IoArch 73 Nov-Dec 2017

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Anno 11 - n 73 - Dicembre 2017 - euro 9,00 ISSN 2531-9779

Speciale FARE ARCHITETTURA

IN ITALIA | PUGLIA

PROGETTO RETAIL Architettura e design per gli spazi del commercio

Elements contract

Tra natura e artificio

Turenscape | CE-A | Massimo Venturi Ferriolo | Karres+Brands

FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano - Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 DCB Milano


› OCCH

Elevator Technology

Soluzioni intelligenti per le cittĂ del futuro. Sviluppiamo soluzioni intelligenti per affrontare le sfide dell'urbanizzazione, con la nostra competenza tecnica consentiamo ai clienti di raggiungere i vertici del progresso tecnologico, realizzando prodotti innovativi capaci di trasportarli ovunque. t. 02.89696300 www.thyssenkrupp-elevator.com/it

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PROGETTO RETAIL

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IOARCH 73_SOMMARIO ARCHITETTURA ALPINA

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Le pigne di Ugovizza | Claudio Beltrame con DomusGaia Finestre sulle Dolomiti | Peter Pichler e Pavol Mikolajcak, rifugio Oberholz Un’idea di città | Gala Engineering, masterplan ex-Krupp, Shanghai Posizione privilegiata | L22 ristrutturazione integrale a Milano La torre Sassetti | L22 Urban & building, edificio per uffici a Milano Common ground | Ecòl, drawing public spaces, Vienna design week

TRA NATURA E ARTIFICIO

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Progettare la natura | Carlo Ezechieli Inondabile e resiliente | Turenscape, Yanweizhou Park, Jinhua City Naturale e urbano | CE-A Studio, Montano Lucino Trasformare in giardino il mondo, intervista a Massimo Venturi Ferriolo Strategie insediative | Karres+Brands e Arkitema, Copenhagen Città giardino del XXI secolo | Karres+Brands e Effekt, Helsinge

PROGETTO RETAIL

ELEMENTS CONTRACT PER IL RETAIL

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La città è l’anima del commercio | Citylife Milano shopping district Il caso milanese | intervista a Luca Tamini Il tempo ritrovato | Carlo Donati, showroom Slowear L’involuzione dei centri commerciali | l’opinione di Massimo Roj Incontro glamour | piuarch Yamamay concept store Materiali e colori del lusso | Baciocchi Associati, flagship La Perla Il rit(m)o dello shopping | Rinascente Roma L’eredità di un brand | M+S Architetti a Seoul per Max Mara Good emotion | Marconato & Zappa, flagship Comprex Leggeri riflessi dorati | MM A, ristorante Extravergine a Messina

ELEMENTS 89 Contract per il retail

DESIGNCAFÈ 4, 32, 48, 50 Libri, arte, cultura, attualità

SPECIALE 99 Fare architettura in Italia | Puglia

IOARCH Costruzioni e Impianti n. 73

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speciale PUGLIA

Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di direzione Myriam De Cesco Carlo Ezechieli Antonio Morlacchi Grafica e impaginazione Alice Ceccherini Federica Monguzzi

In copertina piazza Tre Torri, Citylife Milano, foto ©Hufton+Crow

Marketing e Pubblicità Elena Riolo elenariolo@ioarch.it Contributi Moreno Maggi Pietro Mezzi Iniziative speciali Ornella Forte

Fotolito e stampa Errestampa Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano T. 02 2847274 redazione@ioarch.it

www.ioarch.it

Prezzo di copertina euro 9,00 arretrati euro 18,00 Abbonamenti (6 numeri) Italia euro 54,00 - Europa euro 98,00 resto del mondo euro 164,00

Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004.

Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca

Spedizione in abbonamento postale 45% D.L. 353/2003 (convertito in legge 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano

T. 02 2847274 abbonamenti@ioarch.it

ISSN 2531-9779

IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386

© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi non verranno restituiti.


› DESIGNCAFÈ LE RICCHEZZE DI ASMARA

STEFANO BOERI ARCHITETTI

UN BOSCO PER TUTTI SORGERÀ A EINDHOVEN IL PRIMO BOSCO VERTICALE DESTINATO AL SOCIAL HOUSING Sarà il primo Bosco Verticale rivolto a un’utenza popolare e in particolare a giovani coppie: una torre alta 75 metri per 19 piani con 125 unità abitative di superficie media di circa 50 mq che Sint Trudo metterà in affitto a prezzi calmierati. Ogni appartamento disporrà di un terrazzo di più di 4 mq con un albero e venti cespugli, per un totale di 70 diverse specie vegetali che contribuiranno alla qualità dell’abitare e a contrastare l’inquinamento atmosferico della città olandese: si calcola che le migliaia di alberi e arbusti assorbiranno 50 ton/anno di CO2. Dopo le esperienze di Nanchino, Utrecht, Tirana, Losanna e Parigi – tutte in corso di realizzazione – prosegue così la diffusione dell’idea di forestazione urbana avviata da Boeri Studio con il primo Bosco Verticale di Milano. Ma se negli altri casi si trattava di residenze highend, il grattacielo di Eindhoven secondo Stefano Boeri «conferma la possibilità di unire le grandi sfide del cambiamento climatico con quelle del disagio abitativo». Caratteristica degli edifici della famiglia di Boschi Verticali è quella di concepire la vegetazione e la natura vivente come elementi costitutivi – e non più solo ornamentali – dell’architettura. Come negli altri progetti, responsabile della progettazione della componente vegetale della Trudo Vertical Forest sarà Laura Gatti, che qui lavorerà a stretto contatto con DuPré Groenprojecten. Sint Trudo curerà la manutenzione. General contractor dell’operazione Stam + De Koning Bouw Bv.

Architecture in Asmara Colonial Origin and Postcolonial Experiences a cura di Peter Volgger e Stefan Graf DOM publishers, 2017 479 pp - ISBN 978-3-86922-87-9

Come è noto, dal 1989 al 1941 l’Eritrea è stata una colonia italiana e il paesaggio urbano della sua capitale, Asmara, conservato quasi per intero, fu in gran parte formato durante il periodo coloniale. Si tratta di un esempio di pianificazione urbana modernista in un contesto africano. In quegli anni, ad Asmara, numerosi architetti europei hanno dato corpo alle loro visioni urbanistiche con edifici che sono rimasti leggendari, come l’edificio Fiat Tagliero. Con cinque saggi fotografici dedicati alle persone e ai luoghi della capitale, il libro di Volgger e Graf mette in luce la ricchezza architettonica della città grazie al contributo di studiosi di varie discipline, che mostrano come la critica coloniale e postcoloniale sia servita come piattaforma per una rilettura di Asmara. Il libro ripercorre la storia della capitale: un’esplorazione su più fronti integrata da foto storiche e interviste con i residenti del luogo.

PROGETTARE IL COMMERCIO DI NAPOLI

Progettazione urbanistica e architettonica del commercio urbano a cura di Giancarlo Priori Clean Edizioni pp 156 - 25 euro ISBN 978-88-8497-552-2

Il libro raccoglie gli esiti teorici e progettuali del corso di perfezionamento di Progettazione urbanistica e architettonica del commercio urbano nato dall’accordo tra il dipartimento di Architettura di Napoli e la Confcommercio-Imprese per l’Italia. Quella descritta nel libro è una metodologia d’intervento finalizzata alla riqualificazione e rivitalizzazione degli spazi urbani studiati nel rispetto della multidisciplinarietà progettuale, del recupero e della sostenibilità. Da tale sperimentazione è nato un piano strategico per lo sviluppo commerciale di una parte del centro storico di Napoli che, oltre agli aspetti disciplinari, ha affrontato le dinamiche economiche.

CINQUANT’ANNI DI GRAFICA ITALIANA

Salvatore Gregorietti Un progetto lungo cinquant’anni a cura di Alberto Bassi e Fiorella Bulegato Skira editore 448 pp – 49 euro ISBN 978-88-572-3705-3

L’attività professionale di Salvatore Gregorietti consente di indagare in maniera scientifica il suo lavoro e di mettere a fuoco alcuni temi e questioni che connotano mezzo secolo di grafica italiana. Il volume offre una ricostruzione storica e analitica che risponde a precise intenzioni di metodo. L’esame del lavoro di Gregorietti, diviso cronologicamente in tre parti in modo da farne emergere le sfaccettature, gli anni della formazione, la collaborazione con Unimark e l’esperienza di Gregorietti Associati, è stato affidato a un gruppo di studiosi e specialisti nonché a testimoni di un percorso di vita, scelti in relazione alle diverse conoscenze e competenze.

DESIGN INSULARE DA BASILE ALLA STAMPA 3D Da alcuni anni sotto la guida di Dario Russo il Laboratorio di Disegno Industriale III del corso di laurea in architettura dell’Università di Palermo intreccia didattica, ricerca scientifica e obiettivi commerciali di aziende aperte alla sperimentazione: un esempio di scuola-lavoro utile per gli studenti e per le imprese alla ricerca dei futuri designer. Con lo studio MMA | Massimiliano Masellis Architetti e l’interior designer Marta Marasà quest’anno il laboratorio affronta la ricerca 4M (for materials) sui materiali per il retail con LineaM e Primek-Insolid. Le altre aziende coinvolte sono Caruso Handmade con un progetto di ricerca per la ricostruzione di alcuni arredi dell’architetto del liberty palermitano Ernesto Basile; Covema vernici; Idea (stampa 3D di lampade); Wine Table, alla ricerca del tavolino da vino perfetto; i tessuti high-tech di Tech Style; AdMeridiem e LaRosalia. [4]

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Render realizzato da Cecilia La Porta



› TREE HOUSES

SOSPESE TRA GLI ABETI DELLA VALCANALE, NELLA FORESTA DI TARVISIO, SORGONO DA POCHI MESI LE PRIME TREEHOUSE D’ITALIA. STRUTTURA LAMELLARE, PARETI IN X-LAM, RIVESTIMENTO IN SCANDOLE DI LARICE, LE RADICI DEGLI ALBERI COME FONDAZIONI, SONO UN RIFUGIO PER ECOTURISTI. ARCHITETTURA DI CLAUDIO BELTRAME, CALCOLI DELLE STRUTTURE DI LORIS BOREAN, PRODUZIONE E COSTRUZIONE DOMUSGAIA

LE PIGNE DI UGOVIZZA Oltre ad essere il sogno di molti bambini, l’idea di abitare una casa su un albero risponde a un bisogno profondo che forse ci appartiene da quando i rifugi sospesi dal suolo erano il modo più sicuro per difendersi da una natura ostile, ben diversa dall’immagine disneyana che ne abbiamo oggi che abbiamo imparato fi n troppo bene a tenerla sotto controllo, allontanandocene. Così cresce una domanda di ecoturismo dove l’impronta antropica sia ridotta al minimo. Non esattamente ‘into the wild’, ma le due Pigne – una terza si aggiungerà quest’anno – che l’agriturismo Malga Priu ha realizzato nelle foreste del tarvisiano, a 1.255 metri di quota, su progetto di Claudio Beltrame e con

«Le nostre Tree House sono case senza fondamenta, sospese, eppure ben radicate al suolo grazie all’appoggio e al contributo indispensabile degli abeti che le circondano e con le loro radici sostituiscono le fondazioni. Praticamente, citando Foucault, sono “Spazi al di fuori dello spazio”» Claudio Beltrame

Sopra il titolo, il caratteristico aspetto della treehouse di Ugovizza. Interamente in legno, misura 8,5 metri di altezza per 6 di larghezza massima e vi si accede dal pendio retrostante mediante una breve passerella. Accanto, concept della sezione (foto courtesy DomusGaia).

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l’intervento di DomusGaia segnano una tendenza che crediamo troverà seguito. Le Pigne – se il nome è un ovvio richiamo alla forma e al rivestimento in scandole di larice in realtà è la pigna ad avere ispirato il disegno architettonico – sono edifici abitabili a tutti gli effetti. Ancorate ciascuna a tre solidi abeti, frutto di un accurato progetto strutturale, sono costruzioni in legno alte 8,5 metri per una larghezza massima di 6. L’interno è organizzato su tre livelli: il primo piano, che coincide con la passerella di ingresso posta sul pendio retrostante, a 2,5

metri dal suolo, off re una vista panoramica sull’ambiente circostante. Una scala conduce poi al livello living con cucina, servizi, angolo cottura e salottino dotato di una grande vetrata scorrevole e, salendo ancora, alla zona notte, al terzo livello, dove il pavimento circolare ospita un letto matrimoniale sopra il quale uno skylight in vetro si apre sul cielo stellato. Le Pigne sono state interamente realizzate in prefabbricazione – con legno proveniente dalle foreste dell’Alpe Adria – e costruite da DomusGaia, azienda specializzata di Udine che si è già distinta per avere affiancato Stefano Boeri nella costruzione della mensa e del parco gastronomico di Amatrice.

La struttura è in travi ‘a boomerang’ in legno lamellare; le pareti in X-Lam sono coibentate con fibra di legno per la massima traspirabilità; il rivestimento esterno è in scandole di larice

SCHEDA Località Rossbach, Malga Priu, Valcanale, Ugovizza Cronologia 2015 - 2017 Progettazione architettonica Claudio Beltrame Progetto strutturale Loris Borean Produzione e costruzione DomusGaia, Feletto Umberto (Ud)

Altezza dal suolo 2,5 metri alla base, 11 metri in sommità


#DigitalMind

SHAPE YOUR IDEAS

Superfici che diventano arredo, in infinite soluzioni Una nuova dimensione del progetto. La linea Maxfine di FMG si adatta, riveste lo spazio e i volumi, muta sempre, rimanendo sè stessa.

www.irisfmg.com


› ARCHITETTURA ALPINA

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› ARCHITETTURA ALPINA RIFUGIO ALPINO OBERHOLZ, OBEREGGEN

FINESTRE SULLE DOLOMITI AFFACCIATI SU UN PAESAGGIO DI INCOMPARABILE BELLEZZA I CANNOCCHIALI PROSPETTICI DELL’OBERHOLZ SONO ACCOMPAGNATI ALL’INTERNO DA SCENOGRAFICI PORTALI STRUTTURALI IN LEGNO CHE SCANDISCONO IL RITMO DEGLI AMBIENTI. PROGETTO DI PETER PICHLER E PAVOL MIKOLAJCAK

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› ARCHITETTURA ALPINA

Pavol Mikolajcak

Peter Pichler Architecture

Nasce nel 1981 in Slovacchia. Studia architettura alla Technische Universität di Vienna dove si laurea nel 2007. Dal 2003 al 2009 lavora presso lo studio dell’architetto Christoph Mayr Fingerle a Bolzano e si dedica alla pianificazione architettonica e ai concorsi. Dal 2009 al 2012 collabora con l’architetto Walter Pichler di Bolzano. Dal 2012 è membro dell’ordine degli architetti della provincia di Bolzano. Svolge la sua attività di libero professionista a Bolzano. Nel 2014 ha ricevuto una menzione d’onore per il Palaghiaccio di Brunico.

Peter Pichler nasce a Bolzano nel 1982. Studia architettura all’università di Arti applicate di Vienna e negli Stati Uniti all’università della California. Si laurea a Vienna nel masterclass di Zaha Hadid e Patrik Schumacher. Ha lavorato a Londra con Zaha Hadid e a Rotterdam con Rem Koolhaas. Con il team di Delugan Meissl collabora alla progettazione della sala per concerti di Amman. Conseguito il diploma va ad Amburgo dove lavora per Zaha Hadid sul progetto della nuova biblioteca di Vienna. Torna in Italia e fonda a Milano lo studio di architettura Peter Pichler Architecture. Lo studio si occupa di architettura, urbanistica e design con un approccio innovativo e contemporaneo. Opera nei settori della progettazione del paesaggio, della gestione del progetto, di ricerca, strategia, studi di fattibilità, progettazione architettonica e design sostenibile.

www.mikolajcak.com

www.peterpichler.eu

In apertura le facciate vetrate che si affacciano sul panorama della zona. Sopra, a breve distanza dalla stazione di arrivo della seggiovia (v. sezione a sinistra) la copertura a falde della costruzione. Sotto, la struttura si compone di portali in legno di abete rosso (foto ©Oskar Da Riz e Jens Rüßmann).

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LEVATION

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› ARCHITETTURA ALPINA

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ecnicamente è un rifugio di montagna, a quota 2.096 m slm. Di fatto il progetto degli architetti Peter Pichler e Pavol Mikolajcak è un ristorante, bar e luogo di riposo con terrazza panoramica e grandi viste sulle Dolomiti e alcune delle maggiori vette delle Alpi Centrali e orientali, collocato a breve distanza dalla stazione di arrivo di una seggiovia a cui è collegato, oltre che da un sentiero, anche da un ascensore interno.

Completato – in soli otto mesi di cantiere – nel dicembre 2016, l’Oberholz ha già ricevuto un premio In/Arch-Gambero Rosso nel concorso Bar/ristoranti/alberghi d’autore. Sinuosamente distesa su un rilievo del Latemar – patrimonio dell’umanità Unesco – la costruzione, di cui dall’alto si coglie solo la copertura a falde, si affaccia a sud-est con tre volumi a sbalzo conclusi da altrettante facciate vetrate a tutt’altezza di forma pentago-

nale aperte su uno dei più bei paesaggi alpini. L’integrazione con il luogo, oltre che visiva, risiede nella scelta dei materiali: l’involucro esterno, in doghe di larice giustapposte, riveste una struttura a portali di legno di abete rosso, disposti a distanze tra loro variabili, che insieme alla pianta curvilinea danno origine a piccoli ambienti più intimi, rilettura in chiave luminosa e attuale delle tipiche stübe sud-tirolesi, rivestiti in legno di abete. Essenze

inside

METALL RITTEN

Artigiani dell’Architettura Fondata nel 1990, l’azienda di Collalbo, a nord di Bolzano, è specializzata in numerose lavorazioni metalliche per l’architettura: dalla semplice ringhiera alla facciata più complessa. Si autodefinisce impresa artigianale, in realtà l’impresa altoatesina è orientata ai nuovi materiali, a sistemi di gestione della produzione certificati e attenta alle nuove tendenze dell’architettura. Le maestranze, una trentina circa, hanno una profonda conoscenza del metallo, che abbinano a numerosi altri materiali. Com’è accaduto anche per la realizzazione del nuovo rifugio Oberholz sulle Dolomiti italiane, per il progetto di Peter Pichler e di Pavol Mikolajcak.

Metall Ritten Srl

Zona Artigianale, 35 39054 Collalbo (Bz) Tel. 0471 357130 info@metallritten.com | www.metallritten.com

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› ARCHITETTURA ALPINA Uno dei tre ambienti interni del rifugio destinati a ristorante; in basso, la terrazza panoramica all’aperto e, nel disegno, la pianta del rifugio dolomitico (foto ©Oskar Da Riz e Jens Rüßmann).

SCHEDA

che, insieme alla quercia con cui sono realizzati la maggior parte degli arredi, provengono dalle foreste della zona. I volumi destinati al pubblico e alle cucine poggiano su un basamento in cemento che si prolunga nel terreno fino all’ascensore di collegamento con la stazione della seggiovia e che contiene gli ambienti di servizio. Raggiungibile da numerosi percorsi escursionistici in estate e dalle piste di Dolimiti Superski in inverno, l’architettura dell’Oberholz si inserisce armoniosamente in un eccezionale contesto paesaggistico arricchendo l’esperienza turistica dell’Oberegger

Committente Obereggen Ag Località Obereggen, Alto Adige Progetto Oberholz mountain hut Cronologia 2015 (concorso); aprile 2016 (inizio lavori); dicembre 2016 (consegna)

Superficie costruita 600 mq Progettazione architettonica Peter Pichler Architecture e Pavol Mikolajcak

Gruppo di progettazione Peter Pichler Pavol Mikolajcak, Gianluigi D´Aloisio, Simona Alu Giovanni Paterlini, Matteo Savoia, Silvana Ordinas Krzysztof Zinger, Jens Kellner

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GROUND FLOOR 1 ENTRANCE 2 BAR 3 KITCHEN 4 STORAGE 5 RESTAURANT 6 FIREPLACE/LOUNGE 7 STUBE 8 OUTDOOR BAR

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Progettazione strutturale Andreas Erlacher

Progettazione impiantistica Heizstudio, Georg Wiedenhofer

Progettazione illuminotecnica Elektro Gibitz e Von Lutz Elektroplanung

Impresa di costruzioni Pfeifer Bau Facciate Metall Ritten Strutture in legno LignoAlp Porte interne Rubner Corpi illuminanti Artemide


Realizzazione di strutture architettoniche www.metallritten.com

info@metallritten.com


› MASTERPLAN

CINA, RECUPERO DI UN’AREA INDUSTRIALE DISMESSA

UN’IDEA DI CITTÀ

Un progetto per l’ex area Krupp a Shanghai: il masterplan per una superficie di 41 ettari di importanza strategica sviluppato da un team di architetti italiani guidati da Gala Engineering

Render del nuovo insediamento di Shanghai: più di un milione di mq di uffici, residenze, alberghi e servizi culturali e sportivi sui 41 ettari prima occupati dalle industrie Krupp (courtesy Gala Engineering).

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Shanghai: la superficie di oltre 41 ettari prima occupata da uno dei principali impianti di produzione della Krupp in Cina è da tempo una grande area dismessa. Il sito è collocato in posizione strategica a sud-ovest dell’area che, nel 2010, ha ospitato l’Esposizione universale e lungo le rive del fiume Huang Pu, in posizione ideale per essere ripensata come uno dei nuovi centri urbani della città cinese. I proprietari dell’area, la stessa Shanghai Krupp Stainless Co. e Lujiazui International Trust Corporation, hanno pertanto indetto un concorso a inviti rivolto a una ristretta selezione delle principali realtà di progettazione a livello internazionale,

tra le quali Gala Engineering, come unico gruppo italiano invitato. Il progetto consiste in un nuovo insediamento di più di un milione di metri quadrati destinati per quasi metà a uffici e per il resto a residenze, hotel, spazi culturali, impianti sportivi, retail e servizi. Il progetto di Gala, sviluppato sotto la guida di Luigi Colombo, ha coinvolto un team tutto italiano formato da Botticini+Facchinelli Associates, Giovanni la Varra, Beretta e Associati, PA+N associati, Trt Trasporti e Territorio per la mobilità e Habitech per le valutazioni di sostenibilità ambientale. Su questa grande area, pensata per diventa-

re un nuovo polo economico per la città di Shanghai, il progetto prevede la formazione di una Technology Business Community – un modello di business basato sull’innovazione tecnologica e scientifica – capace di attrarre le principali compagnie cinesi e internazionali. Avvolto da una corona verde, l’impianto generale si sviluppa lungo una spina disposta in senso est-ovest. La densità, che emula la struttura e i rapporti tra edifici delle città tradizionali italiane, è uno degli elementi chiave del progetto, come lo è l’idea di città basata sulla definizione di settori car free, caratterizzati da un’alta complessità nell’articolazione tipologica e architettonica degli


› MASTERPLAN

Gala Engineering Società di progettazione integrata che fa capo al Gruppo Gala (quotato sull’Aim di Borsa Italiana), dal novembre 2014 Gala Engineering è guidata dall’architetto Luigi Colombo (nella foto) già direttore dell’area Healthcare e Infrastructures Emea in Techint, che possiede una vasta esperienza nella progettazione, organizzazione e gestione di strutture ospedaliero-sanitarie. Attraverso la consociata Gala China, Gala Engineering sta partecipando ad altri concorsi internazionali per lo sviluppo e la rigenerazione di vaste aree in Cina. Gala Engineering è socia di GBC Italia. www.galaengineering.it

Accanto, una vista generale del piano di sviluppo del nuovo centro proposto da Gala Engineering per l’exarea Krupp di Shanghai. La veduta è dalla grande piazza centrale in direzione ovest, verso la riva del fiume Huang Pu, dove una collina artificiale completa l’insediamento e si fa segno distintivo del nuovo distretto. Le torri alte sono destinate a uffici mentre per gli insediamenti abitativi sono previsti edifici con alberi e arbusti sui terrazzi, come quelli del Bosco Verticale di Milano. La densità è l’elemento che consente di ottenere ampi spazi car free aperti ai resdienti, ai lavoratori e alla città (render courtesy Gala Engineering).

Il masterplan del nuovo polo economico di Shanghai è ispirato alla tradizione urbanistica italiana ed europea. Gli edifici sorgono intorno alla spina centrale est-ovest. L’area destinata agli uffici è quella più a ovest, in prossimità delle stazioni di trasporto pubblico, verso le quali confluisce anche l’ampio viale che porta, a nord, verso il parco dove si tenne l’Expo del 2010. Il ring verde che circonda l’area si fa più intenso a est per proteggere l’area dagli intensi flussi di traffico delle grandi arterie cittadine (disegno courtesy Gala Engineering).

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› MASTERPLAN

spazi, sia edificati che aperti e pubblici, e che insieme definiscono la qualità tipicamente urbana di questo nuovo quartiere. Un’idea di città ispirata alla tradizione italiana ed europea ma adattata in modo coerente e misurato alle condizioni attuali, si rivela attraverso il segno chiaramente riconoscibile delle tre torri che, visibili a distanza e da più fronti, ne rappresentano l’emblema. Il verde che circonda l’area è pensato per collegare tra loro i diversi percorsi pedonali che arrivano dal distretto di Houtan e il parco creato a nord per l’Expo del 2010. Una collina verde, lungo le rive del fiume, si impone quale nuovo punto di riferimento per l’intera Shanghai. Il progetto di Gala, come del resto altri sviluppati in Cina dallo stesso gruppo, dimostra una capacità non comune di concettualizzazione e sviluppo di interi quartieri a una scala urbana e territoriale. Un approccio e un metodo che, oggetto per decenni di esplorazioni teoriche in Italia, dove ha avuto rarissime occasioni di realizzazione, sta finalmente trovando espressione compiuta all’estero

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SECTIONS AA 截面 AA


› MASTERPLAN SCHEDA Committente Shanghai Krupp Stainless Co., Ltd. e Lujiazui International Trust Corporation Limited

Area di intervento 412.000 mq Slp totale prevista 1.110.000 mq Mix funzionale uffici 45%; hotel 14%; residenziale 18%; retail 7%; servizi 6%; cultura e sport 10%

GRUPPO DI PROGETTAZIONE Progetto Arch. Luigi Colombo Coordinamento generale Ing. Benedetta Merli Concept architettonici Beretta e Associati Botticini + Facchinelli associates • Arch. Giovanni La Varra • •

Landscape Benedetto e Gaetano Selleri, PA+N Associati

Sostenibilità Ambientale Habitech Mobilità e Trasposti TRT Trasporti e Territorio

Tre render del progetto italiano. Dall’alto, vista aerea da est; al centro il business district; sotto, vista dalla collina, la zona uffici con il ponte di connessione ai servizi del trasporto pubblico e, sul fondo, la piazza con l’edificio polifunzionale che ospiterà cinema, teatri e auditorium. Nella pagina a fronte un’altra vista della collina artificiale in riva al fiume (courtesy Gala Engineering).

Negli stralci di sezione a fondo pagina e nello spaccato (al centro, pagina a fronte) risulta evidente la separazione dei flussi di traffico e di servizio dai percorsi pedonali (disegni courtesy Gala Engineering). SECTIONS AA 截面 AA

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AZENGAR

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Architetto: Simon Buri & Jung Architectures

LO ZINCO GREZZO DI VMZINC

SUPERFICI IN RISALTO Più chiaro, più opaco, più naturale, AZENGAR® è il nuovo zinco grezzo di VMZINC®. Con la sua superficie eterogenea ricca di asperità, AZENGAR rinnova l’immagine dello zinco.

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www.vmzinc.it


› INNOVAZIONE/CONSERVAZIONE

FATEBENEFRATELLI 14, MILANO

POSIZIONE PRIVILEGIATA Completata di recente, la trasformazione di un edificio degli anni Quaranta nel centro di Milano è il risultato di un complesso lavoro di mediazione tra esigenze storiche, architettoniche e funzionali. Progetto di L22 La facciata dell’edificio degli anni Quaranta di via Fatebenefratelli a Milano. Il progetto di riqualificazione è di L22 (foto ©Dario Tettamanzi).

Angusto e piuttosto anonimo, l’ingresso di questo edificio per abitazioni degli anni Quaranta del secolo scorso si apriva sulla facciata principale, che faceva parte della cortina stradale del nuovo ‘ring’ che la modernità dell’automobile aveva reclamato ai vecchi e malsani navigli milanesi. Negli anni agli appartamenti si erano via via sostituiti gli uffici, poi abbandonati anch’essi per l’inefficienza dei layout e i costi di gestione. Il progetto di riqualificazione di L22 ha operato una profonda trasformazione del volume edilizio salvaguardandone al contempo la specificità storica e urbana. Il brief della committenza si poteva riassumere in una sola parola: valorizzazione. Non un mero discorso di metrature bensì la possibilità di trarre il massimo valore dalla posizione privilegiata e dall’impronta razionalista dell’immobile trasformandone però il corpo in una macchina edilizia contemporanea per uffici: in termini di spazi interni, luminosità, relazioni con

l’esterno, dotazioni impiantistiche, costi di gestione e versatilità d’uso. Nel progetto architettonico, le considerazioni riguardanti la forma e l’involucro sono state tutt’uno con quelle relative all’organizzazione degli spazi interni. Così

l’ampliamento dell’ingresso principale, ora segnalato e protetto da una pensilina aggettante in vetro, l’apertura di un nuovo importante ingresso sulla facciata sud di via dell’Annunciata e il contestuale ampliamento, sulla stessa facciata, delle fi ne-

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› INNOVAZIONE/CONSERVAZIONE

Il progetto ha ridato valore a un edificio dal lay-out inefficiente trasformando l’immobile in una macchina edilizia contemporanea. Accanto e a fronte, i nuovi spazi interni frutto della demolizione dei divisori esistenti (foto ©Dario Tettamanzi).

La scala interna che porta al nuovo piano attico con terrazzo: legno, vetro e acciaio sono i materiali utilizzati (foto, ©Dario Tettamanzi). Nei disegni, le piante del piano terra con la hall d’ingresso, del piano attico (al centro) e del piano tipo (in basso). L’edificio è di sei piani fuori terra (courtesy, L22).

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› INNOVAZIONE/CONSERVAZIONE

SCHEDA Località via Fatebenefratelli 14 Milano Tipologia uffici Area: 3.000 mq Cronologia progetto: 2013 - 2017 Committente Deka Immobilien Investments Progettazione Lombardini22 Design team Roberto Cereda (partner in charge), Alessandro Longo (senior architect, project leader), Sara Calvetti (project architect), Giulio Drudi (MEP BIM coordinator), Paolo Bianchi (impianti condizionamento e idrico-sanitario), Marco Spagnuolo (impianti elettrici e speciali), Giulia Faccio, Marco Monaco

Direzione dei lavori Marco Amosso General contractor Sercos srl Installazione impianti meccanici ed elettrici Alpiq Intec

Impianti VRV e Uta Daikin Building management system Schneider Electric Serramenti Thema Pietre naturali Rigo Marmi Sistema di facciata ventilata Aderma Locatelli

Finiture facciata Sto Facciate continue Schüco Ascensori Kone Rivestimenti Marazzi

PERFORMANCE AMBIENTALI LEED PLATINUM: OBIETTIVO RAGGIUNTO Con punteggio 86 del protocollo Leed Core & Shell ed. 2009, nelle scorse settimane l’edificio ha ottenuto la certificazione Leed Platinum. Nel protocollo Leed – ormai indispensabile nel competitivo mercato internazionale degli uffici – i fattori che concorrono

alla sostenibilità ambientale sono molteplici ma certamente le performance energetiche hanno un ruolo di primo piano anche perché danno la misura dei costi di gestione, in questo caso stimati del 40% inferiori rispetto al baseline (edificio standard Ashrae). Le scelte adottate, emerse dopo le verifiche prestazionali svolte su un modello energetico che simula il comportamento dell’edificio in diverse condizioni climatiche e di utilizzo, hanno riguardato la coibentazione della copertura, la sostituzione dei serramenti, le facciate continue con montanti e traversi strutturali. L’impianto tecnologico per la climatizzazione – Daikin – è del tipo VRV a espansione diretta con 13 unità esterne – collocate in copertura e delimitate da pannelli acustici – dotate di inverter e di recuperatore di calore, con potenze di 20-40 kW (heating) e 30-50 kW (cooling) e provvedono anche alla produzione di acqua calda. Prevalentemente del tipo da incasso orizzontale nei controsoffitti, le unità interne sono posizionate in modo modulare rispetto ai serramenti per garantire la massima flessibilità di partizionamento e personalizzazione degli spazi. Sono controllate da sonde ambiente gestite mediante pannello di controllo centrale accessibile anche via web ma possono essere variate anche singolarmente fino a +/-3°C rispetto al setpoint. Dal punto di vista illuminotecnico infine, tutte le sorgenti luminose sono Led controllati da sensori digitali che misurano la quantità di luce naturale presente negli ambienti.

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› INNOVAZIONE/CONSERVAZIONE

stre al piano rialzato hanno dato luogo a un luminoso atrio interno e introducono un’idea di trasparenza prima assente, creando nuove relazioni tra il volume e l’intorno. Nel suo complesso il corpo edilizio assume una leggerezza che si ritrova anche in copertura, oggetto di un ampliamento volumetrico – arretrato rispetto al fronte stradale come richiesto dalla Commissione per il paesaggio – dove con vetro, legno e acciaio si realizza un nuovo piano attico e terrazzo che, senza stravolgere le proporzioni e le relazioni con gli edifici contigui, apre viste panoramiche sulla città. Dell’immobile, che si sviluppa su 6 piani fuori terra, sono stati conservati alcuni elementi originari, come i serramenti

a oblò nel basamento, i volumi curvi su piani differenti e la fi nitura a intonaco fugato della facciata su via dell’Annunciata, mentre su via Fatebenefratelli la presenza scenica è stata riscritta, oltre che con il già citato ridisegno dell’ingresso, con la reinterpretazione dei materiali, del decoro e dei colori e con il nuovo ruolo assegnato a fi nestre e balconi. La demolizione dei tramezzi interni ha permesso di introdurre nuovi spazi e superfici che, oltre ad arricchire l’offerta commerciale, migliorano la luminosità e la godibilità delle relazioni visuali tra edificio e contesto

METODOLOGIA BIM PROGETTAZIONE COORDINATA Il progetto ha ricevuto un premio Bsa (Building simulation applications) per il coordinamento tridimensionale utilizzato nella risoluzione delle interferenze che ha limitato la necessità di varianti in corso d’opera e per il monitoraggio costante del cantiere, messo in atto anche grazie alla consulenza tecnica di BIMteam UK. L’elevata complessità del progetto, con la demolizione e la ricostruzione di parti dell’edificio esistente, l’alterazione di volumi e l’adeguamento strutturale/ impiantistico inoltre ha tratto grande beneficio da un design workflow basato sul coordinamento in tempo reale tra le varie discipline coinvolte nella progettazione, consentendo altresì di produrre documenti coerenti per l’adeguamento dell’immobile alle normative vigenti in termini di barriere architettoniche, adeguamento sismico, prevenzione incendi, riqualificazione energetica. [ 22 ]

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In alto, la facciata su via dell’Annunciata. Sopra, dall’interno è possibile scorgere il campanile della chiesa di San Marco (foto ©Dario Tettamanzi).



› LUOGHI DEL LAVORO

L22 Urban & Building Business unit del Gruppo Lombardini22 specializzata nella progettazione architettonica di edifici a uso commerciale, culturale, abitativo, di nuova costruzione, di ristrutturazione e di deep retrofitting. L22 Urban & building si occupa di progetti complessi con interventi di riorganizzazione funzionale e organizzativa, ammodernamento dell’immagine architettonica, creazione di un ambiente di lavoro stimolante e funzionale, ottimizzazione del modello energetico, riqualificazione del territorio. È esperta di place making e urbanistica, infrastrutture e masterplan. Nella foto, i manager di Lombardini22. Da sinistra, Alessandro Adamo, Elda Bianchi, Paolo Facchini, Roberto Cereda, Marco Amosso, Adolfo Suarez e Franco Guidi www.l22.it

Nelle pagine, disegni e immagini del Fintech District, l’area urbana dedicata allo sviluppo della finanza tecnologica nella zona di Porta Nuova a Milano (courtesy L22 Urban&Building).

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› LUOGHI DEL LAVORO

EDIFICIO PLURIPIANO, PORTA NUOVA, MILANO

LA TORRE SASSETTI In una delle zone più dinamiche del capoluogo milanese un intervento di refitting che punta alla flessibilità degli spazi interni. Senza trascurare il design della facciata: una trama di elementi orizzontali e verticali che scandiscono piani e volumi. Il progetto è di L22 Urban & Building La nuova Torre Sassetti, progettata da L22 Urban & Building, è l’hub del neonato Fintech District, l’area urbana dedicata allo sviluppo della finanza tecnologica di Milano, creato da Sellalab, un acceleratore d’impresa che supporta le aziende nel processo di trasformazione digitale. La ristrutturazione della torre, voluta nel 2015 da Invesco Real Estate e acquistata successivamente da Banca Sella, è avvenuta in Porta Nuova, di fronte a Palazzo Lombardia sede della Regione, una zona diventata uno dei nuovi poli attrattori della città. L’edificio a uso uffici verrà occupato da Copernico (uno spazio di coworking) per i primi otto piani e da Banca Sella dal nono al dodicesimo (il tredicesimo sarà una nuova superficie dedicata agli eventi gestita sempre da Copernico).

Orientato alla contemporaneità delle nuove forme del lavoro, l’approccio progettuale di L22 ha inteso massimizzare l’efficienza e la flessibilità dello spazio anche attraverso un innovativo design di facciata. Realizzato nel 1992 sulla base del progetto firmato dagli ingegneri Franco Morini ed Emilio Pereira dello studio associato di ingegneria Morini Progetti, l’edificio è caratterizzato da una facciata continua vetrata, composta dalla sovrapposizione di una trama di sottili elementi orizzontali e verticali che sottolineano la scansione in piani e la griglia strutturale. L’edificio, dalla forte identità, si ricollega alla città: è stata infatti eliminata la cancellata di chiusura verso la piazza antistante per aprire il primo piano in un continuum visivo e di fruizione degli spazi. All’ester-

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› LUOGHI DEL LAVORO

Nella foto, lo spazio dedicato a uffici e a piccole meeting room; nel disegno, la pianta del dodicesmo piano (courtesy L22 Urban&Building).

inside

PIETRE SANTAFIORA

Lavagrigia, in continuità tra interni e esterni Pietre Santafiora, da oltre quarant’anni, estrae da cave proprie pietre naturali presenti nelle più importanti realizzazioni di arredo urbano e di architettura, in Italia e nel mondo. Pietre dalla cromia unica al mondo, riconosciute come un importante tassello del Made in Italy, sinonimo di garanzia e qualità, in diverse tipologie, quali Santafiora, Lavagrigia, Lavarosa, Peperino Grigio. Per la ristrutturazione di questo edificio L22, alla ricerca di una continuità tra in e outdoor, ha scelto due finiture della Lavagrigia: la Bocciardata per l’esterno e la Levigata nelle pavimentazioni interne. Una pietra caratterizzata da elevata compattezza e durezza, già presente in alcuni grandi edifici, come il Parlamento Europeo di Strasburgo.

Pietre Santafiora Srl S.S. Ortana km. 8,200 - 01030 Vitorchiano VT Tel. 0761 370909 info@pietresantafiora.com | www.pietresantafiora.com

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› LUOGHI DEL LAVORO Aggiunta di un piano con terrazza e spazio per eventi

Il locale impianti viene recuperato per diventare spazio uffici

Ampliamento dell’atrio a doppia altezza

no, l’edificio presenta un ordine di pilastri a doppia altezza in quanto il piano ammezzato occupa solo una ridotta porzione centrale della pianta. Il primo e il secondo piano interrato ospitano gli archivi, il parcheggio e gli spazi per gli impianti, che vi vengono trasferiti dal dodicesimo, restituito invece a uffici. Sempre all’interrato è previsto anche l’inserimento di servizi per i fruitori della torre come gli spogliatoi e una piccola palestra.

Più sotto ancora, tre piani di parcheggi. Lo spostamento della superficie lorda di pavimento dalle terrazze, dal mezzanino e dalla chiusura degli sbarchi-ascensori, ha definito una superficie utilizzabile per un nuovo livello, il tredicesimo, e per la conversione a uffici del piano dodicesimo che in precedenza ospitava i locali tecnici. Il piano attico si caratterizza per la vasta terrazza (circa 370 metri quadrati) con alberi e arbusti in vaso, la vista panoramica e

Nel disegno, la sezione dell’edificio di 13 piani fuori terra e cinque piani interrati; questi ultimi ospitano gli archivi, gli impianti e i parcheggi delle autovetture (courtesy, L22 Urban&Building).

inside

BRAUN&WÜRFELE Un decking di qualità

Braun&Wuerfele, società tedesca che opera da decenni in alcuni paesi europei nell’attività di trasformazione del legno, ha prodotto e fornito decking per esterni in legno di PinoThermo per la realizzazione di Torre Sassetti a Milano. La fornitura ha riguardato la terrazza al tredicesimo piano e dodici logge per un totale di oltre 700 mq. Il trattamento termico ad alta temperatura (200° circa) conferisce al legno di pino caratteristiche di resistenza e durabilità all’esterno molto elevate. Inoltre tale trattamento dona al legno una colorazione ambrata che con l’esposizione ai raggi ultravioletti virerà al grigio argentato nel corso di alcuni anni.

