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Due ruote in città

Studio del mese

Progetto del mese

Orizzonti

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Vélib’ a Parigi un progetto ambizioso

C+S Associati innovazione e tradizione

Milano Santa Giulia città ideale ma reale

La città dopo l’automobile frammenti di una visione ANNO 2 numero 11 euro 2,50

Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano

IN QUESTO NUMERO

La città senza automobili ualche anno fa, nel museo dei trasporti pubblici di Londra un cartello diceva: “La velocità media del traffico a Londra nel ‘500 era di 16 km/h; nel 1999 è di 16 km/h”. Evidentemente in 500 anni, almeno per quanto riguarda la città, non c’è stato un grande progresso, si è semplicemente messa in gioco una quantità spaventosa di energia, di tempo, di spazio, di gas di scarico, di rumori molesti e di ferraglia per arrivare allo stesso risultato. Ne è valsa la pena? Nel rapporto città/automobile si concentrano le più palesi contraddizioni contemporanee: veicoli di 1000 chili per trasportare un solo occupante di si è no 80, macchine fatte per spostarsi più che altro ferme ai semafori e con i motori accesi, veicoli che impiegano 15 minuti per compiere un tragitto e 30 per trovare un posto libero. Senza contare lo spazio. Spazi aperti come viali o piazze, rappresentativi della ricchezza di un ambiente urbano tramandati dal passato, declassati al ruolo di parcheggi. Partendo da queste considerazioni abbiamo deciso di esplorare il tema delle “città intelligenti” raccogliendo contributi come quello di Moshe Safdie, autore di progetti che hanno fatto la storia dell’architettura, e nel 1997, di un ottimo saggio sul tema, o quello della MIT Media Lab Concept Car, espressione formalmente significativa del concetto di conversione dell’auto da “bene” a “servizio”. L’obiettivo è quello di proporre e suggerire una risposta a una domanda fondamentale: “è possibile una città più bella ed efficiente senza automobili?”. Carlo Ezechieli

PIANIFICAZIONE E AUTOMOBILI SECONDO MOSHE SAFDIE

Nuovi scenari per

città intelligenti

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Uno dei protagonisti dell’architettura contemporanea racconta il suo punto di vista sul traffico e il futuro delle città

ARCH. MOSHE SAFDIE Nato ad Haifa nel 1938, si trasferisce in Canada e si laurea in architettura alla McGill nel 1961. Dopo un periodo trascorso nello studio di Kahn a Filadelfia ritorna a Montreal per occuparsi del masterplan dell’Expo’67, dove realizza il progetto Habitat. Nel 1970 apre uno studio a Gerusalemme e si occupa del piano urbano della città. Nel ‘78 diventa professore a Yale e in seguito alla McGill, alla Ben Gurion e ad Harvard, e trasferisce lo studio a Boston. Tra i suoi lavori più recenti: il Telfair Museum of Art a Savannah (Georgia), lo Yad Vashem Museum (il museo dell’Olocausto) a Gerusalemme, gli aeroporti internazionali di Tel Aviv e di Toronto.

L’INTERVISTA

Slow bike

ricetta vincente Progetto per Marina Bay Sands a Singapore (ArchPartners)

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oshe Safdie è uno degli architetti più coinvolti nelle tematiche legate allo sviluppo della città del futuro. Lo incontriamo a dieci anni dalla pubblicazione di The City After the Automobile e gli chiediamo se ha notato qualche cambiamento di rilievo. “Qualcosa sta gradualmente emergendo. Per esempio, a Boston si è andato consolidando un servizio, simile al concetto Ucar, chiamato Zipcar: l’utente individua con un GPS consultabile via web la posizione della

Zipcar più vicina e la prenota. Cammina fino all’auto, in genere a non più di un isolato di distanza, e la sblocca con una carta tipo bancomat. Alla fine dell’utilizzo, la lascia per l’utente successivo: in strada, in un parcheggio o in posteggi riservati. Non si è proprietari di un’automobile, ma si compra un servizio, si prende una macchina per lasciarla nel luogo più comodo una volta usata. È un’attività in crescita. Un punto importante verso il cambiamento è la traslazione del concetto di automo-

TRASPORTO CICLISTICO COME SISTEMA

Münster, sviluppo

Si ha un cambiamento solo quando ci si trova bloccati e non c’è altra alternativa che rivoluzionare sia il mindset sia il modo in cui si facevano le cose in precedenza.

a misura di bicicletta l mezzo più utilizzato per muoversi a Münster, una città di 255mila abitanti nella regione tedesca della Renania Settentrionale-Vestfalia, è la bicicletta. Un’abitudine tanto radicata da vedere diminuire il numero delle due ruote in città solo del 10-15% quando il tempo è brutto (neve compresa). E che richiede costanti interventi e un’attenta progettazione urbanistica e viaria perché si mantenga agli attuali livelli. Area di traffico intenso è quella della

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stazione centrale, verso la quale ogni giorno convergono e dalla quale prendono il via alla volta dei luoghi di lavoro migliaia di cittadini e di pendolari in bicicletta. Con evidenti problemi di parcheggio che hanno trovato soluzione nella Radstation. Realizzata dall’azienda comunale Westfälische Bauindustrie, è un garage sotterraneo (la struttura interna è stata progettata dallo studio Thormälen e Peukert) continua a pag. 2 >>>

bile da bene a servizio per la mobilità. Le principali compagnie di autonoleggio stanno incominciando a intuire le potenzialità di un nuovo concetto di automobile quale strumento per la mobilità e non come oggetto da possedere”. Quali pensa siano i fattori principali che guidano il cambiamento? Innumerevoli casi dimostrano che uno dei principali motivi di

Per il 30% dei ferraresi la bicicletta è il mezzo di trasporto quotidiano. Abitudine inossidabile favorita da una gestione attenta e rigorosa entotrentamila abitanti, una percentuale di utilizzo del 30,9% (DataBank 2000) della bicicletta da parte dei cittadini che ne posseggono in media 2,8 ciascuno. In questi rapidi tratti è radiografata la

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Una città in cui l’ecologica due-ruote ha un ruolo tanto importante da meritare un parcheggio tutto suo nel cuore della città


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Münster, sviluppo

L’ampia vetrata della Radstation; sotto il pratico sistema di posteggi all’interno Foto: Preseamt, Münster

a misura di

bicicletta che ospita più di 3.000 biciclette accanto alla stazione centrale. La struttura esterna (progetto di Brandt & Böttcher in collaborazione con lo studio Gantert & Wiemeler) è in acciaio e vetro, con un’entrata alta 8 metri attraverso la quale si accede ai sotterranei: i ciclisti li raggiungono attraverso una rampa con una pendenza del 12%; i pedoni tramite le scale poste davanti all’ingresso della stazione. La Radstation è aperta dalle 5,30 alle 23,00. Oltre al parcheggio (0,70 euro al giorno, 7 al mese, 70 all’anno) offre servizi di riparazione, pulizia e noleggio. Infrastrutture e servizi Già nei primi anni del secolo scorso la bicicletta era protagonista degli spostamenti a Münster. Dopo la seconda Guerra Mondiale, durante la quale il 90% della città fu distrutta, il consiglio approva una risoluzione rivoluzionaria: la costruzione di piste ciclabili lungo tutte le strade principali affinché i ciclisti non disturbino il traffico automobilistico crescente. Queste oggi si presentano come vere strade per le bici della larghezza di 2 metri, separate al livello del marciapiede. La città ne somma ben 275 km, cui si uniscono le corsie preferenziali riservate ai bus (ai quali i ciclisti hanno libero accesso) e 300 km di strade secondarie che attraversano i campi e i boschi, tutte assiduamente frequentate. La pista ciclabile più famosa della città è la Promenade, una circonvallazione lunga 4,5 km costruita sui bastioni che circondano la città vecchia: veloce, sicura e anche bella. In alcune

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Slow bike

ricetta vincente

GAETANO SATERIALE Uomo politico, amministratore pubblico e apprezzato intellettuale, sindaco di Ferrara dal 1999, è laureato in Scienze Politiche. Ricercatore dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, ha pubblicato i suoi primi lavori di ricerca sull’economia ferrarese e sulla politica della casa in Italia. Nel 1980 diventa Segretario Provinciale (poi regionale) del Sindacato Chimici della CGIL e nel 1987 è chiamato a dirigere il Dipartimento Industria e Contrattazione della CGIL. Dal 2003 è presidente dell’Associazione città italiane patrimonio mondiale Unesco.

l’amministrazione è impegnata a promuovere la reciproca comprensione tra ciclisti e pedoni. Per legge, ogni nuovo edificio costruito deve destinare un’area al parcheggio delle biciclette.

sue sezioni si contano più di mille passaggi ogni ora. Le radici di questa fedeltà risiedono nel fatto che l’utilizzo delle due ruote a Münster è sicuro, economico, semplice e veloce, grazie a servizi mirati fatti di infrastrutture, sicurezza del traffico e comunicazione. Viabilità I ciclisti devono arrivare e viaggiare in città in modo comodo e sicuro. Per questo è stata posta grande attenzione agli incroci, dove il servizio semaforico è doppio, con un occhio di riguardo a chi arriva in bicicletta, per cui il verde scatta qualche secondo prima: ciò permette una partenza sicura, la possibilità di spostarsi di carreggiata nel caso di svolte, prima che partano le automobili. Un’altra soluzione molto efficace è costituita da uno spazio dedicato allo stop delle biciclette posto una decina di metri avanti a quella delle auto (utilizzato ai semafori posti in corrispondenza della congiunzione di una strada secondaria con una principale): quando il semaforo è rosso si crea uno spazio dove possono stazionare 20-30 ciclisti che, quando scatta il verde, possono partire e ed eventualmente svoltare; le auto seguono e l’automobilista ha tutto sotto controllo. Nella maggior parte delle zone residenziali la velocità è limitata a 30 km/h. Il centro città è pedonale: le bici possono circolare in vie a bassa concentrazione di pedoni e hanno accesso alle altre zone la sera, quando i negozi chiudono. Laddove la città si sta espandendo con nuove costruzioni, il

sistema stradale viene progettato sin dall’inizio al fine di creare zone residenziali tranquille, a misura di ciclisti. Parcheggi Parcheggiare una bicicletta non è un problema… fino a quando i

realtà di Ferrara, premiata nel 2000 dal Ministero dell’Ambiente per la promozione all’uso urbano delle due ruote realizzata attraverso l’istituzione dell’Ufficio biciclette per la mobilità sostenibile (responsabile Gianni Stefanati - www.comune.fe.it/bicilette) e inserita nelle linee guida elaborate dall’Unece (organismo dell’ONU per l’ambiente) in vista della 5a Conferenza ministeriale di Kiev nel 2003. Un esempio da imitare, ma - soprattutto - imitabile? Ne abbiamo parlato con il sindaco Gaetano Sateriale. Ferrara e Bolzano sono città bike-oriented; avverte un’analoga tendenza in altre località italiane? Ho l’impressione che qualcosa si stia muovendo, ma molto poco. Cresce il numero delle biciclette anche in città storicamente dell’automobile, ma non colgo una vera politica di sostegno della mobilità ciclabile. Per lo più siamo a momenti simbolici lanciati ogni tanto. Quando si ha a che fare con un problema di inquinamento o di miglioramento delle condizioni di vita di un centro storico, bisogna prendere dei provvedimenti strutturali, non simbolici, che devono passare per una gestione corretta e rigorosa delle zone a traffico limitato e della aree pedonali. Qual è l’esperienza di Ferrara in tal senso? Ferrara ha una Zona a Traffico Limitato (ZTL) grande e regolata, 24 ore su 24, senza finestre giornaliere in cui uno entra

