IoArch 101 Aug/Sep 2022

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FRES ARCHITECTES | ENG GROUP | SERGIO BIANCHI | PIER SOLIERI | CUSENZA+SALVO TELMO PIEVANI | FABRIZIO BAROZZI | ÁLVARO SIZA | REVALUE | FUZZ ATELIER | MPS+S TÉTRIS | MCA | BIG | 967ARCH | GEZA | GBPA | LOMBARDINI22 | GARIBALDI ARCHITECTS MILANO DESIGN WEEK INNOVAZIONE E SENSIBILITÀ AMBIENTALE LUOGHI DEL LAVORO NUOVI INSEDIAMENTI E TRASFORMAZIONI CREATIVE ioArch F ONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano Anno 16 | Settembre 2022 euro 9,00 ISSN 2531-9779 101 TEMPO PROFONDO ALLA RICERCA DI UN NUOVO LINGUAGGIO COGLIERE IL RAPPORTO TRA PROGETTO DI ARCHITETTURA E CONTESTO

La Casa si evolve e anche la Cucina. Non solo un luogo dove cucinare, ma uno spazio da vivere.

Una nuova idea di Superficie. Una nuova idea di Cucina.

Abbiamo creato un materiale resistente e durevole che o re infinite possibilità di design e di personalizzazione degli ambienti.

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Pavimentazione&PianoCucina Dekton Eter Natural Collection

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Custom armchair NouvelleProject: Comédie de Genève Geneva, Switzerland (LaurentFRESArchitect:ArchitectesGravierand Sara Martín Cámara)

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SOMMARIO ioArch 101 WORK IN PROGRESS 36 Mind | IL MASTERPLAN DI MCA, LAND, SYSTEMATICA E ARUP 38 Mind West Gate | MAD ARCHITECTS, MOLO 4 0 Mind West Gate | PIUARCH E WAUGH THISTLETON, HORIZON E ZENITH 42 Mind West Gate | OBR, INNOVATION HUB 44 Milano | ONSITESTUDIO, SEDE BEIC 46 Jesolo | PRELIOS, INTEGRA E BPLAN, JL BLUE RESORT 4 8 Firenze | URQUIOLA E Q-BIC, RESIDENZE NELLA MANIFATTURA TABACCHI 50 La Flaiola, Narni | LOTO AD PROJECT, PROGETTO COUNTRY-CHIC 52 Avignone | ATELIER(S) ALFONSO FEMIA, VILLA CRÉATIVE 54 Zurigo | BIG E HOK, UN DOCK IN LEGNO PER L’AEROPORTO 56 Esbjerg | BIG, POLO FORMATIVO PROFESSIONALE 58 Berlino | HENN, Z BUILDING PER ZALANDO 60 Bodrum | AYTAÇ, MUSEO DEVRIM ERBIL ARCHIWORKS 62 La sovranità secondo Simone Leigh 66 Musica tra le pietre | FUZZ ATELIER, MPS+S 68 La macchina del Teatro | FRES ARCHITECTES 74 Ispirazione alpina e sperimentazione | ENG GROUP 78 Abitare una palazzina romana | SERGIO BIANCHI 8 2 La scala rossa di Villa Bianca | PIER SOLIERI 68 62 110 DESIGNCAFÈ 12 Christo e Jeanne-Claude, Arte costruita 14 Stampa 3D per Unknown Unknowns 16 Le Storie di LPP | GIOVANNI MICHELUCCI 18 / 92 / 142 Libri 162 Tallinn, L’architettura del metabolismo REPORT 20 Il Bim Manager a garanzia della qualità del progetto di Aldo Norsa FOCUS 24 Dekton per un progetto residenziale | COSENTINO 26 Serramenti per un agriturismo | ISOLCASA 28 Il restauro delle mura di Crema | CALCHÈRA SAN GIORGIO 30 Partizioni interne in Ytong | XELLA 32 Isotec XL Plus | BRIANZA PLASTICA 34 Il monoblocco Presystem Serie R | ALPAC

La seduta Zeph combina perfettamente l’estetica moderna tipica della metà del secolo scorso con la ricerca ergonomica che ispira le sedie da lavoro di oggi. hermanmiller.com/zeph

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TEMPO PROFONDO ricerca DEL LAVORO

110 Nuovi paesaggi industriali | GEZA, GRI E ZUCCHI ARCHITETTURA 118 Lavorare intorno a un’isola centrale | GBPA ARCHITECTS, REVALUE 122 Sperimentazione biofilica | TÉTRIS ITALIA 126 Trasformazioni creative | 967ARCH 130 Spazi per la crescita | LOMBARDINI22 134 Progetto cromatico | ALESSIA GARIBALDI CLIMATIZZAZIONE 138 Riscaldamento, raffrescamento, risparmio energetico ELEMENTS a cura di Elena Riolo 143 Milano Design Week 2022 © Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi non verranno restituiti. In copertina Christian Kerez, edi cio aappartamentiperZurigo , 1999-2003 (Ph. © Walter Mair).

- ARCHITETTI ITALIANI di Luigi Prestinenza Puglisi 86 Cusenza+Salvo

di un nuovo linguaggio | TELMO PIEVANI 98 Parlare con il luogo | FABRIZIO BAROZZI 106 Spazio continuo | ÁLVARO SIZA 108 Il caso di Colletta di Castelbianco | GIANCARLO DE CARLO SOMMARIO io Arch 101 Direttore editoriale Antonio Morlacchi Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di redazione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli Antonio Morlacchi, Sonia Politi Contributi Jacopo Acciaro, Luisa Castiglioni Carlo Ezechieli, Roberto Malfatti Aldo Norsa, Luigi Prestinenza Puglisi Elena Riolo Grafica e impaginazione Alice Ceccherini Marketing e Pubblicità Elena elenariolo@ioarch.itRiolo Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano T. 02 redazione@ioarch.it2847274 Fotolitowww.ioarch.itestampa Errestampa Prezzo di copertina euro 9,00 arretrati euro 18,00 Abbonamenti (6 numeri) Italia euro 54,00 - Europa 98,00 Resto del mondo euro oPagamentoabbonamenti@ioarch.it164,00onlinesuwww.ioarch.itbonificoaFontSrl-UnicreditBanca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386 Reg. Tribunale di Milano n. 822 del Periodico23/12/2004.iscritto al ROC-Registro degli Operatori della Comunicazione. Spedizione in abbonamento postale 45% D.L. (convertito353/2003inlegge27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Milano ISSN 2531-9779 143 LUOGHI

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CHRISTO E JEANNE-CLAUDE, ARTE COSTRUITA

Con 30 opere della seconda metà degli anni Sessanta, fino al 26 febbraio 2023 la mostra Neons Corridors Rooms presenta, negli spazi di Pirelli HangarBicocca a Milano, una panoramica sulla ricerca spaziale e architettonica di Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941; vive in New LaMexico).mostra riunisce le varie tipologie di corridoi e stanze, oltre a 6 neon, 5 installazioni video e una selezione di tunnel, modelli scultorei per architetture sotterranee. I corridoi sono concepiti per manipolare e testare l’esperienza e i movimenti dello spettatore.

BRUCE NAUMAN ALL’HANGAR BICOCCA

Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, dal 15 ottobre al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, Christo e Jeanne-Claude Projects presenta al pubblico circa sessanta opere, tra progetti e maquettes, un’ampia sezione fotografica (progettata in collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York) e proiezioni di alcuni video-documenti delle opere di Christo e Jeanne-Claude: dall’Imballaggio d’aria di Documenta a Kassel (1968), una

Dall’8 ottobre a Palazzo Te, la mostra Giulio Romano, la forza delle cose, a cura di Barbara Furlotti e Guido Rebecchini raccoglie, nell’allestimento espositivo di Lissoni Associati, un vasto corpus di progetti per armi e oggetti in argento. Le invenzioni sono accompagnate da alcuni disegni di artisti cinquecenteschi come Michelangelo, Francesco Salviati e Girolamo Genga, un’accurata scelta di quadri e una vasta selezione di opere di design italiano ed europeo del Cinquecento. Visitabile a Palazzo Te fino all’8 gennaio 2023.

formale e psicologica del linguaggio e le potenzialità trasformative del testo scritto. Neons Corridors Rooms è realizzata in collaborazione con Tate Modern, Londra e Stedelijk Museum Amsterdam e supportata dalla Terra Foundation for American Art.

Le immagini sono alterate cromaticamente o ribaltate, si modificano in modo quasi impercettibile, provocando in chi le osserva un senso di dislocazione spaziale e temporale, come in Dream Passage with Four Corridors (1984), opera che apre la mostra, dove l’artista utilizza corridoi, luci colorate fluorescenti e oggetti comuni per creare un ambiente domestico e onirico.

parigino del decennio 1960/70 e al vasto movimento internazionale della Land Art di cui la coppia è stata uno dei principali esponenti. I lavori di Christo e JeanneClaude, tutti autofinanziati attraverso la vendita di disegni preparatori, maquette, fotografie e video, sono opere effimere di architettura e ingegneria, autentici progetti sviluppati in maniera multidisciplinare per verificarne la fattibilità e sottoposti a test in collaborazione con enti di ricerca, università, società di ingegneria, aziende e maestranze remunerate.

La mostra presenta inoltre una selezione delle opere realizzate con il neon, con le quali Nauman indaga la natura

struttura gonfiabile in materiale plastico alta circa 85 metri, alla Mastaba (19772018), l’opera monumentale sul Serpentine Lake di Hyde Park formata da 7.506 barili dipinti e impilati uno sull’altro a formare un tronco di piramide galleggiante. Da Valley Curtain (1970/72), il telo di 380 metri che ha colorato di arancione la vallata di Rifle in Colorado, a The floating Piers, la passerella di 4,5 chilometri realizzata nel 2016 sul lago d’Iseo e altre ancora. Al nucleo centrale della mostra si affiancano due ampie sezioni dedicate al Nouveau rèalisme

LA FORZA DELLE COSE

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Nell’ottica del riuso e della sostenibilità, l’allestimento espositivo di Unknown Unknowns, la mostra tematica della 23esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano, è stato realizzato usando esclusivamente materiali organici, in larga parte provenienti dall’industria alimentare, attraverso la stampa 3D. Progettati da Space Caviar, i 32 moduli della mostra tematica al primo piano del Palazzo dell’Arte – uno diverso dall’altro – sono stati prodotti in soli 10 giorni con una stampante Crane Wasp installata direttamente sul posto, con un

E STAMPA 3D PER UNKNOWN UNKNOWNS

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procedimento ispirato alla costruzione delle celle degli alveari e utilizzando una miscela formulata per questa precisa applicazione da Ricehouse, la società benefit di Tiziana Monterisi e Alessio Colombo che dal 2016 realizza prodotti per la bioarchitettura a partire da scarti provenienti in larga misura dall’agroindustria, in particolare la lolla del riso. In questo modo lo smantellamento dell’esposizione non avrà alcun impatto ambientale.

GEOMETRIA E MATERIA

La trasformazione della materia è il gesto con cui il primo uomo costruisce le protezioni per sé e i suoi simili: la lunga storia dell’architettura inizia con la relazione diretta con il pianeta, visto in questo senso come un ‘supermateriale’. Nasce da queste riflessioni iSupermateriali, l’allestimento che l’architetto Marco Piva realizza per Superfaces, il marketplace b2b delle superfici per l’architettura e l’interior design che si svolge a Rimini dal 12 al 14 ottobre: uno spazio espositivo di 200 metri quadrati al padiglione D5, con display di 3 metri di altezza dove sono esposte lastre di grandi superfici, per raccontare attraverso geometrie elementari le originarie lavorazioni della materia, a partire dalla terra, per mano dell’uomo.

RIFONDARE LA MOBILITÀ

SYSTEMATICA TRASFERISCE LE PROPRIE ATTIVITÀ DI RICERCA ALLA FONDAZIONE TRANSFORM TRANSPORT, THINK TANK PER PROMUOVERE L’INNOVAZIONE NEL CAMPO DELLA MOBILITÀ E DELLA PIANIFICAZIONE URBANA

MATERIALI DA RICICLO

Pochi mesi fa Systematica, società internazionale di servizi di consulenza integrata nei settori dei trasporti e della pianificazione urbana, ha annunciato la nascita della Fondazione Transform Transport Ets, una no-profit che svilupperà soluzioni di mobilità innovative, inclusive e sostenibili per il futuro della società e delle città di tutto il mondo, in linea con il Sustainable Development Goal 11 (Città e Comunità Sostenibili) delle Nazioni Unite. L’iniziativa nasce dal successo dell’attuale unità di ricerca Transform Transport, interna a Systematica e da una più ampia strategia volta a incrementare il numero e la dimensione dei progetti e l’impatto dei risultati della ricerca e l’innovazione nel campo della mobilità urbana. La Fondazione, che si basa su trent’anni di attività di Systematica, esplora come le tecnologie Ict e i Big Data possano avere un impatto positivo sulle città, i quartieri e gli edifici. Transform Transport inoltre partecipa attivamente a lezioni, conferenze e hackathon (eventi dedicati alla collaborazione intensiva specialmente in materia di software) in collaborazione con le università, condividendo le metodologie di ricerca con ricercatori e studenti. Scopo della Fondazione è la promozione e lo sviluppo di studi di ricerca attraverso libri, pubblicazioni, conferenze, interventi pubblici ed eventi. Tra questi la pubblicazione di articoli scientifici peer-reviewed e open access su riviste internazionali e atti di conferenze, focalizzati sul tema della mobilità sostenibile. Con il suo team, Transform Transport continuerà a definire nuovi paradigmi per affrontare le complesse sfide della mobilità odierna.

di Luigi Prestinenza Puglisi illustrazione di Roberto Malfatti

contemepersonaledichiarodell’Autostrada,eGiovanniNell’illustrazione,MicheluccilaChiesaesempiounlinguaggiochenondifareicontil’anti-grazioso.

GIOVANNI MICHELUCCI geniale solitario

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copertura e, così facendo, trasforma un monumento sacro in una struttura che sembra stare in piedi per miracolo, in uno stato precario che potrebbe da un momento all’altro essere Michelucci,compromesso.cometutti

Michelucci è stato un protagonista solitario e non assimilabile ad alcuna corrente. Tanto che qualunque accostamento con stili e mode coeve appare forzato. Prendete la stazione di Firenze. Si fa fatica a de nirla razionalista. Evita i riferimenti al mondo classico, non utilizza il marmo bianco che è una specie di trade mark delle opere monumentali del regime e degli esperimenti dei giovani razionalisti del Gruppo 7. Ricorda il futurismo, ma manca quel culto della velocità che ne caratterizza le forme. Forse ricorda anche l’architettura Olandese. Ha qualche cosa che sarebbe piaciuto a Petrus Berlage o a Willem Dudok.

lppdistoriele

i toscani, aveva un carattere impossibile. Litigherà presto con il gruppo degli architetti con i quali aveva progettato e realizzato la stazione di Firenze. Lascerà la facoltà di architettura e andrà polemicamente a insegnare ad ingegneria a Bologna. Avrà un rapporto dif cile con i suoi due più dotati allievi: Leonardo Ricci e Leonardo Savioli. Passerà accanto agli anni magici delle avanguardie orentine senza diventarne, come sarebbe stato opportuno, il punto di riferimento. Non svolgerà mai, insomma, quel ruolo che personaggi, penso per esempio a Berlage in Olanda, svolsero in altri contesti culturali. Un peccato perché negli anni Sessanta e Settanta proprio nella sua Firenze si concentrarono tante energie creative e talenti che avrebbero potuto incidere profondamente, cambiando il corso dell’architettura italiana. Ma gli isolati, si sa, intessono con la disciplina un dialogo che ha bisogno, per essere decifrato, non dei tempi brevi della cronaca ma di quelli lunghi della storia ■

I suoi detrattori, ed erano numerosi, la accusavano di essere un insulto alla vicina chiesa di Santa Maria Novella. E, da un certo punto di vista, avevano ragione. È dif cile pensare a un edi cio meno in uenzato dal luogo, se con questo termine intendiamo la costruzione di loquaci rimandi. Se la stazione dialoga con la preesistenza è proprio perché segue un suo ragionamento interno e la chiesa non la vuole scimmiottare in alcun modo. Se un nesso c’è, è che la prima onestamente racconta la civiltà del medioevo e la seconda quella del Novecento. Se prendiamo un’opera di trenta anni più tarda, la chiesa dell’Autostrada, anche in questo caso si fa fatica a stabilire un nesso con le architetture coeve. Non ci sono ammiccamenti con quanto si realizzava nel periodo, se non vagamente con le correnti brutaliste o informali, ma un linguaggio personale che non teme di fare i conti con l’anti-grazioso. Come con la stampella che sorregge la

Ell a colonna – lavabo In-Out – vasca Fez 2 – rubinetteria design Benedini Associati agapedesign.it/collezioni/milano-2022

24Ore Cultura, Milano, 2022 pp. 298, 39,90 euro ISBN 978-88-6648-528-5

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Troppo facile il riferimento a Metropolis o a Gotham City. In realtà, come ben spiega nel saggio conclusivo Alessandro Canevari, curatore della versione italiana di questo volume, che apparve per la prima volta e con grande successo popolare nel 1929, The Metropolis of Tomorrow è un serio contributo al dibattito urbanistico dell’epoca. Un’epoca d’oro per la rendita fondiaria che grazie alle strutture in acciaio, all’invenzione di Elisha Graves Otis – l’ascensore – e alla totale assenza di norme moltiplicava in altezza per trenta/quaranta volte l’impronta al suolo di un grattacielo sottraendo luce e aria al vicinato di una Manhattan sempre più affollata. Senza la pretesa di immaginare la città del futuro Hugh Ferriss, architetto di St. Louis che disegnò senza costruire e che preferiva definirsi ‘design consultant’, con bozzetti e testi quasi poetici parte da ciò che esiste – i primi arretramenti dal fronte strada, le prime volumetrie scavate per ottemperare le timide regole della zoning law del 1916 – per immaginare le possibili tendenze, come le arterie stradali che attraversano le torri a quote diverse, o gigantesche pile dei ponti sull’Hudson che fanno da basamento a grattacieli sull’acqua (realmente ipotizzati da Raymond Hood). E sottolineando l’esigenza di abbandonare le istanze decorative e di fare delle nuove tecnologie un fine in sé dell’architettura. Solo nell’ultima parte, razionalizzate tra forma e struttura queste tendenze, Ferriss si spinge a immaginare una metropoli possibile. Una metropoli che, con argomenti non dissimili da quelli della Cité Radieuse, si presenta policentrica, con ampie zone verdi residenziali distese intorno a gruppi di torri alte dove si concentrano i gangli del potere economico, culturale e scientifico della metropoli. Utopica come poteva apparire nell’ottimistica atmosfera dell’epoca o distopica come pare a noi, ma illustrata con disegni magnifici, tracciati su un tecnigrafo cent’anni fa. Nelle librerie dal 23 settembre.

Dopo la monumentale Storia dell’Architettura dal 1905 ad oggi, già alla terza edizione, arriva nelle librerie Architetti d’Italia, la raccolta di 109 profili pubblicati per quattro anni, a cadenza quindicinale, su Artribune. La natura online del mezzo non è indifferente all’idea di Luigi Prestinenza Puglisi sul ruolo della critica oggi: stimolo immediato di dibattito attraverso i commenti dei lettori anziché giudizio calato dall’alto con infondate pretese di oggettività scientifica. Un atteggiamento, quello di una critica peraltro in via di estinzione, che LPP critica al pari e più dei progettisti, colpevole di sopravvalutazioni e dimenticanze qui riscattate ad esempio con i profili di Venturino Ventura, dei fratelli Luccichenti e Vincenzo Monaco, di Vittorio Giorgini, Cesare Leonardi o Marcello Guido e quelli di architetti più noti ma visti comunque con un certo ‘sospetto’ dalla critica ufficiale per un loro presunto eccesso di creatività. Non mancano i poeti delle strutture Pier Luigi Nervi, Riccardo Morandi e Sergio Musmeci e, appunto, quelli di alcuni critici o di personaggi che, pur estranei all’architettura, ne hanno influenzato il dibattito. Ma Prestinenza Puglisi è prima di tutto un grande storico dell’architettura ed ecco che questi profili, spesso a cavallo tra i tempi vissuti dai protagonisti e le loro biografie, offrono un secondo, interessantissimo registro di lettura e insieme formano il nucleo, seppure al momento solo puntuale, di una contro-storia dell’architettura italiana dal Novecento a oggi.

CONTRO IL SILENZIO DELLA CRITICA

Luigi Prestinenza Puglisi Architetti d’Italia Luca Sossella Editore, Roma, 2022 pp. 462, 30 euro ISBN 979-12-59980-11-3

MANHATTANISMO

Metropoli del futuro a cura di Alessandro Canevari Edizioni Pendragon, Bologna, 2022 pp. 190, 59 ill., 29 euro ISBN 978-88-336-4427-1

È grigia come il cemento armato che ha dato il nome al Brutalismo la copertina del terzo volume della collana ‘Interior Design Cubes’ di 24Ore Cultura. Ormai lontani gli anni in cui l’innamoramento per la ‘pietra liquida e plasmabile’ diede vita ad architetture straordinarie (ben ricordate nel saggio introduttivo di Maria Vittora Capitanucci) anche se spesso inabitabili, il termine assume oggi significati vaghi e variabili fino a sconfinare nella ‘moda’, favorita da un lato dal profluvio di immagini suggestive alimentate dai social media e dall’altro dall’estetica postindustriale (altrettanto inabitabile) di set fotografici dove gli oggetti di arredo risaltano particolarmente bene. Del resto, se nell’epoca dell’ottimismo e delle certezze plastica e cemento erano i materiali del futuro, oggi sono demonizzati come i principali responsabili del degrado ambientale. Così, in parte contraddicendo gli statement che appaiono nel libro (come ad esempio “ogni materiale possiede un linguaggio formale che gli appartiene e nessun materiale può avocare a sé le forme che corrispondono a un altro materiale”), le sedici case che Brutalist Houses illustra sono altrettanti progetti di interni nei quali il cemento a vista quasi sempre dialoga con altri materiali nel produrre ambienti e sequenze spaziali che rappresentano il senso stesso del progetto di architettura. Interessante, a inizio volume, la rassegna di oggetti in qualche modo riconducibili a un’estetica brutalista.

L’ESTETICA DEL CASSERO

Hugh Ferriss

Maria Vittoria Capitanucci

Brutalist Houses

In alto, il gra co di Ati esempliProjectcai diversi modelli disciplinari Bim: &Hydronics,Hvac,Furnitures,Facades,Electric,Connections,SewageDrainage.

Paolo Citelli Lombardini22

Aldo Norsa

QUELLO DEL BIM MANAGER È UN RUOLO ORMAI CENTRALE, OLTRE CHE NEL PROCESSO DI PRODUZIONE, VERSO LA COMMITTENZA E PER PROMUOVERE L’EFFICIENZA DELLE SOCIETÀ DI PROGETTAZIONE

› REPORT

di Aldo Norsa

Qual è il ruolo di un Bim Manager in una grande società di progetto, come si relaziona con le altre funzioni aziendali, qual è il suo percorso? Queste le domande poste ad alcuni protagonisti del mondo della progettazione integrata, responsabili di assicurare la qualità delle prestazioni coinvolgendo tutti i talenti aziendali. Operare con il Bim è ormai prassi consolidata e pervasiva perché permette di dialogare con il committente n dalla programmazione dell’intervento, di integrare le professionalità dei progettisti specialisti, di razionalizzare tutte le operazioni di cantiere permettendo al costruttore di terminarlo consegnando il cosiddetto ‘digital twin’: completo di ogni informazione utile al committente per programmare i successivi interventi durante la vita utile del bene. Dalle risposte che seguono di cinque Bim Manager di primarie società di progettazione (di architettura e di ingegneria) si evince quanto questo ruolo sia ormai centrale non solo nella sequenza di produzione del progetto ma anche nella promozione esterna dell’ef cacia/ef cienza della società.

Paolo Citelli - Architetto, dirige Bimland22, il team Bim di Lombardini22, dove è entrato nel 2016 dopo una collaborazione con lo studio Cantarelli Nola - Planimetro dove ha seguito i progetti esecutivi Bim di piazza Lina Bo Bardi a Porta Nuova Varesine e della torre Hadid a CityLife Milano.

Il ruolo del Bim Manager si è evoluto da garante di ciò che i progettisti devono fare a promotore di ciò che possono fare grazie all’opportunità di accedere a una progettazione abilitata dai dati, svolta da professionisti molto più pronti a un approccio digitale. Esso è contaminato da varie tecnologie (non solo Bim) che abbracciano tutte le fasi della progettazione e della costruzione: da quelle per il rilievo all’authoring di progetto, dall’analisi in tempo reale dei dati delle superfici a workflow dinamici per la cost estimation. In azienda abbiamo scelto di non chiudere in un rigido controllo qualità le persone che lavorano con qualifiche Bim ma di consentire loro di perseguire obiettivi di crescita professionale. La relazione della nostra unit Bimland22 – composta da più di 30 professionisti – con gli altri team consiste nella partecipazione attiva ai progetti, nell’implementazione di workflow specifici con esigenze particolari e in parallelo nella standardizzazione di processi sempre validi in miglioramento continuo. Il mio percorso, iniziato dopo la laurea con la partecipazione a progetti di grandi edifici per alcuni anni, è proseguito in Lombardini22 cercando di sviluppare un approccio al Bim che tenga conto delle necessità delle varie fasi: “To begin with the end in mind”.

Il Bim Manager a garanzia della qualità del progetto

Già professore ordinario di tecnologia all’università Iuav di Venezia, associato al Politecnico di Milano, incaricato all’università di Firenze, a contratto all’università di Chieti e ricercatore all’università di Montréal, Aldo Norsa, master all’università di Princeton, è direttore scientifico della società di ricerca e consulenza Guamari di Milano, che anima l’annuale conferenza Tall Buildings e cura i Report on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry e il Rapporto Classi che - le Prime 50 Imprese dell’Edilizia Privata www.guamari.it

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› REPORT

Barbara Frascari Politecnica

Ivana Congiu - Ingegnere, Bim Manager presso la sede di Verona di Manens-Tifs, dove segue tutte le fasi della progettazione Bim Mep, lo sviluppo e ricerca su tematiche Bim e digital transformation. In passato è stata Bim Mep Coordinator & Site Engineer presso cantieri di grandi opere in Qatar.

Ivana Congiu Manens-Tifs

Dopo la laurea iniziai a lavorare come Bim Specialist Mep (Mechanical, Electrical, Plumbing). La svolta arrivò quando mi venne data l’opportunità di trasferirmi in Qatar e ricoprire il ruolo di Bim Coordinator presso alcuni cantieri. Al mio rientro in Italia ho proseguito la mia esperienza da Bim Coordinator fino al 2021, quando sono entrata a far parte di Manens-Tifs con il ruolo di Bim Manager.

“ Da garante di ciò che devono fare, il Bim Manager è diventato promotore di ciò che i progettisti possono fare abilitataprogettazioneaccedereall’opportunitàgraziediaunadaidati

Il mio ruolo è quello di implementare in azienda le più efficienti soluzioni Bim disponibili sul mercato con attenta valutazione costi/benefici. Al contempo selezionare e formare il personale nonché definire procedure interne, per garantire che le esperienze sui singoli progetti diventino patrimonio comune. L’obiettivo è sfruttare al massimo l’efficienza delle soluzioni software evitando investimenti infruttuosi: tool interessanti potrebbero non corrispondere alle esigenze produttive o ai nostri standard. Il rapporto con le altre funzioni aziendali è di piena collaborazione essendo l’ambito Bim trasversale ai vari settori produttivi di Politecnica. Nella valutazione dei nuovi programmi e nell’integrazione del personale le scelte sono in genere condotte a valle di una consultazione congiunta. Da esperta di coordinamento interdisciplinare l’interesse al metodo Bim è venuto spontaneo. Dopo una fase di sperimentazione pratica sui progetti, ho sistematizzato la mia conoscenza in materia con approfondimenti mirati su normativa e bibliografia di settore fino ad arrivare alla certificazione di Bim Manager.

Barbara Frascari - Ingegnere e con un master in Pianificazione, Programmazione e Progettazione dei Sistemi Ospedalieri e Socio-Sanitari, dal 2012 è socio di Politecnica, dove è project manager in progetti complessi, in particolare di tipo sanitario/ospedaliero, e dove dal 2014 ricopre il ruolo di Bim Manager.

Il Bim Manager si trova a ricoprire non uno ma tre diversi ruoli: quello di chi deve saper gestire e pianificare i progetti interni di implementazione Bim, del professionista che utilizza competenze tecniche ed esperienze progettuali per lo sviluppo degli standard aziendali e, infine, del divulgatore per promuovere le attività Bim societarie e diffondere la vision aziendale. Il Bim Manager si relaziona con i vertici dell’organizzazione per condividere la strategia di digitalizzazione societaria, con i project manager per fornire consulenza sulle tematiche Bim di commessa, con i Bim coordinator e i progettisti Bim per supportarli nell’applicazione dello standard aziendale.

Paolo Citelli

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Elisa Zaffalon - Architetto, operatore Revit Avanzato, Bim manager e certificatore energetico accreditato, entra nel team di Progetto CMR nel 2018, dove tra gli altri progetti collabora allo sviluppo di Chorus Life a Bergamo e sull’area ex-Manifatture Tabacchi di Milano. In precedenza aveva lavorato in Bms Progetti.

ATI Project

› REPORT

Il ManagerBim dellagaranziaa progettodelqualità

Elisa Zaffalon Progetto CMR

“ Il Bim Manager deve possedere doti relazionali e comunicative per comprendere gli obiettivi di ogni commessa e costruire architetture Bim in grado di raggiungerli”

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Elisa Zaffalon

Filippo Vallerini - Laureato in ingegneria civile e architettura a Pisa, inizia da subito a lavorare in ATI Project dove è responsabile del settore progettazione e servizi di ingegneria oltre a ricoprire il ruolo certificato Icmq di Bim Manager della società.

Mi piace declinare il mio ruolo come un occhio sul mondo digitale pronta a cogliere le crescenti sfide che impone la progettazione trovando le risposte nella tecnologia. Il Bim Manager è una figura in costante evoluzione, si trova nel segmento gestionale dell’azienda e necessita di competenze pluridisciplinari e trasversali al di là di quelle tecniche. Deve infatti possedere doti relazionali e comunicative per confrontarsi con tutti i livelli della società: recepire i desiderata delle ‘alte sfere’ per tradurli in una strategia di implementazione progressiva; focalizzare con i project leader gli obiettivi di ogni commessa e costruire architetture Bim in grado di raggiungerli; guidare e monitorare gli operativi garantendo la specializzazione del risultato. Il mio percorso è iniziato nel 2015 introducendo il Bim in azienda grazie alla collaborazione in team e al supporto di una formazione specializzata, costruendo standard, protocolli e procedure. Da allora ho gestito commesse Bim incrementando aspettative, obiettivi e conoscenza progetto dopo progetto fino ai diventare responsabile dell’area Bim e digitalizzazione della società. Il segreto del successo è la condivisione tra professionisti.

Negli ultimi anni la rivoluzione del Bim ha modificato profondamente l’approccio metodologico alla progettazione. In questo senso le grandi società di ingegneria e architettura si sono rapidamente strutturate con professionalità in grado di gestire la complessità di processi digitali multidisciplinari.

Filippo Vallerini

Il Bim Manager ricopre il delicato ruolo di raccordo tra le specifiche esigenze informative del cliente e le modalità operative della sua società. Si tratta di un profilo trasversale con mansioni manageriali, tecniche e informatiche in grado, grazie a una visione complessiva del progetto garantita dalla costante interazione con i Bim coordinator e i Bim specialist di commessa, di integrare gli standard aziendali con le specifiche necessità del committente. Dal 2007 attivo nello sviluppo dei processi standardizzati applicati al Bim, oggi sono responsabile del team che lavora al perfezionamento delle procedure in linea con l’attuale crescente cifra internazionale della società.

Per il progetto della villa di 360 metri quadrati commerciali, cui si aggiungono 70 metri quadrati di serra, è stato utilizzato Dekton nella cromia Lunar, tagliato in grandi lastre su misura, in spessore da 0,8 a 1,2 centimetri. Il materiale è stato scelto per rivestire i principali ambienti della casa: living, cucina e bagno.

[ 24 ] IOARCH_101 › FOCUS

In sinergia con la committenza, l’architet to Virginia Lorello ha condotto un accurato studio per il nuovo progetto di interni di una villa a Mariano Comense valorizzando l’ar ticolata geometria del grande open space del piano terra dove si trovano l’ingresso, il sog giorno e la cucina.

Il materiale – pratico, versatile, a basso spes sore – ha permesso di risolvere diversi nodi di cantiere, ma soprattutto rispecchia i principi etico-estetici dello studio di Virginia Lorello, che predilige materiali naturali o che non na scondano la loro vera natura dietro imitazioni.

www.cosentino.com

Dekton di Cosentino per l’armonia di un progetto residenziale

di Elena Riolo

Estetica, tecnica, ricerca

bagno, sia per i pavimenti che per i rivestimen ti, è stato selezionato il colore Lunar: un tono desaturato, lievemente freddo, che reinterpreta il cemento e la classica estetica industriale.

