENERGIA INCORPORATA E UN PROGETTO CHE OSSERVA I PIÙ AVANZATI PROTOCO ROTOCO
Leggera e flessibile, l’arch ch sostenibile cresce a Ber Sostenibilità ambientale e sociale nel progetto di Gritti Architetti
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area di intervento si trova alla periferia di Bergamo, al limite di un parco agricolo. Il progetto realizza un volume di 3.860 mc ripartito su due blocchi edilizi, composti da 4 unità aggregate, disposte su tre livelli fuori terra e un livello interrato. I due blocchi sono orientati in modo speculare rispetto al nord con inclinazione di 45 gradi, ciò che ha permesso la progettazione di blocchi identici (con fronti NO-SE l’uno, NE-SO l’altro). Le unità sono caratterizzate da ingressi indipendenti, diversa colorazione delle facciate, discontinuità delle coperture e dall’alternanza del sistema tetto/terrazza giardino. Lungo i fronti SE e SO sono state realizzate serre solari che accumulano calore nel periodo invernale per cederlo all’alloggio e possono essere schermate in quello estivo. È stata adottata una tipologia costruttiva di tipo struttura/rivestimento (S/R) con elementi connessi in modo non permanente e dal ciclo produttivo reversibile. La struttura è in acciaio con appoggiati i solai in lamiera grecata con un getto collaborante in calcestruzzo, al di sopra del quale è montato un pavimento a secco. Quale sistema di chiusura è stato adottato quello stratificato prodotto da Knauf, costituito da una lastra in cemento precompresso (Acquapanel) e materiali isolanti in fibra di legno e lana di roccia a diversa densità. Le tramezzature interne sono in fibrogesso, tutta l’impiantistica idraulica è montata a secco. Il sistema di aperture si caratterizza per le ridotte dimensioni dei fronti rivolti a Nord e per le maggiori aperture di quelli a Sud, caratterizzati da aggetti che consentono la schermatura passiva delle vetrate in fase estiva e il guadagno solare diretto in fase invernale. In classe A Gli edifici sono classificati in classe energetica A e hanno consumi di 27kWh/mq/anno. Le case sono certificate Cened (obbligatorio in Lombardia) e Casaclima. Il progetto è stato impostato seguendo i più avanzati protocolli ambientali: Itaca, LEED ed e3 per le costruzioni a secco. La ricerca progettuale non ha riguardato solo le tematiche propriamente costruttive (involucro e impianti) ma anche gli aspetti ambientali: mobilità sostenibile, progetto degli spazi pubblici, diritto al
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sole, recupero delle acque meteoriche, uso di fonti rinnovabili (per la produzione di acqua calda e di elettricità), ciclo di vita dei materiali in prospettiva di una eventuale e futura dismissione del complesso, logistica di cantiere. Principi tecnologici Gli impianti sono collocati nelle intercapedini delle pareti e dei controsoffitti, per facilitarne l’accesso e garantire il controllo evolutivo del sistema. Ogni casa adotta un impianto di ventilazione meccanica gestito con dispositivo di recupero del calore e controllo del comfort termico e igrometrico. I due blocchi edilizi hanno ciascuno un impianto termico centralizzato con due sottostazioni solari che sfruttano quasi 70 mq di
collettori solari termici e 6 mila litri di acqua ad accumulo termico, destinati a integrare il riscaldamento in fase invernale. Su una pensilina che ospita i parcheggi di superficie è stato predisposto un impianto fotovoltaico da 6 kWh di picco che alimenta le utenze elettriche comuni. I singoli tetti sono predisposti per ospitare fino a 6 kWh di picco per ogni casa, garantendo così la possibilità di avere 3 kWh di picco per appartamento. Un alloggio è stato progettato con un sistema domotico che permette l’ottimizzazione del controllo clima (interfacciandosi con il sistema d’allarme), dei carichi elettrici (sconnessione dei carichi al raggiungimento dei 4,5 kWh e riconnessione automatica) e si inter-
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faccia in modo “intelligente” con una centralina meteo (con sensori luce, pioggia, vento e temperatura) che permette alla casa di reagire a seconda delle condizioni climatiche anche senza la presenza dell’utente. Il monitoraggio nel tempo delle abitazioni porterà al confronto delle prestazioni tra le case con impianto tradizionale e quella con impianto domotico. Il recupero dell’acqua piovana coinvolge complessivamente 50.000 litri da destinare all’irrigazione dei giardini privati e alle aree di uso pubblico. Flessibilità e comfort Il principio adottato in sede progettuale è quello della massima flessibilità dei moduli abitativi che possono confi-
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gurarsi senza variazioni strutturali in due appartamenti da circa 90 mq al piano, oppure in uno unico da cielo a terra, tramite collegamenti verticali ricavabili nella struttura metallica dei solai. Questi accorgimenti si sono rivelati utili sia in fase di realizzazione che in fase di fruizione. La flessibilità offre l’opportunità di costruire la casa senza preoccuparsi del taglio dell’alloggio. Chi acquista una casa cielo-terra ha sempre l’opportunità di ripristinare una delle due configurazioni originarie. L’utilizzo di iperisolanti consente di innalzare la temperatura media superficiale delle pareti (in particolare delle superfici vetrate) e quindi di raggiungere condizioni di migliore comfort termico a pari temperatura
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OLLI AMBIENTALI
hitettura ergamo
In alto, vista notturna di un modulo abitativo e qui sotto planimetria dell’insediamento A sinistra lo staff dello studio Architetti Gritti: al centro il fondatore Pietro Gritti, da destra in alto e in senso antiorario: Andrea Gritti e Gianpaolo Gritti co-titolari dello studio, con i collaboratori Adriano Civera, Daniel Zamblera, Davide Brevi, Stefano Zenoni e Giuseppe Gambirasio.
dell’aria. Il comfort acustico è garantito dalla successione di strati con abbattimenti acustici differenti. Le chiusure verticali assolvono pienamente ai requisiti della normativa e la prova di calpestio si è rivelata particolarmente efficiente. Il controllo dell’illuminamento è affidato a un sistema schermante che permette la regolazione puntuale dell’apporto luminoso. Le aperture sono disposte in modo tale che chi frequenta la casa possa sempre traguardare il paesaggio su entrambi i fronti aperti. In entrambi i blocchi edilizi i soggiorni sono orientati verso spazi verdi: i giardini privati in primo piano, il parco e la campagna coltivata sullo sfondo. La pensilina fotovoltaica è la copertura di otto posti auto, produrrà 6Kwh di picco e alimenta tutte le utenze comuni tra cui le ventilazioni meccaniche, le pompe e l'illuminazione notturna.
