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Globalizzazione
Studio del mese
Progetto del mese
Architetti artisti
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Luoghi, non luoghi, superluoghi
Nuovo Portello, le residenze di Cino Zucchi Architetti
Marazzi Associati progettare da nuovi punti di vista
Alessandria Le Corbusier pittore
ANNO 2 numero 12 euro 2,50 Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it
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Natura e tecnologia e sequoie pompano migliaia di litri di acqua al giorno fino a 100 metri d’altezza, senza rumore e con la sola energia solare. Per fare la stessa cosa, una pompa idraulica necessiterebbe di un discreto quantitativo di energia, tendenzialmente proveniente da sostanze prelevate dal sottosuolo, con relative rumorose emissioni di sostanze inquinanti, ovvero non facilmente riassimilabili dalla biosfera. Il caso delle sequoie è solo uno tra gli innumerevoli da cui traspare che, per quanto evolute, le soluzioni tecnologiche sono tuttora qualcosa di terribilmente imperfetto e, soprattutto, alieno ai principi di interazione sistemica messi a punto dalla natura nel corso di milioni di anni. Solo ora ci si sta rendendo conto che ignorare queste logiche, all’interno di un sistema chiuso come il nostro sempre più piccolo pianeta, sta incominciando a dare qualche problema. In architettura, disciplina che partecipa in modo importante alla trasformazioni di luoghi e di equilibri preesistenti, se da un lato sono ormai ricorrenti, fino alla saturazione, i richiami al miglioramento dell’efficienza energetica o per un’architettura “sostenibile”, dall’altro considerazioni che vedano questi obiettivi in un quadro più completo ed esteso di rapporto con le risorse ambientali restano tuttora una materia oscura. Diversi casi esemplari dimostrano invece che esiste un’importante corrente di innovazione, caratterizzata da un enorme potenziale rispetto alle metodologie di progettazione, alla ricerca nel campo delle tecnologie e materiali, alla conservazione e tutela delle risorse ambientali. Sulla base di queste considerazioni, in questo numero di IoArchitetto, attraverso i contributi di due protagonisti dell’innovazione nel campo della sostenibilità ambientale come Dayna Baumeister e Michael Pawlyn, abbiamo deciso di esplorare il tema della convergenza tra natura e tecnologia e delle notevolissime opportunità per l’architettura che derivano da una comprensione profonda delle logiche della natura e di funzionamento e mantenimento della vita sul nostro pianeta. Carlo Ezechieli
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Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano
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PENSARE UNA NUOVA ARCHITETTURA
edifici come
macchine organiche
MICHAEL PAWLYN Ha fondato Exploration nel 2007 allo scopo di ricercare soluzioni innovative per l’architettura ecologicamente sostenibile e ispirata alla natura. Dal 1997 al 2007 ha lavorato presso Grimshaw Architects ricoprendo un ruolo decisivo nel disegno e sviluppo di Eden Project. Nel 2006 è stato rappresentante di Grimshaw, membro fondatore della UK Green Building Council. Ha tenuto numerose conferenze sull’architettura sostenibile sia nel Regno Unito che all’estero.
Il percorso progettuale di Michael Pawlyn tra esigenze ambientali e ricerca su forme, funzioni e materiali
L’INTERVISTA
La natura come
mentore
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Nuvole all’interno di uno dei biotopi di Eden Project, in Cornovaglia
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ltre a essere una figura emergente di grande spicco nel panorama dell’architettura orientata alla sostenibilità, Michael Pawlyn è un convincente oratore. Iniziato all’ecologia fin da giovanissimo è stato, presso Grimshaw Architects, l’anima di progetti come Eden Project, che rivelano l’emergere di nuovi significativi approcci nel rapporto tra architettura ed ecologia. Michael Pawlyn ha da poco fondato una nuova realtà di progettazione: “Exploration”, con sede
a Londra, dove lo incontro in un tardo pomeriggio di ottobre e dove iniziamo una lunga conversazione percorrendo influenze, sviluppi e temi di architettura in rapporto alle complesse dinamiche che sottostanno al capitale ambientale in cui gli architetti operano e con cui si devono confrontare. Lei è uno dei protagonisti sul fronte della cosiddetta ecoarchitettura. Quando è iniziato il suo interesse per l’ecologia? Ricordo di aver letto il libro del
QUANDO FORMA E FUNZIONE COINCIDONO
el 1997 Janine Benyus pubblica Biomimicry: Innovation Inspired by Nature, un testo rivelatosi fondamentale, oltre che in campo ecologico, anche per la ricerca di molti architetti. L’anno seguente, con Dayna Baumaister, fonda la Biomimicry Guild (www.biomimicryguild.com) agenzia per la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico basata sull’osservazione della natura, e il Biomimicry Institute, organizzazione non-profit la cui attività si rivolge alla forma-
“
È stato così facile bruciare combustibili fossili per soddisfare tutte le nostre necessità che ci siamo distaccati dalla natura e abbiamo perso ogni capacità di adattamento creativo alle diverse circostanze.
”
Club di Roma Blueprint for survival quando avevo quattordici anni. È una lettura che mi ha messo in guardia sulle problematiche ambientali già in età precoce. Pensavo di studiare biologia all’università ma, alla fine, ho scelto architettura per via dell’ampiezza dei ragionamenti che la caratterizza e per il suo potenziale creativo. Ho lavorato come architetto di edifici ad alta efficienza energetica per qualche tempo e quando sono
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Rocky Mountain Institute
Headquarters Building
Tutti credono che i problemi energetici siano una questione da esperti; in realtà il problema energetico sono le fessure della mia finestra. uesta frase fu pronunciata anni fa da Amory Lovins, probabilmente il massimo esperto al mondo di energia e edifici adatti al XXI secolo. Negli anni scorsi ho lavorato con lui a casa sua, il celeberrimo Rocky Mountain Institute (RMI), a 2.200 metri di quota, vicino ad Aspen, Colorado. È un edificio a un piano di 372 mq, costruito tra il 1982 e il 1984, in una valle con
Q L’edificio del Rocky Mountain Institute
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edifici come
macchine organiche entrato da Grimshaw nel 1997 per lavorare all’Eden Project, ho cominciato a vedere connessioni sempre più ampie tra ambiente, biologia e architettura. Questa esperienza ha raggiunto un più alto livello di congruenza nel 2003 quando mi sono iscritto a un corso intensivo allo Schumacher College condotto da Janine Benyus (l’autore di Biomimicry - designs inspired by nature) e Amory Lovins (CEO del Rocky Mountain Institute). Nell’agosto del 2007 ho lasciato Grimshaw e ho aperto una realtà di progettazione indipendente allo scopo di concentrarmi esclusivamente sull’architettura sostenibile ispirata dalla natura. Progetti come Eden Project ed Eco-Rainforest rivelano un nuovo linguaggio formale: né “hi-tech”, né “organico” ma una connotazione formale piuttosto originale. Da cosa deriva? Una delle distinzioni che è opportuno fare circa un’architettura biomimetica è che non è “stilistica”. La biomimicry implica soluzioni progettuali che mettono in gioco lo stesso tipo di ingegnosità che si può notare in natura, in molti organismi. In questo senso è per molti versi un approccio funzionalista, ma penso che permetta una ricchezza espressiva che è andata persa nelle forme riduttive dell’architettura funzionalista del XX secolo. Questi progetti sono perfette repliche di metabolismi a circuito chiuso: un rifiuto diventa un nutriente. Le soluzioni ispirate dall’osservazione della natura derivano da altre già
La eco-rainforest è una grande serra riscaldata sia attraverso apporti solari diretti (con la copertura vetrata) sia con “biodigester” (le pareti cave sul perimetro) alimentati da rifiuti organici che, per fermentazione, sviluppano calore. Il microclima che è possibile mantenere all’interno è adatto alla crescita di specie tropicali, come le piante di ananas. Riproducendo la logica sequenza di processi osservabile in
sviluppate e funzionanti o iniziate da zero ogni volta? In alcuni casi si ricorre a sistemi tecnologici esistenti, in altri è necessario partire dai principi di base. Per esempio, è noto che il compost genera calore; così la sfida della Eco-Rainforest è stata quella di disegnare un edificio che permetteva di catturare il calore e utilizzarlo efficacemente. La prima versione della serra ad acqua marina era un’innovazione prodotta applicando in modo nuovo principi fisici noti. Il suo inventore, Charlie Paton ha poi tenuto sotto stretto controllo l’edificio, e progressivamente sviluppato e migliorato le proprie idee. In un nostro progetto a Las Palmas si presentava l’opportunità di ampliare un progetto esistente e di creare un edificio pubblico dal carattere altamente scultoreo. In natura esiste un’incredibile varietà di adattamenti ad ambienti caratterizzati da una limitazione di risorse: credo che molte delle tecnologie di cui abbiamo bisogno nella
rivoluzione verso la sostenibilità debbano essere copiate dalla natura. Come riuscite a mantenere sotto controllo il risultato finale e la durata nel tempo delle soluzioni proposte? Non c’è il rischio di costruire qualcosa troppo sperimentale? Molte di queste idee necessitano di uno sviluppo progettuale approfondito. Abbiamo attraversato questo processo per un gran numero di elementi dei Bioma dell’Eden Project e la cosa più interessante è che l’economia e il controllo delle risorse disponibili si sono sempre rivelati la motivazione principale. Per esempio, abbiamo costruito un grande modello in scala dell’edificio e del paesaggio circostante per poterlo testare in un tunnel del vento. In tal modo abbiamo potuto utilizzare controventature efficacemente modellate che hanno perfezionato la struttura e ridotto di un terzo il peso (e i costi) dell’acciaio. Con il rivestimento in Efte (un polimero) sapevamo che
qualsiasi ecosistema maturo, i rifiuti diventano un nutriente, le operazioni di smaltimento si semplificano e frutti tropicali possono essere coltivati anche in regioni fredde come l’Inghilterra. Si evitano in tal modo, oltre ai costi di riscaldamento, i costi ambientali derivanti dall’importazione di generi alimentari da paesi lontani.
Dai suoi progetti emerge l’arte di salvare contemporaneamente capitale economico e capitale naturale. Vede qualche cambiamento positivo in questa direzione? Qualcuno di questi progetti ha dimostrato che giusti approcci verso la sostenibilità possono trasformare una situazione portando a maggiori benefici ambientali, economici e sociali. Questo è in contrasto con approcci che considerano questi termini come poli opposti. Vedo sviluppi, ma trovo insufficiente la velocità del cambiamento. Molto potrebbe essere fatto a livello governativo per stimolare approcci innovativi.
Quali i fini della nuova realtà di progettazione explorationarchitecture? Il nostro ideale è introdurre concetti di biomimesi in architettura e individuare soluzioni rivolte a un radicale incremento nell’efficienza di impiego di risorse, producendo molto di più con minore impatto. Credo che la biomimicry rappresenti un territorio molto ricco e per buona parte inesplorato con grandi opportunità sia per gli architetti sia per l’industria. Il nome dello studio intende trasmettere l’idea di un viaggio da intraprendere con degli amici, con un chiaro proposito ma senza una destinazione predeterminata. È stato talmente facile bruciare combustibili fossili per soddisfare le nostre necessità che ci siamo distaccati dalla natura e abbiamo perso ogni capacità di adattamento creativo alle diverse circostanze. Prima della rivoluzione industriale il genere umano aveva queste capacità, i persiani, ad esempio, sapevano come produrre il ghiaccio nel deserto già molti secoli fa.
assicura una brezza naturale e una climatizzazione perfetta per effetto camino. Il comfort e il calore, radiante quindi più piacevole, derivano dal guadagno solare, dal volano termico delle pareti e vasche d'acqua nella serra, e dal calore prodotto dai corpi degli occupanti. Al risparmio del minore consumo degli impianti rispetto a un edificio
standard si uniscono i vantaggi dati da pochi metri quadri di pannelli termici e fotovoltaici sul tetto, che producono un surplus di energia venduto in rete. Utilizzando tecnologie di mercato del 1984 l’edificio costò 6.000 dollari in più rispetto a uno tradizionale. Il tempo di ritorno dell’investimento è stato di 10 mesi. Con le tecnologie di oggi coste-
avremmo risparmiato acciaio aumentando le dimensioni di ogni esagono. Era pertanto vantaggioso sviluppare un test approfondito per essere certi della massima dimensione utilizzabile per le unità Efte. Si inizia con la definizione delle proprietà del materiale per passare, da questa base di conoscenza, all’applicazione reale.
