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Il faro di Arendal | NSW ARKITEKTUR

Nelle foto e nel disegno, l’ascensore e il ponte che collegano due parti della città di Arendal, in Norvegia (courtesy NSW). UN’INFRASTRUTTURA CHE CONNETTE DUE VERSANTI DELLA CITTÀ, UNO DEI LUOGHI PIÙ VISITATI DELLA NORVEGIA E UN SISTEMA DI EMANCIPAZIONE DALLA PRESENZA DELL’AUTOMOBILE NEI CENTRI URBANI

Le infrastrutture hanno giocato nel tempo un ruolo cruciale nel successo di molte città e di molte regioni, tanto da rendere in molti, troppi casi la loro costruzione un obiettivo per sé, svincolato da qualsiasi interrogativo sul loro ruolo nella costruzione di modelli di evoluzione di città o di intere regioni nel lungo termine. Ed è così che le infrastrutture, soprattutto quelle stradali, contribuiscono a un’ipertrofia generale e fondamentalmente ridondante delle connessioni, proponendosi in modo illusorio alla soluzione dei problemi del traffico e allo stesso tempo causandone di nuovi e peggiori.

NSW Arkitektur Fondato da Ragnhild Storrønning, Thomas Berge Andersen e Ole Wiig (da sinistra nella foto) NSW è uno studio di architettura con uffi ci a Oslo, nella città dell’entroterra di Hamar e nella città costiera di Svolvær sulle Lofoten. L’attività dello studio abbraccia temi che vanno dall’interior design per clienti privati, fi no alla ristrutturazione e ricostruzione del Palazzo Reale e del Parlamento o al nuovo aeroporto internazionale di Oslo. Con un team di 70 professionisti con background multidisciplinare e provenienti da 12 diverse nazioni NSW è attivo anche a livello internazionale. www.nsw.no

IL FARO DI ARENDAL

di Carlo Ezechieli

L’esempio della torre di Arendal è un caso completamente differente e una dimostrazione di come un’infrastruttura ad alto contenuto tecnologico, se correttamente inquadrata, possa contribuire non semplicemente alla soluzione di problemi di connessione, ma anche alla definizione di uno schema di evoluzione urbana tramite una grande opera di architettura. Lo studio NSW di Oslo, già autore di celebri interventi nell’ambito di quel grande laboratorio di progettazione urbana Tjuvholmen, Oslo tra i quali l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art con Renzo Piano, ha raccolto la sfida della nuova connessione tra la parte alta della città con il centro e con la piazza del mercato. Un doppio ascensore in vetro taglia le rocce, facilitando la mobilità ciclabile e pedonale quale valida alternativa all’automobile. Una volta in cima, un ponte permette di raggiungere la collina e l’abitato retrostante, mentre un altro braccio diventa un’ampia piattaforma panoramica rivolta verso il centro storico. Con un condotto in parte scavato nella roccia, l’ascensore è direttamente raggiungibile dalla stazione ferroviaria, e una volta emerso in superficie si trasforma in un interessante telaio in acciaio a sostegno del ponte, di notte illuminato come un faro. L’impianto, aperto al pubblico nell’agosto 2021, è subito diventato un punto di riferimento e una meta di interesse nazionale, tanto che solo nel primo anno è stato visitato da 1,3 millioni di persone (su una nazione di soli 5 millioni di abitanti e in una città che ne conta 45mila). Un perfetto esempio di come soluzioni adeguate possano migliorare le mobilità, facilitare le connessioni interne alle città, rafforzare la qualità dello spazio pubblico e dare un impulso all’economia di un luogo ■

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