numeri sono quelli della maggior parte delle città italiane. Ma quando si ha una media di 370mila ciclo-spostamenti al giorno la questione si fa complessa. Di qui il parcheggio alla stazione centrale, rastrelliere alle fermate dei pullman,

come gli pare. Soprattutto non hanno acceso i motocicli. Una ZTL è presente in ogni città italiana, ma è importante osservare come viene gestita. Ad esempio, a Roma ci sono le fasce orarie e questo non educa il cittadino che usa l’automobile e quando passa fuori orario spera che gli vada bene. Altra questione: chi può entrare effettivamente? Solo i residenti. Con quante automobili: una, due, tutte quelle possedute? Ancora, a Roma hanno accesso le moto, a Ferrara no. La percentuale dei ferraresi su due ruote è stabile; cosa rende questo possibile? La politica di chiusura del centro storico alle auto risale agli anni ’70, dunque è radicata nei cittadini: da allora si accede a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Il territorio aiuta: la nostra città è tutta in pianura. La conformazione del centro storico fa sì che per strada tutti debbano andare un po’ più piano; usando la bicicletta si ha una velocità competitiva, analoga a un’automobile. Hanno influito anche le condizioni storiche di crescita della città: non abbiamo avuto lo sviluppo molto forte delle località sulla via Emilia e qui non si sono formate periferie con grandi arterie che le collegano al centro, dove il traffico è intenso e disincentiva l’uso delle due ruote. Si viaggia per strada o su piste ciclabili? In centro abbiamo solo tre piste protette: il ferrarese ama viaggiare per strada. La città ha poi un anello di mura di 9,5 km

aree recintate e coperte in corrispondenza delle fermate dei treni nelle periferie: chi dispone di un abbonamento riceve la chiave di accesso. Nel centro storico le rastrelliere sono 8.000 ma, nonostante il numero elevato, insufficienti:

con due ciclabili che sono collegate alle piste radiali (protette) che collegano la città ai centri limitrofi, distanti 5-6 km. Quali problemi e investimenti nella gestione di una città ricca di biciclette? È più costoso realizzare strade che piste ciclabili; da un punto di vista degli investimenti la cosa non è impegnativa. Attualmente stiamo cercando di mettere in sicurezza i punti di incontro delle diverse mobilità, un problema di non facile soluzione, che abbiamo cominciato ad affrontare con passaggi pedonali e ciclabili sopraelevate: una rotatoria per un ciclista non è agevole da attraversare. E il rapporto tra ciclisti e pedoni? La scorsa settimana, durante una conferenza stampa su altri temi, un giornalista tedesco raccontava la sua visita a Ferrara e si diceva stupefatto e ammirato dal fatto che da noi ci fosse un atteggiamento molto rilassato nell’uso della bicicletta, mentre in Germania è nevrotico e simile a quello dell’auto, per cui si arriva a mettere a rischio il pedone. Allora mi sono inventato il concetto di slow bike, che inquadra molto bene il nostro modo di andare in giro in bicicletta. Come procede il bike sharing? Funziona poco, considerato il numero di cicli posseduti mediamente dai ferraresi. Stiamo pensando di potenziarlo vicino alle stazioni e alle aree di sosta in vista dell’aumento del cicloturismo.

Economia La realizzazione e la manutenzione delle piste ciclabili comporta investimenti decisamente ridotti rispetto alle strade su cui circolano le auto. Anche il rischio di incidenti è basso: nel 2005 ne sono stati registrati poco più di 800. In città i negozi specializzati sono una quarantina, frequentati anche da visitatori e appassionati di altre località che qui giungono per effettuare acquisti legati alla bicicletta. Münster e i suoi dintorni sono ovviamente meta di ciclo-turisti: le prenotazioni sono di un milione circa l’anno e le strutture ricettive (ristoranti compresi) offrono servizi di noleggio. Il giro d’affari di questa particolare forma di ospitalità è stimato in 290 miloni di euro e assicura 6.000 posti di lavoro. E se un giorno gli affezionati ciclisti passassero all’automobile? Sarebbe il collasso per la città e forse per l’intera regione. Per questo l’uso della bicicletta è supportato da investimenti mirati, promozioni e comunicazione. Münster fa parte di un’associazione che raccoglie 36 località della regione che si dedicano alla promozione del trasporto ciclistico. Le iniziative sono numerose, i fondi non sempre sufficienti. Accontentiamoci di quel bel pezzo di architettura che è la Radstation.

Quali i consigli per un amministratore che voglia incentivare l’uso della bicicletta? Il primo passo è definire una zona a traffico limitato nel centro cittadino, stabilendo delle regole precise per il passaggio e la mobilità al suo interno. La competizione bicicletta-motorino è molto evidente. Se si permette al secondo di accedere, sarà difficile che ci siano anche le prime. Se invece si chiude il centro storico agli scooter e alle auto in modo serio e costante in una città di medie dimensioni come la nostra, ecco che l’uso della bicicletta diventa il modo migliore di muoversi. La realizzazione di piste ciclabili protette è poi un importante incentivo. La bicicletta sta attirando sempre più l’attenzione degli amministratori; sarà il mezzo di spostamento del futuro? Nelle città sì, ci credo molto. A livello interurbano penso che possa essere il treno il mezzo del futuro… arrivati in stazione, il bike sharing completa il servizio. Nadia Rossi

Dal 2002 la città di Ferrara organizza anni tematici, con mostre, eventi, manifestazioni legate a un unico soggetto. Quello in corso ruota attorno al Rinascimento; il 2008 avrà quale soggetto la bicicletta.


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Probabilmente la chiave sta in una densità intermedia e nel mantenere un buon equilibrio tra densità e dispersione insediativa.

Nuovi scenari per città

Qualche raccomandazione per l’Italia? È un Paese con un paesaggio bellissimo e regioni con una fortissima identità e tradizione ma, nello stesso tempo, è uno di quei casi un cui i trasporti e il traffico rappresentano un grosso problema. L’automobile è senz’altro dominante e questo è un problema da risolvere. Allo stesso tempo, poco sembra possibile a livello di governo nazionale che, come i precedenti, è un sistema di coalizione e incorpora tutte le debolezze tipiche di queste forme di governo. Forse qualcosa in più può essere fatto a livello regionale o municipale. Allo stesso tempo, penso sia importante dedicare un certo impegno al miglioramento dei sistemi intermodali, come è stato fatto in Svizzera, dove i nodi principali - aeroporti e città - sono interconnessi in modo molto efficace. Gli aeroporti sono diventati hub funzionali da cui partire in treno per raggiungere diverse destinazioni senza doversi recare alla stazione della città più vicina. Questo significa, ad esempio, potere andare direttamente a Genova dall’aeroporto di Milano Malpensa senza dover passare per la stazione centrale di Milano.

intelligenti

The City After the Automobile: An Architect’s Vision di Moshe Safdie e Wendy Kohn offre spunti di riflessione sul mondo dei trasporti, prima tra tutte l’auto, e interessanti soluzioni per decongestionare l’ambiente urbano. A pagina 14 alcuni brani del libro. cambiamento è una regolamentazione seria e ben formulata. Il parcheggio illegale, ad esempio, è un incentivo perfetto per aumentare sempre più il traffico, la congestione sta spingendo in modo esponenziale la domanda di parcheggi. Singapore, una realtà che ho avuto occasione di conoscere in modo approfondito durante lo sviluppo di alcuni progetti, ha messo in atto già diversi anni fa un sistema automatico per tassare le auto in ingresso in città. La tariffa media di circa 10 dollari, aumenta nelle ore di punta. Questo provvedimento ha avuto un buon impatto sul trasporto urbano, riducendo clamorosamente il traffico. Londra si è in seguito mossa nella stessa direzione. Si ha un cambiamento solo quando ci si trova bloccati e non c’è altra alternativa che rivoluzionare sia il mindset sia il modo in cui si facevano le cose in precedenza. Quali considera oggi gli esempi migliori di buona pianificazione a livello internazionale? La questione è piuttosto tra chi la pianificazione la fa e chi non la fa. Un passo che è impossibile

compiere senza politica. Nello scenario internazionale Singapore sta intraprendendo forti interventi di pianificazione, la Cina lo sta facendo di meno. L’Europa dell’Est, l’Olanda, la Scandinavia, anche l’Inghilterra hanno una buona esperienza e una tradizione piuttosto forte. All’inizio del ventesimo secolo, ad esempio, gli inglesi erano eccellenti nel disegno urbano a scala ridotta, come si può vedere nelle colonie o in alcune parti di Londra. Più di recente la Spagna sta investendo grandi energie, mentre il resto dell’area mediterranea sembra essere meno orientato verso la gestione e la pianificazione. Oggi i trasporti costituiscono l’aspetto più importante per la pianificazione urbana, con un peso anche maggiore dell’uso dei suoli. Infine, in urbanistica credo sarà molto importante imparare a confrontarsi con il disegno a grande scala. Questi presupposti sono stati il punto di partenza per il masterplan da noi sviluppato per la nuova città di Modi’in in Israele, ora di 70.000 abitanti ma pensata per ospitarne 200.000. Diffusione o densità, un “giardino per tutti” o accumulare e impilare: quale nuova tendenza dominante per gli insediamenti? Mettere a confronto tra loro le differenti tendenze è la tensione tra il desiderabile e quello che ti puoi permettere ed ha accompagnato la storia della mia vita fin da quando ho disegnato Habitat nel 1967. Lo sprawl va in una direzione e la densità in un’altra. Credo che concentrazioni urbane come Hong Kong, dove mi trovavo qualche settimana fa, siano eccessive. D’altro canto chi sa se saremo in grado di sostenere, dal punto di vista ambientale e sociale, il sistema dello sprawl.

Cosa pensa potrà influenzare la forma delle città o rappresentare un buon tema di progettazione nei prossimi anni? Qualcosa che certamente avrà un impatto sostanziale sulla forma delle città è il disegno e la gestione degli spazi pubblici aperti. Le città più belle hanno sistemi di spazi aperti perfetti. A New York, come in molte altre città, la formazione di aree verdi ha dato un’impronta molto forte. Le città possono acquisire e conservare terreni alla loro periferia che, con il passare del tempo, diventa centro della città. Polmoni verdi sono capaci di mantenere l’equilibrio tra le parti della città dense e affollate, quelle diffuse e quelle a media densità. In alto: New York, vista del Columbus Center (Steve Rosenthal) Sopra: Singapore, vista aerea di MBS. In basso a sinistra: Mamilla, vista del villaggio di David (Michal Ronnen Safdie)

Flashalessandrobelgiojoso Corea del Nord: ancora biciclette. La benzina scarseggia e i camion sono alimentati a carbonella.