Braun&Würfele Srl Italia via Dogana, 12 - 39011 Lana BZ Tel. 0473 564863 info@legno-bw.com | www.braun-wuerfele.de/it

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› LUOGHI DEL LAVORO SCHEDA Realizzazione Torre Sassetti, edificio per uffici Località Milano, via Sassetti, 33/2 Cliente Invesco Real Estate Fine lavori settembre 2017 Superficie 6.000 mq Progettazione integrata L22 Urban&Building Certificazioni Leed Platinum (procedimento in corso a cura di L22)

Decking in legno per esterni Braun & Würfele Rivestimenti Pietre Santafiora Ascensori Kone Sistemi di facciata Schüco Vetrate fisse interne Thema Vetri banchi ascensori Agc Pareti interne vetrate Tecno Parapetti e recinzioni Faraone Arredi Quinti Sedute, Pedrali, Sedus, Della Chiara, Fantoni, Manerba

Nelle foto e nei disegni (pianta e particolare), il piano attico dell’edificio ristrutturato, con gli spazi aperti e quelli chiusi di supporto (courtesy L22 Urban&Building).

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una sala eventi dotata anche di spazi chiusi e di supporto. Per enfatizzare la verticalità della torre, la griglia di facciata è stata estesa oltre il piano della terrazza, mentre per ancorare visivamente l’edificio al suolo è stato introdotto un rivestimento dei pilastri e dell’architrave al piano terra in pietra Santafiora lavagrigia. L’ordine gigante di colonne fa risaltare la solidità del basamento e rende più elegante lo sviluppo superiore. In ciascuno dei piani dedicati a uffici, per non interrompere l’unità dei volumi sul fronte principale, è stata ricavata una terrazza collocata sul retro



› ARCHITETTURA E SPAZIO PUBBLICO

DESIGN WEEK 2017, VIENNA

COMMON GROUND QUATTRO GIOVANI ARCHITETTI TOSCANI ALLA RICERCA DI UNA NUOVA ICONOGRAFIA RICCA DI SIMBOLI. LA LORO IDEA DI SPAZIO PUBBLICO ALL’INSEGNA DELLA CONDIVISIONE E DELLA GEOMETRIA PURA COME GESTO ARCHITETTONICO VIENE PREMIATA CON UNA MENZIONE D’ONORE

In occasione della Vienna Design Week 2017 Ecòl, studio di architettura fondato da quattro giovani architetti toscani, ha presentato il laboratorio sullo spazio pubblico Drawing Public Space. L’installazione ha avuto il supporto del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana e dell’Istituto italiano di cultura di Vienna, oltre al sostegno di gallerie e attività commerciali operanti nell’area dell’intervento. Al Drawing Public Space di Vienna hanno partecipato numerosi studenti delle università di Firenze, Venezia e Londra. Obiettivo del progetto era quello di attivare un luogo

potenzialmente aggregativo, ma sostanzialmente relegato al passaggio, nel 15° distretto di Vienna, dove sopravvive con qualche difficoltà il mercato rionale di Schwendermarkt. La fase progettuale è stata sviluppata a Prato, con il risultato di un complesso disegno a terra volto a riqualificare un luogo pubblico di scarsa qualità materica e spaziale. Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, partner del progetto, ha messo a disposizione lo spazio dell’anfiteatro per la realizzazione di un prototipo dell’intervento in modo da poterne testare la resa. La realizzazione è stata eseguita direttamente dai fondatori di Ecòl – Emanuele Barili, Cosimo Balestri,

Lo spazio pubblico del 15° distretto della capitale austriaca è stato interessato da un laboratorio con gli abitanti del quartiere. Il progetto di Ecòl è stato premiato con una menzione d’onore in occasione del Design Week 2017 di Vienna

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› ARCHITETTURA E SPAZIO PUBBLICO

Ecòl É una piattaforma per l’architettura e la ricerca. Il lavoro dello studio esplora molte scale: dallo spazio pubblico agli allestimenti espositivi e la progettazione grafica, dagli interventi locali alle competizioni internazionali. I componenti di Ecòl – Emanuele Barili, Cosimo Balestri, Olivia Gori e Lorenzo Perri, giovani architetti laureati alla facoltà di architettura di Firenze – condividono un approccio comune verso la progettazione: la definizione di geometrie pure come gesto architettonico compiuto. Alla ricerca di una nuova iconografia ricca di simbolismo, i giovani architetti fiorentini utilizzano la geometria come strumento per affrontare intuitivamente le reazioni umane e per innescare l’impegno sociale spontaneo. www.e-c-o-l.it

Migliorare e condividere lo spazio pubblico urbano consente di ripristinare o reinventare una condizione piacevole e stimolante (foto ©Maria Noisternig / Kollektiv Fischka).

Olivia Gori e Lorenzo Perri – dai collaboratori e dagli studenti che hanno preso parte al laboratorio, in un processo che ha generato una forte interazione con i residenti del quartiere e i passanti. Considerato il carattere leggero e temporaneo del lavoro non è stato necessario delimitare l’area di cantiere, potendo così coinvolgere direttamente i fruitori dell’area nella realizzazione della nuova superficie e nella sua animazione. Oltre a un’aggregazione di tipo spontaneo, sono stati realizzati laboratori con ragazzi delle scuole medie, alcuni pranzi collettivi e una piccola festa di quartiere. Il disegno, realizzato con nove chilometri di nastro adesivo colorato, ha ricoperto tutta la superficie dell’area del mercato, con un forte impatto positivo sulla percezione dello spazio, dimostrando che, attraverso processi di migliore utilizzo e condivisione dello spazio pubbli-

co, è possibile ripristinare o reinventare una condizione di vita urbana piacevole e stimolante. L’ultimo incontro del processo partecipativo per le sorti del mercato di Swendermarkt, indetto dall’ufficio di rigenerazione urbana del 15° distretto viennese, si è aperto con una valutazione positiva nei confronti del progetto per aver reso, anche se per un tempo limitato, gradevole quel “largo e grigio deserto di cemento”. Per il forte impatto positivo sulla comunità, per l’entità e la qualità del lavoro realizzato, Erste Bank e Vienna Design Week hanno deciso di premiare Drawing Public Space con una menzione d’onore nell’ambito del social design

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› DESIGNCAFÈ

LA CORRENTE DEL BENGALA UN PAESE CHE SOPPORTA INONDAZIONI E DISASTRI AMBIENTALI E SOCIALI PROPONE UN’ARCHITETTURA ORIGINALE, IN DIALOGO CON LE RADICI DELLA TRADIZIONE LOCALE E CON LA CULTURA OCCIDENTALE DEL MODERNO. UN LIBRO E UNA MOSTRA, CON 60 PROGETTI E LE FOTO DI IWAN BAAN, DESCRIVONO IL PANORAMA DELLA PRODUZIONE ARCHITETTONICA LOCALE

Nelle foto di Iwan Baan alcuni esempi di architettura bengalese. In alto, il Kalindi Housing Complex nel cuore di Dacca; il progetto architettonico è di Bashirul Haq & Associates. Sotto, il Friendship Centre a Gaibandha, dove ha sede l’Ong Friendship. Il progetto è dell’architetto Kashef Chowdhury di Urbana.

Per la maggior parte di noi il Bangladesh è sinonimo di inondazioni, disastri ambientali e condizioni disumane dei lavoratori dell’industria tessile. A tutto ciò si aggiungono gli effetti che questo Paese – su cui insiste il più grande delta fluviale della Terra – subisce a causa dei cambiamenti climatici. Esiste tuttavia un altro Bangladesh. Una nazione giovane – sia per costituzione (1971) sia per età media della sua popolazione – ma radicata in una cultura secolare che la scena architetto-

nica locale ha integrato in modo originale con il Modernismo di matrice occidentale. L’architettura più nota del Bangladesh, l’edificio del Parlamento di Dacca, è opera dell’occidentale Louis Kahn, ma pochi sanno che egli venne invitato a realizzarla da Muzharul Islam, architetto bengalese che aveva studiato a Yale con, tra gli altri, Paul Rudolph. L’opera divenne il primo esempio di una globalizzazione culturale che qui più che altrove ha saputo integrarsi con le caratteristiche dei

luoghi, ispirando una corrente – da cui il titolo del libro e della mostra – che ha prodotto e produce lavori che tengono conto delle condizioni date, con l’uso di materiali locali e interessanti progetti di resilienza ambientale: scuole e ospedali galleggianti, rifugi di emergenza che resistono ai cicloni, acqua che diventa materiale dell’architettura e riserva funzionale per i periodi di siccità. Una dialettica culturale che ha dato vita a un’architettura originale, oggi raccontata da un libro e da una mostra – al Museo Svizzero di Architettura di Basilea, fino al 6 maggio 2018 – prodotta in collaborazione con studi di architettura locali, che raccoglie più di 60 progetti. Oltre a una serie di saggi è la fotografia, commissionata a Iwan Baan, a spalancare le porte dell’affascinante quanto sconosciuto mondo dell’architettura bengalese. Le opere vi sono ritratte immerse nella vita quotidiana di un Paese grande quanto la metà dell’Italia ma con il triplo della sua popolazione. Scelta insolita ma decisamente appropriata per progetti che, per motivi economici, si completano spesso attraverso processi di autocostruzione guidati da architetti che svolgono l’antico e nel mondo occidentale perduto ruolo di capomastri

Bengal Stream The Vibrant Architecture Scene of Bangladesh a cura di Niklaus Graber, Andreas Ruby, Viviane Ehrensberger. Fotografie di Iwan Baan Editore CMV (Christoph Merian Verlag), Basilea Testo in inglese, 440 pagg - 68 euro ISBN 978-3-85616-843-8

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PROGETTARE LA NATURA IL RUOLO DELL’ARCHITETTURA IN UN AMBIENTE CHE PUÒ ESSERE COSTRUITO E ANCHE RIPROGRAMMATO NEI SUOI PRINCIPI E NELLE SUE FUNZIONI DI BASE

Carlo Ezechieli

zione in realtà del tutto fluida, se non addirittura

città - tende a vacillare, come trovare un nuovo

contro una natura avversa, è stata fin dalle origini

scivolosa. Il progetto di una natura riprodotta ad

equilibrio? La risposta sarà rivestire gli edifici di

alla base dell’idea stessa di architettura. Anche

arte, come per i parchi di Frederick L. Olmsted,

piante, di fatto ibridi organico-meccanici, nell’in-

se col passare del tempo le cose cambiano e con

ad esempio, era una concezione dell’Ottocen-

tento di ricomporre il sentimento per qualcosa – il

queste anche i concetti e le categorie. L’architet-

to che emergeva da città industriali sempre più

rapporto con altre forme di vita - che si sta per-

tura viene spesso definita come un magnifico

opprimenti dove l’invenzione, di origine del tutto

dendo completamente. Ci si orienterà verso la

artificio, che trasforma e controlla il mondo natu-

culturale, di una “natura selvaggia”, ma bene-

consapevolezza e controllata convivenza con la

rale, e non solo, adattandolo ad esigenze speci-

vola (alla quale, peraltro lo stesso Olmsted ha

forza degli elementi, come in alcune recenti ope-

fiche. Esistono tuttavia molte forme di modifica-

contribuito in modo determinante), si imponeva

re di Turenscape, orientate verso l’adattabilità e

zione dell’ambiente realizzate ad arte, di origine

come vera e propria necessità. Oggi però la si-

la resilienza ambientale delle strutture insediati-

non antropica e pertanto normalmente assimilate

tuazione, senza precedenti, è quella in cui il ge-

ve. O si prenderà atto di una capacità di ripro-

alla “natura”: dalle più elementari come i nidi, alle

nere umano, non solo può modificare la natura

gettazione tecnologica totale, e forse fatale, tale

più complesse come i termitai o le dighe dei ca-

con i mezzi tradizionali, come nell’Ottocento, ma

da rendere possibili ambienti, o perfino edifici

stori. Malgrado siano spesso liquidate come la

anche “sintetizzarla” ridefinendone tecnologica-

che, grazie all’ingegnerizzazione di forme di vita

manifestazione di automatismi, neanche troppo

mente funzioni e programmi, più o meno come

proto-cellulari, si autoriparano, come nei progetti

complessi, scaturiti per puro caso da millenni

si farebbe con un computer. Se di fronte ad un

di Rachel Armstrong, o che crescono, come le

di evoluzione (come se il genere umano fosse il

mondo super-affollato, iper-antropizzato ed or-

dune di Magnus Larsson. A questioni nuove più

frutto di chissà quale creazione superiore) l’idea

mai soffocante, la logica della contrapposizione

che risposte, servono proposte capaci di inter-

di un artificio “non antropico” mette in evidenza

e della totale volontà di supremazia sull’ambiente

pretare correttamente il contesto, ed è appunto

i presupposti puramente normativi di una distin-

- emersa con l’invenzione dell’agricoltura e delle

questo il campo operativo dell’architettura.

L’antinomia tra natura e artificio, e spesso, la lotta


› TRA NATURA E ARTIFICIO

YANWEIZHOU PARK, JINHUA CITY, CINA

INONDABILE E RESILIENTE Un’inedita logica di totale integrazione tra corsi d’acqua e aree antropizzate nel Yanweizhou Park di Jinhua City di Turenscape

Sopra il titolo, una vista aerea del parco durante la stagione asciutta, con la vegetazione alta e rigogliosa che copre i terrazzamenti sui terrapieni, resi fertili dal limo che vi si deposita durante le inondazioni. Accanto, lo stato di fatto precedente: l’area era una terra umida rovinata da cave di sabbia e periodici allagamenti.

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Malgrado decenni di mancanza di visibilità, molte realtà di progettazione cinesi stanno ormai emergendo a livello internazionale. Tra queste Turenscape, nell’ambito dell’architettura del paesaggio – campo disciplinare tuttora considerato minore, malgrado l’attualità del tema – si sta rivelando capace di precorrere soluzioni che stentano a concretizzarsi anche nei culturalmente e tecnologicamente evoluti paesi post-industriali. Fondato nel 1998, da Kongjian Yu, paesaggista laureato ad Harvard, Turenscape è oggi un colosso di oltre 600 persone, la cui autorevolezza si sta diffondendo ben oltre i confini nazionali, e autore di innumerevoli e importanti progetti tra i quali il Yanweizhou Park di Jinhua City. A partire dall’attenzione al rapporto tra sicurezza ambientale e paesaggio – già pe-

raltro tema della pionieristica tesi di laurea di Kongjian Yu – il Yanwaizhou Park rivela un approccio inedito e virtuoso rispetto al problema dell’espansione delle aree urbanizzate lungo i corsi d’acqua: una condizione che di norma porta ad arginare e intubare fiumi che, in occasione dei sempre più frequenti eventi meteorologici, finiscono inesorabilmente per sommergere gli stessi quartieri entro i quali erano stati confinati. Nel caso specifico, Turenscape propone un parco che, anziché opporsi alla forza del fiume, la asseconda completamente, lasciandosi periodicamente sommergere. Ogni dettaglio di progetto, ovviamente, è pensato secondo un’ottica di massima resilienza. Da un sito preesistente, un’area umida ripariale rovinata da cave e argini in cemento, vengono realiz-


› TRA NATURA E ARTIFICIO

La forma curva, reiterata alle diverse scale, dal ponte alle panchine, è l’elemento-base che definisce il linguaggio del progetto di architettura del paesaggio. Pavimentati con materiali permeabili, i percorsi circolari creano spazi inclusivi e resilienti che si prerstano a molteplici attività all’aria aperta, come lo stating praticato da questi ragazzi nello spazio che circonda l’Opera house.

Kongjian Yu Laureato in progettazione presso la Graduate School of Architecture di Harvard Gsd, Konjian Yu è fondatore del College of Architecture and Landscape Architecture e Professore di Progettazione presso l’Università di Pechino. È il fondatore di Turenscape, uno dei primi e più grandi studi di architettura, architettura del paesaggio e urbanistica cinesi. La sua ricerca pionieristica sugli ‘schemi di sicurezza ecologica’ e sulle ‘sponge cities’ sono stati adottati dal governo cinese come linee guida nazionali per la pianificazione urbana e per il recupero ecologico. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra questi dodici Ticonoscimenti d’Onore e d’Eccellenza dalla American Society of Landscape Architects, un Global Award of Excellence dall’Urban Land Institute e quattro World Best Landscape Awards al World Architecture Festival. Eletto membro dell’American Academy of Arts and Sciences nel 2016, Yu è laureato honoris causa in Paesaggio e Ambiente presso l’Università La Sapienza di Roma nel 2017. www.turenscape.com

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› TRA NATURA E ARTIFICIO

zate terrazze che letteralmente collaborano con le onde di piena. Le superfici – ghiaia per i percorsi, aree vegetate di ritenzione e infiltrazione e cemento drenante per le superfici carrabili – sono permeabili al 100%. Un sistema di passerelle assicura la possibilità di frequentazione malgrado le piene che peraltro, depositando limo, contribuiscono alla crescita e alla salute della vegetazione del parco durante i periodi asciutti.

I percorsi sono gerarchizzati in relazione ai tempi di ritorno delle piene: più bassi (5 anni) per i camminamenti secondari interni – quelli che permettono l’accesso accesso ai giardini composti da vegetazione ripariale – e più alti (200 anni) per il ponte/passerella principale e per il padiglione al centro del parco. Dopo secoli di hard engineering – un approccio improntato a una fondamentale volontà di controllo ma rivelatosi in molti

casi disastroso, sia dal punto di vista economico che ambientale – il Yanweizhou Park propone qualcosa di differente: una totale logica di integrazione e rispetto dove, anziché contrapporsi, si abbandona alla forza del fiume tanto da tradurre in architettura, secondo un principio di totale assimilazione, lo stesso andamento fluido e sinuoso dell’acqua che lo attraversa

Carlo Ezechieli

SCHEDA Tipologia progetto del paesaggio Località Jinhua City, provincia dello Zhejiang Committente Municipalità di Jinhua Cronologia 2010 - 2014 Dimensioni 26 ettari Riconoscimenti Landscape of the year al World Architecture Forum del 2015

In alto, il masterplan dell’intervento. Accanto, una foto aerea – con vista verso ovest – del parco scattata nel mese di maggio, durante la stagione dei monsoni dimostra l’adattabilità del progetto agli eventi climatici. Sinuoso come le acque, il ponte garantisce il collegamento costante con la città anche in periodi di piena.

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› TRA NATURA E ARTIFICIO PROGETTO ALTO SEVESO, MONTANO LUCINO

NATURALE E URBANO Il sistema di interventi per il riassetto idraulico dell’Alto Seveso dimostra il ruolo ormai fondamentale dell’architettura nella ricerca di un nuovo equilibrio tra insediamenti e ambiente, di fronte ai sempre più evidenti cambiamenti climatici Il dilagare dell’urbanizzazione e la conseguente riduzione della permeabilità dei suoli, combinata a eventi meteorologici sempre più discontinui e violenti, sono inesorabilmente all’origine di seri problemi: dalla rovina di corsi d’acqua e falde per via delle inquinatissime acque di prima pioggia, ai flash flood, gli allagamenti-lampo capaci di paralizzare per ore intere città, fino a vere e proprie inondazioni, causa di danni spesso ingenti. In questo scenario la pianura intorno a Como dove si sviluppa il corso del fiume Seveso non

fa eccezione. Il suo paesaggio ha visto negli ultimi decenni la progressiva, totale e caotica conversione di suoli agricoli in superfici urbanizzate che, pavimentate, hanno perso qualsiasi capacità drenante. Il Seveso esonda periodicamente, di frequente con danni rilevanti, come nell’ultima alluvione del 2014. Un raggruppamento di Comuni locali e di operatori privati si è pertanto formato nell’intento di commissionare un progetto per la realizzazione di un sistema di sicurezza idraulica. Il progetto, sviluppato da un team

interdisciplinare – composto da CE-A studio per la parte di architettura del paesaggio, da Iridra per lo sviluppo dei temi di drenaggio sostenibile, da geologi ed esperti di archeologia e guidato dallo studio di ingegneria Majone Associati – prevede un sistema coordinato di interventi volti a ricomporre e riordinare un paesaggio non più adatto a sostenere un accumulo di modificazioni e manomissioni che ha raggiunto un livello ormai critico. Complessi calcoli idraulici hanno portato alla definizione di un sistema di aree di eson-

1, 2, 3 punti di ingresso 4, 5 punti di sosta 6 Collina artificiale e belvedere 7 Passerella pedonale con punti segnaletici 8 Percorso verso punto di osservazione 9 Punto di osservazione cerchio litico 10 Cerchio litico 11 Scarpate fiorite 12 Esemplare isolato di Populus alba 13 Gruppo di piante arboree di nuovo impianto

Schizzo preliminare: l’area di esondazione controllata dai Tre Camini (a Nord), quella intermedia di regimazione del torrente Lusért, e l’area di esondazione controllata di Madonna del Noce (a Sud) sono gli interventi primari (indicati in giallo) previsti dal progetto e indirizzati al controllo e sicurezza idraulica del fiume Seveso. Sono parte di un grande sistema di connessione verde che ricompone le cesure introdotte nel tempo dagli assi di viabilità primaria e dalla pesante e caotica urbanizzazione.

Hil illaccuptas explam sim nonsed mos aruptio tem as adiciunt ant ex esequo moloreprepro modit aut odi dolland igenist ullupta

A destra: l’area di esondazione controllata a Nord, in località “Tre Camini” è anche un itinerario di scoperta di un luogo denso di testimonianze archeologiche, come il grande circolo di pietre, antico di millenni, emerso nel 2007 durante gli scavi di realizzazione del Nuovo Ospedale di Como (visibile in alto nell’immagine). Conservando all’interno dell’area la funzione agricola preesistente, il suo perimetro, reso accessibile al pubblico, dichiara, anticipandola, la presenza dell’antico cerchio, configurandosi come una vera e propria “promenade archeologica”.

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› TRA NATURA E ARTIFICIO dazione controllata, di ambiti di ampliamento degli alvei, tradotti nel progetto in forma architettonica compiuta. Non si tratta di semplici infrastrutture, ma di nuove configurazioni del paesaggio capaci di soddisfare contemporaneamente esigenze di sicurezza idraulica e di arricchimento della qualità formale e funzionale del paesaggio. Gli interventi consentono una sensibile riduzione del rischio idraulico nei comuni interessati e nelle aree a valle, in un territorio soggetto a importanti allagamenti, come mostrato dal Piano di Gestione del Rischio

Alluvioni (Pgra) dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po e dalle recenti disposizioni di Regione Lombardia per il contrasto alle alluvioni in ambito urbanistico e di protezione civile (DGR 6738/2017). Ogni intervento è potenzialmente un parco, un giardino, un sistema di valorizzazione e scoperta di luoghi le cui caratteristiche uniche, come l’eccezionale cerchio di pietra scoperto nel 2007 e antico di millenni, sono spesso sottovalutate. Mentre il paesaggio primigenio, non antropizzato prima e quello agricolo poi, funzionavano egregiamente

nella gestione delle acque, il moderno paesaggio – fittamente popolato e iper-antropizzato in modo estremamente disorganico – stenta a trovare un analogo equilibrio. Il progetto sulla regione dell’Alto Seveso dimostra invece come oggi sia necessario e possibile lavorare con precisione riprogettando gli spazi alla ricerca di un nuovo equilibrio e una nuova forma di integrazione ambientale. Una strategia capace di portare ordine, coerenza e bellezza, oltre a indiscutibili benefici economici per privati, governi e compagnie di assicurazioni

In alto: l’area di Madonna del Noce, ubicata al centro di un bacino potenziale di utenza di circa 20.000 abitanti, entro un raggio di meno di 2 km è nella condizione ideale per essere gradualmente trasformata in un grande parco, di quasi 25 ettari di superficie, all’ingresso di Como. A sinistra: nell’area di esondazione più a Sud, in località Madonna del Noce la sottrazione di terreno necessaria alla realizzazione dell’area di esondazione controllata diventa l’occasione per mettere in risalto, conservandone le quote di campagna originarie, percorsi, di origine antichissima, nel paesaggio agricolo. In basso a sinistra: nell’area intermedia, lungo il torrente Lusért, di cui viene ampliato l’alveo, la presenza di una collina isolata nella pianura e riconducibile a un sistema di affioramenti geologici risalenti a circa 25 milioni di anni fa diventa il principale motivo strutturante del progetto di riconfigurazione dell’area.

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› TRA NATURA E ARTIFICIO

Accanto: gli interventi primari (in blu nella mappa) previsti dal progetto e indirizzati al controllo e sicurezza idraulica del fiume Seveso, sono pensati come veri e propri parchi inseriti in un sistema molto più esteso. Quest’ultimo ha l’obiettivo di ricomporre l’ambiente e la struttura del paesaggio attraverso il consolidamento di reti di mobilità verde e riordino di strutture insediative.

SCHEDA Committente Comune di Montano Lucino con i Comuni di Cavallasca, Grandate, Luisago, San Fermo della Battaglia, Villa Guardia

Team di progetto Paesaggio CE-A studio/Carlo Ezechieli Idraulica (capogruppo) Studio Majone Ingegneri Associati + Majone & Partners (Giacomo Galimberti; Alessandro Balbo; Denis Cerlini)

Drenaggio sostenibile e interventi di riqualificazione ambientale Iridra Srl (Nicola Martinuzzi; Riccardo Bresciani Gliulio Conte)

Geologia/Idrogeologia Studio Idrogeotecnico Applicato (Pietro Breviglieri; Efrem Ghezzi)

Archeologia Patrizia Buzzi Collaboratori Giuliano Trentini; Anacleto Rizzo Ilario Nicolò; Daniele Recalcati; Enrico Maddalena Luigi Singarelli.

In basso: sezione esemplificativa (torrente Lusért) degli interventi di ricomposizione ambientale lungo i corsi d’acqua.

Plastico con l’individuazione delle tre aree di esondazione controllata: un sistema di sicurezza idraulica diventa occasione per un sostanziale miglioramento della qualità del paesaggio (plastico: Patrizia Buzzi).

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› TRA NATURA E ARTIFICIO

TRASFORMARE IN GIARDINO IL MONDO Un’intervista a Massimo Venturi Ferriolo, autore di numerosi saggi in tema di paesaggio e architettura, circa il rapporto tra natura e artificio Intervista di Carlo Ezechieli

Massimo Venturi Ferriolo Massimo Venturi Ferriolo, laureato in filosofia, è professore ordinario di Estetica al Politecnico di Milano. In precedenza aveva lavorato presso le Università di Urbino, Milano Statale, Heidelberg e Salerno. Come visiting professor ha partecipato alle attività didattiche dell’Università Complutense di Madrid; dell’Universidad Autónoma Metropolitana di Città del Messico; di Harvard e dell’École Normale Superieure di Parigi. Ha tenuto numerose conferenze e lezioni in università italiane e straniere ed è stato membro del Giurì al dottorato Dea Jardins Paysages Territoires presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Membro del comitato scientifico e della giuria del premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino (Fondazione Benetton Studi Ricerche), Massimo Venturi Ferriolo si occupa di estetica del progetto nel processo di paesaggio e nel governo delle trasformazioni dei luoghi, tema sul quale ha pubblicato numerosi libri, articoli e saggi.

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Nel 2016 un gruppo di scienziati ha proposto alla Commissione Internazionale di Stratigrafia e all’Unione Internazionale di Scienze Geologiche il termine Antropocene per indicare un’epoca che segna l’inizio di un impatto umano significativo sulla geologia terreste e sugli ecosistemi. Pur persistendo il dubbio se l’Antropocene possa essere incluso nella scala temporale geologica, autorevoli sostenitori di questa ipotesi, come Paul J. Crutzen, hanno ampiamente dimostrato l’impatto delle attività umane sulla composizione chimica dell’atmosfera, mettendo così in evidenza un rapporto profondamente modificato della nostra specie nei confronti dell’ambiente. In questo contesto il paesaggio – la dimensione in cui convergono, secondo una distinzione convenzionale, per quanto vaga, elementi naturali e artificiali – diventa un luogo di rapporto e di scambio, basato su interazioni e influenze reciproche che si modificano in continuazione, non solo dal punto di vista della loro traduzione in forma architettonica, ma soprattutto dal punto di vista concettuale. Chi meglio di Massimo Venturi Ferriolo, uno dei più raffinati e autorevoli pensatori in tema di paesaggio, può chiarire l’evoluzione di questo rapporto e i suoi lineamenti nell’era attuale, dove la presenza dell’uomo sempre più estesa e pervasiva, inquadra le categorie di natura e artificio secondo una nuova prospettiva.

Come ti puoi presentare ai lettori di una rivista di architettura? Mi sono laureato in filosofia con una tesi sulla filosofia antica sul tema di etica e politica. Ho studiato a lungo la storia dell’aristotelismo, con un periodo importante in Germania. Scrivendo un libro intitolato Il grembo della vita ho incominciato ad approfondire seriamente il tema del paesaggio, che mi è sempre piaciuto. Ho insegnato per anni a Salerno, finché sono stato chiamato per insegnare estetica al Politecnico di Milano. Una distinzione, quella tra natura e artificio, che per secoli è stata un riferimento per l’architettura, ha contorni molto sfuocati. Fino a che punto questa distinzione è valida? La natura è una nostra invenzione e l’uomo non è altro che il prodotto della natura. E l’uomo nasce per sua natura costruttore. Heidegger parla di “Costruire, abitare, pensare”: l’uomo abita e allo stesso tempo costruisce. Io abito e quindi sono, ma io sono quale essere naturale, e anche in questo caso sono natura. La distinzione netta tra i due termini ha avuto origine con Cartesio e l’uomo, da creatura debole qual è, nel tempo è diventato un dittatore e, spesso – come mi è capitato di vedere di recente in Patagonia, dove gli effetti del riscaldamento globale sono tangibili e devastanti – un distruttore.


› TRA NATURA E ARTIFICIO

La natura si riappropria della civiltà in un’installazione a San Paolo, in Brasile. In alcune aree del mondo più di altre sono già evidenti gli effetti del global warming. Nelle immagini a fondo pagine il deserto di Atacama in Cile e il ghiacciaio Perito Moreno che copre un’area di 257 kmq della Patagonia meridionale, in Argentina: sebbene la parte frontale continui ad avanzare sembra che lo spessore del ghiaccio si sia già ridotto di diverse decine di metri.

La convenzionale distinzione tra paesaggio antropico e naturale, è senza senso. L’uomo è sia natura che cultura e questa identità è stata frantumata da Descartes. Viviamo in un ambiente dove è possibile ormai intervenire non solo dal di fuori, con le tradizionali pratiche di costruzione ma anche – con la progettazione genetica – anche sulle sue logiche e funzioni fondamentali. Un po’ alla volta tutto il mondo verrà ricostruito “ad arte”? Sto appunto lavorando a un libro che si chiama “Trasformare in giardino il mondo”. Il fatto curioso era che fino a trent’anni fa parlare di giardini e di paesaggio era considerato una cosa frivola, mentre il giardino era ed è diventato una straordinaria metafora sulla qualità della vita e dell’abitare. In tutte le religioni, il giardino è immancabil-

mente un ideale di perfezione ed è peraltro il tema di un progetto, Il Parco dei Paradisi ad Assemini in Sardegna, al quale sto lavorando. Ogni popolo e ogni cultura ha un paradiso, dove tutti sono felici e spesso questo è un giardino. Circa il concetto di città non dimentichiamo che nella mitologia giudaico-cristiana la città è stata fondata da Caino, e nasce pertanto dal male del fratricidio. Che ruolo vedi per l’architettura in tutto questo e come credi che nel mondo di oggi si sta evolvendo la pratica dell’architettura con particolare riferimento al paesaggio? L’architettura è intrinsecamente paesaggistica. È una questione di rapporto uomo-paesaggio-luogo dove l’emozione è ciò che permette di creare le opere. L’architettura nasce con il senso del paesaggio. È dal rapporto con il luogo, dove si prova

un senso di commozione, è un rapporto emotivo quello che porta all’architettura. L’architettura è costruita con i materiali del luogo e ogni luogo ha la sua architettura specifica.

«La distinzione netta tra uomo e natura ha avuto orgine con Cartesio e l’uomo, da creatura debole qual è, nel tempo è diventato un dittatore e, spesso, un distruttore» Un consiglio agli architetti? Studiate di più la storia dell’antropologia. E siate più modesti. I grandi sono umili e le loro opere prevalgono sulla loro personalità

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› TRA NATURA E ARTIFICIO

STRATEGIE INSEDIATIVE Un mix equilibrato tra progetto del paesaggio e urbanizzazione, all’insegna del basso impatto e alta qualità ambientale e con l’obiettivo del potenziamento delle reti di relazione urbana e sociale nel progetto del quartiere di Nærheden. Progetto di Arkitema con i paesaggisti olandesi Karres+Brands Render finalizzati a illustrare la qualità di vita perseguita dal progetto: mobilità dolce, percorsi naturalistici, qualità delle residenze, differenti densità insediative, servizi pubblici concentrati lungo un ring che circonda l’area (©Karres+Brands e Arkitema).

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La regione metropolitana di Copenhagen – data la sua connessione diretta con la Svezia, attraverso il ponte dell’Øresund, i numerosi, recenti, progetti di rinnovamento urbano e la intensa presenza di infrastrutture – è ultimamente oggetto di una forte richiesta di residenza di alto livello qualitativo, nelle fasce facilmente raggiungibili dal centro della città. Questo processo di sviluppo urbano, naturalmente, coinvolge i comuni della corona urbana, che peraltro dispongono di spazi con qualità insediative e ambientali ben diverse da quelle che contraddistinguono il centro di Copenhagen. Tra queste, la cittadina di Hedehusene, ubicata tra la capitale e la città universitaria di Roskilde, è caratterizzata dall’accesso immediato a diverse linee autostradali e al treno ad alta velocità. È qui che è stato definito un importante programma di sviluppo residenziale su un’area di 63 ettari che ha coinvolto un team multidisciplinare di esperti nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, del paesaggio, dell’ingegneria e delle scienze sociali ed economiche-immobiliari. Il progetto di Nærheden si orienta verso un obiettivo di equilibrata ibridazione tra le caratteristiche urbane tipiche e una struttura a bassa densità, tipicamente suburbana, dove il progetto degli spazi aperti diventa un aspet-

to prevalente capace di dare vita a quattro differenti quartieri, ognuno contraddistinto da proprie caratteristiche strutturali e insediative. Il masterplan fornisce un’impalcatura sufficientemente robusta per mantenere sotto controllo le esigenze degli sviluppatori, alle diverse scale, senza compromettere la qualità d’insieme. Il sistema di mobilità rappresenta un elemento chiave: i posti auto vengono concentrati in garage per non interferire con la struttura degli spazi aperti e lasciare più spazio e libertà al loro disegno e alla qualità della vita

collettiva. Questa impostazione permette di organizzare aree di vicinato dove le strade, come nelle città tradizionali, diventano spazi versatili di interazione sociale e dove i quattro quartieri principali si distinguono per differenti caratteristiche di densità abitativa e differenti configurazioni tipologiche. L’intero quartiere di Nærheden è infine connesso con il resto della cittadina attraverso un ring di spazi aperti pubblici attorno al quale si attestano le scuole, i distretti commerciali e altri edifici di interesse pubblico. Ma forse l’aspetto più interessante e inno-


› TRA NATURA E ARTIFICIO

Salvaguardando la morfologia del luogo, il masterplan del nuovo insediamento si sviluppa a partire dai cluster delle abitazioni, collegati tra loro da percorsi di vicinato a formare quartieri di densità e qualità architettonica diversa (©Karres+Brands e Arkitema).

Il progetto di paesaggio prevede aree di espansione intorno al corso d’acqua per far fronte a fenomeni di piena (©Karres+Brands e Arkitema).

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› TRA NATURA E ARTIFICIO Hedehusene city center

Hedehusene city center Brick-quarter

Cultural cluster

rea

Cultural cluster

Brick-quarter Station-quarter

Station-quarter

Station area

Education and sports cluster

Education and sports cluster

Garden-quarter

Garden-quarter

Sylvia Karres e Bart Brands con i partner dello studio

Karres+Brands Con sede a Hilversum, vicino ad Amsterdam, Lake-quarter lo studio Karres+Brands è specializzato in pianificazione urbana e progettazione del paesaggio. È stato fondato nel 1997 da Sylvia FOUR DISTRICTS FOUR DISTRICTS Karres (1956) e da Bart Brands (1962), entrambi The four districts each have their own character The-and fourbuild districts each have their own character -and build laureati al Collegio ings. Topographical variation strengthens theings. identity Topographical of the variation strengthens the identity of thedi Stato di Boskoop e different districts. different districts. all’Accademia di Architettura di Amsterdam). Nella convinzione che i cambiamenti ambientali, * Brick-quarter refers to the former brickworks * Brick-quarter factory refers to the former brickworks factory economici e socio-demografici impongano una visione strategica orientata al futuro, secondo Karres+Brands la centralità del progetto si fonda su un approccio flessibile, con piani aperti a cambiamenti futuri non prefissabili nel momento della concezione iniziale, per lasciare spazio alla naturale evoluzione dei processi umani e ambientali, e su un atteggiamento proattivo verso tutti gli attori delle trasformazioni spaziali, sviluppando Lake Lake processi in equilibrio tra controllo e partecipazione. Karres+Brands conta circa 30 collaboratori e opera in Olanda e all’estero. Alla managing partner dello Lake Lake studio Lieneke van Campen si sono recentemente aggiunti i tre nuovi partner David Kloet, Jasper Lake Lake Nijveldt e Darius Reznek. Lake-quarter

GREEN LOOP s the activity clusters A recreational of the loop connects the activity clusters of the en and a lush parkdistrict. which also The loop will be green and a lush park which also nnected to the water harbors system rainwater and is connected to the water system

Urban Loop

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Landscape Loops

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Retention basins

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WATERSYSTEM d to a number of lakes. The Loops will be connected to a number of lakes. ate natural areas Fluctuating of high biodiwater levels create natural areas of high biodi ndscape throughout versity the year. and offer a varied landscape throughout the year.

vativo del progetto – insieme all’attenzione nell’impostazione tipologica e scalare – è il fatto di organizzare l’intero impianto sulla base di un progetto del paesaggio che incorpora obiettivi di qualità formale e risponde a criteri molto attuali di gestione del ciclo delle acque, di potenziamento dei servizi ecosistemici pur nel generale controllo dei costi di gestione del verde: un insieme di concetti che, superando un ormai pervasiva “ideologia del verde”, potrebbe aprire la strada ad altri interventi degni di nota

Carlo Ezechieli

SCHEDA Località Hedehusene, città metropolitana di Copenhagen

Area di sviluppo 63 ettari Progetto 2014 – 2015 Costruzione 2016 – 2035 Status Vincitore di concorso; in fase di sviluppo Clienti Naerheden, RealDania, municipalità di Hedehusene

Collaboratori fase di concorso Karres+Brands Arkitema, Everyday Studio, Orbicon VIA trafik, Social Action, Blue Bakery Open Air Neighbourhood, Smith Innovation e altri

Collaboratori fase di realizzazione Karres+Brands, Arkitema, Everyday Studio, Orbicon, VIA trafik, Esbensen

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heathland

Anello verde, distretti insediativi, sistema delle acque

NATURE RESERVE NATURE RESERVE parcoreserves naturale: sono i concetti intorno ai quali The green structure offers proximity to natureThe reserves green and structure offers proximity toenature and si sviluppa il masterplan. Sotto, uno dei cluster lakes for all homes lakes for all homes

insediativi previsti (©Karres+Brands e Arkitema).


› TRA NATURA E ARTIFICIO

CITTÀ GIARDINO DEL XXI SECOLO

Un principio di insediamento neo-rurale nel progetto di Karres+Brands per la campagna nei pressi di Helsinge, in Danimarca, tema di progetto di grande attualità anche per molte regioni italiane

Futuro agreste o neomedioevo? Le illustrazioni del progetto per Helsinge parlano di un insediamento organizzato per agglomerati di piccoli villaggi con agricoltura a km zero ma anche rischi di ghettizzazione (©Karres+Brands e Effekt).

Il concetto di Howard per la città giardino si era sviluppato in un’epoca in cui i trasporti rendevano possibile, almeno teoricamente, lo sviluppo di insediamenti satellite che, pur collegati alle grigie e terribili città industriali, erano immersi nella pace e nel verde. Oggi, a più di cent’anni di distanza, quali caratteristiche potrebbe avere una città-giardino? E quale il ruolo potenziale della campagna in tutto questo? Indubbiamente la campagna offre,

rispetto alle città, un contatto diretto con il paesaggio, aria pulita e vita tranquilla. Tuttavia la dipendenza dall’automobile, le distanze, l’agricoltura intensiva e un patrimonio edilizio in molti casi obsoleto hanno sempre costituito un forte deterrente al trasferimento dalle città. Anche se qualcosa sta cambiando. Negli ultimi anni, la tecnologia, e in particolare l’internet, sta avendo un impatto significativo su tempi, spostamenti e interazioni legate soprat-

tutto al lavoro aprendo possibilità inedite per una rivalutazione in senso abitativo dell’ambiente rurale. Partendo da questi presupposti Helsinge Garden City degli studi Karres+Brands e Effekt è una proposta per uno schema insediativo su un’area di 63 ettari nella campagna danese. L’insediamento è strutturato in raggruppamenti, con una diffusa presenza di spazi comuni, caratterizzati da un alto indice di condivisione e una presenza, volutamente ridotta, di spazi aperti privati. Nella Garden City, ispirata ai villaggi tradizionali, abitato e paesaggio si fondono. Si favoriscono attività ricreative e la formazione di orti, frutteti e piccole forme di allevamento. Un mercato locale per agricoltura a chilometro zero dei e per i residenti, ma aperto a visitatori esterni, è pensato come un fulcro di attività e di incontro secondo un principio rivolto a incoraggiare l’identificazione con il luogo e le opportunità di socializzazione. L‘insediamento è organizzato in 25 piccoli villaggi, ciascuno con proprie caratteristiche di volta in volta adattate, secondo gli autori, sia ai differenti tratti del paesaggio, sia al profilo in termini di reddito e stili di vita degli abitanti, differenziando ogni villaggio per taglio delle abitazioni, finiture e stato di proprietà. Riproporre la struttura del villaggio tradizionale – le cui comunità si evolvevano secondo concetti di famiglia, relazioni tra

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› TRA NATURA E ARTIFICIO

persone e rapporti con le istituzioni molto diversi dagli attuali – è senz’altro una sfida. In molti casi la riproposizione delle medesime configurazioni spaziali di un tempo, di fronte a schemi di interazione sociale profondamente mutati, si è rivelata disastrosa. Karres+Brands, differenziando i villaggi, affrontano il problema proponendo un fondamentale principio di zoning sociale che potrebbe evolversi virtuosamente in un ecosistema sociale complesso e stimolante o, dall’altra parte, dare origine a stratificazioni ghettizzanti. Malgrado la complessità delle problemati-

In alto, il masterplan del futuro insediamento. Accanto, la vita in un villaggio, con luoghi di riunione e un negozio di prodotti della terra coltivati dagli abitanti stessi e aperto anche ai non residenti (©Karres+Brands e Effekt).