Progetto Architettonico Arch. Gianpaolo, Andrea e Pietro Gritti, Bergamo Progetto Strutturale Ing. Valter Andreoli, Bagnatica (Bg) Progetto idro-termo sanitario ed elettrico Silvestri Associati, Dalmine (Bg) Progetto domotico Isi2, Bergamo Realizzazione: Andreoli Costruzioni, Bagnatica (Bg)
GRITTI ARCHITETTI
Gritti Architetti è uno studio attivo a Bergamo dal 1962. Pietro Gritti, laureato al Politecnico di Milano nel 1961, ha inaugurato la propria attività dirigendo l’Ufficio Speciale per l’aggiornamento del P.R.G. di Bergamo. Andrea Gritti, laureato al Politecnico di Milano nel 1992 è docente a contratto presso le facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano e di Ingegneria Edile dell’Università di Bergamo. Gianpaolo Gritti, laureato al Politecnico di Milano nel 1996, ha svolto tirocinio a Barcellona e maturato conoscenze sui temi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico. Lo studio ha realizzato opere di architettura, redatto piani urbanistici, pubblicato ricerche di storia. Andrea e Gianpaolo Gritti sono soci di RAD° (Research, Architecture, Development) un Gruppo Europeo di Interesse Economico.
1- Posa del tetto kalzip, con coibente in fibre minerali e sotto fibra di legno per complessivi 16 cm. 2- La struttura portante in acciaio ha come solai lamiere grecate al di sopra delle quali viene posato un getto collaborante in calcestruzzo. 3- Una delle due sottostazioni solari dove sono accumulati 3000 litri di acqua stratificata a diverse temperature; ogni sottostazione riceve energia da 35mq di pannelli. 4- La ventilazione meccanica controllata è centralizzata ogni due unità abitative ed è alimentata dalla pensilina fotovoltaica. 5- Il sistema parete Knauf con pavilastra, tyvek e struttura in fibra di legno. 6- L'impiantistica è disposta solo nelle pareti perimetrali e nei controsoffitti, a destra ben visibile è il cavedio tecnico principale con il collettore idro-termo sanitario e il quadro elettrico; le distribuzioni sono tutte su passarelle. 7- I pavimenti sono posati a secco, con questa sequenza: anticalpestio Isover, isolante Xps, telo in PE, 5 cm di sabbia e doppia lastra pavilastra. 8- La caldaia a condensazione è unica per l'intero complesso i singoli utenti contabilizzano solo i loro reali consumi.
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archistar / daniela baldo
Le torri di Perrault
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periferie considerate quartieri di serie B, realizzando due edifici che si pongono in netto contrasto con le forme aerodinamiche, la leggerezza e la trasparenza dell’intervento di Fuksas. Tempi da record caratterizzano la realizzazione delle torri in soli 20 mesi al ritmo di un piano ogni quindici giorni. L’aspetto tozzo delle due torri è dato dai limiti in altezza che erano stati imposti al progettista. Per mascherare il più possibile l’effetto monolitico e per conferire snellezza ai due edifici, ecco quindi che i due corpi robusti di Perrault vestono di nero: 20mila lastre di gres nero lucido montate su 11mila mq di facciata ventilata. E l’ABC della moda ci rivela che il nero slancia la silhouette. Il nero assorbe la luce. Il nero dona un’immagine snella ai corpi che andiamo a vestire. Il nero è l’eleganza per eccellenza. E chi più di un una coppia di edifici di 65 e 72 metri ha bisogno di essere “in forma”? Perrault mette a punto un artificio ottico mediante l’inclinazione di 5°. Inclina la torre più alta verso Fiera Milano e quella più bassa verso la metropoli milanese. Di fronte alle due masse imponenti di 120mila mc: questo accorgimento spezza la staticità della composizione creando nuovi equilibri.
el grande parco delle architetture di FieraMilano, dove si trovano il quartiere espositivo di Massimiliano Fuksas, i parcheggi multipiano di Mario Bellini, il verde pubblico di Andreas Kipar, Dominique Perrault fa il suo ingresso con due potenti torri inclinate che verranno inaugurate tra poco più di un mese. Complessi gli obiettivi richiesti dalla committenza per la realizzazione di due torri albergo di fronte alla Porta Sud del quartiere espositivo: essere espressione dell’eccellenza milanese, essere parte del nuovo ed esprimere autonomia formale e funzionale. In un’area dinamica dove transitano ogni giorno migliaia di persone, l’ospitalità regna sovrana creando un luogo di incontro di molte culture e del sapere scientifico. Due le torri richieste dalla committenza, inizialmente una per ospitare un albergo 3 stelle e una per ospitare un 4 stelle. Successivamente si è scelto di adibirle entrambe ad un unico albergo 4 stelle che sarà in grado di offrire complessivamente 800 posti letto in 400 camere gestite dalla catena spagnola NH Hoteles. Perrault coglie questo progetto come una sfida per dimostrare come si possono valorizzare le
Mille finestre sulla fiera di Fuksas
Collocate di fronte alla Porta Sud della nuova fiera di Rho Pero, le due torri albergo di Perrault sono un landmark in elegante contrasto con la levità e il candore delle vele di Fuksas
La scelta del rivestimento lucido permette loro di relazionarsi con il contesto, riflettendo in parte quello che accade nelle vicinanze. È un progetto che nasce come landmark, segno iconico netto. Stupiscono le proporzioni, l’imponenza delle due masse, il gioco di equilibri creato con le pendenze delle torri, le due sagome di corpi neri che si stagliano marcatamente nel cielo. Le mille finestre si staccano dal rigore dei ritmi di facciata noti, disponendosi in modo irregolare, insinuando nell’osservatore la curiosità in merito al criterio generatore.