Carlo Ezechieli


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brevi / camilla morlacchi archishop /

La boutique Cavalli a Parigi

LA FILIERA DELLE COSTRUZIONI ALLA PRIMA * EDIZIONE DI EXPOEDILIZIA Dal 28 novembre al 1° dicembre presso la Fiera di Roma. Quattro i saloni tematici: elementi strutturali, macchine e attrezzature, serramenti e finiture, colore. Rivolta al mercato delle costruzioni per il centro-sud Italia, si connota per il concept appositamente studiato a misura di visitatore. Sono circa 220 le aziende che hanno confermato la partecipazione al nuovo appuntamento organizzato da Ros, società partecipata da Senaf e Fiera Roma. www.senaf.it

LA CASA VIRTUALE NOVITÀ DI EDILTEK 2007 * la fiera dell’edilizia in programma dal 16 al 18 novembre nel quartiere

Stile Montaigne all’esterno, lusso minimalista all’interno orta la firma dello studio fiorentino Architectural Workshop, degli architetti Alessandro Lattanzi e Roberto Fileni, il nuovo punto vendita Roberto Cavalli in Avenue Montaigne a Parigi. Pietra chiara parigina e un piccolo giardino recintato con una cancellata oro e nero dissimulano il moderno interno luminoso, con pavimenti in resina perla e pareti ad effetto cangiante con rilievi damasco. Preziosi i materiali degli arredi: bronzo, cuoio, coccodrillo, corian, cristallo.

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UNA PORTA APERTA SUL WEB IL NUOVO SITO * AUDASSO.COM Interattivo, aperto alla creatività dei visitatori, ricco di informazioni e di contenuti, è una vetrina per scoprire tutto quello che si deve sapere prima di acquistare una porta per interni. Le informazioni sono facilmente disponibili e individuabili, la navigazione risulta veloce ed è lasciato spazio a una componente ludica che conferisce all’azienda un’immagine giovane e innovativa. www.audasso.com

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AGGREKO FORNITORE DEI GIOCHI OLIMPICI DI PECHINO 2008 di apparecchiature per l’energia temporanea e il controllo della temperatura. Yuan Bin, direttrice marketing del BOCOG (comitato organizzativo dei giochi olimpici) ha sottolineato l’importanza dell’alimentazione energetica temporanea per il successo della manifestazione: di qui la scelta di Aggreko per le sue capacità tecniche, il servizio e l’affidabilità. L’azienda ha la sede centrale in Scozia; la filiale italiana è a Trezzano sul Naviglio (Mi). www.aggreko.com

fieristico di Malpensafiere. La manifestazione presenta due saloni riservati all’edilizia, il salone del Trasporto, il salone Eco&nergia e ampi spazi dedicati alle prove tecniche. Novità è Climatica, una vetrina dedicata alle tecnologie sul riscaldamento e il raffrescamento domestico. Articolata su 200 mq, riproduce gli spaccati che compongono uno spazio abitativo con la possibilità di visionare la meccanica delle soluzioni proposte, che strizzano l’occhio al design contribuendo ad accrescere il valore estetico dell’ambiente domestico. www.ediltek.info

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FONTANAARTE APRE A SHANGHAI un nuovo showroom nel distretto di Luwan. La società cinese si va ad aggiungere a quella che opera nel mercato americano e canadese che ha il suo nuovo quartier generale ad Atlanta (è sempre attivo lo showroom di New York). Il punto vendita di Shanghai è ristrutturato e allestito su progetto dell’architetto Piero Russi. Un pannello rosso lacca posto all’ingresso caratterizza lo spazio dando un’atmosfera di sapore orientale; i pannelli bianchi alle pareti supportano la presentazioni delle linee FontanaArte e Fontana Arte Architectural. www.fontanaarte.it

GLI ARREDI FANTONI AL CENTRE NATIONAL * DE RÉÉDUCATION FONCTIONELLE ET DE

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DESTINAZIONE ITALIA ALLA TREDICESIMA EDIZIONE DI MAPIC, fiera internazionale dedicata allo sviluppo commerciale dei centri urbani, alla grande distribuzione e al franchising che si svolge al Palais des Festivals di Cannes dal 14 al 16 novembre. Destination Italy è l’iniziativa di marketing territoriale promossa da GMPRgroup (che rappresenta Mapic nel nostro Paese) con l’obiettivo di valorizzare sul palcoscenico internazionale i progetti di sviluppo urbano e commerciale e le opportunità di investimento proposte dalle città italiane. www.mapic.com

IL GRUPPO MASSERDOTTI HA ILLUSTRATO LA MOSTRA DEL CINEMA di Venezia che si è svolta dal 29 agosto all’8 settembre presso la Biennale. Le sue stampe digitali in grandissimo formato su pvc, cotone, rete e flag hanno personalizzato l’arrivo alla darsena, le transenne, la tribuna adibita ai fotografi, il pontile dei taxi e le stesse torri del faro esterno. Un lavoro complesso che ha visto l’azienda ancora una volta a fianco di enti e istituzioni in occasione di grandi eventi. www.masserdotti.it

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CORSI DI LUCE - AIDI • Dal 21 al 23 novembre si svolge a Villa La Sfacciata, sede della fondazione Targetti sulle colline di Firenze, il corso avanzato Luce e Comunicazione rivolto a lighting designer e professionisti. Relatori: docenti universitari e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Ottica Applicata. www.lightacademy.org • Dal 20 al 31 gennaio 2008 prende il via il corso di sedici ore al Politecnico di Milano sul tema Led Lighting Design, rivolto a chi vuole conoscere i principi dell’illuminazione allo stato solido tramite led e le ultime novità in questo settore. www.luce.polimi.it

ciclisti in Italia ci sono da sempre. Ciò che sta cambiando da dieci anni a questa parte è il modo di vivere la bicicletta anche come mezzo di vacanza per apprezzare paesaggi, luoghi della cultura e tradizioni in modo completamente nuovo. Il cicloturista ama viaggiare in piena libertà, in sintonia con il paesaggio, provando nuovi stimoli ed emozioni solitamente precluse dalla frenesia e dal frastuono quotidiani. Per questo ha preso il via un’ospitalità a misura di biker, che trova la sua massima espressione nella catena Italy Bike Hotels. Nata nel ’98, oggi ne fanno parte 47 hotel a tre e quattro stelle dislocati in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lombardia, Trentino, Liguria, Puglia, Veneto, Abruzzo e Lazio. Ovviamente con servizi a misura di bikers: deposito sicuro, officina, guida cicloturistica, mappe percorsi, lavanderia (per abbigliamento tecnico), ristorazione flessibile e adeguata alle esigenze degli ospiti sportivi, assistenza medica e fisioterapica, angolo fitness, massaggi. I cicloamatori italiani sono circa 3 milioni e il nostro Paese è al terzo posto come meta di riferimento per i cicloturisti europei (tedeschi in prima fila), preceduta solo da Austria e Francia.

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ATTIVO IL SITO DELLA SEZIONE COPERTURE DI ANDIL ASSOLATERIZI Dedicato a tegole e coppi, rappresenta un nuovo contatto diretto con tecnici, progettisti, imprese di costruzione e rivenditori edili per informare, dialogare, raccogliere dati e riscontrare esigenze per tutto quanto attiene il mondo delle coperture. Completezza di informazioni e accesso facilitato agevolano gli addetti ai lavori alla ricerca di aggiornamenti su prodotti, tecniche costruttive, normative e quanto altro necessiti per un “tetto di qualità”. www.copertureinlaterizio.it

RÉADAPTATION di Lussemburgo, un ambiente altamente specializzato per la rieducazione motoria e neurologica dei pazienti. Le collezioni OT e XL, essenziali, funzionali e personalizzate nei colori, sono state scelte per l’arredo di camere, appartamenti, aree d’attesa, uffici direzionali e sale riunioni. www.fantoni.it

BOSCH REXROTH MUOVERÀ LA PIÙ GRANDE RUOTA DEL MONDO in via di costruzione a Pechino. La Great Beijing Wheel sarà alta 208 metri, in grado di trasportare 1920 passeggeri contemporaneamente e sarà inaugurata in occasione delle Olimpiadi del 2008 nel Chaoyang Park. A Bosch Rexroth spetta la fornitura dei sistemi completi di controllo e azionamento e l’automazione delle postazioni di imbarco. www.boschrexroth.it

Hotel a misura di cicloamatori

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LA CIVILTÀ DEI SUPERLUOGHI * Centri commerciali, fashion district, outlet village, fiere: i grandi ambiti terziari, produttivi, logistici, commerciali e per l’intrattenimento di massa caratterizzano la città contemporanea. Sono spazi di successo nella nostra società, elementi con cui è necessario stabilire un dialogo per superare la metropoli del ‘900 e progettare la città futura. È importante che siano belli? O è sufficiente che si raggiungano comodamente, che abbiano bei parcheggi come i mall? La civiltà dei Superluoghi è il titolo della rassegna organizzata a Bologna dal 13 ottobre al 7 novembre dall’assessorato alla pianificazione territoriale e trasporti della Provincia. Tra gli ospiti, gli architetti Stefano Boeri, Vittorio Gregotti, Dominique Perrault, Franco Purini. www.superluoghi.it/

VOGLIA DI PORTOGALLO A MENDRISIO * Prosegue fino a domenica 25 novembre 2007 presso la

Galleria dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera Italiana di Mendrisio l’esposizione Álvaro Siza, architetto (13/18 mar-dom, ingresso libero). E prosegue il ciclo di conferenze pubbliche inaugurato da Àlvaro Siza (più di 1.000 i presenti) con l’architetto lusitano João Luís Carrilho da Graça, classe 1952, dal 2001 professore presso il Dipartimento di Architettura dell’Università autonoma di Lisbona. Tra i suoi lavori di rilievo, la piscina comunale a Campo Maior, la scuola di comunicazione sociale a Lisbona, il padiglione della conoscenza dei mari dell’Expo ’98 di Lisbona (che ha segnato il suo riconoscimento a livello internazionale), il ponte di Aveiro ed il recente centro di documentazione ed informazione presso il Palazzo di Belem. Appuntamento successivo giovedì 25 ottobre, con l’architetto Francesco Venezia. www.arch.unisi.ch/ris_eventi_siza.pdf

Eredi Guerrini progetta e produce scale a chiocciola, elicoidali e a giorno, in ferro per interni ed esterni, con gradini in ferro o in legno e inserti in ferro battuto. Realizza inoltre soppalchi per interni in ferro sia per arredamento che per l'industria. Infine, è specializzata nella lavorazione del ferro e della lamiera per tutte le sue applicazioni in edilizia.

Eredi di Guerrini Via Stefanardo da Vimercate, 36 20128 M I L A NO Tel. 02 2578823 Fax. 02 27001344 info@guerrinimarco.191.it

Organo ufficiale dell’Associazione International Centre of Environmental Design

Direttore responsabile Sonia Politi Direttore scientifico Carlo Ezechieli Art Director Giorgio Covucci Redazione Nadia Rossi (caporedattore), Roberta Basaglia, Alice Gramigna, Elena Sauter, Julia Woyke, Mariella Zoppi Rubriche Monica Amari, Alessandro Belgiojoso, Marco Dolera, Sara Ferrario, Maurizio Molgora, Francesca Orestano, Marco Penati Hanno collaborato Camilla Morlacchi, Suzanne Nassan Zaatar © Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione, salvo diversi accordi, non verranno restituiti.

