ioArch
Anno 13 | Settembre 2019 euro 9,00 ISSN 2531-9779 FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano
DINAMICHE DELLO SPAZIO Duccio Grassi Architects
PROGETTARE PER L’OSPITALITÀ ZHA | NASSUATO | RMJM | ARCGENCY | HBA | DORTE MANDRUP | SNØHETTA JEAN NOUVEL | GILLES BRUSSET | EQUIPO DE ARQUITECTURA | MUDA | MARCO PIVA CARLO DONATI | CABERLONCAROPPI | MICHELE ARCARESE | FLAVIANO CAPRIOTTI ALBERTO APOSTOLI | PIERRE-YVES ROCHON | BALDO BATTAGLIA | ANARCHITECT
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CAPPA HAIKU LA MASSIMA ASPIRAZIONE DEL SILENZIO
HAIKU. SILENZIOSA E MODULARE
PER ADATTARSI AD OGNI AMBIENTE. La collezione di cappe aspiranti Haiku assicura la massima silenziosità, anche alle velocità più elevate, permettendoti di godere a pieno la tranquillità della tua casa. L’esclusivo sistema di regolazione della profondità garantisce il perfetto allineamento con i pensili della cucina e l’ampia varietà di dimensioni e finiture rende questa linea perfetta per ogni soluzione progettuale. Haiku Design Fabrizio Crisà elica.com
48 FOCUS 16 Nolita e Reva all’Altera Pars | PEDRALI 18 La facciata ventilata | BRIANZA PLASTICA 20 Il Dna della nuova Russia | LAMM 22 Legno, laminato o vinilico | ITALFLOORING 24 Metamorfosi di un edificio | ALUBEL 25 Nuovi serramenti nel preesistente | EKU 26 Le coperture avvolgenti | PREFA 27 I 5 volti di Ultima+ Finesse | ARMSTRONG
48 Peccioli RESIDENZE E NUOVI SPAZI COLLETTIVI LA FILOSOFIA DI MARIO CUCINELLA
50 Maglie L’OSPEDALE DEL SUD SALENTO MARIO CUCINELLA ARCHITECTS
52 Novara LA CITTÀ DELLO SPORT | ANDREA MAFFEI 54 Venezia | Padova NUOVI PROGETTI DAVID CHIPPERFIELD ARCHITECTS
56 Bologna UN NUOVO HOTEL | MASSIMO IOSA GHINI 57 Capo Vaticano LA WELLNESS DESTINATION STUDIO APOSTOLI
58 Groenlandia ICEFJORD CENTRE DORTE MANDRUP
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60 Architettura danzante GRAND OPERA HOUSE SHANGHAI | SNØHETTA
62 La rosa del deserto MUSEO DEL QATAR
JEAN NOUVEL
IL MONDO CHE CI CIRCONDA A cura di Carlo Ezechieli
68 Giocare seriamente | GILLES BRUSSET 73 Luce e Gravità | EQUIPO DE ARQUITECTURA 78 Forme fluide | MUDA ARCHITECTS
30 Fronte del Porto | THEKRANE, COPENHAGEN DI ARCGENCY STUDIO
34 Turismo Religioso | ABBAZIA DI FOLLINA
WORK IN PROGRESS 38 Parigi UNIC | MAD ARCHITECTS 40 Milano SMART DISTRICT REDO BERETTA ASSOCIATI
42 Milano CAMPUS OPENZONE AMDL CIRCLE E ARCADIS
44 Milano TEATRO DELLE TERME MARZORATI E PELLA
46 Aosta PROGETTO PER IL POLO UNIVERSITARIO MC A
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130 ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ 82 84 89 90
L’italian touch vale 1,8 miliardi | ZORAN BAĈIĆ Macchina del tempo THE ST. REGIS, ROMA
108 Tradizioni rivisitate FALORIA MOUNTAIN RESORT CORTINA D’AMPEZZO | FLAVIANO CAPRIOTTI
114 Unbound collection by Hyatt
GREAT SCOTLAND YARD HOTEL | HBA
116 A casa di Palazzeschi
Tetris, un partner a 5 stelle
HOTEL CALIMALA, FIRENZE | AXEL MEITLIS
Scenografie romane
THE PANTHEON ICONIC ROME HOTEL | MARCO PIVA
118 Leggero e luminoso di fronte al lago VISION HOTEL, PESCHIERA DEL GARDA STUDIO APOSTOLI
124 La catena econochic B&B HOTELS
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BALDO BATTAGLIA
127 May the student In you live forever THE STUDENT HOTEL
130 Un’esperienza immersiva
AL FAYA LODGE & SPA, SHARJAH | ANARCHITECT
RESIDENZE 132 Contaminazioni tra arte e architettura P19, MILANO | CARLO DONATI
138 Un leggero contenitore di luce VILLA DIONISIO, TINDARI
PROFILI
96 Storytelling dell’ospitalità
143 Duccio Grassi Architects
CABERLONCAROPPI
104 La seconda vita del Lingotto
DOUBLE TREE BY HILTON LINGOTTO, TORINO MICHELE ARCARESE
ELEMENTS
a cura di Elena Riolo
153 Ospitalità
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Anno 13 | Settembre 2019 euro 9,00 ISSN 2531-9779 FONT Srl - Via Siusi 20/a 20132 Milano Poste Italiane SpA Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in l. 27.02.2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - DCB Milano
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8, 10, 28, 152 Libri 12, 14, 142 Designcafè
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DINAMICHE DELLO SPAZIO Duccio Grassi Architects
PROGETTARE PER L’OSPITALITÀ ZHA | NASSUATO | RMJM | ARCGENCY | HBA | DORTE MANDRUP | SNØHETTA JEAN NOUVEL | GILLES BRUSSET | EQUIPO DE ARQUITECTURA | MUDA | MARCO PIVA CARLO DONATI | CABERLONCAROPPI | MICHELE ARCARESE | FLAVIANO CAPRIOTTI ALBERTO APOSTOLI | PIERRE-YVES ROCHON | BALDO BATTAGLIA | ANARCHITECT
In copertina, Duccio Grassi, Al Hamra Luxury MultiComplex. Foto Andrea Martiradonna.
Direttore editoriale Antonio Morlacchi
Contributi Maurizio Carta, Pietro Mezzi Luigi Prestinenza Puglisi, Elena Riolo
Direttore responsabile Sonia Politi
Grafica e impaginazione Alice Ceccherini
Comitato di redazione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi, Sonia Politi
Marketing e Pubblicità Elena Riolo elenariolo@ioarch.it
Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano T. 02 2847274 redazione@ioarch.it www.ioarch.it Fotolito e stampa Errestampa
Prezzo di copertina euro 9,00 arretrati euro 18,00 Abbonamenti (6 numeri) Italia euro 54,00 - Europa 98,00 Resto del mondo euro 164,00 abbonamenti@ioarch.it Pagamento online su www.ioarch.it o bonifico a Font Srl - Unicredit Banca IBAN IT 68H02 008 01642 00000 4685386
© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi non verranno restituiti.
Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004. Spedizione in abbonamento postale 45% D.L. 353/2003 (convertito in legge 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Milano
ISSN 2531-9779
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› DESIGNCAFÈ LA BIENNALE DI ARCHITETTURA DI CHICAGO
LAFARGEHOLCIM AWARDS
Al via la terza edizione della Biennale di Architettura di Chicago, che con il titolo “…and other such stories” intende indagare il modo in cui l’architettura si collega al mondo, alla memoria, ai diritti e alla partecipazione civica. Direttore artistico dell’edizione 2019 è Yesomi Umolu (già curatrice del Padiglione degli Stati Uniti alla 16. Biennale di Architettura di Venezia), con i co-curatori Sepake Angiama, che lavora sui temi dell’istruzione e delle pratiche sociali, e Paulo Tavares, architetto e docente brasiliano. Gran parte dei lavori presenti (più di 80 i partecipanti) è originale e realizzata su
LA GIURIA PER L’EUROPA Sarà l’architetto Jeannette Kuo (foto), partner dello studio svizzero Karamuk Kuo Architects, a presiedere la giuria che nel 2020 valuterà i progetti partecipanti alla sesta edizione dell’International LafargeHolcim Awards per l’Europa (ricordiamo che il Premio è organizzato su base continentale). Jeannette Kuo guiderà una giuria formata dall’architetto belga Kristiaan Borret, Nuno Brandão Costa, fondatore dell’omonimo studio portoghese, Eva Pfannes, direttore presso lo studio olandese Ooze Architects, Sergei Tchoban, a capo di Speech in Russia e managing partner di Tchoban Voss Architekten (Russia e Germania), Alexandre Theriot, partner fondatore di Bruther, i membri del comitato scientifico della LafargeHolcim Foundation Marilyne Andersen, professore di tecnologie di costruzione sostenibili persso l’Epfl di Losanna e Dirk Hebel, docente di costruzioni sostenibili al Karlsruher Institut für Technologie, e Christophe Levy, direttore del dipartimento R&D presso il LafargeHolcim Innovation Center in Francia. I progetti partecipanti alla sesta edizione del Premio internazionale – la call è aperta fino al prossimo 25 febbraio – verranno valutati e classificati secondo i cinque criteri di base dell’architettura sostenibile: grado di innovazione e riproducibilità in contesti diversi; standard etici e livello di inclusione sociale del progetto; performance ambientali e uso delle risorse; sostenibilità e compatibilità economica; impatto sul contesto e qualità estetica. [8]
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commissione. Elementi centrali dell’edizione di quest’anno il dialogo, la ricerca e l’apprendimento: su questi presupposti i numerosi artisti invitati hanno realizzato lavori sviluppati in collaborazione con le comunità locali. È il caso – solo per citarne alcuni – del Borderless Studio di Chicago, un laboratorio di progettazione e di ricerca urbana fondato da Paola Aguirre Serrano che lavora con diversi gruppi, studi e artisti internazionali per riutilizzare temporaneamente una scuola dismessa (originariamente progettata da Perkins+Will) nel quartiere di Bronzeville. O della facoltà di architettura Escola da Cidade e gli artisti di O Grupo Inteiro che presenta il lavoro svolto con il movimento per la terra e per la casa Mstc (Movimento de Sem-Teto do Centro) e promuove il dialogo tra architetti e movimenti di base sui temi sociali. Così come è il caso del fotografo Akinbode Akinbiyi che, a partire da un corso residenziale alla School of the Art Institute di Chicago, collabora con i giovani della scuola per documentare, esplorare e comprendere il paesaggio e l’ambiente del quartiere attraverso la pratica fotografica quotidiana. La Biennale di Chicago rimarrà aperta fino al prossimo 5 gennaio 2020.
A ROMA A OTTOBRE SPAM-DREAMCITY Promosso dall’Ordine degli Architetti di Roma, Spam-DreamCity è il Festival dell’Architettura che si svolgerà dal 10 al 18 ottobre alla Casa dell’Architettura-Acquario Romano. Chiamati a confrontarsi saranno grandi nomi dell’architettura nazionale e internazionale come Mario Bellini, Daniel Libeskind, Massimiliano Fuksas, Manuel Aires Mateus, Rudy Ricciotti e Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2020. Numerosi i progettisti che hanno già aderito all’invito: Labics, Nemesi, King Roselli Architetti, Insula e Alvisi
Kirimoto. Con loro saranno invitati a discutere diversi esponenti del mondo della politica, del cinema e della cultura. Il programma prevede sette giornate a tema e due iniziative fuori format, articolate in un fitto programma che andrà dal mattino fino a sera inoltrata. Le mattinate si apriranno con un focus su temi riguardanti la disciplina architettonica, cui seguiranno delle tavole rotonde. Nel pomeriggio si alterneranno dialoghi, lecture e confronti a due. La sera, a partire dalle 21, una rassegna cinematografica.
URBANPROMO PROGETTI PER IL PAESE Dopo l’appuntamento Green a Palazzo Badoer (19 e 20 settembre), dal 12 al 15 novembre alla Nuvola Lavazza a Torino si terrà la 16esima edizione di Urbanpromo Progetti per il Paese, con il convegno scientifico internazionale La città contemporanea. Un gigante dai piedi d’argilla (call aperta a ricercatori, studiosi e professionisti che operano nelle Università, nelle imprese e nella PA), il cui nucleo tematico si fonda sulla consapevolezza che la disciplina urbanistica si trova oggi di fronte a una duplice sfida: se da un lato impone di mobilitare le risorse intellettuali
disponibili per analizzare in profondità i cambiamenti radicali che stanno avvenendo nei principali contesti insediativi, dall’altro richiede alle politiche di piano di offrire un contributo fondamentale alla ricomposizione di una civiltà urbana che sta smarrendo le motivazioni di fondo e la direzione di un percorso comune da intraprendere. Sempre a Torino si terrà, anch’esso anticipato da una call, un incontro che rientra nell’ambito del programma di lavoro promosso dall’Inu e da altri soggetti, Città accessibili a tutti, incentrato sulle barriere dell’abitare.
› DESIGNCAFÈ THOMAS STEARNS ALLA VENINI Inaugurata in occasione della terza edizione di The Venice Glass Week, rimarrà aperta fino al 5 gennaio presso le stanze del vetro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, la mostra dedicata all’artista americano che collaborò con la vetreria Venini agli inizi degli anni Sessanta. La mostra, curata da Marino Barovier, espone l’intera produzione di Stearns
realizzata tra il 1961 e il 1962: ottanta pezzi unici e piccole serie dal carattere scultoreo. Thomas Stearns (1936-2006) giunse a Murano nel 1960 con una borsa di studio italiana per svolgervi attività di ricerca sul vetro e alla fine del 1961 fu assunto da Venini come guest designer con l’incarico di sviluppare anche progetti per la produzione in serie.
ANTROPOCENE
L’IMPRONTA DELL’UOMO SUL PIANETA
A MERANO ARTE DESIGN FROM THE ALPS Il prossimo 10 ottobre verrà inaugurata a Kunst Meran (Portici 163) Design from the Alps (Trentino Alto-Adige 19192019): la prima rassegna sulla produzione e sulla cultura del design moderno. La mostra, che rimarrà fino al 12 gennaio 2020, organizzata da Merano Arte in collaborazione con il Naba di Milano e la Libera Università di Bolzano, è il racconto dell’avventura del design in questa area alpina, che nell’ultimo secolo si è dimostrata un laboratorio di ricerca ed elaborazione tecnico-formale. La rassegna, curata da Claudio Larcher, Massimo Martignoni, Ursula Schnitzer, presenta oltre 100 pezzi di design che coprono un ampio arco di creatività: dai componenti d’arredo alle macchine fotografiche, dal packaging e dai prodotti alimentari agli esperimenti nel campo aeronautico e auto-motociclistico, ai giocattoli e all’attrezzatura sportiva. Un itinerario scandito dai nomi più importanti di questa disciplina: da Fortunato Depero a Luciano Baldessari, da Gino Pollini ai Sottsass padre e figlio, Mazzetta di eco-pelle prodotta a partire dagli scarti delle mele. Un progetto ideato dall’ingegnere Alberto Volcan e sviluppato dall’azienda Frumat.
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da Carlo Abarth a Martino Gamper, fino allo scrittore americano Ezra Pound. L’allestimento, progettato da Claudio Larcher con la collaborazione di Manal Abu Monassar e Gaia Dognini, segue i tre livelli dell’edificio storico in un percorso che riprende metaforicamente una salita dalla pianura all’alta montagna. Accompagna la mostra un ampio catalogo edito da Scheidegger & Spiess (Zurigo), con progetto grafico di Antonino Benincasa e la collaborazione di Claudia Gelati e Malthe Wöhler e le fotografie di Anna Maconi.
Dal 19 settembre nelle sale cinematografiche italiane sarà proiettato il documentario Antropocene - L’epoca Umana. Il film, frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo Edward Burtynsky e i registi Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier, combinando arte, cinema e ricerca scientifica, documenta gli effetti delle attività umane sul pianeta e la transizione preconizzata da molti dall’era dell’Olocene a quella dell’Antropocene. Originariamente concepito come saggio fotografico e il terzo di una trilogia di film tra cui Manufactured Landscapes (2006) e Watermark (2013), il progetto si è evoluto includendo installazioni cinematografiche, murales ad alta risoluzione su larga scala tratti da ampliamenti cinematografici, cortometraggi a realtà virtuale e installazioni a realtà aumentata. Sviluppando tecniche innovative, Burtynsky, Baichwal e de Pencier hanno intrapreso un viaggio epico in tutto il mondo che documenta in maniera spettacolare l’impatto delle attività umane sull’ambiente. Dagli argini di cemento in Cina, che ora coprono il 60% della costa continentale, alle più grandi macchine terrestri mai costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio negli Urali russi alcomplesso metallurgico di Norilsk in Siberia, dalla devastante grande barriera corallina in Australia ai surreali stagni di evaporazione del litio nel deserto di Atacama. All’incrocio tra arte e scienza, il film testimonia, attraverso l’esperienza e non la didattica, un momento critico nella storia geologica, portando una conoscenza provocatoria dell’ampiezza e dell’impatto della nostra specie. Il progetto include un libro d’arte e una mostra già esposta a Toronto e in programma prossimamente al MAST di Bologna.
› LIBRI
Quasi la controstoria di un secolo di architettura UNA STORIA CHE ARRIVA FINO AI NOSTRI GIORNI RACCONTATA COME UN ROMANZO. LA SCELTA DI PROPORLA A BASSO PREZZO (20 EURO L’EDIZIONE SU CARTA, 3 EURO IN EBOOK) E CON LICENZA CREATIVE COMMONS. L’ULTIMO LAVORO DI LUIGI PRESTINENZA PUGLISI È UN ECCELLENTE TESTO UNIVERSITARIO CHE VI FARÀ AMARE L’ARCHITETTURA PIÙ DI QUANTO NON PENSIATE GIÀ DI AMARLA
È difficile rendere in poche righe il senso e le qualità di un volume così ampio per estensione (dal 1905 al 2018, nientemeno) e profondità, dove vengono citati, sempre per una buona ragione e spesso più volte, 1.289 autori. Forse si può fare prendendo a caso dalle recensioni sulla piattaforma lulu.com, dove è in vendita la versione online, o dai commenti sui social – Luigi Prestinenza Puglisi è un critico molto attivo sulle piattaforme social: “...Il racconto critico di Prestinenza Puglisi rivela la natura eteronoma dell’architettura, crea connessioni tra discorsi inconciliabili, introduce una dimensione emotiva nella confutazione delle affermazioni altrui...”; “Dopo anni di professione pura avevo bisogno di una boccata di ossigeno rileggendo la storia dell’architettura che ho tanto amato all’università. Chiaro e impostato bene è diverso dagli altri libri molto didattici che ho letto in precedenza”; “...Credo che il dono di Lpp sia quello di riuscire a dare un’anima alle cose, e qui ha mostrato una Storia dell’Architettura ricca di tante sfumature e con un’anima profonda”, o ancora “Caro Luigi ho letto la tua ‘storia’, è deliziosa e scardina sicurezze, certezze e semplificazioni”. O forse si può prendere in esame l’aspetto utilitario, che all’autore sta molto a cuore: 768 pagine al prezzo di copertina di 20 euro (3 euro nella versione in e-book) eliminano la necessità di fare fotocopie per sottrarsi ai costi esorbitanti dei libri di testo universitari (scritti talvolta dagli stessi docenti che li prescrivono) e contribuisce in modo democratico alla diff usione della cultura architettonica. Ma poiché ci ha conquistato con lo stile del racconto, colto e domestico al tempo stesso, che riesce a farci sentire meno ignoranti, non possono che essere piccole perle prese a caso tra le pagine per spiegare ai lettori com’è fatta questa (contro) Storia dell’Architettura 19052018. Su Terragni (e Eisenman): «poeta del [ 12 ]
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razionalismo e personaggio eternamente insoddisfatto, Terragni ... nel 1936 completa la Casa del Fascio a Como, forse il suo progetto più impegnativo e più sofferto, in cui tenta di far convivere lo spirito innovativo del Movimento Moderno con un ideale di perfezione di matrice greca. Ne viene fuori un prisma perfettamente proporzionato sui canoni della sezione aurea che si ispira alla lezione di Le Corbusier ma che ... è febbrilmente lavorato nelle sue articolazioni per esaltare la dialettica tra il pieno del volume e il vuoto degli spazi esistenziali. Gli scavi, gli scostamenti, il gioco delle proiezioni degli elementi strutturali fanno così pensare a un atteggiamento manierista in cui il distacco dalle fonti non avviene per rottura ma ... per portare alle estreme conseguenze spaziali il metodo estratto dal modello (non è casuale che, in tempi più recenti, l’ultra manierista Peter Eisenman sia rimasto, a sua volta, folgorato dalle articolazioni sintattiche di quest’opera e ne abbia fatto oggetto di continue riflessioni e di studi con un atteggiamento, per così dire, manierista al quadrato)». Sullo star system: «Esattamente come avviene per le automobili o per il vestiario, dove è sempre più difficile distinguere tra un’utilitaria della Fiat e una della Renault, tra un paio di jeans di Dolce & Gabbana o di Armani, lo Star System è responsabile anche di una crescente somiglianza tra i prodotti. E così, per esempio, il minimalista Perrault, con il progetto per l’ampliamento del teatro Mariinsky a San Pietroburgo (2003), disegna un edificio che ricorda le sperimentazioni sulle geometrie complesse. Renzo Piano con la KPN Telekom Tower a Rotterdam (1997-2000), sperimenta i pixel dell’elettronica. Herzog & de Meuron con il Laban Centre a Depfort, Londra (1997-2003), integra le ricerche sui materiali con una riflessione spaziale che ha più di un debito con Rem Koolhaas. Il tettonico Rafael Moneo con
il Kursaal di San Sebastian (1990-1999) punta sull’architettura trasparente ... La popolarità delle star porta inoltre, inevitabilmente, a un atteggiamento ambiguo e, a tratti, elusivo rispetto all’innovazione. I protagonisti del dibattito architettonico, infatti, sanno che senza innovare saranno presto superati dalle nuove mode. Ma nello stesso tempo che l’innovazione, per avere successo commerciale, deve essere più di forma che di sostanza ... deve rientrare all’interno di quella generica retorica del nuovo che rende il prodotto vendibile. Il risultato è che il progetto ... punta sugli aspetti comunicativi invece che – come era avvenuto con il Movimento Moderno – su quelli tecnici, funzionali e sociali». Non andiamo oltre, non vogliamo svelare come va a finire.
La storia dell’architettura 1905-2018 Autore Luigi Prestinenza Puglisi Editore Luca Sossella editore Milano Bologna 2019
ISBN 978-88-973-5697-4 Pp 768 – euro 20,00 (in ebook su lulu.com euro 3,00) Distribuzione anche via Amazon
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› LIBRI MINIERE URBANE Il singolare punto di vista che muove le ricerche raccolte nel Manual of Recycling è quello di considerare l’ambiente costruito come un’immensa riserva di materie prime. La transizione verso un modello economico circolare basato sul riuso, il recupero e il riciclo non è più procrastinabile, perché fino ad oggi il costo dei materiali non incorpora le responsabilità collettive che produzione, uso e dismissione comportano, sia a livello ambientale sia di salute (come dimostra ad esempio il caso dell’amianto). Peraltro, se il valore fondiario accorcia il ciclo di vita degli edifici e induce consumi crescenti, è ormai dimostrata anche la convenienza economica – documentata nel volume con tre esempi dettagliati per cubature che vanno dai 1.000 ai 12mila mc – dell’uso di soluzioni compatibili con una politica di riciclo. Ma come si progetta per un’architettura circolare? Sicuramente a partire dalla
possibilità di disassemblaggio, di materiali compositi e delle diverse parti dell’edificio; progettando nodi semplici e disegnando spazi flessibili, che si possano adattare nel tempo a differenti esigenze d’uso. Il libro è un catalogo esaustivo di soluzioni, complete di disegni esplicativi in scala 1:20, metodi di calcolo e nove esempi che si focalizzano sull’uso di specifici materiali. Non mancano capitoli dedicati all’uso di risorse locali, a costruzioni realizzate con l’uso di un solo materiale e al ruolo del Bim e della progettazione parametrica. Forse discutibile quando suggerisce forme specifiche che sembrerebbero limitare la creatività e la poetica dell’architetto, con i casi reali illustrati nelle ultime pagine il volume conferma però la verità di quanto diceva Alvar Aalto: “i fiori del melo sono standardizzati ma sono tutti diversi tra loro. Dovremmo imparare a costruire nella stessa maniera”.
Manual of Recycling. Buildings as source of materials Autori Annette Hillebrandt, Petra Riegler-Floors, Anja Rosen, Johanna-Katharina Seggewies Editore Detail, Monaco di Baviera 2019 ISBN 978-3-95553-492-9 (EN) 224 pp – euro 99,90
Dorte Mandrup, Wadden Sea Centre a Ribe (Dk), 2017, acciaio, legno e copertura in paglia (foto © Jakob Schoof).
CONOSCERE GLI ALBERI PER PROGETTARE I PARCHI
This Place Testi di Matt Brogan, Charlotte Cotton, Miki Kratsman, Yotam Ottolenghi, Jeff Rosenheim, Rachel Seligman Hatje Cantz Verlag, Berlino pp 280 - 48 euro ISBN 978-3-7757-4616-8
DODICI FOTOGRAFI UN SOLO SOGGETTO This Place non è solo un libro fotografico: è un progetto fotografico su Israele e la Cisgiordania realizzato attraverso gli scatti di dodici autori di fama internazionale. Ciascuno di loro ha affrontato la complessità di quei luoghi immortalando differenti temi: l’identità, la famiglia, la casa, il conflitto e il paesaggio. Il volume, che accompagna la mostra in corso al Museo Ebraico di Berlino (aperta fino al 5 gennaio prossimo), ha concluso il progetto avviato nel 2005 dal fotografo francese Frédéric Brenner. Lo scopo del lavoro era accompagnare immagini artistiche a quelle che giungono ogni giorno da quelle zone. Per tre anni, dal 2009 al 2012, Brenner e i colleghi Wendy Ewald, Martin Kollar, Josef Koudelka, Jungjin Lee, Gilles Peress, Fazal Sheikh, Stephen Shore, Rosalind Fox [ 14 ]
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Solomon, Thomas Struth, Jeff Wall e Nick Waplington si sono recati a più riprese in Israele e in Cisgiordania. Le oltre duecento fotografie mettono in discussione la storia, i confini e i paradossi di quel lembo di terra e dei suoi abitanti. Grazie ai diversi vocabolari visivi, nazionalità e background culturali dei fotografi, le immagini presentano un ritratto a più livelli di quei luoghi. Il progetto si è posto in una prospettiva ‘terza’ e approfondita: per scelta Brenner non ha chiamato fotografi israeliani e palestinesi e molti di coloro che vi hanno lavorato non erano mai stati in Israele prima di allora. A tutti loro, inoltre, è stato dato diverso tempo, con lo scopo appunto di svolgere un’esplorazione approfondita dei luoghi, delle persone e delle differenti culture.
«Dunque bisogna conoscere gli alberi per progettare i parchi; conoscerli uno a uno e anche sapere che il disegno di un parco è il disegno di un “divenire”, la proposta di un meccanismo di trasformazione, di crescita, di vita e di morte», scrissero Cesare Leonardi e Franca Stagi nel 1982, gli autori di un testo fondamentale per la progettazione del verde intitolato L’Architettura degli Alberi. I disegni di quel volume, oggi rieditato da un editore indipendente, rappresentano un insuperato strumento per la progettazione del verde. Frutto di uno studio durato oltre vent’anni, il libro contiene la trattazione di 212 specie arboricole, disegnate in scala 1:100, con e senza fogliame, corredate dai diagrammi delle proiezioni delle ombre durante le ore della giornata e nel corso delle stagioni, dalla tabelle di variazione cromatica stagionale delle chiome e da 393 schede descrittive di ogni famiglia (53), genere (128) e specie (212), con 185 disegni particolari di foglie, fiori e frutti. Un testo fondamentale – oggi disponibile in questa edizione rivista, corretta e aggiornata – rivolto a professionisti, architetti, paesaggisti e designer e a chiunque subisca l’irresistibile fascino del meraviglioso mondo degli alberi.
L’architettura degli alberi Cesare Leonardi e Franca Stagi (testi di Laura Conti, Augusto Pirola e Franca Stagi; introduzione alla nuova edizione di Andrea Cavani e Giulio Orsini; illustrazioni originali dello Studio Leonardi-Stagi) Editore Lazy Dog, Milano 2018 pp 424, 550 illustrazioni 80,75 euro ISBN 978-88-98030-19-4
› FOCUS
Nolita e Reva nel patio dell’Altera Pars di Santorini
NOLITA È UNA SOLIDA SEDUTA DA ESTERNI CHE RIEVOCA UN PERCORSO INIZIATO DA MARIO PEDRALI NEL 1963 CON LE PRIME SEDIE DA GIARDINO IN METALLO. LE SUE FORME SEMPLICI EVOCANO ATMOSFERE SENZA TEMPO. LA FAMIGLIA COMPRENDE SGABELLI E TAVOLINI ANCHE CON RIPIANO RECLINABILE. FINITURE DISPONIBILI: BIANCO, GIALLO, ARANCIO, ROSSO, TERRACOTTA, AZZURRO, GRIGIO ANTRACITE, VERDE SALVIA
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Le collezioni estive di Pedrali arredano l’Altera Pars Suites di Santorini, un confortevole resort con quattordici suite che si distinguono sia per l’architettura tipica delle Cicladi, sia per le decorazioni caratterizzate da colori accesi e intensi. Gli arredi Pedrali sono resistenti all’usura del tempo, degli agenti atmosferici e della brezza marina e si adattano bene anche alle elevate temperature di queste isole del Mediterraneo. Il patio è stato arredato con sedie, chaise longue e tavolini della collezione Nolita disegnati da CMP Design: realizzati interamente in acciaio e proposti nella vivace tonalità del giallo. Dalla collezione Reva, disegnata da Patrick Jouin, è stato poi scelto un elegante divano a tre posti, una poltrona lounge e un lettino da sole, elementi dalle linee morbide e dimensioni generose che già nel nome evocano sensazioni rilassanti e spensierate tipiche della stagione estiva
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www.pedrali.it
› FOCUS
A CISTERNA DI LATINA UN NUOVO EDIFICIO UNIFAMILIARE INTERPRETA LE ESIGENZE DI MODERNITÀ ARCHITETTONICA, COMFORT E GESTIONE ENERGETICA. PER LA FACCIATA VENTILATA È STATO SCELTO IL SISTEMA ISOTEC PARETE DI BRIANZA PLASTICA
La facciata ventilata
di Brianza Plastica
Un’architettura moderna, realizzata con tecnologie d’avanguardia e prestazioni energetiche che assicurano comfort e costi di esercizio contenuti. È la casa unifamiliare a Cisterna di Latina. Un’architettura geometrica, dalle superfici lineari, che alterna chiusure opache e pareti vetrate di grandi dimensioni. Le strutture portanti sono realizzate in cemento armato e acciaio, mentre le tamponature esterne sono costituite da blocchi in laterizio rivestiti all’intradosso da pannelli di cartongesso. L’isolamento esterno è realizzato con il sistema per facciate ventilate Isotec Parete di Brianza Plastica, rivestito con lastre di travertino. Per la realizzazione della facciata ventilata, il sistema Isotec Parete (spessore del pannello isolante 80 mm, passo 73 cm) è stato installato in verticale. Il pannello termoisolante è fissato al supporto mediante tasselli. La leggerezza e la manovrabilità si fanno apprezzare durante l’applicazione, mentre la conformazione perimetrale a battenti contrapposti semplifica la posa e annulla il rischio di formazione di ponti termici. Località Cisterna di Latina Progettisti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini Impresa edile Edil Artedil Superficie pareti isolate 530 mq Descrizione Isolamento termico dell’involucro con facciata ventilata e posa di rivestimento esterno Rivestimento Lastre di travertino fibrorinforzato all’intradosso (spessore 20 mm)
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Isotec Parete è un sistema isolante continuo e portante, con anima in poliuretano rigido ad alte prestazioni, rivestito su entrambe le facce da una lamina di alluminio e dotato di un correntino asolato in acciaio integrato nel pannello. Il correntino svolge una doppia funzione: assicura l’attivazione della ventilazione naturale fra rivestimento e pannello e, dal punto di vista statico, costituisce il supporto adatto a tutti i tipi di ri-
Nelle foto, la casa unifamiliare di Cisterna di Latina e alcune fasi di posa della facciata ventilata (foto courtesy Brianza Plastica).
vestimento. Per l’intervento di Cisterna, le lastre in travertino sono state ancorate al correntino di Isotec Parete mediante morsetti in acciaio
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› FOCUS
Il Dna
della nuova Russia
Completata nel 2015, l’Evolution Tower di Mosca, progettata da Gorprojekt con lo studio Rmjm su un’idea dell’artista scozzese Karen Forbes (dal momento che avrebbe ospitato l’ufficio del registro matrimoniale comunale la torsione si ispira al Bacio di Rodin, a rappresentare l’unità della coppia) è una delle icone del business park sorto negli ultimi anni presso il lungofiume Presnenskaya. Su un vasto podio con funzioni commerciali che la collega al fiume si eleva una struttura a elica che nel suo sviluppo verticale – 246 metri per 55 piani – manifesta una torsione di 156° rispetto all’asse centrale, un core al cui interno corrono ascensori TWIN a doppia cabina di thyssenkrupp Elevators. La forma organica ha determinato, ad ogni livello, un’inclinazione di 14° delle facciate continue, formate da pannelli di doppi vetri a specchio curvati a freddo (per il solo effetto dell’asimmetricità dei telai, lo scostamento tra i due spigoli di ogni pannello non eccede i 50 mm), progettati e realizzati da Permasteelisa. Dall’esterno ne risulta un’illusione ottica, con il panorama della città riflesso dai vetri capovolto di 90°. La sommità della torre è coronata da due archi asimmetrici che proteggono una terrazza panoramica e si estendono per 41 metri unendo visivamente le due facciate opposte. L’Evolution Tower ospita la sede di Transneft, la compagnia pubblica di condotte petrolifere più grande del mondo
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Committente Zao Snegiri Development, City Palace Llc, Transneft Funzione Commerciale Architettura Gorproject (chief architect Philip Nikandrov), RMJM (project leaderTony Kettle) con Karen Forbes Progettazione strutture GK-Techstroy Progettazione impianti Renaissance Construction Company Progettazione d’interni IQ, Elforma General contractor Renaissance Construction Company General contractor interni Velesstroy Anno 2015 Superficie 82.000 mq Altezza 246 metri, 55 piani Curtain wall Permasteelisa Ascensori TWIN di thyssenkrupp Elevator Arredi sala conferenze Lamm (poltrone Genya)
LAMM
Genya, design e tecnologia La reputazione del grattacielo moscovita è confermata dalla qualità complessiva dei materiali e degli arredi interni: per la sala conferenze, inaugurata nel 2019, la committenza ha scelto la linea Genya di Lamm, design Dante Bonuccelli. Poltrone dal disegno minimalista e compatto associato a innovative soluzioni tecnologiche: tutti i componenti sono celati nel volume, sedile e braccioli si aprono con movimento sincronizzato (brevettato) a chiusura ammortizzata. Anche lo schienale, dotato di molleggio e dispositivo di supporto lombare, si assesta all’apertura della seduta. L’imbottitura, a densità differenziata, assicura senso di benessere. Il solido telaio portante interno, in metallo verniciato, viene fissato direttamente alla pavimentazione, eliminando qualsiasi appoggio a vista. Qui è stata scelta la versione in pelle color dattero, interasse 60 cm, installata in file diritte su gradini. www.lamm.it
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› FOCUS PAVIMENTI
Legno, laminato o vinilico? Breve guida ai materiali La scelta delle pavimentazioni per interni spesso è dettata da fattori estetici e di prezzo. In realtà l’offerta è talmente vasta che sarebbe opportuno avvalersi di una consulenza per valutare i pro e i contro delle diverse soluzioni in relazione al progetto che si intende sviluppare. A Gianni Vento, direttore commerciale di Italflooring, che nella sua attività tratta tutti i tipi di superfici per pavimentazioni, abbiamo chiesto di sviluppare questa rubrica, dove numero dopo numero esamineremo vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni per individuare il migliore punto di equilibrio tra qualità tecnica, soluzione estetica e costo. In questo numero parliamo delle innovative pavimentazioni in Pvc identificate con l’acronimo SPC (Silicate Panel Composite) che rappresentano l’evoluzione dell’LVT (Luxury Vinyl Tile).