Vogliamo risvegliare questo spirito e celebrarlo in una coraggiosa architettura contemporanea. Cosa ammira di più in un’opera di architettura? Forme audaci che permettono una ricchezza di interpretazione. Sono anche in gran parte un funzionalista e credo che la bellezza derivi da una risposta poetica a necessità o opportunità specifiche. La migliore architettura per me è anche quella che celebra con forza uno spirito ottimista e incorpora ideali chiari e senza compromessi. Si potrebbe dire che ci sono due modi per cambiare una situazione. Uno è partire con un dato di fatto (un compromesso) e cercare di migliorarlo. L’altro è di cominciare con un idealismo privo di razionali connessioni con la vita di tutti i giorni, e compromettersi il minimo possibile. Chi ha successo nel secondo caso, dal mio punto di vista, merita il massimo rispetto. Carlo Ezechieli Le foto che illustrano il servizio sono state fornite da Grimshaw Architects
Rocky Mountain Institute Headquarters Building
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A sinistra: i pannelli fotovoltaici che provvedono alla quasi totalità del fabbisogno di energia elettrica dell’edificio . A destra: vista della serra bioclimatica del Rocky Mountain Institute
– 44°C in inverno e +46 d’estate. Il comfort è assicurato, in estate come in inverno, per gli abitanti e per le 15 persone che vi lavorano. La parte centrale dell’edificio, una serra che ospita una selva lussureggiante, dal 1984 ha prodotto 24 raccolti di banane. Il tutto senza impianto di riscaldamento: non serve. L’edificio, in pietra, orientato per ottimizzare
il guadagno solare, consuma il 99% di energia per riscaldamento e acqua sanitaria in meno rispetto alla media: ha isolamenti di 35 cm tra i muri interni ed esterni, vetri tripli, non ci sono ponti termici, il ricircolo dell'aria ad alta efficienza recupera il 90% di energia anziché da spifferi delle finestre. L’apertura della copertura vetrata della serra in estate
rebbe meno di un edificio tradizionale. Il segreto? Una progettazione sistemica, fondata sui principi della Biomimicry per cui forma e funzione coincidono, ciascun componente risolve più problemi in una volta, minimizzando i costi e ottimizzando estetica, comfort e funzionalità. Testi e foto di Eric Ezechieli
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La natura come
mentore
DAYNA BAUMEISTER Da sempre affascinata dalla natura e dall’esplorazione diretta, con un passato di biologa marina, un dottorato di ricerca in biologia degli organismi ed ecologia, Dayna Baumeister è fondatrice nel 1998, con Janine Benyus, della Biomimicry Guild. I suoi entusiasmanti laboratori, presentazioni, seminari hanno introdotto all’idea di natura come modello, misura e mentore migliaia di architetti, ingegneri e dirigenti d’impresa.
zione e alla sostenibilità (www.biomimicryinstitute.org). Il termine Biomimicry, traducibile in italiano come “bio-mimesi” (dalla combinazione di bios, vita, e mimesis, imitare) è, secondo Janine Benyus “una nuova scienza che studia le migliori idee della natura e ne imita i processi per rispondere ai problemi del genere umano. Studiare una foglia per inventare una cellula solare più efficiente è un esempio di innovazione ispirata alla natura”. Se in passato molte invenzioni, come il velcro progettato nel 1957 da un ingegnere svizzero, derivavano dall’osservazione dei disegni della natura, Benyus e Baumeister hanno formulato principi sostanzialmente inediti, finalizzati alla sostenibilità ecologica e compresi in una chiara teoria fondata su ampie considerazioni di tipo ecosistemico. Mai, nella storia recente, termini come tecnologia e natura sono stati così vicini. È un cambiamento importante che, come evidenzia Dayna Baumeister in questa intervista, ha notevoli ricadute sulla pratica dell’architettura e sul modo in cui gli architetti pensano e progettano gli edifici e il paesaggio. Come spiegherebbe la biomimicry agli architetti in 30 secondi? Come la consapevole emulazione del genio della natura, una disciplina emergente che guarda a essa per scoprire soluzioni a necessità progettuali, innovative e sostenibili. Mentre gli esempi in molti campi industriali sono abbondanti, la pratica della biomimicry in architettura va da prodotti specifici per l’architettura come il LotusanTM, una vernice autopulente che riproduce la composizione delle foglie di loto, al disegno di interi edifici come l’Eastgate Building di Harare, Zimbabwe che, emulando le torri delle termiti, mantiene al suo interno una confortevole temperatura di 24°C senza l’utilizzo di aria condizionata. Come pensa che la biomimicry possa essere introdotta nell’architettura? In architettura la mimesi delle forme è antica quanto l’architet-
tura stessa. Si tratta di solito di un disegno biomorfico. Quando questa forma viene replicata per la sua funzione (e non solo per l’estetica), la chiamiamo biomimicry. Per esempio, i quartieri generali della Swiss Re di Londra incorporano i principi morfologici e di funzionamento della spugna di mare: permettono un flusso passivo di aria attraverso la torre, riproducendo il passaggio di acqua nella spugna. A livello dei processi, sono state fabbricate barriere al vapore che imitano i processi di autoregolazione delle membrane biologiche (MemBrainTM), e colle prive di formaldeide che imitano le proprietà adesive delle cozze marine (PureBondTM della Columbia Forest Products). A livello di ecosistema, il piano per uno sviluppo insediativo a Portland, Oregon (Lloyd Crossing) riporta al modo in cui l’ecosistema forestale del luogo funzionava prima degli insediamenti umani. Allo stesso modo le John Todd’s Ecological MachinesTM replicano la modalità di purificazione dell’aqua degli ecosistemi fluviali. Nonostante i molti casi di studio, credo che gli architetti abbiano a malapena scalfito la superficie dello sconfinato pianeta delle possibili applicazioni della biomimicry in architettura. Ritengo che il vero potere di questa disciplina si rivelerà quando gli architetti cominceranno a pensare edifici che non abbiano la semplice apparenza di forme naturali, ma funzionino come entità viventi, inserite in un più ampio ordine ecosistemico, invece che sopra di esso. La nuova sfida degli “edifici viventi” che è stata promossa dal Cascadia Green Building Council è un passo nella giusta direzione. Avete mai lavorato in stretto contatto con architetti? Quali sono le difficoltà, quali le sfide? Penso che un aspetto critico sia rappresentato dall’alta domanda di strumenti analitici e di misurazione per aiutare i progettisti e gli utenti a prendere decisioni tra la soluzione “verde” di tipo A e la soluzione “verde” di tipo B. Riconosco pienamente il valore di strumenti di questo tipo, e sistemi di certificazione come Leed (Leadership in Energy and Environment Design) sono un passo importante verso la costruzione di edifici sostenibili. Tuttavia ho un atteggiamento critico nei confronti di questi strumenti quando vengono considerati un punto di arrivo o un punto univoco di riferimento. Credo fermamente che prima di investire tempo ed energie in calcoli e misurazioni, dovremmo porci una domanda molto più semplice: “ci abiterei?”. In breve, noi come progettisti di ecosistemi (organismi che creano un habitat) dovremmo chiederci: “il mio edificio migliora la mia vita?” invece della domanda più comune “come posso minimizzare il danno?”. Le risposte a queste domande possono avere un’influenza sostanziale nella realizzazione di edifici “life-friendly”, che non una comparazione tra le
Eastgate Center Harare, Zimbabwe. Emulando le torri delle termiti (nell’immagine in alto) l’edificio mantiene al suo interno una temperatura di 24°C senza l’utilizzo di aria condizionata o di sistemi di ventilazione meccanica. (Michael Pearce/Aga Khan Trust for Culture)
migliaia di punti che qualificano un edificio LCA (Life Cycle Assessment) o Leed. C’è qualche realizzazione dove avete avuto occasione di lavorare direttamente? I progetti in cui siamo stati coinvolti, sfortunatamente, sono rimasti sulla carta o sono ancora in fase di progettazione. Comunque, indirettamente attraverso le migliaia di architetti che hanno seguito i nostri seminari, siamo al corrente di moltissimi resoconti relativi all’introduzione di considerazioni relative alla biologia nel processo di progettazione. Abbiamo incontrato dozzine di biologi che lavorano in studi di architettura, sentito di architetti che cominciano ad accamparsi nel luogo dove costruiranno per comprenderne le logiche, e visto frasi come “costruire secondo gli schemi di funzionamento della vita” nelle proposte di gara per il ridisegno di parchi su isole (Governor’s Island, NYC), strutture universitarie, complessi di appartamenti e nuovi disegni urbani. La biomimicry verrà naturalizzata nell’architettura quando ci sarà un biologo in ogni progetto, e “come lo costruirebbe la natura?” diventerà parte del lessico comune. Cosa raccomanderebbe agli architetti? Ciò che raccomando a chiunque pratichi la biomimicry: fate grandi camminate all’aria aperta e chiedetevi “come lo farebbe la natura qui?” Il qui è molto importante in architettura. Abbiamo
cominciato a condurre studi nei quali portiamo gli architetti e i loro clienti negli habitat dell’area di intervento e domandiamo loro come i nativi (le piante locali, gli animali, i funghi) vivono in quel luogo preciso. Cosa si può imparare da come crescono, raccolgono l’acqua, incamerano energia? Quali forme e processi funzionano meglio in quel particolare luogo? E come interagiscono? La vita crea le condizioni che porta-
no alla vita creando interconnessioni. Nel 99% dei casi i nostri edifici sono costruiti e funzionano in isolamento, ignorando completamente le possibilità di connessione sia con altri edifici sia con il paesaggio, senza lasciare la possibilità di migliorare la qualità della vita per tutti. Quali architetti di oggi e di ieri apprezza di più? Ci sono molti individui che han-
Flashalessandrobelgiojoso Corea del Nord: surrealismo balneare
no realizzato un’incredibile gamma di costruzioni ispirate dalla natura, ma il mio apprezzamento va principalmente a specie non umane e a malapena riconosciute, che invece meriterebbero di essere pubblicate in molte riviste di architettura. Per esempio la sequoia californiana (California redwood), che cresce fino a 90 metri pompando senza alcun rumore centinaia e centinaia di litri d’acqua con il solo utilizzo del sole; o la Hexactinellida (o spugne vetro/glass sea sponge), che cresce a profondità di centinaia di metri sotto la superficie dell’oceano e che produce strutture a base di silicio, forti e stupendamente delicate, dimostrando tutti i principi di ingegneria strutturale rintracciabili nei grattacieli odierni; gruppi di palme costiere che resistono a uragani e inondazioni ricorrenti. O ancora i manglares, le specie di mangrovie capaci di costruire isole, filtrare l’acqua, resistere alle inondazioni, definire habitat, fissare il carbonio e distillare acqua dolce, solo per citare alcune delle loro funzioni. Già che ci sono, citerei anche i cespugli di Kochia (Kochia scoparia), che resistono al fuoco, o gli uccelli nidificatori, come il bowerbird, originario dell’Australia/Nuova Guinea, l’arredatore della natura che costruisce pergole per attrarre le compagne. Ci sono oltre 30 milioni di specie e meno di 2 milioni hanno un nome.
