IOA 13-1a7
22-01-2008
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gennaio 2008
Studio del mese
Progetto del mese
Anniversari
Maestri
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Piuarch progetta su più scale
Da Gardella a De Lucchi per la centrale di Porto Corsini
Giò Ponti a Forlì cinquant’anni dopo
Un ricordo di Ettore Sottsass ANNO 3 numero 13 euro 2,50
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Paesaggio e infrastrutture n questo numero di IoArchitetto, nell’intento di affrontare il tema potenzialmente sconfinato delle infrastrutture, ci si è voluti concentrare su un aspetto emergente ma che, in modo molto significativo, incorpora le potenzialità e le criticità del rapporto tra disegno di infrastrutture e paesaggio: le installazioni per la produzione di energia pulita e rinnovabile. Se confrontata con strutture che producono energia utilizzando combustibili prelevati dal sottosuolo, la realizzazione di grandi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (es. solare ed eolico), necessita di molto spazio e presenta vincoli tecnici indiscutibili. Le condizioni ambientali ideali non si trovano ovunque e spesso interessano siti di una certa importanza paesistica, le dimensioni sono generalmente notevoli e le estensioni ragguardevoli. Come logica conseguenza, il potenziale di trasformazione del paesaggio, in meglio o in peggio, è indubbiamente rilevante. Energia dal vento o dal sole, pulita, eterna e, a lungo andare, economica. Ciononostante questo percorso non sembra trovare, nel nostro paese, grande consenso. Perché tanti ostacoli? È un problema di rapporto con il paesaggio, rispetto al quale l’architettura può dare un contributo positivo? Si tratta di impianti tecnici da mettere “sopra” il paesaggio, o vere e proprie opere di architettura, in grado di strutturare e caratterizzare il paesaggio nello stesso modo in cui lo facevano molte opere del passato, dagli acquedotti romani ai fari per la navigazione? Abbiamo cercato di trovare una risposta a queste domande sia attraverso il contributo di esperti che da anni operano nel settore dell’energia eolica, sia riscoprendo, sulla spinta del recente annuncio di realizzazione di elettrodotti secondo nuovi criteri di rapporto con il paesaggio, un bellissimo testo in cui Michele De Lucchi racconta la sua esperienza di progettazione per Enel. Carlo Ezechieli
ENERGIA E PAESAGGIO
L’INTERVISTA
Ripensare le reti
dell’alta tensione
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I vecchi piloni hanno fatto il loro tempo. De Lucchi e Castiglioni progettano strutture più lineari, semplici e trasparenti
Da Piano a Governo Carlo Masseroli, assessore allo sviluppo del territorio illustra la nuova strategia programmatica che si va delineando per Milano ilano vive una fase di cambiamento radicale con volumi e ritmi un tempo impensabili. Basti considerare come le aree trasformate tra il ’98 e il 2005 siano state di circa 10 milioni di mq, mentre quelle in via di trasformazione superano gli 11,8 milioni di mq. Su quali basi e con quali strumenti? Ne abbiamo parlato con Carlo Masseroli, assessore allo sviluppo del territorio che, alla guida di una squadra di 150 persone, sta definendo i nuovi criteri di regolamentazione e il profilo della Metropoli lombarda che da questi emergerà. Una realtà complessa sulla quale torneremo più volte.
M Estetica e un deciso contenimento delle dispersioni nei tralicci firmati da De Lucchi e Castiglioni
tralicci dell’alta tensione sono un elemento alquanto familiare del paesaggio italiano. La loro presenza all’interno di vallate montane, e il loro rivelarsi in corrispondenza di passi, dossi e crinali, li rende spesso elementi di forte interferenza con il luogo. Partendo da questi presupposti, Enel aveva bandito nel 1999 un concorso internazionale, denominato “sostegni per l’ambiente” per la progettazione di nuovi tralicci in grado di inserirsi armonicamente nel paesaggio. Del concorso erano risultati vincitori i progetti di Michele De Lucchi - Achille Castiglioni e dello studio Foster and Partners. Lo scorso dicembre, Terna - Rete
I
Elettrica Nazionale Spa, la società responsabile in Italia della trasmissione e della distribuzione dell’energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ha annunciato la realizzazione di 450 nuovi elettrodotti e l’inizio delle attività di ingegnerizzazione dei sostegni progettati dagli architetti vincitori del concorso. Secondo i comunicati di Terna “i nuovi sostegni ideati e progettati per essere in grado di essere percepiti non più unicamente come manufatti industriali, saranno disponibili per le prime installazioni, già in applicazione del piano di riassetto della rete previsto dal protocollo di intesa siglato con la Regione Toscana”.
“
La trasparenza è il cuore del progetto, per mitigare l’impatto ambientale e comunicare innovazione, modernità, contemporaneità
”
Michele De Lucchi, in un testo, attualissimo, del 2000 descrive così la sua esperienza, a cavallo
ENERGIE RINNOVABILI E AMBIENTE
Catturare il vento Gli impianti eolici e la questione del rapporto con il paesaggio. Intervista a Alberto Ferri orvolando la Sardegna, in direzione di Cagliari, più o meno al centro dell’isola guardando verso Est, si nota uno strano insieme di eliche, “libellule” secondo la poetica definizione dell’acclamata artista sarda Maria Lai, che ruotano pacificamente, spinte dal vento. Si tratta dell’impianto eolico di Ulàssai, la cui realizzazione è stata curata fin dal principio da Alberto Ferri,
S
ingegnere. Profondo conoscitore dell’argomento, Ferri ci ha illustrato in questa intervista aspetti, problematiche e potenzialità delle infrastrutture per la produzione di energia dal vento. Sistemi di produzione di energia pulita non come semplici impianti tecnici ma come opere di architettura, capaci di caratterizzare il paesaggio né più né meno come un acquedotto
romano. Come vede questa prospettiva? Sicuramente ci sono opere del passato che ammiro profondamente. Le centrali idroelettriche costruite sul Fiume Adda all’inizio del Novecento sono tra queste: oltre a identificare e caratterizzare il luogo erano figure emblematiche del progresso. Anche la torre Eiffel di certo non continua a pag. 2 >>>
tra architettura e ingegneria, di progettazione per Enel. “Disegnare i tralicci è stata un’interessante sfida con la tecnologia e l’ingegneria costruttiva sia per me che per Achille Castiglioni e non possiamo negare che all’inizio eravamo alquanto spaventati. Nella nostra professione di architetti e designer ci è capitato spesso di impegnarci in progetti al limite con le discipline da noi professate ma un progetto così impregnato di matematica, tecnica di costruzione, calcoli statici, di industria e di cultura ancora non l’avevamo mai affrontato. Sia Achille Castiglioni che io stesso siamo abituati a disegnare
Ripensare Milano: su quali basi? In primo luogo nasce il Piano di Governo del Territorio (PGT) che manda in pensione il vecchio Piano Regolatore su cui si è sempre basato lo sviluppo della città: l’ultima Variante Generale risale al 1980. Tra i suoi aspetti non più attuali continua a pag. 3 >>>
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