S U M M A R Y
CREDITS editorinchiefcreativedirector riccardosepevisconti executivedirector silviabuchner marketingdirector ceciliad’ambrosio artdirectorstyle riccardofioretti
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editors mariorispoli_tourism pasqualeraicaldo_tourism vincenzomichieli_history ceciliad’ambrosio_food PHOTO riccardosepevisconti T. 347 61 97 874 francescodimeglio enzobuono (pozzuoli)
POZZUOLI IS DIFFERENT è una pubblicazione realizzata a cura della redazione di ISCHIACITY
CONTRIBUTING
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makeupartist nancytortora ileanadiraffaele hairdresser raffaellatortora Per la pubblicità: direttore marketing Cecilia D’Ambrosio 334. 2931628 marketing@ischiacity.it
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editore officinaischitana delleartigrafiche s.r.l. via A. De Luca, 42 80077 ischia - italy redazione@ischiacity.it
66 27 POLITICS
FOOD
72 La fattoria del Campiglione
18 Vincenzo Figliolia 27 Vincenzo De Luca 42 Nicola Marrazzo 64 Dario Franceschini
NATURE
TOURISM
ARCHITECTURE
35 Una miniera a cielo aperto
FASHION
05 Alina Monti
PEOPLE
57 Si ricomincia da Adele
66 Il paradiso all’ingresso degli inferi
40 Un progetto per unire terra e mare
HISTORY
44 Un salto nel passato
ischiacity.it
retefissa +39.081.5074161 retemobile 347.6197874 direttoreresponsabile riccardosepevisconti Allegato al N°47, anno 2017 registrazione tribunale di napoli, n°5 del 5 febbraio 2005 stampa tipografia microprint, napoli
POZZUOLI iS different Text_ Riccardo Sepe Visconti
H
o avuto la fortuna di rivestire in un recen-
dire un Sistema turistico. Ai miei occhi è evidente
te passato il ruolo di assessore al turismo
il grande impegno profuso per affermare queste
Adele Campanelli ed abbiamo affidato all’inge-
e questo mi permette di comprendere
idee e poiché vivo quotidianamente gli effetti
gnere Mario Rispoli, esperto di statistica, il com-
perfettamente quanti e quali siano gli ostacoli che
positivi che ha sul territorio una ben organizzata
mento dei dati legati ai flussi turistici. Inoltre, ab-
un Sindaco deve superare per dare consistenza ai
economia turistica, sono molto interessato alla
biamo chiesto ai responsabili della progettazione
suoi progetti, specie poi se queste idee si svilup-
trasformazione industriale che si sta compiendo
del tunnel di raccordo fra la tangenziale e il porto
pano nel campo dell’industria dell’accoglienza.
intorno al Golfo di Pozzuoli. Nell’inserto che segue
di fornirci una relazione che descrivesse i vantaggi
Pozzuoli è una cittadina di circa 90mila abitanti,
ho provato a raccontare questo grande program-
che porterà il nuovo svincolo. Poi siamo andati in
che si è lasciata alle spalle un passato funestato
ma di rinascimento dell’area flegrea con l’obiettivo
giro, tra la notte ed il giorno, per cogliere la bel-
da un lato dalla deindustrializzazione e dall’altro
di incuriosire il lettore attraverso una narrazione -
lezza della vita calata nella quotidianità, ispirando
dal bradisismo: tra gli anni ‘80 e ’90 del ‘900
anche fotografica - che ne testimoni la sfaccettata
la rubrica Pozzuoli is different, per sottolineare
sono decine di migliaia le attività entrate in crisi
realtà. Ho volutamente pubblicato parecchie foto
che è lo spirito degli abitanti che fa la differenza
e le famiglie alle quali è venuto meno il reddito
della ristrutturazione del Rione Terra perché sono
nelle attitudini di un luogo e, naturalmente, abbia-
per il sostentamento. Il preciso compito di un
convinto che sia esso l’epicentro di tutto il proget-
mo provato a mostrare le grandi opportunità che
Primo Cittadino, in una situazione del genere, è
to di rilancio: infatti, è assolutamente inconsueto
offre il territorio. Ci siamo impegnati a sintetizzare
ricercare nuove risorse di redditività ed il sindaco
che un così ampio borgo sia nella piena disponibi-
in modo efficace la plurimillenaria storia che fece
Vincenzo Figliolia le ha trovate, immaginando di
lità di un municipio che, tra l’altro, s’è dimostrato
di Pozzuoli, Baia e Miseno i più importanti porti
far convergere le grandi potenzialità del territorio
efficientissimo nel promuovere un’accurata azio-
della potente flotta dell’impero Romano. Per finire
che amministra verso un’unica destinazione indu-
ne di recupero e di destinazione industriale. Il Ri-
abbiamo dato ampio spazio alla ristorazione, con-
striale, quella dell’ospitalità. Per dar vita a questo
one Terra avrà “la responsabilità” di essere il faro
vinti come siamo che sia quella la forza aggregan-
progetto è stato necessario intervenire in molti
d’orientamento di tutta l’attività futura del com-
te che lega insieme i territori e induce gli ospiti a
ambiti di competenza municipale: pulizia e decoro
prensorio flegreo e, messo a sistema con le zone
visitarli da ogni parte del mondo.
del paese, vivibilità e sicurezza, riorganizzazione
vicine, fungerà certamente da catalizzatore affin-
Ha reso possibile questo lavoro la collaborazione
delle attività produttive, destinazione delle aree
ché in tempi ragionevoli si sblocchi l’annosa para-
di Mauro Finocchito, Paolo Russo, Costan-
di pubblico utilizzo e valorizzazione delle risorse
lisi della contigua area ex Italsider a Bagnoli, della
za Gialanella, Rosanna Immarco e Giovanni
patrimoniali (Rione Terra su tutte), per finire con la
stessa Nisida e, verso nord, del litorale domizio.
Giannini, che ringrazio per averci permesso di
razionalizzazione del porto. Oggi, indubbiamente,
Su questi temi abbiamo raccolto le testimonianze
accedere a luoghi e persone. Spero d’essere riu-
la città di Pozzuoli appare un luogo assai più ordi-
del ministro Dario Franceschini, del governatore
scito a documentare in modo sufficientemente
nato ed accogliente rispetto agli anni trascorsi che
Vincenzo De Luca, del sindaco
ampio e descrittivo l’immensa bellezza unita alla
l’avevano relegata al ruolo di Cenerentola ai con-
Vincenzo Figliolia e del pre-
fini della metropoli napoletana. Restano, tuttavia,
sidente della III commissione
tanti i nodi cruciali che con molta determinazione
regionale Nicola Marrazzo;
il Sindaco, insieme al presidente della Regione De
abbiamo intervistato la
direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei
INE OO
vastissima dinamicità che questa terra esprime.
RISTORAZIONE
Luca, sta provando ad affrontare e risol-
S OPPING
vere. Questi scogli si chiamano: Cir-
BUS
cumflegrea, parcheggi, collegamenti autostradali e più in generale viari e, IL MERCATO ITTICO
quindi, mobilità, funzionalità dello scalo portuale, riconversione delle aree
LO STA I O
industriali abbandonate, recupero delle rilancio dell’immenso (e sottostimato)
SCA I ARC EOLOGICI
patrimonio archeologico, riorganizzazione della linea di costa e degli
POLIZIA MUNICIPALE
ZTL
RIONE TERRA
mozione di attività ricettive, pieno
BRETELLA TANGENZIALE
I LAG I
IL PORTO
TRASPORTI SU ERRO
identitaria e sistemica che riunisca tutte le località limitrofe LE SPIAGGE
nel medesimo progetto, vale a LA CITTA SOMMERSA
IGIENE URBANA
USCITA
LA SOL ATARA
insediamenti di balneazione, pro-
TRASPORTI SU GOMMA
P ZZUOLI
fonti termali, valorizzazione dei siti lacustri,
riconoscimento di una vasta area
BAR E MO I A
LE TERME
TRASPORTI MARITTIMI
ISOLE PE ONALI
F A S H I O N
ALINA MONTI
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Abito e scarpe Chic & Kitsch Boutique; gioielli Rebecca; occhiali Andy Wolf. Nella pag. seguente, abito, scarpe e borsetta Chic & Kitsch Boutique; gioielli e orologio tutto Ops; occhiali Andy Wolf.
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Boutique Chic & Kitsch
Corso Angelo Rizzoli, 125 - Lacco Ameno - Info 389 1029232
Chic & Kitsch
Ottica Cinzia Pipolo corso Vittoria Colonna, 178 Info 081. 991111 Ottica Cinzia Pipolo
Nella pag. precedente, abito da sera e pochette Chic & Kitsch Boutique; gioielli Rebecca. A fianco abito e scarpe Chic & Kitsch Boutique, gioielli in oro, madreperla e brillanti Nanis, orologio in madreperla e brillanti Armani; occhiali Andy Wolf.
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Abito, scarpe e pochette Chic & Kitsch Boutique; gioielli Rebecca, orologio Ops.
AD & PHOTO_ Riccardo Sepe Visconti MODEL_ Alina Monti MAKE UP_ Nancy Tortora per Aglaia, Ischia HAIR_ Raffaella Tortora per Aglaia, Ischia DRESS, SHOES & ACCESSORIES_ Chic & Kitsch Boutique, Lacco Ameno EYEWEAR_ Ottica Cinzia Pipolo, Ischia
JEWELRY_ Bottiglieri Gioielli, Ischia ASSISTANT_ Dayana Chiocca LOCATION_ Pozzuoli, centro storico e Rione Terra SPECIAL THANKS_ Giovanni Giannini, Giuseppe Sorano
P O L I T I C S
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IL SINDACO DI POZZUOLI VINCENZO FIGLIOLIA Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono Dayana Chiocca
E
sistono personaggi pubblici che interpretano il proprio ruolo figurandosi quali grandi innovatori, persone che si ritengono in grado di forgiare la storia… piegarla alle proprie idee. Qualcuno li chiama dittatori, altri sceriffi, altri ancora guide. Poi ci sono i “surfisti”, coloro che la storia non la forgiano, ma l’assecondano, interpretandola. La Storia è l’onda, il loro intuito è la tavola da surf e se ne servono per cavalcare la mo-
dernità, attraversando onde gigantesche per vincere la grande sfida, tra la furia degli elementi e la capacità dell’uomo di dominarli, sfruttando a proprio favore le forze endemiche che le energie in campo sprigionano. Queste persone, che vivono il proprio ruolo a mo’ di surfisti, mi piacciono. E mi convincono. Veniamo a noi: a Pozzuoli, all’area Flegrea, al sindaco Vincenzo Figliolia: un uomo figlio di operaio, che ha capito che con la morte dei grandi insediamenti industriali di quell’area (Italsider, Sofer, Pirelli, ecc.), le nuove economie bisognava cercarle altrove. Dove? Costruendosele da sé, un pezzo alla volta, con pazienza, audacia, capacità visionaria, ottimismo, orgoglio, caparbietà, decisione, organizzazione. E quale migliore occasione di quella servita dalla storia contemporanea, complice la globalizzazione, che offre l’opportunità ad un territorio bello e potenzialmente ospitale, dagli immensi spazi (pronti ad essere riconvertiti), di venire trasformato in grande area di accoglienza turistica?
Pozzuoli sta vivendo un momento molto positivo, di grande rinascimento ed appare chiaro che il principale obiettivo del suo progetto sia di affermare la città come meta turistica, dando in tal modo un forte impulso all’economia locale. Quando mi sono insediato ho trovato una città piuttosto abbandonata a se stessa, siamo partiti con la pulizia, con l’ordine, ho chiesto impegno alla polizia municipale, ma contemporaneamente abbiamo investito molto sul corpo dei vigili urbani, che adesso sono 120 unità, e spero di arrivare a oltre 200 sbloccando il concorso, in modo da dare un servizio efficiente sull’arco delle 24 ore. Ricordo, per esempio, che quando mi sono insediato durante il fine settimana c’erano tante risse, oggi non accade più. All’inizio sono stato molto duro, ho avuto contestazioni per le ZTL, ma sicuramente una parte della città ha apprezzato. Sia-
conseguente evacuazione di migliaia di persone
mo. I Comuni dei Campi Flegrei, Bacoli, Monte di
mo riusciti a portare la raccolta differenziata della
da Rione Terra e dal centro storico. Tenga conto
Procida, Quarto e Pozzuoli hanno mandato una
spazzatura quasi all’80%, un ottimo risultato per
che abbiamo sempre avuto una popolazione di
nota congiunta al governatore De Luca affinché
una città di 85mila abitanti che nel fine settimana
circa 60mila abitanti, oggi sono cresciuti a circa
caldeggi la candidatura dei Campi Flegrei stessi
arrivano a 110-120mila. E’ sotto gli occhi di tutti
85/90mila, il che significa che dopo l’evacuazione
a Patrimonio Universale dell’Umanità nella lista
che Pozzuoli adesso è pulita, ordinata, che c’è un
da Rione Terra e dal centro storico a causa del
dell’Unesco. E’ inutile rimanere chiusi nel nostro
forte impulso al rispetto delle regole e alla tutela
bradisismo, la città si è allargata, si è ‘allungata’.
territorio, dobbiamo allargare gli orizzonti, perché
dei luoghi. Abbiamo dedicato a questo il primo
Venendo all’oggi, sono partito dal completamen-
ci aiuta a salvaguardare e promuovere le unicità
anno della sindacatura, poi ci siamo rivolti alla
to del recupero di Rione Terra, migliorando il per-
che abbiamo. Altro tassello strategico è il miglio-
valorizzazione del territorio. Che nella sua storia
corso archeologico, inaugurando la cattedrale,
ramento del porto, siamo fortunati che ci sia.
recente è stato un polo industriale internaziona-
con l’obiettivo di creare una vera cittadella turi-
Che problemi dovete affrontare per il porto?
le, con Pirelli, che mise qui la sua prima fabbrica
stica. Poi abbiamo firmato un protocollo d’intesa
Siamo più vicini alle isole, la città è più tranquilla,
del Meridione, e poi Olivetti, Sofer, la stessa Ital-
importante con il Ministero e con il Governatore
sotto controllo rispetto a Napoli e questo spiega il
sider, Selenia, che hanno creato un terreno fertile
Vincenzo De Luca per la valorizzazione delle zone
fatto che si preferisca traghettare da Pozzuoli e, di
per l’occupazione, tant’è vero che nello scenario
bonificate e recuperate all’interesse storico e ar-
conseguenza, l’enorme numero di passaggi. Nel-
della provincia di Napoli Pozzuoli è sempre stata
cheologico di quest’area e degli altri siti archeolo-
la prospettiva dell’apertura del tunnel di raccordo
vista come un posto dove la popolazione viveva
gici già molto conosciuti (Ndr. Serapeo, anfiteatro
fra la Tangenziale e il porto, diventa strategico
meglio. Poi è arrivata la crisi, a partire dalla fine
Flavio, stadio di Antonino Pio ed altre aree perti-
e non più rinviabile il trasferimento del braccio
degli anni ’80, che ha portato alla chiusura di
nenti al territorio del comune di Pozzuoli). Ci aiuta
portuale destinato all’attracco dei traghetti per le
queste attività e, di conseguenza, a gravi proble-
sicuramente la riforma Franceschini sui beni cul-
isole a ridosso del tunnel stesso, che sarà inaugu-
mi di disoccupazione. Nel 1983 abbiamo dovuto
turali, che assegna a noi amministratori un peso
rato il prossimo anno, perché non possiamo più
affrontare anche il dramma del bradisismo e la
nelle scelte di gestione del patrimonio che abbia-
sopportare i 3 milioni e 200mila passeggeri che
attraversano il centro di Pozzuoli per raggiungere l’attuale imbarco per le isole. Al porto era pendente un problema di concessioni, che De Luca ha risolto e attualmente il gestore è Astaldi (Ndr. Grande gruppo italiano specializzato in opere ingegneristiche e infrastrutture) che ha appena annunciato il finanziamento per il completamento della struttura portuale, che sarà di circa 25 milioni di euro. Essendo prevista una grande zona pedonale che si spinge fino al porto, realizzeremo parcheggi di interscambio all’ingresso della città, circa 1300 posti auto all’uscita della tangenziale, lì pensiamo di mettere anche una biglietteria per la stazione marittima, così da liberare il centro storico da traffico inutile. L’obiettivo è che le auto non ci arrivino proprio, soprattutto nelle sere dei fine qualche anno di lavoro e sacrifici. Se si riuscisse a fare in modo che una quota di questo flusso così imponente di turisti trascorra una parte del suo tempo-vacanza
© Enzo Buono
settimana, ma per raggiungerlo ci vorrà ancora
anche qui, per conoscere tutto quello che avete da offrire, spendendo naturalmente
ancora più spettacolare perché è sul mare. Inoltre,
successo sia garantito. In 7-8 anni, a mio parere,
nei locali ed esercizi commerciali di Pozzuoli,
vorremmo impiantare botteghe, negozi dedicati
potremmo vedere i risultati. Tenendo conto che ci
l’intenso transito attraverso il vostro terri-
in particolare all’artigianato locale che vogliamo
vuole tempo per convertire al settore turistico un
torio da problema potrebbe trasformarsi in
far crescere. E poi i Campi Flegrei sono una ter-
tessuto professionale e umano votato soprattut-
grosso vantaggio.
ra che ha tutto, dal punto
Certo! Ma c’è bisogno di maturità da parte di tut-
di vista naturalistico e da
ti, Pozzuoli non può essere più vista solo come
quello storico-archeologico.
luogo di passaggio. Anche perché non lo consen-
Da una parte, il mare, due
tirò. Stiamo facendo investimenti importanti, la
laghi, l’Averno ed il Lucrino,
nostra è stata una corsa contro il tempo per non
il monte Nuovo, la Solfatara
perdere i finanziamenti dall’Europa per la rigene-
e le fumarole, un fenomeno
razione urbana - circa 45 milioni di euro - ed oggi
unico. Dall’altra la città an-
spendere i soldi pubblici non è semplice, come
tica sommersa a Baia e Lu-
non lo è avere finanziamenti, e quindi gli investi-
crino, con il porto romano
menti devono fruttare. È fondamentale però che
e poi Cuma, che possiamo
questa spinta a valorizzare il territorio passi per
considerare la culla della ci-
la regolarizzazione delle vicende portuali: sono
viltà in Italia. Se abbiamo la
stato sindaco già dal 2001 al 2005, poi sono tor-
capacità di essere determinati a mettere insieme
tezza urbana, chiedemmo di farli arrivare non ol-
nato nel 2012 e la mia è una vecchia battaglia su
queste sinergie per mostrarle al mondo intero, fa-
tre le nove del mattino e fu raggiunto un accordo.
temi che la città sente e, con il lavoro di recupero
cendo la nostra parte come cittadini, penso che il
Da parte mia sono propenso a creare un progetto
to alle attività industriali, si
Rione Terra con la ristrutturazione di decine di palazzi e il percorso archeologico è il volano del nostro progetto: restituire un aspetto gradevole alla città in un contesto urbano come il nostro è indispensabile per renderla attraente agli occhi del turista.
deve agire sulla mentalità in primo luogo. Quale tipo di accordo si potrebbe fare con l’isola d’Ischia, la prima meta turistica dell’area metropolitana di Napoli? Qualche anno fa abbiamo avuto momenti di confronto e di condivisione con i sindaci dell’isola sul tema dello sbarco dei camion della net-
vere provare a intraprendere la strada dell’offerta turistica. In questa sfida lei ha puntato moltissimo sulle ricchezze culturali del Rione Terra. Rione Terra è il volano del nostro progetto. Riordinare bene la città in un contesto urbano come il nostro è indispensabile per renderla attraente agli occhi del turista. Quindi, siamo partiti dalla ristrutturazione del centro storico, il Rione Terra appunto, con la sua bellissima cattedrale che invito a visitare, perché fa veramente ‘tremare le vene dei polsi’; integrano l’offerta, quando il progetto sarà completo, 600 posti letto di tipo alberghiero, il percorso archeologico alla scoperta della città sotterranea, di cui la prima parte è già stata aperta e verrà completato il secondo tratto,
© Enzo Buono
massiccio del territorio che si è fatto, è nostro do-
© Enzo Buono
insieme all’isola, l’ho già detto altre volte. Faccio
Terra.