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brevi / camilla morlacchi
Natale sotto il
DUECENTO ANNI DI STORIA MAGNETTI * È il titolo del volume di Raffaello Barbaresi presentato il 14 novembre
Solar Tree di
a Bergamo per raccontare un percorso inscindibilmente legato alla storia dell’imprenditoria bergamasca e che dai primi laterizi fabbricati a Pontida ha portato, attraverso sei generazioni di imprenditori, al gruppo che oggi fattura 150 milioni di euro e conta 8 sedi e stabilimenti in Italia e all’estero con 500 dipendenti. L’evento è stato l’occasione per presentare anche i risultati del concorso di progettazione indetto dall’azienda con il patrocinio dell’Ordine di Bergamo per la riqualificazione urbanistica e architettonica dell’area dismessa di Cisano Bergamasco, di cui parleremo sui prossimi numeri. I 52 progetti consegnati sono stati raccolti anch’essi in un voluL’immagine che la Società Immobiliare me con prefazione di Industriale Fornaci Magnetti utilizzò negli Philippe Daverio. anni Sessanta a supporto delle attività di www.magnetti.it promozione.
Ross Lovegrove
3° PREMIO INTERNAZIONALE VELUX “LIGHT OF * TOMORROW”
essenzialismo organico del designer londinese prende forma nel Solar Tree realizzato da Artemide: un albero di tubi d’acciaio cui sono appese bolle di luce a Led alimentate da 38 celle solari Sharp, che ha prodotto anche le batterie e i sistemi di controllo digitali. Dopo Vienna e prima di Parigi e Los Angeles, questo progetto sperimentale di illuminazione urbana è ora in funzione in piazza della Scala a Milano fino al 6 gennaio. Per conoscere meglio il lavoro di Ross digitare “supernatural” su www.amazon.com
L’
(Foto di David Zanardi).
ITALIAN CONTRACT DESIGN INDUSTRY * ICDI è il nuovo progetto di Federlegno-Arredo realizzato con l’ICE per valorizzare il mondo del contract made in Italy. Suoi fini sono far conoscere la realtà italiana di questo comparto all’estero, incrementando la visibilità delle aziende che lo realizzano in modo strutturato, promuoverne i punti di forza e facilitare i legami con le grandi società di progettazione. www.icdi.it
NUOVI PLUG-IN PER ARCHICAD * ArchiRotate, gratuito per gli utenti ArchiCAD, permette di ruotare qualsiasi oggetto nello spazio 3D senza scrivere una sola riga di linguaggio GDL e conservando le caratteristiche originali dell’oggetto. ArchiMaterial consente di organizzare gerarchicamente i materiali di superficie, di visualizzare l’effetto di un cambiamento di materiale semplicemente trascinando il nuovo materiale e di cambiare con un solo click tutte le parti di progetto a cui era stato assegnato un determinato materiale. ArchiQuant infine consente di generare computi metrici anche provenienti da archivi esterni (come i prezziari) collegati a tutti gli elementi del progetto realizzato in ArchiCAD. www.cigraph.it
ISOLAMENTI ESTREMI * L’Elite House di Sokolniki è un grattacielo di 43 piani ancora in costruzione alla periferia di Mosca. Lo strato isolante tra la struttura in cemento, la lana minerale e la facciata ventilata è costituito da DuPont™ Tyvek® HomeWrap®, che contribuisce a ridurre al minimo la condensa proteggendo la struttura dell’edificio e mantenendo l’integrità del materiale di isolamento. Sviluppata in Russia e perfezionata in Europa, questa tecnologia presenta notevoli vantaggi in condizioni climatiche continentali caratterizzate da notevoli escursioni termiche. Grazie a ciò il suo uso si sta diffondendo proprio in Russia. www.buildingonscience.dupont.com
Aperta agli studenti di architettura di tutto il mondo la terza edizione di questo riconoscimento internazionale, organizzato in collaborazione con UIA e EAAE (European Association for Architectural Education). Il montepremi complessivo di 30mila euro verrà assegnato ai progetti selezionati da una giuria che si riunirà durante il congresso UIA di Torino 2008. Nel 2006 sono stati premiati 20 progetti sui 557 ricevuti da 53 nazioni. Non sono previste sezioni o vincoli nell’uso di materiali ma solo l’invito a considerare il ruolo della luce solare e diurna come fonte di benessere e di energia. Iscrizione anche online entro l’8 marzo; consegna dei progetti entro l’8 maggio 2008. http://iva.velux.com/
L’ASILO-NIDO DOMOTICO DI BTICINO * Si chiama Papaverino Blu e sorge nell’area Tecnocity Altomilanese di Legnano (MI) che ospita 50 aziende con oltre 500 persone impiegate. Per il progetto BTicino ha sviluppato un sistema di automazione che consente di impostare e controllare tutti i parametri ambientali utilizzando impianti non invasivi e con interfacce utenti semplici e intuitive. Il bus di My Home BTicino, alimentato con tensione a basso voltaggio, integra sistema elettrico, allarme, videocontrollo, termoregolazione e diffusione sonora garantendo un’elevata flessibilità. Il costo del sistema non supera di più dell’8% quello di un impianto tradizionale. www.myhome-bticino.it
FAI-DA-TE E DESIGN * Collaborazione aperta tra Bosch e NABA con il laboratorio artistico “l’oggetto che visse due volte”: undici studenti si sono cimentati nella creazione di nuovi oggetti da prodotti decontestualizzati e riciclati servendosi di strumenti Bosch, Dremel e Skil. Tra i progetti selezionati, la lampada “Arco Iris”, di Michele Sterchele, Alessandro Cubani, Anna Ferro: un vecchio specchio e un lume vengono riutilizzati per la realizzazione di un'originale struttura angolare, costituita da compensato, plexiglass e specchi. Idea nata dall'osservazione e dallo studio strutturale della sospensione "Supernova" di Foscarini (Ferruccio Laviani, 2002), composta da dischi paralleli sezionati.
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PORTONI D’AUTORE È promossa dalla galleria d’arte Edition Schellmann Monaco-New York la mostra Door cycle, prevista per giugno 2008 alla galleria d’arte Petzel di New York. Saranno esposti i battenti industriali e i portoni in acciaio Hörmann personalizzati attraverso serigrafia, pittura o fotografia da artisti internazionali come Tony Oursler e Santiago Serra. www.hormann.it
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TASSULLO PROMUOVE INTERVENTI MURARI PER MIGLIORAMENTO SISMICO Lo scorso ottobre la Camera di Commercio di Brescia ha ospitato un convegno sul miglioramento sismico negli edifici vincolati per discutere sulle tecniche di intervento murario e sui criteri per classificare gli stadi di instabilità degli edifici murari soggetti a vincolo. L’iniziativa è promossa da Tassullo e dall’Ordine della provincia di Brescia. www.tassullo.it
Corso per coordinatori
della sicurezza dl 494/96 i terrà da marzo a luglio 2008 il corso abilitativo previsto dal decreto legislativo 494/96 per coordinatori della sicurezza organizzato da Federarchitetti Milano. Le 30 lezioni sono suddivise in una prima fase di introduzione normativa, cui seguono sessioni di più incontri su analisi, valutazione e prevenzione dei rischi; il coordinamento in fase di progettazione ed esecuzione; esercitazioni; visita in cantiere. La frequenza è obbligatoria e la durata di 120 ore. • Quando: nei giorni di martedì e giovedì dalle 17,30 alle 21,30 • Dove: presso la sede di Federarchitetti in via Pantano a Milano • Costo: 1.200 euro, ridotti a 1.050 euro per gli iscritti a Federarchitetti • Preiscrizioni: via fax al numero 02.5512821 entro il 15 gennaio 2008 • Informazioni: segreteria, tel. 02 5512824 dalle 9,00 alle 12,00
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FUORI DAL TUNNEL * Migliorare l’inserimento paesaggistico dell’autostrada A32 in termini estetici e funzionali: questo l’obiettivo del concorso Fuori dal tunnel, patrocinato dalla provincia di Torino e promosso da Sitaf, rivolto ad architetti, ingegneri e paesaggisti. Il concorso prevede l’assegnazione di un premio di 35 mila, 10 mila e 5 mila euro, alle tre migliori idee progettuali. Le iscrizioni terminano il 30 novembre, mentre i lavori vanno consegnati entro il 29 febbraio. www.fuoridaltunnel.it
MITSUBISHI ELECTRIC PRESENTA PROGETTI DI * GEOTERMIA APPLICATA AI CLIMATIZZATORI Il 10 Ottobre, in occasione del convegno ‘Geotermia, una risorsa per l’efficienza energetica’, Mitsubishi Electric ha presentato a Milano soluzioni di applicazione dell’energia geotermica agli impianti di climatizzazione. Il sistema, che prevede lo scambio di energia con il sottosuolo mediante pompe di calore, consente un basso impiego di energia e riduce al minimo le emissioni inquinanti. Felice Giandolini, technical department manager systems division, Mitsubishi Electric, ha definito il progetto una scelta etica: “l’impiego di energie rinnovabili (come la geotermia) si fonda in primo luogo sulla volontà del rispetto e conservazione dell’ambiente”.
DA MANZANO * FUTURO
IDEE PER IL DISTRETTO DEL
Lo scorso settembre Federlegno-Arredo e Catas hanno organizzato un convegno presso il Centro Congressi Fiere di Udine sull’andamento del mercato della sedia e in particolare sulla flessione delle esportazioni nel distretto di Manzano rispetto al 2000. Partendo dallo studio della realtà locale, si propone di rivalutare la tradizione e dare spazio anche a operatori stranieri realizzando un evento capace di attrarre visitatori da tutto il mondo.
PROGETTI, RISORSE E URGENZE DELLE CITTA’ * D’ACQUA Da Babilonia in poi, le città nascono intorno all’acqua, per millenni fondamentale motore di sviluppo economico. Quali forme possa assumere questa relazione nella città del XXI secolo è il tema affrontato a Venezia dal convegno organizzato da Fassa Bortolo. La trasformazione che Il convegno di Venezia dello scorso 26 ottobre riguarda oggi tutte le città d’acqua deve essere occasione - come ha ricordato Romeo Farinella, professore di urbanistica dell’università di Ferrara - di rigenerazione funzionale recuperando alla pubblica fruizione grandi aree sorte in posizioni strategiche e segregate. Come Marghera, uno dei tre poli sui quali secondo Ezio Miceli (presidente IVE) si gioca il futuro di Venezia, dove può sorgere un waterfront contemporaneo dedicato alle nuove funzioni del terziario e della ricerca. Una Venezia che nel piano strategico della città, sintetizzato nello slogan “Venezia città metropolitana - qualità, lavoro, culture”, ha ricordato Turiddu Pugliese, responsabile pianificazione strategica del Comune, ambisce ad essere parte qualificata di un sistema di relazioni territoriale facendo dei propri punti di forza (turismo, cultura) ma anche di debolezza (ambiente) nuove fonti di sviluppo e di ricchezza per l’intera regione. www.fassabortolo.com
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tradizione e innovazione /
Una calda pavimentazione per Sant’Ambrogio Il rifacimento delle pavimentazioni della basilica romanica di Milano è stato guidato per la parte artistica dallo studio di architettura Caccia Dominioni a pavimentazione della Basilica di Sant’Ambrogio, gioiello del Romanico lombardo, tra le principali icone della città di Milano insieme al Duomo e al Teatro alla Scala è stata oggetto di un recente restauro. Intervento affidato per la parte artistica allo studio di architettura Caccia Dominioni. Il rifacimento è stata l’occasione per la posa di un nuovo sistema di riscaldamento a pavimento sulla superficie interna di circa 1.100 metri quadri. I lavori hanno compreso la rimozione di tutti gli strati di sottofondo esistenti fino al ghiaione della massicciata; la costruzione ex novo di una platea di calcestruzzo armato dello spessore di 20 cm; la posa del pacchetto di riscaldamento (pannelli di polistirolo sagomato con bugne e tubazioni radianti); il getto del nuovo massetto radiante; infine il rifacimento della pavimentazione, realizzata con cinquemila lastre di marmo da 40x70 cm fissate al massetto. Queste ultime sono state in buona parte recuperate dal rivestimento originale; quelle rovinate sono state sostituite
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da lastre nuove provenienti da una cava di Predazzo in Val di Fiemme. Il massetto radiante sul quale posare le lastre di marmo è stato realizzato con Massettomix PaRis di Laterlite (www.leca.it). Premiscelato, fibrorinforzato e
a ritiro controllato, è formulato appositamente per l’applicazione su pavimenti radianti grazie all’elevata conducibilità termica. Grazie a ciò migliora la diffusione omogenea del calore nell’ambiente e aumenta il comfort per chi staziona in esso.
