IoArch 27 - Sep 2009

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Milano postindustriale

L’edicola del futuro

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Nasce a Vicenza un nuovo pezzo di città

Pedrali gli specialisti del contract

Sei progetti per un giardino

www.ioarch.it

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Anno 4 - n°27 - settembre 2009 - euro 2,50 - Pubblicità: Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano - tel. 02 2847274 fax 02 45474060 - pubblicita@fontcom.it - Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano

Progettare

CARLO EZECHIELI INTERVISTA GILLES PERRAUDIN

ecosistemi

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onostante si dia ormai per scontato che l’intervento dell’uomo sulla natura abbia conseguenze nefaste, è interessante notare che molti tra i più incantevoli paesaggi sono il risultato di una profonda sinergia tra trasformazioni “artificiali” e contesto “naturale”. Una collaborazione perfezionata nel corso di centinaia o migliaia di anni e capace di definire sistemi stabili e dotati di un proprio equilibrio interno. L’uomo in questi casi interviene in base alla comprensione profonda di complessi principi di funzionamento ambientale tanto che, se viene tolta la “componente umana”, si scatenano processi catastrofici di riassestamento. Come nel caso di molte aree alpine, oggi ridotte a zone ad alto rischio idrogeologico. Le conseguenze possono essere anche peggiori se la la stessa componente umana introduce strutture e reti che seguono logiche tanto aliene ed autoreferenziali da rivelarsi ecologicamente e visualmente distruttive. Questa logica di sovrapposizionesostituzione, di matrice moderna e industriale, agisce dimenticando l’ovvio presupposto che un intervento di trasformazione non interviene solo sul contesto fisico, sociale e tecnologico-produttivo, ma anche sui delicati principi di funzionamento ambientale. Non solo consapevolezza, ma anche la capacità tecnica, propria della tradizione, di intervenire non sopra, ma nell’ambito di un ecosistema, si è andata progressivamente perdendo e resta tuttora un ambito di conoscenze che merita di essere recuperato sotto nuova luce. Carlo Ezechieli

Avanguardia vernacolare Da anni Gilles Perraudin è un architetto la cui influenza e autorevolezza è riconosciuta a livello internazionale, e una figura di riferimento per la ricerca nel campo dell’architettura ecologicamente orientata

ARCHIGLOBAL /

Memorie

dimenticate Giugno 2009, l’apertura della High Line di New York

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anhattan, massa di edifici risucchiati verso l’alto. Grande e complessa metropoli in continua trasformazione. Fitta di labirinti e di sorprese, di frammenti abbandonati, di memorie dimenticate di un passato, neanche tanto remoto, che talvolta rivive sotto la spinta di iniziative coraggiose. È il caso della High Line, un nastro ferroviario sopraelevato, a circa 7-8 metri dalla quota stradale e che si sviluppa lungo il lato ovest della città lungo il fiume >>>

L

a sua opera recente, condotta a partire da un’indagine profonda sull’essenza dell’architettura e dei processi di costruzione, rivela tuttavia, più che un'attenzione prevalentemente rivolta a questioni di tipo ambientale, una tendenza alla riduzione inedita e di incredibile spessore espressivo. Pochissimi, forse nessuno meglio di lui ha saputo intuire l’incredibile potenzialità di tecnologie di ispirazione arcaica associate a mezzi di produzione attuali. Le architetture di Perraudin in blocchi di pietra massiccia sono una sorta di riedizione odierna dell’architettura megalitica, con la differenza che lo sforzo eroico di decine di uomini viene sostituito dal

lavoro di alta precisione, non meno eroico, di una gru e di un paio di operai. Un gigantesco “lego”, con elementi di 2 tonnellate ciascuno e un formidabile sincretismo tra arcaicità, età delle macchine e moderno design. La cantina-atelier di Vauvert, immersa in un disteso paesaggio di vigneti e nella luce limpida della Provenza, è stata la prima opera in pietra massiccia di Perraudin. Da questa si sono evoluti molti altri lavori, come la recente cantina del monastero di Solan. Visitarla è stata un’esperienza istruttiva e per molti versi illuminante, come lo è stata questa conversazione nell’atelier di Vauvert con >>> Gilles Perraudin ed Elisabeth Polzella. GLASARCHITEKTUR

Lo shopping verticale di Francoforte

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febbraio 2009: apre a Francoforte una nuova parte della città, My Zeil. Architetti Doriana e Massimiliano Fuksas. Il nuovo shopping center è un elemento di un parte più grande formata da tre presenze architettoniche. Seguiranno fino al completamento la ricostruzione del palazzo Thurn und Taxis ultimato nel 1739 da Fürst Anselm Franz von Thurn und Taxis, maestro di Posta reale della nobile e importante famiglia cattolica tedesca, di origine italiana (i Tasso, nativi di Bergamo) distrutto dai bombardamenti della seconda guerra, e l’erezione del quartiere verticale Palais Quartier ad opera dello studio tedesco KSP Engel >>>


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