Sono uno di quelli che negli ultimi anni ha fatto
un esempio: se ad Ischia si vendono soggiorni ter-
Sarebbe importante costruire progetti per
una battaglia su questo tema, anche con scelte
mali, nell’ambito di questi si potrebbero proporre
far sì che i turisti che raggiungono Ischia
impopolari: ho vietato la vendita di alcol dopo
tour verso il nostro territorio per turismo archeo-
girino per i territori limitrofi, costituendo
una certa ora, l’uso di bottiglie di vetro dopo le
così una risorsa anche
21.00, non è possibile fare musica dopo le 24.00,
per voi, per esempio dor-
ovviamente mi riferisco ai bar e non alle disco-
mendo ad Ischia, e poi
teche; d’estate il divieto è posticipato alle 2.00
spostandosi, come già
del mattino durante il fine settimana. In genera-
succede con mete come
le, sono contrario alla movida “selvaggia”, punto
Sorrento.
piuttosto ad una movida sana, che selezioni la
Questa è la sfida, bisogna
clientela e quindi valorizzi i locali, gli esercizi pub-
però che tutti l’accettino per
blici, tutelando anche i residenti.
vedere quali sono le sinergie
Come affronta la campagna elettorale? Spe-
che si possono mettere in
ra in una riconferma?
campo.
Questo non è un territorio semplice: sono stato
In questo piano così
eletto sindaco già nel 2001, a 39 anni, adesso
articolato
logico e culturale, cosa che peraltro si fa già verso altri ambiti della regione. La nostra ambizione è di riuscire a costruire pacchetti della lunghezza di un fine settimana. Qui a Pozzuoli, però, la ricettività
alberghiera
rispetto ad Ischia, dove sono
disponibili
circa
30mila posti letto, è molto inferiore.
I Campi Flegrei sono una terra ricca dal punto di vista naturalistico e da quello storico-archeologico. Il mare, due laghi, la Solfatara e le fumarole, un fenomeno unico. E poi la città antica sommersa a Baia, con il porto romano e Cuma, che possiamo considerare la culla della civiltà in Italia.
nuove
ne ho 54 e sono alla fine del primo mandato di
un contesto diverso, ad Ischia si è sempre fatto
destinazioni economiche e commerciali di
questa seconda tornata come primo cittadino, un
turismo; entro il 2017 comunque cercheremo di
Pozzuoli, c’è spazio anche per la movida
po’ d’esperienza ce l’ho, credo fino ad ora di aver
inaugurare i primi 100 posti letto in hotel a Rione
notturna?
compiuto un buon lavoro, ci ho messo passione,
sulle
© Enzo Buono
© Enzo Buono
Certo, si sta parlando di
impegno fino a tarda sera, e penso che i risul-
biamo fatto passi da gigante.
tati siano evidenti. Affronto la campagna elet-
Come si fa ad avere un
torale sereno di aver fatto tanto per la città di
buon rapporto con il pre-
Pozzuoli, di essere riuscito a spendere al meglio
sidente della Regione?
45 milioni di euro che altri stavano sprecando,
Guardi, io qualche errore
di essere un riferimento sia per i cittadini che
nei confronti di De Luca l’ho
per gli imprenditori, sapendo, però, che sono
commesso in passato, ma il
anche pronto a prendere decisioni impopolari,
Governatore con me è stato
perché l’interesse generale della città viene pri-
sempre affettuoso e since-
ma di quello dei singoli.
ro, mi ha sostenuto anche
Per un’Amministrazione è molto importan-
nei momenti di difficoltà
te un rapporto efficiente ed efficace con la
che ho vissuto. Fra l’altro
Regione e mi sembra di capire che il suo con
ha chiuso la mia campagna
il governatore De Luca sia ottimo. Quanto è
elettorale nel 2012 e sono
importante la collaborazione della Regione
molto legato a De Luca
in un piano di rilancio come quello che state
come sindaco che vuole
realizzando qui?
rappresentare i suoi 85mila
Fondamentale. Da quando è arrivato De Luca ab-
concittadini e un territorio per i quali egli ha fatto
molto, e io cercherò di ripagarlo per l’attenzione che ha dato alla mia città.
Affronto la campagna elettorale sereno di aver fatto tanto per Pozzuoli, di essere riuscito a spendere al meglio 45 milioni di euro che altri stavano sprecando, di essere un riferimento per cittadini e imprenditori, sapendo, però, che sono anche pronto a prendere decisioni impopolari, perché l’interesse generale viene prima di quello dei singoli.
Mi sembra di capire che un’altra
persona
alla
quale questa Città deve qualcosa è il ministro Franceschini, è così? Sono contento che lei mi ponga questa domanda. Pozzuoli, per la prima volta, ha un ruolo importante nella gestione dei siti archeologici presenti sul suo territorio, e questo grazie a una serie di circostanze. Prima di tutto perché è arrivato un sovrintendente per l’area
© Enzo Buono
metropolitana di grande spessore, e si è presa
© Enzo Buono © Enzo Buono
l’input che ha dato alla Soprintendenza, fanno sì
percorso di Rione Terra, è la prima volta che siedo
che oggi per la prima vol-
con la Soprintendenza e il Ministero per decidere
che il ministero non ha più quella disponibilità di un tempo per far fronte all’apertura dei siti, ma soprattutto che i siti devono avere un ruolo nello sviluppo di un territorio. Finora non sono mai stato chiamato come sindaco della città a partecipare ai tavoli istituzionali per la valorizzazione di Cuma, del percorso archeologico, del tempio di Serapide, dell’anfiteatro. La riforma del ministro Fran-
ta abbiamo deciso insieme
le sorti di Cuma, ed è la prima volta che ci riunia-
alla soprintendente Adele
mo noi sindaci di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Pro-
Campanelli il progetto ese-
cida, Quarto per parlare di intese istituzionali, per
cutivo con un bando da 5
concordare il modo di tenere aperti come ambito
milioni di euro per il recu-
flegreo i siti archeologici, e per me questa è una
pero dell’anfiteatro. In molti
sfida importante.
mi chiedono: “Ma perché il
C’è stato un momento in cui lei ha fatto
terzo anfiteatro d’Italia non
una grossa apertura verso il settore delle
diventa come l’arena di Ve-
navi da crociera, ma mi è parso di capire
rona”? In effetti, può essere
che ultimamente non è più così propenso,
un’attrattiva importante. È
cos’è successo?
la prima volta che attraver-
Le navi da crociera molto grandi non possono
so il ministro Franceschini
ormeggiare nel nostro porto. L’invaso centrale,
ed insieme alla dottoressa
compreso il molo Caligoliano, dopo il trasferimen-
Campanelli abbiamo rice-
to del braccio commerciale dovrebbe diventare
vuto la gestione di un sito archeologico, che è il
un porto turistico, che potrà ospitare barche da
Pronto il tunnel di collegamento alla Tangenziale, non sarà più rinviabile il trasferimento del braccio portuale destinato all’attracco dei traghetti per le isole a ridosso dello svincolo del tunnel, perché non possiamo più sopportare i 3 milioni e 200mila passeggeri che attraversano il centro di Pozzuoli per raggiungere l’attuale imbarco per le isole.
ceschini, il protocollo che ha firmato con il sottoscritto insieme a De Luca,
© Enzo Buono
piena consapevolezza che i tempi sono cambiati,
diporto di grossa stazza ed anche navi da crociera da 80/100/1000 posti, come ci è già capitato di fare. C’è da dire che ci sono alcune contraddizioni legate allo sviluppo del porto. Oggi una parte degli spazi a terra del porto servono a gestire il transito di 3 milioni di persone dirette alle isole, ed un’altra è utilizzata come parcheggio, devo farlo, perché un parcheggio agevole favorisce le attività commerciali che stanno sorgendo nei dintorni. In prospettiva, vorremmo che una parte del molo Caligoliano possa ospitare navi da 1000 a 1500 posti. In definitiva lei vorrebbe comunque diminuire il transito, preferirebbe cioè che i viaggiatori partissero da Napoli o che continuino a partire da Pozzuoli ma a condizioni diverse? Guardi, io non mi nascondo mai dietro al dito, sono diretto, e dico che di certo Pozzuoli non
può più solo ospitare traghetti e aliscafi. Quando
tersi imbarcare (proibendo il passaggio e quindi
loro c’è un atteggiamento noncurante, ed oggi
la Medmar dice di voler aumentare le corse per
di fatto l’imbarco fra le 9 e le 13 e fra le 16 e le
non è più possibile. Oggi il porto è fatto di attività,
Ischia da Pozzuoli (hanno richiesto alla Capitane-
21, praticamente gli orari di apertura dei negozi,
di esercizi commerciali partiti con fatica e grandi
ria di Porto l’istituzione di ulteriori 4 corse), che
divento santo a Pozzuoli!) potrei creare qualche
sacrifici, ma perché ci dev’essere questa mancan-
tradotto in passeggeri significa 2 milioni 200mila
problema… Io non voglio creare problemi a nes-
za di attenzione per un territorio che comunque
persone da maggio a settembre, capisco che per
suno, tuttavia voglio rispetto perché devo fare gli
si assume delle responsabilità?
loro sono un risultato dal punto di vista del fat-
interessi del mio Comune.
turato, ma è evidente che dovrò oppormi, e non
Vorrei porre una domanda agli amici di Ischia,
perché sia pregiudizialmente contro Ischia, ma
che siano cittadini, imprenditori, albergatori o
perché prima dobbiamo completare i lavori di ri-
amministratori: ma è giusto che una città come
facimento del porto. Non vorrei essere costretto a
Pozzuoli subisca, al di là del traffico, diciamo di-
chiudere il porto per qualche giorno o chiudere il
retto alle isole, quello costituito dai compattatori
centro storico, perché è vero che devo assicurare
dei rifiuti? E’ corretto che arrivino a Pozzuoli in
la continuità territoriale, ma se creo una grande
qualsiasi orario? Ed è una lotta continua con i vigili
zona a traffico limitato e metto gli orari per po-
urbani, fra verbali e lamentele, perché da parte
In apertura, il sindaco Vincenzo Figliolia mostra al governatore Vincenzo De Luca l’avanzamento dei lavori al cantiere del Rione Terra. Nelle pag. seguenti, prospettive di Pozzuoli, del porto, del lungomare di via Napoli, dell’area interessata dai lavori per il tunnel della tangenziale, un momento della funzione religiosa nel restaurato duomo di S. Procolo al Rione Terra, eventi musicali e la caratteristica gara del Pennone, che si tiene ogni anno il 15 agosto, il cancelliere tedesco Angela Merkel in visita al Rione Terra insieme al Sindaco; in chiusura il lago d’Averno.
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TURISMO IN CAMPANIA, MISSIONE POSSIBILE Text_ Riccardo Sepe Visconti
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l Governatore Vincenzo De Luca porta in sé - e con sé - il “modello Saler-
Tuttavia, se l’utilizzo delle sirene artistico/culturali può apparire una sorta
no” grazie al quale, da sindaco, ha creato un’immagine ed un’economia
di “furbata” del Governo, è pur vero che il presidente della Campania deve
turistica ad una città che prima della sua lunga amministrazione non aveva
provare a tutti i costi d’essere più intelligente che furbo, ed in cuor mio credo
alcuna idea di come abbracciare questo importantissimo settore che, a quan-
che De Luca stia dimostrando di avere una visione prospettica molto concre-
to pare, si dimostra essere l’unica vera risorsa per il rilancio del Sud. Negli
ta in tal senso. Sta prendendo corpo, infatti, un gigantesco ed assai ambizio-
scorsi anni la sola performance di questo tipo davvero significativa - fra le
so progetto che egli stesso ha battezzato “La Romagna del Sud”, secondo
amministrazioni regionali - seppe realizzarla il presidente Nichi Vendola, che
il quale una larga parte della costa campana, dal (degradatissimo eppure as-
con molti interventi ben mirati, riuscì davvero a trasformare la Puglia in un
sai bello) litorale Domizio fino ai Campi Flegrei, dovrà essere trasformata nei
territorio a vocazione turistica.
prossimi anni - grazie a una serie di iniziative che partono dalla risoluzione del
Fallito, per un cortocircuito di ragioni assai complesse, ogni tentativo dello
problema della depurazione delle acque - in una macroarea costiera vocata,
Stato centrale di aiutare le regioni del Mezzogiorno d’Italia, a noi, popolo del
senza soluzione di continuità e organicamente, al turismo.
Sud, non resta che rimboccarci le maniche e provare in modo autonomo a
Per far ciò - e lo sostengo perché ho nel curriculum l’esperienza di assessore
definire la nostra vocazione. La scelta di De Luca è caduta - senza se e senza
al turismo e, d’altra parte vivo da tempo in un luogo (Ischia) che dell’ac-
ma - sull’ambito turistico. D’altra parte, già Renzi da primo ministro aveva in-
coglienza ha fatto la sua unica fonte di reddito – è necessario, su tutti, un
dicato questa come la strada da seguire per risollevare le sorti del Meridione.
requisito essenziale: la mentalità. Sì, bisogna avere una mentalità aperta
Sono assolutamente convinto, infatti, che al ministro Dario Franceschini
ed inclusiva, protesa all’idea di integrare il proprio territorio con le esigenze
sia stato assegnato il preciso compito di contribuire al rilancio dell’immagine
di portatori di culture diverse, quindi grande tolleranza, senso di ospitalità,
di molte zone dell’Italia proprio facendo leva sull’attrattore culturale. E non è
duttilità, capacità di organizzare i servizi in funzione delle aspettative dei
affatto un’idea sbagliata. In un (lungo) periodo, com’è l’attuale, di spending
nostri ospiti. Non è un compito facile quello che si è assegnato De Luca, ma
review, il Paese non può permettersi grosse spese per opere infrastrutturali
il progetto è stupendo! Riuscire, facendo leva solo sul nostro genio e sulla
da realizzare diffusamente sul territorio nazionale - che pure sarebbero ne-
nostra identità, a uscire dal pantano ristagnante di una crisi economica do-
cessarie. Sì, perché in fin dei conti “fare turismo” vuol dire controllare i flussi
vuta alla deindustrializzazione ed alla perdita di competitività globale, è un’i-
economici legati a questo settore e lo si fa innanzitutto creando i presuppo-
dea di gran fascino. Possibile ed al tempo stesso esaltante. Ma occorre una
sti logistici affinché i viaggiatori possano sceglierci quale destinazione, quindi
ferma visione progettuale e, in tal senso, Pozzuoli e l’area flegrea appaiono
mettendo mano ai trasporti (Aeroporti, Stazioni, Porti, Autostrade), ai servizi
perfetti per essere identificati come epicentri di questa nuova grande avven-
di mobilità urbana ed extraurbana (metropolitane, autobus, taxi, traghet-
tura rivoluzionaria attraverso la quale si vuole cambiare il volto di una parte
ti), alle attività ricettive (alberghi), ed infine all’organizzazione del territorio
consistente della Campania. Sono territori che, come emerge con evidenza
(decoro, funzionalità e sicurezza). Ma questi sono interventi che dovrebbero
dal nostro inserto, hanno davvero tutto ciò che è necessario per partire con
inserirsi in una faraonica progettazione sistemica che può essere realizzata
il piede giusto: piacevolezza e funzionalità dei luoghi (linea di costa, golfi,
solo in un arco di tempo assai esteso. Ecco, allora, che pensare di accelerare
laghi, boschi, aree naturali), buona e diffusa ristorazione, fascino attrattivo
la spinta turistica utilizzando a mo’ di “sirena ammaliatrice” la bellezza dei
della Storia (siti archeologici, castello di Baia, anfiteatro Flavio, Rione Terra,
nostri siti artistici, storici e culturali è apparso come un primo passo utile ed
antiche ville patrizie, Terme di Baia e sono solo alcuni esempi), risorse termali
efficace (valga in queste pagine l’articolo dedicato alla mostra su Picasso
da indirizzare al benessere, stabilimenti balneari, etc. Adesso occorre mette-
voluta dal direttore Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte, che ha
re a sistema tutto ciò, creare la rete di servizi che renda efficiente il sistema
proiettato Napoli, dopo moltissimi anni di silenzio, nel circuito internazionale
stesso e incoraggiare l’impresa privata ad investire sul territorio. Non sarà
dei grandi eventi culturali).
una passeggiata… Ma neppure una missione impossibile.
28
VINCENZO DE LUCA: IL MIO OBIETTIVO E’ CREARE LAVORO CON IL TURISMO Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono
C
he peso può avere il comparto del
lenza. Il nostro obiettivo è uno solo, quello
ziamenti per grandi progetti del comparto tu-
turismo sul bilancio della regione
di creare lavoro e il turismo è uno strumento
ristico come quello per la rinascita del “litorale
Campania? Che posto occupa fra
formidabile per la crescita dell’economia - sia
domizio” confinante con il litorale flegreo, una
le priorità individuate nell’ambito dei pro-
a breve che a lungo termine. E l’uso sapiente e
sfida importante per rendere completamente
blemi che l’Amministrazione deve affron-
scientifico dei fondi europei può aiutarci nello
balneabile quell’area e quindi attraente come
tare a breve e lungo termine?
sviluppo del comparto turistico: da novembre
polo per le vacanze. A breve presenteremo an-
La Regione Campania ha tutto: beni culturali
2015 ad oggi sono stati già immessi 2 miliardi
che il nuovo portale “InCampania.com”, per-
straordinari, mare, attività industriali d’eccel-
e 100 mila euro. In questi fondi ci sono finan-
ché la rete è indispensabile per conquistarsi
© Enzo Buono
un flusso sempre maggiore, sia nazionale che internazionale. Il “modello Salerno”, vale a dire la scelta di dedicare energie di progettazione ed economiche per intervenire su una quota del territorio e farne una nuova, inedita meta turistica, trova evidenti richiami nel programma di rinascimento di Pozzuoli promosso dal sindaco Figliolia, che da parte sua non ha mancato di sottolineare l’intesa politica e di visione che vi lega. Cosa pensa dell’ambizioso programma che ha caratterizzato il primo mandato della giunta Figliolia e cosa può fare la Regione per sostenerlo? Agendo nei fatti da “Sindaco della Campania”, con le nostre iniziative di governo andiamo
In alto: la spiaggia di Miseno, isola Pennata e, in fondo, Bacoli e il lago di Miseno. Sotto: l’area costiera della Campania interessata dai progetti regionali di potenziamento del turismo. Nella pag. seguente, il governatore De Luca e il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini al museo ferroviario di Pietrarsa.
anche oltre le competenze di indirizzo e programmazione dell’ente regionale. Pozzuoli è
schini sembra avere segnato un momento
gistico regionale e lo stiamo ultimando; con-
straordinaria, può essere una esemplificazione
di svolta: dal punto di vista della Regione
temporaneamente si sta lavorando sul turismo
dell’idea moderna dei luoghi. È uno dei punti
che valutazione dà delle novità a livello di
sostenibile, in accordo con Ferrovie dello Stato
principali per lo sviluppo della Regione, una
gestione della risorsa
priorità del nostro governo. Non c’è al mondo
culturale che ha intro-
un altro sito con la concentrazione di patrimonio
dotto?
ambientale, artistico e storico di questa città e
In un clima politico e socia-
del comprensorio flegreo. Vogliamo lanciare
le di imbarbarimento come
la sfida del riconoscimento come patrimonio
quello in cui stiamo viven-
Unesco dell’area e Pozzuoli deve essere il
do, la cultura rappresenta
centro di un grande distretto turistico. Ma non
uno degli argini più im-
mettiamo freni alle ambizioni: il porto potrà
portanti. Quindi, qualsiasi
essere uno scalo crocieristico. Basta avere
provvedimento che superi
progetti di qualità e fattibili.
contrapposizioni
Nonostante la Campania sia ai primi po-
giche e che hanno fatto
sti per il valore del suo patrimonio stori-
il loro tempo, è un’ottima
co, monumentale ed artistico, fino a poco
notizia. Le maggiorI innovazioni portate da
tà di sviluppo che va accompagnata, organizza-
tempo fa sono state evidenti le difficoltà
questa legge le abbiamo avute proprio nelle
ta. Penso al turismo religioso da supportare con
in cui questo settore, fondamentale per
misure per Pompei e per la Reggia di Caserta.