Il pacchetto di riscaldamento radiante all'interno della storica basilica milanese prima dell'applicazione delle lastre di marmo pavimentali
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paesaggi della globalizzazione / giulia hansstein
Luoghi, non luoghi,
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superluoghi
I nuovi poli di attrazione e il loro impatto sul territorio: architetti, urbanisti, sociologi ed economisti ne hanno discusso a Bologna sistono luoghi in grado di trasferire nuovo valore alla dimensione spaziale, a partire da quello economico: per le aree dove sono collocati, necessariamente poco costose e dunque periferiche; per la loro capacità di generare profitto, muovendo grandi quantità di merci o di persone. Sono i superluoghi, non solo luoghi privi di identità come li descriveva Marc Augé ma potenti motori dell’economia in trasformazione. Economia basata sui flussi appunto di merci e persone, più che sulla produzione. Un’economia con nuovi riferimenti: la finanza internazionale invece del vecchio binomio capitale/lavoro; le discoteche al posto delle presse; i parchi a tema invece dei giardini pubblici; i locali happy-hour dove chiudono le trattorie. I superluoghi sono carichi di forza simbolica, enfatizzata da involucri architettonici di sicuro richiamo. E la loro efficacia come motori economici sembra inevitabilmente connessa con la disgregazione del paesaggio europeo così come lo conosciamo, stratificazione di generazioni di culture e attività umane. I superluoghi devono essere riconoscibili, funzionali e tranquillizzanti per gli individuiconsumatori, quindi dovunque sostanzialmente uguali, dominati da immensi parcheggi, noncuranti del luogo in cui sorgono. Un esempio illuminante, illustrato dal geografo urbano dell’università di Barcellona Francesc Muñoz, è il modo in
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Centri storici veri (in alto, Bologna) e loro rappresentazioni (a fianco una via dell’outlet di Barberino del Mugello). Sotto, altri esempi di nuovi motori dell’economia: l’atrio di un centro commerciale e il parco a tema di Mirabilandia
cui aeroporti low-cost come quello di Girona (base di Ryan Air in Catalogna) modificano il paesaggio rurale in cui si inseriscono (magari uno shopping district poco distante ne recupererà l’iconografia come elemento di richiamo per flussi di viaggiatori-consumatori pronti a decollare dall’aeroporto lowcost poche ore dopo). La ricerca promossa dall’assessorato alla pianificazione territoriale della Provincia di Bologna ha avuto il merito di
raccogliere e mettere a confronto opinioni, esperienze e progetti generando un dibattito e un materiale documentale che potrà servire da guida agli urbanisti e alle amministrazioni che ogni giorno devono confrontarsi con tali realtà, troppo allettanti per non far gola a casse pubbliche esangui e destinate nel loro insieme a segnare irreparabilmente il territorio, specie italiano, che assume sempre più visibilmente i contorni della “megalopoli
padana” da Piacenza a Rimini. Una realtà percorsa e descritta dal sociologo Aldo Bonomi nel 2005 nel rapporto Aaster sui distretti della creatività in Emilia-Romagna. www.aaster.it/rapporti.htm?7_0 Compendio della ricerca il volume La civiltà dei superluoghi, Damiani, che può essere acquistato su www.damianieditore.it Informazioni e approfondimenti su www.superluoghi.it
archiware /
I software di produttività aziendale OpenSource Completamente gratuiti e universalmente compatibili, sono sempre più diffusi siste un argomento di interesse generale per tutti i professionisti, non solo architetti, che usano quotidianamente il pc. Parlare di software liberi, ossia gratuiti, non è una novità, ma sono ancora in molti a essere diffidenti. Molti i dubbi che ostacolano la loro diffusione. Avranno prestazioni inferiori? Saranno compatibili con altri software? Sarà difficile imparare un nuovo programma? Uno dei programmi sempre presente in tutti i pc è Microsoft Office. Costo del pacchetto completo 500 euro. Il suo fratello gemello, in termini di pre-
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stazioni, è OpenOffice.org 2.x: gratuito per tutti, scaricabile dalle pagine web del progetto http://it.openoffice.org/download/2.3.0/download230.html, è ormai arrivato alla versione 2.3, presentata il 18 settembre scorso e, solo nella versione in lingua italiana, già scaricata da più di 450.000 utenti. È la prima suite per ufficio open source, completamente alternativa a Microsoft Office. Comprende infatti un programma per la scrittura di testi (Writer) simile a Word, un modulo per la gestione di dati (Base) alternativo a Access, un foglio elettronico (Calc) come
Excel, un programma per le presentazioni (Impress) equivalente a PowerPoint e un modulo di disegno (Draw). L’interfaccia utente di OpenOffice.org 2.0 è facile da imparare e usare anche da parte dell’utente più inesperto, essendo molto simile a quella di Microsoft. La compatibilità con altri programmi è totale, essendo sempre possibile il salvataggio dei file con le estensioni tradizionali (.doc per i testi, .xls per i fogli di calcolo, e così via).
Organo ufficiale dell’Associazione International Centre of Environmental Design
Direttore responsabile Sonia Politi Direttore scientifico Carlo Ezechieli Art Director Giorgio Covucci Redazione Nadia Rossi (caporedattore), Roberta Basaglia, Alice Gramigna, Elena Sauter, Julia Woyke, Mariella Zoppi Rubriche Alberto Bazzan, Alessandro Belgiojoso, Marco Dolera, Sara Ferrario, Nora Fumagalli, Maurizio Molgora, Francesca Orestano, Marco Penati Hanno collaborato Giulia Hansstein, Camilla Morlacchi, Suzanne Nassan Zaatar, Joe Zaatar © Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione, salvo diversi accordi, non verranno restituiti.
Editore Font srl, via Siusi 20/a, 20132 Milano tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 ioarchitetto@fontcom.it Pubblicità Font srl, via Siusi 20/a, 20132 Milano tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it Abbonamenti Font srl, via Siusi 20/a, 20132 Milano - tel. 02 2847274 - fax 02 45474060 abbonamenti@fontcom.it Prezzo di copertina euro 2,50 - arretrati euro 5,00 Abbonamento annuale (10 numeri) euro 20,00 Versamento su c.c.p. 64538911 intestato a Font Srl Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004 Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano Fotolito e stampa Poligrafica Antenore, Padova
Eredi Guerrini progetta e produce scale a chiocciola, elicoidali e a giorno, in ferro per interni ed esterni, con gradini in ferro o in legno e inserti in ferro battuto. Realizza inoltre soppalchi per interni in ferro sia per arredamento che per l'industria. Infine, è specializzata nella lavorazione del ferro e della lamiera per tutte le sue applicazioni in edilizia.
Eredi di Guerrini Via Stefanardo da Vimercate, 36 20128 M I L A NO Tel. 02 2578823 Fax. 02 27001344 info@guerrinimarco.191.it
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nuove tecnologie / nadia rossi
Progettazioni energetiche
A sinistra, un impianto fotovoltaico non integrato su un edificio industriale; accanto, impianto parzialmente integrato.
Gli incentivi sicuri del Conto Energia danno vigore al settore del fotovoltaico anche in Italia
tariffazione è omogenea in tutta Italia mentre il potenziale degli impianti aumenta portandosi verso sud, è evidente che i 10 anni del Nord diventano 7-8 nel Centro e 6-7 nel Sud Italia.
Quali tipi di grandi impianti? Superfici a terra al Sud e al Nord su fabbriche, grandi esercizi commerciali, edifici industriali. Ne abbiamo in progetto e in corso di realizzazione numerosi
A quando il vero “decollo”? È difficile prevederlo con certezza, ma con molta probabilità il 2008 potrebbe essere l’anno della svolta, ovvero l’anno della realizzazione di tanti e grandi impianti. Questo farà da volano per l’intero settore, perché i prezzi scenderanno e in molti comprenderanno che il fotovoltaico può diventare un’opportunità alla portata di tutti.
LE TARIFFE INCENTIVANTI Taglia di potenza
dai 200 kW ai 2 MW. I numeri cominciano a essere interessanti e sono per noi fonte di grande soddisfazione: finalmente raccogliamo quanto abbiamo seminato con passione per otto anni.
Non integrato Parz. integrato Integrato ( /kWh prodotto) ( /kWh prodotto) ( /kWh prodotto)
1 kW<P<3 kW
0,40
0,44
0,49
3 kW<P<20 kW
0,38
0,42
0,46
P>20kW
0,36
0,40
0,44
IL RITORNO DELL’INVESTIMENTO
IMPIANTO DA 3 Kw - Tariffe Conto Energia
ermania 800, Italia 6. Queste le dimensioni del ritardo (in MW) nella produzione di energia da fotovoltaico nel 2006, che il nuovo Conto Energia (GU del 23.2.2007) sta tentando di colmare. Le proiezioni per il 2007 parlano infatti di una crescita fino a 50-60 MW. Un fenomeno che Stefano Loro, titolare di VP Solar definisce “la luce alla fine del tunnel”. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscere più a fondo questa tematica di grande attualità.
G
Le condizioni ambientali in Italia sono molto favorevoli all’installazione del fotovoltaico, perché i numeri sono ancora ridotti? La Direttiva europea del 2001 è stata recepita in Italia nel 2005: fino a due anni fa il ritardo è stato causato dalla mancanza di un incentivo che rendesse interessante questo tipo di investimento. Con il Conto Energia questa difficoltà è stata superata. Il settore si sta muovendo. Rendono difficoltoso il decollo una buona dose di diffidenza e la presenza nel settore di soggetti senza competenze che vivono il
fotovoltaico come opportunità commerciale e nulla più, generando confusione, insicurezza e allontanando dall’investimento l’utenza interessata.
co sia il solare termico. Il cliente sceglierà poi se installarli o no, ma i requisiti tecnici di progetto perché la loro applicazione sia possibile ci devono essere.
L’architetto in genere come si pone nei confronti di questo settore? Mostra diffidenza a causa di due fattori: estetico (l’impianto fotovoltaico si può integrare, parzialmente incassare e mimetizzare, ma si vede) e tecnico (un freno più che altro psicologico).