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che relative alla composizione degli spazi di un moderno ‘villaggio’, resta comunque il fatto che – data l’evoluzione tecnologica attuale e la moltitudine di edifici rurali, spesso stupendi e oggi tragicamente abbandonati – i temi e le questioni affrontate nel progetto della Helsinge Garden City sono di incredibile portata per molte regioni d’Europa e per il nostro Paese in particolare, che oggi conta più di mille borghi con più di un milione di edifici abbandonati

Carlo Ezechieli

SCHEDA Località Helsinge, Danimarca Tema Masterplan Area di sviluppo 65 ettari Progetto 2016 Status vincitore di concorso, in fase di sviluppo Cliente Municipalità di Gribskov Collaboratori fase di concorso Karres+Brands, Effekt, Atkins, Cbfo, Trafikplan


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FALCON MALLS SI ESPANDE IN ITALIA CON TRE APERTURE IN PROGRAMMA ENTRO LE FINE DEL 2021 ARRIVA IN ITALIA IL GRUPPO DI FAWAZ ALHOKAIR. NE PARLIAMO CON IL DIRETTORE MARKETING DI FALCON MALLS LUC LESCAULT

Il centro commerciale di Torino (sopra, a sinistra) sarà realizzato all’interno del Palazzo del lavoro di Nervi. Cascina Merlata (a destra) completa il masterplan dell’area e sarà la prima delle tre aperture previste in Italia. Sotto, il render del parco commerciale che nascerà sull’ex area Falck di Sesto San Giovanni.

Fondato nel 1990, il Gruppo Fawaz Alhokair, con i suoi 20 shopping centre in Arabia Saudita ed Egitto, è uno dei maggiori protagonisti mondiali nei settori del fashion retail, food & entertainment e shopping mall. Il gruppo arabo è oggi presente sul mercato italiano con Falcon Malls, società specializzata nello sviluppo, commercializzazione, promozione e gestione di centri commerciali. La società ha tre grandi progetti in fase di sviluppo in Italia, per oltre 220 mila metri quadrati di Gla: a Milano, con Cascina Merlata;

a Sesto San Giovanni, con il progetto Concordia di MilanoSesto, e a Torino, al Palazzo del Lavoro di Pierluigi Nervi. A Luc Lescault, direttore marketing e comunicazione di Falcon Malls, abbiamo rivolto alcune domande per capire il ruolo e l’importanza che la società attribuisce all’architettura. I centri commerciali stanno diventando le agorà della nostra epoca e la loro attrazione si è spostata dalla grande distribuzione alimentare alla ristorazione e all’entertainment, migrando verso la città. Condivide questa analisi? Esistono casi concreti di centri già operativi che riassumono queste caratteristiche? Effettivamente è così. La spettacolarizzazione dello shopping, la forte attenzione all’architettura, l’ottimizzazione della gestione di alti flussi di visitatori e un merchandising mix completo, con tutti i principali brand nazionali e internazionali, sono i fattori distintivi del nostro approccio. Nei centri commerciali che apriremo in Italia intendiamo sviluppare aree entertainment con parchi

gioco di nuova generazione e proporre format di ristorazione originali e differenzianti dal punto di vista gastronomico, basati anche su smart food e ristorazione gourmet. I centri commerciali del gruppo Fawaz Alhokair già operativi nel mondo che riassumono queste caratteristiche sono, ad esempio, il Mall of Arabia di Jeddah o Al Nakheel Mall a Riyad. In generale tutti i nostri mall, indipendentemente dalle dimensioni, replicano questo modello, che ruota attorno a divertimento-leisure, offerta di ristorazione e fashion. Qual è a suo avviso il ruolo dell’architettura nello sviluppo di un centro attrattivo? L’architettura ha un ruolo fondamentale, perché consente di gestire l’accesso e il deflusso dei visitatori, di valorizzare l’offerta merceologica dei nostri retailer, di generare curiosità e piacere, di creare ambienti diversi, di assicurare una perfetta gestione della logistica, di creare parcheggi facili da utilizzare e di studiare l’intero percorso di visita.

CONCORDIA - MILANOSESTO Superficie commerciale utile (Gla) 131.320 mq. Negozi 365 Parcheggi 4.500 Investimento 1 miliardo di euro Bacino d’utenza 3,5 milioni di persone Apertura prevista secondo semestre 2021

CASCINA MERLATA - MILANO Superficie commerciale utile (Gla) 65.000 mq. Negozi 192 Parcheggi 4.000 Investimento 200 milioni di euro Bacino d’utenza 3,8 milioni di persone Apertura prevista secondo semestre 2020

PALAZZO DEL LAVORO - TORINO Superficie commerciale utile (Gla) 28.000 mq. Negozi 117 Parcheggi 1.550 Investimento 150 milioni di euro Bacino d’utenza 1,5 milioni di persone Apertura prevista secondo semestre 2021

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PROGETTO UFFICIO INAUGURATA POCHI MESI FA A ROMA IN VESTE ‘JUNGLE’, LA SEDE DI XOFFICE È UN AMBIENTE DOVE LA CULTURA DEL PROGETTO PRENDE FORMA E SI CONCRETIZZA IN REALIZZAZIONI COMPLETE, DAL FIT-OUT AGLI ARREDI PERSONALIZZATI, IN COLLABORAZIONE CON IMPORTANTI MARCHI SPECIALIZZATI NEGLI INTERNI DEGLI UFFICI

Michelangiolo Bernabei, Ceo di XOffice

UNA PIATTAFORMA PER L’UFFICIO I brand di XOffice VITRA THONET MDF XVADRAT LAGO BENCORE

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XOHub, la sede di XOffice in zona Eur a Roma, in configurazione ‘jungle office’: piante tropicali accolgono gli ospiti nelle aree di conversazione e creano un ambiente di lavoro disteso nell’area progettazione. A destra, la training room dove si tengono corsi per professionisti ricorda nei canoni estetici un ambiente del Vitra Museum di Weil am Rhein.

Entrando nei 500 mq della nuova sede di XOffice in via Baldovinetti a Roma, zona Eur, non bisogna farsi ingannare dalla vegetazione tropicale degli ambienti. Quella è solo l’ultima idea di Michelangiolo Bernabei, fondatore nel 2008 e vulcanico Ceo di XOffice, che è andato fino ad Amsterdam per trovare un esperto di botanica che sapesse conciliare i parametri di comfort necessari per persone che trascorrono la maggior parte del proprio tempo in ufficio con la sopravvivenza di piante il cui habitat naturale è la giungla. Ben oltre l’aspetto ‘green’, XOffice è la traduzione concreta della transizione dalla cultura del prodotto alla cultura del progetto: qui le necessità – spesso espresse in maniera generica – del progettista o del committente diventano prima materia di progetto, poi ricerca delle soluzioni, pianificazione dei costi, contrattazione e infine realizzazione. Sono sempre progetti su misura che però vanno oltre la classica contrapposizione tra bespoke – con risultati talvolta discutibili

che nascono dalla presunzione di saper fare meglio di brand consolidati – e catalogo, la cui serialità fa spesso temere la ripetizione e la banalità. Il su misura di XOffice consiste nella capacità di condividere il progetto con i marchi della propria piattaforma guidandoli in una personalizzazione sottile ma decisiva per la qualità finale del progetto in questione. Così sono nate operazioni uniche come, per citare solo tre esempi, il nuovo headquarter di Fendi nel ‘colosseo quadrato’ dell’Eur, la trasformazione degli ambienti di Villa Blanc nel nuovo campus della Luiss (Libera Università di Studi Sociali) e, sempre a Roma, gli uffici e archivi del Maxxi nell’edificio exindustriale che sorge di fronte al museo di Zaha Hadid. Inaugurato a fine ottobre, XOHub – questo il nome dello spazio – è anche luogo di incontro per professionisti, con meeting a cadenza mensile, e di formazione sull’uso di software 3D e di realtà aumentata con CadAcademy e Lumion


CITYLIFE SHOPPING DISTRICT, MILANO

LA CITTÀ È L’ANIMA DEL COMMERCIO Il centro commerciale Citylife segna una rivoluzione nelle logiche che hanno fin qui guidato lo sviluppo delle grandi strutture destinate alla vendita e alla ristorazione. Architettura e progetto degli spazi aperti sono gli elementi fondativi di una simbiosi tra pubblico e privato, tra la piazza e le attività commerciali


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In apertura, la Torre progettata da Zaha Hadid (foto ©Hufton+Crow). Sopra, l’ingresso principale allo Shopping District (foto ©One Works); sotto, le due torri realizzate con, ai piedi, la piastra commerciale (foto ©Gabriele Fanelli). Nella pagina di destra, il masterplan del complesso del CityLife Shopping District e lo schema degli accessi alla piazza (disegni ©One Works).

C

on i suoi 366 mila metri quadrati è una delle operazioni urbanistiche più importanti d’Europa. Il progetto di sviluppo porta le firme di Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. È l’area di CityLife, che anni fa ospitava il polo urbano della Fiera di Milano e che oggi invece accoglie torri per uffici, residenze, servizi, aree verdi e percorsi ciclopedonali, una grande piazza pubblica, un asilo nido, un campo pratica di golf e un centro commerciale da poco inaugurato. Un’area con un mix di funzioni pubbliche e private che è già diventata una delle nuove polarità del capoluogo lombardo. Un luogo privilegiato in cui abitare, consumare,

trascorrere il tempo libero, stare nel verde. Una combinazione di funzioni che farà vivere piazza Tre Torri tutti i giorni della settimana, da mattino a sera. Dopo la realizzazione delle residenze di pregio e dei due grattacieli che ospitano le nuove sedi di Allianz e Generali (per la terza torre, quella di Libeskind, i lavori sono alla fase iniziale), alla fine di novembre scorso il Business & Shopping District ha completato (quasi del tutto) il quadro delle funzioni fino a oggi ospitate nell’ex quadrilatero fieristico. Con 32mila metri quadrati di superficie, 100 tra negozi e ristoranti, un cinema multiplex da 1.200 posti e un bacino di utenza di 700mila persone, sarà uno dei più grandi

shopping district urbani d’Italia: a regime, nel 2020, le stime parlano di sette milioni di visitatori l’anno. L’insieme delle insegne presenti nel district si colloca a un livello cosiddetto premium, ma accessibile: l’offerta vede infatti una presenza significativa di marchi di abbigliamento, servizi e aree dedicate all’intrattenimento e al tempo libero, con servizi dedicati alla salute, alla bellezza e al benessere (nel segmento dedicato alla casa trovano spazio anche i negozi Habitat e Democracy Design). All’interno dello shopping district, i visitatori sono accolti da pavimenti, soffitti a persiana e colonne di bambù, un materiale segue a pagina 55

PER IL PODIO HADID CALCESTRUZZI SPECIALI HOLCIM Per la realizzazione della grande piazza pedonale di CityLife e il Podio Hadid Holcim Italia ha fornito 12mila mc di calcestruzzi speciali. Tra questi, Argélio, un formulato con argilla espansa strutturale, utilizzato a integrazione delle solette alleggerite, dotato di resistenza meccanica, che consente di ottenere un calcestruzzo strutturale leggero a basso peso specifico. A CityLife è stato utilizzato anche Lègerio, formulato con polistirolo espanso selezionato che conferisce un elevato potere termoisolante. Fibréo [ 52 ]

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invece, indicato per ridurre gli effetti del ritiro, è stato utilizzato per le pavimentazioni. Per la piastra del podio, per garantire un ritiro inferiore a 250 micron, Holcim Italia ha risposto con la fornitura di Coésio C55, prodotto a ritiro compensato, formulato con l’aggiunta di selezionati agenti espansivi per ridurre l’insorgere di fenomeni di fessurazione. Sopra il podio si staglia la Torre Hadid, la cui realizzazione ha richiesto più di 100mila mc di calcestruzzo e più di 40mila tonnellate di cemento pozzolanico.


› RETAIL

One Works One Works è nata in Italia nel 2007 come società di consulenza e progettazione globale che offre servizi di architettura integrata, infrastrutture e ingegneria urbana, con un focus particolare nella gestione degli spazi affollati. One Works crea e modella luoghi dinamici per accogliere le persone in molti settori tra cui l’aviazione, i trasporti, il retail e l’urban design. Con oltre 20 anni di esperienza e una forte eredità italiana combinata con una visione internazionale, One Works mette al centro delle proprie collaborazioni multidisciplinari un design di alta qualità e soluzioni progettuali integrate capaci di interpretare al meglio le necessità dei clienti. Basata a Milano, la società di progettazione conta uffici a Londra, Roma, Venezia, Dubai e Singapore. Si compone di un team di oltre 150 architetti, designer e ingegneri. Nella foto i managing partner Giulio De Carli e Leonardo Cavalli. www.one-works.com

inside

GEZE

Ingressi eleganti per gli spazi del retail contemporaneo Testimoniato dai numeri – un milione di ingressi in 20 giorni – lo straordinario successo di Citylife Shopping District dipende in larga misura dalla qualità dello spazio architettonico, a cui contribuisce l’eleganza e l’efficienza delle soluzioni GEZE scelte dagli architetti per gestire gli ingressi: più di trenta accessi automatizzati con l’utilizzo di porte scorrevoli Geze Slimdrive BO ed Ecdrive FR. Ogni bussola di ingresso è stata realizzata con 4 porte scorrevoli a doppia anta che agevolano i

flussi di visitatori in entrata e in uscita. Il modello Slimdrive è dotato anche di funzione break-out, ovvero ante ed elementi laterali antipanico a sfondamento nella direzione di fuga. GEZE, multinazionale tedesca con sede a Leonberg, vicino a Stoccarda, opera in 31 Paesi nel mondo, con un’ampia gamma di soluzioni per applicazioni nell’ambito del retail, transportation, hospitality, work-place e residenze.

GEZE ITALIA SRL Via Fiorbellina 20 - 20871 Vimercate MB T. 039.9530401 italia.it@geze.com | www.geze.com

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› RETAIL

Paolo Zilli Responsabile del progetto Citylife per lo studio londinese ZHA è Paolo Zilli, laurea con lode in architettura e dottorato in filosofia dell’architettura conseguito nel 2001 presso l’Università La Sapienza di Roma. Senior associate dal 2015, Paolo ha iniziato la sua carriera in ZHA nel 2001 lavorando al progetto della Stazione Marittima di Salerno. Successivamente ha contribuito a molti progetti tra cui la stazione dell’alta velocità di Afragola-Napoli e il Maxxi a Roma, oltre a distinguersi in altri progetti internazionali dello studio tra i quali i complessi di torri residenziali D’Leedon a Singapore e quello di Esfera Monterrey in Messico. Paolo Zilli vanta una grande esperienza nell’utilizzo di software di progettazione avanzati: già nel 1994 teneva corsi universitari di disegno automatico, nel 1997 ha conseguito la certificazione Autodesk per Autocad 2D&3D, 3DStudio, Architectural Desktop (proto BIM-Autodesk) e nel 2006 è stato l’unico ospite italiano spesato presso l’Autodesk University a Las Vegas. Sulla base di questa esperienza e della conoscenza delle tecniche costruttive Paolo funge spesso da consulente interno allo studio in materia di Bim operando in maniera trasversale nell’ufficio per favorire l’integrazione e il coordinamento del design e il controllo qualità. Paolo Zilli ha introdotto in Citylife l’uso del Bim fin dal 2007 (si tratta del primo progetto Bim in ZHA) per garantire accuratezza costruttiva e alti livelli di controllo qualità dalle prime fasi progettuali fino alla costruzione. www.zaha-hadid.com

Qui accanto la galleria commerciale al piano -1, (foto ©Hufton+Crow). Sotto, le sezioni trasversale e longitudinale dello Shopping District (©Zaha Hadid Architects, ZHA).

Sezione B-B’ 1- Ingressi 2- Food court 3- Galleria commerciale 4- Attività commerciali 5- Locali tecnici 6- Cinema 7- Parcheggi 8- Parco-torre

Sezione A-A’ 1- Ingressi 2- Food court 3- Galleria commerciale 4- Ristorazione 5- Locali tecnici 6- Cinema 7- Parcheggi 8- Piazza 9- Attività commerciali 10- Parco

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› retail

caldo, tattile e resistente. Si tratta di un prodotto ingegnerizzato, assemblato con resine ad alta pressione, intagliato con un processo di fresatura a macchina e rifinito a mano. CityLife Shopping District ha una particolarità: è un centro commerciale di tipo urbano, simile a quelli che da una decina d’anni ormai si sono moltiplicati in Francia, Regno Unito ed Europa centrale. Un fenomeno, questo, che sta interessando anche altre città italiane: oltre Milano, Roma, Verona e Bolzano. Un fenomeno che vede la presenza commerciale integrata al tessuto urbano, non più marginale e relegata in periferia o

in contesti extraurbani. Insomma, cambiano le abitudini di vita e i comportamenti d’acquisto delle persone nelle metropoli e si assiste – secondo alcuni osservatori – a un ritorno verso la città, a un commercio integrato ad altre funzioni urbane, accessibile con i mezzi pubblici. CityLife infatti ricomprende proprio queste differenti caratteristiche: inserito nel centro urbano, integrato ad altre funzioni e con una buona accessibilità (l’area è servita dalla linea 5 della metropolitana e dispone di 1.500 posti auto sotterranei). Piazza Tre Torri, il cui progetto porta la firNelle foto, in alto, il controsoffitto a persiana realizzato dallo studio Zaha Hadid Architects in bambù ingegnerizzato e assemblato con resine ad alta pressione. Sopra, una delle sette sale cinematografiche presenti nello shopping district; qui accanto, la zona food del centro commerciale (foto ©Martina Scaravati).

scheda Committente CityLife Architetti One Works; Zaha Hadid Architects (ZHA); Mauro Galantino

Design ‘Podium Hadid’ Zaha Hadid, Patrik Schumacher ZHA: direttore del progetto Gianluca Racana ZHA: associato sul progetto Paolo Zilli ZHA: prog. architettonica Andrea Balducci Caste Progetto delle strutture ‘Podium Hadid’ Redesco Progetti

Progetto delle facciate ‘Podium Hadid’ Arup Progetto impianti Max Fordham + Manens-Tifs Altri consulenti per le strutture AKT, Holzner & Bertagnolli, Cap

Gestione J&A/Ramboll Superficie 32.000 mq Negozi 100, di cui 21 ristoranti Bacino d’utenza 700mila persone Accessi automatizzati Geze

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› RETAIL

ma dello studio milanese One Works, e il parco urbano sono gli strumenti che connettono CityLife alla città. Qui il progetto ha realizzato un dialogo tra il costruito (il volume commerciale) e il vuoto (lo spazio pubblico) di doppia natura: orizzontale e verticale, che mette in relazione i due livelli di accesso alle torri. «La piazza è quindi un edificio in negativo – scrivono i progettisti di One Works – dove la topografia è lo strumento principale utilizzato per armonizzare le diverse quote con il contesto e generare continuità fra il nuovo e la città esistente. La forte articolazione spaziale del luogo è risolta attraverso grandi aperture, che affacciano sulla piazza ipogea rafforzando la continuità tra i diversi livelli, liberando la vista delle tre torri e cercando una più forte integrazione con le stesse. Le dimensioni complessive della piazza, la sua struttura, le attività che la contornano e le forme degli spazi chiusi adiacenti, costruiscono il carattere degli spazi aperti. La configurazione della piazza sottolinea tre aspetti importanti: la relazione fra sud

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e nord del parco; la direttrice est-ovest, che mette in relazione Piazza 6 Febbraio con il podio commerciale di torre Hadid; la centralità della piazza Tre Torri come luogo di incontro dei due percorsi». Dalla piazza il distretto commerciale prosegue infatti, lungo percorsi semi-coperti disegnati da Mauro Galantino, fino al bordo settentrionale dell’area (dove sopravvive, restaurato nelle facciate, il Padiglione 3 dell’antica fiera campionaria). A completare l’area di CityLife è il grande parco verde di 173 mila metri quadrati, che sarà il secondo per estensione di Milano e il primo di nuova realizzazione in centro città dalla fine del XIX secolo. A oggi è stata inaugurata un’area di 117.500 metri quadrati. I progetti di CityLife hanno ricevuto la certificazione Leed Gold dallo Us Green Building Council

Nelle foto, l’area dello Shopping District CityLife disegnata da Mauro Galantino. Un centro commerciale integrato al tessuto urbano cittadino (foto ©Martina Scaravati).

HABITAT A VOLTE RITORNANO L’apertura di CityLife Shopping District è anche l’occasione per il ritorno a Milano di Habitat, negozio d’arredamento monomarca presente in città fino a una decina di anni fa e che oggi si prepara all’appuntamento con il Salone del Mobile con il rilancio delle proprie collezioni. Fondata a Londra nel 1964 da Sir Terence Conran e oggi di proprietà del gruppo francese Cafom, l’insegna amata da Twiggy e Peter Sellers occupa un intero edificio – nella porzione del district disegnata da Paolo Galantino – che segna l’avvio della galleria commerciale all’aperto da poco intitolata a Anna Castelli Ferrieri. Organizzato su tre piani con una superficie di 2.200 mq il negozio propone arredi, imbottiti, accessori, tessili, lampade e decorazioni per la casa, l’ufficio e l’outdoor. Pierre Favresse, direttore artistico di Habitat, in collaborazione con i designer Eugeni Quitllet, Ferréol Babin, Joachim Jirou Najou e Perla Valtierra, ha curato l’esposizione delle novità autunno-inverno 2017, in cui mobili e accessori adottano anche motivi floreali e fanno largo uso di materiali naturali, accostando legno, marmo e pelle. Al piano superiore, con accesso anche dall’esterno, Le Café Habitat è un luogo di pausa con vista sulle torri di Citylife.



› RETAIL I NUOVI SCENARI COMMERCIALI

Luca Tamini Professore associato del Politecnico di Milano, dove insegna Urbanistica e Progettazione urbanistica di strutture commerciali. È responsabile del Laboratorio Urb&Com del Dipartimento di architettura e Studi urbani e co-direttore del corso di alta formazione ‘Programmare, progettare e gestire spazi commerciali’ promosso dalla Fondazione Politecnico e Confimprese. Dal 2016 è direttore scientifico della collana ‘Innovazione e spazio pubblico’ di Bruno Mondadori.

I cambiamenti nelle abitudini di spesa dei consumatori, la crisi economica dell’ultimo decennio, il consistente sviluppo dell’ e-commerce e la costruzione di nuove strutture di vendita di grandi dimensioni si accompagnano a una crescente presenza di negozi vuoti nei centri urbani e alla prime chiusure dei centri commerciali. Si tratta di un fenomeno nuovo per il nostro Paese che comporta – e ancor più comporterà nel prossimo futuro – significative conseguenze sociali, economiche e urbanistiche, da analizzato nella cause e nelle potenziali soluzioni. Il volume di Tamini e Zanderighi, il primo associato al Politecnico di Milano, il secondo ordinario alla Statale di Milano, illustra in modo chiaro ed esaustivo il tema delle dismissioni commerciali offrendo uno schema interpretativo sui fattori che determinano l’obsolescenza localizzativa e la presenza di superfici commerciali vuote. In particolare, attraverso l’esame delle principali esperienze internazionali e di alcune iniziative italiane, vengono approfonditi gli strumenti di rigenerazione del tessuto commerciale e le politiche attive di contrasto alle dismissioni con riferimento sia alle realtà urbane che ai medi-grandi contenitori. Dismissioni commerciali e resilienza Nuove politiche di rigenerazione urbana Luca Tamini e Luca Zanderigh Egea pp 163 - 22 euro ISBN 978-88-238-4571-8

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IL CASO MILANESE Agli insediamenti commerciali sempre più vasti intorno alla città il capoluogo lombardo risponde con i distretti e i centri commerciali urbani. Una tendenza non solo milanese. Intanto cresce l’e-commerce che costringe il mercato a ripensarsi e specializzarsi Nel nuovo sistema del commercio la regione urbana milanese rappresenta un caso emblematico. Il fenomeno che sta caratterizzando quest’area territoriale è la forte polarizzazione delle superfici commerciali all’esterno del capoluogo. Lo confermano le grandi superfici di vendita da poco inaugurate ad Arese (Il Centro, gruppo Finiper) e Locate Triulzi (Scalo Milano, Promos) e, soprattutto, quelle di prossima apertura a Segrate (Westfield Milano e Arcus-gruppo Percassi), Sesto San Giovanni (Falcon Malls) e Cascina Merlata (Falcon Malls). A questa tendenza il capoluogo lombardo ha messo in campo, ormai da qualche anno, una propria strategia di risposta: i distretti urbani del commercio (Duc) e, più recen-

«L’avanzata dell’e-commerce porterà cambiamenti anche nello spazio commerciale fisico, che subirà inevitabilmente una riduzione. Non saranno i piccoli esercizi commerciali a subirne le conseguenze ma, come insegna il caso americano, le grandi superfici di vendita» temente, gli aggregati commerciali urbani, come il CityLife Shopping District. Ma vediamo alcuni numeri di queste nuove polarità. Ad Arese, ad esempio, per il primo anno di apertura si parla di un fatturato di 600 milioni, di 13 milioni di utenti, 48mila accessi nei giorni feriali e 100mila in media

la domenica, con punte di 150 mila. Il tutto con 92mila mq di Gla (superficie lorda affittabile). In base a questi numeri sorprendenti, Arese sta progettando la fase due, che punta alla ibridazione e alla tematizzazione del formato a scala territoriale. A pochi passi da Il Centro hanno sede infatti il museo Alfa Romeo, la pista di guida dell’Alfa gestita dall’Aci, mentre è in fase di accordo di programma lo Sky Dome, un impianto sciistico indoor simile a quello esistente a Madrid. L’ultima evoluzione del big box, che dal concetto di galleria (il mall) è passato a quello di agorà, con la food court e il cinema, e oggi diventa una destinazione totale che include anche esperienze sportive e agonistiche. A Segrate, alle porte di Milano, sta per essere chiuso l’accordo di programma del mall di Segrate promosso da Westfield, Percassi e Gallerie Lafayette. In questo caso non è alle viste solo un cambio dimensionale, con una superficie utile di 130.000 mq, ma la modifica sostanziale di un format classico che non prevede più la presenza di un ipermercato alimentare. Sullo sfondo, ma neanche tanto, si è aperto da qualche anno un altro scenario: quello dell’ecommerce. In Italia, nel 2017, il valore di questo mercato è stimato in 23,6 miliardi di euro (il 17% in più rispetto al 2016), con un tasso di penetrazione degli acquisti on-line sul totale


› RETAIL

retail del 5,7% (stima 2017). E da quest’anno, per la prima volta, il valore dei prodotti venduti on-line ha superato quello dei servizi. «L’avanzata dell’e-commerce – afferma Luca Tamini, docente del Politecnico di Milano e studioso del settore retail – porterà cambiamenti anche nello spazio commerciale fisico, che subirà inevitabilmente una riduzione. Non saranno i piccoli esercizi commerciali a subirne le conseguenze, ma, come insegna il caso americano, le grandi superfici di vendita. L’online insomma non cancella lo spazio fisico commerciale, ma costringe lo stesso a ripensarsi e selezionarsi. E il consumatore, in questo nuovo contesto, non utilizzerà un solo canale di vendita, ma sarà orientato alla multipolarità, che significa utilizzo di tre grandi modalità di offerta: polarità urbane (centri storici, distretti urbani, periferie), polarità extraurbane (Arese, Segrate, cascina Merlata, Sesto San Giovanni, Locate) e Internet. In generale, sia per le piattaforme di e-commerce sia per il commercio tradizionale, sono in molti tra gli operatori del settore che ritengono strategica l’area milanese e il caso di Arese sta a dimostrare come la presenza dell’autostrada dei Laghi abbia avuto un ruolo importante per definire un bacino di utenza che si spinge fino al Canton Ticino. Non a caso è proprio qui, a ridosso del centro commerciale, che Ikea intende realizzare il suo quarto polo». Quanto succede nell’area metropolitana milanese, dicevamo, è un caso paradigmatico. Infatti, con l’apertura di CityLife

siamo di fronte a un altro fenomeno importante: il ritorno alle centralità urbane, con insediamenti commerciali che hanno una capacità di attrazione che va ben oltre l’urbano e ciò grazie anche alla presenza della linea 5 della metropolitana milanese. «Lo Shopping District è la concreta dimostrazione – prosegue Tamini – che è possibile costruire un aggregato commerciale urbano attrattivo all’interno di aree dismesse, mettendo insieme commercio di qualità, una piastra food, una multisala integrata, il trasporto pubblico e uno spazio di qualità». Allo sviluppo delle multipolarità commerciali esterne alla città Milano risponde anche con un’altra strategia: i distretti urbani del commercio, diffusi in tutta la città. A oggi se ne contano 13. Tra i casi di distretti urbani di successo vale la pena di ricordare l’Isola, in cui pluralismo, integrazione e replicabilità rappresentano la formula vincente. Anche Pavia, Bergamo e Parma, in forme diverse, hanno intrapreso da tempo analoghe esperienze. All’orizzonte si stanno affacciando poi altre tendenze meritevoli di attenzione e riguardano il cambio di registro di alcuni grandi operatori come Ikea, ad esempio. «Ad Amburgo, nel recupero di un edificio industriale di 18.000 mq nel centro cittadino – continua il docente milanese – il marchio svedese ha inventato un city store, facilmente accessibile dal punto di vista ciclopedonale, in cui la somministrazione diventa predominante rispetto alla vendita di prodotto

e con la consegna a domicilio di quanto ordinato on-line. Sempre Ikea, questa volta a Roma, ha aperto un pop-up tra via Condotti e via del Corso in cui lo store diventa un centro espositivo e un luogo di eventi, mentre gli acquisti si fanno on-line. A Parma, Red Feltrinelli ha realizzato un insediamento commerciale in cui l’area di vendita si riduce notevolmente e acquista invece importanza la parte di somministrazione».

«Lo Shopping District di CityLife è la concreta dimostrazione che è possibile costruire un aggregato commerciale urbano attrattivo all’interno di aree dismesse, mettendo insieme commercio di qualità, una piastra food, il trasporto pubblico e uno spazio pubblico importante» Poi ci sono alcuni casi, come quello Locate di Triulzi a sud di Milano, che non sembrano funzionare come sperato. «Proprio da Scalo Milano – conclude Tamini – nasce una considerazione importante per il mercato del retail e delle grandi concentrazioni commerciali: non basta un buon progetto architettonico per fare funzionare un polo commerciale; il progetto da solo non risolve i problemi di assenza del bacino primario, quello dei 15 minuti veicolari, ed è difficile che in assenza di questo requisito le operazioni commerciali complesse possano reggere la sfida rispetto alla grande trasformazione territoriale in corso nella città metropolitana milanese». Pietro Mezzi

Nelle foto, Il Centro di Arese, una delle più recenti e importanti polarità commerciali dell’area metropolitana milanese (courtesy Design International).

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› RETAIL

SHOWROOM SLOWEAR, CORSO SEMPIONE, MILANO

IL TEMPO RITROVATO Interni dello showroom di Slowear di corso Sempione a Milano. Nella pagina a fronte, in basso, il disegno geometrico del portone di ingresso in ferro nero richiama l’architettura rigorosa dell’edificio (foto ©Valentina D’Emma).

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Spazi homey, materiali avvolgenti, design su misura ispirato al Modernismo italiano e a quello scandinavo, arredi vintage. Sono questi gli elementi che danno vita al nuovo negozio Slowear del capoluogo lombardo. Progetto di Caro Donati Studio Il nuovo showroom di Slowear a Milano, progettato da Carlo Donati Studio, è un ampio spazio di circa mille metri quadrati all’interno di un edificio storico degli anni Trenta in corso Sempione, a due passi dal napoleonico Arco della Pace.

Carlo Donati Studio si occupa da tempo della direzione artistica e della progettazione dei negozi di abbigliamento Slowear (multibrand smart casual sartoriale che unisce gli storici marchi Incotex, Zanone, Montedoro e Glanshirt). Il concept che lo studio ha ideato sin dai primi store è quello di uno spazio homey e confortevole, in cui sentirsi accolti, come in un appartamento privato con un ampio guardaroba. Gli spazi sono rifiniti con materiali equilibrati e avvolgenti e arredati con pezzi disegnati su misura, ispirati al design del modernismo italiano e scandinavo, affiancati a un’accurata selezione di arredi vintage, di volumi di design e vinili d’autore. Nel corso degli anni l’immagine dei negozi

si è evoluta arricchendo la palette di nuovi colori, materiali e finiture, mantenendo però sempre l’idea ispiratrice e il mood Slowear. L’approccio local della progettazione, che non contempla la ripetizione seriale dei negozi ma rielabora il concept dialogando con il luogo in cui si inserisce, rende ogni store unico e comunque riconoscibile nella sua precisa identità. Nello showroom di Milano l’architettura rigorosa dell’edificio è espressamente richiamata dal disegno geometrico del portone in ferro nero a lame incrociate e vetro e nelle finiture degli interni. L’ingresso è incorniciato da due setti rivestiti con carta da parati ispirata alle grafiche di quel decennio; al centro


› RETAIL

Carlo Donati Studio L’attività di Carlo Donati Studio è orientata alla progettazione di abitazioni esclusive, negozi e resort in Italia e nel mondo. Dopo aver seguito come consulente per l’architettura i marchi Versace, Coppola e Liberty of London, lo studio si occupa della direzione artistica del gruppo Slowear, per cui ha realizzato showroom e negozi a Londra, Monaco, Vienna e New York. Lo studio cura inoltre l’immagine di Colefax and Fowler e di Linea più, di cui ha progettato il concept e le nuove sedi commerciali. Nel 2008 si è aggiudicato il concorso per la realizzazione del masterplan di Segrate, comune vicino a Milano. Lo studio ha approfondito anche il tema della progettazione di qualità con il sistema costruttivo prefabbricato in legno. www.carlodonati.it

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› RETAIL SCHEDA Località Milano, corso Sempione Progetto di interni e di arredo Carlo Donati Studio

Superficie interna 1.000 mq Progetto illuminotecnico Flos Realizzazione lampade Delta-bo Project (su disegno di Carlo Donati Studio)

Resine a pavimento PavimArt Rivestimenti e portone di ingresso Camagni Arredamenti

Impresa di costruzioni e impianti Cisana Fine lavori 2017 Fotografia Valentina D’Emma

Il concept che Carlo Donati ha ideato per lo showroom di Slowear prevede un’accoglienza homey e confortevole cui fa da contrappunto, nelle aree destinate alla vendita, un linguaggio di sapore industriale. Gli spazi sono rifiniti con materiali equilibrati e avvolgenti e arredati con pezzi disegnati su misura, ispirati al design del modernismo italiano e scandinavo (foto, ©Valentina D’Emma). A destra, le sezioni di alcune aree espositive.

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spicca il grande lampadario a tamburi in ferro e ottone disegnato su misura e sullo sfondo il grande desk reception composto da due volumi sovrapposti in legno cannettato e ottone brunito. Agli arredi della zona lounge e dell’ingresso, ispirati alle opere di Jean Prouvé e Charlotte Perriand, come la grande libreria in ottone e ferro nero su fondo verde, si affiancano pezzi di modernariato italiano e scandinavo del Dopoguerra. Ogni materiale di rivestimento è scelto accuratamente: l’ottone brunito, lo specchio fumè, il ferro nero, il legno cannettato, la moquette bordeaux e la nuova cromia Slowear verde felce rendono questo spazio confortevole e ricercato, in costante dialogo con l’architettura che lo ospita. Nell’ampio spazio che porta alle sale di vendita una grande pedana curva dal sapore space age, realizzata su disegno in metallo

verniciato a poliestere bianco lucido, espone i capi, mostra la storia e il concept del multibrand attraverso uno schermo Lcd a incasso e introduce a un differente linguaggio che si esplicita nelle aree di vendita per l’uomo e per la donna: qui l’ambiente diventa quasi industriale mostrando impianti a vista e pilastri in acciaio neri, pavimenti in resina e pareti bianche a calce. Le barre in acciaio spazzolato per i capi esposti sono fissate direttamente a parete per dare quanto più possibile risalto a tessuti e cromatismi. All’interno dei bagni le finiture coniugano l’animo industriale delle aree più strettamente legate alla vendita con la ricercatezza degli spazi di accoglienza della lounge e dell’ingresso. Un’eleganza richiamata dall’arredo barber in legno curvo a smalto nero, specchio fumé e ottone, disegnato ispirandosi alle linee sinuose degli arredi degli anni Trenta


› ARCHITETTURA PER IL RETAIL

L’INVOLUZIONE DEI CENTRI COMMERCIALI Il parere dell’architetto Massimo Roj, a.d. di Progetto Cmr

Massimo Roj (foto ©Filippo Avandero).

Viviamo nel Paese più bello del mondo. In Italia si mangia bene, si beve bene, ci si veste bene. Qui l’artigianalità e la qualità sono ancora valori che fanno la differenza. Ma cosa succede se non si trovano più gli alimentari, le botteghe, i negozi di abbigliamento o di oggettistica, i cosiddetti negozi di vicinato?

mici e politici, che non mi competono, da architetto mi preme invece sottolineare l’aspetto estetico e culturale. Nel primo caso, credo sia sotto gli occhi di tutti la scarsa attrattività di alcuni centri commerciali, assimilabili a “grandi scatoloni” privi di senso estetico e mal inseriti nei contesti circostanti, senza alcuna continuità ambientale. Dal

Non si tratta di una domanda retorica: sempre più spesso, passeggiando per le vie di un piccolo centro cittadino, dove prima c’era un negozio in attività oggi è facile trovare una saracinesca abbassata: chiuso per fallimento, per cessata attività, per liquidazione. Anche gli ultimi dati di Confcommercio confermano questo quadro: su un campione di 40 città italiane, escluse le maggiori, nel periodo 2008-2016 i negozi del commercio al dettaglio hanno subito un calo del 13,2%. Nei centri storici in particolare la loro presenza è scesa del 14,9%, mentre fuori si attesta su un -12,4%. Sono numeri che devono farci riflettere e sui quali in particolare noi architetti dovremmo soffermarci. È naturale pensare che questi numeri scontino l’evoluzione dei tempi, che porta con sé un modo nuovo di vivere gli acquisti, il tempo libero e gli spazi urbani, ma ciò che più contribuisce a segnare il destino dei nostri centri storici è la crescita smodata dei grandi centri commerciali che con le loro politiche di prezzi aggressive non aiutano il piccolo commerciante. Tralasciando i dati più prettamente econo-

punto di vista sociale, invece, dovremmo ragionare su come la loro presenza abbia modificato il nostro modo di aggregarci e incontrarci. La piazza, che per secoli ha fatto parte della nostra cultura, è stata infatti progressivamente sostituita da questi nuovi luoghi dedicati alla socialità, sempre più lontani dal centro abitato. Si tratta di un aspetto, quest’ultimo, che non prescinde dai valori che sia l’architetto sia la classe politica devono considerare nella progettazione dello sviluppo di un centro urbano. I progetti retail che ho visto presentati all’ultima edizione del Mapic a Cannes, invece di cogliere questa fotografia dei nostri centri urbani cavalcano ancora la moda dei grandi centri commerciali costruiti in zone lontane dal centro, spesso senza preoccuparsi di ricercare un possibile legame con la storia, la cultura, il territorio che occuperanno. Alcuni di questi progetti sono gallerie commerciali gigantesche prive di rapporto con il contesto, atterrate da un altro pianeta come astronavi dotate di un linguaggio architettonico del tutto astruso dall’ambiente architettonico e culturale circostante.

Questi progetti mi fanno seriamente pensare che invece che ad un’evoluzione del retail stiamo assistendo alla sua involuzione: la proliferazione di questi nuovi mall, che quasi fanno a gara a chi è più grande, rischia sempre più di impoverire e di uccidere i nostri centri storici, che invece sono la ricchezza del nostro Paese e un perno della nostra tradizione e della nostra memoria. Come architetto mi sono trovato più volte a confrontarmi con clienti che ci chiedevano progetti per nuovi centri commerciali e ciò che ho sempre cercato di trasmettere è un nuovo modo di vivere e di concepire questi luoghi, con la volontà di instaurare un legame forte e positivo tra il costruito, il contesto e il contenuto, sia che si trattasse di nuove realizzazioni, di riqualificazioni di vecchi immobili o di trasformazioni di aree ex-industriali. Nonostante ciò sono assolutamente convinto che si debba fare di più per invertire questa rotta e riattivare i centri cittadini, attraverso operazioni di “de-malling”, di riqualificazione e di rivalorizzazione che devono ricucire queste zone commerciali con il contesto e farle tornare ai loro antichi fasti, per dare vita a esperienze di qualità autentica. Al contrario degli Usa, dove i centri commerciali sono nati, in Italia non abbiamo bisogno di luoghi di incontro artificiali perché abbiamo già i centri urbani, le piazze e le vie più belle del mondo! Una proposta potrebbe essere di non conteggiare più nella Slp gli spazi commerciali di vicinato, una sorta di “defiscalizzazione” dei metri quadri retail nei centri urbani; ossia una serie di misure per alleggerire il carico fiscale e dare respiro ai commercianti al dettaglio, permettendo loro minori costi, eliminando per periodi iniziali l’affitto, tornando ad essere competitivi. Interventi come quello realizzato nell’area Garibaldi-Repubblica con la realizzazione di una nuova area apogea, o a Citylife dove il commercio anima la nuova piazza, sono esemplari per dimostrare che il commerciale migliore è quello inserito nel contesto urbano, utile a ricucire il territorio ed ad integrare funzioni differenti, anche se si tratta di nuova edificazione. Alla fine potremmo stare seduti nelle nostre città aspettando turisti da ogni parte del mondo che vengano a rivivere le vibranti esperienze delle nostre radici storiche; insomma un’Italia aperta al futuro, ma ricca del suo passato!