infrastrutture moderne che recuperano storia
l’offerta di un territorio che voglia dedi-
Inoltre, abbiamo siglato l’accordo con il ministro
e tradizione, è il caso della riattivazione di una
carsi al turismo, si muova. La legge France-
Franceschini per la redazione del piano paesag-
delle linee ferroviarie storiche più suggestive del
ideolo-
Italiane, per valorizzare il
Pozzuoli è straordinaria, può essere un’esemplificazione dell’idea moderna dei luoghi. Non ce n’è al mondo un altro con la medesima concentrazione di risorse ambientali, artistiche e storiche e deve essere il centro di un grande distretto turistico.
polo museale di Pietrarsa a Portici, appena riaperto al pubblico dopo ingenti restauri, e i siti di Ercolano e Pompei. E poi ancora Carditello, Paestum, le isole del Golfo, luoghi di straordinaria bellezza e con grandi potenzialità. Senza trascurare le aree interne. Ogni territorio ha in sé una propria enorme potenziali-
Paese, quella che collega Avellino con Rocchetta Sant’Antonio. Insomma, mi piace pensare la Campania come una risorsa culturale nel suo complesso, all’interno della quale il turista può spostarsi e vivere esperienze diverse fra loro in uno dei luoghi più ricchi di patrimonio e cultura della nazione. Affinché i lavori ai lotti da completare al Rione Terra di Pozzuoli possano riprendere e giungere a termine, è necessario che la Regione sblocchi i circa 70 milioni di euro previsti per questa fase. Naturalmente, le fibrillazioni politiche nazionali non giovano a migliorare il quadro generale: crede di poter fare una previsione precisa sui tempi di intervento? Delle fibrillazioni politiche nazionali m’interessa Linea di sviluppo costiero della Campania
il giusto, sono sempre stato tra quelli che hanno chiesto stabilità per poter governare bene. I fondi per il Rione Terra, tranquillizzo tutti, li ab-
biamo e c’è anche la volontà politica di terminare i lavori. Se ci sono ritardi nell’assegnazione non dipende solo da noi e siamo impegnatissimi affinché lo sblocco possa avvenire in tempi molto rapidi. In più per Pozzuoli, la Regione ha stanziato, e in parte erogato, 87 milioni di euro per il tunnel che collega la tangenziale di Napoli-via Campana con Pozzuoli; 59 milioni per opere di bonifica; 10 milioni di euro per il sovrappasso ferroviario via Campana-parco De Luca, sistemazione di via Artiaco; 14 milioni per il parcheggio di interscambio e terminal di via Campana (e ne occorreranno altri 36 per completare le infrastrutture per raggiungere il centro). Noi crediamo in questo territorio, e lo stiamo dimostrando con i fatti. A Bagnoli/ex Italsider appare chiaro che non si riesce a trovare una soluzione che consenta finalmente di superare lo stal-
mente da Bagnoli, è avvenuta a Pozzuoli, che
buttare la chiave. Invece non abbiamo mai
lo in cui è piombata la riqualificazione di
ha cambiato volto negli ultimi anni.
smesso di lavorare e siamo riusciti, in extremis,
quest’area strategica. Pensa che l’esem-
La Regione sta provando a ridisegnare le
a farci finanziare dal Governo seicento milioni
pio virtuoso di Pozzuoli possa creare un
arterie di collegamento per il trasporto su
per il risanamento del debito e così, da poco,
gomma, tuttavia resta
sono state firmate le transazioni con le impre-
ancora molto difficile
se per riaprire i cantieri. Un’operazione che dà
la riorganizzazione (e
respiro, salva migliaia di posti di lavoro con l’in-
profonda
“effetto domino” utile a sbloccare il recupero dell’ex Italsider? Pozzuoli ha un valore assoluto e nei piani della giunta regionale è al centro di
E’ fondamentale pensare in grande al porto di Pozzuoli come polo crocieristico e commerciale, un hub inserito in un contesto meraviglioso: dal litorale flegreo a quello domizio fino alle isole del Golfo, sfruttare le nostre migliori risorse è questo il progetto di cui mi faccio garante.
riqualifica-
dotto, e ci consente di programmare. Poi, oltre
zione) del trasporto su
a quelli della metropolitana di Napoli, ci sono
ferro
(circumflegrea,
altri cantieri che interessano il territorio: il rad-
cumana) che allo stato
doppio della linea sulla Circumflegrea nel tratto
attuale offre un servizio
tra Pisani e Quarto e della Cumana nel tratto
decisamente
modesto
Dazio-Gerolimini che diminuiranno i disservizi
e sottodimensionato ri-
e consentiranno l’aumento della frequenza dei
spetto alle esigenze di
treni.
popolazione e turisti.
Ho ricoperto l’incarico di Assessore al turi-
Che idee ha la Regio-
smo in un recente passato e ciò mi ha per-
parte del merito per aver fatto arrivare al co-
ne per migliorare il trasporto su ferro nei
messo di comprendere quanto sia determi-
mune di Napoli 270 milioni di euro per la boni-
Campi Flegrei?
nante gestire un’alta capacità ricettiva in
fica dell’area Italsider, passaggio da cui non si
Stiamo realizzando una rivoluzione anche nei
termini di posti letto. Il turista che si fer-
può prescindere se si vuole recuperare davvero
trasporti: stiamo risanando i conti e potenzian-
ma a dormire in un territorio, infatti, è un
quella zona. Adesso c’è bisogno di passare dal-
do infrastrutture e mezzi. Abbiamo già fatto un
turista che lì spende. Per questa ragione
le parole ai fatti, dalla logica “dell’ammuina” a
miracolo. L’Eav, azienda dei trasporti regionale,
penso che, poiché attualmente Pozzuoli ha
quella della serietà che prevede progetti messi
era sull’orlo del baratro, 700 milioni di debiti
solamente un migliaio circa di posti letto
nero su bianco e realizzabili, cosa che, diversa-
accumulati, una cosa da chiudere i battenti e
nella ricezione alberghiera, in attesa di do-
un’area turistica che partendo da Bagnoli finisce al litorale domizio: si tratta di uno dei siti in cui è possibile realizzare migliaia di posti di lavoro. Quanto a Bagnoli, mi prendo una
tarsi di strutture adeguate, potrebbe essere utile stringere accordi con la vicina isola d’Ischia che ha una capienza di 40mila posti, riuscendo così a dare un prodotto turistico rinnovato nell’offerta, con reciproco vantaggio in termini di maggiore presenze e, quindi, di crescita economica del settore. Lei pensa che ci siano le caratteristiche giuste per individuare un’area di Sistema Turistico Locale nelle località di Pozzuoli Campi Flegrei - Ischia - Procida? Assolutamente sì. Quando affermo che Poz-
C’E’ COMPLEMENTARITA’ TURISTICA FRA I TERRITORI DI ISCHIA E POZZUOLI ABBIAMO CHIESTO AL SINDACO DI ISCHIA GIOSI FERRANDINO IL SUO PUNTO DI VISTA SUI RAPPORTI, CHE NON SONO SEMPRE STATI FACILI, FRA L’ISOLA E LA CITTÀ DI POZZUOLI, IL CUI PORTO RAPPRESENTA - INSIEME A QUELLO NAPOLI UN ESSENZIALE PUNTO DI COLLEGAMENTO FRA L’ISOLA E LA TERRAFERMA. Interview_ Riccardo Sepe Visconti
il turista straniero ma per quello interno, che
S
le raggiunge dal porto di Pozzuoli. Anche per
forte stazione turistica della Campania? L’isola ha 40mila posti letto,
questo è fondamentale pensare in grande al
mentre al momento in quella zona la ricettività alberghiera è bassa:
porto, come polo crocieristico e commerciale,
aumentando i collegamenti veloci fra Ischia e Pozzuoli si potrebbe
un hub inserito in un contesto meraviglioso
pensare di dar vita ad un’unica maxiarea turistica - come peraltro era
dove le isole sono le regine del golfo. Dal li-
previsto nella articolazione per sistemi turistici locali voluti dall’ex as-
torale flegreo a quello domizio fino alle isole,
sessore regionale Marco Di Lello?
sfruttare al massimo le nostre migliori risorse è
La regione Campania sta guardando a Ischia in maniera diversa rispetto agli
questo il progetto di cui mi faccio garante.
ultimi anni, tanto che ci ha incentivato a presentare richiesta di finanziamento
zuoli è il centro di un sistema più ampio, comprendo anche le vicine isole di Ischia e Procida che sono un riferimento attrattivo non solo per
31
indaco Ferrandino, è possibile secondo lei creare una sinergia fra i territori dell’area fra Mondragone e Pozzuoli, su cui la Regione intende fare ingenti investimenti con l’obiettivo di ren-
derli competitivi dal punto di vista turistico e l’isola d’Ischia, la più
per il ripascimento degli arenili dell’intera isola per un importo di oltre 30 milioni di euro, e ha già finanziato progetti che superano i 4 milioni: ciò significa che considerano le spiagge un fattore strategico per l’intera Regione. Durante la mia sindacatura, in particolare con il sindaco di Pozzuoli Figliolia ci siamo spesso incontrati per la risoluzione di criticità che sicuramente ci sono, per esempio, soffrono l’intenso traffico che grava sulla città a causa della forte affluenza di auto che scelgono il porto di Pozzuoli per essere traghettate verso Ischia, e non sono sufficienti gli spazi a terra per ospitare tanti mezzi in attesa dell’imbarco. Il sindaco Figliolia è convinto che questo flusso non dia nessun beneficio a Pozzuoli, io su questo non sono del tutto d’accordo, perché in estate possono esserci attese anche di ore, durante le quali i viaggiatori sicuramente usufruiscono delle attività commerciali e dei servizi sul posto. Riflettiamo anche sul fatto che se il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deciso di visitare Pozzuoli, e la cosa ha avuto una buona risonanza nei media, è stato perché era diretta a Ischia per un periodo di vacanza. Comunque è indubbio che dei problemi legati al traffico veicolare ci sono, dovuti anche al transito dei camion della nettezza urbana: da tempo abbiamo un confronto sugli orari in cui effettuare questi sbarchi per noi necessari, in modo da non fare danno al territorio di Pozzuoli, ma abbiamo affrontato anche il tema della complementarità turistica delle due zone. Pozzuoli ha dei siti archeologici e culturali conosciuti in tutto il mondo a un tiro di schioppo da noi e Ischia potrebbe sfruttare a suo vantaggio questa contiguità per migliorare la propria offerta ai turisti. Da parte sua, Pozzuoli potrebbe far leva anche sulla fama che ha il nome di Ischia e sull’elevato numero di posti letto dell’isola per avviare concretamente un discorso di economia turistica: le due località non sono in competizione e con la regia della Regione Campania, ragionando senza arroccarsi sulle rispettive posizioni, si potrebbe lavorare in tandem per creare un’area turisticamente ancora più attraente.
LA GENTE A POZZUOLI iS different
© Enzo Buono
T O U R I S M
i
POZZUOLI, UNA MINIERA A CIELO APERTO
I
Text_ Mario Rispoli* Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono
l Prodotto Interno Lordo da turismo in Italia è stimato al 7% del totale.
la qualità del vivere. Persino i bronzi di Riace quando vennero tirati fuori dalle
Meno che in quasi tutti i paesi avanzati. Il PIL del turismo nel Mezzogiorno
acque ne rimasero impressionati.
è ancora più basso.
Ma il bel paese di fine secolo pensava che lo sviluppo industriale non si sa-
La cosa è bizzarra.
rebbe mai fermato, che il turismo fosse “il petrolio dei poveri” e che l’Italia
Il Mezzogiorno d’Italia è il luogo dove è nata la civiltà occidentale. Per secoli
non sarebbe mai diventata povera. Quanto ai ricercatori dello IASM, venivano
meta di intellettuali che qui venivano per studiare le vestigia greche, romane,
trattati con la sufficienza riservata ai visionari che, come i bambini, stanno nei
rinascimentali e barocche. Qui si sono fatte le prove generali dello stato mo-
banchi senza arrivare con i piedi per terra. Buoni al massimo per i convegni sul
derno con gli illuministi della prima ora. Qui hanno trovato ispirazione artisti,
turismo. Convegni regolarmente frequentati da imprenditori molto attenti a
scrittori, pittori e uomini di scienza. Qui non si può piantare un chiodo che si
pianificare la cementificazione delle coste calabra, campana, pugliese.
sbatte contro qualche reperto (a piazza Municipio, a Napoli, la metropolitana
Poi è arrivata la globalizzazione, le industrie hanno iniziato a delocalizzare e
attraverserà lo scavo archeologico più grande d’Europa). Qui il mare è bellissi-
a noi sono rimaste le macerie di un territorio da ripulire dalle scorie di un’in-
mo e le montagne della Sila fanno un baffo alle Dolomiti.
dustria che non c’era più (e che non ci pensa neanche a ritornare in patria),
Ebbene, in questo luogo baciato dalla fortuna, il turismo – fatta eccezione
con buona pace degli operai e di tutte quelle persone che, come i soldati del
per alcune località – rappresenta la parte marginale di un marginalissimo 7
Risorgimento, avevano pensato alla loro fabbrica come alla patria. “Sono finiti
percento nazionale.
i tempi delle vacche grasse”, annunciò il ministro del turismo di turno.
Forse che non ci si sia pensato per tempo che in un luogo molto lontano dagli
Da allora la paura. La paura della “società liquida” di Bauman, dove il vecchio
scambi commerciali con l’Europa sarebbe stato più conveniente puntare sulla
non c’è più, non si sa quale sarà il nuovo ma si sa per certo che fa paura. Dove
valorizzazione del territorio, cioè sul turismo?
non ci sono più “i posti in fabbrica” e dove non si sa come fare per crearne
Niente affatto. Lo IASM (Istituto autonomo sviluppo Mezzogiorno) dalla fine
dei nuovi.
degli anni ’70 del secolo scorso, ha messo in campo quanto di più avanzato
Anche a Torino: la capitale dell’industria, dove generazioni di meridionali si
in fatto di sviluppo durevole (come si dice oggi), cioè in fatto di economie che
sono spostati armi e bagagli perché, nonostante i progetti degli itinerari turi-
“utilizzino le risorse mantenendole integre per le generazioni future”.
stici, dei consorzi e dei paesi albergo, il Sud rimaneva tanto bello quanto dispe-
L’idea di fondo era che il turismo nel Mezzogiorno potesse essere il volano
rato. Oggi tra i bar della periferia cresciuta in fretta attorno a Mirafiori, i nipoti
di un’economia avanzata in grado di coniugare sviluppo, occupazione e qua-
di quegli operai favoleggiano dei bei tempi andati, di quando c’era il lavoro
lità della vita. Di qui studi, ricerche, progetti: gli itinerari turistico-culturali del
e pure la cassa integrazione. Brutta storia quella dell’industria a Torino. Brut-
Mezzogiorno, i consorzi tra operatori turistici, i paesi albergo, i laboratori per
tissima quella del nostro paese andato a sbattere contro la globalizzazione.
Ma, diceva Einstein, “le crisi non vengono” solo “per nuocere” (il ‘solo’ è un’aggiunta nostra). E’ nelle crisi che nascono le idee migliori. E’ nelle crisi che il vecchio muore e il nuovo sopravvive, diventa forte. La storia delle piccole e medie imprese italiane dopo la crisi del 2008, conferma il pensiero di Einstein. Quelle più innovative, internazionalizzate, sono rimaste in vita, le altre sono morte. E’ da dopo la crisi del 2008 (che non è ancora finita) che il turismo è stato riabilitato da “petrolio dei poveri” a chiave di sviluppo durevole. Niente di nuovo da cinquant’anni a questa parte - annunci dei ministri compresi - se non per il fatto che in un’Europa senza fabbriche il petrolio è diventato il turismo. Ora la questione è: chi glielo dice a quelli dello IASM? Chi gli va a riferire nell’ordine: • che l’Unione Europea individua nel turismo il “motore economico dello sviluppo durevole”; • che il turismo è ritenuta l’attività principale dei paesi avanzati e particolarmente delle aree del Mezzogiorno; • che l’ONU ha dichiarato il 2017 Anno internazionale del turismo sostenibile. • E soprattutto che nel Mezzogiorno allo stato dell’arte o si fa turismo o si muore. In attesa del valoroso, ci scusiamo ma è il momento dei numeri. Su circa 380 milioni di presenze turistiche (Ndr. Le presenze turistiche contano il numero di notti trascorse dai turisti in una struttura alberghiera o extralberghiera) in Italia solo il 20% (76 milioni) vengono registrate
380 milioni di presenze turistiche totali in Italia
nelle località meridionali. Le cose peggiorano se si considerano le presenze straniere che raggiungono circa 20 milioni, il 13% di 160 milioni di presenze
Centro/Nord 80% (304 mil.)
straniere complessive. Il Mezzogiorno fattura circa 4 miliardi di euro dei
Meridione 20% (76 mil.)
circa 32 spesi in Italia dai turisti stranieri. Il Lazio, la Lombardia e il Veneto, singolarmente, fatturano più dell’intero Mezzogiorno. Tutte superano i 5 miliardi di euro. Questo a fronte di un’estensione delle coste che - per il Mezzogiorno - rappresenta i ¾ delle coste dell’intero paese, di un patrimonio ambientale e artistico di eccellenza, come detto, e di un clima favorevole.
Centro/Nord
Nel Mezzogiorno la Campania gioca comunque un ruolo rilevante fatturando
Mezzogiorno
circa 1.5 miliardi, seguita dalla Sicilia con poco più di un miliardo. Presenze turistiche: la provincia di Napoli registra 9 milioni di presenze. La sorpassano solo Venezia (33,5 milioni), Roma (circa 26 milioni), e Milano (11 milioni). In particolare, nel litorale flegreo le dismissioni dell’Ilva, Pirelli, Olivetti, Sofer,
Campania
hanno evidenziato la “debolezza” del mito dell’industria nel Mezzogiorno.
1,5 miliardi di euro circa 4 miliardi di euro
Alle dismissioni industriali si è aggiunto il trasferimento a Giugliano della Base militare Nato di Bagnoli JFC Naples con conseguenze evidenti nelle statistiche delle attività collegate al turismo dell’epoca. I militari e i loro familiari rappre-
Spesa turisti stranieri nel Mezzogiorno e in Campania
© Enzo Buono
sentavano, infatti, una risorsa economica molto importante per Pozzuoli. I Campi Flegrei costituiscono un patrimonio di scienza, storia, archeologia e ambiente unico al mondo, l’Anfiteatro Flavio, il Tempio Duomo, il Serapeo, l’Antro della Sibilla, la Piscina Mirabilis, Cuma, Baia raccontano una storia che rimanda ai fasti dell’Impero. Valori inestimabili ma che necessitano di un’azione di sistema perché possano effettivamente trasformarsi in uno strumento di economia sostenibile, che crei cioè benessere diffuso e alti livelli di qualità del vivere. L’esempio di Pompei (oltre 3 milioni di visitatori nel 2016) conferma che i beni culturali, iscritti in un programma di valorizzazione del contesto ambientale, sono strategici per lo sviluppo. Pozzuoli In questa logica di valorizzazione delle risorse artistiche, ambientali e sociali, va colta la forza espressa dagli interventi del masterplan di riqualificazione dell’ex area Sofer di P. Eisenman prevista per Pozzuoli. Si tratta, come è noto, di un progetto di riqualificazione che punta sul potenziamento dei settori chiave per l’economia e la vita della città: il turismo, il commercio, il tempo libero, il benessere del singolo e lo sport. Questo attraverso la realizzazione tra l’altro, di un’area verde lungo la linea di costa, con spazi dove fermarsi, attività di ristorazione, sportive, piazze, e tutto ciò che sia utile a ridare una dimensione di convivialità ad una città e al suo lungomare. In ultima analisi, a migliorarne la qualità della vita. Il progetto va nella direzione giusta per restituire a Pozzuoli il ruolo che le è stato scippato alla fine del secolo scorso con una serie di interventi dissennati che hanno ridotto uno dei più grandi centri della romanità a scalo marittimo, luogo di transito per migliaia di auto e veicoli pesanti ad altissimo impatto ambientale. Ma Pozzuoli non merita questo. Merita un’attenzione diversa e
sarà a regime, quando tutte le potenzialità saranno espresse.
interventi coraggiosi volti innanzitutto a decongestionare il centro dal traffico
In ultima analisi:
veicolare del porto e all’incremento del trasporto su ferro.