Quali sono gli incentivi di cui si può beneficiare oggigiorno? Alcune Regioni erogano trattamenti a fondo perduto fino al 20% dell’investimento, ma la valenza più importante è data dal Conto Energia, assimilabile a un finanziamento in conto esercizio che consiste nell'incentivazione della produzione elettrica. Il proprietario dell'impianto percepisce somme in modo continuativo per i primi 20 anni di vita dell'impianto: tanto dura la convenzione che si stipula con lo Stato. Condizione indispensabile all'ottenimento delle tariffe incentivanti è che l'impianto sia connesso alla rete e che la sua dimensione nominale sia superiore a 1 kW. Oltre a questo c’è la possibilità di non pagare più la bolletta dell’elettricità. La somma di questi benefici porta a una resa dell’impianto che al Nord è nell’ordine del 10% annuo (sostanzialmente l’impianto si ripaga in 10 anni, i successivi 10 sono solo guadagno); considerato che la
…e i consumatori? Sono la parte più propositiva. Se rinunciano è solo perché non trovano un progettista credibile e preparato sull’argomento. In questo momento la sensibilità ambientale è abbastanza diffusa, ma non sempre trova una risposta all’altezza delle sue richieste. Siete impegnati per formare e informare più a fondo? Ogni anno ci presentiamo al Saie dove incontriamo il progettista edile. Per lui e per l’installatore organizziamo poi dei corsi di tre giorni: quando si progetta una casa questa deve potenzialmente comprendere sia il fotovoltai-
ambiente / alberto bazzan
Sostenibile! Sostenibile! enustas, Utilitas, Firmitas erano, e sono, i pilastri di ogni architettura. Ma forse sono passati di moda, o sono cambiati i significati delle parole. Negli ultimi secoli ha preso il sopravvento un modello di pensiero che privilegia l’effimero e il presunto “bello” anche in architettura, sia nella costruzione di case, uffici e palazzi, sia nel design e nella conseguente ergonomia di oggetti, materiali
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inclusi. Uno dei principi assunti a credo indiscutibile è stato e tuttora rimane quello dell’abbondanza progressiva di materiali, energia e sistemi naturali. Nei corsi di laurea di ingegneria, chimica e architettura, fino a pochi anni fa si insegnava che aria, acqua e materiali erano abbondanti, poco costosi, e progressivamente sempre meno costosi. Tali quindi da potere essere impiegati senza, o con poca, at-
tenzione a costi e conseguenze. Per la verità, in altri corsi si insegna ancora che anche gli uomini sono abbondanti, e sempre di più (in fondo siamo oltre sei miliardi … troppi …). Il primo esempio di guerra senza vittime (almeno dalla parte dei vincenti) è recentissimo, il Kosovo. Ogni anno muoiono centinaia di minatori nelle miniere di tutto il mondo, soprattutto in Cina e Africa, e questo viene messo nei costi, con incidenza molto bassa. Ogni anno muoiono in Italia più automobilisti e passeggeri dei morti israeliani e palestinesi in tutta la storia delle guerre arabo-israeliane. Ma non divaghiamo nella politica. Per l’architettura sono invalsi gli stessi principi, semplicemente per mancanza o igno-
Tipologia impianto
ProduciGuadagno Risparmio bilità annua Conto Energia autoconsuKWh annuo mo annuo
Totale beneficio annuo
Stima costo impianto (IVA esclusa)
Tempo di ritorno investimento
Rend. lordo annuo
Guadagno in 20 anni
Nord
Non integrato
3.300
1.320
528
1.848
18.000
9,7 anni
10%
18.960
Nord
Parzial. integrato
3.300
1.452
528
1.980
18.000
9,1 anni
11%
21.600
Nord
Integrato
3.300
1.617
528
2.145
18.000
8,4 anni
12%
24.900
Centro
Non integrato
3.900
1.560
624
2.184
18.000
8,2 anni
12%
25.680
Centro
Parzial. integrato
3.900
1.716
624
2.340
18.000
7,7 anni
13%
28.800
Centro
Integrato
3.900
1.911
624
2.535
18.000
7,1 anni
14%
32.700
Sud
Non integrato
4.500
1.800
720
2.520
18.000
7,1 anni
14%
32.400
Sud
Parzial. integrato
4.500
1.980
720
2.700
18.000
6,7 anni
15%
36.000
Sud
Integrato
4.500
2.205
720
2.925
18.000
6,1 anni
16%
40.500
Totale beneficio annuo
Stima costo impianto (IVA esclusa)
Tempo di ritorno investimento
Rend. lordo annuo
Guadagno in 20 anni
IMPIANTO DA 50 Kw - Tariffe Conto Energia Tipologia impianto
ProduciGuadagno Vendita di bilità annua Conto Energia energia KWh annuo elettrica
Nord
Non integrato
55.000
19.800
5.225
25.025
280.000 11,2 anni
9%
220.500
Nord
Parzial. integrato
55.000
22.000
5.225
27.225
280.000 10,3 anni 10%
264.500
Nord
Integrato
55.000
24.200
5.225
29.425
280.000 9,5 anni
11%
308.500
Centro
Non integrato
65.000
23.400
6.175
29.575
280.000 9,5 anni
11%
311.500
Centro
Parzial. integrato
65.000
26.000
6.175
32.175
280.000 8,7 anni
11%
363.500
Centro
Integrato
65.000
28.600
6.175
34.775
280.000
12%
415.500
Sud
Non integrato
75.000
27.000
7.125
34.125
280.000 8,2 anni
12%
402.500
Sud
Parzial. integrato
75.000
30.000
7.125
37.125
280.000 7,5 anni
13%
462.500
Sud
Integrato
75.000
33.000
7.125
40.125
280.000
14%
522.500
ranza di alternative. Si inventano e si creano costruzioni disegnate per durare “poco”, tanto costa così poco rifarle. Si inventano e si costruiscono edifici che sprecano energia, tempo umano, acqua e aria senza limiti. Però sono belli e, si dice, anche funzionali. Il ritorno a concetti nuovissimi, come la biomimicry, al disegno intrinsecamente sostenibile, che non degrada, ma arricchisce l’aria e l’acqua, come le persone. È una specie di ritorno al passato. Ora che l’aria, l’acqua e tutti i materiali sono diventati improvvisamente scarsi e costosi è venuto il momento di tornare ai principi base. Sapete quanto costerebbe un notebook se dovessimo pagare i costi ambientali dell’estrazione
di alluminio, oro e petrolio che concorrono alla sua realizzazione? Più di dieci volte il suo prezzo. Al pari dell’energia atomica, se dovessimo includere nel prezzo i costi degli scarichi di uranio e plutonio. E il riscaldamento, se dovessimo pagare i costi militari destinati a proteggere le fonti di petrolio? Molto di più dell’energia solare più costosa. Chi ha la responsabilità di disegnare il futuro comune creando cose, case e spazi, deve ispirarsi ora a principi di sostenibilità, rigenerazione di risorse, e non spreco, e insegnarli agli utenti, ai committenti e ai colleghi. La scienza della sostenibilità è sempre stata parte dell’architettura, l’abbiamo solo scordata per alcuni secoli.
8 anni
7 anni
ALBERTO BAZZAN Laureato in chimica industriale. Consulente nel campo dell’efficienza organizzativa, leadership e sostenibilità. Docente di cross cultural management presso la Cattolica di Piacenza e di management of international companies presso l’Università Cattaneo-LIUC di Castellanza. Vice-presidente di The Natural Step Italia (TNS), organizzazione internazionale di consulenza nel campo dello sviluppo sostenibile con un core team di circa 100 persone e uffici in 12 paesi.
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il progetto del mese / NUOVE FORME DI DISEGNO URBANO PER LA CITTÀ CONTEMPORANEA
Innesti urbani nell’ Ex Alfa Romeo
alPortello di
Un progetto che si inserisce nel quadrante nord-ovest di Milano dialogando con i modelli insediativi preesistenti: la maglia di strade e isolati di matrice formale tardo-ottocentesca e i più recenti tentativi di città verde
I
l nuovo assetto urbano dell’ex area industriale Alfa Romeo di Milano, tracciato da Gino Valle con la consulenza urbanistica di Pirelli RE, prevede un vasto parco disegnato da Charles Jencks e Land, un aggregato commerciale, una nuova piazza-parcheggio e tre edifici a uffici disegnati dallo studio Valle, e comparti residenziali e terziari di Guido Canali e Cino Zucchi Architetti. Questi ultimi comprendono cinque edifici di residenza convenzionata, tre di residenza libera affacciati sul parco e uno a uffici sul sedime della ex mensa e circolo ricreativo dell’Alfa Romeo. La residenza convenzionata a sud È composta da tre corpi in linea alti otto piani. La profondità del corpo di fabbrica è scavata da una piccola corte aperta verso sud-ovest che include gli affacci di bagni e cucine. I fronti a nordest si presentano come moli compatte, nelle quali le sottili deformazioni geometriche verso la testata sud accentuano il carattere “concavo” delle corti; i fronti a sud-ovest verso il parco sono risolti invece con uno schermo in elementi metallici la cui disposizione sfalsata crea una tessitura continua che protegge le ampie logge. A piano terra, un lungo porticato a doppia altezza unifica l’accesso alle circolazioni verticali e crea un affaccio privilegiato verso la corte. L’elaborazione architettonica e la definizione dei materiali (piastrelle in
In alto, una delle stecche già realizzate; sotto, planimetria dell’intervento, schizzo dell’idea di base e modello del complesso. Nella pagina a fronte, in alto gli uffici nell’ex mensa Alfa Romeo; in basso, render delle torri a edilizia libera
cotto decolorato, pietra di Trani bianca, serramenti in legno grigio caldo, tapparelle e scusi scorrevoli in alluminio verniciato in color grigio-verde) esplora il concetto di “casa di civile abitazione”, operando una riflessione sulla vita urbana contemporanea. L’edificio della ex-mensa Alfa Romeo Dell’edificio della ex mensa Alfa Romeo vengono conservati il fronte su via Traiano e l’impianto volumetrico, che verso il parco è sezionato dal nuovo percorso pubblico diagonale. La tipologia strutturale a vaste campate è scavata ai due piani superiori da un cavedio vetrato che crea una sorta di giardino interno sul quale affacciano i nuovi uffici. Il piano terra, un vasto spazio a doppia altezza, è inflesso verso nord-ovest da una serra che ospita un bar aperto. L’edificio vuole coniugare la forte memoria industriale dell’area con una concezione del luogo di lavoro più attenta ai valori microambientali. Il rivestimento in Pietra del Cardoso a lunghi conci orizzontali e i serramenti in alluminio e vetro di diversa trasparenza e giacitura e racchiudono un volume unitario proiettato verso il parco. Gli edifici alti di residenza convenzionata e libera a nord Nella porzione nord dell’area si trova una tipologia residenziale alta e snella. Gli edifici non sono concepiti come torri isolate, ma come un tessuto resi-
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area
Milano denziale “poroso” la cui giacitura e orientamento genera una transizione tra la maglia della città e le geometrie fluide del nuovo parco. Il lessico delle due torri di residenza convenzionata è lo stesso di quello dei corpi in linea a sud: rivestimento in cotto decolorato di piccola dimensione e in pietra di Trani bianca, serramenti in legno e tapparelle e oscuri scorrevoli in color blu cobalto, zinco al titanio per le coperture. Le tre torri di residenza libera affacciate sul parco sorgono invece da un giardino privato comune; la loro disposizione cerca le viste lunghe sullo stesso attraverso logge aggettanti dalla sagoma prismatica che rompono il profilo unitario del volume. I materiali (pietra di colore grigio caldo a due diverse finiture, serramenti in legno decolorato, parapetti in vetro sabbiato e serigrafato, scuri in alluminio in tre diversi colori) sono qui usati con un maggiore connotato di “pelle” che vuole rendere vibranti le moli in una diversa e nuova condizione urbana.