I vantaggi dei pavimenti SPC Ecosostenibile e dotato di caratteristiche tecniche in grado di soddisfare tutte le normative vigenti, in questo momento la vera novità è il pavimento SPC (Silicate Panel Composite). Disponibili in una vasta scelta di decori, dagli effetti legno alle imitazioni di pietre, cemento e texture tessili, o in tinte unite, questi pavimenti vengono prodotti in diversi formati: doghe per gli effetti legno, piastre o maxilastre per pietre e cemento. Gli SPC sono normalmente certificati al fuoco e a bassissima emissione di sostanze volatili (Voc, fino a 20 volte inferiore al limite imposto dalla norma EN14041) e del tutto resistenti all’acqua e all’usura, caratteristiche che li rendono adatti sia nel residenziale sia in ambienti commerciali ad elevata frequentazione. Al design e alle caratteristiche tecniche si unisce una grande praticità di posa: sistema di in[ 22 ]
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castro a click – doghe e lastre si tagliano con un semplice coltello Stanley, senza produrre polvere – basso spessore (da 4 a 6 mm) e dilatazione molto limitata, che consente di eliminare i giunti, la struttura rigida degli SPC permette la posa in opera diretta anche su ceramica a fuga larga senza rasare. Nelle produzioni di ultima generazione il materassino acustico è addirittura incorporato nel pavimento, velocizzando ulteriormente la posa in opera. Cover Floor SPC, il pavimento SPC di terza generazione proposto da Italflooring, coniuga tutte queste caratteristiche in un’ampia collezione di decori e formati in grado di soddisfare le diverse esigenze estetiche di architetti e progettisti
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www.italflooring.it
COVER FLOOR SPC ITALFLOORING Spessore 6 mm Strato di usura 0,55 mm Dimensione doga mm 1.244,6 x 178,1 Dimensione lastra mm 914,4 x 457,2 Peso Kg/mq 9,0 Classe di resistenza al fuoco Bfl-s1 Adatto per riscaldamento a pavimento a temperature ≤ 28°C Certificazioni CE 14041 sistema 3 ‑ EN 16511 ‑ EN 685 ‑ ISO 10874 Classe di emissioni Voc A+
Nella foto Cover Floor SPC Italflooring in doghe, finitura rovere color tortora.
Sistema a doppia parete Ytong
Pareti divisorie ad alte prestazioni acustiche Un’edilizia di qualità per essere tale non deve trascurare nulla, tantomeno l’isolamento acustico. Il calcestruzzo cellulare Ytong, grazie alla sua struttura omogenea e senza camere d’aria, è perfetto per evitare i ponti acustici derivanti dalle assistenze murarie ed essere in linea con i valori dichiarati sulla certificazione acustica. Con il sistema di doppia parete Ytong si raggiungono fino a 67 dB. Valore alquanto difficile da ottenere per altre soluzioni tradizionali. Questo sistema prevede di massimizzare il modello “massa-molla-massa” mediante l’uso di due murature dotate di diverso spessore e di diversa densità, con interposizione di un materassino isolante in grado di smorzare le frequenze del rumore che lo attraversa. L’uso del blocco Y-ACU ad alta densità, unito al blocco classico Ytong Y-PRO, permette l’ulteriore vantaggio di evitare l’intonaco interno tra le murature.
Questa caratteristica è di fondamentale importanza soprattutto per le strutture alberghiere in quanto esse devono poter offrire ai clienti i migliori livelli di comfort possibili.
Xella Italia S.r.l. - Ytong Il Gruppo Xella è leader mondiale nella produzione e commercializzazione di elementi in calcestruzzo cellulare e prodotti a base di silicati di calcio, presente in oltre 30 Paesi con sedi commerciali e quasi 100 stabilimenti produttivi. In Italia la produzione dei blocchi e malte Ytong avviene nello stabilimento di Pontenure (PC), che si estende su un’area di circa 100.000 m2. La mission del Gruppo Xella mette al primo posto la ricerca e l’innovazione continua con un approccio dinamico e all’avanguardia, guidando gli investimenti verso progetti che hanno portato allo sviluppo di materiali da costruzione sempre più sostenibili e ad alta efficienza energetica.
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› FOCUS
I pannelli EasyWand di Alubel sono stati utilizzati per il rifacimento dell’involucro di un edificio industriale a Campodarsego.
Metamorfosi
di un edificio Ing. Tommaso Brenna
EASY WAND È UN SISTEMA COIBENTATO DI GRANDE FLESSIBILITÀ, PENSATO PER OFFRIRE AL PROGETTISTA LA MASSIMA LIBERTÀ ESPRESSIVA E, CONTEMPORANEAMENTE, PER ABBATTERE CONSIDEREVOLMENTE I TEMPI DI CANTIERE GRAZIE AL VELOCISSIMO SISTEMA DI ASSEMBLAGGIO CHE PERMETTE DI REALIZZARE UNA NUOVA FACCIATA VENTILATA IN POCHI SEMPLICI PASSI
Il rifacimento dell’involucro esterno ha trasformato un edificio degli anni ’60 a Campodarsego (Padova) restituendogli dignità sotto il profilo estetico, prestazionale e funzionale. Merito dell’uso intelligente dei pannelli di rivestimento EasyWand di Alubel, che abbinati a elementi pressopiegati in alluminio compongono il nuovo rivestimento di facciata. Ogni dettaglio è stato studiato con cura, in particolare è stato progettato un sistema di sottostrutture su misura, in modo da compensare le non planarità della facciata esistente e la presenza di balconi e gronde: ora un unico volume, di color grigio antracite e alleggerito dalle fenditure orizzontali si stacca dalla base chiara, intonacata, nella quale si inseriscono le finestre e i portoni esistenti. L’effetto è di sicuro impatto e l’edificio ora spicca nel contesto con carattere ed eleganza. Inoltre la scelta di rivestire la facciata con pannelli in alluminio garantisce le massime prestazioni in termini di durabilità e protezione dagli agenti atmosferici. Senza dimenticare che l’ampia disponibilità di accessori e la modularità del sistema EasyWand consente un montaggio semplice e veloce, e quindi economicamente vantaggioso
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Eku, nuovi serramenti
inseriti nel preesistente
PER LA RISTRUTTURAZIONE DEI TRULLI DI UNA MASSERIA SONO STATI SCELTI I SISTEMI IN ALLUMINIO EKU PERFEKTION ALU ED EKU 62TT, SOLUZIONI IN GRADO DI RISPONDERE ALLE ESIGENZE CONSERVATIVE ED ESTETICHE DELL’INTERVENTO
A Noci, un primo complesso di tre trulli del 1600 e altri cinque risalenti al XVIII-XIX secolo, costruiti accanto a una masseria fortificata, sono stati recentemente ristrutturati su progetto dell’architetto Ferruccio Ciulli per committenti londinesi. La ristrutturazione di tipo conservativo non ha richiesto ulteriori volumetrie, se non minime per vani tecnici, e ha adeguato la struttura alle esigenze della vita contemporanea senza tradire le caratteristiche dell’esistente. Per gli ingressi sono state realizzate porte tutto vetro con profili ad arco, calandrati, per rispettare l’architettura del trullo. Per il resto degli infissi si è avuto cura di puntare a dimensioni accettabili rispetto alla composizione architettonica dei manufatti. In totale sono state posate nove finestre a taglio termico Eku Perfektion Alu, capaci di adattarsi perfettamente alle esigenze del restauro e dell’architettura di pregio. Questo sistema, grazie a un’estetica lineare ed essenziale, offre un ingombro visivo minimo, senza rinunciare alle prestazioni. Inoltre, sono state realizzate in tutto otto porte con serratura della serie Eku 62TT, con un fermavetro che richiama i tradizionali serramenti in ferro. Questo sistema, nonostante il profilo contenuto, può garantire alti valori di isolamento termoacustico. Tutte le soluzioni sono con cerniera a scomparsa, con profili di colore grigio ghisa, maniglie color canna di fucile
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Realizzazione Trulli e masseria fortificata Località Noci BA Committente privato Progetto Arch. Ferruccio Ciulli Serramenti serie Eku Perfektion Alu, serie Eku 62TT Posa Officine Fusillo
www.eku.it
› FOCUS
TETTO E FACCIATE DI DUE STAZIONI DELLA FUNIVIA RIGI-SCHIEDEGG IN SVIZZERA RISOLTE CON L’IMPIEGO DI ELEMENTI IN ALLUMINIO DI GRANDE FORMATO
Località Galdau, Svizzera Progettazione Brigitte Wullschleger Posa lattoneria Anton Ulrich Rivestimento Prefa Scaglie 44
Le coperture avvolgenti Prefa Scaglia 44
Siamo a Galdau in Svizzera, sulle montagne del Rigi, a 1.700 m slm. Qui l’architetto Brigitte Wullschleger ha ristrutturato le due stazioni a monte e a valle della funivia Rigi-Schiedegg. Si tratta di due edifici dalle forme originali, integrate nel contesto montano. Il tema centrale del progetto riguardava il tipo di rivestimento da realizzare, risolto con la combinazione di più materiali: legno, alluminio e cemento. Le Scaglie 44 di Prefa, di grande formato, si sono rivelate una soluzione ideale, sono come una seconda pelle, e la struttura a scaglie ha amplificato questo aspetto anche dal punto di vista estetico. Le scaglie Prefa (cm 44 x 44), in grigio pietra P.10, grazie alla malleabilità del materiale, hanno permesso di realizzare con facilità anche la piega del tetto. Il sistema di montaggio, con listello di fissaggio integrato e a scomparsa, ha facilitato la posa, mentre il fissaggio al supporto è avvenuto con quattro viti. Con cinque elementi è possibile coprire un metro quadrato di superficie
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www.prefa.it
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› FOCUS
i 5 volti di Ultima+ Finesse
il comfort nel settore dell’ospitalità
DESIGN, GARANZIA DI BENESSERE E PRATICITÀ NELLA MANUTENZIONE: QUESTI I PRINCIPALI CRITERI PER LA SCELTA DI MATERIALI E SISTEMI PER GLI SPAZI DELL’OSPITALITÀ. ARMSTRONG CEILING SOLUTIONS – AZIENDA SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI SOLUZIONI COMPLETE PER CONTROSOFFITTI ACUSTICI – PROPONE ULTIMA+ FINESSE, IL NUOVO DETTAGLIO BORDO CON STRUTTURA A SCOMPARSA DELLA LINEA ULTIMA+
Ultima+ Finesse contribuisce a definire il comfort e l’estetica delle strutture ricettive, per un’esperienza di soggiorno unica in grado di soddisfare al contempo le esigenze di architetti e committenza. Ecco i principali plus del sistema.
Estetica Consente di nascondere completamente il sistema di sospensione del controsoffitto e dona ai soffitti un effetto monolitico, omogeneo e compatto, in linea con i trend del settore. Acustica Rende gli spazi acusticamente idonei e confortevoli. Ideale in hall, reception, sale da pranzo o sale conferenze, questa soluzione assicura un perfetto equilibrio tra isolamento e assorbimento acustico, con valori rispettivamente pari a Dnfw= 39 dB e αw= 0,70. Luminosità ed efficienza energetica. Completamente verniciato nella speciale colorazione Bianco Bluastro, assicura una riflessione della luce omogenea, pari all’87%, per un effetto visivo migliorato e un risparmio energetico fino al 16% in caso di illuminazione indiretta. Facilità di manutenzione e massima durabilità. Facile da installare e da manutenere, Ultima+ Finesse permette di definire, prima della sua posa in opera, i punti di accessibilità al plenum per l’ispezionabilità dei soffitti. La speciale rifinitura lavabile e resistente ai graffi garantisce una maggiore durata anche in ambienti ad elevata affluenza. Salubrità Ultima+ Finesse è certificato in classe ISO5 (norma EN ISO 14644-1) e VOC in Classe A+, che attesta il livello minimo di emissioni volatili del prodotto. www.armstrongsoffitti.it
› DESIGNCAFÈ
L’intervento di Zaha Hadid Architects ha trasformato l’argine di protezione lungo l’Elba in un sereno e frequentato spazio pubblico urbano (foto ©Piet Niemann).
PROMENADE SULL’ELBA PER CONTRASTARE L’INNALZAMENTO DELLE ACQUE DELL’ELBA AD AMBURGO LO STUDIO LONDINESE HA PROGETTATO UN’ARCHITETTURA CHE CREA NUOVI SPAZI URBANI E DIALOGA CON LA CITTÀ Un’architettura urbana di grande qualità fi rmata Zaha Hadid Architects per la città di Amburgo. Siamo sul fiume Elba, nella zona di Niederhafen, di fronte al molo di Landungsbrücken. Qui lo studio londinese ha progettato e fatto realizzare un’opera di 625 metri di lunghezza che ha una duplice valenza: proteggere la città dall’innalzamento delle acque e dagli eventi estremi e migliorare la qualità dello spazio pubblico. La realizzazione nasce dalla storia della città anseatica, che nel febbraio del 1962 subì una pesante inondazione che causò più di 300 morti e distrusse 60mila abitazioni. A quella tragedia, tra il 1964 e il 1968 Amburgo rispose erigendo una serie di barriere lungo il fiume, alte 7,20 metri sul livello dell’acqua. Recentemente, di fronte ai rischi indotti dal cambiamento climatico, quell’altezza venne giudicata insufficiente, ritenendo necessario per proteggere la città raggiungere un’altezza di 8 metri. Da qui l’idea di un concorso per assegnare l’incarico di progettazione. Invece di pensare a massicce protezioni in cemento armato lo studio Zaha Hadid Architects ha colto l’invito come un’opportunità per migliorare lo spazio urbano e la connessione tra il lungofiume e il quartiere. La nuova passeggiata ha dimensioni generose (la larghezza minima è di dieci metri), una scelta che garantisce spazi per pedoni, podisti, artisti di strada, mercati ambulanti e caff è. Nei volumi sottostanti la promenade, a livello strada, sono [ 28 ]
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stati ricavati nuovi spazi per negozi e servizi pubblici. Come scolpite, ampie scalinate modellate sinuosamente per creare spazi aperti come piccoli anfiteatri, così da favorirne la percezione di luoghi di incontro, connettono il livello strada con la promenade, al di là della quale altre scalinate conducono all’acqua. Il contrasto cromatico tra il granito scuro della promenade e quello chiaro delle scalinate aggiunge eleganza alla soluzione proposta
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CREDITI Località Niederhafen, Amburgo Committente Municipalità di Amburgo Progetto Zaha Hadid Architects Design Zaha Hadid & Patrik Schumacher Progettazione delle strutture Ingenieurbüro Grassl
Studio del traffico
Schmeck-Junker Ingenieurgesellschaft
Progettazione tecnica Rmn Ingenieure Progettazione ambientale Landschaft & Plan Progettazione geotecnica Grundbauingenieure Steinfield Und Partner
MILAN • ROME • LUGANO • LONDON • KIEV • MOSCOW • ST. PETERSBURG • BAKU • SEOUL • SHANGHAI • SYDNEY • NEW YORK • MIAMI
Abitazione privata Torino
Vecchia Noghera Il noce nel dialetto veneto è chiamato Noghera. Vecchia Noghera nella finitura spazzolata Corteccia au naturel. Listoni tre strati di legno massiccio. Parquet fornito di certificazioni di Qualità , Tracciabilità ed Ecosostenibilità. Collezione Listoni Epoca. POSSAGNO (TV) • Tel. +39 0423 920 209 • commerciale@cadoringroup.it
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› OSPITALITÀ
THEKRANE, COPENHAGEN
FRONTE DEL PORTO ROMANTICISMO POSTINDUSTRIALE IN UNA GRU PORTUALE CHE MADS MØLLER (ARCGENCY) HA TRASFORMATO IN RIFUGIO DI LUSSO PER DUE, SPA E MEETING ROOM CON VISTE SULLA CITTÀ E SULL’ØRESUND
La trasformazione del porto industriale Nordhavn in nuovo quartiere di Copenhagen comprende nuove costruzioni, rifunzionalizzazioni – come il silos del grano che lo studio Cobe ha trasformato in un blocco per appartamenti – e il recupero di attrezzature portuali abbandonate, come la gru un tempo usata per scaricare il carbone dalle navi trasformata in questo one-room hotel, Spa e meeting room. Thekrane si compone di tre distinti ambienti progettati dall’architetto Mads Møller, dello studio danese Arcgency. In cima, raggiungibile con due giri di scale metalliche industriali, la monocromatica suite per due di 40 mq dove tutti gli arredi sono a scomparsa. Qui il nero che ricorda il carbone riveste anche il legno delle pareti e del pavimento, mettendo in risalto la luce e le viste. [ 30 ]
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La gru portuale trasformata in un singolare oneroom hotel con Spa e meeting room: funzioni prenotabili separatamente. Sotto, fit-out e arredi della spaziosa camera in total black, come il carbone che la gru scaricava quando era in funzione (foto ©Rasmus Hjortshøj).
› OSPITALITÀ Il prospetto con le funzioni di TheKrane e, sotto, la meeting room al primo livello e la parete vetrata della Spa (foto ©Rasmus Hjortshøj.
LOUNGE
UNIONKUL TERRACE
KRANE ROOM TERRACE
SPA
Arcgency GLASS BOX
ARRIVAL
Un progetto migliore dura più a lungo e genera meno rifiuti. Con questa filosofia lo studio di Copenhagen sviluppa progetti di architettura ambientalmente sostenibili con una specifica attenzione rivolta all’intero ciclo di vita dei materiali e degli edifici. Membri di Concito, green think tank danese che sostiene la transizione a basso costo verso una società carbon neutral – Copenhagen si è data questo obiettivo entro il 2025 – i soci di Arcgency promuovono un’architettura consapevole nell’uso delle risorse naturali. Tra i loro progetti numerosi gli esempi di riqualificazione funzionale di edifici danesi dismessi e, nell’area di Nordhavn, il progetto Stack, uffici mobili e temporanei realizzati assemblando container. www.arcgency.com
THEKRANE Funzioni Ospitalità, spa e sale riunioni Località Copenhagen Committente Klaus Kastbjerg Progetto architettonico Arcgency Progetto strutturale Rambøll Progettazione energetica Steensen Varming Dimensioni 166 mq (camera 40 mq, lounge 7,
spa 34, sala riunioni 40, reception e cucina 45 mq in container alla base) e 120 mq di terrazzi
Fotografie Rasmus Hjortshøj, Coast Studio Fine lavori 2017
Per un tocco di vertigine in più ci sono le due terrazze affacciate sul porto e la stretta passerella che conduce alla piccola lounge ricavata nella cabina del manovratore, mentre la colazione viene servita al piano terra, dove si trova la reception e una prima meeting room per 4/6 persone. Una meeting room più ampia e completamente vetrata – Theglassbox meet – al primo livello può accogliere venti persone mentre, al livello superiore, le vasche idromassaggio Cape Cod di Philippe Starck (Duravit) e le sale trattamenti della Theamazingkrane Spa si affacciano sull’Øresund. I diversi ambienti funzionali sono prenotabili e utilizzabili separatamente e la qualità dei servizi, estremamente elevata, comprende la disponibilità di due biciclette e un servizio di pick-up dall’aeroporto, mentre i trattamenti della Spa sono gestiti dall’Hotel d’Angleterre
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NUOVA SERIE NRP V-BLOCK
PROGETTIAMO IL CALDO E IL FREDDO CONTEMPORANEAMENTE IL RISPARMIO, L’EFFICIENZA ED IL BENESSERE IN PRIMO PIANO La serie NRP assicura la produzione contemporanea ed indipendente di acqua calda e di acqua refrigerata, sfruttando al massimo il recupero del calore di condensazione. NRP nella versione a 4 tubi è la scelta più razionale ed efficiente per gli edifici in cui si ha contemporanea richiesta di potenza termica e frigorifera per buona parte dell’anno quali uffici, centri commerciali, alberghi ed edifici ad uso terziario; NRP nella versione a 2 tubi è particolarmente indicata per le applicazioni in cui la produzione di acqua calda sanitaria rappresenta una voce importante nel fabbisogno energetico quali alberghi, condomini, ospedali e comunità.
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› OSPITALITÀ
ABBAZIA DI SANTA MARIA DI FOLLINA, TREVISO
TURISMO RELIGIOSO È UNO DEI PIÙ IMPORTANTI ESEMPI DI ARCHITETTURA CISTERCENSE E VANTA QUASI NOVE SECOLI DI STORIA. LE CELLE DEI MONACI, NEL PROGETTO DI RESTAURO DI FABIO NASSUATO, SONO STATE TRASFORMATE IN FORESTERIA PER PELLEGRINI Il nucleo originario, creato dai Benedettini, risale al decimo secolo mentre il chiostro venne completato nel 1275 dai Cistercensi e la chiesa, con l’abside orientato a Est, è di pochi decenni posteriore. È l’affascinante Abbazia di Santa Maria a Follina, tra Vittorio Veneto e Valdobbiadene. Per tutelare e valorizzare questo patrimonio culturale la committenza religiosa, con l’aiuto della Regione, ha intrapreso un importante intervento di recupero dell’ala est. Questa parte del complesso monastico era occupata dalle celle individuali dei monaci. Gli ultimi lavori di ristrutturazione risalivano al 1920 e si erano resi necessari per riparare il chiostro e la chiesa dai danni subìti durante la Prima Guerra Mondiale. Con questo intervento – progetto e direzione lavori dell’architetto Fabio Nassuato di Vittorio Veneto – è stata ricavata una foresteria di 450 [ 34 ]
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Sul fianco Est della chiesa si apre il chiostro che dà accesso al volume oggetto del restauro e riqualifcazione condotti dall’architetto Fabio Nassuato. Sotto, una delle camere della nuova foresteria (foto courtesy Eclisse Srl).
› L’OSPITALITÀ metri quadrati con nove camere (cinque doppie, due singole e due triple), ciascuna con bagno privato, che possono accogliere fino a venti ospiti. La struttura si completa con spazi per la colazione, un soggiorno e ambienti di servizio (lavanderia, deposito bagagli eccetera) che consentono agli ospiti di autogestirsi. Alla foresteria si accede attraverso un vano d’ingresso nel chiostro medievale dove si colloca lo scalone che conduce al piano delle camere. La struttura è accessibile anche da una porta secondaria, collegata al chiostro Cinquecentesco, posta a sud del complesso. Dal punto di vista tecnico i lavori hanno riguardato il restauro e il consolidamento della struttura di copertura dell’ala est (1.100 mq), la realizzazione della casa di accoglienza, il consolidamento dei solai lignei originali, la realizzazione di un ingresso, il restauro degli intonaci originali e delle superfici aff rescate (del XV-XVI secolo), la realizzazione di servizi igienici, la manutenzione delle coperture del chiostro del XIII secolo (500 mq) e le nuove reti impiantistiche
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Fabio Nassuato Lo studio ha sede a Vittorio Veneto e opera nei campi dell’edilizia residenziale, scolastica, commerciale, industriale e religiosa. Fabio Nassuato ha maturato un’ottima esperienza nel restauro di edifici storici e dei beni culturali, temi sui quali svolge anche attività di docenza. www.fabionassuato.com
Accanto, uno degli spazi comuni che consente agli ospiti di autogestirsi e il corridoio. Sotto, una camera singola. Tutte le porte interne sono state fornite da Eclisse (foto courtesy Eclisse Srl).
ABBAZIA DI FOLLINA Località Follina, Treviso Committente Diocesi di Vittorio Veneto,
Ufficio diocesano dell’Arte sacra, Beni culturali ecclesiastici, parrocchia della Madonna del Rosario e comunità dei Servi di Maria
Finanziamento Regione Veneto Funzione Casa di accoglienza religiosa Progettazione e direzione lavori Architetto Fabio Nassuato
Progettazione strutturale Davide Marcon Progettazione impianti Tecnoemme Impresa di costruzioni Lorenzon Costruzioni Superficie struttura ricettiva 450 mq Camere 9 per 20 ospiti Importo lavori 1.217.000 euro Cronologia marzo 2016 - settembre 2017 Porte interne Eclisse [ 36 ]
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› WORK IN PROGRESS
PARIGI UNIC PRIMO PROGETTO EUROPEO DI MAD ARCHITECTS Sarà completato in queste settimane a Parigi il primo progetto europeo dello studio cinese Mad Architects in Europa. Unic Residentiel è l’esito di un concorso internazionale di progettazione indetto nel 2012 nell’ambito del piano urbanistico di sviluppo (Zac) dell’area di ClichyBatignolles (17eme arrondissement) e vinto dallo studio internazionale in collaborazione con lo studio francese Biecher Architectes. Il complesso si caratterizza per il suo rapporto con l’ambiente naturale circostante (il nuovo edificio si affaccia su un parco di dieci ettari) e per il disegno delle terrazze ondulate, che crea spazi dinamici all’interno e ampi giardini e balconi all’esterno. Ogni livello asimmetrico si assottiglia leggermente man mano che si sale, con i piani superiori che offrono viste sul verde e sulla città. Il design di Unic reinterpreta la tipologia residenziale convenzionale: le sue terrazze sinuose, infatti, che si estendono in verticale verso il vicino parco, rendono meno percettibile il confine tra architettura e natura. Il complesso, che comprende appartamenti in vendita e in affitto, si eleva su un podio [ 38 ]
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condiviso con alloggi a prezzo calmierato che assicurano al quartiere un’adeguata mixité sociale e con cui condivide spazi comuni, un asilo nido, ambienti commerciali e una fermata della metropolitana. A partire da un masterplan che ne ha dettato le strategie di sviluppo, in questi anni la trasformazione di Clichy-Batignolles
Realizzazione Unic Residentiel Località Parigi Committente Emerige Progettazione architettonica Mad Architects Partners in charge Ma Yansong, Dang Qun, Yosuke Hayano Partners in charge associati Andrea d’Antrassi, Flora Lee Coordinamento Biecher Architectes Progettazione strutturale Becip Consulenza impiantistica Espace Temps Progettazione paesaggistica Phytolab Progettazione d’interni Charles Zana Project management Artelia Impresa costruttrice Vinci Sicra Île-de-France Anno 2012-2019 Impronta al suolo 1.033 mq Superficie residenziale 6.600 mq Altezza edificio 50 m
ha coinvolto numerose società immobiliari e gruppi di progettazione francesi e internazionali che, pur nell’autonomia delle scelte per ciascuno dei nove lotti in cui sono stati suddivisi i 57 ettari dell’ex-scalo ferroviario, si sono confrontati tra loro e con i futuri abitanti per uno sviluppo coerente del nuovo Éco-quartier di Parigi.
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APPLE iOS DEVELOPER ACADEMY UniversitĂ degli Studi di Napoli Federico II, Italy carusoacoustic.com
› WORK IN PROGRESS
Nei render, uno dei blocchi di social housing e, sotto, la scuola media comunale appena inaugurata (progetto Beretta Associati). Nella mappa i lotti di Redo oggetto dell’intervento di Beretta Associati e MAB Arquitectura. In blu l’area dove sorge la scuola (render e disegni courtesy Beretta Associati).
MILANO LO SMART DISTRICT REDO La riqualificazione dell’ area di Rogoredo, avviata anni fa con lo sviluppo di Santa Giulia, prosegue con Redo Milano, un intervento di edilizia sociale da 70 milioni di euro in parte promosso da InvestiRE Sgr Spa con Fondazione Housing Sociale. Il nuovo quartiere, con un totale di 615 alloggi parte in locazione e parte in vendita convenzionata, si articola in un viale centrale pedonale su cui affaccia un sistema di corti collegate tra loro e una grande piazza nella quale si concentrano servizi urbani locali. Tre di queste corti sono state progettate da Beretta Associati insieme a MAB Arquitectura. Si tratta di un susseguirsi di edifici lineari di 7 piani alternati a torri fino a 11 piani. Le facciate si caratterizzano per la semplicità del linguaggio, in accordo con le volumetrie regolari del progetto. Le persiane scorrevoli in alluminio, le ampie finestre a tutta altezza, le logge arretrate, REDO SMART DISTRICT Località Milano Rogoredo (via Merezzate) Committente InvestiRE, Fondazione Housing Sociale Programma Edilizia sociale, scuola media comunale e palestra Investimento edilizia sociale 70 milioni di euro SCUOLA MEDIA COMUNALE E PALESTRA Committente Investire SGR SPA per il Comune di Milano Progettazione architettonica Beretta Associati Impresa di costruzioni Iti Impresa generale Spa Progetto Impianti Coprat Soc Coop Progetto strutture Domenico Insinga - Ingegneria strutturale
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i balconi in aggetto e il basamento in grès definiscono la qualità della facciata introducendo nuovi materiali e colori che si sovrappongono alla cortina bianca di base in intonaco. Il basamento ha inoltre lo scopo di uniformare l’intervento attraverso un minimo comun denominatore. Per Redo Beretta Associati ha progettato anche la scuola secondaria comunale
inaugurata nelle scorse settimane, due volumi disposti a L su un lotto di 10.000 mq con giardino e impianti sportivi, e collegati tra loro da un volume vetrato, leggero e trasparente, che svolge anche una funzione di ingresso indipendente alla palestra, che può accogliere fino a 200 spettatori ed è predisposta a norme Coni anche per attività extrascolastiche.
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MILANO AMDL CIRCLE E ARCADIS ITALIA AMPLIANO IL CAMPUS OPENZONE Località Bresso, Milano Committente Gruppo Zambon Progettazione architettonica aMDL Circle, Michele de Lucchi Progettazione ingegneristica Arcadis Italia Cost & construction management Arcadis Italia Uffici 15.500 mq Laboratori 7.500 mq Spazio complessivo disponibile a fine lavori 37.000 mq Investimento 60 milioni di euro Fine lavori 2021
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OpenZone è un campus scientifico a capitale privato dedicato alle Scienze della Vita che si trova a Bresso, alle porte di Milano. Al momento il campus occupa una superficie di 23mila metri quadrati, è sede del gruppo farmaceutico Zambon e ospita più di venti aziende, tra cui alcune delle principali società di biotecnologia, farmaceutica e terapia genica avanzata, fortemente orientate all’innovazione. Entro il 2021, con un investimento di 60 milioni, OpenZone raddoppierà le proprie
dimensioni arrivando ad ospitare 1.200 persone. Affidato a aMDL Circle, lo studio di Michele De Lucchi, il progetto architettonico prevede la costruzione di due nuove torri con spazi dedicati a laboratori di ricerca tecnologicamente avanzati e a progetti imprenditoriali per startup – “zoner”, nel linguaggio del campus – con idee innovative nel campo della salute. Tutti gli aspetti di progettazione ingegneristica, permitting, cost and costruction management dell’ampliamento sono curati dalla società di progettazione, consulenza e project management Arcadis Italia che attraverso studi, rilievi e modelli digitali e vettoriali ha sviluppato un nuovo modello di approccio metodologico per la digitalizzazione di tutto il processo, partendo dalle fasi di rilievo e demolizione sino all’asset e facility management mediante piattaforme dedicate basate sui modelli Ifc, database sorgente di tutti gli oggetti Bim. Luogo di scambio di conoscenze nell’ambito delle Scienze della Vita, OpenZone si qualifica come un ecosistema imprenditoriale che opererà in sinergia con Human Technopole, la Città della Salute e gli altri attori del settore vita&salute attivi nel capoluogo lombardo.