La boiserie veicola il percorso all’interno del primo ambiente e funge da parete multime diale. Un controsoffitto definisce l’area dell’in gresso e si appoggia, dalla parte opposta, a un arredo con camino, rivolto verso l’area living. Di fronte, una cucina open space conviviale, pratica, vivibile in diverse parti della giornata. Il progetto richiedeva una superficie dura, di facile manutenzione, resistente ad acqua, calo re e agenti corrosivi in tre parti molto diverse della casa: bagno, camino e cucina. Si è scelto di armonizzarle tra loro utilizzando il medesi mo materiale: Dekton di Cosentino, tagliato in grandi lastre su misura. In sala, per il pavimen to e per il rivestimento degli arredi, in cucina per il top e per l’isola di 3 metri quadrati e in

All’interno della struttura sono presenti anche due serramenti fissi e tre portoncini d’ingresso secondario della moderna serie Port Klimatico con soglia in alluminio a taglio termico. Infi ne, Isolcasa ha fornito anche i controtelai in Pvc Klima pro, un sistema completo per la riquadratura del foro murario e per il fissaggio del serramento.

Per favorire un dialogo serrato con il paesaggio, le finestre sono parte essenziale di un progetto realizzato a Montefiore Conca, in provincia di Rimini: una struttura ricettiva che rievoca la tradizione dei casolari di campagna con intonaco e rivestimenti in mattoni a vista, in un’alternanza di superfici lisce e materiche. Il volume compatto, collocato sulla sommità della collina, si apre all’esterno con ampie vetrate incorniciate da serramenti Isolcasa che associano estetica e performance tecniche. Diverse le tipologie di serramenti utilizzati, in Pvc pellicolati bianco antico con guarnizione grigia, fermavetro trapezoidale e martellina bianca. In particolare, nella zona ristorante a piano terra sono stati impiegati quattro alzanti scorrevoli Ultratop a due ante con fisso e apribile a doppio vetro simmetriche a soglia ribassata con maniglione interno e vaschetta di trascinamento esterna.

Nelle camere si trovano sei serramenti a un’anta e tre a due ante a triplo vetro della serie Klimatico con telaio con aletta da 35 mm, completi di semiblocco, zanzariera avvolgibile verticale a molla e tenda oscurante.

www.isolcasa.it

In particolare, nella zona ristorante si aprono verso il paesaggio quattro alzanti scorrevoli Ultratop a due ante con fisso e apribile, ante simmetriche e soglia ribassata con maniglione interno e vaschetta di trascinamento esterna con doppio vetro.

Serramenti Isolcasa per un agriturismo sulle colline riminesi

Per questo progetto, date le grandi dimensioni delle aperture, i controtelai sono stati realizzati in due pezzi e poi assemblati in cantiere.

Nell’agriturismo La Pedrosa sono state utilizzate diverse tipologie di serramenti in Pvc pellicolati bianco antico con guarnizione grigia, fermavetro trapezoidale e martellina bianca.

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A Green Factory Prima linea produttiva in Europa di caldaie 100% a idrogeno

La cortina muraria di Crema, in provincia di Cremona, dal Torrion di Porta Serio al Torrion del Castello, venne realizzata alla fi ne del Quattrocento su iniziativa del podestà Bernardo Barbarigo che diede avvio alla costruzione delle mura e all’ampliamento della città. La Repubblica di Venezia aveva infatti da tempo avviato un imponente programma di rifortificazione delle terre sottomesse a seguito di un’indagine territoriale estesa all’alta Italia veneta che permise di rappresentare le varie aree geopolitiche nelle loro potenzialità economiche e militari.

Materiali e ricerca per il restauro delle mura veneziane di Crema

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Pur presentandosi per lunghi tratti compatte e omogenee, le mura, progettate dal cremasco Giovannantonio De Marchi e successivamente dal bergamasco Venturino Moroni, sono state oggetto di un importante lavoro di restauro curato dall’architetto Gabriele Costi e fi nanziato dal Comune di Crema con il contributo del Ministero dei Beni Culturali.

L’area interessata al restauro conservativo risale al periodo dal 1488 al 1509 e una zona all’inizio dell’Ottocento, all’epoca in cui vennero realizzati i giardini pubblici dove è collocata la maggior parte della cinta muraria. Le principali criticità dell’attuale assetto delle mura riguardano il Torrion del Castello, che presenta la traccia di quattro cannoniere murate; le murature in vivo all’esterno erano molto deteriorate e abbattimenti di spessore all’interno ne rendevano insicura la stabilità soprattutto delle parti più fragili, sconnesse ed esposte al bilico dell’elevazione.

www.calcherasangiorgio.it

Agli interventi di restauro seguirà una manutenzione programmata per preservare il monumento dagli annerimenti provocati dalle polveri sottili e dalle piogge acide e soprattutto dagli attacchi dei microrganismi che potrebbero provocare sfaldamenti.

A seguito della pulitura dei paramenti murari si è potuto constatare che le malte antiche presenti nelle stilature dei giunti sono di differenti colorazioni; si è quindi provveduto a prelevare dei campioni di malta da analizzare in laboratorio per poterne riprodurre di nuove con cromia e granulometria il più possibile simili alle originarie. Per i 1.600 mq di mura oggetto di restauro sono così state impiegate malte minerali, traspiranti, ecosostenibili e resistenti all’aggressione chimica a base di Calce Pozzolanica Pantheon, espressamente formulate da Calchèra San Giorgio.

www.alpac.it SeriePRESYSTEM®R La soluzione prefabbricata, installabile dall’esterno, per la riqualificazione semplice e precisa del foro finestra

Blocco Y-Acu

www.xella-italia.com

In particolare il blocco Y-Acu ad alta densità – disponibile in spessori da 10 e da 12 e rispondente ai Criteri Ambientali Minimi (Cam) – è stato messo a punto e testato in laboratorio da Xella per realizzare divisori acustici ad alte prestazioni. Abbinato ai blocchi Y-Pro di minore spessore, Y-Acu diventa la soluzione ideale per realizzare doppie pareti con elevate prestazioni acustiche, particolarmente efficaci

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L’applicazione del sistema acustico per partizioni interne Ytong prevede il rispetto di alcuni dettagli costruttivi, come la sigillatura dei giunti perimetrali con materiali elastici e il taglio degli intonaci per svincolare il divisorio acustico degli elementi costruttivi attigui e ottenere l’isolamento voluto.

Partizioni interne in Ytong per il comfort acustico negli ambienti di lavoro

1. Blocco sottile Y-Pro 2. Malta collante 3. Ciclo di intonacatura interno 4. Blocco Y-Acu 5. Pannello in bra minerale Y-Acuboard

Se il comfort acustico è un’esigenza sempre più sentita ovunque, nei luoghi di lavoro e negli ambienti pubblici è un obbligo normato con il Dpcm del 1997 aggiornato con la norma tecnica UNI 11367 che defi nisce i requisiti minimi da Un’ottimarispettare.soluzione realizzativa, che va oltre tali requisiti, è il sistema costruttivo Ytong in calcestruzzo aerato autoclavato: grazie alla struttura cellulare omogenea e alle migliaia di microbolle d’aria presenti al suo interno, che agiscono da barriera naturale contro la trasmissione del suono, Ytong garantisce valori di isolamento acustico superiori di 2-4 dB rispetto a quanto stabilito per legge, assicurando un isolamento termo-acustico elevato e garantito nel tempo.

nel garantire il corretto isolamento da rumori aerei. Il sistema a doppie pareti di Ytong, infatti, massimizza l’effetto ‘massa-molla-massa’, ovvero l’effetto fisico in base al quale le onde sonore vengono smorzate tramite l’interposizione di un materiale leggero tra due pareti di diverso peso. Test di laboratorio hanno dimostrato che un pacchetto così composto, di spessore complessivo di circa 26 cm, possiede un potere fonoisolante Rw di 65 dB.

to ventilato Isotec XL Plus di Brianza Plastica, nello spessore 120 millimetri.

La camera di ventilazione, dalla gronda al colmo, entro la quale si attiva in maniera naturale un flusso d’aria continuo, è funzionale a mantenere le tegole sempre asciutte, prolungandone la funzionalità nel tempo. In estate, inoltre, la ventilazione accresce il comfort abitativo nei locali sottotetto rimuovendo il calore in eccesso.

Isotec XL Plus per la ristrutturazione della copertura di una villa nel Casentino

Il sistema è costituito da un pannello in poliuretano espanso ad alte prestazioni, dotato di una guarnizione aggiuntiva posta sotto il correntino metallico. La guarnizione in pvc incrementa la resistenza alle eventuali infi ltrazioni accidentali dovute a rotture del manto di copertura, oltre ad off rire un’eccellente sigillatura alla polvere e all’aria.

isotec.brianzaplastica.it

È stato quindi scelto il sistema per l’isolamen-

Per il progetto ristrutturazionedidei 320 mq di copertura i progettisti hanno selezionato il pannello Isotec XL Plus di Brianza Plastica rivestito da una lamina di alluminio goffrato e dotato di un correntino metallico asolato, preassemblato in stabilimento, funzionale a creare la camera di ventilazione sottotegola e a supportare le tegole portoghesi in cemento nuove, con finitura anticata. Il passo del pannello è stato opportunamente scelto per adeguarsi alla misura della tegola, che trova appoggio e supporto sui correntini metallici.

[ 32 ] IOARCH_101 › FOCUS

Isotec XL Plus ha consentito di isolare perfettamente tutte le superfici del tetto ed eseguire facilmente tutti i raccordi sui colmi e intorno ai numerosi elementi emergenti. Particolare cura è stata dedicata alla realizzazione del colmo ventilato, utilizzando gli accessori di completamento del sistema, forniti a pacchetto da Brianza Plastica. Il sistema di isolamento è stato determinante per l’accesso al Superbonus 110% in virtù della sua conformità ai Criteri Ambientali Minimi e delle sue elevate prestazioni isolanti che hanno consentito il doppio salto di classe energetica, dalla E alla C, massimizzando il comfort domestico per tutto l’anno.

La copertura dalla geometria a padiglione, con falde articolate di differenti dimensioni, di un’abitazione nell’alto Casentino in provincia di Arezzo, è stata totalmente ristrutturata da Roberto e Gabriele Bartolucci. Gli architetti hanno scelto un sistema di isolamento dalle elevate prestazioni, con l’apporto della ventilazione sottotegola.

Dopo avere smantellato la precedente copertura, sul nuovo sottofondo in osb sono stati posati, completamente a secco, i pannelli Isotec XL Plus, fissati alla struttura sottostante con appositi tirafondi da legno, accostati con precisione fra loro grazie agli incastri laterali che caratterizzano il perimetro dei pannelli.

di Elena Riolo

ADDETTI AL TRASPORTO BLOCCHI 24

I BLOCCHI YTONG IN CALCESTRUZZO AERATO AUTOCLAVATO grazie alla loro leggerezza riducono tempi e costi di realizzazione. YTONG Tramezze in aeratocalcestruzzoautoclavato CON YTONG È UN’ALTRA STORIA www.xella-italia.it

ADDETTI AL TRASPORTO BLOCCHI 12724

Il monoblocco Presystem Serie R coniuga le esigenze di impresa, cappottista e posa dell’oscurante. Progettato su misura per ogni casistica dal team tecnico di Alpac, questo sistema permette la corretta gestione dell’angolo di raccordo tra cappotto e spalla e prevede uno speciale supporto cardine in linea con le direttive Cortexa. Trattandosi di un elemento prefabbricato permette inoltre di realizzare la finitura completa del foro in un solo intervento, semplificando le operazioni e diminuendo i rischi di errori e ritardi in cantiere.

Per migliorare la qualità di questi interventi Alpac – leader nel comparto dei sistemi per la gestione del foro fi nestra – ha da poco presentato Presystem Serie R, un monoblocco per scuri e persiane progettato per essere installato dall’esterno dell’edificio, preservando così l’abitabilità dell’alloggio per tutta la durata della ristrutturazione. Presystem Serie R presenta tutti i classici vantaggi di un sistema di gestio-

ne del foro fi nestra: progettato e prefabbricato di volta in volta su misura del singolo intervento, migliora sensibilmente le performance dell’intero involucro; predisponendo la posa del cappotto, del serramento e dell’oscurante riduce inoltre le possibilità di creazione di ponti termici migliorando, oltre alla classe energetica dell’edificio, il comfort dell’alloggio. Come nel progetto di riqualificazione del 21Wol Hotel Città Studi, a Milano (nelle foto), un edificio obsoleto che Rma Roberto Murgia Architetto e Rizoma Architetture per gli interni hanno trasformato in una nuova formula di ospitalità, parte short stay e parte long stay, con 120 camere su una superficie di circa 5.000 metri quadrati. Il progetto, che include una nuova costruzione, ingloba un edificio esistente, ristrutturato anche con l’adozione dei monoblocchi Presystem Serie R di Alpac.

di Elena Riolo

› FOCUS

La riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale, che rappresentava già una quota rilevante del mercato edilizio, con gli incentivi fiscali è cresciuta in misura esponenziale. Con luci e ombre, considerando l’effetto inflattivo indotto e soprattutto rispetto all’obiettivo dichiarato dell’efficientamento energetico, la cui efficacia è condizionata, nella maggior parte dei casi, dal fatto che non è possibile allontanare gli abitanti da casa e pertanto occorre limitare gli interventi alle parti opache, quasi sempre trattate con rivestimenti ‘a cappotto’.

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Il monoblocco Presystem Serie R per il mercato della riqualificazione

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cui rigidità è costantemente interrotta dall’insieme delle infrastrutture verdi e blu e da nuovi parchi. Una cintura di acqua e di alberature, anch’esse eredità di Expo2015, definisce il perimetro del nuovo Adistretto.livelloprogrammatico il sistema delle grandi àncore pubbliche, tra le quali l’ospedale Galeazzi, il Tecnopolo, la nuova Università di Milano e Fondazione Triulza, è circondato da un mix funzionale con prevalenza di spazi per uffici e light-industry. A questi si aggiunge una componente significativa di residenziale built-to-rent, di studentati e di residenze per anziani. Criterio guida del masterplan, che regolerà anche le architetture, un

Quando sarà completato, nel 2032, il distretto che nasce dalla riconversione dei 100 ettari di Expo2015 accoglierà ogni giorno circa 60mila persone: una città nella città sviluppata in partnership pubblico-privata da Arexpo e Lendlease, il gruppo internazionale di real estate che ha una concessione di 99 anni per lo sviluppo privato dell’area. Il masterplan di MCA - Mario Cucinella Architects (gruppo di lavoro MCA, Land, Systematica, Arup) eredita le assialità principali di Expo2015, in particolare il decumano e le sue connessioni, a ovest con la città di Rho e a est con Cascina Merlata e Milano. Attorno al decumano si sviluppa la densità del costruito, la

common ground che abbraccia tutto il distretto per i primi 10 metri di altezza, quelli di un albero, quelli che coglie l’occhio umano camminando per strada. Il distretto è interamente car-free e questo terreno comune si presenta come nuovo paradigma di uno spazio urbano che dà la precedenza a pedoni, biciclette e mobilità lenta e che cerca costantemente di rompere il confine tra spazi interni e spazi Ottenutiesterni.ipermessi autorizzativi, entro quest’anno partiranno i cantieri – alle pagine successive – di West Gate, la prima porzione di Mind di 300.000 metri quadrati, prossima ai collegamenti ferroviari e metropolitani ■

Migliore+Servetto per lo spazio pubblico Lo studio Migliore+Servetto cura per Lendlease l’art direction di tutti gli interventi urbani nelle aree pubbliche al piano del common ground di MindMilano Innovation District, dove firma una serie di installazioni a forte contenuto ambientale e narrativo, che contribuiranno a costruire l’identità del sito.

› WORK IN PROGRESS

MIND - MILANO INNOVATION DISTRICT IL MASTERPLAN DI MCA CON LAND, SYSTEMATICA E ARUP

www.principleglobal.com +39 02 3676 6111

Principle offre un servizio globale per la realizzazione e implementazione degli arredi nel campo degli spazi di lavoro con un’attenta consulenza e ricerca sui prodotti, materiali e costi di realizzazione per raggiungere un alto livello qualitativo generando soluzioni personalizzate per spazi altamente memorabili.

Contattaci e sviluppiamo il vostro progetto insieme.

sorgeranno dei laboratori. In copertura sarà collocato un campo fotovoltaico. Aree a verde all’ultimo piano e un sistema di fioriere sui fronti est/ovest contribuiranno a mitigare l’impatto edilizio ■

Sul luogo che ospitava il Padiglione

Costituita da un’alternanza di pieni e vuoti, l’architettura si caratterizza per una scala metallica che sale da terra fino all’ultimo piano e si allunga lungo la facciata in ballatoi animando il parallelepipedo. L’impostazione planivolumetrica e architettonica ne enfatizza il ruolo urbano e risponde in modo coerente agli obiettivi funzionali, spaziali e paesaggistici previsti dal masterplan. Per amplificare l’area del common ground una galleria, in corrispondenza dell’asse del Decumano, taglierà trasversalmente il piano terra a doppia altezza dell’edificio. Qui, spazi per uffici, attività commerciali e di servizio renderanno attiva l’area e favoriranno i flussi di persone. Il piano interrato è destinato alla centrale impiantistica nodale per la strategia energetica dell’intera area di West Gate, mentre all’ultimo piano

Cronologia 2022-2024

Architetto Andrea Nonni

Località Mind Milano, West Gate

Area di progetto 68.800 mq

› WORK IN PROGRESS

Progetto strutture e impianti, acustica, Leed

Progetto architettonico MAD Architects

Progeca

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Zero all’ingresso ovest di Expo2015, il Mobility e Logistic Hub (MoLo) sarà la porta di accesso di West Gate. Progettato in Dfma (Design for Manufacturing and Assembly, progettazione e fabbricazione per il montaggio in cantiere), l’edificio, con una struttura a telaio prefabbricata in calcestruzzo, è essenzialmente un parcheggio multipiano con 1.500 posti auto (Mind sarà un quartiere car-free) per diversi lotti dell’area West Gate e per il vicino ospedale Galeazzi. Sette piani fuori terra e un piano interrato, MoLo raggiungerà un’altezza massima di 28,5 metri estendendosi in lunghezza per circa 170 metri per una larghezza di 50, con una superficie esterna lorda di circa 69.000 metri quadrati e una superficie lorda di 11.195 metri quadrati.

MIND WEST GATE 1 L’ARCHITETTURA-INFRASTRUTTURA DI MOLO

Capogruppo, executive architecture, ingegneria, coordinamento, Dfma Open Project

Project leader e project manager

Committente Lendlease Italy Sgr

salamander-windows.com

Puro design & sostenibilità

MIND WEST GATE 2 HORIZON E ZENITH

Progetto impiantistico, Leed e Well Esa Engineering

› WORK IN PROGRESS

Progetto architettonico Zenith Piuarch (Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario)

Cost Control Global Assistant Development Cronologia 2020-2024

Committente Lendlease Italy Sgr

Località Mind Milano, West Gate

Progetto architettonico Horizon

Waugh Thistleton Architects

Progetto facciate Deerns

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Progetto strutturale Ramboll UK/ Redesco progetti

Il primo lotto per uffici all’interno di West Gate – per un totale di 50.000 metri quadrati di spazi – sarà costituito dai due edifici gemelli Zenith e Horizon, progettati da Piuarch (che all’interno di Mind ha già vinto il concorso per la progettazione del nuovo edificio dell’Human Technopole) e dallo studio inglese Waugh Thistleton Architects. Entrambi con struttura in legno ingegnerizzato e progettati in Dfma (Design for Manufacturing and Assembly) per standardizzare e realizzare offsite i singoli componenti costruttivi poi assemblati in loco, i due edifici saranno caratterizzati da altezze e schemi compositivi di facciata diversi: una scansione a griglia orizzontale Horizon, disegnato da Wta, e una a griglia verticale Zenith di Piuarch. In particolare, con 13 piani fuori terra Zenith sarà l’edificio in legno più alto d’Italia e uno dei più alti d’Europa. La scelta del legno è coerente con l’obiettivo di realizzare con Mind un insediamento totalmente carbon-free, mentre dal punto di vista architettonico, spiega Francesco Fresa, uno dei partner di Piuarch, «con Zenith abbiamo voluto realizzare anche un’architettura sobria

e lineare ispirata agli edifici anni ’50 e ’60 del contesto milanese». Aderendo al concetto di common ground – uno spazio pubblico condiviso per 10 metri in altezza, considerati come quelli della percezione umana dello spazio – che guida il masterplan dell’intero sviluppo, tutti gli spazi funzionali dei due edifici per uffici sono connessi da un unico grande elemento di collegamento a livello pedonale aperto alla socialità e alla collaborazione ■

Torre

Gioia 22Torre Unicredit VerticaleBoscoMilano Verticale UNA EsperienzeSedeCoima De Castillia 23DIAMOclimatizzazione.mitsubishielectric.itALPANORAMA DI MILANO L’ECCELLENZA CHE MERITA Siamo sempre più vicini ai market leader del settore immobiliare con un’ampia gamma di servizi dedicati pre e post vendita. Ci impegniamo per garantire qualità, efficienza energetica e rispetto per l’ambiente. Mitsubishi Electric, il piacere del clima ideale.

Unilever

StudiosIBM Galfa

Prevenzione incendi Gae Engineering

Progetto architettonico e coordinamento Obr, Paolo Brescia e Tommaso Principi

Cronologia 2020-in corso

› WORK IN PROGRESS

MIND WEST GATE 3

Fronte e retro dell’Innovation Hub (render courtesy Obr).

Località Mind Milano, West Gate

[ 42 ] IOARCH_101

Committente Lendlease Italy Sgr

Superficie costruita 10.868 mq

Disegnato dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi di Obr, l’Innovation Hub, che riunisce attività educative, creative, culturali e di ricerca, si affaccia verso ovest sulla Gateway Square e verso est sulla Central Piazza, contribuendo alla sequenza di spazi pubblici interconnessi a partire dalle stazioni della metropolitana e della ferrovia. L’architettura dell’Hub è un cubo di 36 metri di lato, caratterizzato da due colonnati a tutta altezza, collegati a due androni speculari che conducono verso una corte centrale, la quale estende la valenza pubblica del Common Ground – principio guida del masterplan di Mind – fino a una terrazza panoramica a uso pubblico in sommità. La terrazza sarà a sua volta protetta da una grande copertura di mille metri quadrati di pannelli fotovoltaici, un ‘quinto prospetto’ in grado di produrre circa 200 MWh/anno contribuendo al fabbisogno dell’edificio. Interamente in legno, anche l’Innovation Hub, come le altre architetture di West Gate, è stato progettato con il metodo Dfma (Design for Manifacturing and LaAssembly).struttura portante perimetrale libera gli spazi interni da qualsiasi vincolo strutturale e impiantistico, a vantaggio

di ambienti aperti e permeabili. Il programma funzionale prevede spazi per il retail al piano terra e uffici e co-working nei cinque piani superiori, per un totale di 10.000 mq di superficie costruita in grado di ospitare fino a 1.300 persone. Ma in accordo con Lendlease, più che un semplice edificio l’Innovation Hub si propone, nelle parole di Paolo Brescia, come «un condensatore di relazioni. Non un luogo che organizza, ma che crea opportunità. Non un risultato ma un processo», un sistema aperto capace di accettare i futuri cambiamenti richiesti da chi lo abiterà ■

Progetto strutturale e Bim management Bms Progetti

Area di intervento 8.000 mq

L’INNOVATION HUB

Progetto impiantistico, facciate, strategia energetica, acustica Deerns Italia

GOLF RESORT / USA / QUARZITI 2.0 COLLECTION

MILANO IL PROGETTO VINCITORE PER LA SEDE DELLA BEIC

spazio per eventi e manifestazioni di vario genere, conterrà una caffetteria, i punti di richiesta e di restituzione dei volumi e la circolazione verticale, mentre le due navate superiori, ampiamente vetrate, saranno diverse per contenuto: quella a nord, più leggera e caratterizzata in sommità da una grande serra con funzioni bioclimatiche, accoglierà il Forum, con altezze di interpiano variabili; quella a sud, che si conclude in una terrazza che racchiude la sala di lettura aperta tutto il giorno, i Dipartimenti. Al livello sotterraneo un deposito robotizzato in grado di accogliere e movimentare fino a 2,5 milioni di libri.

Il nuovo edificio della Beic, dove convergerà l’intero sistema bibliotecario della città metropolitana di Milano, inclusa la storica biblioteca Sormani, sarà finanziato per 101,5 milioni di euro con fondi del Pnrr e completato entro il 2026 ■

Il nuovo edificio, due navate di forma trapezoidale che si elevano sopra un podio comune, sorgerà sul sito della ex-stazione ferroviaria di Porta Vittoria, nella zona est di Milano, attualmente una vasta piazza soleggiata e in genere deserta che sarà riprogettata con nuove alberature. La hall di ingresso a tutta altezza, uno

Ai due volumi principali se ne aggiunge un terzo più piccolo a sud-est, un semplice padiglione a gradoni interamente avvolto nella vegetazione delle terrazze che lo scandiscono: qui troverà posto un auditorium da 300 posti e l’Imaginarium, luogo di creatività specificamente destinato ai bambini.

Nei render di Onirism Studio l’edificio a doppia navata della nuova sede della Beic. Sotto, sezione prospettica (courtesy Onsite).

[ 44 ] IOARCH_101

È di un team formato da Onsitestudio, baukuh, Yellow Office (Francesca Benedetto), Dotdotdot, (ab)Normal, Sce Project, Starching, Stain, Atmos lab e Studio Mistretta il progetto vincitore del concorso per la costruzione della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic) a Milano.

› WORK IN PROGRESS

K_Hub Via Venini 57, Milano

Multinazionale specializzata in servizi di General Contracting e Design&Build per la realizzazione di progetti in vari settori tra i quali Office, Retail, Hospitality e Residenziale.

IL JL BLUE RESORT DI PRELIOS INTEGRA E BPLAN

Il Blue Resort conterrà spazi privati dedicati ai residenti, tra cui due piscine riscaldate in prossimità della spiaggia, aree a verde con spazi attrezzati, percorsi pedonali e spazi fitness. Per le residenze, progettate da Prelios Integra con la collaborazione dello studio di architettura Bplan, sono stati adottati tutti i criteri necessari al fine di garantire il massimo comfort e benessere per i residenti, in linea con i criteri ambientali e di comfort ormai imprescindibili

nel verde e alla creazione di una piazza centrale baricentrica per le residenze, in grado di conferire unitarietà e coerenza ai vari edifici previsti.

negli odierni sviluppi immobiliari. Caratteristica distintiva delle residenze gli ampi spazi esterni ad uso privato al piede e appartamenti con ampie terrazze concepite come parte integrante degli

› WORK IN PROGRESS

JESOLO

2,5 ettari di terreno edificabile nella pineta del Lido con affaccio diretto sulla spiaggia di Jesolo: è l’operazione di recupero – ambientale e finanziario –avviata dalla business unit Asset Value Enhancement di Prelios nell’ambito della gestione di crediti inesigibili. Lo sviluppo prevede la costruzione di tre edifici residenziali e la successiva costruzione di altri tre edifici a destinazione residenziale e ricettiva, per un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro. Il principio dell’intervento è l’armonizzazione dello spazio edificato con l’ampia pineta in riva al mare grazie a collegamenti pedonali che si snodano

Technicalambienti. service provider di commessa, Prelios Integra svolgerà il project management dell’intera operazione e ne assumerà la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza. La costruzione è stata affidata all’impresa Cev Spa. La consegna delle prime unità immobiliari è prevista per l’autunno 2023, mentre l’ultimazione del complesso è in calendario per il 2025 ■

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OND - ALL33

www.alubel.com

Il rivestimento sinusoidale in alluminio Ond-All 33 unisce i vantaggi di un materiale resistente ed elegante alla facilità di installazione. Moderno, estremamente leggero e disponibile in diversi colori, consente infinite so luzioni per la personalizzazione delle facciate. L’alluminio pesa un terzo rispetto all’acciaio, resiste al tempo, alla corrosione, ed è 100% riciclabile. Per questo con Ond-All 33 dai più valore al tuo immobile.

Rivestimento Ond-All 33 Leggero, resistente, ecologico.

Aree esterne 1.300 mq

Amenities 300 mq

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Q-bic si occuperà invece della conservazione e riuso del fabbricato più antico del complesso, l’edificio 12, in origine destinato al confezionamento e inscatolamento dei prodotti. Puro – che in spagnolo significa sigaro – valorizzerà ogni aspetto dell’architettura industriale senza tradirne l’autenticità, la storia e l’identità: dalle imponenti capriate metalliche che sostengono il tetto a falde ai serramenti originali in legno agli intonaci materici. Anche gli elementi aggiuntivi sono progettati per esaltare ove possibile il dialogo tra lo stile originario

Spazi commerciali 3.050 mq

Render delle residenze di Patricia Urquiola (in alto) e Q-Bic. Dettaglio del masterplan con gli edifici oggetto dell’intervento

Fine dei lavori prevista dicembre 2023

Spazi pubblici 12.300 mq

URQUIOLA E Q-BIC FIRMANO LE PRIME 45 RESIDENZE DI MANIFATTURA TABACCHI

Avviato da Manifattura Tabacchi il primo sviluppo residenziale all’interno del complesso di sei ettari costruito negli anni Trenta del Novecento. Patricia Urquiola svilupperà nuovi appartamenti all’interno dell’edificio 7, di quattro piani, che si affaccia sulla Piazza dell’Orologio e sulla cui facciata principale leggermente curvilinea è inserito un grande bassorilievo a soggetto allegorico opera dello scultore Francesco Coccia. Il progetto, denominato Anilla su suggerimento di Urquiola (in spagnolo anilladoras sono le operaie incaricate di apporre la fascetta ai sigari), valorizza i tipici tratti industriali del fabbricato, integrandoli nei nuovi appartamenti con ampie finestre, doppie altezze, soppalchi,

› WORK IN PROGRESS

FIRENZE

Superfici residenze 8.050 mq

e il design contemporaneo. Entrambi gli edifici ospiteranno al piano terra spazi commerciali. A disposizione dei futuri residenti di Puro e Anilla spazi a uso esclusivo: un bike lab; una pet room; un’area fitness attrezzata; una delivery room; un roof-top arredato con vista sul centro; un servizio di portineria centralizzata ■

Località Firenze

pedane e terrazze. Colori, finiture e materiali esalteranno l’identità storica dell’edificio, dando vita a originali contaminazioni di stili.

› WORK IN PROGRESS

Progetto Loto Ad Project

Dal parcheggio attrezzato con pannelli fotovoltaici, un percorso pedonale metterà in connessione tutte le parti, sottolineando la tridimensionalità del lotto dovuta alla morfologia del terreno.

Località Narni, frazione La Flaiola Committente Società Agricola I Taddeo

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costruiti ampi spazi terrazzati a verde, delimitati da muretti a secco rivestiti in acciaio corten e arredati per creare lounge en plen air.

Il contesto paesaggistico – 70 ettari di uliveti e tartufaie – e la vocazione del committente verso uno sviluppo agricolo sostenibile, senza ricorso ad agenti chimici o industriali, sono la necessaria premessa su cui si sviluppa il progetto di ospitalità messo a punto dalla società romana di architettura Loto Ad Project per la realizzazione di un complesso ricettivo high-end che comprende la trasformazione di un casale contadino e la sostituzione di un silos agricolo con una torre rivestita, a memoria del precedente landmark, in acciaio corten e un tetto trattato a verde intensivo. Il complesso – dieci suite in tutto, quattro delle quali ricavate nella torre – comprende anche spazi per la degustazione dei prodotti agricoli e, in luogo della classica piscina, un biolago, dove la qualità della balneazione è garantita solo da un trattamento biologico e meccanico, senza ricorso ad agenti chimici, e che non prevede svuotamenti o coperture invernali. L’architettura del casale – dove trova posto anche una sala cinema – si rifà agli elementi del territorio, con rivestimento esterno delle pareti in opus incertum, manto di copertura in tegole di cotto umbro su struttura in legno, serramenti in legno. Tra i volumi

Nei render, in alto la struttura ricettiva e, sopra, il frantoio.