Progetto Nuovo Portello comparto 2b-2c Edifici di edilizia residenziale libera e convenzionata, edificio per uffici Cino Zucchi Architetti – CZA Progetto urbanistico Piano integrato di intervento Nuovo Portello Gino Valle Progetto preliminare Cino Zucchi, Pietro Bagnoli con Leonardo Berretti, Elisa Leoni Progetto esecutivo e direzione artistica Zucchi & Partners Nicola Bianchi, Andrea Viganò, Cino Zucchi con Leonardo Berretti, Chiara Frassi e Ivan Bernardini, Irene Bino, Claudia Brivio, Michele Corno, Linda Pirovano, Gabriella Trotta, Nükhet Anadal, Chiara Toscani Direzione lavori edilizia convenzionata in linea e a torre Ing. Fulvio Leonardelli Direzione lavori edilizia libera, edificio a uffici e spazi aperti Ing. Vittore Ceretti Rendering Gianluca Cavazza, Marco Pizzuto Committente Auredia srl – Ennio Brion Coordinamento Pirelli & C. Real Estate Project Management SpA Strutture Sajni e Zambetti Srl Impianti Ariatta ingegneria dei sistemi Srl Impresa costruttrice Marcora costruzioni SpA Stecche in edilizia convenzionata SLP mq 11.441 Vol. mc 34.323 costo 16.000.000 di euro Torri in edilizia convenzionata SLP mq. 5.724 Vol. mc. 17.172 Costo 8.000.000 di euro Torri in edilizia libera SLP mq. 8.834 Vol. mc. 26.502 Costo 15.000.000 di euro
CINO ZUCCHI Nato a Milano nel 1955, ha conseguito il bachelor of Science in art and design presso il Massachusetts Institute of Technology nel 1978 e la laurea in architettura presso il Politecnico di Milano nel 1979, dove dal 1980 svolge attività didattica e di ricerca. È professore ordinario di composizione architettonica e urbana presso la facoltà di architettura di Milano e docente al dottorato di progettazione architettonica e urbana. Il suo studio CZA Cino Zucchi Architetti - ricerca nuove soluzioni spaziali per la vita contemporanea nel complesso e delicato contesto del paesaggio europeo. Lo staff comprende Omar Baldin, Lara Bissi, Filippo Carcano, Michele Corno, Finola Doyle, Filippo Facchinetto, Laura Gusso, Valeria Lerose, Diego Martinelli, Paolo Moretto, Maurizio Petronio, Maria Rita Solimando Romano, Barbara Soro, Valentina Zanoni, Sarah Zezza.
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under 40 / arch. alice gramigna
Marazzi
Associati
Uno studio giovane, che ha sede in una tranquilla realtà qual è la città di Parma, con tutte le potenzialità per entrare a breve nel novero degli studi conosciuti a livello internazionale
I
l Marazzi Associati, nato da soli quattro anni, dopo aver conseguito il primo posto nel concorso internazionale per il nuovo stadio di Siena, ha avuto la chance di partire con questo primo progetto costruito di grandi dimensioni e con una scala altamente complessa (chiusura lavori stimata per il 2011). Un nuovo concetto di stadio Per l'importante impianto sportivo cittadino il Comune di Siena ha infatti individuato una vasta area a sud della città caratterizzata da dolci declivi e colline, lasciando ai progettisti la responsabilità di scegliere per lo stadio la collocazione più adeguata. L’obiettivo primario di
Marazzi è stato da subito quello di preservare il più possibile l‘integrità del sito, sfruttando gli avvallamenti naturali, contenendo drasticamente il costruito fuori terra e assecondando le curve di livello. La tipologia tradizionale a contenitore chiuso è superata per accogliere il paesaggio all’interno dello stadio. Come in un antico teatro greco, la natura guida la geometria del progetto e l’unica parte emergente si presenta come una lastra tufacea nata da un processo di erosione della collina. Il materiale di rivestimento scelto e sviluppato ad hoc è un conglomerato cementizio con inserti di tufo locale, proprio per garantire la perfetta integrazione nel
Dall’alto tre immagini del nuovo stadio comunale di Siena: vista generale, ingresso sud e Vip Lounge. Sotto planimetria e render del progetto che ha partecipato al concorso della Bezalel Academy a Gerusalemme
DAVIDE MARAZZI
FEDERICO POMPIGNOLI
Nasce a Mirandola (MO) nel 1974. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 2000 con Cino Zucchi. Dal 2001 al 2004 collabora a Parma con Guido Canali, per il quale segue il progetto della nuova sede Smeg a Guastalla (RE) e, come responsabile, il progetto per un comparto residenziale per 1.500 abitanti nell’area ex Alfa Romeo del Portello a Milano. Nel 2004 vince il primo premio nel Concorso Internazionale di Progettazione per il nuovo Stadio di Siena (con Marco Pavarani e Paolo Iotti).
Nasce a Parma nel 1978. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 2003. Dal 2001 al 2003 studia alla Fachhochschule di Potsdam e alla Tächnische Universität di Berlino dove collabora con Helena Nijric. Dal 2003 al 2005 lavora con Guido Canali al progetto di un comparto residenziale nell’area del Portello a Milano, al restauro e riuso della ex Manifattura Tabacchi a Milano e al progetto del nuovo stabilimento Prada in Val d’Arno (AR). Dal 2005 è associato nello studio Marazzi.
contesto naturale. Dal punto di vista delle dinamiche di utilizzo, l’idea dei progettisti è quella di superare il concetto di stadio quale contenitore chiuso in se stesso e animato un solo giorno alla settimana. Il nuovo stadio di Siena sarà, invece, aperto e vivo sette giorni su sette. Accanto alle funzioni specifiche legate al gioco del calcio coesisteranno altre attività sportive, educative, commerciali, capaci di produrre redditi diversificati a garanzia della continuità e dell’autonomia finanziaria del sistema.
e le magnifiche vedute verso il Monte Scopus e il Monte degli Ulivi, nel cuore della città di pietra, la nuova prestigiosa Accademia si configura come una scultura scolpita per sottrazione, che raccorda il dislivello esistente con una serie di blocchi allineati lungo una spina centrale. Grande attenzione è riservata alla scelta dei materiali. Come in una cava, le superfici verticali e quelle orizzontali sono trattate diversamente: alle superfici orizzontali in pietra locale cesellata si contrappongono le lastre di grande formato rigate irregolarmente delle pareti verticali. Purtroppo di questo magnifico progetto non vedremo la realizzazione. Un piccolo studio tedesco vincitore del concorso costruirà l’Accademia. Allo studio Marazzi Associati, che aveva superato la prima fase, l’onore della conquista di un ottimo secondo posto.
La Bezalel Academy Sulla stessa lunghezza d’onda si segnala un altro progetto dello studio Marazzi: la nuova Bezalel Academy a Gerusalemme. In questo caso l’intento non è preservare il paesaggio naturale ma quello di intervenire con discrezione e mimetismo nel vuoto urbano del centro storico della città. Tra gli importanti edifici d’epoca del Russian Compound
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design / marco penati
design / marco dolera
Blitz in Bovisa
all’outlet del design
È il momento dell’usa e getta? Viva il ri-uso! Oggetti e mobili usati e non e tanto nuovo d’occasione spaziano tra design, antiquariato e modernariato in un grande mercato di vendita che attira e stupisce a posizione è strategica, vicino alla nuova sede della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano in Bovisa, un quartiere caratterizzato da grandi insediamenti industriali dismessi. Ed è appunto in una ex fabbrica di trattori, l’americana MasseyFerguson, che si è insediato Blitz Bovisa Outlet. 2.600 metri quadri su due piani, ai quali si accede attraverso una spettacolare rampa elicoidale. Su questa vasta superficie sono esposti oggetti di modernariato e di design. Visitare Blitz è un’emozione. Si trova, naturalmente, di tutto. Ma quello che attrae è la massiccia presenza di mobili di qualità, pezzi storici che vanno dagli anni ’30 a oggi. Paolo Zaniboni, un passato da tecnico dell’industria del mobile, e quindi molto esperto, è il personaggio che ha creato, sostenuto e tuttora conduce questa originale impresa. Molti degli oggetti che ora vende li ha ingegnerizzati lui. Una competenza che spesso non si trova nei normali negozi di arredamento. E lo diciamo con un pizzico di polemica, dato che più di una volta ci è capitato di imbatterci in venditori che non conoscono il prodotto che devono vendere. La formula è la vendita dell’usato proveniente dai privati, e dei prodotti nuovi provenienti da fiere, set fotografici o televisivi, show-room. Tant’è che il periodo migliore per fare il “ colpaccio” e portarsi a casa un oggetto desiderato a un prezzo interessante è a Salone del Mobile appena concluso. Blitz ogni anno, passata la furia della fiera con i suoi innumerevoli eventi Fuori Salone, organizza un “Dopo Salone”. In questa occasione vengono offerti alcuni pezzi che erano presenti alla fiera e fuori fiera,
avanscoperta. Le motivazioni spaziano dal risparmio alla colta ricerca dell’oggetto raro. E bazzicando anch’io tra i corridoi ho fatto l’inaspettata scoperta, da progettista, di trovare miei vecchi prodotti in offerta. Sic transit gloria mundi? No, perché, tutto sommato, è questo lo spirito del luogo: il design è oggi un valore assodato dei prodotti, un plus che li sottrae alla imperante logica del consumo, delle mode. Che è l’assunto fondamentale del concetto di design.
L
Linea di imbottiti
Stardust tardust. Un nome che si presta a molte interpretazioni. La sua traduzione letterale - polvere di stelle - è indubbiamente quella che più si addice a ricreare l’immagine luminosa di questa nuova linea d’imbottiti. Progettata da Mario Bellini, si caratterizza per l’originale scelta dei composti - materiale per imballaggio, una maglia metallica di sottili fili inox e led a bassa tensione - e per la doppia funzione di seduta e fonte luminosa. In acqua galleggia.
S
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nelle esposizioni temporanee.
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Mostre a tema Non è la sola iniziativa. Ciclicamente vengono lanciate mostre-mercato su diversi temi e tipologie di merce. Ad esempio i giocattoli di latta ormai scomparsi, agognati da generazioni di bambini (ma ricevuti solo a Natale), oppure i gonfiabili pubblicitari: chi non ricorda “Ercolino Sempreimpiedi” o ”la mucca Carolina”? Ma anche i manifesti cinematografici con gli epici eroi della celluloide riprodotti negli ingenui ma freschi cartelloni degli anni Cinquanta. Tutti oggetti che sono fissati nella memoria di ognuno di noi. Spesso le aziende stesse occupano parte dello spazio trasformandolo in outlet temporaneo. Così si possono trovare prodotti di Bernini, Baleri Italia, Sawaya e Moroni, Antonangeli, Felice Rossi, Ydf, Qayot e altri. Girando per i due immensi reparti ci si imbatte nei visitatori, che sono quanto di più eterogeneo si possa immaginare: giovani coppie alla ricerca del mobile d’occasione; massaie che cercano il tal bicchiere per riformare il servizio; collezionisti italiani e stranieri in
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in vetrina / Rinnovare innovando
Radiatori da parete
Arredi per esterni
Design en Minimalismo Plein Air compositivo Il concept forte della linea di arredi per esterni di Alfredo Häberli è l’imbottitura, che trasferisce all’aperto i concetti di ricercatezza e pregio degli spazi interni. Snelli tondini d’acciaio marrone disegnano una struttura portante e solida per la seduta e lo schienale, imbottiti in tessuto trattato per resistere agli agenti atmosferici sono disponibili nei colori neutri del panna, beige, caffè e marrone scuro. Le sedute e i tavolini Plein Air di Alias sono pensati per arredare terrazze, dehors e giardini privati. La linea comprende sedute, lounge chairs e diverse tipologie di piani d'appoggio.
Per maggiori informazioni: Alias Grumello del Monte (BG) Tel. 035 4422511 www.aliasdesign.it
Pietre
di casa
Pietre/2 rappresenta un restyling della linea Pietre di Casa dolce casa. Le tipologie d’uso vengono rispettate, ma la diversa tecnologia produttiva permette nuove applicazioni. Il salto tecnologico in Pietre/2 si traduce in un prodotto non smaltato, in colori che rinnovano le tonalità, in grafiche che mostrano nuove suggestioni. In particolare i decori Drops e Curl. Drops è un segno etnico fatto di gocce che scorrono lungo la superficie della lastra 60x120. Le tonalità sono ambrate e calde. Curl è un tratto materico che percorre la superficie della lastra 40x80, un decoro dal segno continuo che riprende il colore del fondo. In gres porcellanato per pavimenti e rivestimenti.
Lamath, design Davide Brembilla: lame rette, compatte e rigide tagliano l’uniformità della parete, e concepiscono una nuova idea di scaldasalviette che disegna la parete. Pensato per nuovi ambienti domestici, prodotto da Brem, è realizzato nelle tinte sablè, che esaltano l'effetto materico, ma può essere anche rifinito in tutti i colori lucidi, opachi e metallizzati della cartella colori che l’azienda offre in consultazione ai suoi clienti.
