IOA 12-1a7 OK
5-12-2007
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novembre-dicembre 2007
Globalizzazione
Studio del mese
Progetto del mese
Architetti artisti
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Luoghi, non luoghi, superluoghi
Nuovo Portello, le residenze di Cino Zucchi Architetti
Marazzi Associati progettare da nuovi punti di vista
Alessandria Le Corbusier pittore
ANNO 2 numero 12 euro 2,50 Pubblicità Font srl via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 pubblicita@fontcom.it
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Natura e tecnologia e sequoie pompano migliaia di litri di acqua al giorno fino a 100 metri d’altezza, senza rumore e con la sola energia solare. Per fare la stessa cosa, una pompa idraulica necessiterebbe di un discreto quantitativo di energia, tendenzialmente proveniente da sostanze prelevate dal sottosuolo, con relative rumorose emissioni di sostanze inquinanti, ovvero non facilmente riassimilabili dalla biosfera. Il caso delle sequoie è solo uno tra gli innumerevoli da cui traspare che, per quanto evolute, le soluzioni tecnologiche sono tuttora qualcosa di terribilmente imperfetto e, soprattutto, alieno ai principi di interazione sistemica messi a punto dalla natura nel corso di milioni di anni. Solo ora ci si sta rendendo conto che ignorare queste logiche, all’interno di un sistema chiuso come il nostro sempre più piccolo pianeta, sta incominciando a dare qualche problema. In architettura, disciplina che partecipa in modo importante alla trasformazioni di luoghi e di equilibri preesistenti, se da un lato sono ormai ricorrenti, fino alla saturazione, i richiami al miglioramento dell’efficienza energetica o per un’architettura “sostenibile”, dall’altro considerazioni che vedano questi obiettivi in un quadro più completo ed esteso di rapporto con le risorse ambientali restano tuttora una materia oscura. Diversi casi esemplari dimostrano invece che esiste un’importante corrente di innovazione, caratterizzata da un enorme potenziale rispetto alle metodologie di progettazione, alla ricerca nel campo delle tecnologie e materiali, alla conservazione e tutela delle risorse ambientali. Sulla base di queste considerazioni, in questo numero di IoArchitetto, attraverso i contributi di due protagonisti dell’innovazione nel campo della sostenibilità ambientale come Dayna Baumeister e Michael Pawlyn, abbiamo deciso di esplorare il tema della convergenza tra natura e tecnologia e delle notevolissime opportunità per l’architettura che derivano da una comprensione profonda delle logiche della natura e di funzionamento e mantenimento della vita sul nostro pianeta. Carlo Ezechieli
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PENSARE UNA NUOVA ARCHITETTURA
edifici come
macchine organiche
MICHAEL PAWLYN Ha fondato Exploration nel 2007 allo scopo di ricercare soluzioni innovative per l’architettura ecologicamente sostenibile e ispirata alla natura. Dal 1997 al 2007 ha lavorato presso Grimshaw Architects ricoprendo un ruolo decisivo nel disegno e sviluppo di Eden Project. Nel 2006 è stato rappresentante di Grimshaw, membro fondatore della UK Green Building Council. Ha tenuto numerose conferenze sull’architettura sostenibile sia nel Regno Unito che all’estero.
Il percorso progettuale di Michael Pawlyn tra esigenze ambientali e ricerca su forme, funzioni e materiali
L’INTERVISTA
La natura come
mentore
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Nuvole all’interno di uno dei biotopi di Eden Project, in Cornovaglia
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ltre a essere una figura emergente di grande spicco nel panorama dell’architettura orientata alla sostenibilità, Michael Pawlyn è un convincente oratore. Iniziato all’ecologia fin da giovanissimo è stato, presso Grimshaw Architects, l’anima di progetti come Eden Project, che rivelano l’emergere di nuovi significativi approcci nel rapporto tra architettura ed ecologia. Michael Pawlyn ha da poco fondato una nuova realtà di progettazione: “Exploration”, con sede
a Londra, dove lo incontro in un tardo pomeriggio di ottobre e dove iniziamo una lunga conversazione percorrendo influenze, sviluppi e temi di architettura in rapporto alle complesse dinamiche che sottostanno al capitale ambientale in cui gli architetti operano e con cui si devono confrontare. Lei è uno dei protagonisti sul fronte della cosiddetta ecoarchitettura. Quando è iniziato il suo interesse per l’ecologia? Ricordo di aver letto il libro del
QUANDO FORMA E FUNZIONE COINCIDONO
el 1997 Janine Benyus pubblica Biomimicry: Innovation Inspired by Nature, un testo rivelatosi fondamentale, oltre che in campo ecologico, anche per la ricerca di molti architetti. L’anno seguente, con Dayna Baumaister, fonda la Biomimicry Guild (www.biomimicryguild.com) agenzia per la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico basata sull’osservazione della natura, e il Biomimicry Institute, organizzazione non-profit la cui attività si rivolge alla forma-
“
È stato così facile bruciare combustibili fossili per soddisfare tutte le nostre necessità che ci siamo distaccati dalla natura e abbiamo perso ogni capacità di adattamento creativo alle diverse circostanze.
”
Club di Roma Blueprint for survival quando avevo quattordici anni. È una lettura che mi ha messo in guardia sulle problematiche ambientali già in età precoce. Pensavo di studiare biologia all’università ma, alla fine, ho scelto architettura per via dell’ampiezza dei ragionamenti che la caratterizza e per il suo potenziale creativo. Ho lavorato come architetto di edifici ad alta efficienza energetica per qualche tempo e quando sono
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Rocky Mountain Institute
Headquarters Building
Tutti credono che i problemi energetici siano una questione da esperti; in realtà il problema energetico sono le fessure della mia finestra. uesta frase fu pronunciata anni fa da Amory Lovins, probabilmente il massimo esperto al mondo di energia e edifici adatti al XXI secolo. Negli anni scorsi ho lavorato con lui a casa sua, il celeberrimo Rocky Mountain Institute (RMI), a 2.200 metri di quota, vicino ad Aspen, Colorado. È un edificio a un piano di 372 mq, costruito tra il 1982 e il 1984, in una valle con
Q L’edificio del Rocky Mountain Institute
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