LA FLAIOLA, NARNI UN PROGETTO COUNTRY CHIC DI LOTO AD PROJECT

Collaboratori Edoardo Maria Zurlo (progetto architettonico), Danilo Di Gioacchino (calcoli, direzione lavori e piano di sicurezza), Luca Latella (indagine geologica), Studio tecnico Andrea Bassetti (rilievi topografici)

General contractor Loto Ad Project

Con analogo schema planimetrico a raggiera, la porzione nord del lotto, prossima all’uliveto, sarà invece occupata da un frantoio con gli spazi di manovra necessari per il conferimento delle olive protetti da una pensilina in legno lamellare e gli ambienti di stoccaggio ■

Capo progetto Giorgia Dennerlein

Cronologia 2018 concorso, 2022 avvio dei lavori 2024 completamento

› WORK IN PROGRESS

Paesaggio Après la Pluie

AVIGNONE

Superficie utile 2.670 mq

Progetto architettonico e paesaggistico

Investimento previsto 11.400.000 euro

Responsabile di progetto Amandine Aubrée

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Committente Rectorat Académie Aix-Marseille

Il rinnovato parco sarà anche futuro scenario di grandi eventi come gli Atelier de la Pensée del festival di Avignone. «Se fino a qualche tempo fa – spiega Alfonso Femia – la fisicità dei luoghi determinava la coesione o la disfunzionalità sociale, oggi la spontanea tensione all’aggregazione e alla condivisione alimenta un’architettura social impact in chiave tecnologica. Villa Créative è, in questo senso, un esempio paradigmatico di progettualità che guarda al domani» ■

Località Avignone

4mila metri quadrati che attraverso l’architettura e il disegno dello spazio – organizzato in quattro macro-aree tematiche interdipendenti – favorirà la circolazione della conoscenza e la condivisione delle tecnologie.

Ingegneria strutturale, impiantistica e ambientale Quadriplus Groupe

Gruppo di progettazione Francesca Recagno Stefano Cioncoloni, Sara Traverso, Enrico Martino Marcello Morino, Julie Vogel

Architetti del patrimonio Detry-Levy Associés Nicolas Detry, Christophe Gillet

Coordinamento Simonetta Cenci

Con un programma originale, nel quale l’università si fa promotrice di ibridazioni tra imprese, centri di ricerca e attività culturali e teatrali, tra le quali gli incontri del festival di Avignone, è stato assegnato a Atelier(s) Alfonso Femia l’incarico di trasformazione degli spazi e del giardino – uno dei pochi nel centro storico di una città ‘minerale’ come Avignone – di una villa ottocentesca a pochi passi dalla sede dal campus Hannah Arendt. L’avvio ufficiale dei lavori è dello scorso 12 luglio, dopo un concorso vinto dallo studio di Genova e Parigi nel 2018, e prevede la realizzazione di auditorium e sale convegni, living lab, aree di coworking, centri di formazione, un polo formativo e di ricerca All’esternoaudiovisiva.dellavilla, un giardino di

LA VILLA CRÉATIVE DI ATELIER(S) ALFONSO FEMIA

Atelier(s) Alfonso Femia

Superficie ‘giardino digitale’ 3.678 mq

LA PORTA APERTA AI TUOI PROGETTI

Per lo studentato milanese di Bocconi, San.Co ha fornito tutte le porte degli alloggi, garantendo un risultato estetico di altissimo livello.

Gli edifici moderni sono progettati con particolare attenzione verso l’ambiente: i prodotti San.Co sono certificati FSC, PEFC e VOC Leed v4.1

zaniniitalia.com

San.Co, brand del gruppo Zanini Italia, da più di 30 anni sviluppa e fornisce soluzioni tagliafuoco e tagliafumo in legno e vetro secondo i più alti standard di sicurezza.

SOLUZIONI TAGLIAFUOCO E ACUSTICHE

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San.Co is a brand of Zanini SpA

Campus SDA Bocconi, Milano

ZURIGO

B+P Baurealisation

Partners-in-Charge Bjarke Ingels, Martin Voelkle

Project Leaders Sören Grünert (Design Lead)

Project Manager Simon Scheller

Al loro arrivo, i passeggeri vengono guidati verso l’atrio centrale dal quale si dipartono i sistemi di distribuzione verticale che collegano tutti i livelli, da quello

BIG E HOK, UN DOCK IN LEGNO STRUTTURALE PER L’AEROPORTO

Committente Zurich Airport

Grandi colonne in legno lamellare a forma di V rappresentano il principale sistema portante della nuova struttura. Anch’esse, come la sobria palette di materiali con cui saranno realizzate le aree di imbarco, i negozi e i bar, rendono omaggio alla tradizione costruttiva svizzera e diventano un richiamo del paesaggio alpino del Paese. Dal punto di vista energetico è prevista l’installazione di pannelli fotovoltaici integrati in copertura, un sistema di climatizzazione in pompe di calore aria-acqua evoluto e la schermatura con movimentazione automatizzata del lucernario centrale ■

Progetto architettonico Bjarke Ingels Group

Aviation architect Hok

David Holbrook (PA)

Mep Haerter & Partner Ag, Tlp

Località Zurigo

› WORK IN PROGRESS

sotterraneo dell’immigrazione alle diverse sale di arrivi e partenze fino alle lounge agli ultimi piani.

Ingegneria strutturale in legno e fisica degli edifici Pirmin Jung Schweiz Ag

Local architect 10:8

Ormai datato, nel giro di dieci anni il dock A dell’aeroporto di Zurigo verrà sostituito da una nuova costruzione in legno progettata da Big e da Hok, vincitori di un concorso internazionale in due fasi. L’intento del progetto è quello di semplificare la crescente complessità delle strutture aeroportuali con pochi elementi – essenzialmente il legno e la luce – che agiscono allo stesso tempo da elemento strutturale portante, esperienza dello spazio, finitura architettonica e principio organizzativo. Un lucernario, più ampio nella zona dalla quale il dock si diparte, percorre tutta la lunghezza della manica illuminando l’atrio centrale a tutt’altezza sul quale si affacciano i sei livelli in cui si articola (più uno sotterraneo) e fungendo allo stesso tempo da orientamento e wayfinding dei flussi. Oltre alle funzioni operative, la torre di controllo, prevista al centro della costruzione, darà un nuovo senso al luogo.

Ingegneria strutturale Buro Happold

Construction, Bim e cost management

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Località Esbjerg, Danimarca Committente Education Esbjerg

Società di progettazione coinvolte Voluntas, Rambøll, Mir, Quantum

L’attacco a terra, sollevato di 7 metri, proteggerà gli ambienti interni – aule, uffici, spazi per riunioni, servizi e auditorium – dalle maree, la cui intensità è prevista in aumento nei prossimi decenni a causa del progressivo innalzamento del livello dei mari. Il masterplan si propone di raggiungere 11 dei 17 obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ■

BIG PER UN NUOVO POLO FORMATIVO-PROFESSIONALE

orientamento e maree – gli edifici sono disposti a perimetro intorno a un grande parco interno, così che tutti gli ambienti possano godere della vista del verde da una parte e dell’acqua dall’altra. Il profilo frastagliato dell’edificato, pensato per attutire la forza del vento, avrà una copertura verde e un percorso continuo di running lungo un chilometro.

Status concept

Fondata nel 2020 in partnership pubblico/ privata, al momento Education Esbjerg ha solo un CdA, 10 dipendenti e 4 assistenti ma l’obiettivo di attrarre 7.500 studenti con un’offerta formativa e interessanti opportunità di lavoro nel campo della transizione energetica verso la quale la città, con un parco eolico offshore, sta già riorientando la propria crescita, in precedenza basata solo sul porto e la pesca. Big-Bjarke Ingels Group ha tradotto questa visione nell’altrettanto ambizioso masterplan Esbjerg Strand: la costruzione, sulla spiaggia del Wadden Sea alle spalle del porto, di un campus che sviluppa una superficie utile di 90.000 metri quadrati distribuiti su 7 livelli. Tenendo conto di tutte le caratteristiche del sito – rumore dal porto, venti dominanti da ovest,

Masterplan e architettura Big-Bjarke Ingels Group

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Capo progetto Viktoria Millentrup

Il masterplan di Esbjerg Strand e il concept in quattro mosse: da sinistra, orientamento e geometria dell’edificato studiati per minimizzare il rumore del porto, l’impatto dei venti e favorire l’esposizione solare; copertura unica con un percorso che segue l’ondulazione dei volumi; sopraelevazione da terra per migliorare l’integrazione paesaggistica e fronteggiare l’attesa crescita delle maree.

Superficie costruita 90.573 mq

Partners-in-Charge Bjarke Ingels, David Zahle

› WORK IN PROGRESS

Project manager Per Bo Madsen

ESBJERG

www.simonswerk.com SIMONSWERK / si – mons – werk /: 1. I nostri prodotti permettono alle porte di aprirsi dal 1889 2. La nostra sfida, rendere il buono sempre migliore 3. Innovazione ed elevati standard qualitativi sono i pilastri del nostro successo 4. La nostra forza sta’ nella cura per i dettagli 5. La parola “Cerniera” è troppo semplice per descrivere i nostri sistemi. 6. In un mondo in costante trasformazione siamo precursori nel cambiamento 7. Semplicemente, SIMONSWERK

La pelle manifesta diversi gradienti di vetratura, dalle tradizionali finestre delle postazioni di lavoro al curtain wall in vetro extrachiaro che avvolge i vuoti.

Il centro della costruzione, nel punto di contatto tra i due vuoti scavati nel volume, è il cuore ‘sociale’ dell’edificio, mentre spazi più riservati sono collocati lungo il perimetro ai diversi piani.

Committente Zalando Progetto architettonico Henn

Come segnala la sigla, l’edificio attualmente in costruzione ha una pianta a Z che trasferisce verso lo spazio pubblico esterno, su fronti opposti, il vuoto che di solito costituisce la corte interna dei tradizionali blocchi edilizi di Berlino, avvolto tuttavia dal curtain wall dell’edificio e dunque con un’impronta rettangolare che occupa l’intero lotto. L’architettura, che nelle intenzioni dei progettisti mira a dissolvere i tradizionali confini tra postazioni fisse e ambienti collaborativi e tra universo fisico e digitale per diventare un autentico luogo di scambio, si caratterizza per due grandi atri a spirale, uno dei quali a tutt’altezza, che organizzano i flussi e su cui si affacciano gli ambienti di lavoro della piattaforma online della moda, secondo

Lighting design Lumen³

Ingegneria strutturale, fisica degli edifici e facciate Werner Sobek

Superficie lorda costruita 17.134 mq

› WORK IN PROGRESS

L’edificio e l’intero Hq di Zalando riflettono la filosofia di Office Urbanism di Henn: complessi per il lavoro concepiti come una sorta di micro-città, con spazi da privati a pubblici in grado di accogliere un’ampia gamma di attività e di creare attorno agli impiegati un clima di vita urbana ■

Dopo i complessi X e O completati nel 2019, la collaborazione della società tedesca di architettura Henn con Zalando prosegue con il Building Z.

BERLINO Z BUILDING DI HENN PER ZALANDO

Impianti M&P Braunschweig

un logica tridimensionale anziché quella convenzionale che definisce gli ambienti piano per piano mediante partizioni.

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Località Berlino

Cronologia 2022-2023

SELF CLOSING SYSTEM SISTEMA DI CERNIERE CON CHIUSURA INTEGRATA www.anselmisrl.it 〉 per porte interne da 20 kg a 60 kg di peso 〉 disponibile con velocità di chiusura controllata 〉 forza di chiusura regolabile a porta installata 〉 una volta alleesteticamenteinstallatoidenticocerniere 〉 per porte interne a lo 〉 disponibile in 9 niture estetiche

BODRUM IL MUSEO DEVRIM ERBIL, PROGETTO DI AYTAÇ

L’intero edificio poggia su esili pilastri, con i volumi delle gallerie che paiono galleggiare su un bosco di tronchi che si confondono con quelli degli agrumi, e i soffitti di questo livello ibrido tra architettura e paesaggio saranno realizzati a mosaico, una delle espressioni artistiche di Erbil, nei colori del blu del PiùMediterraneo.cheunacitazione lecorbusieriana, i pilastri contribuiscono a creare un ambiente ibrido, tra architettura e

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Progettare volumi sospesi è anche un esercizio di resilienza di fronte al rischio di inondazioni, mentre una cisterna sotterranea provvede alla raccolta della scarsa acqua piovana che verrà usata per

telaio in acciaio per preservare il maggior numero possibile di alberi di mandarino del parco.

È dello studio di Istanbul Aytaç Architects il progetto di un nuovo museo intitolato a Devrim Erbil (1937), uno degli artisti turchi più apprezzati al mondo. Il museo sorgerà nella cittadina di Bodrum, l’antica Alicarnasso sulle sponde dell’Egeo, a 10 chilometri di distanza da Ortakent, dove Erbil vive e lavora. Rinunciando alla struttura monolitica che caratterizza molti musei, il progetto si sviluppa in una serie di spazi espositivi singoli, collegati tra loro e inseriti in un parco di 5mila metri Laquadrati.morfologia dei volumi e la scelta dei materiali – lastre di calcestruzzo bianco –si ispira al tessuto urbano della città, fatto di case a calce dotate di bucature minime per proteggere gli ambienti dalle elevate temperature estive, e con una struttura a

Tral’irrigazione.gliaccorgimenti ambientali anche l’immancabile campo fotovoltaico collocato in copertura, in grado di produrre fino a 32 kWh utili per il funzionamento del museo ■

› WORK IN PROGRESS

vegetazione, dentro e fuori, confermato da glass box che collegano tra loro i diversi volumi, sfocando il paesaggio esterno per incorporarlo nelle sale.

Al centro delle diverse gallerie, una scala a spirale sarà il landmark del sito e consentirà di raggiungere i giardini pensili previsti in copertura.

Simone Leigh ha creato negli ultimi vent’anni un ampio corpus di sculture, video e perfor mance incentrate sull’interiorità femminile nera. Le opere realizzate per Venezia e raccolte nella mostra Sovereignty (Sovranità) mescolano storie e narrazioni molto diverse tra loro, dal le performance rituali del popolo Baga della Guinea alla prima cultura materiale americana nera della contea di Edgefield nella Carolina del Sud all’Esposizione coloniale di Parigi del 1931. Dal bronzo monumentale che occupa il corti le del padiglione all’intervento architettonico che trasforma la facciata dell’edificio fino alla serie di sculture figurative presenti nelle sale interne, nel loro complesso le opere esposte ampliano l’indagine di Leigh sul tema ricor rente dell’autodeterminazione: essere sovrani, come propone il titolo della mostra, significa non essere soggetti all’autorità, ai desideri o allo sguardo altrui, ma essere autori della pro pria storia.

LA SOVRANITÀ SECONDO SIMONE LEIGH

La nuova identità del padiglione (costrui to ai Giardini nel 1930 su disegno di Chester Holmes Aldrich e William Adams Delano), progettata dallo studio di architettura di New York Sinfonia Group, è stata realizzata da Cobar, società che ha gestito i lavori della struttura tra cui il tetto in legno e metallo con copertura in paglia naturale, fulcro dell’espo sizione. Al centro del cortile esterno si erge Sa

Considerando il padiglione degli Stati Uniti stesso come una scultura, Leigh ne ha trasfor mato l’architettura con un’installazione in pa glia che lo fa somigliare a un edificio dell’Afri ca occidentale degli anni Trenta. L’intervento introduce forme e materiali contrastanti, che hanno una propria storia e interagiscono con l’edificio neoclassico.

tellite, una scultura monumentale di 8 metri in bronzo. L’opera ricorda un tradizionale D’mba, maschera a spalla a forma di busto femminile creata dalle popolazioni Baga della costa della Guinea, usata durante le cerimonie rituali per comunicare con gli antenati. Leigh ha posto un’antenna satellitare fusa in bronzo in cima alla scultura, alludendo così alla funzione del D’mba come canale di comunicazione.

La sala centrale interna è interamente occu pata dall’opera Last Garment, una statua in bronzo che raffigura una donna china sull’ac qua nell’atto di lavare uno straccio e fregarlo su pietra. L’opera fa riferimento a una fotografia della fine dell’Ottocento scattata in Giamaica dal titolo Mammy’s Last Garment

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La facciata si rifà alla storica Esposizione Co loniale di Parigi del 1931 allestita dalla Francia per esibire le culture e i popoli dei Paesi allora sotto il controllo coloniale europeo.

› ARCHIWORKS

L’esposizione è stata commissionata dall’Ica di Boston, dove sarà visibile nel corso del 2023, in collaborazione con il Bureau of Educational and Cultural Affairs del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ■

PRIMA DONNA AFROAMERICANA A RAPPRESENTARE GLI USA ALLA BIENNALE SIMONE LEIGH HA VINTO IL LEONE D’ORO AFFRONTANDO TEMATICHE DI GENERE ETNIA E LAVORO, IN UN PROCESSO DI RESTITUZIONE STORICA

PADIGLIONE DEGLI STATI UNITI ALLA 59. BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA

Façade in paglia, acciaio e legno e la scultura in bronzo Satellite Accanto, a sinistra, dettaglio di Sharifa; a destra, Martinique Entrambe le opere courtesy dell’artista e di Matthew Marks Gallery, ph. Timothy Schenck ©Simone Leigh.

In alto a sinistra, Simone Leigh al lavoro ritratta da Shaniqwa grande,Nell’immagineJarvis.

› ARCHIWORKS

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Nella prima sala del padiglione la scultura in bronzo Last Garment, la figura di una lavandaia al lavoro che si riflette in uno Formentello).d’acquaspecchio(ph.©Marta

› ARCHIWORKS

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Forme d’Acqua ha partecipato alla realizzazione dell’installazione di Simone Leigh attraverso la realizzazione tecnica dello specchio d’acqua total black, evocativo di un tempo sospeso tra passato e presente, che è parte integrante dell’opera Last Garment

L’elemento acqueo nell’installazione di Simone Leigh

rettangolare, che consiste in un telaio dove è inserito l’impianto tecnico Oase e che sostiene la copertura in telo nero Alfafol dello spessore di un Lamillimetro.parteesterna è ricoperta da una lamina in acciaio verniciato a polvere nero opaco.

› ARCHIWORKS

www.formedacqua.com

La vasca di grandi dimensioni (6 per 5 metri per un’altezza di 30 centimetri) è collocata sotto il grande lucernario vetrato presente sul soffitto della sala e si tratta di una struttura amovibile, progettata per essere facilmente smontata e Pertrasportata.l’operaè stata realizzata una struttura componibile in acciaio e alluminio di forma

Per questa realizzazione la progettazione Mep è stata mirata all’utilizzo di componenti facili da scomporre, ricomporre e trasportare anche con spedizione aerea.

Al centro della rotonda padiglionedelsi erge Sentinel, bronzo. Dall’alto, Sphinx e Jug, opere in terracotta smaltata (courtesy l’artista e Matthew Marks Gallery, ph. Timothy Schenck ©Simone Leigh).

Le tubazioni, le pompe in bassa tensione e i filtri sono nascosti all’interno del telaio della vasca.

servizi truck food truck food truck food truck food confine di proprietà rampa20% rampa8%c.a.rampa8%c.a.rampa20% r.20% rampa 8% 15%rampa sc.20%c.a. ELET.CAB. DEPOSITO TICKETAUDIO palcoorchestraprincipale palcosecondario +1.00 060 +00 07.0+ 03.008.0050 00.2++3.40 05.5+ sentiero di ingresso

Mps+s

FuzzgradonataeunaNelledeidescrittivaall’aperto,anchefuturiinterventi.fotodadrone,vistad’insiemedettagliodella(courtesyAtelier).

Fondato nel 2014 da Daniela Serini, Andrea Scotton, Arianna Pirazzi e Christian Maiello (da sinistra nella foto), lo studio di Domodossola opera in Italia e Svizzera ed è specializzato nel restauro di opere monumentali e di architettura alpina, con particolare riguardo alla tecnica delle costruzioni in pietra a secco, tema di cui Andrea Scotton è docente all’Ente Scuola Edile di Gravellona Toce. www.mpss.it

La pianta del teatro naturale

HOLCIM ITALIA

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Fuzz Atelier

Holcim Italia ha partecipato alla realizzazione di Tones in the Stone fornendo gratuitamente cemento pozzolanico a ridotte emissioni di CO2 utilizzato per i palchi del teatro. Si tratta di un cemento che contiene una bassa percentuale di clinker e che fa uso di combustibili alternativi e materiali da recupero nel processo «Abbiamoproduttivo.partecipato con piacere a questo progetto per riqualificare una cava dismessa destinandola a eventi di spettacolo e cultura – spiega l’a.d. di Holcim Italia Lucio Greco –perché è un’attività strettamente connessa al nostro modo di operare e ai nostri obiettivi, primo tra tutti contribuire alla creazione di un mondo che concili le esigenze dell’uomo con quelle del pianeta». www.holcim.it

Fuzz Atelier è uno studio di progettazione architettonica con sede a Milano fondato da Simone Mazzoli, Daniele Zerbi e Massimiliano Savino. Ai numerosi progetti di architettura e espositivi in Italia e Svizzera, il collettivo sviluppa sperimentazioni di natura graficoplastico-pittorica applicando le tematiche proprie dell’arte all’universo architettonico. www.fuzzatelier.com

Tra boschi, vigneti terrazzati e borghi sparsi, per millenni il territorio della Val d’Ossola è stato modellato dalla mano dell’uomo, che trovava nel legno e nella pietra le principali risorse per le costruzioni. Pietre ricercate per qualità – le cave di marmo della Veneranda Fabbrica del Duomo non sono lontane – o per facilità di lavorazione, come lo gneiss – la tra dizionale beola, facilmente divisibile in lastre piane – dando origine a numerose imprese di Comeestrazione.lacava Roncino di Oira, una frazione del comune di Crevoladossola che, abbando nata da un decennio, è stata ora trasformata nel teatro naturale all’aperto inaugurato a fine luglio. Il progetto, ancora in fase di sviluppo, nasce su idea dell’associazione culturale To nes on the Stones che ne affida il concept e la realizzazione al giovane studio milanese Fuzz Atelier e allo studio ossolano mps+s.

Dimensioni palchi 20 x 11 m, h. 1,5 m (principale)

› ARCHIWORKS

iezioni multimediali e, ancora a ritroso, dove un tempo i camion caricavano le lastre di pietra, il foyer a cielo aperto di questo nuovo teatro nella natura ■

Imprese esecutrici Impresa Amigliarini, Rolandi impianti, Italcabine, Cave Spedea & Co, Aedes, Il Sogno onlus

Rimodellando la morfologia del luogo, un’o perazione di architettura del paesaggio co glie le emergenze, gli incavi, i dislivelli e le estrusioni frutto della precedente attività di estrazione per adattarle alla nuova funzione turistico-culturale. Nasce così, dove minore è il rilievo delle parti rocciose, il palcoscenico, affiancato a destra da una sorta di palco dal quale osservare le rappresentazioni, e a sini stra da un’area su vari livelli al servizio della produzione artistica dove si trova anche un’a rea ristorazione: una zona che verrà sviluppa ta in una seconda fase, sempre minimizzando l’impatto di elementi artificiali e ricorrendo – anche con l’uso di container – a manufat ti reversibili, che possano essere smantellati Aagevolmente.unaquota inferiore, un vasto parterre che può ospitare fino a 1.500 spettatori; alle sue spalle, una torre tecnica alta 8 metri per pro

Progetto architettonico Fuzz Atelier e Mps+s

CREDITI

CON UN PROGETTO DI ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO FUZZ ATELIER E LO STUDIO

14 x 5 m, h. 0,5 m (secondario)

OSSOLANO MPS+S TRASFORMANO UN’EX-CAVA DI GRANITO IN UN TEATRO ALL’APERTO

Committente Fondazione Tones

Progetto esecutivo e direzione lavori Mps+s

Capienza 1.500 posti a sedere e 2.000 posti in piedi

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Località Oira, frazione di Crevoladossola

TONES ON THE STONES, CREVOLADOSSOLA MUSICA TRA LE PIETRE

Nei 3.400 metri quadrati della quarta torre tro vano spazio invece tutte le attività e le professio ni legate alla produzione teatrale, dall’ingresso dei materiali agli atelier di montaggio, dai labo ratori di decorazione ai truccatori ai depositi dei costumi. Un’area di 800 metri quadrati, sullo stesso livello delle sale, è dedicata a carpentieri, ferramenta e montatori delle scene.

NOUVELLE COMÉDIE DE GENÈVE LA MACCHINA DEL TEATRO

sale per le rappresentazioni, che si fronteggia no: il teatro all’italiana, con un palco aperto di 14 metri, 500 poltrone Lamm disposte a gradi nata e una sala ‘black box’ sperimentale di 400 metri quadrati – la metà della sala principale –e 200 posti che permette di utilizzare lo spazio in molteplici configurazioni.

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Tutti gli ambienti pubblici della Comédie af facciano sulla piazza, dalla hall di ingresso

L’ASPETTO INDUSTRIALE DEL COMPLESSO DI FRES ARCHITECTES NE SOTTOLINEA IL RUOLO DI FABBRICA CONVERGONOSPETTACOLO,DELLODOVETUTTE LE ATTIVITÀ LEGATE ALLA PRODUZIONE TEATRALIRAPPRESENTAZIONIDELLE 010 › ARCHIWORKS

Cento metri di lunghezza e quattro torri di dif ferenti altezze – quella della torre scenica prin cipale raggiunge i 27 metri – che si allungano sulla vasta piazza pedonale del nuovo quar tiere des Eaux-Vives nata dalla demolizione e ricostruzione della vecchia stazione del Léman Express (la sola linea ferroviaria delle ferrovie francesi in territorio svizzero) inaugurata il 15 dicembre 2019 su progetto di Jean Nouvel. Sul prospetto rivolto verso la piazza, e sul fronte opposto, ampie facciate vetrate che spe cialmente la sera mostrano ciò che si svolge all’interno; gli altri lati opachi, con una pelle di alluminio perforato sulla quale, in testa e a scanso di equivoci, l’illuminazione fa risaltare la grande scritta ‘Comédie de Genève’. Tre delle quattro torri coincidono con le due

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Fres Architectes

Fondato nel 2004 a Parigi da Laurent Gravier e Sara Martín Cámara, Fres Architectes sviluppa progetti alle diverse scale, dall’urbanistica al product design, con un processo che, fatti salvi i principi fondanti, trasforma i vincoli dei committenti in opportunità. Nel 2012 il progetto per 23 appartamenti in edilizia sociale di Béthune ha ricevuto diverse nomination. Nel 2014 lo studio ha vinto il concorso internazionale di progettazione dello sviluppo misto e della nuova stazione di Renens (Cantone di Vaud). Secondi su 248 partecipanti al concorso della Concert Hall di Vilnius nel 2019 (vinto dallo studio spagnolo Arquivio), tra le opere completate di recente citiamo l’Istituto di Scienze Molecolari d’Orsay a Parigi-Saclay (con Kaan Architecten). www.fres.fr

Nelle foto, l’edificio dal carattere industriale disegna un nuovo skyline nel quartiere ginevrino des Eaux Vives. Ritmo e materiali delle facciate piazzacontinuitàun’architetturadefinisconoinconlachedifattoè la copertura della nuova stazione ©YvesdasotterraneaferroviariadisegnataJeanNouvel(ph.André).

› ARCHIWORKS

Sezione e pianta del piano terra della Comédie. Il volume più alto contiene la torre scenica del teatro principale. Sotto, dettagli del rivestimento in alluminio perforato, che funziona anche da frangisole apribile per le ©YvesdelimitadidettagliopubblicoAdell’areafinestrelaboratori.destra,lospaziodell’atrioedellaparetecementochel’area(ph.André).

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40100 40100 › ARCHIWORKS

› ARCHIWORKS

Elementi geometrici sfaccettati disposti se condo un accurato progetto di acustica for mano il rivestimento tridimensionale for temente scenografico della sala principale, pavimentata in legno scuro. Le pareti acusti che del black box sperimentale invece sono in doghe verticali di cemento fibrorinforzato tra le quali sono inseriti corpi illuminanti verti cali. A metà altezza, dal livello superiore della platea, si diparte una passerella che corre lun go l’intero perimetro.

Nei materiali, nel passo – di 5,40 metri, i pan nelli vetrati e le lastre di alluminio perforato misurano 2,70 – e quindi nel ritmo l’edificio riprende l’aspetto della nuova stazione ferro viaria, la cui vicinanza ha altresì imposto una

Finestre fortunatamente apribili permettono di ventilare naturalmente gli ambienti degli uffici e dei laboratori ■

Naturalmente questa sorta di castello del xxi secolo – le torri danno l’idea di una merlatura gigante e il progetto stesso era stato presenta to al concorso internazionale nel 2009 con il nome di ‘skyline’ – adotta soluzioni energe tiche moderne, con un impianto fotovoltaico in copertura e pompe di calore reversibili ad aria – assistite da un impianto tradizionale per i periodi freddi; per il futuro è previsto il collegamento a un impianto cittadino di te leriscaldamento – che assicurano la climatiz zazione differenziata dei diversi ambienti e la produzione di Acs.

soluzione costruttiva specifica per annullare possibili vibrazioni: le sale sono due ‘scatole’ strutturalmente indipendenti dal resto dell’e dificio, sostenute da grandi ammortizzatori collocati sulla soletta che le isolano assicu rando il comfort acustico.

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a tutta altezza che si estende sul lato sud-est quasi per l’intera lunghezza del complesso, al foyer di otto metri di altezza che si incunea all’interno – la profondità dell’edificio è di 40 metri – dove una scala monumentale condu ce gli spettatori verso le sale.

Progetto architettonico Fres Architectes Laurent Gravier e Sara Martín Cámara

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Ingegneria facciate Emmer Pfenninger & Partner Ag MEP Srg (riedweg et gendre sa), Perrin-Spaeth & Associes

Valutazioni energetiche Minergie

La black box del teatro sperimentale (ph. ©Yves André).

Superficie costruita 16.490 mq Costo 98 milioni Chf

Committente Città di Ginevra

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Antincendio Swiss Safety Center

Poltrone sala principale Lamm, allestitore Merotto Milani

Scenografia Changement a Vue Acustica Kahle Acoustics

Progetto illuminotecnico 8’18’’ Sarl

Ingegneria civile T Ingenierie Sa, Batiserf Sarl, Brasey Sa

Cronologia 2009 concorso - 2013 avvio cantiere 2021 completamento

Il foyer del teatro (ph. ©Yves André).

Località Ginevra

CREDITI

Il rivestimento tridimensionale e le poltrone su file curve della Grande Salle (ph. ©Didier Jordan).

Per l’allestimento della sala del teatro all’italiana della Comédie Lamm ha realizzato una poltrona ad hoc: compatta, con fiancate a terra e sedili ribaltabili provvisti di ammortizzatore per una chiusura silenziosa e un rimbalzo attutito. Quando è chiusa occupa appena 40 centimetri, permettendo la libera circolazione tra le file curve, disposte su gradoni. Gli schienali, allineati e complanari, offrono un piacevole ed elegante effetto visivo, creando una sorta di ‘muro’ continuo. Il tutto è rivestito in tessuto Orta di Fidivi, a eccezione dei retro-schienali, realizzati in legno – certificato Fsc – a vista. Delle 498 sedute, contrassegnate da una numerazione posto e fila ricamata sul tessuto, 325 sono fisse mentre 173 sono, all’occorrenza, removibili. Di quest’ultime, 97 risultano essere completamente amovibili: sedili e schienali si tolgono facilmente grazie a un sistema a incastro che non richiede l’utilizzo di alcun attrezzo. Le rimanenti 76 possono essere agevolmente rimosse e trasportate fuori dalla sala in gruppi da due o da tre.

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LAMMwww.lamm.it › ARCHIWORKS

In alto, i Group).(ph.prePatinaRheinzinkconprotettoL’interovversochiusoalcheapertalapianoCastelrivoltadelladeldiversamentevolumiorientaticentro,conlavetratasalaalprimopianoversoirestidiRomano.Alterraunasalapermusicaprotettamaeunpercorsoconnettel’edificiopaese.Asinistra,piùilfronterivoltolamontagna.involucroèall’esternolastreaggraffatedinellafinituragrigio-grafitecourtesyEng

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che lo ha progettato, ha scelto di riprendere in forma moderna gli archetipi delle costru zioni retiche (e in generale dell’architettura alpina) con un basamento in pietra – qui in conglomerato cementizio armato esternamen te colato su matrici che gli conferiscono una tridimensionalità che ricorda la pietra – e il livello superiore con telaio strutturale in legno e tamponamenti in blocchi di fibra vegetale (calce-canapa) pressata, protetti esternamente con un rivestimento continuo in Rheinzink, commercializzato in Italia da Alpewa.

A queste scelte si aggiunge l’orientamento sfalsato, con il piano terra nella direzione del fiume Chiese e della valle e il livello superiore con un volume ruotato verso i resti di Castel Romano, a sud-est, e gli altri trasversali ad esso, con una parete vetrata protetta da un ampio sporto affacciata verso il paese. Volu mi quasi chiusi alle spalle, rivolte verso i fred di venti del gruppo dell’Adamello.

Per l’architettura invece Eng Group, lo studio

E SPERIMENTAZIONE APPARENTEMENTE IN CONTRASTO CON LA TRADIZIONE ALPINA, LE SCELTE ARCHITETTONICHE E COSTRUTTIVE DI QUESTO COMPLESSO DALL’IMPORTANTE VALENZA SOCIALE RIVELANO IN REALTÀ UNA PROFONDA APPARTENENZA AL LUOGO. PROGETTO ENG GROUP

ISPIRAZIONE ALPINA

Per quanto riguarda il programma, il nuovo edificio che sorge nell’abitato di Creto, sede municipale del comune sparso di Pieve di Bo no-Prezzo, a un’ora di macchina dal capoluogo Trento, è come un oratorio laico: un luogo pra tico, funzionale, flessibile e confortevole per accogliere giovani ai quali i paesi di montagna offrono ben poche possibilità di aggregazione e in grado di richiamare un’utenza più ampia di quella del piccolo comune che conta solo 1.400 abitanti.

CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE, PIEVE DI BONO-PREZZO (TRENTO)

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Gli orientamenti spiegano anche la strategia passiva adottata, con il paesaggio che collabo ra al bilancio energetico complessivo e l’edi

foyer, tre sale polivalenti, all’occorrenza trasformabili in un’unica sala da 200 posti, e ambienti funzionali e di supporto.

L’area esterna è stata ridisegnata per ottenere uno spazio unitario fortemente connotato, capace di correlare e di rendere coerente l’intera operazione. In particolare è stata prevista una caratterizzazione diversificata dello spazio esterno con un’area per le attività ludico ricreative di socializzazione: giochi, ballo, teatro, sport ■

Committente Comune di Pieve di Bono-Prezzo

Fondata a Trento nel 2004, Eng Group è una società di architettura e ingegneria composta da venti professionisti guidati dai tre soci fondatori: Luca Steinwandter (che è anche presidente di Ingenium, consorzio di ingegneria stabile fra Eng Group, Patscheider & Partner e Gbd), Paolo Armani e Sandro Tagliaferri. Oltre che in architettura, progettazione di interni e edilizia la società è attiva nel settore delle opere pubbliche e delle infrastrutture: con Ingenium ha coordinato il raggruppamento di progettazione vincitore del bando della provincia autonoma di Trento per la costruzione del collegamento ferroviario Rovereto-Riva del Garda-Tione di Trento (Linea Azzurra).

Progetto strutture e impianti Eng Group (Sandro Tagliaferri e Paolo Armani)

Posa Rheinzink Lattonieri Federici Struttura in legno Xlam Dolomiti Isolamento pareti in calce-canapa Senini Rivestimenti fonoassorbenti interni Celenit Illuminazione iGuzzini

ALPEWAwww.alpewa.com

www.enggroup.it

Località Pieve di Bono, Trento

Il piano terra, che ospita le funzioni di bar-internet point, cucina, pranzo, sale per le attività giovanili, è in buona parte caratterizzato da un portico passante, originato dal volume superiore e accessibile da entrambi i lati del lotto, che si configura sia come un nuovo percorso pubblico del paese sia come un invito ad accedere alle funzioni aggregative svolte dal centro. Al livello superiore trovano collocazione un

ficio pensato come una macchina che regola il clima per inerzia. La scelta di usare fibre vegetali – che a parità di spessore aumentano di un terzo l’isolamento termico, sono ignifughe, antimuffa e migliorano la resistenza antisismica – comporta inoltre vantaggi di carattere ambientale, etico, economico e sociale verso il territorio perché dando loro valore contribuisce a preservare attività agricole a rischio di estinzione.

Copertura e facciate opache del centro sono protette da uno strato continuo di lastre di zinco-titanio Rheinzink prePatina grigio grafite, commercializzate in Italia da Alpewa. Fornite in rotoli di 10 e 16 metri, sono state tagliate in larghezze diverse per conferire ritmo alle facciate mediante l’aggraffatura angolare che le fissa, eseguita dall’azienda Lattonieri Federici di Tione di Trento. La finitura prePatina è un processo di invecchiamento accelerato della superficie che protegge il materiale dagli agenti atmosferici, rende superflue le attività di manutenzione periodiche e gli conferisce quella colorazione grigia che assumerebbe naturalmente dopo diversi anni dalla posa. In copertura, sopra il rivestimento in Rheinzink sono stati posati pannelli fotovoltaici che forniscono parte dell’energia elettrica necessaria per il funzionamento dell’edificio.

Nel volume interrato infine sono state previste sale a disposizione dell’amministrazione comunale per l’organizzazione di attività e corsi di musica, sale per prove musicali oltre a locali tecnici e un magazzino.

Progetto architettonico Eng Group (Sandro Tagliaferri Michele Bertagnolli e Michele Buizza)

Eng Group

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Direzione lavori e sicurezza Sandro Tagliaferri Impresa di costruzioni Ediltione

Rivestimento esterno Rheinzink (fornito da Alpewa)

Superficie lotto 3.800 mq

Volume totale 6.150 mc

La pianta del primo piano, con le diverse configurazioni che può assumere la sala centrale. Sotto, sulla copertura in Rheinzink è postato un parco fotovoltaico che contribuisce al Group).(img.elettricofabbisognodelcentrocourtesyEng

CREDITI

Superficie edificata 1.580 mq

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[ 77 ]IOARCH_101Richiedi maggiori informazioni a info@alpewa.it o visita il sito www.alpewa.com Centro di AggregAzione giovAnile (tn) Progettista eng grouP Prodotto rhz grAPhite grey installatore FederiCi lrivelAttonieriStiAMo‘ArChitetturA

L’esterno e una scala della palazzina ai Parioli. Sotto, la porta a bilico che separa il soggiorno dalla cucina, in ferro e vetro come il mobile-architettura – a destra – che unisce/divide l’ambiente di soggiorno (ph. ©Moreno Maggi).

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COSTRUITA NEL PROGETTORISTRUTTURAZIONE1953.EDIINTERNI DI SERGIO BIANCHI › ARCHIWORKS

RESIDENZA PRIVATA, ROMA

Negli anni della ricostruzione e del boom eco nomico – scriveva qualche anno fa l’architetto Marco Pietrosanto a proposito della mostra ‘L’invenzione della palazzina romana’ – la Pa lazzina è la tipologia edilizia in cui si rivela la commistione di diversi archetipi rimontati eludendo la loro originaria matrice costitutiva. Il suo antecedente logico è il Villino e il suo riferimento ideologico la città-giardino, che scardina la Roma ottocentesca voluta dai Sa voia e l’organizzazione sociale a essa sottesa. Il quartiere Parioli, dove sorge anche questo pregevole edificio di sei piani, progettato da Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti con due scale contrapposte e fronti diversi secondo l’affaccio, ne è l’esempio.

Ben prima che il rapporto tra gli interni e gli elementi naturali diventasse un mantra, la ri cerca di una relazione con lo spazio esterno era uno degli elementi che guidava il progetto e il disegno in pianta delle palazzine romane. Tale relazione è stata conservata anche nel progetto di ristrutturazione di questo ampio apparta mento al terzo piano, dove tutte le finestre del la zona giorno, affacciate a sud-est, portano in casa le chiome dei pini marittimi e la luce che si diffonde in tutti gli ambienti.

Frutto di lunghi dialoghi con il committente, il progetto è stato occasione di molte riflessio ni e fortunatamente ha potuto concretizzarsi anche grazie ai vincoli di tutela dell’immobile, che hanno limitato le opzioni.

ABITARE UNA PALAZZINA ROMANA

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L’APPARTAMENTO AI PARIOLI DI UNO SCRITTORE SICILIANO, IN UNA CASA DI MONACO E LUCCICHENTI

Costruito artigianalmente, su disegno di Bianchi, in vetro e lamiera di ferro pressopie

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Sergio Bianchi (Roma, 1967) avvia l’attività professionale nel 1997, dopo gli studi presso l’università La Sapienza di Roma. Decisivo l’incontro con Luigi Pellegrin, dal quale impara che come creatore di habitat l’architetto deve sempre contemperare un solido approccio professionale con una ancor più solida propensione all’utopia. Tra l’attività dello studio un complesso di abitazioni a Bevagna (con Elisabetta Straffi), una Casa a Bellegra per Nicola De Risi, per 40 anni segretario di In/Arch, la sede di Rainbow a Loreto, l’ideazione di proposte per Roma (vari studi per Tor Bella Monaca) e la partecipazione a concorsi. Ultimamente Bianchi sviluppa anche progetti espositivi, anche grazie all’amicizia con Chiara e Paolo, i figli di Luigi Pellegrin. Con Chiara Pellegrin cura anche l’archivio del maestro.

Sergio Bianchi

gata, si appoggia al solo pilastro centrale ed è retto da una trave collocata a quattro quinti dell’altezza: lo spazio libero fino al soffitto amplia la sensazione di ambiente open space data dalle grandi vetrate scorrevoli che pos sono unire o separare diversi ambiti senza penalizzare la luminosità. Naturalmente questo elemento svolge anche la funzione di contenitore, in primo luogo di libri perché questa abitazione è soprattutto una casa di libri (e di gatti, per i quali il mobile/architet tura crea percorsi talvolta vietati): di fatto tutte le pareti libere dell’abitazione sono occupate

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Sopra, la dell’appartamentopianta e, in basso, ©Morenodelinlavistocucina,dell’abitazione:ambientilalostudiodalcorridoio,parete-arredolamieranerasoggiorno(ph.Maggi).

Sergio Bianchi ha scelto anzi di conservare più che modificare, salvaguardando le finestre e le porte-finestra in legno di abete Douglas, ri portate all’originale, la finitura in breccia della parte esterna, gli avvolgibili interni a vista. Per migliorare dimensioni e luminosità della zona giorno invece molte partizioni sono state eliminate, sostituite da un arredo-architettura che agisce allo stesso tempo da elemento di unione e separazione e come un nuovo bari centro disegna lo spazio.

www.studiobianchiarchitettura.com

La maggior aprte degli Maggi).vistaeserramentodettaglioconservata.originarielementièstataAccanto,diuninlegnounavvolgibilea(ph.©Moreno

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L’abitazione è ricca di libri. Nella foto, una delle librerie della famiglia nella nuova collocazione in soggiorno (ph. ©Moreno Maggi).

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da librerie: il soggiorno, il lungo corridoio che conduce alla zona notte e allo studio: librerie su misura, librerie a catalogo, librerie prove nienti, come altri arredi, dalle famiglie della coppia che abita la casa.

Altri elementi di novità la grande porta a bili co vetrata che separa la cucina dal soggiorno, che si apre con movimento rotatorio incar dinata a pavimento e soffitto, e i due bagni contrapposti che condividono – l’accesso è sia dall’uno sia dall’altro – l’ambiente doccia, trattato come il resto delle pareti con pitture naturali Oikos ■

I prospetti della villla. Dall’alto in senso orario: Sud, Ovest, Nord, Est. In alto, le colonne binate che sostengono il volume superiore e, a destra, il cemento rosso che pavimenta la scala di accesso e l’ingresso carrabile (ph. ©Leo Torri).

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e i suoi multipli come figura di base – è sot tolineata dalla chiarezza della composizione e arricchita da dettagli che insieme distinguono l’elevazione: due fronti quasi interamente ve trati; leggere strombature che sottolineano la verticalità delle finestre e le fanno proseguire fino al filo dei volumi; bianche colonne bina te che percorrono il fronte nord e sostengono lo sporto del livello superiore, dando vita a un patio che diventa prosecuzione all’aperto dell’area giorno; balaustre di logge e balconi lineari e pulite, di colore nero come quella che fronteggia la piazzola d’ingresso.

La piazzola dell’ingresso carrabile, sormonta ta da una balaustra nera di acciaio, segnala la riservatezza che ci si attende da una residenza privata. Così anche il colore, ottenuto misce lando il cemento con pigmenti rossi, ricorda le mura in laterizio del castello scaligero della città, e nello stesso colore la scala di accesso diventa il percorso privato che attraverso la pendenza del giardino conduce all’abitazione. Lontani il lago e le folle di turisti – per numero di presenze Lazise è il primo centro turistico lacustre italiano, leggiamo su wikipedia, ma chissà se è vero – la casa domina un sereno pa esaggio ondulato di campi, uliveti e abitazioni più o meno rurali.

LA SCALA ROSSA DI VILLA BIANCA

RESIDENZA PRIVATA, LAZISE

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NELL’ANFITEATRO MORENICO DEL GARDA, SULLE PRIME ONDULAZIONI INTORNO A LAZISE, UNA NUOVA RESIDENZA PROGETTATA DALL’ARCHITETTO PIER SOLIERI

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La semplicità del concept – due volumi sovrap posti, slittati tra loro di 90 gradi, il quadrato

Anche alla semplicità dell’assetto funzionale – garage e servizi al piano interrato, living e cucina al primo livello, due camere al secondo piano, quattro bagni – corrisponde una cura

Climatizzazione Mitsubishi Electric

CREDITI

degli interni non comune, con interessanti scelte spaziali e materiche, come la pavimenta zione in cocciopesto. In particolare, il setto cui si appoggia la minimale scala interna, con gra dini fissati direttamente alla parete, è rivestito sui due lati con lastre di marmo verde 60x120. Sul lato opposto alla scala il marmo è lo sfon do, protetto da vetro sui tre lati, di un cavedio che riceve luce dalle finestre del piano superio re e contribuisce al comfort visivo del living. Al livello più privato la camera padronale è in suite con la sala da bagno con doccia, ma una vasca scultorea collocata in camera, ad angolo tra due finestre, consente di prendere un ba gno rilassante osservando il panorama. Il comfort termico è assicurato da un impian to centralizzato in pompa di calore Mitsubishi con distribuzione del calore a pavimento e raf frescamento a soffitto ■

Committente privato

Superficie edificata 165 mq su 3 livelli

Pier Solieri

Serramenti Wolf Fenster

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Dopo le prime esperienze professionali in Italia e all’estero e la laurea in architettura all’Università di Parma Pier Solieri (Modena, 1980) apre a Milano il proprio studio che con uno staff interno di cinque professionisti e una rete di collaboratori specializzati nei diversi settori e di consulenti esterni gestisce in autonomia tutte le fasi della commessa, dalla progettazione architettonica, strutturale e ambientale alla valutazione economica, direzione lavori e contabilità fino alla consegna. Attivo da più di dieci anni nel contesto europeo, lo studio ha sviluppato decine di progetti di varia tipologia per aziende private e pubbliche amministrazioni. www.piersolieri.com

Superficie lotto 2.000 mq

Località Lazise

Cronologia 2019-2022

Il living con il cavedio vetrato che riceve luce dall’alto. Sotto, a lato della parete in marmo verde si appoggia la leggera scala interna (ph. ©Leo Torri).

Progetto architettonico Pier Solieri

Realizzazione arredi Bespoke Mohd Marmo Bagnara Marmi

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Bagni Agape

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a Mantova quasi 50 anni fa dai fratelli Giampaolo e Emanuele Benedini, Agape presenta una gamma di più di 550 prodotti progettati da maestri del design e dell’architettura contemporanea per ogni esigenza funzionale dell’ambiente bagno.

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In alto, la camera da letto padronale arredata anche con una vasca freestanding Neb di Agape. A destra, scorcio del bagno en suite attrezzato con una doccia doppia del programma Plan-a, rubinetteria Square e accessori Surf appoggiati sul sistema Flat XL, tutto Agape (ph. ©Leo Torri).

Quella collocata tra due vetrate panoramiche nella camera da letto padronale è una vasca freestanding Neb, design Benedini Associati, prodotta da Agape. La forma asimmetrica, il fondo piatto e i bordi dallo spessore ridottissimo ne fanno un esempio dell’abilità dell’azienda nel campo della lavorazione del Cristalplant© biobased, l’unico solid surface prodotto con resina ricavata dal mais. Estremamente leggera – solo 76 Kg – e facile da installare, Neb è disponibile bianca o bicolore grigio chiaro o scuro e abbinabile al lavabo disponibile nelle medesime Fondatafiniture.

AGAPEwww.agapedesign.it

A destra in alto, il progetto Cusenza+Salvo).TrapanieadiilNelleaAFavignana.Bianchedell’hotelampliamentodiCavedisinistra,residenceSanVitoLoCapo.assonometrie,progettodifit-outunasteak-houseCastelvetranodiunufficioa(courtesy

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› I PROFILI DI LPP

Lo studio Cusenza+Salvo è stato fondato negli anni Ottanta a Trapani da Rosario Cusenza e Maria Salvo. Rosario Cusenza si laurea a Firenze nel 1979 con Giovanni Klaus Koening e dopo la laurea intraprende un lungo sodalizio professionale con Cristiano Toraldo di Francia. Con Maria Salvo, laureata a Firenze nel 1980, lo studio ha partecipato alla 12. (2012), 14. (2014) e 16. (2018) Biennale di Architettura di Venezia, è stato finalista alla Triennale di Milano per la Medaglia d’oro all’Architettura Italiana 2012 e selezionato per la Biennale di Pisa 2017. Dal 2017, dopo la laurea alla Facoltà di Architettura di Firenze, entra a far parte dello studio Simone Cusenza. Cusenza+Salvo dal 2010 fa parte di Aiac (Associazione Italiana Architettura e Critica), che promuove l’evento annuale Architects Meet in Selinunte. www.cusenzasalvostudio.it

› I PROFILI DI LPP

in una realtà geografica, la Sicilia occidentale, dove forte è stata, soprattutto in questi ultimi decenni, la domanda turistica, Cusenza e Salvo sono impegnati nella realizzazione di residenze e strutture ricettive. Fedeli all’insegnamento problematico di Koenig e allo sperimentalismo di Toraldo di Francia, i due evitano di farsi intrappolare in troppo segreganti cliché stilistici: mettono alla prova forme antiche e moderne, per esempio tetti a falda e strutture di ferro a vista, materiali locali quali i conci in tufo, magari tagliati fuori misura. Lo studio progetta mo-

di Luigi Prestinenza Puglisi

CUSENZA + SALVO

EREDITÀ DELLA FORMAZIONE FIORENTINA NEGLI ANNI SETTANTA, PRODUZIONEILSPERIMENTALISMOANNIFIORENTINATURISTICHE‘CAVERILIEVO,PIÙSICHEPRODUZIONEILSPERIMENTALISMOLOACCOMPAGNARIGOREGEOMETRICODELLADELLOSTUDIO,CONVOLUTEINFRAZIONIADATTAANCHEAICONTESTIDIFFICILI.DIVERSEEDIACOMINCIAREDALBIANCHE’,LESTRUTTUREREALIZZATENEGLISETTANTA,LOACCOMPAGNARIGOREGEOMETRICODELLADELLOSTUDIO,

Lo studio Cusenza+Salvo è stato fondato all’inizio degli anni ottanta a Trapani da Rosario Cusenza e Maria Salvo. Entrambi siciliani, si sono formati nell’università di Firenze. In un ambiente che alla fine degli anni settanta era particolarmente stimolante, segnato dalle avanguardie e dall’architettura radicale di gruppi quali Superstudio e Archizoom, dalla critica appassionata, ironica e sferzante di Giovanni Klaus Koenig e dall’eredità di indimenticabili personaggi dall’immenso talento quali Giovanni Michelucci, Leonardo Savioli e Leonardo Ricci. Con quest’ultimo Cusenza collabora durante gli ultimi anni di formazione universitaria. Ma è con Cristiano Toraldo di Francia, uno dei fondatori e protagonisti di Superstudio, che i due architetti si trovano a progettare, una volta tornati in Sicilia. Insieme realizzano una banca e il progetto per il teatro all’aperto in Valderice, un’opera geometricamente rigo-

rosa e ben ambientata nel contesto. Caratteristica questa che, sia pure con declinazioni diverse, costituirà un motivo ricorrente della produzione dello studio con opere particolarmente felici che sanno dialogare con i contesti ambientali anche i più difficili, senza mai perdere unità di Operantiforma.

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Vi sono, infine, progetti e realizzazioni dello studio a Ra venna, Rimini, Amsterdam e Parigi. E diverse realizzazioni per le attività produttive, soprattutto oleifici, e per i locali commerciali, un paio dei quali sono illustrati in queste pa gine. La strategia, come sempre, è combinare forme, ma teriali e colori ma senza mai perdere il controllo generale. È l’insieme e mai il particolare quello che conta ■

Il particolare contesto ambientale ha richiesto la costruzione di un edificio a bassa tecnologia e l’impiego di materiali adeguati a sostenere una profonda relazione con il luogo e il clima.

La zona di escavazione, a una quota di 12 metri al di sotto del piano di campagna, ha un’estensione di 9.500 metri quadrati.

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Dal 2017 entra a far parte dello studio Simone Cusenza, anche lui con formazione fiorentina, ma con precedenti studi al Politecnico di Torino.

Il progetto di albergo ipogeo si è prefissato di non modificare gli spazi escavati di fondo cava e i grandi muri di calcarenite (veri e propri monoliti alti anche 12 metri e spessi fino a 5) residuati dall’attività estrattiva che hanno quindi stabilito il dimensionamento e lo sviluppo planimetrico e altimetrico.

In alto, Cusenza+Salvo).(courtesyampliamentoeiNellauncamereilfendituraunaBianche.dell’hotelvistaCaveAsinistra,profondaseparavolumedelleecreapozzodiluce.planimetria,volumiesistentiilprossimo

duli abitativi che assumono connotazioni spaziali diverse a seconda della posizione in cui – come se si trattasse di dadi che possono toccare terra appoggiandosi a una fac cia o a un’altra – vengono collocati. Anche nelle opere che sembrerebbero più in sintonia con il linguaggio razionali sta, non è difficile individuare volute infrazioni: un taglio che apre a uno squarcio paesaggistico, l’inserzione di un elemento colorato, un calibrato disallineamento.

Cave Bianche

Albergo ipogeo, Favignana

Il complesso si configura secondo una sequenza di volumi separati l’uno dall’altro attraverso tagli verticali che lasciano entrare la luce e l’aria e regolano la temperatura degli spazi interni. Il volume destinato alle camere è suddiviso in due parti distanziate l’una dall’altra da una feritoia che taglia l’edificio in tutta la sua altezza permettendo alla luce naturale di penetrare dall’alto all’interno dei tre piani di elevazione: una soluzione mutuata dai pozzi di luce che venivano realizzati per illuminare e regolare la temperatura all’interno delle cave. anche i grandi muri residuali contribuiscono a ridurre la temperatura interna schermando e deviando i raggi solari.

› I PROFILI DI LPP

Dove Rosario Cusenza e Maria Salvo mostrano consu mato talento è nell’inserimento di architettura contem poranea all’interno di vecchie cave. Si tratta di contesti ambientali che hanno una bellezza aspra e suggestiva che può emergere solo se si sa operare per contrasto. Inserendovi cioè volumi caratterizzati da linee asciutte ed essenziali, ampie vetrate, materiali solidi e squadrati organizzati secondo ritmiche sequenze spaziali, evitando inutili morbidezze e ammiccamenti. Un compito nel quale i due riescono particolarmente bene, unendo insieme la plastica sensibilità isolana e l’asciutta formazione tosca na. D’altronde – sia detto tra parentesi – è lo stesso con nubio dimostratosi particolarmente funzionante in uno dei capolavori dell’architettura del dopoguerra, il villaggio del Monte degli Olivi di Leonardo Ricci.

Il progetto consiste nella realizzazione di una struttura alberghiera attraverso il recupero della più grande cava ipogea di calcarenite dell’isola di Favignana, dismessa nel 1970. Iniziati nel 2003 con il consolidamento e la messa in sicurezza del sito, i lavori sono stati ultimati nel 2015.

Per l’incontro e la conoscenza

L’intervento consiste nel recupero ambientale di una cava di calcarenite dismessa e nella realizzazione al suo interno di un padiglione di quattro elevazioni fuori terra. Al pari del ‘Cave Bianche’ anche questo progetto – in fase di sviluppo –affronta il rapporto tra nuovo edificato e paesaggio sull’isola di Favignana. Le dimensioni e le alti pareti che delimitano lo spazio di questa ex-cava di calcarenite, profonda circa 16 metri, hanno stabilito il dimensionamento planimetrico e altimetrico del progetto, che non modifica in alcun modo lo stato dei luoghi ma si colloca all’interno senza interferire né con le pareti esistenti, né con il piano di fondo cava se non per una porzione ridotta. L’intervento innesta tra le quattro pareti della cava due volumi con struttura portante in legno lamellare, dove è stata inserita una fitta rete di cavi d’acciaio che nasconde le funzioni svolte all’interno: un parcheggio per veicoli ad alimentazione elettrica, una biblioteca, una palestra e un impianto fotovoltaico. La struttura portante, costituita da una maglia di travi e pilastri a vista, disegna le facciate dei volumi. All’esterno un grande bacino d’acqua mitiga la temperatura esterna.

Padiglione ipogeo, Favignana

Il blocco di calcarenite faccia-a-vista è l’unico materiale utilizzato per la costruzione degli edifici che, come nella tradizione costruttiva locale, ha permesso di reinterpretare la poetica del non finito.

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Le acque piovane provenienti dai solai di copertura vengono raccolte in una cisterna e rimesse in circolo all’interno dell’impianto idrico. Quelle che cadono sul fondo cava, filtrate e raccolte all’interno di 14 pozzi collegati tra loro e con una grande vasca di raccolta sono invece utilizzate per l’irrigazione del giardino, cui contribuiscono anche le acque reflue dopo un trattamento di depurazione. La struttura è provvista di impianto solare e fotovoltaico.

0 5m gym -12.40m pool locker rooms cafe -16.00m library -8.60m › I PROFILI DI LPP

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I volumi della villa rivolti verso il giardino. A destra la pianta e, sotto, vista d’insieme della proprietà Cusenza+Salvo)(courtesy

Villa a Erice

Aggregazione di volumi

Un nucleo centrale profondamente radicato nel terreno attorno al quale si articolano tre volumi sospesi a sbalzo sul suolo. Il principio compositivo di questa residenza unifamiliare riprende in chiave moderna la logica che per secoli ha caratterizzato le locali costruzioni rurali spontanee: un primo edificio dove si svolgevano tutte le funzioni necessarie alla vita della famiglia al quale nel tempo altri se ne aggiungevano, secondo le necessità lavorative oppure perché la famiglia si ampliava, dando vita a organismi edilizi articolati formati dall’aggregazione di piccoli volumi. Il volume principale dell’abitazione, raggiunto da un’aerea rampa con parapetto vetrato che scavalca l’ingresso carrabile al garage sotterraneo, è destinato al soggiorno-pranzo mentre gli altri sono destinati alle camere da letto e alla cucina, dove si apre un ingresso secondario. La rinuncia a una corte interna è ampiamente compensata dal giardino e dalla piscina, con annessi ambienti di servizio, del lotto pianeggiante.

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Accanto, la palazzina posta a nord del lotto a Cusenza+Salvo).progettol’assonometriacarrabiledall’ingressoInappenacostruzionecompletata.basso,vistaealcentrodel(courtesy

Il progetto consiste nella realizzazione di quattro unità abitative, su un lotto di 2.200 metri quadrati di forma rettangolare la cui pendenza ha determinato la disposizione dei volumi. La predominanza dell’intonaco bianco e delle ampie superfici vetrate conferisce leggerezza e eleganza alle abitazioni, che si compongono di un piano interrato, piano terra e un piano primo.

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Quattro abitazioni a Trapani

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La struttura portante è in travi e pilastri in cemento armato e solaio in laterocemento e presenta un giunto di dilatazione Isismica.pianiinterrati sono destinati ad area a parcheggio e locale sgombero, il piano terra è destinato a zona giorno, il piano primo a zona notte. Un pergolato realizzato con travi secondarie in legno e travi portanti perimetrali in c.a. è collocato sul fronte sud di ogni unità abitativa. Ogni unità è inoltre dotata di cisterna autonoma per accumulo di acqua potabile collocata all’interno del lotto.

Bianco assoluto

Il riuso delle architetture del passato per adattarle a nuove funzioni, almeno in Italia e nel bacino del Mediterraneo, non è certo una novità e semmai dal punto di vista ambientale è la modalità più virtuosa per intervenire sul costruito. Ma rendita fondiaria, esigenze finanziarie, vincoli strutturali e normativi favoriscono in genere pratiche di demolizione e ricostruzione o peggio di nuova costruzione su greenfield. Ecco però che anche in Paesi dove la crescita è tumultuosa – ben dieci dei 35 progetti illustrati in questo volume riguardano la Cina – prende piede una nuova cultura votata alla trasformazione dell’esistente per adeguarlo a funzioni dell’oggi: silos

Building for Change. The Architecture of Creative Reuse a cura di Ruth Lang Gestalten, Berlino, 2022 pp. 256, Ill. EN, 50 euro ISBN 978-3-96704-044-9

Se i criteri di ammissione alla rete dei ‘borghi più belli d’Italia’ e di analoghe associazioni hanno favorito la diffusione di buone pratiche per il rispetto del territorio, ormai la retorica del borgo, con quella delle ‘eccellenze’ e della ‘sostenibilità’, va a danno di paesi e paesini che borghi non sono ma dove le persone abitano e desidererebbero continuare a farlo se solo disponessero di servizi essenziali e funzionanti: sanità, istruzione, reti.

del grano che diventano musei e alberghi (Heatherwick in Sud Africa); fabbriche tessili residenze (Brandlhuber+ a Potsdam). È l’industrializzazione che permette di usare in maniera innovativa materiali leggeri per realizzare box-inthe-box all’interno di stazioni in disuso come la Gare Maritime a Bruxelles ma è un diverso approccio culturale, più attento alla storia e alla memoria, che apre la strada a un’architettura creativa meno formale, più interessata al luogo e alla sua storia che alla decorazione e al segno autoriale. In una crescente sensibilità ambientale, al riuso delle funzioni si aggiunge poi quello dei materiali ricavati nel corso delle trasformazioni. Nelle opere

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CAMBIO DI DESTINAZIONE

Il Belpaese che dimentica i paesi a cura di Filippo Barbera, Domenico Cersosimo, Antonio De Rossi Donzelli Editore, Roma, 2022 pp. 200, 17,10 euro ISBN 978-88-5522-356-0

Davide Vargas Napoli scontrosa La Nave di Teseo, Milano, 2022 pp. 500, 25 euro ISBN 978-88-346-1127-2

illustrate, che rappresentano altrettanti spunti di idee (non mancano, nel capitolo finale, nuove costruzioni progettate già oggi per un agevole disassemblaggio futuro), quasi mai il movente è una tutela imposta dalle autorità.

MA CHE BEL PRESEPE

Dal 2017, ogni sabato sull’edizione di Napoli di Repubblica Davide Vargas racconta e disegna edifici, pezzi di città e di territorio che osserva con sguardo che l’architettura ha educato a indagare, misurare, valutare, scoprire relazioni e ‘sentire’ lo spazio. Uno sguardo che rifugge dagli stereotipi e tempera l’amore per una città paradigma di tutte le autentiche città stratificate che pure traspare da ogni riga e rinuncia a priori, prendendo semplicemente atto di quel che esiste per comprenderlo e aiutarci a comprenderlo, alle lagnanze che in genere accompagnano l’osservazione. Ora La Nave di Teseo ha raccolto 150 di questi racconti in Napoli Scontrosa (perché “i luoghi, si sa, sono scontrosi e pretendono occhi contemporanei. Se no si rinchiudono in un silenzio inaccessibile”). Il rigore necessario per tenere una rubrica, seppure a cadenza settimanale, comporta che ogni racconto sia di 4.500 battute – un minuto di lettura – eppure, dalla Stazione Centrale all’incompiuta di Palazzo Donn’Anna (“una Pietà Rondanini emergente dalle acque”) dalla chiesa di Santa Maria della Stella alle Paparelle (“una specie di scrigno oppresso dalla crosta edilizia”) all’area del Porto, la lettura può diventare un viaggio di conoscenza infinito tra ricerche su Google Maps (come è capitato a noi, che Napoli conosciamo solo da turisti) e approfondimenti su architetti del Seicento o del Novecento come Davide Pacanowski, architetto polacco allievo di Le Corbusier che si trasferì a Napoli dove venne imprigionato in seguito alle leggi razziali, poi autore di Villa Crespi. Nel volume anche alcuni dei disegni – in bianco e nero, non nel marrone del caffè spalmato che accompagnano la rubrica su Repubblica – che sono la seconda operazione di conoscenza svolta da Vargas.

› DESIGNCAFÈ

Contro i borghi

Sotto il profilo culturale l’idea stessa di borgo asseconda consolatorie tendenze ecologiste ( “il buen retiro salvo litigare col bifolco che ancora ci vive e si ostina a non capire il senso della bioarchitettura”, Selmi, a pagina 91) e classiste, visto che alla fine può farci smart working solo chi se lo può permettere, per gli altri la gita domenicale a San Gimignano, che su Instagram viene così bene. E sotto il profilo di governo del territorio, ampiamente approfondito in questo saggio al vetriolo che raccoglie 30 contributi di architetti, urbanisti, sociologi, antropologi e docenti e ricercatori di economia, alla luce del bando del Pnrr ‘Attrattività dei borghi’ chiuso il 15 marzo 2022 con uno stanziamento di poco più di un miliardo di euro. Un bando che nell’urgenza della cantierizzazione immediata sembra trascurare quella ‘bruttitalia’ che non ha bellezze culturali o paesaggistiche da vendere ma che è l’Italia che conosciamo. “La fortuna nel tempo di ogni territorio – scrivono nel loro saggio sul marketing delle ‘case a un euro’ Cersosimo, Librandi e Nisticò – è quella di essere continuamente riabitato e rigenerato, a condizione, però che la parola abitare non si riduca a indicare un trapianto senza criterio di persone in cerca di un altrove non-urbano, di un’ingenua tranquillità preconfezionata”.