Massimo Roj

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› RETAIL

IL NUOVO CONCEPT STORE YAMAMAY, MILANO

INCONTRO GLAMOUR Per progettare la nuova immagine dei negozi della nota azienda di lingerie femminile è stato incaricato uno degli studi di architettura più conosciuti nel mondo del fashion: i milanesi di Piuarch. Da questo incontro è nata un’esperienza di retail dinamica e innovativa, adattabile ai 1.300 negozi della catena

Lo studio milanese di Piuarch firma la nuova immagine dei negozi Yamamay a partire da quello di Milano. Un concept store che si può adattare agli oltre 1300 negozi dell’azienda di lingerie aperti in tutta Italia (foto ©Piuarch).

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L’incontro tra Yamamay e Piuarch nasce dal desiderio di offrire una nuova veste all’impronta glamour delle collezioni del colosso italiano di lingerie femminile: una nuova immagine capace di declinare la filosofia del marchio – basata sui concetti di leggerezza, morbidezza, luminosità, geometria e simmetria – in un’esperienza di retail dinamica e innovativa, adattabile agli oltre 1.300 negozi aperti in meno di vent’anni tra Italia ed estero. Il mondo femminile dell’industria dell’intimo fondata nel 2001 dalla famiglia Cimmino diventa quindi un prezioso contenitore dal quale attingere a più livelli i riferimenti per la progettazione del nuovo concept store. A partire dal tema della farfalla, quella Yamamay diffusa nei paesaggi giapponesi che dà il nome al brand e dalle sue caratteristiche identificative: stilizzan-


› RETAIL

Piuarch Fondato nel 1996 da Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario, Piuarch è uno studio formato da quaranta tra architetti e ingegneri provenienti da ogni parte del mondo, guidati dai quattro partner e da sei associati. Si occupa di architettura, spaziando dal retail per la moda alla progettazione di edifici per uffici, sino allo sviluppo di complessi residenziali, piani urbanistici e interventi di recupero per la cultura. Vincitore del premio Architetto Italiano dell’anno 2013 e di due menzioni d’onore al premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana della Triennale di Milano, più volte esposto alla Biennale di Architettura di Venezia, piuarch è uno dei più importanti nomi della scena architettonica milanese, con numerosi progetti sviluppati per prestigiosi brand di moda (Dolce&Gabbana, Gucci, Givenchy) e realizzati a livello internazionale. www.piuarch.it

dola in un doppio triangolo, Piuarch crea un pattern identitario, punto di partenza dell’apparato decorativo del nuovo punto vendita. Utilizzato come simbolo ripetuto sulla carta da parati, sugli specchi e sui paraventi metallici traforati al laser, il nuovo grafismo definisce lo sfondo dei prodotti esposti ed evidenzia gli assiomi relativi a leggerezza, geometria e simmetria. Vi si innestano gli espositori a parete: appenderie composte da un’esile cornice in finitura oro spazzolato, arricchite da pannelli inclinati di colore avorio che generano un sofisticato motivo a zig-zag, quasi a ricordare l’impalpabile movimento della farfalla. Sotto di esse sono invece posizionate cassettiere orizzontali della medesima larghezza, con finitura in legno laccato grigio chiaro e zoccolo in acciaio lucido, utili per riporre le merce e renderla

Il tema grafico della farfalla diventa elemento geometrico di base di un pattern ripetuto su diversi supporti: specchi, paraventi metallici, carta da parati. Nelle immagini, alcuni ambienti del negozio di corso Buenos Aires a Milano (foto ©Piuarch).

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› RETAIL L’accostamento cromatico contempla il bianco, l’avorio, il grigio chiaro e il colore oro, mentre le pareti libere da espositori sono intonacate in bianco come i soffitti, in cui sono integrati i corpi illuminanti orientabili, anch’essi di colore bianco (foto ©Piuarch).

facilmente accessibile al personale. Gli arredi freestanding, al centro dello spazio di vendita, hanno le medesime caratteristiche, con struttura metallica e cassetti estraibili in legno per la massima funzionalità. Hanno top in vetro che costituisce un comodo ripiano su cui mostrare gli articoli o collocare piccole grucce con i capi delle collezioni. Il tutto avviene in una sequenza spaziale fluida e in un accostamento cromatico che contempla le sole tonalità del bianco, dell’avorio, del grigio chiaro e dell’oro: le porzioni di parete libere da espositori sono intonacate di bianco, così come i soffitti, in cui sono integrati i corpi illuminanti orientabili, sempre bianchi. Il pavimento è dello stesso colore, composto da lastre di formato quadrato che mescolano l’effetto del seminato a delicati inserti geometrici in marmo, tono su tono. L’ambiente è chiaro, luminoso, morbido, per fidelizzare il consumatore, anche grazie alla costruzione di una vera e propria piattaforma esperienziale che mescola interior design, prodotto e funzioni di eccezione – presenti nei principali store – come corner per la vendita di piante e fiori, librerie e accessori per la casa

SCHEDA Realizzazione Concept store Yamamay Località Milano, Corso Buenos Aires, 42 Committente Yamamay Progettazione Interior design Piuarch Progetto illuminotecnico Studio Voltaire Arredi Tecna Illuminazione Side, Flos Pavimenti e rivestimenti FMG Fabbrica Marmi e Graniti

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› RETAIL inside

FMG FABBRICA MARMI E GRANITI

Un pavimento luminoso, resistente, realizzato ad hoc FMG Fabbrica Marmi e Graniti, parte della holding Iris Ceramica Group, leader nella produzione di ceramica tecnica e grès porcellanato, ha ideato per il nuovo store Yamamay un prodotto customizzato, realizzato ad hoc sulle specifiche esigenze del cliente. Il pavimento, composto da lastre di formato quadrato 60x60 cm, riproduce l’effetto del seminato con inserti geometrici in marmo di fabbrica, tono su tono. Le eccellenti performance dei materiali firmati FMG coniugano qualità estetiche a funzionalità tecnica, garantendo prestazioni ottimali in aree shopping sottoposte quotidianamente a un alto calpestio.

FMG FABBRICA MARMI E GRANITI Via Ghiarola Nuova, 119 41042 Fiorano Modenese MO info@irisfmg.com | www.irisfmg.it

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TECNA

Il punto vendita contemporaneo comunica con allestimenti originali e distintivi TECNA spa è presente nei settori dell’arredamento di negozi e dell’architettura di interni ed è specializzata nell’allestimento di punti vendita di catene di franchising. La produzione della società senese è un mix di artigianalità e innovazione tecnologica, garantito da un team di architetti, designer e tecnici qualificati. Il prodotto Tecna è riconoscibile, esclusivo e capace di coinvolgere emotivamente anche l’acquirente finale. La società vanta l’arredo di circa ottomila negozi, store, corner e outlet di prestigiosi marchi, in Italia e all’estero.

Tecna SpA

Via Cassia Nord, 625 - 53014 Monteroni d’Arbia Si Tel. 0577 375100 info@tecnaspa.it | www.tecnaspa.it

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SIDE

Dal 1982 un prodotto Italiano SIDE produce apparecchi tecnici di illuminazione per applicazioni indoor e outdoor. Fondata nel 1982, è rapidamente diventata una delle aziende leader nel settore illuminotecnico strutturandosi con 15.000 mq di sede, 4 unità produttive, 15 agenzie di vendita in Italia. Professionalità, etica, flessibilità e tempi di risposta rapidi sono le qualità che hanno contraddistinto l’attività. Il centro di ricerca e sviluppo collabora con i principali produttori di sorgenti luminose per sviluppare prodotti sempre al passo coi tempi. La divisione progetti speciali, supportata dai laboratori interni certificati, permette di proporre adeguamenti e modifiche ai prodotti esistenti per soddisfare le richieste specifiche di architetti, progettisti e lighting designers.

Side SpA

Via C. Cattaneo 90 - 20851 Lissone (MB) 72015 Fasano BR Tel. 039 2449001 info@sidespa.it | www.sidespa.it

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› RETAIL

FLAGSHIP STORE LA PERLA, MILANO

MATERIALI E COLORI DEL LUSSO La nuova sede milanese della maison di lingerie emblema del made in Italy nel mondo, amplia i suoi spazi e punta su marmi bianchi, ottoni dorati, tappeti blu zaffiro e tonalità viola. Il progetto è dello studio Baciocchi Associati

Il flagship La Perla in via Montenapoleone a Milano. La maison, emblema del luxury design italiano, ha ampliato i suoi spazi che ora si sviluppano su due piani. In alto, spicca la scala centrale, rifinita con marmi e ottone dorato. Al livello superiore - foto a destra - la palette di colori dà luogo a un ambiente più ‘intimo’ (foto courtesy La Perla).

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Lo storico negozio La Perla di via Montenapoleone ha da poco cambiato indirizzo e raddoppiato gli spazi a disposizione. Fondata nel 1954 da Ada Masotti, La Perla è la maison di lingerie e beachwear emblema del luxury design italiano, un marchio globale presente in tutto il mondo. La società, dal 2013 di proprietà di Pacific Global Management, distribuisce le proprie creazioni attraverso una rete di negozi monomarca, shop-in-shop e corner store situati nei più importanti distretti della moda. La nuova sede è uno spazio a due piani nel quale spicca la scala centrale, rifinita con marmi e ottone dorato. Grandi tappeti poggiati su pavimento in marmo, divani in velluto e tavoli in metallo sono alcune delle eleganti soluzioni che caratterizzano la nuova boutique progettata

da Baciocchi Associati. L’entrata del negozio milanese è scandita da una composizione geometrica con profili in metallo dorato e logo su blu carta da zucchero. Questi due elementi architettonici sono tratti ricorrenti all’interno del flagship store, come di tutte le boutique La Perla. L’ambiente principale è rischiarato da pa-

vimenti in marmo bianco assoluto, su cui spiccano tappeti blu zaffiro attraversati da profili metallici a spina di pesce ripresi sul soffitto di alluminio blu scuro. Le pareti sono rivestite da pannelli azzurro polvere ed elementi in rete dorata ispirata alla trama del tulle, uno dei tessuti simbolo dello stile La Perla. L’alternanza di bianco e blu


› RETAIL ritorna nella scenografica scala di marmo candido e nelle sedute dalle linee morbide e sinuose rivestite di velluto. La ricercata atmosfera di questo spazio è sottolineata da un pilastro centrale e separè decorati da specchi a losanga. Il piano superiore è suddiviso in quattro ambienti impreziositi da nicchie espositive, specchiere dorate e declinati in sfumature di lilla e ametista, fino ad arrivare all’intensa tonalità di viola della cosiddetta vip room, un salotto dedicato alla clientela più esclusiva. Un contributo importante alla riuscita dell’intervento è stato fornito dal progetto illuminotecnico, grazie anche allo studio Limbic® Lighting condotto da Zumtobel e da Gruppe Nymphenburg, che ha registrato empiricamente le reazioni dei clienti nei negozi secondo i diversi scenari di luce (si è arrivati a stimare che una proposta di luce adeguata alla clientela può garantire un aumento delle vendite fino al 10%). La relocation della storica boutique di via Montenapoleone si inserisce nel progetto globale di ampliamento di alcuni dei principali flagship store La Perla

Baciocchi Associati Con sede ad Arezzo, 6 partner e circa 60 collaboratori, la società di progettazione Baciocchi Associati è riconosciuta a livello internazionale, come il suo fondatore Roberto Baciocchi, per la capacità di tradurre in termini contemporanei la bellezza senza tempo dell’arte e della cultura italiane attraverso un costante lavoro di ricerca e innovazione sui materiali e sulla qualità degli spazi e una stretta collaborazione con i migliori interpreti della tradizione artigianale del nostro Paese. Una qualità che, insieme a un comune sentire in termini culturali e creativi, ha portato all’avvio, fin dagli anni Settanta, di una proficua collaborazione con Patrizio Bertelli e Miuccia Prada per il concept, lo sviluppo e la realizzazione dei numerosi store dei marchi di Gruppo Prada nel mondo. La società opera inoltre su progetti a tutte le scale nel campo industriale e residenziale (Milano, Sankt Moritz e Toscana), dell’ospitalità (Milano, Roma, Venezia) e del restauro di edifici di rilievo storico culturale. www.baciocchiassociati.it

SCHEDA Località Milano, via Montenapoleone 14 Committente La Perla Cronologia 12 settembre 2016 (presentazione progetto) 4 febbraio 2017 (apertura store)

Progetto architettonico Baciocchi Associati: capogruppo e team: Massimiliano Naldi, Andrea Martinelli, Beatrice Renai

Progettazione impiantistica G4 Group General contractor Polverini Arredamenti Fit-out Polverini Arredamenti, Contract, Eco Contract

Illuminazione Zumtobel Superficie totale 277 mq

In alto, le vetrine del nuovo negozio milanese. L’allestimento prevede spazi espositivi anche per gli accessori (sopra); a destra un’altra immagine del piano superiore. Nicchie espositive e materiali pregiati impreziosiscono gli ambienti nei quali la luce svolge un ruolo determinante, sia per valorizzare l’offerta sia per aggiungere comfort all’esperienza di acquisto (foto courtesy La Perla).

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› RETAIL

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› RETAIL

NUOVA RINASCENTE, ROMA

IL RIT(M)O DELLO SHOPPING

Undici anni di lavoro, cinque di cantiere e sette architetti internazionali per la ristrutturazione del complesso storico architettonico che ospita 800 brand commerciali. É nato così un department store originale: sette livelli dedicati a moda, bellezza, design e gourmet, con vista sulla città

Aperto a Roma in via del Tritone il secondo flagship store di Rinascente. Sette i piani dell’edificio storico ristrutturato che ospitano 800 marchi commerciali. A sinistra, il cavedio è definito da facciate interne configurate come sequenza regolare e verticale di vetrine dei diversi livelli di vendita (foto Marco Beck Peccoz ©Rinascente).

Ci sono voluti undici anni e una task force di architetti e designer, ma alla fine Rinascente è riuscita nell’intento di realizzare, dopo quello di Milano, il suo secondo flagship store italiano. In pieno centro storico, in via del Tritone, il 12 ottobre scorso è stato infatti aperto al pubblico lo storico edificio che con i suoi 14 mila metri quadrati di superficie commerciale ospita 800 brand commerciali. Sette gli studi di progettazione che vi hanno lavorato negli anni, uno per ogni piano di cui si compone l’edificio storico all’angolo della via dei Due Macelli. A Roma hanno operato tra gli altri Vincent Van Duysen, Claudio Silvestrin e Giuliana Salmaso (1+1=1 architects), Cls Architetti, Paolo Lucchetta (Retaildesign) e i londinesi di Lifschutz Davidson Sandilands e di Universal Design Studio. Uno degli elementi straordinari dell’inter-

vento è il sito archeologico, visitabile al piano interrato, dove è stato riportato alla luce uno dei tesori di Roma antica: l’Acquedotto Vergine inaugurato da Augusto nel 19 a.c. Lo store incorpora e avvolge anche un piccolo edificio dei primi del ‘900 denominato Palazzetto: un vero e proprio palazzo nel palazzo, che su diversi piani diventa parte integrante e suggestiva dell’architettura espositiva. Altro elemento architettonico distintivo è il cavedio, che attraversa in altezza tutti i piani. E poi le terrazze al sesto piano, che completano la food hall, con vista sulla città più bella del mondo. Nasce così un department store originale nel suo genere: otto piani dedicati a moda, bellezza, design e gourmet che ospita importanti marchi del made in Italy e del panorama internazionale. Fin dalla facciata si intuisce che la nuova Rinascente di Roma rappresenta un esem-

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› RETAIL

pio felice di dialogo tra passato e presente conciliando le funzioni commerciali e il rispetto per l’architettura e per la forma della città: disegnata da Vincent Van Duysen, la facciata principale ha un’estetica essenziale che esalta le 96 finestre e le sette vetrine incorniciate da finiture in bronzo scuro. Agli architetti Salmaso e Silvestrin è stato affidato il compito di progettare le aree sotterranee dell’acquedotto storico: lo studio ha creato una exhibition area che agisce come ‘spazio di decompressione’ tra l’area di vendita moderna del design supermarket e della tax free lounge e le rovine millenarie dell’antico reperto, cui è stato affiancato un bar caffetteria. A Vincent Van Duysen è stato affidato il compito di realizzare, oltre al piano sotterraneo del design supermarket e al piano su strada con i marchi di gioielleria, luxury e sunglasses, anche il piano primo. L’architetto belga, ispirato dall’architettura romana, ha scelto di definire lo spazio seguendo una gerarchia fra elementi di arredo e la loro composizione tramite il dialogo fra luci e ombre, vuoti e pieni. Il piano secondo, caratterizzato da un’eleganza contemporanea adatto a ospitare il mondo beauty e dell’intimo, è stato disegnato da Universal Design Studio, che ha voluto ispirarsi all’architettura civile del secolo scorso. Al terzo piano prende forma invece il pro[ 72 ]

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Nelle pagine, il cavedio interno e le scale mobili per il passaggio ai piani. Nel nuovo edificio ristrutturato sono stati installati 10 ascensori e 16 scale mobili (foto Marco Beck Peccoz, ©Rinascente).


› RETAIL

Vincent Van Duysen Nasce nel 1962 a Lokeren, in Belgio. Frequenta l’Architecture Institute Saint-Lucas di Gand. Nel 1990 fonda ad Anversa il suo studio, occupandosi di interior design con progetti residenziali completi tra architettura e interior. La sua ricerca punta su materiali puri e tattili, con un design chiaro e senza tempo. L’approccio progettuale copre tutti gli aspetti, dal contesto alla tradizione, in cui l’esperienza fisica dello spazio, dei materiali e della luce mette al centro la persona. Funzionalità, durata e comfort sono le componenti principali del suo lavoro, con un linguaggio architettonico che non teme l’estetica e resiste alla moda e alle tendenze. www.vincentvanduysen.com

SCHEDA Realizzazione Rinascente flagship store Località via del Tritone, Roma Cliente Rina Estate Cronologia 2007 - 2017 Progettazione architettonica e floor design Vincent Van Duysen; 1+1=1 architects; Cls Architetti; Retaildesign; Lifschutz Davidson Sandilands; Universal Design Studio; India Mahdavi

Project manager Alessandro Pessina (Arcadis Italia)

General contractor Cmb Carpi Superficie di vendita 14mila mq Brand 800 Investimento 200 milioni di euro Arredi Camagni Arredamenti Scale mobili e ascensori Thyssenkrupp Elevator

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THYSSENKRUPP

Shopping experience, soluzioni per la mobilità in-store L’azienda ai vertici del settore, sviluppa soluzioni intelligenti per la mobilità del futuro. Negli oltre 14.000 metri quadrati della nuova Rinascente Roma, il secondo più grande d’Italia dopo Milano, thyssenkrupp Elevator ha installato 16 scale mobili per circa 200 mt lineari di sviluppo e oltre 128 tonnellate di peso che possono trasportare 4.800 persone ogni ora, per un totale di 76.800 clienti in contemporanea negli 8 piani dello stabile. I 10 ascensori, del peso di 35 tonnellate, mobiliteranno fino a 120 persone. Il totale degli impianti può trasportare in un’ora 90 mila persone, più di quante possono stare dentro lo Stadio di San Siro (80 mila) o l’Olimpico (73 mila) e

sfrutta tecnologie innovative per ridurre i consumi e l’impatto ambientale. thyssenkrupp ha realizzato gli impianti in breve tempo, lavorando a stretto contatto con gli architetti che hanno progettato la struttura e rispettando i delicatissimi resti romani dell’Acquedotto Vergine inaugurato da Augusto nel 19 a.C.

thyssenkrupp Elevator Italia SpA

Via A. Volta, 16 20093 Cologno Monzese MI Tel. 02 89696300 info.elevatoritalia@thyssenkrupp.com www.thyssenkrupp-elevator.com/it/

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› RETAIL

CLS architetti Il floor design e il concept degli arredi dell’area multibtand del 5° piano sono stati affidati a Cls Architetti, studio fondato nel 1993 da Giovanna Cornelio, Massimiliano Locatelli e Annamaria Scevola ai quali si è unito nel 2005 Davide Agrati. Il design è la colonna portante della società, che si concentra sull’architettura di nuovi edifici residenziali, negozi e showroom in tutto il mondo. La continua ricerca sullo spazio e sui materiali e la progettazione dei dettagli hanno permesso a Cls Architetti di collaborare con i principali protagonisti del settore moda, che trovano espressione in negozi, uffici, showroom e allestimenti. L’approccio dell’azienda si traduce anche nella progettazione di arredi per progetti su misura e aziendali. Alcune delle loro creazioni sono esposte nelle principali gallerie di design. Cls Architetti ha studi a Milano e New York. L’azienda ha una squadra di oltre 60 professionisti, tra cui architetti, ingegneri e designer. www.clsarchitetti.com

In alto, il Palazzetto, un edificio dei primi del Novecento, è avvolto dal nuovo store e diventa parte integrante dell’architettura espositiva (courtesy Rinascente).

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› RETAIL

getto Lofts and Rooms firmato da RetailDesign di Paolo Lucchetta, che organizza lo spazio con l’obiettivo di articolare una chiara percezione di situazioni differenti. Per scelta dei materaili e dettagli il floor design del quarto piano, dedicato agli highend designer della moda donna, è un omaggio a Roma e alla sua storia millenaria. Il quinto livello, affidato alla creatività di Cls Architetti, ospita le collezioni e gli accessori donna. Per realizzarlo gli architetti della società milanese si sono ispirati all’architettura della Roma antica nelle geometrie a cassettoni del Pantheon, mentre l’area multibrand, caratterizzata dalla libertà di un sistema di costruzione estremamente semplice, quasi di natura ‘industriale’, trae ispirazione dalla proposta per un’autopro-

gettazione di Enzo Mari. I piani sesto e settimo infine ospitano il food market e soprattutto la food hall, con ristoranti al chiuso e all’aperto, sui due livelli di una terrazza panoramica che si affaccia sulla città: il progetto è di Lifschutz Davisdson Sandilands. In occasione dell’inaugurazione Rinascente ha presentato anche il nuovo logo, disegnato dallo studio di visual identity inglese North Design

I piani sesto e settimo ospitano il food market e i ristoranti con terrazza panoramica. Il progetto architettonico qui è di Lifschutz Davidson Sandilands; il controsoffitto in plexiglass retroilluminato (a destra), la scala esterna e il pergolato che copre la terrazza (sopra), sono stati realizzati da Camagni Arredamenti.

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CAMAGNI ARREDAMENTI Allestire spazi su misura

Sulla scia di una collaborazione ormai decennale, la Rinascente ha affidato ancora una volta a Camagni Arredamenti l’allestimento degli spazi interni del nuovo flagship store romano. Dagli arredi moderni del Design Supermarket al piano interrato fino alle morbide vele a copertura della splendida terrazza panoramica che domina questo storico edificio, passando per rivestimenti in marmo, arredi in rame, controsoffitti in lamiera di alluminio lavorata a freddo in 3d ed installazioni luminose: ogni dettaglio è stato studiato in collaborazione con gli architetti di riferimento, prototipato, ingegnerizzato ed infine prodotto grazie alla nostra vasta rete di partner specializzati. Un approccio flessibile e dinamico, insieme ad una consolidata esperienza e soprattutto alla voglia di affrontare con entusiasmo ogni sfida creativa, si sono confermati la giusta chiave per gestire un progetto di questa complessità, garantendo massima qualità e soddisfazione di architetti e clienti.

Camagni Arredamenti Srl

Via dell’artigianato, 40/b - 22063 Cantù CO Tel. 031 732901 info@camagniarredamenti.it | www.camagniarredamenti.it

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› RETAIL

Arcadis Italia Arcadis opera in Italia attraverso Arcadis Italia, guidata dal country leader Roberto Talotta (nella foto). La società offre un’ampia gamma di servizi nei settori ambiente, acqua, costruzioni e infrastrutture. Arcadis Italia opera anche nel settore delle bonifiche ambientali con attività di consulenza, progettazione ed esecuzione degli interventi. L’organico attuale è di 65 persone. Arcadis svolge attività di consulenza tecnica nel settore edilizio (project management, construction management, direzione lavori, controllo costi) con sedi a Milano e a Roma. 30 i professionisti impiegati, tra architetti, ingegneri, project manager, strutturisti e quantity surveyor. www.arcadis.com/it

UN CANTIERE NEL CUORE DI ROMA RISTRUTTURARE UN EDIFICIO STORICO NEL CENTRO DELLA CAPITALE HA COMPORTATO PROBLEMI TECNICI E ORGANIZZATIVI DI NON POCO CONTO. QUESTE LE PRINCIPALI FASI COSTRUTTIVE Il cantiere della più importante iniziativa commerciale mai realizzata nel centro storico di Roma, il flagship store Rinascente, ha comportato non pochi problemi di ordine tecnico e organizzativo. I lavori, avviati nel 2012 e conclusisi nell’autunno dello scorso anno, sono iniziati con la prima fase delle demolizioni dei volumi esistenti, ad eccezione delle facciate dell’edificio sulle vie del Tritone e dei Due Macelli. La gestione dei lavori è stata affidata da Rina Estate ad Arcadis Italia, la filiale italiana della società internazionale di progettazione operativa anche nel settore del real estate, che ha gestito le attività di project, time, quality e cost management e completato l’incarico con il collaudo statico delle strutture. Project manager che ha seguito il progetto per Arcadis l’architetto Alessandro Pessina. A dare prestigio all’operazione di riqualificazione e nello stesso tempo a complicare non poco i lavori di ristrutturazione sono state due presenze importanti: il Palazzetto, un edificio di epoca moderna, le cui mura sono state mantenute e restaurate, e soprattutto un sito archeologico, l’Acquedotto Vergine, risalente al 19 secolo a.c, la cui presenza è stata fortemente integrata nel nuovo intervento realizzando, al piano interrato, un fronte oggi finalmente visibile e fruibile dai visitatori. Nella costruzione delle nuove strutture in cemento armato e nel loro rapporto con [ 76 ]

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quelle preesistenti da mantenere, il carattere moderno della facciata ha comportato una certa complessità: allo scopo sono state messe in atto alcune soluzioni progettuali capaci di legare i nuovi solai alle facciate stesse. Tale complessità ha comportato tempi di realizzazione differenti: in un primo momento, infatti, è stata realizzata la piastra principale e, successivamente, sono stati posti in opera gli elementi di collegamento tra la piastra e la facciata su via del Tritone. Una soluzione che ha consentito di mantenere la staticità della facciata durante la realizzazione delle nuove costruzioni. La ricostruzione della parte strutturale ha seguito tre fasi distinte: il consolidamento delle strutture della sezione denominata dei Due Macelli; la realizzazione della piastra centrale e del suo collegamento con il fabbricato dei Due Macelli; la realizzazione delle strutture interne al Palazzetto. Per quanto riguarda le ultime due fasi, iniziate nel 2015, l’intervento dell’impresa di costruzioni incaricata (la Cmb di Carpi) si è rivelato fondamentale: nell’arco di quindici mesi circa sono state infatti completate le strutture principali al grezzo e sono state eseguite le prime installazioni degli impianti. I numerosi vincoli esistenti hanno portato a una dimensione ridotta degli impianti, che sono stati collocati all’interno dei controsoffitti. Una scelta che ha comportato, a sua volta, altre scelte riguardanti gli spazi commer-

ciali: ogni livello dell’edificio è infatti servito sia dal piano inferiore sia dagli impianti che corrono nel controsoffitto. Inoltre, la ridotta disponibilità di locali tecnici ha imposto soluzioni su misura, in particolare per le unità di trattamento dell’aria presenti ai vari piani. Gli impianti di elevazione (prodotti da ThyssenKrupp) sono stati collocati nel gruppo delle scale mobili a servizio del cavedio centrale. La loro conformazione presenta dei piani di ingresso alle singole scale prolungati rispetto alle dimensioni tradizionali: una soluzione che migliora gli spostamenti in verticale. Per aumentare la superficie vetrata, le finestre delle facciate principali dell’edificio, quelle sulle vie del Tritone, dei Due Macelli e del Palazzetto, hanno telai di dimensioni ridotte (Secco; gli infissi delle altre finestre sono Schüco). Per realizzare l’intera opera sono stati necessari 1.852 giorni lavorativi di cantiere e sono state impiegate 4.720 tonnellate d’acciaio.

In alto, un’immagine del nuovo store e del Palazzetto ristrutturato. Nel disegno, la pianta del complesso commerciale (courtesy Arcadis e Rinascente).


CONTINUA...

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› RETAIL

LA MOSTRA DI MAX MARA, SEOUL

L’EREDITÀ DI UN BRAND All’interno del Dongdaemun Design Plaza della capitale sudcoreana, una mostra retrospettiva sull’eredità del marchio internazionale celebra il made in Italy con un impianto architettonico maestoso: una cupola sostenuta da sette volumi irregolari che dialoga con l’architettura dello shopping district di Zaha Hadid. Progetto di Migliore+Servetto Architects

Alcune immagini della tappa di Seoul dell’esposizione itinerante Coats! nell’allestimento di Migliore+Servetto Architects: un’antologica che racconta l’heritage della casa di moda italiana Max Mara (foto Studio 2020).

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Sempre più spesso le mostre, le rappresentazioni artistiche e gli allestimenti temporanei vengono utilizzati per sostenere e promuovere il retail nelle sue svariate forme. I motivi di questo interesse sono diversi. Per le grandi firme della moda sono occasioni per raccontare, narrare nel tempo, il brand e la sua filosofia. A questa tendenza si aggiunge una tendenza culturale, che diventa professionale e che, puntando alla brand identity diventa architectural retail. A ciò si accompagna, in questa fase di moltiplicazione delle forme della vendita, la creazione di nuovi luoghi - piazze e centri commerciali - che hanno anch’essi bisogno di nuove forme di rappresentazione, con allestimenti che diventano spesso dei fatti architettonici.

Non sono casuali le parole di Ico Migliore e Mara Servetto di Migliore+Servetto Architects a commento di uno dei loro ultimi lavori, ovvero l’allestimento di Seoul della mostra retrospettiva Coats!, ideata per raccontare l’heritage della casa di moda italiana Max Mara. «Crediamo che oggi il valore dell’esperienza del luogo sia sempre più importante. La nostra intenzione è quindi che questa mostra offra un unicum narrativo, esperibile nella sua purezza solo in questo luogo e in questo tempo. Un sistema articolato di spazi capace di coniugare moda, arte e design». Sempre per Max Mara lo studio milanese aveva già progettato gli allestimenti delle precedenti tappe di Coats! a Mosca (2011), Pechino (2009), Tokyo (2007) e Berlino (2006). A Seoul, al centro dell’ampia Art Hall 1 del Dongdaemun Design Plaza di Zaha Hadid ha preso forma un impianto architettonico maestoso: una cupola sostenuta da sette volumi irregolari che emerge dal buio, plasmata da giochi di luci e ombre, per porsi in dialogo con l’architettura del Design Plaza. Ispirate ai monoliti utopici di Étienne-Louis Boullée, linee geometriche pure, dall’accentuato valore simbolico, definiscono una struttura aperta, estremamente permeabile, che può essere attraversata in più direzioni, offrendo a ciascun visitatore personali per-

corsi di visita. Al di sotto della cupola è stata progettata un’ampia volta, in grado di smaterializzarsi come un grande planisfero, per dar vita ad una narrazione dinamica e pulsante capace di restituire la sensibilità e l’attenzione artistica di Max Mara. Su questo spazio la giovane artista sudcoreana Yiyun Kang è stata chiamata a interpretare la tematica della mostra con una performance digitale, per avvolgere l’osservatore in un racconto poetico dal quale affiorano immagini di tessuti, volumi e corpi. L’imponente cupola resa viva al suo interno dalla multiproiezione sincronizzata dell’opera dell’artista, sovrasta con i suoi 13 metri di altezza una piazza grandiosa dove una selezione di capi, rappresentativi dei singoli decenni, prende forma in un sapiente effetto di luci che mette in luce il valore del cappotto,

SCHEDA Realizzazione Coats! A journey into Max Mara Heritage

Tipologia Allestimento espositivo Località Dongdaemun Design Plaza, Seoul Progetto Migliore+Servetto Architects Superficie 3.000 mq Apertura 28 novembre - 12 dicembre 2017 Sistemi video laser Eletech


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Migliore+Servetto Architects Mara Servetto e Ico Migliore, coadiuvati da un team internazionale di architetti e designer, sviluppano, su diverse scale, progetti caratterizzati da un uso espressivo della luce e delle nuove tecnologie. Sono stati premiati con numerosi premi internazionali, come il XXI (2008) e il XXIII (2014) Compasso d’Oro Adi. Entrambi insegnano al Politecnico di Milano, dove hanno lavorato al fianco di Achille Castiglioni. Sono visiting professor in Giappone: Ico Migliore alla Tokyo Zokei University e alla Kuwazawa Design School di Tokyo; Mara Servetto alla Joshibi University di Tokyo. www.architettimiglioreservetto.it

capo-simbolo dell’azienda di Reggio Emilia, aprendo al racconto delle sette wunderkammer, le camere delle meraviglie. Tappe successive di un percorso di scoperta che, a partire dagli anni Cinquanta a oggi, esplora l’evoluzione del marchio, le scenografiche camere delle meraviglie delineano e ritmano l’itinerario espositivo. Come sette scrigni preziosi, ognuna si schiude offrendo uno scenario, specifico per ogni decade, progettato per porre in dialogo i cappotti con ricche raccolte di oggetti, immagini d’epoca ed evocazioni scenografiche di racconto. Ogni ambiente è inoltre caratterizzato da un insieme di suoni, musiche, profumi, esperienze tattili che completano la narrazione. La mostra di Seoul si propone in questo modo di svelare la forte portata artistica e l’innovazione che caratterizzano da sempre la produzione di questo brand del made in Italy

La mostra, organizzata in sette ‘camere delle meraviglie’ ciascuna delle quali è accompagnata da suoni, musiche e profumi, racconta l’evoluzione nei decenni del marchio italiano Max Mara (foto in alto di Jae Young Park; al centro e sotto di Studio 2020).

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ELETECH

Sistemi video Eletech, società di servizi audiovisivi con sede a Seveso e operante in tutto il mondo, ha messo a disposizione il suo background per la videoproiezione delle immagini create dell’artista Yiyun Kang all’interno della cupola geodetica di 20 metri di diametro per 10 di altezza. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo combinato di cinque videoproiettori Panasonic laser per un totale di 150.000 Ansi Lumen, al sistema (fra i più evoluti in assoluto) di mappatura e calibrazione geometrica attraverso precisissimi rilevamenti laser e al media server Watchout per la messa in onda sincronizzata delle immagini nelle giornate di evento in modo completamente automatizzato.

Eletech Srl Via della Repubblica, 43 - 20822 Seveso MB T. 0362 552552 info@eletechseveso.com | www.eletechseveso.com

foto © Jae Young Park

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FLAGSHIP STORE COMPREX, MILANO

GOOD EMOTION Il punto vendita milanese di Paolo Gussoni si rinnova ogni anno, in costante dialogo con i progettisti e una clientela colta ed esigente. Rappresenta un riferimento sicuro per la realizzazione dell’ambiente cucina ed è frutto della collaborazione con lo studio Marconato & Zappa

La vetrina dell’elegante flagship store sulla centralissima via Turati.

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Personalizzazione, cura del dettaglio e grande esperienza sono le principali caratteristiche del flagship store Comprex di via Turati, nel centro di Milano: un ambiente dinamico e in continua evoluzione. Il punto vendita di Paolo Gussoni, grande esperto in materia di ambiente cucina, progettato nel 2007 dallo studio Marconato &

Zappa con l’obiettivo di creare una vetrina su Milano e offrire al cliente un’esperienza completa e appagante, negli anni è diventato un punto di riferimento per architetti, interior designer e privati alla ricerca di professionisti del settore e di consigli sapienti. Distribuita su tre livelli, la superficie dello store è di dimensioni contenute, ma ben articolata, caratteristica che ha permesso di sfruttare al meglio lo spazio a disposizione. Il piano rialzato è adibito a ufficio progetti e amministrazione, chiuso in uno scrigno di vetro che affaccia sul piano terra, raggiungibile con un’elegante scala in quarzite mascherata da una parete luminosa. Il piano terra è l’area più rappresentativa e flessibile, che cambia look più frequentemente per catturare l’attenzione dei passanti. Questo piano, caratterizzato dalla doppia altezza del soffitto e delle vetrine, offre un ambiente ampio e luminoso, a diretto contatto con la via, progettato per valorizzare l’immagine e il carattere dell’azienda. La

pavimentazione è in parquet in rovere posato a spina di pesce risalente all’epoca di costruzione dell’edificio che ospita il negozio e riportato all’originario splendore. Il piano interrato, anch’esso agibile tramite una scala rivestita in quarzite e schermata da una quinta in vetro nero a tutt’altezza, è l’esposizione vera e propria. Allestita con diverse cucine complete, anche di grandi dimensioni, isole e pareti attrezzate, la distribuzione degli arredi è stata studiata per sfruttare al meglio ogni metro quadro. Lo studio Marconato & Zappa, infatti, oltre ad essersi occupato della ristrutturazione interna degli ambienti e dell’allestimento delle cucine, è anche il product designer delle cucine stesse, in collaborazione con l’azienda per la ricerca e lo sviluppo del prodotto. A questo livello trovano posto anche i servizi e una ricca e organizzata materioteca. La presenza di possenti e ingombranti colonne strutturali è diventata, da iniziale elemento di disturbo, una peculiarità dell’ambiente,


› RETAIL

Sopra, lo spazio espositivo al piano interrato, caratterizzato dal mix tra materiali lucidi e opachi. Sotto, a livello strada il progetto espositivo si completa con un gioco a parete: un insieme di vuoti e pieni intercalati da piante di tillandsia. A sinistra le piante del piano terra, dell’Ïinterrato e del soppalco.

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› RETAIL

Studio Marconato & Zappa L’attività degli architetti canturini Maurizio Marconato e Terry Zappa inizia dai primi anni ‘80, quando collaborano nel settore del design ideando prodotti per aziende del mobile per la casa e l’ufficio, occupandosi della progettazione, della presentazione sul mercato, del coordinamento dell’immagine aziendale. Esercitano poi come liberi professionisti nei campi della progettazione, del recupero e della ristrutturazione del patrimonio edilizio. Sempre forte per entrambi è stato l’interesse per l’arte e per le immagini, interesse che ha permesso loro di realizzare progetti personali, audiovisivi e fotografici, di street art e culture del mondo. Lo studio progetta mobili in pezzi unici su misura, espressamente pensati a completamento dell’arredamento e realizzati da esperti artigiani, curandone la realizzazione in tutti i particolari. Marconato & Zappa svolgono attività di interior design progettando arredamenti per abitazioni, alberghi, spazi espositivi e negozi, per privati e per aziende, in Italia e all’estero. www.marconatoezappa.it

In alto, le pareti e le mensole dell’elegante e luminoso punto vendita e, qui accanto, l’Orto con un particolare della nuova e interessante finitura di Molteni Vernici, il Legno Carbonizzato Organico. Rispettoso dell’ambiente grazie all’impiego di nuove tecnologie ad acqua, questo rivestimento dalla matericità unica e tridimensionale è applicabile ad ogni superficie con impieghi indoor.

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› RETAIL Il piano interrato è allestito con diverse cucine complete, anche di grandi dimensioni, isole e pareti attrezzate. Le possenti colonne strutturali, rivestite con un guscio di metallo verniciato in colore bronzo lucido, da iniziale elemento di disturbo, sono diventate gradevole peculiarità dell’ambiente.

Qui sopra, due immagini dello spazio espositivo al piano interrato; da notare il rivestimento lucido e riflettente delle grandi colonne strutturali.

grazie all’idea di rivestirle con un guscio di metallo verniciato in colore bronzo lucido. Tutto il piano viene quindi caratterizzato da un interessante mix di materiali lucidi e opachi, rari e lussuosi, classici e inattesi, dove trova ragione anche il recupero dell’antico pavimento in parquet milanese di inizio secolo. Dato il ridotto spessore, l’illuminazione a Led è adatta all’altezza contenuta dell’ambiente e evita fenomeni di surriscaldamento. Per l’ultima edizione del Salone del Mobile, Marconato & Zappa hanno presentato un

mix tra finiture glamour e texture materiche che hanno reso ancora più raffinato e elegante l’iconico modello di cucina esposto. Il mood trasmesso è eleganza, emozione e forza, ottenute grazie all’abbinamento di materiali opposti nella loro matericità e aspetto visivo. Il contrasto tra il look raffinato dell’effetto metallo e il raw dell’effetto grezzo e non finito celebrano la bellezza dell’imperfezione. La materia si stratifica, le tensioni superficiali creano differenti solchi che la percorrono, imitando o riproducendo la natura o i suoi processi, raffinandoli, su-

blimandoli, sintetizzandoli, rendendoli essenziali, talvolta astratti e simbolici, dando vita a nuovi dettagli e a una nuova pelle. Il risultato ottenuto in via Turati è frutto della ricerca e della collaborazione sviluppata tra lo studio e il centro ricerca e sviluppo di Molteni Vernici, azienda tra le più attive nel campo della ricerca e della produzione di trattamenti superficiali e di protezione. Completano il progetto un gioco a parete, un insieme di vuoti e pieni intercalati da piante di tillandsia

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MOLTENI VERNICI Finiture esclusive

Il risultato ottenuto nella realizzazione del flagship store Comprex di via Turati a Milano è anche frutto della collaborazione sviluppata tra lo Studio Marconato & Zappa e il Crs di Molteni Vernici, una delle aziende leader nella produzione di trattamenti superficiali. Molteni Vernici è partner di aziende e professionisti che lavorano nel settore dell’interior design, dell’outdoor design, del contract e dello shop fitting. Per il negozio Comprex due sono state le finiture: Delabrè, che deve il suo nome all’aspetto finale estetico ottenibile tramite una semplice applicazione a spruzzo pneumatico o elettrostatico, e la finitura Legno Carbonizzato Organico, nata con lo scopo di preservare l’ambiente grazie all’impiego di nuove tecnologie ad acqua.