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due ruote in città /

Vélib’, un Il cycle-sharing procede a pieno ritmo per le vie della capitale francese. Obiettivo: ridurre il traffico del 40%

progetto ambizioso Foto Mairie de Paris

sono acquistare con carta di credito tre tipi di abbonamento: giornaliero (1 euro), settimanale (5 euro) e annuale (29 euro). La scheda magnetica rilasciata dà diritto a utilizzare la bici prelevata gratuitamente fino a 30 minuti, al termine dei quali scatta la tariffazione di 1 euro ogni 30 minuti. Parigi dispone oggi di 371 km di piste ciclabili. Il progetto della capitale si ispira alla positiva esperienza di Lione, denominata Vélo’v, avviato l’anno prima e che oggi dispone di 3.000 biall’inizio del 2001 Parigi ha visto un incremento dell’uso della bicicletta del 48%. Una tendenza alla quale il sindaco Bertand Delanoe ha voluto dare una decisa accelerata con il progetto Vélib’. Il termine nasce dall’unione di “vèlo” e “liberté” e ha preso il via il 15 luglio scorso; punta a raggiungere un parco di 20.600 biciclette e 1451 stazioni entro il 2007. Gli obiettivi per il 2008 sono 200mila abbonati e una riduzione del traffico del 40% con benefici in termini di inquinamento ambientale grazie alle

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ciclette e 250 stazioni. Alla fine del primo anno gli abbonati erano 60mila e 15mila le prese giornaliere. Vélo’v ha rivoluzionato il trasporto pubblico a Lione e offerto una valida alternativa all’automobile per i piccoli spostamenti. Le minori emissioni di CO2 annue sono stimate in 2.400 tonnellate. Esperimenti analoghi sono in programma a Vienna, Bruxelles, Siviglia e Cordova, mentre Bicing, a Barcellona (6.000 bici), conta già 90.000 utenti registrati. www.velib.paris.fr

minori emissioni di gas di scarico e di polveri sottili. Le biciclette acquistate dall’amministrazione comunale con il contributo di IGP Decaux, hanno una linea semplice e moderna, sono dotate di tre marce e di un complesso sistema antimanomissione in corrispondenza delle ruote e del sellino. Il servizio è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le quasi 1.500 stazioni (ad oggi sono 750) disteranno tra loro mediamente 300 metri; ognuna dispone di 20 o 50 biciclette e di una pensilina con schermo interattivo dove si pos-

leggi e territorio / arch. sara ferrario

Sicurezza nei cantieri: inasprimento delle pene per chi viola e potenziamento dei controlli l cantiere edile è da sempre, per ragioni intrinseche alla sua natura e organizzazione, un luogo di lavoro soggetto al rischio di incidente. Nell’ultimo decennio sono stati fatti passi da gigante per garantire condizioni di sicurezza del luogo di lavoro agli operatori del settore attraverso l’imposizione di condizioni di lavoro adeguate. Il continuo aggiornamento della materia in tema di sicurezza è reso necessario dal fatto che risulta difficile ricondurre ad un’unica tipologia le diverse realtà di cantiere: oltre a differenze relative alla grandezza del cantiere che determinano un’organizzazione secondo un modello industriale o artigianale, oltre al fattore economico che incide meno su economie di scala rispetto alla realtà della piccola impresa, troviamo anche differenze di ordine culturale nelle diverse aree geografiche del nostro paese che a volte determinano la resistenza all’adeguamento a determinati canoni di lavoro se pure imposti dalla legge dello Stato. L’ultimo passo del nostro legislatore va nel senso di un riordino organico delle disposizioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro: il Parlamento il 3 agosto scorso ha emanato una legge, la n. 123, che delega il Governo in tal senso. La legge indica i principi guida per il riordino e il coordinamento delle disposizioni vigenti che consisteranno in: applicazione di misure di tutela per particolari categorie di lavoratori subordinati e autonomi, semplificazione degli adempimenti formali, riformulazione dell’apparato sanzionatorio, potenziamento degli organismi paritetici, previsione di un sistema di qualificazione delle imprese che posseggono determinati requisiti di formazione sulla sicurezza, promozione della conoscenza delle azioni di prevenzione, razionalizzazione dei controlli, revisione della normativa in materia di appalti. La stessa legge introduce inoltre alcune modificazioni operative da subito che riguardano gli enti preposti alle funzioni di controllo, i poteri degli organismi paritetici e le gare d’appalto. In caso di presenza (per più del 20 per cento) di lavoratori irregolari sul cantiere è prevista la possibilità di sospensione dell’attività imprenditoriale che potrà ripartire solo dopo la regolarizzazione dei lavoratori e il pagamento di un’ammenda. Sarà possibile nei processi penali la partecipazione come parte civile dell’INAIL.

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Il movimento spiega la sua natura.

Le persiane Ital Jolly, in legno, alluminio e PVC sono perfette nel design, innovative e straordinarie nelle loro caratteristiche estetiche e funzionali. Il movimento spiega la loro natura: si impacchettano a libro nella spalletta del muro quasi scomparendo alla vista grazie al particolare

movimento

che

consente di spiegarsi, ripiegarsi o scorrere senza occupare la facciata esterna. L’anima spiega la loro forza: tiranti di acciaio attraversano le doghe in legno e garantiscono

robustezza

alla

struttura. Progettate per piacere sono nate per durare. Sono garantite 10 anni. Sono Ital Jolly: si spiega la differenza.

persiane ripiegabili e

scorrevoli

info: Ital Jolly spa - Via E. Fermi,8 28060 S. Pietro Mosezzo (No) Telefono +39 0321 468970 www.italjolly.it


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ecodesign / Auto integrate a sistemi di circolazione all’interno di edifici.

La Concept Car di MIT Media Lab l progetto della Concept Car di MIT, sviluppato da un team di architetti e ingegneri dell’autorevole istituto di Cambridge, Massachusetts, con la supervisione di Frank O. Gehry e di General Motors è nato sia con l’obiettivo di reinventare l’automobile in quanto oggetto di design, sia di ridefinire il ruolo dell’automobile nei confronti degli utenti e della città. In un periodo di circa due anni è stata definita una serie di soluzioni. Una di queste è una proposta di veicolo per aree urbane ad alta densità, impilabile e a due posti. Stazioni di raccolta, caratterizzate dalla

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massima efficienza in termini di occupazione di spazio, sono ubicate in diversi punti della città al fine di creare un sistema di trasporto urbano e sono attestate alla rete esistente di trasporto pubblico (come la metropolitana o le linee di autobus). Il posizionamento delle stazioni in punti nodali permette una flessibilità ideale, combinando sistemi di trasporto collettivo con quelli di trasporto privato. Le stazioni raccolgono le auto secondo un criterio simile ai carrelli portabagagli dell’aeroporto, e provvedono a ricari-

carle con energia elettrica. L’utente non deve fare altro che prendere la prima auto carica che esce dalla fila. La concept car non è da intendersi come un sostituto dei veicoli attualmente in circolazione ma come un complemento efficace e compatibile per la mobilità urbana. Sistemi di cambio di direzione non presenti sui veicoli convenzionali consentono un’incredibile libertà di movimento.

Una stazione di concept car con sistemi di ricarica solare Tutte le immagini sono fornite per gentile concessione del Dr. Mitchell Joachim, Terreform. www.archinode.com

archicontract /

pittoresco / francesca orestano

Estetica e Una stanza dinamica per una notte La domotica in albergo, tutto quanto serve per presentare e vendere progetti di ospitalità

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ARCH. PAOLO BADETTI

Room For A Night è il lavoro che l’architetto Paolo Badetti ha realizzato con il suo pbastudio a Host, il Salone internazionale dell’ospitalità, dal 19 al 23 ottobre presso i padiglioni della Fiera di Milano a Rho-Pero. L’allestimento, un’area di 96 mq è dedicato alla camera da letto domotica e ai sistemi di organizzazione e di arredo per l’albergo e le strutture ricettive, in collaborazione con alcuni tra i più interesanti marchi del settore. Il risultato è una bella proposta giocata sui diversi modi di vivere la stanza d’albergo, il turi-

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smo o il lavoro, accostata ad un modulo di accoglienza con area desk e lounge bar. Una rete di automazione gestisce i sistemi di ingresso e illuminazione, la diffusione del suono e della Tv, i controlli remoti. Una postazione interattiva è organizzata sul monitor centrale della camera: serve per il collegamento video televisivo e internet e completa la ricca dotazione tecnologica dell’allestimento. Sono stati studiati effetti di luci e trasparenze, con apparecchiature di illuminazione e tendaggi per valorizzare i materiali, gli arredi e i rive-

stimenti. Tutto attorno, nell’area perimetrale dello stand, ogni azienda dispone di un proprio corner aperto verso l’esterno. Oltre al consueto ruolo di studio di progettazione, pbastudio propone i nuovi servizi per le aziende del settore dell’accoglienza: pbaenergy, per la progettazione impiantistica e la gestione delle risorse energetiche e pbaconsulting, per individuare risorse e finanziamenti comunitari per l’impresa e il turismo. Hanno partecipato: Arredamenti Piani arredamenti su misura, Besana tap-

Si laurea a Genova nel 1988 e qui svolge attività didattica e seminariale presso lo Ilaud (International Laboratory of Architecture and Urban Design) con Giancarlo De Carlo. Negli anni '90 sviluppa numerosi progetti architettonici e urbani. Nei primi anni 2000 con pbastudio si dedica all'interior e contract design e al design industriale soprattutto nel settore dell'ospitalità, approfondendo gli aspetti legati all’inserimento delle più avanzate tecnologie in ambito di domotica, impiantistica, risparmio energetico.

Render dello stand A Room For a Night di Host

peti e moquette, Braendli rivestimenti murali vinilici, Computerwide Networking Solution building automation, La Cividina arredi ed imbottiti, OMA apparecchi di illuminazione, PL-abetgroup pavimenti laminati Parqcolor e contropareti Parqwall, Silentgliss sistemi per tende, Technolaser cartellonistica luminosa.

in dalla Analysis of Beauty William Hogarth affermava che l’occhio trae piacere dall’inseguire l’oggetto del desiderio. E l’occhio infatti, vero protagonista del Dialogo sui Giardini di Stowe di Gilpin, insegue le vedute, si protende verso spazi lontani, ascende all’Obelisco, si tuffa sull’ampia superficie del lago, accarezza, uno dopo l’altro, i vari monumenti disposti intorno alla Rotonda. Di quest’occhio non inerte né passivo si parlerà ancora nelle guide del Reverendo Gilpin: i Tours infatti sono pensati per dei turisti, ancor meglio per gli escursionisti che a piedi percorrono le regioni dove è più facile osservare le bellezze del paesaggio. Nell’Ottocento il rapporto tra occhio e movimento, esperienza visiva e dinamicità, si codifica secondo modalità apparentemente diverse, ma tendenti comunque a sottolineare l’importanza del fattore tempo nella fruizione dello spazio: il turista che percorreva angoli di campagna, laghi e monti, diventa il flâneur urbano, esteticamente definito da Charles Baudelaire, un soggetto che seguendo le attrattive offerte all’occhio si muove nella metropoli moderna

e ne subisce il fascino cangiante e mutevole. La metropoli, a sua volta, si attrezza come una grande macchina ottica: le arcades, o passages, a Parigi, offrono ancora oggi un’esperienza visiva senza fine, un’orgia ottica fatta di superfici giu-stapposte che si succedono senza posa, senza noia: Walter Benjamin indicava la modernità di tale esperienza visiva, che poi trovava riscontro nelle macchine e congegni dedicati a spettacoli ottici. Diorami in movimento, lanterne magiche a dissolvenza doppia o tripla, il Kaiserpanorama, gli antenati del cinema trasportano l’esperienza della visione nell’area del tempo soggettivo, cancellando per sempre le certezze prospettiche, l’immobilità del punto di vista. Appassionata all’automobile, che compra non appena le vendite dei suoi romanzi glielo permettono, Virginia Woolf osserva la città dal suo mezzo in movimento, traendo piacere dall’inseguimento di una bellezza elusiva e sfuggente, che colpisce l’occhio, accattivante, ma anche evanescente, fuggitiva. Per la Woolf le nostre città sono un grande cinema, esperienza dinamica e quindi estetica.