AMATA PARTHENOPE

Nebulosa della Carena, al centro della via Lattea, lontana 7.600 anni luce. Immagine presa dal James Webb Space Telescope (ph. Nasa, Esa, Csa, Stsci). a cura di Carlo Ezechieli L’AMBIENTE È IL TEMA AL CENTRO DEL DIBATTITO IN ARCHITETTURA E I LUOGHI NE SONO IL CAMPO DI APPLICAZIONE DIRETTO. UN PERCORSO ALLA SCOPERTA DEL RAPPORTO TRA PROGETTO E VALORE DI UN SISTEMA AMBIENTALE CHE SI ESTENDE NELLA PROFONDITÀ DELLO SPAZIO E DEL TEMPO › DEPTH - TEMPO E ARCHITETTURA TEMPO PROFONDO

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Nonostante mille chiassosi e noiosissimi pro grammi radiofonici, talvolta accadono scoper te inaspettate. A me capitò anni fa, viaggiando in automobile, di imbattermi per puro caso in una trasmissione di Rai3. Il tema era l’opera dello scienziato Charles Lyell, colui che pose le basi per la geologia moderna. Il curatore e narratore era Telmo Pievani, filosofo della bio logia, evoluzionista, saggista, autore di innu merevoli articoli pubblicati su alcune delle più autorevoli riviste scientifiche. Il suo racconto riguardava non solo Lyell ma anche il Tempo Profondo, un concetto evolutosi in geologia all’inizio dell’Ottocento che, insieme alla fal sificazione di ogni precedente dogma creazio nista, dava origine a un salto incredibile nel modo in cui vediamo il mondo.

l’ambiente – ricorrenti in architettura. Del resto anche Luigi Snozzi, un architetto, con l’affermazione che “un vero prato arriva fino a centro della Terra” rendeva evidente come re lazionarsi a qualcosa di non immediatamente visibile, come appunto ciò che si perde nella profondità della Terra e del Tempo, sia fonda mentale per costruire una serie di poetiche. Vedere distante, vedere in profondità, forse è proprio questa la chiave che emerge da questa conversazione con Telmo Pievani, tra scienza, ambiente, arte e architettura.

Il problema sta nel fatto che le soluzioni tecno

Chi l’avrebbe mai detto che il 23 ottobre 4004 a.C, precisamente a mezzogiorno, Dio creò il mondo. Questa convinzione, per quanto strampalata, venne data per scontata per secoli fino almeno alla fine del ’700 quanto James Hutton, pioniere della moderna geologia, definì l’idea filosofica di Tempo Profondo. In base a questo concetto la storia della Terra era il risultato non di una creazione, ma di una lunga e complessa serie di eventi che si erano sviluppati nel corso di centinaia di milioni di anni. Una prospettiva che, oltre ad aprire nuove frontiere scientifiche, ridimensionava clamorosamente la posizione dell’essere umano nell’universo. Oggi in architettura il tema al centro del dibattito è il nostro rapporto con il contesto fisico e ambientale. I luoghi ne sono il campo diretto di applicazione. Abbiamo ormai imparato che ogni luogo ha un’origine e un vissuto che trascende ampiamente sia la nostra esistenza che il nostro ego. Ha un trascorso di milioni di anni e continuerà per milioni di anni e la chiave che in futuro potrà cambiare il nostro modo di vedere e fare le cose è riconoscere il primato di un sistema ambientale che si estende nella profondità dello spazio e del tempo. E tutto questo superando un’etica ambientalista e moralista da ‘salviamo il pianeta’ che vede il mondo come qualcosa di superficiale ed esterno, affidato alla nostra esclusiva Noimisericordia.architetti osserviamo l’ambiente, e nello specifico i luoghi, ancora troppo distrattamente. Non vediamo oltre, non vediamo in profondità. Non cogliamo quanto, apparentemente invisibile, ne è in realtà l’anima. Come gli ‘occhi che non vedono’ che Le Corbusier riferiva ai contemporanei, anche questa è una forma di cecità. È come se stando su una barca in mezzo al mare se ne osservi solo la superficie, restando del tutto inconsapevoli che sotto di essa esiste un intero universo.

Telmo Pievani

Da almeno vent’anni scienziati e tecnologi svi luppano soluzioni cosiddette sostenibili, ma le emissioni di CO2 e in generale l’ambiente, per fino nei paesi più consapevoli dal punto di vista ambientale, peggiorano inesorabilmente. Dov’è il problema?

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di Carlo Ezechieli

LA NECESSITÀ DI COGLIERE L’ESTENSIONE E LA PROFONDITÀ DEL TEMPO NEL RAPPORTO TRA PROGETTO DI ARCHITETTURA E LUOGHI

Filosofo ed evoluzionista, Telmo Pievani (1970) ricopre la prima cattedra italiana di filosofia delle scienze biologiche presso il dipartimento di Biologia dell’Università di Padova. Tra i suoi libri Serendipità. L’inatteso nella scienza (Cortina, 2021) Finitudine (2020), Homo Sapiens e altre catastrofi (Meltemi, 2018) e La vita inaspettata (Cortina, 2011). Collabora con Il Corriere della Sera, Le Scienze e www.telmopievani.comMicromega

C.E.

Occhi che non vedono

Era una storia che, sorprendentemente, porta va incredibile chiarezza rispetto a temi – dal rapporto con la storia a quello con il luogo e

ALLA RICERCA DI UN NUOVO LINGUAGGIO

RIPERCORRIAMO CON TELMO PIEVANI, FILOSOFO DELLA BIOLOGIA EVOLUZIONISTA E SAGGISTA, LA PROFONDITÀ DEL TEMPO E IL RAPPORTO TRA IL GENERE UMANO E LA TERRA. UNA CONVERSAZIONE TRA SCIENZA ARTE E ARCHITETTURA

Sopra, Unknows,(courtesyFournier,VincentMarsUnknownTriennale di Milano).

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Sotto, Christian Kerez, edificio per appartamenti a Zurigo, 1999-2003 (ph. ©Walter Mair).

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logiche e le strategie innovative non bastano se non sono inquadrate in un cambiamento pro fondo dei nostri modelli di sviluppo, di con sumo e di distribuzione delle risorse. Anzi, c’è il rischio che le tecnologie diventino un alibi, come quello di chi propone di fare la geoin gegneria climatica per addomesticare l’atmo sfera. Illusioni pericolose. La chiamano ‘tran sizione’ ma secondo me è un termine ormai troppo accomodante. Sarà una ristruttura zione complessiva, e non indolore purtroppo. Negli ultimi due anni ci siamo accorti, a nostre spese, del legame tra crisi ambientale e rischio pandemico, tra riscaldamento climatico e in stabilità geopolitica, tra la guerra e il ritardo ulteriore che avremo nel ridurre le emissioni. Le grandi crisi globali sono connesse tra loro, e non è una buona notizia.

vedere il mondo degli ultimi 30 anni? Sicuramente la rete, che è diventata un nuovo ambiente, una nuova nicchia ecologica in cui i nostri cervelli sono immersi per molte ore al giorno. L’abbiamo inventata noi, in modo se rendipitoso e imprevisto, e adesso ci stiamo adattando a essa. Come spesso accade ai cam biamenti evolutivi, è ambivalente. Ci permet te di accedere a informazioni preziosissime, ci arricchisce, ci aiuta, crea nuove comunità. Allo stesso tempo, benché sia uno spazio ipertecnologico e pieno di continue innovazioni, la nostra mente sta perseverando persino dentro questa ecologia nei suoi vizi più antichi, primo fra tutti il tribalismo: camere dell’eco, pregiu dizi di conferma, bolle di fake news, violenza verbale, rifiuto del diverso, certezze intossi canti, mode effimere e conformismi di grup po. Il nostro cervello si è adattato ri-generando i tribalismi digitali.

Sempre che sia possibile identificarne uno, quale crede sia il più grande cambiamento nel modo di

“Abbiamo bisogno di linguaggi che tocchino le corde più profonde delle nostre emozioni, facendoci sentire parte integrante di una rete di relazioni che nutre la nostra vita”

Da Copernico a Darwin, per citarne solo un paio, le idee scientifiche hanno fatto la rivoluzio ne. Di che tipo di idee, o di rivoluzione, abbiamo bisogno oggi?

Telmo Pievani

si facciano scoperte del tutto sorprendenti ri spetto alla nostra immaginazione di oggi. Mi aspetto l’inatteso.

Qual è la parte più bella del suo lavoro?

La filosofia della scienza e l’evoluzione sono due campi di studio bellissimi. Non si finisce mai di imparare, di stupirsi, di rivedere i pro pri assunti, di aggiungere nuovi tasselli di co

“Guardando negli abissi del tempo, la mente è preda di vertigini che la stordiscono”, diceva lo scienziato John Playfair riferendosi a Hutton, e suona un po’ come “ove per poco il cor non si

spaura” di Leopardi. Qual è il dialogo tra poesia e scienza? Tra immaginazione e scoperta? La scienza ha alimentato per secoli la nostra im maginazione, anche attraverso lo stordimento e lo smarrimento di riconoscersi come una cosa tanto piccola in un vasto universo, una presen za marginale nel tempo profondo e nello spazio profondo. La scienza mina in continuazione il nostro narcisismo di specie. Questo però non ci ha impedito di illuderci, soprattutto nella gran de accelerazione scattata dal secondo dopo guerra in poi, di essere i dominatori del pianeta, di esserci emancipati dai vincoli naturali. Ades so è la scienza che ha bisogno di poeti, scrittori, artisti, musicisti, che raccontino la crisi del rap porto tra Homo sapiens e la Terra. Da sola non ce la fa, numeri e fatti non bastano più: abbiamo bisogno di linguaggi che tocchino le corde più profonde delle nostre emozioni, facendoci sen tire parte integrante di una rete di relazioni che nutre la nostra vita.

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Le idee realmente innovative in campo scienti fico sono intrinsecamente imprevedibili. In quanti nella generazione a noi precedente avevano previsto ciò che poi abbiamo scoper to, dal web al gene editing? In pochi, persino tra gli scrittori di fantascienza. Nella scienza è rischioso fare previsioni o calcolare ‘cosa ci manca da scoprire’. Proprio quando siamo fiduciosi di aver capito bene un sistema, ecco che ci accorgiamo di quanto non sapevamo. La scienza è meravigliosa per questo: più sai e più hai gli strumenti per sapere che non sai. E quindi continui a cercare, sfidando l’ignoto con la razionalità, la curiosità, la tenacia e il senso di una perenne avventura. Le rivoluzioni scientifiche più importanti sono quelle in cui ti accorgi di non sapere di non sapere, cioè quelle situazioni privilegiate in cui scopri qualcosa di totalmente inatteso che ti fa capire che non ti eri nemmeno accorto di quanto eri ignorante. Errore e ignoranza, nella scienza, sono gene rativi. Quindi, per rispondere alla domanda,

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spero che nel xxi secolo arrivino scoperte e in venzioni attese e di cui abbiamo urgente biso gno (modi sempre più efficienti per imbrigliare l’energia del sole e del vento; la fusione nucle are; la fotosintesi artificiale; la cura genetica di sempre più tumori; un’intelligenza artificiale al servizio dell’umanità), ma spero anche che

Così come abbiamo bisogno di poeti, artisti, musicisti che ci aiutino a comprendere attraverso le emozioni i nessi profondi e ignoti tra la vita, lo spazio e il tempo.

noscenza e allo stesso tempo nuove domande. Adesso per esempio vogliamo capire come mai la nostra è l’unica specie umana rimasta sulla Terra. Un quesito fino a pochi anni fa inesi stente perché davamo per scontato di essere gli unici umani. E invece oggi sappiamo che fino a poche decine di migliaia di anni fa sul nostro pianeta convivevano almeno cinque specie umane diverse, un cambiamento radi cale di prospettiva che genera nuove domande. Questa è la parte più bella del mio lavoro di teorico in un Dipartimento di Biologia: aiutare gli scienziati a farsi le domande giuste e a dare un senso complessivo alle risposte. Immagini di trovarsi nel futuro, tra 200 anni: qual è il suo messaggio per l’epoca presente? Resto ottimista. Mi immagino un messaggio di questo tipo: tra riscaldamento climatico e guerre, vi eravate messi davvero nei guai, avete fatto di tutto per rovinare il futuro delle generazioni successive, ma noi ce la siamo ca vata lo stesso, con un sussulto di saggezza, di giustizia e di creatività tecnologica. Per ono rare il participio di specie, un po’ presuntuo so, Sapiens, che Linneo ci affibbiò nel lontano Settecento dei Lumi ■

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quattro Listening Chambers della mostra riflette sull’origine della vita.

UNKNOWN UNKNOWNS AN INTRODUCTION TO MYSTERIES ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI TRIENNALE MILANO

23 A

Sopra, Gaia Stellar Motion for the Next 400 Thousand Years, ©ESA Gaia DPAC; a destra, Pogo, Walter Tschinkel (courtesy Unknown Unknowns, Triennale di Milano).

I temi di Tempo Profondo, e in particolare quelli che emergono dall’intervista con Telmo Pievani, presentano sorprendenti affinità con la mostra tematica Unknown Unknowns della 23. Esposizione Internazionale di Triennale Milano, main curators l’astrofisica Ersilia Vaudo e l’architetto Francis Kéré, in corso fino all’11 dicembre presso il Palazzo dell’Arte. Per questo abbiamo deciso di accompagnare questa intervista con le immagini di alcune delle opere che formano il percorso espositivo di Unknown Unknowns, che peraltro comprende anche un contributo dello stesso Pievani, che in una delle

Già messa in crisi dalle teorie quantistiche dei primi del Novecento che solo a posteriori hanno trovato conferma sperimentale, l’esperienza sensibile si è rivelata anche il principale limite alla conoscenza e l’inatteso, ovvero esattamente ciò che nemmeno sapevamo di non sapere, il motore di una ricerca di cui c’è sempre maggiore bisogno.

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Barozzi percomuniidentità,Ognil’autonomianecompositivonell’estensionedelleparlanoGlilagiardinoridottoaccessocontengachelivelloglivolumePlantalotto,NonostanteCOIRA,BÜNDNERVeigaKUNSTMUSEUM2012-2016iseverilimitidell’ampliamentodiVillariducealminimoilesternocollocandospaziespositivisottoildelsuolo,inmodoilvolumeemergentesololeareedipubblico.L’ingombroconsentediampliareilesistentemigliorandocoesionedell’insieme.ornamentidiVillaPlantadegliinflussiorientalisueorigini,mentreilsistemadellefacciaterafforzal’espressivitàerispettoallaVilla.edificiomostralapropriabasatasuprincipi(strutturaeornamento)rafforzarel’ideadiuntutto.

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UNA CONVERSAZIONE CON FABRIZIO BAROZZI, DELLO STUDIO BAROZZI VEIGA, SULLA PROFONDITÀ DEL TEMPO E DELLA STORIA NEL PROGETTO DI ARCHITETTURA

Lo studio Barozzi Veiga è stato fondato a Barcellona da Fabrizio Barozzi (nella foto) e Alberto Veiga nel 2004. Da allora ha ottenuto numerosi premi a livello internazionale concentrando la propria attività su spazi culturali, civici e di istruzione distinguendosi con opere notevoli come i Ribera del Duero Hq (2011), la Filarmonica di Stettino (2014), il Bündner Kunstmuseum di Coira (2016), il Musée cantonal des Beaux-Arts a Losanna (2019) e la Tanzhaus di Zurigo (2019). Fabrizio Barozzi (Rovereto, 1976), ha studiato architettura all’Università Iuav di Venezia e ha proseguito gli studi accademici presso l’Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Sevilla e l’École d’Architecture de Paris La Villette. Ha insegnato all’Università Internazionale della Catalogna a Barcellona (2007-09) ed è stato professore associato all’Università di Girona (2009-16), Visiting Professor all’Università Iuav di Venezia (2013–15), al Mit (2016–18) e alla Cornell University (2020). www.barozziveiga.com

Fin dai primi progetti, abbiamo iniziato a la vorare sulla relazione con il contesto e con la

La Filarmonica di Stettino prima, le cantine di Ribera del Duero poi, due progetti di concorso che hanno avuto la fortuna di essere realizzati dando vita alla capacità espressiva di Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga, allora giovanissimi e talentuosissimi architetti. Due progetti che, come tutti i loro successivi, si distinguevano per la capacità di cogliere la profondità della storia, lo spirito del luogo, riprendendone ed attualizzandone i tratti per realizzare opere che, malgrado fossero recenti, sembravano es sere lì da secoli. Questo dialogo con Fabrizio Barozzi è un racconto sia di un inizio che di percorso.

di Carlo Ezechieli

specificità del luogo. Nel progetto d Szczecin, ma anche già precedentemente ad Águilas e a Roa, si legge chiaramente la voglia e lo sforzo di entrare in una relazione intima con il luo go, con l’idea di contesto. È stata fin da subito una missione molto importante per noi, senza la quale forse non avremmo saputo costruire quello che abbiamo realizzato. Lavorare con il contesto ha significato per noi progettare ar chitetture che sapessero interpretare il luogo e i suoi caratteri identitari. Non abbiamo mai replicato o imitato gli stilemi autoctoni, ma ab biamo cercato di capire l’essenza di un luogo, per poi filtrarla e astrarla, per dar vita ad ar chitetture capaci di dialogare con il proprio in torno ma al tempo stesso caratterizzate da una certa autonomia formale. Nel corso degli anni il processo si è affinato e forse abbiamo assun to una maggiore consapevolezza, cionono stante questa metodologia di lavoro è rimasta e caratterizza ancora oggi ogni nostro progetto.

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PARLARE CON IL LUOGO

Studio Barozzi Veiga

La Filarmonica di Stettino che ebbi a suo tempo il piacere di visitare è forse la vostra prima opera famosa. Cosa vi aveva ispirato e cosa si ritrova di quel progetto nel vostro lavoro di oggi?

Quali sono state o quali sono le vostre influenze principali?

Personalmente penso che quello che facciamo, quello che fa ogni persona, viene da lontano. Ogni architetto ha la sua storia e questa narra zione è qualcosa di molto intimo, estremamen te profondo. Ogni progetto non inizia quando iniziamo a disegnare, ma è iniziato quando hai iniziato a studiare architettura, o forse anche in precedenza. Nel mio caso credo di voler fare l’architetto da quando ho visto per la prima volta Casa Malaparte, all’età di 12 anni. Ero completamente affascinato. È stata una sor presa totale scoprire che un architetto della mia città, nelle Dolomiti italiane, Adalberto Libera, aveva costruito una casa straordinaria su un’isola così lontana, in un luogo per me quasi estraneo, quasi esotico, su un’isola del QuestaMediterraneo.casarappresenta la prima architettu ra moderna che mi ha affascinato e per molti anni ho pensato e ripensato a questo progetto, che – in un certo senso – nasce da una sorta di casualità. Confesso che c’è tanto di Casa Mala parte nel lavoro che facciamo.

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Quale pensate siano le qualità fondamentali di un capolavoro di architettura?

Credo che la differenza tra un ottimo progetto e un capolavoro stia nella capacità di quest’ul

Credo che tutti i vostri progetti prendano forma da un dialogo molto profondo, e molto riuscito, con la storia e con i caratteri specifici del luogo. È un’interpretazione corretta?

Sì è così, per noi è importante trovare un equi librio tra la relazione con la specificità di un luogo e un’autonomia formale. Lavoriamo sempre su questa dicotomia. Credo che le no stre opere esprimano la tensione che esiste fra questi due opposti. Per l’installazione “A Sen timental Monumentality” che abbiamo fatto per la Biennale di Venezia del 2016 abbiamo cercato di scrivere una sorta di manifesto che spiegasse questo nostro modo di lavorare: una architettura che da un lato cerca una relazione quasi empatica, emotiva e fisica con il suo in torno, ma che al tempo stesso è cosciente che, in quanto oggetto, deve avere un valore ma teriale di per sé, indipendentemente dal con testo. Tra questi due opposti si muove tutta la nostra opera che da un lato costruisce una re lazione con l’intorno e dall’altro se ne disfa. Ci piacerebbe che, osservando una nostra archi tettura, si provasse la sensazione che apparten ga a un determinato luogo, per la capacità di appropriarsene e reinterpretare le condizioni tipologiche e finanche atmosferiche. Al tempo stesso vorremmo che fosse capace di trasmet tere la sensazione di essere qualcosa di nuovo, di aprire nuovi scenari, nuovi punti di vista e possibilità.

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Barozzi Veiga MUSÉE CANTONAL DES BEAUX-ARTS LAUSANNE Il2011-2019progetto

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mira a trasformare un’area di Losanna in un nuovo distretto artistico e coinvolge un contesto urbano molto complesso, interessato da vecchi scali ferroviari dismessi, collegandolo con la piazza della Stazione. L’idea è che tre nuovi edifici gravitino attorno a questo spazio aperto e siano intesi come un’unica entità. Il nuovo foyer dell’edificio emerge dalla facciata di fondo di una ex rimessa dei treni come un objet trouvé, imponendosi come il principale programmadacompositivoelementodelprogettocuiprendevital’interodelmuseo.

inconsapevole a tutte quelle architetture di cui eravamo circondati da studenti. Non so bene perché ma fin da subito ci siamo trovati più a nostro agio a costruire architetture che espri messero un senso di gravità, che si radicassero e pesassero sulla terra. Tutto questo negli ul timi anni è diventato sempre più chiaro e ci rendiamo conto che desideriamo e proviamo a costruire architetture arcaiche, quasi pri mitive, che sfruttano cioè tutta una serie di forme e riferimenti archetipici. Il lavoro svol to a Zurigo ne è un chiaro esempio. È quasi un’infrastruttura, completamente costruita in calcestruzzo armato isolante, senza strati di impermeabilizzazione, per enfatizzare la mas sa, con gli infissi attaccati direttamente al cal cestruzzo, una forma che sembra esprimere la volontà di riportare l’architettura ai suoi fon

damenti. Nel confronto con questa materia ab biamo avvertito l’esigenza di tornare ai fonda menti dell’architettura, la sua geometria, la sua massa, la gravità, la relazione con la luce. Temi fondamentali e fondanti della disciplina. Que sto tornare ai fondamenti fa sì che tutti i nostri edifici alla fine siano estraneamente sintetici. Si riducono a un oggetto con una sua cifra sti listica composta da pochissimi elementi. Con questa chiave di lettura si può intravedere lo scopo della nostra ricerca.

Barozzi attornodicheinferiore:dagliprivati,mantengonoorganizzatiambienti,l’identitàinternicaratterizzanoLedisidellafiume.livellisipercorsicapacenuovodell’edificiofiumelaIl2014-2019TANZHAUSVeigaZÜRICHprogettomiraariattivarepasseggiatalungoilLimmat.LacoperturadiventaunspaziopubblicodicollegareiesistenticheintreccianoadiversilungolaspondadelLacomposizionefacciataprincipalebasasullaripetizioneunelementosingolare.aperturetriangolariglispaziedefinisconodell’edificio.Glichiaramentesuduelivelli,separatigliusiallivellosuperiore,usipubbliciaquellounasuddivisionefavoriscel’attivazioneschemidicircolazioneall’edificio.

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Qual è lo scopo fondamentale del vostro lavoro? Fin dagli esordi abbiamo voluto portare avanti l’idea di una permanenza dell’architettura, il che vuol dire costruire per stare, per durare e anche invecchiare secondo i naturali processi temporali. Inizialmente tutto questo non era supportato da una riflessione vera e propria, era più un atto istintivo, forse di opposizione

timo di rivelare qualcosa di nuovo e di portare alla luce una nuova prospettiva nel contesto in cui si inserisce. Chiaramente deve essere anche capace di avviare una riflessione più ampia e complessa sugli aspetti più tecnici e costruttivi della materia. Nel trovare una sintesi tra que sti stimoli è dove può nascere un capolavoro. Dopodiché l’architettura diventa capace di in fluenzare, di essere presa come riferimento o come simbolo.

Che consiglio dareste a un giovane studente? Viaggiare, visitare quante più opere possibili, prendere parte a conferenze, visitare musei. La curiosità è fondamentale per costruirsi un pro prio bagaglio di concetti e immagini. Inoltre, consiglio di mettere in pratica gli studi lavoran do in uno studio di architettura ■

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Barozzi iconicifascinoindustrialedesigntracontrapposte,dicompostol’ideadeifacciatal’altroperUnedefinitoluceenfatizzandolaBarozziDistrict.edificiprogettoaffidandosonoemergentiOttoLONDRA,ARTISTS’VeigaATELIER2016-2022studidiarchitetturadituttaEuropastatiselezionatiaciascunoildiunacoppiadiperilnuovoDesignIdueprogettatidaVeigamassimizzanoflessibilitàdegliinterni,l’usodellainunospaziodilavorodagrandifinestrestanzeadoppiaaltezza.edificiosicaratterizzalasuperficieaspecchio,perunasottilenera.L’aspettoduevolumiesprimediununicoprogettodaunacoppiafigure,cromaticamentemaindialogoloro.Nelcomplesso,ilriecheggialastoriadellazonaeildialcuniriferimentidelNovecento.

Sopra, la planimetria generale del nuovo Design District sulla penisola di Greenwich a Londra (la grande forma circolare è quella del Millennium Dome). Un contesto in evoluzione e privo di riferimenti, dove sedici nuovi edifici, progetto di otto studi di architettura emergenti europei, mettono a disposizione una base per imprese creative. A sinistra e accanto, uno dei due edifici progettati da Barozzi Veiga: ubicato in prossimità dell’ingresso al quartiere, vicino alla stazione North Greenwich, si distingue per per la superficie a specchio delle facciate (ph. ©Simon Menges).

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Sopra, la massa scura del secondo edificio, collegato alle attività della piazza centrale del nuovo Design District (ph. © Simon Menges). Accanto, dalle sezioni degli edifici emerge chiaramente il carattere pragmatico del progetto: quattro piani fuori terra, ambienti a doppia altezza e grandi aperture per sviluppare l’immaginario dello studio d’artista.

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Il Padiglione del Portogallo di Álvaro Siza per l’Expo di Lisbona del 1998. Secondo Manuel Aires Mateus una delle opere ©Giuseppedell’architetturastoriasignificativepiùdellarecente(ph.Todaro).

“ Il Padiglione del Portogallo a Lisbona di Álvaro Siza Vieira. Una questione difficile ma evidente: costruire uno spazio pubblico con un edificio. E una risposta retrospettivamente ovvia: coprendo si definisce una piazza, solamente materializzandone i lati. Oltre all’idea, si crea bellezza”

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Manuel Aires Mateus

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L’idea, sicuramente audace, di utilizzare una tecnica simile al ferrocemento di Pierluigi Nervi venne sviluppata in collaborazione con Cecil Belmand di Arup.

Una più ovvia copertura in materiale tessi le avrebbe lasciato esposte le nervature, una composta da elementi a scaglie avrebbe com portato la rinuncia alla continuità. Solo una superficie continua e levigata ha reso possibi le una neutralità pressoché totale della strut tura a favore di uno spazio dematerializzato e ineffabile: un grande portale, con altezze va riabili, 13 metri ai lati ai 10 al centro, che più che deformarsi per effetto della forza di gra vità sembra flettersi per abbracciare la massa d’aria del cielo ■

esposti nei punti di ancoraggio, ne enfatizza no la leggerezza e ne dichiarano l’autonomia rispetto ai massicci contrafforti laterali.

SPAZIO CONTINUO

Oltre ad essere un modo per celebrare ben se dici anni di attività, il numero 100 di IoArch è stata un’occasione unica per sintetizzare e pubblicare numerosi spunti e suggestioni. Questo grazie alla partecipazione di alcuni eccezionali architetti tra quelli che in passato hanno contribuito ai numeri del nostro pe riodico. Tra loro Manuel Aires Mateus, che ha identificato come una delle opere più signi ficative di questi anni «il Padiglione del Por togallo a Lisbona di Álvaro Siza Vieira. Una questione difficile ma evidente: costruire uno spazio pubblico con un edificio. E una risposta retrospettivamente ovvia: coprendo si defini sce una piazza, solamente materializzandone i lati. Oltre all’idea, si crea bellezza». Pensando ad opere successive, e pure incredi bili, come il ristorante Les Cols di Rcr o la più recente prodezza architettonico-ingegneristi ca Kait Square di Junya Ishigami, ci si rende

Ciò che rimane impresso di quest’opera in credibile non sono le strutture, né l’equilibrio tra masse edificate, ma il puro spazio archi tettonico, virtualmente privo di confini. Una grande piazza coperta di 65 x 50 metri, intesa come ingresso monumentale all’Expo Inter nazionale di Lisbona del 1998, ma soprattutto un dispositivo di rapporto con l’intorno: con il mare, con il cielo e con lo spazio aperto pubblico, che fluidamente lo attraversa. Pur composto da due parti principali – il pa diglione espositivo vero e proprio e l’ampia piazza – il fulcro della composizione è sen za dubbio l’enorme e leggerissima copertura. Un foglio di calcestruzzo di soli 20 centimetri di spessore rafforzato da cavi in acciaio che,

› DEPTH - TEMPO E ARCHITETTURA

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conto di quanto un’opera come il Padiglione del Portogallo abbia avuto influenza non solo sul modo di progettare architetture, ma an che di concepire spazi architettonici.

RISCOPRIRE IL PADIGLIONE DEL PORTOGALLO ALL’EXPO DI LISBONA, DI ÁLVARO SIZA A PARTIRE DA UNA CONSIDERAZIONE DI MANUEL AIRES MATEUS di Carlo Ezechieli

Giancarlo De Carlo, autore del progetto di re cupero, aveva inventato un principio genera tivo ed evolutivo che aveva chiamato Codice Genetico del Villaggio e che si contrapponeva al sistema di regolamenti e normative conven zionale. Pochi elementi, tre per la precisione, muri in pietra a vista, finestre azzurre con cor nici bianche e ogni unità abitativa con terrazzo sul tetto o con un piccolo giardino.

LO STRANO CASO DI COLLETTA DI CASTELBIANCO

Il risultato è un insieme di straordinaria ar

CON OLE WIIG, ARCHITETTO E URBANISTA NORVEGESE, ALLA RISCOPERTA DI UN CAPOLAVORO DI ARCHITETTURA E URBANISTICA DI GIANCARLO DE CARLO

Colletta di Castelbianco è un antico borgo nell’entroterra di Albenga, un tempo popolato da circa mille abitanti. Il suo declino ebbe ini zio già a fine Ottocento quando venne colpita da un sisma disastroso. Ma più del terremoto fu la modernità a decretarne il progressivo ab bandono, giunto a compimento intorno alla fine degli anni Cinquanta. Negli anni Novanta, quando si iniziò a pensare a un recupero, Col letta era completamente disabitata da decenni. Ciò che ne restava erano solamente ruderi, ma l’impianto era intatto, non contaminato né da edificazioni, né da infrastrutture recenti. Le abitazioni conservavano la coerenza e la cor rispondenza al luogo delle strutture in pietra a vista, la proprietà era frazionata, ma non in modo tale da renderne impossibile, come al trove, l’acquisizione.

Visto oggi, ci si rende conto che l’attrattiva legata allo status di borgo telematico con il quale trent’anni fa veniva qualificato e pub blicizzato l’intervento, ha giocato un ruolo sicuramente secondario rispetto alla qualità architettonica e abitativa che si è andata con solidando nel tempo.

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architettonici e insediativi del borgo e l’in frastrutturazione, a quei tempi ampiamente futuribile, con una connessione internet a banda larga capace di permettere il lavoro a distanza per professionisti, potenzialmen te una comunità, in fuga dalle grandi città.

di Carlo Ezechieli

Il progetto prese avvio su iniziativa di un gruppo di costruttori e imprenditori che pro poneva una formula decisamente alternativa al turismo litoraneo, fino ad allora imperante in Liguria: il restauro dei caratteri originari

monia e compostezza, che si è evoluto ed è capace di evolversi in modo coerente, diven tando un caso di recupero eccezionale, tanto da essere prossimo alla candidatura come sito Unesco. La storia di Colletta diventa ancor più interessante seguendo la testimonianza di Ole Wiig, architetto norvegese che scoprì Colletta di Castelbianco a Edinburgo, in occasione del premio ricevuto a un concorso del quale Gian carlo De Carlo era presidente di giuria. Visitando Colletta ancora in costruzione, Wiig ne rimase affascinato e decise di costruirvi la propria casa di villeggiatura: un’abitazione i cui 50 metri quadrati di superficie risultano amplificati sia dall’elegante combinazione tra volume a doppia altezza e tradizionale volta a botte, sia dalle connessioni con l’esterno, ar ticolate su più livelli. E Wiig è oggi l’architet to che sovraintende alle manutenzioni e alle trasformazioni del villaggio, raccogliendo la grande eredità intellettuale di De Carlo ■

› DEPTH - TEMPO E ARCHITETTURA

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Nella pagina a fianco, l’impianto storico di Colletta di IlCastelbianco.CodiceGenetico del Villaggio ideato da De Carlo si compone di tre soli elementi: muri in pietra a vista, finestre azzurre con cornici bianche e ogni unità abitativa dotata di un terrazzo sul tetto o di un piccolo giardino (a Sotto:sinistra).interni della casa di Ole Wiig, l’architetto che oggi sovrintende alle manutenzioni e alle trasformazioni del villaggio: 50 mq di superficie amplificati sia l’esterno,connessionialtezzavolumecombinazionedall’elegantetraadoppiasiadalleconarticolate su più livelli.