Rimane la speranza che la potenzialità delle aperture esterne possa dialogare con gli spazi interni, anche se, a giudicare dalla mock-up room realizzata dal gestore NH Hoteles, le aspettative potrebbero essere deluse. Dalla sperimentazione degli esterni si pretende, anche negli interni, ricerca e innovazione nella scelta dei materiali, mentre, esaminando la camera campione, non sembra che tutto ciò sia stato preso in considerazione. Ma attendiamo gennaio 2009, in occasione del Macef, per esprimere un’opinione sull’opera compiuta.
tecnologie costruttive /
Una grande arena
dove il legno sostiene il cemento Tradizione, ambiente naturale e innovazione tecnologica si uniscono nel nuovo Gran Teatro nel Parco della Musica di Giacomo Puccini
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l nuovo Gran Teatro Puccini di Torre del Lago (Lucca) si caratterizza per i contenuti progettuali innovativi, con l’utilizzo di strutture in legno lamellare a sostegno di gran parte della gradinata realizzata con un solaio prefabbricato e getto integrativo in cemento armato. Una soluzione scelta dall’ufficio di progettazione del costruttore CMSA per ridurre i tempi di cantiere e definita con l’ufficio di progettazione Holzbau, che ha risolto altri requisiti di struttura indispensabili: resistenza al fuoco R90 (il legno presenta performance migliori dell’acciaio - lo strato superficiale di carbonizzazione protegge la massa interna - tanto che tutte le connessioni metalliche delle travi sono state posizionate all’interno della massa lignea) e la capacità di reggere carichi (la grande platea scoperta e un pubblico di 3.400 persone) fino a 1.200 kg/mq. Forte componente di prefabbricazione anche per le fondazioni, con 900 pali in cemento armato integrati da micropali e battuti fino a quota -7 a causa delle caratteristiche geologiche del sito (“penisola delle torbiere”) e
capaci di reggere l’intero edificio a una quota di +1, a salvaguardia da eventuali esondazioni. Elemento cardine è la grande arena scoperta, conformata a gradoni di altezza crescente distribuiti secondo archi di cerchio. Il piano del palcoscenico poggia su una struttura in acciaio supportata da un solaio a quota +3,30 m che rende agibile il sottopalco. Il foyer è caratterizzato dalla presenza di 15 portali in legno che sostengono il carico della platea e caratterizzano architettonicamente lo spazio. Una volta in cantiere, sono stati preassemblati a terra e poi sollevati. Per realizzare i portali in copertura dell’auditorium, senza appoggi intermedi, si è resa necessaria una sezione tripla di legno lamellare incollato. Il portale principale ha una luce libera di circa 30 metri e la trave principale del solaio, lunga 24 metri, è realizzata in un solo pezzo. Le strutture in legno lamellare sono state stabilizzate nella direzione perpendicolare al piano con un irrigidimento sia nel piano della gradinata sia in corrispondenza delle pareti verticali. La struttura è stata irrigidita anche nel piano dal solaio
SCHEDA TECNICA I tempi approvazione del progetto esecutivo - 2 gennaio 2006 consegna del cantiere - 1 febbraio 2006 inaugurazione del teatro - 15 giugno 2008
La grande arena scoperta, il palco e le torri sceniche affacciate sul lago di Massaciuccoli. In alto una fase del cantiere subito dopo la posa in opera dei portali in legno lamellare
soprastante in cemento armato. Sotto la parte alta della platea si trova l’auditorium che può contenere fino a 495 posti. Murature ed elementi di completamento L’involucro esterno è stato impermeabilizzato con manto in PVC sulla soletta in cemento
armato, su questo una coibentazione con pannelli in polistirene e quindi, previa posa di un secondo strato di separazione in TNT, i gradoni in cemento armato, parzialmente alleggeriti con elementi in polistirene. Su tutto il solaio dell’arena sono stati inseriti degli elementi di connessione con i soprastanti gradoni
la cui superficie è rivestita con resine epossidiche colorate. Il paramento esterno è realizzato con una parete esterna costituita da una muratura in blocchi di argilla espansa di spessore 25 cm, un paramento interno in cartongesso con interposto un pannello in materiale coibente e un’intercapedine.