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MILANO IL TEATRO DELLE TERME DI MARZORATI E PELLA Uno dei quattro progetti per Milano premiati dal bando Reinventing Cities promosso da C40 è il Teatro delle Terme, ideato e messo a punto da Giancarlo Marzorati e dallo studio J+S di Federico Pella. Si tratta dell’intervento di riqualificazione degli edifici storici delle ex Scuderie De Montel, in zona San Siro, per la realizzazione di un parco termale e una spa. Negli spazi delle ex scuderie saranno infatti ricavate piscine, sauna, vasche termali, locali per trattamenti estetici e un ristorante. I fondamenti del progetto sono l’acqua, il verde, il recupero dell’architettura e il rapporto con il quartiere. L’edificio delle ex scuderie è un fabbricato in stile Liberty risalente agli anni ‘20 del secolo scorso, caratterizzato da una pianta regolare che delimita una corte trapezoidale porticata. Diverse edicole a cuspide ritmano e caratterizzano lo sviluppo Località Milano San Siro Committente Vicom Srl Architect leader e ideazione Giancarlo Marzorati, studio Marzorati Architettura Progetto architettonico e strutturale J+S, Federico Pella Progetto impianti Tecnarc progettisti associati, Roberto Taddia Progettazione del paesaggio P’Arcnouveau Project & site management J+S, Marco De Maestri Partner tecnici Moretti (Moretti Group) e Fondazione Politecnico di Milano
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dell’edificio esistente, di cui sarà conservata l’architettura originale. Il complesso, che versa oggi in stato di abbandono con crolli di alcune sue parti, verrà restaurato, mentre le coperture verranno ricostruite in legno secondo i principi della bioarchitettura e attrezzate con tetti verdi, pannelli fotovoltaici e materiali coibenti. Una parte importante dell’intervento di recupero è rappresentata dalla riprogettazione del nuovo parco, che si aprirà in un’ampia esedra ricavata tra le Scuderie e le residenze limitrofe. Il Teatro delle Terme – nome ispirato dall’ampia
Render della trasformazione del sito delle exscuderie De Montel, in zona San Siro a Milano
cavea erbosa che occupa circa metà del lotto – si configura come un’area in cui, oltre alla vegetazione, si aggiungeranno acqua, fontane, vasche, rivoli e cascatelle. Il progetto sposa i principi dell’economia circolare: verranno infatti impiegati materiali certificati, riutilizzabili e di riciclo.
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AOSTA IL PROGETTO DI MC A PER IL POLO UNIVERSITARIO Sono in corso ad Aosta i lavori di realizzazione della Nuova Università Valdostana. Il progetto, a firma di Mario Cucinella Architects su un bando di concorso pubblico del 2010, prevede il recupero e la trasformazione di una superficie di oltre 56mila metri quadrati un tempo occupati dalla ex caserma Testafochi: un’area importante della città a ridosso del centro storico. L’intervento riguarda la conservazione e il recupero dei principali corpi di fabbrica esistenti e la realizzazione di tre nuovi Località Aosta Committente NUV Nuova Università Valdostana Superficie 32.470 mq (slp) e 20.400 mq (parcheggi e centrali tecnologiche) Anno 2011 - in corso Investimento 98 milioni di euro Progetto Mario Cucinella Architects con Pession Studio Associato, Sintecna (strutture), Golder (impianti), Tetrastudio, rA - Studio Rosset e Associati, Ing. Giuseppe Amaro (sicurezza prevenzione incendi) Team MC A Mario Cucinella, Giulio Desiderio, Julissa Gutarra con Michele Olivieri, Nada Balestri, David Hirsh, Emanuele Dionigi, Rigoberto Arambula, Fabrizio Bonatti, Luca Stramigioli, Giulia Pentella, Alberto Bruno. Progettazione strutture Sintecna Progettazione impianti Golder Associates, Metec & Saggese, Energy Services Progettazione acustica Onleco Coordinamento progettazione Mario Cucinella Architects General contractor V.I.Co Valdostana impresa costruzioni
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edifici che, pur rispettando l’impostazione planimetrica dell’impianto originale, lo rendono permeabile alla città. Vecchi e nuovi volumi ospiteranno in modo efficiente gli spazi della didattica e gli ambiti comuni alle diverse facoltà che si prevede accoglieranno circa duemila studenti. Allo stesso tempo il forte segno architettonico del progetto crea un nuovo landmark della città di Aosta e ne estende il patrimonio di aree verdi integrandolo fino a costituire un sistema che attraversa la città. Il cantiere è suddiviso in lotti, il primo
dei quali riguarda la demolizione della ex caserma Zerboglio e la realizzazione di uno dei due edifici della didattica: ogni edificio è infatti dotato di una propria autonomia funzionale. La strategia ambientale, fondata su risparmio energetico e fonti di energia rinnovabili, prevede un mix di tecnologie ad elevato rendimento (geotermia, caldaie a condensazione, fotovoltaico, solare termico), sistemi di recupero totale del calore, riscaldamento radiante degli ambienti a bassa temperatura, isolamento termico degli involucri e il recupero delle acque piovane.
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PECCIOLI RESIDENZE E NUOVI SPAZI COLLETTIVI LA FILOSOFIA DI MARIO CUCINELLA Il progetto architettonico per il centro storico di Peccioli risponde al desiderio del piccolo comune toscano di migliorare la qualità degli spazi pubblici, recuperare il patrimonio storico e promuovere la nascita e la permanenza di attività culturali e commerciali. Secondo Mario Cucinella il processo di rigenerazione urbana di un borgo non può essere trattato come una qualsiasi operazione di espansione urbana ma richiede una riflessione profonda capace
di interpretare i bisogni della cittadinanza e dei suoi luoghi più importanti: un’operazione capace cioè di interpretare la contemporaneità. Su questi presupposti, il progetto di recupero e ampliamento di una porzione significativa del tessuto urbano del centro storico interviene per ricreare un luogo di incontro al servizio della comunità. La proposta si basa sul recupero del Palazzo, un edificio medievale su via Carraia, per reinsediarvi le preesistenti funzioni abitative e ricavare nuovi spazi pubblici e commerciali.
Render del progetto per Peccioli e, accanto, modello dell’intervento (©MCA Archives).
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Allo stesso tempo il progetto trasforma l’edificio diroccato sottostante collegandolo al Palazzo e caratterizzandolo come nuovo contenitore architettonico di funzioni pubbliche affacciato sulla valle dell’Era. Il nuovo volume viene inteso anche quale spostamento naturale e degradante della linea dei bastioni esistente. I nuovi spazi sono configurati per ospitare una mediateca, sale di lettura e spazi per la didattica legata alle attività scolastiche della comunità.
Località Peccioli, Pisa Committente Belvedere Spa Progetto Mario Cucinella Architects Team Mario Cucinella (progettazione architettonica e direzione artistica); Marco Dell’Agli (project manager); Tommaso Bettini (coord. fase preliminare); Emanuele Dionigi (coord. fase definitiva ed esecutiva); Alberto Menozzi, Stefano Bastia, Paolo Greco, Biagio Amodio, Augusta Zanzillo, Marta Torsello Progettazione strutturale Augusto Bottai Progettazione impiantistica Luca Sani Progettazione acustica Studio Bonansegna Direzione lavori Andrea Falchi Impresa di costruzioni Cemes Spa Superficie 2.500 mq Anno 2015 - in corso
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MAGLIE A MARIO CUCINELLA ARCHITECTS L’OSPEDALE DEL SUD SALENTO Lo studio Mario Cucinella Architects – in collaborazione con Aicom, Rina Consulting, Gae Engineering, Enzo Rizzato e con la consulenza di Mobility in Chain – ha vinto la gara bandita dall’Asl di Lecce per lo studio di fattibilità del nuovo ospedale del Sud Salento. Alla base del progetto l’obiettivo di coniugare le esigenze funzionali con un’architettura attenta alle caratteristiche del luogo, sostenibile e umana, attribuendo pari importanza e dignità agli spazi destinati alla diagnostica, al pronto intervento e alle esigenze del paziente e
a quelli destinati all’ambiente e al decoro, occupandosi di tutti gli aspetti che rendono tollerabile la degenza del malato nell’ambiente di cura. Per raggiungere queste finalità il concept propone un edificio unitario la cui forma organica deriva dalla sintesi tra la particolare morfologia dell’area, delimitata da due infrastrutture viarie, e l’intenzione di salvaguardare le aree di degenza e di accoglienza. L’architettura proposta supera il vecchio modello dell’ospedale organizzato per
padiglioni e si articola in tre volumi principali, sviluppati su tre piani, e si flette e arretra rispetto ai limiti del lotto per proteggere e salvaguardare le aree più sensibili. Questa permeabilità all’ambiente esterno non interrompe le connessioni funzionali interne e consente di realizzare grandi elementi paesaggistici alberati che possano proteggere dal rumore e offrire affacci di qualità agli ambienti. Il complesso architettonico, maturato dalla traduzione strutturale delle funzioni assistenziali, permette di allocare le aree di degenza (più di 400 posti letto) e le connesse attività diagnostiche di supporto (compreso il pronto soccorso) nei due corpi di fabbrica posti a Sud, mentre a Nord sono concentrate le funzioni outpatient: ambulatori, prelievi, dialisi e pre-ricovero. Qui sarà collocata anche l’area assistenziale della mamma e del bambino che, pur usufruendo delle infrastrutture assistenziali dell’ospedale, conserverà una propria identità e specificità spaziale.
Gara d’appalto per il nuovo ospedale Sud Salento Località Maglie, Lecce Committente Asl Lecce Raggruppamento temporaneo di progettisti MC A (architettonico e ccordinamento), Aicom Spa progettazione impiantistica e D.L.), Rina Consulting (progettazione strutturale), Gae Engineering (sicurezza e prevenzione incendi) Superficie 58.000 mq Visual Alessia Monacelli
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NOVARA DI ANDREA MAFFEI IL MASTERPLAN DELLA CITTÀ DELLO SPORT Lo studio Andrea Maffei Architects si è aggiudicato la progettazione della città dello Sport di Novara. Il comitato tecnico ha scelto il masterplan dello studio milanese – che ha superato la concorrenza di Archea Associati, Arup, Arw, Gau Arena e Officina Architetti-Hembert Penaranda – per l’unitarietà e la forte identità urbana del progetto, ottenuta attraverso un legame, visivo e spaziale, di tutte le parti: lo stadio, lo studentato, il centro polifunzionale, la food court, la piscina e lo sport hub. L’idea progettuale si sviluppa su due assi principali: il primo, in direzione nord-sud, che dalla città attraverserà i vari impianti sportivi; il secondo, trasversale allo stadio, di collegamento con il sistema del trasporto pubblico e con il parco del fiume Agogna. Altro tema conduttore del piano l’uso del legno: anche la riqualificazione degli edifici esistenti prevede la posa di nuove facciate in legno composito sovrapposte a quelle attuali. Il progetto si è misurato anche con il vincolo storico-architettonico rappresentato dalla tribuna dello stadio esistente (il progetto è di Antonio Nervi, figlio di Pierluigi): il progetto prevede infatti la demolizione delle tribune esistenti, ad eccezione di quella storica vincolata. Altra restrizione progettuale era rappresentata dalla volontà, espressa nel bando di gara, di realizzare l’intervento in due fasi: la prima per uno stadio di circa diecimila posti; la seconda per un suo ampliamento fino a 18mila. Nella prima fase il progetto ha così [ 52 ]
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previsto il rifacimento dell’anello delle tribune basse, sostenute da una piazza rialzata di collegamento alle tribune superiori (sotto il basamento troveranno posto spazi di ristorazione e hospitality). Nei lati corti della piazza troveranno invece spazio il museo della squadra di calcio del Novara e una palestra di scherma. Sempre in questa fase, per realizzare gli oltre diecimila posti programmati, sul solo lato lungo è prevista la realizzazione di una nuova tribuna. Tutte le tribune saranno coperte: la struttura portante è prevista in acciaio e sarà formata da quattro grandi pennoni angolari, i cui tiranti sosterranno lunghe travi reticolari. Nella seconda fase, infine, per arrivare alla capienza desiderata, si prevede di realizzare le nuove tribune superiori a partire dai lati corti e di ampliare quelle sui lati lunghi.
Località Novara Programma Nuovo stadio di calcio, residenze per studenti, centro polifunzionale, food court, piscina, sport hub Committente Novara Calcio Modalità di affidamento Concorso (maggio-giugno 2019) Progettazione Andrea Maffei Team di progetto Andrea Maffei Architects (Christophe Colombo, Enrico Cremasco, Francesca Montorio, Matteo Montorsi, Sara Rastelli) Progettazione strutturale MJW Structures (Massimo Majowiecki, Giovanni Berti) Progettazione impiantistica Tekser (Guido Davoglio, Matteo Meroni) Studio del traffico Mobility in Chain (Federico Parolotto, Pablo Forti) Project management Yard Superficie dell’intervento 209.000 mq
Masterplan della Città dello Sport di Novara con il nuovo stadio e il nuovo studentato rivestito in legno composito (render courtesy AMA).
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Località Venezia Piazza San Marco Committente Generali Assicurazioni Progettazione architettonica David Chipperfield Architects Milano Superficie complessiva 12.400 mq
VENEZIA PROCURATIE VECCHIE IL PROGETTO DI DAVID CHIPPERFIELD ARCHITECTS Il progetto di recupero delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia, commissionato da Generali allo studio David Chipperfield Architects Milano nel 2017, ha ricevuto il permesso di costruire comunale. Per la prima volta dopo 500 anni, una larga parte delle Procuratie sarà accessibile al pubblico. La storica sede ospiterà le attività
dell’organizzazione non profit The Human Safety Net di Fondazione Generali. Il progetto prevede il restauro del primo e del secondo piano dell’edificio, la riorganizzazione dell’accessibilità attraverso l’inserimento di nuovi corpi scala, il rinnovo dell’ingresso centrale al terzo piano. L’intervento prevede anche la valorizzazione del terzo piano, con l’inserimento di spazi
espositivi aperti al pubblico, ambienti di lavoro e di un auditorium. Il progetto dello studio milanese di David Chipperfield, grazie a una potenziata circolazione interna, faciliterà l’afflusso del pubblico e restituirà integrità alla struttura attraverso il restauro dell’opera architettonica nel suo insieme (e degli elementi che si sono deteriorati o compromessi) e, infine, riunificherà gli interni introducendo chiarezza nell’edificio. I nuovi lavori si integrano con quelli del
Render, David Chipperfield Architects
PADOVA IL CAMPUS UNIVERSITARIO DI DAVID CHIPPERFIELD ARCHITECTS David Chipperfield Architects Milano ha vinto anche il concorso di progettazione PiaveFutura per il nuovo campus delle Scienze sociali ed economiche dell’Università di Padova. Il bando di gara prevede il recupero e la riqualificazione del complesso dell’ex caserma Piave: un’area di circa 50mila mq nella zona sud-ovest della città, compresa tra il tracciato della doppia cinta muraria, che include l’ex convento degli Agostiniani, utilizzato in parte dalle caserme fin dal diciannovesimo secolo. La proposta di David Chipperfield [ 54 ]
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Architects Milano prevede il recupero degli edifici storici, che serviranno le attività per la didattica, l’amministrazione e ricerca, e un nuovo edificio iconico al centro del campus. Di forma ellittica, il nuovo padiglione, parzialmente ipogeo, servirà le attività di studio, ristorazione e conferenza. Si tratta di un edificio a campata continua che propone l’idea di un portico anulare delimitante il giardino, tema rivisitato in chiave contemporanea. Il concetto architettonico è radicato nell’idea di un edificio al servizio
dell’università e della città, agendo da condensatore sociale. Il riferimento all’architettura storica patavina, il Prato della Valle e l’Orto Botanico, è dichiarato ed evidente fonte di ispirazione del progetto. Il valore delle opere da realizzare è stimato in 47 milioni di euro. Al concorso, a procedura ristretta, avevano partecipato tra gli altri Arup Italia, Bak Gordon, Barozzi Veiga, Cruz y Ortiz Arquitectos, Foster & Partners, Ipostudio Architetti, Mario Cucinella Architects, Obr e Sauerbruch Hutton.
progetto del 2009 dell’architetto Gretchen Harnischfeger Alexander, tuttora in corso di realizzazione, che prevedono la ristrutturazione della facciata principale su piazza San Marco, così come di alcune facciate interne, interventi strutturali e un nuovo sistema di protezione antincendio. Il complesso delle Procuratie Vecchie comprende 12.400 metri quadrati di superficie complessiva lorda. L’intervento prevede anche il restauro degli adiacenti Giardini Reali effettuato da Venice Gardens Foundation, in partnership con Generali. L’inaugurazione dei Giardini è prevista per l’autunno 2019.
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TECTUS® Glass – Il programma completo Località Padova Committente Università di Padova Progettazione architettonica David Chipperfield Architects Milano Progettazione ingegneristica Steam Progettazione d’interni David Chipperfield Architects Direttore del progetto Giuseppe Zampieri Consulenza geologica Davide Degan Superficie complessiva 50.000 mq Valore delle opere 47 milioni di euro
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BOLOGNA UN NUOVO HOTEL DI MASSIMO IOSA GHINI Prelios Sgr ha affidato allo studio Iosa Ghini Associati la progettazione architettonica e la direzione artistica del 4 stelle superior Starhotels E.c.ho. Bologna che aprirà l’anno prossimo di fronte al parco agroalimentare Fico Eataly World negli spazi riqualificati dell’ex mercato florovivaistico della città. «Il progetto conserva il più possibile delle strutture esistenti – dice Massimo Iosa Ghini – Per trasformare in hotel uno spazio essenzialmente industriale abbiamo creato una serie di ‘isole’ con aree interne, corti vetrate da cui la luce entrerà in maniera omogenea e su cui si affacceranno camere di dimensioni diverse». Zero consumo di suolo e grande attenzione ai materiali – ampio uso del legno e di materiali certificati a basso impatto Località Bologna Sviluppatore Prelios Sgr Spa attraverso il Fondo PaiParchi Agroalimentari Italiani (Comparto A) Società di gestione Starhotels Spa Progetto architettonico e coordinamento generale Iosa Ghini Associati Progetto di interior design e direzione artistica Iosa Ghini Associati Project Management Prelios Integra Spa Superficie complessiva 11.000 mq circa Cronologia 2018-2020
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ambientale – per gli 11.000 mq di superficie complessiva del complesso, che oltre alle circa 200 camere prevede spazi comuni per la ristorazione, meeting e conference room, fitness center, spa, tre piscine e un ampio giardino esterno. Dal punto di vista delle tecnologie, l’albergo sorge accanto a un parco fotovoltaico che fornirà anche l’energia necessaria ad alimentare le pompe di calore del sistema geotermico progettato per la climatizzazione e la produzione di Acs.
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DESTINATION DI STUDIO APOSTOLI Lo studio veronese di Alberto Apostoli sta lavorando alla riqualificazione del Capovaticano Resort Thalasso Spa MGallery, affiliato al gruppo Accor. Attualmente il complesso, a pochi chilometri da Tropea, si compone di 132 camere, una Spa di 2.500 mq e una piscina all’aperto con parco privato di 46.000 mq sulla spiaggia. Al centro del progetto di Studio Apostoli la Thalasso Spa, con una luminosa zona di accoglienza, una sala relax vetrata aperta sul giardino centrale e una zona del freddo, comprensiva di una cabina a 7-10°C, doccia fredda e cascata di ghiaccio. Sullo stesso piano le cabine trattamenti, una zona thalasso con vasca, sauna al sale e cabina di deprivazione sensoriale, una piscina in-out con giochi d’acqua, una grande vasca idromassaggio e un percorso Kneipp. Una scala con ascensore vetrato dà accesso alle aree del piano superiore e da lì a un terrazzo panoramico esterno. Ma l’intero resort è stato riprogettato da un punto di vista funzionale e distributivo. Al centro del corpo principale della struttura, con una sinuosa forma a esse, un monumentale foyer caratterizzato da una grande apertura centrale da cui filtra la luce naturale. L’area, finora minimal ed essenziale, è stata completamente ripensata per creare continuità tra l’ambiente esterno e l’interno. I colori predominanti prendono ispirazione dalla natura circostante, il blu del mare, il verde dei declivi del promontorio di Capo Vaticano, il rosso dei tramonti sulle vicine isole Eolie. Quanto ai materiali, oltre al grès per le pavimentazioni, il progetto prevede l’uso di pietra e legno a parete, pareti verdi verticali e l’inserimento di vegetazione locale.
〉 a scomparsa totale 〉 per porte interne a filo 〉 versioni per porte con struttura in alluminio
Località San Nicolò di Ricadi (VV) Committente Capovaticano Resort Thalasso Spa MGallery Progettazione architettonica Studio Apostoli Superficie hotel 14.120 mq Cronologia progettazione esecutiva in corso
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GROENLANDIA L’ICEFJORD CENTRE DI DORTE MANDRUP Sono iniziati a giugno e si concluderanno nel 2021 i lavori per la costruzione dell’Icefjord Centre di Ilulissat, sulla costa occidentale della Groenlandia. Vincitore di un concorso internazionale a inviti indetto nel 2015 dal governo autonomo della Groenlandia, il progetto è dello studio danese Dorte Mandrup.
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250 km a nord del circolo polare artico e oggetto di studio da più di due secoli, Ilulissat Icefjord è lo sbocco al mare di uno dei ghiacciai più attivi al mondo. Da qui ogni anno si distaccano oltre 35 chilometri cubi di ghiaccio che prendono il largo in forma di iceberg: grandiosi spettacoli naturali che attraggono una media di 17mila
visitatori all’anno, con un trend in crescita. La struttura semicircolare progettata dallo studio danese poggia con leggerezza sul terreno accidentato e si affaccia a ponte sulla valle. L’ampia copertura fa da terrazza panoramica verso l’imboccatura del fiordo. Il dialogo con l’esterno prosegue ai due ingressi trasversali, con ambienti aperti protetti dall’ampia falda di copertura e dagli elementi di facciata, che alla regolarità del passo contrappongono una diversa inclinazione verticale dei pilastri in legno. Centro espositivo e didattico su 4.000 anni di storia della Groenlandia e dove sarà possibile osservare, letteralmente e da vicino, il progressivo scioglimento dei ghiacci, più marcato nelle regioni dell’estremo Nord, si presume che l’Icefjord Centre diventi anche un luogo nel quale convergeranno ricercatori, scienziati, divulgatori e politici interessati al tema dei cambiamenti climatici. Al percorso pedonale principale che giunge dal piccolo parcheggio si aggiungono quattro sentieri, pavimentati in legno, che permettono di esplorare i dintorni.
Località Ilulissat, Groenlandia Committente Governo autonomo di Groenlandia e municipalità di Qaasuitsup & Realdania Progetto architettonico Dorte Mandrup Arkitekter As Architettura del paesaggio Kristine Jensens Tegnestue Arkitekt Ingegneria Søren Jensen Rådgivende Ingeniørfirma Sostenibilità BR 06 Consulenza geologica in fase di concorso Minik T. Rosing, Copenhagen University, museo geologico e di storia naturale di Danimarca Rendering Mir (interni e disegni Dorte Mandrup) Superficie 900 mq Investimento 7,7 milioni di euro Cronologia 2015 (concorso), 2019-2021 (costruzione)
Prospetti e assonometrie dell’edificio. A sinistra vista generale e una sezione illustrata.
Portiamo la natura negli ambienti urbani
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› ARCHITETTURA E CULTURA
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› ARCHITETTURA E CULTURA
GRAND OPERA HOUSE, SHANGHAI
ARCHITETTURA DANZANTE SNØHETTA SI È AGGIUDICATO LA PROGETTAZIONE DEL TEATRO DELL’OPERA DI SHANGHAI. UNA FORMA DINAMICA CHE CONGIUNGE EDIFICIO, SPAZIO PUBBLICO E PAESAGGIO PER CREARE UN GRANDE CONTENITORE CULTURALE DELLE ARTI PERFORMATIVE
Con progetti come la Bibliotheca Alexandrina, l’Opera House di Oslo e quella di Busan lo studio norvegese Snøhetta ha ormai sviluppato una competenza – e una precisa riconoscibilità – nella realizzazione di opere pubbliche di carattere monumentale e celebrativo come questo nuovo progetto, al quale i governanti di Pechino attribuiscono grande importanza nella definitiva affermazione del ruolo di primo piano del Paese nel mondo, tanto da citarlo nel 13esimo piano quinquennale come la principale iniziativa per consolidare l’influenza di Shanghai quale polo di attrazione globale. Vincitore di un concorso di progettazione internazionale, il progetto della Grand Opera House di Shanghai, che Snøhetta svilupperà in partnership con la società di architettura locale Ecadi (East China Architectural Design & Research Institute), verrà realizzato entro il 2023 su una superficie di 134.000 mq presso le rive del fiume Huangpu nel quartiere Houtan, un’area che nel 2010 aveva ospitato l’Expo e dove è previsto uno sviluppo immobiliare a basso impatto ambientale. Prima che nel contenuto, la forma architettonica si espli-
cita nella relazione del contenitore con lo spazio pubblico: una vasta piazza con ampie gradonate che da un lato si dirigono verso le sponde dell’Huangpu e dall’altro proseguono a ventaglio integrandosi nella grande copertura del teatro, dove uno spazio ad anfiteatro potrà accogliere performance musicali all’aperto o semplicemente, giorno e notte tutto l’anno, cittadini e visitatori a passeggio. Al di sotto, da dove l’altezza lo consente, ristoranti, gallerie, piccoli cinema e negozi confermano la vocazione di spazio pubblico dell’opera. Una grande scala a spirale apparentemente sospesa nel vuoto rafforza il senso di dinamismo dell’architettura, che conduce a una mirabile sintesi tra l’acqua, la terra e il cielo. All’interno del teatro, la cui hall si affaccia sulla piazza con grandi vetrate, tre auditorium da 2.000, 1.200 e 1.000 posti, per ospitare non solo le rappresentazioni classiche ma anche performance musicali e di danza rivolte a un pubblico giovane e cosmopolita. La sera, in copertura, le tre grandi torri sceniche dei tre palchi, illuminate, agiranno come lanterne sul panorama della città
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Nei render ©Snøhetta la collocazione nel paesaggio, l’ingresso e la scala a spirale vista dal foyer principale della Grand Opera House di Shanghai.
CREDITI Località Shanghai Progettazione architettonica Snøhetta Local architect Ecadi Superficie 134.000 mq Progettazione 2017 Fine lavori 2023
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MUSEO NAZIONALE DEL QATAR, DOHA
LA ROSA DEL DESERTO DI JEAN NOUVEL Per trasformare una metafora in architettura il premio Pritzker 2008 ha inventato persino un nuovo elemento costruttivo. I grandi dischi che danno forma all’edificio offrono una percezione del tutto inedita degli spazi interni e aperti e l’insieme ricrea una grande corte giardino tradizionale che ricomprende il palazzo reale L’incarico era dei più impegnativi ma all’altezza della sensibilità dell’interprete: dare forma a una cultura ignorata dall’universo mondo che considera il Medio Oriente un immenso deposito di combustibile fossile e non sa indicare la posizione del Qatar su una carta geografica. Eppure gli arabi hanno abitato il deserto e il mare per millenni con forme di vita e di aggregazione sociale che il colonialismo prima e l’acccelerazione impressa dalla scoperta del petrolio poi hanno offuscato, come in una tempesta di sabbia. Tre storie – inclusa cioè la tensione verso la modernità che in Qatar trova più spazio che altrove in Medio Oriente – che questo Museo ha il compito di rappresentare per culminare, come in tutte le epoche è sempre accaduto, nella
rappresentazione plastica del potere, qui costituita dall’antica residenza reale. Inaugurato alla fine di marzo dallo sceicco Tamim bin Hamad bin Khalifa Al Thani, il museo nazionale del Qatar si sviluppa su circa 52.000 mq di superficie all’interno di un lotto di 15 ettari ed è circondato da un parco pubblico di oltre 110mila metri quadrati con percorsi pedonali, una laguna e una vegetazione autoctona capace di resistere agli estremi climatici della penisola. L’architettura riproduce in scala umana, rendendola esplorabile nell’interno, la poetica complessità delle formazioni di cristalli di gesso abbastanza comuni nelle zone desertiche. Per tutti i 350 metri di sviluppo lineare dell’edificio, sezioni sferiche di differente diametro – 14 metri
Il Museo Nazionale del Qatar richiama, nella forma, la rosa del deserto, qui evocata da oltre cinquecento dischi di grandi dimensioni tra loro interconnessi (foto ©Iwan Baan).
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Progetto architettonico
Jean Nouvel, Ateliers Jean Nouvel
Team di progettazione
Hafid Rakem (project manager); Philippe Charpiot, Nikola Radovanovic (project leader); Sabrina Letourneur (lead interior designer)
Ingegneria Arup Progetto del paesaggio
Michel Desvigne Paysagiste (lead architect Ana Marti-Baron)
Museografia Renaud Pierard Studio Lighting designer Scherler (interior) e Aik (exterior)
Cronologia 2003-2011 (studi e progetto); 2011-2018 (costruzione); marzo 2019 (inaugurazione)
Superficie totale 143.145 mq Superficie del parco 112.000 mq Gross floor area 52.167 mq Superficie utile 30.064 mq
«Partire dalla rosa del deserto è un’idea quasi utopistica, perché per costruire un edificio lungo 350 metri con questi grandi dischi convessi, le loro intersezioni e gli sbalzi abbiamo affrontato enormi sfide tecniche. Questo edificio è all’avanguardia nella tecnologia, come il Qatar stesso» Jean Nouvel
In alto, schemi costruttivi dei dischi: il sistema di isolamento, la struttura secondaria del rivestimento e i nodi delle intersezioni nella struttura di rivestimento; accanto, sezioni trasversali e, sotto, render del complesso visto dal mare (courtesy Ateliers Jean Nouvel).
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Jean Nouvel Jean Nouvel (Fumel, 1945) si è laureato nel 1972 all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Assistente dell’architetto Claude Parent e ispirato da Paul Virilio, ha aperto il suo primo studio nel 1970. Noto per la sua verve polemica e per l’originalità dei suoi progetti, ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali culminati nel 2008 nel Pritzker Prize: dall’Aga Khan Award (1989) per l’Istituto del Mondo Arabo di Parigi al Leone d’Oro della Biennale di Venezia (2000). Tra i progetti completati lo scorso anno il Learning Resource Center Stelios Ioannou dell’Università di Cipro a Nicosia, l’edificio per uffici La Marseillaise (Marsiglia), la sede dell’ufficio europeo brevetti di Rijswijk in Olanda, il Château La Grâce Dieu des Prieurs a Saint-Emilion e il Rinoceronte, il nuovo edificio della Fondazione Alda FendiEsperimenti a Roma. Tra quelli attualmente in corso, torri residenziali e per uffici a Parigi (tra cui il grattacielo Hekla alla Défense) e a Lione, tre musei in Cina e complessi commerciali e alberghieri in Estremo Oriente. www.jeannouvel.com
Dall’alto, un vista aerea del museo e il gioco di incastri delle grandi sezioni sferiche, strutture di acciaio rivestite di pannelli di cemento fibro-rinforzato che rappresentano gli elementi costruttivi dell’edificio. Poche e protette dagli sbalzi esterni le parti vetrate (foto ©Iwan Baan).
il più piccolo, 87 il più grande – e curvatura prendono il posto degli elementi costruttivi tradizionali. Accuratamente progettati, i ‘dischi’ sono costruiti in pannelli di cemento fibro-rinforzato fissati a una struttura in acciaio e nella costruzione si intersecano tra loro: alcuni, disposti quasi verticalmente, costituendo il punto di appoggio di altri che quasi orizzontalmente coprono gli ambienti e sporgono, creando ombre che in ogni momento del giorno proteggono, riparandoli dal sole, sia gli interni sia i percorsi e le piccole piazze esterne. Il ‘quasi’ è d’obbligo perché nessun ambiente è definito da angoli retti. La scelta, rivendicata da Jean Nouvel come un tributo al suo mentore Claude Parent, dà vita ad ambienti interni sorprendenti.
Mentre in ogni edificio abbiamo pressappoco un’idea di quel che ci attende, varcata la soglia di questo museo il visitatore attraverserà invece una sequenza di spazi imprevedibile. Mai cartesiani, ambienti piuttosto alti si alternano ad altri dove l’intersezione dei dischi è più ravvicinata, creando contrasti che generano sorpresa e tensione. Le vetrature, poche, sono inserite tra un’intersezione e l’altra con profili annegati nei pavimenti, nelle pareti e nei soffitti, mentre il rivestimento interno è in stuc-pierre, gesso e intonaco a calce, i soffitti sono ricoperti da un intonaco acustico microporoso spruzzato su lana minerale e i pavimenti sono in cemento levigato del colore della sabbia con piccoli aggregati minerali. Il percorso espositivo lungo un chilome-
tro e mezzo, organizzato in tre sezioni e undici gallerie, dura circa due ore e si conclude con la visita del Palazzo Reale, restaurato per riportarlo alle condizioni originali di inizio Novecento e ora circondato, come protetto, dalla nuova architettura del museo, da cui lo separa il giardino che riproduce un Howsh, tipica corte chiusa tra edifici che accoglieva i viaggiatori. La metafora si dimostra anche efficiente, con i ‘dischi’ coibentati che danno inerzia termica, i pronunciati sbalzi che proteggono gli ambienti dai raggi solari incidenti, le vetrature sempre al riparo dalla luce diretta. L’edificio è in attesa delle certificazioni Leed Gold e Gsas (il sistema di rating energetico del Medio Oriente) 4 Stars
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Il museo si colloca su un’area di 15 ettari, abbraccia l’antica residenza reale ed è circondato da un parco pubblico di oltre 110mila mq. Gli elementi costruttivi dell’edificio sono costituiti da sezioni sferiche di grandi dimensioni tra loro intersecantesi, realizzate su disegno in acciaio e rivestite di pannelli di calcestruzzo fibrorinforzato ancorati a una sottostruttura.
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Luigi Bocconi University - Milan, Italy
BLADE study bench
lamm.it
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IL MONDO CHE CI CIRCONDA OGNI PROGETTO SI SVILUPPA A PARTIRE DA UN CONTESTO CHE IL PROGETTO STESSO PARZIALMENTE MODIFICA. ANCHE SE SPESSO CIÒ CHE CONTA DI PIÙ È UN INSIEME DI RIFERIMENTI CHE TRASCENDONO SIA IL TEMPO CHE LO SPAZIO
Carlo Ezechieli
Enfance du Pli, vista dall’alto del parco realizzato da Gilles Brusset a Meyrin, in Svizzera (foto ©Binocle).