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[ 110 ] IOARCH_101 › LUOGHI DEL LAVORO

FURLA HQ, TAVERNELLE VAL DI PESA

NUOVI PAESAGGI INDUSTRIALI

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› LUOGHI DEL LAVORO

IL PROGETTO DI GEZA PER LA SEDE DI FURLA PRENDE SPUNTO DAL PAESAGGIO DEL CHIANTI, COSTRUITO IN SECOLI DI ATTIVITÀ AGRICOLA, CHE INCORPORA MIGLIORANDO LA QUALITÀ DI UN LUOGO DI LAVORO E DELL’AREA ARTIGIANALE/INDUSTRIALE DOVE SORGE

CREDITI

Automatismi ingressi Geze Climatizzazione Mitsubishi Electric System walls VetroIn

Ceramiche Graniti Fiandre

Superficie lotto 42.000 mq

Località Tavernelle Val di Pesa (Firenze)

PLANIVOLUMETRICO

Geza - Gri e Zucchi Architettura

In apertura e sotto, il volume trasversale degli uffici protetto da lame ©Fernandogiardinisibianche.frangisoleIncoperturaapronoterrazzeepensili(ph.Guerra).

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Impronta al suolo 11.000 mq

Consulente acustico Sacha Slim Bouhageb

Luci ZR Light

Opere edili e finiture Fabbri Services

Superficie edificata totale 18.300 mq (uffici 2.800 mq; produzione 15.500 mq)

Cronologia 2017-2021

0 50 M

Project manager Alberto Brignach - Pichler Projects

Committente FC Immobiliare

Project management per il committente Andrea Varini

Strutture e direzione lavori Piero Bracciali

Nel 1999 Stefano Gri, a sinistra nella foto e Piero Zucchi fondano a Udine lo studio Geza Architettura, che nel 2018 assume l’attuale denominazione. Con sedi a Udine e Milano, la società opera in partnership con lo studio Cfk di Venezia. Tra le opere realizzate, la sede di Bosch-Freud di Udine (2018), la sede di Faber di Cividale del Friuli (2013, finalista al Premio Medaglia d’Oro dell’Architettura Italiana nel 2015), la sede e il complesso produttivo di Pratic a Fagagna (2011 e ampliamento –che ha ricevuto un premio speciale Dedalo Minosse – nel 2018), l’allestimento New Craft a Milano (2016) e la Casa della Musica di Cervignano del Friuli (2010). Numerosi i premi e i riconoscimenti; tra i più recenti l’American Architecture Prize (2017 e 2019). La sede di Furla ha vinto un Architizer A+ Awards 2022. Gri e Zucchi hanno svolto attività di libera docenza in Italia (Venezia e Trieste-Gorizia) e all’estero (Eindhoven e Lubiana).

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Progetto impianti Consilium Servizi

Progetto del paesaggio Land Italia

Progetto architettonico Geza Gri e Zucchi Architettura Project leader Alessia Dorigo, Marjana Dedaj Team Stefania Anzil, Elisa Mansutti, Beatrice Pellos Francesco Tessaro, Giulia Marcon, Roberto Pasquali Coordinamento Clemens Kusch - Cfk Architetti

www.geza.it

Prefabbricati in cemento Deana

Esterni e verde pensile Frassinago General contractor, carpenteria metallica, facciate, serramenti e opere in c.a. in elevazione Pichler Projects

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hiamata a confrontarsi con un paesaggio straordinario come quello della valle del Chianti, tra Firenze e Siena, e con un program ma produttivo generalmente risolto con scatole funzionali in prefabbricazione pesante insedia te nelle cosiddette zone artigianali/industriali, l’architettura può fare la differenza. Lo dimostra il lavoro dello studio di Stefano Gri e Piero Zucchi – che in questo campo han no già dato ampia prova della loro abilità, con la pluripremiata sede di Pratic e gli Hq di Faber – per gli uffici e lo stabilimento produttivo di Furla a Tavernelle Val di Pesa.

C

elegante foyer a doppia altezza e a cielo aper to, protetto sul lato rivolto verso la strada dal la stessa cortina di lame frangisole di allumi nio che, su ordine gigante, scherma l’intero volume uffici e, sul fronte interno, da pannel li traslucidi che recano l’insegna dell’azienda di borse, accessori e pelletteria. L’insieme è sostenuto da una trave in acciaio a sbalzo con luce libera di 25 metri.

Sopra, il viale alberato che conduce alla piazza generata da prolungamentoun dei fronti del corpo uffici. Accanto, una vista d’insieme del complesso (ph. ©Fernando Guerra).

L’impronta al suolo del costruito è solo di un quarto dell’intera area, per una superficie edi ficata su più piani di 18.300 metri quadrati: a componenti vegetali conservati e valorizzati, come il boschetto di querce secolari che mitiga il parcheggio, altri se ne aggiungono, in armo nia con gli edifici e in sintonia con il luogo: ad esempio il filare di cipressi che dall’ingresso principale conduce direttamente alla piazza fulcro dell’insediamento.

L’integrazione tra interni e aree esterne pro segue nell’edificio per uffici, che dai due piani inziali a pianta aperta si innalza progressiva mente, imitando l’ondulazione del terreno, ver so ambienti di lavoro e di riunione più riservati: livelli aggiuntivi caratterizzati da giardini pen sili in copertura che diventano ampie terrazze

Il complesso occupa un lotto di 42.000 metri quadrati sul quale sono distribuiti tre corpi principali: la lunga manica degli uffici, dispo

sta lungo l’asse nord-sud, che fronteggia la su perstrada Firenze-Siena, e due volumi destina ti alla produzione e alla logistica.

› LUOGHI DEL LAVORO

Alla testa della manica degli uffici tale piazza, da cui si accede sia alla parte direzionale sia alla parte produttiva, si configura come un

In alto, l’involucro in alluminio bianco del volume della logistica. A destra, cielo e paesaggio penetrano negli Sotto,uffici.lascala aerea nall’atrio a doppia altezza (ph. ©Fernando Guerra).

Nella parte uffici la distribuzione del caldo e del freddo avviene mediante diffusori lineari nei controsoffitti mentre il sistema di ripresa – con recupero del calore e trattamento dell’aria – è nascosto nelle partizioni che delimitano i corridoi interni. Nell’area di produzione – alta 8 metri ma soppalcata lungo il perimetro per dare spazio agli uffici del centro stile – la diffusione del clima avviene mediante ugelli che si dipartono dalle canalizzazioni a vista, mentre al recupero provvedono le unità di trattamento dell’aria interne e esterne.

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degli accorgimenti ormai di ordinanza come i pannelli fotovoltaici in copertura o l’uso di luci Led, nuove soluzioni – a bassa intensità tecno logica e elevato tasso di intelligenza – per miti gare l’impatto ambientale che inevitabilmente qualsiasi costruzione porta con sé ■

In quasi due anni il generatore di calore integrativo a gas, che interviene quando la temperatura esterna scende sotto lo zero, è entrato in funzione una sola volta. Per il resto, il sistema di climatizzazione della sede di Furla – progettato dall’ingegner Paolo Pietro Bresci, co-fondatore dalla società Consilium Servizi d’Ingegneria di Firenze e che ha diretto i lavori per la parte impianti – è solo elettrico, con 11 unità a espansione diretta Vrf di Mitsubishi Electric per la stecca uffici e due pompe di calore aria/acqua a doppio scambiatore Climaveneta, brand di Mitsubishi Electric, per il blocco della produzione e il magazzino. Situate all’esterno e, in parte, sulla porzione più elevata della copertura del blocco uffici le macchine, opportunamente schermate, hanno una capacità termica e frigorifera di oltre 1.000 kW e

Mitsubishi Electric per il clima

› LUOGHI DEL LAVORO

https://climatizzazione.mitsubishielectric.it/it/

dove sostare e godere della vista del paesaggio. La flessibilità degli spazi, la loro adattabilità a nuove e diverse configurazioni di layout è fa vorita dalla scelta progettuale, dalla soluzione costruttiva mista acciaio-calcestruzzo di tipo ‘slim floor’ e da travi e pilastri perimetrali in carpenteria metallica che circondano il com plesso senza dover ricorrere a pilastri interni. Come in altre opere dello studio di Udine, an che qui i colori dominanti sono il bianco, l’an tracite e il nero, che ben si amalgamano con il paesaggio. Già riflettente per sé, il bianco inoltre è trattato con una nuova tecnologia che ne aumenta l’indice di riflessione riducendo in modo significativo il calore assorbito dalle facciate. Ecco dunque un’altra abilità del pro getto: quella di delineare, sia pure come parte

un assorbimento che, almeno potenzialmente, può essere soddisfatto per quasi la metà dal campo fotovoltaico installato (250 kW circa).

Per il nuovo Hq di Furla sono state scelte le soluzioni Geze Slimdrive SL NT, un sistema di porte scorrevoli automatiche dall’alto valore tecnologico, in grado di abbinare efficienza ed estetica di pregio. L’automazione Slimdrive, grazie a un’altezza costruttiva di soli 7 cm, si integra perfettamente con lo stile architettonico particolarmente curato di questo progetto di Gri e Zucchi, assolvendo pienamente i compiti richiesti. Sono inoltre dotate di un attuatore silenzioso a corrente continua, bassa usura e minimo ingombro. Omologate e certificate secondo la norma EN 16005, assicurano la massima sicurezza per tutti gli utilizzatori.

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GEZEwww.geze.com › LUOGHI DEL LAVORO

› LUOGHI DEL LAVORO

www.pichler.pro

Strutture in acciaio e facciate in alluminio

L’ossatura strutturale della manica degli uffici, con travi di 12 metri di luce e pilastri perimetrali di acciaio che liberano lo spazio interno, aumentandone la flessibilità d’uso, si eleva su un basamento in calcestruzzo comune anche al volume della produzione. Pichler Projects, che ha realizzato la parte edile e le carpenterie metalliche in elevazione, ha fabbricato su progetto anche tutti i profili in alluminio anodizzato dei serramenti vetrati e le lame filtranti in alluminio che controllano l’apporto di luce negli ambienti. Mentre sul fronte esterno le lunghe lame fisse di alluminio di colore bianco che schermano anche i giardini pensili caratterizzano il volume uffici e l’aspetto generale del complesso, quelle di colore nero dell’edificio che ospita la produzione, fissate nella corretta inclinazione – con elementi a scomparsa – al profilo dei montanti dei serramenti, creano le giuste condizioni di illuminazione per l’attività produttiva. In entrambi i casi la continuità degli elementi vetrati, data dalla ridotta sezione dei profili di alluminio, non impedisce l’apertura delle finestre. Pichler inoltre ha realizzato il rivestimento esterno del volume della logistica, costruito con elementi cementizi prefabbricati, con un involucro in alluminio bianco.

[ 116 ] IOARCH_101 Le facciate a lame verticali sono rette da travi in acciaio (ph. ©Fernando Guerra). 0 20 20 M PROSPETTO NORD PROSPETTO SUD 0 20 20 M PROSPETTO EST PROSPETTO OVEST 0 20 20 M PROSPETTO NORD PROSPETTO SUD 0 20 20 M PROSPETTO EST PROSPETTO OVEST

Facciate oltre ogni limite

A ogni progetto creiamo la sua pelle. Facciate straordinarie e di alta qualità tecnologica che superano i limiti dell’immaginazione. Il futuro è adesso. www.pichler.pro

GuerraFernando©

In alto a destra la Central Spine, caratterizzata dalla forma dinamica del ©BarbaraambientiASowsoundfonoassorbenticonribassato,controsoffittoschermabileletendeCaimiFiber.sinistra,alcuniinformali(Ph.Corsico).

› LUOGHI DEL LAVORO

Con una consolidata esperienza nel campo della progettazione integrata a tutte le scale, la società di Antonio Gioli e Federica De Leva sviluppa progetti che vanno dalla nuova costruzione alla ristrutturazione di edifici multifunzionali esistenti, dal retail alla progettazione di spazi di lavoro innovativi per società del real estate e multinazionali. www.gbpaarchitects.com

La società specializzata in workplace strategy e progettazione di ambienti di lavoro è nata nel 2007 per iniziativa dell’architetto Cristiana Cutrona, curatrice nel 2017 di Workplace 3.0, padiglione Ufficio del Salone del Mobile di Milano, dove, con l’innovativa visione per l’ufficio del futuro ‘A Joyful Sense at Work’ ha anticipato i cambiamenti oggi in atto. www.revalue.it

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Revalue

Gbpa Architects

BMW BANK ITALIA E ALPHABET ITALIA, SAN DONATO MILANESE

LAVORARE INTORNO A UN’ISOLA CENTRALE

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Nel giugno 2021 Bmw Bank Italia e Alphabet

Italia hanno scelto di affidarsi agli studi di progettazione Gbpa Architects e Revalue per dare una nuova veste ai loro ambienti di la voro, dal sesto al nono piano di Torre Beta, il complesso di San Donato, nell’immediato hin terland milanese, che sorge accanto alla Torre Bmw di Kenzo Tange.

Federica De Leva, partner di Gbpa Architects, e Cristiana Cutrona, founder di Revalue, so cietà specializzata in workplace strategy e pro gettazione di ambienti di lavoro con cui dal 2016 Gbpa Architects ha avviato una partner ship integrando le rispettive competenze, han no coordinato il progetto di ristrutturazione di 4.000 metri quadrati di uffici, raggiungen do l’obiettivo di rendere operativi tre piani su quattro in soli due mesi e mezzo di cantiere.

I livelli, simili tra loro per impostazione pla nimetrica, sono differenziati per identificare

chiaramente le due società del gruppo – Bmw Bank Italia e Alphabet Italia, la società che ge stisce i noleggi a lungo termine – e per rispon dere al meglio al loro diverso modo di lavorare.

Il pensiero fondante della riorganizzazione spaziale è stato quello di dare a ogni perso na la possibilità di scegliere liberamente dove lavorare a seconda delle esigenze proprie e del team, giocando sulla massima flessibilità d’uso degli spazi, chiusi o aperti, formali o in formali. Le postazioni non assegnate si inse riscono negli open space punteggiati di tavoli circolari per il lavoro collaborativo, realizzati su disegno dei progettisti. Per le attività indi viduali, che richiedono un livello di privacy o concentrazione più alto, sono inoltre previsti

ARCHITECTS E REVALUE INSIEME PER UN AMBIENTE DI LAVORO CON UNA FORTE DIRELAZIONEALLEFLESSIBILIEFFICIENTESPAZIALEL’ORGANIZZAZIONEIDENTITÀ.ÈRESAFLUIDAEDCONSOLUZIONIFUNZIONALIESIGENZEDIEDISCAMBIOIDEETRAPERSONE

Le differenziazioni cromatiche e nella palette di finiture e le piccole variazioni architettoni che conferiscono a ogni piano una propria pre cisa riconoscibilità.

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GBPA

Progetto architettonico Gbpa Architects e Revalue

Arredi custom Rekorb

Il team di progettazione ha curato anche la grafica che connota gli uffici, il cui filo con duttore, trasversale a tutti i quattro piani, è un triangolo specchiato e replicato, che compo ne un pattern decorativo che si dispiega sulle superfici verticali, le pareti cieche e le vetrate delle sale riunioni, sulle quali si addensa o si smaterializza a seconda della maggiore o mi nore privacy richiesta ■

lucido; contenitori con serrandina rivestiti in Ognimelaminico.pianoprevede aree break con cucina attrezzata, meeting room, phone booths, ed è stato concepito tenendo conto delle diverse tematiche di lavoro che in esso si svolgono (Creativity, Connectivity, Sustainability, Premium). www.haworth.com/eu

Cronologia 2021

General contractor Constructors

Committente Bmw Bank Italia e Alphabet Italia

Arredi informali Cardex

per la vegetazione. Al settimo livello assume la forma di un’arena, dove poter organizzare eventi e riunioni, mentre al sesto si caratte rizza invece come spazio conviviale dove lo scambio informale di idee ed esperienze è motore di creatività.

Arredi operativi Haworth

In forza di un accordo globale con Bmw, per i quattro piani dei nuovi uffici di San Donato Milanese Haworth Europe ha fornito tutti gli arredi delle 250 postazioni di lavoro: scrivanie con regolazione elettrica in altezza dotate di braccio portamonitor e accessori per l’elettrificazione; sedute ergonomiche Comforto 59 con schienale in rete elastica, supporto lombare, braccioli regolabili e base su ruote in alluminio

Tutte le postazioni di lavoro sono regolabili in altezza, per incoraggiare la variabilità della po stura, segno dell’attenzione dell’azienda al be nessere delle persone, altro elemento fondante del progetto, interpretato anche con la realizza zione di ambienti dall’ottimo livello di comfort ambientale, acustico e illuminotecnico.

Località San Donato Milanese

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Pavimentazioni Interface

Tende fonoassorbenti Caimi

Superficie 4.000 mq

CREDITI

› LUOGHI DEL LAVORO

HAWORTH

Fulcro dello spazio, su tutti i piani, è un’isola centrale, la Central Spine, caratterizzata dalla forma dinamica del controsoffitto ribassato, che presenta una serie di supporti di diversa dimensione, forma e tipologia funzionali allo scambio di idee e a promuovere condivisio ne tra i dipendenti. Si tratta di huddle room e booth chiusi e vetrati per riunioni e video call, utilizzabili anche come spazi per la con centrazione, e aree di collaborazione formali e informali aperte e schermabili tramite tende Sufonoassorbenti.ognipiano è inoltre presente un grande spazio di aggregazione informale, che assume un carattere e una organizzazione differente secondo i livelli, partendo da un disegno di base composto da una area kitchenette e bo oth informali disposti intorno a uno spazio centrale. Se al nono piano si presenta come una work lounge, all’ottavo diventa una gran de isola con sedute a diverse altezze e vasche

alcuni uffici chiusi, utilizzabili anche come spazi di riunione.

Gli spazi offrono la possibilità di scegliere liberamente la postazione di lavoro, giocando sulla massima flessibilità.

Scorrevoli lungo un binario nascosto nel controsoffitto, le tende delle isole centrali che caratterizzano tutti i piani dei nuovi uffici Bmw possiedono proprietà straordinarie di isolamento termico e acustico. Realizzate in Fiber Snowsound, un materiale brevettato da Caimi, le tende trasformano la massa d’aria che racchiudono nello strumento stesso di assorbimento del riverbero acustico. Una capacità di assorbimento – testata in condizioni planari – di ben 6 dB con uno spessore del tessuto compreso tra 7/10 di millimetro e 1,5 mm: la stessa fonoassorbenza che in genere è possibile ottenere con spessori di 4/5 centimetri. Un secondo effetto positivo di Fiber Snowsound è la luminosità: grazie al ridottissimo spessore le tende lasciano filtrare la luce evitando il senso di pesantezza – pensiamo ad esempio ai classici sipari teatrali – che l’adozione di tende come elementi di separazione può indurre.

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Il risultato complessivo riflette l’approccio di Caimi: un software di analisi del singolo progetto per definire materiali e quantità esattamente necessari al conseguimento del comfort acustico richiesto, evitando ridondanze e limitando i costi.

Il motivo del triangolo specchiato e replicato riprende alcuni dettagli delle auto Bmw e compone un pattern decorativo.

CAIMIwww.caimi.comBREVETTI

› LUOGHI DEL LAVORO

[ 122 ] IOARCH_101 › LUOGHI DEL LAVORO

Il

Le tende a soffitto aprono e chiudono lo spazio fungendo da sottile schermatura dai rumori e dalle

SPERIMENTAZIONE BIOFILICA

ASTRAZENECA, SEDE DI MILANO IN MIND

padiglione dell’ex area Expo

GRUPPO JLL SPECIALIZZATA NELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI SPAZI DI LAVORO, HA FIRMATO IL NUOVO QUARTIER GENERALE ITALIANO DI ASTRAZENECA A MIND MILANO INNOVATION DISTRICT

©Davidedell’openspacedistrazioni(ph.Galli).

› LUOGHI DEL LAVORO

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La superficie di circa 3.000 metri quadrati si articola su due livelli, con una forte relazione tra aree interne ed esterne e un approccio for temente orientato alla sostenibilità: ai materia li naturali preesistenti come il legno si aggiun gono forme e linee architettoniche organiche. Biofilia e design ‘green’ sono i protagonisti del progetto: la grande parete con verde vivo che fa da sfondo alla reception, le piante so spese a soffitto e le fioriere integrate agli ar redi favoriscono comfort acustico e visivo, migliorando la qualità dell’aria e creando un clima di benessere e rigenerazione.

TÉTRIS ITALIA, SOCIETÀ DEL

©Davidedinuovatrasformato2015nellasedemilaneseAstraZeneca(ph.Galli).

Ogni ambiente sollecita in maniera differen te i cinque sensi e, incorporando materiali, texture, arredi e colori diversi, permette alle persone di vivere molteplici esperienze all’in terno del medesimo spazio.

Lendlease, il gruppo internazionale di real estate e rigenerazione di aree urbane incarica to dello sviluppo di Mind, Milano Innovation District con una concessione di 99 anni, ha ridato vita a un padiglione dell’ex area Expo 2015, già certificato Leed Gold, che è diven tato la sede italiana dell’azienda farmaceutica AstraZeneca. In un’ottica di economia circo lare, dell’involucro sono state preservate e va lorizzate le strutture interne portanti in legno, principale caratteristica di tutto il progetto. Prendendo spunto dalle diverse emozioni che la mente può cogliere muovendosi fluidamen te, il concept sviluppato da Tétris ha previsto la creazione di aree di lavoro multifunzionali, variegate e mai monotone, caratterizzate da una mobilità fluida che sottolinea l’idea di un ambiente connesso e vibrante.

›www.tetris-db.com/it LUOGHI DEL LAVORO

General contractor e lavori di fit-out per l’adeguamento edile e impiantistico degli interni Tétris Design x Build – Construction Manager

Tétris, società del Gruppo JLL, guidata in Italia da Philippe Sourdois (nella foto), è un’azienda leader di design & build la cui ambizione è quella di progettare e costruire spazi dinamici che ispirano le persone a pensare meglio, lavorare meglio e vivere meglio. Con un team globale di ingegneri, architetti e designer, Tétris è in grado di offrire una gamma completa di servizi per soddisfare le esigenze del cliente, dalla progettazione alla costruzione e alla selezione degli arredi (FF&E). A livello globale, dalla sua creazione nel 2003, l’azienda si è affermata in 18 Paesi e tre continenti, con un team di oltre 820 persone dislocate in 35 sedi.

Daniele Spreafico

Advisor immobiliare, project management Jll

zone lounge informali per la conversazione. Non mancano le postazioni tradizionali in condivisione organizzate in isole di lavoro, con sedute e scrivanie ergonomiche, alcune del le quali regolabili in altezza per stimolare un cambio di posizione durante le ore di lavoro.

Superficie 3.000 mq su due livelli

I corpi illuminati e il verde a soffitto creano uno strato sospeso che anima gli Gliambienti.spazidi lavoro sono progettati mettendo al centro la (ph.ConstructionLeedl’obiettivosostenibilità;èlacertificazioneInteriorDesign+livelloGold©DavideGalli).

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Località Mind – Milano Innovation District

Tétris Italia

L’ingresso è presidiato dalla reception con pa rete verde che, come un filtro, riceve e muove i flussi dell’edificio. Al piano terra si trovano inoltre una grande zona break centrale, spazi operativi, sale riunioni, la zona ‘concentra tion’ e l’area ‘celebration’, un grande ambien te flessibile suddivisibile all’occorrenza fino a quattro sale più piccole. Le partizioni im pacchettabili, i monitor su ruote, i gradoni e gli arredi favoriscono un utilizzo agile dello spazio che può essere facilmente riconfigura to per ospitare eventi, attività di formazione o riunioni.

I dipendenti sono invitati a scegliere tra una varietà di aree di lavoro: zone collaborative, pod per la concentrazione individuale, phone booth per le telefonate, focus room e piccole

Concept, progettazione preliminare, esecutiva

Tétris Design x Build – Eleonora Loca

Finiture e materiali sono realizzati con pro cessi produttivi virtuosi che minimizzano lo spreco di materie prime e ne favoriscono il riciclo ■

L’uso del colore è stato studiato in base alla funzione di ciascuna zona e propone una pa lette di toni pastello nelle zone più tranquille e accenti più accesi nelle aree più dinamiche e sociali. Il verde porta un senso di natura lezza all’interno e migliora l’attenzione e la concentrazione, mentre il blu aiuta le persone a rilassarsi. Il giallo e l’arancione stimolano la produttività e la creatività.

Committente AstraZeneca

Arredi informali naughtone, Pedrali Corpi illuminanti Esse-ci, Exenia

Impianti clima Mitsubishi con unità Climaveneta

CREDITI

Il piano superiore è dedicato alle attività ope rative e al lavoro individuale.

Arredi operativi Herman Miller

Per gli arredi operativi della sede milanese AstraZeneca ha scelto Herman Miller. Alle 150 sedute ergonomiche Mirra 2, che rispondono a ogni minimo movimento e sono dotate di regolazioni semplici e intuitive che contribuiscono a ottimizzare la postura, si aggiungono 30 Sit stand Ratio, una linea di scrivanie regolabili in altezza che, oltre ad abbinarsi esteticamente alle sedie dal lavoro Herman Miller, danno vita a un ambiente di lavoro dinamico, rendono intuitivi i movimenti di tutta la giornata e consentono agli utenti di modificare facilmente la posizione degli schermi video a ogni cambio di posizione.

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Per questo la fornitura Herman Miller comprende anche 70 sedute Setu, robuste e flessibili, progettate per offrire un comfort immediato ai visitatori e nei momenti di relax.

Ma anche se la tecnologia ha cambiato molto della natura del lavoro, il comfort rimane il modo in cui ci piace lavorare.

HERMANwww.hermanmiller.comMILLER › LUOGHI DEL LAVORO

Herman Miller con il marchio naughtone ha fornito anche tavoli meeting e sedute informali.

[ 126 ] IOARCH_101 Nel cortile d’ingresso della sede romana di Wpp è stata ripristinata la enihilit,967arch).interniportanolegno.piùmescolanoindustrialienellaFalegnameriacustomreception,Daoriginalepavimentazioneinsanpietrini.quisiaccedeall’areaconarredirealizzatidaRamundo,qualematerialicaratterifortementesismorzanoeconelementimorbidi,comeilAmpilucernariluminositàagli(fotocourtesyseodit. › LUOGHI DEL LAVORO

Lo spazio di lavoro è organizzato in un ampio e luminoso open space, all’interno del quale 300 creativi trovano l’ambiente ideale per svolgere le proprie attività in un’ottica di collaborazione

Il quartiere è stato scelto per la nuova sede di Wpp Marketing Communications, leader mondiale nel campo della pubblicità e delle pubbliche relazioni. Progettato dallo studio milanese 967arch in continuità con il polo di Milano inaugurato nel 2021, il campus di Roma nasce dalla riconversione di un magaz zino di inizio Novecento di cui sono stati ri qualificati completamente gli spazi.

IL

CAMPUS WPP MARKETING COMMUNICATIONS, ROMA

Da quartiere industriale a distretto per l’eco nomia della conoscenza: Ostiense è un terri torio in trasformazione, in cui la deindustria lizzazione rappresenta anche un motore di sviluppo urbano, economico e creativo.

Il mood industriale è stato mantenuto secon do una chiave di lettura filologica che valo rizza con rispetto le caratteristiche storiche e

PROGETTO RIQUALIFICAZIONEDI E IL DESIGN DEGLI INTERNI DELLA SEDE ROMANA DELLA MULTINAZIONALE DELLA PUBBLICITÀ E DELLE PUBBLICHE RELAZIONI SI PRESENTETRAOSTIENSE,NELL’IDENTITÀINNESTADELQUARTIEREINEQUILIBRIOPASSATOINDUSTRIALEECREATIVO › LUOGHI DEL LAVORO

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TRASFORMAZIONI CREATIVE

tipologiche e adegua impianti e tecnologie al nuovo uso. Le facciate esterne sono state ripri stinate attraverso il rifacimento degli intonaci, con colori e materiali ispirati allo stato storico originale e la sostituzione dei serramenti per il miglioramento delle prestazioni energetiche e acustiche dell’edificio.

Gli interni, fortemente connotati dal linguag gio industriale esistente e caratterizzati dall’il luminazione zenitale data dai lucernari e dal reticolo di travi a vista in cemento armato, sono stati adeguati e adattati alla nuova fun zione terziaria.

Progetto architettonico, interior design 967arch

CARDEXwww.cardex.it › LUOGHI DEL LAVORO

Arredi Cardex

e condivisione. L’attenzione al benessere delle persone si riscontra nell’utilizzo di colori tenui con accenti vivaci, nei materiali fonoassorben ti che garantiscono il necessario comfort acu stico e nella diffusa presenza di verde. Sulla fascia laterale sono distribuite diverse aree di supporto condivise, sale riunioni, aree per il lavoro informale e socialità.

Rivestimenti opere di falegnameria Fenix Luci Zumtobel

Fine lavori 2021

Fondato nel 1999 da Cesare Chichi e Stefano Maestri, lo studio opera con un team di architetti e designer nei settori dell’architettura e dell’interior design. Negli anni ha collaborato con aziende private ed enti pubblici, progettando spazi per uffici, laboratori, ed edifici residenziali. Tra gli ultimi lavori ha realizzato le sedi italiane di Amplifon, Accenture, Campari e Wpp. Lo studio collabora con aziende di design come Saba, Mdf Italia, True design, Dieffebi, Dnd, Las, Zumtobel e Davide Groppi. Il portafoglio dell’azienda comprende inoltre progetti in ambito di restauro conservativo e di allestimento museali e temporanei.

Località Roma

www.967arch.it

Cardex, società che opera da più di vent’anni nel campo del contract di arredo per gli spazi del lavoro, è la sintesi della collaborazione tra due architetti milanesi, Pietro Carullo e Paolo Della Salda. Una realtà dinamica e originale nella quale la contaminazione di idee, esperienze e persone hanno generato un nuovo modo di progettare e vivere gli spazi, secondo i nuovi paradigmi degli ambienti del lavoro e i principi del comfort e della Sisostenibilità.affiancaa studi di architettura e ingegneria, progettisti e aziende per fornire supporto in qualsiasi fase della progettazione proponendo specifiche soluzioni d’arredo per ogni tipologia di uffici, spazi collettivi e informali.

967arch

Gli interni sono connotati dal reticolo di travi a vista in cemento armato che ricorda lo spirito industriale dell’architettura. (foto courtesy 967arch).

Arredi custom Falegnameria Ramundo

CREDITI

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L’edificio inoltre ospita un auditorium, un bi strot a uso interno, gestito da una pasticceria del quartiere, e una piccola foresteria dal sapo re vintage, dove possono alloggiare i colleghi in arrivo da Milano o da una delle sedi estere della multinazionale.

Superficie 3.000 mq

A livello impiantistico, infine, l’intervento è stato caratterizzato da un importante e tecno logicamente avanzato intervento di adegua mento, che ha reso l’edificio efficiente dal pun to di vista dei consumi, del comfort interno e della gestione ■

Committente Wpp

Team di progetto Cesare Chichi, Stefano Maestri Francesca Capuzzo Dolcetta, Maddalena Vidali Raffaele Flagiello

La copertura dell’edificio è stata convertita in una terrazza panoramica con vista sul quartie re e sul grande gasometro, simbolo del quar tiere ed emblema dell’archeologia industriale di Roma.

vista sul quartiere Ostiense è stata allestita con arredi Pedrali: i divani Reva, firmati da Patrick Jouin, sono abbinati ai tavolini della collezione Code. Le sedie

› LUOGHI DEL LAVORO

I lavori di falegnameria, che aggiungono una dimensione domestica agli spazi di lavoro del campus Wipp di Roma, sono stati realizzati da Arredamenti Ramundo. Nata negli anni Sessanta come piccola bottega artigiana, l’azienda romana è diventata una realtà imprenditoriale che si distingue per l’elevata professionalità delle maestranze, l’innovazione tecnologica, la conoscenza approfondita del legno e delle tecniche di lavorazione artigianali. Ramundo realizza ogni tipo di arredo e di infissi per conto di enti pubblici, imprese e privati, per abitazioni, uffici, spazi commerciali e collettivi, sia in collaborazione di architetti e studi di progettazione, sia attraverso la progettazione e la direzione dello staff interno.

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FALEGNAMERIAwww.arredamentiramundo.itRAMUNDOLaterrazzacon

Tribeca, disegnate da Cmp Design e scelte nei toni del blu, sono accostate ai tavoli bianchi Fabbrico (foto courtesy 967arch).

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› LUOGHI DEL LAVORO

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SPAZI PER LA CRESCITA

LE VILLAGE BY CA, PARMA

All’ingresso si trova un’area centrale a dop

A piano terra, un altro ambiente presente in tutti i Le Village è il Living Lab, arredato con due gradonate in legno modulari su ruote e ta voli riposizionabili pieghevoli.