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l’archistudio del mese / arch. alice gramigna

C+S Associati Capacità di unire la contemporaneità al passato e alla memoria, di cogliere i bisogni – anche nascosti – dell’utenza e di rispettare i costi preventivati sono alcuni dei punti di forza di questo studio giovane e dinamico

ARCH. CARLO CAPPAI ARCH. MARIA ALESSANDRA SEGANTINI

Il sistema delle residenze universitarie e il sistema degli spazi pubblici in vetrocemento su via Forlanini a Novoli, Firenze Parco e parcheggio scambiatore a Bacoli, Napoli: viste dell’Edificio epicentro

enezia, icona immutabile di un passato splendente, è la sede del giovane e prolifico studio C+S Associati. È sul binomio innovazione-tradizione che questa coppia di architetti ha trovato la carta vincente per aggiudicarsi il primo premio di tanti concorsi internazionali, oltre a segnalazioni e commesse sia in Italia sia all’estero. Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini (C+S, appunto) iniziano il loro percorso professionale molto presto. Nel 1994, 25 anni lei e 26 lui, vincono il concorso nazionale “Opera Prima”. Il progetto che presentano riesce a materializzarsi. Il bando prevedeva la realizzazione di dodici alloggi per le case popolari Ater a Marcon, in provincia di Venezia. Nel 1996 il progetto viene inaugurato e subito riceve una segnalazione al premio di architettura Luigi Cosenza di Napoli. Il vero balzo in avanti lo fanno nel 2000 con la vittoria del concorso internazionale per la costruzione di residenze universitarie e di servizi nell’isola di Murano, nella laguna di Venezia. Il progetto parte dal recupero del grande capannone industriale ottocentesco delle exConterie; al suo interno si inserisce un elemento dotato di dimensioni e morfologie proprie, ma in preciso dialogo con l’esistente. Lo spazio della fabbrica di grandi dimensioni (la navata centrale del capannone

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misura 142 metri) si riproporziona. Viene suddiviso in quattro ambiti principali: gli alloggi a torre, i due grandi corpi centrali e il blocco a est, mentre la struttura esistente assume il compito di ricondurre a unità il nuovo organismo architettonico così formato. Il progetto fonde il nuovo e la contemporaneità con il passato e la memoria. Creatività a misura di budget Esempi significativi dell’attenzione riservata ai bisogni, spesso anche inespressi, dei futuri utenti è verificabile negli edifici scolastici progettati e costruiti: la scuola per l’infanzia di Covolo di Pederobba a Treviso, l’ampliamento del complesso scolastico (elementari, medie e palestra) a Caprino Veronese, Verona e la scuola d’infanzia a Wels, Linz (Austria). Lo spazio, pensato a misura di bambino, va oltre le rigide richieste normative che prevedono una successione di aule destinate a funzioni distinte. La scuola diventa terreno di sperimentazione e scoperta per il bambino, lo spazio si trasforma secondo le sue esigenze, le attività si compenetrano e l’interazione in verticale tra fasce di età diverse è il presupposto per uno sviluppo eterogeneo della proposta formativa. Nella scuola per l’infanzia di Pederobba, in particolare, il grande spazio centrale, sul quale si affacciano le funzioni principali, si presenta come luogo di ritrovo, simbolo del sistema di relazioni

La corte rossa della scuola dell’infanzia a Covolo di Pederobba, Treviso

che si instaurano al suo interno. Secondo le indicazioni montessoriane, lo spazio è dotato di massima capacità di trasformazione. Ma il successo di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini è indubbiamente anche frutto di un’abilità e di una coerenza pragmatica alle quali tengono sempre fede. I loro progetti riescono a essere costruiti senza troppi intoppi perchè

Vivono e lavorano tra Treviso e Venezia dove dal 1994 ha sede lo studio C+S Associati. Sono visiting professor all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia dove insegnano composizione architettonica. Hanno esposto alla 8 a Biennale di Architettura di Venezia. Sono autori di progetti di grande complessità urbana e ambientale sia a carattere residenziale (residenze a Firenze, Pordenone, Lago San Giorgio, Tokyo) sia di complessi per uffici ed edilizia scolastica pubblici e privati (nuova Cittadella della Giustizia a Venezia, uffici di Fabbrica Engineering, Trento).

rientrano nei budget, sempre all’osso, delle amministrazioni comunali. In un Paese in cui il senso civico delle opere pubbliche come bene necessario è un concetto praticamente assente, gli edifici da loro realizzati, apparentemente poco pretenziosi, ma di fatto di grande qualità progettuale, hanno saputo mettere d’accordo cittadini, sindaci e amministratori comunali.


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il progetto del mese / GRANDI AREE METROPOLITANE

Un masterplan per l’era postindustri Milano Santa Giulia, un nuovo modello di città policentrica. Uno dei primi esempi di sviluppo integrato di maxi spazi urbani a storia dell’area La storia di Milano Santa Giulia inizia con la chiusura dello stabilimento Montedison e delle Acciaierie Redaelli, nella zona sudest di Milano. Si creò così un vuoto nel tessuto urbano cui cercarono di porre rimedio piani urbanistici di riqualificazione per le due aree. L’intuizione di Luigi Zunino fu di ripensare invece Montecity e Rogoredo in modo unitario ed omogeneo. Grazie anche ai nuovi strumenti urbanistici regionali e alla collaborazione del Comune, venne quindi adottato il Progetto Integrato di Intervento Montecity-Rogoredo. Con la stipula - il 16 marzo 2005 - della Convenzione per l’attuazione del Programma Integrato d’Intervento del progetto tra il Comune di Milano e

Risanamento SpA, il progetto di Milano Santa Giulia è diventato esecutivo.

Render della Promenade, l’area pedonale e commerciale di Milano Santa Giulia. In alto: vista del centro direzionale

Est, le Autostrade A1 e A4, la stazione ferroviaria di Milano Rogoredo (“stazione di porta” della linea dell’alta velocità), la fermata Rogoredo della linea MM3, l’aeroporto di Linate. Santa Giulia sarà inoltre una delle “nuove porte” nel sistema del passante ferroviario milanese.

L

Milano Santa Giulia: una città ideale ma reale Il masterplan di Norman Foster organizza i 120 ettari dell’area intorno alle esigenze delle persone, con vaste aree verdi attrezzate e la rigida delimitazione del traffico automobilistico. La vita sociale di Milano Santa Giulia si svolgerà intorno a una promenade esclusivamente pedonale, lunga circa 600 metri, dove si troveranno tutti i negozi e i servizi utili. Localizzazione e sistema infrastrutturale L’area di Milano Santa Giulia è servita dai principali assi che connettono Milano con il territorio: la Tangenziale

Una “città nella città” Milano Santa Giulia è un quartiere evoluto e interamente servito. Le scuole, la chiesa, il servizio sanitario, il centro congressi, i centri sportivi contribuiscono alla creazione di un ambiente armonico e familiare. Se-

condo le prime stime, il quartiere sarà popolato da 50/60.000 cittadini. Le residenze di lusso firmate da Norman Foster La struttura residenziale di Milano Santa Giulia si divide in varie tipologie, studiate per soddisfare ogni necessità. Il taglio degli alloggi è ampio e diversificato, da bilocali a grandi appartamenti e loft, per venire incontro alle esigenze dei nuovi abitanti. Le Residenze del Parco di Santa Giulia Milano Santa Giulia S.p.A. ha ceduto

al consorzio “Le Residenze del Parco di Santa Giulia”, di cui fanno parte 24 cooperative, 153mila mq del lotto edificabile a destinazione residenziale nella zona di Rogoredo e il Comune di Milano ha concesso i permessi di costruzione. Il parco Il verde è l’anima del progetto Milano Santa Giulia. Il grande parco, che si estende da est a ovest su una superficie complessiva di 350mila mq, rappresenta un’autentica “porta della città” e il cuore stesso del nuovo quartiere.

Il Centro Congressi Il progetto prevede anche la realizzazione di un Centro Congressi che potrà ospitare circa 8.000 persone, destinato a riaffermare il ruolo di Milano come città capitale del turismo d’affari. Sky Village L’edificio finora più noto di Milano Santa Giulia è probabilmente la nuova sede italiana di Sky Tv, nell’area adiacente la stazione di Rogoredo. Progettato dallo studio australiano Byron Harford & Associates e dallo studio Urb.A.M. SpA di Milano, il complesso di 85mila mq in avanzata


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Il piano generale del nuovo quartiere e i collegamenti stradali

striale

ARCH. NORMAN FOSTER Nasce a Manchester nel ’35. Studia architettura e urbanistica alla Manchester University, dove si laurea nel ‘61. Una borsa di studio gli consente di seguire un Master in Architettura presso la Yale University, dove incontra Richard Rogers. Tornati in Inghilterra Foster, la moglie Wendy e la coppia Richard e Sue Rogers fondano lo studio Team 4. Nel 1967 i Rogers lasciano Team 4 per lavorare con Renzo Piano. Foster e la moglie aprono a Londra la Foster Associates, ora nota come Foster+Partners. Nel ‘90 è stato nominato baronetto, nel ‘97 gli è stato conferito l’Order of Merit e nel ‘99 è stato insignito del titolo di Lord. Ha vinto due premi Stirling e un premio Pritzker. Attualmente la Foster+ Partners ha cantieri e uffici in oltre 20 Paesi e conta più di 700 dipendenti.

fase di realizzazione ospiterà gli uffici, gli studi, i parcheggi e i magazzini dell’emittente, contribuendo all’integrazione del nuovo quartiere con il resto della città. Rinascente Il department store di Santa Giulia, progettato dallo Studio Schaefer Hosoya di Zurigo, si sviluppa su una superficie di 6.400 mq nella zona Nord, al centro della promenade commerciale che - con oltre 200 noti brands costituisce il cuore di Milano Santa Giulia.

Il Centro Multifunzioni Questo centro per il divertimento e il tempo libero, progettato da Norman Foster, costituisce uno degli aspetti più originali di Milano Santa Giulia. Dedicato ad attività commerciali, ricreative e del tempo libero, comprende una multisala cinematografica UCI Cinemas e il villaggio fitness Virgin Active esteso sui tre piani: al piano terreno con la Day SPA, al primo piano con piscina, saune, bar, lounge e al secondo piano con gli studios e le aree fitness.