Pozzuoli e i Campi Flegrei rappresentano il territorio ideale per un turismo so-
Pozzuoli e il suo porto hanno potenzialità infinite sul piano della ristorazio-
stenibile che consenta alti livelli di occupazione, benessere e qualità della vita.
ne, dell’intrattenimento, della balneazione. Lo stesso viaggio per le isole deve
I presupposti ci sono tutti: storia, ambiente, clima, intelligenza, passione, pro-
diventare un momento emozionale, nel rispetto di uno scenario che non ha
getti. Un turismo che oggi non è più solo un’opportunità ma una necessità,
simili. Linee veloci, economiche, certo, ma anche mini crociere lungo la costa e
tenendo conto che il turismo è l’unica industria che non può delocaliz-
alla città sommersa di Baia e verso le isole di Ischia, Procida e Capri.
zare la produzione come hanno fatto la Fiat a Torino e l’Italsider di Bagnoli. Il
Il Rione Terra oggi è un enorme cantiere che dovrebbe implementare l’offerta
turismo va consumato sul posto: a meno di non ripiegare sul virtuale, nessuno
di ricettivo di oltre 600 posti letto. Ma il trend delle presenze negli alberghi già
infatti potrà mai godere dell’anfiteatro Flavio, della Piscina Mirabilis, provare
attivi a partire dal 2008 è in costante crescita e ci sono margini per ulteriori
il brivido di trovarsi sul ciglio del regno dei morti, nel cuore pulsante dell’Im-
incrementi. Necessarie, quindi, saranno la creazione di B&B e la riconversione
pero, a un tiro di schioppo da Aenaria e dai pithecusani che hanno inventato
degli alloggi del personale NATO.
il vino. Nessuno potrà vivere tutto questo senza esserci di persona. Come
C’è poi il terzo anfiteatro romano d’Italia (in termini di capienza), che da solo
presenti sono stati Goethe, Stendhal, Plinio, Augusto, forse Ulisse. Ieri come
potrebbe diventare volano di sviluppo della città ma anche della Campania.
oggi, tutti turisti. E sempre con grande soddisfazione.
Ci sono gli incubatori e acceleratori di imprese messi a punto da Città della Scienza di Bagnoli. Vanno a rilento è vero, ma sono importanti per la creazione delle nuove aziende che nasceranno quando il piano di sviluppo della città
* Responsabile Statistiche per A.A.C.S.T. Ischia e Coordinatore della Commissione Valorizzazione Turistica dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli
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T O U R I S M
TURISMO - POZZUOLI: UN BINOMIO DA COLTIVARE LE PROSPETTIVE DI ESPANSIONE TURISTICA NEL CENTRO PIÙ IMPORTANTE DEI CAMPI FLEGREI ATTRAVERSO LA LETTURA DELLE ATTUALI PERFORMANCES DEL SETTORE ALBERGHIERO. Text_ Mario Rispoli in collaborazione con A.A.C.S.T. Pozzuoli Photo_ Enzo Buono
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e presenze registrate negli esercizi alber-
delle presenze è infatti da leggersi in relazione al
ghieri di Pozzuoli nel 2016 sono state
programma di riqualificazione avviato dalla città
vivere l’esperienza del viaggio, e quindi di “com-
222.319. La migliore performance negli
e destinato a trovare un ulteriore sviluppo con la
prensione” del territorio, in maniera completa.
ultimi 9 anni, con un incremento di oltre il 38%
realizzazione del progetto di recupero della zona
Oggi, a fronte di un aumento delle presenze tota-
rispetto alle 160.914 nel 2010.
costiera di Eisenman. Un piano coraggioso cui va
li, si registra, infatti, un costante decremento del-
Delle 222.319 presenze, 60.327 sono straniere
il merito di aver trasformato l’immagine di Poz-
la permanenza media, riferito, oltre che ai giap-
(oltre il 27%). Al primo posto già da alcuni anni i
zuoli che, dopo la fuga dell’industria, i bradisismi
ponesi, ai turisti italiani, noti altrove per tempi di
giapponesi, con una permanenza media inferiore
e la ciclica emergenza rifiuti è oggi vista come un
permanenza più ampi. Soggiorni più lunghi sono
ai 2 giorni, bassa, ma in linea con il resto del
luogo ad alta qualità di vita.
invece registrati nell’extra alberghiero, costitui-
Paese (notoriamente i giapponesi visitano molte
L’offerta di turismo è rappresentata da 705 ca-
to in gran parte da campeggi, e che ammonta
località con brevi soggiorni in ciascuna di esse).
mere e 1483 posti letto distribuiti in 26 strutture
a 2.707 posti letto. Fattore positivo da rilevare è
Seguono francesi, cinesi, tedeschi e americani.
ricettive alberghiere. Cui si devono aggiungere le
che il movimento turistico è distribuito in maniera
Una crescita turistica, quella del capoluogo fle-
200 camere per 600 posti letto previste dal pro-
uniforme per quasi tutti i mesi dell’anno, garan-
greo, molto interessante per gli impatti economi-
getto di recupero urbanistico in corso al Rione
tendo livelli occupazionali stabili senza fenomeni
ci generati. Un successo che premia gli sforzi di
Terra, che trasformerà il borgo in un modello in-
di stagionalità e quindi di disoccupazione inter-
quanti hanno creduto che la riconversione indu-
novativo di paese albergo che darà un forte im-
mittente per i lavoratori del comparto.
striale potesse essere condotta in un’ottica turi-
pulso alla notorietà della località.
Se i bassi tempi di permanenza media costituisco-
stica, partendo dalla valorizzazione del patrimo-
L’incremento della capacità ricettiva intende dare
no una criticità, la domanda di turismo c’è, così
nio urbanistico e perseguendo la strada virtuosa
risposta ad una domanda potenziale di turismo
come i progetti per ampliare la capacità ricettiva
dello sviluppo durevole. L’aumento esponenziale
interessata a fruire del soggiorno a Pozzuoli per
della città senza turbarne il “limite di sviluppo”
tempi più lunghi, che consentano al visitatore di
pera certi limiti appunto - che sono definiti da
© Enzo Buono
© Enzo Buono
(quando il complesso dei servizi del turismo su-
Presenze e permanenza media di alberghiero ed extralberghiero 2008 - 2015
un insieme di fattori peculiari della località stessa - si possono innescare meccanismi negativi che privano il territorio proprio di quelle qualità che ne avevano determinato il successo come meta turistica), anzi seguendo un percorso virtuoso di “ospitalità diffusa” che valorizza innanzitutto il tessuto edilizio già esistente. Per le sue peculiarità storiche che ne fanno un sito archeologico in costante espansione e perfezionamento, le tradizioni locali comprese quelle enogastronomiche, la forza evocativa dei luoghi di cui è parte (i Campi Flegrei), Pozzuoli può diventare un modello di economia turistica sostenibile, vale a dire un’economia generatrice di reddi-
© Enzo Buono
to per le generazioni presenti e per quelle future.
* I dati relativi al settore alberghiero sono aggiornati al 2016, per l’extralberghiero si fermano al 2015. Grafici elaborati dall’Ing. Mario Rispoli
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A R C H I T E C T U R E
UN PROGETTO PER UNIRE TERRA E MARE Text_ Redazione Ischiacity Photo_ COPIN
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azionalizzare la viabilità e, di conseguenza, consentire al centro storico e al porto di Pozzuoli di riappropriarsi della loro identità, cessando di essere confinati al mero ruolo di luogo di passaggio, e a chi si reca
nelle isole di avere un’area portuale ben organizzata, è sicuramente uno dei problemi con cui si deve confrontare chi ha come obiettivo di cambiare il volto di Pozzuoli. “Liberare”, infatti, il centro dall’eccesso di traffico significa restituirlo alla vivibilità, alle piacevoli passeggiate nelle stradine a ridosso del porto, alle attività commerciali – negozi, bar, ristoranti, pub – che si avvantaggiano moltissimo dell’assenza di auto e sono un complemento indispensabile per una località che voglia offrire un volto accogliente al turista come ai cittadini. La chiave di volta di questa rivoluzione è costituita da un progetto finanziato dalla Regione Campania e dal MIT per complessivi 154 milioni di euro e che è in dirittura di arrivo. Entro pochi mesi, infatti, sarà
ed alla viabilità costiera verso Arco Felice ed i Comuni limitrofi della costa
aperta la galleria “Livio Cosenza” che collegherà direttamente la tangenzia-
flegrea. Infatti, questo intervento infrastrutturale fa parte delle nuove con-
le di Napoli con il nuovo scalo di Pozzuoli, destinato a servire il traffico com-
nessioni stradali tra la Tangenziale di Napoli, il Porto di Pozzuoli e la viabilità
merciale verso le isole. La progettazione di dettaglio è stata condotta da un
costiera. L’opera costituisce, inoltre, un elemento fondamentale del piano
gruppo di professionisti italiani, AK Ingegneria Geotecnica, IC srl, ImGECO
di evacuazione dalla città nel caso di pericolosa riattivazione dei fenomeni
srl e dal professor Sebastiano Pelizza; il Contraente Generale è la Copin
bradisismici. Questi due aspetti funzionali fanno sì che sia considerato un
Due S.p.A., Società per la Valorizzazione dell’Area Flegrea, mentre la fase
progetto infrastrutturale strategico per l’Area, previsto nell’ambito del pro-
costruttiva è stata affidata dal Contraente Generale al socio Sabesa S.p.A.
getto elaborato dall’architetto Peter Eisenman per la riqualificazione dell’A-
Sono quasi pronte le due gallerie monodirezionali, ciascuna a due corsie,
rea Flegrea, che comprende gli interventi stradali del Piano Intermodale, il
della lunghezza di un chilometro circa, complete di marciapiedi, banchine e
recupero storico-archeologico e funzionale del Rione Terra, il miglioramento
piazzole di sosta; a monte, si innestano su un nuovo sistema rotatorio su cui
della rete ferroviaria locale tramite la connessione con il sistema metropo-
convergono il nuovo svincolo “Via Campana” della Tangenziale di Napoli, la
litano regionale e l’allargamento e potenziamento del porto di Pozzuoli e
Via Fascione e la “Variante Solfatara”. Ugualmente, a valle, si collegano con
della ex area industriale Sofer-Ansaldo. E’ proprio nelle strutture dismesse
un nuovo sistema rotatorio che conduce, oltre che al porto commerciale di
di questa azienda che affacciano sul mare a circa un chilometro dall’attuale
Pozzuoli, che è in realizzazione appunto, al centro urbano antico della città
scalo, che si collocherà, infatti, il nuovo porto, che usufruirà di servizi (che
In queste pagine, fasi dei lavori al tunnel della tangenziale In basso, il rendering che mostra come si presenterà la zona del porto all’altezza del nuovo scalo, una volta terminati i lavori della galleria.
mancano attualmente) ospitati all’interno dell’ex Sofer e consentirà ad auto,
zona sismica, in un contesto archeologico e industriale ricco di evidenze, e in
bus, mezzi pesanti di raggiungere l’imbarco per le isole senza doversi recare
una zona fittamente urbanizzata. Inoltre, il tunnel ha dovuto sovrapassare
fino al centro, come avviene oggi. Si raggiungerà così l’obiettivo di ridurre
il collettore fognario di Cuma, l’unico emissario dell’Area Flegrea e di Napoli
considerevolmente il traffico diretto agli imbarchi e che limita al momento
Occidentale per cui non poteva essere messo fuori servizio. Nonostante la
la possibilità di completare il profondo restyling del centro e ampliare le aree
complessità dell’opera, sono state adottate tecnologie di scavo che sem-
dedicate solo a pedoni e attività ricreative e commerciali. E, d’altra parte, è
plificano il processo di costruzione, riducendo i rischi di allungamento dei
evidente come anche chi è munito di un mezzo di trasporto avrà grande
tempi di esecuzione rispetto a quelli previsti in progetto e, infatti, iniziati
vantaggio dal poter raggiungere il porto direttamente dalla tangenziale,
nell’agosto 2014, i lavori, comprese l’impiantistica e la sistemazione esterna,
evitando penose code nel traffico del centro.
saranno completati entro il 2017. Mettendo a disposizione di migliaia di
Dal punto di vista tecnico, i progettisti della nuova galleria hanno dovuto
persone uno strumento efficiente di collegamento e razionalizzazione del
affrontare - e risolvere - difficoltà dovute al fatto di trovarsi a lavorare in una
traffico che costituirà uno dei tasselli fondamentali della nuova Pozzuoli.
P O L I T I C S
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UN GRANDE AMBITO PER UNA GRANDE RETE Interview_ Pasquale Raicaldo Photo_ Enzo Buono
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’è una sfida, intrigante, dalla quale dipendono le sorti della Campania: conquistare il mondo. Detta così, parrebbe proibitiva. Ma ci sono solidi motivi per crederci e la parola chiave è turismo. Non ha dubbi Nicola Marrazzo, classe 1957, ischitano d’adozione, nato ad Arzano, laureato in Medicina all’Università “Federico II” di Napoli, presidente della commissione regionale permanente che si occupa di Attività produttive, Industria,
Commercio, Turismo, Lavoro. In pratica, di futuro. E all’interno di questa programmazione di amplissimo respiro, l’area che si estende dal litorale domizio fino a Pozzuoli è oggetto di particolare attenzione, l’obiettivo è una riqualificazione che tocchi la viabilità, infrastrutture di primaria importanza, il recupero urbanistico - dell’area costiera, ma anche di luoghi di grande pregio monumentale e naturalistico. Per creare un territorio che sia pronto a diventare una destinazione turistica che abbia concrete possibilità di successo, visto che le premesse dal punto di vista della unicità della sua storia e della sua bellezza ci sono tutte. Pozzuoli, in particolare, gioca un ruolo di primissimo piano, si potrebbe dire di capofila in questo progetto, dato che la città sta già procedendo da tempo nel suo percorso di recupero, e i risultati sono davvero notevoli. E vanno nella direzione che l’onorevole Marrazzo considera l’unica percorribile:
© Enzo Buono
“Si deve fare in modo che tutti conoscano la Campania. Perché questo è un territorio unico, ma c’è chi non lo sa, e l’obiettivo è sapersi raccontare”. Che ruolo ha il comparto del turismo rispetto alle prospettive di
crescita del nostro turismo, che ha vissuto in questi ultimi tempi ondate
crescita della regione Campania?
eccezionali, serve un ulteriore step, in un mondo globale siamo efficaci
Il Pil turistico incide notevolmente sul bilancio regionale, non v’è dubbio
solo se raggiungiamo tutti i potenziali turisti. Altrimenti, falliamo. E fallire
alcuno. Però, più che sui numeri nudi e crudi, batterei su un fattore: non
vuol dire non essere in grado di mettere a frutto il patrimonio inestima-
facciamo prendere troppo dall’euforia, legata a una congiuntura straor-
bile di cui disponiamo. E’ per questa ragione che abbiamo intrapreso una
dinaria che ha portato benefici, in termini di flussi e ricchezza, al nostro
strada chiara e netta: valorizzare la nostra bellezza.
territorio. Mi riferisco alla geopolitica e al rischio terrorismo, che hanno
Lei ritiene che il turismo sia la giusta soluzione alla crisi occupazio-
di certo prodotto dei vantaggi per le isole del Golfo, per Napoli, per la
nale del Sud (in particolare della Campania)?
Costiera. Ecco, più che adagiarci sugli allori è forse il caso di produrre,
Si tratta del miglior viatico possibile per iniziare a risolvere la questione
oggi più che mai, sforzi consistenti per far conoscere le bellezze della no-
meridionale. Il livello di disoccupazione è alto, le statistiche sul mondo del
stra terra. Il turismo è un’intera filiera, che parte dall’efficace promozione
lavoro non sono confortanti. Non occorre nasconderci, ma rimboccarci
del territorio e si traduce nell’accoglienza. Madre Natura ci ha donato
le maniche. Comprendendo che il turismo può e deve essere il nostro
un territorio ricchissimo dal punto di vista paesaggistico, naturalistico,
petrolio.
storico-culturale, archeologico. Per metterlo a sistema, basterebbe poco:
Crede sia possibile che un’economia come quella del territorio di
promuoverlo. Questa regione è davvero un “unicum”, credetemi: in quale
Pozzuoli che è stata imperniata a lungo, e fino a pochi anni fa,
altra parte del mondo, del resto, individuate un’area così bella, con un
sull’industria, dopo la massiccia chiusura di tante aziende (Olivet-
clima favorevole e in grado di accogliere nel migliore dei modi un turista?
ti, Sofer, Selenia, Pirelli, etc.) si possa riconvertire in tempi ragio-
Sono franco: non ce ne sono. Ma per rendere realmente strutturale la
nevolmente brevi in turistica? Ed in tal caso, cosa occorre fare?
Come l’Ente Regione può rendersi promotore di questa riconversione? La Regione Campania può e deve fare da traino, è doveroso impegnarci perché la nuova legge regionale sul turismo si traduca in concreti benefici, promuovendo sul serio la crescita degli ambiti turistici locali e coinvolgendo il mondo privato con una nuova efficacia. Infatti, non è più tempo di iniziative di esclusiva matrice pubblica, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, a cominciare dall’imprenditoria, dalle associazioni di categoria, da Confindustria. Faceva riferimento alla possibile conversione turistica di certe parti del nostro territorio e l’area puteolana che lei cita è un esempio eclatante. Aveva una forte vocazione industriale, ma una serie di concause - anche in parte la congiuntura globale del settore manifatturiero - impone da tempo l’opportunità di rivolgere una quota almeno dell’economia di quel territorio ad un altro ambito, e quello turistico è sicuramente promettente. Il patrimonio storico-monumentale e naturalistico di quell’area - penso a tutti i Campi Flegrei - è infatti indubbio, ma è assolutamente necessario investire sulla sua attrattività a livello mondiale, insomma bisogna offrire servizi di qualità e farsi conoscere: questa è una
Più che di opportunità, parlerei di un processo assolutamente indispensa-
sfida da affrontare al più presto.
bile. Viviamo in un territorio complesso e variegato, ma proprio questa ca-
Secondo lei - che conosce Ischia molto bene - potrebbe nascere,
ratteristica può e deve esserne il valore aggiunto: ci sono dei fili condutto-
tra Pozzuoli e l’isola una (seria) sinergia affinché si lavori strategi-
ri, come i millenni di storia che affondano alle origini della Magna Grecia, che accomunano Ischia e l’area puteolana. L’idea di
camente insieme? Mi spiego meglio: Ischia ha i posti letto (40mila) che attualmente mancano a Pozzuoli, ma nei Campi Flegrei ci sono attrattive culturali (storiche, archeologiche, artistiche e naturalistiche) - il Parco Archeologico con i suoi tanti siti (soprattutto il Rione Terra e gli scavi sotterranei, le antiche vestigia sommerse e il Museo di Baia, l’Anfiteatro Flavio, il Serapeo, il parco archeologico di Cuma, l’Antro della Sibilla, la piscina mirabilis etc.), la Solfatara, i laghi di Averno e Fusaro, le oasi naturalistiche degli Astroni e di Monte Nuovo - quindi le due aree potrebbero essere funzionali l’una per l’altra e soprattutto i “pacchetti vacanze” potrebbero
L’idea di un grande ambito turistico che metta in rete le nostre straordinarie bellezze, ragionando in termini di complementarità e non di alternativa, può essere vincente. Solo così potremo realmente vincere la sfida del turismo globale: Ischia e Pozzuoli, ma anche Procida e il litorale domizio, su cui la Regione Campania investirà risorse consistenti.
essere venduti “in ticket”: sfruttando l’appeal culturale e commerciale che offre la terraferma e la comodità re-
un grande ambito turistico che metta in rete le nostre straordinarie bellezze, ragionando in termini di complementarità e non di alternativa, può essere vincente. Solo così potremo realmente vincere la sfida del turismo globale: Ischia e Pozzuoli, ma anche Procida e il litorale domizio, su cui la Regione Campania investirà risorse consistenti. Corro il rischio di ripetermi: ma vedere concentrati in un territorio così piccolo risorse e bellezze così straordinarie, come quelle che elencava poc’anzi, rende la potenziale offerta turistica unica nel suo genere. Tanto più se ragioniamo in termini ancor più ampi, includendo grandi attrattori come Napoli, la Costiera, Pompei ed Ercolano. E così dobbiamo fare: del resto, i grandi flussi del turismo
orientale ragionano su tour accelerati, che abbraccino più destinazioni in
sidenziale che caratterizza Ischia… Tutto questo se solo si miglio-
poche ore. Il nostro valore aggiunto è avere tutto qui, concentrato: le ter-
rasse la rete di collegamenti veloci che uniscono Pozzuoli all’isola
me e il mare, l’archeologia, la storia, il paesaggio. Aggregarli significherà
d’Ischia (e Procida). Cosa pensa di tale opportunità?
vincere la sfida, vedrete. (nella pag. accanto il lago di Lucrino)
La ricerca, eseguita in Google Trends l’8 maggio 2017, mostra la frequenza con cui vengono inseriti in Google in tutte le Lingue ed tutto il Mondo alla categoria di ricerca Viaggi, le keywords Ischia, Capri, Pozzuoli, Campi Flegrei. Dal diagramma è evidente come, a differenza di Ischia e Capri, la frequenza di ricerca per Campi Flegrei sia pari a zero, anche Pozzuoli è un termine digitato molto poco, segno inequivocabile che si tratta di aree non riconosciute dal mercato turistico: non sono un prodotto-destinazione e, pertanto, come sostiene il nostro direttore nel suo editoriale, potrebbero avvantaggiarsi di una più stretta sinergia con il brand Ischia.