Tutto intorno uffici: sia openspace per cowor king sia uffici più piccoli e chiusi, per 6-8 po stazioni, con pavimentazione vinilica con ef

Forti dell’esperienza internazionale e degli ot timi riscontri del primo esempio italiano, rea lizzato a Milano all’interno di un ex convento del Quattrocento, Le Village by Ca Parma ha aperto le porte della propria sede in un palazzo Liberty nel centro cittadino, già sede della Ca mera di commercio di Parma. Come quello di Milano, anche il progetto di Parma è stato svi luppato da Degw, brand del gruppo Lombar dini22 dedicato alla progettazione integrata di ambienti per il lavoro.

A sinistra, l’ampio lucernario illumina lo spazio centrale a doppia altezza del piano terra. Arredi funzionali ed Carlospassatodecorazioniconvivonoinsonorizzantielementiconledel(ph.©DarioeTettamanzi).

pia altezza illuminata da un vasto lucernario. Degw ha mantenuto i principali tratti distin tivi dell’ambiente, facilmente riconfigurabile per accogliere eventi e conferenze: la pavimen tazione in marmo e lo chandelier di vetro, oltre alle caratteristiche lampade degli sportelli del la banca che qui aveva sede. La scansione degli spazi è stata concepita senza modificare la par tizione interna degli ambienti e mantenendo la pavimentazione esistente in legno. Preservati anche i soffitti a volte, riccamente decorati, va lorizzati con l’illuminazione.

L’intervento, che riguarda il piano terra e il se condo piano, entrambi distribuiti su circa 800 metri quadrati, è volto all’integrazione con lo spirito storico dell’edificio. Lo spazio è punteg giato da 40 postazioni di lavoro a piano terra e 60 al secondo, corredate a entrambi i piani da diverse aree di supporto.

INNOVAZIONE E STORIA SI INCONTRANO NEL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DI LOMBARDINI22 PER LE VILLAGE BY CA PARMA, L’HUB DEDICATO ALLO SVILUPPO DELLE STARTUP DEL GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE, CHE CONTA OLTRE 40 CENTRI TRA FRANCIA, ITALIA E LUSSEMBURGO

Lombardini22 nasce nel 2007 grazie all’iniziativa dei soci, appartenenti a background differenti con l’obiettivo di proporre una progettazione orientata al servizio e ai bisogni dei clienti, non vincolata a un’autorialità, creare valore e generare fiducia nei progetti in cui è coinvolta e stimolare così crescita e sviluppo in tutta la filiera, per l’intera comunità del real estate. Organizzata in diverse unità specializzate, Lombardini22 raggiunge questo obiettivo grazie a una progettazione multi autoriale, basata su un’attività di analisi e consulenza strategica pre-progetto.

CREDITI

fetto tessuto intrecciato colore corallo. Al secondo piano, al centro, lo spazio corri spondente alla piazza dell’ingresso è un cave dio vuoto che porta luce allo spazio centrale: un’ampia area di circolazione dove sono col locati alcuni phone booth. Intorno, uffici di grande taglio per postazioni in openspace, uf fici più piccoli e riservati e sale riunioni. Ogni spazio è stato allestito con pannelli fono assorbenti a parete e altri freestanding a divi dere e caratterizzare gli spazi: elementi funzio nali che danno carattere e colore all’ambiente di Un’altralavoro.

unità di Lombardini22, L22 Civil Engineering, si è focalizzata sull’adeguamen to normativo, sulla sicurezza, la direzione dei lavori e sul project management dell’interven to. Ha lavorato conciliando le esigenze con temporanee di re-layout degli spazi al tema del sicurezza nei luoghi di lavoro, rispettan do le peculiari caratteristiche architettoniche

› LUOGHI DEL LAVORO

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dell’edificio. Ha inoltre installato il sistema di gestione che controlla e monitora gli impianti e le apparecchiature meccaniche ed elettriche e che offre la possibilità di gestirli attraverso un’unica interfaccia Bms ■

Lombardini22

Mix tra un coworking e un incubatore di idee, il layout di Le Village presenta una maggiore varietà di spazi e ambienti rispetto a un normale luogo di lavoro (ph. ©Dario e Carlos Tettamanzi).

Località Parma, Strada Giordano Cavestro 3 Committente Le Village; CA Parma - Crédit Agricole Progetto architettonico Lombardini22 Architettura degli interni Degw Project management, sicurezza e direzione dei lavori L22 Civil Engineering Arredi Pedrali Pavimenti Liuni Superficie 1.800 mq Fine lavori 2020

www.lombardini22.com

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Corredano le aree comuni i divani Social, disegnati da Patrick Jouin, gli sgabelli Volt, progettati da Pocci Dondoli, e le poltrone lounge Malmö di Cmp Design.

Particolare cura è stata posta nelle scelte di arredo, che convivono con l’anima storica dell’edificio pur rispondendo alle esigenze di funzionalità, flessibilità e innovazione delle aziende ospitate da Le Village. Dando attenzione prioritaria al comfort e al benessere delle persone, Degw ha selezionato molteplici soluzioni di Pedrali, come le sedie e le poltrone Babila, dalla forma senza tempo, disegnate da Odo Fioravanti, e le poltrone Laja di Alessandro Busana, che arredano gli spazi operativi insieme ai tavoli leggeri Ypsilon, progettati da Jorge Pensi design studio, e Stylus, oltre agli appendiabiti Flag di Pio e Tito Toso.

PEDRALIwww.pedrali.com › LUOGHI DEL LAVORO

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VALORIZZANO SPAZI DI LAVORO ORIENTATI AL BENESSERE

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IRI ITALIA, MILANO

SOLUZIONI SMART E D’ATMOSFERA CALIBRATE SULLE ESIGENZE E SULL’IDENTITÀ AZIENDALE

zioni fisse, eliminando gli uffici dirigenziali e creando aree social, tre sale meeting di diver sa dimensione (da 4 a 12 posti) con sistemi di videocall e sei salette incontri, ciascuna con 4 postazioni di lavoro che sfruttano tutta la su perficie disponibile. In particolare, alla zona ‘social’ dell’ingresso si aggiungono due ampie aree social all’interno molto spaziose, ciascu na dotata di un tavolo per 12 persone. La pianta e il layout sono simmetrici, divisi in tre aree tra i due blocchi dei servizi e dello sbarco ascensori. Il progetto valorizza l’am biente meno luminoso dell’ingresso trasfor mandolo in un elemento di forte personalità, dove la carta da parati con motivi geometrici Blu Klein, le sale circolari in rovere, gli ac

IL PROGETTO CROMATICO DI GARIBALDI ARCHITECTS

› LUOGHI DEL LAVORO

Dopo la pandemia il lavoro si è trasformato, evoluto e adattato a nuove necessità. Come molte aziende anche Iri, leader mondiale nel la gestione di big data, soluzioni analitiche predittive e informazioni di mercato nell’am bito dei prodotti di largo consumo, ha scelto di ripensare design e funzione della nuova sede italiana, ora all’interno di un edificio de gli anni Sessanta in Viale Cassala 22 a Mila no riqualificato di recente da Vittorio Grassi AffidatiArchitects.allo studio Garibaldi Architects e realizzati da Korus Group, lo space planning e il progetto di interni riorganizzano lo spa zio in funzione della job rotation introdotta dall’azienda, riducendo il numero di posta

I colori, la selezione degli arredi e la vasta presenza di ©Giacomodelcostituiscononelleanchevegetazione,integratascrivanie,l’identitàprogetto(ph.Albo).

Eco Contract

› LUOGHI DEL LAVORO

Arredi

Pannelli

Alcune sale meeting vetrate caratterizzatesono da una pellicola traslucida colorata che varia colore a seconda delle ore del giorno e della luce (ph. ©Giacomo Albo).

acustici Caimi

CREDITI

Pavimenti

Corpi

Località Milano, Viale Cassala 22 Committente Iri Information Resources Italia Interior design e space planning Garibaldi Architects Progetto impianti Varese Controlli Contract interni Korus International Project management Mdl engineering and management

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Arredi

Alessia Garibaldi

custom Falegnameria Goldin

Cardex, Estel, Quinti

Laureata in architettura presso il Politecnico di Milano, Alessia Garibaldi opera nel campo dell’architettura e del progetto di interni facendo propria la lezione estetica del razionalismo internazionale, attingendo da ordini volumetrici e concetti spaziali che coniuga con la ricerca di materiali naturali e finiture artigianali. Il suo modo di fare architettura diventa un racconto che reinterpreta il passato in modi nuovi e originali. www.garibaldiarchitects.com

illuminanti Linea Light Group

persone disposte frontalmente su panche e cuscini acustici. Si tratta di aree accoglienti e informali, dotate di porte vetrate pieghevoli, di diverse dimensioni e misure, cui si accede direttamente dalle zone di lavoro.

I colori, parte costitutiva del progetto, sono stati scelti da Alessia Garibaldi in base al loro grado di saturazione, quindi il bianco e il nero per le aree di lavoro, il terra e il blu per le aree meeting informali e le pellicole multico lore per le parti vetrate ■

› LUOGHI DEL LAVORO

Sia per semplificare l’orientamento, sia per un vero e proprio progetto di piano colore, que ste parti speciali sono state realizzate in blu oltremare con parti fisse in legno chiaro dal sapore nordico.

Le sei piccole sale riunioni custom, distribu ite nelle parti cieche dei blocchi tecnici e di servizio dell’edificio, sono provviste di pan nelli acustici e di monitor a parete, piccoli ta voli semicircolari e posti a sedere per quattro

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cessori e gli arredi attentamente seleziona ti emergono dallo sfondo scuro diventando Laprotagonisti.sceltaprogettuale è stata quella di collo care le postazioni di lavoro su prenotazione nelle parti laterali perpendicolarmente alle vetrate. La zona centrale è invece dedicata agli incontri tra colleghi. Qui si trova anche la caffetteria, corredata di tavoli disegnati in diverse forme e altezze e arricchita da verde pensile ricadente.

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acqua di canale e di pozzi) e in parte forniti dalla rete elettrica esterna con certificazione di produzione tramite fonti rinnovabili. Soprattutto, il sistema di gestione digitale automatizzata Ectocloud consentirà il recupero e il riutilizzo efficiente dell’energia di scarto fra le diverse utenze.

+ 20%

10.000

ton/CO2 per anno di minori emissioni dagli edifici

rispetto ai requisiti normativi sull’efficienza energetica per tutti gli edifici nuovi e ristrutturati

di emissioni di carbonio con uso del legno e materiale da riciclo per le nuove costruzioni

La strategia ambientale Mind, gli highlights

di energia per caldo/freddo prodotta in loco e da fonti rinnovabili

- 40%

Azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2025; azzeramento senza compensazioni (ovvero senza l’acquisto di crediti finanziari) entro il 2040: è questo l’ambizioso obiettivo dello sviluppo di Mind Milano Innovation District, il nuovo quartiere che sta sorgendo sull’area in precedenza occupata da Expo Milano 2015. Per raggiungerlo, nei mesi scorsi Lendlease – il partner privato di Arexpo nello sviluppo dell’intero sito – e il gruppo energetico internazionale E.On hanno siglato una joint venture paritetica della durata di 25 anni che doterà l’area di una rete che collegherà gli edifici il cui fabbisogno è stimato in circa 41 GWh/anno per il raffrescamento e circa 29 GWh/anno per il riscaldamento.

Zero

L’attuale crisi del gas, che sembra mettere in secondo piano la questione ambientale, solleva in realtà an che il tema dell’indipendenza energetica per Paesi come il nostro poveri di fonti fossili. Indubbiamente il ricorso all’elettricità, che può essere prodotta an che da fonti rinnovabili e trasformata in idrogeno, rappresenta la strada maestra, come dimostrano gli esempi illustrati in queste pagine. Mentre l’uso del digitale per la creazione di comunità energetiche, come sta per avvenire in Mind, propone un nuovo modello di circolarità, recupero e risparmio per un futuro più sicuro.

idrocarburi in sito

In dettaglio, grazie alla tecnologia proprietaria Ectogrid di E.On, la joint venture fornirà agli edifici dei vettori termici, per riscaldamento e raffrescamento, prodotti con energia proveniente al 100% da fonti rinnovabili, in parte esistenti in loco (fotovoltaico,

di

RISCALDAMENTO - RAFFRESCAMENTO

LA JOINT VENTURE DI E.ON E LENDLEASE PER LA PRODUZIONE DISTRIBUZIONE E VENDITA DI ENERGIA TERMICA E FRIGORIFERA ZERO-CARBON DI MIND - MILANO INNOVATION DISTRICT

100%

«Oggi le tecnologie digitali e le soluzioni innovative per la gestione degli spazi abitati – ha affermato Frank Meyer, Ceo di E.On Italia – possono rivoluzionare il ruolo delle città in chiave smart e a zero emissioni. Grazie al progetto di Mind, il primo a net carbon zero, anche a Milano, come già successo a Berlino, la comunità potrà sperimentare un nuovo modello di distretto sostenibile che garantirà una migliore qualità di vita». Rispetto a un sistema tradizionale di produzione di energia, la tecnologia Ectogrid/Ectocloud consentirà un risparmio di circa 10mila tonnellate di CO2 all’anno, pari alle emissioni generate dai consumi energetici di 3.350 famiglie.

TRANSIZIONE ENERGETICA ECTOGRID, ENERGIA E CLIMA ALLA SCALA DEL QUARTIERE

RISPARMIOCLIMATIZZAZIONEENERGETICO

Le caratteristiche e le prestazioni di una caldaia a idrogeno sono diverse da quelle attuali?

Assolutamente sì. Oltre ad all’impiego in ambito residenziale, Baxi ha già nella propria roadmap lo sviluppo di caldaie ad alta potenza funzionanti a idrogeno e con applicazioni dedicate al segmento commerciale.

BAXI

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E per quanto riguarda la sicurezza? L’idrogeno è più pericoloso del gas naturale?

Mi parli dell’esperimento di Rozenburg

L’idrogeno è un gas paragonabile a tutti gli altri, ma con il grande vantaggio di non rilasciare emissioni di CO e CO2 perché il prodotto della combustione è essenzialmente vapore acqueo.

Alberto Favero, direttore generale di Baxi

Le differenze sono nella componentistica relativa alla combustione e nei sensori, che richiedono un tipo di rilevamento diverso rispetto a una caldaia tradizionale, ma le prestazioni sono le stesse. Anche il peso e le operazioni di installazione sono le medesime, cambia solo il settaggio dei parametri.

Portato allo stato gassoso, l’idrogeno ricavato scindendo per elettrolisi le molecole dell’acqua potrebbe sostituire il gas naturale per alimentare le caldaie ad uso domestico? Questa la domanda che si pose nel 2016 il gruppo europeo Bdr Thermea, incaricando la consociata italiana Baxi di sviluppare un progetto dedicato. Tre anni dopo a Rozenburg, in Olanda, veniva messa in funzione a titolo sperimentale la prima caldaia domestica premiscelata a idrogeno su progetto interamente ideato e sviluppato dal centro Ricerca e Sviluppo di Baxi. Sempre nello stabilimento di Bassano, nel 2020 è stato attrezzato un locale per la produzione dell’idrogeno, e nel 2021 Baxi ha messo sul mercato la sua prima gamma di caldaie a condensazione progettate per funzionare con una miscela di metano e idrogeno al 20 per cento. Quest’anno, infine, è entrata in funzione la prima linea produttiva in Europa di caldaie funzionanti interamente a idrogeno.

www.baxi.it

DAL 2025 RETI E CALDAIE A IDROGENO

Ingegner Favero, pensate davvero che l’idrogeno possa sostituire il gas naturale per il riscaldamento domestico?

UN PROGETTO IDEATO E SVILUPPATO INTERAMENTE IN ITALIA. OGGI, DOPO SEI ANNI DI RICERCA E SPERIMENTAZIONE, BAXI HA AVVIATO LA LINEA PRODUTTIVA DELLA PRIMA CALDAIA PER USO RESIDENZIALE FUNZIONANTE INTERAMENTE A IDROGENO. NE PARLIAMO CON L’INGEGNERE ALBERTO FAVERO, DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA DI BASSANO DEL GRAPPA

Quali sono i principali ostacoli normativi alla diffusione di questa tecnologia?

Il nostro obiettivo è di arrivare a installare la caldaia a condensazione funzionante interamente a idrogeno nelle case degli italiani dal 2025. L’infrastruttura di distribuzione è quella che oggi trasporta il gas naturale, ma ovviamente occorrono le opportune verifiche e certificazioni. Ad esempio, Rina sta verificando la compatibilità tra linee gas esistenti e trasporto di idrogeno. I primi test sono stati avviati nel 2019 con bassi quantitativi di idrogeno e attualmente i principali operatori hanno confermato che la rete di distribuzione è in grado di trasportare una miscela di gas naturale e idrogeno al 10 per cento. Tuttavia si stanno compiendo passi da gigante e auspichiamo che ci possano essere quanto prima risultati incoraggianti con una percentuale sempre maggiore di Idrogeno fino a raggiungere il 100 per cento.

A livello europeo in molti casi i vincoli sono stati già rimossi grazie al lancio di progetti mirati. Molti stati si sono attivati. La Gran Bretagna ha deciso da tempo di puntare sull’idrogeno come vettore per la decarbonizzazione lanciando progetti come Hy4Heat e H21, mentre l’Olanda con il progetto Holland Hydrogen I punta alla costruzione nel porto di Rotterdam del più grande elettrolizzatore europeo per la produzione di idrogeno verde, oltre al progetto che prevede la costruzione della rete nazionale per l’idrogeno che collegherà le città, i porti, i poli industriali olandesi e zone di paesi vicini, come ad esempio la Germania. Di fatto l’Europa sta contribuendo a scrivere la storia dell’idrogeno per utilizzare energia pulita. In prospettiva l’idrogeno potrebbe sostituire il gas anche nelle applicazioni industriali?

di Antonio Morlacchi

La caldaia di Rozenburg è stata messa in funzione il 25 giugno 2019. Si tratta del primo contesto reale in cui l’idrogeno puro, prodotto tramite energia rinnovabile e quindi a zero emissioni clima-alteranti, è stato utilizzato come combustibile di una caldaia a condensazione ad alta efficienza nell’impianto di riscaldamento centralizzato di un edificio residenziale. La caldaia, risultato di anni di studi del nostro centro Ricerca e Sviluppo, è conforme al regolamento europeo EU 2016/426, con validazione dell’ente notificato tedesco Dvgw. A questa prima installazione sono poi seguiti con successo altri test pilota in Gran Bretagna, Francia e Germania.

E nel resto d’Europa?

La linea di produzione della caldaia a idrogeno stabilimentonelloBaxi a Bassano del Grappa.

Il problema è proprio questo: la quasi totale assenza di norme legate all’utilizzo dell’idrogeno. Quando abbiamo avviato lo studio della caldaia a idrogeno, e poi la sua sperimentazione, non avevamo parametri di riferimento, né tecnici né normativi. A livello normativo qualche passo è stato fatto per i prodotti funzionanti con una miscela di gas contenente fino al 20 per cento di idrogeno; ora è disponibile la Uni TS 11854 e, per quanto riguarda la qualità del gas, è stato emanato il DM 03/06/2022. Ma manca totalmente l’aggiornamento del quadro normativo relativamente a trasporto, distribuzione e installazione degli apparecchi per uso residenziale.

In questa pagina, due render dello sviluppo di Salerno.

Mr. Slim+ di Mitubishi Electric.

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Definito dal piano urbanistico della città come area in trasformazione, il sito di 44.000 metri quadrati degli exstabilimenti Marzotto occupa una posizione invidiabile, di fronte alla spiaggia e a due passi dal porto turistico di Marina d’Arechi. Lo sviluppo verticale delle residenze, tre torri rivolte a ventaglio verso il golfo di Salerno, libera la maggior parte della superficie per creare un parco di macchia mediterranea attraversato da percorsi pedonali aperti alla città e un retail park.

Poggiate su un basamento unico che crea un parcheggio interrato con più di 800 posti auto e box per i residenti le torri, con altezze decrescenti verso il mare, sviluppano una superficie utile di circa 18.000 metri quadrati e 183 appartamenti di diversi tagli, tra cui tre attici. Già previsto in fase di progettazione impiantistica e dunque ben integrato nell’architettura degli edifici il ricorso a un sistema di climatizzazione autonomo, con pompe di calore Mitsubishi Electric installate dal partner Progetto Clima che provvederanno per intero alle esigenze di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Per 117 appartamenti di medie dimensioni è stata scelta Mr. Slim+, una pompa di calore ibrida aria/aria, aria/acqua che unisce i vantaggi della pompa di calore idronica e i benefici di un sistema multisplit. Con Mr. Slim+ è possibile produrre acqua calda per uso sanitario e riscaldare l’ambiente, alimentando pannelli radianti e radiatori o mediante l’unità ad espansione diretta che provvederà anche alla climatizzazione estiva: il calore sottratto dagli ambienti verrà recuperato per riscaldare l’acqua calda sanitaria in modo virtualmente gratuito.

Per coniugare poi le esigenze di comfort, versatilità e semplicità di installazione, per le unità abitative a maggiore metratura verranno installate le unità Ecodan Multi che possono essere collegate con qualsiasi tipologia di unità interna Mitsubishi Electric e che permettono un controllo personalizzato degli ambienti. Oltre alle pompe di calore, l’azienda giapponese ha fornito anche le interfacce wi-fi Mel Cloud che permettono ai condomini di controllare la climatizzazione da computer, tablet o smartphone. climatizzazione.mitsubishielectric.it

MITSUBISHI ELECTRIC UNO SVILUPPO RESIDENZIALE ALL-ELECTRIC

IL PROGETTO DI LOMBARDINI 22 COMPRENDE TRE TORRI DI FRONTE AL MARE PER 183 APPARTAMENTI. CLIMATIZZAZIONE E PRODUZIONE DI ACQUA CALDA AFFIDATI ALLE SOLUZIONI MITSUBISHI ELECTRIC

ALPAC CLIMATIZZAZIONE E VENTILAZIONE IN UN’UNICA SOLUZIONE

Unità di captazione di energia rinnovabile termica da sorgente aria esterna (unità esterna) con pompa di calore basata su tecnologia DC inverter e dotata di circuito refrigerante R32, con annessa unità di Vmc dotata di filtrazione dell’aria e scambiatore di calore a flussi incrociati. Una soluzione brevettata per il

impiantistica, mentre il fatto che non venga utilizzata acqua come fluido vettore agevola i lavori di installazione. Inoltre, per esigenze progettuali ancora più interconnesse, Helty ha studiato anche una versione di All Seasons integrabile al monoblocco termoisolante Alpac: un sistema brevettato che trasforma l’involucro in agente attivo nel migliorare il comfort indoor, coniugando le esigenze di isolamento termo-acustico del foro finestra con tutti i vantaggi di un sistema di climatizzazione che, in quanto esclusivamente elettrico, può basarsi su fonti rinnovabili. All Seasons risponde alle più importanti direttive europee sui temi dell’efficienza energetica come la direttiva Epbd (Energy Performance Building Directive, attualmente 2018/844/UE) e la Res (2099/28/CE) sulla promozione dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Infine, All Seasons può accedere alle detrazioni fiscali previste per interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico su edifici esistenti. www.heltyair.com

caldalainternodell’ariarinnovoUnitàacusticoisolamentovelocitàun’unicafinestraperIlintegratocaldo-freddonelmonoblocco.sistemaprefabbricatolagestionedelnodogarantisceinsoluzionediposaedelevatotermicoecertificato.diclimatizzazione,epurificazionedell’ambiente(unitàinterna)pergestionedeiflussid’ariaefredda.

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ALL SEASONS BY HELTY, INTEGRAZIONE EDIFICIO-IMPIANTO

All Seasons è il rivoluzionario sistema brevettato di Helty – azienda di riferimento nel settore della Vmc e del comfort indoor – che combina i vantaggi di una climatizzazione a ciclo annuale (riscaldamento, condizionamento, deumidificazione) con il ricambio e la purificazione continua dell’aria indoor, ambiente per ambiente. Inoltre, questa soluzione all-in-one – pensata per nuove costruzioni o in caso di riqualificazioni invasive – è a ingombro zero, perché si mimetizza integralmente nell’involucro senza impattare sul pregio architettonico né sull’interior design degli ambienti. All Seasons si compone di due elementi complementari, entrambi progettati e industrializzati per un inserimento a totale incasso nella sezione perimetrale dell’edificio. Da un lato, posizionata a filo muro nella parte superiore, un’unità di diffusione per la ventilazione e la gestione dei flussi di aria calda o fredda; dall’altro, nella parte inferiore, un’unità trivalente per la generazione del clima e la purificazione dell’aria. Quest’ultima, il ‘motore’ del sistema, include una pompa di calore di tipo aria-aria basata su tecnologia DC inverter con circuito refrigerante R32 e un sistema di Vmc ad alta efficienza con filtro F7 per la purificazione dell’aria e scambiatore di calore a doppio flusso incrociato controcorrente per il recupero fino al 90 per cento del calore. L’integrazione edificio-impianto è totale: si evita il ricorso agli antiestetici split; le cover di entrambe le unità sono tinteggiabili; scarico e presa d’aria esterni possono essere posizionati in luce rispetto al foro porta/finestra e, dove non fosse possibile, anche che in facciata senza impatto sull’estetica dell’edificio. Inoltre, All Seasons si basa su una logica decentralizzata che consente di gestire le condizioni del clima e dell’aria in modo indipendente ambiente per ambiente, con funzioni controllabili direttamente attraverso un pannello touch screen, il che lo rende adatto per l’installazione, oltre che in edifici residenziali, anche in uffici e immobili ad uso turistico. La modularità a sua volta semplifica la progettazione

Della vastissima produzione intellettuale di Branzi ogni capitolo seleziona i principali progetti, dalla No-Stop City alle metropoli teoriche sviluppate negli anni Ottanta e Novanta – quali Agronica e La Metropoli Merceologica, nelle quali rappresenta il nuovo stato di una città debole e diffusa: reversibile, evolutiva, provvisoria, instabile, corrispondente alla società fluida descritta da Bauman.

A un’ampia e ben illustrata rassegna delle opere e dei progetti attualmente in corso: 52 quelli descritti diffusamente, dai primi allestimenti per la Rinascente alla trasformazione della caserma Montello e al nuovo campus dell’Università Cattolica, ma il regesto ne conta numerosi altri, la monografia che ripercorre quasi sessant’anni di attività (lo studio fu fondato nel 1964) di Gianmaria e Roberto Beretta affianca il racconto biografico di Massimo Martignoni e il racconto che di sé stessi fanno i due fratelli, con l’understatement che li caratterizza. Un’occasione – piuttosto rara nelle monografie di architettura – per rintracciare i tratti di quel ‘canone’ fatto di sobrietà e concretezza dell’architettura milanese del dopoguerra e al centro del modo di operare dello studio. Un’architettura, scrive Gianmaria Beretta, condotta “con un profondo spirito di servizio, mai cercando di far prevalere l’atto creativo sulla considerazione e il rispetto delle tante esigenze cui l’architettura deve rispondere” riconoscendo addirittura che “certi vincoli, quando espressi da interlocutori capaci, spesso determinano una sinergia che può contribuire a migliorare il progetto”

La Nave di Teseo editore Milano, 2022 pp. 278, Ill, 50 euro ISBN 978-88-9395-131-9

Beretta ArchitettiAssociatiaMilano

DEL PROGETTO

DI REALISMO MILANESE

› DESIGNCAFÈ

È il giacimento di informazioni e di oggetti di questa società fluida a fare da collante tra le parti dell’urbano, con il paradosso di costruire spazi senza consequenzialità scalare, passando cioè dalla scala XS dell’oggetto a quella XL del territorio, eliminando il ruolo storico dell’architettura come mediatrice.

EDISSOLUZIONEIOARCH_101RIFONDAZIONE

Andrea Branzi E=mc2 Il nell’epocaprogettodellarelatività

Per approfondire le tesi di Andrea Branzi, che nel 1974 sottoscriveva la dichiarazione di Archizoom che “il fine ultimo dell’architettura moderna è l’eliminazione dell’architettura stessa” la quale dovrebbe piuttosto diventare un’autentica scienza dello spazio, risulta fondamentale la vasta ricerca raccolta in questo volume. Il tema dell’urbanizzazione debole è una costante del pensiero di Branzi, nel quale la critica alla forma della città moderna e un approccio antropologico costituiscono le premesse conoscitive per formulare una teoria del progetto in grado di sopravvivere, come scrive nell’introduzione Elisa Cattaneo, anche all’assenza della pratica dell’architettura e dell’architettura in sé. Con brevi incursioni nella scala dell’oggetto, il volume si concentra sulla produzione dei territori e sull’interpretazione della città, nel tentativo di mettere a fuoco il legame tra una definizione di società e una definizione di metropoli, ovvero del territorio in cui l’energia della trasformazione – ecco il riferimento alla formula della relatività del titolo – si manifesta.

Specialmente oggi, quando al concetto di popolo (e di classi) si sovrappone quello di moltitudine di singoli individui, scrive Andrea Branzi, la qualità dell’architettura non coincide con la qualità della città, perché la società nata dalla terza rivoluzione industriale opera attraverso dispositivi flessibili, deboli e diffusi. Si fanno così più evidenti – come ad esempio abbiamo sperimentato durante la pandemia – le contraddizioni tra spazi interni e spazi esterni, che del resto “non hanno mai trovato un equilibrio sociale: ciascuno di essi è portatore di logiche divaricanti”. Dopo avere tracciato, con una lettura storica che conduce a spunti di notevole interesse, una genealogia degli spazi che ricostruisce il rapporto tra interno e esterno nel tempo e in società e culture diverse da quella occidentale (gli interni come interni; gli interni come esterni; gli esterni come interni; né interni né esterni, ovvero il progressivo superamento della distinzione tra luoghi privati e luoghi pubblici, processo in atto come si può osservare sia dalle grandi trasformazioni urbane sia dai micro-interventi diffusi di ‘urbanistica tattica’), Branzi individua infine dieci consigli che, più che sui processi di trasformazione tipici dell’architettura e del disegno urbano, si fondano sull’uso evolutivo degli spazi interni della città. Della Carta di Atene e dei suoi principi di zoning, il cui risultato sociale peraltro fu quasi sempre disastroso, manca l’assertiva rigidità perché – decimo consiglio – occorre piuttosto “interpretare la città come sistema bio-tecnologico in continua trasformazione, che produce economia e cultura come effetto spontaneo della propria energia espansiva” Da leggere.

E forse l’architettura è già una parete trasparente che delinea solo un interno, in un futuro anteriore di eventi già realizzati in un tempo non ancora accaduto.

LA CITTÀ DELLA MODERNITÀ

Andrea Branzi Interni o esterni. Per una nuova carta di Atene a cura di Elisa C. Cattaneo Libri Scheiwiller, Milano 2022 pp. 160, 34,90 euro ISBN 978-88-7644-677-1

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SESSANT’ANNIDEBOLE

a cura di Elisa C. Cattaneo Actar Publishers, New York/Barcellona, 2020 pp. 600, 57 euro ISBN 978-19-4515-089-0

Milano Design Week

a cura di Elena Riolo

Lo stile e la decorazione diventano così il necessario risultato formale adeguato alla nostra epoca.

Un nuovo codice. Questo è quanto abbiamo colto dalle presentazioni e dalle anteprime del Salone del Mobile e della design week di giugno. Frutto di un connubio sempre più stretto tra creatività e tecnologia, tra imprenditoria e pensiero, questo codice dà vita, da un lato, a prodotti pensati per ambienti sempre più fluidi, liquidi, addirittura temporanei, e dall’altro a soluzioni leggere, orientate alla riduzione dei consumi, alla durabilità, al riciclo.

elements

MDW 2022

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TRUSSARDI CASA

ROOMS. La prima serie di carte da parati disegnata da Patricia Urquiola per il brand Co.de di Jannelli&Volpi è stata presentata durante la Design Week presso lo showroom Moroso. In quattro varianti cromatiche, la collezione Rooms si sviluppa in sette stanze pensate per essere in dialogo le une con le altre. Oltre ai soggetti abitativi d’uso comune –finestra, tavolo con natura morta, tenda, libreria – la collezione comprende il decoro di una serra-giardino popolata di piante. www.jannellievolpi.it

LIVING DIVANI

HALFMOON. La dormeuse disegnata da Leonardo Talarico è un oggetto scultoreo essenziale e accogliente che richiama, nell’intersezione dei due elementi che lo compongono, il tangram. Da questo incontro di sagome nasce anche una famiglia di divani asimmetrici, che giocano con le forme e i colori. La struttura è in legno e acciaio, il rivestimento in tessuto o pelle, la base in legno verniciato nero www.luxurylivinggroup.comopaco.

Foto ©Alessandro Paderni

JANNELLI&VOLPI

www.livingdivani.it

GRAFT – TICINO. Il nuovo tavolo Graft di David Lopez Quincoces in formato rettangolare o quadrato ha le gambe, un doppio quadrato in diagonale, che si inseriscono nel piano e diventano il dettaglio geometrico caratterizzante il progetto. In abbinamento, Ticino di Shibuleru, una sedia compatta e impilabile dal profilo aerodinamico, pensata come seduta da pranzo o da ufficio nelle sue diverse declinazioni materiche.