I numeri dell’intervento - 380.000 ore di lavoro in cantiere - 1.000 mc di legno lamellare - 1.200 mq di vetro-cristallo per le facciate - 2.400 mq di marmo per la pavimentazione interna - 280.000 kg di ferro per l’armatura di calcestruzzo gettato - 400.000 kg di ferro per la carpenteria metallica - 900 pali tronco-conici di fondazione e 1.100 metri lineari di micropali Progettazione Ufficio tecnico di progettazione CMSA e Studio Città Futura di Lucca Struttura in legno lamellare Holzbau – Bressanone (BZ) Impresa CMSA – Montecatini Terme (PT)
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design / marco penati
Limonta tra passato e futuro Dalla moda alla casa, dallo sport all’auto. Un’azienda con più unità e vocazioni tra cui scorre un flusso continuo di informazioni: confronti costruttivi per affrontare le sfide del mercato
L
imonta è una fabbrica tessile molto particolare. Non lo è nel senso tradizionale del termine. Innanzitutto l’azienda è costituita da 8 diverse unità distribuite in 10 stabilimenti con 9 filiali in Italia e 3 in Europa. Ogni unità ha una sua peculiarità, vuoi per il prodotto, vuoi per il mercato di riferimento e la vocazione industriale. Tuttavia esiste un circolo virtuoso di collegamento tra queste diverse realtà che ne fanno un unicum. Vediamo di partire dalla storia, che è parecchio lontana nel tempo. L’azienda nasce nel 1893 a Costamasnaga, a quel tempo e ancora oggi un piccolo centro in provincia di Lecco, collocato però in un importante distretto produttivo orientato al tessile e alla meccanica collegata. Allora produceva arazzi e tessuti jacquard. Ma di alta gamma. Una caratteristica questa, mai abbandonata negli anni a venire. Poi, agli albori del secolo scorso, vennero i gobelin, i matelassè, i velluti. Per arredo. Negli anni ’50 arrivano dall’America i tessuti spalmati, detti skay, da noi vinilpelle. Ossia in materiale vinilico, lo stesso dei dischi microsolco di allora. Elastico, resistente, lavabile, impermeabile. Accoppiato a un tessuto unisce alle sue caratteristiche quelle della stoffa. Aumenta la resistenza e si può cucire. Lo stesso materiale appare contemporaneamente nel mondo della moda. Limonta possiede tecnologia ed esperienze mature e configura una scelta industriale strategica che si può sintetizzare in “nobilitazione tessile”. Col tempo diventa un importante riferimento per i settori dell’abbigliamento, della pelletteria, delle calzature, dell’arredamento. Cominciano le frequen-
tazioni con stilisti ed esperti di moda. Il patrimonio di conoscenza e competenza si arricchisce enormemente, le prospettive cambiano. Si aprono nuove divisioni produttive, spesso acquisendo aziende consolidate come la Nero su Nero, oppure entrando in joint venture con altre, come nel caso della Achter und Ebel, un colosso tedesco nel settore dell’auto. E i campi applicativi si moltiplicano: oltre ai rivestimenti per automobili, abbigliamento sportivo e carte da parati. Vasi comunicanti E qui si innesta il circolo virtuoso, perché le divisioni non operano a compartimenti stagni ma sono “vasi comunicanti” che permettono di veicolare le informazioni velocemente e in orizzontale. Ce lo spiega pacatamente il dottor Giovanni Bonfanti direttore marketing del gruppo. È consuetudine di ogni divisione chiedere consiglio e scambiare pareri, competenze e cultura aziendale senza passare da nessun centro. Un struttura circolare, appunto. Ecco che le novità della moda approdano simultaneamente sul tavolo di chi fa tessuti per la casa o carta da parati o tessuti per selleria auto. Un’azienda etica. Che si preoccupa dell’aspetto umano, dell’ambiente di lavoro e del territorio. È certificata Iso 14001 in materia di comportamenti ecologicamente corretti. Collabora con scuole di moda e design permettendo ai giovani di acquisire esperienza, partecipa a tutte le fiere dei vari settori e crede fermamente che l’immagine si crea e si consolida con la bontà del prodotto e la correttezza e la puntualità del servizio. Oggi è una realtà di 1300 dipen-
denti per un fatturato di circa 330 miloni di euro (incluso il settore auto), con alla testa ancora un signor Gianni Limonta, che con il figlio Paolo si preoccupa costantemente che l’azienda sia
al passo coi tempi, per esempio: il nuovo impianto di stampa digitale su tessuto, che consente di trasferire immediatamente un’idea di disegno o decorazione sul supporto finale e che viene
utilizzato da tutte le aziende del gruppo. Ma il patrimonio dell’azienda non è solo nel futuro, ma anche nel passato. Non a caso, a volte, sfogliando l’archivio storico aziendale (gelosamente tenu-
to in perfetto ordine), si scoprono disegni e materiali che, con la dovuta interpretazione, molto intuito e un pizzico di fortuna, diventano poi best-seller da migliaia di metri di produzione.
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IoArchitetto 21 - nov/dic ‘08
in vetrina / Unioni coraggiose
Nuove declinazioni naturali
A
l Cersaie FMG - Fabbrica Marmi e Graniti - è andata letteralmente in scena con un’opera di Francesco Librizzi. Lo stand in condivisione con Iris Ceramica ha messo in scena una orogenesi da laboratorio per rendere visibile l’ambizione dei materiali da rivestimento contemporanei a costruire una nuova architettura. Protagonista la gamma Nature 2.0, sintesi dell’unione tra natura, sperimentazione ed estetica. Cinque le nuove pietre naturali per abitare il futuro: Cobalt (nella foto a destra), fondo di colore dal blu al verde e richiami cobalto; Rare, un mosaico di tinte intense dall’effetto ricercato; Mist, un disegno che ricorda la nebbia in una giornata di sole; Coral, fondo rosa corallo con venature chiare e scure; Sun, con raggi dai toni caldi che si rincorrono e accendono l’ambiente. Un’ulteriore novità è Shine, finitura lucida che esalta l’essenza naturale della pietra creando un effetto ondulato, tridimensionale, che ricorda la superficie del mare: un effetto elegante dalle infinite variazioni.
Resistenza, qualità, ecologia
Coperture
al dente
L’argilla è protagonista della realizzazione della nuovo centro parrocchiale Santa Maria in Zivido a San Giuliano Milanese (MI). Lo Studio Isola Architetti ha scelto Bicoppo di Vardanega, un coppo doppio in cotto trafilato di facile posa che assicura stabilità degli elementi e ottima capacità di smaltimento delle acque meteoriche. La minore quantità di pezzi al metro quadro comporta costi ridotti della messa in opera. Due le versioni: Bicoppo Plus, che si posa solo di canale e garantisce il bloccaggio all’elemento precedente per mezzo di denti in laterizio e il fissaggio dei coppi di coperta con ganci a scomparsa; Bicoppo con dente, caratterizzato da denti di ancoraggio per listello, per la posa su pendenze impegnative.