Molteni Vernici Srl Via dell’Artigianato, 44 - 22063 Cantù CO T. 031 734181 info@moltenivernici.com | www.moltenivernici.com

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› RETAIL

RISTORANTE EXTRAVERGINE, MESSINA

LEGGERI RIFLESSI DORATI La collaborazione con maestri artigiani e l’uso originale di materiali innovativi nel progetto di interni di Massimiliano Masellis Architetti e Daniela Dugo per un nuovo ristorante nel centro di Messina

Il colore scelto per i rivestimenti verticali si combina piacevolmente con l’ottone dorato e il legno dei pannelli d’ulivo applicati ai controsoffitti e della pavimentazione. A destra, i tavoli e la luce delle finestre si riflettono nell’ottone lucido scelto per una parete.

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Alla base del concept per questo nuovo ristorante gourmet nel centro di Messina è l’intenzione dichiarata di raccontare in chiave contemporanea la materia e il mestiere antico della cucina siciliana. Del vasto mondo del cibo viene privilegiato – fin dal nome del locale, Extravergine Eccellenza Gastronomica – l’olio e l’ulivicoltura, la cui diffusione nell’isola risale probabilmente ai Fenici. Tema che trova la sua trasposizione nel progetto di interni nel largo uso dell’ottone – che a sua volta rappresenta un materiale largamente usato nelle attrezzature da cucina tradizionali – per il colore che richiama quello dell’olio d’oliva e per le sue capacità di rifrazione della luce. Un telaio in tubolari di ottone, disegnato e costruito su misura, di 2 x 2 metri di modulo e sospeso a 3 metri di altezza si estende in tutti gli ambienti del ristorante e funge da supporto a pannelli in ottone traforato e pannelli in legno d’ulivo che, a loro volta, incorporano o schermano i corpi illuminanti nelle diverse aree destinate ai tavoli

o al banco del lounge bar. L’ottone è stato utilizzato anche come rivestimento di alcune pareti, in forte contrasto con le ampie superfici murarie rivestite in Fenix Ntm color bromo. Questi laminati, prodotti da

Arpa Industriale, posseggono caratteristiche meccaniche ed estetiche di altissima qualità: la superficie opaca, cangiante al blu, antiriflesso e fonoassorbente conferisce morbidezza e senso di relax allo spazio.

La sezione trasversale del complesso residenziale di Villa Manta. La villa si articola su più livelli tra di loro connessi.


› RETAIL

Il confronto e le collaborazioni con le migliori aziende artigiane rappresentano per lo studio MM A punti fondamentali per la continua ricerca nella progettazione. In Sicilia sono ancora presenti le ultime generazioni di maestri per ogni settore dell’artigianato: queste realtà rappresentano un tesoro dal valore inestimabile

L’intervento, che sul piano edilizio ha comportato l’aggregazione e la completa ristrutturazione interna di tre ambienti in precedenza distinti, nel centro storico della città dello Stretto, si sviluppa su circa 400 mq organizzati su due livelli: una caffetteria e il ristorante vero e proprio al livello 0; un’area lounge, le cucine e i locali di servizio al livello -1. La maggior parte delle lavorazioni e degli arredi sono stati realizzati da aziende artigiane siciliane, con l’ausilio di sistemi automatizzati di ultima generazione, quali macchine a controllo numerico per le lavorazioni di taglio e assemblaggio dei rivestimenti murari, macchine a cinque assi per le lavorazioni del banco bar realizzato con un rivestimento in Bianco di Carrara in monoblocco, lo stesso marmo usato per i tavoli

Gli ambienti del ristorante. Con un telaio in ottone e pannelli in legno d’ulivo e ottone traforato il controsoffitto diventa un elemento architettonico che caratterizza l’intero progetto d’interni. Morbido al tatto, il Fenix Ntm che riveste le pareti svolge anche una funzione insonorizzante.

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› RETAIL

MM A | Massimiliano Masellis Architetti È uno studio di architettura di Palermo che dal 2011 opera nei campi della progettazione architettonica e del design d’interni e di prodotto. Massimiliano Masellis, il fondatore, nasce a Palermo dove si laurea nel 2009. Dopo una breve esperienza in ambito universitario come tutor nei corsi di progettazione architettonica alla facoltà di Architettura dell’Università degli studi di Palermo e all’Università Kore di Enna, lavora nello studio FareBase di Giuseppe Marsala. Dal 2011 al 2016, con gli architetti Salvatore Barone e Andrea Liguori, fonda lo studio Spazio|23 Architecture&Engineering, giovane realtà di progettazione. Nel luglio del 2017 nasce MM A, con gli architetti Chiara Fallea, Andrea Lombardo e Marta Marasà. Il loro progetto MandarinArte (riqualificazione di un immobile confiscato alla mafia), si aggiudica il premio nazionale Selinunte 2017 (Aiac) e il premio alla critica Sacu 2017 (Università di Camerino). Masellis vive e lavora tra Palermo e Milano. www.masellisarchitetti.it

SCHEDA Realizzazione ristorante Extravergine Eccellenza Gastronomica

Località Messina Committente Extravergine Anno di progetto e di realizzazione 2017 Progetto MM A | Massimiliano Masellis Architetti con Daniela Dugo

Team di progetto Massimiliano Masellis, Andrea Lombardo, Chiara Fallea, Marta Marasà, Daniela Dugo

Rivestimenti pareti Fenix (Arpa Industriale) Arredi Eureka!; Linea Emme arredamenti; MD Home Interiors

Opere in ottone Parisi Gold Group Superficie totale 400 mq Costo di realizzazione 500.000 euro Fotografie Francesco Giardina

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Nelle foto, altri ambienti del ristorante. Al centro, le piante del piano a livello strada e del piano interrato dove sono collocate la cucina, locali di servizio e un ambiente destinato alla conversazione (foto al centro nella pagina a fronte).


› RETAIL inside

LINEAEMME ARREDAMENTI Tra artigianato e industria

In decenni di attività, Lineaemme dei fratelli Mollura è riuscita a conquistare la fiducia dei propri clienti grazie alla serietà, competenza e professionalità che contraddistinguono il lavoro dei suoi collaboratori. Il luminoso showroom e la moderna e funzionale fabbrica, nata nel 1930 come laboratorio artigianale, il Laboratorio Mollura, e che ha continuato l’attività del capostipite, si trovano nei locali di via del Mare a Saponara Marittima. La falegnameria garantisce una produzione dagli standard qualitativi elevati, mobili e arredamenti su misura e di puro legno. L’attività si avvale anche della collaborazione di professionisti esterni, come è avvenuto nel caso della realizzazione degli arredi del ristorante gourmet Extravergine.

Lineaemme Arredamenti

Via Stesicoro 1, 98047 Saponara Marittima ME Tel. 090 337444 info@lineaemmearredamenti.it | www.lineaemmearredamenti.it

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MD HOME INTERIORS

Rivestimenti per l’architettura La boutique di interior di Daniela Morabito, aperta a Messina dal 2005, è specializzata nella commercializzazione di tessuti d’arredo, rivestimenti murali e carte da parato e annovera le più importanti aziende internazionali tra le quali Designers Guild, Pierre Frey, Manuel Canovas, Elitis, Etro, Armani, Missoni, Ralph Lauren, Jane Churchill, Jim Thopson, Wall & Deco, Christian Fischbacher, Houles, Cole & Son e altri ancora. Punto di forza dell’azienda è il rapporto simbiotico con il cliente per ottenere sempre i migliori risultati. Per il ristorante Extravergine di Messina MD Home Interiors ha fornito i tendaggi in velluto ignifugo, le carte da parati e i rivestimenti murali.

MD Home Interiors di Daniela Morabito

Via San Polo dei Disciplinanti 11/13, 98123 Messina Tel. 090 2400292 mdhomeinteriors@libero.it | www.morabitodaniela.it

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EUREKA!

Arredi su misura per tutti Dal 1975 Eureka! arreda uffici, scuole, negozi, hotel, ristoranti. Dal grande ufficio corporate al piccolo professionista, la società messinese è impegnata nel ricercare le soluzioni pratiche ed economiche più vantaggiose. Forte della collaborazione con le migliori aziende produttrici, è presente su tutto il territorio nazionale; come contract lavora in Italia e all’estero. Collabora con i grandi marchi del mondo dell’arredo e i piccoli artigiani per sviluppare progetti “chiavi in mano”. Per il ristorante Extravergine di Messina Eureka! ha realizzato sedie, tavoli, divani, le sedute della caffetteria e gli arredi della cantina, compresa la sala degustazione. I tavoli, in marmo di Carrara e i divanetti sono stati realizzati su misura, in collaborazione con artigiani siciliani e toscani.

Eureka!

Via Cesare Battisti 187, 98123 Messina - Tel. 090 710893 eureka@eurekaoffice.it | www.eurekaoffice.it

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Porta l’arte nella tua area bagno

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elements contract per il retail a cura di Elena Riolo

Cultura del progetto, capacità artigianale, conoscenza dei materiali, impronta autoriale. Sono i punti di forza per affrontare con successo il contract nel settore del retail, dove il progetto di architettura deve saper raccontare la storia di una marca e creare un’esperienza di acquisto che si rinnova a velocità crescente. Indispensabile la capacità di personalizzazione e la figura del project manager, capace di interpretare il concept architettonico coordinando la complessità delle funzioni utili a realizzarlo. Precisione e rispetto dei tempi e dei costi sono requisiti fondamentali che insieme al gusto per il bello segnano un vantaggio per le imprese del made in Italy che privilegiano la qualità e il controllo diretto su tutte le fasi dell’esecuzione.


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SIDE LA GAMMA BEND AD ALTO RENDIMENTO

Creatività, passione, tecnologia e stile: sono questi i caratteri distintivi di Molteni Vernici, un marchio che da oltre settant’anni produce migliaia di vernici e finiture speciali, destinate ai settori architettura, design, contract e shop fitting. Grazie al know-how aziendale e alla ricerca nella chimica di nuova generazione, l’azienda canturina sviluppa finiture all’insegna del lusso con performance capaci di garantire livelli alti di design del colore e finiture capaci di riprodurre effetti metallici, bronzati, ramati, galvanici, materici e ossidati in grado di vestire supporti di metallo, plastica e legno. Finiture che si contraddistinguono per la loro resistenza chimico-fisica e per la ripetibilità nel tempo. Il risultato è un prodotto unico, esclusivo, ritagliato sulle caratteristiche e le esigenze del cliente, con la cura del prodotto made in Italy e l’esclusività di un design italiano di lusso.

I proiettori della gamma Bend della Side – azienda storica di Lissone con quattro impianti produttivi – sono apparecchi dal design funzionale e di elevata qualità tecnica. Fattori questi ultimi che si traducono in una buona distribuzione della luce, basso decadimento dell’emissione luminosa nel tempo, consistenza e resa dei colori. Le versioni disponibili (M, M Basic, M Food, M Slim, Micro, Mini, Mini Slim, XL, XL Basic, XL Food, XS, XS Basic, Xs Eco, XS Estraibile, Xs Food, XS Slim) consentono di illuminare qualsiasi tipo di ambiente, per poter soddisfare le più svariate esigenze illuminotecniche. Il proiettore Bend, grazie alle sue versioni, può essere installato su binario elettrificato trifase, a parete-plafone o a incasso nella versione estraibile orientabile. L’alto rendimento degli apparecchi consente un flusso luminoso elevato mantenendo potenze e consumi contenuti.

www.moltenivernici.com

www.sidespa.it

MOLTENI VERNICI LE FINITURE CON UN TONO DIVERSO

LE PORTE SCORREVOLI GEZE SONO UNA SCELTA ELEGANTE, FLESSIBILE E MODERNA, LA RISPOSTA IDEALE PER AUTOMATIZZARE UN INGRESSO O UN PASSAGGIO AD ELEVATA AFFLUENZA DI VISITATORI

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GEZE ITALIA SOLUZIONI INNOVATIVE, TECNOLOGIA INTELLIGENTE…UNA PORTA APERTA SUL FUTURO GEZE, multinazionale tedesca con più di 150 anni di esperienza in ricerca, sviluppo e produzione di prodotti dall’innovativa tecnologia e design, progetta soluzioni di ingressi automatici, tecnologie per doors e windows control, dispositivi di sicurezza ed impianti di evacuazione fumo e calore (RWA), unendo elevata efficienza, sicurezza e comfort ad un design discreto e al passo con i tempi. Tra le diverse tipologie di porte automatiche scorrevoli, girevoli ed a battente, si contraddistingue la serie Slimdrive (scorrevoli lineari, semicircolari e circolari): una gamma completa di eleganti automazioni omologate

e certificate a norma DIN 18650. Con un’altezza costruttiva estremamente esigua di soli 7 centimetri, permette di integrare l’automazione nella facciata in modo quasi invisibile senza trascurare le attuali necessità in materia di sicurezza e di design; il vetro è il materiale ideale quando si vuole sfruttare la luce naturale accontentando i più esigenti requisiti estetici. Per l’utilizzo nelle vie di fuga e di sicurezza è disponibile la variante FR.

www.geze.com


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TECNA

ALLESTIRE LA BRAND IDENTITY Dal 1972 Tecna SpA opera nei settori dell’arredamento di negozi e dell’architettura di interni. Nel 1980 la società senese si specializza nell’allestimento di punti vendita affiliati a catene di franchising, mettendo a disposizione dei clienti sia la cura artigianale di allestimenti su misura sia le più moderne tecnologie di produzione. Un’affidabilità produttiva garantita da un team di architetti, designer e da un ufficio tecnico di prim’ordine. La qualità è assicurata dal controllo di tutte le fasi del processo produttivo: dalla selezione dei materiali alla progettazione degli allestimenti, dalle operazioni di verniciatura alle lavorazioni su misura. La selezione dei materiali e

i successivi trattamenti delle superfici permettono di immettere sul mercato pezzi unici, funzionali, di lunga durata e validi esteticamente. Fattori che rendono il prodotto Tecna riconoscibile, esclusivo e capace di coinvolgere emotivamente l’acquirente finale. L’ottimizzazione del processo si evidenzia anche nella post-produzione, nelle fasi di assemblaggio del prodotto, in quelle di consegna e di montaggio. La produzione ha adottato sistemi di gestione Iso 9001 e 14001. Tecna vanta l’arredo di circa ottomila negozi, store, corner e outlet di prestigiosi marchi, in Italia e all’estero.

www.tecnaspa.it

In alto le vetrine del punto vendita Carpisa in via de’ Calzaiuoli a Firenze, sopra il negozio Yamamay di Corso Buenos Aires a Milano, a destra Il negozio Folli Follie realizzato per Fabbri Services a Mantova.

ARREDI SU MISURA, COLORI E MATERIALI: IL PUNTO VENDITA COMUNICA CON ALLESTIMENTI ORIGINALI E DISTINTIVI. CON PIÙ DI 8MILA SHOP ALLESTITI DAL 1972, TECNA REALIZZA SPAZI RETAIL IN TUTTO IL MONDO. DALLE INSEGNE IN FRANCHISING AI LUXURY SHOP DEL MADE IN ITALY, SIA IN COLLABORAZIONE CON I PIÙ IMPORTANTI STUDI DI ARCHITETTURA SIA CON IL PROPRIO STUDIO DI PROGETTAZIONE INTERNA

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PER LA RIQUALIFICAZIONE DI UN EDIFICIO DEGLI ANNI OTTANTA SONO STATI IMPIEGATI I RIVESTIMENTI DI ALLUMINIO PREFA. UNA SOLUZIONE ELEGANTE E ATTENTA AI CONSUMI ENERGETICI

PREFA ITALIA RIVESTIMENTO CONTEMPORANEO Nella riqualificazione di un’architettura degli anni Ottanta a Sarmato, vicino a Piacenza, che per anni è stata sede di un salone espositivo di mobili e che oggi è diventata una show room Scavolini, sono stati impiegati i rivestimenti di alluminio Prefa. Una soluzione tecnologica che ha saputo offrire un design contemporaneo e reso coerente e moderno un edificio che si collocava a metà strada tra stile moderno e gusto classico. Per offrire durata, eleganza e attenzione agli aspetti energetici, il progettista ha scelto la tecnologia della facciata ventilata realizzata con struttura reticolare leggera in legno e alluminio. Le doghe orizzontali seguono le

rigorose geometrie del corpo di fabbrica. La parte superiore del rivestimento, che incornicia le insegne, ne adotta l’estetica lineare, abbandonando l’aspetto rigato per una superficie liscia ed essenziale. Le ampie vetrate del fronte e quelle ad arco laterali, con il rivestimento in alluminio satinato, creano un gioco di vuoti e pieni, che disegnano il nuovo volto dell’edificio. Il colore (grigio fumo) è stato scelto per l’eleganza dell’abbinamento con le altre tonalità presenti, come il bianco dei pilastri e il rosso del colore del logo.

www.prefa.com

UN NUOVO SISTEMA DI GESTIONE PER ASCENSORI DI ULTIMA GENERAZIONE DESTINATO AGLI EDIFICI CON GRANDE AFFLUENZA. FA RISPARMIARE TEMPO E CONSENTE L’INTEGRAZIONE CON GLI IMPIANTI ESISTENTI

THYSSENKRUPP ELEVATOR ITALIA L’ASCENSORE DIVENTA PIÙ AGILE, VELOCE E INTELLIGENTE AGILE è una suite digitale di nuova generazione, realizzata da Thyssenkrupp per rendere intelligente, veloce e comodo l’utilizzo degli ascensori. Destinato agli edifici con grande affluenza, dove gli ascensori giocano un ruolo da protagonisti in una rete di soluzioni di mobilità interconnesse, il sistema riconosce l’utilizzatore, dove deve recarsi

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e indica quale ascensore lo condurrà più rapidamente a destinazione. La suite digitale del sistema è anche in grado di integrarsi con gli impianti esistenti, anche quelli realizzati in passato. Il sistema consente ai facility manager di tenere sotto controllo l’efficienza degli ascensori monitorandone le prestazioni e il numero di corse, contattando direttamente il

centro di assistenza Thyssenkrupp in caso di necessità. Il nuovo sistema garantisce l’accesso all’edificio solo alle persone autorizzate. AGILE può ridurre del 25 percento il tempo di ogni viaggio in ascensore.

www.thyssenkrupp-elevator.com/agile/


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IL PAVIMENTO DI NUOVA GENERAZIONE A ZERO DILATAZIONI CON POSA A SECCO E INCASTRO A CLICK

VIRAG

EVOLUTION ZERO Evolution Zero è il nuovo pavimento vinilico di Virag che non si dilata, nemmeno se sottoposto ad alte temperature, è velocissimo da posare: fa risparmiare il 20% del tempo rispetto ai normali pavimenti a click e presenta superfici decorative di grande effetto. Le finiture sono infatti opache e riproducono fedelmente il legno, la resina, il cemento, il ferro, il rame e la lava, con un effetto superficiale materico che ricorda anche al tatto i materiali di riferimento. È un pavimento rigido, molto stabile, che può essere posato anche su sottofondi non perfettamente lisci. Realizzato in pvc, è impermeabile e quindi idoneo anche ad essere posato nelle cucine e negli ambienti bagno, e offre un’elevata resistenza al carico statico e al calpestio. Evolution Zero è una linea di grande impatto ed eleganza, indicata nel retail, in ambito residenziale e più in generale negli spazi dell’architettura contemporanea.

Dilatazione zero longitudinalmente e trasversalmente pari a 0,01% Giunto di dilatazione longitudinalmente e trasversalmente ogni 25 ml Sottofondo planare e liscio fughe piastrelle fino a 1cm di larghezza senza rasatura purché planari Posa in opera meno 20% di tempo Stabilità dimensionale garantita fino a 70°C Improntamento resistente al carico statico Misure doghe effetto legno 178x1219 mm - piastre tendency 305x610 mm

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UN PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE HA TRASFORMATO UNA EX-STAZIONE FERROVIARIA SULLE SPONDE DEL LAGO D’ISEO IN UN’ACCOGLIENTE PUNTO VENDITA E CAFFETTERIA, UN PIACEVOLE LUOGO DI SOSTA PER I TURISTI. UNO SPAZIO ESPOSITIVO PUBBLICO OCCUPA IL LIVELLO SUPERIORE. TUTTI GLI ARREDI SONO DI PEDRALI

In alto, l’atrio di ingresso della piccola stazione di Paratico. Qui sopra, l’accogliente spazio esterno, con le sedute in metallo Nolita di Pedrali.

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PEDRALI

BOHEM, IL FIORAIO DELLA STAZIONE La tratta ferroviaria Palazzolo-Paratico non figura tra i più di 1.500 chilometri di linee ferroviarie ufficialmente dismesse da Ferrovie dello Stato e Rfi – greenways di un potenziale piano paesistico e turistico basato sulla mobilità dolce – ma dal 1994 è percorsa solo in occasioni festive dal Trenoblu, iniziativa dell’associazione Ferrovie Turistiche Italiane, che con convogli d’epoca porta i turisti, attraverso i vigneti della Franciacorta, sul lago d’Iseo. A pochi metri dalla pensilina di arrivo, la exstazione di Paratico-Sarnico, riaperta nel maggio scorso dopo l’intervento dell’architetto Guido Ferrari e dell’interior designer e scenografo Ernesto Pigni che l’hanno trasformata in negozio di fiori, caffetteria e confetteria. Creando, al livello superiore, uno spazio espositivo pubblico. Conservate le linee architettoniche, eliminati i parcheggi esterni, modificata la circolazione stradale lasciando spazio al verde, la piccola stazione ha riacquistato una posizione centrale nell’area a lago e le aree esterne un piacevole luogo di sosta. Basato sul recupero degli elementi originali dell’epoca – le graniglie dei pavimenti, gli

imponenti serramenti, la scala in pietra di Sarnico che conduce allo spazio espositivo ricavato al livello superiore, le ringhiere e l’altezza dei soffitti – il progetto d’interni connota gli ambienti come spazi domestici con materiali, tessuti e decorazioni da salotto borghese degli anni Venti e Trenta. Tutti gli arredi, comprese le lampade wireless Giravolta, sono di Pedrali. Per la caffetteria e per l’atrio d’ingresso sono state scelte le poltroncine Tweet e le Log, dai volumi morbidi, realizzate in velluto e personalizzate negli abbinamenti di colore, in armonia con gli ambienti. Per l’outdoor è stata scelta la famiglia di sedute da esterni Nolita, che rievoca le origini di un percorso storico iniziato da Mario Pedrali nel 1963 con le sue prime sedie da giardino in metallo. Le sedie con schienale basso interamente in acciaio sono studiate specificamente per l’utilizzo outdoor e i tavolini in acciaio a quattro gambe sono leggeri e maneggevoli.

www.pedrali.it


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CAMAGNI ARREDAMENTI

REALIZZARE SPAZI SU MISURA Camagni Arredamenti opera da oltre 20 anni nel mercato dell’arredamento a livello nazionale e internazionale, mettendo l’esperienza di azienda specializzata nella produzione di arredi al servizio di ogni sfida creativa. Grazie al costante aggiornamento e rinnovamento, oltre che al supporto di valide competenze progettuali, esecutive e logisticoorganizzative, Camagni Arredamenti gestisce oggi con successo progetti anche complessi, lavorando al fianco di architetti e progettisti nella ricerca della massima qualità e soddisfazione del cliente.

store internazionale, dall’appartamento privato al grande resort, dalla proposta più moderna ed informale fino ai progetti più lussuosi ed elaborati. Per un piccolo progetto o per una grande produzione su misura, Camagni Arredamenti rappresenta sempre un partner affidabile, in grado di rispondere ad ogni esigenza e dare forma ad ogni desiderio.

www.camagniarredamenti.it

CAMAGNI ARREDAMENTI REALIZZA SPAZI PER IL RETAIL CON UN APPROCCIO PROFESSIONALE FLESSIBILE E DINAMICO, SUPPORTATO DA UNA SOLIDA ORGANIZZAZIONE, DA UNA LUNGA ESPERIENZA E DAL GIUSTO ENTUSIASMO NEI CONFRONTI DI OGNI SFIDA CREATIVA. UN PERFETTO MIX TRA TRADIZIONE ARTIGIANA E SPIRITO D’IMPRESA

In alto da sinistra, il controsoffitto retroilluminato del department store Illum di Copenhagen (Liftschutz Davidson Sandilands) e un interno del pdv Slowear di New York (Carlo Donati Studio). Sotto e in basso, reparto uomo e area accessori donna del dpt. store Jelmoli di Zurigo (Bartolini e Lanzi architetti).

La collaborazione coi più prestigiosi brand italiani e internazionali, così come con i clienti privati, si fonda sulla promessa della creazione di ambienti personali, totalmente su misura, nel rispetto dei tempi e dei budget definiti. Ciò è possibile grazie ad una gestione coordinata del processo, dal progetto al montaggio, passando per la realizzazione di prototipi e la direzione di tutte le fasi della produzione e del cantiere: sotto la supervisione di un project manager dedicato, ogni progetto viene affrontato con modalità e competenze sempre differenti, rispondendo ad ogni spunto creativo e criticità progettuale grazie ad una vasta rete di collaboratori e partner specializzati. Questo approccio flessibile e dinamico, supportato da una solida organizzazione ed esperienza, oltre che dal giusto entusiasmo verso ogni sfida creativa, costituisce la forza di questa azienda e ne garantisce la capacità di adattarsi ad ogni tipo di commessa, dalla piccola boutique indipendente al department

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elements_contract per il retail

FONDACO DEI TEDESCHI

GRANDI MAGAZZINI DEL LUSSO DFS – GRUPPO LVMH – SBARCA A VENEZIA CON REM KOOLHAAS E PORTA SUL CANAL GRANDE I MARCHI RICERCATI DAI NUOVI BENESTANTI CHE DA TUTTO IL MONDO CONVERGONO VERSO LA CITTÀ LAGUNARE

Inaugurato un anno fa dopo un complesso intervento di trasformazione, il Fondaco dei Tedeschi a Rialto in pratica è tornato all’originaria funzione commerciale, quando venne eretto nel 1228 come luogo di scambio delle merci che i commercianti del Centro e del Nord Europa – i ‘tedeschi’ appunto – portavano a Venezia. Le merci oggi sono quelle di marchi globali del lusso come Valentino, Bottega Veneta, Fendi e Pomellato, alcuni degli oltre cento store distribuiti sui quattro piani dell’imponente edificio, prima di raggiungere il livello espositivo il cui uno spettacolare pavimento in acciaio e vetro ricopre la vasta corte interna. In copertura, una terrazza panoramica in legno dalla quale ammirare la città e la laguna. Il progetto è di Oma – lead project Ippolito Pestellini Laparelli – e Silvia Sandor, con lo studio veneziano Ta Architettura di Alberto Torsello per il restauro filologico, mentre l’interior design è dell’inglese Jamie Fobert. Gli interventi si sono concentrati

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sulla creazione di nuovi sistemi distributivi verticali, ricavati ‘scavando’ il corpo storico per ottenere la funzionalità e la sicurezza richieste da un ambiente destinato al pubblico e aprendo al contempo nuovi scorci e nuove modalità di fruizione degli ambienti e dell’edificio stesso nel tessuto della città. I materiali scelti sono frutto di una rilettura di quelli precedenti, in un mix che demistificando la conservazione della storicità ne ricrea invece l’atmosfera. Ne sono testimonianza i pavimenti ‘a terrazzo’ e in marmo, il largo uso di legno, vetro e ottone che convivono con travi e pilastri in calcestruzzo armato risalenti alla precedente trasformazione degli anni Trenta. L’ottone in particolare è uno dei materiali privilegiati nell’intervento: sottolinea i tagli eseguiti, ritorna nei parapetti interni e nei rivestimenti delle scale, riveste le porte tagliafuoco di sicurezza di San.Co – marchi Isofirewood e Isofireglas – personalizzate per il progetto veneziano e, in versione naturale, che grazie all’ossidazione del tempo assumerà una calda tonalità brunita, è il materiale usato per i profili di spessore ridotto che riproducono il ferro finestra dei prospetti. I serramenti OS2 75 di Secco Sistemi, ben visibili sul fronte che affaccia sul Canal Grande, sono prodotti su misura, a taglio termico e con vetri isolanti.

Per la protezione antincendio, all’interno del Fondaco San.Co ha installato una cinquantina di porte interne tagliafuoco in legno Isofire LZ60’ con resistenza al fuoco EI60. Queste porte tecnologiche con chiudiporta a scomparsa, controllo accessi e maniglioni antipanico garantiscono la massima sicurezza senza compromettere l’estetica. Per movimentarle sono state utilizzate le cerniere Tectus di Simonswerk. Totalmente invisibili, garantiscono un’estetica lineare e contemporanea.


elements_contract per il retail

LAPITEC LASTRE URBAN PER SUPERFICI ESTERNE A BRATISLAVA LE FACCIATE DI UN NUOVO CENTRO COMMERCIALE E DIREZIONALE NEI PRESSI DEL DANUBIO SONO STATE REALIZZATE CON LE LASTRE IN PIETRA SINTERIZZATA DELL’AZIENDA TREVIGIANA

Per il centro commerciale-direzionale Panorama Business II di Bratislava Lapitec, azienda trevigiana produttrice della pietra sinterizzata a tutta massa in grandi dimensioni – che unisce la resistenza del porcellanato tecnico e le finiture della pietra naturale – ha fornito le lastre Urban. Si tratta di una nuova collezione dedicata alle grandi superfici esterne, disponibile nei colori

Brooklyn, London, Roma e Casablanca. La versatilità e la possibilità di essere installate su differenti supporti consentono un utilizzo ampio sia su facciate continue, sia su quelle ventilate. Per questa struttura della capitale slovacca, la scelta è caduta sul colore Casablanca, una finitura eburnea, che richiama nella tonalità gli edifici bianchi della città del Marocco.

Le vetrate sono state così incorniciate dalla pietra sinterizzata che ha creato un reticolo cromatico chiaro, valorizzando la facciata e imprimendo una leggerezza estetica al complesso.

www.lapitec.com

ARTIGO COLLEZIONE SCREED PER DESIGNER

ANAUNIA PARETI MANOVRABILI IN VETRO TEMPERATO

Calcioshop.it è tra i più importanti siti di e-commerce legati al mondo dello sport. L’inaugurazione del nuovo store a Milano ha visto protagonisti i pavimenti Artigo che, grazie alla loro estetica ispirata al cemento, giocano un ruolo fondamentale nel design degli interni. Gli shop designer sono sempre più chiamati a creare luoghi in grado di generare esperienze: veri e propri mondi in cui il brand si declina in ogni aspetto estetico e percettivo e i fruitori cercano non solo un prodotto, ma una validazione personale e una conferma del proprio stile. Screed è una collezione Artigo che permette ai designer di esplorare nuovi orizzonti in un’estetica vissuta, ispirata alle superfici in cemento, con tutti i vantaggi della gomma: facilità di posa, resistenza al calpestio, riduzione del rumore e praticità di manutenzione.

Le pareti manovrabili, composte da elementi mobili con lastra monolitica in vetro temperato che scorrono su guida solo a soffitto, trovano ottimale collocazione nelle zone di separazione fisica, ma non visiva, di qualsiasi luogo con fruibilità diversa degli spazi, interni o esterni. Negozi, bar, centri commerciali, aeroporti, showroom, hall di hotel, banche, uffici, spazi espositivi, ristoranti, piscine e verande sono alcune delle possibili destinazioni d’uso per creare una separazione fisica ma non visiva. La parete manovrabile in vetro temperato Anaunia non necessita della foratura dei vetri e non richiede binari a terra, compensando in questo modo le tolleranze in fase di montaggio.

www.artigo.com

www.anaunia.it

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elements_contract per il retail

DI PINTO COSTRUZIONI

FAMILY FOOD STORE LÖWENGRUBE VICENZA I retail Löwengrube, concept store del settore food, sono un nuovo format ideato e pensato per la famiglia, con grande attenzione al comfort e agli spazi per i bambini, conservando inalterato il mood della classica birreria bavarese. Questo retail, un locale con una superficie di 800 mq con 400 posti a sedere, si trova nel Centro Commerciale Palladio a Vicenza e rappresenta uno dei più innovativi esempi di family food store. I lavori di ristrutturazione, iniziati il 20 settembre, sono stati realizzati da Di Pinto Costruzioni con la formula General Contractor. Il locale è stato inaugurato il 7 Dicembre. La richiesta della committenza era di realizzare un progetto che desse vita ad un locale completamente nuovo, con impiantistica d’avanguardia e materiali di ultima generazione, caratteristico, tipico, accogliente e informale. La struttura prevede uno spazio esterno e due accessi agli spazi interni, nei quali un’ampia area, il Löwen Kinder, è interamente dedicata all’intrattenimento dei bambini, attrezzata con giochi e materiali per le attività ludiche, mentre l’impiantistica si basa su un sistema di climatizzazione estivo ed invernale con distribuzione ad aria. Di Pinto Costruzioni è una realtà di nuovissima generazione, nata nel 2015 per volontà dell’attuale amministratore Fabrizio Di Pinto, ma si fonda su una tradizione imprenditoriale nel campo derivante da tre generazioni e che basa la sua mission sulla velocità e il rispetto dei tempi di consegna, senza mai trascurare la qualità del servizio e delle lavorazioni, che [ 98 ]

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DI PINTO COSTRUZIONI, IN QUALITÀ DI GENERAL CONTRACTOR, HA REALIZZATO I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DEL LÖWENGRUBE DI VICENZA CON IMPIANTISTICA D’AVANGUARDIA E MATERIALI DI ULTIMA GENERAZIONE IN POCO PIÙ DI 2 MESI

sono un altro tratto distintivo del brand, che si distingue sempre anche per la professionalità e le competenze, frutto di anni di esperienza e di un costante e continuo aggiornamento sulle nuove tecnologie e sui nuovi materiali. Il campo d’azione dell’azienda abbraccia sia le nuove costruzioni sia le ristrutturazioni, con particolare attenzione all’efficienza energetica e alla salvaguardia dell’ambiente, orientato a tutti i settori commerciali, fashion, ricettivo, bancario, clinico, con una specializzazione nel food&beverage.

www.dipintocostruzioni.it

Fabrizio Di Pinto Amministratore unico dell’azienda.


SPECIALE

PUGLIA

FARE ARCHITETTURA IN ITALIA

Massimo Accoto | Fernando Baldassarre | BDFarchitetti Angelo Bruno | Graziana Calabrese | Caputo Partnership Daniele Corsaro | De Napoli Architetti | (dp)a Studio Ferrari Architetti | Flore & Venezia | Stefano Ghiretti Raimondo Guidacci | Massimo Iosa Ghini | Gianfranco Marino Moramarco+Ventrella|NettiArchitetti|SchiattarellaAssociati Michele Sgobba | Angelo Torricelli | Nicola Tramonte


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La metamorfosi

Nuova identità

Il rispetto della storia

Fernando Baldassarre Casa unifamiliare ad Apricena

Lorenzo Netti Student center del Politecnico di Bari

De Napoli Architetti Recupero architettonico in Valle d’Itria

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Innesti nel vigneto

La qualità dell’urbano

Resort rurale nelle Murge

Nicola G. Tramonte Villa Jamele a Orsara di Puglia

Moramarco+Ventrella Architetti Casa di abitazione a Bitritto

Flore & Venezia Borgo Canonica a Cisternino

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Volumi nel paesaggio

Nuova vita in centro

La casa sospesa

Raimondo Guidacci Casa bifamiliare a Orsara di Puglia

(Dp)a Studio Domenico Pastore Casa di abitazione a Sammichele di Bari

Daniele Corsaro Abitazione moderna a Ostuni

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La scuola e il contesto

Spazi di transizione

Bellezza contadina

Angelo Torricelli Edificio scolastico a Monteleone di Puglia

Bdf architetti Residenza privata a Mola di Bari

Schiattarella Associati Masseria Grottone a Ostuni

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Tre piazze sul mare

I trulli del benessere

Lusso contemporaneo

Ferrari Architetti e Michele Sgobba Lungomare Esercito Italiano a Giovinazzo

Riuso a Castellana Grotte

Relais a San Vito dei Normanni

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La poltrona comoda e di design Graziana Calabrese

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Architettura del ricordo

Architetture urbane

Angelo Bruno Cappella funeraria a Martina Franca

Caputo Partnership International Nuove residenze a Lecce

In copertina torre costiera in Contrada Boraco, Manduria, recupero e riuso (2013) Netti Architetti, foto ©Vittorio Carofiglio


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109 FARE ARCHITETTURA IN ITALIA

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Viaggio nella memoria Massimo Accoto Casa vacanze a Lecce 152

Carattere salentino Stefano Ghiretti Masseria Bareggi a Lecce 156

Restyling certificato gold Gianfranco Marino Villa iChiani a Gagliano del Capo 160

Tradizionale e contemporaneo Massimo Iosa Ghini Dimora estiva nel Salento 162

Directory per l’architettura Aziende, imprese e artigiani in Puglia 164

Progetti da premio In/Arch - Ance 2014

PUGLIA

Queste pagine di architettura parlano di una regione, la Puglia, ricca di storia e dalla cultura millenaria, di un formidabile avamposto geografico all’epoca delle Crociate, di un granaio fondamentale per l’intero Mezzogiorno d’Italia, di città ricche di architettura e di storia urbana. Sono pagine che raccontano di una regione in cui il rapporto con la terra, la pietra, il mare e la luce diventa fattore fondamentale per nuovi paradigmi architettonici e per la conservazione e il riuso del patrimonio costruito. Pagine che non hanno la pretesa di esaurire il panorama architettonico ricco di novità e di iniziative di una regione decisamente dinamica, ma che rappresentano uno spaccato di idee e di contributi progettuali di assoluto valore, che rendono ricca e moderna la produzione architettonica pugliese. Casi, quelli raccontati, che trasformano i latifondi e le masserie abbandonate in residenze di lusso, che ambiscono a rigenerare le forme del costruito dei centri urbani, anche di quelli più piccoli, con segni architettonici di tutto riguardo, che puntano a dotare il sistema universitario pugliese di strutture moderne e al servizio della società, che riportano a nuova vita gli antichi trulli contadini, che ridisegnano il fronte mare per migliorarne la fruizione. Molti progetti parlano anche della qualità del design e dell’interior design locale, fatto di ricerca, tecnologia e, soprattutto, di legame con la propria terra. Infine, ciascuno dei ventidue progetti presta attenzione alla qualità ambientale: spesso favorita dal diretto confronto con un’antica saggezza costruttiva, l’efficienza viene perseguita con soluzioni originali, declinando in chiave mediterranea il ricorso a materiali e tecnologie moderne.

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CASA #3, APRICENA, FOGGIA

La metamorfosi In apertura il fronte di ingresso alla residenza unifamiliare realizzata ad Apricena da Fernando Baldassare. Un’abitazione che si sviluppa su tre livelli. A destra, un particolare della facciata ventilata in lastre di pietra di Apricena (foto ©Sergio Camplone), il concept e il render di progetto (disegno ©Fernando Baldassarre).

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A POCHI PASSI DAL CENTRO STORICO DELLA CITTADINA FOGGIANA IL PROGETTO DI FERNANDO BALDASSARRE TRASFORMA UNO SCHELETRO INCOMPIUTO DI CEMENTO ARMATO IN UN’ABITAZIONE CHE RIQUALIFICA L’ISOLATO CON MATERIALI TECNOLOGICI E TRADIZIONALI E SCELTE FORMALI CHE FANNO PARTE DI UNA STRATEGIA PASSIVA DI RISPARMIO ENERGETICO

Ad Apricena, comune a nord di Foggia, a pochi isolati dal centro storico della città pugliese un’abitazione residenziale su tre livelli emerge dall’intorno disordinato e indistinto per scelte formali, estetiche e tecniche. A osservare lo stato di fatto il successo del progetto di Fernando Baldassarre non era scontato: partito da uno scheletro pluripiano in cemento armato, oltretutto pensato per realizzare un’abitazione bifamiliare, il progetto richiesto dalla nuova proprietà per una residenza unifamiliare doveva confrontarsi con i vincoli dettati dalla preesi-

stenza e con la necessaria variazione tipologica, rispondendo altresì all’intenzione di realizzare un edificio efficiente dal punto di vista energetico e ambientale. E ciò che è significativo nel progetto di Casa #3 – questo il nome in codice dell’abitazione – è proprio la necessità, in termini funzionali e di performance energetiche, di tutte le scelte estetiche. Così la pergola di legno che sul fronte sud-ovest cita il precedente scheletro incompiuto, coperta di vegetazione d’estate ombreggia la parete vetrata del soggiorno; e la posa di taglio delle lastre di pietra di Apricena, resa possibile con alcuni


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Fernando Baldassarre Si laurea in architettura a Pescara. Nel corso della sua attività professionale ha realizzato numerosi progetti di architettura e interior design per spazi espositivi e allestimenti e ha partecipato a numerosi concorsi. Ha ricevuto premi, riconoscimenti e menzioni speciali. Ha in corso di realizzazione due interventi: il primo ad Apricena (Casa Forata), in fase di realizzazione; per il secondo a Cugnoli, vicino a Pescara (La Casa degli Asini), è attualmente in corso la progettazione. Su invito tiene lezioni di Composizione architettonica alla facoltà di architettura dell’università Gabriele D’Annunzio di Pescara. http://ec2.it/fernandobaldassarrearchitetto

accorgimenti nella costruzione della sottostruttura, rende tridimensionale e vibrante alla luce la facciata ventilata anch’essa parte delle strategie passive di efficienza energetica dell’edificio. Collocato sul lato nord-ovest dell’abitazione, l’ingresso è segnato da un profondo taglio verticale che si prolunga, interrotto trasversalmente dalla balconata con balaustra in vetro del primo piano, per tutta l’altezza dell’edificio, sottolineandone la verticalità. Per tutto l’involucro, alla pietra di Apricena si alternano pannelli di Rheinzink che rivestono anche il tetto piano sul quale è posato

In alto, prospetti e sezioni di Casa#3; nelle foto, vista d’angolo dell’edificio e controcampo. Legno, vetro, pietra locale e lastre di zinco-titanio i materiali utilizzati (foto ©Sergio Camplone).