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Il mondo che ci circonda
Gilles Brusset
Le fonti di ispirazione di un progetto sono infinite e talvolta vengono in superficie nei modi più inaspettati. Spesso fanno riferimento a immagini del tutto astratte, come nel caso della celeberrima Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp ispirata, si dice, dalla forma di una conchiglia. Altre a situazioni e circostanze fisiche o temporali che un luogo a un primo sguardo difficilmente rivela. Come nelle opere di Gilles Brusset, in questo numero, o nelle sculture di Pinuccio Sciola che, attraverso i tagli, sprigionano l’incommensurabile profondità dei milioni di anni delle forze formidabili da cui hanno avuto origine. L’architettura dà forma, rappresenta, propone cose che non esistevano, traduce concetti in materia e spazio. Concetti che fare riferimento ad elementi fondamentali ma che permeano il contesto in modo così pervasivo da passare quasi inosservati. Parlando di luoghi, molti di questi elementi ne improntano completamente sia la struttura che il funzionamento. Col passare del tempo abbiamo appiattito i luoghi, soprapponendo a questi una sorta di strato tecnologico che è diventato ormai il nostro unico riferimento. E mentre il nostro sguardo si limita a questo sottilissimo strato superficiale, rischiamo di dimenticare, insieme alla nostra identità, la consapevolezza ampia del mondo che ci circonda. Una perdita che sta all’origine dei problemi ambientali di così pressante attualità. CE
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Gilles Brusset laureato presso la Scuola di Architettura di Paris Belleville e alla scuola di paesaggio di Versailles, crea lavori che articolano campi differenti (paesaggi, architetture, pianificazione urbana e ingegneria). I suoi progetti artistici, temporanei o permanenti, si sviluppano in base ad incarichi pubblici o privati. Il suo lavoro si svolge nel quartiere di Belleville a Parigi e, parallelamente alla sua attività artistica, sviluppa opere nel campo del paesaggio e degli spazi aperti pubblici. www.paysarchitectures.com
GIOCARE
SERIAMENTE Lavori sorprendenti in cui arte e natura si incrociano, con risultati inattesi e rivelatori. Gilles Brusset è un talento emergente dell’architettura del paesaggio. Anche se preferisce definirsi un artista Intervista di Carlo Ezechieli
Un’opera di Gilles Brusset chiamata “L’Enfance du Pli”, a Meyrin in Svizzera, è uno degli esempi più emblematici del suo lavoro. La Pli, la Piega, è ciò che rappresenta le forze formidabili che, nel Giurassico, hanno dato origine al massiccio e al paesaggio della regione, appunto, del Giura. Rivelare ciò che non è visibile a prima vista, caricare di significato un sito altrimenti piatto, coinvolgere gli utenti in un dialogo con la storia profonda del luogo. Sono costanti del suo lavoro, di cui ci parla in questa intervista. Come definiresti lo scopo e il significato del tuo lavoro?
Il lavoro che si sviluppa nel paesaggio è specifico rispetto alla situazione, la storia e i caratteri simbolici del luogo. Lo sguardo degli osservatori è coinvolto, collocato al centro di una sfera sensibile, rivelato e interpretato dal particolare punto di vista dell’artista. Intendo il mondo sensibile come un’ampia scultura. Ogni luogo è potenzialmente un’opera d’arte dormiente, in attesa di essere rivelata. Le opere non sono oggetti a sé stanti, ma piuttosto strumenti visivi che rendono possibile la lettura del quadro in cui si colloca il mondo fisico, Com’è incominciato il tuo lavoro di artista ed architetto?
Come architetto ho iniziato costruendo una
casa nel paesaggio, in Corsica. Poi, come architetto del paesaggio, ho iniziato costruendo giardini nei paesaggi. E come artista ho iniziato costruendo paesaggi dentro sculture. Quali sono le tue principali fonti di ispirazione? Hai qualche capolavoro o l’opera di qualche maestro come riferimento costante?
Visitare e attraversare luoghi è una continua meraviglia, una lezione quotidiana di infinite invenzioni formali e spaziali. Le forme e la forza di Stonehenge o degli allineamenti di Carnac, Double Negative di Michael Heizer in Nevada, o le sculture in situ di Eduardo Chillida sono ulteriori riferimenti sempre presenti sullo sfondo. Come si sviluppa il tuo processo di lavoro?
Prima di tutto devo Incontrare il Luogo: assorbire lo spazio fisico e storico. Poi viene l’esplorazione intuitiva di tracce formali ed estetiche (materiali, geometria, composizione). Da queste osservazioni distillo le modalità di utilizzo e i punti chiave formali per un lavoro chiaro e limpido. Cosa manca di più in questo mondo?
Una dimensione giocosa come atto creativo: giocare con le parole, giocare con il paesaggio, con l’arte e con l’architettura, giocare con la gente. Un tuo suggerimento per chi inizia questo lavoro?
Giocare con cose serie.
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Progetto Etoile de Terre, Installazione per la
nuova ambasciata di Francia ad Haiti (progetto di Explorations Architecture)
Artista del paesaggio Gilles Brusset Luogo Port-au-Prince, Haïti Periodo 2018 Dimensioni 320 mq (18x25 m) Costruttore Kay Consulting Costo €8’000 euro Materiali cast concrete in place + white coating Fotografie ©Michel Denancé e ©P. Lefebvre
La stella di terra Il progetto di Gilles Brusset per l’Ambasciata Francese ad Haiti Il progetto chiamato Etoile de Terre (la Stella di Terra) è un’installazione del paesaggio realizzata nel giardino dell’Ambasciata di Francia a Port-au-Prince, Haiti. Il lavoro è stato sviluppato in stretta collaborazione con l’ingegner Pompidou Dorval e il suo team haitiano.
Secondo l’autore, dai tempi di André Le Nôtre i paesaggisti francesi hanno sempre cercato di costruire le architetture dei giardini tanto attentamente quanto gli architetti progettano gli edifici. Le installazioni artistiche sono state da sempre parte integrante del loro lavoro. Il progetto parte dalla struttura rigorosamente statico-simmetrica che caratterizza le aree di ingresso dell’ambasciata, e cerca di enfatizzarne il carattere di composizione focalizzata su un centro specifico. La struttura al suolo tuttavia propone una sequenza prospettica multipla che mette in risalto l’architettura della stessa ambasciata. La fonte di ispirazione per questo progetto deriva direttamente dalle forme plastiche del paesaggio di Haiti: figure geografiche e tipi di vegetazione che propongono un vero e proprio vocabolario formale: dalle radici di mangrovie alle forme delle echinoderme caraibiche, fino alle linee costiere dalle quali l’autore ha ricavato un’intera famiglia di configurazioni
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L’infanzia del luogo Il progetto L’enfance du pli di Gilles Brusset a Mayrin, in Svizzera Il progetto chiamato L’enfance du pli, letteralmente “L’infanzia della piega”, è un paesaggio-scultura che interpreta e rivela le forze che hanno dato origine al massiccio del Giura, in Svizzera (le pieghe del Giura). Al principio di tabula rasa che si fonda sulla programmatica e deliberata ignoranza della struttura del luogo, il progetto contrappone un sistema di forme differenziate e sostanzialmente straordinarie rispetto all’attuale appiattimento del contesto circostante. [ 70 ]
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L’intervento è una topografia dell’estensione di circa 2.200 metri quadrati che evoca le stesse pieghe che hanno dato origine a un paesaggio, quello del Giura, che identifica un’era geologica. Una struttura invisibile che finalmente riemerge, sotto forma di rilievi variabili tra i 40 e i 140 centimetri, pensata innanzitutto per i bambini, come terreno capace di aprire non solo opportunità di gioco ma anche la consapevolezza di un luogo la cui struttura ha un significato profondo, che resiste e, nel
caso specifico, si rivela. L’enfance du pli è un’opera che dimostra che, come qualsiasi essere vivente, anche il luogo possiede non solo una forma, ma anche un’origine, una storia e, perché no, un’infanzia. Forma e storia che si evolvono e, anche se la materia di cui è fatto a un certo punto viene cancellata, o rimossa, l’anima di quel luogo rimane, e ha il potere di dare origine a nuove forme. CE
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Il modello dell’Enfance du Pli e alcune foto del parco. In poco più di 2.000 mq Gilles Brusset ha riprodotto le pieghe che hanno dato origine alla catena montuosa del Giura. Il parco si trova in Svizzera e fa parte di un complesso scolastico (foto ©Binocle e – a sinistra – ©PierreYves Brunaud).
Nei disegni, lo stato di fatto e la nuova topografia del parco (courtesy Gilles Brusset).
Progetto L’Enfance du Pli (L’infanzia della Piega) Progettista Gilles Brusset Luogo Meyrin, Svizzera Cliente Fonds d’art contemporain de la ville de Meyrin
Area 2.250 mq Costo 220.000 franchi svizzeri Periodo 2014-2017 Costruttore Jacquet Paysage
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I piedi sulle nuvole Il progetto les trois nuages di Gilles Brusset in Place d’Alexandrie a Parigi Tre nuvole di luce sono come una pioggia scintillante che attraversa Place d’Alexandrie, una piccola piazza alberata di forma triangolare, uno dei tanti scorci segreti caratteristici del centro di Parigi. Superfici a specchio inserite tra le lastre regolari di granito riflettono i colori e le luci ai piedi dei passanti. La superficie opaca delle lastre sembra galleggiare come i massi immersi nell’acqua dei giardini giapponesi, portando i passanti a guardare istintivamente il cielo. Delineare chiaramente i bordi delle la-
Progetto Les Trois Nuages (Le Tre Nuvole), spazio pubblico
Progetto Gilles Brusset Luogo Place d’Alexandrie, Parigi Programma Embellir Paris, programma della
Città di Parigi per progetti d’arte innovativi nello spazio pubblico
Dimensioni 800 mq Periodo 2019 Foto Gilles Brusset
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stre conferisce loro una monumentalità inaspettata come del resto ne scandisce un ritmo. A tutto questo partecipa il passaggio dei pedoni che trasforma l’installazione in una sorta di paesaggio cinetico
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CE Pianta della pavimentazione della piazzetta alberata. 3 nuages fa parte del progetto pubblico Embellir Paris
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Equipo de Arquitectura Fondato da Horacio Cherniavsky (Santiago del Cile, 1989), Viviana Pozzoli (Asunción, 1990) e Roque Fanego (Asunción, 1984), architetti impegnati a livello accademico, Equipo de Arquitectura è uno studio di progettazione che, in pochissimo tempo, è emerso all’attenzione del pubblico sia in America Latina che a livello internazionale. Questo anche grazie alla vittoria di diversi concorsi nazionali e internazionali – Sinagoga della Unión Hebraica del Paraguay a Asunción (2017), Vivienda Social y Económica (2017), La Scuola Americana di Asunción STEAM (2017), Escuela Musica y Vida (2018) – premi e la selezione alla Bienal de Arquitectura Latinoamericana del 2019. Equipo de Arcquitectura ha sede a Asunciòn, Paraguay, nell’edificio denominato “Caja de Tierra”, progetto finalista alla Bienal de Arquitectura de Quito nel 2018 e vincitore del FrameAwards 2019 come Small Office of theYear. www.equipodearquitectura.com.py
LUCE E GRAVITÀ La Scatola di Terra dell’Atelier paraguayano Equipo de Arquitectura «Il sole non sapeva quanto fosse grande finchè non incontrò la facciata di un edificio». Con questa frase di Louis Kahn, Equipo de Arquitectura, uno studio con base ad Asunciòn, Paraguay, fondato da tre architetti di origini paraguaiane e cilene, introduce un piccolo ma significativo edificio. Realizzata nel 2017 con finanze molto limitate, questa piccola – solo 45 metri quadrati – Caja de Tierra è la sede dell’Equipo stesso. I materiali sono semplicissimi: terra, legno e vetro e un impianto che si svi-
luppa conservando due alberi esistenti. Un albero resta al di fuori dell’edificio mentre l’altro trova posto esattamente al suo centro. I muri in terra pisè da 30 cm sostengono il carico del tetto e ogni elemento di arredo è realizzato con legno riciclato. «Se la luce costruisce il tempo, la gravità costruisce lo spazio» è la frase felicemente poetica degli autori, che altrettanto felicemente viene messa in pratica in questo edificio. CE
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La Scatola di Terra è la sede stessa dello studio di architettura. Con uno spessore di 30 cm, le pareti perimetrali in terra cruda sostengono il tetto in cemento (foto – anche nella pagina precedente – ©Leonardo Méndez e ©Federico Cairoli).
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Progetto Asunción, Paraguay Periodo 2017-2018 Progetto di architettura
Equipo de Arquitectura (Horacio Cherniavsky + Viviana Pozzoli)
Consulente costruzioni in terra cruda Yago García-Enríquez
Costruzione terra cruda
Nelson Pérez, Rodney, Casildo, Raúl and Diego
Fabbro Javier Gimenez Cemento Gerardo Pérez Falegname Marcial Careaga Ingegneria strutturale Emilio Richer
Sopra, l’albero, che esisteva già, è stato integrato nella costruzione, circondato da scorrevoli che proteggono l’interno in caso di pioggia (foto ©Federico Cairoli).
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La soglia del tempio Il progetto vincitore di un concorso internazionale di architettura per la ristrutturazione della sinagoga della Unión Hebraica del Paraguay
Il volume della sinagoga di Asunción e un dettaglio del doppio involucro in metallo (foto ©Leonardo Méndez).
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Il progetto è il risultato di un concorso internazionale rivolto alla ristrutturazione di un vecchio edificio utilizzato come sinagoga dalla Comunità Ebraica del Paraguay. La sfida: creare uno spazio cerimoniale capace di riflettere la cultura e la religione specifiche. Il progetto si sviluppa attorno a due prismi, uno come soglia e l’altro come luogo sacro. Questi due volumi convergono e si integrano, strutturalmente e morfologicamente. L’involucro esterno funziona come una gabbia di protezione, controllando l’accesso alla sinagoga attraverso porte metalliche che ne proteggono l’interno. Il grande involucro si divide in due parti: una che gestisce la transizione e l’altra che incornicia l’ingresso alla sinagoga. Un secondo involucro, più grande, pone un limite allo spazio interno e identifica
la presenza del tempio mediando il rapporto tra l’esterno aperto e rumoroso e l’interno, silenzioso e spirituale. Ai materiali grezzi viene attribuito un forte valore simbolico: il cemento faccia a vista esprime la forza e la solidità protettiva del tempio; il metallo arrugginito la resilienza, caratteristica della comunità ebraica; il legno, con le sue proprietà termiche e acustiche, l’accoglienza quasi domestica dello spazio cerimoniale. Un’ulteriore conferma del dialogo tra gli opposti, dell’interno caldo e tranquillo e dell’esterno, freddo e rumoroso. La luce naturale, penetrando all’interno da lucernai posti sul perimetro e dalle piramidi tronche che compongono il tetto, pone infine particolare enfasi alla qualità dello spazio. CE
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Sopra, lo spazio cerimoniale è rivestito in legno; sotto, il contrasto tra il cemento facciaa-vista e il metallo arrugginito definisce anche lo spazio di transizione (foto ©Leonardo Méndez).
Progetto Ristrutturazione di una sinagoga Luogo Asunción, Paraguay Superficie 375 mq Periodo 2017-2019 Progetto di architettura Equipo de Arquitectura (Horacio Cherniavsky + Viviana Pozzoli)
Collaboratori Jonathan Sosky, Diego Soto Costruttore SIAR Foto Leonardo Méndez
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FORME FLUIDE Il Garden Hotpot Restaurant di MUDA Architects a Chengdu, Cina
La copertura in bianco acciaio galvanizzato rimarca lo sviluppo dell’ambiente che si snoda per 290 metri intorno al perimetro dello stagno (foto ©Arch-Exist e – in basso a destra – ©MUDA-Architects).
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L’Hotpot è un tipo di cucina caratteristico delle regioni centro-meridionali della Cina, una forma gastronomica del tutto conviviale, dove le pietanze vengono cotte, o meglio bollite, direttamente ai tavoli. Chengdu è una città di 14 milioni di abitanti con un centro storico notevole, una cultura locale ben identificata, anche dal punto vista della food culture: è a Sansheng, cittadina nota come “il polmone verde” di Chengdu, che Muda
Architects ha realizzato, all’interno di una vera e propria foresta, il progetto per un Hotpot Restaurant. Il progetto si sviluppa definendo l’intero perimetro di uno stagno di loto. Una semplice tettoia, un’interfaccia tra la superficie dello stagno e l’imponente massa di eucalipti che si trova all’esterno. Una struttura a basso costo, semplificata al fine di renderla facilmente realizzabile anche da operai non specializzati,
utilizzando componenti prefabbricate. Un insieme di accorgimenti che ha permesso una notevole riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione. La struttura, di notevole eleganza, delimita ma allo stesso tempo identifica, ed è modellata sulla stessa topografia del sito e ispirata in parte, secondo l’autore, alle volute di vapore che salgono dalle pentole dell’hotpot. Complessivamente, forma un perimetro di 290 metri con un’altezza
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di tre metri tra il pavimento in legno e il soffitto, in bianco acciaio galvanizzato. La sezione varia in risposta al contesto e al programma. La serie di colonne, leggerissime (di soli 88mm) definisce lo spazio coperto, mentre una panca invita i visitatori a un contatto diretto con lo specchio d’acqua. Per il resto, le immagini parlano da sé
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Le esili colonne che sorregtgono la copertura e scandiscono lo spazio riproducono il ritmo dei tronchi di eucalipto. Sotto, il concept e la pianta del progetto (foto e disegni ©MUDAArchitects). Nella pagina di destra due immagini suggestive del ristorante (foto ©Archi-Exist).
Località 588 Fujiang Road, Jinjiang District, Chengdu, China
Committente Xinhua Nufang Restaurant Progetto MUDA-Architects Progettista Yun Lu Team di Progetto Yun Lu, Jiandan Xu
Qiming Sun, Xue Chen, Yixiu He, Xiaoqiao Liu Dian Rong, Shangyun Zhou
Direzione lavori Chufeng Architectural Decoration Design Co, Ltd
Team di direzione lavori Xianyong Wu Fei Jiang, Wenjie Tang, Songlin Li
Materiali Galvanized Steel sheet, Fluorocarbon paint, Wood plank
Dimensioni 1800 mq Periodo 2018-2019 Foto Arch-Exist, MUDA-Architects [ 80 ]
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MUDA-Architects Fondata nel 2015 a Boston da Yun Lu (foto), che in precedenza aveva lavorato su progetti di larga scala con Hhd-Fun, Mad e gmp, MUDA-Architects opera sul mercato cinese dagli uffici di Pechino e Chengdu. Lo studio ha vinto diversi concorsi internazionali, come il Residential Stadium negli Usa, la biblioteca sul lago di Xinglong e l’aeroporto di Altay. Tra i lavori realizzati ricordiamo la Kaunas Concert Hall in Lituania, la Future House sul monte Qingcheng e l’M50 Art Hotel a Qionglai. www.muda-architects.com
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L’ITALIAN TOUCH VALE 1,8 MILIARDI È il volume annuale raggiunto dalle transazioni immobiliari nel settore alberghiero in Italia. Fattori di successo lo stile su misura degli ambienti e la qualità del servizio e degli spazi comuni, dai ristoranti alle Spa agli ambienti di co-working aperti alla città Zoran Baĉić, senior partner di Horwath e managing director di Horwath Italia.
Intervista di Antonio Morlacchi
Fondata a New York nel 1915 da due emigrati ungheresi, oggi Horwath HTL è la principale – e più antica al mondo – società di consulenza specializzata nel settore dell’ospitalità e del turismo. Opera in tutti i Paesi, compresa l’Italia, assistendo investitori istituzionali, fondi di private equity e grandi catene alberghiere internazionali nell’individuazione e nell’acquisizione degli asset più interessanti nonché nello sviluppo di progetti di ospitalità: un’attività di advisory articolata e complessa a favore di soggetti pubblici e privati. In ogni Paese in cui opera, Horwath HTL fra l’altro svolge un vero e proprio censimento del mercato alberghiero e delle strutture affi liate a catene: un database completo che si traduce in report annuali molto accurati l’ultimo dei quali, quello italiano, è giunto ormai alla sesta edizione. Zoran Baĉić, Managing Director e Senior Partner di Horwath HTL Italia, ci ha aiutato a leggerlo e a comprendere dimensioni e caratteristiche del mercato nazionale dell’ospitalità.
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Anche in campo alberghiero l’Italia è sempre il Paese del ‘piccolo è bello’, dottor Baĉić?
Sempre meno se guardiamo alla proprietà degli alberghi. Pur essendo il 95% dei 33mila alberghi italiani ancora indipendente, le dimensioni medie sono contenute ma in crescita. Inoltre, negli ultimi dieci anni gli esercizi ricettivi affi liati a catene (consideriamo tale un gruppo che dispone almeno di 4 strutture) sono cresciuti di 1.400 unità, per un totale di 75.400 camere (dimensione media 54 camere) raggiungendo una penetrazione del 16% che prevediamo nel giro di pochi anni possa arrivare al 20%. Questo in un contesto che vede la ricettività alberghiera italiana conoscere un forte processo di ristrutturazione. Diminuisce il numero degli alberghi per l’espulsione graduale dal sistema-mercato degli esercizi marginali di categoria economica, aumentano gli alberghi di categoria superiore e in particolare i 4 stelle, che si vanno qualificando come l’asse portante della ricettività italiana. Nel contempo aumenta
› OSPITALITÀ
il numero delle camere, per merito delle categorie superiori che suppliscono alle flessioni nelle categorie economiche, e più in generale cresce la dimensione media degli esercizi che passa, nell’ultimo ventennio, da 28 a 33 camere per esercizio. Queste osservazioni prefigurano, in prospettiva, il percorso dello sviluppo del settore alberghiero italiano incamminato verso profili dimensionali, tipologici e di categoria allineati ai livelli dei best competitor internazionali; un adeguamento che trae origine dal passaggio, ancora in atto, del settore da una fase per così dire artigianale a una fase industriale, in presenza anche di una concorrenza sempre più agguerrita; cambiamenti che il settore va conoscendo, derivanti dal mutare delle esigenze dei clienti e dall’innovazione tecnologica e manageriale, elementi questi ambedue in continuo divenire. Negli ultimi dieci anni innovazione e digitale hanno inciso sul mercato del turismo forse più che in altri settori alimentando una forte concorrenza. Piattaforme come Airbnb erano impensabili solo pochi anni fa. Come si riflette tutto questo sul mercato alberghiero tradizionale?
Da un lato il digitale ha favorito gli alberghi, vent’anni fa non esistevano nemmeno i voli low-cost che hanno inciso notevolmente sui flussi turistici, anche verso destinazioni prima considerate secondarie o lontane. Dall’altro, per la stragrande maggioranza dei viaggiatori gli affitti brevi rappresentano un’autentica alternativa solo alle strutture alberghiere economiche che vanno scomparendo anche se spesso sono faticosi da trovare, non sono così ‘rassicuranti’ e soddisfano solo le esigenze elementari dei viaggiatori. Ma, soprattutto, il sistema dell’ospitalità risponde all’innovazione di mercato con l’innovazione di prodotto. Il rapporto fra camere e facilities per struttura negli esercizi proponibili a livello internazionale tende a diminuire a vantaggio degli spazi comuni: cresce negli alberghi la varietà dell’offerta, il mix di facilities con ristoranti à la carte o stellati, spa, ambienti di co-working aperti alla città e non solo agli ospiti dell’albergo. Si creano cioè nuovi motivi di attrazione per un mercato sempre più parcellizzato e alla ricerca di soluzioni tailor made che
favoriscono quindi la destagionalizzazione, slegandola dai condizionamenti del territorio e dalla cosiddetta alta stagione legata al concetto tradizionale di vacanza. Quanto vale oggi il mercato alberghiero in Italia?
In termini di consumi siamo intorno ai 45 miliardi di euro e la nostra previsione è che si arrivi nel medio termine a 50. Altro discorso è il valore degli investimenti. I nostri report annuali sono realizzati in collaborazione con Confindustria Alberghi e con Cdp, che di recente ha lanciato la piattaforma per investimenti immobiliari Fit (Fondo Investimenti per il Turismo). Ebbene, il volume delle transazioni immobiliari ha raggiunto nel 2018 un valore di 1,8 miliardi di euro, dai 700 milioni del 2013. Una crescita significativa che ha visto l’ingresso in Italia di fondi di private equity e investitori istituzionali, in particolare americani. Tra l’altro, da questo punto di vista il settore possiede ancora ampi margini di crescita se consideriamo che solo l’1% dello stock alberghiero italiano oggi è in mano a investitori istituzionali.
Tornando alle catene: più catene non significa anche più standardizzazione?
Questo era vero una volta. Oggi, forse, una qual sorta di standardizzazione la troviamo riferita ai singoli brand – e ciò rappresenta indubbiamente un positivo fattore di garanzia della qualità del servizio – mentre il sistema delle aggregazioni di impresa, visto nel suo insieme, con la presenza al suo interno di una miriade di brand dalle caratteristiche le più multiformi e variegate, assicura ed offre ai “gruppuscoli di domanda” una grande diversificazione di offerta tesa a soddisfare le molteplici attese di un mercato sempre meno massificato. Per l’Italia inoltre, oltre alla varietà di situazioni che il Paese offre, c’è l’Italian touch, molto apprezzato soprattutto dagli ospiti degli alberghi di classe high-end e luxury; il brand della catena offre una garanzia sulla qualità dei servizi offerti, poi ogni struttura declina in direzione molto ‘local’ l’accoglienza e il livello estetico degli ambienti, offrendo un soggiorno molto personalizzato. Ma questo forse i suoi lettori lo sanno già.
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THE ST. REGIS, ROMA
MACCHINA DEL TEMPO Inaugurato dal leggendario César Ritz come Grand Hotel 125 anni fa, oggi il St. Regis si ripresenta sulla scena dei grandi alberghi romani dopo un restauro multimilionario curato da Tétris con la direzione artistica dello studio di Pierre-Yves Rochon Generalmente, quando si tratta di restauro e conservazione, l’attenzione si rivolge verso oggetti architettonici tutelati, di elevato valore storico, culturale o artistico, o al contrario su complessi post-industriali in cerca di nuove funzioni. Ma la storia e la cultura sono fatte dai personaggi, grandi e minuti, che l’hanno attraversata e gli alberghi, dalle locande di posta ai grand hotel come il St. Regis ne sono una testimonianza tanto più interessante in quanto tuttora viva nelle sue funzioni d’origine. Restauro e conservazione [ 84 ]
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assumono allora un diverso significato, per la necessità di adeguare agli standard e alle abitudini di vita e di viaggio odierne ambienti concepiti per altre epoche. E per l’impatto economico immediato che progetto e interventi hanno sulla gestione quotidiana dell’attività di ospitalità, come nel caso del St. Regis dove i lavori, avviati nel 2016 e conclusisi a luglio di quest’anno, non hanno mai interrotto l’attività di gestione alberghiera. Ristrutturato l’ultima volta più di vent’anni fa, l’albergo che sorge vicino a
Piazza della Repubblica e alle Terme di Diocleziano non disponeva di disegni troppo fedeli allo stato di fatto, tanto da rendere necessari rilievi 3D dell’as-built da confrontare con il concept design e riorientare l’intero team di progettazione – quindici professionisti di Tétris e dello studio parigino di Pierre-Yves Rochon, supervisor e interlocutore unico del cliente l’ingegner Stefania Cabitza di Tétris – nella redazione di progetti esecutivi il più efficienti possibile. Le facciate esterne, sottoposte a vincolo
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«Nel reimmaginare questa pietra miliare dell’ospitalità abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla classicità del palazzo, preservandone l’impianto originale, ma al contempo alleggerendolo con colori e materiali di gusto moderno. Volevamo rendere l’hotel più funzionale per il viaggiatore di oggi mantenendo tuttavia intatto il suo fascino senza tempo» Pierre-Yves Rochont
«Nel reimmaginare questa pietra miliare dell’ospitalità abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla classicità del palazzo, preservandone l’impianto originale, ma al contempo alleggerendolo con colori e materiali di gusto moderno. Volevamo rendere l’hotel più funzionale per il viaggiatore di oggi mantenendo tuttavia intatto il suo fascino senza tempo» Pierre-Yves Rochon
Sopra il titolo, la grandiosa lobby del St. Regis Rome (qui a destra, la facciata su via V. E. Orlando) e, sopra, la lounge e la reception (foto Eric Laignel e Garry Kan, courtesy Marriott International).
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Lavoro di squadra Supervisore del progetto, Stefania Cabitza di Tétris ci parla della ristrutturazione del St. Regis Rome Dev’essersi trattato di un cantiere non facile, ingegnere Esatto. Prima di tutto perché nel corso dei lavori l’albergo è sempre stato in funzione. In secondo luogo abbiamo svolto numerosi rilievi 3D per restituire con precisione lo stato di fatto, prima di passare agli esecutivi. In questo edificio tra l’altro ci sono muri portanti ogni due camere. Quanti professionisti hanno partecipato all’intervento? Oltre a me il team design comprende sei architetti, sei ingegneri e il design manager che li guida. E come vi siete integrati con la direzione artistica di Pierre-Yves Rochon? Facevamo incontri a cadenza settimanale per verificare la qualità delle scelte e dell’esecuzione rispetto a quanto era stato progettato e disegnato fin nei minimi dettagli e devo dire che c’è stata ampia collaborazione e piena soddisfazione per i risultati raggiunti. Infatti, i dettagli sono qualcosa di incredibile. Si lamenta spesso la scomparsa di abili artigiani ma qui sono stati fatti interventi spettacolari, soprattutto quando si tratta di elementi e decori restaurati. Abbiamo due fortune, la prima è che ci troviamo in Italia, che è al primo posto nel mondo quanto a cultura del restauro e della conservazione, e la seconda è la specializzazione della nostra divisione Hotel. Sia qui che all’estero lavoriamo con artigiani bravissimi. Inoltre cerchiamo di ‘spacchettare’ il più possibile gli affidamenti, per evitare imprevisti. Al St. Regis hanno lavorato più di 50 subappaltatori. E per quanto riguarda le performance energetiche? La sostituzione di tutti i serramenti esterni e la coibentazione interna con pannelli fonoassorbenti hanno migliorato decisamente l’isolamento dell’edificio e delle camere, con vantaggi sia in termini energetici sia di comfort acustico degli ambienti. Un nuovo sistema domotico evoluto favorisce ulteriormente il risparmio di energia per la climatizzazione. Antonio Morlacchi [ 86 ]
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architettonico, sono state pulite e restaurate con la sostituzione di tutti i serramenti, rifatti su misura in legno con telai tagliati a filo con la muratura, così come è stato restaurato l’ingresso delle carrozze, il porte-cochère che si apre su via Venti Settembre. Ma se a Roma i palazzi monumentali non mancano, ciò che colpisce del St. Regis Rome sono gli ambienti interni, dove gli affreschi, i mosaici, gli stucchi, le cornici, i lampadari restaurati con cura da artigiani specializzati restituiscono il gusto della decorazione di fine Ottocento. È il caso ad esempio del grande ambiente della Ritz ballroom, inaugurata nel 1894 come prima sala da ballo pubblica di Roma, con gli affreschi di Mario Spinetti, protetti dalla Soprintendenza come esempio della scuola preraffaellita romana, che raccontano scene rurali e mitolo-
giche e le volte dorate che incorniciano il trompe l’oeil a soffitto con scorci di cielo. Finto anche il cielo che regge il grandioso lampadario di 5 metri di altezza in vetro soffiato di Murano al centro del vasto foyer che accoglie i visitatori con colori tortora, nero e oro e che rende omaggio al giardino d’inverno dell’hotel così come fu inaugurato da César Ritz. Il rinnovato splendore dell’hotel prosegue nella grande scalinata storica completamente restaurata che conduce gli ospiti dalla lobby ai piani superiori. Completamente rinnovate le 138 camere e 23 suite dell’hotel, incluse la suite Bottega Veneta, arredata con pezzi della Home Collection della casa di moda – con un luminoso soggiorno con camino in marmo nero che affaccia sulle Terme di Diocleziano, tre camere da letto e un bagno in marmo – e la suite Loro Piana.
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A sinistra, decorazioni affreschi e ferro battuto per la scala che conduce alle camere. Sotto, la ballroom, inaugurata nel 1894, fu la prima sala da ballo pubblica di Roma. In questa pagina altri ambienti del St. Regis Rome dopo l’intervento di restauro eseguito da Tétris con la direzione artistica di Pierre-Yves Rochon (foto Eric Laignel e Matthias Hamel, courtesy Marriott International).
Pierre-Yves Rochon Pierre-Yves Rochon, Inc è stata fondata nel 1979 per creare soluzioni di interior design su misura per ambienti raffinati nel settore dell’ospitalità high-end. Ogni aspetto dell’esperienza dell’ospite viene migliorato attraverso l’integrazione di architettura, patrimonio, cultura locale e geografia di ciascuna proprietà. La filosofia di design di Pierre-Yves Rochon è incentrata sulla creazione di un’atmosfera raffinata e confortevole che celebra l’eleganza e il calore, fornendo allo stesso tempo uno sfondo senza tempo per una cultura moderna in continua evoluzione. Alla società vengono affidate proprietà preziose in tutto il mondo come risultato dell’integrità creativa, dell’autenticità e dell’artigianalità che l’azienda apporta a ciascun progetto. PierreYves Rochon, Inc ha uffici a Parigi e Chicago. www.pyr-design.com
«The St. Regis Rome cattura magistralmente lo spirito mutevole della città mantenendo il suo fascino senza tempo e uno stile impeccabile. La ristrutturazione sancisce un momento storico per questo grande albergo, che si prepara ad accogliere la prossima generazione di viaggiatori in una delle città più ricche di storia e bellezza in Europa» Lisa Holladay* * Lisa Holladay è Global Brand Leader St. Regis Hotels & Resorts, parte di Marriott International, Inc.
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STUCCHITALIA
La tradizione italiana della decorazione di pregio Fondata nel 1958, Stucchitalia è un’importante realtà internazionale nella progettazione, produzione e installazione di apparati ornamentali di pregio in gesso, resine e cemento per interni ed esterni. Avvalendosi della competenza di architetti, maestri artigiani e scultori, l’azienda opera nel restauro di architettura ed è inoltre affidabile interlocutore del mercato contract, settori civile e navale. Nell’intervento del St. Regis Stucchitalia ha collaborato attivamente con il team Tétris e la direzione artistica nella definizione e sviluppo degli shop drawings degli stucchi prestando particolare attenzione alle interferenze con gli altri elementi architettonici presenti negli ambienti, quali tendaggi, arredi fissi e mobili, impianti. Degna di nota l’attività di restauro degli stucchi esistenti di alcuni corridoi e della Sala Borromeo (foto) che ha impegnato i maestri artigiani nella produzione di calchi in silicone delle forme esistenti per restituire all’ambiente gli stucchi privi delle imperfezioni e dei difetti causati dagli anni.
Stucchitalia S.r.l.