Per maggiori informazioni Fornace Laterizi Vardanega Isidoro Possagno (TV) • Tel. 0423 920011 • www.vardanegaisidoro.it
Per maggiori informazioni Iris Ceramica Fiorano Modenese (MO) Tel. 0536 862111 • www.irisfmg.com
Estetica e tecnologia
Alti livelli prestazionali
La ceramica incontra
Effetto naturale
BTicino e Graniti Fiandre insieme nella nuova collezione di placche Axolute, un’unione che esprime la volontà di rispondere alle esigenze di ogni stile abitativo evoluto. I materiali sono selezionati tra le famiglie di prodotti e le relative finiture di maggior successo prodotte da un’azienda di riferimento nella produzione e commercializzazione di lastre in gres porcellanato tecnico. La personalizzazione degli elementi Axolute, in forma rettangolare ed ellittica, si completa con la possibilità di combinare e scegliere differenti funzionalità tecnologiche dell’impianto per adattarsi alle necessità di ogni stile abitativo.
È in gres porcellanato completamente non smaltato la linea Pietre Rare di Casalgrande Padana. Due formati (30x60 e 60x60 cm), tre superfici (naturale, levigata e bocciardata) e quattro colorazioni: Cividale brown, Cividale grey, Gascogne e Monviso. Granulometrie, venature, cromatismi a tutta massa, ripropongono le caratteristiche del materiale lapideo di riferimento (pietra piasentina, pietra di Luserna e pietra di Borgogna); i livelli prestazionali risultano addirittura superiori a quelli presenti in natura. L’elevata qualità dei materiali e lo spessore delle lastre (10,5 mm) creano una superficie compatta, di facile pulizia e resistente alle sollecitazioni fisiche e chimiche.
Per maggiori informazioni BTicino • Milano GranitiFiandre • Castellarano (RE) www.bticino.it Tel. 0536 819611 • www.granitifiandre.com
Per maggiori informazioni Casalgrande Padana • Casalgrande (RE) Tel. 0522 9901 • www.casalgrandepadana.com
la domotica
Lava naturale
Dal cuore della terra
Tono su tono
Atmosfere di forte
Lava naturale lavorata grazie a un processo produttivo brevettato compone la collezione Nera di Casamood. La sua lavorazione avviene in Sicilia, alle pendici dell’Etna: dopo l’estrazione, la superficie della lava subisce una trasformazione termica che chiude le porosità. Ne risulta un prodotto naturale di grande bellezza estetica con le proprietà del gres porcellanato. Ha spessore 15 mm ed è disponibile in tre finiture: Honed (levigata non lucida), Brushed (antiscivolo, ideale per esterni e zone con elevata presenza d’acqua) e Crusted, la superficie maggiormente fusa.
La nuova collezione Atmosphere si presenta con un design lineare e sfumature tono su tono per una proposta che seduce declinata in cinque essenze: Artic, Ash, Earth (nell’immagine), Ground e Space. È composta da lastre orientate al dialogo con il progetto architettonico contemporaneo, realizzate con terre e minerali selezionati, proposte nei formati 90x60, 90x30, 90x15, 60x60 e 60x30 di spessore 11 mm, monocalibro, in tre finiture: naturale, patinato e chiselled. Si adatta alla progettualità di spazi residenziali e soluzioni commerciali, dove l’estetica è unita a comfort, sicurezza, praticità di pulizia e manutenzione.
Per maggiori informazioni Casa dolce casa • Fiorano Modenese (MO) Tel. 0536 841011 • www.casamood.com
Per maggiori informazioni Eiffelgres • Fiorano Modenese (MO) Tel. 0536 996811 • www.eiffelgres.it
personalità
nov/dic ‘08 - IoArchitetto 21
Da scarti a risorse
Riciclaggio creativo Ecotech di Floor Gres è il gres porcellanato sinterizzato frutto di un processo industriale di riutilizzo di polveri, impasti e residui che provengono dalla lavorazione di altri prodotti. Si presenta come materiale composito, dal design materico, in cui le scaglie e i grani aggregati creano un effetto melange. Sostenibile perchè realizzato con materiali di recupero. Quattro i colori verde, grigio, nero e bianco - nei formati 20x20, 20x40, 40x40, 40x80, 60x60, 60x120 cm (adatti anche per pareti ventilate) e con due finiture di superficie, naturale e strutturata. Una produzione certificata Eco-Label, il marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea. Per maggiori informazioni Florim Ceramiche • Fiorano Modenese (MO) Tel. 0536 840111 • www.floorgres.it
Effetto tridimensionale
Lamine che impreziosiscono
l’ambiente
La collezione Networks di Impronta Ceramiche è il risultato dell’impiego della tecnologia Lamina che consente di produrre una ceramica stuoiata con fibra di vetro e uno spessore di soli 3,5 mm. Ai tre colori di base antracite, ebano e avorio, si affiancano tre texture di superfici (puntini, rigato e incrocio) ispirate alle trame che caratterizzano tessuti tecnici o fibre in carbonio usati nell’arredamento. La combinazione di colori e grafiche permette di dare vita a pavimenti mossi, dall’effetto tridimensionale da personalizzare alternando cromie e inserti decorativi. Disponibili anche un mosaico e un decoro effetto patchwork che miscelano tonalità e trame.
Per maggiori informazioni Impronta Ceramiche • Modena Tel. 059 888411 • www.impronta.it
Memorie lontane
Percezioni di decoro È firmata da Patricia Urquiola la collezione Déchirer di Mutina in gres porcellanato tutta massa, ottenuta con tecnologia continua unita a un esclusivo design delle superfici in grande formato, decorate e non. Elemento principale è un rimando alle sensazioni del cemento, con disegni che rievocano memorie lontane: bassorilievi di diverse altezze che non sono decorazioni, ma ciò che rimane di memorie strappate. La resistenza all’usura e al calpestio rendono la nuova collezione un’alternativa a materiali come il cemento nella progettazione di luoghi dell’ospitalità, negli spazi pubblici e residenziali.