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SCHEDA Realizzazione Casa #3 Località Apricena, Foggia Cronologia 2011 - 2016 Progetto architettonico e direzione lavori Fernando Antonio Baldassarre

Collaboratori Danilo Mancini Progetto strutturale Primiano Calà Superficie 434 mq Volumetria1412 mc Superficie del lotto 180 mq Costo 500mila euro Impresa esecutrice La Pietra Srl Serramenti Metal Ser Materiali di facciata Pietra Biancone di Apricena, rivestimento Rheinzink

un impianto fotovoltaico e pannelli solari per la produzione di Acs. In pianta il progetto prevede, al piano terra, un ampio ingresso ampio con bagno di servizio, una colonna ascensore al servizio dei vari piani e un’annessa area di parcheggio di pertinenza dell’abitazione. Al primo piano si sviluppa la zona notte dell’abitazione con quattro camere da letto, due bagni, lavanderia e ripostiglio mentre la zona giorno con cucina, tinello, zona pranzo, soggiorno e servizi si trova al secondo piano. Qui la pavimentazione è realizzata in pietra di Apricena lucidata a piombo: parquet in legno di rovere per tutti gli altri piani. Il rivestimento dei bagni e della cucina è realizzato in mosaico e resina

In alto, la localizzazione dell’edificio all’interno dell’isolato e le piante dei tre livelli, serviti da ascensore, in cui si sviluppano gli ambienti. Nelle foto, alcuni spazi di Casa#3: il terrazzo, la cucina e la scala (foto ©Sergio Camplone e Fernando Baldassarre).

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L’uomo e la macchina insieme per l’eccellenza

La Marmi Strada s.r.l. è un’azienda che nasce nel 1983 e che oggi, a distanza di 34 anni, costituisce una realtà artigianale ed imprenditoriale nel settore della lavorazione dei materiali naturali, come marmi e graniti. Lo spirito di innovazione e l’impiego di nuove tecnologie gli hanno permesso di migliorare giorno per giorno, maturando una grande esperienza. Un’accurata politica di investimenti e la capacità di attingere, allo stesso tempo, dalla ricerca del futuro e dell’esperienza del passato permette alla Marmi Strada s.r.l. di consolidare nel tempo la figura ed il prestigio professionale con l’obiettivo più ambizioso di esportare in tutto il mondo e di diventare un punto di riferimento internazionale.

a fianco Agave Materiale : Verde Guatemala sotto Venice Materiale: Verde Ming,Verde Borgogna,grafite grigio,giallo Siena,rosso Milas

Su richiesta, la Marmi Strada con il suo reparto di progettazione può seguire l’intero iter di qualsiasi progetto, affiancando il cliente in tutte le fasi: dal rilievo in cantiere, alla progettazione, alla produzione di modelli e campionature, fino alla completa realizzazione dell’opera in Italia e all’estero.

Via Provinciale per Grottaglie Km 0,6 72029, Villa Castelli - Brindisi Tel. +39 831 867115 info@marmistrada.it www.marmistrada.it


PUGLIA

VILLA JAMELE, ORSARA, FOGGIA

Innesti nel vigneto IL RECUPERO E L’AMPLIAMENTO DI UNA VECCHIA COSTRUZIONE DI CAMPAGNA SULLE ALTURE DEI MONTI DAUNI MERIDIONALI HA PERMESSO DI DARE NUOVA VITA E UN NUOVO USO A UN EDIFICIO ABBANDONATO. IL PROGETTO È DI NICOLA GIACOMO TRAMONTE La Casa nel vigneto di Nicola Tramonte evoca e completa un vecchio fabbricato esistente in situ, la vecchia casa rurale un tempo abitata dai coloni che prestavano servizio alla tenuta denominata Villa Jamele, una struttura che guardava a monte e a valle del territorio di Orsara, piccolo comune di duemila abitanti a sud ovest di Foggia. La struttura originaria, completamente in muratura di pietrame squadrato tenuto con malta di calce, si articolava su due livelli: un piano terra e un piano primo. Si accedeva al primo piano tramite una scala

In apertura, il vigneto e sullo sfondo la casa frutto di un recupero di una vecchia abitazione di campagna. A fianco, i proposetti ovest e nord dell’edificio (foto e disegni di Nicola Giacomo Tramonte).

prospetto ovest_scala 1:100

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esterna. La casa aveva una pianta di forma quadrata, a corpo isolato. Anni fa la casa si presentava in un notevole stato di degrado generale a causa dei crolli della copertura e del solaio del primo piano: fenomeni avvenuti in virtù dello stato di abbondono e a scosse sismiche registratesi negli anni precedenti. La posizione geografica, oltre a un recupero tipologico del fabbricato, ha suggerito anche un rilancio a nuova vita con la rifunzionalizzazione della casa. Scopo dell’intervento è consistito nel recu-

pero di un manufatto di notevole interesse storico-architettonico, in aderenza alle attese e alle indicazioni della committenza. Oltre al recupero della cubatura della casa è stato realizzato un piccolo ampliamento, un nuovo corpo di fabbrica intonacato in bianco, lievemente discostato rispetto alla struttura originaria, e un vano interrato ricavato attraverso la delimitazione di muri in cemento armato che disegnano una piazza antistante. I collegamenti verticali, a partire dal piano interrato e a finire sul terrazzo, sono

prospetto nord_scala 1:100


PUGLIA

Nicola Giacomo Tramonte Si laurea al Politecnico di Torino. Nel 1986 inizia l’attività di architetto. È autore di alcune pubblicazioni. Nel 2010 ha partecipato al Marble Architectural Award e nello stesso anno una sua opera, La cantina Paradiso, è stata selezionata all’evento collaterale della XII Biennale di Architettura di Venezia. La villa di campagna oggetto di questo servizio è stata selezionata per il premio Apulia 2011. Nel 2012 un suo progetto viene presentato al Padiglione Italia alla XIII Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Nel 2013 la Commissione nazionale italiana per l’Unesco assegna l’attestato di merito per la realizzazione di Villa Jamele, un’azienda a basso impatto ambientale. Dal 2014 componente della commissione Cultura della Federazione regionale degli ordini degli architetti, dal 2017 Nicola G. Tramonte è presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Foggia. www.nicolagtramonte.it

SCHEDA Realizzazione Casa nel vigneto Località Orsara di Puglia, località Piana della Corte, Foggia

Committente Peppe Zullo Progetto architettonico Nicola Giacomo Tramonte

Direzione lavori Nicola Giacomo Tramonte Impresa di costruzioni Frisoli Costruzioni Anno 2004 Volumetria 6711 mc (esistente e nuovo)

garantiti mediante un ascensore esterno posto sul lato nord dell’edificio; per quanto riguarda il fabbricato esistente i collegamenti tra il piano terra e il piano primo sono invece affidati alla scala in muratura già presente. La destinazione della casa nel vigneto prevede il museo del vino al piano terra e la residenza al primo piano. L’ampliamento della casa, realizzata in cemento armato, soddisfa l’esigenza di creare dei servizi al piano terra e un’abitazione con affaccio panoramico: esigenza risolta con un notevole aggetto, sempre in cemento armato, realizzato ad hoc sul vigneto al primo piano. L’interrato, realizzato anch’esso con strut-

tura in cemento armato, è destinato a bottaia e misura 188 metri quadrati di superficie con un deposito di 45 metri quadrati. La copertura, sia della casa sia dell’ampliamento, è a terrazzo, da cui si ammira il panorama della tenuta e il sottostante vigneto, diviso in due dalla piazza. Una struttura con esili elementi di ferro abbraccia l’intero fabbricato esistente, a evocare la copertura crollata del vecchio edificio. Questa struttura si protrae sul lato est fino al piano di campagna, a inglobare la scala in muratura di ingresso all’edificio. L’ingresso principale è posizionato sul lato sud, per il quale è stato realizzato un portale in pietra coronato da una piccola struttura in cemento armato

struttura in ferro IPE 140x140

prospetto est_scala 1:100

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In alto, la leggera struttura di ferro che sormonta l’edificio evoca la copertura crollata della vecchia abitazione. L’ingresso principale, coronato da una piccola struttura in cemento armato, è posizionato sul lato sud della casa (foto e disegni di Nicola Giacomo Tramonte).

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Raimondo Guidacci

CASA BIFAMILIARE, ORSARA DI PUGLIA, FOGGIA

Volumi nel paesaggio

Si laurea in architettura nel 1995 allo Iuav di Venezia. Nel 1998 apre il suo studio professionale a Torino. Dal 1995 al 2005 collabora con Emanuele Levi Montalcini ai laboratori di progettazione architettonica alla facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove dal 1996 al 1999 è assistente di Guido Martinero. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati su riviste specializzate e selezionati in premi di architettura, mostre e rassegne. Il progetto di due case in Puglia è stato selezionato al Premio Cosenza 2004 e al Premio Barbara Cappochin 2007 nella categoria migliori opere internazionali e ha vinto i premi Inarch/Ance 2008 e Abitare il mediterraneo 2011. Nel 2014 ha partecipato con suoi progetti alla XIV Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Svolge la propria attività professionale tra la Puglia e il Piemonte. www.raimondoguidacci.it

INTONACO BIANCO, PIETRA CALCAREA E COPPI COLOR PAGLIERINO SONO I MATERIALI BASE DEL PROGETTO CHE L’ARCHITETTO RAIMONDO GUIDACCI HA UTILIZZATO PER METTERE IN RELAZIONE L’ABITAZIONE CON IL PAESAGGIO CIRCOSTANTE. LOGGE E VETRATE AIUTANO A FARE IL RESTO Il progetto riguarda la realizzazione di una casa bifamiliare a Orsara di Puglia – un piccolo comune dei monti Dauni Meridionali, in provincia di Foggia, non lontano dal confine con la Campania – lungo una fascia denominata Piano Paradiso. Si tratta di un edificio costituito da un piano interrato destinato ad autorimessa, da un piano terra e da un sottotetto. L’intervento è caratterizzato dall’accostamento di tre volumi coperti da un tetto a un’unica falda, rivolta alternativamente verso il fronte e verso il retro: verso il paese e verso la campagna. L’ingresso avviene lateralmente, da una strada secondaria che sale verso la montagna. L’intero edificio è intonacato e tinteggiato di bianco, mentre gli sfondati sono di colo-

re grigio cemento. Il manto di copertura è stato realizzato utilizzando vecchi coppi in cotto recuperati dalla demolizioni di vecchi fabbricati rurali della zona. Tutti i percorsi esterni sono realizzati in battuto di cemento, mentre soglie e davanzali sono in pietra di Apricena. Entrambi i fronti sono caratterizzati dalla presenza di profonde logge, all’interno delle quali si aprono grandi vetrate che consentono la vista verso il giardino circostante. Quattro pilastri angolari collegano al terreno l’edificio che sembra sospeso rispetto al suolo. Intonaco bianco, pietra calcarea e coppi color paglierino sono i tre materiali che il progetto utilizza per relazionarsi al paesaggio circostante

La pianta del piano terra dell’edificio, che comprende anche un interrato e i sottotetti con logge del livello superiore.

SCHEDA Realizzazione casa 3 Committente Domenico Curcio Località Orsara di Puglia, Foggia Progetto e direzione lavori Raimondo Guidacci

La casa bifamiliare ad Orsara di Puglia realizzata su progetto di Raimondo Guidacci. Il complesso è frutto dell’accostamento di tre volumi, ciascuno dei quali coperto da una copertura a una falda (foto ©Beppe Giardino).

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Progettazione strutturale Giuseppe Sgobbo Impresa di costruzioni Curcio Superficie coperta 200 mq Progetto 2005 Realizzazione 2006-2011 Fotografie Beppe Giardino


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SCUOLA A MONTELEONE DI PUGLIA, FOGGIA

La scuola e il contesto CON LA REALIZZAZIONE DEL PLESSO SCOLASTICO DEL PICCOLO PAESE PUGLIESE A 800 METRI D’ALTEZZA E A POCHI CHILOMETRI DAL CONFINE CON LA CAMPANIA, IL RAPPORTO TRA L’EDIFICIO E IL SUOLO È IL TEMA CENTRALE DELL’OPERA FIRMATA DALL’ARCHITETTO ANGELO TORRICELLI

Il fronte di ingresso del nuovo plesso scolastico di Monteleone di Puglia di Angelo Torricelli; l’edificio sorge in posizione elevata rispetto alla città e si configura come uno spalto affacciato sulla valle (foto ©Marco Introini).

In posizione elevata sulla sommità di un colle, la città di Monteleone si compone essenzialmente di un nucleo antico, accessibile dalla strada di crinale che lo attraversa, e di alcuni rioni costruiti lungo le vie di collegamento territoriale. Il sito su cui insiste il plesso scolastico comunale è collocato sul bordo del centro urbano e si configura come uno spalto affacciato verso la valle sottostante. Il progetto dell’edificio adibito a scuola materna, elementare e media, si fonda sullo studio delle relazioni tra le piazze centrali della città e l’area d’intervento, partendo dal presupposto che la scelta tipologica e il rapporto con il suolo siano i cardini su cui incentrare la costruzione appropriata del luogo.

Il centro della composizione si definisce nella terrazza rivolta a valle: un piano posto in continuità con la strada che conduce a piazza Municipio attraverso la spaccatura del muro di pietra, elemento primario dell’architettura ideata. Tale muro, conformato a L e orientato sugli assi cardinali, si incide nel suolo e stabilisce le misure architettoniche, regolando il sistema della distribuzione attraverso corridori rettilinei sovrapposti, connessi in verticale da una torre ascensore e da scale situate alle estremità. I corpi di fabbrica si affiancano al muro stesso, delimitando lo spazio pubblico conchiuso dalla piazza pensile, che risulta aperta solo sul lato est, verso valle, mentre i lati nord e sud sono caratterizzati da cor-

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PUGLIA

pi di fabbrica entro i quali lo spazio aperto si dilata, trovando ambiti protetti dal sole e dai venti di nord. Il piano della piazza ripara l’aula civica sottostante che, a sua volta, appoggia sulla linea basamentale dell’edificio. Al di sopra di questa, la costruzione si eleva su tre livelli, come una sorta di castello edificato per pezzi aderenti al muro in pietra. Il basamento, nel quale sono collocati i locali destinati alla Protezione Civile, affonda nel suolo risultando abitabile e aperto verso l’esterno in corrispondenza

Nei disegni, la pianta del complesso scolastico di Monteleone di Puglia, un prospetto e la sezione dell’edificio (disegni ©Angelo Torricelli). Nelle foto la vista della scuola da est e il dettaglio della facciata del fronte sud (foto ©Marco Introini).

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Angelo Torricelli Architetto e professore ordinario di Composizione architettonica. Dal 2008 al 2015 è stato preside della scuola di Architettura civile del Politecnico di Milano. Ha pubblicato numerosi libri e saggi, tra i quali il recente Angelo Torricelli. Architettura in Capitanata (Il Poligrafo, 2014), e collaborato con le principali riviste di architettura. Dal 2008 dirige Architettura Civile. É autore di numerosi progetti per concorsi e incarichi pubblici e privati. In Puglia ha realizzato opere pubbliche e progettato interventi a scala urbana. Ha ricevuto menzioni in concorsi internazionali. Il suo lavoro ha ottenuto riconoscimenti e premi tra i quali la selezione per la Mostra internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia nel 2006 e il premio speciale Architettura in Capitanata (2010). www.torricelliassociati.it

del piano terrazzato più basso. I diversi livelli, corrispondenti ai piani di posa fondamentali, sono raccordati da una rampa carrabile e da percorsi pedonali articolati in un sistema di scale e gradinate connesse al sistema di distribuzione interna. I corpi principali, che ospitano le scuole materna, primaria e secondaria, si incontrano nella zona di ingresso. Le quote dei terrazzamenti, della piazza e del giardino sono collegate da una scala contenuta entro il volume elementare del coperto, che delimita e protegge il lato nord della piazza stessa.

La destinazione a edificio strategico ha comportato lo studio di soluzioni tecniche appropriate secondo i principi dello sviluppo sostenibile e della protezione antisismica, in particolare con la scelta di sezionare l’edificio in due sottostrutture indipendenti – una fondata nel suolo, l’altra in elevazione – separate tra loro da isolatori sismici

SCHEDA Realizzazione Plesso scolastico Località Monteleone di Puglia, Foggia Committente Comune di Monteleone di Puglia Cronologia 2006 - 2009 Progetto architettonico Torricelli Associati (Angelo Torricelli, Mariateresa Rampi, Carlotta Torricelli)

Collaboratori Gerardo Amato, Daniele Consonni Giovanni Maggioni, Sara Riboldi, Silvio Terzi.

Progetto Strutturale Nicola Rizzo, Mario Rossi Brunori

Progetto impiantistico Glauco Caldara, Vincenzo Marinaro

Nelle foto, in alto, la vista dell’edificio da nord est; accanto e sotto, particolari della zona denominata “coperto” (foto ©Marco Introini).

Consulenza Geologica Matteo di Carlo Coordinamento Donato Calice Impresa costruttrice Cadinvest Superficie del lotto 28.623 mq Superficie abitabile 3.430 mq Volume complessivo 134.500 mc Costo dell’opera euro 3.350.000

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LUNGOMARE ESERCITO ITALIANO, GIOVINAZZO, BARI

Tre piazze sul mare RIQUALIFICAZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO COME STRUMENTO DI RIGENERAZIONE URBANA. PREMIO URBANISTICA 2016 A URBANPROMO, IL RIDISEGNO DEL WATERFRONT FA PARTE DI UN PIÙ AMPIO PROGETTO – LA GREENWAY – MESSO IN CAMPO DAL COMUNE BARESE PER RECUPERARE LA BELLEZZA PAESAGGISTICA DEL LUOGO DOPO DECENNI DI ATTIVITÀ INDUSTRIALI

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Giovinazzo, comune a nord di Bari, ha da poco concluso un’operazione di ridisegno del suo lungomare, con la pedonalizzazione di alcuni percorsi e la costruzione di una serie di piazze lungo il tracciato più suggestivo, quello tra la Capitaneria e il basamento di Palazzo Ducale. Il progetto, iniziato nel 2014, è stato realizzato dagli architetti Mario Ferrari, di Ferrari Architetti di Bari, e Michele Sgobba di Alberobello. I nuovi percorsi pedonali si concludono in tre differenti luoghi: la Piazza, il Lido e il

Teatro, i primi due aventi identica forma e dimensione. Il primo dei tre luoghi è stato ottenuto allontanando dal mare i percorsi carrabili e segnando questo nuovo margine con panche in pietra, munite alla base di sistemi di illuminazione e di apparecchi illuminanti di altezza contenuta, utilizzando l’edificio della Capitaneria di porto (in pietra bianca come le mura) e la creazione di un filare di alberi per definire i due restanti lati ortogonali della piazza. Il filare, allineato alle mura, è stato intervallato da una illu-


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Mario e Carlo Ferrari, Ferrari Architetti

Michele Sgobba

Mario Ferrari si laurea in architettura nel 1992 all’università di Roma. Con il padre Carlo è titolare dello studio Ferrari Architetti di Bari, all’interno del quale si occupa dei temi dello spazio pubblico e dell’abitare. È specializzato nella progettazione di opere pubbliche complesse. Intensa la sua attività legata ai concorsi di architettura internazionali e numerose le realizzazioni in ambito nazionale. Ha redatto i piani regolatori di Lavello, Castellaneta, Palo del Colle, Melito di Porto Salvo e progettato numerosi piani attuativi. Attualmente sta lavorando alla realizzazione dei nuovi dipartimenti di Chimica e Astronomia dell’università Alma Mater di Bologna. È anche consulente per il progetto della nuova stazione della metropolitana di Liverpool Street a Londra.

Nel 1979 si laurea allo Iuav di Venezia. Dal 1980 si occupa di architettura, ingegneria edile e urbanistica. È esperto di pianificazione strategica del territorio. Svolge consulenza a operatori pubblici e privati per l’attivazione di processi di trasformazione e sviluppo socioeconomico del territorio. Ha lavorato a contratti di quartiere di diversi comuni (Campobasso, Ruvo di Puglia, Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Barletta) e dei Programmi integrati di riqualificazione delle periferie di Candela, Casamassima, Conversano, Corato, Deliceto, Foggia e di molti altri comuni pugliesi. Sgobba è anche presidente della società di ingegneria Finepro Srl.

www.ferrariarchitetti.com

minazione adatta allo spazio pedonale e da panchine per la sosta all’ombra. Una serie di sottili linee di pietra (10 centimetri di spessore con un passo di cinque metri) disegna questo spazio, collegando gli alberi con le panchine e il parapetto. Lo spazio compreso tra i ricorsi in pietra viene pavimentato con cromofibra colorata. La piazza pedonale immette nel tratto di lungomare posto sotto le mura, segnato trasversalmente da una serie di ricorsi in pietra che, con passo di circa sei metri e uno spessore di 50 centimetri, delimitano le aree pavimentate sempre per mezzo della cromofibra. Questo percorso conduce al Lido, un spazio formato dall’arretramento degli attuali parapetti: una modifica che ha permesso di ampliare lo spazio per la balneazione

Nelle foto e nei disegni, il lungomare di Giovinazzo dopo l’intervento di riqualificazione di alcuni percorsi pedonali e di realizzazione di alcune piazze. Il progetto è di Mario Ferrari e Michele Sgobba (foto ©Angelo Stanisci).

di un fronte di circa 110 metri e una superficie attrezzata di oltre 500 metri quadrati. A valle della strada e a un livello inferiore, per permettere di raggiungere il mare oltre la linea dell’impervia scogliera frangiflutti, sono state realizzate delle ampie banchine attrezzate con passerelle e scalette. La disposizione dei nuovi parapetti offre tre diversi punti di accesso all’area di balneazione, evitando, con la sovrapposizione delle pareti contenenti le scale, che il mare possa penetrare facilmente sulla passeggiata pedonale, durante le burrasche. Oltre questo spazio, il percorso del lungomare cambia carattere: il muro di parapetto viene infatti sostituito con un margine di maggiore altezza formato dalle opere marittime del molo foraneo e della sua prosecuzione. Il muro frangiflutti si alza a circa due metri di

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SCHEDA Realizzazione Riqualificazione dei percorsi del lungomare della città Località Giovinazzo, Bari Committente Comune di Giovinazzo Progettazione e direzione lavori Mario Ferrari (Ferrari Architetti) e Michele Sgobba

Impresa di costruzioni EC Group Costruzioni Importo dei lavori 1.760.000 di euro Cronologia 2014-2017

quota per entrambi i lati, prosegue, di fronte al prospetto del Palazzo Marchesale, con un muro di calcestruzzo di circa un metro di altezza, difeso a valle da massi ciclopici, sostituiti, sotto il volume della Vedetta del Mediterraneo, da più efficienti tetrapodi, entrambi con altezze spesso maggiori del muro di bordo. L’area è caratterizzata da alte pareti in pietra bianca che la delimitano: quella del Palazzo Ducale, segnata dal lungo balcone, del quale sono presenti tutti gli appoggi e quella dell’ex Forte Aragonese, lunga 21 metri, completamente priva di aperture; si innalza al suo termine verso il mare con il sovrastante edificio della Vedetta del Mediterraneo. Tale spazio, di forma e dimensione analoga a quello della Capitaneria di Porto, è stato attrezzato con una serie di sedute, orientate verso il muro più corto, disposte su undici fi le parallele, separate in tre settori di cinque metri di ampiezza, l’ultimo tagliato dal muro frangiflutti che ne riduce progressivamente l’ampiezza. Con uno spessore di 50 centimetri è possibile garantire la seduta a circa 180 persone. La distanza lasciata tra le sedute le configura come una attrezzatura fissa, che caratterizza questa piazza e che conclude a ovest il percorso pedonale del lungomare Esercito Italiano. Questo è il terzo spazio pubblico: il Teatro

Nei disegni (pianta e prospetti), la passerella di collegamento tra le diverse parti del lungomare.

Nella planimetria, le diverse zone di intervento del progetto. I percorsi danno origine a tre differenti luoghi: la Piazza, il Lido e il Teatro. Nella foto, la passerella di collegamento verso il Lido (foto ©Angelo Stanisci).

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acqua

TuTTe le forme Dell'

dal 1980 piscine ® e wellness blue pool

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Graziana Calabrese È interior e product designer. Pugliese di nascita, ha studiato architettura a Firenze e collabora a progetti di luxury retail, hotellerie, residenze high-end per committenti stranieri. Ha seguito progetti internazionali per Ferragamo, Antinori, Gucci, Ritz Carlton. Dal 2016 ha base a Milano e segue come art director una catena di ristoranti di cucina pugliese con aperture a New York, Londra e Milano. Ha realizzato il nuovo concept store per Pasquale Bruni jewels a Singapore e in Italia una linea di arredi in pietra decorata presentati al Salone del Mobile di Milano del 2017, vincendo il concorso Puglia crossing identities organizzato da Regione Puglia. Per il fuorisalone 2017 ha organizzato anche l’allestimento personale Amazing cliché sulle tendenze stereotipate del design reinterpretate in maniera irriverente con uno stile originale. Progetta gli interni per l’albergo diffuso Sweet Inn a Milano. Lavora inoltre come project manager di retail per una holding internazionale di abbigliamento e accessori di lusso.

NA

Sopra e a lato, una serie di complementi di arredo e accessori della linea T’intreccio, ideata da Graziana Calabrese.

60 A struttura ferro brunito

3

3,5

www.grazianacalabrese.com

viti a vista in ferro nero

de sc

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schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

dettaglio B

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struttura ferro brunito

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ESECUTIVO POLTRONA scala 1:20

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dettaglio B scala 1:5

viti a vista in ferro nero

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schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

impiallacciatura 0,1cm pannello in mdf 0,6cm impiallacciatura pannello esterno0,1cm in pietra 1,8cm 60 pannello in mdf 0,6cm telaio in ferro pannello esterno in pietra 1,8cm Agommino brunito 3cmx1cm h antigraffio telaio in ferro gommino brunito 3cmx1cm h

3

struttura ferro brunito

antigraffio

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retro retro

Nei disegni di Graziana Calabrese alcuni particolari della poltrona Spiga: il concept si basa sulla trama dei cesti impagliati che scalfisce la pietra pugliese.

3

A' 66

3 schienale e seduta A' in legno impiallacciato66 noce canaletto

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retro

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A

schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

struttura ferro brunito 33

3

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viti a vista in ferro nero

schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

fronte

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dettaglio B scala 1:5

cuscinature con piping esterno

dettaglio B scala 1:5

fronte

fronte

viti a vista struttura ferro brunito in ferro nero struttura ferro brunito

3,5

3 pannello esterno in pietra 1,8cm struttura telaio in ferro

ferro brunito

gommino brunito 3cmx1cm h antigraffio

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retro

telaio in ferro brunito 3cmx1cm h cuscinature gommino con piping esterno antigraffio

retro

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pannello interno con finitura impiallacciato noce canaletto

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3 schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

fianco destro e sinistro 71

1

fianco destro e sinistro fianco destro e sinistro

struttura ferro brunito

cuscinature con piping esterno

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struttura ferro brunito

struttura ferro brunito

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struttura ferro brunito

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sezione A-A'

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pietra incisa

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pannello esterno in pietra 1,8cm

struttura ferro brunito A' 66

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pietra incisa

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schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

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dettaglio B

cuscinature con piping esterno impiallacciatura 0,1cm struttura pannello in mdfferro 0,6cm brunito

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struttura ferro brunito

schienale e seduta in legno impiallacciato

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ruttura erro brunito

viti a vista in ferro nero

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dettaglio B

sterno

cuscinature con piping esterno

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noce canaletto schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

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schienale e seduta struttura dettaglio in brunito legnoBimpiallacciato ferro scala 1:5

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viti a vista in ferro nero

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struttura ferro brunito

sterno

ruttura erro brunito

schienale e seduta in legno impiallacciato noce canaletto

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ESECUTIVO POLTRONA scala 1:20

sezione A-A’


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DECORAZIONE E RIVESTIMENTO IN STILE PUGLIESE

La poltrona comoda e di design LA PIETRA PUGLIESE E L’ARTIGIANATO DELLA PAGLIA HANNO UN DENOMINATORE COMUNE: LA TERRA DI PROVENIENZA. DALL’INCONTRO DI QUESTE DUE IDENTITÀ NASCE SPIGA, UNA POLTRONA CHE FA PARTE DI UNA LINEA DI ARREDO. L’IDEA PROGETTUALE È DI GRAZIANA CALABRESE, INTERIOR E PRODUCT DESIGNER Spiga, disegnata da Graziana Calabrase, interior e product designer pugliese con base a Milano, è una poltrona che fa parte di una linea di arredi e accessori che prende il nome di T’intreccio. Il concept si basa sulla trama di un cestino che scalfisce la pietra pugliese: è l’incontro di due identità con caratteristiche molto diverse, la pietra e l’artigianato della paglia, che hanno in comune le stesse origini, la Puglia. L’idea nasce dalla volontà di rinnovare l’immagine troppo austera della pietra tradizionale, relegata unicamente al ruolo di finitura di pavimenti o pareti, realizzando sulla superficie una texture che ne cambia l’aspetto e la rende ornamento per qualsiasi tipo di arredo o accessorio. Ne deriva un

nuovo modo di progettare con la pietra, donandole una connotazione contemporanea, elegante e di design. La pietra pugliese di colore beige, porosa e facile da lavorare, viene quindi incisa e intagliata in modo da far emergere la texture dell’intreccio che diventa una decorazione superficiale. Questo nuovo aspetto della lastra la rende decorativa, più sfruttabile e applicabile su qualsiasi superficie. Può essere utilizzata come rivestimento di lampade e tavoli; interessante è anche l’abbinamento con l’arredo bagno: ad esempio, può diventare il rivestimento esterno di vasche da bagno o di mobili lavabo, addirittura può essere applicata come decorazione di strutture per imbottiti, poltrone e divani, rendendo ancora più innovativo l’utilizzo di questo materiale. T’intreccio è quindi la storia di un amore tra la trama ondeggiante e la pietra dura, che insieme creano un nuovo modo di essere decorazione e rivestimento in stile pugliese. La poltrona Spiga è l’esempio di come si possa conciliare l’incontro tra la dura pietra e la poltrona, oggetto di relax per eccellenza. Siamo di fronte a un utilizzo di materiali tradizionali e preziosi resi in

forma leggera, elegante e dal gusto contemporaneo. È realizzata con struttura in ferro brunito, rivestimento interno in noce canaletto, cuscini in pelle, rivestimento dei fianchi in pietra leccese intagliata con texture spigata. Spiga diventa così un oggetto unico, elegante e dal design leggero. La poltrona è stata selezionata e presentata al Salone del Mobile 2017 nell’esposizione Puglia Crossing Identities, promossa dalla regione Puglia, in collaborazione con Adi, l’Associazione per il disegno industriale (sezione Puglia e Basilicata), Politecnico di Bari e i distretti produttivi Puglia Creativa e Legno Arredo Pugliese

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STUDENT CENTER, POLITECNICO DI BARI

Nuova identità

POLIBA ELEMENTS È IL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE DEGLI SPAZI APERTI E DEI SERVIZI AGLI STUDENTI DEL CAMPUS UNIVERSITARIO DELLA CITTÀ PUGLIESE. LO STUDENT CENTER È IL PRIMO INTERVENTO REALIZZATO. IL PROGETTO È DELL’ARCHITETTO LORENZO NETTI DI BARI Il nuovo Student center, progettato dall’architetto Lorenzo Netti di Bari, è inserito nel complesso edilizio delle attività didattiche e di ricerca del Politecnico del capoluogo pugliese, all’interno del campus universitario della città. Si tratta del primo intervento di un articolato programma di riqualificazione degli spazi aperti e dei servizi agli studenti denominato Poliba Elements. Lo Student Center è il primo dei tasselli del programma ad essere realizzato (la sistemazione delle superfici di pavimentazione, la realizzazione di nuovi bar, di un infopoint e del flagstore per il merchandising sono inve[ 118 ]

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ce in fase di progettazione esecutiva). Ospita servizi essenziali per gli utenti del campus come l’ambulatorio di primo soccorso al piano terra, un ampio spazio per lo studio collettivo al primo piano e due aule più piccole al secondo, in aderenza al fabbricato denominato Grandi Aule, costruito negli anni Ottanta a completamento degli edifici della facoltà di ingegneria. La collocazione di questi nuovi ambienti non ha prodotto ulteriore superficie coperta, in quanto è stato utilizzato l’involucro dell’edificio esistente e si sono razionalizzati i percorsi in direzione delle aule. In previsione di


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Nelle foto, lo Student Center del Politecnico di Bari. Il progetto è dell’architetto Lorenzo Netti (foto ©Alberto Muciaccia); a fianco, dal basso, le piante dei piani terra, primo e secondo dell’edificio.

questo intervento, sono stati demoliti alcuni piccoli fabbricati, nati come provvisori e ormai inadeguati e obsoleti. Al piano terra è stato realizzato il nuovo Poliba Health Center, un corpo edilizio sottoportico, indipendente, di circa 100 metri quadrati, con annesso vano tecnico per attrezzature e impianti di sotto centrale occorrenti alla climatizzazione dell’intero edificio. Dotata di due ambienti destinati ad ambulatorio, questa struttura sarà aperta anche per il vicino quartiere di San Marcello. Al primo piano la riorganizzazione dei flussi pedonali verso le aule esistenti ha liberato il ballatoio esterno, di circa 400 metri quadrati di superficie, consentendone la chiusura con pareti vetrate continue; la doppia facciata in doghe di legno poste in verticale o in orizzontale modula l’irraggiamento secondo le

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L’elemento che rende riconoscibile l’edificio è la facciata realizzata in doghe di legno, poste in orizzontale o in verticale secondo le esigenze di illuminazione degli spazi interni (foto ©Alberto Muciaccia).

necessità di illuminazione degli spazi. Al secondo piano la chiusura parziale del ballatoio realizza due aule di circa 250 metri quadrati, arretrate rispetto al filo esterno esistente, e mantiene la percorribilità perimetrale del piano lungo la facciata. Ad ogni piano sono stati ricavati dei blocchi di servizi igienici ottenuti dalla riduzione mirata dei corridoi delle grandi aule. Al primo piano, in testata, sono collocati l’ambiente per le vending machine e, in posizione intermedia e protetta tra gli spazi interni e quelli esterni, uno spazio per i fumatori. La pelle in doghe di legno contribuisce si-

gnificativamente all’identità della nuova architettura dello stesso Politecnico di Bari, offrendo alla principale strada di accesso al campus un rinnovato fronte che distingue il secondo ateneo della città. Alle due estremità del lungo fabbricato destinato agli studenti sono collocati i due nuovi accessi dedicati: la scala principale, coperta dalla rampa esistente tra il primo e il secondo piano, e quella secondaria, nata per assolvere a specifiche funzioni di sicurezza, e che ha assunto un importante ruolo di identificazione in prossimità dell’ingresso principale alla cittadella universitaria

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OFFICINE NATALE Infissi e serramenti per l’architettura Per il Politecnico di Bari Officine Natale ha realizzato e messo in opera gli infissi in acciaio a taglio termico, ad alte prestazioni con vetri basso-emissivi. Dal 1990 l’azienda progetta, produce e commercializza serramenti in alluminio, legno, Pvc, alluminio-legno, acciaio, porte interne e porte blindate, realizzati in una ampia gamma di modelli e con varie possibilità di personalizzazione. Nel corso del tempo si è anche affermata e specializzata nei settori della lavorazione dell’acciaio al carbonio e acciaio inox, della carpenteria metallica, capace di adattarsi alle esigenze

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di committenti e progettisti. Ancor oggi Officine Natale è un’azienda a conduzione familiare, dove passione per il design, l’innovazione tecnologica, sono i cardini sui quali si basa l’attività. L’orientamento alla qualità è dimostrato amche dalle numerose certificazioni: Iso 9001, Uni En ISO 3834 e En 1090.

Officine Natale Srl S.S.100 zona P.I.P. – Lotto 42/31 70010 Sammichele di Bari BA Tel. 080 8917760 amministrazione@officinenatale.com www.officinenatale.com


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Lorenzo Netti Lorenzo Netti si laurea cum laude in Architettura a Firenze. Dopo essere stato professore incaricato di Disegno dell’Architettura e di Disegno Industriale, dal 2008 è docente di Disegno e Composizione architettonica al corso di laurea in Ingegneria Edile-Architettura del Politecnico di Bari. Ha tenuto corsi per l’Accademia di Belle Arti di Bari. Sue opere sono presenti nella collezione di disegni di architettura italiana del Fondo Francesco Moschini (Aam) a Roma. Nel 1998 ha fondato a Bari, con Gloria A. Valente (laurea in architettura a Firenze) lo studio Netti Architetti. www.nettiarchitetti.it

Altro elemento di riconoscibilità dello Student center è la scala di di accesso ai piani superiori (foto ©Alberto Muciaccia).

SCHEDA Realizzazione Student center del campus universitario ‘Quagliariello’ del Politecnico di Bari Località Bari Committente Politecnico di Bari Cronologia 2010 - 2014 Progettazione Lorenzo Netti | Netti Architetti Collaboratori Roberto Carlucci, Graziana A. Cito, Nicola D’Auria, Rossella Ferorelli, Michele Mancini, Andrea Paone, Maria Piepoli, Michelangelo Pinto, Maria L. Sasso, Marianna Volsa, Giuseppe Volpe

Progettazione esecutiva Arcangelo Santamato Progettazione impiantistica Ing. Vittorio Tubito Consulenza strutturale Sergio Castellano Coordinamento e direzione lavori Francesco P. De Mattia

General Contractor Simet SpA Impresa di costruzione Simet SpA Infissi e serramenti Officine Natale Srl

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SIMET L’impiantistica, anima dell’architettura Simet, che in questo contesto ha operato in qualità di General Contractor, è impegnata nell’offrire ai committenti la propria competenza e professionalità nella progettazione, installazione e manutenzione e degli impianti tecnologici di natura direzionale, commerciale e industriale. Oggi, grazie a un’esperienza pluridecennale, la struttura imprenditoriale di Simet si pone a livello delle più qualificate imprese di settore, avendo realizzato e continuando a progettare e realizzare importanti opere anche nel campo dell’efficientamento

energetico e delle nuove costruzioni ‘chiavi in mano’. In tale ambito tra le opere più rappresentative rientra il nuovo Student Center realizzato nel Politecnico di Bari, divenuto vero e proprio elemento identificativo dell’Istituto.