Per maggiori informazioni: Casa dolce casa Fiorano Modenese (MO) Tel. 0536 841011 • www.casadolcecasa.com
Per maggiori informazioni: Brem Osio Sotto (BG) Tel. 035 4823636 www.brem.it
Decontestualizzazioni
Flessibilità progettuale
Ceramica da giocare Pareti Interamente costituita da elementi modulari, la poltrona Doppiacoppia di Casalgrande Padana interpreta il tema della versatilità del materiale ceramico. Il suo designer, Riccardo Blumer, con questa provocazione ha voluto "lavorare con la piastrella come elemento assoluto non in funzione di un supporto, non decorativa, senza colle, senza leganti". Le piastrelle sono state tagliate creando degli incastri che permettono un montaggio a file ortogonali. Il materiale ceramico è in grès porcellanato, serie Granitogres Unicolore, nel colore bianco assoluto e nel formato 10x10.
Per maggiori informazioni: Casalgrande Padana Casalgrande (RE) • Tel. 0522 9901 www.casalgrandepadana.com Material mix
Sedersi... a Cuba Cuba by Chiramonte/Marin di Emu è caratterizzata dall’abbinamento tra la fibra sintetica Emu wicker intrecciata a mano su ogni singolo pezzo e il metallo delle gambe di sedute e tavoli. La struttura in tubolare di alluminio è disponibile in due versioni: rivestita in fibra Emu wicker intrecciata a mano con gambe in tubolare di acciaio inox o completamente rivestita in Emu wicker con piedini in acciaio inox. Il prodotto è disponibile nelle finiture midollino naturale e midollino marrone, con cuscini coordinati per le sedute, nei colori bianco, marrone e arancio. Per maggiori informazioni: Emu Group Marsciano (PG) Tel. 075 874021 – www.emu.it
ventilate Avantgarde è il primo sistema modulare per pareti ventilate che permette di utilizzare grandi e piccoli elementi in cotto estrusi e fatti a mano. Nato dalla partnership tra Gruppo Archés, fischer e Industrie Pica, si basa su due piani di ancoraggio in acciaio inox che interagiscono con il manto di rivestimento per mezzo di un’innovativa chiave di ancoraggio in polimero compatto. L’adozione del sistema Avantgarde assicura risparmio energetico (consente l’eliminazione completa dei ponti termici), flessibilità applicativa, modularità, rapidità di installazione, sicurezza e durata. Per maggiori informazioni: Gruppo Archés Martignacco (UD) • Tel. 0432 658211 • www.gruppoarches.it Industrie Pica Pesaro (PU) • Tel. 0721 440328 • www.picasistemi.it Piacere avvolgente
Sedute da origami Riportano all’arte giapponese del ripiegare un foglio di carta creando forme piacevoli e originali le sedute per esterno della linea Kyoto di Fischer Möbel. Il “foglio” qui utilizzato è in foam - materiale elastico che accoglie la forma del corpo per poi tornare alla struttura originaria - di diversa consistenza: più rigido per le sedute (con struttura in acciaio inox, con e senza braccioli), più morbido per i lettini. Il tavolo (in quattro dimensioni) ha piano in ceramtop, materiale ceramico; disponibili anche le versioni in granito e vetro.
Per maggiori informazioni: Fischer Möbel Italia Tavernerio (CO) Tel. 031 360380 • www.fischer-moebel.de
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Rivestimenti e composizioni
Contro l’inquinamento
Giochi di ombre
La pavimentazione attiva BioTi Ecopav di Paver è la risposta attiva ai problemi di inquinamento da traffico delle grandi e medie città italiane. Questa pavimentazione autobloccante ad azione fotocatalitica riduce gli inquinanti in maniera continuativa con evidenti vantaggi per i cittadini. Sotto l’azione del sole le sostanze con attività fotocatalitica stimolano la formazione di reagenti ad azione ossidante capaci di decomporre alcuni inquinanti presenti nell’atmosfera: ossidi di azoto e di zolfo, benzene e aromatici policondensati. Le numerose soluzioni formali disponibili ne permettono l’impiego sia nelle arterie metropolitane a intenso traffico sia nelle vie di pregio architettonico e urbanistico.
I prodotti della linea Shade di Marazzi giocano sugli abbinamenti di colore, sull’effetto sorpresa e sulle ampie possibilità di soluzioni compositive offerte. La quantità di colori disponibili, caratterizzati da tinte sobrie, permette abbinamenti tono su tono, ma anche a contrasto. La tecnologia di prodotto dei rivestimenti è la monoporosa in pasta bianca, caratterizzata da buone caratteristiche di assorbimento, nelle varianti liscio, rigato satinato e listellato satinato. La versatilità compositiva di Shade e le sue carartteristiche tecniche lo rendono un progetto che completa e definisce ambienti pubblici e privati.
Per maggiori informazioni: Paver Piacenza (PC) – Tel. 0523 599611 www.pavertecnica.it
Per maggiori informazioni: Marazzi Group Modena (MO) • Tel. 059 384111 • www.marazzi.it
L’arredo che fa benessere
Massima resa e risparmio energetico
I colori
Bagni in bianco e nero
del calore
ZigZag, design Moreno Corvini, è la collezione di consolle e componenti di Tenda Dorica che permette di personalizzare con gusto ogni bagno. Le finiture laccate e la possibilità di abbinamento con frontali di cassettiere e contenitori, retro-mensole e ripiani delle consolle in vetro temperato extrachiaro laccato e serigrafato permettono sia di giocare tono su tono sia sul bicolore. Un prodotto contemporaneo al quale si accompagnano il porta asciugamano in ottone cromato, i lavabi in Vetrofreddo e in pasta di vetro bianca (quadrati, rettangolari o ovali) e le lampade alogene con struttura in ottone cromato.
Il catalogo di radiatori per il termoarredo di Projectclima si è arricchito con le 12 nuove referenze della linea Adacto: una collezione che offre la possibilità di avere forme e colori personalizzabili per ogni ambiente. I suoi termosifoni sono ad alta resa energetica grazie a un profilo di alluminio che preleva una quantità elevatissima di energia dall’acqua che passa al suo interno. Questo dà un veloce riscaldamento dell’elemento con un sensibile risparmio energetico. I radiatori sono inoltre coperti da piastrelle in alluminio che offrono infinite possibilità cromatiche.
Per maggiori informazioni: Tenda Dorica Ancona Tel. 071 2861606 www.tendadorica.it
Per maggiori informazioni: Projectclima Piedimulera (VB)• Tel. 0324 842598 www.projectclima.it Serigrafie in ceramica
Trame
superficiali
Prodotti artigianali
Bronzo e
ceramica
Minimalismo moderno
Il sottofondo amico del
caldo
La collezione Porfirite di Ceramica Fondovalle si caratterizza per le trame superficiali che disegnano la ceramica delle piastrelle. Il gres porcellanato è smaltato per marcare l'effetto ottico della grafica e per migliorare le prestazioni del materiale. Porfirite è disponibile in una gamma di cinque colori neutri, che si adattano agli interni di abitazioni con diverse pretese, nel formato 51x51 cm. La collezione è integrata da battiscopa e decori.
Catturatore di stelle è l'onirico nome della linea di ceramiche prodotta con perizia artigianale da Fornace della Cava. Il rivestimento è realizzato in monofusione interamente formata, decorata e spatolata a mano con incastonate sculture in bronzo nichelato. La lavorazione artigianale di questi prodotti comporta delle caratteristiche di tolleranza di lunghezze, larghezze ed altezze di ±1%. I pezzi sono inoltre singolarmente rifiniti e spatolati a mano.
Boulevard di Impronta Ceramiche si propone come soluzione ideale per tutti gli spazi con un’immagine moderna, ambienti commerciali o domestici. La sua superficie effetto cemento in gres porcellanato e smaltato garantisce una buona resistenza all'attacco di acidi o basi. La gamma di colori pemette un discreto ventaglio di scelta e si orienta maggiormente sulle varie tonalità del grigio. È possibile scegliere fra vari formati - da 60x90 a 45x45 cm - e varie composizioni.
Per maggiori informazioni: Ceramica Fondovalle Torre Maina (MO) • Tel. 0536 934211 www.fondovalle.it
Per maggiori informazioni: Fornace della Cava Cava de' Tirreni (SA) • Tel. 089 342800 www.fornacedellacava.com
Per maggiori informazioni: Impronta Ceramiche Modena (MO) • Tel. 059 888411 www.improntaceramiche.com
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centenari / joe zaatar
Il Niemeyer
dimenticato
Celebre per i monumenti storici del suo passato, come il tempio di Baalbeck, il Libano è terra d’importanti opere d’architettura tanto del passato recente, come le dimore ad Ashrafié realizzate sotto il mandato francese, quanto del presente, come i progetti di Moneo, Holl, Boffill e Nouvel. lcune delle opere menzionate - specialmente le più lontane nel tempo - necessitano di interventi urgenti e attenti di conservazione affinché possano continuare a testimoniare alle generazioni future, non solo libanesi, la storia e la particolare identità di questo Paese del Mediterraneo. Tra esse, una particolare attenzione merita l’opera di un insigne architetto contemporaneo, Oscar Niemeyer, quasi del tutto sconosciuta alle giovani leve dell’architettura: la Fiera Internazionale e Permanente di Tripoli. Situato a nord del Libano e vicino al mare, questo complesso di 64.000 mq di superficie, che interessa complessivamente un’area di oltre un milione di mq, è sicuramente di grande impatto per le sue dimensioni e di rara bellezza per la sua ubicazione. Iniziato nel ’62 per volontà del governo libanese, non è stato purtroppo mai completato a causa dell’interminabile guerra civile che ha devastato il Paese. Il polo fieristico è stato concepito dal suo autore come un vero e proprio “piano regolatore monumentale” mediante il quale decentralizzare verso altri territori (il polo urbano di Tripoli appunto) il focalizzasi su Beirut delle espansioni metropolitane, che in quegli anni iniziavano a strutturare i futuri assetti territoriali del Paese dei Cedri. Il vasto progetto di Niemeyer intendeva creare non tanto e non solo un insieme d’edifici espositivi in senso stretto, quanto piuttosto un grande e complesso quartiere urbano moderno, in cui trovassero posto e si alternassero abitazioni, aree e spazi per il commercio, luoghi per lo sport, il divertimento e il turismo a contatto con il mare. Le abitazioni collettive (non realizzate) sono progettate in netto contrasto con un certo modo di
ressi culturali, artistici e ricreativi di rilievo territoriale e nazionale. Un tratto particolare del progetto è dato inoltre dalla sua profonda unitarietà: Niemeyer mira, infatti, ad armonizzare tra loro i vari edifici previsti per le diverse attività e funzioni pianificate, applicando con grande schiettezza e fiducia i canoni architettonici, per così dire, del movimento moderno. Sorgono così spazi senza ornamento ma impregnati di tecnologia e di senso della costruzione, fatti di cemento armato nudo, così come di pietra a vista erano costruite in Libano le grandi fabbriche del passato. L’orizzonte è disegnato da edifici iconici, dove la piramide, la sfera, l’arco di cerchio e il disco hanno quasi il valore e il sapore delle architetture primordiali; la loro dimensione e le relazioni che instaurano con i luoghi in cui si stagliano, netti e scarni, sembrano voler dare nuovo impulso e infondere nuova linfa
A
Il grande arco del portico dell’Auditorium; sopra: la struttura dei padiglioni
alla storia di una città antica come Tripoli, e di un Paese nobile come il Libano. A conclusione di questo breve scritto, mi sia concesso di esprimere la speranza che il progetto di Niemeyer sia portato a conclusione anche dopo 40 anni di incerta destinazione. Se è vero che lo scoppio della guerra civile ne ha interrotto i lavori, mi sembrerebbe una bella vittoria in una battaglia di una lunga guerra riuscire a riprendere questa opera interrotta. Se infine la lungimirante idea del governo dell’epoca e di Niemeyer di creare ai bordi del Mar Mediterraneo una grande Fiera Internazionale e insieme un novo brano di città trovasse la strada per arrivare alla fine, mi sembrerebbe questo l’inizio di una nuova strada per il Libano e non solo il termine dovuto a una grande idea di architettura.
