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La vela energetica di Xeliox Energy Lab
La nuova prefabbricazione
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Le torri orizzontali di Sviluppo Sistema Fiera
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Resign La bottega 2.0
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Anno 5 - n°30 - gennaio 2010 - euro 2,50 - Pubblicità: Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano - tel. 02 2847274 fax 02 45474060 - pubblicita@ioarch.it - Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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all'invettiva
CARLO EZECHIELI A COLLOQUIO CON JOAN BUSQUETS
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a città è una grande casa e una casa è una piccola città. È una celebre affermazione di Leon Battista Alberti che, ancora una volta, merita di essere riscoperta e rivalutata. Perché? Perché implica la necessità di pensare a come vorrei abitare una città o una regione, a come curarla e migliorarla, a come vorrei consegnarla ai miei figli. È un atteggiamento di semplicità e chiarezza che accomuna i più riusciti interventi di urbanistica di tutto il mondo, ma che in Italia sembra perdersi nella realtà urbanistica di tutti i giorni. Negli ultimi anni abbiamo puntato molto sulla regolamentazione, abbiamo fatto scorpacciate formidabili di retini lasciando troppo spesso che decisioni di fortissimo impatto trasformativo, in primo luogo il disegno delle infrastrutture, venissero prese in altra sede, calate dall’alto e riassorbite all’interno degli strumenti urbanistici: tutt’al più con qualche mugugno e con contromisure limitate alle cosiddette “opere di mitigazione”. Le conseguenze sono chiaramente nefaste, le aree di sviluppo recente diventano l’ambientazione preferita di paradossali grovigli infrastrutturali, quelle consolidate la destinazione elettiva di interventi puntuali (dai parcheggi ai sovralzi) ma non finalizzati al raggiungimento di obbiettivi di miglioramento complessivi. Quanto alla Milano post 2015, ormai sfiniti dal tormentone della “grande opportunità”, rimangono alcune questioni, del tutto banali ma incredibilmente irrisolte. Può permettersi una città che aspira ad imporsi quale esempio a livello internazionale, di consentire la sosta vietata a migliaia di auto ogni giorno? Di mantenere saldo il record europeo di violazione dei limiti di inquinamento? Di disporre della dotazione di metri quadrati di verde per abitante tra le più basse del mondo sviluppato? La domanda in fondo è una ed è piuttosto semplice: che città vogliamo dopo questa grande festa? Carlo Ezechieli
Milano 2016 quale città dopo l’Expo? Il parere di Joan Busquets sul tema Expo 2015, raccolto in occasione della conferenza “Come i grandi eventi possono rendere migliori le città?” promossa dalla Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano
ARCHIGLOBAL
Italia/Olanda
Architetture a confronto Un interessante convegno per individuare punti di contatto e opportunità di collaborazione tra i progettisti dei due Paesi.
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temi della nuova architettura al centro del convegno Il clima dell’architettura in Olanda e in Italia - tra costruzione e sostenibilità. Un evento organizzato dall’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma in collaborazione con IN/Arch e NAi e il sostegno di ANCE e Bouwend Nederland, per illustrare casi di eccellenza dei due Paesi attraverso la testimonianza di quattro studi di architettura e promuovere nuove occasioni di confronto e collaborazione tra progettisti e costruttori. Di seguito alcuni tra gli esempi di progettazione presentati. >>>
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a filosofia di progetto di Joan Busquets ha origine da una comprensione chiara e profonda delle logiche che improntano l’evoluzione delle città e che, come lui stesso sottolinea, sono tanto radicate da rivelarsi sempre e comunque più forti di qualsiasi grande intervento. Un atteggiamento metodologico più volte definito “realismo ambizioso” rivelatosi valido sia nel riuscitissimo caso di Barcellona che nei molti esempi di pianificazione a livello internazionale da lui coordinati. Attualmente impegnato a Milano quale membro della consulta architetti per Expo 2015, Joan Busquets ha tenuto lo scorso dicembre presso
Politecnico di Milano una conferenza dal titolo “Come i grandi eventi possono rendere migliori le città?”. L’incontro rientrava nei Seminari internazionali promossi dalla Facoltà di Architettura e Società - Corso di Studi di Scienze dell’Architettura ed è stato introdotto dal Preside, Piercarlo Palermo. Busquets ha accettato l’invito dei professori Andrea Gritti e Simona Gabrielli che hanno coordinato il successivo dibattito. L’intervista raccoglie il punto di vista di Joan Busquets rispetto alla città e ai grandi eventi con particolare riferimento al caso di Expo 2015. >>> L’INTERVISTA / ANTONIO MORLACCHI
Slow architecture La filosofia di Enrico Frigerio per un’architettura progressiva in sintonia con l’ambiente
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novembre Libria ha pubblicato Slow architecture istruzioni per l’uso. È il secondo testo dell’architetto Enrico Frigerio, dopo Slow architecture for living e dopo l’esperienza biennale della mostra itinerante A journey in slow architecture. La slow architecture è un invito a ritrovare un corretto rapporto con il contesto, ricercandone le risorse per il progetto, a confrontarsi con il pensiero e a perseguire un concetto di qualità totale dall’idea iniziale fino al cantiere e dopo, immaginando la gestione e le funzioni che l’edificio assumerà nel corso della sua vita. >>> Ne parliamo con l’autore.