Funzionalità ed estetica
Sicurezza in design Top Prestige è una delle nuove porte d’ingresso in alluminio messe a punto da Hörmann. Ha eccellenti doti di isolamento acustico e grazie al riempimento dello spessore di 80 mm e al vetro termico a tre strati presenta fino al 50% in più di coibentazione termica rispetto alle tradizionali porte in alluminio. La dotazione di serie di dispositivi di sicurezza assicura un’elevata protezione antieffrazione. Ha serratura di sicurezza a 5 punti con tre chiavistelli rotanti in acciaio e due ganci aggiuntivi. Il cilindro profilato è munito di speciali rosette di sicurezza per proteggere la porta dal rischio di trapanature.
Per maggiori informazioni Hörmann Italia • Trento Tel. 0461 244444 • www.hormann.it
Alta gamma
Rapporto quotidiano
con la natura
Outback di Majorca è la risposta al desiderio diffuso di recuperare il rapporto quotidiano con la natura. Il designer Andrea Leopardi si è ispirato a elementi come legno, minerali e metallo per realizzare questa linea in gres porcellanato smaltato disponibile in cinque colori che propongono un viaggio immaginario nel territorio australiano: Sidney (noce), Canberra (nero), Perth (avorio), Melbourne (grigio), Darwin (testa di moro). Per maggiori informazioni Majorca • Scandiano (RE) Tel. 0522 764511 www.majorca.it
Effetto naturale
Immagine
senza tempo Il neutro come motivo, come tema e come risposta agli spazi dell’abitare moderno è il filo conduttore della linea Plain di Mirage. Il gres porcellanato è pensato per caratterizzare la casa e valorizzare i volumi architettonici di spazi pubblici con decori ed effetti differenziati per ciascuna destinazione. Si presenta con superfici irregolari ma piacevoli al tatto che rimandano alla pietra e al mattone. Plain risponde a tutti gli standard EN 14411-G: antigelivo, resistente all’urto, alla flessione, agli sbalzi termici, agli attacchi chimici, facilmente pulibile.
Per maggiori informazioni Ceramiche Mutina • Fiorano (MO) Tel. 0536 812800 • www.mutina.it
Per maggiori informazioni Mirage • Pavullo (MO) Tel. 0536 29611 • www.mirage.it
Isolamento termico
Forte impatto visivo
Pareti ventilate in cotto
Accanto a qualità ed efficienza Palagio Engineering ricerca anche l’estetica. Caratteristiche che si ritrovano nelle pareti ventilate di lastre in cotto pregiato imprunetino Terra Brick. La lastra è a doppia parete trafilata a pezzo singolo dotata di camera d’aria per aumentare il fattore di coibenza. Sulla superficie presenta delle scanalature che richiamano l’effetto visivo di un rivestimento a listelli. Nell’immagine l’immobile di via Russoli a Milano progettato dallo studio Latis che si connota per l’abbinamento di terracotta nella colorazione tabacco e vetro, che avvolgono e proteggono l’edificio dagli sbalzi di temperatura.
Per maggiori informazioni Palagio Engineering • Greve in Chianti (FI) Tel. 055 8590900 • www.engineering.palagio.it
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Intrecci di materia DesignTaleStudio, il laboratorio creativo di Ceramiche Refin, ha intrapreso un nuovo viaggio creativo con la collezione di lastre ceramiche per pavimenti e rivestimenti R+evolution firmata da Karim Rashid. Nuovi formati e originali cromie dal forte impatto visivo danno vita a infinite combinazioni e innumerevoli possibilità di arredo. In queste ceramiche sottili linee brillanti risaltano in un prezioso intreccio di materia e design.
Per maggiori informazioni Ceramiche Refin Casalgrande (RE) Tel. 0522 990499 www.refin.it
e design
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IoArchitetto 21 - nov/dic ‘08
archipremi / antonio morlacchi
La poesia dell’architettura Si è conclusa la prima edizione del premio internazionale di architettura promosso da BSI Architectural Foundation. La mostra prosegue fino al prossimo febbraio
L’
Solano Benitez riceve il BSI Architectural Award, oggetto in cromo-acciaio creato dall’artista inglese Liam Gillick
Il BSI Architectural Award Se Louis Khan diceva che gli architetti incominciano a lavorare a 50 anni, il nuovo premio intende invece segnalare all’attenzione internazionale figure emergenti con lavori concreti alle spalle e meno di 50 anni di età. Istituito dalla Fondazione BSI (Banca della Svizzera Italiana) con una dotazione di 100.000 CHF, il premio biennale è organizzato con il patrocinio dell’Ufficio federale della cultura di Berna e in collaborazione con l’Accademia di Architettura di Mendrisio. La giuria, presieduta da Mario Botta, ha esaminato 90 lavori
architetto paraguaiano Solano Benitez, 45 anni, è il vincitore della prima edizione del BSI Swiss Architectural Award. Figura emergente dell’architettura in America Latina, Benitez ha raccolto l’unanimità dei consensi della giuria presieduta da Mario Botta che ha affermato “la ricerca architettonica di Solano Benitez, elaborata in un contesto politico-economico problematico, con oggettive difficoltà operative, lontano dai processi produttivi dettati dalla globalizzazione, è apparsa di qualità sorprendente. Nella maggior parte dei casi utilizza materiali semplici da reperire localmente, che gli consentono di raggiungere forme espressive di grande impatto e dall’intensa carica poetica; la povertà dei materiali utilizzati risulta inversamente proporzionale alle emozioni che l’architettura riesce a trasmettere. I valori ambientali propri del contesto latino-americano si rafforzano nella loro identità attraverso architetture con linguaggi inediti, nuove tipologie e inaspettate qualità abitative”.
presentati dai 30 architetti partecipanti, segnalati da 13 advisors. Coordinatore del premio, curatore della mostra e del catalogo Paolo Navone, vice direttore dell’Archivio del Moderno. Gli advisors della 1a edizione • Laurent Beaudouin (Francia) • Gonçalo Byrne (Portogallo) • Alberto Campo Baeza (Spagna) • Massimo Carmassi e Roberto Collovà (Italia) • Kenneth Frampton (USA) • Dan S. Hanganu (Canada) • Yung Ho Chang (Cina) • Kengo Kuma (Giappone) • Paulo Menez da Rocha (Brasile) • Boris Podrecca (Austria)
• Anant Raje (India) • Bruno Reichlin (Svizzera) La giuria • Mario Botta • Emilio Ambasz • Valentin Bearth • Davide Croff • Zhi Wenjun
La mostra Dove: Galleria dell’Accademia di Architettura, palazzo Canavée, Mendrisio Durata: 14 nov’08 - 8 feb’09 Orario: martedì-domenica 13-18; chiuso lunedì. Entrata libera
Sopra: Mario Botta alla conferenza stampa della premiazione; in basso, Solano Benitez visita la mostra alla Galleria dell’Accademia con (da sinistra) il curatore Paolo Navone, il direttore dell’Accademia Valentin Bearth, il presidente della BSI Architectural Foundation Felix R. Ehrat e Mario Botta.
