L A Z Z A R E L L E
a cura dell’ASL Na2 Nord photo Riccardo Sepe Visconti
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ai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
(attribuito a Confucio)
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iamo ancora capaci di sognare un futuro diverso per la nostra città o ci siamo assuefatti alla cenere delle sue difficoltà endemiche, delle sue stanchezze e delle sue fatiche, dimenticando che al di sotto della coltre nera dei residui lavici vi è ancora un fuoco capace di scaldare e di far luce?
Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli (omelia del 19 settembre in onore di San Gennaro)
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apoli è una pagina di Vangelo. E chi la sfoglierà, custodendola e amministrandola, dovrà farlo libero da ogni desiderio di potere e di dominio, indossando il grembiule del servizio disinteressato, amorevole, gratuito. Partendo dagli ultimi, dai fragili, dai più marginali, dagli invisibili, per arrivare a tutti, senza lasciare indietro nessuno. Napoli è una pagina di Vangelo, è una buona notizia. E può esserlo non solo per se stessa ma per l’intero meridione: quale responsabilità abbiamo e quale discernimento siamo chiamati ad esercitare in questo tornante della storia!
Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli (omelia del 19 settembre in onore di San Gennaro)
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apoli è una pagina di Vangelo scritta dal sangue. Dal sangue dei poveri e degli innocenti. Dei piccoli e degli umili. Di coloro che ogni giorno faticano senza sosta per vivere con dignità, per camminare spediti sui sentieri dell’onestà e della giustizia. Napoli è bagnata dal sangue di tanti dolori discreti e silenziosi, di tante vite spezzate prima di spiccare il volo, di tanti sogni caduti sul suolo dell’indifferenza, di tante vittime innocenti del male, dell’ingiustizia, della corruzione. Quanti nomi, quanti volti, quante storie la parola “sangue” fa risuonare nel mio cuore;
Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli (omelia del 19 settembre in onore di San Gennaro)
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“Anch’io quante volte da bambino ho chiesto aiuto Quante volte da solo mi sono perduto Quante volte ho pianto e sono caduto Guardando le stelle ho chiesto di capire Come entrare nel mondo dei grandi senza paura, paura di morire.”...
Lucio Dalla_ Il parco della Luna - 1980
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Sì, lo so che questa non è certo la vita Che ho sognato un giorno per noi Vedrai, vedrai Vedrai che cambierà Forse non sarà domani Ma un bel giorno cambierà Vedrai, vedrai Non son finito, sai Non so dirti come e quando Ma vedrai che cambierà
Luigi Tenco- “Vedai vedrai” (1965)
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Non mostrarti agli altri Quando sei ferito O sarai colpito a morte. Lega i tuoi pensieri al volo della notte, Sarai solo e nessuno vedrà. Solo nella notte Sciogli i tuoi respiri E nessuno sentirà.
Banco del Mutuo Soccorso - “Quando la buona gente dice” testi F. Di Giacomo, V. Nocenzi)
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l racconto fotografico è un mezzo potentissimo, incontrovertibile ed istantaneo per fissare una storia ai suoi personaggi ed all’ambiente in cui si muovono. Il sistema di indagine che adotto sempre è quello di muovermi con “spirito amorale” ovvero sospendere ogni giudizio di moralità o immoralità e muovermi sul piano inclinato talvolta scivoloso - dello stato dei fatti per ciò che sono, indipendentemente dalla rappresentazione sociologica nella quale c’è il rischio di assegnarli arbitrariamente. Così facendo provo a costruire un osservatorio neutrale ed attendibile, utile a proporre riflessioni su dinamiche e meccaniche della detenzione. Mi chiamo Riccardo Sepe Visconti, sono un giornalista/fotoreporter napoletano, nato nel 1962 e da molti anni racconto la vita scattando foto.
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