KLISMOS BY KNOLL. Proposta con un’originale combinazione di materiali e forme dinamiche, la famiglia di sedute disegnata da Antonio Citterio è realizzata con sedili e schienali in corda di cotone naturale intrecciata sulla struttura in legno di rovere. Lo schienale è disponibile anche nella variante in legno, in colore naturale o in nero. La collezione Klismos by Knoll si compone di poltroncine, chaise longue, divani e www.knoll-int.companche.

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B-LINE

Foto ©Federico Cedrone

PEDRALI

Milano Design Week 2022

www.pedrali.com

SUPERCOMFORT. Disegnata da Joe Colombo nel 1964, la poltrona nasce dall’idea di utilizzare un unico foglio di tranciato di legno ritagliato e senza giunzioni. Il processo produttivo è stato ottimizzato in corso d’opera scomponendo la struttura in due fogli, uno per formare la curva schienale-seduta-braccioli e uno per le gambe. L’imbottitura è costituita da un cuscino anatomico cucito a settori completato da copribraccioli avvolti intorno alla struttura. www.b-line.it

KNOLL

Foto ©Andrea Garuti, styling: Studio Salaris

JEFF. Il sistema di divani modulare e componibile di Patrick Norguet è progettato come un insieme di piccole architetture che, combinate tra loro, danno vita a molteplici scenari. Ogni modulo è realizzato in schiumato poliuretanico confortevole e indeformabile, appoggiato su una piattaforma in multistrato sollevata da terra da piedini di 3 centimetri. Il rivestimento è in tessuto Kvadrat, disegnato da Raf Simons.

WORKSHOP. Il tavolo fa parte della collezione Solo firmata da aledolci&co composta di sei elementi. La linea è realizzata con tavole a tre strati incrociati di legno massello biocompatibile che assicurano durabilità e solidità. Gli arredi mixano fino a sette essenze, diverse tipologie (rovere, noce, olmo, teak burma, larice), scelte (senza nodi, nodoso, variegato) e lavorazioni (levigato, piallato, spazzolato, piano sega). www.fiemmetremila.it

www.fenixforinteriors.comtonalità.Foto©CarloBaroni

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FENIX

FIEMME TREMILA

WALLOVER. Elaborato da Monica Graffeo, art director dell’azienda, il sistema di contenitori verticali e orizzontali dà vita a potenzialmenteconfigurazioniinfinite. Come spiega la progettista: “Lo scopo è quello di creare composizioni che facciano vivere la parete come fosse un quadro, grazie alla tensione delle proporzioni, al ritmo, alla sensorialità dei materiali e alla www.caccaro.comluce”.

CACCARO

VERY WOOD

X-KIN. La casa astratta The Wall of Wonders è l’installazione concepita dall’artista svedese Gustaf von Arbin e dallo studio Cara\Davide di Cara Judd e Davide Gramatica per presentare l’innovativo rivestimento per pareti di Fenix. Proprio come Fenix, il nuovo prodotto è opaco, morbido al tatto, anti-impronta e con un’ottima resistenza del colore alla luce. X-Kin si applica con le stesse modalità di una carta da parati. Disponibile in quattro

KHA. Disegnata da Christophe Pillet, la collezione di poltroncine dining si caratterizza per lo schienale arrotondato e avvolgente in paglia di Vienna che le conferisce uno spirito retrò reinterpretato in chiave attuale e contemporanea. Realizzata con una struttura in frassino, Kha è disponibile con seduta in diverse tipologie di tessuto, vinile o pelle per adattarsi a qualsiasi esigenza di www.verywood.itprogetto

NEBBIA. Fonde insieme artigianato e progetto industriale la nuova sedia di Piero Lissoni dalla vocazione contract. Le gambe in legno massello di frassino tinto nero dalla sezione importante danno vita ai braccioli elegantemente curvati, offrendo un appoggio per lo schienale a forma di conchiglia e la seduta, entrambi imbottiti e pensati per essere www.porro.comsfoderabili.

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CILINDRO. La collezione, progettata da Claudio Bellini, è formata da una poltrona e da un divano a due posti e si definisce per il generoso schienale cilindrico e per la sinergia tra l’imbottitura e il rivestimento esterno in tessuto acustico Snowsound fiber, che assicura un elevato benessere www.caimi.comacustico.

ARPER

CAIMI BREVETTI

PORRO

AEERI. Come un origami, nel progetto di Peter Kunz, un singolo foglio di acciaio, di un solo millimetro di spessore, viene piegato per dare vita a un tavolo snello e scultoreo ma solido e resistente. Composto da soli cinque componenti, può essere facilmente disassemblato e consegnato smontato per ridurre l’impatto ambientale del trasporto. Rifinito in acciaio verniciato nero, bianco o rosso, il top di Aeeri si abbina a gambe in metallo, disponibili in due altezze, o a gambe in legno rovere europeo nella finitura naturale o nera. www.arper.com

Milano Design Week 2022

www.unifor.it

VIGANÒ & C

MAGGY BIG. Forme scultoree per la poltroncina in schiumato a freddo ignifugo, design Basaglia + Rota Nodari, che si caratterizza per l’arretramento nella parte anteriore per permettere un comodo posizionarsi dei piedi. Rivestita come una seconda pelle fino a terra, Maggy Big ha curve che accolgono tutte le parti del corpo. La seduta può essere personalizzata con i 192 tessuti e pelli della www.viganooffice.itcollezione.

Foto ©Delfino Sisto Legnani, Alessandro Saletta - DSL Studio

FANTONI

SISTEMA 28. Nato per soddisfare l’esigenza di una sempre maggior integrazione tecnologica nell’ambiente di lavoro, Sistema 28 di Fantoni evolve con Slide, che permette di accedere a un capiente vano portacavi facendo scorrere verso di sè il piano della scrivania. La possibilità di abbinare un modulo di allungo consente poi di creare configurazioni nell’ottica della versatilità degli spazi e delle modalità di www.fantoni.itlavoro.

RÉUNION. La soluzione per lo smart working studiata da Marc Sadler per et al. offre un contesto flessibile per chi vuole lavorare, studiare o concentrarsi in uno spazio tutto suo. Il sistema modulare è composto da due scrivanie di diversa dimensione e da elementi accessori da agganciare ai telai: mensole, pannelli fonoassorbenti di due altezze diverse, frontali e laterali e tasche portaoggetti in tessuto.

ET AL.

UNIFOR

www.et-al.it

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PRINCIPLES. La collezione sviluppata in collaborazione con lo studio OMA è composta da più di cento elementi declinati per taglie S, M, L, XL. Tavoli riunione, scrivanie, meeting pod, pannelli divisori lineari e circolari, divani e isole imbottite possono essere configurati in modi infiniti. Tecnologia dei materiali, illuminazione integrata, insonorizzazione e cablaggio completano la proposta.

TACO. È disegnata da Alessandro Stabile la poltroncina destrutturata e alleggerita nelle lavorazioni e nei materiali che pesa solo sei chilogrammi. Priva di struttura in legno e poliuretano espanso e con un’anima sottile in acciaio interna alla seduta, la scocca è composta da due strati di feltro naturale e viene sviluppata interamente in piano attraverso un preciso taglio al vivo. www.lacividina.com

LACIVIDINA

ETHER. Il sistema firmato da Marco Piva è dotato di uno stipite evoluto: il blocco verticale, che accoglie l’interfaccia sviluppata da Microdevice, è inglobato all’interno della porta. Ether racchiude un’interfaccia intelligente, ricca di comandi e personalizzabile. Nell’immagine, la versione office con anta in laccato opaco grigio calce, stipite in alluminio spazzolato e colonna verticale in vetro grigio www.lualdi.comcalce.

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LUALDI

DOLMEN. La famiglia di tavolini progettata da David Lopez Quincoces si connota per i piani dalle diverse forme geometriche pure: rettangolari, quadrate o rotonde. Declinata in varie dimensioni e altezze, è pensata per la zona living al servizio dei divani e trova la sua massima espressione in composizioni multiple. La struttura è in metallo verniciato bronzo, mentre i top sono proposti in laccato opaco e www.lemamobili.comlegno.

LEMA

HappyAreWeCredits Milano Design Week 2022

RODA

LEVANTE. Interamente realizzata in teak, la collezione completa per l’outdoor firmata da Piero Lissoni comprende un tavolo in due misure, da abbinare a una sedia con braccioli, una poltrona e una chaise longue. Ad arricchire ulteriormente Levante si aggiungono le novità 2022: un divano dall’ampia seduta, due coffee table dalle linee compatte e un lettino da sole con pratico appoggio laterale in www.rodaonline.commetallo.

Foto ©Stefano Anzini

STAYGREEN

HASHI. Ispirazioni orientali ed esotiche danno vita alla collezione disegnata da Federica Biasi composta da divano e sedia a dondolo. Letteralmente ‘bacchette’ in giapponese, Hashi è costituita da un sistema con struttura in iroko e scocca in acciaio che accolgono cuscini in poliuretano espanso a densità variabile e fibre poliestere, rivestiti con telina poliestere outdoor e fondo traspirante www.gervasoni1882.comantiscivolo.

AUDREY. Due materiali, cartone e tessuto, uniti dal progetto di seduta di Alfonso Femia. La cellulosa strutturata è composta da percentuali miste di fibre di legno, carta riciclata e colle naturali e rifinita con la malta ecologica Solid Green, che rende il cartone idrorepellente, ignifugo e resistente all’usura e agli urti. La poltrona è disponibile nei colori oro, argento, bronzo, nero, bianco, grigio e www.staygreen.ittortora.

CIMENTO

LIDO. Alle panche disegnate da Parisotto + Formenton si affianca ora una serie di tavoli adatti agli spazi interni ed esterni. Il piano, connotato dagli angoli smussati, è disponibile rettangolare o nell’inconsueta forma a plettro. Spessore minimo e caratteristiche superfici tattili per le gambe www.cimentocollection.comsemi-bombate.

GERVASONI

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NET LOUNGE. Elegante profilo a onda per la poltrona outdoor in polipropilene fiberglass completamente riciclabile disegnata da Raffaello Galiotto. L’assetto ribassato del sedile e l’inclinazione dello schienale favoriscono la distribuzione ergonomica del peso corporeo. La scocca è leggera e traspirante grazie a un motivo a fori quadrati e raggiati distribuiti in continuità sulla superficie della www.nardioutdoor.comseduta.

JWANA HAMDAN

JARDÍN. La collezione di sedute per l’outdoor è un omaggio alla designer di origine cubana Clara Porset e al suo progetto del 1957 per l’hotel Pierre Marqués di Acapulco. Paola Lenti ha interpretato alcune sedute, attualizzandone i materiali senza tradirne lo spirito originale: gli intrecci in midollino sono stati aggiornati in corda Twiggy e la struttura in legno curvato è riproposta in alluminio verniciato lucido.

PAOLA LENTI

www.paolalenti.it

NARDI

www.jwanahamdan.combassi.

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THE WANDERING MAJLIS. Il nuovo brand di design outdoor Jwana Hamdan fondato dall’omonima imprenditrice italo-libanese unisce il know-how progettuale italiano con un patrimonio culturale mediorientale. All’hotel Me Milan Il Duca è stata svelata la prima collezione del marchio: The Wandering Majlis, una serie di arredi ispirati alla cultura nomade e araba che si compone di sedute da terra e rialzate, divani modulari, cuscini e tavolini

Milano Design Week 2022

TARGETTI

NEMO

FLOS

DROP. La collezione disegnata da Arihiro Miyake è il frutto di un sofisticato lavoro di ingegneria illuminotecnica. È uno chandelier dalle linee definite, combinate a una struttura in alluminio estremamente leggera. Le sorgenti luminose sono presenti sul lato interno di ogni elemento. I profili e i contatti sono collegati attraverso una connessione miniaturizzata per un risultato di leggerezza www.nemolighting.comsospesa.

QUICK LIGHTING

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ARCO K. L’edizione limitata per i sessant’anni dell’icona disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni è disponibile in soli 2022 pezzi numerati. La classica base in marmo è stata sostituita con un cristallo senza piombo, comunemente usato per prismi ottici in laboratorio che, proprio per la sua trasparenza, svela la meccanica della lampada e ne spiega il funzionamento e il principio. www.flos.com

Foto ©Mattia Balsamini

IVY. Il sistema di illuminazione per esterni unisce luce, audio e sensoristica ambientale, nella prospettiva di ottimizzare l’integrazione con l’architettura, la personalizzazione e la fruibilità per gli utenti. Molteplici le configurazioni possibili con luci lineari, proiettori e sospensioni. Tre le finiture standard per Ivy: grigio ferrite, anodizzato nero e bianco, alle quali si aggiungono tutte le colorazioni Ral www.targetti.comspeciali.

ROCCHETTO TREE. I corpi illuminanti in alluminio tornito ossidato e verniciato si uniscono a piante, alberi o arbusti attraverso un sistema di ancoraggio modulabile: una cinghia in tessuto che si adatta a qualsiasi ramo o fusto. Dotata di molteplici accessori, Rocchetto Tree è disponibile in tre misure e in sette finiture, oltre a essere facilmente personalizzabile in base a esigenze estetiche o www.quicklighting.comfunzionali.

Milano Design Week 2022

TONDA. Richiama il design degli anni Settanta, la lampada a sospensione firmata da Ferruccio Laviani che si caratterizza per la struttura metallica che abbraccia e accoglie, senza bloccare, la sfera del diffusore in vetro soffiato a bocca con una sfumatura che va dal bianco opalino al trasparente sfumato. Disponibile in due dimensioni, è proposta con struttura metallica bianca o www.foscarini.comarancione.

STELLAR NEBULA. La famiglia di lampade è stata disegnata da BIG, Bjarke Ingels Group, interpretando e valorizzando la soffiatura artigianale del vetro con innovative tecniche di finitura Pvd. Ruoli e limiti della produzione industriale e artigianale sono al centro di questa idea progettuale, che mira a trovare una soluzione di unicità produttiva: le forme dei diffusori soffiati a mano sono infatti sempre www.artemide.comuniche.

ARTEMIDE

DOT. Sono le dimensioni ridotte a definire il progetto di Jan Van Lierde da inserire in mezzo al verde di un giardino o di un terrazzo. Una impercettibile presenza che, per la forma e la finitura discreta, rimane quasi mimetizzata. Il punto di origine del fascio luminoso scompare nell’ottica incassata, ma grazie anche al corpo in alluminio e alla tecnologia led Dot riesce a illuminare con www.platek.eupotenza.

Foto ©Mierswa & Kluska

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FOSCARINI

MITO TAGLIO. La testa mobile a 360° della nuova lampada da tavolo progettata da Axel Meise illumina esattamente dove serve. La regolazione in altezza attraverso il meccanismo nascosto nel braccio consente di distribuire la luce, ampliando o concentrando il fascio luminoso in un unico punto. Anche il colore della luce si imposta con un gesto passando da una luce più fredda a una più calda. www.occhio.com

PLATEK

OCCHIO

ANAUNIA

VELA. Il tavolo-scultura esplora e valorizza le diverse sfaccettature e possibili applicazioni del metallo. La bidimensionalità dell’ottone del top si contrappone alla tridimensionalità scultorea della base. Il top ovale in seminato veneziano di marmo bianco, realizzato in collaborazione con Laboratorio Morseletto, si compone di piccoli pezzi di ottone annegati nel seminato veneziano di marmo www.decastelli.combianco.

LAPITEC

MY SECRET. La Spa galleggiante, progettata da Michele Perlini presentata durante il Fuorisalone nel cuore di Brera, è un’architettura mobile di ispirazione giapponese orientata al benessere. L’area doccia emozionale con cromoterapia si caratterizza per la pietra sinterizzata Lapitec, materiale made in Italy coperto da 25 brevetti e originato da una miscela di minerali 100% naturali, compattati senza aggiunta di colle o resine. www.lapitec.com

www.anaunia.it

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FREESPACE. Declinata in molteplici prodotti, la nuova linea di pareti scorrevoli nasce per configurare gli ambienti in maniera dinamica e flessibile. Scomporre e ricomporre gli spazi per le diverse realtà quotidiane non è più quindi solo un concetto astratto, ma una soluzione concreta per aumentare le finalità funzionali di qualsiasi ambiente, che sia casa, ufficio, hotel.

DE CASTELLI

BUDRI

FRAGMENT. La collezione di arredi e superfici, progettata da Gwenael Nicolas dello studio giapponese Curiosity, nasce per recuperare sottili frammenti dalle bacchette di lavorazione del mosaico e da lastre derivanti dai processi di lavorazione. Accostate tra loro e fuse a un componente brevettato dall’azienda che le rende estremamente resistenti, formano pattern di sfumature monocromatiche o multicolore. Nella foto due elementi di questa collezione: lo scenografico Chandelier e il Living Table. www.budri.com

MIRAGE

Milano Design Week 2022

EPICARC. Il progetto firmato da Andrea Boschetti in collaborazione con Ana Lazovic amplia la proposta di Mirage con due tavoli: Epic, ‘epicentro’ e Arc, ‘arco’. La ceramica non rappresenta più una componente meramente decorativa, ma si evolve in elemento costitutivo dell’oggetto. Le gambe in ceramica infatti rappresentano la parte strutturale dei tavoli con piano in vetro www.mirage.ittrasparente.

Foto ©Marco Cappelletti

SPAGHETTI WALL

SO WHITE. Gradazioni di bianco ed effetti a rilievo generano una serie di grafiche geometriche o d’ispirazione naturale. Con la carta da parati di Gian Paolo Venier la gestualità della pennellata e lo spessore pastoso del bianco trasformano la parete in un mondo tridimensionale. Tutti i soggetti, in bianco su bianco, sono stampati Skin con superficie texturizzata, disponibile anche in versione www.spaghettiwall.itlavabile.

SAGEVAN

METAMORFOSI. Tavolini, piatti ornamentali, mattonelle e boiserie diventano preziosi con le venature di marmo Calacatta di Carrara intrecciate a incisioni rappresentanti volti, mani e simboli disegnate da Vincenzo D’Alba del gruppo Kiasmo. I grafismi iscritti sul marmo degli accessori sono impreziositi dalla foglia oro applicata a mano. I tavolini sono disegnati da Natascia www.sagevanmarmi.comBascherini.

SOLIDNATURE

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MONUMENTAL WONDERS

L’azienda olandese SolidNature, specializzata nella lavorazione di pietre naturali, ha debuttato in Italia ad Alcova con una mostra di pezzi unici ideati da Sabine Marcelis e Oma. L’installazione, attraverso cinque stanze, ha mostrato utilizzi e potenzialità delle pietre naturali e semipreziose. Nell’immagine, dettaglio dello scenografico portale Monumental Wonders realizzato assemblando nove diversi tipi di www.solidnature.comonice.

TELERO. La cucina, ispirata ai teleri veneziani del Cinquecento, è realizzata in grès Laminam e vetro Dekor opaco generato da una tecnologia d’avanguardia. La finitura, applicabile ad ante, piani di lavoro e fianchi, dà vita a volumi monomaterici e monocromatici. Il vetro è disponibile nelle varianti Palladio Light, ispirata ai pavimenti in seminato, Sac Dark e Sac Medium, che alludono al mondo dei www.euromobil.comtessuti.

TUTTO. La minikitchen progettata da Adriano Design racchiude in una dimensione contenuta tutti gli elettrodomestici necessari. Il piano in legno accoglie uno spazio per la preparazione, un lavandino in acciaio e una lavastoviglie anche lavafrutta. Il piano cottura con le piastre a induzione circolari che si possono sospendere quando non servono, riprende Ordine, tra i vincitori della XXVII edizione del Compasso d’Oro. Nella parte frontale, un cassetto refrigerante, contenitori e ripiani in legno.

SUPEROVEN. La collezione di forni high-tech offre prestazioni professionali permettendo di effettuare ogni tipo di cottura anche in ambiente domestico, come grigliatura, frittura, cottura a vapore o arrosto, sottovuoto, affumicatura e disidratazione. Grazie ai sensori che monitorano la percentuale di umidità all’interno della camera di cottura è possibile cuocere il cibo tre volte più velocemente di un normale www.unoxcasa.comforno.

MAISTRI

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UNOX CASA

EUROMOBIL

FABITA

www.fabita.it

B.TABLE. I moduli del primo modello di cucina da esterno del marchio parte del Gruppo Asso sono accostabili in una sequenza potenzialmente infinita, in un’ottica di totale flessibilità. Installabile su terrazzi, giardini e nicchie, è disponibile sia come isola cucina sia come cucina a parete. B.table è realizzata in alluminio verniciato a polvere e rivestita con diversi tipi di pietra naturale o www.maistri.itsinterizzata.

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FRANKE

COSENTINO

ELICA

www.samsung.com

www.dekton.itwww.cosentino.com

www.elica.com

Milano Design Week 2022

ALL-IN. Il pluripremiato organizer per il lavello cucina si compone di otto diversi elementi in uno: la guida telescopica, dotata di binari estensibili in acciaio inox, il tagliere e un coperchio in bamboo, una vasca forata, due vasche piccole, di cui una forata, il tappetino in silicone resistente al calore e il vassoio. Gli accessori e il vassoio contenitore di All-In sono combinabili tra loro in diverse tipologie di www.franke.comkit.

SAMSUNG

BESPOKE HOME 2022. Presentata a EuroCucina, la linea di elettrodomestici da incasso completamente rinnovata propone una nuova gamma di forni smart e a vapore e piani cottura eleganti e intelligenti. A unire le diverse proposte è il concetto di espansione dello spazio, dell’esperienza e del tempo. I veri protagonisti sono gli elettrodomestici per la cucina, con nuovi colori, funzionalità aggiornate e finiture premium.

DEKTON KRAFTIZEN. La nuova linea di superfici ultra-compatte nasce da un progetto che pone al centro il colore prendendo spunto dalla texture dello stucco veneziano. I segni lasciati dalla spatola usata per stendere lo stucco sui muri prendono vita sotto forma di milioni di pixel in cinque tonalità. Nell’immagine, il bianco Albarium richiama l’elemento principale da cui trae ispirazione: la polvere di marmo.

LHOV. Ideata e disegnata da Fabrizio Crisà, la soluzione 3 in 1 integra piano cottura, cappa e forno. Il nome del modulo evoca i tre essenziali di ogni cucina (Hob, Oven, Ventilation). Il sistema aspirante nascosto rimuove vapori e odori provenienti dal piano e dal forno. Quest’ultimo, collocato sotto al piano cottura, si trova a un’altezza che favorisce l’ergonomia e libera spazio sotto di sé per un ulteriore vano di stoccaggio.

ORIGINI. Nella nuova collezione il design esplora la nuova dimensione emozionale del colore e della materia. Cinque triadi di colori si abbinano ad altrettanti ritratti cromatici per evidenziare un’attitudine personale. Nell’immagine, Origini Accent dal profilo metacromatico è la linea in ocra lucido, nero opaco e ottone spazzolato studiata per persone cosmopolite, estroverse, a cui piacciono i www.gessi.comcontrasti.

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GESSI

ONA. In catalano significa Onda, la collezione ispirata al Mediterraneo nata dalla collaborazione del Roca Design Center con gli studi Noa Intelligent Design e Benedito Design. La proposta completa per il bagno, composta da lavabi, arredi, rubinetti, vasche, accessori, wc e bidet, coniuga nuove tecnologie, finiture innovative, forme morbide e linee geometriche per soluzioni senza tempo dalle elevate www.roca.comprestazioni.

AZZURRA

ROCA

ICON. La serie di maggior successo dell’azienda è ora rivisitata nell’estetica, nell’offerta e nella tecnica. In particolare, la gamma lavabi si amplia con nuove soluzioni, come il lavamani, il lavabo con piani laterali e il lavabo rettificato d’appoggio. Tutti i sanitari Icon sono disponibili con forma arrotondata o squadrata, sia nella versione a pavimento filo parete sia sospesa, anche con la nuova finitura www.geberit.itopaca.

CHARLOTTE. Diego Grandi ha immaginato un tributo a Charlotte Perriand: una collezione di arredobagno in cui l’elemento centrale è la colonna in rovere lavorata secondo un profilo semicircolare sul fronte. Il piano in legno, disponibile anche in dimensioni custom, sviluppa l’arredo in senso orizzontale. Un volume inferiore laccato opaco, completa il mobile attraverso un ampio contenitore www.azzurraceramica.itsospeso.

GEBERIT

SILESTONE HYBRIQ+. La prima superficie minerale ibrida realizzata con tecnologia HybriQ+ garantisce al nuovo Silestone prestazioni e funzionamento immutati nel tempo in fatto di durevolezza, resistenza e igiene. Si compone di una miscela ad alte prestazioni di minerali premium e materiali riciclati realizzati con un processo di produzione sostenibile, con il 99% di acqua riciclata ed energia elettrica da fonti rinnovabili. www.cosentino.com

ANTRAX

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DICROICO. I lavabi freestanding disegnati da Davide Vercelli sono realizzati con quattro lastre di vetro stratificato capaci di creare un gioco di luci e prospettive. Il loro nome deriva infatti dall’utilizzo di una particolare pellicola nella laminazione delle lastre di vetro che interagisce con la luce in modo diverso in base al suo grado di incidenza, cambiando la sua colorazione a seconda del punto di vista www.artelinea.itdell’osservatore.

COSENTINO

ARTELINEA

FANTINI

GHISA. La collezione di radiatori in alluminio 100% riciclabile è stata progettata da Rodolfo Dordoni come evoluzione del classico calorifero in ghisa. Costituita da elementi slanciati dalla sezione poligonale, rastremati alle due estremità e raccordati su entrambi i lati da altrettanti parti metalliche lineari o curvilinee, Ghisa è disponibile in differenti configurazioni, misure e nelle versioni verticale o www.antrax.itorizzontale.

VENEZIA. Le maniglie in vetro di Murano disegnate da Matteo Thun e Antonio Rodriguez sono realizzate in collaborazione con Venini. Si tratta di due famiglie distinte di pezzi unici: bicolore e in filigrana, entrambe nate da tecniche antiche dell’arte vetraria Nell’immagine,muranese. le maniglie bicolore dalla forma cilindrica studiate nelle combinazioni www.fantini.itametista/ambra,acquamare/verde,rosso/ambra.

Milano Design Week 2022

RITMONIO

DIAMETRO35 S. Il progetto di ampliamento della fortunata serie Diametro35 ha portato al lancio di nuove declinazioni che ne conservano funzionalità ed estetica tra cui Diametro35 S. Il miscelatore si contraddistingue per la funzionalità determinata dal comando dotato di leva lunga, leggera e minimale, pensata per rendere ancora più pratica l’esperienza di utilizzo. www.ritmonio.it

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SOLOS. Il prodotto più significativo della nuova collezione è un’innovativa combinazione di lavabo e miscelatore totalmente integrato, progettata da Ludovica+Roberto Palomba. Il design minimalista e la fattura del lavabo sono resi possibili dalla miscela di allumina e chamotte Diamatec, ideata da Ideal Standard. Solos si arricchirà di diversi prodotti, tra cui una soluzione doccia e un vaso, per completarsi con mobili e accessori www.idealstandard.itcoordinati.

VITRA

IDEAL STANDARD

LIQUID. Dalla collaborazione con Tom Dixon nasce la serie dalle forme leggere e arrotondate ottenute tramite l’utilizzo di un materiale resistente come la porcellana bianca. La collezione si declina in tutto l’ambiente bagno e comprende vasi, lavabi e bidet, rubinetteria, accessori, piastrelle e mobili, come – in primo piano nell’immagine – lo sgabello dai contorni tondeggianti utilizzabile nella doccia e in altri ambienti della www.italy.vitrabathrooms.comcasa.

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AXOR

TARA. Compie trent’anni la serie di www.dornbracht.commaniglieperserie.emaniglie:finiture.lenuoveOradalledellageometrichecaratterizzatarubinetteriedalleformepureepreciseboccaadarcosottileemaniglieacroce.ildesignsirinnovaconvariantialevapertutteversionilavaboetrenuoveInediteanchelenuoveverniciateneroopacogoffrateintuttelefiniturediNell’immagine,rubinettolavabodaterraconacroce.

GRADINA. Nuova linea di lavabi e piatti doccia firmata da Jean-Michel Wilmotte valorizza il marmo esclusivo Margraf Fior di Pesco Carnico. Il materiale, proveniente dall’unica cava al mondo a Forni Avoltri (Udine), ha peculiari tonalità che variano dal grigio al rosa, dal bianco all’avorio. Oltre al doppio lavabo, nella foto, la collezione è composta da un lavabo singolo con vasca circolare, e un piatto doccia quadrato con vasca interna circolare. www.margraf.it

MARGRAF

VISMARAVETRO

SK-IN. Il programma completo per docce walk-in, senza alcuna barriera funzionale e visiva, è realizzato con vetro stratificato e cornice perimetrale: una parete divisoria fissa incorniciata da Ilalluminio.vetrodi spessore 8 mm e una barra di irrigidimento garantiscono l’assoluta solidità. La soluzione è customizzabile, per rispondere a esigenze e progetti differenti. Nell’immagine, finitura in acciaio spazzolato e vetro Securplus Silver Net. www.vismaravetro.it

AXOR ONE. Progettata da Edward Barber e Jay Osgerby, la collezione composta da 31 elementi per il lavabo, la vasca e la doccia reinterpreta un archetipo familiare per ottenere maggiori chiarezza, funzionalità e controllo. I miscelatori, caratterizzati da una leggera rastrematura sulle bocche di erogazione curve, sono proposti nelle finiture in cromo, nero opaco e in una serie di superfici Axor www.axor-design.comFinishPlus.

DORNBRACHT

Milano Design Week 2022

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Senza dubbio una sfida ma non mancano esem pi concreti – banalmente, i termovalorizzatori generano potere calorifico, meno banalmente ma sempre più diffusi, materiali da costruzio ne prodotti a partire da scarti alimentari – e un tema del dibattito contemporaneo, tra crisi climatica, conflitti e disuguaglianze crescenti è l’evidente insostenibilità di un modello di sviluppo basato sul ciclo estrazione-produzio ne-consumo-rifiuti, che riguarda anche l’in dustria agro-alimentare.

In alto, Eat Me, Build Me, di Sharon Yavo Ayalon e Lola Ben-Alon, che usa tradizionali stampi per la produzione dei mattoni (©Yavo Ayalon e Ben-Alon).

A sinistra render del progetto eproduconoinfrastruttureCostruirecherisorseassimilanorifiuti

A destra, dettaglio della membrana di RootSkin, dal suolo al suolo, di Chiara Farinea Architecture(©AdvancedGroup).

BIENNALE ARCHITETTURA DI TALLINN 2022

(©team curatoriale TAB 2022).

Soil , che si interroga sulla provenienza e il ciclo di vita degli attuali materiali da costru zione e espone una serie di materiali e proto tipi commestibili, riciclati o prodotti da scar ti di varia natura; Food and Geopolitics, tema quanto mai attuale che mappe e diagrammi osservano su ampia scala; una rassegna di progetti speculativi messi a punto da artisti e architetti nel corso del xx secolo; e Future Food Deal – tra i partecipanti Carlo Ratti (Mit Senseable City Lab), Winy Maas (TU Delft/ The Why Factory), Enric Ruiz Geli e Aaron Betsky (Virginia Tech) – sui modi con cui l’architettura saprà rispondere alla crescente separazione tra l’uomo e le sue fonti di so stentamento alimentare in una situazione di urbanizzazione diffusa ■

La mostra principale si articola in cinque aree tematiche: Metabolic Home , con sette instal lazioni nel Museo Estone di Architettura che evidenziano quanto i processi di trasforma zione del cibo siano legati al carattere degli spazi domestici quotidiani; From Brick to

› DESIGNCAFÈ

L’ARCHITETTURA DEL METABOLISMO

È possibile trasferire agli edifici e alle città il processo circolare di crescita, decadenza, assi milazione e rilascio di nuove sostanze nutriti ve che caratterizza il mondo naturale? È questo il tema della sesta Biennale di Ar chitettura di Tallinn, nella capitale estone fino al 20 novembre. Con cinque eventi e un programma satellite diffuso in città, ‘Edible; or, the Architecture of Metabolism’, curata da Lydia Kallipoliti e Areti Markopoulou in col laborazione con Ivan Sergejev e Sonia Sobrino Ralston, ha l’ambizione di promuovere presso i professionisti un atteggiamento proattivo sulla capacità espressiva dell’architettura di genera re risorse – cibo e energia – per poi decompor si dopo avere assolto alla funzione propria del costruito.

ØG® sfida la gravità, sofisticato e innovativo utilizza la levitazione magnetica permanente,senza ausilio di elettricità, per movimentare manualmente e con la massima facilità ante scorrevoli di notevoli dimensioni e peso, fino ad una tonnellata. ØG® fa levitare il serramento nell’aria, libero dagli attriti scorre silenzioso senza fatica, amplificando il comfort e agevolando il gesto di apertura/chiusura per qualsiasi tipologia di utente. sistema a magneticalevitazione seccosistemi.com

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