H I S T O R Y
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PUTEOLI UN SALTO NEL PASSATO LUNGO 2000 ANNI Text_ Silvia Buchner Pencil and ink_ Vincenzo Michieli Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca Enzo Buono
C
icerone, il più famoso oratore romano, vi costruì una delle sue ville e
decennio prima avevano fondato nell’isola di Ischia Pithecusa, la più antica
aveva a Puteoli molti amici e molti interessi, l’imperatore Adriano vi
delle tante colonie che composero la Magna Grecia, per espandersi si rivolse-
fu sepolto (in attesa di essere definitivamente collocato nel colossa-
ro alla terraferma prospiciente: nacquero infatti in rapida successione Cuma,
le monumento funebre costruito espressamente per lui, oggi famoso come
a breve distanza dalla futura Puteoli, e qualche chilometro più a sud Neapo-
Castel S. Angelo, a Roma), i poeti, da Lucilio a Stazio, in epoca repubblicana
lis, mentre un gruppo di esuli dalla città greca di Samo diede vita alla città di
come in età imperiale, coniarono per Puteoli appellativi e immagini efficaci a
Dicearchia, scegliendo di stabilirsi nel luogo in seguito occupato da Puteoli.
rendere lo splendore e la ricchezza, le mille attività commerciali e produttive
Anche la potenza romana in tumultuosa espansione aveva compreso subito
che per secoli hanno caratterizzato quella che a tutti gli effetti è stata una
l’importanza strategica di una posizione come quella: una bellissima, ampia
delle prime città dell’impero. Era definita, infatti, Delus minor (“piccola Delo”
insenatura nei Campi Flegrei, alle spalle un entroterra agricolo fertile come
o “seconda Delo”, l’isola nell’arcipelago delle Cicladi che fu il più importante
pochi, baie perfette per riparare le flotte, qualche altura sicura su cui erigere
centro di scambio di merci e schiavi nel Mediterraneo durante l’espansione
il cuore pulsante delle città. Non stupisce, quindi, che durante le guerre pu-
romana, ruolo che in una fase successiva fu assunto proprio da Puteoli) e il
niche (in particolare alla fine del III a.C.) la futura Puteoli avesse assunto un
suo litorale fu descritto come “le terre che ospitano il mondo intero”.
ruolo strategico nella difesa contro i Cartaginesi, anche se la sua fortuna fu
In realtà, già alla fine dell’VIII sec. a.C. gli intraprendenti greci che qualche
di diventare assai presto il mercato di quella che sarà la capitale dell’impero.
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Gli studiosi hanno ricostruito che nella bella stagione al porto di Puteoli scaricavano ben più di un migliaio di navi di media dimensione solo per soddisfare il fabbisogno di grano; a ciò si devono aggiungere le operazioni di carico di migliaia e migliaia di imbarcazioni più piccole che trasportavano poi questo grano fino a Roma, risalendo il fiume Tevere. Il porto, i magazzini e le navi che vi attraccavano erano protetti da un molo imponente per struttura e decorazioni, oggi completamente scomparso. Lungo 372 mt e largo 15, correva su una serie di arcate che poggiavano su 15 pilastri. Le arcate spezzavano l’urto delle onde e facilitavano il deflusso dell’acqua del porto, le estremità erano contrassegnate da due archi trionfali, mentre due colonne onorarie reggevano le statue dei Dioscuri, divinità tutelari dei naviganti.
E’ del 194 a.C. la fondazione della colonia: da quel momento, e per molti
di Trimalcione, episodio centrale del romanzo Satyricon (scritto da Petronio
secoli, il legame fra la città campana e Roma fu strettissimo, gli imperato-
probabilmente nel I sec. d.C.), che ha come protagonista un liberto ricchissi-
ri la visitarono e intervennero direttamente nella sua vita amministrativa,
mo e cafone, era ambientata proprio in una fastosa villa puteolana.
aristocratici, potenti, personalità celebri vi soggiornarono, ma soprattutto
Costosa porpora dalla città fenicia di Tiro, pietre preziose e perle, profumi
una moltitudine di uomini (e donne) delle nazionalità più diverse la abitò
e incenso, schiavi asiatici, ma anche stoffe di lino egiziano, vini greci, carta
costruendo (entro i limiti posti da una cultura che oggi consideriamo inevi-
di papiro, vetri e metalli, e ancora olio, salsa di pesce, grano dall’Egitto (che
tabilmente per tanti aspetti lontana dalla nostra) una città aperta, vitale e
merita un discorso a parte), marmi, legnami e tantissimo altro passava per
cosmopolita. A conferma di ciò, secondo molti studiosi, la celeberrima cena
le centinaia di magazzini che riempirono in breve la città. Mano a mano che
Roma si espandeva nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Oriente, la
si trovava in città. Era nei pensieri dei commercianti locali, sulle tavolette ce-
crescente domanda di beni di lusso fu colta e soddisfatta dai mercanti pu-
rate dei banchieri, affollava alcuni quartieri nella parte ovest del porto, dove
teolani, pronti a intercettare, nonostante il costante pericolo costituito dai
residenti asiatici tributavano il culto dovuto ai loro dei e al prosaico desiderio
pirati e dalle avversità atmosferiche, merci di pregio (o anche meno costose
di arricchirsi”: prendiamo a prestito queste efficaci parole di Gennaro Di
ma di sicura vendita) e a portarle con le loro navi in città, da dove prende-
Fraja (i suoi affascinanti articoli che ricostruiscono con vividezza la storia di
vano soprattutto la via della capitale. Siria, Egitto, Fenicia, Grecia, Costa
Puteoli si possono leggere nel sito www.cittavulcano.wordpress.com) che
anatolica, da queste regioni in particolare giungevano i prodotti ma anche i mercanti che si stabilirono a Puteoli, e naturalmente arrivavano migliaia e migliaia di schiavi che ebbero un ruolo fondamentale nella prosperità e nel successo di questo sistema. Tanti furono, infatti, nei secoli gli ex schiavi (i liberti) che presero le redini (arricchendosi a loro volta) degli intensissimi e fruttuosi traffici per conto dei loro padroni, cittadini romani (spesso senatori che dovevano aggirare la legge che proibiva loro di esercitare commerci in prima persona), per contrattare ed acquistare in tutto il Me-
tratteggiano assai bene il rapporto fortissimo che la
Porpora fenicia, pietre preziose e perle, profumi e incenso, schiavi asiatici, lino egiziano, vini greci, carta di papiro, vetri e metalli, e ancora olio, salsa di pesce, grano, marmi, legnami e tantissimo altro passava per i magazzini di Puteoli.
diterraneo ed oltre (basti pensare che il liberto di un
città aveva con l’est del Mediterraneo e oltre. Tornando alla religione, nel 61 d.C. da una delle migliaia di imbarcazioni che toccavano le coste puteolane scese anche l’apostolo Paolo di Tarso, nel suo viaggio verso Roma: gli atti degli Apostoli raccontano che si fermò per una settimana presso la comunità di cristiani già presente in città, probabilmente una delle prime nella penisola. A Puteoli si installarono anche tanti artigiani, spesso portando con sé competenze prima sconosciute e realizzando in loco produzioni (coloranti, cosmetici, profu-
mercante di Puteoli a causa di una tempesta con la sua nave giunse fino
mi, vetri) che venivano poi commercializzate, senza dimenticare la ricchezza
alle coste di Ceylon). Culti religiosi riservati a divinità “straniere” rispetto
agricola del territorio circostante. Tuttavia, è nel rifornimento del grano una
a quelle romane sono un segnale inequivocabile della presenza di questa
delle ragioni principali del ruolo portante che la città campana rivestì per se-
variegata popolazione: grazie alla documentazione archeologica sappiamo
coli. Roma, infatti, in età imperiale giunse ad avere oltre 1 milione di abitanti e
che - già dall’età repubblicana - vi erano templi di divinità siriache, egizie,
il regolare approvvigionamento del cereale da distribuire (a prezzi calmierati)
fenicie; addirittura è attestata l’esistenza di un tempio per Dusares dio-sole
alla popolazione costituì una delle principali preoccupazioni degli imperatori.
venerato dai Nabatei, arabi provenienti dalla città di Petra che si erano ar-
Tuttavia, il porto più prossimo, quello di Ostia, era inadatto allo sbarco di
ricchiti con il commercio carovaniero (facendo cioè da intermediari fra le
grandi navi, mentre la baia di Puteoli si prestava magnificamente ad acco-
popolazioni dell’interno dell’Arabia e i mercanti che portavano le merci,
gliere in rada anche imbarcazioni di notevoli dimensioni, quali erano quelle
incenso e mirra per esempio, fino in Italia), e il nucleo presente a Pozzuoli
provenienti da Alessandria d’Egitto, cariche di grano che andava a riempire i
aveva una consistenza ed una capacità economica tale da permettersi l’edi-
tantissimi magazzini della città. A bordo di navi di stazza inferiore (che pote-
ficazione di un luogo di culto. “Visto da Puteoli, l’Oriente non era lontano:
vano anche risalire il Tevere) raggiungeva poi Roma: si pensi che l’interruzio-
Il Serapeo costituisce da circa 2000 anni uno straordinario strumento di registrazione delle variazioni del livello del suolo puteolano, dovute al fenomeno del bradisismo. I segni degli organismi marini che perforano le rocce (litodomi) ben evidenti sulle sue colonne più alte arrivano a circa 10 mt di altezza e indicano un abbassamento del suolo di altrettanti metri, dall’epoca di costruzione fino alla massima sommersione, probabilmente avvenuta in epoca medioevale. Sulla base di misure effettuate a partire dall’inizio dell’800, sappiamo che il livello del Serapeo si è abbassato in maniera regolare con una velocità media di circa 1 cm per anno fino al 1970. In quell’anno iniziò una fase di bradisismo ascendente che portò il 2 marzo 1970 a ordinare lo sgombero di Rione Terra.
Puteoli dalle 70.000 alle 100.000 tonnellate di grano alessandrino, ma c’era
problemi assai seri, fino a disordini nella capitale, al punto che l’imperatore
anche quello proveniente dal nord Africa e non bisogna dimenticare che,
Claudio, pur di non rischiare la carestia, concesse forti incentivi ai mercanti
accanto al rifornimento di Roma, c’erano le richieste del mercato privato. E
che decidevano di avventurarsi in mare anche d’inverno. Il filosofo Seneca
se - mettendo a frutto tutte le competenze dei suoi ingegneri - l’imperatore
fu testimone d’eccezione dell’arrivo di queste navi e lo racconta in una delle
Traiano agli inizi del II d.C. finalmente riuscì a creare un porto che consentis-
sue lettere: “Oggi sono comparse improvvisamente le navi alessandrine che
se l’approdo delle navi con il grano direttamente sulla costa laziale (odierno
di solito precedono la flotta (carica di grano) e ne preannunciano l’arrivo, si
Fiumicino), tuttavia Puteoli mantenne ancora a lungo un ruolo di rilievo nel
chiamano tabellariae. In Campania le vedono volentieri: tutta la popolazione
commercio e negli scambi, almeno fino al IV d.C.
di Puteoli si accalca sul molo e anche in mezzo a tante navi riconosce quelle
Il fervore di iniziative, i fiumi di denaro, le ricchezze che nascevano conti-
alessandrine dal tipo di vele…”. “L’arrivo della flotta fugava anche quell’anno
nuamente a Puteoli trovano un riflesso - come dire - oggettivo nell’intensa
la minaccia della carestia, segnava il momento più atteso dopo la riapertura
attività edilizia di cui l’archeologia, sia pure con le difficoltà poste dal fatto
della stagione di navigazione e faceva ben sperare in merito agli affari conclusi
che la città ha continuato a vivere nei secoli successivi su quella antica, re-
sulle sponde del mar Rosso” (Di Fraja cit.). Le “tabellariae” infatti servivano
stituisce continuamente testimonianze, spesso eccezionali. Se, infatti, sono
anche come navi postali, recapitando dispacci e comunicazioni che per i fi-
rimasti sempre sotto gli occhi di tutti monumenti di età imperiale simbolo
nanzieri ed i negotiatores puteolani erano della massima importanza, dato
di Pozzuoli come l’anfiteatro flavio (il terzo d’Italia per dimensioni dopo il
che potevano annunciare gravi perdite o forti guadagni.
Colosseo e l’anfiteatro di Capua) e il tempio di Serapide (in realtà un’area
In età augustea (fra fine I sec. a.C. e inizi I d.C.) affluivano annualmente a
di mercato), nel 2008 è stato scavato lo Stadio fatto erigere dall’imperato-
© Enzo Buono
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ne di questo flusso che aveva in Puteoli il suo snodo nevralgico comportava
re Antonino Pio, struttura anch’essa unica nel suo genere, e dall’area del
privilegiato della città, una sorta di acropoli, dove con la consueta abilità,
Rione Terra (grazie alle indagini iniziate nel 1993) ci arriva una documen-
realizzando quando necessario imponenti muraglioni di sostegno e terraz-
tazione di altissima qualità sulla storia di Puteoli romana. Rione Terra è la
zamenti, nell’antichità si sfruttò ogni centimetro quadrato, innalzando una
collina che domina il porto, proiettandosi verso il mare, una di quelle alture
selva di edifici così ben strutturati che, come vedremo, sopravvissero ai loro
che gli antichi non mancavano mai di sfruttare. Caratterizzata da pendii
creatori molti e molti secoli. La cesura drammatica che segnò insieme la fine
scoscesi, durante i periodi più turbolenti (per esempio le guerre puniche,
della vita plurimillenaria del Rione Terra e l’inizio di una nuova storia che è
ma anche dopo naturalmente) fu scelta come luogo di difesa, perfetto per
quella che vogliamo raccontare in queste pagine, fu la fortissima ripresa
asserragliarsi e resistere agli eserciti avversari, ma anche rifugio ideale per
del bradisismo nel territorio di Pozzuoli, e in particolare al Rione Terra e nel
la popolazione durante le invasioni barbariche, al punto da essere stata abi-
sottostante centro storico della città, nel periodo 1970-1983. In realtà, il
tata ininterrottamente in pratica per duemila anni. In epoca di pace, infat-
bradisismo, che è un fenomeno geologico collegato alla natura vulcanica
ti, la sua posizione dominante, ben visibile da lontano, ne fece un luogo
dei Campi Flegrei, ha contrassegnato da sempre le vicende di queste terre: ciclicamente il suolo si solleva (bradisismo ascendente) o si abbassa (discendente), portando con sé sott’acqua tutto ciò che era vicino al mare (è il caso dei moli e dei magazzini costruiti sul litorale durante l’epoca romana e ora totalmente sommersi), o dissestando il suolo e ciò che c’è sopra quando è
Puteoli era così ricca che ebbe due anfiteatri. Del più antico e di minori dimensioni, si conserva poco; l’Anfiteatro Flavio, invece, che fu costruito nella seconda metà del I sec. d.C., è molto vicino nell’architettura al Colosseo e fu realizzato totalmente a spese delle casse della città. Osservandolo oggi, si deve tener conto del fatto che è andato distrutto il terzo livello, quello più alto; gli spalti potevano contenere fra i 30 e i 40mila spettatori, che nelle giornate più calde si giovavano dell’ombreggiatura creata da un sistema di vele mosso dai marinai della flotta di stanza a Miseno. I sotterranei, molto ben conservati, erano un dedalo organizzato, con elevatori, carrucole e macchinari che sollevavano gladiatori e animali fino all’arena. A morire nell’arena di Puteoli furono condannati anche diversi martiri cristiani, il più famoso fu S. Gennaro, ma la leggenda tramanda che le bestie si inginocchiarono mansuete ai suoi piedi. Il Santo fu poi decapitato nel 305 d.C. nei pressi della Solfatara, mentre l’episodio dell’anfiteatro è il soggetto di un quadro dipinto da Artemisia Gentileschi nel 1636, e che è possibile vedere all’interno del duomo restaurato al Rione Terra.
Fra il 1970 e il 1983 il Rione Terra e il centro storico di Pozzuoli, a causa di una forte ripresa del fenomeno del bradisismo che comportò un notevole innalzamento del suolo e scosse di terremoto, furono evacuati e la popolazione, circa 6000 persone, fu sfollata - non senza polemiche che sono documentate dai giornali dell’epoca. Per dare loro un’abitazione furono costruiti i quartieri di Monterusciello e Rione Toiano, mentre i due nuclei storici della città abitati ininterrottamente per oltre duemila anni rimasero vuoti. Fino al progetto di recupero iniziato nel 1993, che prevede la ristrutturazione dei palazzi presenti al Rione Terra per farne strutture alberghiere, e che ha consentito di finanziare un vasto e complesso scavo archeologico dal quale sono emersi edifici e reperti di epoca romana, spesso di grandissimo valore. Nell’immagine della pagina accanto, un particolare dell’incisione realizzata nel 1584 dal cartografo Mario Cartaro per illustrare la costa flegrea, in cui è documentato il tempio di Augusto sulla sommità del Rione Terra, e la scritta in latino lo definisce “chiesa di S. Procolo, in passato tempio di Giove”.
in fase ascendente. Negli anni ’70 l’innalzamento in alcuni punti raggiunse
mento in cui è iniziato il lavoro di recupero, al di sotto dei palazzi diroccati
i 170-180 cm e il fenomeno fu accompagnato da scosse di terremoto. Il
sono subito apparsi quelli antichi, una città sotto la città, insomma, “strade
Rione Terra allora era abitato da circa 6000 persone, che vivevano in case
sotto le strade”, un reticolo di condotte fognarie come solo i Romani sape-
già molto deteriorate e in condizioni igieniche non accettabili, e che pure si
vano fare e numerose cisterne perfettamente conservate. Grazie al progetto
fece fatica ad allontanare da quello che consideravano il loro quartiere (nel
Rione Terra si è potuto condurre una serie di campagne di scavi archeologici estensivi (e assai complessi), che hanno restituito
tempo per loro furono poi realizzate due aree di nuova urbanizzazione). Per due decenni quei luoghi popolati ininterrottamente per millenni rimasero totalmente vuoti. Un buco nero all’interno della città che agli inizi degli anni ’90 è diventato protagonista di un progetto di recupero urbano che si può considerare ad oggi uno dei più ambiziosi d’Europa per gli obiettivi che si è posto e gli ostacoli che ha dovuto superare. Gli edifici oggetto di totale ristrutturazione sono una fitta serie di palazzi signorili (e inoltre, il Vescovado e alcune chiese), frutto
Sotto gli edifici seicenteschi del Rione Terra sono stati riportati alla luce botteghe, magazzini, strade della città romana e una grande quantità di statue e decorazioni architettoniche esposte oggi al museo di Baia.