Le funzioni urbane di Milano Santa Giulia: Superficie totale area 1.200.000 mq Centro Congressi 32.000 mq Parco urbano 316.000 mq Residenza 270.885 mq Terziario 162.785 mq Ricettivo 80.780 mq Commercio 30.000 mq Funzioni compatibili 70.450 mq Asilo nido/scuola materna 1.140 mq

Chiesa 1.200 mq Centro per disabili RSD 5.145 mq Residenza temporanea “di affitto” (studenti, giovani coppie e lavoratori temporanei) 52.500 mq Centro Civico 1.400 mq Parcheggi pubblici interrati 111.214 mq

Il 30% dell’intera area di sviluppo è destinato a verde


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under 40 / arch. alice gramigna

Spin+ architetti in second life

Concluso il lavoro presso un grande studio internazionale, due giovani architetti si interrogano sul futuro dell’architettura e realizzano innovativi progetti in una sede virtuale

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pin+ è il progetto di due giovani architetti toscani che, al di là del tempo dedicato al lavoro presso un grande studio internazionale, si trovano per ragionare e interrogarsi sull’architettura oggi. Spin+ non ha ancora una sua sede fissa e rimane un’entità abbastanza astratta, la virtualizzazione dell’idea stessa di studio. Maurizio Meossi e Filippo Innocenti, i due soci, collaborano, infatti, a tempo pieno con lo

accogliere al loro interno la vita umana. Chiara è la valenza ironica della soluzione del problema che mette in luce i limiti dell’architettura contemporanea nella costruzione fisica dello spazio, capace di generare soltanto maquette di quella architettura fluida e metamorfica che si propone sulla carta. Case itineranti La capacità di porsi in modo critico davanti ai dati del problema

ARCH. MAURIZIO MEOSSI

ARCH. FILIPPO INNOCENTI

È nato a Siena nel 1971. Si è laureato in architettura a Firenze nel 1998 e ha conseguito un master in Design Research, presso l'Architectural Association a Londra nel 2002. Collabora con Zaha Hadid Architects dal 2002; è coordinatore alla progettazione costruttiva e alla realizzazione MAXXI (Roma), project architect per Milano CityLife.

È nato (1970) e si è laureato a Firenze. Nel 2000 a Londra ha conseguito il master in design research dell’Architectural Association. Dal 2002 lavora per lo studio di Zaha Hadid, di cui è divenuto associato e ha diretto concorsi internazionali tra cui l’Opera Sinfonica di Guangzhou in Cina. È project director per la Stazione Alta Velocità di Napoli - Afragola.

studio italiano con sede a Roma di Zaha Hadid. Il nome Spin+ è ripreso da un termine scientifico e si riferisce al sistema di rotazione e attrazione tra elettroni e nucleo all’interno dell’atomo. L’associare un termine scientifico con l’architettura rimanda al concetto di una contaminazione tra due mondi solo in apparenza lontani e senza punti di contatto. Idea nata in occasione della VII Biennale di Architettura di Venezia nel 2000. Il progetto presentato, vincitore di una menzione speciale, è intitolato Vegetown. Il punto di partenza è la riflessione sulla città del futuro. Il bisogno di integrazione con l’habitat naturale nel rispetto dell’ecosistema porta a immaginare una sorta di architetto-biologo capace di progettare organismi vegetali abitabili autosufficienti in grado di

è evidente nel progetto per una stazione turistica sulle pendici dell’Etna (2003). Il titolo della proposta Mut-habitat esprime il carattere del contesto con il quale si sono dovuti rapportare, un terreno in continua trasformazione, in movimento che nega l’idea stessa di dato di partenza immutabile quale è di norma il sito di progetto. Da qui nasce l’impossibilità di pensare a un’architettura stabile, ancorata al suolo. La proposta è quella di realizzare un sistema di moduli architettonici, delle “capsule” energeticamente autosufficienti, in grado di spostarsi lungo percorsi attrezzati dalla quota del rifugio (1.800 mslm) a quota 1.400 m. La logica compositiva dei moduli si basa sulla ripetizione di un elemento strutturale sagomato e tamponamenti in materiale leggero.

Europan 8: progetto di recupero di una ex cava di marmo a Chiampo (VI)

In caso di pericolo eruzione, oltre a salvare le persone, si potrebbe salvare anche l’architettura! In un contesto altrettanto particolare si colloca il progetto per Europan 8 per il quale Maurizio e Filippo hanno ricevuto una menzione speciale: la cava di marmo dismessa di Chiampo, in provincia di Vicenza.

Il confronto con questa realtà, frutto di un’operazione volumetrica di “sottrazione”, ha suggerito di operare in modo opposto, ossia per “addizione”. La struttura morfologica della cava con diverse sezioni

orografiche ha guidato la scelta nella distribuzione delle unità residenziali: nei tratti con pendenza maggiore si configura una situazione di addensamento semi-urbano con appartamenti più piccoli, mentre man mano che la collina si addolcisce le abitazioni si distanziano le une dalle altre fino alle ville unifamiliari nel verde. A otto anni dall’avvio del progetto Spin+, Filippo Innocenti e Maurizio Meossi hanno un

Stazione turistica alle pendici dell’Etna: modulo e paesaggio virtuale di Mut-habitat

bilancio molto positivo: diversi i premi ricevuti anche se per il momento nessuna opera è stata ancora realizzata. Ma la loro sfida di poter vedere materializzate queste visionarie architetture si compie ogni giorno, lavorando fianco a fianco con consulenti e progettisti nel laboratorio internazionale dello studio Hadid.


a: habitat

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design / marco penati

design / marco dolera

Nel segno dell’alluminio

Seduta

Dalla minuteria agli elementi d’arredo, il cammino di un’azienda che ha fatto dell’uso di questo metallo leggero, resistente e raffinato la sua ragione di vita e di sviluppo

icorda il nastro di Möbius la seduta realizzata da Brodie Neill, giovane designer di origini australiane. La complessità tridimensionale della forma offre una percezione dinamica da tutte le angolazioni. Realizzata interamente a mano in vetroresina, E-turn rappresenta non solo lo stile progettuale del designer, volto a creare oggetti fluidi dalle linee continue, ma anche le possibilità che i nuovi modellatori 3D offrono.

e parole, si sa, hanno talvolta un forte potere evocativo. Ferramenta, ad esempio. Chiudi gli occhi e ti appare un antro buio e polveroso con scaffali fino al soffitto zeppi di articoli di ogni genere, uno spazio dove ci si muove a fatica tra merci ingombranti, quasi un emporio coloniale. Questo per il passato. Oggi, se si ha occasione di visitare una moderna ferramenta specializzata in accessori per mobili, il paragone da fare è assai prossimo al laboratorio tecnologico. Gli oggetti in vendita sono di tutt’altra natura, minimali, funzionali e di essenziale bellezza. Con la presenza massiccia di un materiale che ne è la contraddizione in termini: l’alluminio. Non è stato ancora creato un neologismo che sostituisca “ferramenta”. Del resto “allumenta” sembra non avere grande fascino. Ecco perché Adele Caimi, attuale titolare di Caimi Export, continua a definirsi produttrice di ferramenta. E lo fa con orgoglio e un pizzico di civetteria, dato che entrare in azienda significa trovarsi proiettati in un ambiente dove l’alluminio è declinato in tutte le possibili combinazioni. La storia dell’azienda richiama fin dal suo esordio la missione attuale. Nei primi decenni del secolo scorso la ferramenta del nonno, Angelo Caimi di Vighizzolo di Cantù, smercia minuteria per “mobili di lusso”. Nell’immediato dopoguerra i cugini Giuseppe e Antonio intensificano l’attività e hanno la felice intuizione di introdurre materiali nuovi. Fa la sua comparsa l’alluminio: non ci sono aziende di qualità per realizzare le loro idee, così decidono di produrre in proprio. In principio sono solo degli estrusi da vendere a metro. Ma la lavorazione dell’alluminio per l’arredo esige una qualità di finitura molto accurata che la semplice lavorazione meccanica non prevede, così decidono di avviare

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Adele Caimi, titolare di Caimi Export

anche un reparto che produce prodotti finiti. Ed è il primo caso di un’azienda che estrude alluminio e lo lavora fino al pezzo da commerciare. Può sembrare una cosa ovvia, invece è un salto di mentalità e di attitudine che più tardi è stato seguito dalla concorrenza e ha rivoluzionato il settore. Puro made in Italy La sede è a Novedrate (Como) tra i boschi ed è un esempio di sobria integrazione tra architettura e paesaggio, con ampi spazi a prato dove fa capolino la selvaggina. Gli eleganti capannoni contengono gli impianti di estrusione senza palesarlo all’esterno: non si vede un rottame, non il minimo segno del disordine che si trova spesso in aziende di lavorazioni metalliche. “Mio padre Giuseppe - dice Adele Caimi - ama l’ordine e la natura; del resto l’alluminio ha bisogno di pulizia e cura per la rifinitura, è un materiale pregiato”. La produzione si divide tra Novedrate e Ascoli Piceno, dove

Dai più piccoli componenti al prodotto finito, la produzione Caimi ha protagonista l’alluminio

risiede la Caimi 2: la sua produzione si rivolge al mondo della cucina. Non esistono delocalizzazioni in paesi esteri, la qualità del lavoro italiano è essenziale

per dare un prodotto perfetto. Ma, cosa produce Caimi Export? Tutto quello che di alluminio trovate in un mobile moderno, sia esso di pregio che di qualità e costo più economici. Telai di antine, guide scorrevoli, cassetti, strutture di librerie e di armadi a cabina, maniglie e un’infinità di prodotti personalizzati per le aziende. Tutti progettati, dalla matrice di estrusione alla lavorazione all’anodizzazione, dall’ufficio tecnico interno. Che è il motore di una struttura che conta ormai circa 700 addetti. Ma Giuseppe e Adele Caimi non stanno fermi, è di quest’anno il lancio di una serie di porte da interno in alluminio, poi altri ambiziosi progetti finalizzati allo sviluppo dell’uso di un materiale che non solo è accettato universalmente nell’ambiente domestico, ma che viene giustamente apprezzato per le sue qualità di resistenza, durata, raffinatezza formale. Tra le altre avventure, la Ycami, azienda produttrice di mobili di alto design: sedie, tavoli, librerie, letti. Tutti naturalmente, rigorosamente in alluminio.

E-turn

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Kundalini Milano - Tel. 02 36538950 - www.kundalini.it


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in vetrina /

Radiatori da incorniciare È sufficiente un file digitale dell’immagine desiderata (una vecchia fotografia, un disegno, una riproduzione di un dipinto famoso…) e Brandoni la fissa indelebilmente su alcune delle sue più diffuse serie di radiatori (SV, Image e TP). Fantasy è il nome del nuovo sistema di personalizzazione che segna una nuova era nel design dei corpi scaldanti, in grado di integrarsi perfettamente in qualsiasi ambiente, in linea con il gusto di chi lo abita.

Per maggiori informazioni: Brandoni Castelfidardo (AN) • Tel. 071 7822026 • www.brandoni.com

Benessere in cucina

Total wellness

Caldo personalizzato

Sulla rete

Cappe

silenziose

con benessere

Il sistema sedute Fantoni è sviluppato per lavorare, arredare, vivere meglio nell’ambito delle collettività. La sedia Ella si caratterizza per le forme armoniose della struttura. Eleganza e comfort si completano con uno studio ergonomico che porta anche all’utilizzo di un sostegno lombare in poliuretano avvolgente e regolabile in altezza. Il tessuto a rete portante Krall&Roth, forato ed elasticizzato, è igienico e traspirante. La tenuta è garantita da molle inserite lateralmente nella trafila del tubo. Quattro i colori disponibili: bianco, nero, grigio chiaro e antracite. Il traverso nello schienale e nella seduta, oltre ad assolvere una funzione meccanica (tiene la seduta in tensione) funge anche da maniglia.