BSI Swiss Architectural Award 2007-2008 a cura di Paolo Navone Mendrisio Academy Press 2008 196 pp - (per ordinarlo: map@arch.unisi.ch) Il catalogo raccoglie le opere dei 30 architetti che hanno partecipato al Premio, tra i quali gli italiani Alfonso Cendron di Venezia, Marco Navarra – NOWA di Caltagirone e Beniamino Servino di Caserta. Un repertorio di grande interesse per l’alta qualità dei lavori selezionati.
4 vigas, Piribebuy
“...immagina un quadrato di 9 m di lato in un paesaggio molto particolare (il giardino della sua casa di campagna a Piribebuy, 84 km da Asunción, dipartimento della Cordillera. NdR). Il quadrato è formato da quattro travi di cemento armato sorrette ciascuna da un solo pilastro. Per l’umidità delle rive del ruscello l’ambiente è ricco di vegetazione e dunque le travi s’intrecciano col folto degli alberi e con le grandi felci, senza intralciare alcuna specie. Il lato interno delle travi è ricoperto di specchi, così che lo spazio definito scompare una volta che ci si trova al suo interno. Dentro il quadrato, schivando le radici, all’ombra degli alberi, carezzata dal suono delle acque, c’è una fossa, pure di cemento armato. La tomba di
SOLANO BENITEZ
mio padre. Ho affrontato il progetto sistematicamente e periodicamente nei dieci anni trascorsi dalla sua morte. E l’ho abbandonato con la medesima costanza con cui insorgeva in me la necessità di affrontarlo. Aver affrontato, lungo tutti questi anni, il tema della morte mi
ha fatto attraversare tutti gli stadi immaginabili della malinconia, sola giustificazione alla mia inefficienza come architetto”. Questa la poesia contenuta in quattro travi, quattro pilastri, quattro specchi e una fossa. Questa la sensibilità di cui il mondo ha bisogno.
A sinistra: due immagini della tomba del padre a Piribebuy, 2000-2001. In alto: Brise-soleil in pannelli di laterizio prefabbricati per la sede Unilever a Villa Elisa (Paraguay), 2000-2001 In basso: Casa “Abu&Font” a Asunción (2006): materiali economici e un’altezza del primo piano di 5 m per proteggere dalle alte temperature di Asunción. (Le foto sono di Enrico Cano, ©2008).
Nato nel 1963 ad Asunción, capitale del Paraguay, dove nel 1986 si laurea alla Facoltà di Architettura dell’Università Nazionale. Vincitore del Premio nacional de arquitectura 1989-1999 del collegio degli architetti paraguaiani; finalista del Premio Mies van der Rohe de arquitectura latinoamericana; rappresentante del Paraguay alle Biennali di Venezia, San Paolo e Lisbona. È stato invitato come docente presso numerose università. Ha fondato il Gabinete de Arquitectura, studio professionale che attualmente condivide con gli associati Alberto Marinoni e Gloria Cabral.
nov/dic ‘08 - IoArchitetto 21
archilibri /
archimostre / mara corradi
Alle origini c’è
Coperture ad elevate prestazioni Teoria e Tecnologia a cura di Sergio Croce Rockwool 190 pp Con questo volume Rockwool Italia conferma il suo impegno nella divulgazione di soluzioni progettuali innovative. Il libro si pone quale strumento che fornisce elementi teorici e pratici sulle diverse possibili configurazioni del tetto di un edificio, con appenditi tecniche e normative aggiornate. La pubblicazione si focalizza sull’elemento costruttivo maggiormente esposto agli agenti climatici, sul quale convergono non solo richieste progettuali di contribuzione al comfort termico e acustico dell’edificio, ma anche esigenze di sicurezza e di protezione antincendio. Le prime 60 pagine sintetizzano le
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un disegno tematiche teorico-tecniche alla base del funzionamento di una copertura; nelle restanti 130 sono raccolte in nove schede le principali tipologie di copertura sia a falda sia piana, con riferimenti normativi, attenzioni in fase di progetto ed esecuzione, valutazioni termiche delle stratigrafie proposte. Distribuito gratuitamente in forma cartacea e digitale: www.rockwool.it
Michele De Lucchi. Paintings 2003/04/05 mostra presso Antonia Jannone Disegni di Architettura, C.so Garibaldi 125, Milano, fino al 17 novembre 2008
I disegni sono alla base del lavoro di Michele De Lucchi. Sono idee, energie, schizzi di forme, di oggetti, di progetti futuri, appunti, pensieri
Atlante dell’abitare contemporaneo di Maria Alessandra Segantini Skira Editore 336 pp - 32,00 euro Condominio in calcestruzzo 2, 22 agosto 2004
magine della casa attraverso saggi di alcuni tra gli autori più significativi che si stanno occupando di questi argomenti. Tra i cento lavori raccolti sono illustrati progetti di Herman Hertzberger, Wiel Arets, Steven Holl, Sanaa, Gigon-Guyer, Cino Zucchi, Eric van Egeraat, David Chipperfield, Atelier Bow How, Mecanoo, Baumchlager & Eberle, Massimo Carmassi.