Simet SpA

Società Impianti Meccanici Elettrici Tecnologici Via Turati, 40 − 20121 Milano Viale Pasteur, 31 – 70124 Bari Tel. 080 5610671 info@simet-spa.com | www.simet-spa.com

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CASA D’ABITAZIONE, BITRITTO, BARI

La qualità dell’urbano NEL CENTRO ABITATO DELLA CITTADINA UN EDIFICIO DEGLI ANNI SESSANTA CAMBIA FISIONOMIA E RITROVA QUALITÀ ARCHITETTONICA CON INTERVENTI DI SEMPLIFICAZIONE E SOTTRAZIONE EDILIZIA. PROGETTO DI MORAMARCO+VENTRELLA ARCHITETTI

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L’edificio ristrutturato grazie al lavoro di moramarco+ventrella architetti si trova nei pressi della piazza principale di Bitritto, un comune a pochi chilometri da Bari e dal mare. Siamo dentro il tessuto urbano della città, in un lotto angolare, con la presenza di edifici molto diversi tra loro per qualità edilizia e periodo di edificazione. La costruzione precedente, posta su un incrocio viario e con prospetti a schema elementare, era contrassegnata, lungo il primo piano e in relazione alla terrazza in copertura, dalla presenza di balconi che correvano sulle due facciate perimetrali. L’immobile – che conteneva più alloggi – si presentava come uno dei numerosi episodi edilizi privi di significato realizzati alla fine degli anni Sessanta. La richiesta della committenza era quella di trasformarlo in residenza unifamiliare. Confermando il perimetro dell’edificio, il progetto radicalizza idee di semplificazione e linearità nell’identificare il volume edilizio e nella declinazione dei prospetti, rinunciando in primo luogo ai balconi per un maggior rigore architettonico. Elemento cardine del progetto è il ripensamento dei

rapporti che potevano intercorrere tra l’edificio e l’intorno, la nuova vita cui erano destinati gli ambienti interni e le conseguenti relazioni di questi con il contesto, secondo una nuova unitarietà volumetrica, ottenuta con radicali interventi di demolizione e successive parziali ricostruzioni. Il progetto prevede una zona giorno al piano terra, una zona notte al primo e uno studio al livello superiore, piano in cui si genera la relazione più forte con lo spazio aperto grazie alla presenza di un ampio terrazzo. Fondamentale è risultata la risoluzione del rapporto con la strada e con la luce. Se infatti era necessario isolarsi dal piano stradale per ragioni di privacy, era altrettanto importante illuminare gli spazi interni con luce naturale. Il progetto ha così previsto di sollevarsi dalla quota zero: la facciata a est è oggi completamente cieca nella parte del basamento, mentre quella a sud è stata arretrata e diaframmata con un brise-soleil, illuminando l’interno e dotando lo spazio di una piccola pertinenza verde. Nel processo di demolizione e ricostruzione la configurazione della scala ha svolto un ruolo fondamentale: il vano scala, total-


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moramarco+ventrella architetti Moramarco e Ventrella iniziano a lavorare insieme nel 2002, proseguendo un sodalizio formatosi alla facoltà di architettura di Bari. Nel 2007 a Bari fondano lo studio associato di progettazione che opera prevalentemente nel settore residenziale con progetti e interventi di ristrutturazione, recupero e riuso prestando attenzione all’innovazione tecnologica e all’evoluzione tipologica. La loro ricerca trova applicazione nell’architettura degli interni. Partecipano a numerosi concorsi di progettazione. Nel 2017, lo studio si classifica al primo posto nel concorso indetto per la riqualificazione di Villa Garibaldi a Conversano; nel 2016 al secondo posto nel concorso internazionale per la progettazione di una nuova ala del museo di Lima dedicata all’arte contemporanea; sempre nel 2016 vincono il primo premio del concorso per la progettazione di un ponte ciclopedonale alla foce del fiume Vomano a Teramo. Ancora nel 2016 lo studio è secondo classificato nel concorso di progettazione per il recupero funzionale e di valorizzazione del Teatro Margherita di Bari. Lo studio svolge la propria attività soprattutto in Italia con collaborazioni in Svezia e Spagna. www.moramarcoventrella.it

Nelle due pagine, i nuovi prospetti della casa d’abitazione ristrutturata a Bitritto dallo studio moramarco+ventrella architetti. A lato, le sezioni dell’edificio (foto ©Pasquale Boezio).

mente trasformato da struttura in cemento armato a elemento in acciaio e legno, leggera e sospesa, è diventato un camino di luce, che dalle ampie aperture all’ultimo piano raggiunge la zona giorno inferiore illuminando tutto l’interno. Le demolizioni hanno interessato anche le solette dei balconi che avvolgevano l’im-

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mobile ai piani superiori, emblema della speculazione e di un modo di costruire fatto di aggiunte prive di ragion d’essere, al più generate da una mera esigenza funzionale. I balconi sono stati eliminati e sostituiti da bow-windows realizzati in acciaio zincato verniciato che, da un lato, hanno creato una soluzione per sottrazione di elementi e, dall’altro, portato ulteriore luce naturale all’interno (regolata da un sistema oscurante ad anta scorrevole in multistrato e tenda a rullo interna)

SCHEDA Realizzazione Casa CS Località Bitritto, Bari Cliente Privato Progetto architettonico moramarco+ventrella architetti

Progetto delle strutture G. Pantaleo Progetto degli impianti M. D’Eligio Consulenza A. Esposito (progetto preliminare) Collaboratori A. Berardi, A. Carannante Impresa di costruzioni Aresta Costruzioni Impianti elettrici Garofoli Spa Superficie di intervento 300 mq Importo lavori 350mila euro

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GAROFOLI Energia, illuminotecnica, automazione e sicurezza Garofoli spa è un’azienda che opera nel settore del materiale elettrico, nata nel 1998 dall’esperienza ventennale della ditta Forniture Elettriche S.a.s. del fondatore Franco Garofoli. Presente tra Puglia, Basilicata e Calabria con 11 punti vendita e 4 uffici commerciali, l’azienda, partita da Palo del Colle, è in costante espansione e rappresenta un punto di riferimento per architetti, ingegneri e installatori grazie alla sua costante attenzione verso l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, implementati da un settore dell’azienda interamente dedicato. Forte di un organico altamente specializzato, Garofoli Spa offre soluzioni di consulenza, tecniche e di fornitura in tutte le aree del comparto energetico: rinnovabili e fotovoltaico, illuminotecnica, materiale elettrico, antennistica tv, bassa/media tensione, automazione e domotica, condizionamento, sicurezza, cablaggio strutturato e termoidraulica.

Garofoli Spa

S.P. Palo-Binetto Za - 70027 Paolo del Colle BA Tel. 080 9145300 info@garofolispa.eu | www.garofolispa.eu

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Il vano scala è stato totalmente trasformato ed è diventato un camino di luce: da cemento armato a struttura in acciaio e legno (foto ©Pasquale Boezio). Nei disegni, le piante e l’esploso del tre livelli dell’edificio.


PUGLIA

(dp)a Studio Studio fondato da Domenico Pastore nel 2010 con sede a Bari. Opera nei settori della progettazione architettonica, della ricerca e dell’editoria. Nel 2014 ha vinto il premio Architettura e cultura urbana di Camerino e il premio per il miglior architetto giovane del concorso In/Arch Puglia. Lo scorso anno ha curato per la Fab Gallery di Tirana una ricerca visiva, denominata Evoked, sulle costruzioni informali albanesi. www.dpastudio.it

CASA D’ABITAZIONE, SAMMICHELE DI BARI

Nuova vita in centro UN CASO ESEMPLARE DI RISANAMENTO EDILIZIO CHE HA RIQUALIFICATO UNA PORZIONE DI ISOLATO NEL CENTRO STORICO DEL PAESE. ATTENZIONE ALL’AMBIENTE E ALL’EFFICIENZA ENERGETICA GLI ALTRI PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO DI DOMENICO PASTORE

SCHEDA Località Sammichele di Bari Progettista (dp)a Studio di Domenico Pastore Team di progettazione Davide Bertugno Luca Bifone, Marilena Cici, Eliana De Candia Tiziano De Venuto, Francesca Oliva Giuseppe Resta e Antonia Volpone

Progetto strutturale Francesco Musceo e Gaetano Longo

Progetto energetico Domenico Donvito Direzione lavori Domenico Pastore Cronologia 2008 - 2016 Impresa di costruzioni Basco

La pianta del piano terra

Un intervento di sostituzione edilizia con la demolizione totale di due edifici a un piano, disposti all’interno di un lotto chiuso su tre lati, e la costruzione di un nuovo fabbricato su tre livelli. «Si è trattato – spiega il progettista Domenico Pastore – di un’operazione di risanamento di una condizione urbana fortemente alterata, esito di una stratificazione incongrua avvenuta nel corso degli anni, attraverso la giustapposizione di ambienti di diversa forma e ristabilendo una nuova consonanza con le preesistenze». Il progetto si è sviluppato attraverso azioni elementari che configurano e organizzano il disegno dell’abitazione e sono anche strumenti di controllo formale a garanzia della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica. Tra queste azioni meritano di essere citate la determinazione della sagoma del lotto come risultato della demolizione dell’esistente, la

La pianta del piano primo

delimitazione dello spazio privato rispetto all’intorno, l’introduzione di un diaframma che stabilisce l’interno dell’abitazione rispetto all’esterno, l’inserimento di un patio come sorgente di luce ed elemento per la ventilazione e la circolazione dell’aria, il volume compatto che si appoggia al recinto esistente e si protende con la loggia in avanti e, infine, la terrazza al piano di copertura. La distribuzione planimetrica è ripartita in tre fasce trasversali: la zona giorno e lo studio, collocati al piano terra e schermati rispetto al fronte strada dal recinto che garantisce la dimensione privata dello spazio aperto; un disimpegno, la sequenza cucina, pozzo luce, bagno e scala. Il piano superiore ripropone la stessa suddivisione con due bagni e le tre camere da letto ombreggiate e protette dal fronte strada verso cui affacciano da una loggia continua

La casa d’abitazione di Sammichele di Bari progettata dall’architetto Domenico Pastore di (dp)a Studio di Bari. L’intervento ha previsto la demolizione di due edifici esistenti e la loro sostituzione con un nuovo fabbricato su tre livelli.

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RESIDENZA PRIVATA, MOLA DI BARI

Spazi di transizione

DA VECCHIO MAGAZZINO AD ABITAZIONE: UN’ARCHITETTURA CONTENUTA NELLE DIMENSIONI MA SIGNIFICATIVA DAL PUNTO DI VISTA COMPOSITIVO NELLA ZONA RESIDENZIALE DEL PICCOLO CENTRO PUGLIESE. UNA REALIZZAZIONE CHE PORTA LA FIRMA DELLO STUDIO BDF DI BARI

Si chiama Casa C. È un’abitazione indipendente risultato della trasformazione di un vecchio deposito situato nella zona residenziale di Mola di Bari, piccolo centro a sud del capoluogo pugliese, lungo il litorale adriatico. La realizzazione, conclusa qualche tempo fa, è frutto delle idee del gruppo di progettazione Bdf Architetti, uno studio di architettura di Bari formato da Vincenzo Bagnato, Pasquale De Nicolo e Massimiliano Fiore. Si tratta di una opera contenuta dal punto di vista dimensionale: due piani fuori terra, sette metri di altezza, circa mille metri cubi di volumetria, duecento metri quadrati di superficie coperta. [ 126 ]

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Il progetto ha concepito due volumi, contenenti rispettivamente la zona notte e quella a giorno, quest’ultima a doppia altezza. I volumi sono realizzati con intonaco bianco: uno dei due è rivestito da un involucro ligneo orizzontale; entrambi sono appoggiati a un muro di cemento che distingue l’ampiezza della casa dal giardino. Il progetto ha lavorato sul rapporto tra costruzione e recinto, attraverso la codificazione del muro come elemento di ordinamento dello spazio. Un muro massivo, in bilico tra la sua natura di elemento continuo e di sistema di setti indipendenti, che divide l’ambito della casa da quello del patio antistante.


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Bdfarchitetti Bdfarchitetti è uno studio di progettazione e design fondato a Bari nel 2004. Lo studio è formato da Vincenzo Paolo Bagnato, Pasquale Alessio De Nicolo, Massimiliano Fiore e da un team multidisciplinare di partner e collaboratori esterni. Lo studio indirizza la sua attività e i suoi interessi progettuali prevalentemente verso i temi della costruzione, dello spazio pubblico urbano e dell’interior design attraverso la partecipazione a concorsi nazionali ed internazionali. I lavori di bdfarchitetti, che hanno ottenuto riconoscimenti al Premio Inarch/Ance 2014, al Premio Apulia 2012 e 2011, al Pugliarch 2012 e al GiArch 2011, sono stati pubblicati su riviste nazionali e internazionali ed esposti e presentati nell’ambito del circuito GiArch, al Maxxi di Roma, alla XIII Biennale di Venezia e all’Expo Shanghai 2010. www.bdfarchitetti.it

Tutti gli elementi della costruzione sono progettati a partire da un modulo di un metro, sia in pianta che in sezione, derivato dal modulo base di 25 cm della pietra di tufo. Casa C ha ricevuto segnalazioni e menzioni ai premi In/Arch-Ance Puglia del 2014 e Apulia e Pugliarch del 2012

Disegni e immagini di Casa C a Mola di Bari. Il progetto è dello studio di architettura Bdf Architetti (foto ©Michele Cera).

SCHEDA Realizzazione Casa C Località Mola di Bari, Bari Progettazione architettonica Bdf Architetti (Vincenzo Bagnato, Pasquale De Nicolo, Massimiliano Fiore) Progettazione delle strutture R. Cardascio Impresa di costruzioni Costruzioni&Ingegneria Arredi interni Lady Cucine Dimensioni 196 mq (superficie coperta), 605 mq (superficie scoperta), 980 mc Importo dei lavori 350 mila euro

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LADY CUCINE

Spazio di cucina su misura Il progetto personalizzato e sartoriale della cucina, raccolta e attrezzata, è in sintonia con il progetto architettonico complessivo. L’ambiente riprende la forma del progetto della casa: aperta, luminosa, lineare, con il bianco protagonista, segno di sobrietà ed eleganza. Nella sua rigorosità della laccatura lucida, si inserisce il top, di colore grigio, come elemento di continuità della parete. Le ante e i sistemi di apertura della cucina formano blocchi monolitici, unici

nelle dimensioni e nelle proporzioni. I pensili sovrapposti creano forme geometriche, rendendo dinamica la composizione. La penisola, adagiandosi sotto la scala e seguendone il suo andamento, cerca un graduale passaggio con la zona relax.

Lady Cucine S.S. 99, km 11,200 - 75100 Altamura MT Tel. 0835 2682 www.ladycucine.com

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RIUSO A CASTELLANA GROTTE, BARI

I trulli del benessere UN INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI UN COMPLESSO AGRICOLO DEL CINQUECENTO UTILIZZA MATERIALI NATURALI E SOLUZIONI CONTEMPORANEE, RISPETTOSE DELLA STORIA NELLA MODERNITÀ. ANCHE PER L’OUTDOOR

La ristrutturazione ha messo in evidenza le forme originarie del complesso di trulli di Castellana Grotte, utilizzando materiali tradizionali locali (foto courtesy plasticWood).

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A Castellana Grotte, comune di ventimila abitanti a sud di Bari, all’interno di un paesaggio naturale, sorge da alcuni secoli un’unità di trulli, i cosiddetti Trulli del benessere. Si tratta di un struttura che risale al Cinquecento, abitata fino al secondo dopoguerra e poi per diversi anni abbandonata. La ristrutturazione del complesso agricolo è stata improntata al mantenimento delle preesistenze del passato, nelle loro forme originarie.

È una tipica abitazione contadina della Puglia, con pietre posate a secco. La ristrutturazione, nel rispetto del passato, propone soluzioni attuali, in cui il moderno e l’antico, il passato e il futuro, la semplicità e l’eleganza si fondono in un unico progetto che riflette il made in Italy. La struttura dispone di soggiorno, cucina, un’ampia camera matrimoniale con camino e accesso indipendente all’esterno. Allo stesso piano è presente un bagno con doccia (un altro bagno con doccia è nei pressi della scala). La proprietà comprende una terza camera da letto con bagno privato. I materiali utilizzati sono quelli tradizionali e del luogo: la pietra, l’argilla e il legno. Grazie alla struttura conica in pietra a secco, la temperatura media naturale all’interno varia tra 18 e 23 gradi centigradi. In linea con il carattere della ristrutturazione, la soluzione utilizzata per la realizzazione del dehor si adatta bene al nuovo contesto abitativo. I profili in Wpc (wood plastic composite) sono dell’azienda veronese pla-


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SCHEDA Realizzazione Trulli del Benessere Località Castellana Grotte, Bari Intervento Riuso di un complesso agricolo Progettazione Remo di Carlo Fornitori PlasticWood.it (dehor)

sticWood (modello centorighe, di 200 mm per 21, di colore acero) realizzati con uno speciale compound a base di polietilene, miscelato a farina di legno, additivato con sostanze che proteggono dai raggi ultravioletti e resistono alle muffe e alla corrosione salina. Si adattano con eleganza a qualsiasi stile architettonico, sono un prodotto versatile sia dal punto di vista tecnico che cromatico. Personalizzazione e unicità sono le caratteristiche chiave che consentono ad architetti e progettisti di giocare con forme e colori per esprimere al meglio la propria creatività, anche grazie alle diverse tonalità cromatiche disponibili. I prodotti plasticWood hanno un limitato valore di assorbimento dell’acqua e presentano finiture antiscivolo (R10 o R11) essenziali per il decking. Riciclabili al 100% e riutilizzabili al termine del loro ciclo di vita, sono un’alternativa al legno naturale da utilizzare per esterni, riducendo al tempo stesso i costi di manutenzione

Nelle immagini, il dehor in legno e alcuni particolari dei trulli ristrutturati (foto courtesy PlasticWood).

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PLASTICWOOD.IT L’alternativa al legno

Nella casa di Castellana Grotte, il dehor è stato realizzato con profili plasticWood: un prodotto Made in Italy che si adatta al tipo di intervento basato sul riutilizzo dei materiali naturali locali. La capacità di plasticWood – legno composito realizzato con uno specifico compound a base di Hdpe miscelato con farina di legno additivato con sostanze anti-uv, anti-fungo e anti-alga – di inserirsi nei vari contesti architettonici permette di ottenere soluzioni raffinate e funzionali, oltre a rappresentare un’alternativa al legno naturale. Quello impiegato nei Trulli del Benessere è il modello centorighe di 200 mm di larghezza e 21 mm di spessore, color acero. plasticWood per soluzioni da esterno è l’alternativa al legno naturale: un prodotto che al termine del ciclo di vita è riciclabile al 100% .

plasticWOOD.it Srl

Via Crear, 15 - Località Mazzantica - 37050 Oppeano VR Tel. 045.6985000 info@plasticwood.it | www.plasticwood.it

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CAPPELLA FUNERARIA, MARTINA FRANCA

Architettura del ricordo IL PROGETTO DI UNA TOMBA DI FAMIGLIA, PUR NELLA SUA SEMPLICITÀ, DIVENTA L’OCCASIONE PER PROPORRE UN LINGUAGGIO ARCHITETTONICO CONTEMPORANEO. CON LO SPAZIO INTERNO ORGANIZZATO ATTORNO ALL’ALTARE E AL CROCEFISSO E LE SUPERFICI ESTERNE IN MARMO BIANCO SIMBOLO DI PUREZZA. IL PROGETTO È DELL’ARCHITETTO ANGELO M. BRUNO Per fissare il ricordo delle cose, degli eventi o delle persone l’uomo si affida a segni, simboli, oggetti e costruzioni che trascendono la semplice visione utilitaristica della vita. Una particolare forma di luogo del ricordo è rappresentata da cimiteri e cappelle, spazi

A destra, il prospetto della cappella, rivestito di marmo bianco assoluto che rispecchia la purezza e la sacralità del luogo, con l’accenno del taglio di luce che mette in evidenza l’ingresso (foto ©Marco Greco).

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nei quali l’uomo si reca per ravvivare il ricordo dei propri cari scomparsi, affidando spesso a simboli e a costruzioni di varia misura i propri sentimenti. Come affermava René Girard nei suoi studi sull’antropologia sacrificale, è a partire dalla tomba che si è venuta formando la civiltà in tutte le sue articolazioni e istituzioni: “è sempre come tomba che si elabora la cultura. La tomba non è altro che il primo monumento umano eretto intorno alla vittima espiatoria, la culla primigenia delle significazioni, quella più elementare e fondamentale. Non c’è cultura senza tomba, non c’è tomba senza cultura: la tomba è al limite il primo e l’unico simbolo culturale”. In Italia, Paese a prevalenza cattolica, a seguito dell’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 si è instaurato un forte legame tra l’architettura funeraria e quella civile. Da quel momento il cimitero diventa una trasposizione progettuale della città. L’orga-

nizzazione in lotti e viali regolari richiama l’urbanistica moderna, mentre la conformazione degli edifici votivi è largamente ispirata a quella delle residenze e delle chiese. Proprio questa analogia, soprattutto negli ultimi decenni, ha portato il cimitero a diventare luogo di espressione per gli architetti. Così come nei centri urbani i vuoti vengono riempiti da edifici che, seppur ben integrati, hanno un proprio lessico ben distinguibile, così lo studio Abbw, chiamato a progettare una piccola tomba di famiglia, ha interpretato il tema utilizzando un linguaggio chiaramente contemporaneo. L’edificio, circondato da strutture con un linguaggio diametralmente opposto, non si discosta tuttavia dalle caratteristiche di una normale cappella funeraria: ispirato al concetto di scatola razionale, un parallelepipedo di forma pura, organizza lo spazio al suo interno attorno all’altare e al crocifisso.


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Angelo Bruno Building Workshop Angelo Bruno si laurea in architettura a Firenze. Ritornato a Martina Franca, fonda il proprio studio di progettazione che in seguito trasforma nella società Angelo Bruno Building Workshop (Abbw), evoluzione della Bruno Costruzioni Srl, azienda che vanta una lunga storia in campo edile e che fonda il proprio successo, oltre che sulla qualità architettonica della propria produzione, sull’uso di materiali dalle elevate qualità intrinseche e prestazionali. Il laboratorio di progettazione si avvale di numerosi collaboratori esperti nei diversi settori – residenziale, commerciale-terziario, industriale – in cui opera la società. www.abbw.it

SCHEDA Realizzazione Cappella funeraria Località Martina Franca, Taranto Progetto Angelo Bruno Building Workshop Srl Anno di realizzazione 2016 Superficie 13 mq Impresa esecutrice Angelobruno Srl Superfici Marmi Strada Fotografie Marco Greco

Sotto, il particolare della superficie di marmo bianco assoluto della parete di fondo che attraverso il pavimento si innalza al cielo (foto ©Marco Greco).

feretri e gli ossari sono invece rivestite con marmo wengè. La luce penetra con vigore dall’alto, da un lucernario posto sopra l’altare, accentuando la solennità dello spazio e creando riverberi mutevoli secondo le ore del giorno

B'

La superficie esterna, uniformemente rivestita in marmo composito bianco, simbolo di purezza, entra all’interno della cappella tramite il pavimento e si innalza verso il cielo con il rivestimento della parete di fondo, sulla quale è collocato un grande crocefisso. Le nicchie per l’alloggiamento dei

A

A'

Sezione B-B'

Sezione A-A'

B

A sinistra, i particolari degli studi della pianta e delle sezioni.

Pianta

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Prospetto Nord-Ovest Nord-Ovest Prospetto

Prospetto Sud-Est Sud-Est Prospetto

RECUPERO ARCHITETTONICO, VALLE D’ITRIA

Il rispetto della storia

Prospetti Prospetti

UN INTERVENTO DI RESTAURO CHE RISPETTA ED ESALTA I CARATTERI TIPOLOGICI E MORFOLOGICI DELL’ARCHITETTURA CONTADINA DELLE MURGE MERIDIONALI. L’INTERVENTO DELLO STUDIO DE NAPOLI ARCHITETTI HA RIPORTATO ALLA LUCE LA BELLEZZA DELL’INTERO COMPLESSO

In alto, i prospetti dei trulli restaurati a Ostuni da De Napoli Architetti. Un intervento avvenuto nel rispetto dell’architettura contadina dei luoghi. Nella foto, spazio esterno con vista sulla macchia mediterranea e sulle coltivazioni a uliveto e frutteto del lotto.

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A Ostuni, nella Valle d’Itria, lo studio barese De Napoli Architetti ha firmato un intervento di restauro di un complesso di trulli che è avvenuto nel rispetto dei caratteri tipologici e morfologici dell’architettura contadina dei luoghi. Si tratta di cinque coni che si stagliano su un’area di macchia mediterranea di oltre 90 ettari di superficie coltivati a uliveto e frutteto. L’antica costruzione, risalente a un’epoca remota (le più antiche costruzioni di trulli risalgono alla fine del XVII secolo), era adibita ad abitazione rurale: una delle numerose che costituiscono il vanto di questa porzione di territorio pugliese. L’immobile presenta una planimetria irregolare articolata su un solo livello fuori terra ed è costituito da un soggiorno e due camere da letto, con copertura a cono realizzato in pietra locale, una zona cucina e un deposito coperto con volta a botte in pietra e tufo. Sia i quattro vani abitabili sia il vano deposito esterno hanno accesso da un’area pavimentata con chianche di pietra. L’accesso antistante all’abitazione è delimitato da un muretto basso, realizzato in pietra a secco. L’altezza dei vani a cono varia da 4,40 metri e 40 a 5,50 metri. Il vano cucina, con volta a botte, ha un’altezza di circa 1 metro e 90 centimetri all’imposta e 3 metri e 10 in chiave; il deposito raggiunge complessivamente i

2,20 metri di altezza. Tutti gli ambienti sono caratterizzati da una serie di nicchie scavate nella muratura portante e da archi che inquadrano i camini in pietra. L’intervento è consistito nel restauro del complesso, nella pulizia e nel consolidamento delle murature portanti in pietra esistenti e delle coperture a cono in pietra: un intervento che ha riportato alla luce la bellezza architettonica dell’intero complesso. È stato eseguito anche un restauro conservativo dei conci in pietra delle murature portanti e dei coni, sia esternamente sia all’interno.

Scala 1:100 1:100 Scala

Pur mantenendo intatto il carattere originario dell’opera architettonica, non sono mancate migliorie tecnologiche che hanno reso l’immobile confortevole e funzionale dal punto di vista della vivibilità nel contesto sociale attuale. Tutte le coperture sono state impermeabilizzate con prodotti specifici, senza alterare l’aspetto estetico delle volte; sono stati anche realizzati nuovi impianti idrici di adduzione con riserva idrica privata e scarico in fognatura con un sistema di smaltimento dei reflui mediante una vasca Imhoff interrata e subirrigata. L’impianto elettrico è stato interamente


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De Napoli Architetti Dopo la laurea in architettura, Mariangela e Francesca de Napoli intraprendono due percorsi professionali distinti che trovano, dopo qualche anno, sempre più frequenti punti di incontro. Tanto che, nel 2011, costituiscono lo studio di progettazione de Napoli Architetti che opera principalmente nell’ambito della residenza privata attraverso il recupero e la riqualificazione dell’esistente. Non sono mancati in questi anni interventi anche nel settore alberghiero e commerciale. Nel 2011 il progetto di ristrutturazione di un immobile residenziale a Bari ha ricevuto una menzione al premio Apulia. Nel 2016 lo studio ha vinto il primo premio del Concorso di idee per la riqualificazione di dieci aree urbane periferiche nell’area di Corato. www.denapoliarchitetti.it

SCHEDA Cliente Privato Località Ostuni, Brindisi Progettazione architettonica de Napoli Architetti Importo dei lavori 250mila euro Inizio progettazione 2011 Fine lavori 2015 Superficie del lotto 9.000 mq Slp abitabile 130 mq Impresa costruttrice Cosal Interiors Srl Climatizzazione Giacomini Spa

rinnovato e quello termico è stato realizzato con l’utilizzo di pannelli radianti a bassa temperatura installati a pavimento. Gli infissi interni ed esterni originari, costituiti da assi di legno di colore grigio polvere, sono stati accuratamente restaurati e, quelli nuovi, realizzati con gli stessi materiali e colori, nel pieno rispetto dell’opera originaria. La pavimentazione interna, costituta da chianche in pietra bianca, è stata pulita e restaurata, mentre le zone mancanti sono

state pavimentate con resina cementizia che, grazie alla sua natura compatta e monolitica dal colore chiaro, mette in risalto la bellezza delle antiche chianche. Tutti gli arredi – vasche da bagno, lavabi, piani d’appoggio di cucina, divani esterni, tavolini nella aia pavimentata – sono stati progettati e realizzati in muratura in opera con finitura in resina cementizia, nel pieno rispetto dei sistemi costruttivi dell’epoca, dando continuità materica e architettonica alle superfici

Nelle foto, alcuni esterni del complesso restaurato. Le pavimentazioni esterne, in chianche di pietra, sono state pulite e restaurate, mentre nelle zone mancanti sono state completate con resine cementizie.

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GRUPPO GIACOMINI

La climatizzazione globale Un fatturato che supera i 190 milioni di euro, di cui oltre l’80% sui mercati esteri, tre stabilimenti produttivi in Italia, 18 organizzazioni internazionali, 900 dipendenti, 70 tonnellate di ottone lavorate al giorno. Questi sono i numeri più significativi del Gruppo Giacomini, che lo collocano oggi tra i leader mondiali nella produzione di componenti e sistemi per la distribuzione del riscaldamento, condizionamento, acqua sanitaria per impiego nei settori residenziale, industriale, terziario. Con i sistemi radianti a pavimento Giacomini ogni metro quadrato può essere utilizzato per conseguire una climatizzazione interna ideale,

non solo per riscaldare ma, grazie all’evoluzione tecnologica dei dispositivi di regolazione, anche per il raffrescamento estivo: i pavimenti radianti divengono così impianti reversibili e completamente sfruttabili per tutto il ciclo termico dell’unità residenziale. Nella foto, un esempio di applicazione di sistemi radianti a pavimento a basso spessore per ristrutturazioni.

Giacomini SpA

Via per Alzo, 39 28017 San Maurizio d’Opaglio NO info@giacomini.com | www.giacomini.com

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BORGO CANONICA, CISTERNINO

Resort rurale nelle Murge Sopra il titolo, i trulli restaurati fanno da sfondo a un ulivo secolare. Abbandonato da decenni, il borgo agricolo è stato trasformato dallo studio Flore & Venezia trasformato in hotel con 15 suite e ambienti comuni aperti e chiusi (foto e disegni courtesy Flore & Venezia).

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BORGO CANONICA È IL RISULTATO DELL’ATTENTO RESTAURO DI 45 TRULLI NEL BRINDISINO. IL PROGETTO, CURATO DALLO STUDIO FLORE & VENEZIA, INTEGRA MATERIALI E TECNICHE TRADIZIONALI CON SOLUZIONI IMPIANTISTICHE EFFICIENTI E MODERNE E UNA MINUZIOSA CURA DEGLI AMBIENTI PER OFFRIRE AGLI OSPITI SOGGIORNI CONFORTEVOLI

Il progetto di recupero di un villaggio agricolo a Cisternino vicino a Brindisi è stata l’occasione per ridare vita a un complesso alberghiero di 45 trulli abbandonati da sessant’anni. È così che è nato Borgo Canonica, un luxury hotel nelle colline e tra gli ulivi secolari delle Murge. Il cantiere ha avuto uno sviluppo assai complesso che è durato tre anni circa: tutti gli immobili infatti si presentavano in avanzato stato di degrado, con la presenza di crolli, mancanza di infissi e di pavimenti. Oggi Borgo Canonica si compone di 15 su-

ite, una reception, zone comuni all’aperto e al chiuso. Ogni suite è composta da da tre trulli che ospitano camera da letto, living e bagno. Tutte le residenze dispongono di una zona esterna di pertinenza, attrezzata con coperture di ferro sormontate da teli per l’ombreggiatura. L’organizzazione degli spazi è completata da una piscina esterna a sfioro dalle forme semplici e da una serie di gazebi collocati in un giardino di circa due ettari di superficie. L’attenzione che è stata rivolta all’uso di materiali tradizionali, come la pietra, la calce,


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Sopra, veduta generale di Borgo Canonica. I diversi ambiti residenziali e agricoli, così come i percorsi, sono delimitati da muri a secco ripristinati o realizzati ex-novo da maestranze locali. Nelle altre foto gli edifici, gli spazi aperti arredati e la piscina (foto courtesy Flore & Venezia).

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GRANDI IMPIANTI Piscine di ultima generazione Grandi Impianti, società di Monopoli, opera da 35 anni nel settore piscine. Nella realizzazione del complesso di Borgo Canonica a Cisternino ha trovato posto anche una piscina di 75 mq di superficie e 105 mc di volume, con tipologia a sfioro e con un’illuminazione subacquea a Led. L’impianto natatorio è dotato di un sistema di filtrazione Clearpro Technology di ultima generazione, con un grado di filtrazione di 5 micron. Grazie all’utilizzo di elettropompe a portata variabile si ottiene un risparmio notevole di energia elettrica (l’impianto è in classe energetica A). Le attività della società si completano con il trattamento delle acque d’ingresso e di scarico e la realizzazione di fontane e giochi d’acqua.

Grandi Impianti Srl

via Carducci - 70043 Monopoli BA tel. 080 4107754 piscine.gi@gmail.com | www.piscineimpianti.it

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Flore & Venezia Fondato nel 1999 dagli architetti Aldo Flore e Rosanna Venezia, lo studio ha sedi a Matera e a Ostuni. Dopo alcune esperienze di studio e di lavoro in Germania, Flore e Venezia avviano la loro attività ponendo attenzione ai temi del restauro, del paesaggio, dell’architettura religiosa, realizzando negli anni una serie di lavori pubblici e privati. I loro progetti, sia di restauro sia di nuova costruzione, si caratterizzano per la pulizia degli interventi e per l’uso innovativo dei materiali tradizionali. Gli architetti svolgono anche attività di consulenza per enti pubblici e tribunali, in particolare nelle procedure di valutazione di impatto ambientale. www.arkitetti.it

SCHEDA

Interni di Borgo Canonica. Il minuzioso restauro dei materiali originali convive con rivestimenti in resina, utilizzata anche per le parti di pavimentazione mancanti. Grande cura dei dettagli nella scelta e nel disegno degli arredi (foto courtesy Flore & Venezia Architetti).

il ferro e il legno, oltre a scelte progettuali ispirate alla sostenibilità, reti duali, sistemi naturali di ventilazione, recupero delle acque e successivo riuso, fanno di Borgo Canonica un intervento pilota per il restauro di costruzioni agricole storiche. Attenzione particolare è stata posta al riutilizzo delle acque piovane, che vengono stoccate in grandi riserve idriche, e alla realizzazione di una rete duale e all’installazione di impianti di riscaldamento parzialmente alimentati da fonti rinnovabili. Gli arredi interni dell’hotel sono il frutto di un disegno minuzioso dei dettagli

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PIERINO PREZIOSO & C Specializzati nell’applicazione di resine monocomponenti L’azienda Pierino Prezioso & C opera da più di trent’anni nel settore dell’arredo bagno e della posa dei rivestimenti interni ed esterni di abitazioni private. Le maestranze dell’azienda di Cisternino provvedono infatti alla posa in opera di pavimenti, rivestimenti a parete e alla realizzazione di lavabi e lavelli, docce, vasche e piani cottura. L’impresa è specializzata nell’applicazione di resine formate da materiali monocomponenti in emulsione acquosa e cariche naturali: una soluzione alternativa e pratica. Infatti ogni superficie, sia vecchia sia nuova, in marmo, cemento o cotto, può essere facilmente ricoperta in resina. La Pierino Prezioso & C. ha collaborato

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con gli architetti Flore & Venezia per la realizzazione di Borgo Canonica. L’intervento è consistito nel rivestire le pareti interne dei trulli in resina di color calce bianca, nella realizzazione di divani in muratura rivestiti in resina e di pavimenti continui in resina, nella posa di rivestimenti di docce in resina e nella realizzazione di lavabi sempre rivestiti in resina. Per l’hotel di Borgo Canonica sono stati utilizzati colori naturali.

Pierino Prezioso & C. Snc Via Roma, 135 72014 Cisternino BR Tel. 080 9675224

Località Borgo Canonica Cronologia 2014 - 2017 Progettazione architettonica Aldo Flore e Rosanna Venezia

Superficie del lotto 46.000 mq Superficie coperta 570 mq Volumetria 1.490 mc Costo 2,5 milioni di euro Impresa di costruzioni Palmisano Domenico & Figli Installazione impianti Pastore Impianti e Energy System di Faggiano Donato

Realizzazione piscina Grandi Impianti Srl Pavimenti e Rivestimenti Pierino Prezioso & C. Snc



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Prospetto SUD PROSPETTO SUD

ABITAZIONE MODERNA, OSTUNI

La casa sospesa A OSTUNI, SU UN TERRENO COLLINARE TRA QUERCE E ULIVI, LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA RESIDENZA È STATA PENSATA PER MANTENERE INTATTA LA BELLEZZA DEL LUOGO. IL PROGETTO È DI DANIELE CORSARO La casa sospesa di Daniele Corsaro a Ostuni. L’edificio è caratterizzato da due lastre orizzontali aggettanti, da ampie vetrate e dall’uso di materiali locali (foto ©Dario Miale e Govinda Gari).

L’abitazione sorge su un terreno collinare, in un contesto di elevato valore paesaggistico caratterizzato dalla presenza di querce e ulivi. La volontà di mantenere intatto il luogo sul quale realizzare l’opera, ha spinto a pensare ad una “casa sospesa” da adagiare sul terreno senza toccarlo. L’edificio è caratterizzato da due lastre orizzontali aggettanti che fluttuano parallele e formano il portico, uno spazio ombreggiato e protetto dalle intemperie da dove contemplare il panorama. Sul fronte posteriore un giardino circoscritto da muri in pietra a secco crea un’area protetta (orthus conclusus), uno spazio

più intimo per gli ospiti della casa. Le soluzioni tecnologiche adottate, per garantire standard elevati di efficienza energetica, sono state integrate e armonizzate per ottenere un risultato architettonico senza compromessi. L’utilizzo di materiali locali, la pietra calcarea, il legno di quercia e di elementi che rimandano alla tradizione costruttiva del luogo, come i muri a secco, instaurano un rapporto senza interruzione di continuità con il territorio

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Daniele Corsaro Lo studio, fondato nel 2005, opera in ambito pubblico e privato in diversi settori e a diversa scala, dall’architettura al paesaggio, dall’urbanistica al design, ricercando e sperimentando di volta in volta nuove soluzioni che rendono ogni risultato unico. L’utilizzo consapevole e responsabile dei materiali e delle tecnologie impiegate garantisce la realizzazione di opere con il minimo impatto ed il massimo rispetto per l’ambiente. Da diversi anni lo studio svolge attività di ricerca e didattica con la facoltà di Architettura del Politecnico di Stoccolma. I progetti realizzati sono stati pubblicati, premiati ed esposti in diverse occasioni tra cui Architects meet in Selinunte, Sicilia 2017, Outside the walls, Stoccolma-Ostuni 2015 e alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2014. www.corsaroarchitetti.it

Nella foto, un esterno della casa di Ostuni; nel disegno, la sezione longitudinale dell’abitazione (foto ©Dario Miale e Govida Gari). Sezione S1 SEZIONE S1

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GRANDI IMPIANTI

Piscine di ultima generazione Grandi Impianti, società di Monopoli, opera da 35 anni nel settore piscine. Nella realizzazione dell’abitazione moderna di Ostuni ha trovato posto anche una piscina di 60 mq di superficie e 95 mc di volume, con tipologia a sfioro e con un’illuminazione subacquea a Led. L’impianto natatorio è dotato di un sistema di filtrazione Clearpro Technology di ultima generazione, con un grado di filtrazione di 5 micron. Grazie all’utilizzo di elettropompe a portata variabile si ottiene un risparmio notevole di energia elettrica (l’impianto è in classe energetica A). Le attività della società si completano con il trattamento delle acque d’ingresso e di scarico e la realizzazione di fontane e giochi d’acqua.

Grandi Impianti Srl S1

via Carducci - 70043 Monopoli BA tel. 080 4107754 piscine.gi@gmail.com | www.piscineimpianti.it

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SIKA ITALIA

Proteggere, impermeabilizzare, sigillare Le strutture in calcestruzzo dell’abitazione sono state realizzate additivando l’impasto cementizio con Plastocrete N: additivo per calcestruzzi ottenuto dalla combinazione stabile di un componente tensioattivo ad azione fluidificante e aerante con un componente a effetto idrofugo che risponde alle norme Uni 7102 e alle norme Astm C 494-81 tipo A. La pavimentazione interna, costituita da un massetto cementizio con finitura elicotterata, è stata superficialmente protetta con Sikafloor®-304 W: finitura poliuretanica trasparente opaca, in base acquosa, bicomponente, a bassissimo contenuto di Voc. Le altre superfici in calcestruzzo sono state protette con Sikagard®-700 S, impregnante incolore protettivo e idrorepellente per substrati assorbenti in grado di creare una protezione repellente all’acqua, ma permeabile al passaggio del vapore, conforme ai requisiti delle En1504-2.

Sika Italia SpA

20068 Peschiera Borromeo MI - Tel. 02 54778111 info@sika.it | https://ita.sika.com

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CASA BELLA ARREDAMENTI Design per l’architettura d’interni

Casa Bella Arredamenti, affermata realtà nel settore dell’arredamento presente su Grottaglie dal 1980, si distingue da sempre per qualità, competenza e assistenza post vendita. Nella sede espositiva è presente un’offerta completa di tutto ciò che concerne la progettazione d’interni e per esterni fino ai complementi d’arredo, il tutto selezionato tra le più importanti aziende del design Made in Italy. Per questa villa dell’architetto Corsaro, è stata arredata la zona living and cooking, con particolare attenzione ai materiali cucina: laccato Ossido Fusion, rivestimenti quarzo Torba Grain.

Casa Bella Arredamenti

Via Vincenzo Calò, 67/A - 74023 Grottaglie TA Tel. 099 5665093 www.casabellaarreda.it

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COFANO LUIGI LAVORI EDILI

Un’impresa di costruzioni della Puglia L’impresa di costruzioni Cofano Luigi Lavori Edili è in attività dal 2002, ha sede a Fasano in provincia di Brindisi e opera su tutto il territorio regionale. L’impresa, composta da otto persone, effettua lavori di carpenteria, ristrutturazioni di stabili e appartamenti, realizza strutture in calcestruzzo e murature in tufo e opere specialistiche (volte a botte e a crociera). Il parco macchine è adeguato a ogni esigenza operativa, così per quanto riguarda le macchine e le attrezzature di cantiere.

Cofano Luigi Lavori Edili

Via Risorgimento, 10 - 72015 Fasano BR Tel. 080 4421292 - 368 504229 cofano.luigi@libero.it

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Pianta In alto, la pianta dell’abitazione; nelle foto, alcuni interni della Casa sospesa di Daniele Corsaro (foto ©Dario Miale e Govinda Gari). PROSPETTO SUD

SCHEDA Località Ostuni, Brindisi Realizzazione Casa M-101 Anno di realizzazione 2017 Progettazione architettonica Daniele Corsaro Consulenti Sergio Tracuzzi (strutture), Giuseppe Di Bella e Nicola Nistri (impianti)

General contractor Apulia Property Design Impresa costruttrice Cofano Luigi Lavori Edili Impermeabilizzanti Sika Italia Spa Arredamenti Casa Bella Arredamenti Piscina Grandi Impianti Srl

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Nelle foto, le ampie vetrate creano un tutt’uno tra interno ed esterno della casa (foto ©Dario Miale e Govinda Gari).