Lavorare in cucina con tranquillità senza il fastidioso rumore della cappa è possibile con Space di Elica. In essa si trova un innovativo sistema di riduzione del rumore - Elica Deep Silente (EDS3) - che permette un funzionamento estremamente silenzioso. Alla portata di 500 mc/h il rumore massimo emesso è di 45 db/A: il 35% in meno rispetto alle cappe tradizionali. Space è in vetro temperato nero (78 cm di diametro) con faretti alogeni per l’illuminazione del piano cottura. Il filtro tridimensionale in alluminio garantisce una notevole superficie di aspirazione: grazie a ciò, alla velocità di 900 mc, la capacità di filtraggio è del 94%.

Per maggiori informazioni: Elica • Fabriano (AN) • Tel. 0732 6101 • www.elica.com

Per maggiori informazioni: Fantoni Group Osoppo (UD) • Tel. 0432 9761 • www.fantoni.it

Tecnologia super-compatta

Il set video formato micro

È grande quanto un telefono cellulare, pesa poco più di 100 grammi e consente di videoregistrare in qualsiasi situazione - anche sott’acqua fino a 3 metri di profondità - il set video SUV-Cam di Hesa. Un cavo lo collega al videoregistratore digitale formato MPEG4 con schermo LCD da 2,2” a colori che fornisce l’alimentazione e sul quale è possibile vedere in real time le immagini. La SD card ha una capacità sino a 4 ore; può essere estratta e usata su Pc o su un lettore Sd per rivedere le immagini ed elaborarle. Ottima la risoluzione (704x480) e notevole l’autonomia fornita dalle batterie: 2 ore e mezzo.

Per maggiori informazioni: Hesa • Milano (MI) • Tel. 02 380361 • www.hesa.com Lavorazione accurata

Bionda con fascia

Il bello del contrasto

Nel segno del nero

Da JVC il videoproiettore DLA-HD1 True Black completo ad alta definizione che garantisce la riproduzione di un vero colore nero e fa brillare gli altri colori con l’elevato rapporto di contrasto nativo di 15.000:1. Questo grazie alla riduzione delle irregolarità di orientamento, al livellamento degli spazi vuoti tra i pixels e all’utilizzo di cristalli liquidi migliori. Ha colore nero, è di forma simmetrica e si inserisce in modo armonioso in qualsiasi ambiente. Può essere montato a soffitto grazie alle prese d’aria di raffreddamento poste sul lato frontale del proiettore che semplificano notevolmente le operazioni di installazione.

Per maggiori informazioni: JVC Italia • Segrate (MI) • Tel. 02 26991664 www.jvcitalia.it Ispirati dalla natura

Giochi di luci e ombre

Anice McDoor di Gruppo SinCo è la porta impiallacciata in tanganika tinto miele che unisce alla calda bellezza del legno una lavorazione a fasce e traversi nella parte centrale dell’anta. I materiali e le tecniche costruttive offrono l’eccellenza del comfort abitativo: il pannello interno in MDF da 4 mm a doppio nido d’ape dà stabilità e durata nel tempo; il tranciato da 6/10 di millimetro incollato ad alta temperatura assicura la massima aderenza alla struttura interna; gli stipiti in listellare di legno massello impiallacciato sono realizzati nella stessa essenza delle superfici; il montante nello stesso legno del tranciato. Il formato è di 80x210 cm; dimensioni personalizzabili su richiesta.

Riprende nella forma le rocce a picco sul mare scolpite dall’azione costante delle onde e dei venti la libreria componibile Ledge - design Kazuhiro Yamanaka - di Pallucco. Un progetto semplice e lineare ma allo stesso tempo originale grazie all’inclinazione della libreria e dei ripiani angolati sporgenti rispetto ai fianchi, che creano un suggestivo gioco di luci e ombre. Realizzata in MDF è disponibile nei colori laccato opaco bianco e argento. Ogni modulo è composto da quattro colonne inclinate e non perpendicolari rispetto alla parete, dotate di ripiani sporgenti fissati a distanze predefinite e piedini regolabili.

Per maggiori informazioni: Gruppo SinCo Zoppola (PN) • Tel. 0434 974041 www.sincosrl.com

Per maggiori informazioni: Pallucco Treviso (TV) • Tel. 0422 438600 www.pallucco.net


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Protezione totale

Praticità

Praticità in sacco

Alte performance

L’intonaco termico

isolante naturale

Una serie di prodotti tra loro compatibili che permettono di effettuare l’intero lavoro compone il Sistema di isolamento termico della muratura a cappotto Paulin Koibenta. La sua applicazione dà continuità all’isolamento ed elimina le dispersioni di calore favorendo consistenti risparmi energetici. Il sistema consiste nel fissare all’esterno delle pareti dei pannelli coibenti utilizzando speciali collanti e tasselli in polipropilene. Poi sono rasati con una speciale colla e ramati con una rete in fibra di vetro prima dell’applicazione finale del rivestimento a spessore che protegge gli strati sottostanti. La praticità della posa non rende necessario l’allontanamento degli abitanti dell’edificio.

Per maggiori informazioni: Colorificio Paulin S. Lucia – Seren del Grappa (BL) Tel. 0439 3951 www.colorificiopaulin.com

amico del

Tassullo propone un nuovo intonaco termoisolante a basso peso specifico: Termo-Bi. Adatto alle esigenze del costruire naturale, utilizza quale legante della calce idraulica naturale Bio-E NHL5 (in riferimento alla norma UNI EN 459-1). L’uso di questo materiale e la presenza di soli inerti leggeri di natura minerale (perliti e silici – sono totalmente assenti cemento, polistirolo o resine di derivazione chimica) rendono Termo-Bi un prodotto naturale e adeguato ai trend della bioecoedilizia. Impiegabile sia all’esterno sia all’interno, ha elevate prestazioni in termini di isolamento termico ed è al contempo traspirante: ciò permette di realizzare isolamenti o risanamenti termici senza rischi di accumuli di condense interstiziali.

Matti per il titanio Interamente in titanio e carbonio, il modello di bicicletta da corsa S9 Titanium Matta rappresenta il meglio della ricerca sui materiali della ditta Bianchi. Sportiva pura, firmata dal Reparto Corse, si distingue anche per un equipaggiamento ad alte prestazioni, come il gruppo della Campagnolo Record e la piega, l’attacco e il reggisella in carbonio della Dedaelementi.

Per maggiori informazioni: FIV.E.Bianchi Treviglio (BG) Tel. 0363 3161 www.bianchi.com

Pedalate in coppia

caldo

AR 97 di Fornaci Calce Grigolin è il massetto autolivellante a base cementizia idoneo per la preparazione di sottofondi con spessori superiori a 3 cm per la successiva posa di pavimenti, moquette, parquet, linoleum destinati all’edilizia abitativa e al terziario. È particolarmente indicato su impianti di riscaldamento a pavimento. Può essere applicato su supporti in calcestruzzo alleggerito, cemento espanso e massetti cementizi in genere, avendo cura di renderlo indipendente mediante barriera vapore e giunto salvabordo. Ora disponibile in sacchi da 25 kg, la soluzione ideale per superfici medio-piccole e cantieri con scarsa accessibilità. Per maggiori informazioni: Fornaci Calce Grigolin Tel. 0438 4461 • Treviso (TV) • www.gruppogrigolin.com

Per maggiori informazioni: Tassullo Tassullo (TN) Tel. 0463 662100 www.tassullo.com

Ultraleggera da corsa

Il sottofondo

La signora in giallo

Sogni dal futuro Appariscente, aerodinamica e performante la bicicletta elettrica Yellow Dreams. Prodotta da Prima Power Bikes questa bici si pone l’obiettivo di anticipare il futuro, proponendo un veicolo ecosostenibile con un occhio di riguardo al design. Particolarmente curata la ricerca dei materiali: carbonio per il telaio, la forcella e i cerchi, impianto frenante firmato dalla Campagnolo. Il motore, che assicura velocità massima di 24 km, è posizionato sotto i pedali ed eroga una potenza di 250 watt. Pesa, batterie incluse, solo 15 kg.

Per maggiori informazioni: Prima Power Bikes Turate (CO) • Tel. 031 3500122 www.powerbikes.it

Si piega in tre secondi

In due sulla Freccia

Colpo di Genius

Per chi ama i tandem ma non vuole rinunciare all’immagine della bicicletta sportiva, Wilier Triestina ha realizzato Freccia delle Alpi, una bici da coppia che non rinuncia alla sportività. Il telaio in alluminio garantisce un peso ridotto, solo 15 kg. Il manubrio Ritchhey Comp Over e le selle Wilier completano l’equipaggiamento.

Trasportare una bicicletta in borsa non sarà piu un problema con Genius, la bicicletta pieghevole prodotta da R.I.E. Il meccanismo che permette di ridurre considerevolmente l’ingombro della bici - una volta chiusa misura 63x30x77cm - è azionato da una sola leva. Per trasportarla è prevista una comoda maniglia. La pedalata, grazie a un sistema di doppie catene di trasmissione, assicura la stessa velocità delle bici ordinarie, nonostante le piccole ruote. Pesa solo 13 kg.

Per maggiori informazioni: Wilier Triestina Rossano Veneto (VI) Tel. 0424 540442 www.wilier.it

Per maggiori informazioni: R.I.E. Cycle Company Milano (MI) Tel. 02 27003190 www.riecycle.it


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orizzonti: moshe safdie /

La città dopo

l’automobile frammenti di una visione Se guardiamo alle città negli anni scorsi, possiamo vedere che ogni trasformazione della forma urbana è stata legata a qualche forma di rivoluzione dei trasporti: tram elettrici nei primi insediamenti suburbani; ascensori all’interno dei grattacieli. E l’automobile che, ovviamente, ha polverizzato ogni barriera, sparpagliando per la campagna nuovi sviluppi residenziali a bassa densità. Come molte rivoluzioni, le cause, e certamente gli effetti, di questa trasformazione sono stati compresi solo in minima parte. (...) Continuando a costruire e modellare le nostre città, dobbiamo porci una domanda: quale sarà la prossima rivoluzione dei trasporti e quale sarà il suo effetto sul nostro modo di vivere? Cosa sulla città dopo l’automobile? (Prologo, pag. XII) ondo macchina L’automobile ha devastato il tessuto fisico delle città sia vecchie che nuove. Le città più antiche hanno dovuto adattare i loro centri a volumi di traffico inimmaginabili al tempo in cui furono costruite. In queste città, originariamente servite da linee tramviarie, le strade avevano marciapiedi lungo cortine edilizie in modo da fornire una sequenza di elaborate vetrine e cerimoniosi ingressi pedonali; contemporaneamente, gli edifici definivano le strade e gli spazi pubblici. Né la scala delle città tradizionali, né le dimensioni delle parcelle individuali, erano in grado di anticipare il volume crescente di traffico e la necessità di parcheggio lungo la strada. (...)