di un’imponente attività edilizia di epoca seicentesca,
larghe parti dell’acropoli di una delle più importanti città di tutto il mondo romano. Oggi, visitando il percorso archeologico si riesce facilmente ad immaginare le difficoltà che sono state affrontate. Si è scavato da 1 a 4 piani al di sotto degli edifici seicenteschi, togliendo migliaia di tonnellate di terreno, dopo aver puntellato i palazzi soprastanti: un lavoro condotto quasi interamente nel sottosuolo, con tutte le implicazioni logistiche che ciò ha comportato. I risultati sono stati però eccezionali: attualmente, l’area sotterranea visitabile si estende per centinaia di metri quadri (cui si
promossa dal Vicerè spagnolo don Pedro de Toledo. In quell’occasione si
aggiungeranno altri settori ancora oggetto di indagini), ed è illuminata con
decise di radere al suolo le strutture di epoca romana (che la popolazione
un imponente allestimento che gli ha ridato nuova vita. In profondità le
aveva continuato ad abitare fino a quel momento con poche modifiche!),
indagini degli archeologi hanno raggiunto il livello più antico, quello della
risparmiando il pianterreno e talvolta parti del primo piano; i detriti prodotti,
fondazione della colonia romana, che risale al 194 a.C. (mentre non si sono
ma anche reperti archeologici unici per il loro valore, vennero riversati nei
trovate tracce di eventuali insediamenti dell’epoca greca), rivelando un re-
ruderi degli edifici che furono riempiti e poi livellati: la superficie così ottenu-
pertorio di tipologie edilizie che costituisce un vero manuale di architettura
ta andò a costituire le fondamenta delle costruzioni seicentesche. Nel mo-
antica dal vivo. Sono stati indagati e studiati i resti degli edifici, le strade
e la loro disposizione, gli interventi di modifica che si sono succeduti nel tempo, distinguendo le differenti destinazioni d’uso. Le costruzioni di cui oggi possiamo vedere i resti al di sotto dei palazzi dobbiamo immaginarle all’aperto: erano, infatti, il pianterreno di case anche con uno o più piani, adesso scomparsi. La rocca del Rione Terra brulicava di vita, sulla strada si aprivano gli usci delle botteghe, all’interno schiavi e artigiani al lavoro come in quella del fornaio (pistrinum), riportata alla luce ancora con le sue macine che dovevano essere azionate dalla forza di una persona, perché lo spazio così piccolo in cui si trovano non permette di pensare che venissero girate da animali, e poi il forno dove le pagnotte venivano cotte. E ancora, magazzini in cui si stipavano merci e derrate, tabernae dove si vendeva di tutto, in primo luogo cibi già cotti e vino, mentre ai piani superiori dovevano esserci le abitazioni dei proprietari, e non mancava naturalmente una struttura destinata alle terme. Un edificio davvero particolare si trovava sotto il livello della strada già in antico, un seminterrato con due uscite su due strade diverse e una serie di minuscole stanzette munite solo di un piccolo letto in muratura e talora di una finestra che dava sull’angusto corridoio interno, in un angolo del pavimen-
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to una vaschetta in terracotta forata (come uno scolapasta, per inten-
Il cuore dell’acropoli di Puteoli era la piazza del foro, elemento impre-
derci) collegata all’impianto fognario fungeva da orinatoio e un tubo
scindibile di ogni città romana, occupata da edifici civili e religiosi es-
sempre in terracotta garantiva un minimo di ventilazione: ci troviamo
senziali alla vita della comunità. Ebbene, una serie di fortunose (e for-
molto probabilmente in un lupanare, cioè una casa in cui si esercitava
tunate) circostanze ha consentito che passasse quasi indenne attraverso
la prostituzione. Nella città di Pompei sono stati trovati diversi lupanari,
due millenni di storia una delle costruzioni più eminenti di questa parte
al cui interno si trovano dipinte immagini che illustravano con precisione
della città, il tempio cosiddetto di Augusto. Si tratta di un edificio di
le prestazioni sessuali che si potevano comprare e che, quindi, ci con-
culto interamente realizzato in marmo che costituisce un esempio di ar-
sentono di ricostruire ciò che accadeva anche a Rione Terra. Sul letto in
chitettura quasi unico nel suo genere: trasformato in chiesa, dedicata a
muratura si poneva un materasso, c’era sicuramente una lampada (gli
S. Procolo, martire e patrono molto venerato della città di Pozzuoli, fu
autori antichi sottolineano come questi luoghi fossero sempre pieni del
quasi completamente nascosto dalle mura della chiesa di epoca barocca
fumo sprigionato dalle lampade a olio) e la finestra poteva servire anche
che lo inglobò. E se della sua esistenza non si era persa la memoria, tuttavia quando un incendio nel 1964 distrusse parte
a consentire la pratica del voyeurismo. Le prostitute, quasi sempre schiave, si vendevano sotto la guida di un padrone o del lenone, cioè il tenutario del bordello, che su incarico del proprietario organizzava il commercio. Sicuramente fruttuoso, se si pensa che l’imperatore Caligola impose una tassa sui guadagni ricavati dalla prostituzione. A breve distanza dal lupanare, sempre sotto il livello della strada, in un ambiente suggestivo si può vedere un larario, cioè uno spazio dedicato al culto delle
L’edificio di culto in marmo dedicato ad Augusto e la chiesa con le sue opere d’arte barocca convivono nel tempio-duomo del Rione Terra, esempio suggestivo della sovrapposizione di millenni di storia.
divinità tutelari del buon andamento della casa. Al
della chiesa, fu grande lo stupore nel rendersi conto che la chiesa stessa con il suo abbraccio protettore aveva preservato molto dell’antica struttura. Il progetto di recupero del Rione Terra ha naturalmente compreso il restauro del tempio-duomo, come oggi viene chiamato, con un lavoro esemplare pensato per preservare - e restituire a fedeli e visitatori - sia la chiesa (in cui lavorarono grandi artisti di epoca barocca come l’architetto Cosimo Fanzago, Giovanni Lanfranco e Artemisia Gentileschi, le cui opere
Rione Terra ne sono stati scoperti più di uno, questo in particolare ha le
sono state di nuovo ricollocate nel luogo per il quale furono ideate) che
pareti affrescate con immagini di divinità e due grossi serpenti, animali
il tempio romano. Quest’ultimo dobbiamo immaginarlo (e non è difficile
cui si attribuiva un potere positivo, in primo piano un altare destinato
farlo entrando al suo interno) splendido nelle mura in marmo bianco (di
alle offerte su cui si teneva una fiamma sempre accesa. Nel reticolo di
marmo erano fatte anche le tegole del tetto!), su un alto podio, con sei
strade ed edifici portato alla luce sotto i palazzi del Rione Terra meritano
colonne con capitelli corinzi sulla facciata principale; nella cella - come si
una menzione particolare strutture apparentemente poco significanti, in
chiama l’ambiente interno dei templi - c’era la statua della divinità cui il
realtà assolutamente fondamentali alla vita su questo promontorio dove
tempio era consacrato e per la quale i sacerdoti compivano i riti religiosi.
non c’erano sorgenti d’acqua: le cisterne destinate a contenere l’acqua
La decorazione si ispirava allo stile classico, equilibrato nelle proporzioni,
piovana. Sono tante, profonde, enormi, costruite così bene che furono
molto amato in età augustea. Infatti, l’edificio che vediamo risale all’e-
utilizzate dopo l’età romana dagli abitanti del Rione praticamente fino a
poca dell’imperatore più famoso, Augusto appunto, e fu fatto costruire a
quando la zona fu abbandonata a causa del bradisismo.
sue spese da un agiatissimo mercante puteolano per onorare l’imperato-
Quando nel 1964 un incendio distrusse un’ampia parte del duomo dedicato a S. Procolo, al Rione Terra, fu tanto lo stupore nel vedere che dalle rovine emergeva un edificio tutto realizzato in marmo bianco, senza uso di malta. Inizia così la nuova vita di un tempio costruito alla fine del I sec. a.C., su commissione di un agiato mercante puteolano per onorare l’imperatore Augusto. Intorno dobbiamo immaginare una piazza e tanti altri edifici pubblici, ricchi di decorazioni e statue, degni di uno dei fulcri dell’antica Puteoli qual era la rocca che domina il porto. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero, il tempio fu riadoperato come chiesa, e proprio il fatto che l’edificio di culto abbia inglobato la struttura antica ha consentito di far arrivare quest’ultima fino a noi.
re e insieme la divinità più importante del pantheon romano, Giove. Gli altri edifici che completavano la piazza oggi non ci sono più, ma grazie al lavoro meticoloso degli archeologi la loro bellezza sta uscendo dall’oscurità: erano, infatti, costruzioni adibite a funzioni pubbliche, ricche di decorazioni in marmo e statue che sono state ritrovate (ed esposte oggi al museo di Baia) e che una volta di più confermano la ricchezza dei cittadini dell’antica Puteoli e la loro volontà di mostrarla, imitando nell’edilizia come nella statuaria, insomma nel gusto, Roma che, a sua volta, a Puteoli molto doveva.
SVEGLIA CON CAMPANELLI
Text_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Enzo Buono
È
© Enzo Buono
molto probabile che tanto della rinascita di Pozzuoli lo si debba ad una donna lungimirante e dalla mentalità aperta, che ha
saputo coniugare con grande equilibrio il rappor-
to tra lo Stato - che essa rappresenta (prima come Soprintendente adesso come direttrice del Parco Archeologico dei Campi Flegrei) - la Storia e gli Uomini. Quella di Adele Campanelli è una missione delicatissima e difficile perché da sempre alla Soprintendenza tocca “il lavoro sporco”, e cioè il compito di tutelare i beni archeologici contro l’avidità, la sciatteria, l’ignoranza o la più semplice e diffusa necessità delle persone comuni di appropriarsi degli spazi edificabili, incuranti che quegli stessi luoghi siano depositari di grandi ricchezze del passato. La Soprintendenza spesso, troppo spesso, è stata vista come lo “sceriffo cattivo”, insensibile alle dinamiche di un mondo che cambia,
maggior parte dell’immenso patrimonio culturale
di persone! Se vi sembra poco l’aver invertito un
progredendo attraverso l’abbraccio necessario con
italiano alla polvere. Sono centinaia i siti interdetti
tale principio, allora è inutile che continuiate a leg-
la modernità. La Soprintendenza spesso, troppo
al pubblico o scarsissimamente visitati, così come
gere e che vi interessiate alle storie che Ischiacity ha
spesso, anche a causa di una “comoda miopia”, si
(anche per mancanza di risorse economiche dovu-
deciso di raccontare attraverso l’inserto sulla rina-
è appuntata quella stella di sceriffo impegnandosi
ta alla cattiva gestione di quello stesso patrimonio)
scita di Pozzuoli e dell’Area Flegrea. Perché in que-
a vietare tutto ciò che - sotto la sua severa autorità
sono moltissimi i reperti che restano celati nei ma-
sta (bella) Storia ruotano le vite, l’impegno, l’au-
- poteva essere interdetto, circoscritto, reso distan-
gazzini. Per fortuna (e lo leggeremo nell’intervista
dacia e la visione prospettica di molti personaggi,
te, frequentemente celato agli sguardi dei “non
rilasciata a Fabio Fazio dal ministro Franceschini) il
ognuno con il proprio ruolo istituzionale, ognuno
addetti”. Insomma, la Soprintendenza ha finito per
MIBACT ha recentemente intrapreso una nuova
con una gran dose di coraggio. Essi sono il ministro
sentirsi élite, allontanandosi, volutamente, dalla
strada, o quantomeno il ministro Franceschini ha
della Cultura Dario Franceschini, il governatore
gente comune attraverso un profondo solco scava-
iniziato a batterla, prima in tandem con il premier
della Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di
to per separare la cultura di pochi dall’ignoranza di
Renzi, oggi, forse un po’ più in solitaria, ma pur
Pozzuoli Vincenzo Figliolia, e la direttrice del Par-
molti. Così facendo gli ignoranti (non c’è poi alcuna
sempre in sintonia col Governo; e questa nuova
co Archeologico dei Campi Flegrei Adele Campa-
colpa ad esserlo) sono rimasti tali, mentre i colti si
strada ha un nome, si chiama “valorizzazione del
nelli. Grazie a loro, alla loro intesa e soprattutto
sono sempre più arroccati nelle loro torri d’avorio
patrimonio culturale”. Può sembrare banale, ma
alla loro ferrea determinazione, millenni di Storia -
dove, per dirla con Lucrezio, hanno potuto assiste-
non lo è affatto, poiché il concetto di valorizza-
fascinosissima e intensa - finalmente ritorneranno,
re dall’alto, indisturbati, al “grande turbamento del
zione fino a ieri era sostituito dal solo principio di
recuperati e restituiti agli occhi della gente, ad im-
mare in tempesta” che - naturalmente! - travolge
“tutela”. In nome della tutela dei beni culturali si
pattare con la vita delle persone, interagendo con
gli altri… Questo atteggiamento di algida superio-
preferiva non rischiare di esporli al contatto (indi-
il pubblico attraverso un’aperta e “normale” quoti-
rità ha, nel tempo, svuotato i musei, allontanando
stinto) con la massa. Come se le opere d’arte non
dianità. E la Storia, l’Archeologia, l’Arte finalmente
milioni di visitatori, impoverendo le casse degli Enti
abbiano quale unico obiettivo di esistere quello di
potranno sedurre di nuovo milioni di persone e con
preposti alla manutenzione e destinando così la
essere ammirate dalla maggior quantità possibile
ciò generare lavoro, turismo, economie… Tutto questo Adele Campanelli lo ha capito perfet-
© Enzo Buono
tamente e se n’è fatta interprete, svincolando da vetusti lacci e lacciuoli le ferree regole della Soprintendenza: ecco quindi che l’ottimo allestimento del percorso archeologico del Rione Terra torna a dare vita alla antica città interrata, e quanto prima l’Arena Flegrea riprenderà ad essere un teatro a cielo aperto. Così come il bellissimo museo di Baia, presto, chissà prestissimo, potrà accogliere migliaia di visitatori - a patto che da freddo e muto sito archeologico si trasformi in un luogo di accoglienza, piacere e racconto. Adele Campanelli queste idee le ha ben radicate e noi di Ischiacity le siamo molto grati della determinazione con la quale - tra mille difficoltà, non ultima anche una recente indagine della Procura di Napoli dai contorni assai discutibili - le porterà avanti.
I NOSTRI CASSETTI Text_ Adele Campanelli
N
ella nostra mente c’è una sorta di soffitta che custodisce dei cas-
ologo, perché costituiscono ciò che siamo e ci servono ogni giorno, per
setti. Questi cassetti sono il nostro bagaglio culturale, che ciascuno
raccontare una storia a nostro nipote come per fare la spesa in un certo
apre, senza un ordine fisso, e costruisce così la propria cultura.
modo. “Ognuno di noi ha perso chissà dove la propria storia” ha scritto
In quel bagaglio culturale troviamo le informazioni che abbiamo voluto
Marcel Proust e incontrare nuovamente la nostra storia è un privilegio e
ritenere dentro di noi perché erano informazioni che ci hanno colpito, di
un’emozione incredibile: chiunque entra in un parco archeologico o in un
cui abbiamo sentito il bisogno, e abbiamo scelto di conservarle in uno dei
museo deve poter ritrovare un pezzo di quella storia, e allora il museo può
cassetti. E quei cassetti ciascuno li apre - per fortuna! - in modo diverso
diventare occasione di incontro con se stessi, con la propria soffitta, non
dall’altro: questo è il fascino della cultura, prendere elementi differenti
con quella che gli altri vogliono farci aprire, e questo è la libertà.
anche dalla medesima informazione. Dobbiamo far sentire alla gente che avere quei cassetti è importante per chiunque, non solo per chi fa l’arche-
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P E O P L E
i
SI RICOMINCIA DA ADELE Interview_ Riccardo Sepe Visconti © Enzo Buono
P
uò tratteggiare un quadro dell’attuale situazione dei Campi Flegrei vista dal suo osservatorio di Soprintendente e di nuovo direttore del Parco dei Campi Flegrei?
I luoghi archeologici, soprattutto quelli preziosi come i Campi Flegrei, sono una risorsa, prima ancora che un attrattore turistico, d’altra parte si tratta di un territorio che è stato oggettivamente massacrato da abusivismo e mancanza di pianificazione e noi lo viviamo come un’area ai limiti del sostenibile. Abbiamo criticità di ogni tipo, da quelle geologiche alla presenza di gravi problemi sociali. In questo contesto le aree archeologiche, grazie ai vincoli posti dalle soprintendenze, sono state risparmiate dalla cementificazione e devono diventare strumento della riconversione del territorio stesso. Che però deve assolutamente passare attraverso il convincimento da parte dei cittadini che questo patrimonio costituisce una risorsa e non un intralcio. Per raggiungere questo obiettivo si devono aprire queste aree alla vita; al di là delle zone archeologiche propriamente dette, che devono essere tutelate con le necessarie cautele, i
re. In Italia, invece, se ci si mette fuori ad un’area archeologica o a un
luoghi della storia devono
museo e si domanda alla gente perché non entra è facile sentirsi dire
essere abitati, da tutti, com-
“non conosco quello che c’è dentro”, “il passeggino non è ammesso”,
presi gli anziani, una fascia
“il biglietto quanto costa?”, “non ho tempo”: risposte che mostrano
di pubblico trascurata fino ad
delle resistenze, frutto certamente della mancanza di cultura ma an-
ora, per esempio facendo
che della percezione che il luogo della cultura sia un luogo per eletti,
in modo che la popola-
destinato solo a persone che hanno già gli strumenti per goderselo.
zione scelga di trascorrer-
Ebbene, dobbiamo far capire ai cittadini flegrei, campani, italiani che
vi del tempo. Penso alle
non è così, che i luoghi della cultura sono abitabili, che ci sarà una
terme di Baia, dove gli
bella biblioteca dove scegliere un libro da leggere, che si potrà portare
spazi, opportunamen-
liberamente il proprio giornale, che del personale accogliente gestirà
te allestiti, sono tali da
eventuali visite, che i bagni saranno frequentabili e puliti, tutte cose
poter essere visti anche
che attuano un’idea dell’accoglienza che finora non è stata praticata.
come un luogo dove ri-
Ma nel 2017 siamo in concorrenza con l’Europa che ha già fatto questo
lassarsi,
passo verso la cittadinanza e l’Italia deve a sua volta compierlo subito.
dove
lasciare
un bambino a giocare,
Con quali denari? Sono tutte iniziative che hanno un costo.
gustarsi una bevanda
Prima ancora che un problema di fondi è un problema di progetti.
fresca in vista della
Come soprintendente prima e poi come direttore ad interim del parco
storia.