pensare la residenza, in altre parole quello della speculazione immobiliare che tende a ridurre al più basso livello possibile la loro qualità in termini d’ambiente e di comfort. L’architetto non si sottrae all’incarico principale, che gli è stato assegnato, di disegnare una nuova fiera, ma la progetta intessuta e integrata nella città, in mezzo a parchi e giardini, circondata da abitazioni, scuole e asili, negozi, cinema, chiese, moschee e sinagoghe. Solo in tale contesto, secondo Niemeyer, la fiera potrà fare da volano alla nuova Tripoli, assumendo il ruolo di polo d’attrazione di interessi interconnessi che ad essa si possono associare: inte-
Scusimanonhocapitobene / Nora Fumagalli
Natura e Architettura? l rapporto con la natura è, da sempre, un nodo chiave del nostro operare (e riflettere) di architetti. Natura come architettura, natura nell’architettura, l’architettura della natura, architettura nella natura, l’architettura contro la natura, l’architettura secondo natura… Posto che io sappia cos’è l’architettura, sono certa di sapere cos’è la natura? Sono certa che la natura di cui parlo e penso io sia la stessa, che so, dell’esperto ambientale della commissione che esamina e approva o disapprova il mio progetto secondo imperscrutabili sentieri di pensiero e di
I
linguaggio? O del movimento ambientalista che si oppone (di solito a qualsiasi) intervento che coinvolga un ambito non edificato e perciò “naturale”? I dubbi, anziché dissiparsi, aumentano. Ossantocielo, ma cos’è la natura? Più cerco di mettere a fuoco il concetto per esprimerlo con un linguaggio comunicabile, più questo si allontana, come la linea dell’orizzonte. E come lo esprimo, il concetto di natura? Con quale linguaggio? Ben sapeva il Padreterno quel che faceva quando ci ha maledetti con la confusione dei linguaggi.
12 - 15 marzo 2008
12 - 15 marzo 2008
12 - 15 marzo 2008
15 - 18 ottobre 2008
15 - 18 ottobre 2008
Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (Italia) - Tel. +39 051 282111 - Fax +39 051 6374013 - www.saie.bolognafiere.it - saie@bolognafiere.it
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archilibri / marco dolera
architetti artisti /
Le Corbusier
vocazione pittorica A Palazzo Monferrato (Alessandria) un percorso inedito sul lavoro pittorico di uno dei maggiori architetti del XX secolo a carriera di Le Corbusier prende il via come pittore; insieme ad Amedée Ozefant fonda il movimento purista che, derivato dal cubismo, pone l’accento sulla purezza delle forme e sulla loro incidenza formale. Successivamente si vota all’architettura, divenendo uno dei massimi protagonisti del rinnovamento del XX secolo. Continua comunque a coltivare la sua prima passione, in via più intima e riservata, riempiendo centinaia di fogli di schizzi e dipinti che vanno via via a definire uno stile del tutto personale e riconoscibile. Nascono così le forme sinuose delle bagnanti, le nature morte, le osservazioni della flora e della fauna. Una passione che è stata anche valvola di sfogo nonché motivo di ispirazione per i suoi progetti architettonici. L’uso libero e gioioso del colore, come la libertà delle forme, è una caratteristica costante della sua pittura che lo porta, anche in questo campo, a essere uno dei protagonisti dell’arte figurativa del suo tempo.
Le Corbusier. Dipinti e disegni Dove: Alessandria, Palazzo Monferrato, via San Lorenzo 21 Quando: 1 dicembre 2007 30 marzo 2008 A cura di: Achille Bonito Oliva, Eric Mouchet, Vincenzo Sanfo Orari: tutti i giorni 9,30-19,30; chiuso il lunedì www.mostralecorbusier.it
L
In mostra. Ha aperto a Palazzo Monferrato (Alessandria) il primo dicembre e proseguirà fino al 20 marzo 2008 la mostra
Dominique Gauzin–Müller Case in legno – La storia, le tecniche, gli esempi Edizioni Ambiente 160 pp. - 40,00 euro Anche in Italia l’attenzione verso i temi del costruire e dell’abitare sano e in armonia con l’ambiente sta facendo riscoprire l’architettura in legno. Un rilancio significativo soprattutto nel campo delle case unifamiliari, dove si registra una tendenza decisamente in crescita e il rin-
LA MAIN OUVERTE, 22 aprile 1955, collage di carta, gouaché, mina di piombo e inchiostro di china, cm 56x40,2.
Le Corbusier, dipinti e disegni, un inedito percorso con opere provenienti dalla Fondazione Le Corbusier e dalle maggiori collezioni private internazionali. L’iniziativa riunisce opere realizzate dagli anni venti sino alla morte, coprendo il suo lungo
Interpretazioni d’autore Tre modi di rappresentare l’opera architettonica alla mostra STAND by me n principio furono tetti: questo è infatti il soggetto della prima immagine considerata vera fotografia, la cui invenzione risale al 1839. E, complice i lunghi tempi di esposizione, i primi scatti furono di opere architettoniche, un soggetto ancor oggi tra i più gettonati grazie alla grande forza espressiva e alla molteplicità e bellezza delle sue forme. All’ultima edizione di Saie, Ruredil e Levocell hanno trasformato il proprio stand in uno spazio espositivo ospitando la mostra fotografica STAND by me. Tre gli autori, ognuno con il proprio stile personale. Carmelo Bongiorno, uomo del Sud, ha reinterpretato il gioiello del Barocco della Cattedrale di Noto, rimanendo fedele allo stile che lo ha reso unico: un bianco e nero trasognato ma leggibile, con un pizzico di trasgressività e modernità (l’uso di finti turisti, fotografi essi stessi) rende le immagini intriganti e curiose, da leggere con interesse. Vittorio Pavan, veneziano doc, affronta il complesso soggetto del Molino Stucky con classe e tradizione. Non ricorre
I
a tagli avveniristici e affronta il tema con esperienza professionale, con qualche concessione creativa nella scelta dei particolari, nuovamente in bianco e nero. Il terzo autore, Marco Saroldi, è un torinese che da sempre lavora con immagini a colori. Il suo obiettivo interpreta la Chiesa del Santo Volto di Torino, opera di Mario Botta, con scatti moderni e puliti in cui lascia vedere le persone presenti al momento del click, una specie di reportage del contemporaneo. Un’interessante occasione per rileggere la bellezza di tre opere di primo piano, parte del ricco patrimonio artistico e culturale italiano, alla cui costruzione o ristrutturazione ha contribuito il Gruppo Ruredil. Le tecnologie per gli interventi di impermeabilizzazione del Molino Stucky, per la realizzazione dei pannelli prefabbricati utilizzati nella costruzione della Chiesa del Santo Volto e i rinforzi strutturali per i nuovi archi della navata mediana della Cattedrale di Noto sono infatti stati forniti da Ruredil e Levocell.
Tre scatti d’autore. Dall’alto la Cattedrale di Noto di Carmelo Bongiorno, Molino Stucky a Venezia di Vittorio Pavan e la Chiesa del Santo Volto a Torino di Marco Saroldi
FEMME À LA FENETRE DE GEORGES, 1943 33,5x24 cm.
percorso creativo attraverso capolavori quali Nature Morte Puriste Verticale del 1922, o Femme dans l’embrassure d’une porte del 1933 che ritrae la moglie Yvonne in occasione di una vacanza a Vezelay, o ancora Mains, buste e coquillage del
1954, che fa parte dei celebri collage cui Le Corbusier dedicò buona parte del suo impegno figurativo. Oltre ai dipinti e ai disegni, la mostra presenta alcune sculture e un grande arazzo, finora mai esposto.
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Dove abitano le emozioni La felicità e i luoghi in cui viviamo Einaudi Stile libero 173 pp. - 12,50 euro Le città sono gli scenari della vita contemporanea, tanto da plasmarla a propria immagine e somiglianza. Una metropoli colorata, vivace e accogliente rende i
Paolo Fuligni, Paolo Rognini
La metropoli umana Economia e politica per la qualità della vita nelle città di oggi Edizioni Franco Angeli 256 pp. -24,00 euro Dalla grande capacità creativa di George Lucas - nella celebre saga di Guerre Stellari - è stato creato Coruscant, il pianeta-città: un'incredibile, sterminata area urbana che avvolge un mondo intero
novamento dell’architettura in legno, avviato fin dagli anni Novanta, sta facendo molti passi avanti. Il legno è un materiale rinnovabile il cui uso contribuisce allo sviluppo sostenibile del pianeta e risponde a un approccio ecologico complessivo che comprende principi quali il rispetto del sito, l’uso di materiali sani, l’applicazione di criteri bioclimatici e di risparmio energetico, la valorizzazione delle economie locali. Il legno, inoltre, si presta alla combinazione con altri materiali come l’acciaio, la pietra o il cemento, permettendo di utilizzare diversi sistemi costruttivi e sfruttare la varietà delle essenze legnose per raggiungere il migliore risultato. Il libro propone un’ampia rassegna di diverse tipologie di abitazioni, con esempi raccolti in tutto il mondo, a dimostrare l’estrema versatilità del materiale: Irlanda, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Finlandia ma anche Brasile, Stati Uniti, Canada, Cina e Australia.
suoi abitanti e i suoi visitatori felici e ben di-sposti, favorendo la circolazione d’idee e la socialità. Al contrario una città grigia, male illuminata o semplicemente priva di spazi di qualità avrà un sicuro effetto negativo su chi in essa vive o semplicemente transita. Mario Botta e Paolo Crepet - architetto di lunga esperienza il primo, psichiatra e sociologo il secondo - rispondono alle domande del giornalista e scrittore Giuseppe Zois sui diversi luoghi in cui l’individuo vive o transita, dalla casa alla scuola, dal posto di lavoro ai luoghi dell’evasione, della religione, della malattia, della memoria. Il tono colloquiale, scevro da tecnicismi e facili formule risolutive, ricorda quello tra vecchi amici che si scambiano opinioni piuttosto che tra professionisti dei rispettivi settori. L’intreccio che si crea tra Botta e Crepet aiuta il lettore a realizzare una visione più completa sui fatti dell’architettura, che non includono solo forme, ma anche emozioni sentimenti e ricordi.
senza alcuna soluzione di continuità tra le moltitudini di torri e i grovigli di arterie intasate da un terrificante traffico tridimensionale. E dunque, come saranno davvero le città del Terzo Millennio? E come sta cambiando l’umanità che le abita? Quale matrice culturale ha prodotto l'ambiente urbano attuale e quali meccanismi sociali e psico(pato)logici sono stati messi in atto per consentire un adattamento tale da garantire la sopravvivenza della specie Homo sapiens sapiens? Queste le domande che si pongono Paolo Fuligni, psicologo, e Paolo Rognini, docente di Scienze sociali ed Ecologia urbana. I due autori sostengono la necessità di una visione d'insieme, di un approccio olistico, per far fronte a fenomeni che appaiono sempre più caotici e senza controllo. Un’analisi delle strutture fisiche, economiche, culturali e mentali che caratterizzano i grandi agglomerati umani e un tentativo di avviare un dibattito e di offrire un contributo pratico alla soluzione dei problemi che sempre più assillano le città contemporanee.
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Il BIANCO MONTORFANO è un granito tra i più prestigiosi e conosciuti a livello internazionale. La sua duttilità e la sua durezza rendono questa pietra naturale perfetta per la creazione di importanti opere urbanistiche e architettoniche. Il GRANITO BIANCO MONTORFANO è coltivato in Italia da CO-VER Natural Stone.
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