Via Annone, 8 - 00199 Roma RM info@stucchitalia.it | www.stucchitalia.it
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Accanto, una delle suite e, sotto, una camera ‘superior’ (foto Garry Kan e Eric Laignel, courtesy Marriott International). Gli stucchi dei soffitti, realizzati da Stucchitalia, sono in GFRG (Glass Fiber Reinforced Gypsum) e composti da due elementi: un guscio lineare prodotto con la tecnica della lavorazione a tirata grazie al quale il gesso viene modellato con appositi modini di metallo per dar forma alla cornice e da un’asta con i caratteristici dadi a rilievo, prodotta a colata in stampi di gomma siliconica appositamente prodotti per il St. Regis.
CREDITI Località Roma, via V. E. Orlando Committente Marriott International, Inc Livelli 5 + roof garden + 1 interrato Camere e suite 161 Cronologia 2016 - 2019 Investimento 40 milioni di euro Progetto architettonico Pierre-Yves Rochon, Inc Progettazione esecutiva Tétris General contractor Tétris Supervisione Stefania Cabitza, Tétris Restauro facciate Gruppo Pouchain Restauro pavimenti e mosaici Giovannozzi Domotica Lutron Restauro stucchi Stucchitalia Restauro lampade storiche Casa della luce Decorazioni e pitture Colora Cartongessi e controsoffitti Gyproc Corpi illuminanti Cullen
Per i bagni, marmo nero Marquina, pavimenti a terrazzo e decorazioni che si ispirano alle vicine Terme di Diocleziano (foto Eric Laignel, courtesy Marriott International).
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Immaginate come un rifugio per viaggiatori internazionali colti e sofisticati, le spaziose nuove camere e suite riflettono suggestioni degli stili Impero, Regency e Luigi XV. Ogni stanza si rifà alla palette di tonalità decisa da Pierre-Yves Rochon: l’azzurro polvere del cielo della capitale o la terracotta delle mura romane al tramonto, che risaltano alla luce naturale del giorno e della calda illuminazione serale dei lampadari veneziani, anch’essi restaurati. Una collezione di opere d’arte contemporanea e di antiquariato completa vari spazi dell’hotel. Nei prossimi mesi infine aprirà al pubblico anche la terrazza e roof garden con viste sulla città
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UN TEAM TÉTRIS INTERNAZIONALE DEDICATO ESCLUSIVAMENTE AL
Un partner a 5 stelle
per il mondo dell’ospitalità
Nata nel 2003 da un’ambizione imprenditoriale, Tétris è un riferimento nel mercato delle soluzioni di fit-out per uffici in modalità Design & Build e un partner chiave per investitori, grandi brand di distribuzione e player internazionali del settore alberghiero, in materia di allestimenti su misura e progetti di ristrutturazione. La conoscenza approfondita dei mercati in cui opera posiziona Tétris come il partner di riferimento per le piccole e medie imprese e le principali realtà nazionali, mentre sul piano internazionale un team Emea (Europe, Middle East and Africa) dedicato esclusivamente al settore hospitality consente alla società di confrontarsi con i maggiori gruppi internazionali. I team di Tétris specializzati nei progetti di fit-out di hotel e arredamento sono formati dai migliori esperti e specialisti del settore. La competenza acquisita sul campo e l’approccio alle problematiche legate a strutture che spesso mantengono la piena operatività nel corso dei lavori, alla gestione dei vincoli normativi e amministrativi, alla rapidità d’azione nel rigoroso rispetto delle indicazioni e
degli standard qualitativi richiesti dalla committenza, garantiscono un progetto perfettamente in linea con l’immagine del brand, rispettando tempi e budget. I team di esperti Tétris operano a stretto contatto con tutti gli attori coinvolti nel progetto, inclusi architetti, interior designer e project manager.
SETTORE HOSPITALITY SEGUE LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA E LA MESSA IN OPERA NEL RISPETTO DI ESIGENZE ORGANIZZATIVE PROGRAMMI, SCADENZE TEMPI E COSTI
Via San Paolo, 7 | 20121 Milano www.tetris-db.it
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Volent moluptatem aut as moditint esequam iumquos mo maximpos dempelectet lam esto vel id ad quidi restem nam nis doluptatet
THE PANTHEON ICONIC ROME HOTEL, ROMA
SCENOGRAFIE ROMANE Marco Piva firma il restauro, la ristrutturazione e l’interior design di The Pantheon Iconic Rome Hotel. Spazi contemporanei, accenni stilistici dalla Roma classica, marmi e metalli dalle lavorazioni pregiate nel progetto di riconversione di un immobile storico in via di Santa Chiara
A sinistra, la Galleria dei Riflessi, al piano terra dell’hotel. Gli archi in bronzo e le volte in gesso bianco si riflettono nel pavimento in grès porcellanato nero lucido (foto ©Andrea Martiradonna).
Situato a pochi passi dal Pantheon, era l’hotel Bologna di via di Santa Chiara e in seguito divenne una delle sedi degli uffici del Senato della Repubblica. Oggi, dopo un cantiere durato solo undici mesi, è stato trasformato nel The Pantheon Iconic Rome Hotel, un albergo a cinque stelle progettato dallo studio milanese di Marco Piva. Il nuovo edificio fa parte del brand dell’hotellerie Unica Collection, che ha lavorato con il marchio The Autograph Collection del gruppo Marriott per l’inserimento di questa struttura nei circuiti internazionali. Il progetto di restauro e il design degli interni hanno avuto come esito un edifi-
cio dal carattere contemporaneo per una struttura ricettiva di alto profilo anche per la Capitale. Il lavoro di progettazione non è stato semplice, soprattutto per i ridotti tempi di realizzazione, e le fasi del progetto e del cantiere si sono svolte in sequenza. Anche per questo motivo, i progettisti si sono avvalsi della collaborazione di Marco Pacini Building Workshop, in particolare per quanto riguarda la scelta di prodotti e forniture dell’interior e del product design. La sfida è stata quella di riportare a nudo la struttura originale, rimaneggiata negli anni, ripulendola e recuperandone alcuni elementi architettonici, come gli archi
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In questa pagina, alcuni ambienti e la pianta del piano terra. L’edificio originale è stato ripulito recuperando alcuni elementi architettonici, come gli archi poi divenuti un segno importante del progetto architettonico (foto ©Andrea Martiradonna).
che descrivono il corridoio centrale. Proprio l’arco è diventato un segno importante nel progetto, enfatizzato e riproposto nei passaggi murari più importanti. È comunque il Pantheon l’elemento dominante di questo luogo, dove le finestre, pur con le loro caratteristiche di contemporaneità, sono diventate punti di vista privilegiati sull’edificio della Roma antica e sugli spazi comuni. Salendo un piano dopo l’altro verso la terrazza panoramica si possono apprezzare le diverse combinazioni di materia e colori di ciascuno dei cinque piani dell’albergo (a cui si aggiunge il piano interrato sul retro della casa). The Pantheon Iconic Rome Hotel conta oggi su 79 camere: 10 classiche, 22 superior, 29 deluxe e 18 suite. Al piano terra gli ospiti vengono accolti da archi in bronzo e volte in gesso bianco, pavimenti in grés porcellanato nero lucido in finitura Sahara Noir, mentre i soffitti sono corredati da centri visivi, illuminati da sistemi led, che richiamano l’oculus del Pantheon. I banchi della [ 92 ]
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reception e del lobby bar sono dei monoliti scultorei in marmo Calacatta oro che sembrano galleggiare su un lago di materia nera lucida. La luce è generata dalle forme architettoniche e alcuni lampadari si pongono come oggetti iconico-luminosi che caratterizzano il ristorante gourmet e il lounge bar. La pietra e i marmi utilizzati ricordano la monumentalità di Roma, mentre il bronzo è stato scelto per richiamare la materia delle enormi cerniere del portone di ingresso del Pantheon. Un particolare sistema di illuminazione led incornicia tutta l’area del piano terra, richiamando i principi compositivi che stanno alla base dell’architettura classica. Sempre al piano terra si trova il Dionysus Gourmet Restaurant per 28 persone, mentre al sesto piano sono collocati il Divinity Restaurant, aperto anche per la colazione, da 60 coperti (24 esterni), e il Divinity Terrace Lounge Bar da 50 posti (30 esterni), il cui nome ricorda le sette divinità planetarie cui è dedicato il Pantheon.
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Studio Marco Piva Fondato da Marco Piva nel 1997, lo studio ha sede a Milano con filiali a Dubai, Abu Dhabi, San Pietroburgo, Mosca, Mumbai, Pechino, Shanghai, Doha e Los Angeles. Opera nel campo della progettazione architettonica, del masterplanning, dell’interior e industrial design e degli allestimenti espositivi. È nota l’attività di ricerca sui caratteri formali e funzionali degli spazi, sulle tecnologie e sui materiali, sviluppate con attenzione all’ambiente e alla continuità progettuale tra architettura e interior design. Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi. Marco Piva, che nel 2002 ha costituito Atelier Design, un centro di ricerca e sviluppo per l’industrial design, è visiting professor presso diverse facoltà straniere e dal 2016 è docente del master universitario in Interior Design del Politecnico di Milano. Nel corso della sua carriera ha lavorato per importanti aziende dei settori arredo, idrosanitari e illuminazione. www.studiomarcopiva.com
La pianta e alcune immagini del sesto piano con il Divinity Restaurant, 60 coperti di cui 24 esterni con vista sulla cupola del Pantheon e sulla vicina Sant’Ivo alla Sapienza (foto ©Andrea Martiradonna).
Le camere, dal design contemporaneo, sono caratterizzate da morbide boiserie rivestite in pelle lungo tutte le pareti: per ciascuno dei piani il progetto di interni ha sviluppato una variazione cromatica fornendo loro una specifica identità. Con l’idea di creare dei mini-appartamenti con le funzionalità e i servizi di un hotel di lusso, gli armadi sono stati concepiti come unità minime e autonome, aggregate in blocchi verticali poggianti su una base comune, come colonne che si impostano su un unico basamento. Nelle suite il sistema di armadi propone unità specializzate come frigo-bar, cantina vini, tea e coffee corner, cassaforte e, inserita in speciali teche di vetro, una collezione di artworks disegnati da Marco Piva e ricavati, a livello stilemico, dal Pantheon. Le creazioni mirano a un racconto dell’albergo più completo e armonico, passando dalla scala dell’architettura a quella degli interni e degli oggetti di design e artistici. Nei bagni il progetto pone particolare enfasi sulla classicità romana.
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ La pianta delle camere. Per ciascuno dei piani il progetto di interni ha sviluppato una variazione cromatica fornendo loro una specifica identità. Sotto una suite dal design contemporaneo.
CREDITI Committente The Autograph Collection (gruppo Marriott) e Unica Collection
Località via Santa Chiara, Roma Progettazione architettonica
Studio Marco Piva
Interior design Studio Marco Piva Team design Fabio Basile, Edoardo Barnini,
Matteo Conti, Daniela di Lauro
Collaborazione
Marco Pacini Building Workshop
Piani 5 più terrazza e interrato Camere 79 Superficie lorda 4.260 mq Tempi di realizzazione 11 mesi Fine lavori luglio 2018 Intonaci Oikos Termoidraulica e bagni Aquilanti Arredi esterni terrazza e pavimentazione Atmosphera
Rubinetterie Fir Italia Gestione elettronica Camere Glt Urmet Luce tecnica Puraluce Porte Sealing Porte Parquet Camere Listone Giordano Ombrelloni Parà Tempotest Fotografie Andrea Martiradonna
La maestosità del marmo rosso Lepanto, in abbinamento alla trasparenza del vetro e alla matericità del grés porcellanato, richiama la rugosità delle pietre della tradizione consumate dal tempo, definendo uno spazio che richiama le decorazioni lapidee del Pantheon e che propone nello specchio il riferimento al suo oculus luminoso. Il richiamo con l’esterno prosegue in altri elementi rappresentativi per le camere, come la lampada centrale a soffitto, che ricorda le geometrie della cupola dello storico edificio e che si rapporta alle applique, orientabili e dimmerabili, della testata del letto in ottone, creando un dualismo tra materia e luce
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I bagni del Pantheon Iconic Rome Una cura e un’attenzione particolare è stata dedicata dallo studio Marco Piva alla progettazione dei bagni dove accanto al marmo rosso Lepanto c’è l’oro, la trasparenza del vetro, fino allo specchio che fa riferimento al luminoso oculus del Pantheon. Il Gruppo Aquilanti, incaricato dell’impegnativa realizzazione, ha messo a disposizione tutta la propria esperienza sia per il settore termoidraulico sia per quanto riguarda finiture e elementi di arredo: pavimenti, rivestimenti, mobili, wellness, accessori, sanitari, box doccia e rubinetteria. www.aquilanti.it
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aquilanti.it expoarredobagno.it
Gruppo Aquilanti - Solutions for Hospitality Il Gruppo è partner delle migliori strutture alberghiere nazionali e un riferimento essenziale per il contract del terziario e servizi, per le imprese costruttive dei settori residenziale e infrastrutturale, per architetti, progettisti e professionisti del Design, per studi d’ingegneria e per la platea dei consumatori privati più esigenti. Dispone di soluzioni integrate più avanzate per ogni tipologia di struttura alberghiera, in base alle singole esigenze di progetto e imprenditoriali. I servizi orientati al contract includono piani commerciali ad hoc, assistenza tecnica specifica grazie all’Ufficio Tecnico interno, formazione continua dei consulenti.
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STORYTELLING DELL’OSPITALITÀ Lo studio, avviato nel 2005 con Ermanno Caroppi, ha sviluppato più di 150 progetti di alberghi in Italia e all’estero. In questa conversazione Chiara Caberlon ci parla dell’approccio alla professione e del modo con cui lo studio traduce il concetto di ospitalità in progetto di architettura Malgrado l’abusato “dal cucchiaio alla città” che fin dal primo anno di università informa l’approccio degli architetti italiani verso il mondo, Chiara Caberlon non esita a dichiarare che lo studio avviato nel 2005 con Ermanno Caroppi si dedica esclusivamente al progetto dell’ospitalità. «Anche perché – ci spiega – dentro ogni singolo progetto ci sono almeno dieci progetti diversi, tanti sono gli ambienti e gli spazi in cui si articola una struttura ricettiva, e poi ogni situazione è diversa, così il lavoro non è mai ripetitivo». Immagino siano molti i vincoli da affrontare nel progetto di un albergo
Sì. Nel nostro caso non si tratta tanto di vincoli urbanistici, di solito già affrontati dalla committenza, quanto di vincoli legati alla gestione. L’albergo è una macchina che produce reddito se tutto funziona alla perfezione, dalla reception
alla ristorazione alla pulizia delle camere. Per questo in ogni progetto coinvolgiamo fin da subito l’intera squadra che poi vi dovrà lavorare. Sulla stampa tutta l’attenzione viene dedicata al front-end ma è il backstage che deve funzionare: se hai una bellissima Spa ma non viene nessuno a cambiarti gli asciugamani l’albergo non funziona. E anche per quanto riguarda il front-end la sfida sta nella capacità di creare ambienti attrattivi con materiali e soluzioni durevoli e di facile manutenzione. Chi è il vostro committente-tipo?
Abbiamo committenti di tutti i generi, dal privato che possiede e gestisce direttamente proprietà familiari al franchisee che rappresenta brand di catene internazionali, alle catene stesse, che per specifici interventi intendono esercitare un controllo diretto sulla gestione, fino ai developer per i quali l’albergo è semplicemente real estate.
Quindi anche ogni genere di struttura. Al di là delle classificazioni come riuscite a dare una specifica identità a ogni progetto?
Fino agli anni Novanta la riconoscibilità del brand era fondamentale, e il risultato era che se soggiornavi, per dire, in un Hilton, stare a St. Moritz o a Bangkok era lo stesso. Rassicurante ma noioso. Oggi invece, e mi piace pensare – sia pure in piccolissima parte – anche grazie al nostro approccio al progetto, ogni struttura racconta una sua storia. Che può essere la storia del luogo o anche una storia inventata, ma coerente. Non tutti gli alberghi sorgono in località amene dove esci e incontri il genius loci che ti parla: ci sono le destinazioni business vicino agli aeroporti o in distretti produttivi che diventano anche luoghi di sosta per turisti. La rassicurazione risiede nel brand, se vai in un Hilton sai su quali servizi potrai contare, ma a Tel Aviv vivrai un’esperienza diversa da Stoccolma.
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CaberlonCaroppi Italian Touch Architects Con sedi a Milano e a Fermo, lo studio associato è stato fondato nel 2004 da Chiara Caberlon e Ermanno Caroppi, entrambi laureati in architettura al Politecnico di Milano. Specializzato in progetti di architettura d’interni, che sviluppa in 3D al proprio interno, CaberlonCaroppi si avvale di circa 15 collaboratori e conta su una vasta rete di artigiani che mettono in pratica quell’italian touch che ne caratterizza la ricerca. 150 i progetti realizzati fin qui, quaranta dei quali all’estero. Tra i lavori più recenti o tuttora in corso, oltre ai due progetti di questo servizio, il Majestic Mountain Charme di Madonna di Campiglio (2016), il Rosamarina Grand Resort in Puglia, il Four Points Sheraton di Siena (2017) e lo Sheraton di Milano San Siro. Lo studio progetta e realizza anche ambienti benessere, come al Borgo di Fiuzzi Resort & Spa di Praia a Mare. www.caberloncaroppi.com
Nuove costruzioni, ristrutturazioni, refurbishment: su cosa lavorate maggiormente?
In Italia sicuramente ristrutturazioni, qualcosa di nuovo riusciamo a farlo solo all’estero, in Kazakistan per esempio, o in Armenia tempo fa. Refurbishment abbastanza di frequente, considera che in media ogni dieci anni un hotel deve rifarsi il look perché il mondo cambia velocemente, sia nelle aspettative degli ospiti sia nelle soluzioni tecnologiche. Le ristrutturazioni sono la cosa più interessante: palazzi storici o edifici da rifunzionalizzare, perché è da lì che spesso nasce lo storytelling. Come il nostro intervento per Molino Stucky a Venezia che rilegge in chiave ospitalità la storia dell’edificio. Con il vostro studio avete fatto 150 progetti di ospitalità in meno di quindici anni. Ti senti più architetto o interior designer?
Senza dubbio architetto, e vale anche per Ermanno. Non perché ci siamo laureati insieme al Politecnico di Milano ma perché ogni progetto di interni è progetto dello spazio. Ben oltre la decorazione studiamo modi per far stare bene le persone e questo è precisamente lo scopo dell’architettura. Oltretutto nessun albergo è un’isola. Cresce la tendenza a farne luoghi della città, con bar e ristoranti aperti a tutti, cosa che può contribuire alla rigenerazione di interi quartieri, migliorandone la qualità e la sicurezza. Antonio Morlacchi [ 98 ]
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Hilton Molino Stucky DICHIARATO O SUGGERITO ATTRAVERSO I MOTIVI E I COLORI DEGLI INTERNI IL RACCONTO DEL MULINO È LA CHIAVE DEL NUOVO PROGETTO D’INTERNI Soggiornare all’Hilton Molino Stucky di Venezia è un’esperienza unica, non solo per le facilities che l’albergo offre, come la piscina sul tetto, risultato dell’accurata trasformazione che risale a quindici anni fa ma soprattutto per l’ampiezza delle vedute, rara a Venezia, e per la luce, quella diretta del cielo e quella riflessa dalle acque dell’ampio canale della Giudecca. In secondo luogo per la sensazione di tranquillo isolamento rispetto ai luoghi affollati e rumorosi degli itinerari turistici tradizionali. Infine, e naturalmente, per la pecularità del luogo, un mulino industriale che ri-
sale alla fine dell’Ottocento e che è sempre stato un elemento unico e singolare, fuori scala nel panorama della città. Cogliendo tutte queste qualità, il progetto di ristrutturazione degli interni sviluppato dallo studio CaberlonCaroppi articola un racconto suggestivo che coinvolge tutti gli spazi dell’albergo, dai corridoi, dove i pilastri in ghisa della struttura storica si integrano con la texture geometrica della moquette e i colori tenui delle pareti, alle camere. Qui, mentre la vecchia struttura industriale rimane visibile nei soffitti e nei serramenti che riproducono l’antico ferrofinestra, la storia vi viene raccon-
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Disegni che ricordano la storia industriale dell’edificio sono gli elementi decorativi delle camere: in alcune di esse, come negli spazi comuni, è possibile leggere anche, mediata da una delicata palette di colori chiari, particolari e caratteristiche della struttura originaria.
tata anche con elementi grafici decorativi ricorrenti, dal disegno delle pale delle macine riprodotto dietro le testate dei letti ai grandi ingranaggi dipinti a mano nella zona dello scrittoio fino al prospetto dell’edificio che si fa scenografia aprendo l’armadio. Ma anche suggerita, con l’icona della spiga che ricorre come motivo simbolico nell’impuntura della testata dei letti, nei tappeti e, stilizzata, nei nuovi rivestimenti dei bagni. Ma come dicevamo è la luce della laguna che fa di Molino Stucky un luogo speciale di Venezia. Una luce che il nuovo progetto di interni valorizza con
Concreta
Creatività, design e contract
Concreta è un interior contractor che dal 1989 ha maturato un’esperienza straordinaria realizzando alcuni tra i più prestigiosi hotel e resort in Italia e nel mondo. Tra questi l’Hilton Molino Stucky Venice, dove l’azienda si è occupata di gestire chiavi in mano tutta la fase realizzativa, dalla prototipazione alla fornitura degli arredi, dei complementi e di tutte le finiture di interni dell’intero blocco Giudecca, composto da camere King Guestroom, King Deluxe e King Deluxe with view. Quella di Concreta è una storia di creatività e di successo, una firma originale nelle realizzazioni degli interni di hotel business e leisure, per rifugi di montagna, villaggi e residence, esclusive residenze private fino alla complessità del settore navale di lusso. Concreta vanta un invidiabile palmares di risultati che ne
testimoniano l’ampia e diversificata esperienza. Artigianalità estreme, con la precisione e la raffinatezza delle proprie “mani esperte”, sono inserite in un’organizzazione strutturata capace di affrontare anche ritmi di produzione industriale su progetti complessi, sempre in una perfetta sintesi di forma, ergonomia e funzionalità. In dialogo con i migliori architetti e designer, per i quali realizza arredi su misura, assicura uno stile originale ed elevata qualità. Concreta sa che ogni progetto è il frutto di un lavoro “a più mani” e il risultato di una grande sintonia tra progettazione e produzione.
Concreta srl
Sondrio – Italy www.concretasrl.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ Pianta di un piano-tipo (courtesy CaberlonCaroppi).
una palette di colori chiari, confortevoli e rilassanti nei toni dei grigi, bianchi e beige e con materiali come l’ottone lucido che la riflettono. Comfort che, naturalmente e prima di tutto, è il risultato dell’accurato lavoro di allestimento e arredo con cui general contractor, maestranze specializzate e aziende fornitrici hanno messo in opera il Venetian touch del progetto di refurbishment e nel quale citazioni che può comprendere facilmente anche il turista di Seoul si completano con abilità artigianali delle quali gli ospiti più raffi nati sapranno cogliere l’essenza. Anche qui c’è storia, quella storia di secoli di saper fare che possiamo chiamare cultura.
125 anni sulla Giudecca Da mulino a hotel, breve storia della riconversione di Molino Stucky
Il complesso di Molino Stucky sul Canale della Giudecca a Venezia. La trasformazione, durata 12 anni, ha coinvolto aziende, artigiani e maestranze locali intervenute sul progetto elaborato da Giuseppe Boccanegra e Francesco Amendolagine con la collaborazione di un gruppo di studenti dell’Università Iuav.
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Fuori scala rispetto alla città ma “stupefacente macchina architettonica” nelle parole di Giuseppe Boccanegra, che con Francesco Amendolagine, Alberto De Giulio e un gruppo di (allora) studenti dell’Università Iuav di Venezia si occupò del progetto di trasformazione, dal 1894 il gruppo di edifici progettati da Ernst Wullekopf che compongono Molino Stucky domina il canale della Giudecca. Abbandonato dal 1955, venne acquistato nel 1994 dall’Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone. Oltremodo complessa, l’accurata ristrutturazione per portare il complesso, tutelato dalla Soprintendenza, alla nuova destinazione d’uso – alberghiera e multiproprietà – è durata dodici anni e ha coinvolto aziende, artigiani e maestranze locali con un elevato grado di specializzazione sia per quanto riguarda il restauro e la ricostruzione filologica di materiali ed elementi costruttivi originali sia per gli apporti tecnologici necessari per adeguare gli ambienti alle moderne esigenze d’uso. Così, ad esempio, i mattoni facciaa-vista sono stati analizzati e ricostruiti dalla Fornace S.Anselmo di Padova, i ferrofinestra sostituiti con profili in ottone brunito di Secco Sistemi (Preganziol, Treviso) mentre la Zintek di Marghera ha fornito le lastre di zincotitanio per il rifacimento delle coperture.
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ A destra, l’angolo relax delle camere illuminato da Lily di Italamp, design Caberlon Caroppi, lampada a parete in metallo con finitura oro chiaro e diffusore in tessuto, disponibile in numerose varianti cromatiche. Sotto, l’armadio diventa elemento scenografico con maniglie dalla forma iconica e la grafica interna che riproduce il prospetto dell’edificio.
HILTON MOLINO STUCKY Località Venezia Progettazione
CaberlonCaroppi Architetti Associati
General contractor Concreta Srl, Sondrio Project manager Studio Giallombardo Tessuti Rubelli Carte da parati e pavimenti Crdi Sedute e poltrone Fornasarig Tappeti Brintons Lampade Italamp, Tooy Dipinti murali Picta lab Mosaico bagni Lithos Design Rubinetterie Newform
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FORNASARIG
Quando tradizione e design si incontrano Erede di una lunga tradizione artigianale, che ha le sue radici nella lavorazione del legno fin dal 1878, Fornasarig negli anni ha saputo modernizzarsi sperimentando nuovi materiali e tecnologie. Specializzata nel Contract, ha messo a punto un catalogo di prodotti di design e realizza modelli ad hoc sviluppando numerose collaborazioni con importanti catene di alberghi e ristoranti e con designer di tutto il mondo. Da diversi anni lavora con lo studio CaberlonCaroppi che, attraverso il general contractor Concreta, ha affidato a Fornasarig la realizzazione delle sedute delle camere per l’Hotel Molino Stucky, composte da un’ampia e comoda poltroncina e un elegante pouf abbinato.
Fornasarig Srl
Via San Giovanni 106/C - 33044 Manzano UD Tel. 0432 750057 info@fornasarig.it | www.fornasarig.it
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Trieste Double Tree Hilton UN PROGETTO DI OSPITALITÀ CHE NASCE DALLA RICONVERSIONE DI UNO STORICO EDIFICIO TRIESTINO GIÀ SEDE DI UNA COMPAGNIA DI ASSICURAZIONI Per CaberlonCaroppi il progetto dell’hotel Double Tree Hilton di Trieste, situato in un palazzo del ‘900 di grande pregio architettonico, ha rappresentato una sfida impegnativa. Da un lato vi era la volontà di preservare le caratteristiche originali del palazzo, rispettandone i vincoli architettonici ed eliminando le superfetazioni degli ultimi decenni; dall’altro era necessario che gli intenti si coniugassero con l’aspetto pratico relativo alla gestione di uno spazio alberghiero. Un luogo che fosse memoria del tempo, ma con un design adatto al suo uso contemporaneo. In origine, nell’edificio era presente una storica biblioteca e questo dato ha suggerito ai progettisti di fare dell’hotel uno spazio aperto anche ai visitatori esterni. Le aree comuni sono state collocate nel cuore dell’edificio, all’interno di stanze ricche di boiserie decorate, pavimenti intarsiati e lampadari maestosi. All’ingresso, dove si viene accolti da un’im[ 102 ]
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ponente fontana del gladiatore, è stato elaborato un approccio non invasivo, in cui i banchi reception sono caratterizzati da linee pulite e un effetto a specchio. All’opposto, si sono ricreati ambienti di grande impatto visivo, ispirati all’estetica liberty triestina. La lift lobby ne è un esempio: la zona di passaggio si snoda al di sotto di una chiostrina piramidale vetrata, che crea una scenografia di apparecchi illuminanti studiata per regalare un colpo d’occhio importante. I preziosi rivestimenti degli ascensori panoramici e il design elegante flessibile degli imbottiti fanno sì che lo spazio risulti ricco e in linea con il contesto. Il salone del bar accoglie elementi di design contemporaneo che si alternano alle sedute storiche restaurate, elementi che vengono incorniciati da un controsoffitto a cassettoni d’oro. Lo stesso vale per l’eccentrico banco bar, inserito in una stanza arricchita da una boiserie in pelle che nel ricreare l’atmosfera delle cygar
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
Nei render, alcuni ambienti del nuovo albergo. Da sinistra, la lounge, accanto alla reception, sotto una chiostrina vetrata; l’ingresso e la sala ristorante. In questa pagina una suite su due livelli; sotto, una camera all’ultimo piano illuminata da un pozzo di luce naturale (courtesy CaberlonCaroppi).
room dichiara però tutta la sua contemporaneità. Le 125 camere sono diversificate tra standard e suite. Alcune sono state ricavate all’interno di aree ricche di richiami storici, in cui gli arredi sono stati inseriti preservando interamente i pavimenti e i rivestimenti e mantenendo i lampadari originali. All’ultimo piano, pozzi di luce sfruttano i lucernari esistenti, ristrutturati e valorizzati
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DOUBLE TREE HILTON Località Trieste Committente Allianz Progettisti CaberlonCaroppi Architetti Associati Consulenti Arcadis (project manager) Main Contractor Tino Sana Superficie lorda 12.600 mq Fine lavori fine 2019
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Nelle foto, campo e controcampo della sala ristorante, un ambiente a doppia altezza che con interventi minimi è stato ricondotto a una scala percettiva più umana senza tuttavia intaccarne essenzialità e rigore. Gli arredi sono di Pedrali: sedie Tweet (design Marc Sadler) e poltroncine Jazz. In basso a destra, la nicchia della reception (foto e schizzo courtesy Michele Arcarese).
Icona della modernità quando venne costruito, per il ruolo che ebbe nella storia industriale d’Italia il Lingotto finì per identificarsi con l’immagine stessa di Torino. La sua riqualificazione, dopo la dismissione delle attività produttive, assunse per questo un valore simbolico ben superiore a quello della mera rifunzionalizzazione dei metri quadrati: si trattava di affermare, nel tempo del declino del modello di Tempi moderni di Chaplin, una ritrovata centralità degli spazi che, aprendosi alla città e integrandosi nel suo tessuto, potesse infondere nuova fiducia nel futuro. Il compito venne affi[ 104 ]
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Vista notturna dell’esterno
DOUBLE TREE BY HILTON LINGOTTO, TORINO
LA SECONDA VITA DEL LINGOTTO L’incarico era dei più delicati: riqualificare un albergo realizzato trent’anni fa su progetto di Renzo Piano. Incarico che Michele Arcarese ha portato a termine con successo disegnando elementi estetico-funzionali che, con materiali e colori, dialogano attivamente con il progetto originale dato a Renzo Piano, che nel 1985 costruì un centro congressi con un grande auditorium, uno spazio fieristico, la famosa ‘bolla’ vetrata sopra la pista di collaudo, la ricca pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e due alberghi. Ma l’Hilton ora richiedeva un re-branding, affidato dalla proprietà all’architetto Michele Arcarese, che ha affrontato l’incarico con la consapevolezza del significato dell’edificio per la città e con la delicatezza e il rispetto che operare sull’opera di un altro architetto comporta. Caratteristica dell’edificio la simmetria
cartesiana che definisce gli ambienti e le facciate, quasi a ripetere le squadrate geometrie del tessuto urbano, e il contrasto con le curve dell’ovale della pista di collaudo sul tetto che caratterizzano anche la ‘bolla’ di Piano. Questo contrasto è stato alla base del concept progettuale, declinato da Arcarese attraverso l’uso di materiali caldi e freddi, quali il legno e il metallo. Le tonalità predominanti sono il colore del legno di ciliegio, l’ottone bronzato spazzolato e l’azzurro intenso. Instaurando un dialogo con il progetto iniziale, gli elementi introdotti da Arcarese ne rappresentano un contributo
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Michele Arcarese Dopo la laurea in architettura alla Sapienza di Roma Michele Arcarese (Roma, 1968) frequenta il master in progettazione del paesaggio presso L’École Nationale Supérieure de Paysage di Versailles e nel 2001 avvia il proprio studio di architettura, che opera principalmente nel campo dell’ospitalità e del retail. Tra i suoi clienti importanti catene internazionali – Jumeirah, Hilton, Sheraton, Best Western, Roscioli Hotels – aziende del fashion – Dolce e Gabbana, Bally, Diesel, Fratelli Rossetti – e committenti come Unicredit e Musei Vaticani. Arcarese si occupa inoltre di restauro e scenografia, mentre nell’ambito del design produce le proprie collezioni private in Brianza, in collaborazione con Pierangelo Busnelli. www.michelearcarese.com
In alto, sezione longitudinale della porzione di edificio occupata dall’albergo. A sinistra, gli ascensori panoramici in un dettaglio della sala ristorante. Il gioco di rette e curve ricorre anche nel disegno dei piani dei tavoli Inox, accostati all’elegante ed ergonomica poltroncina Jazz, tutto Pedrali, sostenuta da una struttura in acciaio (qui nella finitura ottone) proporzionata e leggera. Tra lo schienale curvato e avvolgente e la seduta si crea un’apertura che rende Jazz otticamente più leggera, oltre che facile da movimentare (foto courtesy Michele Arcarese).
CREDITI Località Torino Committente Ipi Spa Superficie 5 piani, 2500 mq a piano Camere e suite 141 stanze, 1 suite Progetto architettonico Michele Arcarese Progetto impianti Prodim Srl Realizzazione impianti Teknika Arredi e tendaggi su misura Ci.Ti.Elle Arredobagno Pontegiulio Spa Sedute ristorante Pedrali Illuminazione camere Flos Attrezzature fitness Technogym Inizio lavori 2017 Fine lavori 2018 [ 106 ]
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estetico e funzionale originale. Nella lobby, una seduta curva che accoglie gli ospiti in attesa del check-in enfatizza la simmetria dello spazio mentre due nicchie laterali attrezzate con isole desk in ciliegio e ottone servono da banco reception e deposito bagagli. Omaggio a Renzo Piano nelle camere: il televisore a schermo piatto è inserito in un frame metallico che contiene la riproduzione dei disegni di progetto originali dell’architetto genovese. Disegnate ex-novo le testate dei letti, ora imbottite, in accordo con i precedenti pannelli in legno di ciliegio. Con foto e disegni, i frame metallici decorano anche i corridoi delle camere.
