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LA CITTÀ AUMENTATA DEL NEOANTROPOCENE di Maurizio Carta
Maurizio Carta È professore ordinario di urbanistica presso il Dipartimento di Architettura e Presidente della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo. Esperto di pianificazione urbana e territoriale, pianificazione strategica e rigenerazione urbana. Per le sue ricerche è invitato a tenere lezioni e conferenze in numerose università e istituzioni italiane e straniere. Nel 2015 la Biennale Internazionale di Architettura di Buenos Aires gli ha conferito un premio per i suoi studi sulla rigenerazione urbana. È autore di più di 300 pubblicazioni scientifiche, tra le più recenti: Reimagining Urbanism (Listlab, 2014), Re-cyclical Urbanism (con B. Lino and D. Ronsivalle, Listlab, 2016), The Fluid City Paradigm (with D. Ronsivalle, Springer, 2016), Augmented City (Listlab, 2017) Dynamics of Periphery (with J. Schroeder, Jovis, 2018).
La città aumentata – scrive Maurizio Carta nel suo libro – è il paradigma della città senziente, connessa, resiliente, fluida e reticolare che con il crowdsourcing si modifica per adattarsi ai comportamenti delle persone che la vivono Augmented City Maurizio Carta ListLab, 2017, 16 euro ISBN 978-88-998-5420-1
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Platone nella Repubblica descriveva la città come «pascolo e nutrice della società», prescrivendo che essa dovesse essere buona, nutriente, salubre e protesa alla cura del bene comune. Dobbiamo recuperare la visione e la realizzazione di una città nutrice dell’umanità, esercitando un’urbanistica che non sia solo tecnica, norma e progetto, ma anche una neuroscienza dello spazio che concorra a modellare i nostri comportamenti attraverso una relazione emotiva oltre che razionale, psicocognitiva oltre che normativa, narrativa oltre che tecnica, cognitiva oltre che funzionale. Le città sono da sempre, e oggi con maggiore intensità e velocità, organismi vibranti di luoghi e comunità, di dati e informazioni, di sensori e attuatori, di azioni e reazioni generati sia dalle persone che dall’ambiente. E, quindi, devono agire come dispositivi abilitanti per migliorare la vita contemporanea. Saremmo in grado di costruire un ambiente urbano più efficiente, capace di percepire l’ambiente e di comprendere i bisogni, e di agire quotidianamente e per tutti gli abitanti? Capace di amplificare opportunità e talenti? Tra le risposte, oltre quelle ormai consunte della smart city, io propongo la Augmented City (Listlab, 2017) come un paradigma emergente che percepisca le richieste di una società più retico-
lare e interconnessa, basata sulla conoscenza e creatività, che risponda al cambiamento globale attraverso un nuovo metabolismo circolare. Una città, insomma, che sia ambiente privilegiato della nostra “umanità aumentata”. La città aumentata è, quindi, lo strumento per entrare nel Neoantropocene generativo e collaborativo, superando il Paleoantropocene erosivo e dissipativo che ha caratterizzato la società – e la città – industriale dell’Ottocento e del Novecento. La città aumentata pretende un salto di paradigma in tutti i settori e cicli di vita, a partire dalla mobilità che è ancora ferma al modello novecentesco. Serve un modello urbano in cui le infrastrutture di trasporto siano il propulsore più efficace del cambiamento. Infrastrutture di connessione di una città sempre più policentrica e reticolare che concorrano non solo a soddisfare i reali fabbisogni di mobilità, ma siano indispensabili attivatrici di nuovi stili di vita e abilitatrici di opportunità per generare attorno ad esse nuovi spazi, socialità e diritti. In Italia, tranne rare eccezioni, le città si dibattono in un grave deficit infrastrutturale, sia in termini di dotazione, che di innovazione che di sicurezza – come dimostrano le recenti vicende – e in un drammatico gap di qualità ed efficacia