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MASSERIA GROTTONE, OSTUNI

Bellezza contadina NELLE CAMPAGNE DEL BRINDISINO SCHIATTARELLA ASSOCIATI TRASFORMA UNA MASSERIA DELL’OTTOCENTO IN RESORT DI LUSSO VALORIZZANDO GLI SPAZI, I MATERIALI E I VOLUMI ESISTENTI. DIECI SUITE, PISCINA, PATIO E SOLARIUM IN POSIZIONE PRIVILEGIATA TRA IL MARE E L’ENTROTERRA

Dopo decenni di abbandono, la masseria Grottone è stata restaurata e ampliata. Il progetto è dello studio romano Schiattarella Associati (foto @Antonio Fatano).

restauro e ampliamento è stato affidato allo studio romano Schiattarella Associati. Il recupero dell’edificio storico ha previsto il restauro dei volumi e degli spazi voltati, con lo scopo di conservarne le caratteristiche originarie, oltre alla realizzazione di

nuovi elementi, dichiaratamente contemporanei, che si affiancano in modo discreto alla struttura primaria. La masseria era formata da un edificio principale su due livelli, una baracca di paglia per gli animali, un forno, un fienile e una cap-

La masseria Grottone, di proprietà del gruppo Masserie Maresca, una famiglia della zona che dalla metà del Settecento conduce e gestisce campagne attorno a Ostuni, è un complesso agricolo realizzato tra il 1812 e il 1860. L’edificio è ricompreso in un’area di 40 ettari tra olivi secolari e macchia mediterranea in uno straordinario contesto naturalistico: siamo nella parte iniziale delle colline delle Murge, dove pianure coltivate si alternano a leggeri pendii ricoperti di macchia mediterranea. Dopo decenni di abbandono, il progetto di

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La tenuta ospita un agri-resort di lusso con dieci suite, piscina, giardino e solarium (foto @Antonio Fatano).

pella rurale. L’ampliamento ha consentito di ricavare i servizi per gli ambienti al piano terra senza modificarne l’architettura. La nuova costruzione, posta in una posizione non visibile dall’ingresso principale, grazie ad un alto muro di pietra viva, non altera la percezione della storicità dell’edificio. La tenuta ospita oggi un agri-resort di lusso con dieci suite, servizi comuni, piscina esterna, giardino, patio e solarium. Intenzionalmente essenziali, puliti e lineari, gli interni evidenziano la qualità dell’intervento di recupero, mentre le aperture inquadrano poeticamente l’ambiente naturale circostante. La pietra di Trani è il materiale fondamentale dell’architettura e dei rivestimenti interni. Di eleganza essenziale gli arredi, spesso su misura, enfatizzano l’ampiezza degli ambienti. Un recupero accurato che ribadisce la concezione di fondo dei progettisti: un atto di responsabilità nei confronti della collettività, in cui ogni innovazione strutturale, stilistica e formale è indirizzata a favorire le esperienze e le relazioni all’interno di progetti architettonici e urbanistici rispettosi del contesto e della storia in cui sono inseriti

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Schiattarella Associati Fondato nel 1970, lo studio di progettazione ha sede a Roma ed è attivo nei campi dell’architettura, dell’urbanistica e del design. Dopo avere realizzato numerose opere in Italia, in particolare a Roma e in Sardegna, il team, composto da Amedeo, Andrea e Paola Schiattarella e da un folto gruppo di giovani architetti e designer, è attualmente coinvolto in un numero significativo di progetti in Europa e in Medio Oriente (il più recente, l’Addirriyah Contemporary Art Center in Arabia Saudita, ha già ricevuto due premi) e vanta molteplici premi e riconoscimenti a livello internazionale. Numerosi i riconoscimenti per l’attività di Amedeo Schiattarella: presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma dal 1999 al 2012, fondatore della Casa dell’Architettura di Roma, insignito nel 2005 del titolo di Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura Francese, Professore Emerito dal 2012 e Accademico dell’International Academy of Architecture dal 2014. Recentemente lo studio ha vinto il concorso per la realizzazione della nuova moschea e centro civico di Ha’il, in Arabia Saudita. www.schiattarella.com

SCHEDA Località Ostuni (Br) Intervento Restauro e ampliamento della masseria Grottone

Cronologia 2012-2016 Committente Masserie Maresca Progettazione architettonica Schiattarella Associati (Andrea Schiattarella e Carla Maresca)

Fotografie Antonio Fatano Fornitori Luci Flos e iGuzzini, arredi esterni Emu, sanitari Globo Ceramiche, rubinetterie Fratelli Frattini e Grohe), tettoia Gibus, infissi in acciaio Palladio

La pietra di Trani è il materiale fondamentale dell’architettura e dei rivestimenti interni (foto@Antonio Fatano).

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L’idea progettuale del relais è di Gian Carlo De Cesare, project manager e designer della proprietà First Global Asia Pacific; gli arredi esterni sono di Nardi, design Raffello Galiotto (nelle foto, in alto il tavolo allungabile Alloro e le poltroncine Aria; a destra il lettino Atlantico; nella pagina accanto la seduta Net e il tavolino Spritz).

SCHEDA Realizzazione Relais Villa Aieni Località San Vito dei Normanni, Brindisi Committente First Global Asia Pacific Cronologia 2014 - 2016 Project concept designer Gian Carlo De Cesare Impresa di costruzioni Ing. Francesco Cavallo Arredi outdoor Nardi www.nardioutdoor.com Designer arredi outdoor Raffaello Galiotto

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RELAIS VILLA AIENI, SAN VITO DEI NORMANNI

Lusso contemporaneo UNA SOCIETÀ INTERNAZIONALE TRASFORMA IN RESORT UN VILLAGGIO DI TRULLI NEL SALENTO BRINDISINO. IL PROGETTO DI GIAN CARLO DE CESARE, VALORIZZA STRUTTURE STORICHE MATERIALI DEL LUOGO E PAESAGGIO E SI FONDA SULLA QUALITÀ DEGLI SPAZI APERTI PER IL COMFORT DELLA VITA OUTDOOR

La tradizione incontra il gusto contemporaneo nel relais Villa Aieni di San Vito dei Normanni, in Puglia. Si tratta di un progetto, completato nel 2016, curato e finanziato dalla proprietà First Global Asia Pacific. Un villaggio di trulli è stato completamente ristrutturato per dar vita a una struttura turistica di lusso, dotata di ogni comfort. Circondato da un terreno di 17mila metri quadrati, diviso tra giardino e coltivazioni di frutta e ulivi, gli interni del resort presentano una combinazione molto elegante di arredi locali, etnici e contemporanei. Nella progettazione, curata da Gian Carlo De Cesare, project designer della proprietà, particolare attenzione è stata dedicata all’utilizzo di materiali tradizionali e a scelte progettuali votate a un recupero responsabile, nel rispetto della storia e dell’antica tecnica costruttiva dei trulli, in continuità con il paesaggio e le addizioni contemporanee. Un eden rurale di ulivi e natura rigogliosa fa da sfondo al gruppo di trulli riportati

alla vita dopo due secoli. Il risultato del lavoro di De Cesare è un pezzo di architettura in sintonia con l’ambiente. Gli arredi interni sono stati realizzati da artigiani locali, mentre lettini, sedute e tavoli in resina fiber-glass per l’outdoor sono stati forniti dall’azienda vicentina Nardi; designer Raffaello Galiotto. Il gruppo di trulli si innesta ora in una struttura luminosa e moderna, con linee e volumi puliti, un design minimalista e una bella piscina rivestita di pannelli grigi. Attraverso una scala si accede al terrazzo privato della residenza, da dove ammirare gli uliveti della piana del Salento

In apertura, il relais di San Vito dei Normanni vicino a Brindisi. La residenza turistica di lusso è il frutto della ristrutturazione di un villaggio di trulli d’epoca.

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Render del nuovo complesso residenziale che sorgerà sulle aree dell’ex Consorzio Agrario di Lecce. Sotto, il prospetto est del complesso residenziale (courtesy Caputo Partnership International; render ©Alessandro Ghringhelli).

RIQUALIFICAZIONE DELL’EX CONSORZIO AGRARIO, LECCE

Architetture urbane NEL CAPOLUOGO SALENTINO IL PROGETTO DI CAPUTO PARTNERSHIP INTERNATIONAL RIDEFINISCE L’ASSETTO URBANO E AGGIUNGE UN SEGNO ARCHITETTONICO QUALIFICATO IN UN COMPARTO IMPORTANTE DELLA CITTÀ. IL CARATTERE EASY E FRIENDLY DELLE NUOVE RESIDENZE

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Il progetto di Caputo Partnership International si colloca in un comparto importante di Lecce, adiacente alla stazione ferroviaria, affacciato sul sistema dei viali, ricco di funzioni pubbliche. L’area dell’ex Consorzio agrario, oggetto della riqualificazione funzionale, è invece costituita da edifici di modesta entità e di scarso valore storico, salvo che per la facciata dell’edificio che prospetta su via Gallipoli (facciata che verrà mantenuta e recuperata). Sul piano architettonico, il progetto mira a costruire un ruolo di cerniera del nuovo

complesso e ad aggiungere un segno architettonico distintivo e qualificato al sistema urbano oggi esistente. L’idea progettuale ha l’obiettivo di esaltare i rapporti tra interno ed esterno, attraverso le funzioni commerciali ospitate al piano stradale e di elevare il tasso di socializzazione dello spazio urbano interno all’isolato. Il futuro complesso sarà aperto, permeabile, penetrabile, affacciato su spazi pubblici e collettivi. Il carattere easy, light and friendly dell’intervento sarà operato anche grazie alla dialettica tra elementi minerali


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Paolo Caputo Con sede a Milano, Caputo Partnership International opera da trent’anni in numerosi Paesi a tutte le scale, dai piani urbani agli edifici pubblici e privati a progetti di arredo e design. L’attività di progettazione architettonica si integra e interagisce con le competenze dell’ingegneria strutturale e impiantistica, della progettazione ambientale, dell’economia e del management urbano e realizzativo. Tra le opere recenti in Italia il progetto Santa Giulia a Milano, il Palazzetto dello Sport di Vigevano, la sede di Regione Lombardia, il progetto urbano per l’area di Cascina Merlata a Milano con la ristrutturazione dell’antica cascina, Torre Solea nell’ambito del progetto Porta Nuova. In Puglia Paolo Caputo aveva già lavorato alla ristrutturazione di una masseria in Salento, mentre all’estero lo studio ha realizzato opere a Madrid, a Marrakesh e in Angola. In fase di sviluppo Renaissance City, progetto di smart city ad Abu Dhabi. www.caputopartnership.it

e vegetali. La pietra dell’architettura sarà costantemente interconnessa con il verde di giardini pensili e verticali, diaframmi arborei e arbustivi posti in continuità e a integrazione dei filari alberati dei viali e delle altre aree verdi circostanti. Il complesso immobiliare si articola in due grandi macro comparti: in soprasuolo e in sottosuolo, funzionalmente interdipendenti, ma strutturalmente autonomi. L’organizzazione funzionale del comparto in sottosuolo è costituita da quattro livelli: tre per i parcheggi e uno per i servizi; quello in soprasuolo è costituito da cinque livelli: quattro per la residenza e uno per il commercio. Ai quattro piani residenziali sono distribuite 37 unità abitative, rispettivamente 11 al primo e al secondo, 10 al terzo e 5 al quarto. Il terzo e il quarto piano sono progressivamente più contenuti in termini di superficie

Apertura e permeabilità degli spazi sono i caratteri distintivi del progetto. Nelle sezioni e negli stralci prospettici è visibile la scalarità ai vari piani del complesso residenziale (courtesy Caputo Partnership International; render ©Alessandro Ghiringhelli).

SCHEDA Intervento Riqualificazione dell’area dell’ex Consorzio Agrario e realizzazione di nuove residenze

Località Lecce Committente Coges Immobiliare, Milano/Nardò (Le) Progettazione architettonica Caputo Partnership International

Progettazione del paesaggio interior e urban design Paolo Caputo e Nazario Petrucci

Progettazione strutturale Ge Studio Mario & Marco Gaballo Engineering

Progettazione impiantistica Studio Carallo Consulenza parcheggi interrati Studio di Ingegneria Andrea e Marco Roli Associati

Rendering Alessandro Ghiringhelli

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CASA VACANZE, LECCE

Viaggio nella memoria NEL CENTRO DEL CAPOLUOGO DEL SALENTO IL RESTAURO E RISANAMENTO EDILIZIO DI UNA PORZIONE DI UN PALAZZO SIGNORILE TRASFORMATO IN CASA VACANZE SVELA LE STRATIFICAZIONI E I MATERIALI DEI DIVERSI INTERVENTI CHE SI SONO SUCCEDUTI NEL TEMPO. IL PROGETTO È DI MASSIMO ACCOTO

Nelle immagini, la corte interna e le murature del complesso trasformato in casa-vacanze di via Idomeneo (foto ©Carlo Serafini e Daniele Schipa).

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L’edificio si trova a pochi passi dalla Chiesa di Santa Croce, nel cuore di Lecce, una delle espressioni più belle e universalmente riconosciute, insieme al palazzo della Provincia e a palazzo Adorno, dell’architettura barocca dell’Italia meridionale. Siamo nel centro storico della città, in via Idomeneo, una strada lunga e tortuosa, che da porta Napoli conduce al centro storico. Il nome della via deriva dal fiume Idume, che corre al di sotto del centro città per poi sfociare nell’Adriatico. Nell’intervento di restauro e risanamento

edilizio di una porzione di un palazzo signorile da destinare a casa vacanze, sin dai primi sopralluoghi il lavoro progettuale ha colto il peso dell’identità tra storia e memoria, un viaggio alla scoperta di un vissuto accumulato e stratificato nei secoli. L’obiettivo di portare alla luce la struttura muraria originale, attraverso la capillare rimozione di vecchi strati di intonaci a base di calce, ha messo in risalto l’antico splendore di vecchi muri realizzati con tecniche e materiali diversi di differenti periodi storici: murature a secco della metà del Quattrocen-


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Massimo Accoto Dopo la laurea in Architettura a Firenze, nel 1992 Massimo fonda il suo studio di Lecce. Lavora nel campo della progettazione architettonica e del restauro, specializzandosi nella progettazione di centri commerciali, strutture ricettive, ville e unità residenziali. Con altri professionisti indaga le relazioni tra architettura, design e comunicazione di marketing collaborando con diverse aziende della regione. Al proprio attivo anche un’esperienza di lavoro a Shanghai a metà degli anni Novanta. Accoto opera anche nel campo del design.

SCHEDA Località Lecce, via Idomeneo Lavoro Casa vacanze Cliente Cesare Papaleo Progettazione e direzione lavori Massimo Accoto Impresa esecutrice De.Pa., Magliano, Lecce Opere in ferro In Outside, Lecce Infissi e serramenti Caril, Lizzanello, Lecce Impianti Oronzo Quarta, Lecce Fotografie Carlo Serafini, Daniele Schipa, Lecce

to e murature e volte in blocchi di pietra di Lecce della fine del Settecento. Il risultato del recupero strutturale e murario, ottenute grazie all’utilizzo di materiali utili a rafforzare l’effetto materico riscoperto attraverso la pulizia e il recupero delle vecchie mura dell’edificio, ha confermato le scelte progettuali iniziali. Pietra leccese e pietra calcarea, muri a calce, ferro nero, legno di abete, ceramica: materiali naturali, uniti, armonizzati e resi coerenti per enfatizzare l’identità storica di un luogo che appartiene al Mediterraneo

La corte e un interno del complesso ristrutturato. Accanto, planimetria dell’edificio. L’intervento di trasformazione in casa vacanze ha riguardato solo una piccola porzione del palazzo signorile (foto ©Carlo Serafini e Daniele Schipa).

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MASSERIA BAREGGI, LECCE

Carattere salentino

La Masseria Bareggi a Lecce, costruzioni dal carattere schietto di roccaforte funzionale. Il progetto è dell’architetto Stefano Ghiretti (foto ©Giulio Gostoli).

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IL PROGETTO DI RECUPERO DI UNA CASA RURALE NEL SALENTO PER STEFANO GHIRETTI È STATO L’OCCASIONE PER LAVORARE CON VOLTE E MURATURE DI UN TEMPO, RIUTILIZZARE UN ABACO COSTRUTTIVO SECOLARE E OFFRIRE SOLUZIONI TECNICHE E SPAZIALI PROPRIE DELL’ABITARE CONTEMPORANEO.

Le antiche masserie pugliesi, in particolare quelle a funzione prettamente produttiva, mi hanno sempre colpito fin dagli anni degli studi universitari per il loro carattere nudo, schietto di roccaforti funzionali, caratteri che me le hanno sempre rese familiari e vicine alla sensibilità plastica della contemporanea architettura mediterranea. Decori, lesene, capitelli, sono rimasti nelle case dei proprietari. Tutt’intorno distese di ulivi e terra rossa che al tramonto si infuoca come la pietra leccese di cui sono fatte. Un progetto per una casa in Salento fornisce oggi l’occasione per riflettere su come inter-

pretare l’abitare in un territorio fortemente connotato, coniugando e ibridando antiche soluzioni tecniche e spaziali con le attuali esigenze dell’abitare. Molto meglio che cercare di lasciare l’ennesimo segno personale che, tradendo una visibile stanchezza, spesso conduce a risultati privi di ‘originalità’ vera, intesa come ritorno dell’origine. In Salento l’occasione per continuare a lavorare con murature di spessore e con le volte, riutilizzando quindi, e non inventando, un abaco costruttivo secolare, può divenire una buona premessa per lavorare in un territorio secondo la sua specifica identità, proprio


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Stefano Ghiretti Dopo la laurea in architettura e esperienze di lavoro a Berlino e Oporto, fino al 2005 Ghiretti lavora come primo collaboratore nello studio professionale di Francesco Venezia. Collabora alla redazione di diversi concorsi internazionali e all’esecutivo del Laboratorio prove materiali di Mestre e, nel 2000, è assistente nella progettazione e direzione dei lavori della mostra Gli Etruschi, a Palazzo Grassi. Nell’ambito del concorso per Undici Piazze a Spoleto vince il primo premio per piazza Garibaldi. Nel 2006, con l’architetto Laura Peretti, apre a Roma lo studio Insito, che vince il concorso Hacemos Ciudad e riceve l’incarico di progettazione esecutiva per 150 alloggi a Ceuta in Spagna. Riceve un premio dall’Iuav per il progetto del Museo della città di Pontevedra in Spagna. In Sardegna lo studio lavora a diversi progetti di ville, residenze turistico alberghiere e resort nella zona di Arbus. Dal 2011 svolge la propria attività professionale in Puglia, dove ha realizzato tra l’altro diversi progetti di case private per conto di Essentis Properties.

Interni ed esterni della Masseria Bareggi. A lato, la pianta del complesso: gli ambienti principali si organizzano sull’asse d’ingresso della casa che punta al mare (foto ©Giulio Gostoli).

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mentre l’immagine della nostra contemporaneità architettonica si fa sempre più clautrofobica e uguale a se stessa in un un processo di globalizzazione inesorabile. Forse oggi, senza più l’insidia di nemici che venissero da terra e da mare, le genti del salento avrebbero fatto qualche finestra più bassa, magari anche più larga, per osservare meglio il giardino, o incorniciare un albero, o una casa all’orizzonte; qualche grande vetrata sarebbe apparsa tra i muri per poter vivere i giardini, pur rimanendo all’interno della casa. Questo progetto nasce camminando in lungo e in largo sul terreno. Tutti gli ambienti principali si organizzano sull’asse di ingresso della casa che porta a una vista lontana tra gli alberi e punta al mare. La prima versione del progetto prevedeva un basamento fortemente strutturato, che colmando il dislivello del terreno offriva una sorta di podio orientato a est, ortogonale all’asse di ingresso, sopra il quale una lunga loggia pergolata collegava i due punti estremi della villa. Questo elemento purtroppo non è stato realizzato: al suo posto un semplice muro di pietra a secco. Rimane tuttavia il tracciato funzionale di questo braccio che connette i giardini privati di tutte le camere, e insieme l’area della piscina a sud. La casa offre diversi gradi di intimità e di privacy. Da ogni stanza si accede ad un giardino o a un cortile privato, mentre la corte centrale, spazio collettivo principale, è connesso visivamente dalla grande doppia vetrata al giardino mediterraneo

Stefano Ghiretti

Al centro, uno stralcio della pianta e una sezione dell’edificio (foto ©Giulio Gostoli). Nelle foto, i percorsi di collegamento offrono vedute sul giardino e la campagna mentre un pergolato collega gli spazi verdi privati e l’area della piscina (foto ©Giulio Gostoli).

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SCHEDA Realizzazione Masseria Bareggi Località Lecce Cliente Landscape Properties Progettazione architettonica Stefano Ghiretti Collaboratori Gianni Carrozzo, Luciano Lezzi, Sandra Montonato, Susanna Tundo Federica Stano

Un ambiente di soggiorno e il bagno di una delle camere: da ciascuna si accede a un giardino o a un cortile privato (foto ©Giulio Gostoli).

Anno 2014 General contractor Edilizia Sicuro Direttore dei lavori Franco Ventolini Superficie del lotto 3.800 mq Superficie realizzata 390 mq Costo 2,5-3 milioni di euro Infissi e interni Cursano Srls

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CURSANO

Infissi e arredi per il contract e il privato Presente sul territorio da quasi un secolo, la falegnameria Cursano produce porte, finestre e arredi per il contract e il privato. Al passo con le nuove tecnologie e nel rispetto delle normative vigenti, si rivolge a una clientela attenta ai particolari costruttivi della tradizione salentina oltre che alla salvaguardia dell’ambiente. Le essenze legnose provengono da foreste controllate e i prodotti per il trattamento delle superfici sono tutti a base acqua. Lo staff e l’ufficio tecnico si interfacciano con committenza e progettisti affiancandoli nella scelta delle soluzioni ottimali. Cursano è partner di imprese specializzate nel settore del restauro di edifici di alto valore storico, curandone il recupero e il rifacimento delle parti lignee. Da circa dieci anni si occupa inoltre di costruzioni e ristrutturazioni di immobili di pregio.

Cursano Srls

Via Inghilterra, Zona P.I.P. - 73021 Calimera LE Tel/Fax 0832 873027 - 320 7650678 antonio@gruppoc.com | www.gruppoc.com

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Gianfranco Marino Laureato in architettura al Politecnico di Bari. L’incontro con Gabriele De Mese lo avvicina alla cultura high-tech. Si occupa anche di architettura bioclimatica. Lavora su progetti Unesco per Alberobello e Mostar. Approda poi al design grazie a Ettore Sottsass e Giovanni Sacchi. Ha lavorato come designer alla divisione Swatch per lo sviluppo di nuovi prodotti. É stato cultore della materia alla facoltà di architettura del Politecnico di Bari. Cofondatore del Network 4eq, team di progettazione edilizia secondo i principi di qualità, etica, economicità ed efficienza energetica, cofondatore e presidente di CasaClima Network Puglia. www.gianfrancomarino.com Pianta

Sezione A-A

IL PRIMO EDIFICIO CASACLIMA GOLD NEL SALENTO L’EDIFICIO DI GAGLIANO DEL CAPO SI FREGIA DELLA CLASSE A4 DEL PROTOCOLLO ITACA ED É STATA PREMIATA COME SMART DOMUS 2017

In apertura, la piscina alle spalle dell’ingresso della villa; sotto, una vista aerea dell’abitazione (foto e disegni courtesy Gianfranco Marino).

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Sezione B-B

Stratigrafia elementi strutturali

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Parete esterna tipo 1 Intonaco civile con malta di calce e cemento (1cm) Blocco semipieno di calcestruzzo vibrato (30 cm) Intonaco civile con malta di calce e cemento (1,5 cm) Collante per cappotto (4 mm) Isolamento termico Multipor® (24 cm) Intonaco per cappotto (1 cm)

Solaio di copertura 1 2 3 4 5 6 7 8

Intonaco civile con malta di calce e cemento (1cm) Solaio latero-cementizio (25 cm) Barriera al vapore DS Alu-Bitum SK (0,25 cm) Isolamento termico con pannelli in Xps (20 cm) Barriera al vapore Evalon VG® (1,5 mm) Strato separatore in Pe microforato (±0,25 mm) Massetto a pendio in cls e sfere di Eps (±15 cm) Pavimentazione in pietra naturale dura (40 mm)


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VILLA ICHIANI, GAGLIANO DEL CAPO, LECCE

Restyling certificato gold UN’ABITAZIONE DEGLI ANNI OTTANTA È STATA PORTATA A NUOVA VITA GRAZIE A UN INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE CHE HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE ENERGETICA CASACLIMA GOLD E IL PREMIO SMART BUILDING 2017. PROGETTO DI GIANFRANCO MARINO

Tra Bolzano, dove è nata l’Agenzia CasaClima (2.791 gradi/giorno il fabbisogno annuale per compensare la differenza tra la temperatura esterna e quella convenzionale di 20°) e Gagliano del Capo (1.100 gradi/ giorno), dove si trova l’intervento oggetto di questo servizio, c’è un salto di tre zone climatiche. Sviluppati in Paesi a clima freddo, negli ultimi anni i protocolli messi a punto per migliorare e certificare l’efficienza energetica degli edifici, al pari di materiali e soluzioni costruttive, si sono evoluti, così che è possibile progettare edifici a energia quasi zero (nZeb) adatti al clima mediterraneo, dove se minore è l’energia richiesta per il riscaldamento degli ambienti, maggiore è quella necessaria per il condizionamento estivo. Non si tratta solo di una questione di consumi energetici ma di considerazioni relative al benessere, dell’uomo oltre che dell’ambiente. Da questo punto di vista la residenza per

vacanze iChiani Charming & Sustainable Holidays, progetto dell’architetto Gianfranco Marino, è un ottimo esempio. Prima CasaClima Gold costruita nel Salento, è un’abitazione indipendente da fonti energetiche di origine fossile confortevole in tutte le stagioni e dove è possibile vivere al meglio la relazione tra interno e esterno, godere del giardino di un ettaro nel quale è inserita e della piscina attrezzata senza le inevitabili restrizioni d’uso che accompagnavano i protocolli energetici dei primi anni Novanta. Posta lungo l’antica via del Perdono percorsa in tempi passati dai pellegrini diretti al santuario di Santa Maria di Leuca, villa iChiani è il risultato di un importante intervento di riqualificazione del precedente edificio costruito negli anni Ottanta. Pur in linea con la tradizione locale per volumi, orientamento e uso della pietra salentina, la residenza – cui è stata aggiunta una piscina

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PUGLIA

SCHEDA Realizzazione Villa iChiani Località Gagliano del Capo, Lecce Intervento Riqualificazione funzionale ed energetica

Progettazione architettonica Gianfranco Marino Architetto

Superficie del lotto 10mila mq Superficie coperta 140 mq Certificazioni CasaClima Gold Riconoscimenti Premio Smart Domus 2017 Cappotto esterno lastre Multipor di Xella Schermature solari Griesser Srl Sistema VMC Zehnder

e solarium esterni – si presenta oggi leggera e dal design moderno. La ridefinizione del layout interno, distribuito su un solo livello di 140 mq, il largo uso del bianco e l’ampliamento delle aperture vetrate rendono gli ambienti luminosi e in diretta comunicazione con l’esterno. Per raggiungere il livello CasaClima Gold (0 Kg CO2/mq/anno) e la classe A4 (0,00 kWh/mq/anno) del protocollo Itaca sono state adottate strategie passive e attive. Da quest’ultimo punto di vista il progetto fa ricorso a un impianto fotovoltaico collocato in copertura e, per gli interni, a un sistema di ventilazione meccanica controllata (Vmc) con recupero di calore che nella stagione fredda provvede al necessario ricambio dell’aria minimizzando le dispersioni. Sul piano passivo, le ampie vetrate favoriscono l’apporto solare in inverno mentre i brise-soleil Griesser provvedono un’adeguata protezione nella stagione estiva. Il pacchetto di protezione dell’involucro, realizzato prestando particolare attenzione all’eliminazione dei ponti termici, ha previsto l’uso di lastre Multipor di Xella da 24 cm di spessore, mentre la copertura, pavimentata in pietra, è stata isolata con pannelli in Xps interposti tra due guaine che fanno da barriera al vapore. L’esperienza di turismo sostenibile che ha fatto guadagnare a Villa iChiani anche il premio Smart Domus 2017 si completa con una colonnina di ricarica per veicoli elettrici e un impianto di fitodepurazione per il riciclo delle acque bianche

Antonio Morlacchi [ 158 ]

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Regolando l’apporto solare, gli elementi e i sistemi schermanti fanno parte della strategia passiva che ha permesso a villa iChiani di ottenere la certificazione CasaClima Gold.


PUGLIA

Pianta di copertura In copertura un sistema fotovoltaico produce energia elettrica per l’abitazione, i dispositivi di regolazione e la colonnina per la ricarica di veicoli elettrici a disposizione degli ospiti. Sempre in copertura anche un pannello solare termico ad accumulo per la produzione di Acs (foto e disegni courtesy Gianfranco Marino).

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XELLA ITALIA

Isolamento termico delle pareti esterne Per la riqualificazione energetica dell’involucro esistente, una muratura portante in blocchi semipieni di calcestruzzo vibrato, è stato realizzato un sistema di isolamento a cappotto con i pannelli Multipor, in spessore 240 mm, ponendo particolare cura all’eliminazione dei ponti termici. I pannelli isolanti minerali Multipor, prodotti esclusivamente con materiali naturali di origine minerale come calce, sabbia e acqua, attraverso un processo produttivo che richiede una bassissimo fabbisogno energetico, sono stati scelti dall’architetto Gianfranco Marino per le loro eccellenti proprietà isolanti e per l’elevata inerzia termica.

Ytong - Xella Italia Srl

Via Zanica, 19K - Località Padergnone 24050 Grassobbio BG Tel. 035 4522272 ytong-it@xella.com | www.ytong.it

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GRIESSER

Protezione solare di qualità Griesser, azienda che si caratterizza per la ricerca della qualità in termini di prestazione e affidabilità per soddisfare le esigenze della clientela, con una vasta gamma di prodotti: tapparelle, avvolgibili e impacchettabili; veneziane frangisole esterne; tende tecniche verticali, inclinate e orizzontali; tende da sole; persiane con sistema scorrevole e pieghevole; sistemi elettronici di centralizzazione e gestione tramite automatismi; giardini d’inverno integrabili con tende tecniche in copertura e verticali; pergole vetrate; chiusure laterali fisse, scorrevoli o a libro; illuminazione a led; produttori di calore. L’azienda cura e personalizza i progetti e le realizzazioni secondo le esigenze dei clienti, che vengono seguiti dalla progettazione all’assistenza in cantiere, avvalendosi di personale competente e strutturato.

Griesser Srl

Via Cavalier Brunetto, 31 - 10077 San Maurizio Canavese TO Tel. 011 9279442 info@griesser.it | www.griesser.it

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PUGLIA

UNA DIMORA ESTIVA NEL SALENTO

Tradizionale e contemporaneo UN’ABITAZIONE VICINO AL MARE REALIZZATA CON LE TECNICHE DI LAVORAZIONE DI UN TEMPO E I MATERIALI DEL LUOGO. INSIEME ALL’USO DELLE CHIANCHE E DELLA PIETRA LECCESE SONO STATE SVILUPPATE SOLUZIONI DI CONTROLLO ENERGETICO ATTIVO E PASSIVO. PROGETTO DELL’ARCHITETTO BOLOGNESE MASSIMO IOSA GHINI

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In un piccolo comune della penisola salentina a pochi chilometri dal mare, in una dimensione archetipica ideale sorge una residenza progettata dall’architetto e designer Massimo Iosa Ghini. In una cornice mediterranea unica e in sintonia con il paesaggio circostante, il progettista ha scelto di realizzare una nuova abitazione, integrata nella terra salentina adottando tecniche di lavorazione e materiali autoctoni suggeriti da artigiani e maestranze locali. La costruzione vede l’utilizzo della pietra calcarea locale tagliata in chianche per la pavimentazione esterna, grandi pannelli di grés porcellanato per quella interna, il tufo di Acquarica per i rivestimenti di facciata, la pietra leccese per il camino interno e ancora l’uso di pietra a secco per la copertura a botte dell’antica pajara. Sono state poi adottate sia tecniche di controllo passivo (brise-soleil, vetri bassoemissivi, pergolati verdi, sfruttamento dell’ombra naturale delle essenze presenti) sia tecnologie per l’autoproduzione di energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici posti in alcune zone non accessibili della copertura). L’abitazione è disposta su un unico livello e inserita in un lotto di oltre un ettaro. La planimetria è ispirata alla masserie salen-


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Massimo Iosa Ghini Negli anni Ottanta ha partecipato all’azione innovativa svolta dalle avanguardie progettuali fondando il movimento culturale Bolidismo e facendo parte del gruppo Memphis di Ettore Sottsass. Nel 1990 apre lo studio Iosa Ghini Associati, che oggi opera a Milano, Bologna, Mosca e Miami, sviluppando progetti per grandi gruppi e developer internazionali e occupandosi di progettazione di spazi architettonici residenziali, commerciali e museali, installazioni culturali, aree e strutture dedicate al trasporto pubblico, nonché di progetti retail. Nell’ambito del product e del furniture design collabora con marchi quali Cassina, Duravit, Fiam, iGuzzini, Moroso, Poltrona Frau, Silhouette, Snaidero, Yamagiwa e Zumtobel. Ha insegnato alla Sapienza di Roma, al Politecnico di Hong Kong; attualmente Iosa Ghini insegna al Dipartimento di architettura dell’Università di Ferrara. Molti dei prodotti da lui firmati si trovano in diverse collezioni museali e hanno ricevuto riconoscimenti e menzioni. Nel 2013 la Triennale di Milano gli ha dedicato una mostra antologica dal titolo Dagli esordi all’oggi sostenibile. www.iosaghini.it

tine e rispetta la vegetazione preesistente che, nella zona da vivere en plein air antistante l’ambiente living, viene valorizzata e protetta mediante una struttura lignea acidata che funge da pergolato e ne sorregge i rami. Un vasto living di sei metri esposto a sud forma un tutt’uno con la zona pranzo-cucina e diventa il centro di ritrovo della famiglia; su di esso si affacciano quattro camere da letto tutte dotate di vestiboli e servizi. La presenza di ampie vetrate che si affacciano sull’area attrezzata esterna, concepita come naturale proseguimento della zona protetta poiché pavimentata e progettata come luogo di relazioni con divani e poltrone artigianali, sottolineano il rapporto

voluto e costante tra spazi esterni e interni. Staccata dall’abitazione, in un unico blocco a sé stante, una pajara adibita a dépendance per gli ospiti corredata da spazio esterno destinato al relax. La copertura piana, accessibile attraverso una scala esterna e destinata a solarium, conduce al belvedere panoramico sulla campagna e sul mare. All’amaca per la siesta, alle poltrone su disegno e ai tavolini di artigianato si alternano, scelti con cura, pochi pezzi disegnati dallo stesso Iosa Ghini, che decorano gli ambienti interni creando un’intenzionale essenzialità decorativa che lascia come protagonista assoluta dell’ambientazione domestica la luce naturale e la natura circostante

SCHEDA Realizzazione Nuova abitazione Località provincia di Lecce Progettista Massimo Iosa Ghini Pavimentazione interna Fiandre, collezione Aster Maximum

Testate letto Abs Group (su disegno di Massimo Iosa Ghini)

In queste pagine, l’abitazione progettata da Massimo Iosa Ghini nel Salento leccese. Gli esterni si configurano come vere e proprie stanze a cielo aperto che inglobano, sostenendola e proteggendola, la vegetazione. Il progetto integra tecniche tradizionali, materiali del luogo e soluzioni attive e passive di efficienza energetica (foto ©Cosmo Laera).

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FIANDRE ARCHITECTURAL SURFACES Le grandi lastre della collezione Fiandre, Aster Maximum Massimo Iosa Ghini per la pavimentazione interna ha scelto i prodotti e il servizio firmato Fiandre Architectural Surfaces, brand della holding Iris Ceramica Group, leader nella produzione di gres porcellanato a tutta massa di alta gamma. Le grandi lastre della collezione Fiandre Aster Maximum rivestono gli spazi interni arricchendoli di un design inedito che si ispira all’effetto spazzolato del cemento.

Le varianti Moon Aster, con le sue sfumature antracite, e Venus Moon, con la sua tonalità neutra, rivestono gli ambienti unendo eccellenti qualità estetiche ad uno spessore ridotto di soli 6 mm.

GranitiFiandre SpA Via Radici Nord, 112 42014 Castellarano RE Tel. 0536 819611 info@granitifiandre.it www.granitifiandre.it

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I FORNITORI LE IMPRESE GLI INSTALLATORI E GLI ARTIGIANI SPECIALIZZATI DEL TERRITORIO PUGLIESE

PUGLIA / DIRECTORY Infissi e serramenti

Impianti elettrici

CARIL di Calogiuri Roberto Via Aldo Moro, 17 73023 Lizzanello LE Tel. 329 3858495 calogiuri_roberto@libero.it pag. 150

GAROFOLI SpA Strada Provinciale Palo Binetto z.a. 70027 Palo del Colle BA Tel. 080 9145300 info@garofolispa.eu www.garofolispa.eu pag. 124

Arredo e interior

CASA BELLA ARREDAMENTI Via Vincenzo Calò, 67/A 74023 Grottaglie TA Tel. 099 5665093 casabella.arreda@libero.it www.casabellaarreda.it pag. 141

Climatizzazione / sistemi radianti

GIACOMINI SpA Via per Alzo, 39 28017 San Maurizio d’Opaglio NO Tel. 0322 923111 info@giacomini.com www.giacomini.com pag. 133

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COFANO LUIGI LAVORI EDILI Via Risorgimento, 10 72015 Fasano BR Tel. 080 4421292 cofano.luigi@libero.it pag. 141

Opere edili

COSAL INTERIORS Srl Via Filippo Corridoni, 21 70122 Bari Tel. 080 5542916 cosalinteriors@gmail.com pag. 132

Infissi e serramenti / contract

CURSANO Srls Via Inghilterra, Zona P.I.P. 73021 Calimera LE Tel. 320 7650678 www.gruppoc.com antonio@gruppoc.com pag. 155

Opere edili

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Piscine

GRANDI IMPIANTI Srl Via Carducci 70043 Monopoli BA Tel. 080 4107754 piscine.g@gmail.com www.piscineimpianti.it pagg. 135 - 140

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Schermature solari

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PUGLIA

PER L’ARCHITETTURA Opere edili

Interni e finiture

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Via Arno, 4/B 71016 San Severo FG Tel. 338 4443605 severinolapietra@libero.it pag. 102

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Interni e finiture Scale / coperture / schermature solari

IN-OUTSIDE

PLASTICWOOD Srl

V.le Japigia, 10 H 73100 Lecce LE Tel. 327 5529356 pag. 150

Via Crear 15 loc. Mazzantica 37050 Oppeano VR Tel. 045 6985000 www.plasticwood.it pag. 129

Interni e finiture

Prodotti per la sigillatura e l’incollaggio

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PUGLIA

PREMIO IN/ARCH - ANCE PUGLIA

Progetti da premio

I TRE PROGETTI A MANFREDONIA, OSTUNI E POLIGNANO A MARE VINCITORI DEL PREMIO IN/ARCH-ANCE PUGLIA ORGANIZZATO NEL 2014 DALLA SEZIONE PUGLIESE DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI ARCHITETTURA, IN COLLABORAZIONE CON ANCE PUGLIA.

MANFREDONIA ORATORIO SACRA FAMIGLIA Planprogetti Località Manfredonia (Fg) Committente Curia Arcivescovile di Manfredonia

Anno di realizzazione 2009 Progettazione architettonica Planprogetti (Sergio delli Carri, Gaetano Gelsomino, Giuliana Granatiero e Francesco Trigiani)

Impresa costruttrice Impresa edile Eredi Paolo De Salvia & C

Fotografia Peppe Maisto

Affogato tra gli edifici degli anni ’70-’80, l’oratorio occupa l’intero lotto libero da altri volumi. È un edificio completamente chiuso verso l’esterno (se si esclude il solo grande portale di accesso di 16 metri) e interamente aperto sul cortile interno (nella foto); le aule di catechesi e la sala grande

dell’oratorio sono pensate come estensione del chiostro. L’edificio è stato realizzato in tre soli materiali: il muro perimetrale in calcestruzzo a doghe orizzontali, gli infissi a correre sui quattro lati del chiostro, il pavimento in cemento levigato.

OSTUNI CASA DELLA MUSICA Flore & Venezia Località Ostuni (Le) Committente comune di Ostuni Anno di realizzazione 2012 Progettazione architettonica Flore & Venezia Architetti

Fotografia Flore & Venezia Architetti

Il progetto, commissionato dal comune di Ostuni, prevedeva il riutilizzo e la progettazione di una parte del convento dei frati Cappuccini, che nei secoli aveva ospitato il carcere, la caserma dei vigili del fuoco, fino a ridursi a deposito. Il progetto ha previsto la riorganizzazione urbana di un tessuto sedimentato e dive-

nuto marginale. La Casa della Musica si è aperta alla città: non più carcere caserma, ma perimetro e quinta di una piccola piazza, agorà, luogo di scambio per la cultura giovanile. Il progetto ha voluto recuperare e ridefinire gli spazi esistenti, ritmando le priorità, senza gesti eclatanti, ma senza atteggiamenti dimessi.

Il complesso è plasmato sul sito e poggia sul profilo degradante del piano di campagna inserendosi nel paesaggio naturale. Il linguaggio architettonico e i temi scelti sono tratti dalla tradizione costruttiva residenziale e, più in generale, dal portato dell’architettura del

mediterraneo, rimodellandone forme, materiali, tipologia ed elementi tipici. La scelta materica e cromatica, pietra da taglio, intonaco bianco e vetro, contribuisce a rendere il progetto maggiormente compatibile con i caratteri architettonici del nucleo storico di Polignano.

POLIGNANO A MARE RESIDENZE Monica Alejandra Mellace Località Polignano a Mare (Bari) Committente Serim Progettazione architettonica Monica Alejandra Mellace

Progetto strutturale e direzione dei lavori Giovanni B. Rubino

Consulenza ambientale e direzione artistica Monica Alejandra Mellace, Dario Morelli, Paolo Pastore

Impresa di costruzioni Serim, Polignano a Mare

Fotografia Pietro Savorelli

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FONT Srl - illustrazione di Jochen Schittkowski / Germany

Il pavimento incontra il progetto

Pavimenti tecnici vinilici e in PVC di ultima generazione in legno prefinito, in laminato, in gomma, linoleum e moquettes. Soluzioni specifiche per pavimenti ad uso residenziale, sportivo, industriale, per la nautica, per il settore scolastico, ospedaliero e contract.

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