Bisogna
convincersi,
archeologico dei Campi Flegrei, avendo questo fra i miei primi obiet-
e
tivi sono già riuscita ad ottenere dei finanziamenti per iniziative che
convincere la
il Ministero ha approvato. Il ministro Franceschini inoltre con la sua
gente, che i
riforma dei Beni Culturali, oltre a dare maggiore autonomia a determi-
luoghi della
nate figure e a determinati organismi, ha finanziato dei progetti per il
storia sono
non
Sud che saranno il primo gradino di questo processo - che, però, sono
feticci
convinta sia prima ancora che un processo strutturale, un processo
inaccessibili,
mentale. Dobbiamo modificare la convinzione che la gente - i flegrei in
che
devono
particolare - ha che quelli archeologici siano luoghi del no, e trasfor-
essere
guarda-
marli in luoghi del sì, un sì non a qualsiasi costo, però, un sì tutelato.
ti e vissuti, non è
Per esempio, piuttosto che affermare “questo non si tocca” dire “fin
necessario,
infatti,
qui si può arrivare per vedere” oppure “puoi vedere con il mio aiuto”.
sapere a che secolo
Credo che nessun tipo di no salvaguardi il patrimonio, quello che lo
risalgono
fre-
preserva è, invece, l’attaccamento delle persone ad esso, e se questo
quentarli con piace-
sentimento scatta, saranno loro stesse a difenderlo. Piuttosto che limi-
per
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tarsi a scrivere “non toccare” si deve far comprendere l’importanza del
ologiche sia dal punto di vista della potenziale ricaduta eco-
monumento, facendolo diventare parte stessa del tessuto in cui la gen-
nomica. Infatti, i tanti palazzi risalenti spesso al XVII sec. che
te vive quotidianamente. Dobbiamo fare tutto ciò non per trasformarli
costituivano il nucleo storico di Pozzuoli, chiamato Rione Terra
in luoghi di commercio, di guadagno, ma per creare posti di lavoro.
appunto, abbandonati in occasione dei gravi episodi di bradi-
C’è una controindicazione a farne anche luoghi di guadagno?
sismo negli anni ’70-’80, sono stati interamente ristrutturati
Assolutamente no, ma la prima tappa del progetto che ho in mente
per essere convertiti in strutture ricettive (alberghi, negozi, ri-
consiste nel far sì che diano lavoro alle persone qualificate che già ci
storanti, botteghe) e durante i lavori gli archeologi, al di sotto
sono sul territorio.
dei palazzi, hanno riscoperto vaste aree della città romana di
Una delle iniziative di maggiore portata fra quelle realizzate
Puteoli, una delle più ricche e dinamiche dell’impero. Senza di-
negli ultimi anni nei Campi Flegrei è sicuramente la riqualifi-
menticare il magnifico tempio romano in marmo inglobato nella
cazione del Rione Terra a Pozzuoli, un progetto imponente, di
chiesa di S. Procolo. Finalmente il complesso intervento è in fase
vasto respiro, sia per il valore intrinseco delle scoperte arche-
di completamento e si sta preparando il bando per porre in gara
Nelle foto di queste pagine: il castello di Baia e alcuni reperti che vi sono esposti; il Tempio di Diana e di Venere, sempre a Baia, e la piscina Mirabilis a Bacoli.
la gestione delle strutture ricettive create negli antichi palazzi
onere. Lei quale scelta ritiene più opportuna?
recuperati, un passaggio delicato, fondamentale per far sì che il
La riforma Franceschini individua un altro istituto, il parco archeologico
Rione Terra, dopo questo esemplare lavoro di recupero, ritorni
del Campi Flegrei che riunisce tutti i monumenti antichi e le aree de-
davvero a vivere e possa costituire un forte attrattore turisti-
maniali nei comuni di Pozzuoli, appunto, Bacoli, Giugliano e Monte di
co per Pozzuoli. Al momento, sembra che l’orientamento sia di
Procida, e al Ministero si sta ragionando se far rientrare piuttosto gli
porre nelle mani di un unico gestore sia la ricettività alberghiera
scavi di Rio-
che la promozione e la fruizione degli scavi archeologici sot-
competen-
terranei. Un impegno sicuramente assai oneroso, tanto più che
nuovo
non è controbilanciato da un numero di posti letto nelle nuove
dei finanzia-
strutture ricettive sufficiente ad avere incassi tali da assorbire i
raltro penso
costi della gestione dell’area archeologica. D’altra parte, ades-
economi-
so sembra che il comune di Pozzuoli voglia sobbarcarsi questo
arrivare
isti-
an-
gestione corstessa,
che
può dare un Ma
sap-
non è facile re
questo
tal proposiad esempio
ne Terra nelle
Le azioni della Soprintendenza devono essere condivise attraverso le amministrazioni locali. I beni di cui sono delegata a curare la conservazione e la tutela sono per me figli preziosi da affidare nelle mani della madre naturale, che non è lo Stato, né la parola “tutela” scritta a lettere maiuscole, ma i cittadini che abitano il territorio in cui si trovano.
più rilevanti
ze di questo tuto che avrà menti;
pe-
che proventi ci
possano
che
dalla
retta dell’area se ben fatta reddito. piamo
che
ra g g i u n g e obiettivo: a to,
prendo
uno dei siti all’interno
del Parco, il museo archeologico di Baia. Un luogo davvero bellissimo, ma quando ci sono andato, qualche settimana fa, ero l’unico visitatore. Vorrei la sua opinione su cosa si può fare per invertire l’attuale situazione che vede musei e aree archeologiche di pregio pochissimo conosciuti e visitati. La conduzione del castello di Baia è passata dalla Soprintendenza al
sone si spostano se c’è un grande patrimonio da vedere, ma anche se viene data loro la possibilità di avere degli svaghi collegati; viceversa, obbligarsi a coprire una distanza notevole, qual è quella necessaria per raggiungere il castello, fare due ore di visita e andare via con il senso di inadeguatezza a capire bene ciò che si è visto (perché è questo che accade), costituisce un problema. Quindi, è un mio obiettivo rivedere l’allestimento, non dal punto di vista scientifico, perché è impeccabile, ma nel senso dell’accessibilità culturale. Il Ministero ha emesso una circolare, la nr 80/2016, dedicata a cosa si intende per accessibilità, che è stata per me un faro. Da funzionario ero già sicura della necessità di tenere conto dei principi posti da questa circolare e in tale prospettiva ho curato l’allestimento del museo della Civitella a Chieti, nelle Marche. E’ stata un’esperienza che mi ha convinta del fatto che le persone se portate per mano possono amare i luoghi della cultura e che nulla è impossibile rispetto all’accessibilità. Non ci devono essere polo archeologico e adesso è nelle competenze del Parco. La sede stes-
ombre sulla capacità che il luogo deve avere di comunicare il proprio
sa del castello, la sua posizione sono di un appeal assoluto, chiunque
significato al fruitore e questo sarà il parametro cui si rifaranno i pro-
ne avrebbe fatto un gioiello. Ma è chiaro che considerarlo unicamente
getti in corso. In particolare, ne abbiamo uno finanziato con 5 milioni
un museo - ed è un museo denso di informazioni - è un errore. Le per-
di euro dedicato al castello di Baia, che seguirà appunto la circolare 80/2016 per rendere castello e museo effettivamente accessibili. Le faccio un solo esempio (ma ce ne sarebbero tanti):
Il museo è un luogo in cui si deve andare più volte. Bisognerebbe fare in modo che il visitatore non abbia la sensazione di dover consumare subito tutto quello per cui ha pagato il biglietto; piuttosto andrebbe invogliato a tornare perché ogni volta può avere un’altra sorpresa, essere coinvolto in una nuova emozione.
sono esposte tante statue che grazie a una diversa illuminazione potrebbero comunicare molto di più. Quella di Amore e Psiche (nella foto di apertura) è bellissima, basterebbe modificare la luce con un illuminotecnico competente, guidato dall’archeologo e mettere davanti alla statua una sedia e il racconto de Le Metamorfosi di Ovidio con la favola di Amore e Psiche, invitando il visitatore a fermarsi per capire cosa lo scultore volesse rappresentare. Insomma, si devono creare all’interno dell’esposizione dei punti di interesse che lascino la voglia di tornare per vedere il resto del museo, la parte più impegnativa, che la persona vorrà scoprire perché è riuscita ad eliminare la percezione di inadegua-
tezza di cui dicevo. Il museo è un luogo in cui si deve andare più volte, andrebbe creato un biglietto per cui più frequenti i musei e meno paghi l’ingresso. Bisognerebbe fare in modo che il visitatore non abbia la sensazione di dover consumare subito tutto quello per cui ha pagato, ma che piuttosto sia invitato a tornare perché ogni volta può avere un’altra sorpresa, essere coinvolto in una nuova emozione. In realtà, si ha l’impressione che i musei e i contesti dedicati al mondo antico siano in generale i più difficili da raccontare alla gente. E’ d’accordo? E cosa si può fare per modificare questa condizione? La verità è che abbiamo perso il codice di accesso al linguaggio del mondo antico. Mentre se guardiamo un crocifisso o una Madonna, anche se mancano i tre quarti dell’immagine siamo in grado di ricostruirla, perché l’immaginario di tantissimi di noi a quel tipo di rappresentazioni è abituato, per l’antico è molto più difficile. Per cui bisogna ridare vita a ciò che era intorno al reperto archeologico, altrimenti un vaso rimane solo una pignatta rotta che si racconta unicamente agli archeologi, ma per gli archeologi sono necessari magazzini efficienti, mentre i musei devono parlare a tutti. Paradossalmente, il museo archeologico è meno innovativo rispetto a quello naturalistico, per esempio, che ha una quantità di supporti didattici molto più ampia, non solo da noi ma anche nei musei europei si riscontra questo dato. Anche se non si deve cadere in un eccesso di didatticismo, ciò che le persone devono sapere è quello
che rimane loro nel cuore dopo la visita.
conduttore connesso ai luoghi, che devono rimanere protagonisti.
Qual è il suo rapporto con le Amministrazioni dei territori su
Quali sono, secondo lei, le ricadute più importanti della riforma
cui lavora e con la Regione? E quanto conta il rapporto anche
dei Beni Culturali voluta dal ministro Franceschini?
personale con figure come il presidente della Regione De Luca e
Il comparto dei beni culturali soffriva moltissimo di una certa arretra-
il sindaco di Pozzuoli Figliolia?
tezza, se messo a confronto con le domande poste dal territorio. La
E’ fondamentale. Conosco De Luca da quando ero Soprintendente a
riforma ha scelto la strada dell’accorpamento rispetto al precedente
Salerno e ho imparato ad apprezzare una persona dal carattere predo-
sistema che vedeva la Soprintendenza archeologica separata da quel-
minante ma dotata di una fattività che amo molto, perché le persone
la per i beni monumentali perché ha voluto dividere la valorizzazione
che sanno assumersi la responsabilità delle decisioni sono il mio part-
dei beni culturali dalla tutela. Lo scopo era creare un volano per la
ner lavorativo ideale, e Figliolia da questo punto di vista gli assomi-
valorizzazione, che soffriva della mancanza di tempo, energia e dena-
glia. Più in generale, sono convinta che le azioni della Soprintendenza
ro finché era di competenza delle Soprintendenze che facevano della
debbano essere condivise dal territorio, attraverso le amministrazioni
valorizzazione un’attività residuale rispetto al resto. La legge ha creato
locali, ed ho improntato a questo tutta la mia carriera di funzionario
istituzioni nuove come i parchi, liberando al tempo stesso il direttore
prima e poi di soprintendente. I beni di cui per competenza sono de-
del parco dai compiti legati alla tutela per mettere nelle sue mani la
legata a curare la conservazione e la tutela sono per me figli preziosi
valorizzazione. Penso che questa sia una scelta giusta, anche per la
da affidare nelle mani della madre naturale, che non è lo Stato, né la
tutela che rimarrà nelle competenze delle soprintendenze.
parola “tutela” scritta a lettere maiuscole, ma i cittadini che abitano il territorio in cui si trovano. Se non si agisce così, il risultato è quello spesso fallimentare che abbiamo di fronte attualmente. In pratica, per i Campi Flegrei sono riuscita a promuovere un tavolo tecnico fra i sindaci Figliolia per Pozzuoli, Pugliese per Monte di Procida, il commissario prefettizio per Bacoli e Poziello per Giuliano che sono i quattro comuni che partecipano al parco dei Campi Flegrei, e loro hanno firmato un accordo di valorizzazione che mette insieme percorsi urbani, bypass stradali, infrastrutture portuali, accessibilità ai luoghi archeologici (quindi parcheggi, navette, piste ciclabili, percorsi pedonali). Lo considero un miracolo, anche per i tempi, abbiamo raggiunto il risultato in 4 sedute. Quali sono le ricadute di un’iniziativa come questa? Un finanziamento di 25 milioni già erogati che consentiranno di porre in collegamento fisico tutte le aree archeologiche che insistono sul territorio di questi Comuni. Quello dei Campi Flegrei è un patrimonio fatto di una sommatoria di luoghi anche distanti fra loro, ed è necessario quindi metterli in rete. In effetti, è davvero difficile raggiungere il castello di Baia (Ndr. Si trova nel comune di Bacoli, sul promontorio che chiude il golfo di Pozzuoli all’estremità opposta del Rione Terra), le strade sono strette, la rete ferroviaria locale disastrata, le vie del mare non ci sono: cosa si può fare? Stiamo lavorando a tutto questo. Certo mi sono appena insediata come direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, ma per esempio lo scorso anno sono riuscita a stringere un accordo con EAV per ottenere che la Cumana raggiungesse la stazione di Cuma almeno con un treno al giorno. Ci vorranno dei tavoli di concertazione per far sì che il progetto di valorizzazione del presidente De Luca, che riguarda tutta la costa campana a partire da Mondragone, tenga conto anche del problema archeologico. La risistemazione del depuratore di Cuma - una notizia davvero ottima! - per esempio non può prescindere dal bosco di Cuma, di competenza regionale e che è al confine con il parco archeologico, si tratta di un ambiente complesso che va considerato come unitario. Cosa pensa della promozione di eventi e spettacoli nelle aree archeologiche? Sono favorevole. Abbiamo avuto i fondi per rimettere in ordine l’anfiteatro flavio a Pozzuoli proprio in vista di un uso di questo tipo. Con un’unica prescrizione che considero fondamentale. Questi luoghi non possono diventare il palcoscenico di un evento qualsiasi, non possiamo trasformarli in contesti in cui si esibisce un artista che potrebbe fare il suo spettacolo in uno stadio o in una tensostruttura moderna. Lo spettacolo, a mio parere, dovrebbe essere “site specific”, con un filo
i
P O L I T I C S
DARIO FRANCESCHINI: LA CULTURA E’ IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE
F
ra i fondatori del PD, Dario Franceschini dal 2014 è ministro dei Beni Artistici, Culturali e del Turismo - prima con il governo Renzi, è stato riconfermato con l’arrivo a palazzo Chigi di Paolo Gentiloni. Sicuramente, il suo è un ambito che negli ultimi anni si trova spesso al centro dell’attenzione, perché si tratta di un settore delicato, di un’inestimabile ricchezza del Paese che spesso, però, si ha l’impressione sfugga al controllo di chi è dele-
gato a preservarla e gestirla, e perché è stato oggetto di una articolata riforma energicamente voluta proprio da Franceschini, “con l’obiettivo di scommettere sulla cultura come chiave per costruire il futuro” come ha dichiarato egli stesso tirando le somme dei suoi primi tre anni al MIBACT. Durante i quali il bilancio della cultura è tornato sopra i 2 miliardi di euro, si è reso permanente l’Art Bonus, grazie al quale oltre 4250 mecenati hanno donato quasi 158 milioni di euro per circa 1150 interventi; e poi c’è la rivoluzione museale con l’istituzione di 30 musei autonomi dal punto di vista contabile, amministrativo e organizzativo, guidati da direttori selezionati con bandi internazionali. Si continua con le leggi che hanno reso i musei e i luoghi della cultura servizi pubblici essenziali e unificato le soprintendenze (dei beni archeologici, monumentali e paesaggistici) che prima erano distinte, consentendo un più agevole rapporto fra l’istituzione e i cittadini che ad essa devono rapportarsi; è stato promosso, inoltre, un bando per assumere 500 professionisti. Alle nuove disposizioni si deve anche la possibilità di fotografare liberamente le opere, l’ideazione di iniziative come la capitale italiana della cultura, successi come le domeniche gratuite ai musei e il record assoluto di ingressi nei musei statali del 2016, con un aumento degli incassi nell’ultimo triennio pari a 47 milioni di euro. Proponiamo ai lettori di Ischiacity l’intervista che il ministro Franceschini ha rilasciato a Fabio Fazio nella puntata del talkshow Che tempo che fa del 26 marzo 2017, per raccontare alcuni punti della sua riforma. L’Italia possiede un patrimonio culturale
del 37%. Tenga conto che ho trovato un capito-
investire su quello che ha di più forte.
così ingente che spesso non siamo in grado
lo di spesa per la manutenzione e il restauro del
Ma perché è così difficile comprenderlo? E’
di valorizzarlo come si dovrebbe.
patrimonio vincolato - monumenti, chiese, ecc.
una cosa talmente evidente!
Nel mondo, quando si pensa all’Italia, si pensa a
- di 36 milioni di euro, in pratica quanto serve
Ha ragione. Nel mio percorso politico-parlamen-
bellezza, arte, creatività. Ma abbiamo alle spalle
per risistemare il tetto di un’abbazia di campa-
tare ho fatto altre cose. Ho chiesto di diventare
anni in cui la politica nazionale, colpevolmente,
gna. Adesso abbiamo due miliardi di risorse già
ministro della Cultura tre anni fa, anche se nelle
non ha investito in cultura, anzi ha tagliato nel
stanziate fra fondi europei e italiani, e cantieri
gerarchie teoriche c’erano ministeri più impor-
settore cultura. Indipendentemente dal colore dei
che stanno partendo. Insomma, c’è un’inversione
tanti, proprio perché ho sempre fatto fatica a ri-
governi. Dal 2007 al 2013 è stato dimezzato il
di tendenza. Bisogna comprendere che questa è
spondere a questa domanda. Comunque mi pare
bilancio del mio Ministero. Noi abbiamo bloccato
la caratteristica che rende forte e competitiva l’I-
che quella fase di incomprensione sia superata, lo
questi tagli e lo scorso anno il bilancio è cresciuto
talia, e nel mondo globalizzato ogni paese deve
dimostra il fatto che per esempio la legge sul ci-
Sopra: il ministro Dario Franceschini con i colleghi omologhi durante il primo G7 Cultura che si è appena tenuto a Firenze. Sotto a sin., il ministro Franceschini in visita al parco di Capodimonte con il direttore Sylvain Bellenger e, a destra, con il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia.
nema e l’art bonus hanno avuto una condivisione
zione è che la cultura sia qualcosa di alter-
ha una leadership nel settore del patrimonio ar-
più ampia della sola maggioranza. Naturalmente,
nativo al mercato, indipendente, qualcosa
tistico e culturale, abbiamo ritenuto di dover es-
c’è molto da fare, considerando che agire bene
di cui siamo fatti, che diventi parte di noi.
sere noi gli organizzatori: per due giorni ci sono
in questo ambito non si traduce soltanto in un
Come riesce a conciliare questi due aspetti
stati tanti incontri, fra cui un dibattito fra sette
modo per attrarre turismo culturale - e parliamo
che, immagino, abbia ben presenti?
intellettuali, uno per paese, il tema è stato la
di ricchezza, di milioni di persone. E’ anche uno
La cultura è assolutamente una cosa diversa dal
cultura come strumento di dialogo, inserendoci
strumento per far crescere la nostra comunità.
mercato, ma ciò non vuol dire che non possano
in quel filone aperto da Expo, quando nel luglio
Nel 2013 i musei statali, che sono circa il 10% dei
stare insieme tutela del patrimonio e valorizza-
2015 invitammo a Milano i ministri di 83 paesi di
musei nazionali, hanno avuto 48 milioni di visita-
zione. Tutti poniamo ad esempio di buona ge-
tutto il mondo per parlare appunto della cultu-
tori, adesso sono 55 milioni e mezzo, sette milio-
stione il Louvre, anche con una sorta di comples-
ra come strumento di dialogo. Fu una giornata
ni e mezzo in più. Questo dato significa che non
so di inferiorità molto sbagliato, ebbene il Louvre
emozionante e in quell’occasione Umberto Eco,
solo i turisti sono entrati nei musei: soprattutto
ha collezioni straordinarie, fa ricerca, formazione,
che dopo poco è morto, disse una cosa bellis-
grazie a iniziative come l’ingresso libero nella pri-
educazione ma anche marketing. Non si vergo-
sima: “Voi siete portatori di conoscenza e quasi
ma domenica del mese i nostri luoghi di cultura
gna a guadagnare dai gadgets e dai bookshop,
tutte le guerre del passato, quasi tutti gli odi fra
sono stati frequentati anche dai cittadini italia-
perché quelle risorse servono a fare una buona
le persone, gli odi del presente e le paure deriva-
ni, e questo è un fattore di crescita culturale. Se
tutela. Non si vergogna di guadagnare dai bi-
no dalla mancanza di conoscenza reciproca. Aiu-
pensa che grazie all’articolo 9 della Costituzione,
glietti perché con quegli introiti restaura i qua-
tate la conoscenza e sarà il migliore antidoto per
di cui dobbiamo essere orgogliosi, fra i principi
dri e mantiene il museo. Dimostrando così che
prevenire il timore della diversità e della paura”.
fondamentali che regolano la vita del Paese c’è la
le due cose possono, e anzi devono, procedere
tutela del paesaggio e del patrimonio artistico e
insieme.
la promozione dello sviluppo della cultura, inve-
A fine marzo si è tenuto a Firenze il primo,
stendo in questo ambito contemporaneamente
storico G7 della cultura, voluto da lei.
si adempie a un dovere costituzionale e si fa au-
Il G7 dei capi di governo è sempre preceduto
mentare la ricchezza del Paese.