M

Gli edifici, le loro reciproche distanze e le loro sequenze di entrata ed uscita sono infine dipesi dalle richieste dell’automobile. Il risultato erano una trama e una scala mai viste prima: grandi quantità di spazi aperti pavimentati e destinati principalmente al traffico veicolare, punteggiati da strutture disperse. Sparirono ogni premessa fisica della città tradizionale, come la circolazione pedonale continua, un ambito pubblico abitabile e ben definito e una complessa gamma di dettagli architettonici lungo le strade e sugli edifici – porte, cornicioni, finestre, gradini, lampade, panche, alberi, e così via. La nuova forma era adatta alle esigenze di accesso e sosta veicolare, ma non è stata in grado di sostituire o reinventare altri aspetti della vita urbana che facevano parte della maglia della città storica (The Ailing City, p.5). La “U-car” Immaginiamo di avere un’auto solo quando la vogliamo, ma liberi da preoccupazioni quando non ci serve. Immaginiamo un veicolo con tutta la convenienza e la capacità di mobilità di un’auto che siamo liberi di abbandonare quando arriviamo, che ci aspetta quando ce ne andiamo e senza alcuna preoccupazione di sorta quando non la usiamo. Consideriamo allora, la possibilità che l’auto non sia un bene privato, ma piuttosto parte di un bacino di veicoli a nostra disposizione per ore, giorni, settimane o mesi. Le Utility cars (o “Ucars”) possono essere prelevate da depositi (o dalla strada N.d.R.), dalla prima fila come carrelli per i bagagli dell’aeroporto con una carta di accesso, per essere usate per quanto necessario pagando automaticamente secondo il tempo e i chilometri percorsi (The Utility Car, p.138-139).

Lo spazio è denaro L’esperienza di parcheggiare, oltre a consumare normalmente tempo ed energie preziose della nostra vita, richiede anche una quantità di spazio tremenda. La superficie media di un’auto è di 12 metri quadrati con un volume di circa 17,50 metri cubi. Ma con i corselli, le rampe di accesso e gli spazi di manovra è necessario calcolare 32 metri quadrati di superficie - o 79 metri cubi di volume - per parcheggiare ogni auto in un garage. Lo spazio di circolazione contribuisce in modo decisivo a determinare l’inefficienza complessiva dei garage e delle aree di sosta e ha un impatto notevole sui costi: da 15.000 a 40.000 dollari per auto. Molti tecnici e ricercatori nell’intento di limitare la ridondanza di corselli e rampe, hanno introdotto a partire dagli anni ‘60 il cosiddetto “pigeonhole system” (o parcheggio meccanizzato, N.d.C.) dove le auto sono collocate da un ascensore all’interno di un magazzino verticale. Una soluzione che però si è rivelata non competitiva dal punto di vista economico. Le U-car verrebbero invece impilate come i carrelli portabagagli dell’aeroporto e immagazzinate in modo compatto su un nastro continuo. Un treno di immagazzinamento e deposito di veicoli in una struttura verticale, tipo autosilo, consumerebbe solo un quarto dello spazio necessario per ogni veicolo. Una volta trasformato in questo modo, il garage di un aeroporto che ora contiene 2.000 auto potrebbe contenerne 7.650, e potrebbe pertanto ridurre in modo significativo il costo di costruzione di un parcheggio fino al 75 per cento. Riducendo l’area totale coperta con asfalto (attualmente dal 20 al 40 per cento di un’intera area urbana o metropolitana), emergerebbero opportunità incredibili per lo spazio pubblico: più disegno di spazi aperti, meno aree di parcheggio lungo le strade, e più spazio per i pedoni solo per citarne alcune delle più ovvie. Mentre le nostre auto stanno per la maggior parte del tempo immobili e inutilizzate occupando spazio, la U-car, rifornita e in perfetto assetto, sarà al servizio di altri utenti. (The Utility Car, p.142) Traduzione a cura di Carlo Ezechieli “The City After the Automobile: An Architect’s Vision” Moshe Safdie e Wendy Kohn Basic Books, 1997 - ISBN 0-465-09836-3


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archilibri / marco dolera

archifiere /

Una gru

vestita con arte Raymundo Sesma ha firmato Campo Expandido VII, una grande opera alla Fiera d’arte contemporanea di Basilea amoso per la progettazione e la realizzazione di una serie di opere a carattere effimero e monumentale, l’artista messicano Raymundo Sesma ha firmato per la Fiera d’arte contemporanea Balelatina di Basilea, Campo Expandido VII. Posta all’esterno della fiera, la creazione è costituita da una maestosa e imponente gru portuale interamente rivestita: un’inedita forma di dialogo con il paesaggio che ha ampliato il campo di azione della pittura, qui legata non solo a una tela bidimensionale, ma alla superficie architettonica e scultorea. Campo Expandido VII parte dalla codificazione di un testo del sociologo e poeta Eligio Calderon, che si riferisce particolarmente a tutto ciò che ha a che vedere con la struttura delle gru portuali: caricare, scaricare, trasportare da un luogo all’altro, da estremo a estremo, da continente a continente. La gru è così metafora della globalizzazione, di ciò che entra e che esce, del libero transito, del mercato e del movimento delle idee. E accoglie anche nomi di movimenti sociali che sono sorti reclamando autonomia, democrazia, diritti umani. Testi criptati leggibili solo attraverso un computer, che ha convertito in codici i segni grafici che coprono con la pittura la superficie dell’opera: una

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Massimo Capolla

Progettare la domotica Maggioli Editore 411 pp. – 42 euro La domotica è l’insieme delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa grazie all'automazione e al control-

trasformazione che - dichiara Sesma - nasconde alla vista, occultando ciò che sappiamo, come una sorta di trucco che funge da travestimento. Perché ciò che conta non è l’aspetto estetico, ma quanto si trova dietro le apparenze. L’opera ha dimensioni imponenti: misura 13 metri di altezza, 37 di lunghezza e 8 di profondità. La sua grande scala offre allo spettatore una visione

frammentaria, obbligandolo a muoversi intorno a essa, percorrendola fisicamente e anche con lo sguardo. La realizzazione di Campo Expandido VII è stata resa possibile dall’utilizzo delle resine Gobbetto della linea Dega Art, che hanno rivestito interamente l’opera. Raymundo Sesma annovera numerose realizzazioni sia in Italia sia in Messico, lavorando negli interni (installazione

alla Triennale di Milano 2003) e negli esterni (installazione Estudio Lofft a Città del Messico nel 2006 e nello spazio ex industriale Base b in zona Bovisa). Alcune tra le sue più prestigiose opere sono raccolte al The Metropolitan Museum of Art di New York, al Musèe d’Art Moderne di Parigi e al The National Museum of Modern Art di Tokyo.

Archiabbonati

Matteo Zambrelli

Landform Architecture EDIL Stampa 127 pp. – 16,50 euro “Molti dei riferimenti della Landform Architecture non vanno trovati nei manuali e nelle riviste di architettura, ma nella ricerca concettuale e formale sviluppata in altri campi disciplinari. Qui secondo chi scrive, le esplorazioni trasversali - im-

lo di processi ripetitivi. Un progettista che voglia padroneggiare la domotica deve sapersi porre come figura preofessionale ibrida tra un industrial designer e un esperto di ICT. Questo manuale è una guida autorevole per coloro che già possiedono conoscenze di base e si accingono ad operare nel settore. Vengono trattate tutte le problematiche relative all’installazione, all’avvio del software e alla gestione del sistema. Una sezione è appositamente dedicata alle normative. Inoltre il manuale è arricchito da una nuova sezione sulla domotica assistiva ed ecosostenibile. Le appendici esaminano invece opere in essere che presentano già sistemi di domotica funzionanti. Il cd che correda il volume permette l’installazione guidata passo per passo e la riconfigurazione di impianati già esistenti.

plicito riconoscimento della necessità del “superamento dei limiti disciplinari” per la ricerca architettonica - vanno verso i contributi dell’arte informale, dell’arte povera e della land art insieme all’attenzione per il paesaggio naturale, soprattutto geologico, nelle sue più svariate manifestazioni”. Premesa fondamentale per illustrare le qualità formali della Landform Architecture, che identifica la fusione tra paesaggio naturale e architettura come punto di partenza dell’esperienza progettuale. Il volume, dopo aver definito le caratteristiche morfologiche della Landform Architecture, passa in rassegna alcuni dei progetti-manifesto più significativi e le loro capacità di interazione con l’ambiente. Fra gli altri Peter Eisenman, Zaha Hadid e Dominique Perrault. Numerose le immagini che evidenziano le analogie tra il linguaggio progettuale della L.A. e le qualità formali del paesaggio geologico di riferimento.

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10 numeri di attualità, interviste, progetti, notizie, informazioni tecniche, prodotti e materiali, nuove idee per la nostra professione. Scegliete la modalità di pagamento preferita compilando il coupon e rispedendolo per posta a IoArchitetto - Font Srl - via Siusi, 20/a - 20132 Milano, oppure via fax al numero 02 / 45474060 Mi abbono a 10 numeri consecutivi di IoArchitetto al prezzo di 20 euro. Invierete la mia copia a: titolo .................................................................................................................................................. nome e cognome ............................................................................................................................... studio/azienda ................................................................................................................................... via e n° ............................................................................................................................................... CAP ........................... località ..............................................................................

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Andrea Roli, Marco Roli, Marco Medeghini Parcheggi - Soluzioni per la sosta nelle città italiane Dario Flaccovio Editore 418 pp. 39,00 euro

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intestata a .................................................................................................................... Nota sulla tutela dei dati personali. Ai sensi del D. Lgs 196/03 la informiamo che i suoi dati saranno utilizzati esclusivamente per assolvere gli obblighi derivanti dalla sua richiesta di abbonamento; che saranno tutelati da Font secondo le modalità previste dal D. Lgs stesso; che lei potrà in qualsiasi momento esercitare i suoi diritti, come descritti dal titolo I Art. 7 del D. Lgs 196/03, tra cui la rettifica o la cancellazione dei dati stessi, semplicemente scrivendo a: Font, responsabile del trattamento dei dati, via Siusi 20/a, 20132 Milano. La richiesta di cancellazione ci impedirà peraltro di proseguire nell’invio delle copie previste dall’abbonamento sottoscritto.

Parcheggi è un volume che indaga e analizza le variabili da prendere in considerazione nella progettazione delle aree di sosta delle città italiane: una tematica di stretta attualità e di grande importanza, per lo più sottovalutata anche nelle pubblicazioni accademiche dedicate al tra-

sporto e alla mobilità. Il libro si propone come manuale pratico di grande utilità indirizzato non solo ad architetti e urbanisti, ma a tutti i professioniti che operano nel settore, ai quali offre utili indirizzi pratici. Tre le sezioni in cui è suddiviso il volume: una prima analizza gli aspetti organizzativi della sosta; si passa quindi ai parcheggi in sede propria per concludere gli aspetti gestionali e amministrativi. Sono considerate le diverse tipologie di impianti esistenti oggi: a raso, modulari e multipiano: di ognuna vengono analizzati i lati positivi e negativi in relazione al luogo in cui sono ubicati. Non solo gli apetti strutturali, ma anche quelli economici e organizzativi sono presi in esame in modo dettagliato. Grande attenzione è posta all’impatto ambientale dei nuovi progetti e alla mobilità urbana, spesso determinante nell’effettivo funzionamento di un impianto, molto più delle variabili strutturali o economiche. Il volume si conclude con un’interessante analisi dell’attuale situazione italiana in relazione ai parcheggi realizzati o in via di realizzazione, con gli strumenti del PPP.


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