Infine il ristorante, uno spazio essenziale e maestoso per la sua altezza che si apprezza al meglio dagli ascensori panoramici. Per ovviare a questo cambio di scala Arcarese ha introdotto qui leggere pannellature luminose che svolgono una duplice funzione: da un lato rendono l’ambiente più caldo e accogliente integrandosi con i rivestimenti in ciliegio e dall’altro proteggono dagli urti le pareti. Rispettando le geometrie esistenti, queste partizioni rimodulano lo spazio e creano un doppio ordine di percezione dello spazio. I divani e le lampade da terra, realizzati su disegno, contribuiscono a rendere più confortevole l’ambiente
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Dagli ascensori si coglie la scala e la natura industriale dell’edificio. A sinistra, i serramenti della suite ‘presidenziale’ ristrutturati nel progetto di Renzo Piano del 1985 in linea con quelli originali (foto courtesy Michele Arcarese).
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
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A sinistra, interamente in doghe di larice il volto con cui il Faloria si è presentato all’apertura della stagione invernale 2018 dopo l’intervento di Flaviano Capriotti. Materiali del luogo e elementi della tradizione ampezzana rivisitati in chiave contemporanea – come, sopra, la grande stufa rivestita in mattoncini di pietra lavica smaltata con polvere di vetro di Murano – caratterizzano l’intero progetto (foto ©Andrés Otero).
FALORIA MOUNTAIN SPA RESORT, CORTINA D’AMPEZZO
TRADIZIONI RIVISITATE Il progetto di Flaviano Capriotti per il Faloria Mountain Spa Resort illustra in modo esemplare il contributo dell’architettura allo sviluppo di interessanti modelli di accoglienza in sintonia con il luogo, con le aspirazioni della proprietà e con le nuove aspettative degli ospiti Negli ultimi anni il fascino della ‘regina delle Dolomiti’ aveva perso un po’ di smalto: un po’ troppo città, spente le luci nei salotti che contano, chiusi alcuni alberghi storici, forte la concorrenza del vicino Alto Adige che più rapidamente aveva adeguato la propria offerta a un modello turistico non più fondato solo sugli impianti di risalita. Ma committenti lungimiranti come la proprietà del Faloria, storico quattro stelle alle porte della città, con vista sugli splendidi gruppi del Cristallo e del Sorapis a est e sul trampolino olimpionico del 1956, quello di James Bond di Solo per i tuoi occhi, ce ne sono ancora, capaci di incaricare l’architetto Flaviano Capriotti di un ambizioso quanto attento intervento di riqualificazione totale. Il Faloria Mountain Spa Resort che ha riaperto nel dicembre 2018, giusto in tempo per il Cortina Fashion Weekend,
è completamente cambiato. A cominciare dall’innesto del nuovo, ampio volume centrale dell’accoglienza realizzato con struttura X-Lam e caratterizzato da uno spettacolare camino rivestito in piastrelle di maiolica – pietra lavica rivestita, prima della cottura, con polvere di vetro di Murano – ispirato nella forma alla tradizione della stufa ampezzana e nei colori al verde screziato di azzurro delle valli e dei laghi alpini di queste parti. Una grande parete di Pietra Dolomia a spacco, proveniente dalla cava di San Tommaso Agordino, separa la lounge e il bar dall’ambiente raccolto e discreto del bistrot che accoglie gli ospiti dalla colazione alla cena. Ma l’intervento più significativo è l’area Spa, con una superficie complessiva di più di mille metri quadrati oggi la più ampia dell’intero arco alpino, con una piscina semi-olimpionica (tre corsie di
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Pianta e funzioni del piano terra dell’albergo. Sotto, la sala ristorante e una delle camere esistenti ristrutturata. L’interior contractor Lacedelli Cortina ha realizzato tutti gli arredi e gli imbottiti su disegno (foto ©Andrés Otero).
Flaviano Capriotti Architetti Flaviano Capriotti opera nella progettazione residenziale e alberghiera upscale, prima con lo studio Citterio Viel and Partners, dove, dalla nascita della divisione hotellerie dello studio, ha diretto i progetti Bulgari Hotels & Resorts (in particolare gli hotel di Milano, Bali, Tokyo, Londra, Pechino e Shanghai). Nel 2011 ha disegnato e diretto il progetto del W Hotel a San Pietroburgo e nel 2014 il ristorante Rivea di Alain Ducasse a Londra. Con il proprio studio, basato a Milano, nel 2015 progetta per Park Hyatt Milano il bar Mio e il ristorante VUN Andrea Aprea, due stelle Michelin. Sono in corso di progettazione una residenza universitaria a Lugano e progetti residenziali di lusso in Italia ed all’estero. Collabora con alcuni dei maggiori brand italiani del design del mobile. Dal 2015 è visiting professor alla Tsinghua University di Pechino, alla Domus Academy di Milano e al Politecnico di Milano.
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LACEDELLI CORTINA
Amore per la tradizione e cura dei particolari I mobili in legno e gli elementi imbottiti, disegnati dall’architetto Capriotti, sia nelle aree comuni che nelle camere e suite sono realizzati interamente su misura da Lacedelli Cortina. Tema ricorrente e motivo di vanto del contractor l’uso del legno massello proveniente da fonti locali e controllate, principale protagonista degli arredi alpini. I tavoli sono caratterizzati da dolci e armoniosi basamenti floreali e le consolle da un top in unica tavola grezza di larice scortecciato, abbinate a una base realizzata artigianalmente da un mastro fabbro. Gli imbottiti, le cuscinerie, le poltrone e i divani sono rivestiti in maniera sartoriale con lane e pelli pregiate nei colori della natura, sempre in ossequio e con amore verso la tradizione della splendida conca in cui il Faloria Mountain Spa Resort è situato.
Lacedelli & C snc di Lacedelli Maurizio
Loc. Fiames, 1/b - 32043 Cortina d’Ampezzo BL Italy Tel. +39 0436 866607 info@lacedellicortina.com | www.lacedellicortina.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
L’area Spa del Faloria attualmente è la più vasta dell’intero arco alpino. Il grès artistico della piscina semiolimpionica ricorda il colore del vicino lago Ghedina, un richiamo alla natura dei luoghi confermato anche dall’uso della Pietra Dolomia a spacco e dai rivestimenti in larice spazzolato delle aree relax (foto ©Andrés Otero).
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ACQUARIO DUE
I colori delle Dolomiti e la tradizione veneta Se la piscina della Spa del Faloria ricorda i laghi delle Dolomiti il merito è del Grès Artistico di Acquario Due in formato nominale 10x40 e smaltato con vetri a spessore. Lo stesso colore, ma in questo caso in ceramica artigianale, utilizzato anche per il rivestimento delle cabine doccia nelle camere. Di Acquario Due anche il rivestimento della grande stufa ispirata alla tradizione della casa ampezzana. Si tratta della collezione Canaletto: pietra lavica euganea smaltata con polvere di vetro di Murano. Questa speciale smaltatura interamente manuale consente di ottenere effetti cromatici variegati, rendendo ogni mattoncino in pietra lavica diverso dall’altro. Inoltre durante la fusione del vetro la pietra fa affiorare dal proprio interno ossidi di ferro, rame e manganese, aumentando la naturalità estetica del prodotto.
Acquario Due
Via Primo maggio 33 - 35030 Bastia di Rovolon PD Tel. 049 9910777 www.acquariodue.eu | info@acquarioceramiche.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
Confortevoli e accoglienti le nuove camere e suite dove i materiali del luogo sono stati reinterpretati in chiave contemporanea. Per il tessuto che riveste le testate dei letti Rubelli ha riprodotto disegni di flora alpina provenienti da un atlante austriaco settecentesco recuperato da Capriotti. I bagni, alla pagina di destra, sono suddivisi in tre aree distinte e realizzati in Pietra Dolomia spazzolata, mentre il rivestimento della zona doccia in piastrelle di Acquario Due riprende i colori verde blu dei laghetti alpini (foto ©Andrés Otero).
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25 metri) del colore verde blu dei laghi alpini grazie al rivestimento in grès artistico 10x40 di Acquario Due. Delimitato da una parete rivestita in Pietra Dolomia a spacco entro la quale sono ricavate sette alcove-relax con pareti rivestite in doghe di larice sabbiato, l’ambiente, al livello -2, riceve luce naturale da un lucernario e da una grande parete vetrata con profili in bronzo dalla quale si accede al giardino, dove si sviluppa la parte esterna di una vitality pool che, essendo climatizzata, può essere utilizzata anche sotto la neve. Non mancano sauna finlandese, bagno turco, fontana di ghiaccio e sale per trattamenti privati. Materiali locali e alto artigianato veneto caratterizzano anche le 13 nuove camere e suite, con rivestimenti e arredi fissi in legno di larice spazzolato, disegnate da Capriotti. Tessuti speciali realizzati da Rubelli riproducono, sulle testate dei letti, disegni della flora alpina scelti dall’atlante Florae Austriacae del botanico settecentesco Nikolaus von Jacquin. Il tema botanico ricorre peraltro anche negli spazi comuni generando un racconto leggibile all’interno dell’albergo. Nei bagni, organizzati in tre parti distinte e rivestiti in Pietra Dolomia levigata, l’area doccia è rivestita in cerami-
ca verde-blu di Acquario Due. Insieme al Cristallo, grazie a questo intervento il Faloria è oggi il primo albergo di Cortina d’Ampezzo a presentarsi con le carte in regola – e forse, anche grazie al ristorante gourmet dello chef Antonio Cennamo, una quinta stella – all’appuntamento internazionale delle Olimpiadi Milano/Cortina 2026
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ CREDITI Località Zuel di Sopra, Cortina d’Ampezzo Progettazione architettonica e interior Flaviano Capriotti Architetti
Serramenti Schüco Italia International Rivestimenti (a spacco e levigati) Pietra Dolomia
Maioliche, pietra lavica e ceramiche Acquario Due
Fit-out interni e arredi su misura Lacedelli Tendaggi Spa, tessuti speciali e su disegno Rubelli
Arredi a catalogo
B&B Italia, Unopiù, Poliform
Illuminazione Flos Pulsantiere Vimar Rubinetterie Stella Rubinetterie Sanitari Duravit Superficie 6.850 mq Camere e suite 47
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PIETRA DOLOMIA
La pietra che arreda le più belle residenze alpine L’intervento al Faloria Mountain Spa Resort ha permesso di valorizzare al meglio la materia litica inserita in un contesto moderno e al tempo stesso rispettoso dell’ambiente. Pietra Dolomia®, materiale naturale autoctono con le sue gradazioni cromatiche e l’effetto materico, si sposa sapientemente con gli altri materiali utilizzati. La capacità dell’architetto Flaviano Capriotti di cogliere le svariate possibilità di finiture particolari ha dato vita a un risultato elegante ed equilibrato in ogni contesto realizzativo, dagli spazi comuni ai bagni delle camere e suite. Le meticolose lavorazioni eseguite dai laboratori dell’azienda di Moena e le caratteristiche peculiari della pietra conferiscono alla struttura alberghiera di Cortina d’Ampezzo dinamicità e unicità. Nella foto, effetto monolitico per il desk dell’area wellness, in lastre di Pietra Dolomia di spessore 12 cm lavorate a spacco.
Dellfin Srl - Pietra Dolomia Foto ©Corrado Poli
Strada de la Comunità de Fiem, 8 int. 2 - 38035 Moena TN Tel. 0462 574520 www.pietradolomia.com - info@pietradolomia.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
Unbound collection by Hyatt
Great Scotland Yard Hotel Ci sono voluti 3 anni e mezzo di lavori per completare la ristrutturazione del nuovo Great Scotland Yard Hotel: un cinque stelle realizzato nel palazzo ottocentesco acquistato per 110 milioni di sterline da Lula Group International, con sede a Abu Dhabi, società che fa capo al miliardario indiano Yusuff Ali, che verrà gestito da Unbound Collection by Hyatt. Siamo nel quartiere di St James, accanto a Westminster Abbey, nel cuore della City, a pochi passi da Buckingham Palace, dal Parlamento e da Downing Street. Per realizzare l’hotel, che dispone di 152 camere incluse 11 suite e l’esclusiva Townhouse 1, una lussuosa residenza indipendente disposta su quattro piani, sono state convertite due case georgiane e un grande edificio edoardiano con eleganti facciate, ora completamente restaurate. I lavori di ristrutturazione degli immobili, abbandonati da anni, sono stati affidati al principale sviluppatore d’Inghilterra, il costruttore londinese Galliard che ha lavorato su progetto degli architetti di HBA, Hirsch Bedner Associates, la più grande realtà di progettazione per l’ospitalità con cinquantadue anni di esperienza nella progettazione di hotel, oltre 200 premi vinti nell’ultimo decennio e 27 sedi nel mondo – e sono costati 75 milioni di sterline. Il sito e gli edifici di 1-5 Great Scotland Yard
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hanno una storia affascinante. Ai tempi dei Tudor, la posizione serviva come residenza per i reali di Scozia quando visitavano Enrico VIII e la regina Elisabetta I nel vicino Whitehall Palace, da qui probabilmente il nome Great Scotland Yard, che letteralmente significa ‘il luogo dei signori scozzesi’. Nel 1829 Great Scotland Yard divenne quartier generale della Polizia londinese e più tardi del Ministero della Difesa. Già nel
1830, il quotidiano The Times riferiva della polizia col nome “Scotland Yard”. Nel giugno del 1891 il quartier generale della polizia si trasferì in una nuova sede. Nel 1901 la casa cittadina di 1 Great Scotland Yard fu affittata alle forze armate e le altre case a schiera e giardini adiacenti furono sostituiti dall’attuale edificio edoardiano al 3-5 Great Scotland Yard, che servì come Ufficio di reclutamento e sede della polizia militare
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
LA STORICA SEDE DELLA POLIZIA LONDINESE, UN PALAZZO OTTOCENTESCO IN MATTONI ROSSI, È ORA UN ELEGANTE 5 STELLE NEL CUORE DELLA CITY 152 CAMERE INCLUSE 11 SUITE E L’ESCLUSIVA TOWNHOUSE 1, UNA LUSSUOSA RESIDENZA INDIPENDENTE DISPOSTA SU QUATTRO PIANI
Località Londra Committente LuLu Group Int.l Brand Unbound Collection by Hyatt Progettazione architettonica Hirsch Bedner Associates General contractor Galliard Group Camere e suite 152 (più una residenza completa su 4 livelli) Piani 7 + 2 interrati Superficie 8.650 mq Budget 83 milioni di euro Apertura settembre 2019
SIMONSWERK
Sistemi di cerniere, in movimento. Per le porte speciali di questo edificio, che offrono i più elevati standard di prestazioni e design, sono state scelte le cerniere della gamma Tectus di Simonswerk. In totale sono state installate oltre 1700 cerniere a scomparsa Tectus tra i modelli TE340 3D FR, TE640 3D FR e TE527 3D: cerniere a scomparsa per porte interne a filo residenziali e per edifici pubblici. Possono essere installate su porte e telai in acciaio, legno o alluminio e offrono un design incomparabile ed eccellenti prestazioni tecniche. Tectus TE 527 3D è una cerniera a scomparsa in acciaio adatta ad essere installata su porte resistenti al fuoco in edifici pubblici. Con una portata di 120 kg la coppia e un angolo di apertura di 180° queste cerniere sono regolabili in 3D (laterale +/- 3,0 mm; altezza +/- 3,0 mm; pressione +/- 1,0 mm). Gli altri due modelli, TE 340 3D FR con portata di 80 kg la coppia e TE 640 3D FR con portata di 200, sono prodotte in zama e alluminio. Grazie al kit di guarnizioni intumescenti (FR) integrati all’interno del corpo cerniera e completamente nascosto alla vista, entrambe le cerniere sono certificate per essere installate su porte resistenti al fuoco. Come tutte le cerniere Tectus anche questi modelli garantiscono una apertura dell’anta a 180° e sono regolabili sui 3 assi.
Tectus di Simonswerk, cerniere a scomparsa nei modelli TE340 3D FR, TE640 3D FR e TE527 3D.
Simonswerk GmbH www.simonswerk.it
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
HOTEL CALIMALA, FIRENZE
A CASA DI PALAZZESCHI Una camera dell’hotel Calimala e, sotto, la facciata, decorata con la tecnica dei graffiti, dopo il restauro.
A 200 metri da Ponte Vecchio un progetto dello studio di architettura Pucci di Firenze con l’interior design dello studio israeliano Axel Meitlis Architecture & Design trasforma Palazzo degli Angeli in una residenza turistica formata da un hotel e tre appartamenti
Il breve periodo in cui Firenze fu capitale d’Italia diede avvio anche a una vasta opera di risanamento urbano, che proseguì oltre il 1871 con la demolizione di numerosi edifici, sostituiti da nuove costruzioni di impianto per l’epoca moderno, tra cui l’edificio oggi occupato dall’hotel Calimala, un quattro stelle inaugurato di recente. Nel palazzo di cinque piani, realizzato nel 1892 su progetto dell’architetto Giuseppe Boccini, dimorò a lungo il poeta Aldo Palazzeschi e la sua abitazione divenne luogo d’incontro di artisti dell’epoca, da Boccioni a Carrà a Giovanni Papini. Due le caratteristiche salienti dell’architettura: quella – piuttosto rara nel centro storico – di occupare un intero isolato, indipendente sui quattro lati, e la decorazione monocroma delle facciate ottenuta con la tecnica dei graffiti, incidendo cioè con ferri caldi l’intonaco fresco: i putti negli ovali che decorano il piano nobile gli hanno valso il nome di “palazzo degli angeli”. [ 116 ]
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ In copertura è stata ricavata una terrazza con belle viste sul centro storico di Firenze. A sinistra, un particolare della camera. Il progetto degli interni è dello studio israeliano di Alex Meitlis.
CREDITI Località Firenze, via Calimala 2 Committente Calimala 2 Srl Progetto architettonico, coordinamento generale e DL Studio tecnico e di architettura Pucci, Firenze
Interior design
Alex Meitlis Architecture & Design, Tel Aviv
Progetto impiantistico
Profilo Progetti Snc, Scandicci
General contractor opere edili
2D Immobiliare Srl
Impianti termoidraulici E. Palchetti & C. Srl
Impianti elettrici e speciali Tecno Project Srl
Unità refrigeranti, condensanti in pompa di calore e UTA Climaveneta e Mitsubishi Electric
Comfort invisibile Per garantire agli ospiti il miglior comfort termico e aderire al contempo ai vincoli legati al luogo di installazione e alle caratteristiche dell’edificio tutelato dalla Soprintendenza, lo studio Profilo Progetti ha ideato un impianto composto da quattro pompe di calore reversibili aria/acqua con condensazione remota a brand Climaveneta (Gamma NECSME), che fornisce acqua a temperatura controllata al sistema ad espansione diretta VRF City Multi di Mitsubishi Electric. Quest’ultimo è costituito da unità esterne condensate ad acqua a recupero di calore della linea WR2, installate nel seminterrato, e dalle unità interne canalizzate ad alta prevalenza Mitsubishi Electric (modello PEFY-P VMHS-E), che provvedono alla climatizzazione dell’aria
degli ambienti interni. L’esclusivo sistema a recupero di calore a due tubi Mitsubishi Electric consente il raffreddamento e il riscaldamento simultanei; questa tecnologia fa sì che ogni ospite possa regolare autonomamente la modalità di climatizzazione dei propri ambienti. Il sistema di gestione centralizzata ClimaPro a brand Climaveneta infine, garantisce la perfetta sinergia tra il sistema costituito dalle unità NECS-ME e il sistema WR2, massimizzando l’efficienza a beneficio del comfort.
Mitsubishi Electric
Viale Colleoni 7 – 20864 Agrate Brianza MB Tel. 039 60531 info@it.mee.com | www.mitsubishielectric.it
La ristrutturazione e trasformazione dell’immobile, su progetto dello studio degli architetti Luca e Andrea Pucci, che hanno svolto anche la direzione lavori, ha trasformato l’immobile in una residenza turistica articolata: alle 26 camere doppie della sistemazione alberghiera si aggiungono infatti tre appartamenti, due dei quali adibiti a b&b. All’ultimo piano l’ambiente ristorante e bar si apre ora su un rooftop di 400 mq con viste sulla città. Il progetto di interior design, affidato allo studio israeliano di Alex Meitlis, si sviluppa su un doppio registro: da un lato – portando parzialmente a nudo la struttura muraria in laterizio, recuperando gli scuri interni in legno ma anche con materiali di rivestimento e ceramiche sanitarie che ricordano stili passati – sottolinea la storicità dell’edificio e dall’altro, con arredi moderni e funzionali e opere d’arte contemporanea, la sua attualità. Il comfort climatico è assicurato da un complesso progetto impiantistico sviluppato da Profilo Progetti
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
VISION HOTEL, PESCHIERA DEL GARDA
LEGGERO E LUMINOSO DI FRONTE AL LAGO L’affaccio dell’albergo sul lungolago e sul porticciolo di San Benedetto di Lugana (foto Photoring).
Moderno, contemporaneo e in dialogo diretto con lo specchio d’acqua e il suo panorama. Un albergo con ampie vetrate, volumi aggettanti, spazi dilatati e asimmetrici e una struttura in legno e acciaio assemblata in soli due mesi. Progetto dello studio di Alberto Apostoli Una nuova struttura alberghiera a Peschiera del Garda, con affaccio sul lago. È il Vision Hotel, un quattro stelle superior con piscina e area verde. Un edificio di 1.500 metri quadrati di superficie, tre piani fuori terra, 32 camere, due appartamenti, un’area colazione, bar, sale lettura e ristorante. Uno stile architettonico contemporaneo frutto dell’opera dello Studio Apostoli e del suo approccio progettuale di tipo integrato: una modalità di lavoro che contraddistingue da anni l’attività del fondatore e dei collaboratori. Per Vision Hotel lo studio veronese ha infatti pro-
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dotto i progetti architettonico, strutturale, impiantistico, degli interni e ne ha curato la direzione lavori. Interessante dal punto di vista tecnologico è stata la scelta strutturale adottata, vale a dire l’integrazione delle tecniche costruttive di acciaio e legno X-Lam, che hanno permesso di assemblare l’edificio in soli sessanta giorni. Dal punto di vista architettonico l’albergo si caratterizza per l’ampia facciata, composta da un particolare gioco di volumi aggettanti. I balconi delle stanze, infatti, risultano sfalsati e danno vita a spazi dilatati e asimmetrici. Questo mo-
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
Studio Apostoli Lo studio è attivo a livello internazionale nel campo della progettazione architettonica, dell’interior e del product design, con una specializzazione nella progettazione di ambienti wellness. Conta su una struttura multidisciplinare di circa 60 collaboratori e project manager interni per la gestione integrata del progetto e in casi specifici opera anche come general contractor (design & build) tramite società controllate. Fondato nel 1997 da Alberto Apostoli – che svolge anche attività di divulgazione accademica – lo studio ha maturato importanti esperienze nella progettazione alberghiera, retail, residenziale, office e allestimenti per importanti brand internazionali. Fornisce, inoltre, alcuni servizi aggiuntivi tra cui brand design, cost control, procurement, comunicazione integrata, r&d, business planning, due diligence ed energy management. www.albertoapostoli.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
In questa pagine, dettagli degli spazi aperti e, sotto, il gioco di sporgenze e rientranze che scandisce l’orizzontalità dello sviluppo. L’uso della rete metallica stirata conferisce leggerezza ai volumi. A destra, la luminosa sala ristorante affacciata sulla piscina (foto Enrico Galvani).
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GEZE
Ecdrive FR, porte automatiche silenziose e sicure All’ingresso dell’hotel è stato collocato un ingresso automatico Geze, una garanzia di comfort di transito e di sicurezza costante, in quanto utilizzato anche come uscita di sicurezza. La funzione FR garantisce la possibile apertura della via di fuga con sistema ridondante e tecnologia a due motori a bassa usura, esente da manutenzione. Geze Ecdrive FR garantisce affidabilità senza compromessi con un eccellente rapporto qualità/prezzo: è silenziosa e adatta a innumerevoli passaggi. Batteria integrata per apertura e chiusura di emergenza in mancanza di corrente. Alimentatore robusto con interruttore principale su tutti i poli e protezione con fusibile. Certificato a norma DIN 18650.
Geze Italia Srl
Via Fiorbellina, 20 - 20871 Vimercate MB Tel. 039 9530401 Italia.it@geze.com | www.geze.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
vimento è sottolineato dalla presenza di pannelli frangisole, in lamiera stirata, disposti in maniera apparentemente casuale. L’uso delle grandi vetrate, insolito per questo genere di costruzioni, alleggerisce ulteriormente la struttura a livello visivo e le consente di dialogare con il territorio circostante. Proprio il territorio diventa l’elemento fondante e parte
dello stile, del design e del linguaggio espressivo del progetto. A livello cromatico, inoltre, la struttura, di colore grigio light, viene tagliata orizzontalmente dai marcapiano e verticalmente dai brise-soleil, tutti completamente bianchi. La scala di sicurezza esterna è stata risolta con un volume in lamiera stirata
che controbilancia il vano scala principale, garantendo simmetria alla struttura. L’effetto scenografico che ne risulta trasforma questo elemento, solitamente difficile da gestire, in un tassello iconico e caratterizzante dell’hotel. Attenzione è stata data anche al progetto illuminotecnico: l’illuminazione, infatti, sottolinea la particolare architettura
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AERMEC
Climatizzare per generare benessere Per la climatizzazione è stata scelta la soluzione a ventilconvettori canalizzati Aermec FCZ P per impianti a 2 tubi, nelle camere installati a scomparsa. Una soluzione che è garanzia di corretta diffusione dell’aria, silenziosità di funzionamento e perfetta integrazione con l’architettura. Ogni ventilconvettore è regolabile in modo indipendente dal pannello di comando elettronico VMF-E4. Un sistema centralizzato permette poi al building manager di regolare al meglio ogni ambiente, per ottimizzare il comfort senza trascurare il controllo dei costi. La potenza di riscaldamento e di raffrescamento è prodotta da pompe di calore opportunamente dimensionate e collocate che garantiscono l’affidabilità dell’impianto: due macchine (ridondanza) a doppio circuito frigorifero Aermec serie NRL-0350-HLJ-P1 con ventilatori a inverter particolarmente efficienti e silenziose.
Aermec Spa
Via Roma, 996 - 37040 Bevilacqua VR Tel. 0442 633111 marketing@aermec.com | www.aermec.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ CREDITI Località Peschiera del Garda Progettazione integrata e direzione lavori Studio Apostoli
Superficie del lotto 6.000 mq Superficie lorda pavimento 1.500 mq Piani 3 Camere 32 (più due appartamenti) General contractor Rubner Objektbau Fotografie Maurizio Marcato, Enrico Galvani, Photo-Ring
Serramenti Schüco Italia Pannelli di lamiera stirata Fratelli Mariani Porte automatiche Geze Porte interne tagliafuoco San.Co Illuminazione Simes, iGuzzini Performance in Lighting, Cariboni
Climatizzazione Aermec, Riello Pavimentazione esterna Ceramica Gardenia Orchidea
Piscina Piscine Castiglione
Le piante dei tre livelli dell’edificio, una struttura prefabbricata in acciaio e X-Lam costruita da Rubner Objektbau. Al piano terra vi sono anche due appartamenti che si aprono sul giardino (in basso a sinistra nella foto Photoring).
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
dell’edificio anche nelle ore notturne, con strip led inseriti in profili metallici che corrono in verticale lungo i pilastri della struttura. Sul tetto dell’hotel trovano posto pannelli fotovoltaici che forniscono energia anche a tre colonnine per la ricarica di auto elettriche, e di solare termico, che contribuiscono alla produzione di Acs. Negli interni, i tre piani sono contraddistinti da cromie e grafiche specifiche
per ognuno di essi, mentre le camere, dal design informale, presentano un soffitto con travi in legno. La luce, la leggerezza, la semplicità raffinata e la vista sul lago rappresentano un buon esempio di architettura, elegante e al tempo stesso funzionale alla destinazione turistica, che descrive un nuovo standard stilistico e un gradevole compromesso tra l’efficienza della prefabbricazione e il design
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SAN.CO
Porte tagliafuoco per l’Hotellerie, in legno e vetro Le porte d’ingresso delle camere, degli uffici e dei bagni del Vision sono di San.Co, brand del Gruppo Zanini, specializzato nella fornitura e progettazione di porte tagliafuoco e tagliafumo. Per l’ingresso delle camere sono state selezionate le porte Isofire Lz30.41 certificate al fuoco in classe EI 30’ e acusticamente Rw 41 dB. Per i bagni, le porte tamburate con finitura coordinata mentre negli office di piano sono state fornite le porte Isofire Evo 60’ certificate al fuoco in classe EI 60’. Tutte le porte hanno finitura Tss Natura Moka, un materiale la cui caratteristica principale è la durabilità nel tempo e la notevole resistenza ai graffi. A completamento della fornitura, per il back of house dell’hotel sono state fornite ed installate tutte le porte metalliche, tagliafuoco e non, per offrire un servizio aggiuntivo al general Contractor Rubner Objektbau.
San.Co soluzioni tagliafuoco in legno e vetro Via Fornaci, 26 - 38062 Arco TN Tel. 0464 588111 mail@sancoct.com | sancoct.com
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
B&B HOTELS
LA CATENA ECONOCHIC Gestione diretta, collocazioni strategiche, check-in a distanza, offerta ‘no frills’. Tutte le ragioni del successo della catena francese B&B Hotels, che entro il 2020 punta a creare una rete di 620 alberghi. Con la recente apertura di Palermo quelli italiani sono già 38, tutti progettati dall’architetto Baldo Battaglia
Baldo Battaglia (foto ©Hiroshi Sakate) ha progettato tutti i B&B Hotels italiani. Laureato presso la facoltà di architettura dell’Università di Palermo, dal 1997 vive e lavora a Milano.
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A partire dalla fondazione in Francia nel 1989, B&B Hotels ha registrato una crescita continua ed esponenziale, chiudendo l’esercizio 2018 con un fatturato di 580 milioni di euro (di cui 52 milioni solo in Italia), una crescita del 18% rispetto all’anno precedente e un tasso di occupazione delle camere del 75%. I piani di sviluppo prevedono per l’Italia l’obiettivo di 50 hotel – dai 38 attuali – entro il 2021. Il successo della catena è legato a due ordini di ragioni: l’aspetto immobiliare e la qualità dell’offerta. Dal primo punto di vista, raramente B&B Hotels acquista immobili, scegliendo invece di stipulare contratti di affitto ventennali senza possibilità di revoca con i proprietari, siano essi persone fisiche, enti o fondi di investimento, a cui garantisce importanti ritorni sull’investimento (in media il 5-6% all’anno). Ristrutturando
e arredando lo stabile inoltre – l’investimento medio per ogni intervento va dai due ai tre milioni di euro – la catena consente ai proprietari di rivitalizzare strutture in disuso rendendole nuovamente appetibili sul mercato e mantenendo il valore dell’immobile nel lungo periodo. In Italia per esempio B&B Hotels gestisce già immobili appartenenti ai fondi di Castello Sgr e ha firmato un accordo non esclusivo con Gabetti per la ricerca e la selezione di nuove aperture da gestire. Dal punto di vista dell’offerta invece, dove entra in gioco il ruolo dell’architetto, l’idea di ospitalità a prezzi contenuti si traduce in camere comode in città, facilmente raggiungibili da aeroporti, stazioni e autostrade, e si esprime attraverso il concetto di “libertà”, con un look riconoscibile ma discreto che lascia agli ospiti la libertà di decidere in che modo vivere la
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ Milano Central Station L’hotel offre 92 camere distribuite su 8 piani per una superficie complessiva di circa 3.000 mq. Baldo Battaglia, ridisegnando gli interni all’insegna di un linguaggio contemporaneo e minimalista, ha ripreso alcuni caratteri tipici della città e dell’area della stazione Centrale di Milano, con risultati di gradevole pulizia estetica e di effetto “design”, nel rispetto della filosofia lowcost ma di ottimo impatto sull’utilizzo di materiali. Emergono i pochi, essenziali elementi che caratterizzano questa scelta ricettiva: gigantografie della città, inserti di colore giallo, toni neutri per le pareti, i pavimenti e le porte. Dalle finestre degli ultimi piani gli ospiti godono di inediti panorami sulla città.
«In Italia la nostra crescita è duplice. Da un lato lavoriamo sulle nuove strutture, con l’apertura di nuovi hotel tra le mete di maggior interesse in chiave turistica. Dall’altro puntiamo a consolidare e implementare i servizi che crediamo essere uno dei principali valori aggiunti su cui agire per offrire ai nostri ospiti la migliore esperienza di viaggio possibile» Jean Claude Ghiotti presidente di B&B Hotels Italia
Genova A tre minuti a piedi dalla stazione di Piazza Principe e a poca distanza dal porto antico, il B&B Hotel Genova con le sue 108 camere si trova nell’edificio in precedenza occupato dall’albergo Aquila & Reale, chiuso nel 2014, riempiendo un vuoto che in città si notava anche a causa delle cattive condizioni in cui versava la struttura, e che Baldo Battaglia ha riqualificato interamente, riportando a nuova vita ambienti e dettagli d’altri tempi. Come in tutte le altre strutture della catena l’albergo presenta una reception e un B&B Shop aperti 24 ore su 24, il servizio di prima colazione a buffet, WiFi gratuito, TV a schermo piatto a prezzi che partono da 58 euro per notte in camera singola.
struttura rispetto alla destinazione. L’allestimento degli interni esprime sempre un legame col territorio e la gestione diretta consente di garantire gli stessi standard qualitativi anche in situazioni geografiche molto diverse. Il concept dell’accoglienza, e di conseguenza degli allestimenti, fonde un design semplice, libero da costi superflui, e un prezzo accessibile a standard di qualità che garantiscono comfort e servizi di fascia superiore, con collegamento internet in fibra fino a 200 Mbps, parcheggio, schermi televisivi da 40”, canali Sky Tv e satellitari gratuiti, climatizzazione autoregolabile, bagno con doccia. Nei prossimi anni la catena prevede inoltre di estendere la dotazione – già presente nel B&B Hotel di Trento – di stazioni per la ricarica veloce delle auto elettriche. Baldo Battaglia ha avviato la sua colla-
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ Roma Pietralata Aperto nel marzo di quest’anno, quello di Pietralata è il quarto B&B Hotel della catena nella capitale (gli altri sono a Fiumicino, San Giovanni e Trastevere). Poco lontano dalla stazione di Roma Tiburtina e dall’Università La Sapienza, l’hotel dispone di 68 camere e offre anche un’area co-working, a conferma del modello di ospitalità di nuova generazione fatto di accoglienza, praticità, qualità e prezzo accessibile. General contractor degli interni, sia qui sia a Fiumicino, la società specializzata Concreta di Sondrio (www.concretasrl.com).