Earth Architecture (in lingua inglese) di Ronald Rael Princeton Architectural Press 192 pp - US$ 45 www.papress.com Si stima che metà della popolazione mondiale viva o lavori in edifici costruiti in terra. Una realtà alla quale viene posta scarsa attenzione. L’autore, docente di architettura all’Università di California a Berkeley e fondatore di Eartharchitecture.org, si focalizza su realizzazioni effettuate negli ultimi decenni che utilizzano terra pressata, mattoni di fango e numerose altre interessanti tecniche. Earth Architecture presenta una selezione di più di 40 progetti Edilizia sociale in Europa Premio Ugo Rivolta 2007 Editrice Abitare Segesta 184 pp - 22,00 euro Il catalogo dell’edizione 2007 del Premio biennale indetto dall’Ordine degli Architetti di Milano illustra in 45 schede tutti i progetti ricevuti da sette Paesi europei. Una panoramica ricca di spunti che da sola sarebbe motivo sufficiente per accogliere in studio il volume, ma i preziosi contributi di Carlo Melograni (premio per l’architettura della Presidenza della Repubblica nel 2005), Anna Maria Pozzo, direttore tecnico di Federcasa, Francesca Zajcyk, coordinatrice del laboratorio PeriMetro del
Villa con tettoie 6, 31 agosto 2004
E
ntrare nella galleria di Antonia Jannone è come visitare l’atelier di un artista, affacciato su un giardino interno, mentre fuori la città tira dritto e non si accorge di nulla. Chi ha portato i suoi dipinti e le sue sculture in questo caso è Michele De Lucchi. Dopo Memphis quale straordinaria stagione del design, un percorso personale nell’architettura intesa come progettazione di oggetti a piccola e grande scala per l’industria, spaziando, con lo sguardo fisso al messaggio visivo e fruitivo, dalla lampada alla centrale elettrica, dal computer all’ufficio, dalla sedia all’abitazione. La mostra “All’origine c’è un disegno” fa conoscere il periodo tra il 2003 e il 2005, in cui De Lucchi realizzò disegni per architetture libere da committenza, sperimentando sulla forma pura, senza
mediazioni tra la mente e il foglio. Il colore della tempera, definita nelle linee con i pastelli colorati e la matita, si apprezza al meglio sulle pareti immacolate della galleria: le infinite variazioni cromatiche si declinano nel percorso, sottolineate dalla scelta dell’autore di attribuire a ciascun quadro una cornice differente da tutte le altre. Le opere, raggruppate per concetto, sono “Uffici”, “Ville con tettoie”, “Condomini”, “Grandi fabbricati in calcestruzzo, legno e vetro”: nessuna veramente legata a un progetto realizzato, ciascuna con l’idea di una possibile futura applicazione architettonica. I 40 dipinti, selezionati in una serie di 111 sul tema, raccontano la grande potenza espressiva del disegno a mano libera come metodo progettuale. Il catalogo, edito da Corraini, illustra e documenta l’intera serie delle opere.
probabilmente la miglior squadra di consulenti per l’ENERGIA ALTERNATIVA
prodotti & soluzioni per il confort
documentati da più di 300 immagini, che mostrano il nuovo uso creativo del più antico materiale di costruzione al mondo. Molti pensano che questa tecnica sia utilizzata solo nelle aree rurali povere, al contrario il volume riporta esempi di aeroporti, ospedali, musei, ambasciate e fabbriche costruiti in terra.
ventilazione meccanica controllata
climatizzazione radiante
EDILIZIA SOCIALE IN EUROPA Premio Ugo Rivolta 2007 Social housing in Europe Ugo Rivolta Award 2007
ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di milano
dipartimento di Sociologia di Milano-Bicocca e Thomas Herzog, architetto tra i massimi esperti internazionali di architettura bioclimatica, ne fanno un must read per chiunque intenda confrontarsi col tema dell’edilizia sociale, sul quale l’Italia ha accumulato un ritardo di trent’anni.
Torre San Giorgio - CN - S.S. Torino-Saluzzo km 30 numero verde
Il tema dell’edilizia residenziale sta assumendo un ruolo di primaria importanza nella situazione contemporanea caratterizzata da un panorama complesso segnato dallo sprawl e da una generalizzata frammentazione dello spazio della casa e della vita collettiva. Nuovi progetti tentano risposte alla domanda di sistemi flessibili e cercano di configurare nuove dimensioni per l’individuo nello spazio pubblico e privato. Attraverso la raccolta di alcuni esempi significativi prodotti negli ultimi dieci anni, il volume percorre temi centrali come quello della densità, della flessibilità, del rapporto con il suolo, del costruire sul costruito, dell’im-
GRUPPO IDROCENTRO
800-577385
info@aae-italia.it
Milano Architettura Design Edilizia Fiera Mil ano, Rho 04_07 Febbraio 2009
L’evento internazionale per il progetto, l’architettura, l’edilizia 170.779 visitatori dei quali 16.025 esteri, 1.914 espositori, 107.018 mq di area espositiva netta: la sintesi dell’edizione 2008 conferma MADE expo l’appuntamento leader per l’intera filiera delle costruzioni. MADE expo offre una panoramica completa sui prodotti e sulle soluzioni più avanzate per progettare, costruire e ristrutturare nei Saloni ad alta specializzazione, dedicati a materiali da costruzione, strutture e sistemi costruttivi, tecnologie per l’impermeabilizzazione, l’isolamento e il risanamento, macchinari, impiantistica, building automation, soluzioni per la sostenibilità, energie rinnovabili, sistemi di facciata e serramenti, chiusure, protezioni solari, automazioni, coperture, colore e decorazione, tecnologie per la produzione di serramenti, porte, portoni, scale, pavimenti e rivestimenti, finiture per l’architettura, software, impiantistica sportiva, piscine, fitness, arredo urbano.
MADE expo è un’iniziativa di MADE eventi srl Federlegno-Arredo srl
Organizzata da MADE eventi srl tel. 051 6646624 • 02 80604440 info@madeexpo.it • made@madeexpo.it
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