da incontri tematici, dedicati per esempio all’e-
Spesso si misura la cultura in termini di visi-
nergia, alla sicurezza, all’ambiente, ma nessuno
tatori, di biglietti venduti. In realtà, l’aspira-
aveva mai pensato al G7 Cultura. Poiché l’Italia
65
N A T U R E
i
IL PARADISO ALL’INGRESSO DEGLI INFERI Text_ Silvia Buchner Photo_ Dayana Chiocca
I
mmaginate un lago attraversato dalla brez-
tanti abitanti dei Campi Flegrei hanno per la
za e circondato da colline terrazzate a fa-
loro terra. Ne amano la storia illustre (il mito
langhina e piedirosso su cui gioca il sole,
colloca sulle rive dell’Averno l’ingresso dell’A-
un rudere antico che sembra uscito dalla tavo-
de, che varcò l’eroe Enea per scendere agli In-
lozza di un paesaggista dell’800 e un bell’ap-
feri, mentre a due passi da qui, a Cuma i Greci
pezzamento di terreno, metteteci la passione
stabilirono, provenendo da Ischia, una delle
di un giovane uomo, contadino per scelta con la consapevolezza dei tempi di oggi, tanto più forte perché ci troviamo in un luogo dove il fascino struggente
convive
più potenti colonie della
Il Giardino dell’Orco con le tante attività che propone vuole soddisfare il bisogno di Natura che ciascuno di noi ha.
con
Magna Grecia), amano ciò che questa terra produce da sempre (solo per fare un paio di esempi, proprio di quest’area sarebbe originaria la mela annurca,
problemi figli di una crescita senza controllo.
ricordata già da Plinio il Vecchio nel suo trat-
Da questo incontro nasce il Giardino dell’Or-
tato di storia naturale e a qualche chilometro
co, orto-frutteto interattivo sulle sponde del
da qui, a Monte di Procida si coltivano ancora
lago di Averno (uno dei suoi nomi in antico
le cicerchie, legume antico dal sapore a metà
era Orco), e visitandolo, ascoltando le idee,
fra piselli e lenticchie). Ernesto Colutta - la sua
gli obiettivi, le convinzioni di chi lo ha fondato
famiglia gestisce uno dei due più conosciuti
si sente tutto l’attaccamento (contagioso) che
stabilimenti termali nella zona, Le Stufe di Ne-
Giardino di offrire una rete di servizi dedicati
naturale, alla realizzazione dell’orto sinergico,
a persone di ogni età, che si tratti di bambini o
ma ci sono anche incontri con contadini pro-
dei loro genitori, di scuole o di appassionati di
fessionisti. La fattoria didattica accoglie i più
coltivazioni o piuttosto di chi vuole trascorrere
piccoli con giochi, esperienze pratiche, attività
qualche ora nel verde organizzando un picnic.
manuali, visita all’orto e all’ospedale delle gal-
In questo modo, un luogo bellissimo diventa
line (vi sono ospitate galline ovaiole di batte-
anche estremamente vivo e vissuto dalla gen-
ria sottratte alla morte cui vengono destinate
te, che se ne sentirà anche un po’ parte. E le attività sono tante e molto diverse: una ventina di ortisti ha preso in affitto un pezzo di terreno e vi coltivano il proprio campicello - “ognuno
dopo aver terminato il loro
Venti appassionati hanno avuto la possibilità di prendere in affitto un pezzo di terra per coltivarsi da soli il proprio orticello.
usa i suoi metodi, ma le
rone - da quattro anni dedica le sue energie a questo piccolo paradiso, che non è un semplice podere in cui produrre ottimi vegetali. La missione del Giardino dell’Orco è soddisfare “il bisogno di Natura” che ciascuno ha, facendo di questa realtà un luogo aperto a chi ha compreso che vivere in modo sostenibile l’ambiente rende più piacevole l’esistenza, e può costituire una ricchezza che, se opportunamente valorizzata e ben raccontata, può contribuire in modo sostanziale ad aumentare l’attrattività di un territorio come questo che sta lavorando su più fronti per proporsi come meta turistica. Per condividere questa visione della terra e, al tempo stesso, comunicarla agli altri, farla diventare “virale”, il Giardino dell’Orco si apre a realtà vicine, associazioni, artisti, contadini, artigiani, che vi organizzano corsi, laboratori, giornate tematiche. Questa costante, intelligente interazione consente al
compito di produrre uova, e che qui hanno ripreso a camminare, beccare, produrre uova!), e c’è anche l’angolo delle arnie con le api: in questo modo, scuole e gruppi hanno a
discussioni con gli altri sono accese!” spiega
disposizione il contesto ideale per avvicinare i
Ernesto; ma con regolarità è possibile anche
bambini al mondo della natura e degli anima-
fare la spesa al Giardino, comprando prodotti
li, ma anche a temi che hanno assunto ormai
sicuramente di stagione, secondo la disponi-
un’importanza dichiarata come il riciclo dei
bilità della terra. Periodicamente si tengono
rifiuti, il rapporto fra tecnologia e ambiente,
corsi, curati da esperti, dedicati a temi atti-
il consumo consapevole. Ancora, per una pic-
nenti, dall’agricoltura biodinamica alla cucina
cola cifra (che comprende anche la fornitura
Immaginate un lago attraversato dalla brezza e circondato da colline terrazzate a falanghina e piedirosso su cui gioca il sole...
di stoviglie e posate in materiale riciclabile e
o di un ristorante, ed è possibile realizzare un
sociazione Crononauta. In cui mettono le loro
di carbonella per la brace), è possibile orga-
menù a km 0. L’attenzione a quanto mettiamo
professionalità al servizio di un’idea nuova di
nizzare negli spazi attrezzati il proprio picnic.
nel piatto, la convinzione che il cibo è anche
territorio: riproducono esperienze di cucina
Ma i prati e i rustici tavoli all’ombra del profu-
cultura, che conoscerlo meglio ci apre a gusti
storica, recuperano sapori e prodotti ormai
matissimo aranceto sono un invito a sceglierli
che neanche immaginiamo, ha portato Erne-
desueti e metodi di cottura del passato, risco-
anche per un momento più importante, orga-
sto a fondare insieme ad un gruppo di amici -
prono la sapienza dei contadini che sapevano
nizzando per esempio un matrimonio in cam-
l’archeologo Alfredo Carannante e i ristoratori
perfettamente individuare ottimi vegetali da
pagna piuttosto che nella sala di un albergo
Ruggero e Maria Peluso e Nicola Buono - l’as-
mangiare anche fra le erbe spontanee, per far
scoprire i millenni di storia che permeano ogni angolo dei Campi Flegrei da un punto di vista inedito. Conoscere il giardino dell’Orco e non farsi prendere dalla sua armonia è impossibile, ma la cosa più bella, più bella ancora del luogo stesso è capire che dietro ci sono delle persone speciali e un progetto che riesce a guardare oltre i confini del Giardino stesso, in uno scambio che rende tutti più forti e che ha ancora tante potenzialità da esprimere, tante reti da costruire.
Il Giardino dell’Orco Via Lago d’Averno lato Sinistro, 9 A - Pozzuoli info: 393 9824709 e 347 8289096 ilgiardinodellorco.it Il Giardino dell’Orco
VITA DA OPERAIE
U
n enorme grappolo penzola da un ramo, a guardarlo bene la sua
un buco in un tronco, ma in questo caso sono abbastanza sicuro di recupe-
superficie è compatta e allo stesso tempo animata… Perché non si
rare la sciamatura - continua Rosario - con una speciale arnia che ho allestito:
tratta di un frutto, in realtà stiamo assistendo a una sciamatura. Il
scrollando il ramo farò in modo che ci finiscano
dentro, dopo averla
Giardino dell’Orco, infatti, ospita anche un apiario, cioè uno spazio con una
inumidita con un po’ di acqua e zucchero per
attirarle: l’essenziale
serie di arnie, e in primavera è possibile assistere a questo che è uno dei mo-
è che ci entri la regina, perché tutte le altre
immancabilmente la
menti più importanti nella vita di una famiglia di api. A noi lo ha raccontato
seguiranno”.
Rosario Sica, siciliano, da 5 anni a Pozzuoli, erborista e apicoltore. “Grazie alla sciamatura le api si riproducono: da una famiglia di insetti (che non sono assolutamente in grado di vivere da soli), infatti, se ne costituiscono due. La vecchia regina lascia l’alveare con metà delle operaie, mentre quelle che restano ne allevano una nuova che si fermerà nell’alveare di origine; diversamente, se non avvenisse la sciamatura, le due regine finirebbero per uccidersi fra loro. Il ‘grappolo’ è formato da migliaia e migliaia di api che hanno scelto come loro sede provvisoria appunto il ramo di un albero. Gli insetti stanno uno sopra l’altro, al centro invisibile la regina, cui in questo modo si garantisce la protezione e il calore necessari alla sua sopravvivenza, uno sciame che resti senza regina, infatti, è destinato a morire. Le operaie vengono indotte dai feromoni, sostanze odorose emesse dalla regina, a rimanere riunite intorno a lei.”. Le api esploratrici sono intanto alla ricerca di una nuova sede: “Se le lasciassimo fare sceglierebbero una cavità naturale, un foro in un muro,
71
BINOMIO VINCENTE Text_ Riccardo Sepe Visconti
A
bbiamo scelto di raccontarvi la bella(issima) realtà della Fattoria
spetto enogastronomico diventa, da un lato, la risposta più immediata alla
del Campiglione e degli uomini - Michele Sgamato e Nicola
volontà di indirizzarsi verso il turismo, dall’altro, assume un valore centrale
Buono - che le hanno dato vita, non tanto, o per lo meno non
per il successo di questo progetto. Personalmente, intendo affermare che
solo, per parlarvi di un eccellente ristorante, quanto soprattutto per aprire
una buona reputazione sul piano della ristorazione, assume, per un terri-
una serie di riflessioni sull’importanza della ristorazione quale elemento
torio che aspira ad accogliere milioni di turisti, un’importanza superiore - e
dinamico - principale - per la promozione turistica. L’area flegrea, infatti,
maggiormente seduttiva - rispetto all’offerta culturale-archeologica che
come abbiamo visto dai progetti e dalle idee del governatore De Luca e
pure costituisce il punto di forza dell’Area flegrea. Le strategie di Destina-
del sindaco di Pozzuoli Figliolia, è un territorio che si vuole fortemente
tion Marketing dovranno far viaggiare in parallelo l’immenso patrimo-
riconvertire ad economia turistica. Questa idea, molto convincente, può
nio rappresentato dall’archeologia con la grande tradizione della buona
essere facilmente enunciata, ma assai più difficilmente realizzata… Fare
tavola, arrivando spesso, molto spesso, perfino ad anteporre l’offerta di
turismo (lo scrivo con “qualche competenza” in merito) significa innan-
ristorazione a quella archeologica.
zitutto avere una diffusa mentalità dell’accoglienza e, con molta onestà
Ben venga, quindi, l’idea della Soprintendente Adele Campanelli di
intellettuale, dobbiamo riconoscere che oggi come oggi questa zona non
fornire di un buon ristorante il magnifico sito del castello di Baia, dove ha
possegga affatto un modello di mentalità performato su tali valori. È que-
sede il bellissimo, ma assai poco frequentato, museo; ben venga l’iniziativa
sto, presumibilmente, l’ostacolo più invalidante che gli amministratori - si-
del sindaco Figliolia di proteggere dal traffico il centro storico di Pozzuoli e
ano essi regionali o locali - devono riuscire a superare. Come? Costruendo
la stessa via Napoli attraverso il dispositivo delle ZTL per favorire il pro-
(con molta pazienza e un po’ di astuzia) i presupposti culturali affinché
liferare in zona di ristoranti, bistrot, pub, bar, gelaterie, etc; e ben venga,
nasca e si radichi una disposizione all’accoglienza, declinandola nei suoi
in questo nostro racconto, l’enorme quantità di intuito, passione, ricerca
diversi aspetti: senso dell’ospitalità, buona gestione dei servizi, organiz-
e serietà investiti dai nostri “eroici amici” Michele e Nicola con l’obiettivo
zazione delle infrastrutture, sensibilità alle culture diverse, inclusività, cura
di fare della Fattoria del Campiglione il perfetto modello da imitare per
del territorio, offerta di beni e merci caratterizzanti, etc. Ecco allora che l’a-
rendere irresistibilmente attraente e ospitale l’intera area flegrea.
F O O D
i
ANTICA OSTERIA
LA FATTORIA DEL CAMPIGLIONE
72
UN RISTORANTE-TRATTORIA POCO DISTANTE DA POZZUOLI COSTRUITO SEGUENDO LA PASSIONE DEI SUOI IDEATORI PER TUTTO CIO’ CHE E’ ECCELLENZA: CARNE SQUISITA, UNA CANTINA IMMENSA, CURA ENORME NELLA SELEZIONE E LAVORAZIONE DELLE MATERIE PRIME. UN’ESPERIENZA DEL GUSTO DA FARE. Text_ Silvia Buchner Photo_ Riccardo Sepe Visconti Dayana Chiocca
L
a sua ultima creatura di cui ci raccon-
sontuoso ristorante-trattoria nei dintorni
un’erba spontanea cresciuta nella terra dei
ta (e ce la fa anche assaggiare) è un
di Pozzuoli, l’attesa - e quindi la pazienza
Campi Flegrei. In tutti questi casi la pazien-
provolone Auricchio che ha tenuto ad
- sono concetti che ritornano spesso. E con-
za e l’inesauribile curiosità (di individuare
invecchiare per 12 anni, allo stesso tempo
vivono felicemente con la sua personalità
il produttore giusto, girando l’Italia, di at-
croccante e morbido, in bocca si fonde tra-
volitiva, curiosa, innamorata del lavoro ben
tendere che la carne raggiunga il momento
sferendo tutti i profumi che la paziente atte-
fatto, dei sapori migliori, dei prodotti eccel-
ideale per essere gustata, di imparare che
sa ha consentito di formarsi. Ecco, nella sto-
lenti. Che insegue, per proporli agli ospiti
la campagna custodisce cose che neppure
ria di Nicola (il nome Gerardo ricevuto alla
della Fattoria, che si tratti di un manzo Kobe
si immaginano) sono il denominatore comu-
nascita sta praticamente solo sulla carta di
arrivato dal Giappone, di una costata frolla-
ne che fanno dello chef Nicola Buono “da
identità) Buono, puteolano, chef e ideatore,
ta per 3 mesi, di funghi porcini calabresi, di
Pozzuoli” (come ama dire di sé) un appas-
insieme all’amico e socio di sempre Miche-
un vino di esclusivo o di un distillato di cui
sionato di tutto ciò che è gusto - ben al di
le Sgamato, della Fattoria del Campiglione,
esistono pochissime bottiglie, o piuttosto di
là di quanto richiede la sua professione. E la
Fattoria del Campiglione è costruita a imma-
vista, costruita nell’officina di Michele, rive-
sapore e profumo. Un procedimento che ha
gine e somiglianza di questa passione - che
stita con mattonelle di sale rosa dell’Hima-
i suoi costi, in quanto le carni perdono ac-
condivide con Michele, abile artigiano oltre
laya, al cui interno su più piani tagli di carne
qua e quindi peso, e tuttavia è indispensabi-
che macellaio per tradizione familiare. Dal
pregiatissima proveniente da tutto il mondo
le per far emergere al massimo la qualità del
desiderio di entrambi, infatti, di proporre in
(chianina, razza podolica, angus argentino,
prodotto. Tutta la carne servita alla Fattoria
un territorio in cui il pesce la faceva da pa-
americano, irlandese, scozzese o canadese,
del Campiglione ha come minimo 30 gior-
drone, un locale dedicato alla carne, nasce
piemontese, di Kobe e così via per decine
ni di frollatura, per poi passare ai 45, 60,
nel 1995 il ristorante, poco fuori dal centro
di possibili alternative) sono custoditi quasi
70, 90… E si tratterà in ogni caso di animali
di Pozzuoli. Dieci anni intensi, grazie anche
come fossero oggetti preziosi nella vetrina
con precise caratteristiche, devono essere
a uno staff di sala e cucina preparato e af-
di un gioielliere, per essere sottoposti ap-
infatti femmine di almeno di 36 mesi di età
fiatato costituito spesso da persone che la-
punto al processo della frollatura, passaggio
altrimenti la carne non avrà alcun sapore, e
vorano qui fin dal primo giorno, sono serviti
indispensabile per ottenere una grande car-
ingrassate nel modo giusto.
a maturare la convinzione che era arrivato il
ne. Si tratta di un periodo di riposo a tempe-
Ma Nicola Buono è andato oltre. Ha svilup-
momento di compiere una svolta, di imporsi
ratura e umidità controllate durante il quale
pato, infatti, in accordo con la facoltà di Ve-
come portatori di eccellenze culinarie. Oggi
le fibre si distendono e subiscono modifica-
terinaria dell’Università Federico II un pro-
appena si entra alla Fattoria ci accoglie la
zioni chimiche che fanno sì che i tessuti di-
getto di studio scientifico sulla frollatura: il
camera di frollatura, una cella frigorifera a
vengano morbidi e soprattutto acquisiscano
risultato è una tesi dedicata all’argomento
e un esperimento di frollatura durato 500
impeccabile che rende caldo e accogliente
la brace è la scelta migliore (e l’incontenta-
giorni (!); in prospettiva l’idea è di dare vita
l’ambiente, completato dalla cucina a vista.
bile Nicola una particolare brace che fa an-
nel prossimo futuro ad un protocollo (che
Da cui escono piatti di grande coerenza, in
che da forno e affumicatore se l’è disegnata
ancora non esiste) che amministri questo
cui la materia prima viene trattata con cura:
da sé - e Michele l’ha costruita). All’inter-
delicato passaggio nella lavorazione della
cotture tradizionali, come la genovese, pri-
no della Degustazione di carni è possibile
carne.
mo piatto principe della cucina napoletana
assaggiare anche la mitica Wagyu di Kobe,
E dopo la camera della frollatura, tutto il re-
che qui si realizza con la coperta del costa-
una “docg” della carne, trattandosi di ani-
sto: la Fattoria del Campiglione si articola in
to, e poi cipolle, cipolle, cipolle, quelle di
mali di una razza selezionata, cresciuti per
diverse sale ampie, arredate da una infinita
Montoro, qualche pomodorino e otto ore di
almeno 48 mesi, nutriti in modo speciale e
quantità di oggetti che richiamano il mondo
cottura. Il risultato è una salsa lucida, den-
la cui carne presenta all’interno marezzature
dell’allevamento e i mestieri che ruotano in-
sa, che avvolge i paccheri e i tenerissimi, ma
di grasso che le regalano un sapore unico.
torno ad esso e più in generale all’artigiana-
integri, pezzi di carne che li accompagnano.
E per un percorso del gusto completo non
to, che si affiancano ad eterogenee raccol-
Lo stesso dicasi per la straclassica braciola in
si può prescindere dall’antipasto di salumi
te di souvenir, oggetti vintage, ceramiche,
salsa di pomodoro, per tagliarla basta la for-
e formaggi, presi spesso da produttori che
attrezzi… Difficile da descrivere, va visto!
chetta. E finalmente il trionfo dei diversi ta-
lavorano piccole quantità e invecchiati a do-
Una scenografia barocca e al tempo stesso
gli di carne: per gustarne appieno il sapore
vere presso La Fattoria per farne delle eccel-
lenze. Da accompagnare con vini da tutto il mondo, una selezione sterminata fra cui scegliere, per una cantina che è un’esperienza nell’esperienza. E se le scelte di chi ha creato questa realtà di successo hanno portato le guide gastronomiche a escludere in linea generale La Fattoria del Campiglione dalle loro classifiche, il popolo di Trip Advisor decreta quotidianamente con recensioni entusiastiche la qualità del lavoro del team guidato da Nicola e Michele.
76 La Fattoria del Campiglione via Vicinale Campana 2, Pozzuoli info: 081. 5263733 lafattoriadelcampiglione.it La Fattoria del Campiglione
IL BY NIGHT A POZZUOLI iS different
A
ridosso del piacevolissimo lungomare Pertini, così come in Piazza della Repubblica, sul porto ed in diversi
punti del centro storico sono moltissimi i ristoranti, bistrot, stuzzicherie, gelaterie, pub e baretti che offrono i loro prodotti ad un pubblico sempre più ampio e, soprattutto, assiduo. Nei fine settimana, specie di sera, c’è solo l’imbarazzo della scelta per decidere dove intrattenersi a sorseggiare un buon cocktail, ascoltare musica e stuzzicare l’appetito con qualche sfizioseria…