Napoli Organizzato su sei piani e con un esclusivo terrazzo panoramico, il B&B Hotel Napoli sorge in Piazza Garibaldi, a 200 metri dal centro storico. Anche qui i servizi della catena: fastcheck-in con pagamento all’arrivo, late check-out fino alle 12, WiFi gratuito a 200 Mb, aria condizionata, smart TV a 32”.
borazione con B&B Hotels dieci anni fa e da allora cura la riqualificazione, il fitout e gli arredi di tutti gli hotel italiani della catena, dove tutto è molto italiano, sia per quanto riguarda soluzioni e materiali – bagni Ideal Standard, ceramiche Marazzi, luci Relco e Forma Lighting – sia nella scelta dei contractor che realizzano gli arredi su misura, come W3 per Milano Central Station e Concreta per Fiumicino e Pietralata (a Sesto San Giovanni, dove B&B Hotels si è insediato nella ‘Torre Sospesa’ che Giancarlo Marzorati aveva progettato ad uso uffici, ancor oggi si può vedere il monoblocco testiera letto/scrivania/armadio disegnato dieci anni fa da Battaglia come elemento standard). Dall’impostazione iniziale di giallo e grigio antracite – leggibile ad esempio a Fiumicino – la palette di colori – in genere Sikkens – ha gradualmente virato verso i toni più pacati del beige e del tortora, mentre la personalizzazione di ogni destinazione è affidata agli scatti di Beppe Brancato, che ingigantiti suggeriscono agli ospiti scorci inusuali della destinazione raggiunta, invitandoli ad esplorare la meta fuori dai comuni percorsi turistici. In libertà appunto
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Hotel B&B Palermo Quattro Canti Ultima apertura in Italia e la prima in Sicilia, l’hotel di 137 camere per una superficie complessiva di 9.000 mq al quinto piano comprende un’area di terrazze panoramiche affacciate su Piazza Pretoria, con l’omonima fontana e Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo. La combinazione di materiali naturali e tecnologia caratterizza l’hotel con un’immagine giovane, fresca, semplice e accogliente.
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
THE STUDENT HOTEL
MAY THE STUDENT IN YOU
LIVE FOREVER
Residenza studentesca, hotel, affitti brevi, spazi leisure e ambienti di co-working. Tutto nella stessa struttura. È la formula di The Student Hotel, dove architettura e design interpretano i valori e gli stili di vita dei nuovi nomadi globali Sopra, dalla piscina di The Student Hotel già aperto a Firenze un’impareggiabile vista su Firenze. Sotto, lo spazio dei ‘bed talks’, una delle iniziative promosse dalla community di TSH (foto courtesy TSH).
La prima apertura in Italia è avvenuta a luglio dello scorso anno con una grande festa. Il sindaco di Firenze Dario Nardella venne accolto in kilt dallo scozzese Charlie MacGregor, fondatore di The Student Hotel, nella struttura di ospitalità realizzata trasformando – con un investimento di 50 milioni di euro – l’edificio di 20.000 mq vicino alla Fortezza da Bas-
so, tra Viale Lavagnini e via Lorenzo il Magnifico a Firenze, in precedenza occupato da uffici delle Ferrovie dello Stato e in abbandono da anni: 390 camere, spazi leisure, food&beverage, retail, ambienti di co-living e co-working aperti alla città e una piscina sul tetto – il cui rivestimento recita the beach is boring – rivolta verso la cupola del Brunelleschi.
Analoghe scritte scanzonate e provocatorie, come quella di cui ci siamo appropriati per titolare questo servizio, non mancano nel resto della struttura, a sottolineare la singolarità del concept di TSH che propone una formula ibrida rivolta a una comunità internazionale composta da studenti, giovani ricercatori fuori sede, free lance e giovani professionisti ma anche famiglie e gruppi di turisti. Si tratta di una filosofia sviluppata nel tempo adattando l’idea iniziale, quella di creare residenze studentesche di qualità, alle reali attese del mercato. Nelle interviste MacGregor ricorda sempre che l’idea dei soggiorni brevi nacque quando un americano della Nike in viaggio di lavoro chiese al TSH di Rotterdam di potersi fermare qualche mese: non era né uno studente né un semplice ospite dell’albergo, così all’inizio gli risposero di no, salvo poi ripensarci e implementare ulteriormente un modello di business che basava già la ragione del proprio successo sul fatto di funzionare tutto l’anno: in estate non ci sono corsi in università e
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
«L’architetto una volta mi ha chiesto: “vuoi ingressi separati per gli studenti e gli ospiti dell’albergo?”. No, gli ho risposto, stiamo insieme per strada, al cinema o al bar, perchè non in albergo?» Charlie MacGregor
gli studenti rientrano a casa ma arrivano i turisti. Per i quali, così come per i genitori in visita ai figli fuori sede, ci sono comunque camere disponibili tutto l’anno. Per questa ragione TSH sceglie destinazioni universitarie e nello stesso tempo turistiche come Firenze, dove sono già in corso i lavori di bonifica del sito – l’area ex-Fiat di viale Belfiore – su cui sorgerà la seconda struttura (apertura prevista nel 2022), mentre una terza è prevista nei prossimi anni alla ex-Manifattura Tabacchi. In corso anche il cantiere del TSH di Bologna alla ‘bolognina’, nell’edificio exTelecom di via Fioravanti: 20.000 mq e 361 camere che verranno inaugurate alla metà del 2020. Nei The Student Hotel si respira un’atmosfera speciale e tutto, dall’organizzazione degli spazi, con camere spaziose, ampi ambienti comuni, arredi moderni, lineari e colorati, servizi che comprendono la disponibilità di biciclette, lavanderie a gettone, wi-fi ad alta capacità e ambienti di co-working, contribuisce a creare quel ‘vibe’, quell’energia coinvolgente che li caratterizza. Tutto si paga, naturalmente, così come il costo di un alloggio è in genere superiore a quello di una stanza in condivisione, ma in fondo era proprio questa la scommessa iniziale di MacGregor: che gli stu[ 128 ]
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denti e le loro famiglie fossero stanchi di alloggi di scarsa qualità, pubblici (e sempre occupati) o privati che fossero, e disposti a pagare di più per una soluzione di qualità: tra alterne fortune in fase di start-up (che coincise con la crisi finanziaria del 2008) è andata esattamente così. Con 11 strutture già aperte e un fatturato di più di 50 milioni di euro, TSH ha un programma di sviluppo che prevede entro il 2022 un sistema paneuropeo di 40 strutture e 15.000 camere
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Antonio Morlacchi
› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ FIRENZE LAVAGNINI “DREAM PALACE” Superficie 20.000 mq Camere 390 Investimento 40.000.000 di euro Project, cost & construction management Arcadis
Architettura Archea Strutture AEI Progetti Certificazione ambientale (Breeam) Habitech General contractor Inso Spa Interior design Rizoma Archi Arredi delle camere Modus Apertura luglio 2018 BOLOGNA VIA FIORAVANTI Superficie 20.000 mq Camere 361 Project & cost management MTDM Architettura
Matteo Fantoni Studio e Open Project
Strutture e impianti Open Project Apertura settembre 2020 FIRENZE BELFIORE Superficie lotto 77.000 mq Camere 652 Project management MTDM Architettura Natalini Architetti Ingegneria e progetti esecutivi Open Project
Apertura 2022
TSH Fondato in Olanda nel 2008 dall’imprenditore scozzese Charlie MacGregor (al centro nella foto del board, con il direttore marketing e comunicazione Frank Uffen e il direttore generale Felix Hillen) che ne è azionista insieme al fondo inglese Aermont Capital e al fondo pensioni olandese Apg, The Student Hotel ha aperto la sua prima proprietà a Rotterdam nel 2012 e oggi gestisce più di 3.000 camere, per la maggior parte in immobili di proprietà. Il piano quinquennale 2018/2023 di TSH prevede in Italia investimenti fino a 700 milioni di euro. A capo dello sviluppo del real estate in Italia è Andrea Tota, in precedenza development manager in Bizzi & Partners. www.thestudenthotel.com
La diffusione e il piano di sviluppo di TSH in Europa. In alto, render del secondo TSH di Firenze, sul sito dell’ex Fiat di via Belfiore (progetto Natalini Architetti). In copertura, oltre alla piscina, un pista running. Al centro, una camera del Dream Palace, il primo The Student Hotel aperto in Italia. Alla pagina di sinistra altre due immagini del TSH di Firenze e, in basso, render dell’edificio di Bologna (progetto Matteo Fantoni Studio e Open Project), la cui apertura è prevista per settembre 2020 (tutte le immagini courtesy TSH).
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
AL FAYA LODGE & SPA, SHARJAH
UN’ESPERIENZA IMMERSIVA NEL DESERTO DI SHARJAH, AI PIEDI DEL MONTE ALVAAH, LO STUDIO ANARCHITECT HA TRASFORMATO DUE ANONIMI EDIFICI DEGLI ANNI SESSANTA IN UN BOUTIQUE HOTEL CON RISTORANTE E SPA CON ACQUA SALATA
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› ARCHITETTURA E DESIGN PER L’OSPITALITÀ
Anarchitect Studio di architettura e design di interni con sedi a Londra e Dubai, Anarchitect è stato fondato nel 2013 da Jonathan Ashmore, che ne è anche il direttore. Ashmore si è laureato alla Bartlett School of Architecture di Londra ed è membro del Riba. Militza Ashmore è responsabile dello sviluppo creativo e della comunicazione dello studio. L’attività di Anarchitect spazia dalla progettazione nei settori residenziale, culturale, industriale, dell’ospitalità e del tempo libero in diversi parti del mondo: Medio Oriente, Europa e Asia. Lo studio ha vinto numerosi premi e concorsi internazionali e ha collaborato con prestigiose compagnie internazionali. www.anarchitect.com
CREDITI Località Mount Alvaah, Mleiha, Sharjah, Eau Committente Sharjah Investment and Development Authority
Progettazione, design e arredi Anarchitect Superficie dell’area 8.000 mq Progettazione paesaggistica DesertInk Impresa Alba Tower & Obaid Al Abdi Fine lavori 2019 Consulente spa The Wellness Luci Deltalight Sedie per esterni Roda Sanitari Kohler Rivestimenti esterni in acciaio CorTen Maniglie Manital
A sinistra, la piscina di acqua salata nel nuovo volume della spa. In alto il lodge e, sotto, il corpo del ristorante, sull’altro lato della strada, e la planimetria del sito (foto ©Fernando Guerra).
Nel deserto dell’Emirato di Sharjah, non distante dal centro archeologico di Mleiha, è stato da poco aperto Al-Faya-Lodge, una boutique lodge & spa progettata da Jonathan Ashmore di Anarchitect trasformando radicalmente due bassi edifici in pietra degli anni Sessanta e realizzando un nuovo volume per la spa con piscina di acqua salata e sale per trattamenti. Il lodge – quattro camere e una suite – comprende la reception, una piccola biblioteca e una terrazza sul tetto. Un lucernario in ogni camera permette agli ospiti di osservare il cielo, che nella limpida atmosfera delle fredde notti desertiche è incredibilmente stellato. Il ristorante si trova nel secondo edificio ristrutturato, sull’altro lato di una strada che attraversa gli 8mila mq del sito. Alla sala da pranzo si accede oltrepassando una terrazza-giardino in stile zen con focolare all’aperto. Il progetto si confronta con condizioni climatiche quasi proibitive. Non solo il caldo intenso e il freddo della notte ma anche la prolungata esposizione solare, la pioggia in inverno e le tempeste di
sabbia, condizioni che hanno guidato le scelte in termini di morfologia e orientamento dei volumi, massa e durabilità dei materiali. La pietra locale, principale materiale della costruzione, con la sua massa offre l’inerzia utile per far fronte alle notevoli escursioni termiche, mentre legno massello, acciaio corten e alluminio sono stati scelti per le finiture e le soluzioni di ombreggiamento come i cannocchiali che proteggono gli ingressi delle camere, la copertura ventilata del corpo del ristorante e le griglie che formano la pelle apribile che protegge la piscina in caso di tempeste di sabbia. Il Corten tra l’altro, che invecchia nel tempo mantenendo quasi inalterate le sue proprietà strutturali, dialoga con la sabbia del deserto, rossa perché il suolo è ricco di ferro. Ristorante e lodge sono separati da una strada, che aggiunge uno straniante carattere urbano a un luogo desertico e che, incredibile a dirsi, conduce a quella che da queste parti è considerata una méta turistica: il primo pozzo petrolifero aperto negli Emirati Arabi Uniti
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› RESIDENZE
Carlo Donati Laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1992, Carlo Donati ha collaborato con lo studio Belgiojoso Bbpr e con Gregotti Associati International alla realizzazione dei Prg. di Torino e Livorno. Nel 1995 ha vissuto a New York, dove è stato consulente del gruppo Versace, per la ristrutturazione della townhouse e del flagship store sulla Fifth Avenue. Nel 1996 ha fondato, con Adriano Donati, la Farnese Contract e nel 1999 ha aperto il suo Studio a Milano, occupandosi della progettazione di abitazioni di pregio, negozi, uffici e resort in Italia e all’estero. Oltre alla direzione artistica del gruppo Slowear per cui ha realizzato showroom e negozi a Parigi, Londra, Tokyo e Seoul, cura l’immagine di Colefax and Fowler e di Lineapiù, società di cui ha progettato il concept e le nuove sedi commerciali. Nel 2008 si è aggiudicato il concorso per la realizzazione del masterplan di Segrate, Milano. È attualmente impegnato nella progettazione di ville e appartamenti, oltre che nel settore del furniture design con la sua personale linea di arredo. www.carlodonati.it
Nella hall, il grande dipinto di Marco Petrus, un’astrazione delle linee spezzate dell’edificio e dei cromatismi del volume a lame in vetro adiacente. In alto, sezione P19, prospetto facciata su cortile interno.
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› RESIDENZE
EDIFICIO PER ABITAZIONI E UFFICI, MILANO
CONTAMINAZIONI TRA ARTE E ARCHITETTURA L’EDIFICIO, CHE SI TROVA IN UN LOTTO NELLA ZONA DI BRERA, NEL CENTRO STORICO DI MILANO, FA RIFERIMENTO ALL’ARCHITETTURA DEL DOPOGUERRA E SI INSERISCE NEL CONTESTO DICHIARANDO LA PROPRIA CONTEMPORANEITÀ IN LUOGO DI UN VUOTO URBANO EREDITATO DALLA DEMOLIZIONE ALL’INIZIO DEGLI ANNI 2000 DI UNO STABILE FATISCENTE
Siamo a Brera, nel centro storico della metropoli lombarda. Qui sorge P19, il nuovo edificio di Carlo Donati, un complesso residenziale a cinque piani con una conformazione ad angolo che segue la cortina edificata sulla via Palermo e si affaccia sul vicolo perpendicolare. In continuità con il fronte, sul vicolo, è stato realizzato ex novo un volume basso molto interessante – Autumn leaves – a uso uffici prospiciente l’esistente asilo comunale. Il corpo residenziale segue il volume e l’allineamento su strada degli edifici adiacenti nei piani abitati, dal primo al quarto piano, mentre al piano terreno sfoglia verso l’interno definendo un arretramento in diagonale del basamento rispetto al volume soprastante. La linea diagonale individuata dal basamento è accentuata per contrasto dallo sbalzo speculare verso l’esterno del disegno dei balconi d’angolo. Il richiamo alle linee diagonali e alle bal-
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› RESIDENZE
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› RESIDENZE
Planimetria generale dell’edificio e del loft Autumn Leaves, piano terra e piano seminterrato. Sotto, sezione longitudinale del loft Autumn Leaves.
conate inclinate fa riferimento ad alcuni tratti dell’architettura milanese del dopoguerra e in particolare all’edificio di Gianluigi Gho’ in piazza della Repubblica 12. L’incrocio delle linee diagonali sull’angolo sottolinea il segno grafico delle balconate, segnalando l’unica apertura sulla via e la discontinuità del fronte rispetto alla cortina stradale. Il lato stretto dell’edificio, rivolto a sud verso l’interno del lotto, è invece caratterizzato da grandi terrazzi, chiusi al quinto piano da una tettoia di matrice razionalista. I rivestimenti modulari della facciata di grande formato in pietra naturale Peperino, tipici della tradizione lombarda, sono interrotti da fi nestrature cielo terra a disegno sfalsato. I marcapiani in lamiera avorio richiamano il disegno dei palazzi del primo Novecento. L’illuminazione dell’edificio, per gli esterni così come per gli spazi interni, è stata curata fi no al dettaglio da Filippo Cannata. La hall, interamente vetrata su strada, mette in relazione l’interno dell’edificio con la città. Attraverso uno sfalsamento dei piani, da strada è possibile intravedere la corte interna verde e il ponte del piano rialzato che si affaccia sull’ingresso. Il basamento in pietra basaltina nera, interrot-
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GAMMASTONE
Lastre ultraleggere, resistenti e durevoli nel tempo GammaStone, leader mondiale nella costruzione di lastre in grandi dimensioni ed elementi monolitici per l’architettura, è una moderna e dinamica struttura con una profonda esperienza nel settore delle pietre naturali, ha contribuito a realizzare il rivestimento esterno in facciata ventilata di un nuovo immobile in Via Palermo a Milano, nel cuore dell’elegante zona Brera. Le pietre naturali di pregio scelte, Basalto e Peperino, e i loro rispettivi toni neutri, nero e grigio, contrastano con il contesto circostante ma al contempo sono in linea con il contorno sia dal punto di vista tonale sia materico. Entrambi le pietre sono vulcaniche e la loro origine ne garantisce la resistenza e l’inattacabilità nel tempo. Qui le lastre ultraleggere di grandi dimensioni GammaStone Natural AIR in Basalto e Peperino si succedono lungo la facciata con estrema regolarità, impostando un gioco perfetto di incastri e alternanze appositamente studiate.
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CREDITI Località Milano Progetto architettonico Carlo Donati Studio Progetto esecutivo BMS Progetti Srl Progetto impianti BMZ Strutture Filippo Valaperta Lighting design Cannata & Partners Data di completamento 2019 Edificio residenziale 2.800 mq ca (1750 residenziali + 400 parcheggi + 650 spazi comuni)
Edificio uffici 300 mq circa Serramenti di facciata, strrutture facciata ventilata e facciata in lamiera cannettata Sermeca Rivestimento di facciata in pietra Gammastone Marmo corpo basso Milgem Porte interne Eclisse e Protek Lucernai e vetro calpestabile Fakro Arredo reception Proma Snc Cartongesso Saint-Gobain Gyproc Sanitari Ceramica Flaminia Impianti di climatizzazione Mitsubishi Electric Interruttori e placche Bticino Foto Barbara Francoli
Autumn leaves, il nuovo volume adibito a uffici con la facciata a lame di vetro nelle tonalità del giallo e del verde.
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ta da profili in ottone brunito, accentua lo sbalzo del volume soprastante, mentre la parete su strada che inclina verso l’interno è rivestita di lamiera microforata bronzata. L’impiego della lamiera bronzata richiama in chiave contemporanea i rivestimenti dei vecchi portoni milanesi in legno cannettato. La lamiera cannettata riveste non solo la facciata ma risvolta anche nelle pareti interne dell’ingresso, rafforzando il dialogo e la continuità fra esterno e interno. Nel solco della tradizione milanese della col-
› RESIDENZE
Un’immagine della hall della residenza di Via Palermo 19. Interamente vetrata, anche i passanti possono ammirare i cromatismi delle opere site specific di Marco Petrus, che ritornano in questo divisorio mobile. Per l’impianto di climatizzazione sono state utilizzate due macchine in pompa di calore Mitsubishi Electric, di cui una per la produzione di acqua ad altissima temperatura. Gli interni sono caratterizzati dai contrasti tra la durezza del cemento a vista e del parquet scuro e la raffinatezza dei marmi e degli specchi fumé dei bagni.
laborazione tra architetto e artista negli edifici di pregio, Marco Petrus ha realizzato un grande dipinto site specific nella hall del palazzo. L’opera è frutto della contaminazione culturale fra architettura e arte pittorica e sintesi delle affinità che legano Donati e Petrus. Il dipinto, collocato alle spalle del desk della reception, rappresenta un’astrazione delle linee spezzate dell’edificio e dei cromatismi del volume a lame in vetro adiacente. Nello stesso spazio, una linea di paraventi che i due hanno realizzato insieme e che rimarranno parte integrante dell’ingresso dell’edificio. Affiancato all’edificio residenziale P19, Autumn leaves, un volume ex novo adibito a uffici. La facciata a lame di vetro gialle e verdi richiama le tonalità dell’autunno, integrandosi perfettamente con le cromie degli elementi naturali circostanti e dei dettagli architettonici degli edifici adiacenti. Il gioco cromatico è stato ideato anche per relazionarsi con l’edificio dell’asilo prospiciente. Illuminato da Cannata, Autumn leaves si sviluppa su due livelli sfalsati rispetto alla quota di ingresso. Gli interni sono caratterizzati da un misurato gioco di contrasti tra la durezza del cemento a vista e del parquet scuro e la raffinatezza dei marmi e degli specchi fumé utilizzati nei bagni
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› RESIDENZE
VILLA DIONISIO, TINDARI
UN LEGGERO CONTENITORE DI LUCE AMPIE VETRATE RIVOLTE SU PANORAMI SPETTACOLARI E MASSIMA CONTINUITÀ FRA INTERNO ED ESTERNO. I SISTEMI IN ALLUMINIO SCHÜCO SONO I PROTAGONISTI DI UNA CASA DI VACANZA SICILIANA COMPLETAMENTE IMMERSA NEL BLU DEL MEDITERRANEO
Spazi fluidi e trasparenti ideali per una vacanza en plein air: con una suggestiva vista che spazia dalle Isole Eolie al Golfo di Milazzo, fino alle cime dei Monti Peloritani. Villa Dionisio è una elegante residenza situata a Tindari (Messina) affascinante località della Sicilia settentrionale. Un edificio dal disegno volutamente semplice, con ampie aperture su tutti i fronti che enfatizzano il rapporto fra l’architettura e il contesto naturale. «Si tratta di una residenza costruita ex novo – ci spiega Valentina Sciacca, che ne ha curato il concept progettuale – rea-
In queste pagine, la grande piscina a doppio sfioro e la zona giorno della villa. Accanto, una pianta della proprietà.
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lizzata a coronamento degli interventi di recupero e restauro dei fabbricati abitativi e agricoli situati sui terreni circostanti, di proprietà della nostra famiglia da generazioni». In posizione dominante, circondata da un’ampia terrazza e valorizzata da una piscina dotata di doppio sfioro infinity, la villa è pensata per ospitare fino a sei persone nel corpo principale e altre quattro nella dépendance. Nel blocco centrale, gli spazi al piano terreno sono articolati in un open space composto da un grande living, dalla zona pranzo e dalla cucina. Al piano superiore si trovano tre camere doppie con servizi dedicati, collegate ad una larga passerella che sovrasta il salone sottostante, coprendone la parte centrale.
› RESIDENZE
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› RESIDENZE
Qui accanto, l’edificio, ben inserito nel paesaggio, si richiama ai canoni estetici dell’architettura rurale tradizionale.
«La valorizzazione del paesaggio e delle presenze naturali, come l’uliveto, è stata al centro dell’idea progettuale, sviluppata secondo due direttrici solo apparentemente contrastanti – continua Valentina Sciacca – Volevamo che la forma dell’edificio richiamasse i canoni estetici dell’architettura tradizionale, con tetto a doppia falda e coppi siciliani. Al contempo, gli spazi interni dovevano restituire un’immagine contemporanea, secondo stilemi minimalisti capaci di accompagnare con discrezione ogni momento della giornata. Tutti gli ambienti, anche al piano superiore, offrono scorci e vedute sul vastissimo panorama, rendendo naturale vivere Villa Dionisio senza soluzione di continuità fra interno ed esterno. Per questa ragione abbiamo prestato particolare attenzione ai sistemi trasparenti dell’involucro edilizio»
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› RESIDENZE
CREDITI Concept architettonico Valentina Sciacca Progettista Marco Scardino Superficie 315 mq (residenza principale 235 mq + guest house 80 mq) oltre a 210 mq di mafazzini e locali tecnici
Impresa edile Ditta Chiarino Serramenti in alluminio Schüco Facciata continua Schüco FW 60 CV Scorrevole panoramico Schüco ASE 67 PD Finestre Schüco AWS 65 BS e Schüco AWS 65 Fornitura e installazione Santoro Group Srl Foto Daniele Domenicali
GRANDE RILEVANZA È STATA DATA ALL’ESTETICA MINIMALE ED ELEGANTE SENZA DIMENTICARE GLI ASPETTI PRESTAZIONALI COME LA TRASMITTANZA TERMICA, LA RESISTENZA AL VENTO E LA SELETTIVITÀ DELLE VETRATE ALLA LUCE SOLARE
ESTETICA MINIMALE
per i profili dei serramenti in alluminio Il prospetto rivolto verso il mare è stato realizzato con le ampie specchiature trasparenti della facciata continua in alluminio Schüco FWS 60 CV (Concealed Vent), caratterizzata dall’uniformità estetica tra ante apribili e struttura fissa per un effetto di massima trasparenza e completa fusione visiva. Per gli scorrevoli è stato invece scelto il sistema in alluminio Schüco ASE 67 PD (Panorama Design), i cui profili estremamente snelli hanno permesso di massimizzare la quantità di superficie vetrata. La soglia 0-level a filo pavimento, inoltre, ha consentito di creare un passaggio fluido e continuo tra ambienti indoor e outdoor, assicurando agli utenti la massima fruibilità e sicurezza. I tamponamenti fissi sono stati realizzati con il sistema in alluminio Schüco AWS 65, mentre per le finestre con apertura a battente è stata scelta la versione Schüco AWS 65 BS (Block System), con telaio fisso che – ricoprendo completamente quello della parte apribile – amplifica l’apporto di luce naturale. Per consentire il dialogo continuo con l’esterno anche
nella zona notte, si è optato per la realizzazione di particolari specchiature con sviluppo orizzontale che percorrono interamente le pareti. I serramenti sono stati realizzati nella variante “a ribalta” sempre con il sistema Schüco AWS 65 BS e si caratterizzano per la maniglia posizionata sul traverso superiore, particolarità costruttiva che permette l’apertura dell’infisso senza compromettere la visuale sul paesaggio con alcun montante intermedio. Tutti i serramenti sono stati realizzati dall’azienda Santoro Srl nella finitura Noir 100 Metallic Effect SW 303G, esclusiva Schüco, e riprendono le tonalità scure degli elementi in acciaio corten, come la scala e i corpi illuminanti, caratterizzando l’involucro con personalità.
Schüco International Italia Srl
Via del Progresso, 42 - 35127 Padova PD Tel. 049 7392000 info@schueco.it | www.schueco.it
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› LIBRI IL COMMITTENTE HA CAMBIATO IDEA
LA BAUHAUS NON ESISTE Tra le numerose iniziative promosse per il centenario questa guida presenta, attraverso un Grand Tour di edifici del Moderno che attraversa tutta la Germania, l’autentica eredità della famosa scuola di Weimar: la Bauhaus non è uno stile ma un catalizzatore di idee di trasformazione in un momento di crisi della società. Idee in contrasto tra loro: cos’è il neues Bauen, un movimento di liberazione dalle paralizzanti tradizioni architettoniche dell’Ottocento o una nuova forma di integralismo che in nome della razionalità della moderna civiltà industriale impone al progetto gli standard della monotonia? La scuola non nasce nel nulla ma in un drammatico momento di transizione e la sua eredità attraversa tutto il Novecento e, grazie alla dittatura nazista, attraversa i confini per ripresentarsi a Chicago e a Tel Aviv. Una guida imperdibile culturalmente, specialmente ora che un’altra crisi drammatica si è aperta sul nostro modello di sviluppo, e indispensabile compagno di viaggio (ma potete lasciarla a casa, ritrovate opere e itinerari su www.grandtourofmodernism.com).
Nelle foto ©Tillmann Franzen, dall’alto: complesso minerario di Zollverein, blocco XII (1928/32), Essen, architetti Fritz Schupp e Martin Kremmer; vineyard Kreutzenberger (1929/30), Kindenheim, architetto Otto Prott
Bauhaus 100 Sites of Modernism Ed. Bauhaus Kooperation Berlin Dessau Weimar, testi a cura di Werner Durth e Wolfgang Pehnt Hatje Cantz, Berlino 2019 pp 320 - 500 illustrazioni - 18 euro ISBN 978-3-7757-4614-4
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Opere ciclopiche di cemento armato invase dalla vegetazione; parchi divertimento abbandonati e stritolati dal gelo; calcoli aritmetici scritti su lavagne in aule scrostate, con i controsoffitti a pezzi e pozze d’acqua sul pavimento. Dopo la scomparsa dell’Urss i reportage da Day After sono diventati un prodotto di successo e hanno contribuito a sollevare un dibattito sulla conservazione di strutture che al di là del loro valore estetico sono espressioni di un’utopia perduta. Ma che le si consideri tali o semplicemente il frutto di un regime totalitario, si tratta sempre di interpretazioni ‘occidentali’. Questo volume in larga parte fotografico popone invece il punto di vista di due architetti ucraini che ci aiuta a superare il generico concetto di ‘Moderno’ applicato indistintamente all’architettura sovietica. Fatta piuttosto di passi avanti e arretramenti, negazioni motivate non da un dibattito
architettonico assente ma dai cambi di regime che si succedevano nella committenza unica degli architetti socialisti. Così l’avvento di Kruschev si tradusse nella negazione delle qualità del Costruttivismo degli anni Trenta, sostituito da un’imitazione del Movimento Moderno occidentale, mentre il Brutalismo si tradusse, con Breznev, in monumentalità autocelebrativa atta a nascondere una lunga fase di stagnazione economica. La ricognizione di Alex Bykov e Ievgeniia Gubkina include anche il Post Modern che segnò il breve periodo della perestroika, prima del dissolvimento dell’Unione delle Repubbliche Socialiste nel 1991.
Soviet Modernism Brutalism Post-modernism Buildings and Structures in Ukraine 1955-1991 Alex Bykov e Ievgeniia Gubkina Dom publishers, Berlino 2019 pp. 264 - 78 euro - ISBN 978-3-86922-706-1
Facoltà di ingegneria dell’E. Paton Institute, Kiev 1967-1975. Architetti S. Fridlin, B. Kucher, V. Koval. Ingegneria A. Ananievsky, A. Grishkova, E. Epshtein (ph © Alex Bykov).
MAPPE SPAZIO-TEMPORALI La geografia come rappresentazione è uno dei migliori strumenti di sintesi per conoscere il mondo e dunque sempre un’espressione culturale. Economica e di scambio con le prime mappe del Mediterraneo; di conquista e potere, che hanno segnato lunghi secoli di geografia descrittiva fino agli Atlanti aboliti di recente dalle aule scolastiche. Interessante esplorazione delle nuove geografie, questo testo di Tiziana Banini, docente di Geografia ambientale e Geografia culturale presso la Sapienza di Roma, è uno strumento indispensabile per chiunque intenda progettare, se non proprio in sintonia con il genius loci, comprendendo il paesaggio: in alcuni punti l’excursus tra i differenti modelli interpretativi diventa un dibattito tra esperti e cultori della materia ma indubbiamente ci offre la consapevolezza, per dirla con Alberto Magnaghi, che “il territorio non esiste in natura in quanto è il prodotto storico di atti culturali dell’uomo in relazione dialettica e coevolutiva con l’ambiente naturale”.
Geografie culturali Tiziana Banini Franco Angeli Milano 2019 306 pp, euro 32,50 ISBN 978-88-917-8021-8
› PROFILI
Cinque realizzazioni per raccontare in breve l’opera di Duccio Grassi, uno dei più raffinati interpreti del gusto architettonico italiano. Competenza e rigore stilistico i segni distintivi di questo singolare ingegnere con una sensibilità estetica innata e la passione per l’arte e la scultura
La main Lobby dell’Al Hamra Luxury MultiComplex di Kuwait City (foto ©Andrea Martiradonna).
DUCCIO GRASSI ARCHITECTS
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› PROFILI
DUCCIO GRASSI «Una poetica che fa dell’architettura un momento mai ingiustificato, dove design e commercio si incontrano per sedurre e produrre benessere. Duccio Grassi ha sviluppato un lessico in cui ogni termine richiama uno stile basato su passione, competenza e rigore, che lo rendono uno dei più raffinati ambasciatori del gusto architettonico italiano». Scrive così Patrizia Catalano nella prefazione del libro Duccio Grassi - On Space, volume dedicato alle sue opere e alla sua singolare cifra stilistica. Laureato in ingegneria civile a Bologna, Duccio Grassi acquisisce le conoscenze sia in campo architettonico sia strutturale che gli permettono di crescere anche come designer creativo con forti competenze tecniche. È innata la sua sensibilità per l’estetica degli oggetti, delle forme e dei materiali – suo padre Tonino era uno scultore che lavorava il bronzo – e i suoi progetti sono il frutto della paziente dedizione alla composizione di superfici, volumi e piani prospettici. Nel 1983 fonda a Reggio Emilia, città in cui è nato, DGA, Duccio Grassi Architects, studio di architettura e interior design che ha sede anche a Milano e che oggi è considerato una delle realtà di riferimento nell’ambito del retail design internazionale. Il suo lavoro ha generato eccellenze testimoniate da un rapporto di lavoro di oltre tre decenni con il gruppo Max Mara, che prosegue ancora oggi con i progetti dei negozi flagship monomarca del gruppo, nelle principali città del mondo. Numerose sono le collaborazioni con altri brand, tra i quali Zara, Ray Ban, Canali, Guess by Marciano e Street One.
Duccio Grassi On Space Patrizia Catalano Con contributi di H.E. Sheikh Mana Bin Khalifa Al Maktoum, Luigi Maramotti, Mario Nanni Marsilio Editori - pp. 229 ISBN 978-88-317-2952-9
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› PROFILI
Al Hamra Luxury MultiComplex Duccio Grassi ha progettato gli interni dell’Al Hamra Luxury MultiComplex, diventato il landmark building di Kuwait City, sia per quanto riguarda gli spazi pubblici della tower che per i cinque piani del centro commerciale, ridisegnandone i volumi interni. I percorsi all’interno del mall sono stati disegnati in modo da svilupparsi attorno a una
AL HAMRA LUXURY MULTICOMPLEX Località Kuwait City Committente Al Hamra Real Estate Superficie totale circa 40.000 mq Anno 2013 Sedute Living Divani, B&B Italia, Arper
piazza verticale, con balconate dalle linee fluide e continue. La struttura verticale a sezione ellissoidale che contiene gli ascensori è il perno geometrico e visivo dei percorsi: si tratta di un volume puro, una scatola gigante, che sull’esterno diventa un enorme schermo a Led, curvo, a risoluzione decrescente. La main lobby della tower è connessa al mall tramite un passaggio, una fessura nella pietra, che lega visivamente i due spazi. Questo percorso identifica una delle sfide più rilevanti del progetto: comunicare la connessione in modo leggero e dinamico, senza togliere spazio al passaggio. Dga ha disegnato anche la lighting sculpture sospesa nel soffitto, che sfora ed esce dal volume della galleria, creando una connessione dinamica tra le due parti.
A sinistra la galleria che connette la main Lobby al Mall, con la lighting sculpture sospesa il cui disegno a linee incrociate caratterizza poi le pavimentazioni e l’illuminazione di tutto il complesso, e una sala d’attesa nell’ingresso (foto ©Andrea Martiradonna).
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› PROFILI
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› PROFILI
Al Yasra Headquarters All’interno del perimetro di un edificio industriale esistente di 20mila metri quadrati, DGA ha progettato l’headquarters di un’importante compagnia kuwaitiana. Miscelando il gusto industriale e la raffinata tradizione italiana, la sede si presenta con un mood industrial-chic. L’ingresso al complesso è evidenziato da un elemento in corten che filtra il sole, accoglie il visitatore e adatta la scala urbana di questo enorme edificio multipiano a uno spazio a scala umana. La lobby principale è la risposta sobria ai 12 metri di dislivello esistenti tra la quota della strada e la collocazione degli uffici. Una membrana metallica traslucida rivela una scala in cemento che dialoga con il volume in pietra che contiene gli ascensori. In cima alla scala la reception di controllo al primo piano funge da filtro, consentendo l’accesso a diverse tipologie di spazi che si sviluppano su tremila metri quadrati: semiprivati (sale riunioni, mensa, servizi, sala preghiera e sala conferenze) e privati o ad accesso limitato (direzione, manager e staff). Gli uffici sono stati divisi in due zone principali, ognuna delle quali dedicata a diversi rami della compagnia: si tratta di open space per gli uffici dello staff, circondati dagli uffici
manageriali. La creazione di pareti opache o trasparenti a intermittenza è una proposta del cliente, per mantenere un equilibrio tra privacy ed esigenze di contatto visivo con lo staff. Tutti gli interni denotano la scelta di un design netto, con poche note di colore e una disposizione armonica creata da volumi semplici e dalla scelta dei materiali: pietra a spacco, cemento, acciaio corten e vetro U-glass.
AL YASRA HEADQUARTERS Località Kuwait City Committente Al Yasra Food Company Superficie totale 3.000 mq Anno 2008 Fornitori Lualdi (porte), Unifor (uffici e sala
riunioni executive), Ferretti Marco (parquet), Minotti, Mdf, Fantoni (postazioni operative), Nordglass (partizioni vetrate), Gkd - Gebruder Kufferath Ag (rete metallica ingresso)
Optum rem que secum remquat et lacit haria delessi nvelit odi utectoreria verrovitem quam ipsum estotatu.
A sinistra, la scala della Lobby mimetizzata dalla membrana metallica traslucida. In questa pagina, la reception e l’elegante ingresso con l’elemento in corten che filtra il sole; a destra, la sala per la preghiera (foto ©Andrea Martiradonna).
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› PROFILI La facciata del Max Mara Madison Avenue e l’interno con la scala che porta al livello superiore. In basso, L’interno della boutique con pavimento in pietra ceppo (foto ©Bryant Botero e ©Luca Pioltelli).
MAX MARA MADISON AVENUE Località New York Committente Max Mara Usa Superficie 611 mq. Anno 2017 General contractor Costa Interiors Fornitori Lisar, Marmi Galli, Ms Arredamenti,
Maxalto by B&B Italia, Ivano Redaelli, Cassina, Coedition, Agape, Wittman, Tumlights, Viabizzuno, Oluce, Roll&Hill
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Max Mara Madison Avenue Nel 1994, nell’edificio ad angolo in stile vittoriano tra la Madison Avenue e la 68th Street, Max Mara realizzò il suo primo negozio freestanding a New York. L’edificio, in origine una residenza monofamiliare, fu adattato ad uso commerciale agli inizi del ventesimo secolo, con un abbassamento della parte anteriore dei piani primo e secondo
e la formazione di alcuni gradini all’interno. Contemporaneamente, l’ingresso ai piani superiori venne spostato sul lato della 68th street con un portale in stile neoclassico. Nel 1994, il progetto di Duccio Grassi mantenne i piani esistenti ma ridisegnò completamente la facciata su Madison Av., riprendendo lo stile neoclassico dell’ingresso laterale, mentre la facciata sulla 68th St. venne solo restaurata. Con il progetto attuale, concluso nel settembre 2017, sono stati eliminati i dislivelli e i gradini interni, mentre la facciata è rimasta inalterata. In questo modo Duccio Grassi lascia parlare l’edificio e la sua storia: facendo emergere la storicità dai muri, dai mattoni, dalle finestre non più coperti o oscurati. Dialogando con i volumi e con le forme stratificate nel tempo chiede a un ambiente che possiede una propria storia e identità di ospitare forme e materiali inaspettati per un confronto con la modernità. All’ingresso il pavimento è in pietra ceppo (la pietra dei palazzi milanesi); gli altri pavimenti sono in legno di rovere e in marmo grigio perla. Le pareti, a intonaco grezzo, si alternano alla pietra e all’ottone che, trattato con una tecnica particolare da artigiani toscani, si confronta, in grandi lastre, con i mattoni originali dell’edificio. Il lampadario, in tubolare di ottone, porta la firma dello studio. Anche se mantiene le linee pulite ed eleganti e le finiture ricercate degli altri flagship del brand, quello di Max Mara Madison Avenue si manifesta come un progetto unico.
› PROFILI
In alto e a fianco, altri ambienti della boutique. Le pareti a intonaco grezzo si alternano alla pietra e all’ottone, che ritroviamo nel lampadario disegnato da Duccio Grassi (foto ©Luca Pioltelli).
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› PROFILI
Sopra, il portico vetrato al piano terra del Palazzo delle Notarie, Reggio Emilia. Nelle altre foto, gli interni della boutique, con al centro il divano scultura di Pierre Paulin per La Cividina.
Max&Co. Notarie La boutique, inaugurata lo scorso aprile a Reggio Emilia, affaccia su piazza del Duomo e gode di un portico vetrato al piano terra del Palazzo delle Notarie. È uno spazio aperto, con volte alte quasi sei metri, in dialogo con il contesto. La superficie espositiva, di oltre 400 metri quadrati, si sviluppa all’insegna della modularità e si trasforma da aree destinate alla vendita a location per workshop, esposizioni e pop-up esclusivi e per l’offerta di servizi di smart shopping come il click & collect, per ritirare in negozio gli acquisti fatti online. Il cavedio, illuminato da un ampio lucernario, ospita un giardino d’inverno. Al centro della boutique è collocato un divano scultura di Pierre Paulin per La Cividina nei toni del rosso, colore simbolo del brand. I materiali utilizzati privilegiano texture e sensorialità. I pavimenti sono in cotto artigianale nei toni caldi del sabbia o in palladiana di marmo, realizzata in Italia su disegno esclusivo per Max&Co. Gli arredi sono stati pensati per dare massima flessibilità allo spazio espositivo e sono in legno recuperato.
MAX&CO. NOTARIE Località Reggio Emilia Committente Max Mara Fashion Group Superficie 400 mq. Anno 2019 Fornitori Cotto Vietri, Pamarco, LaCividina, viabizzuno
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I pavimenti sono in cotto artigianale nei toni caldi del sabbia o in palladiana di marmo, realizzata su disegno esclusivo per Max&Co.
› PROFILI
Nelle foto, il Guangzhou Building, un edificio dal forte impatto visivo, ideato per stupire con la sua forma ispirata alle foreste di bambù e alle impalcature da costruzione cinesi (foto ©Virgile Simone Bertand).
Modern Avenue Building L’edificio di Guangzhou si caratterizza per il gioco di volumi e il forte impatto visivo. La richiesta del marchio di moda Modern Avenue era di realizzare un edificio iconico, al centro del sito della sede aziendale, da utilizzare per mostre ed eventi speciali e capace di impressionare, con un oggetto inaspettato. A DGA è stato chiesto di sviluppare un progetto basato su un cantiere preesistente, con le fondamenta già in opera. Si è deciso di creare una forma che, in contrasto con i volumi rigidi degli edifici circostanti, apportasse un significativo valore aggiunto al complesso. Ispirato alle foreste di bambù e alle impalcature degli edifici cinesi in costruzione, si è pensato di racchiudere l’intero volume di vetro con tubolari metallici che riparano dal sole e creano un oggetto architettonico organico e sinuoso. La costruzione è composta di piano terra, primo e secondo e una terrazza panoramica di 800 metri quadrati. Il risultato è un edificio leggero, quasi evanescente, che viene percepito come se fosse di una materia impalpabile.
MODERN AVENUE BUILDING Località Guangzhou Committente Modern Avenue Group Co. (ex Canudilo Fashion) Superficie 2.446 mq. Anno 2017 Contractor Suma Facade Consultants
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› DESIGNCAFÈ
SEGUENDO LA LINEA DEL TEMPO SOLIDE MURA MEDIEVALI E UN GLORIOSO PASSATO ALMADINO, NEI SECOLI QUESTO EDIFICIO MODIFICA LE SUE FUNZIONI MENTRE INTORNO LA CITTÀ DI PORTO CRESCE CON IL PROGETTO DI ADRIANA FLORET OGGI DIVENTA L’EXMO.HOTEL Il progetto di rifunzionalizzazione di questo edificio nel centro storico di Porto per la sua trasformazione in albergo a quattro stelle si è basato su una ricerca che ne ha portato alla luce la stratigrafia storica. La posizione di pregio, nel centro della città portoghese, ha fatto in modo che l’edificio – in epoca medievale due corpi edilizi separati – rimanesse sempre in uso e assumesse anzi nel tempo ruoli sempre più importanti: da probabile deposito di merci a ufficio di una società di assicurazioni e, dagli anni Settanta del secolo scorso, sede di una banca. Una somma di funzioni mercantili dovute inizialmente, con tutta probabilità, alla vicinanza della torre della dogana (l’Alfândega) con cui l’edificio condivide un poderoso muro in pietra, e una ‘nobiltà’ guadagnata nel periodo almadino (da João de Almada e Melo e i suoi piani di espansione urbana della metà del Settecento). Se da un punto di vista utilitario l’uso costante e la conseguente regolarità delle manutenzioni hanno semplificato l’intervento, dall’altra hanno permesso di meglio apprezzare le caratteristiche intrinseche e le decorazioni dell’edificio, guidando così Adriana Floret in un intervento che si accosta con rispetto al passato, salvaguardandolo, e che pensa al futuro, con interventi delicati e reversibili, funzionali all’attuale destinazione alberghiera ma senza interrompere la lettura dei livelli di storia che, come in un file di photoshop, l’edificio racconta. L’ultimo layer risaliva agli anni Settanta, quando [ 152 ]
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l’adeguamento alle funzioni della banca suggerì agli architetti Carlos Loureiro e Padova Ramos di inserirvi una bella scala di impronta modernista. Conservata da Floret, al pari degli acronimi incisi nella pietra dai muratori nel Medioevo, di un arco che risale alla prima costruzione e di una scala dei primi del Novecento. Essenzialmente, gli interventi hanno riguardato le partizioni per riorganizzare gli spazi e il miglioramento del comfort termo-acustico interno. Spesso in Europa gli edifici vivono più a lungo degli uomini
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CREDITI Località Porto Committente TeaandTea, Lda Progettazione architettonica Floret oficina de arquitectura | https://floret.pt
Capo progetto Adriana Floret Progettazione strutturale Techonis Global Consulting + A400
Consulenza storica Francisco Queirós Progettazione illuminotecnica Synapse Anno 2019 Superficie 1.077,87 mq Fotografie ITS, Ivo Tavares Studio www.ivotavares.net
L’edificio si trova nel centro storico della città di Porto. A destra, la scala inserita nel corso della prercedente ristrutturazione. Sotto, vecchio e nuovo convivono anche nella sala ristorante (foto ©Ivo Tavares).
elements OspitalitĂ a cura di Elena Riolo
Il Grand Hotel visto da Federico Fellini - Courtesy Archivio Fotografico Assessorato Turismo Comune di Rimini
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LAPITEC SATIN, DUNE E VESUVIO 3 FINITURE DELLA PIETRA SINTERIZZATA La pietra sinterizzata di grande formato di Lapitec è stata utilizzata per rinnovare gli spazi del centralissimo Hotel Al Manthia di Roma, in tre diverse finiture: Satin, Dune e Vesuvio, selezionate per definire e valorizzare un’articolata suddivisione degli spazi interni. Satin, utilizzata in tonalità Grigio piombo nella reception e per la scala, è elegante, piacevole e naturale al tatto e caratterizzata da una morbida lucentezza. Dune si distingue per la microbocciardatura che crea impercettibili chiaro scuri materici. Vesuvio, che domina nella suite, ricorda un granito fiammato e spazzolato, ed è la finitura ideale per pavimentazioni antiscivolo.
www.lapitec.com
GARBELOTTO CLIP-UP SYSTEM 13, IL NUOVO SISTEMA DI POSA VELOCE E FACILMENTE REMOVIBILE Il sistema brevettato di pavimento in legno Clip-Up System di Garbelotto per pavimenti flottanti si arricchisce di un nuovo spessore. Si tratta del più agile 13 mm, che si affianca al classico 16 mm e che viene posato con clip in polimero da 1 metro di lunghezza. Lo spessore ridotto permette una maggiore flessibilità, buona aderenza al sottofondo e una posa più veloce. Nel nuovo sistema aumentano le dimensioni delle tavole: la linea Elegant ha una larghezza variabile da 110 a 120 mm; Classic da 130 a 150 mm; Big Old da 171 a 200 mm. Rovere, Noce Nazionale e Americano, Olmo, Iroko, Doussiè Africa, Wengè e Teak sono le specie legnose disponibili. Clip-Up System ha il grande vantaggio di rendere il pavimento in legno completamente ispezionabile: le tavole possono essere rimosse anche singolarmente ed eventualmente sostituite in pochissimo tempo.
www.garbelotto.it
IPM GEODRENA, PAVIMENTAZIONE CONTINUA PER OUTDOOR IPM GeoDrena è un sistema di rivestimento per pavimentazioni continue che si integra in qualsiasi spazio urbano e privato, esaltandone valore, estetica e fruibilità. Innovativo ed ecosostenibile, ha altissima capacità drenante, è traspirante e offre ampia varietà e combinazione di colori e tagli delle graniglie naturali di pregio (marmo, quarzo, porfido, serpentino o granito) che vengono miscelate con un legante eco-friendly. Resistente all’usura, ai cicli gelo-disgelo e straordinariamente duraturo nel tempo, offre infinite possibilità di personalizzazione. Nella foto, l’hotel Il Gabbiano, a Bacoli (Na), che ha scelto IPM GeoDrena per riqualificare l’intera area esterna della struttura.
www.ipmitalia.it
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GRUPPO BONOMI PATTINI VALCHROMAT E STARON, IDEALI PER IL CONTRACT Valchromat è un pannello Mdf colorato in pasta distribuito dal Gruppo Bonomi Pattini. È indicato nel contract, settore in cui il Gruppo che riunisce diversi marchi (Coppo Legno, Sinco Wood, Lara Compensati, Paganoni Legno e Pbs Legnami) è specializzato. Il pannello è disponibile in diversi colori ed è ideale per l’arredo delle camere e delle aree comuni degli hotel. Altro prodotto innovativo è il Solid Surface Staron (nella foto): materiale minerario antibatterico e termoformabile utilizzato per sviluppare progetti di interior design di reception, spa e aree dedicate all’hospitality. È disponibile in oltre 140 colori.
www.gruppobonomipattini.com
CADORIN L’ACERO DEL CANADA FORMALDEIDE-FREE Il parquet d’Acero del Canada finitura Sorgente di foresta fa parte della collezione Listoni d’Epoca di Cadorin. Ricorda infatti i pavimenti di un tempo, sia per il taglio a sega della lavorazione, sia per le eleganti venature. Le variazioni di tonalità dal grigio al nocciola aggiungono fascino e carattere al pavimento. I listoni sono in legno massiccio con struttura a tre strati incrociati, che garantisce un giusto equilibrio, sia nelle grandi dimensioni sia nelle piccole. I prodotti Cadorin, certificati Leed Italia, sono dotati di Stelle Green di sostenibilità e sono formaldeide-free.
www.cadoringroup.it
ITALGRANITI CON L’ELEGANZA DELLA PIETRA NATURALE Silver Grain e Ceppo di Gré: superfici uniche, perfette e inimitabili, progettate per incontrarsi in abbinamenti d’inedita bellezza, assicurando un design materico impeccabile. La meticolosa riproduzione delle sedimentazioni naturali emerge per raccontare una nuova storia ceramica. Le lastre Mega in spessore 6 mm, i moduli tradizionali e le superfici 20 mm per esterno combinano ispirazione e creatività progettuale: il match tra tecnologie segue una filosofia espressiva che dà forma alla contemporaneità. Italgraniti arreda con soluzioni innovative dalle straordinarie performance strutturali ed estetiche, realizzate per offrire ad architetti e progettisti sistemi integrati d’arredo, suggerendo soluzioni di grande impatto scenico.
www.italgranitigroup.com
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PORCELANOSA GRUPO HIGHKER, E IL TONO È SUBITO CONTEMPORANEO Richiama i toni della pietra e del cemento HighKer, la nuova linea di pavimenti e rivestimenti in grès porcellanato di grande formato di Porcelanosa Grupo. Realizzata con tecnologie innovative, la collezione è pensata per superfici che ricercano la continuità visiva e una maggior ampiezza, anche in ambienti con elevato passaggio. Quattro le finiture: cemento-pietra, pietra-cemento, legno naturale e lucido, in differenti formati. Indicata per hotel, negozi e progetti del settore contract.
www.porcelanosa.com
ANAUNIA PARETI SCORREVOLI PER SPAZI DINAMICI CON BINARIO SOLO A SOFFITTO Armonic è la parete scorrevole e ripiegabile che nasce come soluzione per rimodulare lo spazio, renderlo dinamico e fluido, in grado di adattarsi alle diverse esigenze dell’abitare. Una parete divisoria mobile e articolata che modifica gli ambienti con pannelli snelli, leggeri e facilmente movimentabili. Armonic si caratterizza per il design, gli ingombri minimi e l’ampia gamma di finiture. Il sistema consente di chiudere ampie luci architettoniche sfruttando solo un binario a soffitto, soluzione che garantisce un passaggio agevole e privo di ostacoli a terra.
www.anaunia.it
AGAPE LE LINEE FLUIDE DI LARIANA Lariana, design Patricia Urquiola, è una famiglia di elementi per il bagno, vasca e lavabi, il cui nome è un omaggio al lago di Como e all’hotel Il Sereno, progettato dalla designer italo-spagnola. La vasca Lariana, che si distingue per il doppio involucro e per le linee fluide e lineari, è realizzata in Cristalplant bianco o bicolore con esterno grigio chiaro (Ral7044) o grigio scuro (Ral7021).
www.agapedesign.it
FIR ITALIA LE FINITURE UNICHE DI THE OUTFIT Fir Italia presenta The Outfit, la nuova gamma di finiture per rubinetti basate sulla tecnologia Advanced Superfinish Process. Sviluppate con la direzione artistica di Francesco Lucchese, sono il frutto di un mix di processi produttivi d’avanguardia. Ogni finitura o colore possiede una sua ricetta, unica e distintiva. The Outfit assicura valore estetico, garantito da sofisticati trattamenti superficiali che donano al metallo colori, toni e riflessi unici; non improntabilità sulle finiture opache; limitata improntabilità sulle finiture lucide e specchiate; elevata durata nel tempo, comprovata da oltre mille ore di test in nebbia salina (nella foto, Déco 87, in Matt Majestic Gold).
www.fir-italia.it [ 156 ]
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SCHÜCO FACID, LA TRASFORMAZIONE TESSILE Con la facciata tessile Facid, Schüco amplia la propria gamma di prodotti con una soluzione che sfrutta un materiale innovativo e offre nuove possibilità formali all’involucro architettonico. Il sistema consente di adattare in modo rapido l’estetica esterna degli edifici grazie a una tecnologia composta da supporti flessibili, fissati nel tessuto pre-tagliato, che vengono poi agganciati al sistema di bloccaggio del profilo. Funzionale e versatile, Facid offre un’ampia varietà di opzioni da scegliere in base al progetto e al tipo di applicazione.
www.schueco.it
LUALDI L’ELEGANZA NIPPONICA DI SHOIN PER SPAZI LEGGERI E LUMINOSI Ispirata alle ampie e leggere superfici mobili della casa tradizionale giapponese, Shoin è un sistema di ante scorrevoli e pannelli fissi in vetro o in legno, a uno o due binari, progettato per comporre pareti. Le lastre vivono all’interno di un sottile telaio in alluminio, a filo con il vetro sulla facciata esterna della composizione. Shoin consente la creazione di veri e propri ambienti, luminose scatole di cristallo che definiscono con leggerezza spazi negli spazi. Anta da 50 mm di spessore, configurabile in diversi sistemi di pannelli scorrevoli e fissi, disponibile con vetro di sicurezza spessore 6 mm e profilo in alluminio, oppure in legno a struttura tamburata. Binario con sistema decelerante e carrello con meccanismo di regolazione in altezza nascosto nel binario.
www.lualdi.com
BERRYALLOC SPIRIT, LA NUOVA GENERAZIONE DI PAVIMENTI VINILICI SPC Spirit è il nuovo pavimento vinilico di BerryAlloc distribuito in esclusiva da Woodco. Si tratta di una nuova generazione di vinilici. Spirit associa l’effetto materico del legno e della pietra naturale alla tecnologia Spc (Stone Polymer Composite) che garantisce alla superficie stabilità dimensionale e resistenza meccanica. Unisce l’estetica dei materiali naturali alle performance e alla praticità di un pavimento vinilico. È privo di ftalati (i composti chimici usati per la produzione dei vinilici) ed è certificato A+. La superficie non assorbe macchie, è impermeabile e facile da pulire.
www.berryalloc.com/it
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GRUPPO AQUILANTI SOLUTIONS FOR HOSPITALITY Realtà di riferimento nel settore idrotermosanitario, Aquilanti distribuisce importanti marchi internazionali con una rete che conta, tra ITS store e showroom, piu di 20 punti vendita Aquilanti/Expò. Competenza, professionalità e la capacità di risolvere le molteplici problematiche della messa in opera hanno permesso al gruppo di diventare partner delle migliori strutture alberghiere e riferimento per il contract del terziario e dei servizi. Anche per la ristrutturazione del Pantheon Iconic Rome Hotel (vedi pag 90), il Gruppo Aquilanti ha messo a disposizione le proprie competenze sia per l’aspetto termoidraulico che per tutti gli elementi di arredo bagno: pavimenti, rivestimenti, mobili, wellness, accessori, sanitari, box doccia e rubinetteria.
www.aquilanti.it - www.expoarredobagno.it
ROCKFON MONO ACOUSTIC, SILENZIO IN SALA Rockfon Mono Acoustic, il prodotto di punta delle soluzioni Rockfon in lana di roccia, è un controsoffitto monolitico che coniuga estetica e comfort acustico ai massimi livelli con un assorbimento sonoro di classe A (fino a w 1.00). Rockfon Mono Acoustic è presente nel progetto architettonico del nuovo Camp Zero Luxury Resort di Champoluc, Bladidea studio, all’interno della hall, della brasserie, del bistrot e del boulder bar, della sala fitness e in ambienti umidi come la piscina, dove è stato possibile creare un’atmosfera accogliente e silenziosa.
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www.rockfon.it
EKU PERFEKTION ALU, DESIGN E PRESTAZIONI Il sistema fa parte della gamma Perfektion, serramenti a taglio termico che puntano ad offrire la massima superficie vetrata con un’estetica lineare ed essenziale senza rinunciare alle prestazioni. Eku Perfektion Alu è stato progettato per garantire le migliori prestazioni di tenuta all’acqua, permeabilità all’aria e resistenza al vento, un’adeguata barriera al rumore e soprattutto un microclima confortevole sia in inverno sia in estate, riducendo i costi di climatizzazione e di riscaldamento.
www.eku.it/catalogo/eku-perfektion-alu/
MEDIT OLTRE I GRATTACIELI Resistenza e potere riflettente, flessibilità e trasparenza per un comfort visivo e un risparmio energetico inediti, Vertigo è il primo e unico tessuto screen metallico, brevetto mondiale Medit dalle prestazioni più estreme per le schermature solari da esterno. Resistente agli agenti atmosferici, è perfetto in contesti normalmente critici per gli screen tradizionali e in contesti ventosi. Insieme al sistema a rullo per esterno motorizzato ET755, si inserisce nella classe più alta di resistenza al carico del vento, in Classe 1 di resistenza al fuoco e al degrado in nebbia salina. Ideale per edifici pubblici e installazioni in prossimità di ambienti marini.
www.medit-italia.com [ 158 ]
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SECCO SISTEMI SA15, FINESTRE IN CORTEN AD ALTE PRESTAZIONI Nel recupero delle scuderie del castello Monaci di Salice Salentino sono stati installati i sistemi SA15 in corten di Secco Sistemi. Si tratta di soluzioni ad arco ribassato con profili dallo spessore contenuto. SA15 garantisce un buon grado d’isolamento. Il sistema è disponibile in quattro differenti materiali: acciaio zincato verniciato, acciaio inox 304 con finitura satinata (316 con finitura lucida o scotch brite), acciaio corten e ottone. Due le versioni: a sormonto interno e complanarità esterna con sezione in vista di 85 mm (versione in acciaio zincato); a complanarità interna ed esterna con sezione in vista di 81 mm.
www.seccosistemi.com
ALIAS DREAM EI2-30, LA PORTA ANTIEFFRAZIONE PER SONNI TRANQUILLI ANCHE NEI B&B Per la gestione degli accessi sulle porte antieffrazione per interni tagliafuoco Dream EI2-30 può essere installata la serratura elettronica Smart. Una soluzione che consente di gestirne l’apertura da remoto, grazie ad una app, particolarmente utile in un hotel o in un bed and breakfast: è possibile consegnare ‘le chiavi’ agli ospiti con un semplice messaggio. Con lo stesso sistema si possono gestire gli accessi alla porta blindata di ingresso, ove sia stata installata la serratura Smart.
www.aliasblindate.com
ITALSERRAMENTI HI-FINITY, DESIGN MINIMALE E MAXI PRESTAZIONI Hi-Finity è il nuovo scorrevole in alluminio a taglio termico dal design ultrasottile di Italserramenti. La sua elevata resistenza consente di sostenere, nella versione motorizzata, il peso di ante di vetro scorrevoli fino a 750 kg. Con larghezza a vista della sezione centrale di soli 35 mm, Il sistema permette di utilizzare vetrature fino a 54 mm di spessore.
www.italserramenti.it
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CHECK UP AIRCUB, IL DISPOSITIVO CHE PURIFICA E PROFUMA IL GUARDAROBA Aircub è un dispositivo IoT che purifica l’aria di piccoli vani chiusi (cabine armadio, armadi, scarpiere, vani pattumiera). L’aria viene aspirata all’interno del dispositivo e trattata con ioni negativi e ozono per eliminare germi e batteri. Il dispositivo viene gestito tramite app dedicata che si connette via bluetooth low energy allo smartphone (android e IoS), che gestisce timer e funzionamento. È anche possibile profumare il vano aggiungendo profumi di diverse fragranze.
www.check-up.it
JACUZZI PER L’HOSPITALITY C’È VIRTUS Virtus, design Dodo Arslan, è la nuova spa dedicata all’hospitality. È di grandi dimensioni (250 per 215 cm) e accoglie fino a sei persone. Il guscio interno ha linee morbide e avvolgenti, mentre le sedute hanno inclinazioni e profondità differenti. Il bordo sagomato a sfioro perimetrale funge da poggiatesta o da invito alla seduta. Tutti i comandi sono retroilluminati. Con il progetto Original Wellness Hotel, Jacuzzi collabora con i brand più affermati nell’hotellerie.
www.jacuzzi.it
ACQUARIO DUE SVASÀ, EFFETTO LAMÉ Svasà è un ricercato tavolino con piano in pietra lavica, forma svasata e finiture metallizzate con prezioso effetto lamé che può stare sia in interno sia in esterno grazie alle caratteristiche antigelo, antimacchia e antiacido della finitura. I colori sono Lamé Gold (nella foto), Lamé Silver, Lamé Bronce e Lamé Rame. Svasà è realizzato da Acquario Due, realtà specializzata nella realizzazione di superfici in pietra lavica vetrificata con vetri di Murano.
www.acquariodue.eu
PRATIC BRERA, LA PERGOLA CON LAME RETRAIBILI Serie Brera è la nuova collezione di coperture retraibili che si compattano di Pratic. Concepite per rispondere in maniera semplice e funzionale all’esigenza di vivere giardini e spazi open air nella massima libertà, offrono protezione e possibilità di apertura totale. Con un unico movimento rapido, silenzioso ed elegante, le lame frangisole di Brera scorrono e si compattano in uno spazio ridotto.
www.pratic.it
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LAMM LUCKY, PRATICA, LEGGERA E BICOLORE Lucky è la sedia polifunzionale di Lamm che si caratterizza per leggerezza, comfort, essenzialità del design ed esclusiva finitura bicolore. Qualificata da una sagoma morbida e accogliente, che bene si adatta ad accompagnare i movimenti del corpo, risponde alle esigenze dei contesti più diversi, quali contract, ufficio, ambienti pubblici e spazi residenziali contemporanei.
www.lamm.it
FORNASARIG LINK 60X ARMCHAIR L’EVOLUZIONE DELLA POLTRONCINA La storia di Fornasarig Sedie Friuli inizia nel 1878, quando i fratelli Fornasarig fondano la propria attività. È in assoluto la prima fabbrica destinata alla produzione di sedie, in quello che diventerà successivamente il Distretto Internazionale della Sedia. Fornasarig propone ora un’evoluzione della Link 60X, creando la versione poltroncina. Si tratta dell’ultima arrivata della famiglia Link disegnata da Luca Fornasarig. Impilabile fino a 50 pezzi, si presenta perfetta per sale conferenza, alberghi, scuole, complice la sua leggerezza e versatilità. La seduta e i braccioli sono realizzati in resina poliolefinica rinforzata ad alte prestazioni, portando la famiglia Link a un livello completamente nuovo.
www.fornasarig.it
PEDRALI JAMAICA, ITALIAN BOHÈME Si ispira al celebre caffè di via Brera, che fu ritrovo milanese di intellettuali e artisti, la nuova seduta Jamaica di Pedrali firmata da CMP Design. Il calore del multistrato di frassino delle gambe, a spessore variabile, e della scocca, caratterizzata da un supporto lombare centrale, è accostato a un tubo d’acciaio che funge da schienale e costituisce un elemento cromatico non invadente. La scocca può essere completamente imbottita e rivestita in tessuto.
www.pedrali.it
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ARPER LE LINEE MORBIDE E AVVOLGENTI DI CILA Ha linee morbide e fluide la poltroncina Cila, design Lievore Altherr. La forma semplice la rende ideale per il contract, adatta agli spazi dell’ospitalità e della ristorazione. Comoda e leggera, la scocca in plastica è disponibile in cinque tonalità, con seduta imbottita o interamente rivestita in un’ampia gamma di tessuti e colori. La base può essere realizzata in legno, con struttura a quattro gambe, o in metallo, con struttura a quattro gambe, slitta o trespolo.
www.arper.com
MIDJ LEA CHAIR Armoniosa, comoda e dalle linee sottili, Lea di Midj ha una robusta struttura in acciaio che la rende anche particolarmente elegante. Un contorno di metallo delinea la seduta, donando un gioco di luce che mette in evidenza il raffinato design. Lea può essere rivestita con diversi materiali tra cui il legno, per soddisfare le più diverse esigenze in ambito residenziale e pubblico. Design Paolo Vernier.
www.midj.com/it
MOROSO HEARTHBREAKER, IL DIVANO DEL CUORE Hearthbreaker, design Johannes Torpe, è disegnato come sistema contract: il progetto associa volumi puri e forme geometriche semplici ad un estremo comfort, adatto ad un utilizzo intenso. La sua cifra stilistica è nel disegno del bracciolo, un cuore spezzato, che si ricompone nelle combinazioni di divani affiancati, e nel profilo metallico alla base, che lo solleva e lo alleggerisce, conferendogli gentilezza e personalità.
www.moroso.it
TREVIRA TREVIRA CS, ESTETICA E SICUREZZA NELL’OSPITALITÀ Nel settore alberghiero l’arredo tessile, oltre all’aspetto funzionale ed estetico, assolve un’altra funzione legata alla sicurezza antincendio: contrasta la propagazione delle fiamme e minimizza i rischi d’incendio. Con Trevira CS si realizzano numerosi elementi tessili presenti negli hotel: tende e stoffe decorative, tessuti oscuranti, parasole interni e altro ancora. Si tratta di tessuti conformi alle norme antincendio internazionali per diversi ambienti del settore alberghiero: dalle lobby alle camere, dai bar alle discoteche, dai ristoranti ai centri congressi.
www.trevira.de [ 162 ]
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Promos srl